Detto questo, la campagna referendaria è stata un'occasione per ridare senso all'agire politico: quanti volti di persone straniere senza cittadinanza, persone giunte da noi con un po' di speranza
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"È ovvio che invitare gli italiani al voto significa aumentare le possibilità del quorum, e il quorum facilmente premierebbe più i sì che i no, cosa che questo Governo (e non solo) non vuole assolutamente: ma questo implica anche che non si vuole accettare la volontà degli elettori"
Al voto! Al voto! | Ossigeno
Iniziamo col dire che invitare al voto non è una violazione del silenzio elettorale, o almeno non dovrebbe esserlo. E […]Paolo Cosseddu (Ossigeno)
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Per Gaza, per la Palestina, contro il genocidio: il 7 giugno in piazza a Roma
Mentre assistiamo alla fase più terribile del genocidio in corso contro il popolo palestinese, mentre a Gaza si muore di fame, la politica internazionale continua colpevolmente a non intraprendere alcuna azione concreta contro Israele. Troppi e troppe ancora non riescono ancora a capire cosa sta succedendo.
Non possiamo permetterci di perdere alcuna occasione per fare pressione sul nostro governo.
Le richieste contenute nella mozione presentata dalle opposizioni in Parlamento, il cessate il fuoco immediato, il blocco dell’export di armi, il riconoscimento dello Stato di Palestina, il rispetto del diritto internazionale e il sostegno alle azioni della Corte Penale Internazionale, sono un punto di partenza imprescindibile per qualunque futuro giusto e dignitoso per il popolo palestinese e il minimo che debba essere richiesto a un governo che non voglia essere complice.
Siamo da sempre nelle piazze che esprimono vicinanza e chiedono giustizia per il popolo palestinese, e ci ritroveremo anche il 7 giugno a Roma, in piazza per Gaza e la Palestina.
Abbiamo bisogno di tutte e tutti per fermare il massacro.
Possibile Palestina
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Cagliari, 5 giugno: Druetti (Possibile) e Durante (CGIL) per i 5 sì al referendum dell’8–9 giugno
Ultimi giorni di campagna elettorale referendaria anche in Sardegna: giovedì 5 giugno alle 18.30 a Cagliari alla Sella del Diavolo in viale Poetto, la Segretaria di Possibile e promotrice del Referendum Cittadinanza Francesca Druetti dialogherà con Fausto Durante, Segretario Generale della CGIL Sardegna sul tema “Lavoro e Cittadinanza: noi votiamo sì”.
“L’8–9 giugno il potere di scelta e di parola torna finalmente ai cittadini”, dichiara Francesca Druetti. “Intanto la destra di governo, da Salvini a Tajani fino ad arrivare alla premier Meloni, cerca di convincere le persone a boicottare i referendum invece di fare una campagna che spieghi agli italiani quale sarebbe il problema di tornare a un sistema con più tutele per i lavoratori e meno attesa per chi ha i requisiti per diventare cittadino, compresi bambini e bambine nati qui e che qui studiano”.
“Con Possibile siamo tra i promotori del referendum cittadinanza e da subito al fianco della CGIL e del comitato per i referendum sul lavoro”, continua Druetti. “I quesiti pongono una domanda che va oltre al contenuto abrogativo del referendum: che futuro vogliamo dare al paese? Uno di declino della natalità, della stabilità, del benessere delle persone che vivono e lavorano qui, oppure vogliamo vivere tutti meglio in un’Italia con leggi più adatte a una società e a un tempo che è già cambiato? Per noi la risposta può essere una sola, per questo votiamo sì e fino all’ultimo ci batteremo per portare più persone possibile ai seggi a fare lo stesso”.
L’ingresso all’incontro è libero e gratuito e sarà possibile ritirare le bandiere tricolore del referendum, messe a disposizione dai comitati referendari.
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"Nella vittoria, il giorno dopo gli scrutini è ripartito immediatamente il solito parlarsi addosso sul campo largo, sulle alleanze, sulle geometrie, sui reciproci veti. Continuano a dirsi che bisogna trovarsi sulle cose da fare, ma anche quando hanno per le mani l’occasione per dimostrarlo concretamente, si perdono"
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Cercasi momentum | Ossigeno
Era lecito attendersi che il primo turno delle amministrative avrebbe dato slancio alla campagna referendaria, specie se i risultati fossero […]Paolo Cosseddu (Ossigeno)
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Referendum: parte il #matitour! Partecipa anche tu!
Mancano solo due settimane al voto e la campagna per il sì ai 5 referendum dell’8 e 9 giugno entra nel vivo. La copertura informativa per questo appuntamento continua ad essere insufficiente e pessima soprattutto dai canali RAI. Eppure si tratta di lavoro e di diritti due temi che toccano la vita delle persone in modo importante.
Il Comitato Possibile di Senigallia ha pensato rendere divertente e stimolante questo rush finale. Da oggi e fino all’8 giugno una matita gigante girerà per l’Italia, sul corpo della matita la scritta “io la uso e voto SÌ”!
Un modo per attirare l’attenzione della cittadinanza sull’appuntamento, per invitare le persone a votare, per superare l’oscuramento mediatico in atto. La matita, nelle nostre intenzioni, dovrebbe fare il giro d’Italia, scendendo e risalendo lo stivale per tornare ad Ancona l’8 giugno in tempo per svolgere la sua funzione primaria: votare al referendum dell’8 e 9 giugno.
Sarà una staffetta democratica, gioiosa e determinata per convincere gli italiani che il voto è importante, che non bisogna mai rinunciare a scegliere e che bisogna scegliere il SI’ per migliorare la vita dei lavoratori e per consentire ai nostri fratelli che condividono con noi lavoro, tasse, lingua e doveri civili a vivere una vita serena da cittadini italiani come nel loro pieno diritto.
Il percorso della matita, che passerà di Comitato in Comitato, è anche soggetto ad eventuali variazioni di percorso.
Se volete essere un pezzo di questo pazzo progetto, mandate un messaggio a info@possibile.com così da inserirvi, se possibile, nel percorso.
Se siete con la matita, fate foto e video e mandateli a info@possibile.com. Ogni giorno vorremmo documentare sui canali social di Possibile il giro e i passaggi di consegna tra comitati!
L’hashtag di questa follia è #matitour e non vediamo l’ora di cominciare!
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"Ma allora è vero, che di Giuseppe Conte ce n’è più di uno, ciascuno ignaro dell’altro: quello attuale, che poi sarebbe il Conte 3, da mesi accusava Giorgia Meloni di spiare gli oppositori, e chiedeva al Governo di riferire sul caso Paragon, salvo che a quanto pare Conte 1 e Conte 2 facevano lo stesso. Un caso di dissociazione della personalità da manuale."
ossigeno.net/taci-lalleato-ti-…
Taci, l’alleato ti ascolta | Ossigeno
Ma allora è vero, che di Giuseppe Conte ce n’è più di uno, ciascuno ignaro dell’altro: quello attuale, che poi […]Paolo Cosseddu (Ossigeno)
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Chi parla, come Claudio #Borghi, di clandestini e delinquenti, distorce la realtà.
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Sparare in libertà? No, Lollobrigida, grazie.
La coppia Meloni/Lollobrigida (con la complicità del sonnecchiante Pichetto Fratin) sta predisponendo un attacco di devastanti proporzioni al sistema di protezione della fauna selvatica.
Si legge “Riforma della normativa sulla tutela degli animali selvatici e sulla regolamentazione della Caccia” ma il sottotitolo corretto è: sparate in tutti i luoghi, in tutti i modi, in tutti i mari!
Sì, perché sembra una legge scritta dai bracconieri, sia per le modalità con cui viene immaginata “la gestione” della fauna selvatica, sia perché la componente scientifica e quella dei controlli sono messe in un angolo.
Potevamo aspettarci di tutto da questo Governo, ma che partorissero un testo così assurdo e becero proprio non ce lo aspettavamo.
Ricordate l’articolo 9 della Costituzione nella nuova formulazione approvata a inizio del 2022? Quello che introduce “la tutela della biodiversità e degli ecosistemi anche nell’interesse della generazioni future”? Brutalmente impallinato, anche con pallini al piombo, dalle stesse forze politiche oggi al Governo che lo avevano votato e sostenuto nel percorso di riforma costituzionale.
Oggi siamo di fronte a un testo che non è ancora giunto alle Camere, ma che potrebbe anche trovare una via preferenziale che lo blinderebbe ulteriormente e lo tutelerebbe da eventuali modifiche.
C’è da rabbrividire. Soprattutto perché si fanno saltare tutti i meccanismi scientifici di tutela e conservazione di specie e di ecosistemi, di derivazione europea, che dagli anni ‘80 del secolo scorso fino ad oggi hanno potenziato e tutelato la biodiversità in Italia e in Europa. Un percorso virtuoso che oggi viene accantonato per lasciare spazio alla libera gestione, senza regole e senza vincoli di tutela della caccia.
Dopotutto “gestione” per i cacciatori fa rima con “estinzione”.
Quindi, non ci saranno vincoli temporali alla stagione della caccia; l’elenco delle specie cacciabili sarà allargato, non facendo più riferimento agli elenchi delle specie protette; spariranno i riferimenti alle migrazioni e al periodo riproduttivo. Si potrà ritornare a praticare l’uccellagione, una pratica barbara del passato oggi istituzionalizzata: infatti le Regioni potranno catturare specie di uccelli che i cacciatori potranno usare come richiami vivi, indipendentemente dal fatto che queste facciano parte di specie protette. E poi si spunteranno ulteriormente i controlli all’attività venatoria. Perché dare fastidio a cacciatori e bracconieri con dei controlli?
Ma può un Consiglio dei Ministri esprimersi favorevolmente in questo modo? Ribaltando e cancellando anni di studi e analisi solo per dare retta ad una realtà, quella dei cacciatori, che si sta estinguendo numericamente ma che rappresenta una delle lobby più potenti in Italia, legata a doppio filo a quella delle armi?
Purtroppo la risposta è sì. Con questo governo, può succedere, è già successo in passato e purtroppo potrà capitare anche in futuro.
Va da sé che questa proposta porta con sé un lunghissimo elenco di violazioni anche della normativa comunitaria, in un settore tra l’altro che vede il nostro paese già sotto inchiesta per ulteriori violazioni delle Direttive Uccelli e Habitat e con procedure di infrazioni già aperte.
Eppure a fronte di queste procedure di infrazioni, il Governo Meloni va a modificare in peggio la normativa esistente.
Un arretramento legislativo ma anche culturale che ci riporta indietro di secoli, quando non esistendo studi scientifici sulla biodiversità animale, con molta leggerezza si potevano eliminare fisicamente delle specie solo perché ritenute pericolose.
Ecco, il mondo della “Natura”, con l’istituzione delle aree protette, dei parchi, della Rete Natura ha messo in piedi un sistema scientifico, lavorativo, di esperienze che ha come obiettivo principale la conservazione e il miglioramento della biodiversità e degli ecosistemi proprio perché fondamentali per la vita stessa dei Sapiens.
Ora questa proposta annulla questo percorso, lo cancella, come se fosse normale all’interno della crisi socio climatica e ambientale che stiamo vivendo andare a cancellare una delle componenti essenziali e fondamentali per contrastare gli effetti del climate change, la natura.
Se poi a questo aspetto aggiungiamo la fame cementificatoria e l’inarrestabile consumo di suolo, ecco che emerge l’esaltazione dell’antropocentrismo devastante, quello che ignora il valore ecosistemico della Natura e della sua importanza nei confronti della vita umana, distruggendola o usandola come oggetto per il proprio uso, consumo e diletto.
Che ci sarà di dilettevole, nello sparare ad un animale indifeso, io non lo capirò mai.
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L’Italia ancora più in basso nella Rainbow Map: il 17 maggio saremo in piazza a Roma
Nel 2025 l’Italia scende ancora nella Rainbow Map di ILGA-Europe, passando dal 25% al 24% e attestandosi al 36º posto su 49 Paesi. Un dato che racconta molto più di una classifica: ci dice che l’Italia continua a voltare le spalle alla comunità LGBTQIA+ e ai suoi diritti fondamentali.
Nel nostro Paese manca una legge contro i crimini d’odio basati su orientamento sessuale e identità di genere, non esistono tutele per le persone intersessuali, le pratiche di conversione non sono vietate, le famiglie omogenitoriali non sono riconosciute. Nonostante anni di battaglie e rivendicazioni, le istituzioni restano immobili o, peggio, attivamente ostili.
Il governo di destra ha costruito la propria propaganda sulle vite delle persone LGBTQIA+*, attaccando i percorsi di affermazione di genere, negando diritti ai figli e alle figlie di coppie arcobaleno, censurando ogni tentativo di introdurre educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Ha promosso un DDL per criminalizzare il ricorso alla gestazione per altri all’estero, inseguendo lo slogan del “reato universale”, mentre applaude chi – come Elon Musk – a quella pratica ha potuto accedere grazie al privilegio.
Ma la persecuzione va oltre le aule parlamentari: le persone trans e non binarie vengono colpite da un attacco sistemico che le vuole marginalizzare e patologizzare. Ne è prova il tavolo tecnico sulla cosiddetta “disforia di genere”, istituito dai ministri Roccella e Schillaci senza alcun coinvolgimento delle persone trans*, con l’obiettivo di ostacolarne i percorsi e renderli sempre più inaccessibili.
Anche le famiglie arcobaleno vivono sotto assedio. I certificati di nascita vengono impugnati nei tribunali, le genitorialità LGBTQIA+* criminalizzate, i diritti delle bambine e dei bambini negati. In tutto questo, lo Stato si rende complice di una violenza istituzionale che discrimina, isola, cancella.
Per questo il prossimo 17 maggio, Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, saremo in piazza a Roma, insieme alle realtà che aderiscono alla rete La Strada dei Diritti, per dire con forza che non ci faremo mettere a tacere. Scenderemo in piazza contro l’odio e l’ipocrisia, per rivendicare un Paese che garantisca autodeterminazione, diritti e libertà per tuttə.
Saremo in piazza per difendere il diritto all’aborto libero, sicuro e gratuito, per cacciare le associazioni anti-scelta dai consultori pubblici, per la salute sessuale e il benessere psicologico, per l’educazione affettiva e laica nelle scuole, per il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, per il matrimonio egualitario, per la cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia. Saremo in piazza contro il razzismo, il colonialismo, la militarizzazione e ogni forma di autoritarismo che oggi minaccia le libertà civili e democratiche. E saremo al fianco dei popoli oppressi, come quello palestinese, schierati senza ambiguità dalla parte dei diritti umani e della giustizia.
Il 17 maggio non è una data simbolica. È un momento di lotta e resistenza. Perché quando vengono a colpire una parte di noi, devono trovarci tutte e tutti in piedi, unite, uniti, unitə. Risponderemo all’odio con l’orgoglio. Saremo ancora una volta, e più determinatə che mai, dalla parte giusta della storia.
“Il nuovo crollo dell’Italia nella Rainbow Map ci racconta una verità che la politica al governo si ostina a negare: questo Paese continua a essere ostile verso le persone LGBTQIA+. È il risultato di precise scelte politiche, che alimentano discriminazioni anziché combatterle. Il 17 maggio saremo in piazza per dare voce a chi ogni giorno subisce violenze, esclusione, censura. Perché la nostra lotta non è solo per i diritti LGBTQIA+, è per la democrazia e la libertà di tuttə.”
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Davide Serafin
in reply to Davide Serafin • • •Sono decine le urgenze che investono questo paese, da quelle legate al mondo del lavoro, al clima, dalla questione energetica, alle disuguaglianze crescenti,
Davide Serafin
in reply to Davide Serafin • • •Per quanto mi riguarda, mi trorete sempre dalla stessa parte, in Possibile, e se vorrete fare un pezzo di strada insieme, potete iscrivervi qui: www.possibile.com/tessera.
Otttoz
in reply to Davide Serafin • • •Uniti per cacciare meloni!