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Richard Thompson - Still (2015)


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Figura centrale per la nascita del folk-rock inglese e con alle spalle una discografia ormai corposissima, Richard Thompson, prosegue con entusiasmo e convinzione il proprio percorso artistico, animato da una curiosità febbrile nel ricercare sonorità nuove, dando alle stampe “Still”, disco nato dalla collaborazione artistica con Jeff Tweedy, il quale ne ha curato la produzione. Inciso lo scorso inverno nell’arco di nove giorni presso l’ormai celebre... artesuono.blogspot.com/2015/07…


Ascolta il disco: album.link/s/6WCNshtKRD1hAVgzS…



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Richard Thompson - Still (2015)


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Figura centrale per la nascita del folk-rock inglese e con alle spalle una discografia ormai corposissima, Richard Thompson, prosegue con entusiasmo e convinzione il proprio percorso artistico, animato da una curiosità febbrile nel ricercare sonorità nuove, dando alle stampe “Still”, disco nato dalla collaborazione artistica con Jeff Tweedy, il quale ne ha curato la produzione. Inciso lo scorso inverno nell’arco di nove giorni presso l’ormai celebre... artesuono.blogspot.com/2015/07…


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[gish]Ma non posso sempre scrivere, eh Koch, sto giocando a Gish, tu sai cosa è Ghish? no non credo Koch è un gioco che mi sono comprato anni fa e che poi avevo mollato e oggi mi è venuta voglia di giocare ancora a Gish perché mi secca lasciare i giochi non finiti e una delle cause per le quali avevo mollato Gish era che mi si erano cancellate le partite salvate quando si era rotto l'hard disk e allora ricominciare non ne avevo voglia, era come se avessi perso tutta la storia vissuta nel mondo di Gish e invece ho ripreso, adesso sono al livello cinque che si svolge nell'inferno e cosa è Gish, beh la cosa rivoluzionaria di Gish è che il protagonista è una palla di grasso a cui hanno rubato la fidanzata antropomorfa, e per palla di grasso non intendo un tipo sovrappeso, intendo proprio dire una palla di grasso nero senza né mani né piedi, ha solo una bocca e gli occhi e delle piccole punte che gli possono nascere lungo il corpo, e quindi capisci bene che solo muoverlo è un casino Koch, solo fargli spostare un oggetto è un fottuto casino Koch, non ha mani, capisci, si muove rimbalzello come una palla di grasso e anche farlo saltare è un bel casino, hai mai visto una palla di grasso saltare koch? beh, posso assicurarti che le palle di grasso non sono nate per saltare, ce ne vuole per fargli fare anche dei saltini mediocri e altra cosa di questo gioco è che tutto segue le regole della forza di gravità, quindi le cose pesano, le corde basculano, i muri crollano e questo porta a cosa inaspettate del gioco anche perché, dovevo dirti anche questo, ci sono un fottuto numero di robe variabili e quindi le partite sono simili ma mai identiche, ogni tanto qualcosa cambia e la cosa che mi fa annodare lo stomaco e che se finisci tutti gli omini ti fa ricominciare dall'inizio del livello e quindi devi tornare in posti rognosi in cui speravi di non tornare mai più nella tua vita perché era uno di quei posti che quando li finisci ci metti una riga nera dicendo non so come cazzo ho fatto ma ci sono riuscito non ci tornerò mai, e invece in Gish ci torni se non riesci a finire tutto il livello e quindi diventi nervoso, non ti diverti ma impari molte cose della vita, perché la vita è così è una serie di merde che dici no, cazzo Koch, non farò mai più lo stesso errore, e invece rieccoti lì, stronzo come sempre a rifare le stesse cose, tipo tornare a giocare a Gish che non mi servirà mai un cazzo nella mia vita mentre potrei fare cose molto più intelligenti e sofisticate più adatte a un uomo della mia cultura e della mia intelligenza tipo finire di leggere il libro che sto leggendo, sai cosa sto leggendo? beh Koch sto leggendo un libro di Aldo Dieci, sai chi è Aldo Dieci? beh è la nuova versione di Aldo Nove, non ti viene già da ridere? beh Koch, smetti perché il libro è una merda, una cosa abominevole fatta da Castelvecchi con la quale, se esiste l'inferno ed è simile a quello che Gish mi ha mostrato essere, beh Castelvecchi con questa cosa abominevole se l'è guadagnato e aggiungo che 'abominevole' è un termine che non mi è congeniale, non lo uso quasi mai, ma in questo caso è necessario perché pagina dopo pagina mi chiedo perché, con tanta gente che merita di essere pubblicata con lavori dignitosi con il sudore della fronte, è stata sprecata carta e inchiostro per una cosa che mentre la leggi provi vergogna, non tanto per Castelvecchi che ormai starà con palla di grasso a saltare sui fiumi di lava, ma per gli scrittori che si sono prestati a una cosa del genere, Lagioia, io ho letto anche un romanzo di Lagioia e poi scopro che ha partorito una roba del genere, abominevole, senti Koch, sai che su Facebook avevo scritto a uno che la letteratura è sovrastimata, eccetera le solite cose e uno scrittore mi ha detto eh bravo, i giudizi sulla letteratura li danno sempre quelli che sono al di fuori della letteratura, come dire, caro veneracchio che cazzo parli di letteratura, lascia che ne parliamo noi che siamo dentro la letteratura, e io mi sono sentito fuori, mi sono girato e ho visto che ero fuori della letteratura e dentro questo posto, immaginiamo una specie di torre o un carcere, dentro questo carcere c'erano quelli che fanno la letteratura, da di dentro, e mi sono chiesto due o tre cose, la prima cosa che mi sono chiesto è stata, ma perché siamo qua a trascrivere tutto? Perché siamo qua a creare una spropositata base dati per modelli linguistici per poi – eh Koch – crepare e lasciare questa cosa irrisolta e indifesa in giro per il tempo che non abbiamo vissuto e che non viveremo mai? La letteratura sono come le partite non salvate di Gish. E poi, quelli che stanno dentro la letteratura lo sanno che fuori ci sono persone che leggono quello che scrivono e ne provano cose? e la terza cosa che ho pensato, e qui mi ricollego al discorso di Aldo Dieci, questi qua che a tavolino si mettono a fare letteratura, che campano con la letteratura passeggiano mai per la fiera del libro? questi che stanno dentro al carcere cosa pensano quando passeggiano per i corridoi della fiera del libro e osservano centinaia di case editrici sconosciute che pubblicano centinaia di libri di gente altrettanto sconosciuta? dalla loro torre in cui vedono la letteratura dal di dentro si rendono conto che fuori ci sono i morti che camminano, le manovalanze, gli zombies? Koch noi siamo zombies della letteratura, ci muoviamo come cretini e digrigniamo i denti con la bava alla bocca fuori della torre e da dentro la torre gli scrittori pagati fanno Aldo Dieci, fanno i giovani cannibali, fanno il grande successo del genere noir, fanno quello che dovrà essere messo nelle antologie fra dieci anni e che oggi lo leggono in dieci cristi dentro la torre, ecco cosa fanno e ogni tanto sparano agli zombies, dovessi rifare oggi un blog di scrittura sai come lo chiamerei? lo chiamerei “zombies” e parlerei di quelli che scrivono libri che non legge nessuno che gli editori li mettono a catalogo e ne fanno svanire i libri, dopo dieci anni di contratto scemano le copie vendute a niente non hanno niente, nessun diritto di autore, perché sono malati, come lo sei tu, come lo sono io, l'editore pensa, tanto questi sono malati, devono scrivere, non possono mica smettere e allora perché non sfruttare questa malattia che hanno, ma io avevo trovato il modo di fregare tutti Koch, sai cosa mi ero preso, mi ero preso in comodato uno Skyfonino, sai cosa era lo Skyfonino era un cellulare che potevi chattare con la gente su Skype, capisci cosa voglio dire, sei alle poste in coda e invece che tirare fuori il libro di Aldo Dieci, tac, prendi lo Skyfonino e chatti per ore e ore con Koch o con Platania e chattando non pensi a niente, non pensi alla letteratura, non ti metti a scrivere grandi capolavori della narrativa, chatti e basta e ti senti vivo e vai avanti a fare il tuo odore in giro per il mondo e infatti io sarei un uomo felice, ma ci sono dei problemi di abilitazione, non mi hanno ancora abilitato e quindi non posso chattare con nessuno e mi sto alienando, sto per schiantare il cellulare contro il muro perché quando tento di entrare in Skype dice che c'è un errore non meglio precisato e io sto male, fisicamente, vorrei che tutto fosse perfetto Koch, allora ti scrivo questa lettera per dirti alla fine che dopo un ora di gioco di Gish sento proprio il bisogno fisico di smetterla, di prendere un libro e di mettermi a leggere a tradurre qualcosa a fare qualcosa che mi faccia crollare nel letto con un sorriso dentro, un qualcosa, e a proposito mi sono di nuovo iscritto alla scuola di kung fu e


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DE CATECHIZANDIS RUDIBUS - 5


III – La storia della salvezza come cammino di fede

5. Il discorso catechistico è completo quando comincia da: «In principio Dio creò il cielo e la terra», e giunge fino alla chiesa attuale. Ciò non significa che si debba dire a memoria o spiegare con parole nostre tutto il Pentateuco, i libri dei Giudici o dei Re e di Esdra, tutto il vangelo e il libro degli Atti degli apostoli. Ci mancherebbe il tempo e d’altra parte neppure è necessario. Occorre invece abbracciare l’insieme con uno sguardo generale e scegliere poi alcuni episodi che s’ascoltano più volentieri e che rappresentano come i punti-chiave della storia. Ma bisogna evitare di accennarvi troppo fugacemente e subito dopo levarli dalla vista. Occorre invece spiegarli, approfondirli e in qualche modo saperli rendere presenti e vivi all’ammirazione degli uditori. Gli altri avvenimenti devono essere collegati e inseriti nella trama generale con brevi raccordi.

Così le verità, che intendiamo mettere in maggiore evidenza risaltano dal fatto che mettiamo in secondo piano le altre. In tal modo colui che vogliamo istruire non si annoia e non si confonde. __________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS»LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ipponacon introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTIEd. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bolognacanoniciregolari-ic.com/s-agos…


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[vortex]taglia] la corda ces gens-là il bastone la marionetta appesa l'Olivetti mancano] i tasti tutte le O alcuni] capolavori è ferma nella neosfera feat fundraising Brel a giri a] stretto giro di media] difficoltà esercitazione [spazio] di raccolta le schiume che occorrono punti di] pagamento sul territorio oppure] [presso


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Mamdani a New York: vittoria simbolo, sfida per la sinistra italiana.


(177)

(Mam)

Nota: non voglio, e non ne ho facoltà, minimizzare la vittoria di Mamdani, nè pormi in contrasto con chi ne gioisce. Diciamo che non amo molto che le vittorie della sinistra all'estero siano prese come esempio in questo paese, che deve, comunque, fare i conti con la sua, di politica.

#ZohranMamdani, eletto sindaco di New York a soli 34 anni, rappresenta una svolta storica per la politica americana. Primo sindaco musulmano della città, Mamdani ha sconfitto l’ex governatore Andrew Cuomo con il 50,4% dei voti, conquistando consenso soprattutto tra giovani, immigrati e lavoratori grazie a una piattaforma basata su trasporti pubblici gratuiti, edilizia popolare e giustizia sociale.

Già nel suo discorso di vittoria, Mamdani ha lanciato una sfida diretta a #DonaldTrump, definendolo un “despota” e affermando che “...la città che lo ha creato può anche sconfiggerlo”.​ Da parte sua, Trump ha risposto con sarcasmo, minimizzando la sconfitta: «Io non ero sulla scheda elettorale» e accusando le tensioni a Washington di aver danneggiato il movimento repubblicano. A Mamdani ha rivolto l’epiteto di “Comunista” e ha minacciato tagli ai fondi federali: “Se vince un comunista, pronti a tagliare miliardi a New York”. Questa contrapposizione incarna uno scontro tra due visioni opposte, ma con un comune uso di retorica fortemente polarizzante.​

Le vittorie parallele di Abigail Spanberger in Virginia e Mikie Sherrill nel New Jersey consolidano il successo dei democratici in territori chiave, ponendo un ulteriore freno alla spinta trumpiana e segnando un chiaro avvertimento verso la leadership repubblicana.​

(Mam2)

In Italia, il successo di Mamdani è stato accolto con entusiasmo da settori della sinistra, ma la realtà politica appare ben diversa rispetto a quella statunitense. Qui la sinistra è dilaniata da una cronica divisione tra anime moderata e radicale, che impedisce la costruzione di un progetto unitario e coerente. L’assenza di una leadership convincente che sappia parlare ai bisogni concreti della società limita molto la capacità di mobilitazione e di creare un’alternativa credibile al governo Meloni.

L’opposizione italiana tende spesso a rifugiarsi in tentativi di emulazione di modelli esteri senza riuscire a tradurli nel contesto nazionale, rimanendo così frammentata e marginale. Manca, inoltre, un dialogo autentico con le nuove generazioni e con i settori più vulnerabili, fattori che in America invece hanno fatto la differenza per Mamdani.

Solo un’analisi critica e profonda di queste difficoltà interne potrà avviare un processo di rinnovamento e rilancio della sinistra in Italia, partendo dalla concretezza e non dall’astrazione.​

Mamdani e i successi democratici statunitensi mostrano dunque un modello efficace di politica progressista da cui trarre ispirazione, ma la sinistra italiana deve affrontare le proprie contraddizioni interne per poter davvero sognare una rinascita simile.

#Blog #USA #Mamdani #Trump #Politica #Italia #Sinistra #Opinioni


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Mamdani a New York: vittoria simbolo, sfida per la sinistra italiana.


(177)

(Mam)

Nota: non voglio, e non ne ho facoltà, minimizzare la vittoria di Mamdani, nè pormi in contrasto con chi ne gioisce. Diciamo che non amo molto che le vittorie della sinistra all'estero siano prese come esempio in questo paese, che deve, comunque, fare i conti con la sua, di politica.

#ZohranMamdani, eletto sindaco di New York a soli 34 anni, rappresenta una svolta storica per la politica americana. Primo sindaco musulmano della città, Mamdani ha sconfitto l’ex governatore Andrew Cuomo con il 50,4% dei voti, conquistando consenso soprattutto tra giovani, immigrati e lavoratori grazie a una piattaforma basata su trasporti pubblici gratuiti, edilizia popolare e giustizia sociale.

Già nel suo discorso di vittoria, Mamdani ha lanciato una sfida diretta a #DonaldTrump, definendolo un “despota” e affermando che “...la città che lo ha creato può anche sconfiggerlo”.​ Da parte sua, Trump ha risposto con sarcasmo, minimizzando la sconfitta: «Io non ero sulla scheda elettorale» e accusando le tensioni a Washington di aver danneggiato il movimento repubblicano. A Mamdani ha rivolto l’epiteto di “Comunista” e ha minacciato tagli ai fondi federali: “Se vince un comunista, pronti a tagliare miliardi a New York”. Questa contrapposizione incarna uno scontro tra due visioni opposte, ma con un comune uso di retorica fortemente polarizzante.​

Le vittorie parallele di Abigail Spanberger in Virginia e Mikie Sherrill nel New Jersey consolidano il successo dei democratici in territori chiave, ponendo un ulteriore freno alla spinta trumpiana e segnando un chiaro avvertimento verso la leadership repubblicana.​

(Mam2)

In Italia, il successo di Mamdani è stato accolto con entusiasmo da settori della sinistra, ma la realtà politica appare ben diversa rispetto a quella statunitense. Qui la sinistra è dilaniata da una cronica divisione tra anime moderata e radicale, che impedisce la costruzione di un progetto unitario e coerente. L’assenza di una leadership convincente che sappia parlare ai bisogni concreti della società limita molto la capacità di mobilitazione e di creare un’alternativa credibile al governo Meloni.

L’opposizione italiana tende spesso a rifugiarsi in tentativi di emulazione di modelli esteri senza riuscire a tradurli nel contesto nazionale, rimanendo così frammentata e marginale. Manca, inoltre, un dialogo autentico con le nuove generazioni e con i settori più vulnerabili, fattori che in America invece hanno fatto la differenza per Mamdani.

Solo un’analisi critica e profonda di queste difficoltà interne potrà avviare un processo di rinnovamento e rilancio della sinistra in Italia, partendo dalla concretezza e non dall’astrazione.​

Mamdani e i successi democratici statunitensi mostrano dunque un modello efficace di politica progressista da cui trarre ispirazione, ma la sinistra italiana deve affrontare le proprie contraddizioni interne per poter davvero sognare una rinascita simile.

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Tutte le opinioni qui riportate sono da considerarsi personali. Per eventuali problemi riscontrati con i testi, si prega di scrivere a: corubomatt@gmail.com




Amicizia...

È nata così tra noi, lui era il sole, io la luna... Uno sorgeva, sempre più forte, combattivo e splendente, lei spesso spariva, si perdeva e.. moriva. Un giorno, tutti i giorni era diventato il suo sole, la sua personale stella pronta ad illuminare la sua notte, tutte le notti! Ma io Luna, a volte triste e malinconica oscuravo il suo giorno, i suoi giorni! Trovarsi, ritrovarsi, incontrarsi, abbracciarsi col pensiero e le parole, non era che un breve attimo fuggente, a volte sfuggente, racchiuso tra un'alba, un tramonto ed un sogno. A volte io, proprio come la luna ho cercato, ho forzato, ho provato a rimanere presente, ancora un istante sospesa nel cielo, per ammirare la sua luce, per godere ancora un po' del suo calore! Agli inizi, quando c'era il sorgere dell'alba della nostra amicizia, lui, sole, mi aspettava, mi sosteneva, ascoltava i miei racconti e i miei silenzi, indugiando ancora un attimo sulla superfice di quel mare, che erano i nostri pensieri, nel quale ci rifugiavamo!Ma col tempo, col trascorrere del sorgere, del tramontare, del mio nascere per poi sparire.. ho scoperato che Amarsi, cercarsi e non trovarsi era sofferrenza, era malinconia. Ogni giorno, così come tutto i giorni, al sorgere di uno, l'altro scompariva, perché Lui era il mio sole, ma io non ero la sua luna....


noblogo.org/bymarty/amicizia



mi sto rendendo conto che su telegram non sono pochi i canali interessanti (non gruppi, proprio canali).

ne ho scelti alcuni, di cui ho dato brevissima descrizione + link adesso sul 'mio' canale (t.me/slowforward).

chi vuole li può dunque trovare qui:t.me/slowforward/7670


noblogo.org/differx/mi-sto-ren…



DE CATECHIZANDIS RUDIBUS - 4


4. La tensione di quelli che vengono ad ascoltarmi mi dice invece che il mio discorso non è così freddo come sembra a me, e dalla loro gioia arguisco che vi trovano utilità; e perciò faccio del mio meglio per non rifiutare l’esercizio di questo ministero, quando mi accorgo che accettano volentieri ciò che offro loro.

Così è per te: dal momento che così spesso le persone desiderose di essere istruite vengono indirizzate a te, è evidente che il tuo discorso non è sgradito agli altri com’è sgradito a te. Non devi quindi considerarti inutile per il fatto che non ti riesce di spiegare come desideri ciò che sai; a parte il fatto che neppure riesci a capire le cose come vorresti.

Fintanto che siamo in questo mondo, infatti, non vediamo se non «in enigma, come nello specchio» (1Cor 13,12). Neppure l’amore è tanto potente da infrangere il velo opaco della carne per penetrare nel sereno del cielo, da dove prendono luce anche queste cose che passano.

Siccome chi vive di fede si avvicina ogni giorno di più alla visione di una luce che non conosce l’alterno ritmo del giorno e della notte, e che «occhio non vide, né orecchio udì, né entrò in mente umana» (ivi 2,9), il vero motivo che ci fa percepire come noioso il nostro discorso di iniziazione è proprio il desiderio di veder sempre cose nuove e il tedio di dir quelle vecchie.

L’esperienza dice però che ci facciamo ascoltare molto più volentieri, quando facciamo con gioia quel che facciamo: se la trama del nostro discorso è pervasa dalla nostra gioia, essa riesce più spedita e accetta.

Di conseguenza, il problema maggiore non è di saper di dove cominciare o fin dove condurre il discorso su quel che si insegna, né quello di saper se prolungarlo o abbreviarlo senza comprometterne la completezza, e tanto meno di vedere quando abbreviarlo o prolungarlo. La preoccupazione più grande deve essere quella di trovar il modo di catechizzare gioiosamente: e quanto più ci riusciremo, tanto più piacevole sarà il nostro discorso.

L’esigenza è lampante: «Dio ama chi dà con gioia»; e se ciò è vero riguardo all’elemosina, lo è tanto più riguardo ai doni dello Spirito.

Ma l’aver questa gioiosità (3) al momento opportuno dipende dalla misericordia di colui che ci fa obbligo di usarla.

E allora con l’aiuto di Dio parleremo anzitutto di queste tre cose:

  • del metodo da seguire nella esposizione della dottrina;
  • dei doveri e delle direttive da suggerire;
  • del modo infine di procurarsi la necessaria gioiosità.

_________________Note

(3) Gioiosità è il termine che usiamo per tradurre il termine latino «hilaritas». Preso nel suo contesto, ci pare che il termine voglia dire non semplicemente che l’educatore è allegro (l’allegria potrebbe anche essere dovuta a incoscienza!), ma che la sua gioia, per quanto controllata, ha solidi motivi, che provengono dalla fede alla quale sta introducendo il postulante. Si tratta quindi di una gioia tanto intensa da poter essere comunicata. Il termine italiano gioiosità pare indichi appunto questa capacità di contagio derivante dalla fede. È certo comunque che nessun termine di nessuna lingua esprime di solito esattamente il corrispettivo di un’altra.


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Don Henley - Cass County (2015)


immagine

Don Henley, membro degli Eagles, è texano. Arriva dalla Cass County, la sua contea dove, presumo, la musica che lui sentiva da giovane, che veniva suonata per la maggiore, era la musica country . E Don celebra appunto la musica country in questo suo nuovo lavoro, che viene pubblicato ben 15 anni dopo il precedente, Inside Job. Ed è anche il suo primo album di musica country... artesuono.blogspot.com/2015/10…


Ascolta il disco: album.link/s/3qsw8b2cxvBthq1OQ…



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Don Henley - Cass County (2015)


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Don Henley, membro degli Eagles, è texano. Arriva dalla Cass County, la sua contea dove, presumo, la musica che lui sentiva da giovane, che veniva suonata per la maggiore, era la musica country . E Don celebra appunto la musica country in questo suo nuovo lavoro, che viene pubblicato ben 15 anni dopo il precedente, Inside Job. Ed è anche il suo primo album di musica country... artesuono.blogspot.com/2015/10…


Ascolta il disco: album.link/s/3qsw8b2cxvBthq1OQ…


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— il prossimo — buongiorno signor Tetsuo Hara, sono venerandi e... — dove devo fare il disegnino di Ken? — da nessuna parte, io... — hai pagato? — no, è questo il problema, io... — niente soldi, niente autografo — signor Tetsuo — eh — lo so — ok — non sono qua per l'autografo — ah — sono venuto a chiederle dei soldi — cosa? — come rimborso — rimborso per cosa? — per aver letto Ken il guerrierio da piccolo, e averlo anche visto in tv — e rimborso di cosa? — perché Ken il guerriero è una merda — ... — è uno dei fumetti più di merda che abbia mai letto — io... — ho anche venduto tutti gli Zero che avevo per pagare una multa — ... — alle bancarelle di piazza Banchi — non conosco — onesti, considerato il mestiere, ma non è questo il fatto: è che Ken mi ha sempre fatto pena, disegnato male, storie risibili, tonnellate di inchiostro e carta buttate via. E io ho perso ore a leggerlo — beh — quindi ora vorrei un rimborso, Tetsuo — capisco — per tutto il tempo perso per adeguarmi socialmente agli altri appassionati manga dei primi anni novanta — capisco. Ma io non sono Tetsuo — ah — io sono Kaneda — Kaneda! — Tetsuo! — Kanedaaaaaa! — Tetsuooooooo!


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[filtri]stare come a pagina la] ginnastica punitiva è antistatica la] polvere raccolta produce reddito la] ginnasta esce] con un balzo producono negli scantinati pistole giocattolo o unguenti] per le giocate le ruote] con gli scarti di gomme industriali la] fanaleria è a posto prega] due minuti recuperano ogni] circadiano esatto


noblogo.org/lucazanini/filtri-…



"Se nelle cose dell'ingegno volessimo soppesare i successi dal Rinascimento in...


“Se nelle cose dell'ingegno volessimo soppesare i successi dal Rinascimento in poi, non saranno quelli della filosofia a fermarci, oiché la filosofia occidentale non supera la greca, l'indiana o la cinese, tutt'al più le raggiunge in alcuni punti. Siccome rappresenta solo una varietà dello sforzo filosofico in generale, si potrebbe al limite farne a meno e opporle le meditazioni di Sankara, di Lao-zi, di Platone. Non è così per la musica, questo grande pretesto del mondo moderno, fenomeno che non ha confronti in un nessun'altra tradizione: dove trovare l'equivalente di un Monteverdi, di un Bach, di un Mozart? E' attraverso la musica che l'Occidente rivela la sua fisionomia e raggiunge la profondità. Se l'Occidente non ha creato una saggezza né una metafisica che gli fossero del tutto proprie, e nemmeno una poesia della quale si possa dire che non ha esempio, in compenso ha proiettato nelle sue produzioni musicali tutta la sua forza di originalità, la sua finezza, il suo mistero e la sua capacità di ineffabile. Ha potuto amare la ragione fino al pervertimento; eppure il suo vero genio fu un genio affettivo. Il male che più lo onora? L'ipertrofia dell'anima.

Senza la musica l'Occidente non avrebbe prodotto che uno stile di civiltà insignificante, scontato... Se depositerà dunque il suo bilancio, la musica sola testimonierà che non si è sprecato invano, che davvero aveva qualcosa da perdere.

(E. Cioran, La tentazione di esistere, Su una civiltà esausta)


Moreau - Angelo della morte


log.livellosegreto.it/dal-null…



La riforma (al) del potere.


(176)

(Rif)

Non è una riforma della giustizia. È un riassetto del potere, pensato per ridisegnare a vantaggio della politica l’equilibrio tra i poteri dello Stato. La riforma della magistratura voluta dal governo Meloni, dietro la facciata rassicurante della “modernizzazione” e della “separazione delle carriere”, nasconde un intento pericoloso: assoggettare i magistrati all’influenza del potere esecutivo e ridurre la loro autonomia costituzionale.

Il punto centrale è semplice e cruciale. Separare le carriere tra giudici e pubblici ministeri, creando due “Consigli superiori” distinti, significa permettere alla politica di mettere mano, anche indirettamente, alle nomine, alle valutazioni e alle carriere. Non si tratta di un rinnovamento neutro, ma di una rottura dell’equilibrio su cui poggia la democrazia italiana. Sotto il nuovo assetto, il pubblico ministero, che oggi può indagare senza dover rispondere a nessuno se non alla legge, rischierebbe di diventare parte di una catena di comando orientata dal Parlamento e dal Governo. È un passo che apre la porta a un controllo politico delle inchieste, dei processi, persino delle priorità investigative.

(Rif2)

Chi si attendeva un intervento per velocizzare i procedimenti, sfoltire l’arretrato o migliorare l’accesso dei cittadini alla giustizia resterà deluso.Qui non c’è nulla che riguardi la giustizia in senso stretto. Non un euro in più per i tribunali, nessuna riforma organizzativa, nessun piano per sbloccare l’ingolfamento delle procure. In compenso, vi è un disegno allarmante di ridefinizione del potere: la giustizia, da potere dello Stato, diventerebbe territorio di influenza del governo.

L' esecutivo la chiama riforma “costituzionale”, ma in realtà ne capovolge il senso. Perché toccare la Costituzione non significa migliorarla, se l’obiettivo è ridurre le garanzie di indipendenza nate proprio per evitare le ingerenze del potere politico.L’articolo 104, che definisce il “Consiglio superiore della magistratura” come organo autonomo e indipendente da ogni potere, verrebbe svuotato nella sostanza.

Se la riforma sarà approvata e confermata da un referendum, il risultato sarà una magistratura più debole, più esposta e meno libera. È il ritorno a un modello di giustizia controllata, in cui chi governa decide anche chi può giudicare.

La Costituzione aveva previsto esattamente il contrario: che la legge fosse lo scudo dei cittadini contro l’arbitrio del potere. Questa riforma abbatte quello scudo, lasciandoci disarmati contro lo strapotere della politica.

#Blog #RiformaDellaMagistratura #GovernoMeloni #Costituzione #Giustizia #Opinioni #Italia


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La riforma (al) del potere.


(176)

(Rif)

Non è una riforma della giustizia. È un riassetto del potere, pensato per ridisegnare a vantaggio della politica l’equilibrio tra i poteri dello Stato. La riforma della magistratura voluta dal governo Meloni, dietro la facciata rassicurante della “modernizzazione” e della “separazione delle carriere”, nasconde un intento pericoloso: assoggettare i magistrati all’influenza del potere esecutivo e ridurre la loro autonomia costituzionale.

Il punto centrale è semplice e cruciale. Separare le carriere tra giudici e pubblici ministeri, creando due “Consigli superiori” distinti, significa permettere alla politica di mettere mano, anche indirettamente, alle nomine, alle valutazioni e alle carriere. Non si tratta di un rinnovamento neutro, ma di una rottura dell’equilibrio su cui poggia la democrazia italiana. Sotto il nuovo assetto, il pubblico ministero, che oggi può indagare senza dover rispondere a nessuno se non alla legge, rischierebbe di diventare parte di una catena di comando orientata dal Parlamento e dal Governo. È un passo che apre la porta a un controllo politico delle inchieste, dei processi, persino delle priorità investigative.

(Rif2)

Chi si attendeva un intervento per velocizzare i procedimenti, sfoltire l’arretrato o migliorare l’accesso dei cittadini alla giustizia resterà deluso.Qui non c’è nulla che riguardi la giustizia in senso stretto. Non un euro in più per i tribunali, nessuna riforma organizzativa, nessun piano per sbloccare l’ingolfamento delle procure. In compenso, vi è un disegno allarmante di ridefinizione del potere: la giustizia, da potere dello Stato, diventerebbe territorio di influenza del governo.

L' esecutivo la chiama riforma “costituzionale”, ma in realtà ne capovolge il senso. Perché toccare la Costituzione non significa migliorarla, se l’obiettivo è ridurre le garanzie di indipendenza nate proprio per evitare le ingerenze del potere politico.L’articolo 104, che definisce il “Consiglio superiore della magistratura” come organo autonomo e indipendente da ogni potere, verrebbe svuotato nella sostanza.

Se la riforma sarà approvata e confermata da un referendum, il risultato sarà una magistratura più debole, più esposta e meno libera. È il ritorno a un modello di giustizia controllata, in cui chi governa decide anche chi può giudicare.

La Costituzione aveva previsto esattamente il contrario: che la legge fosse lo scudo dei cittadini contro l’arbitrio del potere. Questa riforma abbatte quello scudo, lasciandoci disarmati contro lo strapotere della politica.

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Neil Young + Promise Of The Real - The Monsanto Years (2015)


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Preceduto da feroci critiche ma anche da recensioni positive, il nuovo album di Neil Young non è certo un disco da buttare. L’inglese Mojo, che dà quattro stelle a cani e porci, gli affibbia uno striminzito due e mezzo, altri addirittura due stelle. Onestamente, dopo averlo ascoltato abbastanza velocemente (ne siamo venuti in possesso quando il numero di Luglio era già chiuso), non possiamo definire questo disco brutto, assolutamente no. Ci sono almeno quattro canzoni sopra la media, quindi belle e, anche se qualcuna ha un titolo bizzarro (su tutte A Rock Star Bucks A Coffee Shop) il mio giudizio è decisamente positivo... artesuono.blogspot.com/2015/07…


Ascolta il disco: album.link/s/3H13KvqouxpPgY2OV…



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Neil Young + Promise Of The Real - The Monsanto Years (2015)


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Preceduto da feroci critiche ma anche da recensioni positive, il nuovo album di Neil Young non è certo un disco da buttare. L’inglese Mojo, che dà quattro stelle a cani e porci, gli affibbia uno striminzito due e mezzo, altri addirittura due stelle. Onestamente, dopo averlo ascoltato abbastanza velocemente (ne siamo venuti in possesso quando il numero di Luglio era già chiuso), non possiamo definire questo disco brutto, assolutamente no. Ci sono almeno quattro canzoni sopra la media, quindi belle e, anche se qualcuna ha un titolo bizzarro (su tutte A Rock Star Bucks A Coffee Shop) il mio giudizio è decisamente positivo... artesuono.blogspot.com/2015/07…


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Il rifugio . sono il cormorano incatramato - non son capace che d'un amore piccolo legato come sono alla terra . così per il dolore fardello da portare se il cuore è squassato e la carne soltanto urlo animale . ah un rifugio anelo come grembo di madre

9.10.23

Riconoscimento del testo


Hai scritto un testo che mescola immagine naturale e voce intima, costruendo una figura confessionale che cerca protezione e accetta la propria limitatezza affettiva.


Lettura e temi principali


  • Identità e limite: il cormorano incatramato funziona come metafora potente della ferita, dell’impotenza e di un amore «piccolo» e ancorato alla terra.
  • Dolore e animalità: il verso divide corpo e cuore, con la carne che diventa «urlo animale», creando uno scarto drammatico tra sentimento e istinto.
  • Desiderio di salvezza: il «rifugio» e il «grembo di madre» sono immagini di protezione e di ritorno a uno stato primordiale curativo.
  • Voce poetica: confidenziale e anamnestica, alterna frasi spezzate a dichiarazioni nette, producendo un ritmo di respiro corto e trattenuto.

Elementi stilistici efficaci


  • Metafora centrale (cormorano incatramato) originale e visiva; introduce subito tensione e pathos.
  • Distribuzione dei punti e degli spazi crea pause che funzionano come stacchi emotivi.
  • Lessico concreto e sensuale: «terra», «carne», «urlo» rendono fisico il dolore.
  • Chiusura evocativa con il desiderio di rifugio materno che riequilibra il tono oscuro.

Suggerimenti di revisione


  1. Precisione metaforica: rendi il rapporto tra il cormorano e l’amore più esplicito con un verbo o un’immagine che leghi il volo perduto all’affetto ridotto.
  2. Coerenza del registro: decidi se mantenere il linguaggio crudo («carne», «urlo animale») o virare verso immagini più tender per il finale; il contrasto funziona ma può essere calibrato.
  3. Ritmo e punteggiatura: prova a eliminare o spostare il punto dopo «Il rifugio» per variare il respiro iniziale; qualche verso lungo in più spezzerebbe l’andamento a scatti.
  4. Specificità del rifugio: sostituisci «grembo di madre» con un dettaglio concreto (es. «un letto di paglia», «la punta di una culla») se vuoi ancorare l’immagine alla realtà.
  5. Data: mantieni la data come sigillo emotivo o spostala in nota se preferisci che il testo resti senza ancoraggi temporali.

Piccola revisione proposta (versione alternativa, mantiene i tuoi nuclei)


Il rifugio
sono il cormorano incatramato,
non so che amare in misura minuta,
legato alla terra come a un nodo.

per il dolore porto fardello,
se il cuore è squassato la carne è solo
un urlo animale che risale la gola.

ah, un rifugio anelo:
grembo che riapra le ossa, madre che riconosca.


Traduzione in inglese


The refuge
I am the tarred cormorant —
only capable of a small love
tied as I am to the earth.

thus for the pain
a burden to bear; if the heart
is shattered the flesh is merely
an animal cry.

ah I long for a refuge
like a mother's womb

9.10.23


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Sono Mr. Wolf in bici, risolvo problemi*



*Portoncini e cancelli, perlopiù.

Qualche tempo fa, in quanto rider, ho effettuato una consegna per conto di un famoso marchio di panini e patatine, la cliente una signora anziana di quelle ostiche: non la nonnina della pubblicità, insomma. Mentre si lamentava perché le erano capitati ordini incompleti, una volta mancava questo, una volta mancava quello, mi fa “visto che sei qua, mica sapresti aggiustare il portoncino?”

Do un'occhiata, c'era un sistema magnetico per agganciarlo a un piolo metallico nel pavimento: il magnete, svitatosi, era rimasto attaccato al portoncino, finendo col disinteressarsi del piolo, svito e avvito quel che c'è da svitare e avviare e riparto, arrivederci e grazie.

Stamattina (riferimento temporale senza senso assoluto, ne uso uno relativo: un'oretta prima che mi mettessi a scrivere questo articoletto) stavo gironzolando in Super Relax nella tranquillità delle campagne, stavolta percorrendo una stradina tra i campi coltivati mai fatta prima; vorrei sempre esplorare tutti i luoghi che mi ospitano, fin dove i miei mezzi lo permettano, così mi sono infilato in questa strada, un paio di chilometri, prima costeggiata da rade abitazioni, poi da serre e coltivazioni, infine dal nulla.

Un nulla rotto, infine, da un una sorta di grosso gazebo chiuso ai lati, a riparo dagli agenti atmosferici: ne esce un signore anziano e mi dice, più o meno, “che stai a fa'?Mi avvicino e, pensando che si stesse preparando a un rimprovero, questa è zona privata, non devi starci ecc., inizio a spiegare che sto facendo un giro in campagna, senza una meta... non gli interessa particolarmente, mi interrompe e mi chiede un aiuto per qualcosa.

Ora, non vorrei essere frainteso: non c'è alcuno scopo derisorio in quel che sto per dire, sto semplicemente constatando il fatto di aver dovuto superare lo scoglio linguistico, perché il signore di certo aveva un buon carico di anni sulle spalle, anni vissuti in campagna, anni di dialetto stretto, e io il dialetto locale lo capisco poco, pur abitando qui da anni e provenendo, più o meno, dallo stesso ceppo linguistico o da un ramo non troppo distante.

C'è un cancello da rimettere al suo posto, uno di quei cancelli abbastanza approssimativi realizzati dai fabbri con barre e tombini di ferro, e quel cancello si era sfilato dai cardini. Oltre a essere oggettivamente pesante per una persona media, c'era pure un listello di legno, in alto, che impediva una manipolazione agevole del cancello. Gli spiego che dobbiamo prima occuparci di quello, si allontana di un paio di metri e torna con un martello, una roncola e un solido utensile per staccare le assi inchiodate: tiè, spacca tutto, non me ne importa.

Nonostante l'autorizzazione, tento un approccio più soft e riesco a schiodare parzialmente il listello, abbastanza da riuscire, in un paio di sessioni, a sistemare. Un paio di sessioni perché, vista l'anzianità, il vigore residuo è quello che è; un paio di sessioni intervallate dalle domande “da dove vieni, chi si'?”

Avevo ben inteso, voleva sapere a chi appartenessi ma, non essendo del luogo, non avevo genealogie da riportare, al che anche lui mi ha detto di essere solo nato qui, ma di essere praticamente di un altro posto, più a sud di una cinquantina di chilometri. E, infine, mi ha offerto delle bibite dal frigobar del gazebo, ho rifiutato gentilmente perché non avevo voglia e ho chiesto cosa ci fosse oltre il ponticello a poca distanza.

“Niente.”Posso dire di aver raggiunto le locali colonne d'Ercole.


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DE CATECHIZANDIS RUDIBUS - 3


II – Osservazioni preliminari

3. Non vorrei però, tornando al tuo problema personale, che tu ti trovassi in difficoltà per il fatto che il tuo discorso ti appare banale e pesante. Può darsi invece che non appaia tale al suo destinatario; ma siccome non sei soddisfatto di te, pensi che anche gli altri siano insoddisfatti.

Anche a me il mio parlare non piace quasi mai. Vorrei tanto esprimermi meglio, come sento interiormente le cose prima di rivestirle con le parole; e se non riesco ad esprimermi a livello di quel che sento, mi rattristo, perché la parola non corrisponde all’intenzione.

Vorrei che chi mi ascolta capisse tutto quel che capisco io, e mi accorgo di non ottenerlo col mio discorso, specie perché l’intuizione è un lampo passeggero, mentre il parlare è lento e prolisso; e mentre il discorso si snoda, l’intuizione si dissolve.

Tuttavia, mentre moduliamo le sillabe, permangono misteriosamente nella memoria labili impronte da cui ci moviamo per formulare i segni fonetici, pronunciandoli o no, nelle varie lingue: il latino, il greco, l’ebraico... Di per sé, l’impronta della memoria non è né latina, né greca, né ebraica, ma è un prodotto dello spirito, come il corpo si esprime attraverso il viso.

Per fare un esempio, l’ira si esprime in latino con un vocabolo, in greco con un altro, e con altri termini ancora in altre lingue, dato che l’adirarsi non è esclusivo né dei greci né dei latini. Però quando si dice «iratus sum», capiscono solo i latini; mentre se l’ira si dipinge sul volto, tutti si accorgono che uno è adirato.

Resta il fatto che le nostre parole non sono in grado di esprimere e rendere quasi palpabile ciò che la memoria conserva della intuizione originale, come invece il volto esprime i nostri sentimenti: dato che l’intuizione è dentro, nella profondità dello spirito, mentre il volto è fuori, nel corpo. Questa distanza tra l’espressione e l’intuizione diventa evidente, se ci rendiamo conto con quale difficoltà si riesce ad avvicinarsi anche solo alla traccia rimasta nella memoria.(2)

Desiderosi di esser utili quanto più possiamo a chi ci ascolta, e non potendo comunicare con la mente, vorremmo parlargli così come comprendiamo: e non riuscendovi, ci angustiamo e siamo disgustati come se faticassimo per nulla.

Ma proprio questa angustia rende il nostro discorso più fiacco e banale di quanto non fosse prima che il motivo del disgusto si manifestasse.

_________________Note

(2) Perché non sia indotto allo scoraggiamento, Agostino mette in pace l'educatore sui limiti che fanno parte naturalmente della nostra capacità di capire e di esprimerci.

Quando vogliamo esprimere un'idea, non possiamo evitare alcuni passaggi.

  • C'è anzitutto l'intuizione; e anche questa, per quanto splendida, non è mai perfetta come la realtà del mistero da cui parte, anche perché dura un solo istante e non si radica facilmente.
  • C'è poi l'impronta rimasta nella memoria dopo il lampo della intuizione: e questa impronta è già limitata quanto lo è sempre una immagine, ed è inoltre soggetta ai limiti della memoria di ciascuno.
  • Infine c'è il discorso che tentiamo di formulare per esprimere agli altri quanto abbiamo compreso noi.

La velocità della intuizione, la labilità della memoria, e la inadeguatezza dell'espressione, rendono impossibile a chiunque un discorso perfetto. Agostino ricorderà più avanti che Gesù ha scelto proprio questa situazione di limite per esprimere il mistero di Dio (c. X, n.15)


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COMPORTAMENTI CHE SONO DIVENTATI ABITUDINI


(ma che anni fa incredibilmente non esistevano)

NAVIGARE IN INTERNET


La tecnologia del World Wide Web – e con essa la maggior parte dei siti web come li conosciamo oggi – è stata resa pubblica solo nel 1991. Addirittura fino al 1988 ogni uso commerciale della rete Internet era espressamente vietato. Facebook è nato nel 2004.

GUARDARE LA TV DURANTE LA NOTTE


In passato le trasmissioni televisive in Italia non erano H24 e dopo mezzanotte non c’era niente da vedere. Poi a partire dal dicembre 1991 la programmazione televisiva si è trasformata in un flusso continuo, di giorno e di notte.

PARTITE DI CALCIO QUASI OGNI GIORNO


Fino ai primi anni ’90 le partite di calcio della serie A si disputavano tutte in contemporanea e soltanto la domenica pomeriggio. Oggi si giocano in orari diversi di sabato, di domenica e di lunedì. Negli altri giorni della settimana possono capitare quelle delle Coppe Europee e della Coppa Italia.

VIAGGIARE ALL’ESTERO SENZA FARE IL CAMBIO VALUTA


Il 1° gennaio 2002 l'euro diventò la moneta degli Stati europei che aderivano all’unione monetaria. Prima di allora per viaggiare si dovevano cambiare le lire italiane in pesete (Spagna), in franchi (Francia), in marchi (Germania), in fiorini (Olanda), in dracme (Grecia), ecc. Meno poetico, ma forse più comodo.

NON FUMARE NEI LUOGHI PUBBLICI


Il divieto di fumare nei luoghi pubblici chiusi è entrato in vigore in Italia nel gennaio del 2005. Quando si andava a bere una birra in un bar, se ne usciva che sembrava di essere dei tranci di speck. Prima del 1975 addirittura si poteva fumare anche a scuola e negli ospedali.

ANDARE A FARE LA SPESA LA DOMENICA MATTINA


I supermercati in Italia hanno potuto aprire la domenica in modo generalizzato a partire dal 2011, a seguito della liberalizzazione degli orari di apertura stabilita dal Decreto Legge “Salva-Italia”. Fino ad allora le normative prevedevano limitazioni e l'obbligo di chiusura domenicale. La domenica mattina si andava a messa o a giocare a calcio, si andava al mare/in montagna oppure si restava a casa a spignattare.


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La poesia italiana contemporanea è l'unico campionato in cui i fuoriclasse giocano in C e sono invidiati dai brocchi che giocano in A


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Il made in Italy era fatto ... in Romania. La Guardia di Finanza di Gorizia scopre l’inganno


I finanzieri del Comando Provinciale di Gorizia hanno scoperto un'organizzazione criminale coinvolta nella produzione e commercializzazione di capi di abbigliamento fabbricati in Romania ma falsamente etichettati come “Made in Italy”.

L'indagine, che ha ricostruito l'intera filiera produttiva illecita, è stata avviata grazie al monitoraggio territoriale effettuato nella provincia dell'Isonzo, punto di accesso chiave della cosiddetta “Rotta Balcanica”. Durante un normale controllo di frontiera, è stato individuato un camion con targa rumena che trasportava 1.600 capi di abbigliamento femminile recanti la fuorviante etichetta “Made in Italy”.

Successive indagini, condotte dai finanzieri con il coordinamento della Procura della Repubblica locale, hanno portato alla luce un traffico di capi di abbigliamento femminile prodotti in una fabbrica rumena e destinati alla vendita in Italia tramite due aziende con sede in Lombardia.

Le perquisizioni effettuate presso le due aziende italiane e i loro principali clienti in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto hanno portato al sequestro di ulteriori 1.900 capi di abbigliamento con etichette di origine ingannevoli. Attraverso approfondite indagini, gli agenti sono stati in grado di ricostruire le fasi produttive e commerciali alla base della creazione e della vendita di questi capi, identificando i soggetti responsabili dell'intera operazione.

Le indagini si sono concluse con la denuncia all’Autorità Giudiziaria di Gorizia di 5 soggetti, responsabili della frode, e con lo smantellamento di un collaudato sistema produttivo in grado di immettere nei circuiti commerciali italiani ed europei quasi 3 milioni di capi di abbigliamento negli ultimi 5 anni.

#guardiadifinanza


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Il made in Italy era fatto ...


Il made in Italy era fatto ... in Romania. La Guardia di Finanza di Gorizia scopre l’inganno


I finanzieri del Comando Provinciale di Gorizia hanno scoperto un'organizzazione criminale coinvolta nella produzione e commercializzazione di capi di abbigliamento fabbricati in Romania ma falsamente etichettati come “Made in Italy”.

L'indagine, che ha ricostruito l'intera filiera produttiva illecita, è stata avviata grazie al monitoraggio territoriale effettuato nella provincia dell'Isonzo, punto di accesso chiave della cosiddetta “Rotta Balcanica”. Durante un normale controllo di frontiera, è stato individuato un camion con targa rumena che trasportava 1.600 capi di abbigliamento femminile recanti la fuorviante etichetta “Made in Italy”.

Successive indagini, condotte dai finanzieri con il coordinamento della Procura della Repubblica locale, hanno portato alla luce un traffico di capi di abbigliamento femminile prodotti in una fabbrica rumena e destinati alla vendita in Italia tramite due aziende con sede in Lombardia.

Le perquisizioni effettuate presso le due aziende italiane e i loro principali clienti in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto hanno portato al sequestro di ulteriori 1.900 capi di abbigliamento con etichette di origine ingannevoli. Attraverso approfondite indagini, gli agenti sono stati in grado di ricostruire le fasi produttive e commerciali alla base della creazione e della vendita di questi capi, identificando i soggetti responsabili dell'intera operazione.

Le indagini si sono concluse con la denuncia all’Autorità Giudiziaria di Gorizia di 5 soggetti, responsabili della frode, e con lo smantellamento di un collaudato sistema produttivo in grado di immettere nei circuiti commerciali italiani ed europei quasi 3 milioni di capi di abbigliamento negli ultimi 5 anni.

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Pietro Favaro, Pittore


Pietro Favaro

Questa raccolta intende divulgare l'opera artistica del pittore Pietro Favaro. Molto del materiale qui caricato, insieme a quello che verrà aggiunto in futuro, è inedito e non attualmente disponibile online. Sarà progressivamente recuperato e fotografato. Si ringraziano per la loro disponibilità la figlia di Pietro Favaro, Renata, e il genero Mario. Se apprezzate questo progetto e desiderate contribuire affinché possa continuare ad esistere, considerate la possibilità di supportare il gruppo Devol: ko-fi.com/devol.


Biografia
Tutte le opereArte sacraRitrattiNature mortePaesaggiDisegni
Perchè di pixelfed


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Il linguaggio dei cani ai tempi di Usenet



Faccio il giro largo, nulla di nuovo per me. Ai tempi di Usenet, quando eravamo giovani e il web con noi, in molti accedevano ai newsgroup con Forté Agent, storico newsreader legittimamente registrato da tutti quelli che legittimamente registravano mIRC per chattare.

Anch'io usavo Mirc e Forté Agent: il primo quasi esclusivamente per parlare di anime e fumetti e il secondo per temi più vari; non chiedetemi perché, non ho nessuna risposta sensata, ma seguivo anche quello che, probabilmente doveva essere it.cultura.filosofia (o qualcosa del genere). Un newsgroup di filosofia, insomma, materia di cui non ho mai saputo e capito nulla in ogni fase della mia vita.
Seguivo per curiosità, la stessa curiosità che spero continui ad accompagnarmi in ogni fase della mia vita. Mi sono imbattuto, una volta, in una conversazione sul linguaggio degli animali. I filosofi del gruppo (e non so se sia la posizione di tutti i filosofi del mondo, o di tanti filosofi) negavano categoricamente il semplice concetto. Per quegli individui, non c'era comunicazione possibile tra gli animali che non bazzicano Usenet, per certi credenti gli animali non hanno anima, la gente in generale dice che gli manca solo la parola.Sembra sempre mancare qualcosa, a questi animali.

Ho sempre frequentato lo stesso bar, negli anni in cui frequentavo i bar: una volta, mi capitò di traslocare e vivere, per alcuni anni, in un posto più lontano del solito dal nostro punto storico di ritrovo, una distanza tranquillamente percorribile a piedi, forzatamente percorribile a piedi perché giusto quelli avevo come mezzo di trasporto. Il bar chiudeva alle 22.30 circa, anche prima nelle serate più fiacche, e mi facevo tutto quel bel pezzo di strada in una cittadina che ben presto diventava un luogo di desolazione, movimentata giusto dai soliti criminali in macchina, a velocità proibite, sui rettilinei. La mia non è critica e non è rimpianto di una movida trascinata fino all'alba: preferisco la tranquillità e di tirar tardi non me ne importa nulla, è solo cronaca.

In queste serate buie e desolate, per qualche periodo, ero spesso accompagnato da un cagnolino randagio, piccino, silenzioso, amichevole, che mi trotterellava a fianco, non appena entravo nella sua zona di competenza. Tutto scodinzolante, mi seguiva fino a casa e poi se ne tornava da dove era venuto. Così non ero solo, ogni volta che ci incontravamo.

Una sera che ero solo, credevo di esserlo, con troppa leggerezza mi avvicino a due cani di taglia ben più importante, che dormivano sotto la veranda di un bar, anch'esso già chiuso a quell'ora. Si svegliano e fanno per avvicinarsi minacciosi, ringhiando e abbaiando, ovviamente ne ho paura e cerco di comportarmi come si dovrebbe fare in questi casi, quando sento trotterellare alle mie spalle, passettini veloci, leggeri e conosciuti: è il solito cagnolino, stavolta in una sua veste che non conoscevo, quella di salvatore. Senza agitarsi e senza che ne sia seguita una disputa sonora fisica, abbaia un paio di volte senza neanche agitarsi troppo: i due cagnoni smettono di ringhiare e se ne tornano al loro posto, lui pure torna al suo posto che è al mio fianco, trotterellando fino a casa.

Era forse un boss, quel cagnolino? I due cani, grandi abbastanza da ammazzarlo con un solo morso, ne hanno forse avuto paura? C'è stata una comunicazione tra loro, direi anche ben precisa? Fate voi, io non posso che escludere le prime due ipotesi.

Agli animali non manca la parola: mancheranno le nostre, di parole, quelle che abbiamo eletto a unica forma di comunicazione approvata e normata, ma di sicuro si comunicano tra loro tutto quel che deve essere comunicato, lo fanno da prima che esistessimo e continueranno a farlo quando come specie non esisteremo più; negar loro questa capacità non è filosofia e non so cos'altro non debba essere, di sicuro è solo presunzione e egocentrismo.


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Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Salvatore Luongo, in visita in Argentina, Paese membro della FIEP

Nella circostanza si sono svolti incontri per il rafforzamento della cooperazione con il Direttore Nazionale della Gendarmería Nacional, Comandante Generale Claudio Miguel Brilloni, e il Commissario Generale Luis Alejandro Rolle, Capo della Policía Federal Argentina.

Lo Stato sud-americano partecipa con la sua Gendarmeria Nazionale alla #FIEP (fiep.org/), un'associazione di Gendarmerie e Forze di Polizia nazionali con Status Militare.

L'obiettivo della FIEP (che iniziò la sua attività con le forze militari di Francia, Italia, Spagna e Portogallo) è quello di ampliare e rafforzare le relazioni reciproche, promuovere una riflessione innovativa e attiva sulle forme di cooperazione di polizia e valorizzare il suo modello di organizzazione e strutture all'estero.

L'Associazione facilita, in conformità agli accordi internazionali vigenti e alle normative nazionali, lo scambio di informazioni ed esperienze nei seguenti settori: Risorse umane (compresa la formazione e il reclutamento); Organizzazione del servizio; Nuove tecnologie e logistica; Affari Internazionali.

A corollario della sua visita il Comandante Generale #Luongo è stato insignito della Medaglia d’Onore d’Oro della Policía Federal Argentina. \ A seguire, si é tenuto l’incontro con l’Ambasciatore d’Italia, Min. Plen. Fabrizio Lucentini, e i Carabinieri in servizio presso l'Ambasciata di Buenos Aires.

#ArmadeiCarabinieri


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Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen.


Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Salvatore Luongo, in visita in Argentina, Paese membro della FIEP

Nella circostanza si sono svolti incontri per il rafforzamento della cooperazione con il Direttore Nazionale della Gendarmería Nacional, Comandante Generale Claudio Miguel Brilloni, e il Commissario Generale Luis Alejandro Rolle, Capo della Policía Federal Argentina.

Lo Stato sud-americano partecipa con la sua Gendarmeria Nazionale alla #FIEP (fiep.org/), un'associazione di Gendarmerie e Forze di Polizia nazionali con Status Militare.

L'obiettivo della FIEP (che iniziò la sua attività con le forze militari di Francia, Italia, Spagna e Portogallo) è quello di ampliare e rafforzare le relazioni reciproche, promuovere una riflessione innovativa e attiva sulle forme di cooperazione di polizia e valorizzare il suo modello di organizzazione e strutture all'estero.

L'Associazione facilita, in conformità agli accordi internazionali vigenti e alle normative nazionali, lo scambio di informazioni ed esperienze nei seguenti settori: Risorse umane (compresa la formazione e il reclutamento); Organizzazione del servizio; Nuove tecnologie e logistica; Affari Internazionali.

A corollario della sua visita il Comandante Generale #Luongo è stato insignito della Medaglia d’Onore d’Oro della Policía Federal Argentina. \ A seguire, si é tenuto l’incontro con l’Ambasciatore d’Italia, Min. Plen. Fabrizio Lucentini, e i Carabinieri in servizio presso l'Ambasciata di Buenos Aires.

#ArmadeiCarabinieri


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Caserta. La IV edizione della notte bianca il 7 dicembre


Caserta accende la sua Notte Bianca – La città celebra la quarta edizione dedicata a Lello Menditto e ai grandi padri casertani.
Domenica 7 dicembre la Reggia e il centro urbano diventano un palcoscenico diffuso tra arte, musica e memoria collettiva L’organizzatore avv. Gian Piero Menditto: “Caserta comunità viva che sa illuminarsi di partecipazione e orgoglio!” Caserta si prepara a brillare ancora una volta domenica 7 dicembre 2025, quando la città darà vita alla quarta edizione della Notte Bianca di Caserta, un evento che, ormai parte della sua identità culturale, trasformerà vie, piazze e cortili in un grande teatro a cielo aperto dedicato alla creatività, alla partecipazione e alla memoria civile.

Ideata e diretta dall’avvocato Gian Piero Menditto, la manifestazione rappresenta un simbolo di coesione e rinascita urbana, capace di unire istituzioni, imprese e cittadini sotto il segno della cultura condivisa. L’edizione di quest’anno, dal forte valore simbolico, sarà dedicata alla memoria di Lello Menditto e a tutti gli illustri padri casertani che, con la loro opera, hanno contribuito al progresso morale e civile della città. Alla guida tecnica della macchina organizzativa torna l’ingegnere Salvatore Fusco, responsabile della sicurezza e della gestione logistica. La Live Show curerà invece la direzione artistica e il coordinamento generale, mentre la società A&M garantirà supporto tecnico e il reperimento di risorse aggiuntive.

La Lemon Hub sarà partner per la comunicazione strategica e la PPG seguirà la produzione tipografica, confermando una sinergia di competenze che ha reso la Notte Bianca uno degli appuntamenti più attesi dell’anno in Campania. Tra le novità più significative dell’edizione 2025 spicca l’ampliamento del percorso urbano: Piazza Mercato e Piazza Sant’Anna entreranno ufficialmente a far parte del circuito degli eventi, insieme al tradizionale asse di Corso Trieste, Piazza Vanvitelli e Via Mazzini. L’obiettivo è chiaro: rendere la Notte Bianca un’esperienza realmente corale, diffusa e inclusiva, capace di abbracciare l’intera comunità cittadina e i visitatori provenienti da tutta la regione.

Dal 10 novembre saranno resi noti il programma ufficiale, gli ospiti e l’elenco dei partner e sponsor, mentre la macchina organizzativa prosegue il suo lavoro per completare il quadro delle collaborazioni. In una fase di profonda trasformazione sociale e commerciale per il territorio, la Notte Bianca di Caserta si conferma come un progetto di rilancio urbano, culturale ed economico, nato per restituire alla città un senso di appartenenza e una visione condivisa del futuro. “Caserta – spiega Gian Piero Menditto – non è soltanto una cornice artistica di rara bellezza, ma una comunità viva che sa illuminarsi di partecipazione e orgoglio. Questa edizione è un atto d’amore verso la città e verso coloro che ne hanno fatto grande la storia.”


noblogo.org/caserta24ore/bcase…



Roy Orbison — Mystery Girl (1989)


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Roy Orbison, il baritono del rock and roll, l’anima più sensibile. Mystery Girl è l’album postumo di un rocker senza tempo che, dopo timidi tentativi, aveva ritrovato la passione e la voglia di riannodare il filo del suo passato. Aiutato da un pugno di amici musicisti devoti e libero dai vincoli dello show-biz più equivoco, Orbison torna ad occuparsi di sentimenti e storie per cuori spezzati con una grazia musicale immune da qualsiasi fattore temporale... silvanobottaro.it/archives/370…


Ascolta il disco: album.link/s/1UPcuqLY9PC99fQAq…



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Roy Orbison — Mystery Girl (1989)


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Roy Orbison, il baritono del rock and roll, l’anima più sensibile. Mystery Girl è l’album postumo di un rocker senza tempo che, dopo timidi tentativi, aveva ritrovato la passione e la voglia di riannodare il filo del suo passato. Aiutato da un pugno di amici musicisti devoti e libero dai vincoli dello show-biz più equivoco, Orbison torna ad occuparsi di sentimenti e storie per cuori spezzati con una grazia musicale immune da qualsiasi fattore temporale... silvanobottaro.it/archives/370…


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DE CATECHIZANDIS RUDIBUS - 1-2


I – Occasione e scopo del trattato

1. Caro fratello Deógratias, m’hai chiesto di scriverti qualcosa di utile sul modo di introdurre alla vita di fede i postulanti. (1)Tu eserciti il diaconato a Cartagine, e mi dici che spesso ti vengono presentate persone da iniziare alla vita cristiana, perché hai fama di essere un ottimo catechista, sia per la ricchezza della dottrina che per il fascino della parola. Ma aggiungi che, nel presentar le motivazioni della fede, ti trovi quasi sempre in difficoltà. E ti chiedi: «Qual è il metodo più sicuro? Da dove si comincia e fin dove si porta avanti il discorso? E al termine del discorso si deve porre una esortazione, o basta presentare le norme di comportamento che il postulante dovrà ritener necessarie per vivere autenticamente la vita cristiana?».

Mi confidi con un certo disagio che spesso, dopo un discorso lungo e poco entusiasta, ti vergogni e sei infastidito, ma di te stesso, non di colui che istruisci; e infastidito sei tu, non quelli che ti stanno ad ascoltare. Tutto questo ti ha indotto ad approfittare della mia amicizia e a sollecitarmi di scriverti sull’argomento, nonostante le molte cose che ho da fare e pretendendo che non accusi il peso di un lavoro in più.

2. Per parte mia, mi ritengo obbligato ad accettare l’invito, non solo per l’amicizia che porto a te, ma anche per l’amore e il servizio cui sono impegnato per tutta la chiesa. Se Dio m’ha dato qualche dono, non posso rifiutar di adoperarlo per aiutare con esso anche i miei fratelli. Quanto più desidero che si diffonda il dono della conoscenza di Dio, tanto più, nei limiti delle mie possibilità, devo impegnarmi affinché i miei confratelli, che nel dispensare questo dono si trovano in difficoltà, riescano a farlo con facilità e scioltezza pari alla diligenza e allo zelo che vi pongono.

__________________________Note

(1) I «postulanti» sono coloro che chiedono di essere introdotti a partecipare alla vita cristiana. Il testo di Agostino parla di «rudes», intendendo con questo termine quegli adulti non battezzati i quali, chiedendo di entrare nella chiesa, hanno bisogno di essere istruiti su che cosa comporti una tale decisione. Quantunque la parola «rudes» richiami il mondo agricolo e indichi un ambiente culturalmente limitato, Agostino la usa nel significato di «scarsa conoscenza del cristianesimo», e la applica sia agli illetterati che ai frequentanti le scuole di retorica e agli intellettuali (cf. c. VIII n. 12). Varrà la pena di tener conto che ai tempi di Agostino buona parte di coloro che componevano l’impero romano erano ancora pagani, e il battesimo veniva dato in prevalenza ad adulti. Ciò tuttavia non rende troppo diversi dagli attuali i problemi che si presentavano ai catechisti di allora. Nel seguito della lettura del presente libro sarà facile costatarlo. __________________________

«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS»LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ipponacon introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTIEd. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bolognacanoniciregolari-ic.com/s-agos…


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Un'analisi completa dei comportamenti di consumo di sostanze tra gli adolescenti in tutta Europa


Il rapporto ESPAD 2024 “School Survey on Alcohol and Other Drugs”, pubblicato recentemente da #EUDA (l’ Agenzia dell'Unione europea sulle droghe il cui obiettivo generale è contribuire a migliorare la preparazione dell'Unione europea in materia di droghe), fornisce un'analisi completa dei comportamenti di consumo di sostanze tra gli adolescenti in tutta Europa. Questo rapporto approfondisce i risultati di sintesi pubblicati inizialmente a maggio 2025, descrivendo una generazione in fase di significativa trasformazione. Per garantire un'ampia accessibilità, il rapporto ESPAD 2024 è corredato da una serie di strumenti aggiuntivi. I risultati dell'ESPAD 2024 si riferiscono alle esperienze e alle percezioni degli studenti riguardo a una varietà di sostanze, tra cui tabacco, alcol, droghe illecite, inalanti, prodotti farmaceutici e nuove sostanze psicoattive (NPS). Vengono affrontati anche l'uso dei social media, dei videogiochi e del gioco d'azzardo.

Come detto, una sintesi dei principali risultati è stata pubblicata dalle organizzazioni a maggio 2025 ed è disponibile in 25 lingue sul sito web dell'EUDA (euda.europa.eu/index_en).

I punti salienti indicano che il consumo di alcol, tabacco e cannabis tra gli adolescenti continua a diminuire, ma che nuovi rischi comportamentali e per la salute sono in aumento. Il rapporto solleva crescenti preoccupazioni circa l'aumento dell'uso di sigarette elettroniche, l'uso non medico di farmaci da prescrizione e un aumento significativo dell'uso di social media, giochi online e gioco d'azzardo tra gli adolescenti. Queste tendenze sono più pronunciate tra le ragazze, dove i divari di genere di lunga data nell'uso di sostanze sembrano ridursi o addirittura invertirsi. Secondo il rapporto: “Sebbene il continuo calo dell'uso di sostanze già note sia positivo, ciò non corrisponde necessariamente a una riduzione del rischio. Infatti, l'interazione tra l'uso di sostanze psicoattive e i comportamenti digitali a rischio rappresenta una nuova e complessa sfida per la salute pubblica”.

Lo studio, condotto in collaborazione con l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (#EMCDDA) e coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche (#CNR), si basa su un'indagine del 2024 condotta in 37 paesi europei, inclusi 25 Stati membri dell'UE. Si tratta dell'ottava ondata di raccolta dati condotta dal progetto ESPAD dal 1995 e la prima condotta dopo la pandemia di COVID-19. Un totale di 113.882 studenti di età compresa tra 15 e 16 anni hanno partecipato a quest'ultima indagine, rispondendo a un questionario anonimo. Questa edizione segna 30 anni di monitoraggio dei comportamenti a rischio degli adolescenti in tutta Europa.

Tra le nuove sfide per le politiche e le pratiche, il rapporto evidenzia tre priorità strategiche: 1) Ampliare la prevenzione basata sull'evidenza scientifica: sono necessari approcci più ampi e basati sull'evidenza scientifica per affrontare l'intero spettro dei comportamenti a rischio dei giovani di oggi. 2) L'implementazione del Curriculum di Prevenzione dell'Unione Europea (EUPC), un programma di formazione per i professionisti della prevenzione ampiamente adottato dall'EMCDDA, rappresenta un passo avanti positivo, così come il registro Xchange dei programmi di prevenzione valutati dall'agenzia. 3) Dare priorità alla salute mentale e al benessere: le nuove vulnerabilità richiedono maggiore attenzione alla salute mentale e al benessere nelle scuole e nelle comunità. Approcci sensibili al genere nella promozione della salute sono necessari per affrontare i rischi emergenti tra le ragazze adolescenti.

Affrontare gli ambienti digitali

E’ necessaria un'azione urgente per sviluppare interventi che limitino l'esposizione dei giovani ai rischi digitali. Tra queste, la lotta ai potenziali danni del gioco online (ad esempio, la progettazione che crea dipendenza) o la prevenzione dell'accesso al gioco d'azzardo online da parte dei minori (ad esempio, una verifica più efficace dell'identità digitale e dell'età).

Il rapporto si conclude sottolineando la necessità di comprendere e rispondere meglio ai cambiamenti complessi e dinamici che plasmano la vita dei giovani e di costruire fiducia attraverso interventi multisettoriali e flessibili. “Solo attraverso una prospettiva così sistemica il rischio può essere trasformato in resilienza e si possono creare ambienti che supportino lo sviluppo di giovani più sani e consapevoli di sé”. Il monitoraggio continuo e collettivo del progetto #ESPAD svolge un ruolo fondamentale nel promuovere la comprensione dei comportamenti a rischio degli adolescenti e nel fornire prove solide e comparabili nel tempo e tra i diversi paesi per orientare il processo decisionale.

Il rapporto ESPAD 2024 offre spunti unici per orientare la prevenzione e le politiche. A seguito della pandemia di COVID-19 e nel contesto dei conflitti in corso in Europa e Medio Oriente, l'ESPAD ha inoltre rafforzato la sua attenzione sul benessere mentale degli adolescenti. Questo ciclo di indagini ha incluso una nuova enfasi sul benessere mentale e sulle attività di prevenzione, riconoscendo la crescente importanza di questi fattori nel plasmare i risultati di salute degli adolescenti.

Il Rapporto è scaricabile qui: espad.org/sites/default/files/…


noblogo.org/cooperazione-inter…


Un'analisi completa dei comportamenti di consumo di sostanze tra gli...


Un'analisi completa dei comportamenti di consumo di sostanze tra gli adolescenti in tutta Europa


Il rapporto ESPAD 2024 “School Survey on Alcohol and Other Drugs”, pubblicato recentemente da #EUDA (l’ Agenzia dell'Unione europea sulle droghe il cui obiettivo generale è contribuire a migliorare la preparazione dell'Unione europea in materia di droghe), fornisce un'analisi completa dei comportamenti di consumo di sostanze tra gli adolescenti in tutta Europa. Questo rapporto approfondisce i risultati di sintesi pubblicati inizialmente a maggio 2025, descrivendo una generazione in fase di significativa trasformazione. Per garantire un'ampia accessibilità, il rapporto ESPAD 2024 è corredato da una serie di strumenti aggiuntivi. I risultati dell'ESPAD 2024 si riferiscono alle esperienze e alle percezioni degli studenti riguardo a una varietà di sostanze, tra cui tabacco, alcol, droghe illecite, inalanti, prodotti farmaceutici e nuove sostanze psicoattive (NPS). Vengono affrontati anche l'uso dei social media, dei videogiochi e del gioco d'azzardo.

Come detto, una sintesi dei principali risultati è stata pubblicata dalle organizzazioni a maggio 2025 ed è disponibile in 25 lingue sul sito web dell'EUDA (euda.europa.eu/index_en).

I punti salienti indicano che il consumo di alcol, tabacco e cannabis tra gli adolescenti continua a diminuire, ma che nuovi rischi comportamentali e per la salute sono in aumento. Il rapporto solleva crescenti preoccupazioni circa l'aumento dell'uso di sigarette elettroniche, l'uso non medico di farmaci da prescrizione e un aumento significativo dell'uso di social media, giochi online e gioco d'azzardo tra gli adolescenti. Queste tendenze sono più pronunciate tra le ragazze, dove i divari di genere di lunga data nell'uso di sostanze sembrano ridursi o addirittura invertirsi. Secondo il rapporto: “Sebbene il continuo calo dell'uso di sostanze già note sia positivo, ciò non corrisponde necessariamente a una riduzione del rischio. Infatti, l'interazione tra l'uso di sostanze psicoattive e i comportamenti digitali a rischio rappresenta una nuova e complessa sfida per la salute pubblica”.

Lo studio, condotto in collaborazione con l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (#EMCDDA) e coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche (#CNR), si basa su un'indagine del 2024 condotta in 37 paesi europei, inclusi 25 Stati membri dell'UE. Si tratta dell'ottava ondata di raccolta dati condotta dal progetto ESPAD dal 1995 e la prima condotta dopo la pandemia di COVID-19. Un totale di 113.882 studenti di età compresa tra 15 e 16 anni hanno partecipato a quest'ultima indagine, rispondendo a un questionario anonimo. Questa edizione segna 30 anni di monitoraggio dei comportamenti a rischio degli adolescenti in tutta Europa.

Tra le nuove sfide per le politiche e le pratiche, il rapporto evidenzia tre priorità strategiche: 1) Ampliare la prevenzione basata sull'evidenza scientifica: sono necessari approcci più ampi e basati sull'evidenza scientifica per affrontare l'intero spettro dei comportamenti a rischio dei giovani di oggi. 2) L'implementazione del Curriculum di Prevenzione dell'Unione Europea (EUPC), un programma di formazione per i professionisti della prevenzione ampiamente adottato dall'EMCDDA, rappresenta un passo avanti positivo, così come il registro Xchange dei programmi di prevenzione valutati dall'agenzia. 3) Dare priorità alla salute mentale e al benessere: le nuove vulnerabilità richiedono maggiore attenzione alla salute mentale e al benessere nelle scuole e nelle comunità. Approcci sensibili al genere nella promozione della salute sono necessari per affrontare i rischi emergenti tra le ragazze adolescenti.

Affrontare gli ambienti digitali

E’ necessaria un'azione urgente per sviluppare interventi che limitino l'esposizione dei giovani ai rischi digitali. Tra queste, la lotta ai potenziali danni del gioco online (ad esempio, la progettazione che crea dipendenza) o la prevenzione dell'accesso al gioco d'azzardo online da parte dei minori (ad esempio, una verifica più efficace dell'identità digitale e dell'età).

Il rapporto si conclude sottolineando la necessità di comprendere e rispondere meglio ai cambiamenti complessi e dinamici che plasmano la vita dei giovani e di costruire fiducia attraverso interventi multisettoriali e flessibili. “Solo attraverso una prospettiva così sistemica il rischio può essere trasformato in resilienza e si possono creare ambienti che supportino lo sviluppo di giovani più sani e consapevoli di sé”. Il monitoraggio continuo e collettivo del progetto #ESPAD svolge un ruolo fondamentale nel promuovere la comprensione dei comportamenti a rischio degli adolescenti e nel fornire prove solide e comparabili nel tempo e tra i diversi paesi per orientare il processo decisionale.

Il rapporto ESPAD 2024 offre spunti unici per orientare la prevenzione e le politiche. A seguito della pandemia di COVID-19 e nel contesto dei conflitti in corso in Europa e Medio Oriente, l'ESPAD ha inoltre rafforzato la sua attenzione sul benessere mentale degli adolescenti. Questo ciclo di indagini ha incluso una nuova enfasi sul benessere mentale e sulle attività di prevenzione, riconoscendo la crescente importanza di questi fattori nel plasmare i risultati di salute degli adolescenti.

Il Rapporto è scaricabile qui: espad.org/sites/default/files/…


Segui il blog con il tuo favorito RSS reader (noblogo.org/cooperazione-inter…) e interagisci con i suoi post nel fediverso (@cooperazione-internazionale-di-polizia@noblogo.org). Scopri dove trovarci:l.devol.it/@CoopIntdiPoliziaTutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (creativecommons.org/licenses/b…)Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.



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anche in virtù di una discussione recente in tema di assertività (qui: slowforward.net/2025/10/31/9-n… , con replica e commenti qui: facebook.com/share/p/1ASAHd5Aj…) non posso non interrogarmi su quello che credo di poter definire, non a torto, un disastro estetico: conclamato: slowforward.net/2025/11/02/il-…

qui con leggere variazioni:differx.noblogs.org/2025/11/02…


noblogo.org/differx/anche-in-v…


9 notille a un’intervista / differx. 2025


Un’intervista recente di Gilda Policastro a Giorgiomaria Cornelio affronta alcuni piani di discorso che negli ultimi mesi o anni sembrano essere emersi in quello che potremmo pomposamente chiamare dibattito letterario. Qui di séguito ho frammentato alcune risposte di Giorgiomaria, cercando in 9 punti di offrire (non so se utilmente per il detto dibattito) la mia visione delle varie faccende:
9 notille a un’intervista_ Marco Giovenale_ 31ott2025

#9Notille #9NotilleAUnIntervista #assertività #dibattitoLetterario #GildaPolicastro #GiorgiomariaCornelio #intervista #LeParoleELeCose #LPLC #MarcoGiovenale #nonAssertività #poesia #prosa #scritturaDiRicerca #scrittureAssertive #scrittureDiRicerca #scrittureNonAssertive




Pasolini oltre il mito.


(175)

(PAS)

Pier Paolo Pasolini rappresenta una delle figure più complesse e significative della cultura italiana del Novecento. Il suo pensiero civile, radicato in una tensione profonda tra impegno sociale, critica culturale e dimensione poetica, conserva ancora oggi una straordinaria attualità. La sua analisi delle trasformazioni sociali e culturali dell’Italia postbellica, condotta con acutezza e radicalità, ci offre strumenti preziosi per comprendere le dinamiche contemporanee nella loro complessità.

Si contrappose al conformismo e alla superficialità dilaganti nell’Italia del “boom economico” e, successivamente, nell’era della globalizzazione culturale. La sua denuncia contro l’omologazione prodotta dalla società dei consumi rappresenta un fondamento imprescindibile per l’analisi delle società contemporanee, dove l’individuo rischia di essere consumato come merce o ridotto a semplice elemento uniforme di un sistema industriale e mediatico.

Anticipò, con straordinaria lucidità, i meccanismi di quella che oggi definiremmo l’industria culturale, rivelando le modalità con cui essa plasma identità, desideri e valori, promuovendo un modello di “standardizzazione” che annulla la differenza e la pluralità.

La sua attenzione verso le classi sociali marginali, gli esclusi, e la denuncia di una modernità che in nome del progresso produce nuove forme di violenza simbolica e materiale, conservano una sorprendente attualità. In un’epoca segnata da disuguaglianze crescenti e da processi di esclusione sociale spesso invisibili, le riflessioni pasoliniane restano un punto di riferimento per un pensiero critico che voglia andare oltre la retorica e la superficialità.

(PAS2)

D’altro canto, il rischio maggiore nel mantenere vivo il ricordo di Pasolini è la sua riduzione a icona simbolica, priva di un rigoroso esame critico. La sua figura è spesso celebrata in modo acritico, confinata in narrazioni stereotipate che ne amplificano gli aspetti più secondari, senza affrontare la complessità del suo pensiero. Tale approccio banalizzante può tradursi in un’operazione che, anziché valorizzare il suo lascito culturale, ne svuota la portata, riducendolo a un’immagine mitizzata e frammentata.

Questo fenomeno si riscontra tanto nell’ambito accademico, talvolta incline a un’eccessiva “mitologizzazione”, quanto nel settore pubblico e mediale, dove l’intellettuale rischia di essere usato come simbolo depurato dalla sua radicalità originaria. Di fatto, una lettura superficiale può compromettere l’efficacia del suo messaggio, che invece invita a una continua messa in discussione dei modelli dominanti, al confronto con le contraddizioni e le ipocrisie sociali.

Per preservare l’attualità del pensiero civile di Pasolini è, dunque, necessario un esercizio critico costante, che eviti tanto la mitizzazione inattiva quanto l’uso ideologico strumentale. È indispensabile approfondire la complessità delle sue posizioni, riconoscendone la tensione dialettica fra critica sociale, analisi culturale e impegno etico. Solo così la sua eredità potrà fungere da stimolo per un pensiero critico vivo e operativo, capace di affrontare le sfide della contemporaneità.

La rilevanza di Pasolini nel panorama intellettuale contemporaneo discende dalla sua capacità di leggere con profondità e anticipo le problematiche strutturali della società moderna. Il suo pensiero civile, lungi dall’essere un semplice capitolo storico, costituisce una fonte preziosa di insegnamenti per chiunque desideri riflettere sulle dinamiche del potere, sul ruolo dei media, sulle questioni etiche legate all’identità e alla diversità.

Per questo motivo, mantenere vivo il dialogo con Pasolini implica muoversi con rigore e responsabilità interpretativa, affinché il suo ricordo non si traduca mai in maniera retorica o banale, ma continui a essere una voce critica e autentica nelle trasformazioni sociali e culturali.

#PierPaoloPasolini #Opinioni #Cultura #Blog


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Pasolini oltre il mito.


(175)

(PAS)

Pier Paolo Pasolini rappresenta una delle figure più complesse e significative della cultura italiana del Novecento. Il suo pensiero civile, radicato in una tensione profonda tra impegno sociale, critica culturale e dimensione poetica, conserva ancora oggi una straordinaria attualità. La sua analisi delle trasformazioni sociali e culturali dell’Italia postbellica, condotta con acutezza e radicalità, ci offre strumenti preziosi per comprendere le dinamiche contemporanee nella loro complessità.

Si contrappose al conformismo e alla superficialità dilaganti nell’Italia del “boom economico” e, successivamente, nell’era della globalizzazione culturale. La sua denuncia contro l’omologazione prodotta dalla società dei consumi rappresenta un fondamento imprescindibile per l’analisi delle società contemporanee, dove l’individuo rischia di essere consumato come merce o ridotto a semplice elemento uniforme di un sistema industriale e mediatico.

Anticipò, con straordinaria lucidità, i meccanismi di quella che oggi definiremmo l’industria culturale, rivelando le modalità con cui essa plasma identità, desideri e valori, promuovendo un modello di “standardizzazione” che annulla la differenza e la pluralità.

La sua attenzione verso le classi sociali marginali, gli esclusi, e la denuncia di una modernità che in nome del progresso produce nuove forme di violenza simbolica e materiale, conservano una sorprendente attualità. In un’epoca segnata da disuguaglianze crescenti e da processi di esclusione sociale spesso invisibili, le riflessioni pasoliniane restano un punto di riferimento per un pensiero critico che voglia andare oltre la retorica e la superficialità.

(PAS2)

D’altro canto, il rischio maggiore nel mantenere vivo il ricordo di Pasolini è la sua riduzione a icona simbolica, priva di un rigoroso esame critico. La sua figura è spesso celebrata in modo acritico, confinata in narrazioni stereotipate che ne amplificano gli aspetti più secondari, senza affrontare la complessità del suo pensiero. Tale approccio banalizzante può tradursi in un’operazione che, anziché valorizzare il suo lascito culturale, ne svuota la portata, riducendolo a un’immagine mitizzata e frammentata.

Questo fenomeno si riscontra tanto nell’ambito accademico, talvolta incline a un’eccessiva “mitologizzazione”, quanto nel settore pubblico e mediale, dove l’intellettuale rischia di essere usato come simbolo depurato dalla sua radicalità originaria. Di fatto, una lettura superficiale può compromettere l’efficacia del suo messaggio, che invece invita a una continua messa in discussione dei modelli dominanti, al confronto con le contraddizioni e le ipocrisie sociali.

Per preservare l’attualità del pensiero civile di Pasolini è, dunque, necessario un esercizio critico costante, che eviti tanto la mitizzazione inattiva quanto l’uso ideologico strumentale. È indispensabile approfondire la complessità delle sue posizioni, riconoscendone la tensione dialettica fra critica sociale, analisi culturale e impegno etico. Solo così la sua eredità potrà fungere da stimolo per un pensiero critico vivo e operativo, capace di affrontare le sfide della contemporaneità.

La rilevanza di Pasolini nel panorama intellettuale contemporaneo discende dalla sua capacità di leggere con profondità e anticipo le problematiche strutturali della società moderna. Il suo pensiero civile, lungi dall’essere un semplice capitolo storico, costituisce una fonte preziosa di insegnamenti per chiunque desideri riflettere sulle dinamiche del potere, sul ruolo dei media, sulle questioni etiche legate all’identità e alla diversità.

Per questo motivo, mantenere vivo il dialogo con Pasolini implica muoversi con rigore e responsabilità interpretativa, affinché il suo ricordo non si traduca mai in maniera retorica o banale, ma continui a essere una voce critica e autentica nelle trasformazioni sociali e culturali.

#PierPaoloPasolini #Opinioni #Cultura #Blog

Mastodon: @alda7069@mastodon.unoTelegram: t.me/transitblogFriendica: @danmatt@poliverso.orgBio Site (tutto in un posto solo, diamine): bio.site/danielemattioli

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Tutte le opinioni qui riportate sono da considerarsi personali. Per eventuali problemi riscontrati con i testi, si prega di scrivere a: corubomatt@gmail.com




Vicolo

dolore antico di donne in nero a segnarsi se dal profondo si levano i morti a dare infausti presagi

vicolo inghiottito da un grappolo di case appese a strapiombo

ricettacolo d'umori ancestrali in un tempo cristallizzato sospeso

.

Riconoscimento del testo


Hai scritto un breve poema denso di immagini e atmosfera, concentrato su spazio urbano ridotto e memorie ancestrali che emergono come presagi.


Lettura e temi principali


  • Atmosfera: cupa e sospesa, dominata da un dolore antico che sembra stratificato nella pietra e negli angoli del vicolo.
  • Spazio: il vicolo è sia luogo fisico che contenitore simbolico; lo spazio ristretto amplifica la presenza del passato.
  • Figure: le “donne in nero” richiamano lutto collettivo e ritualità; i morti che si levano suggeriscono ritorni del passato o memorie che non si estinguono.
  • Tempo: il verso finale cristallizza il tempo, imponendo un presente immobile dove l'ancestrale si conserva come un umore vischioso.

Elementi stilistici efficaci


  • Uso di immagini precise e sintetiche che evocano sensazioni forti senza sovraccaricare.
  • Ripetizione ossessiva della parola “vicolo” crea un nucleo ritornante che rafforza il tema dello spazio chiuso.
  • Lessico evocativo e sobrio: parole come “inghiottito”, “strapiombo”, “ricettacolo” funzionano bene per il tono desiderato.

Suggerimenti di revisione (opzioni da applicare singolarmente o insieme)


  1. Varietà ritmica: alterna un verso più lungo per rompere la sospensione e far emergere un'immagine chiave.
  2. Precisione sensoriale: aggiungi un dettaglio tattile, olfattivo o sonoro (es. odore di muri umidi, il cigolio di persiane) per ancorare l'immagine.
  3. Collegamento emotivo: inserisci un piccolo gesto umano che renda il dolore più immediato (una mano che si chiude, un passo che smuove polvere).
  4. Regolare il lessico marcato: sostituire uno dei termini più forti (es. “inghiottito” o “ricettacolo”) se vuoi meno enfasi lessicale e più leggerezza espressiva.

Traduzione in inglese


Alley

ancient pain of women in black making the sign of the cross as from the depths the dead rise to give ill omens

alley swallowed by a cluster of houses hung on a cliff

repository of ancestral humors in a frozen time suspended


Breve proposta alternativa (due versi di possibile sviluppo)


vicolo le voci del mattino hanno ancora il sapore del lutto



noblogo.org/norise-3-letture-a…



Glen Hansard - Didn’t He Ramble (2015)


immagine

A distanza di 3 anni dal primo album solista, Glen Hansard torna sulle scene con un lavoro che lascia interdetti al primo ascolto, per poi crescere solo successivamente. Sì perché, a dispetto dell’imponente produzione – quattro location diverse, ospiti come Sam Beam aka Iron & Wine e due produttori come Thomas Bartlett (The National, Sufjan Stevens) e il compagno di una vita nei Frames, David Odlum – Didn’t He Ramble non decolla al primo giro: sono pochi gli episodi che arrivano in modo diretto e subito riconoscibile all’ascoltatore abituato al precedente Rhythm’n’Repose (è il caso del singolo di lancio Winning Streak)... artesuono.blogspot.com/2015/09…


Ascolta il disco: album.link/s/0VR0U8c34soFl7IWP…



noblogo.org/available/glen-han…


Glen Hansard - Didn’t He Ramble (2015)


immagine

A distanza di 3 anni dal primo album solista, Glen Hansard torna sulle scene con un lavoro che lascia interdetti al primo ascolto, per poi crescere solo successivamente. Sì perché, a dispetto dell’imponente produzione – quattro location diverse, ospiti come Sam Beam aka Iron & Wine e due produttori come Thomas Bartlett (The National, Sufjan Stevens) e il compagno di una vita nei Frames, David Odlum – Didn’t He Ramble non decolla al primo giro: sono pochi gli episodi che arrivano in modo diretto e subito riconoscibile all’ascoltatore abituato al precedente Rhythm’n’Repose (è il caso del singolo di lancio Winning Streak)... artesuono.blogspot.com/2015/09…


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SIRACIDE - Capitolo 51


PREGHIERA DI GESÙ FIGLIO DI SIRA (51,1-30)

Inno di ringraziamento1Ti loderò, Signore, re, e ti canterò, Dio, mio salvatore, loderò il tuo nome,2perché sei stato mio riparo e mio aiuto, salvando il mio corpo dalla perdizione, dal laccio di una lingua calunniatrice, dalle labbra di quelli che proferiscono menzogna, e di fronte a quanti mi circondavano sei stato il mio aiuto.3e mi hai liberato, secondo la grandezza della tua misericordia e del tuo nome, dai morsi di chi stava per divorarmi, dalla mano di quelli che insidiavano la mia vita, dalle molte tribolazioni di cui soffrivo,4dal soffocamento di una fiamma avvolgente e dal fuoco che non avevo acceso,5dal profondo del seno degl'inferi, dalla lingua impura e dalla parola falsa6e dal colpo di una lingua ingiusta. La mia anima era vicina alla morte, la mia vita era giù, vicino agl'inferi.7Mi assalivano da ogni parte e nessuno mi aiutava; mi rivolsi al soccorso degli uomini, e non c'era.8Allora mi ricordai della tua misericordia, Signore, e dei tuoi benefici da sempre, perché tu liberi quelli che sperano in te e li salvi dalla mano dei nemici.9Innalzai dalla terra la mia supplica e pregai per la liberazione dalla morte.10Esclamai: “Signore, padre del mio signore, non mi abbandonare nei giorni della tribolazione, quando sono senz'aiuto, nel tempo dell'arroganza.11Io loderò incessantemente il tuo nome, canterò inni a te con riconoscenza”. La mia supplica fu esaudita:12tu infatti mi salvasti dalla rovina e mi strappasti da una cattiva condizione. Per questo ti loderò e ti canterò, e benedirò il nome del Signore.


12a Rendete grazie al Signore perché è buono,perché il suo amore è per sempre.12b Rendete grazie al Dio delle lodi,perché il suo amore è per sempre.12c Rendete grazie al custode d’Israele,perché il suo amore è per sempre.12d Rendete grazie al creatore dell’universo,perché il suo amore è per sempre.12e Rendete grazie al redentore d’Israele,perché il suo amore è per sempre.12f Rendete grazie a colui che raduna i dispersi d’Israele,perché il suo amore è per sempre.12g Rendete grazie a colui che ricostruisce la sua città e il suo santuario,perché il suo amore è per sempre.12h Rendete grazie a colui che fa germogliare una forza per la casa di Davide,perché il suo amore è per sempre.12i Rendete grazie a colui che ha scelto i figli di Sadoc per il sacerdozio,perché il suo amore è per sempre.12j Rendete grazie allo scudo di Abramo,perché il suo amore è per sempre.12k Rendete grazie alla roccia d’Israele,perché il suo amore è per sempre.12l Rendete grazie al potente di Giacobbe,perché il suo amore è per sempre.12m Rendete grazie a colui che ha scelto Sion,perché il suo amore è per sempre.12n Rendete grazie al re dei re dei re,perché il suo amore è per sempre.12o Ha accresciuto la potenza del suo popolo,egli è la lode per tutti i suoi fedeli,per i figli d’Israele, popolo a lui vicino.


La ricerca della sapienza13Quand'ero ancora giovane, prima di andare errando, ricercai assiduamente la sapienza nella mia preghiera.14Davanti al tempio ho pregato per essa, e sino alla fine la ricercherò.15Del suo fiorire, come uva vicina a maturare, il mio cuore si rallegrò. Il mio piede s'incamminò per la via retta, fin da giovane ho seguìto la sua traccia.16Chinai un poco l'orecchio, l'accolsi e vi trovai per me un insegnamento abbondante.17Con essa feci progresso; onorerò chi mi ha concesso la sapienza.18Ho deciso infatti di metterla in pratica, sono stato zelante nel bene e non me ne vergogno.19La mia anima si è allenata in essa, sono stato diligente nel praticare la legge. Ho steso le mie mani verso l'alto e ho deplorato che venga ignorata.20A essa ho rivolto la mia anima e l'ho trovata nella purezza. In essa ho acquistato senno fin da principio, per questo non l'abbandonerò.21Le mie viscere si sono commosse nel ricercarla, per questo ho fatto un acquisto prezioso.22Il Signore mi ha dato come mia ricompensa una lingua e con essa non cesserò di lodarlo.23Avvicinatevi a me, voi che siete senza istruzione, prendete dimora nella mia scuola.24Perché volete privarvi di queste cose, mentre le vostre anime sono tanto assetate?25Ho aperto la mia bocca e ho parlato: “Acquistatela per voi senza denaro.26Sottoponete il collo al suo giogo e la vostra anima accolga l'istruzione: essa è vicina a chi la cerca.27Con i vostri occhi vedete che ho faticato poco e ho trovato per me un grande tesoro.28Acquistate l'istruzione con grande quantità d'argento e con essa otterrete molto oro.29L'anima vostra si diletti della misericordia di lui, non vergognatevi di lodarlo.30Compite la vostra opera per tempo ed egli a suo tempo vi ricompenserà”.

_________________Note

51,1 L’autore pone questo salmo autobiografico dopo la conclusione del libro. Alcuni lo considerano un’appendice, opera di altra mano. È probabile che lo stile autobiografico sia un espediente letterario e che questo salmo sia più antico del Siracide, e sia stato usato da lui per il suo insegnamento. L’inno ricalca temi caratteristici dei Salmi (vedi Sal 18,5-7; 30,4; 40,3; 88,7; 120,2; 142,5).

51,9-12 In questa parte il testo ebraico differisce alquanto dal greco, inserendo diverse aggiunte. Dopo il v. 12 l’ebraico aggiunge una serie di invocazioni a forma di litania, sullo stile del Sal 136-

51,13-30 Nell’originale ebraico questo componimento ha la forma letteraria dell’acrostico, ossia della composizione “alfabetica” (vedi anche Pr 31,10-31).

51,23 nella mia scuola: in ebraico bet midrash (casa di studio), il luogo dove ci si dedica allo studio della legge.

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Approfondimenti


vv. 1-12. Dopo la “firma”, troviamo ancora la preghiera di «Gesù, figlio di Sirach» (vv. 1-12), ed un componimento autobiografico sulla ricerca della sapienza (vv. 13-30). Secondo autorevoli esegeti, questi testi – per contenuto e stile, oltre che per la ricca attestazione dei codici – sono sicuramente autentici. Comunque sono canonici. Tra i vv. 12 e 13 si trova – solo nel ms. B – una lode litanica, forse non autentica, sconosciuta alla tradizione testuale greca e siriaca. La preghiera (vv. 1-12) è un salmo di ringraziamento individuale, aperto e chiuso dal proposito di confessare pubblicamente le lodi del Signore che salva (vv. 1.12). La lode ha tre motivi principali:

  • a) la gravità del pericolo da cui è stato liberato. Oltre dodici volte la preposizione «da» (ek-apo/min) introduce realtà negative da cui è stato salvato: un'insidia mortale, causata da calunnie di «lingua ingiusta» (v. 6a). È un cerchio mortale, di «perdizione» (vv. 2b.12a);
  • b) l'assenza di ogni aiuto umano (v. 7);
  • c) la sollecitudine di Dio, fedele al suo stile di salvatore misericordioso (v. 8), a venire in aiuto (vv. 3ab) di quanti lo invocano (vv. 10-11).

Il nome di JHWH (vv. 1.12) fa da cornice a un'esperienza di radicale maturazione di fede, simile a quelle raccontate dai salmi: la necessità della liberazione (vv. 2-6), il ricordo del passato (vv. 7-8); l'invocazione dell'aiuto (vv. 9-10); l'impegno per la lode (v. 11), a futura memoria dell'opera salvifica del Signore (v. 12).

vv. 13-30. La ricerca della sapienza (cfr. 6,27; 24,34; 33,18; 39,1) è oggetto di questo poema alfabetico, simile nella forma a Pr 31, 10-31. Il testo ebr. del Cairo (ms. B) non è ben conservato: tuttavia i frammenti trovati a Qumran nel 1956, risalenti alla prima metà del I secolo, confermano l'esistenza dell'acrostico (cfr. altri esempi in Sal 25; 37; 119; oltre i poemi di 22 distici di Sir 1,11-30; 6,18-37). Il gr. è più vicino all'ebr. di Qumran, mentre il ms. B sembra ritradotto dal siriaco. La tesi secondo cui il gr. spiritualizzerebbe il rapporto tra il discepolo e la sapienza, smorzando il linguaggio erotico del testo di Qumran, soprattutto nei vv. 17-21, sembra piuttosto forzata. Il testo di Qumran testimonia che Ben Sira stesso, se non è autore, può avere inserito, in appendice al suo libro, questo poema, ritenendolo consono al suo modo di intendere la ricerca della sapienza: un rapporto intenso, che la preghiera e l'impegno assiduo fanno progredire (v. 17a). II poema si presenta composto di due parti:

  • a) nella prima l'autore descrive (vv. 13-22) gli sforzi per trovare e far conoscere la sapienza: dopo molti viaggi – simbolo anche di smarrimento – e assidue preghiere, s'incammina sulla retta via della sapienza, cresce ascoltandola e mettendola in pratica, comincia a godere della sua compagnia e si dispone a farla conoscere;
  • b) nella seconda parte (vv. 23-30), poi, l'autore invita ad andare alla sua scuola – prima comparsa di bêt midraš (v. 23b) – e a portare a compimento in tempo debito la ricerca della sapienza (v. 30a). Si tratta di dissetare, finalmente, la propria anima, vincendo la pigrizia e la riluttanza alla fatica, ma anche l'attaccamento frenante e cieco al denaro. È un invito a trovare la gioia nella misericordia del Signore e ad abbandonare la vergogna di lodarlo. La ricompensa non si farà attendere. Da notare le immagini collegate con il corpo umano: cuore (vv. 15.20), piede (v. 15), orecchio (v. 16), mani (v. 19), ventre (v. 21), lingua (v. 22), bocca (v. 25), collo (v. 26), occhi (v. 27).

Conclusione. La ricerca-possesso della sapienza esige un coinvolgimento totale. Non è un esercizio intellettuale, ma un'esperienza vitale, unitaria, riconciliante a livello somatico e psichico, religioso e sociale. L'asse del movimento è antropologico-teologico. L'amore di Ben Sira per l'uomo e per Dio lo spinge a insegnare e a scrivere: lavora non solo per sé (24,34), convinto che è possibile, anche in tempi diversi da quelli dei padri, cercare le vie della saggezza quotidiana e della misericordia biblica, come senso del vivere e vera difesa dall'asservimento culturale, religioso e politico a idoli e potenze straniere. La ricompensa di Dio verrà a suo tempo. Sono le parole conclusive di un libro – e di un'esperienza – che continua a seminare speranza e simpatia, pur nell'orizzonte limitato della sua esistenza e del suo sapere. Colui, alla cui scuola abbiamo imparato la fedeltà alla pena di ogni giorno (Mt 6,34), il nuovo Adamo, confermerà le orme tracciate dal manuale di fede e di morale di Ben Sira e porterà anche i lettori moderni oltre l'interessante ma fragile sapienza del qui ed ora, mediante la stoltezza della sua croce e risurrezione (1Cor 1,24-25).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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Un ponte sul mare dei conti.


(174)

(PST)

Il dibattito sul ponte sullo stretto di Messina di questi giorni va oltre la politica. I rilievi della Corte dei conti non sono un atto di ostruzionismo, ma l’esercizio di una funzione di garanzia che tutela la legalità, la trasparenza e la corretta gestione delle risorse pubbliche. In un sistema democratico equilibrato, il controllo non è un freno, ma uno strumento di responsabilità.

Il progetto del ponte muove circa 14 miliardi di euro, coinvolge interessi strategici e incide sull’ambiente, sull’economia e sulla coesione territoriale. È naturale, e necessario, che la Corte chieda chiarezza su piani finanziari, sostenibilità economica e conformità giuridica degli atti, per assicurare che ogni fase rispetti le norme sui contratti pubblici e sulla spesa dello Stato.

Nel caso del governo Meloni, la spinta verso una realizzazione rapida dell’opera è ovvia: il ponte è diventato un simbolo politico, un progetto identitario che promette infrastrutture e sviluppo. Tuttavia, l’urgenza non può sostituire la trasparenza né giustificare forzature amministrative. Il ruolo della Corte è proprio quello di ricordare che una grande opera vive solo se fondata su basi legali solide e su una gestione finanziaria sostenibile.

(PST2)

Parlare di “attacco” o “ostacolo” da parte della Corte significa travisare la sua missione costituzionale. La funzione di controllo serve a rafforzare la credibilità dell’azione di governo, non a limitarla. In un periodo in cui il debito pubblico pesa e i margini di spesa sono stretti, è fondamentale che ogni euro investito sia tracciabile e coerente con i vincoli di legge.

La correttezza dei rilievi contabili sta nel richiamare l’attenzione su elementi tecnici che non possono essere ignorati: la revisione dei contratti con i concessionari, la copertura finanziaria pluriennale, la valutazione dei rischi ambientali e la trasparenza delle gare. Sono queste le condizioni per evitare arbitrio, sprechi o contenziosi futuri che rallenterebbero ulteriormente i lavori. La vera modernizzazione non è solo costruire infrastrutture, ma farlo rispettando le regole e garantendo che la spesa pubblica sia un investimento per tutti, non un rischio collettivo.

Ora serve che il governo Meloni abbandoni la retorica distrattiva. Se davvero la priorità è costruire il futuro dell’Italia, si dimostri di saperlo fare passando dal rispetto delle leggi e dall’ascolto delle istituzioni di controllo. Solo così questa opera potrà essere il simbolo di un paese credibile, non di una stagione di scorciatoie, e non divenire l’ennesimo fallimento di un esecutivo che, per ora, non ha portato a casa quasi nulla.

#Blog #PonteSulloStretto #GovernoMeloni #Opinioni #Italia #Politica


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Un ponte sul mare dei conti.


(174)

(PST)

Il dibattito sul ponte sullo stretto di Messina di questi giorni va oltre la politica. I rilievi della Corte dei conti non sono un atto di ostruzionismo, ma l’esercizio di una funzione di garanzia che tutela la legalità, la trasparenza e la corretta gestione delle risorse pubbliche. In un sistema democratico equilibrato, il controllo non è un freno, ma uno strumento di responsabilità.

Il progetto del ponte muove circa 14 miliardi di euro, coinvolge interessi strategici e incide sull’ambiente, sull’economia e sulla coesione territoriale. È naturale, e necessario, che la Corte chieda chiarezza su piani finanziari, sostenibilità economica e conformità giuridica degli atti, per assicurare che ogni fase rispetti le norme sui contratti pubblici e sulla spesa dello Stato.

Nel caso del governo Meloni, la spinta verso una realizzazione rapida dell’opera è ovvia: il ponte è diventato un simbolo politico, un progetto identitario che promette infrastrutture e sviluppo. Tuttavia, l’urgenza non può sostituire la trasparenza né giustificare forzature amministrative. Il ruolo della Corte è proprio quello di ricordare che una grande opera vive solo se fondata su basi legali solide e su una gestione finanziaria sostenibile.

(PST2)

Parlare di “attacco” o “ostacolo” da parte della Corte significa travisare la sua missione costituzionale. La funzione di controllo serve a rafforzare la credibilità dell’azione di governo, non a limitarla. In un periodo in cui il debito pubblico pesa e i margini di spesa sono stretti, è fondamentale che ogni euro investito sia tracciabile e coerente con i vincoli di legge.

La correttezza dei rilievi contabili sta nel richiamare l’attenzione su elementi tecnici che non possono essere ignorati: la revisione dei contratti con i concessionari, la copertura finanziaria pluriennale, la valutazione dei rischi ambientali e la trasparenza delle gare. Sono queste le condizioni per evitare arbitrio, sprechi o contenziosi futuri che rallenterebbero ulteriormente i lavori. La vera modernizzazione non è solo costruire infrastrutture, ma farlo rispettando le regole e garantendo che la spesa pubblica sia un investimento per tutti, non un rischio collettivo.

Ora serve che il governo Meloni abbandoni la retorica distrattiva. Se davvero la priorità è costruire il futuro dell’Italia, si dimostri di saperlo fare passando dal rispetto delle leggi e dall’ascolto delle istituzioni di controllo. Solo così questa opera potrà essere il simbolo di un paese credibile, non di una stagione di scorciatoie, e non divenire l’ennesimo fallimento di un esecutivo che, per ora, non ha portato a casa quasi nulla.

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[1.



  1. Dedicazione a Cosimo II de' Medici e Scoperta dei Pianeti Medicei ——————————————————————————————————

Presentazione e dedica delle stelle scoperte al Serenissimo Cosimo II de' Medici.

Il testo si apre con una riflessione sui metodi per assicurare l'immortalità ai grandi uomini, passando dalle statue e le città fino ai“monumenti incorrotti delle lettere”. L'autore prosegue ricordando come l'ingegno umano, non pago, abbia pensato di“segnare i loro nomi sugli Orbi celesti” con “note sempiterme”, poiché la fama di questi eroi non si offuscherà“prima che lo splendore delle stesse stelle si spenga”. Viene quindi introdotta la scoperta di “quattro stelle”riservate al nome di Cosimo, non del comune gruppo delle fisse ma“dell'illustre schiera dei vaganti”, che ruotano attorno a Giove “con moti mirabili”. L'autore spiega le ragioni della dedica, legando le virtù del dedicatario all'influsso di Giove, pianeta che “occupava il cardine del cielo” alla sua nascita. Rivendica infine il diritto, in quanto primo scopritore, di battezzarle“STELLE MEDICEE”, augurandosi che acquisiscano “tanta dignità da questo nome, quanta ne hanno avuta le altre dagli altri Eroi”.


Caratteristiche topografiche e proprietà ottiche della Luna, con particolare riferimento alla distinzione tra regioni chiare e grandi macchie.


Il testo descrive le caratteristiche osservabili della superficie lunare, concentrandosi sulle differenze tra le regioni chiare e le grandi macchie. Nelle regioni chiare, si osserva una notevole“asperitatum inæqualitatumque” attraverso la “Lunæ clariorem plagam”, dove le macchie più scure appaiono vicino al confine tra luce e ombra. Queste aree presentano un aspetto mutevole, poiché le ombre si spostano con l'illuminazione variabile del Sole, al punto che “cum Luna in oppositione totum impleverit orbem, modico admodumque tenui discrimine cavitatum opacitas ab eminentiarum candore discrepet”. Al contrario, le grandi macchie mostrano una sostanziale immutabilità, con areole che “eundem semper faciunt aspectum, neque intenditur earum opacitas aut remittitur”, suggerendo una “veram partium dissimilaritatem” e non semplicemente un effetto d'ombra.

Viene poi affrontata e risolta una potenziale obiezione: se la superficie è così irregolare, perché il bordo della Luna, il suo“limbus”, appare “exacte rotunda et circinata nullisque tumoribus aut cavitatibus corrosa”? La spiegazione fornita è duplice. In primo luogo, non esiste una singola fila di montagne sul bordo, ma “permulti montium ordines cum suis lacunis et anfractibus circa extremum Lunæ ambitum coordinati”. In secondo luogo, la prospettiva dall'osservatore terrestre, il cui“oculus in eodem fere plano cum verticibus illarum locatur”, fa sì che queste irregolarità multiple si compongano in una linea apparentemente liscia, proprio come “in terra multorum ac frequentium montium iuga secundum planam superficiem disposita apparent, si prospiciens procul fuerit”.


Una spiegazione fisica della luminosità e delle asperità della superficie lunare.


Il testo propone una teoria sulla natura di un orbo di sostanza densa che circonda la Luna, ritenuto responsabile della diffusione e della riflessione della luce solare. Questo strato, più profondo ai margini,“ac præsertim luminosus existens, Lunæque peripheriam Soli expositam obtegere” e impedisce alla vista di percepire le irregolarità superficiali più estreme, come suggerito dal fatto che“maiores Lunæ maculæ nulla ex parte ad extremum usque ambitum protendi conspiciantur”. Successivamente, la trattazione si sposta sulla topografia lunare, affermando che “clariorem Lunæ superficiem tumoribus atque lacunis undiquaque conspersam” sia. Attraverso un calcolo geometrico basato sull'osservazione che alcuni vertici montuosi nella parte in ombra appaiono illuminati anche a grande distanza dal terminatore, l'autore dimostra che “sublimitas igitur AD in Luna... eminentior est milliaribus Italicis 4”, stabilendo così l'altezza di un picco lunare.


Sulla luce secondaria della Luna e le apparenze delle stelle fisse attraverso il cannocchiale.


Il testo tratta della reciprocità nell'illuminazione tra Terra e Luna, spiegando come la “luce secondaria” lunare derivi dalla riflessione della luce solare da parte dell'emisfero terrestre illuminato. La luminosità di questo chiarore varia in base alla posizione reciproca dei tre corpi: “vividisque radiis illustrati integram respicit, reflexumque ab ipsa lumen concipit” e“maius minusve a terrestri reflexione recipit lumen, prout maiorem aut minorem terrestris hemisphærii illuminati partem spectaverit”. Si afferma che “quibus temporibus maxime a Luna illustratur Tellus, iisdem minus vice versa a Terra illuminetur Luna, et e contra”. La seconda parte si concentra sull'osservazione delle stelle fisse col cannocchiale, notando che non appaiono ingrandite nella stessa proporzione degli altri oggetti. La ragione è che, a occhio nudo, le stelle non si mostrano secondo la loro“suam simplicem nudamque, ut ita dicam, magnitudinem”, ma sono circondate da raggi scintillanti che ne amplificano l'apparenza:“angulus enim visorius, non a primario Stellæ corpusculo, sed a late circumfuso splendore, terminatur”. Questo alone luminoso, visibile soprattutto di notte, può essere rimosso non solo dalla luce diurna o da una “tenuis nubecula”, ma anche dal cannocchiale stesso, che “prius enim adscititios accidentalesque a Stellis fulgores adimit, illarum inde globulos simplices auget”.


Osservazioni celesti attraverso il perspicillum: stelle fisse, pianeti e la natura della Via Lattea.


Il testo descrive le osservazioni astronomiche condotte con l'ausilio del “perspicillum”, evidenziando le differenze di aspetto tra pianeti e stelle fisse. I pianeti si presentano come “globulos suos exacte rotundos ac circinatos”, simili a piccole lune, mentre le stelle fisse, anche se viste attraverso lo strumento, appaiono come “fulgores quidam radios circumcirca vibrantes”. Viene riportata la scoperta di un numero inaspettato di stelle precedentemente invisibili, poiché “infra Stellas magnitudinis sextæ, adeo numerosum gregem aliarum, naturalem intuitum fugientium, per Perspicillum intueberis, ut vix credibile sit”. A supporto di questa affermazione, vengono forniti due esempi specifici: la costellazione di Orione, dove sono state annotate “plures quingentis” stelle, e le Pleiadi, con l'aggiunta di “plures quam quadraginta” stelle invisibili a occhio nudo. Un'ulteriore scoperta fondamentale riguarda la natura della Via Lattea, definita come“nihil aliud, quam innumerarum Stellarum coacervatim consitarum congeries”. Questo si estende anche alle cosiddette nebulose, rivelatesi “Stellularum mirum in modum consitarum greges”, come dimostrato dall'esempio della Nebulosa nella Testa di Orione, che contiene ventuno stelle.


Scoperta e osservazione dei satelliti di Giove


Osservazioni celesti e la scoperta di nuovi pianeti medicei.

Il testo tratta dell'osservazione di un ammasso stellare,“Secundus NEBULOSAM PRÆSEPE figura 12 nuncupatam continet; quæ non una tantum Stella est, sed congeries Stellularum plurium quam quadraginta”, per poi annunciare l'intenzione di “quatuor PLANETAS a primo mundi exordio ad nostra usque tempora nunquam conspectos, occasionem reperiendi atque observandi, aperiamus”. Viene sottolineata la necessità di uno strumento ottico di qualità:“Perspicillo exactissimo opus esse”. La narrazione si concentra quindi sulla scoperta, avvenuta “Die itaque septima Ianuarii, instantis anni millesimi sexcentesimi decimi”, quando“tres illi adstare Stellulas, exiguas quidem, veruntamen clarissimas, cognovi”. Le osservazioni successive, “die octava” e “die decima”, rivelano il mutare della posizione di queste stelle, “longe aliam constitutionem reperi”, portando l'autore a dubitare che fossero fisse e a sospettare un “motu proprio” di Giove, finché non conclude che una di esse era “sub Iove latitante”.


Resoconto delle osservazioni dei satelliti gioviani e delle loro posizioni relative.


Il testo descrive le osservazioni condotte tra il giorno non specificato, il 18, il 19 e il 20, concentrandosi sulle posizioni, le distanze e le magnitudini di corpi celesti in prossimità di Giove. Viene annotata la comparsa di una nuova stella “che prima, come ritengo, era unita alla precedente” e la sua successiva evoluzione in posizione. Le misurazioni delle distanze angolari sono minuziose, espresse in minuti primi e secondi d'arco, come nella configurazione del giorno 19 dove le stelle erano disposte “secondo una linea retta perfetta” con distanze specificate. Viene menzionata l'incertezza dell'osservatore riguardo al numero esatto di stelle visibili, come quando si dichiara “incerto se da occidente ci fossero due, o tre stelline”. Il sommario accenna anche alla variabilità nella luminosità percepita degli astri, notando che una stella inizialmente“piccolissima” in seguito divenne “quasi uguale per grandezza alle altre”.


Osservazioni astronomiche delle lune di Giove.


Il testo riporta osservazioni dettagliate delle posizioni e delle caratteristiche di satelliti vicini a Giove, effettuate in date e orari specifici. Vengono descritte le distanze angolari tra i corpi celesti, le loro dimensioni relative e l'allineamento. “Aderant ex oriente Stellulæ tres, æqualiter inter se et a Iove distantes” ovvero“Ad oriente aderavano tre stelline, ugualmente distanti tra loro e da Giove”. Si nota che “Orientalis Iovi proxima erat omnium minima; reliquæ vero aliquanto maiores, atque inter se proxime æquales”, cioè “Quella più vicina a Giove, a oriente, era la più piccola di tutte; le altre invece erano alquanto più grandi, e tra loro quasi uguali”. Viene inoltre segnalata una lieve deviazione dall'allineamento perfetto: “fuerunt vero secundum eandem rectam lineam... nisi quod trium occidentalium media paululum in austrum deflectebat”, ossia “erano infatti disposte secondo la stessa linea retta... se non che quella di mezzo delle tre occidentali deviava un poco verso sud”. Le misurazioni delle distanze, espresse in minuti e secondi d'arco, sono un tema minore costante, come “interstitia vero, secundum existimationem, 50 secundorum minutorum fuere” e “a Iove ad occidentaliorem pr. 7”.


Sulla disposizione e i movimenti dei satelliti gioviani.


Il testo riporta osservazioni dettagliate delle posizioni relative di Giove e dei suoi satelliti, con misurazioni precise delle distanze angolari in primi e secondi d'arco. Viene descritta la configurazione dei corpi celesti, spesso allineati “in eadem recta linea”, e si nota come “occidentalis Stella satis exigua” appaia. Le misurazioni indicano distanze variabili, come “orientalior Stella a Iove min. 6, occidentalis vero 8”. Viene inoltre registrato un cambiamento nel numero dei satelliti visibili, poiché in un'occasione si attesta che “hora septima, quatuor aderant Stellæ: inter quas Iuppiter mediam occupabat sedem”.

Riferimenti


Figura 43, Figura 44, Figura 45, Figura 46.


Rilevazioni delle posizioni e delle magnitudini dei satelliti gioviani.


Il testo riporta una serie di osservazioni astronomiche concentrate sui satelliti di Giove. Vengono descritte le loro posizioni reciproche e rispetto al pianeta, con misurazioni precise delle distanze in minuti primi. Le osservazioni, condotte in giorni successivi, registrano il numero di satelliti visibili, il loro allineamento e le relative magnitudini. Un tema minore è costituito dalle condizioni meteorologiche, che in un'occasione hanno ostacolato la visibilità:“Cælum fuit nubilosum”. Le descrizioni sono supportate da riferimenti a figure, come “figura 49” e “figura 50”. Le misurazioni indicano configurazioni variabili, con satelliti che appaiono “in eadem recta secundum Eclipticam extensa” o “medium Iovem intercipientes”. Viene inoltre annotata l'uguaglianza o la disparità nelle magnitudini, con corpi celesti descritti come “æquales omnes” o, al contrario, con una stella “exigua satis” e un'altra“satis magna”.


Osservazioni astronomiche delle lune di Giove in date successive.


Il testo riporta osservazioni dettagliate della posizione e della magnitudine di stelle vicine a Giove, verosimilmente i suoi satelliti, effettuate in giorni e orari specifici. Vengono descritte le configurazioni, con il numero di astri visibili, le loro distanze angolari dal pianeta e tra di loro, e le loro magnitudini relative. Per esempio, il 15 del mese si nota che “tre erano le stelle orientali, nessuna invece si scorgeva occidentale”, mentre il 17 si registra che “entrambe [le stelle] erano abbastanza esigue, specialmente l'orientale nella seconda osservazione”. Le misurazioni delle distanze sono minuziose, spesso espresse in primi e secondi d'arco, come la stella orientale che “dista[va] da esso min. 0, sec. 50”. Un tema minore è l'allineamento degli astri, rilevato il 16 quando “erano tutte della medesima, quasi, grandezza, abbastanza cospicue, e sulla stessa retta linea esattamente secondo l'andamento dello Zodiaco”.


Serie di osservazioni sui satelliti di Giove e le loro posizioni relative.


Il sommario descrive le osservazioni dei satelliti di Giove condotte in diverse notti, con particolare attenzione al loro numero, alla disposizione e alle distanze angolari dal pianeta. Viene rilevato che i satelliti appaiono spesso allineati “in eadem recta Eclipticæ parallela” e “ad unguem in eadem recta”. Le osservazioni includono notti con cielo sereno e altre, come il 20 e le tre notti successive al 21, in cui “cælum fuit nubibus obductum”. Vengono annotate le dimensioni relative dei corpi celesti, ad esempio una stella orientale era “aliquanto minor occidentali”. Un tema minore è l'evoluzione delle configurazioni nel tempo, come quando, nella notte del 26, inizialmente erano visibili solo due stelle, ma “hora 5, tres visæ sunt Stellæ”. Un ulteriore tema minore è l'introduzione di un nuovo metodo di osservazione “secundum Zodiaci longitudinem, facta relatione ad fixam quandam” a partire da quella stessa notte, per misurare il movimento.


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Abilitazione e creazione token


  1. Accedere, con il vostro account, al l'istanza mastodon di riferimento.
  2. Andare su Preferenze (menù a destra)
  3. Andare su Sviluppo (menù a sinistra)
  4. Fare click su Nuova applòicazione
  5. Compilare tutti i campi e concedere almeno i permessi di scrittura post.
  6. Salvare in un luogo sicuro (password manager) quanto generato.


Comando curl di esempio

curl -s -X POST https://mastodon.uno/api/v1/statuses \
     -H "Authorization: Bearer TOKEN_DI_ACCESSO" \
     -d "status=Ciao mondo" \
     -d "visibility=public" \
Semplice Script di invio


A questo punto possiamo farci un semplice script che prende in input, come parametro, del testo e lo invia per noi.

cat toot.sh
#!/bin/bash

# Verifica che sia stato passato almeno un argomento
if [ -z "$1" ]; then
  echo "Errore: devi passare il testo del toot come parametro."
  echo "Uso: $0 \"Testo del toot\""
  exit 1
fi

# Salva il parametro in una variabile
TOOT="$1"

# Esegui la richiesta POST
curl -s -X POST https://mastodon.uno/api/v1/statuses \
     -H "Authorization: Bearer TOKEN_DI_ACCESSO" \
     -d "status=$TOOT" \
     -d "visibility=public" \
-H "Authorization: Bearer TOKEN_DI_ACCESSO" \
| jq '.uri'

Ho inserito #jq in fondo con un filtro (che possiamo modificare a nostro piacimento), perché l'output in formato json è abbastanza prolisso

curl

Perché?


A parte che è bello fare il nerd è usare #mastodon da command line, ma la cosa può essere molto utile se la usiamo in abbinata ad altre azioni/comandi. Pensiamo ad esempio ad un integraszione con #forgejo, ad esempio potremmo fare un post (tramite #webook) al termine del nostro workflow.

Un altro esempio è il collegare l'account ad un servizio di monitoraggio come #uptimekuma in questo modo si avrà una pagina che indica ai follower lo stato dei nostri servizi.

Oppure usarlo al termine di un nostro script che preleva i prossimi appuntamenti da un caledario ics.

Insomma, potete integrare l'invio di un toot alla fine di un vostro script custom, il limite a questo punto è solo la fantasia!

E voi come lo usate?

Seguimi su mastodon: @

Articolo pubblicato con licenza CC BY-NC-SA


blog.agostinelli.eu/mastodon-t…


Mastodon: toot da command line


Non tutti sanno che... E' semplicissimo fare un post (toot) sul proprio profilo #mastodon con un semplice comando, ad esempio utilizzando #curl.

Vediamo come fare.

mastodon

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  1. Accedere, con il vostro account, al l'istanza mastodon di riferimento.
  2. Andare su Preferenze (menù a destra)
  3. Andare su Sviluppo (menù a sinistra)
  4. Fare click su Nuova applòicazione
  5. Compilare tutti i campi e concedere almeno i permessi di scrittura post.
  6. Salvare in un luogo sicuro (password manager) quanto generato.


Comando curl di esempio

curl -s -X POST https://mastodon.uno/api/v1/statuses \
     -H "Authorization: Bearer TOKEN_DI_ACCESSO" \
     -d "status=Ciao mondo" \
     -d "visibility=public" \
Semplice Script di invio


A questo punto possiamo farci un semplice script che prende in input, come parametro, del testo e lo invia per noi.

cat toot.sh
#!/bin/bash

# Verifica che sia stato passato almeno un argomento
if [ -z "$1" ]; then
  echo "Errore: devi passare il testo del toot come parametro."
  echo "Uso: $0 \"Testo del toot\""
  exit 1
fi

# Salva il parametro in una variabile
TOOT="$1"

# Esegui la richiesta POST
curl -s -X POST https://mastodon.uno/api/v1/statuses \
     -H "Authorization: Bearer TOKEN_DI_ACCESSO" \
     -d "status=$TOOT" \
     -d "visibility=public" \
-H "Authorization: Bearer TOKEN_DI_ACCESSO" \
| jq '.uri'

Ho inserito #jq in fondo con un filtro (che possiamo modificare a nostro piacimento), perché l'output in formato json è abbastanza prolisso

Perché?


A parte che è bello fare il nerd è usare #mastodon da command line, ma la cosa può essere molto utile se la usiamo in abbinata ad altre azioni/comandi. Pensiamo ad esempio ad un integraszione con #forgejo, ad esempio potremmo fare un post (tramite #webook) al termine del nostro workflow.

Un altro esempio è il collegare l'account ad un servizio di monitoraggio come #uptimekuma in questo modo si avrà una pagina che indica ai follower lo stato dei nostri servizi.

Oppure usarlo al termine di un nostro script che preleva i prossimi appuntamenti da un caledario ics.

Insomma, potete integrare l'invio di un toot alla fine di un vostro script custom, il limite a questo punto è solo la fantasia!

E voi come lo usate?4.

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The Amazing - Picture You (2015)


immagine

Si immagini questo particolare staff scandinavo: due artisti provenienti da due band diverse si incontrano, ciascuno con il suo personale background musicale. Chiamano un po’ di baldi musici al loro servizio e formano un collettivo dal nome a dir poco impegnativo: The Amazing. Dopo l’apprezzabile “Gentle Stream” arriva così “Picture You”, l’ultimissima ricetta del quintetto svedese dove nei suoi brani scoviamo facilmente le tracce della loro genesi: un incontro tra molteplici flussi di passato e presente dove nessuno prevarica sull'altro, in un'armonia a lunghi tratti – ci venga concessa la battuta facile – amazing... artesuono.blogspot.com/2015/09…


Ascolta il disco: album.link/s/3rZNNZhcVyVcaAuBD…



noblogo.org/available/the-amaz…


The Amazing - Picture You (2015)


immagine

Si immagini questo particolare staff scandinavo: due artisti provenienti da due band diverse si incontrano, ciascuno con il suo personale background musicale. Chiamano un po’ di baldi musici al loro servizio e formano un collettivo dal nome a dir poco impegnativo: The Amazing. Dopo l’apprezzabile “Gentle Stream” arriva così “Picture You”, l’ultimissima ricetta del quintetto svedese dove nei suoi brani scoviamo facilmente le tracce della loro genesi: un incontro tra molteplici flussi di passato e presente dove nessuno prevarica sull'altro, in un'armonia a lunghi tratti – ci venga concessa la battuta facile – amazing... artesuono.blogspot.com/2015/09…


Ascolta il disco: album.link/s/3rZNNZhcVyVcaAuBD…


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SIRACIDE - Capitolo 50


Il sommo sacerdote Simone1Simone, figlio di Onia, sommo sacerdote, nella sua vita riparò il tempio e nei suoi giorni consolidò il santuario.2Da lui furono poste le fondamenta del doppio muro, l'elevato contrafforte della cinta del tempio.3Nei suoi giorni fu scavato il deposito per le acque, un serbatoio grande come il mare.4Avendo premura d'impedire la caduta del suo popolo, fortificò la città nell'assedio.5Com'era glorioso quando si affacciava dal tempio, quando usciva dal santuario dietro il velo!6Come astro mattutino in mezzo alle nubi, come la luna nei giorni in cui è piena,7come sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo, come arcobaleno splendente fra nubi di gloria,8come rosa fiorita nei giorni di primavera, come giglio lungo i corsi d'acqua, come germoglio del Libano nei giorni d'estate,9come fuoco e incenso su un braciere, come vaso d'oro massiccio, ornato con ogni specie di pietre preziose,10come ulivo che fa germogliare i frutti e come cipresso svettante tra le nuvole.11Quando indossava i paramenti gloriosi, egli era rivestito di perfetto splendore, quando saliva il santo altare dei sacrifici, riempiva di gloria l'intero santuario.12Quando riceveva le parti delle vittime dalle mani dei sacerdoti, egli stava presso il braciere dell'altare: intorno a lui c'era la corona di fratelli, simili a fronde di cedri nel Libano, che lo circondavano come fusti di palme;13tutti i figli di Aronne nella loro gloria, e con le offerte del Signore nelle loro mani, stavano davanti a tutta l'assemblea d'Israele,14ed egli compiva il rito liturgico sugli altari, preparando l'offerta dell'Altissimo onnipotente.15Egli stendeva la sua mano sulla coppa e versava sangue di uva, lo spargeva alle basi dell'altare come profumo soave all'Altissimo, re di tutte le cose.16Allora i figli di Aronne alzavano la voce, suonavano le trombe di metallo lavorato e facevano udire un suono potente come memoriale davanti all'Altissimo.17Allora tutto il popolo insieme si affrettava e si prostravano con la faccia a terra, per adorare il loro Signore, Dio onnipotente e altissimo.18E i cantori intonavano canti di lodi, e grandioso risuonava il canto e pieno di dolcezza.19Il popolo supplicava il Signore altissimo, in preghiera davanti al Misericordioso, finché fosse compiuto il servizio del Signore e fosse terminata la sua liturgia.20Allora, scendendo, egli alzava le sue mani su tutta l'assemblea dei figli d'Israele, per dare con le sue labbra la benedizione del Signore e per gloriarsi del nome di lui.21Tutti si prostravano di nuovo per ricevere la benedizione dell'Altissimo.

Invito alla lode22E ora benedite il Dio dell'universo, che compie in ogni luogo grandi cose, che fa crescere i nostri giorni fin dal seno materno, e agisce con noi secondo la sua misericordia.23Ci conceda la gioia del cuore e ci sia pace nei nostri giorni in Israele, ora e sempre.24La sua misericordia resti fedelmente con noi e ci riscatti nei nostri giorni.

Tre popoli detestati25Contro due popoli la mia anima è irritata, il terzo non è neppure un popolo:26quanti abitano sul monte di Samaria e i Filistei e il popolo stolto che abita a Sichem.

Conclusione del libro27Una dottrina d'intelligenza e di scienza ha condensato in questo libro Gesù, figlio di Sira, figlio di Eleàzaro, di Gerusalemme, che ha riversato come pioggia la sapienza dal cuore.28Beato chi medita queste cose e colui che, fissandole nel suo cuore, diventa saggio;29se le metterà in pratica, sarà forte in tutto, perché la luce del Signore sarà la sua strada.⌈A chi gli è fedele egli dà la sapienza.Benedetto il Signore per sempre. Amen, amen.⌉

_________________Note

50,1 Nell’elogio degli antenati viene inserito anche il sommo sacerdote Simone, che esercitò il ministero tra il 220 e il 195 circa. Viene lodato per le sue grandi opere (vv. 1-4) ma soprattutto per lo splendore che traspare dalla sua figura sacerdotale. Il testo ebraico reca: “Simone, figlio di Iohanan, il sacerdote”.

50,24a Il testo ebraico reca: “La sua misericordia resti fedelmente con Simone”.

50,25-26 Questa inaspettata polemica, espressa con un proverbio numerico, è rivolta contro popoli che erano nemici storici d’Israele.

50,26 Gli abitanti di Sichem sono i Samaritani. Nel testo greco si citano così due volte gli stessi Samaritani; probabilmente c’è un errore di trascrizione. Il testo ebraico, invece di sul monte di Samaria, reca Seir, ossia Edom.

50,27-29 L’autore presenta se stesso (cosa singolare nell’AT), indicando il proprio nome e la propria funzione di maestro.

50,27c Il testo ebraico reca: “Simone, figlio di Gesù, figlio di Eleàzaro, figlio di Sira”.

=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=

Approfondimenti


vv. 1-21. La lode dei padri si conclude con il lungo panegirico del sommo sacerdote Simone II, figlio di Onia II, vissuto tra il 219 e il 196 a.C. È detto “giusto”, perché fu l'ultimo della casa sacerdotale di Zadok a osservare fedelmente la legge. Ben Sira, dopo aver esaltato la gloria di Adamo (49,16b), usa lo stesso termine (ebr. tiperet) per qualificare questo contemporaneo, «grande tra i fratelli e gloria del suo popolo» (50,1a ebr.). Dopo l'introduzione storica, con l'elenco delle benemerenze sociali ed urbanistiche (vv. 1-4), l'elogio si sviluppa in tre momenti:

  • a) l'uscita splendida dal tempio (vv. 5-10);
  • b) lo svolgimento dei riti (vv. 11-15);
  • c) le reazioni di sacerdoti, popolo e cantori (vv. 16-19).

Da ultimo la benedizione nel nome del Signore, che conclude insieme il profilo di Simone e l'elogio dei padri (vv. 20-21).

Ben Sira ha conosciuto i tempi di Simone e il suo impegno nel rinnovare il tempio con fortificazioni e piani rialzati (vv. 1-2). Forse il testo allude ai lavori autorizzati da Antioco III il Grande (223-187), tra il 199, anno della vittoria a Panion contro i Lagidi, ed il 195, anno della morte dello stesso Simone. La notizia viene da Giuseppe Flavio (Antichità Giudaiche XII,3,3). Come Ezechia (48,17), anche Simone si occupa di dotare la città di acqua, per prevenire gli assedi (cfr. 1Mac 1,20-24.29-32). Poi il profilo passa a descrivere l'attività sacerdotale. Di quale funzione si tratta? Abitualmente si pensa al solenne giorno dell'espiazione (cfr. Lv 16), l'unico nel quale il sommo sacerdote va oltre il velo nel Santo dei Santi (v. 5b) e pronuncia il “nome di JHWH” per la benedizione (vv. 20-21). Non manca, però, chi sostiene trattarsi dei sacrifici quotidiani, mattutino e serale, a motivo del parallelo tra i vv. 5-21 ed il loro rituale descritto nel trattato Tamid (VI,3-VII,3). Ma è probabile che i due cerimoniali – quello annuale e quello quotidiano – siano fusi con una certa libertà spirituale e letteraria: al centro (vv. 11-16) prevale l'attenzione ai sacrifici quotidiani, all'inizio e alla fine a quello annuale (vv. 5.20-21). Ben Sira appare in linea con i farisei, non con i sadducei: dà valore anche alla tradizione orale, non solo alla legge scritta. Le dieci metafore per descrivere lo splendore del sommo sacerdote provengono dall'astronomia (vv. 6-7; cfr. Sal 148,3), dal mondo agricolo (vv. 8.10; cfr. 24,13-17) e dalla liturgia (v. 9; cfr. 49,1; Lv 2,1-2). Circa oggetti ed abiti preziosi (vv. 9bc.11), cfr. la descrizione di Aronne (45,8-11). Dopo la deposizione delle parti delle vittime sull'altare (vv. 12-14) ed il rito della libazione con vino (v. 15), i sacerdoti suonano la tromba ed il popolo si prostra e supplica il misericordioso, mentre i cantori e la musica accompagnano la liturgia. I vari riferimenti al popolo ed il ricco vocabolario teologico (l'Altissimo, il re di tutte le cose, Signore Dio onnipotente, misericordioso) rivelano che Ben Sira, da scriba laico, non rievoca solo il gusto per esperienze religiose più o meno estetizzanti, ma manifesta un convincimento di fede verso il sacerdozio, visto come l'istituzione-ponte tra il passato ed il futuro di Israele. Il fascino religioso-storico di Simeone si prolungherà nel tempo. La tradizione giudaica lo esalterà come contemporaneo di Alessandro Magno: questi, durante una sua spedizione in Israele, si sarebbe inchinato alla vista del gran sacerdote ed avrebbe poi spiegato le ragioni del gesto ai suoi nobili e funzionari.

vv. 22-24. La conclusione contiene un invito (v. 22) e un augurio (23-24). È ora di benedire il Dio dell'universo (ebr.: «JHWH, Dio di Israele»), autore di opere grandiose (cfr. Sal 136,4a) in ogni luogo (ebr.: «sulla terra»): è lui che esalta i nostri giorni (ebr.: «Adam», l'uomo) sin dal grembo a motivo della sua «misericordia» (ebr.: «volontà»). La traduzione universalizza i dati di fede di Ben Sira. L'augurio chiede la «gioia del cuore», volgendo lo sguardo dai giorni presenti a quelli futuri (o dell'eternità) e affidandosi alla misericordia divina che riscatta. Segno, questo, di una nuova situazione di dolore? Il testo ebraico, abbastanza diverso, augura che Dio «conceda la sapienza del cuore e la pace» (v. 23) ai lettori. La speranza di Ben Sira è che la misericordia divina rimanga con Simone (in pratica coi suoi discendenti, essendo egli già morto) e dia compimento all'alleanza di Pincas. Si sa che la speranza di una continuità del sacerdozio nella famiglia di Simone si interrompe con l'assassinio di Onia III (cfr. 2Mac 4,34).

vv. 25-26. È un proverbio numerico, contenente un violento attacco a tre popoli nemici:

  • a) gli Edomiti (Seir), rei di avere aiutato i Babilonesi nell'assedio di Gerusalemme nel 586, nemici storici anche dopo;
  • b) i Filistei, abitanti della costa sottomessi da Davide (cfr. 2Sam 5,18-25), rei di paganesimo, insieme con quanti hanno ceduto all'ellenizzazione;
  • c) i Samaritani (Sichem), eretici discendenti del ribelle regno del Nord e fautori di un culto separatista sul monte Garizim, in un santuario che i Giudei distrussero nel 128 a.C.

vv. 27-29. La conclusione contiene i dati dell'autore ed un'esortazione a prendere sul serio il contenuto del libro. In modo non usuale per l'AT, l'autore esce dall'anonimato, contento di avere messo per iscritto (v. 27b: charassein significa incidere pietre o metalli, coniare, fare solchi) la sua istruzione/sapienza, facendola scaturire come pioggia dal cuore (v. 27). Per un diverso riferimento all'autore nei libri sapienziali cfr. Prv 1,1-3; Qo 1,1.12; 12,9-10. Il futuro discepolo sarà felice se assumerà tre atteggiamenti fondamentali:

  • a) fare attenzione e meditare la sapienza scritta del Maestro;
  • b) tenere fisso il cuore e la memoria su di essa;
  • c) metterla in pratica.

In questo modo egli conseguirà la forza necessaria per essere fedele alla propria identità e storia in un contesto culturale e religioso confuso e schiacciante, quale doveva apparire quello ellenistico ai pii Ebrei. La «luce» (ebr. «il timore»: v. 29b; cfr. 1,14a) del Signore farà da strada. Sia egli benedetto!

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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