Violenza ed atti persecutori. L'Ordine di Protezione Europeo: Uno Strumento poco conosciuto
Premessa
Il Dipartimento della Pubblica sicurezza – Direzione centrale della Polizia criminale – Servizio analisi criminale ha rilasciato recentemente il Report Trimestrale (terzo trimestre 2025) sui dati relativi agli omicidi volontari, con particolare attenzione ai delitti potenzialmente legati a liti familiari e violenza domestica (reperibile qui interno.gov.it/sites/default/f…), da cui emerge come nel periodo 1 gennaio 30 – settembre 2025, confrontato con periodo del 2024, il numero degli eventi sia in diminuzione (da 255 a 224 (-12%)), come è in calo pure il numero delle vittime di genere femminile, che da 91 scendono a 73 (-20%). Anche i delitti commessi in ambito familiare/affettivo, fanno rilevare un decremento sia nel numero di eventi da 122 a 98 (-20%), che nel numero delle vittime di genere femminile che da 79 passano a 60 (-24%).
Se in genere gli ultimi dati indicano un aumento della consapevolezza e della segnalazione di casi di violenza di genere, dall'altra parte si avverte una persistenza del fenomeno in diverse forme. Ci sono segnali positivi legati all'attivazione di centri antiviolenza e all'introduzione di nuove leggi, ma la strada per un cambiamento culturale e sociale significativo è ancora lunga.
Anche la conoscenza delle norme, da parte degli operatori che pure dovrebbero recepirle nel dettaglio, appare a volte lacunosa. Ci riferiamo all' Ordine di Protezione Europeo (OPE), uno strumento di cooperazione giudiziaria europea transfrontaliera che dalla sua comparsa sotto forma di Direttiva nel 2011 (e suo recepimento nella normativa nazionale italiana nel pacchetto legislativo noto come “Codice Rosso”) è stato utilizzato pochissimo.
Introduzione: La Protezione che Viaggia con Te
Immaginiamo una persona che, in Italia, ha ottenuto un provvedimento di protezione da minacce, violenze o atti persecutori. Cosa accade se questa persona ha la necessità, per lavoro o per scelta personale, di trasferirsi o anche solo di soggiornare in un altro Paese dell'Unione Europea? Perde forse la tutela che le era stata garantita? Per rispondere a questa fondamentale esigenza di sicurezza, è stato creato uno strumento giuridico specifico: l'Ordine di Protezione Europeo (OPE). L'OPE è concepito per risolvere proprio questo problema, assicurando che le misure di protezione concesse in Italia possano “viaggiare” insieme alla vittima, mantenendo la loro validità ed efficacia oltre i confini nazionali.
Per comprendere appieno come funziona questo meccanismo transfrontaliero, è essenziale partire dalle fondamenta: le misure di protezione nazionali che costituiscono il presupposto per poterlo attivare.
Le Misure di Protezione Nazionali: Il Fondamento dell'OPE
Nel nostro ordinamento, l'Ordine di Protezione Europeo si basa su due specifiche misure cautelari previste dal codice di procedura penale. Queste non sono state pensate per reati generici, ma per fornire uno specifico strumento di tutela nelle fasi che precedono l'accertamento della responsabilità penale rispetto a fattispecie delittuose caratterizzate dalla reiterazione della condotta pregiudizievole, come i maltrattamenti contro familiari (art. 572 c.p.) e gli atti persecutori, meglio noti come stalking (art. 612-bis c.p.).
Articolo 282-bis c.p.p.: L'Allontanamento dalla Casa Familiare
Questa misura è uno strumento cruciale per la tutela delle vittime in contesti di violenza domestica. Il suo scopo primario è interrompere la convivenza forzata e pericolosa, allontanando fisicamente la persona che costituisce una minaccia dall'ambiente familiare.
Quando applica questa misura, il giudice può imporre una serie di provvedimenti molto concreti:
- Ordinare all'imputato di lasciare immediatamente la casa familiare.
- Vietare all'imputato di rientrare in casa o di accedervi senza una specifica autorizzazione del giudice, che può anche stabilire precise modalità di visita.
- Prescrivere di non avvicinarsi a luoghi specifici frequentati abitualmente dalla persona offesa (ad esempio, il luogo di lavoro, il domicilio dei familiari, la scuola dei figli).
- Ingiungere il pagamento di un assegno periodico a favore dei conviventi che, a causa dell'allontanamento, rimangono privi di mezzi economici adeguati.
Questa misura viene applicata in contesti delittuosi gravi, come i maltrattamenti contro familiari e conviventi (art. 572 del codice penale) o gli atti persecutori, meglio noti come stalking (art. 612-bis del codice penale).
Articolo 282-ter c.p.p.: Il Divieto di Avvicinamento
Mentre la misura precedente si concentra sul contesto domestico, il divieto di avvicinamento è uno strumento flessibile, finalizzato a proteggere la vittima nella sua vita quotidiana, sociale e lavorativa, al di fuori delle mura di casa. Il giudice ha un'ampia discrezionalità nel definire i contorni della misura, adattandola alle specifiche esigenze di protezione del caso concreto.
I divieti che il giudice può imporre includono:
- Imporre all'imputato di non avvicinarsi a luoghi specifici abitualmente frequentati dalla persona offesa o dai suoi congiunti (parenti, partner, persone conviventi o legate da una relazione affettiva).
- Ordinare di mantenere una determinata distanza da tali luoghi o, in modo ancora più incisivo e dinamico, direttamente dalla persona offesa, ovunque essa si trovi.
- Vietare all'imputato di comunicare con la vittima o con persone a lei vicine attraverso qualsiasi mezzo, sia esso diretto (incontri) o indiretto (telefono, email, social media, messaggi tramite terzi).
Per garantire il rispetto di questa misura, il giudice può disporre l'utilizzo di strumenti di controllo tecnologico, come il cosiddetto “braccialetto elettronico”, che segnala alle forze dell'ordine un'eventuale violazione delle distanze imposte.
Sono proprio questi provvedimenti, così centrali per la tutela delle vittime in Italia, a costituire il ponte verso una protezione estesa a livello europeo.
Il Ponte verso l'Europa: L'Ordine di Protezione Europeo (OPE)
Cos'è l'OPE e a Cosa Serve?
L'Ordine di Protezione Europeo (OPE), introdotto dalla Direttiva 2011/99/UE, è una decisione giudiziaria basata sul principio del reciproco riconoscimento tra gli Stati membri. Il suo obiettivo primario è semplice ma fondamentale: estendere l'efficacia di una “misura di protezione” nazionale al territorio di un altro Stato membro in cui la vittima decide di risiedere o soggiornare.
In questo meccanismo, si distinguono due ruoli:
- Stato di emissione: È il Paese che ha adottato la misura di protezione originaria (in questo caso, l'Italia).
- Stato di esecuzione: È il Paese dell'Unione Europea in cui la persona protetta si trasferisce e dove l'OPE dovrà essere riconosciuto e applicato.
Il Collegamento Indissolubile con le Misure Italiane
È fondamentale sottolineare un punto chiave: nell'ordinamento italiano, le uniche misure cautelari che costituiscono il presupposto per poter richiedere l'emissione di un OPE sono quelle previste dagli articoli 282-bis e 282-ter del codice di procedura penale.
Questo significa che l'esistenza di un provvedimento di allontanamento dalla casa familiare o di divieto di avvicinamento è la condizione necessaria e imprescindibile per attivare la tutela a livello europeo. Senza una di queste due misure attive in Italia, non è possibile richiedere un Ordine di Protezione Europeo.
Come Viene Informata la Vittima?
Per assicurare che la vittima sia pienamente consapevole di questa opportunità, la legge italiana (attraverso l'introduzione del comma 1-bis all'art. 282-quater c.p.p.) stabilisce un obbligo preciso. Quando il giudice emette una delle due misure cautelari (art. 282-bis o 282-ter), deve obbligatoriamente comunicare alla persona offesa la sua facoltà di richiedere l'emissione di un Ordine di Protezione Europeo. Questo obbligo di informazione garantisce che un diritto così importante non rimanga inascoltato, fornendo alla vittima uno strumento concreto per pianificare il proprio futuro in sicurezza, anche al di fuori dei confini nazionali.
Conclusione: Una Tutela Senza Frontiere
In sintesi, l'ordinamento italiano dispone di strumenti di protezione specifici ed efficaci (artt. 282-bis e 282-ter c.p.p.) per tutelare le vittime di reati gravi come la violenza domestica e lo stalking. L'Ordine di Protezione Europeo rappresenta l'evoluzione naturale di questa tutela, trasformandola da un provvedimento puramente nazionale a un diritto esigibile in tutta l'Unione Europea. Grazie a questo meccanismo di cooperazione giudiziaria, la protezione non si ferma più alla frontiera, ma viaggia insieme alla persona, rafforzando in modo concreto la sua sicurezza e la sua libertà di circolare e vivere all'interno dello spazio comune europeo.
Tuttavia, nonostante la sua importanza fondamentale, l'OPE rimane uno strumento ancora poco conosciuto e utilizzato. La piena consapevolezza di questo diritto da parte delle vittime e degli operatori legali è essenziale per trasformare la promessa di una tutela senza frontiere in una realtà concreta e diffusa, garantendo che la sicurezza non sia mai un ostacolo alla libertà di movimento.
#violenzadigenere #stalking #codicerosso #ordinediprotezioneeuropeo #OPE
Torres - Sprinter (2015)
Mackenzie Scott, Torres per gli amici, ha 24 anni, ma sulle spalle già un sontuosissimo debut (l’eponimo Torres) con cui ha contemporaneamente sfiorato il cuore e preso a pugni lo stomaco di molti, me compreso. Una chitarra, la leggenda vuole comprata dai genitori dopo molti sacrifici, e tante cose da dire con una voce tutt’altro che anonima. A distanza di due anni Torres si tinge i capelli di biondo ma la ricetta non cambia, e anzi si conferma pienamente in questo Sprinter grazie anche al contributo di personaggi quali Rob Ellis alla produzione e una band di supporto formata da Ian Oliver (già con PJ Harvey) e Adrian Utley (Portishead)... artesuono.blogspot.com/2015/05…
Ascolta il disco: album.link/s/2ePwJ7FH3bxVdaV1x…
La cooperazione internazionale infligge un duro colpo alla 'Ndrangheta
Mentre a Reggio Calabria è in corso un maxiprocesso che coinvolge 132 membri della 'Ndrangheta arrestati nel 2023 durante un'operazione congiunta che interessò 10 Paesi, 76 degli imputati sono già stati processati. È stata emessa la prima sentenza, con il giudice competente che ha condannato gli imputati a una pena complessiva di 1.098 anni di carcere e a una multa di 440.000 euro. L'operazione, che coinvolse autorità di Italia, Belgio, Germania, Francia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Romania, Brasile e Panama, è considerata una delle più grandi azioni contro la rete policriminale italiana fino ad oggi. Il supporto di #Eurojust ed #Europol è stato fondamentale, dato l'elevato numero di Paesi coinvolti.
Si è trattato della prima sentenza del Tribunale di Reggio Calabria a seguito della richiesta di rito abbreviato presentata da 76 imputati, condannati per partecipazione a un'organizzazione criminale di stampo mafioso e per coinvolgimento in un'organizzazione internazionale di narcotraffico.Eurojust considera questa la sua più grande azione contro un'organizzazione di stampo mafioso. L'operazione fu condotta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
L'indagine rivelò una rete guidata da diverse famiglie della 'Ndrangheta con sede principalmente a San Luca. Il caso ha confermato che i membri della 'Ndrangheta, considerata una delle reti criminali più potenti al mondo, sono responsabili di gran parte del traffico di cocaina in Europa e sono anche attivi nel riciclaggio sistematico di denaro. L'indagine è stata complessa a causa dell'utilizzo da parte dei criminali di servizi di messaggistica criptata come #Encrochat e #SkyECC, nonché del fatto che si è svolta sia all'interno che all'esterno dell'Unione Europea. Per questi motivi, il supporto di Eurojust alle autorità nazionali e il suo ruolo nel coordinamento internazionale sono stati cruciali.
Il 3 maggio 2023, le autorità di Belgio, Germania, Italia, Francia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Romania, Brasile e Panama hanno dispiegato oltre 2.700 agenti per effettuare irruzioni in diverse località e sequestrare diverse aziende, portando all'arresto di 132 membri della rete. La chiave del successo dell'operazione del 3 maggio è stata la cooperazione tra le 10 autorità durante le indagini, coordinate da Eurojust ed Europol. Attraverso il finanziamento e l'istituzione di due Squadre Investigative Congiunte (#Jic #SIC), Eurojust ha garantito lo scambio di informazioni tra le autorità e la preparazione dell'intricata operazione. La rapida ed efficace cooperazione attraverso le squadre investigative comuni è stata essenziale per smantellare con successo la pericolosa rete criminale. Eurojust istituì un centro di coordinamento per facilitare una rapida cooperazione tra le autorità giudiziarie coinvolte e per supportare la trasmissione e l'esecuzione degli ordini di indagine europei. Europol fornì agli investigatori pacchetti di intelligence, rapporti di confronto incrociato e ha dispiegato specialisti durante l'operazione.
urne
Il Paradosso di Ellsberg non è solo un esperimento mentale, ma è un'analogia perfetta per le sfide che si affrontano nella cybersecurity
Il paradosso illustra come, sia nella cybersecurity che nella vita, si tenda a preferire i rischi noti (known risks) rispetto a quelli sconosciuti (unknown ones), anche quando il rischio sconosciuto potrebbe teoricamente essere più favorevole
Nella cybersecurity, l'approccio attuale di molte organizzazioni è paragonato alla scelta dell'Urna A (rischio noto).
Ci si concentra eccessivamente sulle minacce note e sui requisiti di conformità (compliance), trascurando le minacce e i rischi sconosciuti (Urna B).
La sfida per i professionisti della sicurezza è che non possono semplicemente scegliere una sola “urna”; devono gestire sia le minacce note che quelle sconosciute.
Il paradosso riflette la tendenza ad agire in base a ciò che è misurabile e compreso.
Un approccio tradizionale, ad esempio, potrebbe concentrarsi sull'applicazione di patch alle vulnerabilità note in base ai punteggi CVSS (Urna A).
- Un approccio più resiliente riconosce l'Urna B. Questo significa implementare misure di sicurezza più ampie che possano mitigare anche le minacce sconosciute, come la segmentazione della rete, il principio del privilegio minimo e solidi sistemi di monitoraggio, tutti guidati dalla Cyber Threat Intelligence e basati sul proprio panorama IT specifico.
L'obiettivo è migliorare il processo decisionale raccogliendo campioni, analizzando e ottenendo prove concrete, anziché affidarsi unicamente alle probabilità note o ai requisiti di conformità standard
Nathaniel Rateliff & The Night Sweats – Omonimo (2015)
Sicuramente, il disco che mi appresto a recensire sarà in cima alla mia personale lista dei migliori dell’ anno, un’ autentica sorpresa. Questo cantautore cresciuto in Missouri, ma spostatosi appena diciottenne a Denver, proprio per inseguire il suo sogno di musicista a tempo pieno, prima su territori folk rock con i dischi (a nome Nathaniel Rateliff & The Wheel) “Desire and Dissolving Men”, edito nel 2007, seguito da due album da solista, “In Memory of Loss” (in USA nel 2010 tramite Rounder Records, in Europa nel 2011 tramite Decca Records) e “Falling Faster Than You Can Run” (del 2013, tramite etichetta indipendente “mod y vi Records”), supportato da un tour in compagnia di comprimari famosi come The Lumineers e Dr.Hog... artesuono.blogspot.com/2015/10…
Ascolta il disco: album.link/s/1uJRMyfjWu3255ihM…
Money for Nothing
(171)
La manovra finanziaria 2026 varata dal #GovernoMeloni, per un totale di circa 18,7 miliardi di euro, si pone in un quadro europeo di regole sul bilancio pubblico che limitano fortemente lo spazio di manovra annuale. Le nuove regole europee, introdotte nell’aprile 2024, impongono un sentiero di contenimento e progressiva riduzione del debito pubblico tramite limiti molto stringenti alla spesa primaria netta. Nel confronto con le precedenti manovre, emerge come quella del 2026 sia particolarmente “formato mignon” (una pastarella), caratterizzata da misure marginali di aggiustamento che lasciano poco spazio a interventi strutturali di rilancio economico o sociale.
Nel dettaglio, le manovre del 2019 sotto il governo #Conte (comunemente indicate come “Conte bis”) si divisero tra la necessità di adeguarsi alle richieste europee di moderazione dei deficit e il mantenimento di prestazioni sociali come il reddito di cittadinanza e la quota 100 per le pensioni. Pur significando un moderato sostegno al welfare, la manovra del 2019 si caratterizzò però per un sottoinvestimento pubblico drammatico, stimato in oltre 100 miliardi di euro in meno rispetto alla media europea di investimenti pubblici nel periodo 2007-2018. Questa sottocapitalizzazione ha contribuito a una stagnazione economica con crescita quasi nulla e una progressiva perdita di competitività industriale e occupazionale.
La manovra del 2022, approvata sotto il governo #Draghi, fu invece nettamente espansiva, con oltre 23 miliardi di interventi destinati a sostenere pensioni, reddito di cittadinanza, imprese e servizi pubblici come sanità e scuola. Si puntò anche sul taglio di tasse per circa 12 miliardi, bilanciando una politica fiscale più favorevole alla crescita e ampliando la spesa sociale. Questa strategia ebbe l’intento di sostenere la domanda interna e di stare vicino soprattutto a categorie vulnerabili.
Al contrario, l’ultima manovra del Governo Meloni rinuncia in larga parte a questo approccio espansivo. Con una dotazione più contenuta, pari a circa 18,7 miliardi, essa taglia circa 10 miliardi alla spesa sociale e al contrasto della povertà, riducendo, per esempio, il fondo destinato a tali interventi di oltre 3 miliardi. L’intervento fiscale si concentra prevalentemente sulla fascia media dei redditi, con un beneficio modesto o nullo per i lavoratori più poveri, che vengono esclusi o penalizzati da meccanismi come le detrazioni e la composizione ISEE usata per determinare i contributi a sostegno delle famiglie.
Da un punto di vista macroeconomico, questa scelta ha ripercussioni pesanti: mentre la manovra Draghi del 2022 puntava a generare effetti espansivi concreti sul PIL e a contenere le disuguaglianze, quella del 2026 appare orientata a un mantenimento del rigore con un impatto restrittivo in termini di crescita, stimato intorno allo 0,1% nel 2027-2028. Inoltre, la prevista forte crescita della spesa militare, esclusa dal calcolo ufficiale dei vincoli europei, destabilizza l’equilibrio dei conti e sposta risorse lontano da settori chiave per la coesione sociale e lo sviluppo inclusivo.
Il confronto evidenzia una chiara regressione della manovra Meloni rispetto a quelle di Conte e Draghi, sia sul piano quantitativo che qualitativo. Da una parte il persistente sottoinvestimento pubblico storico che condiziona negativamente le prospettive di crescita e competitività, dall’altra una restrizione degli spazi di #welfare e un aumento delle #disuguaglianze sociali. In particolare, i #lavoratori più poveri escono perdenti da questa manovra, sia per i tagli diretti ai fondi di contrasto della povertà sia per l’orientamento fiscale che privilegia fasce di reddito già più tutelate. Tale scenario sottolinea la necessità di ripensare la strategia di bilancio con un focus maggiore su investimenti pubblici e politiche redistributive efficaci. Insomma, il Governo Meloni vuole premiare quello che ritiene il suo elettorato di riferimento, ghettizzando le fasce più deboli, quasi a volerne nascondere le difficoltà per restituire l’immagine di un paese che, tutto sommato, sta bene e guarda con fiducia al futuro. La realtà lo abbiamo visto, è ben diversa.
#Blog #LavoroPovero #Italia #Economia #Economics #Politica #Opinioni
Criptovalute e cooperazione internazionale. Il ruolo dei Carabinieri Antifalsificazione Monetaria
Il Generale Gianluca Vitagliano (foto) del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, un reparto specializzato in indagini nell'ambito della contraffazione monetaria, del falso documentale e dei crimini digitali connessi all'uso di criptovalute, è recentemente intervenuto al Digital Innovation Forum – ComoLake 2025 a Villa Erba di Cernobbio, sul lago di Como, evento che ha riunito oltre 3.500 partecipanti, 240 relatori, 80 startup e 50 aziende, confermandosi come una delle principali piattaforme europee di confronto tra scienza, economia e istituzioni.
Il Generale Vitagliano ha indicato come il ruolo dei CC Antifalsificazione Monetaria include la tutela del cittadino e del sistema finanziario, con un'azione di contrasto all'uso illecito delle #criptovalute, che sono considerate un mondo in espansione e potenzialmente fertile per la criminalità se non soggette a prevenzione e contrasto. Il comando traccia le transazioni all'interno della #blockchain tra wallet, seguendo i codici dei wallet per la de-anonimizzazione e la ricostruzione del motivo della transazione. Per questo scopo, vengono impiegate nuove strumentazioni come il tracciamento basato su open source intelligence e l'analisi dei social media. Il comandante ha evidenziato che il controllo è particolarmente complesso a causa della natura interconnessa del mondo delle criptovalute, con la ricerca di “paradisi criminali” in paesi come quelli dell'Africa o dell'Asia, o in nazioni non collaboranti con le forze dell'ordine. Il reparto collabora attivamente con l' #UnioneEuropea e istituzioni accademiche nazionali ed europee, dimostrando una forte vocazione internazionale.
Il Reparto venne costituito sin dal 19 ottobre 1992, in ottemperanza al D.M. del 22 gennaio 1992 che, nel quadro della ripartizione degli obiettivi tra le varie Forze di Polizia, riconosceva all’Arma dei Carabinieri il consolidato interesse nel settore del falso nummario.
Il 15 giugno 1999, il Nucleo veniva elevato a Comando di Corpo e ridenominato – come attualmente – “Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria”.
Il 28 giugno 2021 con il Regolamento del Consiglio Europeo n.138/2001 il Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria veniva riconosciuto quale Autorità Nazionale per l’Arma dei Carabinieri (G.U. Unione Europea del 10 marzo 2009).
Con l'istituzione di tale Comando si è voluta assicurare una qualificata presenza dell’Arma dei Carabinieri a livello nazionale ed internazionale nel delicato settore della prevenzione e del contrasto al falso nummario.
I militari effettivi al Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria, individuati attraverso una preliminare selezione, vengono specializzati nel particolare settore mediante la frequenza di specifici Corsi inerenti in diversi ambiti operativi di competenza, attraverso l’apprendimento del quadro normativo di riferimento e delle migliori prassi operative.
Il 12 luglio 2021, veniva istituita la Sezione Operativa di Napoli.
Il Reparto risultava pertanto articolato su una struttura di Comando e due Sezioni Operative: di Roma, con competenza al Centro-Nord, e di Napoli, con competenza al Centro-Sud.
Il 4 ottobre 2021 è stata infine istituita la Sezione Criptovalute con il compito di contrastare le emergenti dinamiche criminali legate all’utilizzo illecito delle criptovalute e l’uso di piattaforme informatiche illegali per la vendita di valuta ed altri prodotti contraffatti di specifica competenza del Comando (documenti d’identità, dati e supporti relativi a carte di pagamento, assegni e valori bollati) fornendo anche supporto specialistico ai Comandi territoriali dell’Arma e all’ Autorità Giudiziaria in campo nazionale.
#Cooperazioneinternazionaledipolizia
Ryley Walker - Primrose Green (2015)
Il secondo disco dell'uomo di Chicago, Ryley Walker, era uno dei lavori più attesi di questo 2015, dopo il suo bellissimo album d'esordio, “All kinds of you”. Walker ha un passato, nemmeno troppo lontano, di chitarrista acustico, sulle tracce dei vari Fahey, Basho e di tutta la Takoma family. Nel 2011 erano uscite, in copie limitatissime, 2 cassette, una delle quali in compagnia di Daniel Bachman, altro virtuoso della sei corde acustica. Il suo primo album raccontava di un musicista ancorato ad un suono prettamente acustico, debitore di un suono recuperato da un grande come Bert Jansch, sia strumentalmente che vocalmente. Per il nuovo disco, “Primrose green” il giovane chitarrista ha arricchito in diverse tracce l'impasto musicale, facendosi accompagnare da uno stuolo di strumentisti fra i migliori in circolazione... artesuono.blogspot.com/2015/04…
Ascolta il disco: album.link/i/951953607
En inglés, "pulpo" se dice "octopus".
En inglés, “pulpo” se dice “octopus”. Esta palabra viene del griego antiguo... O quizás no. Pero si sí viene del griego antiguo, entonces el plural “octopi”, que muchas veces se encuentra en inglés, es incorrecto... ¿o quizás no?
Todo este enredo de ocho patas lo explicaremos hoy en este #LunesDeLenguas
En el Mediterráneo hay muchos pulpos y los griegos antiguos los conocían. Lo sabemos porque los pintaron en algunas vasijas.
ferrebeekeeper.wordpress.com/2…
Pero, ¿cómo les decían?
Una teoría es que los llamaban ὀκτάπους (oktápus) [u ὀκτώπους (októpus)], de “okta” (ocho) y “pus” (pie). Es decir, el ochopiés.
en.wiktionary.org/wiki/%E1%BD%…
Pero el problema con esta teoría es que no hay muchas evidencias escritas de que esta palabra fuera la que usaban para el animal.
El léxico de Liddell, Scott y Jones (o LSJ), publicado en 1843, es uno de los diccionarios más respetados de griego antiguo. Según estos muchachos, ὀκτάπους quería decir “de ocho pies”. Pero no quería decir nada sobre los pulpos.
perseus.tufts.edu/hopper/morph…
Según una edición del LSJ de 1901, la palabra también se refería a “alguien que tenia dos bueyes y un carro” (porque dos bueyes suman ocho patas).
archive.org/details/greekengli…
Pero en la edición aumentada de 1940 del LSJ aparece una entrada que asegura que uno de los significados de la palabra es “octopus vulgaris”, el nombre científico de pulpo.
perseus.tufts.edu/hopper/text?…
Para afirmarlo cita a Alejandro de Trales, un médico que en su “Therapeutica” usa “oktápus” para referirse a un pulpo.
Pero Alejandro no era griego antiguo sino bizantino y escribió eso en el siglo VI d.C. Entonces no es mucha evidencia de cómo hablaban los griegos antiguos.
Entonces vamos a la otra teoría, que es que los griegos antiguos, a un pulpo, le decían πολύπους (polýpus), es decir, “el de muchos pies”.
El LSJ, para esta palabra, sí tiene una acepción de “pulpo”.
perseus.tufts.edu/hopper/morph…
Y, para darle mayor fuerza a esta teoría, sabemos que los antiguos romanos, en latín, a un pulpo le decían pōlўpus.
dizionario-latino.com/dizionar…
Justo de ahí vienen las palabras de muchas lenguas romances para el animal: pulpo, polipo, poulpe...
Los romanos les copiaron muchas cosas a los griegos, ¿por qué no les habrían copiado cómo decir “pulpo”?
Pero, ¿esto qué tiene que ver con el inglés? Ya vamos para allá.
“Octopus” no desciende del griego antiguo, directamente, sino que viene de la palabra latina “octopus”. Pero esta palabra no era usada por los romanos, sino que fue inventada para el neolatín, una forma de esta lengua, usada desde el Renacimiento, para escribir tratados científicos.
es.wikipedia.org/wiki/Neolat%C…
Una de las obras más famosas publicadas en neolatín es, justamente, el Systema naturæ del sueco Carl Linneaus (Carolus Linnaeus en neolatín) que, en varias ediciones desde 1735, se propuso clasificar y darles un nombre científico (en neolatín, claro) a todos los seres vivos.
En su décima edición (1758) apareció la clase “vermes”, animales entre los cuales figuraba el “octopus”, parte del orden “octopodia”.
en.wikipedia.org/wiki/Vermes_i…
La palabra “octopus” seguro ya estaba en uso para referirse a un pulpo antes de esa décima edición, pero fue su publicación la que fijó su significado y la que causó que, eventualmente, se convirtiera en la palabra de uso común para referirse al animal en inglés.
Antes de eso, el inglés tenía otras palabras de uso común, como “preke”, “poor-cuttle”, “pourcontrel”, “eight-armed cuttle”, “devilfish” y (sorpresa) “polypus-fish”, “polyp” y “poulp”.
grammarphobia.com/blog/2014/02…
Pero íbamos a hablar de plurales y estamos a punto de llegar allí.
En inglés les gusta, a veces, formar el plural de las palabras que derivan del latín o del griego antiguo con los finales que esas palabras habrían tenido en su lengua original (y no con la terminación -s que es común para los plurales ingleses).
Esto sucede por la simple razón de que a algunas personas les suena más elegante.
Pero las reglas de pluralización en griego antiguo y latín son complejas, lo que nos lleva al asunto:
Como les conté en el LdL anterior, el latín es una lengua flexiva, en la que sustantivos y adjetivos cambian sus finales según la función gramatical que cumplan.
noblogo.org/lunes-de-lenguas/e…
Pero además, las reglas según las que cambian las palabras son diferentes dependiendo de a cuál de las cinco declinaciones pertenezca y a qué raíz tenga la palabra. (En griego antiguo pasa lo mismo, pero sólo tiene tres declinaciones).
Entonces, tanto el latín como el griego antiguo tienen muchísimas maneras de formar un plural.
En inglés contemporáneo usualmente se copian del plural nominativo. Para palabras de la segunda declinación latina, esto quiere decir que el singular que termina en -us se convierte en -i.
“Alumnus”, tanto en latín como en inglés, se vuelve “alumni” en plural.
Y así, por imitación, muchos angloparlantes dirían que el plural de “octopus” es “octopi”.
Como vimos, “octopus” no es una palabra latina, sino neolatina. Y, tras ser acuñada, se volvió parte de la tercera declinación latina. Ahí la raíz del genitivo es “octopod-” (vean el LdL anterior) y el nominativo plural es “octopodes”.
en.wiktionary.org/wiki/octopus…
¿Por qué? Porque viene del griego antiguo ὀκτώπους (así los griegos antiguos quizás no usaran la palabra para referirse a los pulpos).
Y en griego antiguo ὀκτώπους (októpus) es de la tercera declinación (griega), su raíz de genitivo es “ὀκτώποδ-” (októpod-) y su plural nominativo es ὀκτώποδες (octópodes).
Por eso, hay quienes proponen que un plural más correcto, en inglés, para “octopus” sería “octopodes”.
¿Pero es más correcto?
En cierto sentido sí, porque “octopus” no deriva de una palabra latina de la segunda declinación cuyo singular termine en -us y su plural en -i.
Pero en otro sentido, ambos plurales podrían ser igual de incorrectos.
Estos plurales parten de la pregunta “¿cómo lo habría dicho un hablante de la lengua en la que se originó esta palabra?”.
Como vimos, un romano antiguo no habría dicho “octopi” ni “octopodes”, sino “polypi”. Y un griego antiguo podría haber dicho “octopodes”, pero probablemente no para referirse a varios pulpos. Para eso quizás habría dicho “polypodes”.
¿Qué es correcto, entonces? Los plurales latinos o griegos en inglés no son obligatorios. Son sólo una preferencia. Pluralizar las palabras con -s siempre es válido.
Y por eso, para el diccionario de Merriam-Webster, “octopi” y “octopodes” son plurales válidos, así como lo es “octopuses”.
merriam-webster.com/dictionary…
(Dato curioso, en griego moderno, “pulpo” se dice χταπόδι (chtapódi), que viene, lo adivinaron, de ὀκτώπους).
Jason Isbell - Something More Than Free (2015)
Southeastern, uscito nel 2013, mi era piaciuto così tanto da diventare non solo una sorta di mantra giornaliero che usciva dalle casse dello stereo, ma era stato in grado di asfaltare ogni concorrente e fregiarsi della palma del miglior disco del 2013. Un'opinione condivisa non solo da parte della critica italiana, soprattutto quella che guarda alla musica proveniente dagli States, ma anche dal pubblico americano, che premiò quell'album spingendolo alla posizione numero 23 della top 200 di Billboard. Southeastern ha rappresentato la rinascita artistica di un musicista che, dopo la militanza nei Drive- By Truckers, aveva smarrito la rotta, affogando il proprio tormento interiore in fiumi d'alcool e nebbie oppiacee... artesuono.blogspot.com/2015/09…
Ascolta il disco: album.link/s/6A0bAjzeIl7JYaxDr…
Mikal Cronin - MCIII (2015)
Non c’è niente di meno rock’n’roll della serenità, e Schopenhauer ha fatto più danni del proibizionismo. Quando scriveva che per condurre un’esistenza felice occorre abbandonare le passioni, i desideri e qualsiasi ambizione, praticamente stava affermando che la felicità non appartiene a questo mondo. Quindi tanto vale mettersi il cuore in pace e accontentarsi del suo surrogato sfigato: la serenità appunto. Grazie per la premurosa dritta, Arthur, ma se proprio dobbiamo viverla, questa cosa inspiegabile chiamata vita, allora vogliamo essere felici, non sereni. E non c’è niente di più rock’n’roll della felicità. Perché comporta il rischio dell’infelicità, il guasto di fallirla... ondarock.it/recensioni/2015_mi…
Ascolta il disco: album.link/i/1839100034
Tom Waits — Rain Dogs (1985)
“Preferisco un fallimento alle mie condizioni che un successo alle condizione altrui.”
Tom Waits è tra i miei songwriter preferiti e Rain Dogs è un capolavoro che non può mancare tra gli album preferiti della nostra collezione discografica.
“I cani che vagano per le strade alla ricerca della propria casa, dopo che la pioggia ha annullato gli odori” sembrano uomini che cercano il senso vero della vita, dopo che il destino ha cambiato di colpo tutto quello in cui credevano.
Rain Dogs è l’atto centrale della “trilogia” di Frank”, la logica conseguenza di “Swordfishtrombones” del 1983 che proseguirà poi con “Frank Wild Years” nel 1987. In questo disco si concentrano tutti gli elementi della mirabolante foga da ‘intrattenitore’ di Waits... silvanobottaro.it/archives/368…
Ascolta il disco: album.link/i/1695046955
Incoffessabile
Desidero la morte, non per rabbia o per rancore verso questa svista trascurabile che è la vita – ma solo per amore, immenso amore, per ogni respiro, ogni passo incerto su questa terra dura. Desidero la morte e la fuggo perché amo essere un uomo.
Ci raccolgano mani gentili quando saremo nella notte.
Di tutte le illusioni forse questa è la peggiore - credere che ancora qualcuno può toccarti senza incrinare il ghiaccio che ti regge, e frantumarti.
Dawes - All Your Favorite Bands (2015)
La difficoltà di raccontare questo disco è che ogni cosa possa dire sui Dawes in parte è vera e in parte non lo è. A esempio, si potrebbe affermare con una certa sicumera che i Dawes non hanno fatto altro in tutta la vita che ascoltare i dischi di Jackson Browne (che peraltro ha suonato nel loro secondo disco in studio, Nothing Is Wrong) e che Late For The Sky sia il mantra salvifico che determina l'esistenza in vita della loro musica. Poi, dopo due o tre ascolti, ti rendi conto invece che il citazionismo avviene senza forzature, ma con la naturalezza di chi, da un lato, è riconoscente verso le proprie fonti di ispirazione, e, nel contempo, è anche consapevole di aver creato ormai un proprio, e ben definito, stile... artesuono.blogspot.com/2015/06…
Ascolta il disco: album.link/s/4lv4CsM3M3t0KwmqC…
Il riso veniva dall'Uruguay, ma era etichettato italiano. I carabinieri ne sequestrano oltre tre tonnellate e mezzo
Oltre 3,5 tonnellate di riso sfuso etichettato come italiano, nonostante provenisse dall’Uruguay, sono state sequestrate presso un deposito alimentare in Campagnola Emilia (RE) dai Carabinieri per la tutela Agroalimentare di Parma, coadiuvati dall’Azienda Unità Sanitaria Locale di Reggio Emilia, . L’operazione è stata condotta nell’ambito di controlli mirati, pianificati dalla Cabina di regia organo di coordinamento operativo costituito in seno al ministero dell’Agricoltura della Sovranità alimentare e delle Foreste, ed era volta alla tutela del “Made in Italy”.
Il prodotto, privo di documentazione giustificativa circa la rintracciabilità, era in procinto di essere commercializzato. I locali, adibiti dalla società a deposito alimentare, versavano inoltre in carenti condizioni igienico- sanitarie, tanto che sono state disposte talune prescrizioni e comminate sanzioni amministrative. Un’attività che si inserisce nell’ambito di specifici e mirati controlli svolti nell’ambito delle linee operative concordate in seno alla Cabina di Regia, organo di coordinamento operativo costituito in seno al ministero dell’Agricoltura della Sovranità alimentare e delle Foreste.
Si tratta di un caso significativo di frode alimentare e contraffazione, che riguarda la falsificazione dell’origine di un prodotto agroalimentare, in questo caso il riso. Il sequestro di oltre 3,5 tonnellate di riso etichettato come italiano ma proveniente dall’Uruguay evidenzia un tentativo di ingannare i consumatori sull’origine e, potenzialmente, sulla qualità del prodotto.
Ciò significa per i consumatori: Frode sull’origine, poiché i consumatori acquistano il prodotto credendo che sia italiano, magari pagando un prezzo più alto per la presunta qualità e origine locale; rischi per la salute (anche se il riso uruguaiano non è necessariamente pericoloso, la frode sull’etichetta solleva dubbi sulla trasparenza e sulla tracciabilità del prodotto); danno all’economia locale, giacché i produttori italiani onesti subiscono la concorrenza sleale di chi vende prodotti stranieri spacciandoli per italiani.
Cosa prevede la legge?
In Italia, la contraffazione alimentare è un reato punito dal Codice Penale e da normative specifiche come il Regolamento UE 1169/2011 sull’etichettatura dei prodotti alimentari. Le sanzioni possono essere pesanti, sia dal punto di vista penale che amministrativo, includendo sequestro dei prodotti (come avvenuto in questo caso), multe salate per l’azienda responsabile e denuncia penale per frode in commercio.
Gli strumenti e le iniziative di cooperazione internazionale
La cooperazione internazionale tra forze di polizia nel contrasto alle frodi alimentari è diventata una necessità imprescindibile, soprattutto in un contesto globale dove le filiere agroalimentari si estendono oltre i confini nazionali e le organizzazioni criminali sfruttano le lacune normative tra Paesi. Nel caso specifico delle frodi sull’origine dei prodotti, come il riso uruguaiano spacciato per italiano, la collaborazione tra autorità di diversi Stati è fondamentale per tracciare, prevenire e reprimere questi illeciti.
L’Italia, attraverso il Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, è membro fondatore della rete OPSON, coordinata da Europol e Interpol. Questa rete riunisce forze di polizia, agenzie di controllo e altri attori internazionali per contrastare le frodi alimentari transnazionali, attraverso operazioni congiunte, scambio di informazioni e formazione specializzata.
Il nostro Paese ha inoltre stretto accordi strategici con diversi Paesi, come il Regno Unito, per rafforzare la cooperazione tecnica e operativa. Questi accordi prevedono la condivisione di informazioni, la formazione congiunta e l’esecuzione di controlli coordinati lungo le filiere agroalimentari.
Iniziative come il progetto BACCUS promuovono la condivisione di buone pratiche e lo sviluppo di linee guida comuni tra le forze dell’ordine dei Paesi UE, migliorando la capacità di risposta alle frodi alimentari e la tutela dei consumatori.
L’Italia collabora anche con Paesi extraeuropei, come quelli dell’America Latina (tra cui l’Uruguay), per formare le forze di polizia locali sulle tecniche di contrasto ai crimini agroalimentari, con particolare attenzione alle frodi sull’origine e alla tracciabilità dei prodotti.
Nonostante i progressi, permangono alcune difficoltà:
Differenze normative: Non tutti i Paesi dispongono di reparti di polizia specializzati nelle frodi alimentari o di poteri investigativi adeguati, il che può limitare l’efficacia delle indagini transnazionali.
Complessità delle filiere: Le organizzazioni criminali sfruttano la complessità delle catene di approvvigionamento globale per nascondere le frodi, rendendo indispensabile una collaborazione costante e strutturata tra le autorità.
La cooperazione internazionale è ormai un pilastro fondamentale per contrastare le frodi alimentari, soprattutto quando coinvolgono prodotti che attraversano più Paesi. L’Italia, grazie alla sua esperienza e alla partecipazione attiva in reti come OPSON, si conferma tra i Paesi più attivi in questo ambito, ma il successo dipende dalla capacità di tutti gli attori coinvolti di lavorare insieme in modo coordinato e trasparente.
#CarabinieriperlatutelaAgroalimentare
Natalie Merchant - Paradise Is There (2015)
Tigerlily (1995) è il primo disco da solista di Natalie Merchant. Dopo avere passato diversi anni, almeno dodici, come leader e voce solista dei 10.000 Maniacs, andando contro il parere di molti, compresa la sua casa discografica (Elektra), Natalie se ne va da sola, lascia la band proprio all’apice del successo. Tigerlily è un disco complesso che la Merchant incide a sue spese (infatti rifiuta il denaro della casa discografica, vuole essere libera da ogni tipo di pressione) e con dei musicisti giovani, ancora poco conosciuti. Un nucleo di entusiasti, che danno calore e anche colore al suono dell’album che, contro ogni aspettativa, si rivela un bestseller, arrivando a vendere più di cinque milioni di copie. E ancora oggi è uno dei più venduti del suo catalogo, assieme al quasi capolavoro Motherland (2001)... artesuono.blogspot.com/2015/11…
Ascolta il disco: album.link/s/0GPx0c2qZraYEbSrq…
Villagers - Darling Arithmetic (2015)
È difficile non pensare al passo evangelico del figliol prodigo nell’ascoltare il terzo disco di Conor O’Brien, per gli ascoltatori Villagers. Che si creda o no, non perché, dopo la bagarre elettronica e sopra le righe di “{Awayland}”, il cantautore irlandese è tornato a una strumentazione quasi del tutto “organica”, ma perché ha ritrovato quel tocco espressivo che sembrava perso, e in così poco tempo – come se Chris Martin avesse scritto “Mylo Xyloto” subito dopo “Parachutes”... artesuono.blogspot.com/2015/04…
Ascolta il disco: album.link/i/962511257
Il Ponte di Avignone e l'orologio da polso elettronico
L'altro giorno ho ascoltato alla radio il ritornello de “Sur le Pont d'Avignon”, la famosa canzoncina dei bambini francesi. È scattato il ricordo di quell'orologio da polso che m'ero comprato al mercatino americano di Livorno penso nell'estate inoltrata dell'82. Erano i primi aggeggi di quel tipo e tra l'altro, pur essendo una sottomarca di un'altra sottomarca, costicchiava il suo. Ma ero militare, servizio di leva, e mi serviva avere quei 10 minuti di anticipo sulla sveglia militare ed avere il bagno libero per farmi la barba in grazia di Dio prima della calca. Ed infatti il giorno dopo, alle H 05:50 precise, il ritornello musicale del “Sur le Pont d'Avignon” mi svegliò, mi alzai tutto orgoglioso, presi tutta la robina necessaria e mi fiondai nei bagni. C'era una lunga vasca lavandino con tanti rubinetti aggettanti (va be', bastava “c'erano tanti rubinetti” ma m'andava di fare un po' il fanatico) ed una stretta mensola che correva per la lunghezza della vasca lavandino e sopra a questa una serie di specchi debitamente macchiati dalla ruggine. Posai le cose sulla mensola, mi tolsi l'orologio e lo misi accanto alla busta che conteneva la schiuma da barba ed il bilama e cominciai a lavarmi. Mi asciugai poi con l'asciugamano che tenevo stretto tra le gambe e feci per prendere la busta. La busta urtò l'orologio che cadde nel lavandino. C'erano ancora due buone dita d'acqua nel fondo perché il lavandino era sì lungo ma aveva un unico buco di scarico, probabilmente anche intasicchiato e stava ancora smaltendo l'acqua della mattina precedente. E quindi, fine del “Sur le Pont d'Avignon”… A quel tempo non c'erano i cinesi che aggiustavano con il riso.
Ho visitato Avignone nel giugno 2018. Molto interessante il Palazzo dei Papi. Ho anche, ed ovviamente, camminato sul famoso ponte Saint-Bénézet al quale si riferisce la canzoncina, ponte che ormai non attraversa più il Rodano ma si ferma un bel po' prima di raggiungere l'altra sponda. Canticchiavo tra me e me il ritornello alternando ad un sommesso moccolo al ricordo della triste histoire de ma montre.
youtube.com/watch?v=Ut6S5EK5_g…
Daniel Lanois - Flesh And Machine (2014)
Carne e macchina, fisico e astratto, analogico e digitale: queste le coppie di opposti entro cui si muove questo sesto disco in solo di Daniel Lanois. Per il producer e sound engineer reso celebre per le collaborazioni degli anni Ottanta con Peter Gabriel e U2, la forma canzone non è mai stata una casa, per cui in questo Flesh and Machine ha puntato tutto sull’atmosfera e il suono... artesuono.blogspot.com/2014/11…
Ascolta il disco: album.link/i/1844714374
Mary Gauthier - Trouble & Love (2014)
Ci vuole anche una certa non comune abilità nel rifare sempre la stessa canzone, nel cantarla sempre con lo stesso tono lento e strascicato, nell'adottare sempre lo stesso concetto di arrangiamento minimale (chitarra che arpeggia, batteria che accarezza e non batte mai, un piano che contrappunta, un violino che segue la melodia e pochissime altre variazioni) e nel rimanere uguale a sé stessa nonostante il passaggio di diversi e capaci produttori (Joe Henry, Gurf Morlix). Ci vuole la bravura di Mary Gauthier per non sbagliare mai veramente disco, nemmeno quando magari il concept del progetto un po' sovrastava il songwriting come nel precedente The Foundling. Ma con Trouble & Love non ci sono distrazioni: otto canzoni per 38 minuti di musica, e davvero paiono le solite otto canzoni già sentite in grandi titoli come Mercy Now o Between Daylight and Dark, ma, chissà perché, poi ogni volta ognuna sembra sempre nuova, irrinunciabile, talmente intensa da richiedere un immediato riascolto... artesuono.blogspot.com/2014/06…
Ascolta il disco: album.link/s/4y2kVQxcRP5bo2t55…
Clap Your Hands Say Yeah - Only Run (2014)
Non è stata una reunion estemporanea, si vede, se i Clap Your Hands Say Yeah tornano con un nuovo disco dopo l’abbandono di due dei suoi membri, spingendosi inoltre fino a distribuirlo autonomamente, perlomeno nel Nord America. Il lieve cambio di sound, qui più aereo e sintetico e meno chitarristico che in passato, diventa così inevitabile, facendo assomigliare questo “Only Run” a un misto tra degli Antlers meno a fuoco e dei National senza i fratelli Dessner... artesuono.blogspot.com/2014/06…
Ascolta il disco: album.link/s/5f4lsVkrC6lHdvNri…
Paint and Body Restoration: Addressing Common Third-Gen Chevy Camaro Rust Issues
The third-generation Chevrolet Camaro, produced from 1982 to 1992, remains a beloved classic among muscle car enthusiasts. Its aerodynamic styling, aggressive stance, and versatile platform make it a favorite for restorers and collectors alike. However, as with many vehicles from this era, rust and body deterioration present ongoing challenges. Properly addressing paint and body issues is crucial to preserving both the appearance and structural integrity of these classic Camaros. This guide explores common rust-prone areas, restoration strategies, and key upgrades—including the often-overlooked lighting system—that help bring a third-gen Camaro back to its former glory.
Common Rust Areas on Third-Gen Camaros
Rust tends to form in predictable areas on third-gen Camaros, particularly due to moisture accumulation and older factory paint technologies. Popular spots include the wheel wells, rocker panels, fender edges, rear quarter panels, and around door sills. The floor pans and trunk floor are also vulnerable, especially in vehicles exposed to road salt during winter months. Inspecting these areas thoroughly is essential before beginning any restoration project. Rust left untreated can compromise the car’s structural rigidity, making future repairs more complex and costly.
Paint Restoration Techniques
Once rust is addressed, restoring the paint is the next step. Sandblasting or media blasting is often used to remove surface rust, followed by cutting out severely damaged panels and welding in new sheet metal if necessary. After bodywork, applying a high-quality primer and multiple layers of paint ensures durability and an even finish. Modern urethane paints offer superior protection compared to the factory paints of the 1980s, helping prevent future rust formation. Clear coats not only enhance visual appeal but also create an extra barrier against moisture and UV damage.
Addressing Rust Under Trim and Accessories
Trim, emblems, and body accessories can trap moisture against the metal surface, accelerating corrosion. During restoration, removing all trim pieces and inspecting the underlying metal is crucial. Chrome bumpers, badges, and moldings can be cleaned, polished, or replated to restore their original shine. Reinstalling these components with proper seals and gaskets ensures that water does not penetrate and cause rust in hidden areas.
Lighting System Considerations
When restoring a third-gen Camaro, the lighting system often deserves attention alongside paint and bodywork. Headlight housings, taillight lenses, and signal light assemblies are prone to oxidation, fogging, and cracking over decades. Moisture intrusion can lead to corrosion of bulb sockets and wiring, compromising both functionality and safety. Upgrading to modern LED third gen Camaro headlights during the restoration not only enhances visibility but also reduces maintenance needs. Similarly, replacing old taillights with LED or refurbished units improves rear visibility and adds a contemporary touch that complements the car’s restored bodywork. Ensuring the lighting system is watertight and properly aligned also prevents further damage to surrounding panels.
Prevention and Maintenance
Restoring a Camaro’s body and paint is only half the battle—preventing future rust is equally important. Regular cleaning, particularly after exposure to road salt, helps remove corrosive elements. Applying wax or paint sealants creates a protective layer, while undercoating the vehicle can safeguard the floor pans and wheel wells. Routine inspections allow early detection of any new rust spots, minimizing the extent of future repairs.
Paint and body restoration on a third-gen Chevy Camaro is a labor of love that requires careful planning, patience, and attention to detail. Addressing common rust areas, upgrading paint and protective coatings, and maintaining trim and lighting systems ensures both visual appeal and long-term durability. For enthusiasts and collectors, investing in quality restoration techniques not only preserves the car’s iconic design but also protects its value for years to come. With the right approach, a third-gen Camaro can shine as brightly today as it did when it first rolled off the assembly line.
Swans - To Be Kind (2014)
Altro doppio disco altra corsa. A Michael Gira, patron assoluto e onorario degli Swans, non bastava “The Seer”, il colosso fatto di colossi che tanto fece parlare di sé due anni or sono. E’ ora la volta di “To Be Kind”, nuovo disco-mostro che prosegue la saga del progetto con i medesimi ingredienti del predecessore. Stavolta la voglia di stupire il ritrovato pubblico di vecchi e nuovi fan sembra però prevalere sull’ispirazione. L’iniziale “Screen Shot” è anche il brano programmatico: andatura boogie-blues, litania scandita, fiacco saltarello gotico, crescendo verso un “tutti” chitarristico... artesuono.blogspot.com/2014/06…
Ascolta il disco: album.link/s/1WwiyWxa40PKucRxI…
Andrew Bird - Things Are Really Great Here, Sort Of... (2014)
Restiamo negli anniversari con questo disco trentenne (che porta bene i suoi anni) Reggatta de Blanc, probabilmente il loro capolavoro uscito nel ’79 dopo “Outlandos d’amour” del ’77.
“La storia è una sola. La più vecchia di tutte”, mormora Rust Cohle nelle scene finali di “True Detective”. “La luce contro le tenebre”. A pensarci bene, è la stessa materia di cui sono fatte le canzoni degli Handsome Family. E forse è proprio per questo che la loro musica si è intrecciata così profondamente all’immaginario della serie ideata da Nic Pizzolatto, dando voce alle tinte spettrali di una sequenza d’apertura già diventata di culto. Ma non è certo per cavalcare qualche forma di hype che Andrew Bird ha deciso di dedicare un intero disco alla rilettura di brani degli Handsome Family (compresa quella “Far From Any Road (Be My Hand)” che ha conquistato la ribalta come sigla di “True Detective”)... artesuono.blogspot.com/2014/07…
Ascolta il disco: album.link/i/1774566449
Police — Reggatta de Blanc (1979)
Restiamo negli anniversari con questo disco trentenne (che porta bene i suoi anni) Reggatta de Blanc, probabilmente il loro capolavoro uscito nel ’79 dopo “Outlandos d’amour” del ’77.
All’inizio c’è il punk, anche se per sottrazione: ”Il punk mi interessa come fatto di costume, la musica invece mi fa veramente schifo”, osserva Sting mentre sfrutta lo stesso circuito di club utilizzato da Clash, Stranglers e Sex Pistol. E’ il 1977, e il fenomeno Police esplode in Inghilterra. Sting avverte che è giunto il momento per esprimere cose originali, per superare il guado in cui s’è cacciato il movimento punk, cui per altro non appartiene. Sente di avere un mucchio di cose nuove da dire. Ci crede, e con lui Stewart Copeland. Ha anche dato un calcio alla sua carriera di insegnante per dedicarsi alla musica. Scrive di getto una ventina di pezzi in vista prima dell’esordio e di questo “Raggae dei Bianchi” poi... silvanobottaro.it/archives/367…
Ascolta il disco: album.link/i/1440744161
I carabinieri a difesa delle specie protette sequestrano cinque zanne di elefante africano
Nella giornata del 17 settembre 2025 i #Carabinieri del Nucleo #CITES – Distaccamento di Torino Caselle hanno eseguito controlli mirati presso alcuni laboratori di tassidermia in provincia di Torino, nell’ambito della campagna #EMPACT2022 e dell’Operational Action Plan (#OAP) #EnviCrime 2024- 2025 – OA 5.1 “Trafficking of Fauna” dell'Unione Europea #UE, finalizzata al contrasto del traffico illegale di specie protette.
Durante uno dei controlli sono state rinvenute e poste sotto sequestro cinque zanne grezze di elefante africano (#Loxodonta africana), specie inserita nell’Appendice I della Convenzione CITES e considerata in pericolo di estinzione. Le zanne sono risultate di dimensioni considerevoli (misuravano tra 190 e 212 centimetri di lunghezza), a conferma della provenienza da esemplari adulti e del rilevante valore commerciale del materiale sequestrato.
Gli specimen erano detenuti in assenza della documentazione prevista che ne attestasse la provenienza legale e il possesso lecito. Il titolare dell’attività, un italiano sulla quarantina, è stato pertanto denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per detenzione illecita di parti di specie protette, in violazione della normativa nazionale e internazionale sul commercio di specie a rischio di estinzione (Regolamento (CE) n. 338/97 e Legge 150/1992). I Carabinieri sequestrano cinque zanne di elefante africano
L’operazione si inserisce nel quadro delle attività coordinate a livello europeo per il contrasto al crimine ambientale e rappresenta un’importante azione di tutela della biodiversità e di salvaguardia delle specie minacciate inserite nella #C.I.T.E.S.. La C.I.T.E.S. – Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora è una Convenzione internazionale che tutela le specie a rischio di estinzione. Per tutte le specie animali e vegetali incluse nella Convenzione – oltre 40.000 – è necessario dimostrare la legale provenienza mediante idonea documentazione, indispensabile per la loro detenzione e commercializzazione. Nel caso di zanne grezze di elefante, tale documentazione deve essere richiesta al Nucleo Carabinieri CITES territorialmente competente. È vietato prelevare esemplari in natura, detenerli, cederli o commercializzarli senza la prescritta documentazione. I Carabinieri dei Nuclei CITES su tutto il territorio nazionale sono preposti ai controlli sul commercio di specie protette e al contrasto del traffico illegale delle stesse su tutto il territorio nazionale. Il commercio di specie rare, come l’avorio di elefante, sia grezzo che lavorato, è purtroppo ancora oggi molto diffuso.
Gaza ed il dopo-conflitto: un ruolo anche per i carabinieri italiani
L'Italia si sta posizionando per svolgere un ruolo operativo nella fase post-conflitto a Gaza. La soluzione più concreta prevede l'impiego dei Carabinieri per addestrare e supportare le future forze di sicurezza locali, seguendo modelli di successo già implementati in Cisgiordania e in altre regioni. Come ha spiegato il Ministro degli Esteri, Tajani: “siamo pronti a fare la nostra parte e inviare i nostri Carabinieri il giorno dopo la fine del conflitto”.
L'approccio italiano si intreccia con i negoziati sul cessate il fuoco e la governance di transizione. L'ambito d'azione includerebbe attività di polizia di prossimità, gestione graduale dell'ordine pubblico, protezione di siti sensibili e supporto alle indagini, in coordinamento con i partner europei e regionali.
L'esperienza pregressa conta. Il CoESPU (Center of Excellence for Stability Police Units) di Vicenza addestra da anni unità di polizia per contesti post-crisi; la missione MIADIT in Palestina a Gerico ha già formato migliaia di operatori in tecniche di polizia, gestione dell'ordine pubblico, indagini e tutela del patrimonio culturale.
Il valico di Rafah rimane cruciale per la fase umanitaria e la riapertura controllata dei valichi. La riattivazione della missione europea al confine con l'Egitto fornisce un canale operativo per l'assistenza, il controllo e la protezione dei flussi.
La presenza italiana richiede un quadro politico credibile. Il governo si sta concentrando su un processo in tre fasi: cessate il fuoco, accordo politico e ricostruzione. In questo contesto, sono in gioco le pressioni internazionali e gli sforzi diplomatici che coinvolgono attori regionali e gli Stati Uniti.
Perché i Carabinieri? I Carabinieri, una forza di polizia a struttura militare, combinano capacità di mediazione civile e disciplina operativa. Sono adatti alle zone grigie degli ambienti postbellici, dove la protezione dei civili, la garanzia dei servizi essenziali e il ripristino della fiducia tra le parti sono fondamentali.
Cosa aspettarsi nell'immediato. Il modello più probabile il giorno dopo la pace è “addestrare e consigliare”: squadre dell'Arma a fianco delle unità locali per attività di polizia di prossimità, scene del crimine, monitoraggio dei valichi e protezione delle infrastrutture critiche.
Per l'Italia, si tratta di un test di credibilità nel Mediterraneo. Se l'operazione avrà successo, Roma consoliderà il suo ruolo di fornitore di sicurezza e rafforzerà i canali con i partner europei e arabi; in caso contrario, si correrà il rischio di incorrere in costi operativi e reputazionali.
Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha espresso sia l'intenzione che l'obbligo morale dell'Italia di essere presente nelle regioni colpite da conflitti, sottolineando in particolare l'importanza dell'approccio nazionale alla pace, della cultura dell'inclusione e della capacità unica di promuovere il dialogo. Intervenendo durante un dibattito con Matteo Renzi alla Stazione Leopolda, Crosetto ha affrontato il potenziale coinvolgimento dei Carabinieri nel piano di pace dell'amministrazione Trump per Gaza. Ha sottolineato il lungo impegno dell'Italia per la pace attraverso la sua partecipazione attiva alle missioni delle Nazioni Unite, alle operazioni europee e alle iniziative della NATO. Il Ministro ha sottolineato che le forze armate italiane non solo sono altamente addestrate, ma portano con sé anche una distinta “italianità”, una qualità che le distingue in contesti internazionali in cui la presenza militare può spesso essere percepita come un'imposizione o un simbolo di potere.
Crosetto ha spiegato come l'esercito e i Carabinieri italiani siano stati in grado di creare fiducia in diverse regioni, tra cui il Libano, dove stanno attualmente contribuendo all'addestramento delle forze di polizia locali. Questa fiducia, ha spiegato, nasce dalla capacità delle forze armate italiane di interagire con le comunità in modo rispettoso e inclusivo, trattando le persone come pari piuttosto che da una posizione di superiorità. Questo approccio affonda le sue radici nella vasta esperienza dei Carabinieri che operano in migliaia di città italiane, dove interagiscono con cittadini di ogni estrazione sociale, dagli anziani ai funzionari locali, promuovendo un senso di connessione e comprensione che portano con sé ovunque vadano.
Il Ministro ha inoltre descritto la situazione attuale come l'inizio di un lungo e impegnativo percorso verso la pace, che richiede pazienza, perseveranza e lo sforzo collettivo di tutte le parti coinvolte. Nonostante le difficoltà future, Crosetto ha espresso un cauto ottimismo, affermando che la comunità internazionale, che comprende nazioni arabe, paesi occidentali e persino la Russia, ha mostrato un raro livello di unità nel sostenere il processo di pace. Questa cooperazione senza precedenti, ha sostenuto, offre la speranza per un futuro in cui sia Israele che il popolo palestinese possano coesistere nel rispetto dei loro diritti e delle loro aspirazioni.
#Gaza
Furti di auto di lusso: carabinieri smantellano organizzazione con l'aiuto di poliziotti spagnoli e belgi
Una rete criminale organizzata altamente specializzata, responsabile del furto di oltre 100 auto ibride di lusso, è stata smantellata con successo in un'importante operazione internazionale guidata dai Carabinieri italiani, con il significativo supporto di Europol ed Eurojust.
I veicoli rubati, tra cui modelli ibridi di alta gamma, hanno un valore totale stimato di almeno 3 milioni di euro. Il gruppo criminale di lingua russa, composto principalmente da cittadini moldavi, si è concentrato sui veicoli ibridi di alta gamma nel nord Italia e nella ricca regione spagnola di Marbella. Una volta rubate, le auto e i loro componenti, come carrozzeria, batterie e parti meccaniche, sono stati trasportati attraverso il porto europeo di Anversa verso mercati illegali internazionali, dove sono stati venduti o riutilizzati per usi illeciti.
L'operazione, avvenuta il 7 ottobre 2025, ha portato all'arresto di nove persone a Reggio Emilia e Lombardia. Oltre agli arresti, le forze dell'ordine hanno sequestrato 35.000 euro in contanti e 150.000 euro in criptovalute.
L'operazione ha coinvolto circa 100 agenti provenienti da diversi paesi, tra cui agenti della Guardia Civil spagnola dislocati in Belgio e Italia, nonché squadre dei Carabinieri italiani di stanza in Spagna e Belgio ed infine dalla Romania (Directorate for Investigating Organized Crime and Terrorism, DIICOT). Anche esperti di criptovalute provenienti da Belgio, Italia e Spagna sono stati coinvolti nelle ricerche per proteggere e recuperare asset digitali illeciti. È stato istituito un centro di coordinamento presso #Eurojust, mentre #Europol ha inviato esperti e un ufficio mobile in Italia e Belgio per supportare le indagini.
La rete criminale operava con un livello di sofisticatezza simile alla precisione di tipo militare. Gli investigatori hanno scoperto una serie di tattiche utilizzate dal gruppo, tra cui squadre dedicate al furto d'auto, al deposito e alla contraffazione. I criminali utilizzavano localizzatori GPS per monitorare i veicoli presi di mira e strumenti elettronici per bypassare i sistemi di sicurezza avanzati. Hanno anche alterato i numeri di telaio e le targhe di auto dismesse per camuffare i veicoli rubati. Sono stati inoltre identificati collegamenti con compagnie di navigazione e affiliati criminali, che hanno facilitato il transito di auto rubate attraverso il porto di Anversa. L'indagine ha inoltre rivelato un complesso sistema di pagamento che coinvolgeva diverse piattaforme e wallet di criptovalute, con trasferimenti di criptovalute per un valore di circa 1 milione di euro.
Europol ha svolto un ruolo centrale nel coordinamento della fase internazionale dell'indagine, riunendo investigatori di tutti i paesi coinvolti e ospitando riunioni operative presso la propria sede centrale. Ha inoltre fornito supporto alle autorità nazionali attraverso analisi e condivisione di intelligence e continuerà a offrire supporto in loco.
Eurojust ha supportato una squadra investigativa congiunta (#JIT #SIC) istituita nel 2024 dalle autorità italiane e spagnole per smantellare la rete della criminalità organizzata. L'indagine ha visto la collaborazione di diverse agenzie delle forze dell'ordine, tra cui la Polizia Giudiziaria Federale di Anversa in Belgio, i #Carabinieri di Reggio Emilia in Italia e la Guardia Civil in Spagna. L'operazione è stata supportata dalla rete @ON, finanziata dalla Commissione Europea e guidata dalla Direzione Investigativa Antimafia (#DIA) italiana.
@Notizie dall'Italia e dal mondo
✍️Cara Me,
Eccomi qui è passato un anno! A quest'ora ero già per strada, pronta, per affrontare il mio intervento, sapevo a cosa andavo incontro e nonostante nn fosse un intervento difficile, ho conosciuto l'ansia, la paura, una serie di sentimenti contrastanti..se ci penso rivedo tutto, basta avvolgere il nastro! La stanza , i fiori sulle pareti, l'infermiera, le raccomandazioni, il camice , ogni singolo attimo ritorna, come se spingessi un pulsante! L'attesa, gli esami prima, il nn riuscire ad identificare il punto, apparentemente sembrava non esserci nulla, altri esami finché alle 10 mi sono svestita, ho indossato camice, e poi ricordo solo pochi attimi in sala operatoria, il freddo, le domande, volti sorridenti, il medico, qualche sorriso, poi freddo, tanto freddo, mi tremavano le gambe , poi più nulla, ...ricordo un attimo il volto del dottore che mi rassicurava sull'esito di un primo esame e poi sulla riuscita dell'intervento ...forse poi lo spostamento in ascensore, in camera, poi più nulla, ricordo poco , mi svegliavo, ma mi riaddormentavo subito, anche mio marito nn lo ricordo Eppure era lì in camera ad aspettare, poi stette con me fino a sera, ma io continuavo a dormire e quindi ricordo poco..ma nn ho avuto dolori, fastidi col drenaggio, mi infastidiva non potermi alzare , però già dal mattino seguente ero in piedi, poi insomma il venerdì ho visto la ferita, se ci penso, sento quasi dolore, oggi è diversa, c'è una cicatrice, leggera, precisa, ci sono io che pomeriggio faccio l'iniezione per una delle due terapie ormonali, a gennaio il 7 ho terminato il ciclo di radioterapia! Adesso sono qui un po' malinconica, non triste o preoccupata o impaurita! Credo che cmq l'esperienza ti cambia, ti fortifica, ti costringe a fingere, qndo non puoi e non devi mostrarti fragile o dolorante o impaurita! Le ho versate le lacrime il giorno del verdetto, ho pianto in solitudine nei giorni successivi, ho reagito, ho sorriso, ho ricevuto pochi, ma importanti abbracci! Ho allontanato io parenti e amici, altri lo hanno fatto spontaneamente, perché so quanto possa essere difficile stare accanto ad un malato oncologico! Oggi sono questa, fortunatamente mi hanno riconosciuto l'esenzione per le terapie, che cmq hanno un costo! Ogni mattina prendo la mia compressa e così per i prossimi 5 anni...e poi ovviamente spero solo che i prossimi controlli vadano bene, che il mio percorso abbia un senso, che io riesca veramente ad affrontare e combattere questo male, che affligge ormai l'umanità! Non sono sola, c'è chi sta peggio, ci sono bambini oncologici, ecc, ma il mio pensiero oggi va alla mia me, a colei che oggi può parlarne con serenità, senza piangere, ma consapevole di essere su un percorso difficile, in salita, ma che mi porterà ad essere forse normale, non la stessa di prima, ma almeno migliore più forte e senza dover convivere con la paura che possa cmq ritornare! Spesso mi è stato detto di ritenermi fortunata! Inizialmente mi infastidiva la cosa, oggi l'accetto e mi ritengo grata per tutto e ringrazio per ogni singolo istante, per ogni messaggio, ricevuto, per i silenzi, gli abbracci e i sorrisi, i piccoli gesti , pochi amici, la mia famiglia, mio figlio, sono stati la mia forza, sempre...e sono proprio questi piccoli frammenti preziosi, ad essere ormai custoditi nel mio cuore...
Faust - j US t (2014)
È un pezzo che i Faust sono faustiani. Che non ci stupiscono. Probabilmente, dopo You Know Faust – dove c’era il beneficio del dubbio – niente è stato davvero memorabile, con qualche eccezione, evidentemente (Kundalini Tremolos nel peraltro evitabile C’est Com Com Complique, per esempio). In j US t – leggasi Just Us – lo fanno, ossia tornano a stupirci, per almeno due motivi... artesuono.blogspot.com/2014/12…
Ascolta il disco: album.link/s/4DcvDWM5nqG3lZIXN…
Glass Animals – Zaba (2014)
I Glass Animals sono l’ennesimo prodotto di un filone britannico che strizza l’occhio a un genere spesso definito art pop, che ha avuto un grande successo all’inizio degli anni zero. La band di Oxford ha debuttato nel 2012 con un decoroso EP, Leaflings, e con tutta calma ha atteso due anni per presentarsi alla grande con il primo album. Zaba è un disco corposo e di buon livello nonostante gli eccessivi richiami ai promotori del genere, primi fra tutti gli Alt-J. Undici brani ben costruiti in uno stile senz’altro compiuto e coerente col rischio di risultare ripetitivo... artesuono.blogspot.com/2014/07…
Ascolta il disco: album.link/s/14IOe7ahxQPTwUYUQ…
Pere Ubu – Carnival Of Souls (2014)
Assai gradito il ritorno dei Pere Ubu in una veste magnetica che spiega in maniera adeguata il valore dei quaranta anni di carriera del gruppo. Carnival Of Souls è il diciottesimo disco della band di Cleveland, in Ohio, che ha portato un contributo decisivo allo sviluppo dell’art-rock e che continua a regalare piccole perle che nulla hanno a che fare con l’asfittica realtà mainstream dell’indie-rock in genere (sapete benissimo a cosa mi riferisco)... artesuono.blogspot.com/2014/09…
Ascolta il disco: album.link/i/1668464356
L'Agenzia antidroga dell'Unione Europea si rafforza e punta sempre di più sulla cooperazione internazionale
L'EUDA (in precedenza nota come Osservatorio europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze, EMCDDA) è l'Agenzia dell'Unione europea sulle droghe, con Quartier Generale a Lisbona.
L' #EUDA si concentra su quattro aree principali: prevedere le sfide future legate alle droghe, emettere avvisi in tempo reale sui nuovi rischi, rafforzare le risposte degli Stati membri al fenomeno delle droghe e promuovere lo scambio di conoscenze a livello europeo
Questa settimana, l'Agenzia ha presentato il suo Quadro di Cooperazione Internazionale (ICF) recentemente adottato, approvato dal Consiglio di Amministrazione a giugno.
L'ICF delinea la visione e le priorità strategiche per migliorare la collaborazione globale nell'affrontare le sfide legate alla droga. Questa iniziativa fa seguito all'assunzione da parte dell'EUDA di un ruolo internazionale ampliato in seguito alla sua sostituzione con l'EMCDDA nel luglio 2024. Il nuovo ruolo rafforza la capacità di monitorare e analizzare le dimensioni esterne del problema della droga e di migliorare la preparazione dell'UE in materia.
La droga rappresenta una sfida transnazionale che colpisce le comunità a livello globale, ponendo minacce significative alla salute e alla sicurezza pubblica. I flussi illegali di droga sono diventati sempre più complessi, con droghe e precursori chimici chiave che vengono prodotti e trasportati attraverso le regioni, spesso agevolati da organizzazioni criminali transnazionali. I conflitti e le guerre in corso hanno ulteriormente influenzato il consumo e il traffico di droga, in particolare nei paesi confinanti con l'UE. L'ICF è stato progettato per affrontare queste realtà, basandosi sulla consolidata tradizione di cooperazione internazionale dell'EMCDDA.
Un approccio basato sul partenariato è al centro dell'ICF. Collaborando con la Commissione Europea, l'EUDA interagirà con un'ampia gamma di parti interessate, tra cui paesi partner (come i paesi dell'allargamento e del vicinato dell'UE, nonché paesi dell'America Latina, dei Caraibi, dell'Asia centrale e del Nord America), istituzioni, organi e agenzie dell'UE, organizzazioni internazionali e agenzie per lo sviluppo, nonché la società civile e le comunità scientifiche al di fuori dell'UE. La cooperazione sarà attuata attraverso varie forme, tra cui accordi di lavoro, progetti di cooperazione tecnica, riunioni di esperti e collaborazione con reti di ricerca internazionali.
L'ICF mira a rafforzare la condivisione delle conoscenze e la diffusione delle migliori pratiche a livello internazionale, promuovendo l'innovazione e rafforzando le risposte alle minacce transfrontaliere per la salute e la sicurezza. L'EUDA rafforzerà il suo scambio di conoscenze con i paesi terzi sull'evoluzione del mercato della droga e sulle implicazioni degli sviluppi internazionali legati alla droga per la salute pubblica e la sicurezza nell'UE. Inoltre, l'Agenzia produrrà analisi geostrategiche, promuoverà politiche in materia di droga basate sull'evidenza e sui diritti umani nei paesi terzi e sosterrà l'UE e i suoi Stati membri nei dialoghi internazionali.
L'ICF delinea quattro obiettivi strategici: monitorare gli sviluppi globali in materia di droga che potrebbero rappresentare una minaccia o avere implicazioni per l'UE; collaborare strettamente con i partner dell'UE e internazionali sulle minacce esterne legate alla droga con implicazioni per la salute, la sicurezza e la resilienza sociale all'interno dell'UE; sostenere lo scambio reciproco e la diffusione di buone pratiche e risultati di ricerche implementabili a livello internazionale; sviluppare la cooperazione tecnica con i partner internazionali e promuovere l'integrazione di dati rilevanti per l'UE nei programmi internazionali di monitoraggio e lotta alla droga.
L'attuazione dell'ICF sarà guidata dai principi di valore aggiunto, sostenibilità, fattibilità, coproduzione, sinergie e orientamento al servizio, in linea con la Strategia dell'UE in materia di droga 2021-2025 e con le più ampie politiche dell'UE. Partendo da queste basi, l'ICF darà priorità al miglioramento della preparazione dell'UE in materia di droga e al suo contributo al monitoraggio internazionale; al rafforzamento degli osservatori nazionali sulla droga e dei sistemi di allerta precoce; alla lotta alla produzione e al traffico di droga (inclusi i precursori e le nuove sostanze psicoattive); e alla promozione dell'innovazione nel trattamento, nel reinserimento e nella riduzione del danno.
Attraverso l'ICF, l'EUDA mira a rafforzare il suo ruolo di principale organismo dell'UE in materia di droga e di solido partner internazionale. Rafforzando le capacità e promuovendo la cooperazione, l'agenzia mira a sostenere risposte più efficaci e sostenibili a livello globale.
Per saperne di più
euda.europa.eu/news/2025/intro…
politicheantidroga.gov.it/it/a…
#cooperazioneinternazionaleantidroga
Tinariwen - Emmaar (2014)
Dopo l'ennesimo ascolto di Emmaar, il parallelo con Tassili, ultimo lavoro uscito nel 2011, è inevitabile. Il gruppo maliano che ha fatto, e continua a far conoscere la cultura tuareg in giro per il mondo, con questo disco, non si discosta di molto dal suo predecessore. Due sono soprattutto gli elementi in comune: deserto e messaggio. Il primo è stato registrato nel deserto algerino, Emmar invece, in quello nord americano del Joshua tree. Il messaggio: la musica come strumento di ribellione... artesuono.blogspot.com/2014/06…
Ascolta il disco: album.link/i/1119276994
Ani DiFranco - Allergic To Water (2014)
Da poco mamma, l’eterna ribelle di Buffalo, Ani DiFranco torna a far sentire la sua stupenda smania di essere contro, magari lo fa con un po di tacche in meno, un “anti” pensiero che in questo suo Allergic To Water è molto più ammorbidito dei precedenti lavori, ma questo non significa arrendevolezza solamente che l’artista americana si concede una riflessione interiore, See see see see, uno scandaglio nella sua interiorità soul, Tr’w, e un interesse per una bellezza quasi primitiva della vita, Genie, cose e terreni di gioco in cui DiFranco riversa poesia e viaggi mentali molto lontani dai frenetismi in cui l’abbiamo conosciuta, ora per lei la cosa preponderante è arrivare dentro gli ascolti in maniera confidenziale e col cuore in mano... artesuono.blogspot.com/2014/10…
Ascolta il disco: album.link/i/1208721371
Joe Henry - Invisible Hour (2014)
Lungo viaggio attraverso le parole e l'anima di Joe Henry, Invisible Hour è quello che si potrebbe facilmente definire il personale stream of consciusness del folksinger americano, insomma quel famigerato “flusso di coscienza” che dal padre James Joyce a Van Morrison si è spesso trasposto anche nella musica popolare, con risultati “astrali”. L'idea non è forzata, a patto certo di distinguere linguaggi e stili, che nel caso di Henry significano una forma di ballata elegante e scarna al tempo stesso, una perfezione quasi formale raggiunta dal suo modo di cantare, mai troppo lodato eppure riconoscibilissimo, e di raccontare i versi, tra schegge acustiche e delicate decorazioni degli strumenti a fiato... artesuono.blogspot.com/2014/06…
Ascolta il disco: album.link/i/1752488198
Roadpol, il network internazionale delle polizia stradali, conclude la campagna Safety Days
Roadpol è una rete di cooperazione tra le Polizie Stradali, nata sotto l'egida dell'Unione Europea, a cui aderiscono tutti gli Stati Membri dell'UE (ad eccezione di Grecia e Danimarca), oltre a Svizzera, Serbia, Turchia, Moldavia, Macedonia del Nord, Ucraina e Albania. La Polizia dell'Emirato di Dubai (Emirati Arabi Uniti) partecipa in qualità di osservatore.
L'attività principale di ROADPOL è il controllo del traffico sulle strade, ma svolgiamo anche campagne di prevenzione degli incidenti. Poiché sempre più episodi di criminalità sulle strade sono commessi da conducenti o passeggeri o utilizzano i veicoli come strumento per commettere reati, abbiamo avviato trattative con le forze dell'ordine internazionali per una cooperazione efficace.
Recentemente Si è conclusa la campagna congiunta di sicurezza stradale “Safety Days”, promossa da Roadpol European Roads Policing Network, che si è inserita nell’ambito della “Settimana Europea della Mobilità” svolta dal 16 al 22 settembre.
L'iniziativa mirava a raggiungere l'obiettivo europeo di zero vittime sulle strade in una singola giornata.
Durante la campagna sono state impiegate 5830 pattuglie sul territorio nazionale italiano, controllati 28.239 veicoli e contestate 6.103 sanzioni per eccesso di velocità, 1.460 per mancato utilizzo dei sistemi di ritenuta, 636 per uso del cellulare durante la guida e 34 per mancato uso del casco. Sono state inoltre ritirate 1.135 patenti e decurtati 26.730 punti.
L'attività si è concentrata sul contrasto alle principali cause di incidentalità: eccesso di velocità, mancato utilizzo dei sistemi di ritenuta (incluse le cinture e i seggiolini per bambini), uso del cellulare alla guida e mancato uso del casco protettivo. Particolare attenzione è stata rivolta agli utenti vulnerabili delle due ruote (motocicli, ciclomotori, biciclette e monopattini), evidenziando l'importanza di una condotta responsabile non solo da parte loro, ma anche degli altri utenti della strada.
#SettimanaEuropeadellaMobilità
Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra - Fuck Off Get Free We Pour Light On Everything (2014)
Efrim Menuck, David Payant, Jessica Moss, Sophie Trudeau e Thierry Amar, ovvero la line-up attuale dei Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra, uno dei tanti germi dei Godspeed You! Black Emperor. Il collettivo canadese più creativo e originale degli ultimi anni giunge a un nuovo capitolo della sua complessa e articolata produzione discografica. Per chi non li conoscesse, basti sapere che la loro musica è una liturgia, un post-rock aspro dove i violini e le chitarre stridono con la stessa intensità poetica del canto delle megattere: “Fuck Off Get Free We Pour Light On Everything” è il loro album, diciamolo subito, dove il gruppo mette in atto la miglior rappresentazione della sua arte... artesuono.blogspot.com/2014/11…
Ascolta il disco: album.link/i/786546748