Chat control vote postponed: Huge success in defense of digital privacy of correspondence!
Tomorrow, Thursday 19 October, the Justice and Home Affairs Council will not adopt its position EU regulation on “combating child sexual abuse”, the so-called chat control regulation, as planned, which would have heralded the end of private messages and secure encryption. This is because there is currently not the required majority for the highly controversial and unprecedented regulation. Germany, Austria, Poland and Estonia, among others, are clearly positioning themselves against the current draft, but France also has questions. This is now the second time that the planned vote has been postponed.
Pirate Party MEP, digital freedom fighter and negotiator for his group in the European Parliament, Patrick Breyer, cheers:
“Without the commitment and resistance of countless individuals and organizations in Europe, the EU governments would have decided tomorrow in favour of totalitarian indiscriminate chat control , buried the digital privacy of correspondence and secure encryption. The fact that we have prevented this for the time being should be celebrated! I am particularly pleased that the multi-million Euro professional lobbying and disinformation campaign by a network of the EU Commission and supposed child protection lobbyists has failed for the time being.
Now the critical governments should finally do their homework and agree on joint demands . It is not enough to be against chat control. The suspicionless, error-prone screening of private messages is the most toxic part of the draft regulation, but the problems go far beyond that. We therefore need a new approach that focuses on preventive child protection instead of mass surveillance and paternalism! The last ‘compromise proposal’ of the Council Presidency must be fundamentally revised in at least 5 points:
- No suspicionless chat control: Instead of blanket message and chat control, the judiciary should only be able to order searches of the messages and uploads of suspects. This is the only way to avoid a disproportionate mass surveillance order inevitably failing in court and achieving nothing at all for children. There must also be no untargeted ‘voluntary chat control’ by Internet corporations.
- Protect secure encryption: So-called client-side scanning to infiltrate secure encryption must be explicitly ruled out. General declarations of support for encryption in the text of the law are worthless if scanning and extraction take place even before encryption. Our personal devices must not be perverted into scanners.
- Protect anonymity: Remove mandatory age verification by all communications services to save the right to communicate anonymously. Whistleblowers risk being silenced if they have to show ID or face to the communications service before leaks.
- Deleting instead of blocking: Instead of trying and failing to block exploitative postings via access providers or search engines, it should become mandatory for hosters and law enforcement to delete or have deleted reported exploitative postings at the source.
- No app censorship for young people: It is completely unacceptable to exclude young people from apps such as Whatsapp, Instagram or games in order to protect them from grooming. Instead, the default settings of the services must become more privacy-friendly and secure. The push for suspicionless chat control is unprecedented in the free world. It divides child protection organizations, abuse victims, other stakeholders, the Parliament and the Council. It’s time for a fresh start that relies on consensus. I am convinced that we can protect children and all of us much better with a new approach.”
Anja Hirschel, top candidate of the Pirate Party for the European Election 2024, comments:
“The push for indiscriminate chat control is a profound attack on our privacy and unprecedented in the free world. It divides child protection organizations, abuse victims, other stakeholders, the Parliament and the Council. It is time for a fresh start that builds on consensus. I am convinced that we can protect children and all of us much better with a new approach. And we can do it without sacrificing our fundamental liberties.”
Meanwhile, negotiations in the European Parliament will continue tomorrow with what is likely to be the final round of negotiations. On October 25, EU Home Affairs Commissioner Ylva Johansson will have to answer to the LIBE Committee in the wake of the chat control lobbying scandal.[1] Already on October 26, the Home Affairs Committee (LIBE) is expected to vote on the European Parliament’s position and give a trilogue negotiating mandate, without a plenary vote by all MEPs planned. By the next EU interior ministers’ meeting in December, EU governments could then also have agreed on a position.
[1] patrick-breyer.de/en/breyer-on…
Breyer’s information portal on chat control: www.chatcontrol.eu
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Riforma dell'assetto del mercato elettrico: il Consiglio raggiunge un accordo
@Energia, fonti rinnovabili, approvvigionamento e mobilità
Sono orgoglioso di affermare che oggi abbiamo compiuto un passo avanti strategico per il futuro dell’UE. Abbiamo raggiunto un accordo che sarebbe stato inimmaginabile solo un paio di anni fa. Grazie a questo accordo, i consumatori di tutta l’UE potranno beneficiare di prezzi dell’energia molto più stabili, di una minore dipendenza dal prezzo dei combustibili fossili e di una migliore protezione dalle crisi future. Accelereremo inoltre la diffusione delle energie rinnovabili, una fonte di energia più economica e pulita per i nostri cittadini.Teresa Ribera Rodríguez, terza vicepresidente ad interim del governo spagnolo e ministra per la transizione ecologica e la sfida demografica
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Il più grande quotidiano norvegese raddoppia il pubblico audio con articoli doppiati dall'intelligenza artificiale
@Giornalismo e disordine informativo
Teien ha affermato che l'editore voleva trarre vantaggio da un cambiamento nel comportamento degli utenti verso l'audio e altri formati che consentono al pubblico di svolgere più attività contemporaneamente. Un'altra cosa è stata sfruttare i punti di forza storici dell'Aftenposten nel campo dell'audio.
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Journa.host e la proprietà dei server Mastodon. Una storia sulla fragilità emotiva e professionale dei giornalisti
@Giornalismo e disordine informativo
Riportiamo le riflessioni di Laurens Hof, autore della newsletter fediversereport
Il server Journa.host , un server Mastodon dedicato ai giornalisti, ha trasferito la proprietà. Con ciò arrivano domande riguardanti le aspettative tra i proprietari/operatori del server e le persone che utilizzano il server. Il server Journa.host è iniziato come un progetto incentrato sulla comunità, con il finanziamento iniziale del Tow-Knight Center for Entrepreneurial Journalism presso la Craig Newmark Graduate School of Journalism della CUNY. Recentemente la proprietà del server è stata trasferita alla Fourth Estate Public Benefit Corporation. Questa organizzazione gestisce anche il server Mastodon newsie.social e, fino a poco tempo fa, anche il progetto verifyjournalist.org (la cui proprietà è stata recentemente trasferita a The Doodle Project).
Questo trasferimento di proprietà del server ha innescato una discussione da parte del giornalista etiope Zecharias Zelalem, che si è allontanato dal server journa.host a seguito di questo trasferimento di proprietà. Nei suoi post sottolinea i rischi reali che derivano dall'essere un giornalista, soprattutto nel suo contesto. Il trasferimento dei dati personali dei giornalisti e il controllo della loro presenza sui social media alla nuova proprietà senza alcun preavviso e spiegazione solleva interrogativi sulle considerazioni dei precedenti proprietari su questo trasferimento. Uno dei punti sollevati è che ci sono poche informazioni disponibili sull'identità del nuovo proprietario, Jeff Brown. È comprensibile che i giornalisti si sentano a disagio quando non è chiaro chi sia responsabile di una parte importante della loro presenza digitale. Allo stesso tempo, la maggior parte dei server non è finanziariamente sostenibile e non si può presumere che anche i server che ricevono finanziamenti da luoghi affidabili rimangano operativi per sempre quando i fondi si esauriscono. Nel frattempo, sotto la nuova proprietà, journal.host consentirà nuovamente la registrazione di nuove applicazioni per il server journal.host.
Dan Hon ha scritto un articolo interessante sulla situazione, tracciando parallelismi con il nuovo libro di Cory Doctorow "The Internet Con", che vale la pena leggere. Sta anche ospitando un incontro digitale per piccoli gruppi "Giornalismo, notizie e social network federati", organizzato anche in risposta a questa conversazione. Qui puoi trovare ulteriori informazioni su questo incontro "Hallway Track".
Le nostre considerazioni sulla vicenda
Quando abbiamo creato l'istanza mastodon poliversity.it, dedicata agli accademici e ai giornalisti, ci siamo resi conto che mentre gli accademici hanno iniziato a frequentarla, i giornalisti l'hanno praticamente disertata, preferendo stare dentro istanze generaliste come mastodon.uno o la gigantesca mastodon.social Ma altri hanno preferito iscriversi nelle due istanze tematiche anglofone più grandi dedicate al giornalismo, newsie.social e journa.host.
Il motivo dichiarato è che i giornalisti preferivano stare nei luoghi più comodi, più frequentati o più esclusivi. Insomma, preferivano Un posto al sole...
Ma questa individuazione dell'istanza del fediverso più affollata nasconde la pigrizia tipica della maggior parte dei giornalisti oltre alla impellente necessità di mettersi in mostra. Quando abbiamo creato la nostra istanza dedicata al giornalismo, abbiamo sempre affermato che si doveva trattare di una soluzione temporanea, in attesa di fare in modo che i giornalisti stessi creassero delle proprie istanze, legate alla piattaforma editoriale per cui già lavoravano o ai consorzi di cui fanno parte alcuni dei migliori giornalisti italiani ed esteri.
Invece questi progetti non sono ancora nati. In questo senso, troviamo che le lamentazioni di Zecharias Zelalem siano stucchevoli: non riguardano l'orgoglio del giornalismo, ma la semplice lamentela del giornalista che si vede cambiare padrone, che si vede cambiare il soggetto ospitante
Anche l'accusa nei confronti di Jeff Brown ossia quella di non essere un giornalista, è una cosa volgare che manca totalmente l'obiettivo: Il fatto è che Jeff Brown non deve essere un giornalista ma al massimo deve essere un bravo "editore"!
Il punto però è che il fediverso consente a ciascun giornalista o a ciascun gruppo di giornalisti di essere editore di se stesso. L'incapacità di comprendere la realtà da parte proprio di quei soggetti che dovrebbero raccontarle, è al nostro avviso l'aspetto più problematico e in un certo senso oscena di tutta questa vicenda.
Etiopia, crisi umanitaria dimenticata in Tigray & ingiustizia legittimata dall’ ingerenza occidentale.
Arrivata la condanna di 40 organizzazioni per la mancata estensione del mandato per l’ Etiopia della commissione investigativa ICREE – International Commission of Human Rights Experts on Ethiopia, da parte dell’UNHRC e l’abbandono dell’indagine sui diritti umani in Etiopia delle Nazioni Unite.
La segnalazione di Tigrai TV
Mercoledì 4 ottobre non c’è stata la volontà politica da parte dell’ Europa e degli USA di rinnovare il mandato alla commissione di esperti di diritti umani ONU per l’Etiopia. L’ennesimo abuso da parte “occidentale” di non rispettare il “mai più”.
Approfondimenti:
- Etiopia, USA ed Europa hanno già scelto le sorti per la giustizia e le vittime della guerra genocida in Tigray
- Etiopia, 10 mesi di abusi e violenze dopo la tregua mentre sta per scadere la giustizia per le 800.000 vittime in Tigray
- Etiopia, a quasi un anno di cessate il fuoco, gli esperti ONU mettono in guardia da abusi e violazioni in atto, inclusi crimini di guerra e contro l’umanità.
Le organizzazioni sottolineano il ruolo fondamentale svolto dall’ICHREE come unico organismo internazionale indipendente che indaga sulle gravi violazioni dei diritti umani in Etiopia, tra cui la fame armata, gli abusi e le diffuse violazioni dei diritti umani.
Condannano l’inazione dell’UNHRC come una “grave inadempienza ai doveri e un disprezzo per la continua sofferenza di civili innocenti nel Tigray, Oromia, Amhara e in altre regioni dell’Etiopia”.
Italia: la diaspora del Tigray sul ruolo dell’ICHREE [intervista Radio Ondarossa]
Giovedì 5 ottobre viene rilasciato il REPORT dell’ OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità che riporta la catastrofica situazione degli ospedali e delle strutture in Tigray, dopo 2 anni di guerra dai risvolti genocidi e quasi 1 anni di tregua.
Oggi, dopo 3 anni è l’86% delle strutture sanitarie risultano devastate, in una regione che ha quasi 7 milioni di persone (tra civili, rifugiati eritrei e più di 1 milione di sfollati tigrini). C’è ancora grossa carenza di materiale igienico sanitario e medicinali. Link al REPORT
L’unico ospedale risultato essere rimasto miracolosamente attivo anche durante i 2 anni di guerra e che ha ricevuto recentemente un finanziamento di 6 milioni di euro è Kidane Mihret della missione salesiana di Adwa. L’ospedale attualmente fornisce servizi medici a oltre 70.000 persone, compresi gli sfollati interni.
Lo stesso giorno Reuters comunica che USAID ha ripreso le attività di fornitura di supporto alimentare umanitario ai rifugiati in Etiopia. A giugno 2023 USAID aveva sospeso tali attività sulla pelle di 20 milioni di persone dipendenti dal suoi aiuto. Nell’anno fiscale 2022, l’USAID ha sborsato quasi 1,5 miliardi di dollari in assistenza umanitaria all’Etiopia, la maggior parte dei quali aiuti alimentari.
Anche WFP – World Food Programm ha sospeso le sue attività per lo scandalo della diversione del materiale alimentare. Nel saccheggio, in questo crimine sono stati accusati e implicati alti funzionari di governo e dell’ esercito etiope.
Giovedì 5 ottobre 2023: sono passati esattamente 190 giorni da quando WFP e USAID hanno sospeso la fornitura alimentare umanitaria per 5,6 milioni di persone nello stato regionale del Tigray.
Lunedì 9 ottobre 2023 il WFP Ethiopia rilancia la notizia della ripresa attività del WFP per il sostegno dei rifugiati in Etiopia. Dal comunicato ufficiale si legge:
“Circa 35.000 persone fuggite dal Sudan in Etiopia negli ultimi sei mesi necessitano urgentemente di assistenza alimentare, mentre l’Etiopia ospita anche altri 850.000 rifugiati, provenienti principalmente dalla Somalia, dal Sud Sudan e dall’Eritrea. Le distribuzioni del WFP riprenderanno nelle regioni di Somalia, Gambella, Benishangul Gumuz, Oromia, SNNP e Afar, fornendo ai rifugiati cereali, legumi, olio vegetale e sale. Alcuni riceveranno parte del loro diritto sotto forma di assistenza in denaro. “
Tigray non pervenuto, giustamente, visto che si parla di rifugiati e non di sfollati interni, IDP, più di 1 milione di persone di origine tigrina che causa guerra sono stati costretti a scappare dalle proprie case e trovare salvezza altrove. Oggi la maggior parte occupano edifici scolastici, per cui si è creato anche un cortocircuito con i milioni di ragazzi e studenti che dovrebbero tronare a scuola.
Gli sfollati vengono schedati: mercato dei dati biometrici
USAID per prevenire il furto e la diversione di cibo. per le persone bisognose, prevede di implementare la raccolta di dati biometrici (impronte digitali, scansione del’liride…) per poter dare accesso ai servizi come conto corrente e pagamenti. La raccolta di dati biometrici vengono grazie ad aziende terze che mettono a disposizione la tecnologia alle agenzie umanitarie.
L’Etiopia è solo uno dei tanti Paesi in giro per il mondo e soggetto a crisi umanitarie in cui le agenzie umanitarie risultano utilizzare la raccolta di di dati biometrici.
Qui si apre un nuovo capitolo sulla società globalizzata sorvegliata con implicazioni e rischi per le persone profilate (migranti, richiedenti asilo, rifugiati…), diritti digitali e grossi interessi.
Approfondimenti:
- Gli Stati Uniti si rivolgono alla biometria per prevenire il furto di aiuti umanitari in Etiopia
- Tecnologie per il controllo delle frontiere in Italia – identificazione, riconoscimento facciale e finanziamenti europei
- Rafforzare le frontiere esterne dell’UE – Frontex
- Identità digitale, Migranti e Rifugiati: IL CASO ITALIANO
- IrisGuard biometrics to support Ethiopia’s G2C payments, financial inclusion
- AccessNow – Iris scanning of refugees is disproportionate and dangerous – What’s happening behind IrisGuard’s closed doors?
Oggi, ottobre 2023, ci sono ancora 80.000 rifugiati del Tigray nel vicino Sudan, persone scappate fin dai primi istanti di guerra dal 4 novmebre 2020. Dopo 3 anni sono ancora in cerca di normalità, sopravvivendo in campi di accoglienza in un Paese che oggi è devastato dal’lennesima guerra. Save The Children recentemente ha indicato che sono 19 milioni di bambini sudanesi a non poter andare a scuola a causa della devastazione dopo 6 mesi dall’inizio del conflitto che sta ancora imperversando.
Martedì 10 ottobre 2023 Alice Wairimu Nderitu, Sottosegretario Generale e Consigliere Speciale delle Nazioni Unite per la Prevenzione del Genocidio, ha lanciato un avvertimento sull’aumento del rischio di genocidio e di atrocità correlate in Etiopia. Ciò avviene mentre i conflitti violenti si intensificano in varie regioni del paese, tra cui Amhara e Oromia.
Ha sottolineato che l’accordo raggiunto un anno fa sulla cessazione delle ostilità nella regione del Tigray è in gran parte fallito, sottolineando la necessità di un’azione internazionale.
Alice Wairimu Nderitu ha dichiarato che:
“La sofferenza dei civili non dovrebbe essere normalizzata o accettata, e la prevenzione deve essere la priorità attraverso un’azione coordinata”
Ha anche fatto riferimento ai suoi precedenti avvertimenti negli ultimi tre anni e a un rapporto di settembre della Commissione internazionale di esperti sui diritti umani sull’Etiopia. Nderitu ha chiesto la fine immediata delle violazioni di ampia portata commesse da tutte le parti a partire da novembre 2020.
Venerdì 13 ottobre 2023 l’ ICHREE pubblica il rapporto finale prima della conclusione del suo mandato e invita alla vigilanza internazionale sul conflitto in Etiopia.
Citazione di quanto riporta Addis Standard sulle dichiarazioni dei membri della commissione ONU di esperti di diritto umanitario in Etiopia.
“Nel rapporto pubblicato al termine della 54a sessione del Consiglio per i diritti umani, la commissione ha implicato le forze federali etiopi, le truppe eritree e le milizie regionali alleate in sistematiche uccisioni di massa, diffusi stupri e riduzione in schiavitù sessuale di donne e ragazze, fame forzata, sfollamento e detenzioni arbitrarie di civili.Ha accusato le forze del Tigray di portare avanti la propria campagna di omicidi, violenza sessuale, saccheggi e distruzione in quella che il presidente della commissione Mohamed Chande Othman ha descritto come “una scala sconcertante e una continuità di violenza” contro i civili coinvolti nel fuoco incrociato.
Pur sottolineando che i suoi risultati sono probabilmente solo la punta dell’iceberg, la commissione ha affermato di non avere tempo o risorse sufficienti per prendere una decisione su potenziali genocidi o crimini di sterminio. Ma Othman ha sottolineato la necessità vitale di indagini più approfondite per stabilire i fatti e le responsabilità legali.
Con il suo mandato terminato dopo la presentazione di oggi, la commissione ha lanciato un severo avvertimento che la strada verso la giustizia non deve finire qui. Ha espresso grave preoccupazione per la continua presenza delle forze eritree nel Tigray, affermando che le loro violazioni sia prima che dopo i recenti accordi di cessate il fuoco sottolineano come l’impunità generi ulteriori atrocità.
L’esperta della Commissione Radhika Coomaraswamy ha affermato che le speranze di responsabilità interna sono “estremamente remote”, lasciando le vittime alla disperata ricerca di un’azione regionale e internazionale. Il collega esperto Steven Ratner ha definito un duro colpo per le vittime il fatto che il lavoro della commissione sia stato interrotto prematuramente, sottolineando che “è essenziale che questo lavoro continui”.
Othman ha esortato la comunità internazionale a non dimenticare le vittime del conflitto. Ha chiesto un monitoraggio rafforzato delle condizioni sul campo e una giurisdizione universale per i procedimenti giudiziari all’estero. Considerando il rischio allarmante di ulteriori crimini se lasciato senza controllo, la commissione ha affermato che il suo rapporto finale non deve essere l’ultima parola. Giustizia e responsabilità sono vitali per una pace sostenibile, ha sottolineato Othman.
La bozza di mozione per estendere la Commissione internazionale di esperti sui diritti umani sull’Etiopia non è stata rinnovata ed è scaduta il 4 ottobre, nonostante i ripetuti appelli delle principali organizzazioni per i diritti umani di tutto il mondo che ne chiedevano l’estensione.
Nelle settimane precedenti a questa scadenza, i membri della Commissione hanno lanciato l’allarme sull’alto rischio di continue atrocità in assenza di indagini indipendenti sulle violazioni dei diritti umani in corso nel paese. Hanno espresso profonda preoccupazione per il rischio di ulteriori crimini contro i civili dato il clima instabile in Etiopia.
I gruppi internazionali per i diritti umani hanno sottolineato la necessità vitale che il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite utilizzi il suo mandato per aiutare a prevenire le violazioni dei diritti e rispondere a emergenze come quelle ampiamente documentate nell’ultimo rapporto della Commissione.”
Mentre l’ICHREE pubblica il suo ultimo REPORT continuano abusi, violenze ed occupazione in Tigray.
E’ indiscrezione di questi giorni di ottobre che tramite un servizio di Tigrai TV che ha intervistato sfollati interni nati ad Humera, area del Tigray occidentale ed ospitati oggi nei campi di accoglienza ad Adwa e dintorni, hanno recentemente denunciato attività di pulizia demografica: registrazione da parte di ONG che li registrano cambiandone i luoghi di nascita. Motivazioni e nomi di queste realtà per ora risultano ingoti, ma per giustizia e trasparenza bisognerebbe che qualcuno debba indagare ed approfondire.
Approfondimento:
Etiopia, la pulizia etnica persiste nonostante la tregua in Tigray
Mentre il resto del mondo rincorre l’ennesima guerra, l’ennesima crisi umanitaria per volontà politiche e per interessi e nuove risorse dei signori della guerra, non bisognerebbe dimenticare quelle recentemente passate, ma che hanno prodotto conseguenze per cui ci sono ancora milioni di persone disperate che stanno cercando di sopravvivere in ogni modo.
Trasparenza e giustizia sono le colonne portanti per stabilità e pace, tutto il resto è solo rumore.
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Chat Control 2.0: EU governments set to approve the end of private messaging and secure encryption
By making a minor concession EU governments hope to find a majority next week to approve the controversial „chat control“ bill. According to the proposed child sexual abuse regulation (CSAR), providers of messengers, e-mail and chat services would be forced to automatically search all private messages and photos for suspicious content and report it to the EU. To find a majority for this unprecedented mass surveillance, the EU Council Presidency proposed Tuesday that the scanners would initially search for previously classified CSAM only, and even less reliable technology to classify unknown imagery or conversations would be reserved to a later stage. The proposed „deal“ will be discussed by ambassadors tomorrow and could be adopted by ministers next week.
Patrick Breyer, Pirate Party Member of the European Parliament and co-negotiator of the proposal, warns about the consequences of such a „deal“:
„Firstly, the proposed text would mandate the implementation of surveillance bugs and vulnerabilities into currently securely end-to-end encrypted messenger apps such as Whatsapp or Signal. It would mean the end of secure encryption because we could never be sure whether our messages or photos would be forwarded to persons we don’t know and can’t trust. The so-called client-side scanning would either make our communications fundamentally insecure, or Europeans would no longer be able to use Whatsapp or Signal at all, as their providers have contemplated.
Secondly, the proposed indiscriminate mass scanning of private communications of millions of citizens not even remotely connected with crime would inevitably be struck down by the courts, utterly betraying the hopes of children or victims. All independent legal experts and even the EU Council’s own legal service agree that indiscriminate content analysis fails to comply with fundamental rights and the jurisprudence of the EU Court of Justice. The disaster surrounding the failed data retention directive would repeat itself.
Thirdly, indiscriminate scanning mass criminalizes our children, with 40% of criminal suspects for possession of CSAM being minors in Germany alone. Youths are usually not aware of the criminal nature of seemingly funny content, which they often receive inadvertedly via chat channels.
Fourthly, scanning for known, thus old material does not help identify and rescue victims, or prevent child sexual abuse. It will actually make safeguarding victims more difficult by pushing criminals to secure, decentralised communication channels which are impossible to intercept even with a warrant. Although some US corporations such as Meta are already scanning European messages for previously classified CSAM ‚only‘, up to 80% of reported messages are classified by the police as not criminally relevant, thus implicating innocent citizens. The Commission estimates the number of reported messages to multiply as a result of mandatory scanning, which would flood law enforcement and overload the resources already lacking for targeted or undercover investigations into the organised producers of such material and into ongoing child sexual abuse.
Fifth, opening the door to indiscriminate surveillance will put us on a slippery slope, with Europol already calling to scan for other types of content.
The proposed ‚compromise‘ does not even touch upon other fundamental problems of the draft legislation, including ending anonymous communications and whistleblower tips as a result of mandatory age verification, and the prohibition of commonplace messenger, social networking, gaming and video conferencing apps for teenagers under 16 years of age, even where their parents consent.
This proposal urgently needs a fresh start that focuses on security by design instead of mass surveillance, paternalism and breaking IT security. The future of our privacy and security, and that of our children, is at stake!“
Breyer’s website on the Chat Control proposal
“Milano Digital Week – Influencer marketing, strategie di sviluppo, tutela di brand e minori”
PRIVACYDAILY
“Festival del Metaverso”
Domani 10 ottobre alle 12.30 avrò il piacere di intervenire al Festival del Metaverso per discutere di VR, Ai e data protection . Qui tutte le informazioni all’evento www.festivalmetaverso.it
Maronno Winchester reshared this.
“Milano Digital Week – Influencer marketing, strategie di sviluppo, tutela di brand e minori”
Oggi dalle 16.00 parteciperò al convegno organizzato da D DIKE – LUISS HUB – nell’ambito della Milano Digital Week “Influencer marketing strategie di sviluppo e tutela di brand e minori “ per discutete di tutela dei dati personali e minori.Qui tutte le informazioni all’ evento eventbrite.com/e/biglietti-inf…
PRIVACYDAILY
PRIVACYDAILY
Verso un ecosistema di scienza aperta. Il contributo di Bonfire nel realizzare un framework modulare per applicazioni social federate
All'interno di Bonfire, è possibile creare diversi plugin per scopi come la collaborazione nella ricerca, la pubblicazione pre-stampa e la revisione tra pari. Inoltre, un sistema di riconoscimento e verifica chiaro e verificabile potrebbe supportare la creazione di un ecosistema federato di scienza aperta.
Una massiccia adozione di protocolli federati da parte delle istituzioni accademiche aiuterà a potenziare le implementazioni della scienza aperta e a includere le comunità non accademiche nel processo di produzione della conoscenza. Immaginiamo che queste implementazioni vengano realizzate all'aperto, attraverso un processo di co-progettazione che unisce scienziati, ricercatori e attivisti. Questo sforzo collettivo garantirà che le funzionalità sviluppate soddisfino i meticolosi standard degli strumenti accademici sfruttando al tempo stesso l’esperienza utente dei social network. La nostra aspirazione è che ciò possa innescare conversazioni significative e ampliare l’accessibilità delle discussioni scientifiche a un pubblico più ampio, promuovendo una comunità di conoscenza globale vivace, inclusiva e interconnessa.
Qui il post completo pubblicato da @Equipo Nibö :niboe: e Biogarabatos post sul blog di @Bonfire
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“Perché le case automobilistiche non prendono a bordo la privacy degli utenti?”
Nuovo appuntamento con la rubrica Privacy weekly, tutti i venerdì su StartupItalia. Uno spazio dove potrete trovare tutte le principali notizie della settimana su privacy e dintorni.
“Internet Festival – Artificial Law#1 “
“Dobbiamo educare le persone a scegliere servizi e applicazioni di AI anche in considerazione di quanto siano rispettosi dei loro diritti e delle loro libertà
“Internet Festival – Artificial Law#1 “
Dalle 11.30 parteciperò all’ Internet Festival nel panel Artificial Law#1 per parlare di diritti della persona, ai generativa e Chat Gpt con Stefano Da Empoli Carlo Rossi Chauvenet e la moderazione di Federica Meta. qui tutte le informazioni relative all’evento internetfestival.it/programma/…
PRIVACYDAILY
“Internet Festival “
Domani dalle 11.30 avrò il piacere di partecipare all’ Internet Festival nel panel Artificial Law#1 per parlare di diritti della persona, ai generativa e Chat Gpt con Stefano Da Empoli Carlo Rossi Chauvenet e la moderazione di Federica Meta.
Etiopia, la normalizzazione dell’ingiustizia per il Tigray
L’Europa ha preso la decisione ben porecisa secondo volontà politiche, di soprassedere, di non tutelare i diritti umani e la giustizia per le centinaia di migliaia di vittime che ha creato la guerra genocida in Tigray, Etiopia.
La guerra (4 novembre 2020, 2 novembre 2022) ha portato a stimare 800.000 morti, 120.000 stupri come vendetta sul popolo tigrino, attività di pulizia etnica, morti per fame come conseguenza del blocco alimentare umanitario prima e dopo la fine della guerra (le persone stanno morendo ancora oggi, il Tigray è ancora occupato dalla presenza amhara ed eritrea, gli abusi e le violenze sono in atto e sono presenti più di 1 milione di sfollati interni.Il sistema sanitario ancora oggi in grave crisi, è stato distrutto fin dal’inizio per l’80% a livello regionale. Campi, bestiame e raccolti, bruciati, distrutti e saccheggiati per affamare i civili.
Se tali numeri li paragoniamo ai poco più di 6 milioni di persone in Tigray (tra cui Irob e Kunama, minoranze etniche a ricschio) si può comprendere che la guerra di 2 anni è stata talmente micidiale per il popolo tigrino che si potrebbe categorizzare in un vera e propria volontà di sterminio della popolazione civile, genocidio.
Approfondimento: Etiopia, USA ed Europa hanno già scelto le sorti per la giustizia e le vittime della guerra genocida in Tigray
Il team di esperti di diritti umani delle Nazioni Unite è stato istituito nel dicembre 2021 (1 anno dopo che era iniziata la guerra in Tigray) per indagare i crimini di guerra e contro l’umanità in cui sono coinvolte tutte le forze. Da allora il team ICHREE, ha pubblicato 2 rapporti.
Nel primo report ha concluso che tutte le forze avevano commesso abusi durante la guerra in Tigray, alcuni come crimini di guerra. Il documento sentenziava anche che il governo etiope ha usato la fame come arma di guerra limitando l’accesso umanitario alla regione di oltre 6 milioni di persone, mentre erano in conflitto contro le forze tigrine.
Il secondo report, pubblicato nel settembre 2023 è stato affermato che il processo nazionale etiope per la giustizia di transizione (come punto fondante dell’accordo di tregua firmato a Pretoria il 2 novembre 2022) “è ben al di sotto” degli standard africani e nazionali.
Esistono lacune a livello normativo e di legge etiope che non permettono di giudicare crimini gravi come quelli di guerra e contro l’umanità e cosa non meno importante: nel contempo è da sottolineare che è lo stesso governo implicato nei crimini ada aver creato e a gestire il processo di giustizia di transizione.
Approfondimento: Etiopia, Perseguire Crimini Contro l’Umanità: Dov’é La Legge?
La commissione ONU verteva proprio sul fatto di una indipendenza nel processo di indagine per scongiurare proprio questi conflitti d’interessi: il team ha subìto vari tentativi da parte del governo etiope di essere fermato, dal blocco all’accesso alle aree di guerra a tentativi più formali in sedi internazionali tramite il voto anche degli alleati, come l’Eritrea.
Queste indagini sostenute dalle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani in Etiopia è destinata a scadere dopo che nessun Paese si è fatto avanti per chiedere una proroga, nonostante i ripetuti avvertimenti che gravi violazioni continuano a quasi un anno da quando il cessate il fuoco ha posto fine a una sanguinosa guerra civile. nel paese dell’Africa orientale.
Mentre l’Unione Europea conduceva i colloqui sulla questione, alla fine, non è stata presentata alcuna risoluzione per estendere il mandato della Commissione internazionale indipendente di esperti sui diritti umani sull’Etiopia – ICHREE, prima della scadenza del termine mercoledì al Consiglio dei diritti umani a Ginevra.
L’indagine verrà quindi sciolta alla scadenza del suo mandato questo mese.
Martedì 3 ottobre 2023 gli esperti della commissione hanno quasi implorato il consiglio di estendere l’indagine, avvertendo che le atrocità continuano nel Tigray, la provincia più settentrionale dell’Etiopia martoriata dalla guerra.
Tirana Hassan, direttore esecutivo di HRW – Human Rights Watch, ha affermato che:
“I membri dell’Unione Europea hanno abdicato alla loro responsabilità di garantire un controllo internazionale sui gravi abusi in Etiopia non rinnovando la commissione di esperti.Per le numerose vittime delle atrocità commesse in Etiopia che riponevano le loro speranze nella Commissione, questo è un colpo devastante.”
Un diplomatico di un paese dell’UE, come riporta AP – Associated Press, ha riconosciuto che il blocco ha accettato di non presentare una risoluzione e ha invitato il governo etiope a istituire meccanismi “robusti, indipendenti, imparziali e trasparenti” per promuovere la giustizia di transizione alla luce dell’“estrema gravità dei crimini”. ” e violazioni dei diritti in Etiopia.
Secondo AP, il diplomatico ha aggiuto in condizione di anonimato:
“Ci aspettiamo progressi rapidi e tangibili nei prossimi mesi. La mancanza di progressi potrebbe mettere a repentaglio la graduale normalizzazione delle relazioni tra l’UE e l’Etiopia”.
Di tutt’altro parere e approccio alla luce del sole l’Europa, visto che i leader europei si sono ben mossi per salvaguardare la tutela delle proprie risorse e status quo in e con l’Etiopia grazie al rafforzamento di quelli che dai politicanti e governanti vengono definiti “rapporti di cooperazione internazionale” per “stabilità” e “sviluppo economico”.
Basti ricordare che martedì 3 ottobre 2023 l’Unione Europea ha annunciato un pacchetto di aiuti da 650 milioni di euro (680 milioni di dollari) per l’Etiopia, il primo passo del blocco verso la normalizzazione delle relazioni con il paese, nonostante le precedenti richieste di responsabilità sui crimini di guerra e contro l’umanità.
La stessa Italia per dichiarazione pubblica del Min. Esteri Antonio Tajani, ha dichiarato volontà politica di rafforzamento cooperazione con governi dell’ Etiopia e dell’ Eritrea.Antonio Tajani, Ai Ministri degli Esteri Etiopia Eritrea Somalia ho confermato l’impegno del Governo a rafforzare cooperazione con i Paesi del Corno d’Africa
Volontà politiche globali precise dedite al rafforzamento per perseguire il capitalismo a discapito di tutto il resto, anche della tutela della giustizia e delle vittime.
I critici hanno denunciato l’inazione del consiglio dei 47 paesi membri.
L’indagine delle Nazioni Unite è stata l’ultima grande indagine indipendente sulla guerra del Tigray, che ha ucciso centinaia di migliaia di persone ed è stata segnata da massacri, stupri di massa e torture.
Come la commissione ICHREE, anche a giugno 2023, l’Unione Africana ha abbandonato la propria indagine sulle atrocità e crimini della guerra in Tigray, dopo ampie pressioni da parte dell’Etiopia.
Laetitia Bader, direttrice del Corno d’Africa presso Human Rights Watch, ha affermato che il mancato rinnovo del mandato consente in sostanza all’Etiopia di abbandonare l’agenda del Consiglio e equivale a:
“Un feroce atto d’accusa contro l’impegno dichiarato dell’UE nei confronti della giustizia.È l’ennesimo duro colpo per le innumerevoli vittime di crimini atroci che hanno riposto la loro fiducia in questi processi.”
La stabilità a lungo termine di una società e di un Paese si ottiene tutelando i diritti fondamentali degli individui e la giustizia. Senza le persone la società non esiste. La stabilità economica è un castello di carte e le persone non mangiano soldi.
Da non dimenticare una questione ancora aperta
Una questione ancora aperta, ma per la quale c’è già chi indaga per trasparenza e giustizia, è che accordi e in che termini il premier etiope Abiy Ahmed Ali ha preso con l’occidente per riuscire a bloccare le investigazioni sulle violazioni e abusi dei diritti umani in Etiopia.
Approfondimenti:
- Etiopia, 182 milioni di euro siglati tra la Presidente Giorgia Meloni e il Primo Ministro etiope in visita in Italia
- Etiopia, 6 milioni di euro italiani per l’ospedale di Adwa mentre gli sfollati in Tigray muoiono di fame
- Etiopia, la crisi umanitaria in Tigray continua, ma per l’Italia si è risolto tutto con l’accordo di Pretoria
PRIVACYDAILY
Chat control gate: EU Home Affairs Commissioner Johansson fails to credibly dispel lobbying revelations
Following reports from several European media outlets about the close involvement of foreign tech and law enforcement lobbyists in the preparation of the controversial Child Sexual Abuse or Chat Control Regulation [1], the European Parliament’s Civil Liberties Committee (LIBE) last week demanded “clarifications and explanations on the allegations” by EU Home Affairs Commissioner Ylva Johansson. In her response, Johansson attempts to dispel the affair.
[2]Patrick Breyer (Pirate Party), member of the Civil Liberties Committee and co-negotiator of the proposed regulation, comments:
“It was only to be expected that Johansson would reply to our letter with her usual propaganda, including citing a biased and suggestive Eurobarometer poll that violates the rules of good public opinion research. Other polls found overwhelming opposition.
[3]Contrary to the appearance she tries to create, only Thorn was provided with access to top Commissioners and President von der Leyen, certainly not civil society.
The opposition to the bill does not come mainly from Big Tech, but from IT security experts, human rights activists, journalists, and child welfare associations, including victims of child sexual abuse. [4] Big Tech in reality prompted the Chatcontrol 1 regulation, and collaborated in Johansson’s backdooring encryption working group. They are also involved in the lobby network WeProtect.
As independent fact-checkers have confirmed, Johansson’s words cannot be trusted.
[5]To be able to really hold her accountable for her foreign-interfered legislative proposal and lobbying in office, we need full access to all correspondence of DG Home with stakeholders, to see for ourselves the reality .”
[1] balkaninsight.com/2023/09/25/w…
[2] patrick-breyer.de/wp-content/u…
[3] patrick-breyer.de/en/poll-72-o… patrick-breyer.de/en/chatcontr…
[4] edri.org/our-work/most-critici…
[5] euractiv.com/section/platforms…
“AI addestrate con i dati personali ecco le responsabilità “
Sottrarre (o almeno provarci) i dati personali che si pubblicano online all’addestramento degli algoritmi è un obbligo o solo un diritto dell’editore, del gestire del sito o del social? Vale forse la pena di ragionarne | Qui il l’articolo completo agendadigitale.eu/mercati-digi…
“Automotive Campus “
È stato un piacere partecipare all’automotive campus e ragionare con centinaia di addetti ai lavori (costruttori e fornitori di servizi) di quanto i dati personali siano ormai protagonisti anche nel mercato automobilistico e di quanto occorra essere prudenti
EU Committee: Home Affairs Commissioner Johansson needs to explain lobbying links
The pressure on Ylva Johansson is mounting: Following the reports of several European media on the close involvement of lobbyists in the preparation of the controversial Child Sexual Abuse Regulation, the European Parliament’s Civil Liberties Committee (LIBE) is now asking her for „clarifications and explanations concerning the allegations“. The Committee Chair’s letter sent yesterday points to a potential „conflicts of interest“ and „possible undue influence in the drafting of the proposal“ for a Child Sexual Abuse Regulation, including by tech stakeholders that have „economic interests“ in the legislation.
Research published this week by several European media outlets has revealed that an international campaign involved in the drafting and supporting of the EU’s proposed child sexual abuse regulation is being largely orchestrated and financed by a network of organisations with links to the tech industry and security services. Today it was revealed additionally that two Europol staff have started working for Thorn, a company lobbying for the proposal. The controversial “chat control” regulation would require providers to indiscriminately scan and potentially disclose all private electronic messages and photos using error-prone technology and „artificial intelligence“.
Member of the Civil Liberties Committee and co-negotiator on the proposed regulation Patrick Breyer (Pirate Party) calls for further steps:
„Johansson will reply to our letter with her usual propaganda on the alleged urgency of her proposal – an argument which we now know has been scripted by a PR agency paid with money of a foreign foundation with ties to US law enforcement. As independent fact-checkers have confirmed, her words cannot be trusted.
To be able to really hold her accountable for her foreign-interfered legislative proposal and lobbying in office, we need full access to all correspondence of DG Home with stakeholders.“
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“Summit internazionale sulla protezione dell’infanzia”
Domani 5 ottobre sarà un piacere e un onore intervenire al Summit internazionale sulla protezione dell’infanzia. Grazie a ICMEC per l’invito. Dobbiamo trovare un equilibrio tra protezione dei minori e della privacy.
PRIVACYDAILY
“”
Domani alle 11.45 parteciperò al 6° Automotive Campus organizzato da Duessegi Editore per discutere della raccolta dei dati e della privacy nel settore automotive. Qui tutte le informazioni relative all’evento duessegi.com
Media freedom: Pirates call for protection of journalists from spyware without exceptions
Strasbourg, 03/10/2023 – Today, the European Parliament will decide its position on the ‘Media Freedom Act’, the new law for freedom of press in the EU. The rules are designed to better protect journalists from arbitrary content removal on platforms such as Facebook and Twitter and from spyware attacks, such as the Pegasus software. While Pirates support the bill, they demand a complete ban on spying on journalists. Their group has accordingly tabled amendments.
Patrick Breyer, Member of the European Parliament for the German Pirate Party, comments:
“The media freedom law is a milestone in the protection of journalists in Europe and I am proud that Pirates have contributed to the success of the text. With the new rules, not only media representatives but also their sources, such as whistleblowers, will be better protected. However, it is now necessary to eliminate loopholes that would justify spyware attacks. That is why we Pirates, via our parliamentary group, have tabled amendments to ban spyware attacks without loopholes. Freedom of press is one of the highest values in liberal democracies and requires special protection. We must not allow politically motivated autocratic surveillance attacks to undermine it.”
Gazzetta del Cadavere reshared this.
La polizia ceca utilizza il sistema di riconoscimento facciale, IuRe scopre i dettagli
Riportiamo il post pubblicato da EDRi il 27 settembre Il database è composto da quasi 20 milioni di foto di carte d’identità e passaporti. Il membro dell’EDRi Iuridicum Remedium (IuRe) ha scoperto che il sistema funziona confrontando il volto di una persona in una fotografia inserita con i volti di tutte le persone, o le loro caratteristiche vettoriali, in un cosiddetto database di riferimento.
In una società democratica in cui ci affidiamo ai giornalisti perché agiscano come controllori del potere, non possiamo lasciare che essi diventino un bersaglio di spionaggio autorizzato dal governo
@Giornalismo e disordine informativo
Il Parlamento europeo manterrà fede alle sue promesse e proteggerà i giornalisti?
Di Sebastian Becker, Chloé Berthélémy e Shubham Kaushik, @EDRi
L’Unione europea si considera un baluardo della democrazia e dei diritti fondamentali. I giornalisti e la libertà dei media sono il fondamento di questi principi.
Ma un nuovo regolamento – che mira a proteggere proprio questi valori – potrebbe non raggiungere il suo obiettivo se il Parlamento europeo si rifiuta di portare avanti le parole.
L’European Media Freedom Act (EMFA) è stato proposto nel 2022 per proteggere i giornalisti e i fornitori di media e fungere da spinta per rafforzare la democrazia dell’UE.
Diventerà la prima legge in assoluto con norme vincolanti sull’uso delle tecnologie di sorveglianza da parte dei governi europei contro i giornalisti.
Questa settimana il Parlamento europeo voterà in modo decisivo su questo regolamento.
Lo spyware danneggia i giornalisti e la nostra democrazia
I danni dello spyware sono ben noti e documentati. Nel 2021, abbiamo scoperto che oltre 180 giornalisti in 20 paesi, tra cui Ungheria, Spagna e Francia, i cui telefoni sono stati infettati dallo spyware Pegasus, spesso dai governi dei loro paesi.
È diventato estremamente chiaro che lo spyware consente ai governi di ottenere un accesso incontrollato e illimitato alle comunicazioni, alle foto intime, ai contatti personali e ai dati sul comportamento online di una persona, tutto all'insaputa della vittima.
In un mondo in cui strumenti di hacking pericolosi possono essere facilmente acquisiti e utilizzati dai governi con un controllo minimo o nullo, non sono rimasti quasi più spazi online in cui i giornalisti possano sentirsi sicuri e garantire la riservatezza delle fonti.
Quel che è peggio, lo spyware può aggirare tutte le funzionalità di sicurezza digitale su cui fanno affidamento i giornalisti, inclusa la crittografia, e trasformare un telefono in un dispositivo di spionaggio in tempo reale.
In un mondo in cui strumenti di hacking così pericolosi possono essere facilmente acquisiti sul mercato e utilizzati dai governi con un controllo minimo o nullo, non sono rimasti quasi più spazi online in cui i giornalisti possano sentirsi sicuri e garantire la riservatezza delle fonti.
La necessità di un divieto totale dello spyware in qualsiasi legge che cerchi di proteggere i giornalisti è indiscutibile.
I governi dell’UE usano la “sicurezza nazionale” come carta bianca
Ma questo non va bene per alcuni stati membri dell'UE che vogliono continuare ad abusare dello spyware.
Durante i dibattiti legislativi, la Francia ha chiesto che ai paesi dell’UE sia consentito forzare la divulgazione delle fonti, arrestare, detenere, mettere sotto sorveglianza e persino utilizzare spyware contro i giornalisti per motivi di “sicurezza nazionale”.
È stato dimostrato più volte come i paesi dell’UE abusino di questa nozione di sicurezza nazionale per imporre una sorveglianza di massa o altre misure repressive eccezionali ai propri cittadini.
Basta chiedere ad Ariane Lavrilleux, una giornalista francese arrestata in Francia nel settembre 2023.
Ha rivelato la responsabilità della Francia per i crimini commessi dalla dittatura di Abdel Fattah el-Sisi in Egitto attraverso la sua indagine nel 2021.
In nome della "sicurezza nazionale", Ariane è stata trattenuta mentre il suo appartamento veniva perquisito e tutti i suoi dispositivi elettronici venivano sequestrati.
La sua esperienza avrà un grave effetto agghiacciante sul giornalismo investigativo.
Abbiamo bisogno che l’UE garantisca un ambiente mediatico privo di sorveglianza
In una società democratica, dove contiamo sui giornalisti affinché agiscano come cani da guardia pubblici, non possiamo lasciare che si preoccupino di diventare un bersaglio di spionaggio autorizzato dal governo.
I giornalisti devono inoltre essere in grado di garantire la totale riservatezza delle loro fonti per garantire la divulgazione di informazioni affidabili e di interesse pubblico.
Si affidano a strumenti come la crittografia per garantire comunicazioni sicure e private. Beatriz Ramalho Da Silva, giornalista investigativa di Lighthouse Reports, ha dichiarato a European Digital Rights che la crittografia end-to-end garantisce la sicurezza delle fonti, dei collaboratori e dei partner dei giornalisti il cui lavoro li mette sotto minaccia da parte dei loro governi. Se le loro comunicazioni venissero intercettate la vita delle persone sarebbe a rischio.
Il giornalismo responsabile e di interesse pubblico non può esistere in un ambiente in cui incombe la minaccia che il governo ti spii attraverso il tuo telefono.
Tutto ciò viene ostacolato quando i governi o altri attori malintenzionati invadono i telefoni e i dispositivi dei giornalisti per accedere alle loro fonti e alla loro strategia editoriale.
Il giornalismo responsabile e di interesse pubblico non può esistere in un ambiente in cui incombe la minaccia che il governo ti spii attraverso il tuo telefono.
Il Parlamento europeo avrà l'opportunità la prossima settimana di garantire che i giornalisti non debbano più subire tutto questo. Ma gli eurodeputati coglieranno questa opportunità?
Il “pragmatismo” dell'UE ostacolerà la protezione dei nostri giornalisti?
Con tale chiarezza sulle gravi conseguenze che possono derivare quando lo spyware viene utilizzato come arma contro i giornalisti, ci si deve chiedere perché il Parlamento europeo si stia tirando indietro nel prendere una posizione forte.
C'è la possibilità che gli eurodeputati stiano preventivamente ammorbidindo la loro posizione perché sono preoccupati per la dura battaglia che si prospetta per l'EMFA nei negoziati interistituzionali.
Noi, le persone, meritiamo un giornalismo affidabile, e i giornalisti – che saranno colpiti negativamente quando lo spyware invaderà i loro telefoni e metterà a rischio la loro vita e i loro mezzi di sussistenza – meritano di poter svolgere il proprio lavoro.
Il Consiglio dell’Unione Europea, che comprende tutti gli Stati membri dell’UE, combatterà con le unghie e con i denti contro qualsiasi limitazione – non importa quanto ragionevole – sulla loro competenza in materia di “sicurezza nazionale”.
Il Consiglio dell’UE ha già accettato di concedere un “passo gratuito” alla polizia nazionale e alle forze dell’ordine per l’uso di spyware quando si tratta di questo problema.
Il Parlamento europeo è l’unica istituzione dell’UE eletta direttamente dai cittadini. Invece di preoccuparsi di come la loro posizione sarà percepita dagli Stati membri, dovrebbero riflettere sulle loro responsabilità nei nostri confronti.
Pragmatismo come scusa?
Noi, le persone, meritiamo un giornalismo affidabile, e i giornalisti – che saranno colpiti negativamente quando lo spyware invaderà i loro telefoni e metterà a rischio la loro vita e i loro mezzi di sussistenza – meritano di poter svolgere il proprio lavoro.
Giornalisti, società civile e associazioni dei media si sono uniti più volte per lanciare l'allarme su questo tema. Ma ci è stato detto che un divieto totale di questa tecnologia nefasta non è pragmatico.
Ci auguriamo che l'essere "pragmatici" non diventi una scusa per il Parlamento europeo per non fare tutto il possibile per evitare un danno reale e grave ai giornalisti.
La prossima settimana avranno l'opportunità di difendere le proprie convinzioni, i giornalisti e la salute della democrazia dell'UE.
Se non lo facessero, sarebbe la campana a morto per i diritti dei giornalisti che rischiano la vita per dire la verità al potere.
Sebastian Becker è consulente politico, Chloé Berthélémy è consulente politico senior e Shubham Kaushik è responsabile delle comunicazioni e dei media presso European Digital Rights (EDRi).
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0ut1°°k
in reply to Poliversity - Università ricerca e giornalismo • • •rag. Gustavino Bevilacqua
in reply to 0ut1°°k • • •@outlook
C'è gente, come Zecharias, che RISCHIA LA PELLE per fare il giornalista, e magari non gli va molto a genio far sapere i suoi affari personali a sconosciuti dei quali non si trovano molte tracce in giro.
Se qualcunә riesce a dimostrare che Jeff Brown non è uno delle tante Wanna Marchi della rete, che cerca solo polli da mungere… sarà una buona notizia.
macfranc
in reply to rag. Gustavino Bevilacqua • • •Dài @GustavinoBevilacqua conosci troppo bene il fediverso per capire che non è questo il punto! Se hai bisogno di sicurezza, non devi cercare la "fiducia" di nessuno, ma devi solo avere il "controllo"!
Se vuoi usare l'istanza di un altro, il minimo che devi (Minimo che DEVI) fare è iscriverti con protonmail e collegarti con TOR project.
L'ottimale è crearti una tua istanza e comunicare solo con sistemi crittati (matrix, signal, session, etc)
@outlook @poliversity @giornalismo
macfranc
in reply to macfranc • • •@GustavinoBevilacqua aggiungo infine che nessuno deve
> dimostrare che Jeff Brown non è uno delle tante Wanna Marchi della rete, che cerca solo polli da mungere… sarà una buona notizia.
Questo è indifferente, così come lo è il fatto che sia o non sia un giornalista (per me è un "editore di fatto" e si posiziona nell'intervallo tra Wikileaks ed Elon Musk!): quello che conta è chi sei tu, utente che ti iscrivi là dentro...
@outlook @poliversity @giornalismo