ansa.it/puglia/notizie/2022/02…
Nel 2016 ex professore abusò di alunno minorenne, arrestato - Puglia
Accusato di violenza sessuale aggravata ed estorsione aggravata nei confronti di un alunno minorenne, un ex professore, di 51 anni, residente in provincia di Bari, è stato arrestato dai Carabinieri. (ANSA)Agenzia ANSA
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L'account di informapirata è stato bloccato per aver rilanciato un tweet con questa notizia.
Lo staff di #Twitter è stato allertato, ma abbiamo preferito contestare il blocco piuttosto che rinnegare un tweet totalmente innocuo e perfettamente compatibile con le policy di Twitter
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twitter.com/poliversotweet/sta…
https://twitter.com/poliversotweet/status/1493646397215760392
L'account di informapirata è stato bloccato per aver rilanciato un tweet con questa notizia. Lo staff di @Twitter è stato allertato, ma abbiamo preferito contestare il blocco piuttosto che rinnegare un tweet totalmente innocuo e perfettamente compatibile con le policy di TwitterTwitter
#ilcafFLEdelmercoledi – Antonio Martino
Qual è il futuro dei liberali in Italia? Ne parla: Antonio Martino, Professore ed economista liberale, già Ministro degli Affari Esteri e della Difesa Conducono: Emanuele Raco, Capo Ufficio Stampa della Fondazione Luigi Einaudi e Ottavia Munari, rice…
#ilcafFLEdelmercoledi – Antonio Martino
NB: inizialmente l’appuntamento era fissato per giorno 1 Luglio 2020 ed in seguito posticipato al 29 dello stesso mese, per ragioni tecniche.
Governare il futuro – NFT, piattaforme già chiuse perché i furbetti sono più degli onesti
I NFT, non fungible token sono protagonisti di un fenomeno relativamente recente nell’ecosistema digitale e potrebbero essere protagonisti del metaverso prossimo venturo.
Tocca, però, usare il condizionale perché alla griglia di partenza si sono presentati più furbetti disonesti che utenti onesti.
I NFT sono certificati – tanto per cercare di utilizzare espressioni tradizionali per definire soluzioni innovative – che, nella dimensione digitale, servono – o servirebbero – a garantire che un oggetto digitale o la copia digitale di un oggetto fisico sia unico e non possa, pertanto, che avere un solo proprietario.
I certificati in questione o, meglio, gli oggetti rappresentati dai NFT vengono venduti e comprati su piattaforme di e-commerce specializzate, spesso nell’ambito di aste nell’ambito delle quali, talvolta, si raggiungono cifre astronomiche.
E’ il caso del primo tweet del fondatore di Twitter, battuto, in una di queste aste, a quasi tre milioni di dollari.
Ora, da qualche settimana, rimbalza online, da più parti, la notizia che alcune piattaforme dedicate allo scambio di questi oggetti si sarebbero viste costrette ad abbassare le saracinesche digitali e a sospendere le vendite perché troppo spesso gli oggetti digitali presentati come unici e originali e come tali certificati via NFT si sono rivelati, in realtà, patacche digitali, falsi, copie e doppioni privi del valore che decine di migliaia di acquirenti gli avrebbero probabilmente attribuito.
Hanno fatto, insomma, l’unica cosa che può fare una casa d’asta seria se si rende conto di non essere in grado, nonostante i migliori sforzi, di evitare che una crosta sia venduta, utilizzando i propri servizi, come un capolavoro originale.
E però che si sia arrivati a tanto, così presto è un fatto che deve far riflettere.
Perché qualsiasi cosa si possa pensare dei NFT e del mercato che si sta sviluppando attorno a questa nuova applicazione tecnologica che, pure, certamente non va esente da possibili critiche sotto più di un profilo specie quando a venderne e comprarne, nella dimensione del gaming, sono i bambini, sarebbe davvero un peccato dover prendere atto che la libertà dei più è impedita nel suo esercizio dai soliti furbetti e disonesti che non perdono occasione di girare a loro profitto ogni nuova soluzione tecnologica.
Ci si può girare attorno quanto si vuole e si può – e anzi si dovrà – cercare ogni soluzione regolamentare e tecnologica idonea a prevenire e reprimere il fenomeno delle frodi e dei plagi ma il cuore del problema è sempre lo stesso: la tecnologia è un amplificatore di vizi e virtù del genere umano e se non si riesce a limitare, a monte, i primi, esaltando le seconde a colpi di educazione e cultura, c’è poco o nulla che si possa fare a valle per scongiurare il rischio che si debba rinunciare a questa o quell’opportunità offerta dall’innovazione semplicemente perché i rischi sono maggiori dei benefici.
È urgente investire nell’educazione civica digitale, raggiungere le masse, a cominciare dai più giovani.
Ogni strada diversa rischia di essere una scorciatoia impervia che, pur offrendo, magari, un’illusione diversa, alla fine non porta a destinazione.
Ci siamo già passati con la pirateria digitale: decenni passati a inasprire le sanzioni e a regolamentare in maniera sempre più stringente le piattaforme raccogliendo risultati modesti, probabilmente inferiori ai costi di sistema sostenuti per non aver avuto la forza, il coraggio e la pazienza di scommettere, dall’inizio, sull’educazione e la cultura.
Senza, nel metaverso, una realtà completamente immateriale nella quale il rispetto del valore di ciò che esiste ma non si può toccare è fondamentale, rischiamo che la vita, la società, i mercati e la democrazia siano semplicemente condannati al fallimento.
Ascolta il podcast su HuffPostItalia.
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Digital cash: EU Parliament attacks anonymous payments in cryptocurrencies
A draft EU Parliament report published today would ban anonymous payments and donations in cryptocurrencies.[1] The €1000 limit for anonymous transactions proposed by the EU Commission would be abolished. Only peer-to-peer payments between local wallets without the involvement of service providers would remain possible without identification.
For the Pirates in the EU Parliament, the stated aim to tackle money laundering and terrorism is only a pretext to gain more control over personal data of EU citizens.
Patrick Breyer, German Pirate MEP and member of the LIBE Committee, comments:
“Banning anonymous crypto currency payments altogether would not have any significant effect on crime, but would deprive law-abiding citizens of their financial freedom. For example, opposition figures like Alexei Nawalny are increasingly dependent on anonymous donations in virtual currencies. Banks have also cut off donations to Wikileaks in the past. With the creeping abolition of real and virtual cash, there is the threat of negative interest rates and the shutting off of the money supply at any time. We need to find ways to take the best features of cash into our digital future. We should have a right to be able to pay and donate online without our financial transactions being recorded in a personalised way. We Pirates will oppose these plans.”
Mikuláš Peksa, Czech MEP for the Pirate Party and member of the ECON Committee, comments:
“Wanting to ban anonymous digital payments in order to fight crime is short-sighted and may even further illegal activities. For criminals it is not difficult to switch to non-EU wallet services, which of course will not implement these rules. For innocent EU citizens, on the other hand, who are dependent on the protection of their anonymity on the internet, partly for professional or social reasons, it means risking the disclosure of their identity in the future. Once again, those who suffer the most from supposedly well-intentioned laws are those who are actually supposed to be protected by them. Moreover, the blockchain system used for money transfers with cryptocurrencies already makes it possible to detect unusual patterns and processes of organised crime.”
#Garantismi – San Valentino. Frodi d’amore
Quale miglior momento di San Valentino per parlare di frodi romantiche, scam sulle piattaforme di dating e di sextortion?
Come ogni settimana con Matteo Flora parliamo di come tutelarsi anche da questo tipo di minacce del Web.
Guarda il video
youtube.com/embed/sluRpgo3IVw?…
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Privacy Daily – 15 febbraio 2022
USA: legislazione bipartisan per dare agli americani il controllo dei loro dati online
Il senatore Ossoff sta lavorando per eliminare gli usi non autorizzati dei dati da parte dei broker. Secondo il disegno di legge bipartisan gli utenti potranno chiedere a centinaia di broker di dati di eliminare i propri dati personali . Il DELETE Act indirizzerebbe la Federal Trade Commission (FTC) a creare uno strumento online tramite il quale i cittadini americano possono inviare una richiesta di cancellazione dei dati a tutti i broker di dati. Il disegno di legge creerebbe anche una “lista da non tracciare” per vietare alle aziende di raccogliere i dati di questi utenti in futuro.
ossoff.senate.gov/press-releas…
Grindr farà appello alla multa norvegese per violazioni della privacy
Il servizio di incontri Grindr intende presentare un ricorso contro la pensante sanzione inflitta dalla autorità di regolamentazione norvegese che ha accusato Grind di aver divulgato illegalmente i dati degli utenti agli inserzionisti.
axios.com/grindr-appeal-norweg…
Dating online e protezione dei dati
Quando insegui Cupido online, fai attenzione alla privacy!
Dating online e protezione dei dati. Usi siti o app per il dating per cercare la tua “anima gemella” online? Sei consapevole che, per quanto utili, questi servizi possono raccogliere, trattare ed eventualmente diffondere numerose informazioni che ti riguardano, anche di carattere molto sensibile, come ad esempio le tue abitudini sociali e i tuoi orientamenti sessuali?
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Any thoughts on how Solid could be used in the Fediverse?
submitted by jackalope to fediverse
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solid.mit.edu/
Tim Berner Lee has been working on this project called Solid. I'm a technically minded designer but still a designer and I don't have a real solid grasp on what Solid does, other than as I understand it it's a protocol to allow a User to go from website to website and share their data while keeping it on their system... or something like that?
Nextcloud recently announced Solid integration: nextcloud.com/blog/decentraliz…
Thoughts?
Audizione della Vicepresidente #GarantePrivacy Ginevra #CerrinaFeroni presso la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza
senato.it/Web/18LavoriNewV.nsf…
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L’agenda della settimana
Il lancio di Privacy Newsweek, la nuova newsletter, la migliore soluzione che, sin qui, ci è venuta in mente per mettere ordine, di settimana in settimana, tra i tanti contenuti, iniziative e progetti di #cosedagarante e la scelta di inviarla il venerdì, impone di anticipare, appunto, al venerdì la pubblicazione dell’agenda della settimana che da oggi, andrà di venerdì in venerdì.
La prossima settimana, così intesa, si apre questo sabato con un incontro al quale tengo moltissimo e che si avvia a diventare una piacevolissima consuetudine nell’agenda annuale, un incontro confronto alla Scuola politica “Nuovo millennio”.
Domenica, come, invece, è già consuetudine, registrerò con Matteo Flora un nuovo episodio di #Garantismi in relazione al quale – come temo accadrà più o meno sempre – non sono in grado di dire niente di più perché l’argomento delle puntate forma oggetto di un intenso scambio di messaggi del fine-settimana.
Lunedì il nuovo episodio sarà online e, comunque, chi se lo perdesse lo troverà nel prossimo numero di Privacy Newsweek.
Sempre lunedì tanti tanti incontri in Autorità tra i quali un nuovo appuntamento relativo al protocollo di intesa con il capitolo italiano di Creative Commons nell’ambito del quale ci siamo incamminati lungo un percorso straordinariamente sfidante: scrivere un libro bianco su come il legal design può supportare gli obblighi di trasparenza e informazione del GDPR.
È un esercizio in relazione al quale l’espressione “buttare il cuore oltre l’ostacolo” si adatta particolarmente!
Sempre in settimana, visto che è settimana senza Adunanza plenaria – almeno salva l’esigenza di tenerne di straordinarie – registrerò due puntare de La Privacy secondo te con due ospiti d’eccezione.
Il format esce tutte le domeniche su Italian Tech de La Repubblica ma, chi se lo perde, ritrova l’ultimo video uscito nella newsletter.
Da giovedì, poi, ci immergeremo – squadra al completo – nello studio dei dossier che arriveranno sul tavolo della prossima adunanza.
Per ora è tutto. Non mi resta che augurarvi buon week end prima e buona settimana poi e invitarvi a iscrivervi a Privacy Newsweek semplicemente cliccando qui!
Le relazioni tra Cina e Russia | La Fionda
I rapporti russo-cinesi sono al centro della politica mondiale. Vediamone in sintesi genesi e sviluppi.
La privacy secondo te: la parola a Paola Pisano
Nuova puntata de La privacy secondo te, la rubrica con Italian Tech che prova a portare la privacy dove solitamente non arriva! Oggi sono con l’ex ministra dell’innovazione Pisano Paola che ringrazio!
guarda il video qui.
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Cancellazione delle copie cache: la Corte di Cassazione torna sul diritto all’oblio
Con la sentenza n. 03952 del 1° dicembre 2021 (depositata l’8 febbraio 2022), la Suprema Corte di Cassazione si è pronunciata di nuovo sul tema del diritto all’oblio e, nello specifico, del bilanciamento dell’interesse a vedere “dimenticati” determinati accadimenti con il passare del tempo, da un lato, e quello dei consociati ad essere informati in merito a detti accadimenti, dall’altro.
I fatti oggetto della vicenda
Con una richiesta del 22 aprile 2015, un utente aveva inoltrato a due gestori di un motore di ricerca una richiesta fondata sul diritto all’oblio, avente ad oggetto la rimozione – dai risultati delle ricerche effettuate con detto motore – delle notizie che collegavano il nome dell’interessato a una vicenda giudiziaria risalente nel tempo.
A valle del rifiuto dei gestori di dare seguito alla richiesta, l’interessato aveva proposto ricorso all’Autorità garante per la protezione dei dati personali che, in accoglimento del ricorso, ordinava sia la rimozione degli URL sia la cancellazione delle copie cache dalle pagine accessibili tramite detti URL.
Le società impugnavano poi il provvedimento del Garante presso il Tribunale di Milano, che rigettava il ricorso con sentenza del 15 gennaio 2016, a sua volta impugnata per Cassazione.
La deindicizzazione alla luce delle pronunce della Cassazione
Nella pronuncia in esame, il Collegio si è diffusamente soffermato sul concetto e sulla ratio della cosiddetta deindicizzazione, ossia il rimedio atto ad evitare che il nome di una persona sia associato dal motore di ricerca a fatti di cui internet continua a conservare memoria.
La summenzionata pratica costituisce una declinazione del noto diritto all’oblio (in inglese, right to be forgotten) e, nello specifico, il diritto della persona a non essere trovata facilmente sulla rete (in inglese, right not to be found easily). In tal senso, la deindicizzazione consente di escludere che delle ricerche effettuate partendo dal nome di un determinato soggetto possano condurre a risultati idonei a fare conoscere ambiti della vita passata di questo che, tuttavia, non possono essere totalmente oscurati (in quanto presentano ancora un interesse per la collettività).
L’obiettivo del rimedio in commento è, pertanto, preservare l’identità digitale dei cittadini, evitando che gli utenti di internet – che ignorano il coinvolgimento della persona nelle vicende in questione – possa imbattersi in notizie riguardanti le stesse in maniera casuale o, ancora, in quanto animati “dalla curiosità di conoscere aspetti della trascorsa vita altrui di cui la rete ha ancora memoria”.
Ecco allora che la deindicizzazione costituisce il punto di incontro, per dir così, tra il diritto ad essere dimenticato, in capo al singolo, e quello all’informazione, in capo a tutti i consociati.
In tal senso, inoltre, si era già pronunciata la Corte EDU con riferimento al diritto al rispetto della vita privata (art. 8 della CEDU) e il diritto alla libertà di espressione (art. 10 della CEDU), fornendo precisi criteri per la ponderazione dei diritti in commento, tra cui il contributo della notizia ad un dibattito di interesse generale, il grado di notorietà del soggetto e della notizia, la sua veridicità, etc. (ex pluribus, Corte EDU 19 ottobre 2017, Fuchsmann c. Germania; Corte EDU 28 giugno 2018, M.L. e W.W. c. Germania).
In conclusione, la deindicizzazione attiene alla durata e alla facilità di accesso alle informazioni, ma non anche alla loro conservazione su internet.
Nel caso oggetto della pronuncia in esame, tuttavia, non era controversa la legittimità della deindicizzazione, ma, diversamente, l’ordine di procedere alla cancellazione delle copie cache delle pagine internet accessibili tramite l’URL degli articoli che trattavano della vicenda rispetto alla quale era stato esercitato il diritto all’oblio.
La conservazione delle copie cache
La copia cache su siti internet indicizzati consente al motore di ricerca di fornire una risposta più veloce ed efficace all’interrogazione posta dall’utente attraverso una o più parole chiave. La cancellazione di questa impedisce (o, comunque, rende più difficile) al motore di ricerca di indirizzare l’utente alla notizia presente sul web, a prescindere dalle chiavi di ricerca utilizzate.
Risulta evidente che, rispetto al bilanciamento di cui sopra, nella cancellazione delle copie cache occorre ravvisare una netta prevalenza del diritto alla riservatezza di una persona rispetto a quello all’informazione.
A tale proposito, il Collegio ha ricordato la Raccomandazione CM/Rec (2012) del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, la quale evidenzia che uno dei presupposti per l’esistenza di motori di ricerca efficaci è la libertà di scansionare e indicizzare le informazioni disponibili su internet, nonché che il filtraggio e il blocco dei contenuti da parte dei gestori dei motori comporta, nei fatti, una compressione del diritto all’informazione di cui all’art. 10 della CEDU.
Le conclusioni della Suprema Corte
Tanto premesso in merito alle nozioni (e alle diverse implicazioni) della deindicizzazione e della cancellazione di copie cache, la Cassazione ha concluso che il bilanciamento da compiersi con riferimento a quest’ultima non coincide con quello operante ai fini della prima.
Infatti, nel caso delle copie cache, il sacrificio del diritto all’informazione non ha ad oggetto una notizia raggiungibile attraverso una ricerca condotta a partire dal nome della persona, ma, piuttosto, la notizia in sé considera (e, in quanto tale, raggiungibile attraverso ogni diversa chiave di ricerca).
Da ciò discende il principio in base al quale – con riferimento a detta cancellazione – il giudizio di bilanciamento deve essere ancora più stringente ed avere ad oggetto il diritto all’oblio dell’interessato, da un lato, e quello alla diffusione dell’informazione in sé considerata, dall’altro.
Nel caso esaminato dalla Corte, avendo la stessa rilevato che il Tribunale di Milano (e il Garante prima) aveva calibrato il proprio ragionamento sulla vicenda personale dell’interessato, ha rinviato la causa a detto Tribunale (in diversa composizione) al fine di applicare il summenzionato principio.
Ariella Fonsi
L'articolo Cancellazione delle copie cache: la Corte di Cassazione torna sul diritto all’oblio proviene da E-Lex.
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Privacy Daily – 14 febbraio 2022
USA: un disegno di legge volto a proteggere i bambini online riaccende la battaglia su privacy e libertà di parola
Alcuni componenti del Congresso USA hanno proposto un disegno di legge che mira a ritenere le società tecnologiche responsabili della diffusione di post che sfruttano i bambini. Ai sensi dell’Earn It Act, le aziende tecnologiche perderebbero alcune protezioni di lunga data di cui godono sotto uno scudo legale chiamato Sezione 230, aprendole a più cause legali per post di materiale pedopornografico sulle loro piattaforme.
washingtonpost.com/technology/…
CMA e Google sugli impegni per la Privacy Sandbox
L’Autorità britannica per la concorrenza e il mercato ha annunciato l’approvazione degli impegni proposti da Google sulla sua sandbox per la privacy relativi alle alternative ai cookie di terze parti. Da qualche anno il colosso di Mountain View sta lavorando a una tecnologia che sia in grado di sostituire i cookie: un sistema che permetta agli utenti di preservare la propria privacy, e al tempo stesso che garantisca agli inserzionisti la possibilità di condurre campagne pubblicitarie mirate ed efficaci.
gov.uk/government/news/cma-to-…
IAB Europe appella la sentenza dell’Autorità belga per la protezione dei dati
IAB Europe ha confermato la presentazione di un ricorso contro la sentenza amministrativa dell’Autorità belga per la protezione dei dati (APD) relativa a IAB Europe e al Transparency & Consent Framework (TCF) alla Corte belga.
iabeurope.eu/all-news/iab-euro…
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La pandemia della salute mentale - Comune-info
L'aumento del disturbo depressivo e dei disturbi d'ansia e la politica binaria. Articolo di Sara GandiniJLC (Comune-info)
ilovetrading.it/2022/02/13/ben…
Benzina, panico senza precedenti: supera i €2 e le pompe restano a secco
Drammatica la situazione della benzina in italia. Gli aumenti ormai sono l'ultimo dei problemi perchè le pompe rischiano di fermarsi.Salvatore Dimaggio (Ilovetrading.it)
it.sputniknews.com/20220213/ta…
Tangentopoli 30 anni dopo, per 6 italiani su 10 nulla è cambiato dal 1992
Pubblicati i primi risultati di un'indagine Demos-Libera sulla percezione della corruzione e delle mafie. Il 22% degli intervistati ritiene che da tangentopoli la corruzione sia aumentata.Sputnik Italia
Towards a Greater Federated Architecture
submitted by deadsuperhero to fediverse
2 points | 0 comments
deadsuperhero.com/new-fedivers…
Over the years, I've been studying a handful of different fediverse platforms that bring a lot of interesting concepts to the table.
As someone that has studied and reported on the developments of these various systems, I've decided to put together a summary of things I'd like to one day put into my own federated platform, should I ever develop enough brainpower to actually develop one.
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Agreed 100% on the account proliferation and type asymmetry points. The way things stand, right now, the user's choice of account provider will determine what actions they can take on the fediverse as a whole. It is a wholly unfortunate state of things.
An interesting exception would be Owncast's "Fediverse auth" option for stream chatting. That sends a One-Time code to your mastodon inbox for authentication.
As @jackalope@lemmy.ml suggested, Solid would be a shoo-in for your "User Data" server. If, that is, Solid could shake off some of its sheer conceptual gravity. People say the fediverse has a geek problem, i.e. only geeks use it. Well, I think Solid has a worse version of that problem. It is only approachable by the deepest loremasters of geekdom. They are also still vague on its actual operation. What's more, they are still deliberating what their actual security model will look like.
Which makes me sad, because the Solid sounds exactly like what we architecturally need.
EDIT (3:25 am EDT): Just wanted to add on here, I really think that "linked data" and SPARQL were bad, possibly self-defeating decisions for the Solid project. I sorta see their motivation–they want that sweet, sweet flexibility. But I think this approach is not a good solution.
EDIT again: added links
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adnkronos.com/crisi-ucraina-ru…
Crisi Ucraina-Russia, 'ecco come sarà attacco': lo scenario Usa
Sullivan, consigliere alla Sicurezza nazionale di Biden: prima missili e raid aerei, poi l'invasionegrossi (Adnkronos)
I cripto-attivisti raccolgono 54 milioni di dollari per la liberazione di Assange
Un progetto basato su blockchain è l’esempio di come le cryptovalute possono diventare una leva per l’attivismo politico e una nuova concezione della Rete
di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/LaRepubblica del 10 Febbraio 2022
Un collettivo di cripto-attivisti ha lanciato una campagna per raccogliere fondi in favore del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, e impedirne l’estradizione negli Stati Uniti, raccogliendo in pochi giorni – con la partecipazione di 10 mila persone – la cifra di 54 milioni di dollari. A parte l’ammontare della cifra si dirà che non c’è nulla di straordinario. Ma questa campagna potrebbe essere uno spartiacque nella storia dell’impegno politico in rete per diversi motivi. Intanto è stata lanciata via Telegram, “il collettore fognario di Internet”, come lo chiamano i suoi detrattori, ma stavolta l’app di messaggistica è stata usata con uno scopo etico e un intento collaborativo; la seconda è che a lanciarla sono stati dei crypto-attivisti, cioè programmatori e ingegneri, esperti di finanza decentralizzata con un’uguale passione per il mondo delle criptomonete, cioè le valute digitali elettroniche come Bitcoin, Ether, Litecoin, eccetera; la terza è che il progetto è una Dao basata su Blockchain.
dicorinto.it/temi/cybersecurit…
I cripto-attivisti raccolgono 54 milioni di dollari per la liberazione di Assange
Un progetto basato su blockchain è l’esempio di come le cryptovalute possono diventare una leva per l’attivismo politico e una nuova concezi…Arturo Di Corinto (la Repubblica)
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Nel primo numero, tra l’altro, per “La privacy secondo te” la mia intervista ad Albano Carrisi e per #cosedagarante, #LIBRARY, la presentazione del libro “Il mercato della verità” di Antonio Nicita.
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Podcasting and ActivityPub
submitted by humanetech to fediverse
1 points | 0 comments
socialhub.activitypub.rocks/t/…
cross-posted from: lemmy.ml/post/172999
Interesting developments to bring Podcasting domain to the Fediverse. Check it out and add your related resources and/or experiences with the projects.
informapirata ⁂
in reply to Informa Pirata • • •