Di @GPGiampi
possibile.com/caschi-arcobal…
invidious.fdn.fr/watch?v=Lmisn…
Lo sfogo e la commozione del reporter Vittorio Rangeloni: "Sono 8 ca**o di anni: siete ipocriti"
Sostieni il nostro lavoro https://mepiu.it/sostieni ___ Lo sfogo e la commozione del reporter Vittorio Rangeloni: "Sono 8 ca**o di anni: siete ipocriti" ___________________________________________ Blog: https://mepiu.it Sostieni: https://mepiu.Invidious
Educazione Skinheads di Mattia Dossi (Red Star Press/Hellnation libri)
La cultura skinhead è da sempre argomento di infiniti dibattiti, nella maggior parte dei casi costruiti sul nulla che si cela nei luoghi comuni che, nonostante il passare degli anni, continuano sistematicamente ad accompagnarla. C’è, a nostro avviso, un'inaccettabile superficialità che non permette di andare veramente a fondo dell’equivoco, in modo da stabilire in modo definitivo una verità “storica” (e sociale) che possa finalmente legittimare quel chiarimento che riteniamo indispensabile. Non fosse altro che per chiudere irrevocabilmente tutte quelle inutili, e sterili polemiche, che ormai da troppo tempo ci portiamo dietro.
Fondazione Einaudi: sede in città – Il Centro edizione di Chieti
Il 1° marzo è stata inaugurata la sede della Fondazione Luigi Einaudi in Abruzzo. Il Presidente Grotta: "Giornate di studio su Pannella".
Fondazione Einaudi: aperta a Teramo l’unica sede regionale – Il Centro edizione di Teramo
Fondazione Luigi Einaudi: è stata inaugurata il 1° marzo 2022 a Teramo l'unica sede presente nella Regione Abruzzo.
Take the city records is a independent record label established in 2017, based in Madrid (Spain).
La Fondazione Luigi Einaudi approda a Teramo ed in Abruzzo – ekuonews.it
a Fondazione Luigi Einaudi per studi di politica ed economia, approda a Teramo, nell’unica sede abruzzese, in Corso de Michetti.
Governare il futuro – La guerra ai tempi di internet
“Come potevamo noi cantare mentre cadevano le bombe”, scriveva Quasimodo. Ed aveva naturalmente ragione. È difficile parlare di futuro, come facciamo in genere in questo podcast, mentre a poche migliaia di chilometri da noi i carri armati marciano su una città come la nostra, squarciano edifici come quelli in cui viviamo e lavoriamo e uccidono persone come noi. L’unica alternativa al silenzio forse è proprio parlare di quella orribile guerra.
Anche perché mai, probabilmente, una guerra è stata più digitale di questa. E non è solo una questione di propaganda, delle ragioni dei contendenti, che in fondo ha sempre accompagnato ogni conflitto armato e non sorprende oggi si faccia anche e soprattutto a colpi di disinformazione sui social.
Certo la disinformazione di oggi è diversa da quella di ieri per quantità e qualità, è più pericolosa, più efficace e più capace di falsare la formazione dell’opinione pubblica globale. Ma a tutto questo più o meno ci siamo tristemente abituati, lo abbiamo già visto accadere. Una volta erano le immagini prodotte in studi televisivi e mandate in onda come se si trattasse di reportage di guerra e oggi sono quelle create artificialmente nei laboratori digitali della disinformazione e condivise sui social.
Oggi però nella partita della propaganda a mezzo disinformazione ci sono una serie di protagonisti che ieri non c’erano e che possono fare la differenza come i gestori delle grandi piattaforme social che possono intervenire con maggiore o minore determinazione per arginare la disinformazione facendo pesare l’ago della bilancia da una parte o dall’altra. Perché, tanto per fare un esempio, è ovvio che quando un gigante del calibro di Facebook decide come accaduto di bloccare la disinformazione proveniente dal governo di Putin infliggere un duro colpo ad una delle parti.
Ma l’invasione da parte della Russia dell’Ucraina nella dimensione digitale è tanto più di questo. C’è innanzitutto la Cyber-guerra, quella vera e propria, la dimensione digitale del conflitto combattuta direttamente dai contendenti e dei loro alleati a colpi di attacchi informatici e minacce di attacchi informatici all’indirizzo delle strutture pubbliche dei soggetti coinvolti.
E ci sono le rappresaglie digitali organizzate da parte di gruppi più o meno strutturati e indipendenti dai governi direttamente coinvolti nello scontro come quella che ha condotto – o avrebbe condotto – perchè il condizionale in questi casi è inevitabile, all’oscuramento di alcuni siti istituzionali del governo di Mosca da parte di Anonymous.
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Ernesto Belisario agli Stati Generali della comunicazione per la salute
ernesto belisario
Il 5 Marzo 2022, presso l’Aula Magna I Clinica Medica AOU Policlinico Umberto I (Roma), Ernesto Belisario interverrà agli Stati Generali della comunicazione per la salute con un contributo dal titolo “L’uso consapevole degli strumenti digitali nella PA: norme, sentenze e prassi”.
Il convegno si propone di sottolineare l’importanza della corretta comunicazione per la salute con il fine di contribuire alla salvaguardia del nostro SSN.
Per iscriversi all’evento: federsanita.it/
Per scaricare il programma completo clicca qui .
L'articolo Ernesto Belisario agli Stati Generali della comunicazione per la salute proviene da E-Lex.
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“Fermare i cookies significa porre fine a un solo tipo di tracciamento online, lasciandone in essere altri probabilmente peggiori. Il fingerprinting (dall’inglese “fingerprint”, impronta digitale), che comporta la raccolta di informazioni dettagliate sulle impostazioni del proprio browser o telefono, rientra in questa categoria. È un metodo di tracciamento perlopiù nascosto, non c’è molto che si possa fare per fermarlo, e le autorità di regolamentazione hanno fatto poco per limitare il modo in cui viene sfruttato dalle aziende per seguire gli utenti su internet”, l’articolo di Wired.
wired.it/article/fingerprintin…
Fingerprinting, che cos'è e quanto dobbiamo preoccuparcene
Con il progressivo accantonamento dei cookies gli inserzionisti ricorrono a questa tecnica per tracciare gli utenti online, che è ancora più infida e su cui per il momento non viene fatto abbastanzaMatt Burgess (Wired Italia)
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Law360 riporta che negoziatori degli Stati Uniti e dell’Unione Europea sono vicini alla finalizzazione di un meccanismo transatlantico di trasferimento dei dati, un accordo per semplificare lo scambio di dati personali tra le due parti del mondo che potrebbe essere annunciato già questa primavera. Intervenendo alla conferenza State of the Net a Washington, DC, Alex #Greenstein, direttore per il #privacyshield del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, ha affermato che il suo team e le loro controparti europee stanno cercando di chiarire la confusione attorno agli scambi di informazioni internazionali il più rapidamente possibile.
Di Kelcee #Griffis su #Law360
law360.com/consumerprotection/…
US-EU Privacy Shield Talks Inching Closer To A Deal - Law360
U.S. and European Union negotiators are close to finalizing a transatlantic data transfer mechanism, an agreement to simplify the exchange of personal data between the two regions that could be announced as early as this spring.www.law360.com
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Privacy Daily – 2 marzo 2022
US-EU Privacy Shield Talks: accordo più vicino
Law360 riporta che negoziatori degli Stati Uniti e dell’Unione Europea sono vicini alla finalizzazione di un meccanismo transatlantico di trasferimento dei dati, un accordo per semplificare lo scambio di dati personali tra le due parti del mondo che potrebbe essere annunciato già questa primavera. Intervenendo alla conferenza State of the Net a Washington, DC, Alex Greenstein, direttore per il privacy shield del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, ha affermato che il suo team e le loro controparti europee stanno cercando di chiarire la confusione attorno agli scambi di informazioni internazionali il più rapidamente possibile.
law360.com/consumerprotection/…
Che cos’è il fingerprinting e quanto dobbiamo preoccuparcene
“Fermare i cookies significa porre fine a un solo tipo di tracciamento online, lasciandone in essere altri probabilmente peggiori. Il fingerprinting (dall’inglese “fingerprint”, impronta digitale), che comporta la raccolta di informazioni dettagliate sulle impostazioni del proprio browser o telefono, rientra in questa categoria. È un metodo di tracciamento perlopiù nascosto, non c’è molto che si possa fare per fermarlo, e le autorità di regolamentazione hanno fatto poco per limitare il modo in cui viene sfruttato dalle aziende per seguire gli utenti su internet”, l’articolo di Wired.
wired.it/article/fingerprintin…
India: WhatsApp pubblica un avviso sulla privacy per gli utenti durante la crisi Russia-Ucraina
WhatsApp, un servizio di messaggistica di proprietà di Meta, ha offerto una serie di considerazioni critiche che potrebbero aiutare i suoi utenti in Ucraina e in tutto il mondo a proteggere e difendere la loro privacy durante la guerra in corso tra Russia e Ucraina. “Il nostro cuore è rivolto a tutti coloro che sono stati toccati dal conflitto in Ucraina”. “Ecco alcune informazioni essenziali per i nostri utenti in Ucraina e in tutto il mondo su come preservare e salvaguardare la tua privacy”,
zeenews.india.com/technology/w…
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L'invasione russa in Ucraina: ultime notizie in diretta
Tutti gli aggiornamenti ora per ora sulla guerra in UcrainaRedazione esteri (Today)
minetest.net
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ildolomiti.it/esteri/2022/guer…
Guerra in Ucraina e incubo atomico, quali sono i Paesi che hanno la bomba? Quanti ordigni esistono oggi e dove sono localizzati? - il Dolomiti
TRENTO. Prima, con l'inizio dell'invasione dell'Ucraina, aveva parlato di “conseguenze mai viste nella storia” per chiunque fosse intervenuto (una velata ma chiarissima minaccia all'utilizzo di armi atomiche) poi, pochi giorni dopo, ha dichiarato d'a…il Dolomiti
Ucraina: Biden al Congresso USA, ‘democrazia vs autocrazia’ Secondo quanto riferito, Biden dirà che l'invasione russa è una "grande crisi che deve affrontare l'Occidente". Ma è questo ciò che il popolo americano vuole sentire?
Andrew J. Bacevich / Quincy Institute for Responsible Statecraft (L'Indro)
Non avevamo dubbi sull’unità dell’Occidente e sulla forza e unità dell’Unione europea. Chi ha scommesso contro ha preso una cantonata. È questa unità che ha indotto l’aggressore al negoziato, vedremo se realmente o meno. Per ora è già tanto che sia stato piegato a iniziarlo.
La prova più dura potrebbe ancora arrivare, i pericoli sono tutti attivi e altissimi, ma siccome a perdere sarà la criminalità di Putin, possiamo cominciare a guardare oltre. L’uomo che voleva riportare la storia a prima del 1989, rivendicando un ritorno agli equilibri di Yalta, otterrà come risultato la loro sepoltura. L’uomo che voleva restituire al nazionalismo russo l’aspirazione imperiale sarà ridotto nelle frontiere e, se insiste, degradato a misera dipendenza cinese. L’uomo che voleva dimostrare la mollezza dell’Occidente si schianta sulla sua solidità. A ondate ricorrenti i dittatori pensano d’essere più forti delle democrazie, impigliate nelle procedure previste dalla libertà, e puntualmente ne finiscono polverizzati. Il tempo e il costo non ci è dato sapere. Non siamo noi ad avere aperto la partita. Saremo noi a vincerla.
Il mondo succeduto al 1989 era migliore di quello precedente. Il mondo che succederà a questo febbraio 2022 dovrà trovare un equilibrio. A quello dobbiamo prepararci. Ci sono elementi che depongono bene.
Noi europei, in vario grado, sappiamo di andare incontro a perdite economiche e difficoltà produttive. Ogni impedimento alla libera circolazione di uomini e merci impoverisce il mondo. La guerra genera miseria e morte. Sappiamo che subiremo danni relativi all’approvvigionamento energetico. Ma c’è l’altra faccia della medaglia: finalmente si parla di fonti energetiche non solo carezzando le viole del sogno bucolico, ma anche relativamente alla sovranità e sicurezza di ciascun Paese e dell’Ue tutta. I programmi legati al Green deal subiranno, nel migliore dei casi, un ritardo. Come dimostra il riaccendersi delle centrali a carbone. Ma possono anche uscirne più solidi e credibili, tornando alla loro originaria promessa di maggiore ricchezza con maggiore rispetto ambientale, proprio perché costretti nei binari di un comune interesse, quindi di una comune politica energetica. Possiamo rifare sul fronte del gas quel che abbiamo fatto con i vaccini, portando risultati eccellenti: acquisti e stoccaggi comuni, per fornire quel che serve alle pur diverse politiche e organizzazioni nazionali. Cassa comune, alimentata secondo i bisogni.
Quando, nel 1952, si diede vita alla Ceca (Comunità europea del carbone e dell’acciaio) si sapeva che mettere in comunque quelle materie avrebbe disinnescato guerre che anche per quelle erano nate. Ora sappiamo che mettere in comune l’approvvigionamento di materie prime energetiche può servire a sconfiggere un nemico che ci ha dichiarato guerra. Bene, è un importante passo in avanti.
La pandemia ha portato ad una crescita dei debiti pubblici, molto bene accudita dalla Banca centrale europea. Ci apprestavamo a rinegoziare il patto di stabilità, ben sapendo, tutti, che regole comuni di bilancio sono necessarie e servono a preservare la sovranità, giacché altrimenti si finisce preda della speculazione, come anche che il necessario rientro dal debito sarebbe dovuto essere graduale e senza intaccare gli investimenti per la crescita, senza la quale il peso del debito cresce anziché scemare. L’aggressione russa all’Ucraina e le opportune spese militari, oltre che civili e di accoglienza, che questo comporta fa saltare quel programmato percorso. Ma non ne fa venire meno i presupposti. Come possiamo tenere assieme una crescita della spesa pubblica con la sicurezza dei conti e condivisione dei rischi? Un sistema, rudimentale, è escludere delle voci, ad esempio investimenti e difesa. Un altro, più sofisticato, avere fondi europei per spesa, sicurezza e debiti comuni. Fermo restando il dovere di ciascuno di ridurre la restante parte del debito.
Nessuno ringrazia le disgrazie per quel che insegnano e ci migliorano. Nessuno ringrazia un Putin disgraziato che porta disgrazie. Ma quel che succede insegna molto e rende l’Ue più forte. Non solo vinceremo, ma cresceremo.
La Ragione
L'articolo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Tivoli per l’Ucraina, la Rocca Pia si tinge di blu e di giallo
Seguiamo ogni giorno con apprensione le tragiche notizie che giungono dall’Ucraina, un paese sotto incessanti bombardamenti.
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Governare il futuro – Si chiama “Truth”, “Verità” in inglese il social network appena lanciato dall’ex presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump.
C’è tanto da dire – siamo solo all’inizio – sul nuovo social network con il quale Donald Trump intende dichiaratamente rispondere all’ostracismo digitale al quale è stato condannato dopo i fatti di Capitol Hill dalle Big Tech Twitter, Facebook e Google in testa.
La promessa di “Truth” agli utenti è semplice ed ambiziosa. Offrire loro un luogo non luogo nel quale ci sia molta più libertà di espressione di quella garantita sin qui dagli altri social network. Insomma l’ex presidente americano quasi ammiccando sembra dire agli utenti che il suo nuovo servizio non tratterà nessuno come è stato trattato lui dai concorrenti.
I primi segnali che rimbalzano dagli Stati Uniti dove il servizio è già attivo al momento suggeriscono, però, che mantenere fede a questa promessa non sarà per niente facile.
I termini d’uso del nuovo social network di Trump, infatti, non sono così diversi da quelli di Twitter, Facebook e co.
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software_libero_e_dintorni
in reply to The Privacy Post • • •una cosa non capisco e non trovo vere info, ma un professionista tipo chessò commercialista, avvocato o chiunque abbia dati sensibili, può usare gmail o altre email non site in Europa? Collegarsi ai server microsoft per la posta per esempio.
Mi sfugge il perchè uno dovrebbe usare aziende come apple, microsoft o google per le proprie cose, la privacy vale e molto.
The Privacy Post
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software_libero_e_dintorni
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The Privacy Post
in reply to software_libero_e_dintorni • •1- inviare una semplice segnalazione attraverso qualsiasi canale (anche twitter!): la segnalazione non comporta necessariamente l'avvio di una indagine, ma in alcuni casi rilevanti per gravità, urgenza o per numero di segnalazioni, l'autorità agisce per fare le verifiche del caso;
2- inviare un vero e proprio "reclamo", ossia un tipo di istanza formalizzata, da inviare o a mano o a mezzo raccomandata o tramite posta elettronica **certificata**, a seguito della quale il garante agisce d'ufficio: le modalità per farlo e la relativa modulistica vengono indicate a questo link => garanteprivacy.it/home/docweb/…
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software_libero_e_dintorni
in reply to The Privacy Post • • •grazie, a me fa impazzire di gioia che il garante della privacy non accetti conessioni con tor browser.
Ma XXX porco. Vivam proprio in un mondo di merda.
Vado di vero e proprio reclamo.
Sta gente e le loro azioni nella Microsoft e Co.
The Privacy Post
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