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GAZA. Sempre più difficile per i bambini malati di cancro curarsi fuori dalla Striscia


Sempre meno i permessi rilasciati da Israele per il trasferimento dei minori negli ospedali fuori dalla Striscia di Gaza. E in molti casi i genitori non possono accompagnare i propri figli L'articolo GAZA. Sempre più difficile per i bambini malati di can

di Eliana Riva –

Pagine Esteri, 29 luglio 2022 – Nel 2021 il 32% delle richieste di accesso alle cure per bambini e bambine presso ospedali fuori da Gaza è stato rallentato o respinto da Israele. Un aumento del 15% rispetto al 2021. E i minori che riescono ad ottenere il permesso di uscire dalla Striscia per ricevere cure in cliniche specializzate, sono spesso costretti a partire senza i propri genitori, ai quali non viene consentito di lasciare Gaza neanche per accompagnarli.

È il caso di Lynn, una bambina di 6 anni a cui è stato diagnosticato un cancro quando di anni ne aveva solo 3. Da tempo riceve cure in un ospedale israeliano a Tel Hashomer. Durante una delle degenze, lunga sei mesi a causa di un intervento chirurgico invasivo, la bimba è partita senza i propri genitori: a entrambi Israele ha respinto la richiesta di accompagnamento. La madre e il padre hanno potuto raggiungerla solamente dopo l’intercessione dei Medici per i Diritti Umani (Physicians for Human Rights– Israele).

“Riceviamo decine di richieste di aiuto da famiglie in circostanze simili ogni anno – racconta Aseel Aburass, coordinatrice per la libertà di movimento Palestinesi nell’OPT e nel dipartimento della clinica mobile Medici per i diritti umani Israele (PHRI) – La politica di Israele e il suo impatto sul fatto che i genitori siano in grado di rimanere con i propri figli e confortarli durante trattamenti difficili, è oggetto di un documento di sintesi che abbiamo recentemente pubblicato”.

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La sanità è quasi del tutto dipendente dal regime dei permessi di Israele. Il blocco israeliano imposto alla Striscia di Gaza ha effetti enormi su ogni settore della vita dei suoi abitanti. Lo stato dell’assistenza sanitaria è di certo una delle questioni più preoccupanti. Il blocco influisce anche sulla formazione dei medici, sui corsi di aggiornamento, sull’accesso alle attrezzature mediche, il cui ingresso nella Striscia, insieme ai medicinali e a tanto altro, spesso viene vietato dalle autorità dello Stato ebraico. A ciò si aggiungono le tensioni tra Hamas e Autorità Nazionale Palestinese che influiscono sul budget stanziato per la sanità a Gaza. Gli stessi Medici per i Diritti Umani documentavano nel 2018 che i malati di fibrosi cistica nella Striscia rischiavano di morire per il blocco dei medicinali, che il 90% dei malati di cancro non riceveva cure adeguate e che erano centinaia i bambini con deficit della crescita a causa della mancanza di latte terapeutico.

Nel 2018 l’incidenza tumorale nella Striscia di Gaza era tra le peggiori del mondo e superava quasi del doppio il numero dei malati di cancro in Israele. La situazione era peggiore per i bambini, che rappresentavano l’11% del totale dei malati di cancro, quando l’incidenza media nel resto del mondo (per bambine e bambini dai 14 anni in giù) era dell’1%.

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L’alta incidenza tumorale nella Striscia di Gaza è dovuta a diverse cause. La contaminazione ambientale è diffusa, a causa della mancanza di fognature e di impianti, distrutti e spesso mai ricostruiti dopo gli attacchi aerei; l’inquinamento da sostanze radioattive e tossiche portate dai bombardamenti è molto elevato. Ma oltre al numero altissimo di malati di tumore, anche la mortalità è sopra la media. Uno studio coordinato dal Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, finanziato dal Ministero della Salute italiano nell’ambito del programma EUROMED Cancer Network, nato per favorire le reti oncologiche nei paesi Mediterranei extra-europei, dimostra che le prime cause dell’alta mortalità per i malati oncologici nella Striscia di Gaza sono “la chiusura delle frontiere israeliana ed egiziana e le difficoltà nell’approvvigionamento di chemioterapici e materiale utilizzato in radioterapia. A 5 anni dalla diagnosi solo il 65% delle donne di Gaza cui è stato diagnosticato un tumore della mammella tra il 2005 e il 2014 era vivospiega Diego Serraino, direttore di Epidemiologia e Biostatistica del CRO e responsabile scientifico della ricerca – Una percentuale decisamente inferiore a quella della maggior parte dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo: in Italia, per esempio, circa il 90% delle donne è vivo dopo 5 anni dalla diagnosi di tumore della mammella”.

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Gaza. Rete idrica danneggiata da un bombardamento israeliano. Foto di Michele Giorgio

Nel 2020 Save the Children denunciava che il ritardo nella concessione dei permessi di cura da parte delle autorità israeliane stava causando la morte di bambine e bambini che, piccolissimi, necessitavano di cure immediate, non solo di tipo oncologico ma anche relative a malformazioni cardiache e altro tipo di difficoltà alla nascita.

Con la pandemia di COVID-19 la situazione dei permessi è peggiorata: prima del 2020 erano circa 2.000 al mese le persone che richiedevano assistenza sanitaria al di fuori di Gaza. Ad aprile 2022 le richieste ricevute sono state 159. Il numero più basso degli ultimi 10 anni. Nonostante ciò, un terzo delle domande veniva comunque respinto dalle autorità israeliane.

Lo scorso 6 luglio il Palestinian Centre for Human Rights denunciava la morte di un uomo di Gaza, malato di cancro, in seguito alla mancata emissione del permesso di trasferimento da parte delle autorità israeliane. Jihad Mousa Humaidan Al-Qedra, 55 anni, avrebbe dovuto sottoporsi ad esami e trattamenti urgenti presso un ospedale di Nablus, in Cisgiordania ma dopo un mese dalla presentazione della domanda di permesso di viaggio per motivi di salute, Israele comunicava che la richiesta era ancora in fase di controllo di sicurezza.

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Secondo PHR – Israele anche il tasso di rifiuto delle domande dei genitori per accompagnare i propri figli è aumentato, dal 28% del 2020 al 35% del 2021. “Questo stato di cose – conclude Aseel Aburass – dovrebbe indignare il pubblico israeliano in generale e la comunità medica israeliana in particolare. L’accompagnamento dei genitori, in particolare quando il bambino sta lottando per la propria vita, dovrebbe essere ovvio. Purtroppo, è diventata una normalità che diritto alla salute dei palestinesi, soprattutto a Gaza, è sempre contingente, sempre soggetto alle decisioni israeliane. Ci confrontiamo ogni singolo giorno con le vittime di questa crudele realtà”.

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F-35 italiani alle esercitazioni israeliane “Lightning Shield”


Dieci giorni fa una delegazione militare israeliana è stata ricevuta a Roma dove si è incontrata con il segretario generale della difesa e direttore nazionale degli armamenti, generale Luciano Portolano L'articolo F-35 italiani alle esercitazioni israeli

di Antonio Mazzeo –

Pagine Esteri, 28 luglio 2022 – Quattro cacciabombardieri F-35 dell’Aeronautica militare italiana sono in Israele per partecipare a una complessa esercitazione aerea nel deserto del Negev con i velivoli “cugini” delle forze armate israeliane utilizzati nei bombardamenti in Siria.

Il comando dell’Israeli Air Force ha reso noto che martedì 23 luglio ha preso il via nel sud di Israele l’esercitazione bi-nazionale Lightning Shield (letteralmente Scudo di Fulmine). Le attività addestrative avranno la durata di una settimana e vedono la partecipazione di un imprecisato numero di cacciabombardieri F-35I “Adir” del 118th Lions dello Squadrone Sud e del 140th Golden Eagle Squadron dell’Aeronautica israeliana e quattro caccia F-35 del 13° Gruppo Volo del 32° Stormo dell’Aeronautica italiana di stanza nello scalo aeroportuale di Amendola (Foggia). Tutti i velivoli sono stati trasferiti nella base aerea di Nevatim (denominata in codice Air Force Base 28), localizzata nei pressi della città di Be’er Sheva nel deserto del Negev.

All’esercitazione partecipa anche il 122nd Nachshon Squadron israeliano, reparto d’eccellenza delle più moderne guerre elettroniche, che opera con gli aerei “Gulfstream G-500” nelle tre varianti Eitam (CAEW) Shavit (intelligence) e Oron (l’ultima acquisita dall’Israeli Air Force che ha enormemente potenziato le capacità di intelligence, sorveglianza e riconoscimento). Come sottolinea il sito specializzato The Avionist, gli italiani “hanno una grande familiarità con questi aerei dato che l’Aeronautica militare utilizza la variante CAEW”. Tra l’altro proprio un Gulfstream G-500 del 14° Stormo di Pratica di Mare, con una sofisticata apparecchiatura elettronica a bordo di produzione israeliana, viene impiegato quasi con frequenza quotidiana per operazioni top secret nel Mar Nero e in Est Europa dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina.

“L’esercitazione Lightning Shield rappresenta una pietra miliare nella continua collaborazione tra le nostre forze armate, mentre rafforza il legame unico tra le nostre nazioni”, riporta in un tweet l’Aeronautica israeliana. “Essa contribuirà inoltre a migliorare le competenze dell’F-35 “Adir” e a espandere le sue capacità a possibili scenari operativi”. L’Israeli Air Force non fornisce altri particolari sulle finalità addestrative di Scudo di fulmine, ma come rileva ancora The Avionist è prevedibile che l’esercitazione sia stata pianificata in vista dell’impiego dei cacciabombardieri in “un’ampia varietà di teatri operativi”, dato che l’F-35 è considerato “un aereo multiruolo contro differenti minacce aeree e terrestri avanzate”.

La versione “Adir”, nota anche come The Mighty One (Il Potente) è unica nel suo genere tra i cacciabombardieri F-35 di quinta generazione adottati da nove paesi e che sono in grado di svolgere gli strike con armi nucleari. Israele ha sottoscritto un accordo con Lockheed-Martin, l’holding statunitense che ha prodotto i velivoli da guerra, per ottenere modifiche specifiche all’architettura del caccia, ai sistemi di comunicazione e intelligence e alle suite per la guerra elettronica, con l’aggiunta di pod per il lancio di missili aria-aria.

“Fino ad oggi Israele rimane l’unica nazione che ha utilizzato l’F-35 Lightning II in operazioni di combattimento”, scrive l’analista Maya Carlin del Center for Security Policy di Washington. “Nel 2018 I’Aeronautica militare israeliana ha impiegato la sua flotta di F-35I Adir per portare a termine una serie di attacchi aerei in Siria. Il generale Amikam Norkin ha inoltre dichiarato che l’Israeli Air Force sta volando con gli F-35 in tutto il Medio oriente e ha anche attaccato un paio di volte in due differenti fronti, senza però aggiungere altri dettagli”.

Sempre secondo l’analista Maya Carlin, anche se Israele non ammette che Lightning Shield è diretta contro le minacce che potrebbero giungere dall’Iran, è “però certo che l’Aeronautica vuole perfezionare le capacità necessarie a potenziali situazioni di guerra con il principale paese nemico”. Carlin aggiunge che lo scorso mese di maggio Israele ha svolto un’esercitazione lunga un mese in cui sono stati simulati attacchi contro l’Iran con l’impiego di armi nucleari. “L’attività addestrativa congiunta israelo-italiana Lightning Shield svilupperà ulteriormente e perfezionerà le qualità dei caccia dell’Israeli Air Force”, conclude l’analista del Center for Security Policy.

Nel giugno 2021 sei cacciabombardieri F-35 israeliani hanno partecipato all’esercitazione aeronavale Falcon Strike nei cieli dell’Italia meridionale, congiuntamente ai velivoli di guerra delle aeronautiche di Italia, Stati Uniti d’America e Regno Unito. I velivoli dell’Israeli Air Force furono trasferiti ad Amendola insieme ad alcuni cacciabombardieri F-16 A/B del 116th Squadron e a un G550 del 122th Squadron. Falcon Strike ha avuto come obiettivo centrale “l’integrazione degli aerei da guerra di quarta e quinta generazione così come lo sviluppo della cooperazione tra le forze aeree partner per sviluppare l’interoperabilità durante le operazioni”, come ha riferito lo Stato maggiore dell’Aeronautica italiana.

Lightning Shield prende il via nel Negev dieci giorni dopo la visita in Italia di una delegazione del ministero della difesa israeliano guidata dal generale Amir Eshel, direttore generale del ministero della difesa, già comandante in capo dell’Aeronautica militare dal 2012 al 2017. A Roma gli israeliani si sono incontrati in particolare con il segretario generale della difesa e direttore nazionale degli armamenti, generale Luciano Portolano. “Gli incontri si sono svolti in un clima di reciproca stima e collaborazione e hanno permesso di consolidare ulteriormente le già eccellenti relazioni in atto tra Italia e Israele, con particolare riferimento al rafforzamento della cooperazione industriale, attraverso la condivisione di nuove aree di collaborazione da sviluppare con il pieno coinvolgimento delle rispettive Forze Armate”, scrive l’ufficio stampa della Difesa. “Il costante dialogo strategico tra le parti ha inoltre permesso di confrontarsi in modo schietto, sincero e proficuo sul tema delle sfide imposte dagli attuali scenari di crisi internazionale e sul contesto in cui le parti intendono cooperare”. Pagine Esteri

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Guerra ucraina: la neutralità salvifica della Cina


Perchè la Cina non può aderire alle pressioni dell'Occidente di prendere le distanze da Mosca e perchè non può aderire alle pressioni opposte provenienti da Mosca

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in reply to Fabio Manganiello

@Fabio Manganiello alla Cina non frega nulla delle questioni Russo-Ucraine e se la NATO si impantana nella resistenza Ucraina, la Cina sarà molto contenta di mangiarsi Taiwan in un unico boccone
in reply to Andrea Russo

alla Cina penso che invece freghi, perché hanno interesse nel vedere un'America indebolita sul piano internazionale, e nella dottrina di una dittatura il nemico del mio nemico è mio amico. Solo che non possono dirlo ad alta voce, perché non vogliono essere isolati. E poi c'è proprio la questione Taiwan: la Cina sta osservando come si sviluppa la situazione in Ucraina per capire le possibili conseguenze nel caso di un'invasione di Taiwan (che, fra parentesi, sarebbe un assoluto suicidio politico e militare per la Cina).


Sul sito del Ministero è disponibile, da oggi, l’annuale approfondimento statistico con i dati relativi alle studentesse e agli studenti con cittadinanza non italiana, riferiti all’anno scolastico 2020/2021.

Qui tutti i dettagli ▶️ https://www.



Rilascio Lemmy v0.16.6: correzioni di bug (19-07-2022)

Scritto da @dessalines@mastodon.social e @nutomic@soc.ialis.me, 19-07-2022

Alcune correzioni di bug:

- Risolto il problema per cui gli attori possono avere una chiave pubblica vuota (correzioni #2347 ) ( #2348 )
- Definizione esplicita della restituzione o meno di attori eliminati ( #2335 )
- Impossibilità di bloccare l'amministratore ( #2340 )
- Aumenta il limite di recupero RSS a 20. Correzioni n. 2319 ( n. 2327 )
- Correzione della lunghezza del campo db post_report.original_post_name (correzioni #2311 ) ( #2315 )
- Aggiunta dell'uso del pub per i db crates in api_common ( #2305 )
- Accetta i "Mi piace" privati ​​( #1968 ) ( #2301 )


join-lemmy.org/news/2022-07-19…

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Ucraina: l’estate del nostro scontento


Da una parte la 'Russia eterna', Stato e civiltà allo stesso tempo. Dall’altra -in modalità 'guerra per procura'- gli Stati Uniti e il loro 'eccezionalismo'

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Trudeau è colpevole di ‘genocidio culturale’


Il Primo Ministro canadese Justin Trudeau sta compiendo un 'genocidio culturale' contro il suo stesso popolo.

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La telefonata Biden – Xi è stata un’occasione persa


I leader hanno dedicato molto più tempo a puntare il dito che a discutere di questioni sostanziali come Taiwan e il cambiamento climatico

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Brasile, Lula VS Bolsonaro: polarizzazione si, pericolo democratico no


L'integrità del sistema di voto elettronico è fuor di dubbio. Non ci sono condizioni per un regime autoritario. Lo scontro Jair Bolsonaro - Luiz Inácio Lula da Silva è e sarà motivo di violenza politica

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The MED This Week newsletter provides expert analysis and informed comments on the MENA region’s most significant issues and trends.


Cretino contraddittorio


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La settimana trascorsa ha registrato la conferma del deterioramento dell’economia globale: l’FMI ha certificato il rallentamento in corso del Pil mondiale che dovrebbe crescere quest’anno solo del 3,2% (contro il +6,1% del 2021), lo 0,4% in meno risp…


In questo nuovo episodio, Francesco Rocchetti, Segretario Generale ISPI, e Silvia Boccardi, giornalista di Will, insieme a Lorenzo Fruganti, analista dell’area Mediterranea dell’ISPI, raccontano quello che sta succedendo in Tunisia dove il presidente…


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L'UE ha bisogno di investire nel campo del digitale, dell’energia sostenibile e della difesa. Ma ci sono le condizioni per altre soluzioni comuni dopo NGEU?



Crescere


La recessione, più che essere uno spettro da cui fuggire, sembra essere una condizione gradita alle propagande politiche, più a loro agio con la sovvenzione che con la produzione. Per tanta parte della cultura politica italiana equidistribuire la miseria

La recessione, più che essere uno spettro da cui fuggire, sembra essere una condizione gradita alle propagande politiche, più a loro agio con la sovvenzione che con la produzione. Per tanta parte della cultura politica italiana equidistribuire la miseria è ideale considerato più nobile rispetto al promuovere la ricchezza. I dati resi pubblici dal Fondo monetario internazionale dovrebbero essere una buona base per ragionare, non per piagnucolare.

L’Italia è il solo Paese sviluppato per cui le previsioni sono state riviste al rialzo, per l’anno in corso. Segno che, nella prima parte dell’anno, non sono stati commessi errori. Hanno festeggiato facendo cadere il governo.

Per il 2023 la previsione di crescita non solo si riduce, ma diventa la più bassa in Europa: 0.7%. La Germania dovrebbe arrivare a 0.8, che non è una grande differenza, ma neanche una consolazione (piuttosto, il Regno Unito è posizionato allo 0.5, alla faccia dell’affare Brexit). Crescere dello 0.7 non è recedere, ma è poco, è meno di quel che serve, come è anche la conseguenza del rialzo dei tassi d’interesse in un Paese troppo indebitato (i titoli tedeschi sono ridiscesi sotto l’1%, il che non porta bene ai nostri). Sarà il caso di ricordare che quel debito è un ostacolo alla crescita e un attentato alla sovranità. Sarebbe interessante che nei programmi elettorali si trovasse almeno un cenno al taglio della spesa pubblica improduttiva, se non altro per rendere meno prive di fondamento le promesse di sgravi fiscali e maggiori spese sociali.

Da quegli stessi dati, però, riemerge quel che sappiamo da molto tempo: il mondo, nel suo complesso, continua a crescere: 3.2% quest’anno e 2.9 il prossimo. In recessione ci va la Russia, con -6% ora e -3.5 nel 2023. Prendano nota i devoti alla potenza russa e gli spiantati delle sanzioni che non funzionano. Se il Mondo cresce l’ambiente è positivo per i Paesi esportatori. E noi lo siamo.

Tutto sta a essere capaci non solo di usare i fondi europei, ma di farlo con il massimo profitto e la massima efficienza, superando pezzi indecenti di arretratezza interna. L’effetto moltiplicatore di ricchezza non è legato tanto alla loro spesa, ma al farlo puntando ad aumentare la produttività. Che sia un’occasione irripetibile sembra una frase fatta, ma a sentire tanta politica sembra ci si rassegni alla disfatta. Crescere si può eccome, mettendosi al passo e al vento del Mondo che chiede i nostri prodotti. Il che comporta investire nella formazione, gettando alle ortiche la ridicolaggine di esami di Stato passati dal 99.9% dei candidati. Comporta aiutare chi ne è fuori ad entrare nel mondo del lavoro, non a restarne fuori. Puntare a che le aziende abbiano margini per investire in innovazione, non solo per la contrattazione salariale. Ricordarsi che la sovranità è data dalla credibilità, non dalla sempre insufficiente prodigalità. Se cominciamo a dire che a 35° percepiti (da chi? come?) si smette di lavorare, anziché approntare pause e rinfresco, si perpetua l’idea che il lavoro sia una disgrazia e non una conquista (inoltre facendo finta di non sapere che in quei lavori all’aperto il tasso di irregolarità è alto, senza cassa integrazione e non seriamente contrastato).

Il cantiere nel Pnrr non è solo la capacità di redigere progetti e dare loro attuazione nei tempi e nei modi stabiliti. Onestamente. È già molto, ma è solo una parte, perché il resto consiste nell’accompagnare quegli investimenti con i cambiamenti, con le necessarie riforme. Alcune realizzate, altre impostate, altre ancora da farsi. Accarezzare rendite e star dalla parte di chi vuol proteggere il proprio mercato impedendone la crescita è la ricetta sicura per il declino.

La maledizione dei riformisti è di doversela vedere da soli contro corporazioni e rendite, nel mentre i massimalisti son lì a lamentare che non è mai abbastanza. Questa trappola ci inchioda da trenta anni. Invece crescere si può, si deve ed è la sola cosa socialmente sana che possa farsi.

La Ragione

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Elezioni 2022: Letta, il front-runner che non avresti mai voluto


Verboso, involuto, 'scenicamente' inesistente, soprattutto senza idee. La situazione difficile della sinistra che con gli 'occhi di tigre' e un front-runner di tal calibro rischia di andare a sbattere

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La Russia e i metodi di tortura nelle carceri


“Sagalakov [capo del Servizio penitenziario federale]ci ha dato il via libera per tutto tranne che per i cadaveri”, racconta Denis Golikov, uno degli ex kapos. Questo termine è usato ufficialmente nei moderni campi di prigionia in Russia e designa la polizia interna al campo, o “sviluppatori”. Sono reclutati dai vertici e sono dotati di funzioni [...]

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Baghdad come Capitol Hill: manifestanti irrompono nel parlamento per protesta. Lo stallo politico, a 10 mesi dal voto, tiene in ostaggio le istituzioni e rischia di precipitare il paese nel caos. Di nuovo.

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J’accuse (sul grano) Botta e risposta in Africa tra Lavrov e Macron. Si è ieri concluso il viaggio del ministro degli esteri russo in quattro paesi africani.


L’Iran tra Russia e Turchia


L'Iran si sta muovendo in tutte le direzioni per rafforzare le collaborazioni economicamente strategiche e politicamente lungimiranti. Turchia e Russia in testa

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Ucraina – Russia: il cibo come arma


Quando la scorsa settimana la Russia ha bombardato il porto di Odessa, non è stato un inizio di buon auspicio per il nuovo accordo sulle esportazioni di grano. Se qualcuno credeva che questo accordo tra Mosca e Kiev avrebbe avuto qualche effetto positivo di ricaduta sulla guerra che si estendeva altrove in Ucraina, l’esercito russo [...]

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Iraq sull’orlo della violenza politica estesa


I sostenitori di Muqtada al-Sadr pronti a incendiare il Paese se in Parlamento non dovessero trovare ascolto. Alla base lo scontro tra sciiti affiliati all'Iran e quelli di al-Sadr

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Poesis - Vietri sul Mare 2022, VIII edizione del concorso internazionale di poesia per le studentesse e gli studenti degli Istituti di secondo grado. Gli elaborati devono essere inviati entro il 31 luglio.

Info ▶️ miur.gov.



Russia – Corea del Nord: tra sanzionati ci si aiuta


Probabile l'approfondimento dei legami diplomatici, economici e forse anche militari tra la Corea del Nord e la Russia

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Pubblicare online un nuovo sito Internet: le fasi fondamentali


Come si mette in rete un nuovo sito Internet? Oggi la pubblicazione online di un sito web è decisamente meno complessa rispetto al passato, anche chi non ha competenze in fatto di programmazione può realizzare quest’obiettivo, andiamo dunque a scoprire cosa è necessario. L’acquisto di dominio e hosting Partiamo dagli elementi imprescindibili per la realizzazione [...]

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Afghanistan: il ghiaccio sta cominciando a sciogliersi tra USA e talebani?


Questa settimana si sono verificati due incontri per affrontare le relazioni dei talebani con il mondo. Il primo è avvenuto a Tashkent, in Uzbekistan, tra inviati internazionali (compresi gli Stati Uniti) in Afghanistan e vari funzionari talebani. Il secondo è stato un incontro tra una delegazione guidata da un importante studioso islamico del Pakistan e [...]

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L’eccellenza tecnologica dell’Ucraina è fondamentale nella guerra contro la Russia


L’invasione russa dell’Ucraina è giunta al suo sesto mese e non si vede la fine di quello che è già il più grande conflitto europeo dalla seconda guerra mondiale. Nei mesi successivi allo scoppio delle ostilità il 24 febbraio, il coraggio della nazione ucraina si è guadagnato l’ammirazione in tutto il mondo. Molti osservatori internazionali [...]

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LARES2, un satellite romano per mettere alla prova le leggi di Einstein


A guardarlo in laboratorio prima della partenza, appariva solo una palla di nichel assai lucida, di meno di mezzo metro di diametro. Ma con tantissima tecnologia italiana, volata nello spazio con il lancio inaugurale di Vega C. È LARES2, il secondo satellite realizzato per la misura di precisione dell’effetto di trascinamento dei sistemi inerziali (frame-dragging), [...]

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Grande partecipazione delle scuole del primo ciclo di tutta Italia al concorso di idee “La scuola per la Mascotte di Milano Cortina 2026”, promosso dal Ministero dell’Istruzione con la Fondazione Milano Cortina 2026.


#Scuola, disponibili sul sito del Ministero i dati relativi agli esiti degli scrutini delle scuole secondarie di primo e di secondo grado. In crescita i promossi della scuola del primo grado.

Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.



Ritratto in piedi di Gianna Manzini


Questo libro, vincitore del premio Campiello nel ’71, è in pratica l’ultima opera di Gianna Manzini, scrittrice italiana “scoperta” da Eugenio Montale. Il romanzo, dedicato alla memoria del padre, riconduce il lettore ai conflitti sociali del primo Novecento in Toscana.

iyezine.com/ritratto-in-piedi-…



Avversari non nemici


Giorgia Meloni e il fascismo 11 giugno 1984. Passò a miglior vita Enrico Berlinguer. Due giorni più tardi ai funerali parteciparono un milione di cittadini. Al feretro del segretario del Pci, tra lo stupore dei presenti, giunse anche Giorgio Almirante. Il

Giorgia Meloni e il fascismo


11 giugno 1984. Passò a miglior vita Enrico Berlinguer. Due giorni più tardi ai funerali parteciparono un milione di cittadini. Al feretro del segretario del Pci, tra lo stupore dei presenti, giunse anche Giorgio Almirante.

Il 22 maggio 1988. Fu la volta del leader del Msi. Alle esequie gli resero onore Nilde Iotti e Giancarlo Pajetta. Sono trascorsi più di trent’anni. Un’altra epoca, altri uomini, un’altra politica. Ma soprattutto, un’altra dignità della politica. Fatta di riconoscimento reciproco, di avversarie non di nemici.

Qualche sera fa, dopo un tweet della Fondazione Einaudi, mi è tornato alla mente questo episodio, alto, della storia politica italiana. Al solo affermare che Giorgia Meloni non possa essere chiamata fascista, attacchi sistematici – e a tratti violenti– si sono abbattuti sul profilo social della Fondazione che ho l’onore di presiedere.

Non scrivo per trovar conforto. Ho spalle sufficientemente larghe e conosco bene le perversioni della propaganda pre-elettorale e il fenomeno dei troll. Vorrei semmai riflettere sulla degenerazione che ci avvolge e di cui anch’io mi sento parte. Da liberale, condivido poco o nulla del programma di FdI.

Mi separano la visione del mercato, l’idea di Europa, la prospettiva del rapporto individuo-autorità. Credo nella concorrenza, come motore di progresso e benessere. Giorgia Meloni difende i balneari e i tassisti. Credo nel processo di integrazione europea e in istituzioni sovranazionali con più poteri. Fratelli d’Italia chiede maggiore sovranità nazionale. Mi riconosco in Alde, gruppo liberale al Parlamento europeo. Il leader di FdI è il presidente dei Conservatori.

La divisione non potrebbe essere più netta. Le differenze radicali che vi sono tra noi, tuttavia, non mi impediscono di riconoscere dignità alla sua proposta politica e anche ai progressi che ha fatto in questi anni. Durante l’ultimo trentennio, straziati dalla fictio cdx-csx, ci siamo buttati addosso fango e ingiurie. Comunisti! Fascisti! Le pseudo-coalizioni si sono rette sulla paura dell’altro.

Forse è giunto il momento di dire basta. Basta alla semplificazione e alla demonizzazione dell’avversario politico. Torniamo al pluralismo delle idee e al rispetto reciproco. Giorgia Meloni è una fascista? Sicuramente no. E tuttavia, a quel 24% di cittadini italiani che credono nella destra italiana, evidentemente delusi dalle scelte effettuate nelle ultime legislature, vorrei dire che i dazi doganali metterebbero in ginocchio il nostro settore produttivo, conducendo a licenziamenti e povertà.

Vorrei spiegar loro che meno Europa significa meno diritti, meno pace, meno progresso, meno ricchezza per tutti. Se in molti Paesi occidentali avanza una destra statalista e sovranista, il liberalismo ha il dovere di essere critico con sé stesso e riflettere sulle sue esternalità negative.

Spieghiamo ai cittadini perché credere nelle proposte liberali. Molto semplicemente, è il gioco della democrazia. E comunque, Giorgia Meloni non è fascista. Fatevene una ragione.

La Ragione

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F-35 italiani alle esercitazioni israeliane “Lightning Shield”


Dieci giorni fa una delegazione militare israeliana è stata ricevuta a Roma dove si è incontrata con il segretario generale della difesa e direttore nazionale degli armamenti, generale Luciano Portolano L'articolo F-35 italiani alle esercitazioni israeli

di Antonio Mazzeo –

Pagine Esteri, 28 luglio 2021 – Quattro cacciabombardieri F-35 dell’Aeronautica militare italiana sono in Israele per partecipare a una complessa esercitazione aerea nel deserto del Negev con i velivoli “cugini” delle forze armate israeliane utilizzati nei bombardamenti in Siria.

Il comando dell’Israeli Air Force ha reso noto che martedì 23 luglio ha preso il via nel sud di Israele l’esercitazione bi-nazionale Lightning Shield (letteralmente Scudo di Fulmine). Le attività addestrative avranno la durata di una settimana e vedono la partecipazione di un imprecisato numero di cacciabombardieri F-35I “Adir” del 118th Lions dello Squadrone Sud e del 140th Golden Eagle Squadron dell’Aeronautica israeliana e quattro caccia F-35 del 13° Gruppo Volo del 32° Stormo dell’Aeronautica italiana di stanza nello scalo aeroportuale di Amendola (Foggia). Tutti i velivoli sono stati trasferiti nella base aerea di Nevatim (denominata in codice Air Force Base 28), localizzata nei pressi della città di Be’er Sheva nel deserto del Negev.

All’esercitazione partecipa anche il 122nd Nachshon Squadron israeliano, reparto d’eccellenza delle più moderne guerre elettroniche, che opera con gli aerei “Gulfstream G-500” nelle tre varianti Eitam (CAEW) Shavit (intelligence) e Oron (l’ultima acquisita dall’Israeli Air Force che ha enormemente potenziato le capacità di intelligence, sorveglianza e riconoscimento). Come sottolinea il sito specializzato The Avionist, gli italiani “hanno una grande familiarità con questi aerei dato che l’Aeronautica militare utilizza la variante CAEW”. Tra l’altro proprio un Gulfstream G-500 del 14° Stormo di Pratica di Mare, con una sofisticata apparecchiatura elettronica a bordo di produzione israeliana, viene impiegato quasi con frequenza quotidiana per operazioni top secret nel Mar Nero e in Est Europa dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina.

“L’esercitazione Lightning Shield rappresenta una pietra miliare nella continua collaborazione tra le nostre forze armate, mentre rafforza il legame unico tra le nostre nazioni”, riporta in un tweet l’Aeronautica israeliana. “Essa contribuirà inoltre a migliorare le competenze dell’F-35 “Adir” e a espandere le sue capacità a possibili scenari operativi”. L’Israeli Air Force non fornisce altri particolari sulle finalità addestrative di Scudo di fulmine, ma come rileva ancora The Avionist è prevedibile che l’esercitazione sia stata pianificata in vista dell’impiego dei cacciabombardieri in “un’ampia varietà di teatri operativi”, dato che l’F-35 è considerato “un aereo multiruolo contro differenti minacce aeree e terrestri avanzate”.

La versione “Adir”, nota anche come The Mighty One (Il Potente) è unica nel suo genere tra i cacciabombardieri F-35 di quinta generazione adottati da nove paesi e che sono in grado di svolgere gli strike con armi nucleari. Israele ha sottoscritto un accordo con Lockheed-Martin, l’holding statunitense che ha prodotto i velivoli da guerra, per ottenere modifiche specifiche all’architettura del caccia, ai sistemi di comunicazione e intelligence e alle suite per la guerra elettronica, con l’aggiunta di pod per il lancio di missili aria-aria.

“Fino ad oggi Israele rimane l’unica nazione che ha utilizzato l’F-35 Lightning II in operazioni di combattimento”, scrive l’analista Maya Carlin del Center for Security Policy di Washington. “Nel 2018 I’Aeronautica militare israeliana ha impiegato la sua flotta di F-35I Adir per portare a termine una serie di attacchi aerei in Siria. Il generale Amikam Norkin ha inoltre dichiarato che l’Israeli Air Force sta volando con gli F-35 in tutto il Medio oriente e ha anche attaccato un paio di volte in due differenti fronti, senza però aggiungere altri dettagli”.

Sempre secondo l’analista Maya Carlin, anche se Israele non ammette che Lightning Shield è diretta contro le minacce che potrebbero giungere dall’Iran, è “però certo che l’Aeronautica vuole perfezionare le capacità necessarie a potenziali situazioni di guerra con il principale paese nemico”. Carlin aggiunge che lo scorso mese di maggio Israele ha svolto un’esercitazione lunga un mese in cui sono stati simulati attacchi contro l’Iran con l’impiego di armi nucleari. “L’attività addestrativa congiunta israelo-italiana Lightning Shield svilupperà ulteriormente e perfezionerà le qualità dei caccia dell’Israeli Air Force”, conclude l’analista del Center for Security Policy.

Nel giugno 2021 sei cacciabombardieri F-35 israeliani hanno partecipato all’esercitazione aeronavale Falcon Strike nei cieli dell’Italia meridionale, congiuntamente ai velivoli di guerra delle aeronautiche di Italia, Stati Uniti d’America e Regno Unito. I velivoli dell’Israeli Air Force furono trasferiti ad Amendola insieme ad alcuni cacciabombardieri F-16 A/B del 116th Squadron e a un G550 del 122th Squadron. Falcon Strike ha avuto come obiettivo centrale “l’integrazione degli aerei da guerra di quarta e quinta generazione così come lo sviluppo della cooperazione tra le forze aeree partner per sviluppare l’interoperabilità durante le operazioni”, come ha riferito lo Stato maggiore dell’Aeronautica italiana.

Lightning Shield prende il via nel Negev dieci giorni dopo la visita in Italia di una delegazione del ministero della difesa israeliano guidata dal generale Amir Eshel, direttore generale del ministero della difesa, già comandante in capo dell’Aeronautica militare dal 2012 al 2017. A Roma gli israeliani si sono incontrati in particolare con il segretario generale della difesa e direttore nazionale degli armamenti, generale Luciano Portolano. “Gli incontri si sono svolti in un clima di reciproca stima e collaborazione e hanno permesso di consolidare ulteriormente le già eccellenti relazioni in atto tra Italia e Israele, con particolare riferimento al rafforzamento della cooperazione industriale, attraverso la condivisione di nuove aree di collaborazione da sviluppare con il pieno coinvolgimento delle rispettive Forze Armate”, scrive l’ufficio stampa della Difesa. “Il costante dialogo strategico tra le parti ha inoltre permesso di confrontarsi in modo schietto, sincero e proficuo sul tema delle sfide imposte dagli attuali scenari di crisi internazionale e sul contesto in cui le parti intendono cooperare”. Pagine Esteri

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