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Elezioni 2022: Calenda all’ennesima giravolta


L’intesa raggiunta da Letta con Sinistra Italiana e Verdi è un pretesto per Calenda. La motivazione della rottura è molto più prosaica: la paura che il suo potenziale elettorato gli potesse voltare le spalle

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#NotiziePerLaScuola

Dispersione scolastica, EPALE cerca buone pratiche per il prossimo seminario nazionale che si terrà a Roma il 9 e 10 novembre 2022.

Info ▶️ indire.



Chiedi cos’è la Striscia di Gaza


Gaza è nuovamente al centro delle violenze. Ecco alcune informazioni per capire cosa è quella che è stata definita 'la più grande prigione a cielo aperto del mondo'

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Chi era Tayseer al-Jabari


Ecco chi era l'autorevole membro del consiglio militare delle Brigate al-Quds della Jihad islamica, ucciso il 5 agosto 2022 in un bombardamento israeliano

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Israele – Palestina: all’origine della guerra perenne


Tutto è iniziato da troppo tempo, tanto che si fatica a risalire alla prima origine degli scontri. Una breve storia degli inizi

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#NotiziePerLaScuola

Studentesse e studenti ucraini accolti nelle scuole italiane: tutte le informazioni nella sezione dedicata del sito del Ministero dell'Istruzione.

La trovate qui ▶️ istruzione.



Testimonianza audio da Gaza: manca l’elettricità, ospedali in ginocchio, soffriamo ancora dei bombardamenti dello scorso anno


Intervista al giornalista Aziz Kahlout che sta seguendo a Gaza gli sviluppi dell'offensiva aerea israeliana contro la Striscia cominciata ieri con l'assassinio mirato di un comandante militare del Jihad Islami. L'articolo Testimonianza audio da Gaza: man

di Michele Giorgio –

Pagine Esteri, 6 agosto 2022 – Rischia di allargarsi e di trasformarsi in una nuova lunga guerra, l’offensiva lanciata da Israele ieri contro Gaza.

Della situazione nella Striscia e delle possibilità di una tregua tra Israele e il Jihad islami, abbiamo parlato con il giornalista palestinese Aziz Kahlout, a Gaza.

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IRAQ. Manifestanti assaltano il parlamento


Sono per la maggior parte sostenitori del leader sciita al-Sadr e protestano contro la nomina a PM del capo dello schieramento rivale L'articolo IRAQ. Manifestanti assaltano il parlamento proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2022/07/27/pri

Aggiornamento 30 luglio 2022IRAQ. Nuovo assalto al parlamento, il secondo in una settimana

Pagine Esteri, 27 luglio 2022 – Un gruppo di manifestanti è entrato, mercoledì 27 luglio, nella zona protetta del parlamento iracheno a Baghdad, dove risiedono anche le missioni diplomatiche estere.

I manifestanti, sostenitori del leader sciita Muqtada al-Sadr, protestano contro la candidatura a primo ministro del leader del blocco sciita avversario, Mohammed Shia al-Sudani, filo-iraniano.

Nonostante sia stata la coalizione di Muqtada al-Sadr ad aggiudicarsi il maggior numero di seggi in parlamento (73 su un totale di 329), il leader sciita non è riuscito a trovare i numeri necessari alla formazione di un nuovo governo. Lo stallo prosegue ormai da 10 mesi.

Come fortemente voluto dagli americani durante l’occupazione del Paese, la spartizione delle cariche politiche in Iraq è definita: il primo ministro è assegnato alla corrente sciita, il presidente del parlamento è sunnita e il presidente federale è di nomina curda.

Il Primo Ministro, Mustafa al-Kadhimi si è rivolto ai manifestanti, intimandogli di lasciare immediatamente il perimetro del parlamento, una green zone normalmente inaccessibile. Il primo Ministro ha anche dichiarato che le forze speciali non avrebbero ad utilizzare i mezzi necessari per sgomberare l’area, qualora il suo appello fosse caduto nel vuoto.

Centinaia i manifestanti, in molti sventolavano fotografie del leader sciita Muqtada al-Sadr, che qualche settimana fa è uscito dal Parlamento, assieme ai suoi deputati, in segno di protesta. È stato lo stesso al-Sadr a portare a conclusione, senza spargimento di sangue, l’occupazione del parlamento, chiedendo ai propri seguaci di ritirarsi.

Sabato 30 luglio è prevista la seduta per il voto sulla nomina a primo ministro. Se dovesse essere confermato il nome di al-Sudani, la situazione potrebbe diventare molto più violenta e preoccupante: la spaccatura tra forze sciite pro Iran e quelle vicine ad al-Sadr rischia di portare il paese alla guerra civile.

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Frammenti #02


Il pizzo per la protezione di Stato, un ponte sullo stretto, il riconoscimento facciale per i migranti.

Palermo, il faro luminoso dell’ideologia statalista


Ieri ho scoperto che a Palermo è stato approvato un regolamento “anti evasione” che prescrive la sospensione della licenza commerciale per chiunque abbia debiti superiori ai mille euro verso l’Agenzia delle Entrate.

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La peculiarità è che pare che la sospensione della licenza arrivi con la semplice contestazione della morosità, a prescindere dalla realtà innocenza o colpevolezza del contribuente - che andrebbe definita in giudizio davanti alle Commissioni Tributarie.

Vorrei quindi fare i miei vivissimi complimenti al consiglio comunale e al sindaco di Parlermo, che mostrano al Paese intero la via maestra, affermando con meravigliosa rettitudine i principi fondanti dell’ideologia statalista:

  • I cittadini sono tutti criminali e colpevoli fino a prova contraria
  • Libertà sì, ma solo finché paghi il pizzo

Grazie per l’incredibile lavoro svolto; che nessuno dimentichi mai la natura dello Stato.

Privacy Chronicles - Privacy & Libertà

Il ponte sullo stretto


Salvini ha ritirato fuori il ponte sullo stretto.

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Potrebbe essere un’ottima occasione per ponderare sul tema preferito degli statalisti: ma senza Stato chi costruirebbe le strade?

Cosa sono le strade? Le strade sono una tecnologia che permette di rendere più efficienti gli spostamenti dal punto A al punto B. Il modo in cui questa tecnologia viene impiegata è una questione politica. Creare una strada o un ponte ha effetti rilevanti sull’economia, sulla società e in generale sulla realtà delle persone.

Quando un burocrate crea un piano regolatore urbanistico e decide dove saranno costruite le strade, sta decidendo dela vita di migliaia, a volte milioni di persone. Le strade sono un bene di mercato nato per sopperire a un bisogno umano.

Per quale motivo oggi accettiamo che lo Stato sia l’unico monopolista in grado di mediare la costruzione di strade e ponti? Per quale motivo i cittadini siciliani dovrebbero elemosinare un ponte sullo stretto da politici a cui interessa solo il proprio culo su una poltrona?

Oggi il bisogno umano viene sostituito dal bisogno dello Stato. Strade e ponti non sono beni di mercato utili a conseguire il benessere dei cittadini, ma opere tecnologiche usate per conseguire finalità politiche spesso molto distanti dai bisogni reali delle persone.

Senza Stato (inteso come apparato burocratico monopolista) le strade tornerebbero ad essere un bene di mercato. Serve una rotta commerciale, turistica, per raggiungere un punto da A a B? State sicuri che ci sarà qualche imprenditore disposto a sopperire a quel bisogno. Per guadagnarci, si capisce. È un problema? No. Paghiamo già oggi miliardi in tasse che (in teoria) dovrebbero servire per costruire strade di cui non abbiamo bisogno, in luoghi lontani da noi; per avere le voragini davanti casa. Personalmente preferirei pagare per avere strade in buone condizioni dove mi interessa.

Lo Stato non è mai più efficiente del mercato, semplicemente perché l’interesse di Stato non è l’interesse delle persone. Chi pensa il contrario ha un nome, inizia con la C…

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Riconoscimento facciale sui migranti


Nel Regno Unito spingono sempre più per l’uso estensivo di tecnologie di riconoscimento facciale. Negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli esperimenti pubblici da parte della polizia, che nelle piazze pubbliche usa telecamere mobili con riconoscimento facciale per individuare ricercati (o semplicemente per schedare la popolazione).

Ieri ho letto in questo articolo che l’Home Office ha deciso di obbligare gli immigrati condannati a indossare braccialetti con riconoscimento facciale e GPS, per tracciare i loro spostamenti e identificarli 24 ore su 24.

In pratica il discorso è molto semplice: perché tenerti in galera se posso rendere la tua vita una galera e tracciarti comodamente a distanza? Probabilmente in galera avrebbero anche più privacy.

Non ho dubbi che questo grande passo in avanti per la civiltà umana possa essere presto usato anche per finalità diverse, ad esempio per controllare che persone sottoposte a quarantena per una malattia qualsiasi siano effettivamente chiuse in casa.

Citazione del giorno


“If any man's money can be taken by a so-called government, without his own personal consent, all his other rights are taken with it; for with his money the government can, and will, hire soldiers to stand over him, compel him to submit to its arbitrary will, and kill him if he resists.”

― Lysander Spooner


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Fatemi sapere se vi piace questa rubrica estiva! Io sono in “ferie” ma Privacy Chronicles continua…

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Covid-19, sono state pubblicate le indicazioni operative per le scuole del primo e del secondo ciclo. Il documento è stato messo a punto dall'Istituto Superiore di Sanità, con i Ministeri della Salute e dell’Istruzione e la Conferenza delle Regioni e…


Si può fare ora


Proposta a chiunque governerà l’Italia Eppure qualche cosa si potrebbe pur fare in quest’estate di una campagna elettorale, che si è avviata all’insegna della confusione, della falsificazione, della gara all’ultimo voto, come se non sapessero tutti e non

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Proposta a chiunque governerà l’Italia


Eppure qualche cosa si potrebbe pur fare in quest’estate di una campagna elettorale, che si è avviata all’insegna della confusione, della falsificazione, della gara all’ultimo voto, come se non sapessero tutti e non sapessimo tutti che il partito che vedrà crescere maggiormente i propri consensi è quello degli italiani che a votare non ci vanno nemmeno o non ci vanno più.

Oggettivamente è una scelta un po’ povera quella cui ci si trova difronte, però qualcosa si può fare. A noi piace sempre cercare di ragionare su quello che è possibile fare di positivo, perché tanto a rimestare nel torbido sono tutti bravi.

Allora proviamo ad evitare che si arrivi alla fine della campagna elettorale con l’incoscienza e l’inconsistenza di “vabbè intanto si vota e poi si vede” ed evitiamo di arrivarci con l’idea che se vince l’altro si distrugge l’Italia, perché queste sono cose sono cose gravi.

Chiunque voglia seriamente governare, chiunque creda che la democrazia non sia solo raccogliere voti, ma anche i consensi, che poi è necessario riconfermare giorno dopo giorno, governando, deve farlo.

La democrazia non è una dittatura che ogni cinque anni va a votare. Continua ad essere una democrazia, anche quando non sono convocate alle urne.

Allora a chiunque voglia governare, intanto noi potremmo dire, oggi, di comune accordo fra le forze politiche di confermare gli impegni presi per i fondi europei del PNRR. L’Italia non deve venire meno alla parola data. Perché la parola l’ha data l’Italia, non il singolo governo. Serve il senso delle Istituzioni: gli impegni che ha preso l’Italia saranno tutti confermati, chiunque vinca se vuol governare.

La sinistra dice che se vince la destra è a rischio la nostra appartenenza all’Europa: è un argomento incosciente, perché non si ragiona così.

Semmai occorre far politica, perché la campagna elettorale è anche questa, e guardare dentro l’alleanza di centro-destra e di quelli che andavano in giro con la maglietta “NO EURO”, quelli che avevano messo l’uscita dall’euro nel loro simbolo: se lo rimangiano o no?

La Meloni dice che garantisce lei per la Lega. Bene, ma l’elettore non dispone della firma di garanzia. Se lo rimangiano oppure no? Questo sarebbe far politica.

L’altra cosa su cui si potrebbe essere d’accordo subito è che nessuno cambi il dettato costituzionale semplicemente sulla base di una maggioranza elettorale, perché questo spaccherebbe il Paese e metterebbe in condizioni di difficoltà e di ansia l’equilibrio istituzionale.

Perché questo impegno abbia un senso, non bisogna chiedere alla destra, che al momento è candidata a vincere: “Ma voi rispetterete la Costituzione?”. Bisogna chiedere alla sinistra: “Voi siete d’accordo a che gli equilibri costituzionali si cambino non solo sulla base di una maggioranza elettorale?”.

Perché se siete d’accordo, dovete rimangiarvi quello che avete fatto nel 2001, quando avete cambiato la Costituzione sulla base di una speranza elettorale e di governo, danneggiandola gravemente e arrecando un danno permanente all’equilibrio istituzionale ed economico dell’Italia. Mi riferisco alla riforma del Titolo V del 2001.

Perché questo impegno abbia un senso, non bisogna chiedere alla destra, che al momento è candidata a vincere: “Ma voi rispetterete la Costituzione?”. Bisogna chiedere alla sinistra: “Voi siete d’accordo a che gli equilibri costituzionali si cambino non solo sulla base di una maggioranza elettorale?”. Perché se siete d’accordo, dovete rimangiarvi quello che avete fatto nel 2001, quando avete cambiato la Costituzione sulla base di una speranza elettorale e di governo, danneggiandola gravemente e arrecando un danno permanente all’equilibrio istituzionale ed economico dell’Italia. Mi riferisco alla riforma del Titolo V del 2001.

Alle urne non si va con una scelta due fazioni che hanno tutte e due ragione: no. Hanno molti torti, da una parte e dall’altra. Potrebbero avere una ragione: la capacità prima del voto di dire che nessuno di loro attenterà a quelli che sono gli interessi e i beni indisponibili dell’Italia.

Sarebbe quasi una dimostrazione di senso di responsabilità.

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Erdogan e Putin a Sochi: parlando di grano e pensando al Medio Oriente


I due presidenti a Sochi per un bilaterale che dal grano ucraino e dai fertilizzanti russi, esportati grazie all'accordo promosso da Erdogan, guarda al Medio Oriente, a partire dalla Siria

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USA: Taiwan spacca i dem


La visita della Speaker della Camera dei rappresentanti, Nancy Pelosi, e di una delegazione del Congresso degli Stati Uniti a Taiwan ha portato a un apparente riacutizzarsi delle tensioni fra Washington e Pechino. Da quando la visita è stata annunciata, alla fine di luglio, le autorità cinesi hanno messo ripetutamente in guardia l’amministrazione sulle ricadute politiche che [...]

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Sud…ditanza


Da terrone ne ho pieni i deliziosi capperi della gnagnera sul Sud arretrato e sulla forbice che s’allarga. Da ultimo sono arrivati i dati Svimez, interessanti come sempre: sia per il ’21 che per il ’22 il Sud cresce meno della media nazionale, che, essend

Da terrone ne ho pieni i deliziosi capperi della gnagnera sul Sud arretrato e sulla forbice che s’allarga. Da ultimo sono arrivati i dati Svimez, interessanti come sempre: sia per il ’21 che per il ’22 il Sud cresce meno della media nazionale, che, essendo una media incorpora anche il Sud, il che comporta una crescita meridionale, ma anche del Centro, significativamente inferiore a quella del Nord (fra parentesi, per gli appassionati: Italia 2021 6.6 e 2022 3.4; Mezzogiorno uguale al Centro 5.9 e 2.8; Nord Est 7.5 e 4.7; Nord Ovest 7 e 3.4).

Prima d’unirmi ai condolenti, però, mi viene in mente che l’Italia, da lustri, cresce meno della media europea, che essendo una media la incorpora, il che comporta il crescere assai meno di chi cresce di più. E mi viene anche in mente che, se si escludono i due anni che stiamo vivendo, anche in questo caso la forbice s’allarga: chi era cresciuto meglio continua a farlo più velocemente di chi era rimasto indietro.

Anche nelle retrovie si cresce (buttalo via, come risultato), ma normalmente capita che i meno sviluppati si sviluppino più in fretta, una volta create le condizioni. Qui non capita. Allora guardiamo le condizioni.

Da terrone amo taluni orgogliosi terroni, fra i quali Leonardo Sciascia, che con il suo occhio semichiuso aveva visto quello che i lettori di numeri non riescono a vedere. Se le forbici che s’allargano sono due, cos’hanno in comune?

Il Maestro di Racalmuto aveva descritto la maledizione dei siciliani: non credono che le cose possano cambiare. Ma aveva anche visto la “linea della palma” salire verso Nord. Climatica e non solo. Quella linea porta con sé l’indebolimento dei diritti di cittadinanza, che comportano anche i doveri, e il crescere dei diritti di sudditanza, che hanno nel lamentio il compenso del mantenimento.

Sono diritti di cittadinanza una scuola decente, un’amministrazione pubblica almeno sufficiente e una giustizia esistente. Vediamo quanto ci si mette a sapere chi ha ragione e chi deve essere condannato, dopo che una ragazza, a Soverato, è stata presa a calci dal datore di lavoro. Non spetta a noi stabilirlo, sulla base di un filmato, ma spetta a un giudice accertare se altri torti s’accompagnano ai calci.

Se non lo sapremo a breve è semplicemente inutile parlare di contratti e legalità. E se è inutile allora la cattiva moneta avrà da un lato la miseria e dall’altra la criminalità. I diritti di cittadinanza devono esserci ai quattro punti cardinali. Ma se prendo scuola, amministrazione e giustizia per bidoni con cui fare assunzioni, addio cittadinanza.

Quel processo di logoramento è andato avanti al punto che si intesta alla cittadinanza un simbolo della sudditanza: l’elemosina improduttiva. Al Sud ce n’è più che al Nord e in Italia ce n’è più che altrove. Così si allargano entrambe le forbici.

Eppure si cresce, perché al Nord, al Sud e ovunque c’è gente che lavora sodo e con competenza, solo che (prego osservare la campagna elettorale in corso) sono considerati contribuenti da spremere, senza scuola decente, amministrazione presente e giustizia esistente. Gli altri, quelli con le false invalidità, le pensioni anticipate e i redditi di sudditanza, invece, l’arato campo ove mietere voti.

Sappiamo benissimo cosa si dovrebbe fare, per stringere la forbice e tagliare via il passato. Sappiamo che i soldi investiti creano ricchezza e quelli distribuiti miseria morale e materiale.

Ma sappiamo anche che se i cittadini non ci credono a essere rappresentati saranno i sudditi, che eleggeranno i loro simili più marpioni, allargatori di forbici. E già quelli dimostrano che la linea della palma non solo avanza, ma parla anche i vernacoli polentoni.

Rassegnarsi è escluso. Arrendersi non è contemplato. Ma ripetersi all’infinito che siamo rimasti indietro e che la forbice s’allarga induce a mettere in salvo i capperi: nel forno, a contornare un coccio, alla pantesca, con zibibbo non filtrato e freddo. Molto freddo, che fa caldo.

La Ragione

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Droni e trasporti potrebbero rimodellare la geopolitica eurasiatica


Con la Russia, l'assistenza iraniana va ben oltre la fornitura di droni. L'Iran guadagnerà sostanzialmente dall'essere un nodo chiave in un corridoio di trasporto eurasiatico che aiuterebbe la Russia a eludere le sanzioni statunitensi ed europee

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‘A caval donato non si guarda in bocca’: falso?


Il proverbio ‘A caval donato non si guarda in bocca’ è usato comunemente per non fare troppo gli esigenti sulla qualità e sulla quantità delle donazioni. In sintesi, un dono va sempre bene. La frase deriva da una citazione di San Girolamo, che usò questa espressione in latino ‘Noli equi dentes inspicere donati’ per la [...]

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Nancy Pelosi a Taiwan, ma non cresce la sua popolarità tra gli elettori sino-americani a San Francisco


La visita della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi a Taipei, Taiwan, ha suscitato avvertimenti e minacce da parte del governo cinese, ma è improbabile che abbia sconvolto i suoi elettori taiwanesi americani e cinesi americani a San Francisco. Pelosi ha lasciato Taiwan il 3 agosto 2022, dopo un viaggio vorticoso di 24 [...]

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Verso l’infinito e oltreQuesta settimana, il prezzo medio del gas naturale in Europa ha sfondato quota 200 €/MWh (60$/MmBtu).


Taiwan: la visita di Nancy Pelosi è strategicamente giustificata?


Le tensioni attraverso lo Stretto sono in corso da decenni e la decisione di Pelosi di sfidare le forti minacce e gli avvertimenti di Pechino segna una nuova pietra miliare nel riorientare il modello e i confini dei calcoli strategici sia di Pechino che di Washington. Basandosi sull’obiettivo principale della visita per rafforzare e difendere [...]

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in reply to Andrea Russo

non c'è bisogno...?
boh, allora sarò strana io che avevo inteso il mestiere e la missione di un giornalista quella di riportare i fatti in modo neutrale e obiettivo.
in reply to Katjia Mirri

@Katjia Mirri mi dispiace, ma nessun democratico, tanto più un giornalista, può essere neutrale quando parla di Cina. Pur senza cadere nella propaganda USA, lo scenario cinese è piuttosto chiaro. Basta vedere quello che è capitato ai giornalisti di Hong Kong
in reply to Andrea Russo

Il mio discorso è molto più ampio.
Ogni volta che una persona piega la narrazione alle proprie convinzioni, sta dicendo di essere la prima a non essere coinvinta che la situazione parli da sé. Ed è la prima a dubitare delle proprie convinzioni.
È anche la prima persona a sabotare la propria credibilità.
L'obiettività nella narrazione di un fatto qualsiasi è anche una questione di rispetto dell'intelligenza e delle opinioni altrui.
in reply to Andrea Russo

so che ne sei consapevole, ma credo che serva menzionarlo in questo specifico caso:
piegare la narrazione di un fatto al proprio punto di vista è quello che fanno i regimi. Esigere che un giornalista sia obiettivo fa parte dell'essere in una democrazia.
Credimi: anche con una narrazione obiettiva ci sono parecchie cose da dire, sia da una parte che dall'altra.


La strategia russa di destabilizzare i Balcani sta funzionando


Le relazioni della Russia con la Serbia, uno Stato nel cuore dei controversi Balcani, saranno quasi certamente sfruttate per mettere in pericolo la sicurezza europea nel prossimo futuro. Il Presidente serbo Aleksander Vucic, un ex parlamentare eurofilo diventato leader autocratico, continua a portare avanti gli sforzi destabilizzanti della Russia nella regione. Le strette relazioni della [...]

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Israele attacca Gaza: morti e feriti


Sale con il passare dei minuti il bilancio delle vittime dei bombardamenti aerei scattati all'improvviso questo pomeriggio. Tra i morti una bimba di 5 anni e Taisir al Jaabari e Khalil al Bahtini, due comandanti militari del Jihad. Israele sostiene di ave

della redazione

Pagine Esteri, 5 agosto 2022 – Sono almeno sette i palestinesi rimasti uccisi, tra cui una bambina di 5 anni, riferisce il ministero della salute palestinese, in improvvisi raid aerei israeliano contro la Striscia di Gaza. Tra i morti ci sono anche Taisir Al Jaabari e Khalil al Bahtini, due comandanti militari del Jihad Islami.

Fonti militari israeliane parlano invece di 10 forse venti “miliziani” del Jihad uccisi mentre si preparavano a lanciare attacchi contro il sud di Israele. Secondo i comandi dello Stato ebraico i bombardamenti aerei, che hanno preso di mira Gaza city e in particolare il Palestine Tower, sarebbe stati “preventivi” allo scopo di “scongiurare” una vendetta del Jihad per l’arresto a inizio settimana di Bassam al Saadi, il suo comandante militare a Jenin, in Cisgiordania.

Pochi minuti fa Ziad al Nakhale, leader del Jihad, ha annunciato che la sua organizzazione scenderà in guerra con Israele. Pagine Esteri

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Continuano le esercitazioni delle forze armate cinesi, che stamattina hanno superato la linea mediana tra la Cina e l’isola. Gli USA: “Reazione provocatoria”.


Borsa: canapa, USA in negativo, bene Canada


Le due principali piazze borsistiche mondiali nel settore della produzione, trattamento e commercializzazione della canapa, ovvero Canada e USA, questa settimana -così come nella precedente- chiudono con valori alternati, solo che gli Usa stavolta chiudono in rosso mentre il Canada -diversamente da quanto è accaduto nella settimana scorsa- chiudono con valori discretamente positivi. Tutto ciò [...]

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Come la lobby di Taiwan ha contribuito a spianare la strada al viaggio di Pelosi


Gli studiosi di alcuni gruppi di riflessione che hanno ricevuto finanziamenti da Taiwan hanno minimizzato le preoccupazioni sul controverso viaggio di Pelosi

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Il patto di Biden con Israele contro l’Iran attirerà gli USA in un’altra guerra in Medio Oriente?


Israele ha arruolato gli Stati Uniti in un impegno a tempo indeterminato che potrebbe richiedere l'uso della forza contro l'Iran. Ecco come muterebbe il quadro nell'area nel caso di un attacco all'Iran da parte di Israele

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#NotiziePerLaScuola

Campionati studenteschi di tennis: la finale nazionale si terrà a Palermo presso il "Circolo tennis Palermo - Kalta tennis club", dal 26 al 30 settembre.

Info ▶️ miur.gov.



Taiwan: la scommessa di Nancy Pelosi aumenta i rischi di guerra


Quando sia i democratici americani che i repubblicani pensano che qualcosa sia una buona idea, è sicuro scommettere che il loro raro accordo è sulla lotta alla Cina. L’ultimo coro bipartisan in una Washington altrimenti amaramente divisa è il loro tifo comune per la visita del Presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti Nancy [...]

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Canada: regole ufficiali per l’utilizzo legale del CBD


Un rapporto del Comitato scientifico consultivo del governo canadese sui prodotti sanitari contenenti cannabis ha fornito raccomandazioni sull’uso del CBD senza prescrizione medica. Health Canada ha incaricato il Comitato di fornire una consulenza che contribuisse allo sviluppo dei regolamenti. Il comitato ha formulato una forte raccomandazione affinché tutti i prodotti sanitari contenenti CBD riportino dichiarazioni [...]

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Ucraina: accordo sul grano, il mondo deve ancora affrontare il ricatto di Putin nel Mar Nero


Questa settimana ha visto la prima nave mercantile salpare da Odessa attraverso il Mar Nero dopo la firma del 22 luglio di un accordo storico per consentire l’esportazione di grano ucraino. Questo accordo, mediato congiuntamente da Turchia e Nazioni Unite e firmato da Russia e Ucraina, mira a porre fine a un blocco russo di [...]

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Ieri sono iniziate le esercitazioni militari cinesi al largo di Taiwan, a seguito della visita di Nancy Pelosi che la notte tra il 2 e il 3 agosto ha incontrato la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen, scatenando l'ira della Cina.


T-shirt “La colpa non è loro. È di chi li ha votati”


Per sostenere le attività della Fondazione Luigi Einaudi ETS, abbiamo ideato questa maglietta di cotone che sintetizza in una frase la crisi culturale e politica che l’Italia attraversa in questo momento. La maglietta riporta il logo della Fondazione e la

Per sostenere le attività della Fondazione Luigi Einaudi ETS, abbiamo ideato questa maglietta di cotone che sintetizza in una frase la crisi culturale e politica che l’Italia attraversa in questo momento.

La maglietta riporta il logo della Fondazione e la frase “La colpa non è loro. È di chi li ha votati”.

Il contributo richiesto per la produzione della maglietta è di 10 € oltre le spese di spedizione (ritiro gratuito presso la sede della Fondazione). Le spese di spedizione fino a 50 magliette è pari a 10 euro.

Sarà un modo per contribuire alle attività della Fondazione e per avere un pezzo unico che vi consente di distinguervi in questo delicato momento della vita del Paese.

Si invita a scattare un selfie con la maglietta, pubblicandola sui social e taggando la Fondazione.

Fra tutti quelli che lo faranno entro il 30 settembre 2022, estrarremo 3 partecipanti a cui doneremo il libro del 60esimo anniversario della Fondazione Luigi Einaudi, che sarà pubblicato nei prossimi mesi.

Per ordinarle le magliette seguire le seguenti istruzioni:

1. Effettuare un bonifico pari all’importo dell’ordine che si intende inoltrare: 10 euro per ciascuna maglietta + 10 euro per spedizione cumulativa (fino a 50 magliette, per ordini superiori chiedere info) al seguente IBAN (per ritiro in sede non si paga la spedizione)

Intestato a: Fondazione Luigi Einaudi ETS
IBAN: IT42X0503403204000000007280
Causale: ordine magliette.

2. Scrivere una mail a gadget@fondazioneluigieinaudi.it scrivendo nell’oggetto “Maglietta”

Nel corpo della mail indicare:

  • nome e cognome;
  • indirizzo di spedizione;
  • numero di magliette desiderate per ciascuna TAGLIA (ad es. 2 magliette M + 1 maglietta L);
  • allegare distinta bonifico pari all’importo dell’ordine: 10 euro per ciascuna maglietta + 10 euro per spedizione cumulativa (fino a 50 magliette, per ordini superiori chiedere info) oppure chiedere disponibilità per ritiro in sede.

Le taglie disponibili sono XS, S, M, L, XL, XXL

Le spedizioni saranno sospese dal 10 agosto al 22 agosto per chiusura estiva della Fondazione

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T-shirt “La colpa non è loro. È di chi li ha votati”


Per sostenere le attività della Fondazione Luigi Einaudi ETS, abbiamo ideato questa maglietta di cotone che sintetizza in una frase la crisi culturale e politica che l’Italia attraversa in questo momento. La maglietta riporta il logo della Fondazione e la

Per sostenere le attività della Fondazione Luigi Einaudi ETS, abbiamo ideato questa maglietta di cotone che sintetizza in una frase la crisi culturale e politica che l’Italia attraversa in questo momento.

La maglietta riporta il logo della Fondazione e la frase “La colpa non è loro. È di chi li ha votati”.

Il contributo richiesto per la produzione della maglietta è di 10 € oltre le spese di spedizione (ritiro gratuito presso la sede della Fondazione). Le spese di spedizione fino a 50 magliette è pari a 10 euro.

Sarà un modo per contribuire alle attività della Fondazione e per avere un pezzo unico che vi consente di distinguervi in questo delicato momento della vita del Paese.

Si invita a scattare un selfie con la maglietta, pubblicandola sui social e taggando la Fondazione.

Fra tutti quelli che lo faranno entro il 30 settembre 2022, estrarremo 3 partecipanti a cui doneremo il libro del 60esimo anniversario della Fondazione Luigi Einaudi, che sarà pubblicato nei prossimi mesi.

Per ordinarle le magliette seguire le seguenti istruzioni:

1. Effettuare un bonifico pari all’importo dell’ordine che si intende inoltrare: 10 euro per ciascuna maglietta + 10 euro per spedizione cumulativa (fino a 50 magliette, per ordini superiori chiedere info) al seguente IBAN (per ritiro in sede non si paga la spedizione)

Intestato a: Fondazione Luigi Einaudi ETS
IBAN: IT42X0503403204000000007280
Causale: ordine magliette.

2. Scrivere una mail a gadget@fondazioneluigieinaudi.it scrivendo nell’oggetto “Maglietta”

Nel corpo della mail indicare:
– il numero di magliette desiderate per ciascuna TAGLIA (ad es. 2 magliette M + 1 maglietta L)
– l’indirizzo di spedizione.
– allegare distinta bonifico pari all’importo dell’ordine: 10 euro per ciascuna maglietta + 10 euro per spedizione cumulativa (fino a 50 magliette, per ordini superiori chiedere info) oppure chiedere disponibilità per ritiro in sede.

Le taglie disponibili sono XS, S, M, L, XL, XXL

Le spedizioni saranno sospese dal 10 agosto al 22 agosto per chiusura estiva della Fondazione

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Elsa Fornero: siamo pieni di lacci e lacciuoli, di conventicole e appartenenze che limitano sia l’egualizzazione dei punti di partenza, sia la valorizzazione piena del merito


E' molto più utile cercare di rimediare alle diseguaglianze prima che producano differenze profonde anziché intervenire con rimedi e sussidi a posteriori. L'articolo Elsa Fornero: siamo pieni di lacci e lacciuoli, di conventicole e appartenenze che limit

Professoressa Fornero, è possibile conciliare libertà economica e welfare state?
Deve essere possibile. Il Welfare State, come emerge dal rapporto Beveridge, elaborato a guerra mondiale in corso, viene inizialmente osteggiato perché sembrava fosse troppo vicino a posizioni socialiste, mentre al contrario è stato elaborato da un conservatore. È un grande disegno sociale che ha ispirato il cosiddetto modello sociale europeo. Naturalmente, come tutte le grandi idee, ha trovato nella sua realizzazione pratica non soltanto ostacoli ma anche interferenze da parte di visioni corte piuttosto che lungimiranti, o magari da interessi che non erano in poi in realtà così generali. Così anche il welfare, nel tempo, è finito con l’accumulare difetti. Però il sogno resta, e non come utopia ma come realizzazione. Oggi l’Europa presenta diseguaglianze, anche se meno degli Stati Uniti, ma sono diseguaglianze che non possono comunque essere tollerate a lungo. Vanno gestite in un ambito di democrazia liberale così che, senza negare il principio di libera iniziativa economica, si regolino i mercati e i sistemi di intervento sociale, prima fra tutti la tassazione, in modo da non lasciare indietro nessuno.

Sta parlando della famosa uguaglianza einaudiana dei punti di partenza?
È un’idea molto importante che ha trovato molti illustri sostenitori. Se ci pensiamo, è molto più utile cercare di rimediare alle diseguaglianze prima che producano differenze profonde anziché intervenire con rimedi e sussidi a posteriori. Il punto è che le differenze cominciano alla nascita, con differenze tra chi ha genitori attentissimi e chi invece ha genitori inadatti, che non danno la giusta importanza alla nutrizione, all’istruzione, alla stessa serenità del bambino. Questo vuol dire che ci dev’essere l’intervento di qualcuno che, per carità senza sottrarre i bambini alle proprie famiglie, integri i punti di partenza di chi è meno avvantaggiato, a partire dalla scuola materna e dell’infanzia, per assicurare ai bambini qualcosa in più per ridurre la diseguaglianza. Non sarà mai una perfetta uguaglianza dei punti di partenza, ma è ciò a cui dobbiamo tendere. Una cosa ormai molto documentata è che le diseguaglianze dei primi anni di vita si perpetuano durante tutto il corso della vita.

Una delle diseguaglianze che in Italia appare più grave è quella della partecipazione femminile. Una società moderna che ignora questo problema non è destinata a fallire?
Sì, anzitutto è una questione di giustizia perché la minore partecipazione delle donne non è conseguenza di una minore capacità ma di una minore opportunità. Poi, la mancanza di questa opportunità è il riflesso del fatto che, come società, non diamo importanza all’autonomia economica delle donne, che è fondamentale perché possano avere rapporti paritetici con gli uomini e possano fare valere il merito. Se una donna non ha accesso a certe professioni, come era un tempo, oppure se questo accesso è molto più difficile che per un uomo, allora non è il merito a contare ma qualcosa d’altro come l’appartenenza, l’identità, in questo caso di genere. Oltre alla ragione di giustizia c’è quindi una ragione economica: la scarsa partecipazione delle donne al lavoro e all’economia riduce di molto il benessere sociale perché riduce il Pil e la sua crescita.

L’Italia è un Paese senza merito?
L’Italia è un Paese che cura troppo poco il merito, ma attenzione: il merito non può semplicemente accompagnarsi alla constatazione delle diseguaglianze che le persone già adulte mostrano. Perché il merito, come dicevo, non può prescindere dall’aver reso uguali i punti di partenza. Quando diciamo che gli Stati Uniti sono un Paese meritocratico diciamo una cosa vera, ma vera per segmenti, perché i neri ad esempio non hanno le stesse possibilità che hanno i bianchi. Applicare il merito in tale maniera significa che un nero deve essere più bravo, molto più bravo, molto più dedicato di un bianco per conseguire le stesse mete. Noi siamo pieni, come diceva Guido Carli, di lacci e lacciuoli, di conventicole e di appartenenze che limitano sia l’egualizzazione dei punti di partenza, sia la valorizzazione piena del merito.

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Elezioni 2022: caro Letta (e tutti gli altri), ascolta Mastella e caccia fuori un sogno


Pensa e tira fuori un sogno, anche solo uno, ma un sogno. Lo dice Mastella e Letta lo dovrebbe ascoltare. Per ora il sogno non c'è e neanche tutto il resto

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Marilyn Monroe: perché siamo ancora ossessionati a 60 anni dalla sua morte?


Per alcuni, la morte può essere una mossa intelligente per la carriera. Quanto intelligente una mossa dipende molto da chi sei e da come muori. Mentre ci avviciniamo al 60° anniversario della morte di Marilyn Monroe, possiamo imparare alcune lezioni sull’arte e le implicazioni della morte di un’enorme personalità pubblica. Come con qualsiasi icona, il [...]

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Taiwan, l’alternativa democratica alla Cina di Xi


Quello che sta accadendo in queste ore a Taiwan non può e non deve essere dimenticato. Pechino, con la sua politica aggressiva, va fermata. È d’obbligo oramai ripensare il quadro geopolitico mondiale, fondamentale rivederne i suoi equilibri. L'articolo T

Dalle spiagge rocciose di Taiwan, davvero una Ilha Formosa come la descrissero i mercanti portoghesi nel diciassettesimo secolo, si possono osservare in queste ore tutti i movimenti della più grande esercitazione militare che la Repubblica Popolare Cinese abbia mai avviato. Caccia d’assalto, portaerei, droni, missili balistici. E tanto fumo nel cielo.

La causa di tutto questo angosciante spettacolo non è, come Xi Jinping e i suoi diplomatici vogliono far credere, la visita della Speaker americana Nancy Pelosi. Quest’ultima è soltanto un alibi, c’è qualcosa di più. Un’arroganza nazionalistica che si ostina a considerare l’isola come una provincia ribelle, un territorio da domare, che ritiene che i cittadini cinesi e taiwanesi siano sotto una stessa grande bandiera, quella della Cina Unica.

La Repubblica Popolare ha mal digerito la visita di Nancy Pelosi in quanto essa rappresenta una conferma della sovranità dello Stato taiwanese, indipendente e democratico, libero da ogni vincolo con la Cina e anzi, sempre più vicino all’America, al Giappone e all’Australia, sia economicamente che culturalmente parlando. La Cina di oggi ha la presunzione di dichiarare che Taiwan non sia sovrano – non sia quindi uno Stato – e che, pertanto, non abbia libertà di scelta nelle sue politiche, interne o estere che siano.

Pesa la storica umiliazione che Taiwan fece alla Cina di Mao, quando nel 1949 l’isola si dichiarò indipendente, e fu rifugio di più di 2 milioni di dissidenti, contrari alla deriva comunista della madrepatria. Pesa ancora di più, dagli anni ’90, la svolta liberal-democratica che Formosa ha vissuto, oggi una solida democrazia con Presidente eletto mediante voto popolare. Chiaramente un sistema politico distante da quello totalitario cinese.

Un altro grande oltraggio è il rapporto privilegiato che Formosa ha con gli Stati Uniti, i quali, nonostante qualche tentennamento, sono di fatto dal 1945 la prima superpotenza mondiale. Un primo posto che Xi Jinping brama raggiungere entro il suo pensionamento, previsto per il 2032. L’America, nonostante l’ambiguità strategica, ha continuato a coltivare intensi rapporti economici, militari e commerciali con l’isola.

Oggi Taiwan è uno stato democratico indipendente, con una economia capitalista e liberale, con un popolo profondamente convinto delle libertà che possiede, e ancor più convinto delle tante divergenze che vi sono tra il modello taiwanese e quello cinese. Basti pensare che Taiwan è classificato nella top 10 mondiale secondo gli indici di libertà economica e democrazia.

L’isola rappresenta davvero l’alternativa democratica alla Cina autoritaria della terraferma. E ciò per Xi Jinping non può che essere una ulteriore umiliazione. Ecco allora spiegate le continue incursioni aeree nel territorio taiwanese, la propaganda sfrenata architettata con il chiaro obiettivo di destabilizzare il sistema politico dell’isola, le restrizioni economiche mirate a colpire i settori trainanti di Formosa, o le costanti minacce, l’ultima di pochi giorni fa prima dell’atterraggio della Pelosi: “Chi gioca col fuoco si brucia”.

Nessuno si augura che tutto ciò porti ad una pericolosa escalation. Sicuramente questo continuo mostrare i muscoli, to show off the muscles, come gli studiosi americani dicono, è sintomo di un atteggiamento cinese prepotente e dittatoriale. Nessun paese libero può tollerare tale comportamento. Quello che sta accadendo in queste ore non può e non deve essere dimenticato. Pechino, con la sua politica aggressiva, va fermata. È d’obbligo oramai ripensare il quadro geopolitico mondiale, fondamentale rivederne i suoi equilibri.

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Stessa spiaggia, stesso mareLa più grande esercitazione militare mai fatta intorno a Taiwan. Così ha scelto di rispondere la Cina alla visita sull’isola della speaker della Camera americana, Nancy Pelosi.


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Ucraina, accordo sui cereali del Mar Nero: chi sono i vincitori e perchè


Gli esperti di Crisis Group analizzano dettagliatamente i guadagni derivanti da questo accordo per tutte le parti in causa. Ucraina, Russia, Turchia, ONU, consumatori: tutti guadagnano qualcosa, ma per tutti c'è poco

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