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La Francia sta proponendo diverse modifiche alla legge sull’intelligenza artificiale (IA) per garantire un migliore allineamento con il nuovo quadro legislativo, la legislazione dell’UE che regola la sorveglianza del mercato e le procedure di valutazione della conformità. Le modifiche riguardano...


Lunedì 11 aprile i due correlatori del Parlamento europeo hanno finalizzato la bozza di relazione sull’intelligenza artificiale (AI), su cui hanno trovato un terreno comune. Le questioni più controverse sono state per il momento messe da parte. Il liberale Dragoș...


Intelligenza artificiale nell’era digitale (AIDA), un comitato speciale istituito nel settembre 2020 per analizzare l’impatto orizzontale dell’intelligenza artificiale sulla società, ha terminato i suoi lavori con un rapporto di iniziativa, adottato martedì 22 marzo. Il rapporto AIDA ha avuto un...


Ubuntu: quando le lettere cambieranno il mondo


Dal 18 al 30 giugno 2022 è allestita all’Accademia di Belle Arti di Catania una mostra itinerante di Armando Milani, co-curata da Gianni Latino, intitolata Ubuntu. All’inaugurazione è stato presente il graphic design che forse più di tutti in Italia ha pa

Dal 18 al 30 giugno 2022 è allestita all’Accademia di Belle Arti di Catania una mostra itinerante di Armando Milani, co-curata da Gianni Latino, intitolata Ubuntu. All’inaugurazione è stato presente il graphic design che forse più di tutti in Italia ha parlato, col segno, la lingua della pace, dei diritti civili, della tolleranza, dell’ecumenismo e del cosmopolitismo tra i popoli. Nell’occasione Milani ha tenuto una lectio magistralis seguitissima da un folto pubblico di studenti e follower.

Ubuntu è una parola di origine sudafricana che Nelson Mandela ebbe a pronunciare molte volte nella sua lotta epica contro l’apartheid. In estrema sintesi essa significa: io sono perché Noi siamo. Un messaggio di fraternità universale che Milani ha interpretato con due segni semplicissimi e di immediata leggibilità: un cuore rosso appuntato in una graffetta. L’icona che ne deriva è solo la punta dell’iceberg, perché la serie di manifesti presenti in mostra vi è intimamente consonante: un miscuglio di ‘cambi’ enigmistici in cui la sostituzione di una lettera, la sua sottrazione oppure l’aggiunta modificano il significato delle parole migrandole verso una dimensione pacifista. È il caso della A di War che una colomba in volo sottrae al lemma trascinandola verso l’alto, verso lo spazio vuoto in Pe_ce che così, compiutamente, diventa Peace (2005).

Nell’opera di Milani la parola è il segno grafico che modifica lo statuto del nostro essere al mondo, una chiara ‘poesia visiva’, saremmo portati a dire se lo stesso autore non si sottraesse alla natura poetica dei suoi interventi. Egli precisa e rivendica, invece, la sola forza del segno grafico, la sua chiarezza, l’immediata sua comprensione se e quando esso si spoglia d’ogni artificioso intendimento, rimanendo nudo e immanente a se stesso. Si prenda la E che percorre tutte le parole maggiormente significanti l’Unione Europea (2004): happinEss, pEace, tolErance, poEtry, resEarch, culturE, valuEs, Ethics, naturE; Milani le dispone una sotto l’altra formando un binario campito d’azzurro, come una via serena verso l’unità continentale. Oppure, per sottrazione, si prenda The forgoTTen conTinenT (2011), manifesto campito di nero (nero d’Africa > nero di lutto) il quale denuncia i milioni di bambini che ogni anno muoiono di stenti nel continente africano. Le t che diventano croci vi sono disseminate come su un cimitero australe.

Le meditazioni linguistiche di Armando Milani fanno parte di una campagna etica generazionale che potrebbe annoverare artisti come Oliviero Toscani, se non fosse che il medium del fotografo milanese è quasi interamente votato al marketing del brand Benetton. Oppure il Robert Indiana di Love, che negli anni sessanta elaborava una delle sculture maggiormente iconiche del secondo novecento, partendo da lettere-objet trouvé tinte di rosso. Anche in quel caso il valore fondamentale della scultura si rafforzava per via di scostamenti linguistici minimi: quella O che piega d’un lato, O, conferendo alla parola ‘amore’ un valore universalmente riconoscibile.

La tappa catanese, magistralmente allestita da Armando Milani e Gianni Latino, si arricchisce del contributo grafico di dieci docenti e quaranta allievi dei bienni specialistici di Design per l’editoria e di Design della comunicazione visiva, portando al numero di ottanta gli originari trenta manifesti. La mostra rafforza la vocazione internazionale che l’Accademia di Belle Arti etnea va costruendo da qualche tempo a questa parte. È la giusta direzione da intraprendere in una stagione fondamentale per l’affermazione culturale dell’Alta Formazione Artistica e Musicale in Italia.
Note immagine: Armando Milani all'ABACatania durante la lectio magistralis del 18 giugno 2022, mostra al pubblico il prototipo di Ubuntu.
Ph. Alessandro Spitale
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L’investimento sosterrà la creazione di un mega impianto all’avanguardia in Germania, l’espansione di una fabbrica esistente in Irlanda, un hub di R&S e progettazione in Francia e nuovi investimenti in ricerca e produzione in Irlanda, Italia, Polonia e Spagna. Il...


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S’innalza ancora ulteriormente la tensione fra Russia e Ucraina, con il Cremlino che accusa le forze speciali di Kiev di essere il mandante dell’assassinio della polemista ultranazionalista Darya Dugina, mentre Zelensky suona l’allarme su una possibi…


Prezzi über allesLa crescita del prezzo del gas in Europa non si ferma più. Per la quinta settimana consecutiva è in aumento (come non accadeva dallo scorso dicembre) e ha oggi sfondato quota 290 euro per megawattora, +20% rispetto alla chiusura di v…


Il gas viene in aiuto del Sud Europa, e anche di Meloni


Per una volta, a Bruxelles, sono i Paesi mediterranei ad avere il coltello dalla parte del manico. Il che sarà utile anche per una eventuale Meloni premier

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Indo-Pacifico: la Germania cambia passo


L’Europa ha combattuto una guerra persa nel riaffermare la sua posizione nell’Indo-pacifico, ulteriormente aggravata dalla limitata capacità economica e militare nel garantire i propri interessi nella regione. Le conseguenze delle due grandi guerre hanno visto un programma obbligato di ripensamento e ricostruzione, con capacità limitate nel riorientare le sue strategie sulle sue ex colonie. La [...]

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I diritti delle minoranze come arma e l’invasione russa dell’Ucraina


Il rispetto dei diritti delle minoranze resta di fondamentale importanza e può essere considerato un parametro relativo al grado in cui un Paese si impegna a rispettare i diritti umani nel loro insieme. Infatti, il persistere di tendenze negative in merito al rispetto dei diritti delle minoranze razziali, etniche, culturali o linguistiche potrebbe essere un [...]

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Brasile tra giubbotti antiproiettile e timori di colpo di Stato


La violenza politica è aumentata del 335% rispetto al 2018 e 46 leader politici sono stati assassinati. La società civile si ribella

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Ciò di cui l’Ucraina ha bisogno per vincere la guerra


Nei sei mesi trascorsi da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, l’esercito ucraino ha condotto una difesa forte e commovente, infliggendo pesanti perdite alle unità russe e contestando ogni piede di terra. Contro una lunga previsione, l’Ucraina è riuscita a difendere la capitale, Kiev, così come la sua seconda città più grande, Kharkiv. Ciò ha [...]

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Ucraina: gli USA avrebbero potuto evitare l’invasione russa?


L'incapacità di Washington di cercare un risultato diplomatico reciprocamente accettabile in Ucraina è particolarmente sorprendente

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Populismo in Brasile: come liberalizzazione e austerità hanno portato all’ascesa di Lula e Bolsonaro


Lula ha approfittato delle politiche di austerità dei suoi predecessori nei primi anni 2000, Bolsonaro ha approfittato delle politiche di austerità attuate dal governo di Dilma Rousseff

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Ma ci vogliamo andare sulla Luna?


Il prossimo 29 agosto, o in alterantiva il 2 o il 5 settembre, dal Kennedy Space Centerin Florida sarà lanciato il primo dei razzi SLS destinati a riaprire la corsa verso la Luna. Seguiremo con entusiasmo questa missione, su cui è imbarcata un bel po’ di tecnologia italiana. In continuità con i prossimi eventi, noi [...]

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Robert Harris – Monaco


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"Se vuoi fare qualcosa di terribile con la tecnologia, non puoi semplicemente lanciarlo su persone con denaro e capitale sociale. Si lamenteranno e la tua idea andrà in fumo. Le implementazioni tecnologiche di merda di successo iniziano con le persone di cui puoi abusare impunemente (prigionieri, bambini, migranti, ecc.) Per poi risalire il gradiente dei privilegi. La chiamo la curva di adozione della tecnologia di merda."

feddit.it/post/48383



Ucraina: andiamo a mietere il grano?


Le navi che hanno lasciato le città ucraine nel Mar Nero erano cariche per una minima parte di grano e dirette in Paesi non certo a rischio di carestia

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Frammenti #04 - 22 agosto 2022


Nel frammento di oggi: papà pedofili (secondo gli algoritmi di Google) e guinzagli digitali per studenti, meme e citazione del giorno.

Fotografi tuo figlio? Sei un pedofilo


Può sembrare una battuta di cattivo gusto, ma non lo è. Da tempo Google, Meta e Twitter implementano sistemi di analisi automatizzata delle immagini con algoritmi di machine learning che dovrebbero identificare i contenuti pedopornografici.

Privacy Chronicles - Privacy & Pensieri Libertari. Se ti piace quello che racconto, perché non ti iscrivi?

Questi algoritmi possono essere implementati per scansionare i contenuti caricati in Cloud, sui social, o perfino sulla memoria del dispositivo stesso, come proposto da Apple lo scorso anno. Come sa bene chi mi legge, l’Unione Europea ha proposto di implementare queste tecnologie anche nei servizi di comunicazione come Whatsapp, Instagram Direct, Messenger e così via.

In caso di falso positivo, come accaduto a questo papà che ha fotografato il figlio per il dottore, le conseguenze possono essere gravissime.

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Le immagini e il titolare dell’account vengono segnalati alle autorità di polizia e starà poi alla persona dimostrare di non essere un pedofilo. Non è esattamente simpatico trovarsi invischiati in un’indagine del genere, partendo da una presunzione di colpevolezza. E se la notizia viene per caso diffusa, addio reputazione - per sempre.

Qualche approfondimento sul tema:

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Il guinzaglio digitale al collo dei bambini


Continuiamo parlando di bambini, stavolta nell’ambito scolastico. In questi ultimi mesi si stanno diffondendo strumenti di controllo e sorveglianza degli studenti analoghi a quelli usati da alcune aziende per monitorare i lavoratori. L’ultimo di questi è un software che permette alle scuole di monitorare il tempo passato in “pausa” dagli studenti, ad esempio per andare in bagno.

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Lo scopo chiaramente non è contare i minuti che gli studenti passano al bagno (seppur sono sicuro che qualcuno lo userà per rompere il cazzo), ma è quello di fornire dati di comportamento su larga scala agli amministratori scolastici, che insieme agli innumerevoli altri software a disposizione delle scuole daranno il potere di profilare e valutare gli studenti in base ai dati prodotti dalla sorveglianza.

Come saremmo cresciuti noi se fin da piccoli avessimo considerato normale essere sorvegliati e valutati per i nostri comportamenti in ogni luogo e tempo? Il rischio di crescere una generazione di droidi sottomessi all’autorità è molto alto.

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  • La privacy [non] è per i criminali: la guerra degli stati di tutto il mondo a chi usa strumenti per proteggere la propria privacy si fa sempre più ferrata. L’ultimo caso, quello dell’arresto dello sviluppatore del software Tornado Cash, è particolarmente preoccupante. È tempo di riscoprire la cultura Cypherpunk.
  • Elezioni? Tranquilli, tutti aumenteranno sorveglianza e controllo sociale: manca poco alle elezioni. Cambiano i partiti e le proposte, ma una verità rimane assoluta nel tempo, ogni movimento statalista non potrà che aumentare la sorveglianza di massa e il controllo sociale.
  • Welfare, la nuova divinità: dall’800 a oggi i progressisti socialisti hanno usato la scusa dello stato sociale, del bene comune, della salute pubblica e della lotta alla povertà per attuare la loro idea di società perfetta. Il Great Reset, ad esempio, è nient’altro che questo. Il Ministro Speranza da bravo Progressista dice infatti: “fare il ministro significa anche affermare una determinata idea di società”.

Meme del giorno


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Citazione del giorno


“The direct use of physical force is so poor a solution to the problem of limited resources that it is commonly employed only by small children and great nations”

― David Friedman


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TURCHIA-SIRIA. Erdogan pronto a riconciliarsi con Assad. Damasco alza l’asticella


Spinto dall'intenzione di rimandare a casa i profughi siriani che pesano sull'economia turca in profonda crisi, dall'avvicinarsi delle elezioni e dalla perenne volontà di colpire le aspirazioni curde, Erdogan vuole stringere la mano del "nemico" Assad e a

di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 22 agosto 2022 – La protesta ad Al Bab e nel resto dei territori siriani occupati dalla Turchia va avanti già da un po’. Da quando il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu ha parlato della necessità che Damasco e l’opposizione raggiungano una soluzione politica e scrivano una nuova costituzione. Parole nuove per Ankara che, dopo il 2011, ha fatto di tutto abbattere il presidente Bashar Assad. Ha accolto tre milioni di profughi della guerra in Siria, ha finanziato e addestrato una milizia mercenaria siriana impiegandola anche in Libia e contro le popolazioni curde. Ha fatto della provincia siriana di Idlib una sorta di protettorato a disposizione di milizie anti-Assad di ogni tipo, anche jihadiste e qaediste. Ora, per la prima volta, teorizza una soluzione che lasci al potere il presidente siriano.

Erdogan sta mollando i «ribelli» siriani che per dieci anni lo hanno servito puntualmente ricevendo in cambio promesse di ogni tipo, a cominciare dall’abbattimento del «regime». Bashar Assad però ha resistito, grazie all’appoggio militare e politico di Vladimir Putin, alleato/avversario di Erdogan. È rimasto al potere e ha ripreso gran parte del territorio siriano. Ankara ha capito di aver perduto la battaglia. Così, imitando la politica estera di Putin prima della guerra contro l’Ucraina – amici di tutti, nemici di nessuno (ad eccezione di Kiev) –, Erdogan ora stringe la mano a tutti: agli ex rivali sauditi, agli influenti emiratini, ai monarchi del Golfo. E ha riallacciato pieni rapporti con Israele, per anni bersaglio dei suoi attacchi. Non è un mistero che il presidente turco, alle prese con una pesante crisi economica e il declino del suo partito Akp, spera di recuperare consensi grazie ai ricavi derivanti da possibili intese con Israele per portare gas all’Europa.

Che Ankara abbia passato il Rubicone è stato chiaro quando Bulent Orakoglu, editorialista del giornale Yeni Safak, molto vicino a Erdogan, ha descritto i siriani che protestano ad Azaz, Jarablus e Tal Abyad, non più come degli alleati, bensì come degli «individui con le mani sporche…provocatori espulsi a causa dei crimini che avevano commesso in Turchia e infiltrati del regime e del Pkk». La scorsa settimana lo stesso Erdogan rispondendo a una domanda sul dialogo con la Siria al ritorno dal vertice a Leopoli, ha affermato che «il dialogo politico e la diplomazia tra Stati non possono mai essere interrotti …Dobbiamo fare ulteriori passi con la Siria. Facendoli romperemo molti giochi nell’intera regione».

Si è riferito non solo all’aiuto Usa ai curdi siriani ma anche al coordinamento tra Damasco e i vertici delle Sdf curde avviato dopo la minaccia di un’altra offensiva turca nel Rojava. Da parte sua Bashar Assad alza l’asticella, vuole il ritiro totale delle forze turche di occupazione in Siria e non si sente obbligato a riconciliarsi con l’opposizione che per dieci hanno ha trovato ospitalità in Turchia e con le milizie armate e finanziate da Ankara. Putin, dopo il summit di Sochi del 5 agosto con Erdogan, gli ha chiesto di non opporsi a un possibile vertice con il leader turco. In una intervista, il presidente siriano ha replicato «Dico che non sarei onorato di farlo…Tuttavia se incontrarlo porterebbe risultati favorevoli alla Siria, allora va fatto». Assad in realtà il summit con Erdogan lo vuole, sa bene che la riconciliazione con la Turchia significherebbe per lui la vittoria definitiva.

Erdogan punta a demolire l’autogoverno curdo nel nord-est della Siria e ad avviare il rimpatrio dei rifugiati siriani che sono considerati un peso da molti turchi e che potrebbero pesare sul risultato del partito Akp alle elezioni del 18 giugno 2023. Vuole inoltre lungo il confine con la Siria un’ampia “zona di sicurezza” – così la chiamano in Turchia – sgomberata dalle Sdf. In gioco c’è la sopravvivenza politica di Erdogan. L’economia turca, il cui successo per lunghi anni ha favorito quello personale del presidente, è in caduta libera. Il risentimento contro i profughi è alle stelle e le aggressioni ai siriani sono sempre più frequenti. L’opposizione da tempo sostiene che non appena salirà al potere, “manderà a casa i siriani”, quindi, la normalizzazione con Assad è diventata quasi obbligata per Erdogan, se vuole alimentare di sue speranze di riconferma al potere. Pagine Esteri

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Elezioni 2022: passato Ferragosto, restano gli abbai dei (non) nostri politicanti


Dall'invito di Segre a Meloni, al presidenzialismo di Berlusconi e compagni, allo svarione 'di sinistra' di Revelli: è la settimana ferragostana dei politicanti italiani in battaglia

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Vostok 2022: l’esercitazione sino-indo-russa ai tempi del mondo multipolare


Dopo l’ormai famosa dichiarazione di 'amicizia senza limiti' tra Mosca e Pechino, sembra che ora si sia arrivati alla 'cooperazione senza limiti', se non quelli del mondo multipolare

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Digitale 2022: Partito Democratico


I temi digitali nel programma del Partito Democratico: l'attività di monitoraggio di InformaPirata

NB: questo post è parte dell’attività di monitoraggio descritta qui Il programma della lista è disponibile qui (pagina di download): Programma (18/8) (Link locale). Un passaggio molto interessante del programma del Partito Democratico è il seguente (p.10): Vogliamo proteggere il diritto delle persone a esprimersi liberamente in uno spazio digitale sicuro. Vogliamo che sia garantita la trasparenza...

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Digitale 2022: Azione/Italia Viva


I temi digitali nel programma della lista Azione & Italia Viva: l'attività di monitoraggio di InformaPirata

NB: questo post è parte dell’attività di monitoraggio descritta qui Il programma della lista è disponibile qui, nella pagina di download (Link diretto – Link Locale) Si tratta di un programma rivolto chiaramente a dirigenti della pubblica amministrazione, imprenditori e avvocati. Un programma focalizzato sullo sviluppo economico a prescindere, ma che lascia pochissimo spazio alle questioni di...

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in reply to Informa Pirata

quindi un po' di AI che fa sempre fico, magari ci fanno il precompilato anche alle aziende, e poi il fascicolo sanitario elettronico.
Almeno portano avanti qualcosa.

in reply to Informa Pirata

Possibile si riconferma la scelta probabilmente migliore, a queste elezioni. Cercherò di sensibilizzare un po' in giro. Rigrazie per l'ottimo lavoro, super utile ed interessante


Digitale 2022: Movimento 5 Stelle


I temi digitali nel programma del Movimento 5 Stelle: l'attività di monitoraggio di InformaPirata

NB: questo post è parte dell’attività di monitoraggio descritta qui Il programma della lista è disponibile QUI (Documento – Link locale). Precisiamo che non abbiamo capito se si tratta di un programma ridotto o se si tratta del programma ufficiale. I riferimenti ai temi che ci stanno a cuore abbiamo dovuto cercarli con molta attenzione e anche un po’ di fantasia, ma di certo non ci ha soddisfatto...

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Digitale 2022: Alleanza Verdi Sinistra – Sinistra Italiana + Verdi (+ Possibile)


I temi digitali nel programma della lista Alleanza Verdi Sinistra (Europa Verde, Sinistra Italiana, Possibile): l'attività di monitoraggio di InformaPirata

NB: questo post è parte dell’attività di monitoraggio descritta qui Il programma della lista è disponibile qui (Alleanza Verdi e Sinistra – qui il link locale) La lista che vede uniti Sinistra Italiana ed Europa Verde si presenterà con un unico programma, ma dal momento che all’interno della lista si presenterà con un proprio programma anche il partito politico Possibile, pur senza presentare il...

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Digitale 2022: Lega Salvini premier


I temi digitali nel programma della Lega Nord: l'attività di monitoraggio di InformaPirata

NB: questo post è parte dell’attività di monitoraggio descritta qui Il programma della lista è disponibile qui (pagina di download) (qui il link locale) Il programma della Lega presenta un’intera sezione (p.104) dedicata alla digitalizzazione, nella quale l’argomento viene affrontato anche dal punto di vista dei diritti individuali. La sezione è stata sviluppata con molta cura e attenzione e...

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Sull’età della nostra Repubblica, sui recenti spauracchi elettorali, su una futura politica di sinistra


Se fosse una donna o un uomo le si attribuirebbe ciò che si dice un’incipiente vecchiaia. Eppure, giovanissima, non regge il confronto con i fasti di Atene o di Roma, né potremo paragonarla alla ultramillenaria Venezia. Dunque, con i suoi settantasei anni

Se fosse una donna o un uomo le si attribuirebbe ciò che si dice un’incipiente vecchiaia. Eppure, giovanissima, non regge il confronto con i fasti di Atene o di Roma, né potremo paragonarla alla ultramillenaria Venezia. Dunque, con i suoi settantasei anni, sebbene avanti negli anni, è poco più che un’adolescente.

Se penso ai tentati colpi di stato, agli anni di piombo, alla strategia della tensione, alle stragi, all’innumerevole sequenza di morti che le mafie e il terrorismo hanno lasciato sul campo nel secondo novecento, lo spauracchio agitato in questi giorni da certa parte giornalistica e opinionistica nella prospettiva di un prossimo governo di destra, appare come un futile trastullo di bambini.

Nel sistema costituzionale italiano, fatto di pesi e contrappesi, c’è una cosa, vivaddio!, che si chiama ‘democrazia dell’alternanza’, ed è non solo lecito ma auspicabile che a una fase di governo ne segua un’altra di diverso segno.

Certo, sarebbe bello godere di una classe politica intellettualmente onesta, di scuola e dottrina, qualcosa di cui vantarsi nel consesso internazionale, concretamente risolutiva dei problemi del paese, ma se così non è bisognerà pure rassegnarsi alla sconcertante sequela di ignorantoni presuntuosi e arroganti che si presenta alle elezioni da trent’anni a questa parte. E dico una ‘classe politica’ per non tirare dentro alcune singole personalità che invece eccellono, come perle tra i porci, nel confuso panorama dei governi della seconda Repubblica.

Sarebbe bello e sarebbe anche giusto, considerato che la fase d’incubazione della civiltà repubblicana è passata da un pezzo e finalmente bisognerebbe raccogliere i frutti di tanto sacrificio. Invece dobbiamo accontentarci del giacobinismo di facciata delle già ex ‘nuove leve’, degli incontri negli autogrill con l’agente segreto in pensione, dei comunicati al popolo sullo sfondo ben studiato di rosari, santini e Marie Vergini, e quasi sorridiamo alle imprese di inizio secolo, quando fiorivano le orgette nel castello incantato del cavaliere plenipotenziario.
Ma tant’è, questa è l’Italia.

Ora, il 25 settembre è molto probabile che i connotati del Parlamento e della compagine di governo cambieranno. Ed è un bene che cambino, per il principio dell’alternanza richiamata dai valori di una sana democrazia. Se dovessimo per questo temere rischi per la Repubblica, significherebbe che i nostri padri costituenti avevano preso un’emerita cantonata, loro che inglobarono, all’indomani dell’odiato fascismo e della miserabile monarchia che ci erano toccati in sorte, fascisti e monarchici pentiti e irredentisti nel nuovo assetto costituzionale. Se ci sono riusciti loro, all’indomani della più drammatica pagina di storia dell’Occidente, vuoi che non ci si riesca noi, che pettiniamo bambole dalla mattina alla sera?

Suvvia, siamo seri, e se dovessimo perdere le prossime elezioni, lavoriamo sodo all’opposizione, per costruire una valida alternativa di sinistra, che assomigli il meno possibile all’imbarazzante pastrocchio in cui fino ad ora ci siamo crogiolati. E non dimentichiamo un fondamentale, come nel calcio: le politiche di sinistra si fanno a diretto contatto col popolo, in costante ascolto e dialogo con esso, non dalle torri d’avorio delle segreterie politiche, né dalle torbide leve dei patronati e delle consorterie locali.

Voi direte, ma questa prerogativa è anche delle destre, populiste per antonomasia. No, non in quel senso. Per un militante di sinistra – ma anche per un moderno cattolico, a ben pensarci – ‘col popolo’ significa ‘con tutti i popoli’, con tutte le confessioni religiose, con tutti i generi umani, con tutti gli esseri viventi. Con tutti, lasciando alla demagogia catto-fascista, catto-nazionalista, catto-leghista e chi più ne ha più ne metta, il nobile compito di immaginare un mondo fatto di soli bianchi, di soli cristiani, di soli italiani, di soli … appunto ‘soli’.

E non dimentichiamo un dolo che tutti, proprio tutti ci accomuna: siamo borghesi, e se non lo siamo lo diventeremo in capo a una generazione politica, talvolta anche in minor tempo, Di Maio docet. Da una tale prospettiva quasi nessuno si salva e dunque, quasi nessuno dovrebbe avere diritto di eleggibilità a sinistra, a meno che non ci si rivesta, come una rinuncia ai beni, dei panni che eravamo soliti portare.

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Il partito più pro-establishment? Il Pd, naturalmente... - Contropiano

«A conti fatti, se volessimo stilare una classifica dei partiti italiani sulla base di un ipotetico range che si estenda tra i due estremi della nota dicotomia “sistema-antisistema”, il partito che, sulla base delle politiche perseguite e poi, una volta al governo, messe in atto con cristallina efficienza e senza colpo ferire, e che, dunque, risulta più saldamente ed utilmente collocato sul punto più estremo del range coincidente, peraltro, con un ultraliberismo sfrenato cui si è aggiunto, di recente, anche un granitico ed ostentatissimo oltranzismo atlantista e guerrafondaio, non possiamo che constatare che quel partito è, in tutta evidenza, il Partito Democratico.»

contropiano.org/news/politica-…



Grecia libera


Oggi, 20 agosto, la Grecia esce dalla “sorveglianza rafforzata” delle istituzioni europee. È in sicurezza. Salvata. Secondo alcuni è stata “massacrata”, peccato i greci la pensino diversamente. Secondo alcuni la responsabilità del massacro è del “Meccanis

Oggi, 20 agosto, la Grecia esce dalla “sorveglianza rafforzata” delle istituzioni europee. È in sicurezza. Salvata. Secondo alcuni è stata “massacrata”, peccato i greci la pensino diversamente. Secondo alcuni la responsabilità del massacro è del “Meccanismo europeo di stabilità”, da cui ci si deve tenere lontani. Falso. Ed è una storia istruttiva.

Quando la Grecia è collassata il Mes non esisteva. È nato proprio perché quell’evento ne mise in luce l’esigenza. Ma esisteva l’Fesf, suo genitore, obiettano. Falso. Il “Fondo europeo di stabilità finanziaria” nasce nel maggio del 2010, per far fronte a crisi finanziarie di Paesi dell’area dell’euro, la crisi greca inizia nell’autunno del 2009, quando il primo ministro riconosce che i conti trasmessi dal governo precedente sono falsi. Ciò porta, nell’aprile del 2010, al declassamento dei titoli greci, considerati spazzatura (occhio, quindi, alle valutazioni del rating). Per questo, in fretta e furia, a maggio nasce l’Fesf.

Sono stati commessi molti errori, non tutti innocenti. Il disastro greco è responsabilità dei greci. Hanno tratto un giovamento enorme dall’ingresso nell’euro, con ampio accesso ai mercati, credito a basso costo e protezione esterna, solo che lo hanno usato per aumentare significativamente il tenore di vita (corretto), elargire prebende, pensioni, assunzioni e spesa pubblica fuori controllo (scorretto), nel mentre prosperava l’evasione fiscale (masochista). Per far campagne elettorali ciascuno dei contendenti prometteva sempre di più (vi suona familiare?) e per far quadrare i conti li hanno falsificati. Quando hanno smesso di sbagliare loro hanno cominciato gli altri.

La prima domanda era: può un Paese dell’euroarea trovarsi o essere messo fuori? No, si rispose. Giustamente. La seconda: può, allora, andare in bancarotta? No, si rispose. Giustamente. Ma le due risposte avevano una conseguenza: gli altri si fanno carico del debito, o, almeno, del modo per gestirlo. No, fu la risposta. Disastro. L’area ricca chiamò il Fondo monetario internazionale. Se non ci si fosse impiccati al dogma secondo cui ciascuno deve pagare i propri debiti e mai uno Stato paga quello di altri, principio più che giusto (vale anche dentro gli Stati Uniti d’America), ma che c’è modo e modo per praticare, se, in quel momento, si fosse coperto il debito greco, trovando il modo di scrivere che i greci avrebbero dovuto rifondere, sarebbe costato una frazione di quel che poi costò. Il tutto aggravato dal fatto che istituti bancari europei, prevalentemente tedeschi e francesi, ma anche italiani, avevano prestato soldi alla Grecia. Si volevano tutelare le banche investitrici? Avrebbe avuto un senso, ma rilevi il debito. Se neghi di volerlo fare poi non devi creare un fondo, finanziato con i soldi degli altri contribuenti europei, e fra i soggetti da rifondere ci metti quelle banche. Epperò: il debito greco è stato tagliato due volte. Due volte sono stati alleggeriti dei loro obblighi e due volte i creditori, banche comprese, hanno visto decurtato il loro avere.

Nel momento in cui la Grecia si era trovata a non avere più accesso ai mercati s’è seccata la liquidità, le banche avevano chiuso e chi andava a prelevare soldi al bancomat non ne cavava nulla. La disperazione si toccava con mano e a quel momento si riferiscono immagini drammatiche, come quella di un uomo seduto per terra, in lacrime. Era quello il risultato del salvataggio europeo? No, questo era quello che accadeva prima che lo si mettesse in atto.

I greci non stanno oggi bene come stavano prima del dissesto. Capita, quando trucchi i conti e vai in bancarotta, ma: a. stanno meglio di come stavano prima di entrare nell’euro; b. grazie ai trasferimenti europei la loro gracile economia s’è rimessa in moto. Sono stati salvati, anche a nostre spese.

La cosa curiosa è che lo nega chi dice di stare dalla parte dei greci, ma i greci non lo negano affatto. Con le doppie elezioni del 2012 (la prima volta non si riuscì a formare un governo) diedero quasi il 27% dei voti al partito guidato da Alexis Tsipras, che promette di rinegoziare gli accordi che erano alla base dell’intervento finanziario di soccorso, ma la maggioranza elettorale e parlamentare è con Antonis Samaras, che quegli accordi ha accettato. Alle successive elezioni, nel 2015, Syryza, il partito di Tsipras, prende più del 36% dei voti e (con una coalizione eterogenea) va a governare. Ma cade subito e, quello stesso anno, si rivota. Convocano un referendum, chiedendo agli elettori se approvano o meno le condizioni dei creditori (originale, chiedere ai debitori se plaudono i creditori), e il 61% risponde di no. A quel punto Tsipras, ancora governante, deve scegliere: o respinge condizioni e aiuti o li accetta. Il suo ministro dell’economia e suo compagno di partito, il sinistro Gïanis Varoufakïs, è per il rifiuto, ma Tsipras prende la direzione opposta. La Grecia gli deve molto, per quella scelta. Accettando e, poi, rinegoziando è riuscito ad ottenere un allungamento enorme del debito e un costo assai ridotto. E su questa base governerà fino al 2019, senza che le sollecitazioni dei radicali alle rivolte e agli sfaceli sortiscano alcunché.

Lui stesso interrompe la legislatura, con un anticipo di pochi mesi, e convoca le elezioni, nel 2019. Il suo partito raccoglie quasi il 32% dei voti. Significa che dopo scissioni e allontanamenti dei ministri e dopo avere governato per anni, su una linea che secondo quelli che credono di essere i soli interpreti della volontà dei greci sarebbe da loro condannata con sdegno, ottiene ancora un ottimo risultato. Ma perde, perché a vincere le elezioni è Nuova Democrazia, di Kyriakos Mitsostakis, ovvero un leader e un partito di centro destra, che gli accordi non ha messo in discussione. Quel che risulta misterioso, nella tesi secondo cui i greci sono stati massacrati e non salvati, è perché mai i greci siano di opinione diversa.

La ripartenza è costata vendite e tagli dolorosi, ma forse insegna a non sperperare per ammaliare gli elettori. Questi i fatti.

La Ragione

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La privacy [non] è per i criminali


L'arresto dello sviluppatore di Tornado Cash è l'ultimo segnale di una guerra sempre più evidente contro privacy e tecnologie per a proteggere l'individuo dallo Stato.

L’attenzione dei legislatori di tutto il mondo verso chi usa strumenti per proteggere la privacy di comunicazioni e transazioni si fa sempre più preoccupante, specie per alcuni sviluppi che arrivano dagli Stati Uniti, fino ai Paesi Bassi.

L’ultimo caso è quello di Tornado Cash, un servizio di mixer di cryptovalute che, come le tecnologie di Coinjoin per Bitcoin, aiuta a preservare la privacy delle transazioni su rete Ethereum, implementando la cosiddetta “plausible deniability”, di cui vi ho parlato a marzo con riferimento a Bitcoin.

I siti specializzati di cryptovalute e Bitcoin ne hanno parlato molto in questi giorni.

Per approfondire consiglio gli articoli di Gianluca Grossi sul sito di Criptovaluta.it, che riporta così la notizia: “La foga regolatrice degli USA si è abbattuta su Tornado Cash, innescando degli effetti a cascata che hanno visto entrare in blacklist da parte di USDC tutti o quasi gli indirizzi che hanno interagito con il mixer. […] Il Tesoro USA, una sorta di equivalente del nostro MEF, ha deciso di inserire Tornado Cash nella lista di servizi in blacklist. Una lista nera di quanto viene utilizzato, secondo il Tesoro USA, da terroristi di grande rilievo e anche piccole canaglie del mondo criminale”.

Poco dopo il blocco da parte del Tesoro USA, è arrivata un’altra notizia - anche più preoccupante: l’arresto di uno sviluppatore del team di Tornado Cash. Sempre Criptovaluta.it riporta così la notizia: “Mercoledì 10 agosto FIOD [gli agenti che si occupano di reati “finanziari” nei Paesi Bassi, NDR] ha arrestato un 29enne ad Amsterdam. È sospettato di essere coinvolto nell’offuscamento di flussi di denaro criminali e di aver facilitato il riciclaggio di denaro con il mixing di criptovalute attraverso Tornado Cash, servizio di mixing per Ethereum”.

Non è ancora chiaro quali siano davvero le motivazioni dell’arresto, ma salvo che la persona non abbia davvero partecipato ad attività di riciclaggio, la notizia si porta dietro una serie di implicazioni che in verità sembrano niente più che il risultato dell’escalation sociale e politica degli ultimi anni contro strumenti per proteggere la privacy.

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Libertà, codice e Cypherpunks


Ayn Rand diceva che il pensiero non seguito dall’azione è un’attività fraudolenta.

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Tassare le promesse


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Dopo un’estate di siccità e temperature record, violenti nubifragi si sono abbattuti su Italia, Austria, Francia e Inghilterra, uccidendo 12 persone.


Francesco Rocchetti, segretario generale ISPI, e Silvia Boccardi, giornalista di Will, fanno il punto sulla situazione idrica mondiale, su quali crisi sono scoppiate e scoppieranno a causa della siccità e su come affrontarle con Giorgio Cancelliere, …


Brasile: come i politici populisti usano la religione per vincere


Le elezioni presidenziali in Brasile di questo autunno offrono un assaggio di come i leader populisti del 21° secolo stiano usando la religione per entusiasmare la loro base elettorale

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Contrasto alla diffusione del contagio da COVID-19 in ambito scolastico. Riferimenti tecnici e normativi per l’avvio dell’anno scolastico 2022/2023 ▶️ miur.gov.


Come guiderà l’Italia l’estrema destra?


Il 25 settembre, gli italiani si recheranno alle urne per votare in un’elezione parlamentare anticipata innescata dal crollo della fragile coalizione di governo del premier Mario Draghi a fine luglio. L’instabilità politica e i governi di breve durata non sono una novità in Italia, che ne ha avuti 18 negli ultimi 34 anni. Ora, però, [...]

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L’aumento dei tassi di interesse USA colpisce i Paesi in via di sviluppo


Il recente rapporto del World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale dipinge un futuro economico cupo. Ha declassato le previsioni di crescita globale dal 6,1% nel 2021 al 3,2% nel 2022. Mentre l’economia globale si sta ancora riprendendo dalla pandemia di COVID-19, le banche centrali delle economie avanzate stanno aumentando i tassi di interesse, un [...]

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