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Lemmy has become a lot more stable with the federation in the new versions.

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Ucraina ed un’Europa a più velocità nella NATO


Mentre la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha guidato di nuovo un vertice con il Presidente ucraino Zelenskyy a Kiev la scorsa settimana, è emersa una nuova urgenza nella retorica sulle aspirazioni euro-atlantiche dell’Ucraina. Basandosi sul neo-idealismo degli Stati dell’Europa centrale e orientale (CEE) di cui lo studioso Benjamin Tallis ha scritto in modo […]

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Il Consiglio UE ha approvato l'ingresso del Pentagono nella difesa europea | L'Indipendente

"In conclusione, si tratta di un accordo che testimonia ancora una volta l’abbandono di ogni velleità europea sul vecchio obiettivo della costruzione di una difesa continentale indipendente, testimoniando come – con lo scoppio della guerra ucraina – gli USA siano riusciti a raggiungere uno dei propri scopi strategici: legare indissolubilmente gli Stati Europei alla NATO e quindi al complesso militare statunitense."

lindipendente.online/2023/02/0…



L’opposizione bielorussa può aiutare a sconfiggere Putin in Ucraina


Uno degli aspetti sottovalutati della guerra della Russia contro l’Ucraina è stato il ruolo strategico della Bielorussia sia nell’invasione iniziale che nella successiva condotta della guerra. Nella sua ricerca per rafforzare la propria posizione dopo le proteste di massa a favore della democrazia del 2020, il dittatore bielorusso Alyaksandr Lukashenka ha posizionato la Bielorussia come […]

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Revoca delle sanzioni alla Siria dopo il devastante terremoto


Un devastante terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito la Turchia meridionale e la Siria settentrionale questa settimana, e più di 11.000 persone sono già state confermate uccise in uno dei più grandi disastri naturali nella regione degli ultimi decenni. C’è stata un’effusione di assistenza internazionale alla Turchia sulla scia della devastazione. Gli Stati Uniti e […]

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Dave Bronsón non è veneto, ma è il sindaco di Anchorage, in Alaska, una città che farebbe morire di invidia la Treviso dello sceriffo Gentilini...


BENVENUTI NELLA CITTÀ IDEALE DEL COMPLOTTISTA TRASHRIGHT!!!

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Dave Bronsón non è veneto, ma è il sindaco di Anchorage, in Alaska, una città che farebbe morire di invidia la Treviso dello sceriffo Gentilini...

Ad Anchorage, la più grande città dell'Alaska di Sarah Palin, l'obbligo di mascherina è come la Shoah, fermano gli acquedotti perché temono l'avvelenamento, il razzismo sta bene su tutto, i senzatetto ci fanno schifo, i CV dei nominati sono ricchi di fantasia, finanziamo spese urbanistiche anche senza permessi, ci piace il sessismo e il mobbing fa scopa con la videosorveglianza!

Caro @David Puente :mastodon: credo che se io dovessi immaginare un inferno ritagliato su misura per te, quell'inferno sarebbe Anchorage! 🤣

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)

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L’equilibrismo di Carlo Nordio, tra diritto e ragione di partito


L’imbarazzo (e anche l’irritazione) a via Arenula, sede del ministero della Giustizia, è palpabile. Il Ministro Carlo Nordio, che ha le sue brave gatte da pelare con l’Associazione Nazionale dei Magistrati che non perde occasione per sparare bordate ai suoi annunciati progetti di riforma, mai avrebbe immaginato di dover fare i conti con un sostanziale […]

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I correlatori del Parlamento europeo hanno proposto emendamenti di compromesso all’elenco delle intelligenze artificiali (IA) ad alto rischio, agli usi vietati e alle definizioni delle stesse. I parlamentari europei Brando Benifei e Dragoș Tudorache stanno cercando di chiudere i negoziati...


Il James Webb ha osservato ammassi stellari nelle galassie primordiali | Passione Astronomia

"L’effetto lente d’ingrandimento insieme alla risoluzione del James Webb Space Telescope ha permesso ai ricercatori di rilevare ammassi stellari, strutture di galassie molto compatte. Queste osservazioni hanno permesso ai ricercatori di studiare il legame tra la formazione degli agglomerati di stelle e l’evoluzione e la crescita delle galassie pochi milioni di anni dopo il Big Bang."

passioneastronomia.it/il-james…




Tigray, Aggiornamento Operativo del Centro di Coordinamento delle Emergenze. 27 Gen. 2023 // TGHAT


Questo rapporto è stato pubblicato dal Centro regionale di coordinamento delle emergenze del Tigray il 7 febbraio 2023. Include aggiornamenti dai seguenti cluster: Cibo agricoltura…

Questo rapporto è stato pubblicato dal Centro regionale di coordinamento delle emergenze del Tigray il 7 febbraio 2023. Include aggiornamenti dai seguenti cluster:

  • Cibo
  • agricoltura
  • Rifugio di emergenza e NFI
  • Logistico
  • Nutrizione
  • Salute
  • WASH Cluster
  • CCM
  • Formazione scolastica
  • Protezione

Si noti che l’aggiornamento di questa settimana è stato notevolmente più breve rispetto alle edizioni precedenti e fornisce meno dettagli. Si spera che questa sia un’aberrazione, piuttosto che una tendenza.

Principali punti salienti

  • Per lo più vecchie notizie:
    • Servizi essenziali parzialmente restaurati, no servizi commerciali.
    • L’accesso stradale è migliorato, affrontando ancora problemi di linea di controllo.
    • Lavoratori governativi, insegnanti, operatori sanitari ancora non pagati.
    • La maggior parte delle strutture sanitarie e delle scuole sono state distrutte.
  • Dal 2 novembre sono arrivate 148.000 tonnellate di aiuti, di cui solo il 51% distribuito.
  • Le stime attuali sono di circa 2,5 tigrini sfollati.

Aggiornamenti per cluster:

Aggiornamento del cluster alimentare

  • L’attuale popolazione bisognosa (PiN) di assistenza alimentare è di 6,5 milioni secondo la valutazione stagionale multisettoriale di Meher. C’è un divario di 1,3 milioni tra gli obiettivi del WFP/JEOP e l’effettiva necessità.
  • Dalla fine di gennaio è in corso una nuova valutazione di emergenza sulla sicurezza alimentare condotta dal WFP.
  • Sfide:
    • Molti PiN, compresi gli sfollati interni, richiedono assistenza alimentare mensile. Il sistema basato sui turni non funziona.
    • I gruppi di aiuto devono ancora affrontare difficoltà per raggiungere Adet, Egela e Naeder nella zona centrale; Erob e Gulo Mekeda nella zona orientale; e Dima nella zona nordoccidentale; così come l’intera zona occidentale.
    • L’assistenza alimentare deve essere integrata con l’agricoltura e il sostegno ai mezzi di sussistenza al fine di migliorare la sicurezza alimentare. Per ulteriori informazioni sui bisogni agricoli del Tigray, vedere questo rapporto , anch’esso incluso in questa analisi .
    • C’è carenza di liquidità. Con il sistema bancario nel Tigray ancora in crisi, i gruppi umanitari sono costretti a trasportare denaro contante nel Tigray in aereo.
    • Hanno bisogno che la società civile locale del Tigray possa ripartire. I governi locali non sono stati in grado di pagare il personale, le forniture commerciali non sono disponibili ei servizi di base non sono ancora ripresi nelle aree del Tigray.

Gruppo Logistico

  • Il cluster logistico non sembra fornire una suddivisione settimanale delle forniture umanitarie in arrivo nel Tigray.
  • Mancanza di carburante che ostacola la distribuzione degli aiuti.

Cluster nutrizionale

  • Quasi 44.000 bambini sotto i 5 anni sottoposti a screening per malnutrizione: il 5% presentava malnutrizione grave, il 19% presentava malnutrizione moderata, 2.483 bambini SAM ricoverati per assistenza, 114 ricoverati.
  • 14.507 donne in gravidanza o in allattamento sottoposte a screening: il 40% gravemente malnutrito
  • Il benessere degli operatori sanitari è citato come il maggiore ostacolo alla fornitura di servizi sanitari e nutrizionali tempestivi e di qualità; le sfide secondarie sono l’abuso dell’offerta e l’aumento del costo del RUSF.

WASH

  • Il 72% degli schemi di approvvigionamento idrico è stato danneggiato (13.284 siti). Lasciando 4,7 milioni fuori dall’accesso all’acqua potabile sicura.
    • Il 63% dei punti d’acqua nelle scuole è danneggiato.
    • Il 76% dei punti d’acqua nelle istituzioni sanitarie è danneggiato.
  • La risposta WASH deve aumentare considerevolmente, con forniture, finanziamenti e un sistema governativo pienamente funzionante.

Gruppo Salute

  • Le attuali epidemie includono malaria, malattie diarroiche, malattie zoonotiche, tifo e HIV.
  • Un numero “scioccante” di donne ha subito violenze di genere.
  • Cifre di mortalità elevate rispetto all’anteguerra: materna (5 volte più alta), neonatale (4 volte più alta), neonato/bambino (2 volte più alta).
  • Le strutture sono distrutte, gli operatori sanitari sono dispersi o non pagati, basso livello di forniture e farmaci, necessità schiacciante.

Cluster agricolo

  • Progressi limitati nell’acquisizione di forniture e fattori di produzione per l’agricoltura.
  • Nessun progresso nel ripristino dei sistemi di irrigazione.
  • Le principali sfide citate erano: (1) risorse limitate; (2) input agricoli inadeguati (sementi, pesticidi, fertilizzanti); (3) controllo e prevenzione limitati delle malattie degli animali.

Duke Burbridge ha riassunto il rapporto: Tigray-Regional-Emergency-Coordination-Center-PPT-07-02-2023


FONTE: tghat.com/2023/02/08/tigray-em…


tommasin.org/blog/2023-02-08/t…



KLINT – GUILTY


Questo disco è una cassetta e solo in cassetta è come vi consiglio di ascoltarlo; così come il supporto dove si decide di dipingere è importante per definire la luce, il contrasto, l’impatto del colore e le sue sfumature, così è importante la musicassetta per cogliere l’immaginario di Klint, le sue visioni sonore su di un mondo senza tempo, che iniziano nel 1021 e stazionano, temporaneamente, nel 2023.

La visione di un vichingo sul percorso del genere umano: progresso, capitalismo, proprietà privata che si risolvono solo in nuove guerre. Un synth, una Drum machine, effetti per la voce, un mondo che crolla come sfondo.

iyezine.com/klint-guilty

#rave #hardcore #devocore #eggpunk #synthpunk
@Musica Agorà

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TERREMOTO. Appelli ad aiutare la Siria isolata e sotto sanzioni


L'Oms ricorda che il paese è in condizioni critiche dopo la guerra civile e l'epidemia di colera. Una dozzina gli Stati che si sono detti pronti ad aiutare Damasco. Usa e Ue soccorrono solo le aree a nord-ovest che non sono sotto il controllo di Bashar As

di Michele Giorgio*

Pagine Esteri, 8 febbraio 2023 – Venti uomini della Protezione civile libanese sono giunti ieri in Siria per partecipare alle operazioni di ricerca e salvataggio nelle aree devastate dal terremoto. Nelle prossime ore passeranno il confine anche 15 genieri dell’esercito del paese dei cedri. Ed è in viaggio una squadra della Croce Rossa su richiesta dei governi di Libano e Siria e in coordinamento con la Mezzaluna Rossa siriana. Il governo Mikati inoltre ha messo a disposizione l’aeroporto di Beirut e i porti di Beirut e Tripoli per ricevere aiuti umanitari destinati alla Siria. Le conseguenze devastanti del sisma hanno avuto il sopravvento sui rapporti «complessi» tra Damasco e Beirut.

Il Libano fa parte di quei paesi – Russia, Iran, Bahrain, Emirati, Algeria, Pakistan, Mauritania, Sudan, Giordania, Egitto e Tunisia – che si sono attivati per portare soccorsi alla Siria, a differenza di Stati uniti e Unione europea che escludono di poter cooperare con il governo siriano e garantiranno aiuti diretti solo alle regioni nordoccidentali non controllate da Damasco, come quella di Idlib che è in gran parte nelle mani di formazioni jihadiste e qaediste schierate contro le autorità centrali. Il terremoto non ha colpito solo il territorio siriano al confine con la Turchia. Popolazioni allo stremo e distruzioni enormi si registrano anche in altre zone della Siria. Ieri alti funzionari dell’Oms hanno lanciato l’allarme sull’emergenza umanitaria in cui si trova il paese a causa della guerra civile – che ha ucciso mezzo milione di persone e costretto circa la metà della popolazione ad abbandonare le proprie case – e della recente epidemia di colera.

Secondo Adelheid Marschang, del dipartimento per le emergenze dell’Oms, la Turchia possiede la capacità di rispondere alla crisi mentre i principali bisogni umanitari nell’immediato e nel medio termine sono in Siria. «Questa è una crisi che va ad aggiungersi a molteplici crisi nella regione colpita» ha spiegato Marschang. «In tutta la Siria – ha aggiunto – le necessità sono cresciute dopo quasi 12 anni di crisi e i finanziamenti umanitari continuano a diminuire». L’appello dell’Oms giunge dopo quello lanciato dalla Mezzaluna Rossa Araba Siriana (Mlrs) ai paesi occidentali affinché revochino le sanzioni economiche e forniscano aiuti. «I paesi dell’Ue devono revocare le sanzioni alla Siria. È giunto il momento dopo questo terremoto» ha esortato Khaled Haboubati, capo della Mlrs, rivolgendosi direttamente anche all’Agenzia Usa per lo sviluppo (USAid).

Damasco attribuisce i suoi gravi problemi finanziari e la responsabilità della crisi umanitaria nel paese alle sanzioni occidentali imposte sulla scia del conflitto cominciato nel 2011. Sanzioni che sono state aggravate dal Caesar Act statunitense, entrato in vigore nel 2020, che paralizza buona parte dei rapporti economici e commerciali della Siria. E se è vero che il territorio siriano sotto il controllo del governo centrale già riceve aiuti attraverso le Nazioni unite, è altrettanto vero che le agenzie internazionali non hanno potuto sino ad oggi avviare la ricostruzione del paese per la netta opposizione degli Stati uniti e dell’Ue. Secondo i governi occidentali, il via libera a un’ampia ricostruzione internazionale della Siria rappresenterebbe un riconoscimento della vittoria militare del presidente Bashar Assad che lo porterebbe ad escludere una soluzione politica negoziata con l’opposizione.

Calcoli politici e sanzioni che penalizzano solo la popolazione civile. Il terremoto aggrava la condizione di milioni di siriani già in miseria. L’Onu avverte che almeno 2,9 milioni di persone in Siria sono alla fame e che altri 12 milioni rischiano la stessa sorte. Il pugno duro occidentale inoltre lega in modo più stretto la Siria all’Iran che, poche ore dopo il terremoto, ha cominciato il ponte aereo con Damasco fornendo attrezzature e assistenza umanitaria. E lo stesso vale per la Russia, pronta ad aiutare il suo principale alleato in Medio oriente. Intanto l’ambasciatore siriano all’Onu, Bassam Sabbagh, ha assicurato al segretario generale Antonio Guterres che qualsiasi aiuto raggiungerà l’intera popolazione siriana. Pagine Esteri

*Questo articolo è stato pubblicato in origine dal quotidiano Il Manifesto

https://ilmanifesto.it/appelli-ad-aiutare-la-siria-isolata-e-sotto-sanzioni

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VIDEO. Cinque palestinesi uccisi dall’esercito israeliano a Aqabet Jaber (Gerico)


Sarebbero tutti combattenti, i militari hanno preso i loro corpi. Due feriti gravi. Sale ad almeno 40 il numero dei palestinesi uccisi da forze israeliane dall'inizio del 2023 L'articolo VIDEO. Cinque palestinesi uccisi dall’esercito israeliano a Aqabet

della redazione

(foto di Quds news network)

Pagine Esteri, 6 febbraio 2023 – Cinque palestinesi, pare tutti combattenti, sono stati uccisi nella notte durante un massiccio raid dell’esercito israeliano nel campo di Aqabat Jaber a Gerico. I militari hanno preso i corpi degli uccisi. Sono almeno 40 i palestinesi caduti sotto il fuoco di forze israeliane dall’inizio dell’anno. In gran parte erano militanti di organizzazioni armate ma tra di essi figurano anche civili. Nel campo profughi di Jenin, alla fine di gennaio, sono stati uccisi in un solo giorno 10 palestinesi tra cui una donna di 61 anni. Il giorno successivo a quel raid sanguinoso, un palestinese ha aperto il fuoco contro israeliani a Neve Yaacov, un insediamento a nord di Gerusalemme, uccidendo sette israeliani.

I comandi militari affermano che due degli uccisi a Aqabet Jaber sarebbero gli autori di spari all’inizio della scorsa settimana contro un ristorante frequentato da coloni israeliani vicino a Gerico , che non aveva fatto vittime. L’esercito di occupazione, che aveva tentato un raid nel campo profughi qualche giorno fa, ha arrestato anche due giovani feriti, che versano in gravi condizioni, e continuano a tenere sotto pressione la città di Gerico. Immagini filmate mostrano un drone israeliani caduto o abbattuto sul campo profughi. I movimenti islamici Hamas e Jihad hanno annunciato che queste uccisioni saranno vendicate. Pagine Esteri

GUARDA IL VIDEO

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PODCAST. Al Burhan accoglie Eli Cohen. Il Sudan firmerà gli Accordi di Abramo


I militari golpisti sudanesi pronti a rafforzare le relazioni con lo Stato ebraico. In cambio ottengono un riconoscimento internazionale fondamentale per consolidare il loro potere e far dimenticare i crimini commessi contro la popolazione sudanese. Abbia

della redazione

Pagine Esteri, 3 febbraio 2023 – Il ministro degli esteri israeliano Eli Cohen è giunto ieri a Khartoum per stringere i rapporti con i militari golpisti sudanesi e formalizzare la normalizzazione con il Paese africano cominciata nel 2020. Il governo Netanyahu in questo modo legittima la giunta sudanese responsabile di crimini contro i civili e di aver bloccato la transizione democratica cominciata nel 2019. Su questi ultimi sviluppi abbiamo intervistato Lorenzo Scategni, volontario a Khartoum e osservatore della realtà politica e sociale sudanese.
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+++ ATTENZIONE ATTENZIONE L'istanza feddit.it è in fase di aggiornamento per passare alla rel. Lemmy 0.17 +++

Ci scusiamo per il disagio!

Quelli di Lemmy.ml ci hanno impegato 24 ore, quindi... abbiate pazienza!



Per il ministro francese del commercio, il settore del commercio internazionale deve affrontare un "cambio di paradigma"


Il ministro francese del Commercio Olivier Becht, ha esortato l'UE a reagire con un piano industriale all'Inflation Reduction Act degli Stati Uniti: fare trading con partner internazionali "qualunque sia il costo" non ha più senso.

@Politica interna, europea e internazionale

"C'è un deficit strutturale, che c'è sin dalla deindustrializzazione della Francia negli anni '90, e oggi ne stiamo pagando un prezzo pesante", ha detto Becht ai giornalisti durante la conferenza stampa.

"Abbiamo deindustrializzato il Paese in una finestra di 20 anni, avremo bisogno di un decennio per invertire la rotta", ha aggiunto. Ciò significa proteggere gli interessi dell'UE da sussidi di paesi terzi e pacchetti di agevolazioni fiscali, l'ultimo dei quali è l'Inflation Reduction Act (IRA) degli Stati Uniti, introdotto dall'amministrazione Biden a novembre.

l'articolo di Théo Bourgery-Gonse continua su Euractiv



In Cina e Asia – Pallone-spia: nuove proteste da Pechino, ma nessun dialogo con il Pentagono


In Cina e Asia – Pallone-spia: nuove proteste da Pechino, ma nessun dialogo con il Pentagono pallone
Pallone-spia: nuove proteste da Pechino, ma nessun dialogo con il Pentagono
Biden: "Oggi gli Usa possono competere con la Cina"
Intelligence Usa: "La Cina usa i palloni per un programma di spionaggio globale"
Xi: "Il modello cinese, un dono all'umanità"
Pechino preoccupata per la situazione in Ucraina
La Cina invia aiuti per i terremotati in Turchia

L'articolo In Cina e Asia – Pallone-spia: nuove proteste da Pechino, ma nessun dialogo con il Pentagono proviene da China Files.



È da leggere l’inchiesta di Carmine Gazzani e Flavia Piccinni pubblicata sul numero di Panorama in edicola. Un viaggio durissimo nel mondo delle challenge che impazzano su Tik Tok – e, per la verità, non solo u Tik Tok – e che hanno per protagonisti bambini e adolescenti che, nella più parte dei casi, non...


I ragazzi sono preoccupati dall’impatto dei social media sulla loro privacy e sulla loro salute mentale. Amnesty International ha condotto un sondaggio a livello globale, raccogliendo le risposte di bambini e giovani di età compresa tra i 13 e i 24 anni, provenienti da 45 Paesi diversi, per approfondire i loro atteggiamenti nei confronti dei...

informapirata ⁂ reshared this.




La Polonia, nuova superpotenza militare


La Polonia, perno strategico della strategia degli Stati Uniti in Europa, mira a diventare una superpotenza militare. Varsavia ha deciso di elevare la spesa militare al 5% del Pil e di portare le forze armate a 300 mila uomini, doppiando l'esercito tedesc

di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 7 febbraio 2023 – La Polonia è in prima fila nel sostegno politico e militare all’Ucraina. Le sue pressioni sono state fondamentali per convincere i paesi europei più scettici – in primis la Germania – ad inviare a Kiev i carri armati Leopard. Centrato l’obiettivo, Varsavia perora ora la causa dell’invio nel paese invaso dei caccia F16. Nei mesi scorsi, poi, l’esecutivo polacco aveva sostenuto la richiesta ucraina di una no-fly zone imposta dalla Nato almeno sulle regioni occidentali ucraine – che avrebbe portato allo scontro militare diretto con Mosca – e poi una provocatoria “missione di pace” armata sempre dell’Alleanza Atlantica.

Varsavia, il perno della strategia Usa in Europa
La Polonia ha ampiamente sfruttato la crisi ucraina a proprio beneficio. Ha ottenuto, ad esempio, la realizzazione della Baltic Pipe, il gasdotto che da settembre trasposta il gas estratto in Norvegia fino alle sue regioni occidentali, passando dalla Danimarca. Anche il pensionamento del Nord Stream e la rottura dell’asse energetico e diplomatico tra Berlino e Mosca possono essere considerate una vittoria della diplomazia polacca, oltre naturalmente che dell’amministrazione statunitense.
La radicalizzazione dello scontro tra l’Alleanza Atlantica e la Federazione Russa e la polarizzazione militare globale innescate dall’invasione russa dell’Ucraina stanno trasformando Varsavia da paese di seconda fila dell’UE in perno centrale delle strategie della Nato, di cui il paese fa parte dal 1999.
Sembrano passati secoli da quando l’UE minacciava la Polonia di sospendere i fondi comunitari e Bruxelles bacchettava il governo ultranazionalista di Varsavia per le ripetute violazioni dello stato di diritto e gli ostacoli frapposti all’esercizio dei diritti delle donne.
Da decenni ormai la Polonia rappresenta la principale sponda delle mire egemoniche statunitensi in Europa. Washington fa leva in particolar modo sui paesi dell’Europa orientale per intralciare il progetto di una Unione Europea “superpotenza autonoma” perorato in particolare da Francia e Germania.
La recente elezione alla presidenza della Repubblica Ceca del generale in congedo Petr Pavel, ex leader del comitato militare della Nato dal 2015 al 2018, rappresenta un segnale quantomai significativo sulle tendenze in atto nei paesi dell’ex blocco socialista.
Un genuino timore di essere aggredita militarmente da Mosca, unito alla volontà di rivalsa nei confronti sia della Russia sia della Germania (colpevoli storicamente di aver smembrato il paese o di averne bloccato le mire espansioniste), in un contesto caratterizzato dal boom della russofobia e da un nazionalismo sciovinista e reazionario, hanno posizionato il paese sulla prima linea del fronte tra est e ovest.

5272624
Biden visita le truppe Usa in Polonia

Spese militari alle stelle
La classe dirigente polacca, però, non si accontenta dell’accresciuto ruolo geopolitico del paese e punta a farne rapidamente una superpotenza militare convenzionale.
Il progetto, caldeggiato fin dal 2006 soprattutto dai nazional-conservatori di “Diritto e Giustizia” (PiS), partito della destra radicale al potere dal 2015, è stato definitivamente sdoganato e accelerato dall’inizio delle operazioni belliche in Ucraina.
Il 17 marzo 2022, neanche un mese dopo l’inizio dell’invasione, il parlamento di Varsavia ha votato all’unanimità la “legge per la difesa della patria”, che prevede il raddoppio degli effettivi delle forze armate e delle spese militari entro il 2035, con un esborso complessivo di 115 miliardi di euro.
Già nel 2022, comunque, la Polonia ha speso il 2,4% del suo Pil per il bilancio della Difesa, piazzandosi terza all’interno dell’Alleanza Atlantica dopo la Grecia (3,76%) e gli Stati Uniti (3,47%) e poco al di sopra della Lettonia (2,36%).

Si trattava però solo del primo traguardo di una corsa al riarmo assai più ambiziosa. «La guerra in Ucraina ci fa armare ancora più velocemente. Ecco perché quest’anno faremo uno sforzo senza precedenti: il 4% del Pil per l’esercito polacco» ha annunciato il premier Mateusz Morawiecki in una conferenza stampa realizzata il 30 gennaio. Quest’anno, per sostenere l’espansione e l’ammodernamento delle proprie forze armate, Varsavia intende spendere quasi 29 miliardi. Una cifra spropositata per un paese di appena 38 milioni di abitanti, ma che potrebbe crescere ulteriormente visto che il governo intende portare la spesa militare al 5% della sua ricchezza nazionale.

Il pieno di armi da Usa e Sud Corea
L’obiettivo principale è, innanzitutto, sostituire gli arsenali dell’epoca sovietica (in parte già ceduti all’Ucraina) con armi e mezzi d’avanguardia. In prospettiva, però, Varsavia mira a dotarsi di un esercito possente, superiore anche a quello della vicina Germania, che pure lo scorso anno ha stanziato 100 miliardi per modernizzare una Bundeswehr assai malmessa.
Così, Varsavia nell’ultimo anno ha firmato una sfilza di contratti d’acquisto di mezzi e attrezzature, principalmente dagli Stati Uniti e dalla Corea del Sud, snobbando quasi del tutto l’industria militare europea a parte qualche elicottero commissionato all’italiana Leonardo.
La primavera scorsa, Varsavia ha firmato un accordo da 5 miliardi per l’acquisto di 250 carri armati statunitensi Abrams e recentemente ne ha richiesti altri 116. Inoltre da Washington la Polonia otterrà 32 caccia F-35 (4,6 miliardi) per sostituire gli ormai obsoleti F-16. Per rafforzare il proprio sistema antimissilistico, inoltre, dal marzo scorso il paese ha ordinato un consistente stock di missili Patriot e ben 500 missili HIMARS.
La Polonia ha anche firmato un contratto da 12 miliardi con aziende sudcoreane per la fornitura di 580 carri armati Hyundai Rotem K2 Black Panther (che entro la fine del decennio intende portare a 1000), 700 obici Hanwha Defense, 50 caccia FA-50 e 288 lanciarazzi multipli K239.
Inoltre, Varsavia ha deciso di acquistare un certo numero di droni da bombardamento Bayraktar dalla Turchia ed ha pattuito la presenza permanente del V Corpo d’Armata statunitense sul proprio territorio.
Come se non bastasse, politici e generali polacchi continuano a chiedere a Washington di piazzare alcuni missili a testata nucleare nelle basi della Nato esistenti nel paese.

“L’esercito più grande d’Europa”
Oltre a fare il pieno di armi, Varsavia intende aumentare gli effettivi dell’esercito fino a raggiungere almeno le 300 mila unità entro il 2030, dotandosi così di una forza armata quasi doppia rispetto a quella della Germania, paese che però possiede più del doppio della popolazione. Attualmente l’esercito della Polonia può contare su 150 mila membri, più i 30 mila (che dovrebbero diventare 50 mila) inquadrati nella Forza Territoriale di Difesa (OTK), un corpo istituito nel 2017 e composto da volontari che periodicamente si addestrano all’uso delle armi e alle tattiche militari. Se il paese riuscirà a trasformare in realtà gli obiettivi fissati dal Ministro della Difesa Mariusz Blaszczak, la Polonia – il cui Pil nel 2022 è cresciuto del 4,9% – potrà contare sul «più grande esercito di terra del continente europeo».
«Ogni centimetro della nostra terra è santificato dal sangue polacco. Le prossime generazioni devono avere una Polonia sicura. Per raggiungere questo obiettivo c’è bisogno di un esercito forte» ha chiarito il premier Morawiecki.

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Marcia dell’estrema destra in occasione del Giorno dell’Indipendenza

I muri con Russia e Bielorussia
Il governo del PiS ha anche deciso di costruire un muro al confine con l’exclave russa di Kaliningrad. I lavori dovrebbero iniziare già nel mese di marzo. La barriera, della lunghezza prevista di 210 chilometri, sarà composta da tre recinzioni parallele di filo spinato alte 2,5 metri e includerà anche numerosi sensori e telecamere. Per giustificare la decisione, Varsavia ha addotto la necessità di bloccare i flussi migratori illegali; per lo stesso motivo la Polonia ha già realizzato nei mesi scorsi un’analoga barriera al confine con la Bielorussia, accompagnata da una “zona interdetta” larga 3 chilometri poi ridotta a 200 metri.

Censura e carcere per i giornalisti non in linea
Non stupisce, in questo clima da crociata bellicista, che nel paese si moltiplichino gli episodi di censura e di repressione.
La scorsa settimana l’emittente statale TVP ha licenziato in tronco Magdalena Wolinska-Riedi, la sua corrispondente da Roma dal 2015, per aver pubblicato dei tweet non in linea con l’ideologia ufficiale ormai imposta dal partito dei fratelli Kaczynski e da un’opinione pubblica sempre più sciovinista. In uno, pubblicato in occasione della Giornata della Memoria, la giornalista aveva scritto «È necessario trasmettere alle giovani generazioni la conoscenza delle profondità dell’inferno che i nazisti hanno preparato per il mondo». Molti lettori hanno protestato perché la corrispondente non ha utilizzato il termine “tedeschi” riferendosi ai nazisti, sottintendendo che la responsabilità del massacro sia da attribuire anche ai polacchi. Replicando alle critiche, Wolinska-Riedi ha aggiunto: «I russi di oggi sono responsabili della guerra in Ucraina o lo sono Putin e i suoi uomini? Quindi stigmatizziamo l’intera nazione russa per la follia di Putin. Probabilmente solo noi polacchi, che abbiamo succhiato l’odio con il latte materno, possiamo interpretare le cose in questo modo».
«Nella Tvp non c’è posto per le parole che attaccano l’interesse nazionale polacco. Tvp non si identifica con dichiarazioni che fanno parte della propaganda russa» ha incredibilmente sostenuto la direzione del canale televisivo, annunciando il benservito.
Nel frattempo rimane rinchiuso in un carcere di massima sicurezza polacco il giornalista spagnolo Pablo Gonzalez arrestato nel febbraio del 2022 dai servizi segreti di Varsavia mentre si trovava al confine con l’Ucraina per documentare l’arrivo dei profughi in fuga dalla guerra per conto di alcuni quotidiani e di un’emittente televisiva spagnola. Nato a Mosca nel 1982 da figli di due antifascisti baschi che ripararono in Unione Sovietica dopo la vittoria dei franchisti, Gonzalez è accusato dalle autorità polacche di essere una spia russa. Un gran numero di giuristi, giornalisti ed intellettuali iberici ha chiesto la sua liberazione vista anche l’assoluta mancanza di prove a sostegno dell’accusa, ma finora Varsavia ha risposto picche, confortata dallo scarso interesse per la vicenda dimostrato dal governo spagnolo. – Pagine Esteri

5272628* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.

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PODCAST ECUADOR. I candidati della destra perdono le roccaforti, vince la Revolución Ciudadana


Il presidente Lasso esce sconfitto dal referendum e dalle elezioni. Vince il partito dell'ex presidente Correa insieme a quello del movimento indigeno L'articolo PODCAST ECUADOR. I candidati della destra perdono le roccaforti, vince la Revolución Ciudada

di Eliana Riva –

Pagine Esteri, 7 febbraio 2023 – Da Quito, Ecuador, Davide Matrone ci aggiorna sui risultati del referendum e delle elezioni comunali, regionali, quelle per il rinnovo dei membri del Consiglio di Partecipazione Cittadina e Controllo Sociale. Il governo Lasso ne esce con le ossa rotte, vince le Revolución Ciudadana, il partito dell’ex presidente Rafael Correa, che conquista 9 regioni e il Pachakutik, il partito di sinistra del Movimento Indigeno.
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‘Ungherizzare’ l’Italia, l’obiettivo di Giorgia Meloni


Si cerca sempre e sempre più spesso, di dipingere questo Governo, come una consorteria di sostanziali incapaci un po’ bambinoni irrequieti, guidati però da una signora, a sua volta poco capace, ma ‘intelligente’. Che, sempre nel giudizio comune, fa continue marce indietro. Orbene, al di là del fatto che, fossi io la Meloni, sentirmi definire […]

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appello di EUROPE FOR PEACE L’invasione russa in Ucraina iniziò il 24 Febbraio 2022. Una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internaz


Grande competizione in Siberia


L’altro lato della guerra in Ucraina è la continuazione della battaglia tra Russia e Stati Uniti per mantenere o catturare la Siberia. Washington è consapevole del fatto che la Siberia e le sue risorse possono garantire la leadership degli Stati Uniti nel mondo per i prossimi cento anni. La Russia sta anche cercando di garantire […]

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Etiopia, L’Alto Commissario delle Nazioni Unite Filippo Grandi visita gli sfollati a Mekelle, Tigray


L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi si è recato questa settimana nella regione del Tigray in Etiopia per incontrare le famiglie…

L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi si è recato questa settimana nella regione del Tigray in Etiopia per incontrare le famiglie sfollate a causa del conflitto.

Dal suo arrivo in Etiopia il 5 febbraio, Grandi ha anche incontrato il presidente dell’Etiopia e i rifugiati eritrei nel campo di Alemwach ad Amhara.

I rifugiati eritrei in Etiopia hanno subito attacchi mirati negli ultimi due anni di guerra. A dicembre, l’UNHCR ha collaborato con i partner per trasferire 7.000 rifugiati eritrei dal Tigray occidentale ad Alemwach.

Sebbene l’accesso agli aiuti al Tigray sia migliorato da quando a novembre è stato firmato un accordo di pace tra il governo federale e le forze del Tigray, le risorse rimangono limitate rispetto alle necessità, secondo un rapporto delle Nazioni Unite.

Grandi ha affermato attraverso una dichiarazione rilasciata su Twitter che l’accordo di pace ha consentito alle agenzie umanitarie di fornire maggiori aiuti nelle aree dell’Etiopia settentrionale colpite dal conflitto.

Dall’accordo, il governo federale ha ripristinato i servizi di base e gli aiuti umanitari nella regione. Come parte dell’accordo, i combattenti del Tigray hanno consegnato armi pesanti al governo federale, mentre le forze speciali di Amhara hanno lasciato la regione del Tigray. Il 3 febbraio, il primo ministro Abiy Ahmed ha incontrato per la prima volta i leader del TPLF per discutere l’attuazione dell’accordo di pace.


FONTE: voanews.com/a/un-high-commissi…


tommasin.org/blog/2023-02-07/e…



Le scuole residenziali cinesi separano un milione di bambini tibetani dalle loro famiglie, afferma l'ONU


Le scuole residenziali cinesi separano un milione di bambini tibetani dalle loro famiglie, afferma l'ONU

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Questa la dichiarazione congiunta di Fernand de Varennes, relatore speciale delle Nazioni Unite sulle questioni delle minoranze; Farida Shaheed, relatrice speciale sul diritto all'istruzione; e Alexandra Xanthaki, relatrice speciale nel campo dei diritti culturali.

"Il sistema scolastico residenziale per bambini tibetani sembra agire come un programma obbligatorio su larga scala inteso ad assimilare i tibetani nella cultura a maggioranza Han, contrariamente agli standard internazionali sui diritti umani"

L'articolo completo di Charlie Campbell è stato pubblicato sul Time

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di Marina Boscaino - Verso la secessione dei ricchi?: questo il titolo di un notissimo saggio del prof. Gianfranco Viesti che – nel 2019 – apriva strada

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Rifondazione Comunista condivide la protesta delle associazioni ambientaliste e di salvaguardia del patrimonio storico e paesaggistico contro la legge regionale

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RIFONDAZIONE COMUNISTA CHIEDE LO STRALCIO DELL’INTESA TRA LA MULTIUTILITY DEL NORD-OVEST IREN E L’ISRAELIANA MEKOROT: NON SI FACCIANO AFFARI CON CHI PRATICA L’APARTHEID IDRICO


Gianluca Schiavon* Il diritto penale, sostanziale e processuale, è stato alimentato da decennali emergenze o presunte tali, costruite da campagne mediatiche r

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di Rosario Marra - La prima approvazione in Consiglio dei Ministri del “ddl Calderoli” segna un passaggio preoccupante e, pertanto, da non sottovalutare


Il Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, si riconosce totalmente nell’appello firmato da centinaia e centinaia di persone, diverse nella