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La ragazza senza nome. Un'atrocità dell'idf, 1949


La ragazza senza nome
12 agosto 1949. Nirim, deserto del Negev, Palestina.
I militari israeliani ricevono un ordine scritto dal comando: "Dovete sparare per uccidere ogni arabo nel vostro settore".
La caccia al palestinese è aperta.

La zona è inospitale, vivono solo due tribù beduine palestinesi, i militari dell'IDF scorgono un uomo e una ragazzina, mirano all'uomo e lo uccidono.
La ragazzina viene rapita, portata nell'avamposto militare e rinchiusa in una baracca.

Lungo la strada incontrano una mandria di cammelli al pascolo.
Il convoglio si ferma, i militari scendono dai mezzi, estraggono le armi e aprono il fuoco. Sessanta cammelli vengono uccisi a colpi di mitra.

È sera. I militari sono a cena, tre lunghe tavolate.
Entra il comandante dell'avamposto, il sottotenente Moshe, ha una proposta per i soldati: "Abbiamo un'araba nella baracca, lascio a voi la scelta, volete che diventi la nostra cuoca o la nostra schiava sessuale?"
Scrive Haaretz "I militari rispondono entusiasti, sco-pa-re, sco-pa-re".

Stabiliscono i turni: prima gli ufficiali, poi i soldati. Gli autisti degli ufficiali protestano "vogliamo partecipare anche noi!"
"Calma" dice il comandante "verrà anche il vostro turno, come anche per il cuoco, l'infermiere e il medico"

Il comandante ordina di prelevare la ragazzina e di tagliarle i capelli.
La conduce nella doccia, la lava con le sue mani e la stupra davanti ai soldati che osservano.

L'idea piace a un altro ufficiale che decide di stuprarla allo stesso modo.
La ragazzina viene stuprata per tre lunghi giorni da 20 militari dell'IDF.

La storia della ragazzina palestinese stuprata a turno la conoscono in tanti, troppi, la voce arriva a Ben-Gurion, che ordina di riportarla nel villaggio da dove era stata rapita.

Ma le condizioni di salute della ragazzina sono gravissime, ha perso conoscenza, ha bisogno di cure urgenti.
Alcuni militari, su ordine del comandante dell'avamposto, contraddicendo agli ordini di Ben-Gurion, la caricano su una jeep, la portano nel deserto e la uccidono con un colpo al cuore.
Scavano una buca, scoppia una lite tra i militari, nessuno vuole più scavare, la buca è di soli 30 cm, la gettano dentro, la cospargono di benzina e la ricoprono con la sabbia del deserto.

Ben-Gurion va su tutte le furie, un sottotenente non ha eseguito un suo ordine. Decide di dargli una lezione.
Pretende che venga processato in segreto da una corte marziale per stupro e omicidio e che gli atti del processo vengano secretati.
Il comandante dell'avamposto viene condannato a 16 anni, gli altri militari stupratori, compreso gli esecutori dell'omicidio, a pene simboliche.

Gli atti processuali verranno desecretati solo nel 2003, visionati da alcuni storici e pubblicati da Haaretz, poi dal Guardian.

Cito due episodi agghiaccianti emersi dagli atti processuali:
• viene rilevata l'impossibilità di dare un nome alla ragazza poiché "nessuno dei soggetti con cui ha avuto contatto ha chiesto il suo nome";
• L'età della ragazza è incerta in quanto "alcuni militari riferiscono che avesse 18-19 anni, altri 13-15, altri ancora, 10 anni" (!)

Lo storico israeliano Benny Morris, intervistato da Haaretz su questa vicenda, ha affermato che, durante le sue ricerche negli archivi militari israeliani è rimasto "sorpreso dalla quantità di casi di stupro" "molti dei quali si concludono con l'omicidio della vittima"

* Fonti : vari articoli di Haaretz (consultabili in un unico link), Al-Arabiya, Diario di Ben Gurion

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