eliana riva su gaza, dal ‘manifesto’ del 23 maggio 2025
Eliana Riva, «In due giorni a Gaza 29 palestinesi sonomorti per la fame», il manifesto, 23 maggio 2025
PALESTINA. […]
Israele ha ordinato alla delegazione negoziale di chiudere i colloqui per il cessate il fuoco e ritornare a Tel Aviv. Anche stavolta nulla di fatto. Era chiaro che l’invio della commissione in Qatar rappresentasse per il premier Netanyahu la risposta svogliata a una pressione alleata più che la reale volontà di fermare la guerra. Cosa che, continua a ripetere da settimane, non accadrà. A meno che non ci sia proprio più nessuno da ammazzare.
L’UNICA, remota possibilità di porre fine ai bombardamenti (ma non all’occupazione) sarebbe, infatti, l’applicazione del «piano Trump», cacciar via tutta la popolazione palestinese. Guerra o pulizia etnica, per il premier non esiste una terza ipotesi.
E l’ingresso degli aiuti rappresenta, esattamente come gli sgraditi negoziati, uno strumento per prender tempo. La Mezzaluna rossa palestinese ritiene che far arrivare un numero tanto limitato di cibo dopo 80 giorni di immiserimento può essere considerato un «invito a uccidere» per sopravvivere. Sono entrati circa 90 camion, prima della guerra ne passavano 500 al giorno. Solo mercoledì notte la farina è riuscita ad arrivare ad alcuni panifici, che hanno subito iniziato a lavorare. Sono migliaia le persone che aspettano un tozzo di pane.
Ma ancora ieri la Mezzaluna denunciava che i civili non hanno ricevuto consegne. Gli aiuti «non sono neanche lontanamente abbastanza», come hanno sentenziato le Nazioni unite. Senza contare che i camion non arrivano al nord, dove gli attacchi israeliani si stanno moltiplicando e le strade sono spesso totalmente impraticabili. Ma il timore è che dopo potrebbe essere anche peggio.
Secondo il governo, alla fine del mese la gestione dovrebbe passare alla fondazione americana che ha confermato l’impegno di sostituire l’Onu e le organizzazioni umanitarie. Il quotidiano israeliano Haaretz ha intervistato diversi «imprenditori israeliani» che partecipano alla gara d’appalto per la fornitura di beni lanciata dell’azienda americana Safe Reach Solutions (Srs). Quest’ultima è incaricata di garantire la sicurezza dei magazzini, l’afflusso e il percorso del cibo.
MOLTI IMPRENDITORI ritengono che il meccanismo non sarà pronto neanche tra un mese. Figuriamoci tra una settimana. Le quantità di cibo stimate dalla Srs, per cui sono stati chiesti preventivi alle aziende che partecipano alla gara, sono di 110mila tonnellate, per un processo di offerta di circa 500 milioni di dollari. Inoltre, i termini dell’appalto non specificherebbero le tempistiche di fornitura dei pacchi di cibo.
Senza contare che nella lista degli alimenti non compaiono riso, zucchero e carne né si capisce come a Gaza potrebbero cucinare senza gas ed elettricità o come si affronterà la crisi idrica. Le fonti di Haaretz stimano che i prodotti ordinati dalla Safe Reach Solutions impiegheranno tre mesi solo per essere consegnati dai fornitori.
Sarebbe un disastro umanitario senza precedenti. Il ministro della salute palestinese, Majed Abu Ramadan, ha fatto sapere che 29 tra bambini e anziani sono morti di fame negli ultimi due giorni e che la stima delle Nazioni unite secondo cui 14mila bambini potrebbero morire senza aiuti è realista e forse persino ottimistica.
In mezzo alla fame, le operazioni militari israeliane proseguono. Nuovi ordini di evacuazione sono stati emessi per i palestinesi che si trovano a Jabalia. L’esercito ha annunciato ancora una volta che «amplierà significativamente la sua attività militare», nel tentativo di uccidere tre uomini di Hamas che ritiene si trovino nell’area. Per tre persone, migliaia di sfollati e centinaia di morti, tra cui tantissimi bambini.
Ieri Israele ha bombardato un capannone di Deir al Balah in cui si rifugiavano diverse famiglie, ammazzando almeno nove persone. Il ministero della salute palestinese ha fatto sapere che 16.500 bambini sono stati uccisi a Gaza dall’ottobre 2023. 916 avevano meno di un anno, 4.365 erano di età compresa tra uno e cinque anni, 6.101 tra sei e dodici, 5.124 tra i 13 e i 17.
UN ATTACCO ha distrutto un centro sanitario dell’Unrwa (l’agenzia Onu che si occupa dei profughi palestinesi) che forniva assistenza a migliaia di persone. L’ospedale al-Awda è costantemente sotto attacco e gli aerei di Tel Aviv hanno colpito ieri un deposito di forniture mediche. A seguito del raid si è sviluppato un incendio che ha distrutto tutto il materiale.
Israele ha annunciato la morte di un altro prigioniero palestinese catturato a Gaza. Amr Hatem Odeh aveva 33 anni ed è stato rapito dall’esercito insieme ad altri membri della sua famiglia. Portato via da Gaza il 7 dicembre 2023, è morto cinque giorni dopo nella famigerata base militare israeliana di Sde Teiman. Almeno 70 i palestinesi morti nelle prigioni israeliane da ottobre 2023.
ilmanifesto.it/90-camion-non-s…
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«In due giorni a Gaza 29 palestinesi sono morti per la fame» | il manifesto
Israele (Internazionale) Israele ha ordinato alla delegazione negoziale di chiudere i colloqui per il cessate il fuoco e ritornare a Tel Aviv. Anche stavolta nulla di fatto.Chiara Cruciati (il manifesto)
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tour per assistere alla morte e alla distruzione
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israele assalta e chiude scuole elementari UNRWA a Gerusalemme
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ennesimi attacchi a ospedali
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massacrati mentre cercavano di scavare un pozzo per l’acqua
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Tantura etc: things the world knows well
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Mosab Abu Toha on Instagram: "No no no. This is unbelievable. This is cruel. This very small child is under the rubble. The screams, deaf world!"
5,974 likes, 437 comments - mosab_abutoha on May 23, 2025: "No no no. This is unbelievable. This is cruel. This very small child is under the rubble. The screams, deaf world!".Instagram
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Io quando università:
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Oggi il mood è stato stranamente più così del solito… non che sia troppo sorprendente, visto che tanto la mia condanna spirituale rimane sempre confermata, però boh, non mi capitava così da un po’. Non è stata nemmeno la pioggia di stamattina la seccatura, ma il fatto che tipo… regà… dai… basta… siamo a maggio e qua da un lato ci stanno ancora lezioni, mentre dall’altro zombano, e quindi ne escono fuori pure sempre alcune che sarebbero da recuperare, e in orari pure molto strani… ma su questo gli spiriti decidono per me volta per volta, quindi evito di crucciarmi pure su questo dettaglio; già solo pensare al presente è abbastanza difficile. 😾
Questa particolare roba ormai è al limite del tragicomico però, perché davvero le lezioni saltano nel corso di meno di una giornata. Ieri ne sono esplose 2 diverse, perché per la prima il professore ha inviato una mail letteralmente alle 23:56 della sera (quindi 9 ore prima!), dicendo che ops la lezione sarebbe dovuta saltare per “impegni inderogabili dell’ultima ora“, e invece dell’altra si è saputo con una mail delle 11:27 di mattina (quindi una manciata di ore prima!!) che sarebbe stata rimpiazzata dal famigerato tutorato… E non so se è peggio che il primo professore scarichi su di noi le conseguenze di impegni che in qualche modo sono sia dell’ultima ora che usciti fuori a mezzanotte — perché, chi ha la fortuna di avere una programmazione del sonno decente, a mezzanotte non ha per puro culo Thunderbird aperto in background sul computer, e sarebbe già a letto con la sveglia puntata per le 7, per poi trovarsi l’amara sorpresa… col sonno ancora in bocca, ma non abbastanza ancora dentro da permettere di rimettersi a letto — o che l’altro il giorno prima ci avesse fatto capire che ci sarebbe stata lezione, per poi cambiare orari quella mattina stessa, senza per giunta affatto esplicitare nella mail che si fosse sostituita la lezione, lasciando multiple possibilità interpretative. 😤
Fortunatamente, io ho da un lato la schedule del sonno sempre più rotta, quindi la mail ieri l’ho vista, e allora ho puntato la sveglia più tardi, godendo ampiamente del sonno extra gratis… e poi ieri mattina stessa ho incrociato l’altro professore nel campus — 10 minuti prima del bus, mentre capivo se dovevo rimanere o se fosse a quel punto più conveniente andarmene a casina a fare il mio lovely femcoder rotting — a cui al volo ho chiesto se sapesse qualcosa, e che mi ha infatti confermato che effettivamente la lezione era stata fatta fuori. Quindi, ieri ho pure inaspettatamente pranzato a casa, e ho goduto ancora di più… mentre oggi invece ho quasi preso un colpo, perché dopo le 5 ore di mattina + 1 di pausa pranzo (e quanto tempo che si perde, a questa università!!!) ho visto che nell’aula dove sarei dovuta andare non c’era la professoressa di oggi, bensì una che chi la conosce, che spiegava (aveva sulla lavagna) non so che WTF di roba matematica incomprensibile, con dentro studenti che non erano miei compagni, perché questi stavano invece tutti fuori in giro, apparentemente confusi quanto me. Nel mentre che cercavo di non disperarmi, non trovando mail o messaggi a riguardo di quella materia e non trovando la profe in nessuna delle altre possibili aule, questa è però apparsa al suo posto, e l’altra docente ha sloggiato… e fidatevi che, per quanto mi sento di fregare di non essere tornata prima pure oggi, mi sarei sentita più fottere se lezione non ci fosse stata, perché in quel momento della giornata non ci sono autobus. 😰
Comunque, questo era giusto per chiarire meglio il quadro, e quindi farvi ben immaginare come questo sballamento cosmico, insomma, ha fatto praticamente si che il mio crollamento fosse non solo simbolico stavolta, ma anche pratico, perché nell’autobus del ritorno mi sono messa proprio con gli occhi chiusi, ohhhhhh… altra roba che non mi capitava da mesi, in misura occasionale, e dall’anno scorso, relativamente ad una misura abituale. Quindi, oggi giornata non blessata nemmeno per idea… ma… la settimana prossima, che dovrebbe a regola determinare la fine delle lezioni noiose, dovrebbe parallelamente costituire l’inizio del fottuto (non scherzo) corso di 3D Game Programming, e quindi davvero l’unica cosa che al momento mi permette di andare avanti è questa speranza riguardo la possibilità di un briciolo di gaming… 💔
#school #stanca #stanchezza #tired #università #university
shh! angel is whispering... 🕯️🐇🎀
Sep 5, 2024 - 𝓓𝓲𝓪𝓻𝔂 𝓮𝓷𝓽𝓻𝔂 166 05.09.24 @𝓵𝓲𝓽𝓽𝓵𝓮𝓶𝓲𝓼𝓼𝓪𝓷𝓰𝓮𝓵𝓵𝓾𝓿𝓿 𝓓𝓸𝓷'𝓽 𝓻𝓮𝓹𝓸𝓼𝓽 𝔀𝓲𝓽𝓱𝓸𝓾𝓽 𝓬𝓻𝓮𝓭𝓲𝓽𝓼! (𝓣𝓸 𝓯𝓲𝓷𝓭 𝓽𝓱𝓮 𝓲𝓶𝓪𝓰𝓮 𝓼𝓮𝓪𝓻𝓬𝓱 𝓾𝓹 𝓬𝓾𝓽𝓮 𝓬𝓸𝓺𝓾𝓮𝓽𝓽𝓮 𝓲𝓬𝓸𝓷𝓼 𝓪𝓮𝓼𝓽𝓱𝓮𝓽𝓲𝓬) 𝓣𝓱𝓪𝓷𝓴 𝔂𝓸𝓾! ♡🎀🩰✩🏹🕯🐰 ✩.・*:。≻───── ⋆♡⋆ ─────.•*:。✩☆ #coquetteicon #coquette #whisper🪦🪐𝚜𝚗𝚊𝚔𝚎𝚕𝚒𝚔𝚎🪐🪦 (Pinterest)
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5 sì per 5 referendum
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mosab abu toha e la viltà di fb
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il 25 maggio, giornata pagliarani e festeggiamenti del decimo anno del premio di poesia
il 25 maggio p.v. sarà una grande giornata: presso il Palazzo delle Esposizioni si terranno due convegni, una breve proiezione cinematografica e la cerimonia di premiazione della decima edizione del Premio.
Festeggiamo il decimo anno dalla fondazione del Premio e festeggiamo anche Elio Pagliarani come bibliofilo e la sua biblioteca i cui libri molto faticosamente siamo riusciti a rendere quasi del tutto visibili nel Polo SBN degli istituti culturali romani.
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#25Maggio #micronotizia #Pagliarani #PalazzoDelleEsposizioni #poesia #premiazione #PremioPagliarani #sintesi
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oggi, 23 maggio, andrea cortellessa e cetta petrollo ospiti di radiotre suite per parlare del premio di poesia elio pagliarani 2025
raiplaysound.it/programmi/radi…
OGGI, venerdì 23 maggio, alle ore 20 circa, Cetta Petrollo e Andrea Cortellessa interverranno su RadioTre Suite per parlare, in dialogo con Renata Scognamiglio, della decima edizione del Premio nazionale di poesia Elio Pagliarani, e delle iniziative a questo legate. Iniziative e premiazione previste per il 25 maggio a Roma, al Palazzo delle Esposizioni (ingresso da via Milano).
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premionazionaleeliopagliarani.…
info:
https://slowforward.net/2025/05/20/25-maggio-giornata-pagliarani-e-schema-della-premiazione/
slowforward.net/2025/05/19/25-…
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Radio3 Suite | Rai Radio 3 | RaiPlay Sound
Protagonisti la musica, la cultura e lo spettacolo. Dal lunedì al venerdì il programma inizia con un panorama dei più interessanti appuntamenti della serata italiana con incursioni nei camerini di attori e musicisti che stanno per esibirsi.RaiPlaySound
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Gordon Ryan lascia vacante il titolo WNO dei pesi massimi: è la fine di un’era?
Il campione più dominante della scena No-Gi degli ultimi anni non è più il detentore del titolo WNO dei pesi massimi. Gordon Ryan ha ufficialmente lasciato vacante la cintura, segnando quella che molti definiscono la fine di un’era nell’élite del grappling professionistico.
Ecco la classifica NWO
La notizia arriva dopo un periodo turbolento, seguito all’annuncio del suo storico contratto a sette cifre con la piattaforma di streaming FloGrappling – il primo accordo di questa portata nella storia del jiu-jitsu. All’epoca, lo stesso Ryan aveva sottolineato l’importanza dell’accordo:
“Credo che fare accordi di questo livello e renderli pubblici aiuti a portare attenzione sullo sport, aiuti tutti a guadagnare di più, ed è semplicemente un bene per tutti.”
Ma la realtà si è rivelata più complessa. Secondo fonti vicine al team organizzativo, il rapporto tra Ryan e la promotion è diventato rapidamente difficile, complice la sua selettività rispetto a regole, avversari e frequenza degli incontri. A dispetto delle grandi aspettative, l’accordo ha prodotto solo tre apparizioni competitive tra le due edizioni dell’ADCC: le vittorie su Nick Rodriguez (sotto l’egida UFC), Patrick Gaudio (per armbar) e Josh Sanders (per heel hook esterna).
Il contratto – definito da Ryan stesso come “non esclusivo” – sembra non aver soddisfatto pienamente né l’atleta né l’organizzazione. Resta incerto anche il livello di adempimento effettivo agli obblighi contrattuali da parte di Ryan.
Il futuro della cintura: Felipe Pena vs Luke Griffith
Con il titolo ora vacante, toccherà a Felipe Pena e Luke Griffith contendersi la corona dei pesi massimi. Pena, reduce da quattro vittorie consecutive nella promotion, ha chiarito quanto questo traguardo sia sempre stato nel suo mirino:
“È da tanto che inseguo quella cintura,”
ha dichiarato, definendo una possibile vittoria come
“la ciliegina sulla torta.”
Griffith, giovane promessa in rapida ascesa, rappresenta invece il nuovo volto della divisione e potrebbe inaugurare una nuova fase nel panorama WNO.
Gordon Ryan: ritiro o nuova fase?
Nonostante l’addio al titolo, Ryan non ha annunciato ufficialmente il ritiro. Tuttavia, il suo coach John Danaher ha in passato espresso dubbi sulla possibilità che Gordon possa continuare a competere al massimo livello, complice una serie di problemi di salute e un calendario sempre più selettivo.
L’uscita di scena, almeno momentanea, di Ryan potrebbe ridefinire gli equilibri della categoria pesi massimi, aprendo la strada a nuovi protagonisti e a rivalità inedite.
Pena e il formato WNO: “Jiu-Jitsu puro”
Pena ha recentemente elogiato il formato WNO per la sua essenza “di jiu-jitsu puro”, grazie a match da 15 minuti con minima interferenza arbitrale. Una formula molto diversa dal suo ultimo confronto con Gordon Ryan, durato oltre mezz’ora e terminato con il ritiro di Pena a causa dell’eccessiva stanchezza e frustrazione.
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oggi, a roma, allo studio campo boario: “fellini e l’omdra”, di catherine mcgilvray
#AlbertoDAmico #CatherineMcGilvray #cinema #film #StudioCampoBoario
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oggi, venerdì 23 maggio, su radio vaticana: intervista a cetta petrollo sul premio pagliarani
vaticannews.va/it/epg.html#ona…
Oggi, venerdì 23 maggio, tra le ore 15 e le 16, su Radio Vaticana – Vatican News, nel contesto del programma Dritti al cuore, Cetta Petrollo sarà intervistata sulla decima edizione del Premio nazionale di poesia Elio Pagliarani, e sulle iniziative a questo legate. Iniziative e premiazione previste per il 25 maggio a Roma, al Palazzo delle Esposizioni (ingresso da via Milano).
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premionazionaleeliopagliarani.…
slowforward.net/2025/05/20/25-…
slowforward.net/2025/05/19/25-…
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universitacqua, dove si nuota a lezione (bomba d’acqua inaspettata)
Chi si ricorda di quei bei tempi quando, da bambini, ignari della minaccia nucleare che sarebbe arrivata a concretizzarsi come preoccupante nell’anno del Signore 2025 — perché i governanti mondiali, per quanto pazzi pure all’epoca, forse non erano pazzi quanto oggi — cantavamo “vola, la bomba sulla scuola…“ per augurarci che la scuola elementare venisse fatta esplodere dalla sera alla mattina, sicché non saremmo ahinoi potuti più andarci? Ecco, oggi contro le mie previsioni è successa una cosa molto simile… una bomba d’acqua è atterrata sull’università!!! 🤯
Fantastico pensare a questo avvenimento in modo astratto e riflettere che, pur se fatta di acqua piovana, e dunque senza fare troppi danni, è comunque atterrata effettivamente una bomba, qui, stamattina, da un momento all’altro… ma ovviamente la cosa diventa nella pratica rapidamente meno divertente, appena si pensa che ho avuto serie difficoltà ad arrivare dall’autobus all’aula senza bagnarmi troppo, perché fuori era letteralmente tutto allagato. Stamattina a casa il cielo era sereno, e all’università adesso (1 oretta e mezza dopo l’incidente) idem; quindi probabilmente, come mi è parso in autostrada, davvero questo temporale si è sviluppato piano piano per la via, in modo da rompere le palline per bene giusto in concomitanza con il mio arrivo. E io giuro, ho visto altre volte allagato lì per terra fuori, ma mai tanto come oggi… niente foto, perché purtroppo non si nota in esse, ma ci saranno stati punti della pavimentazione che contenevano forse 5 centimetri di acqua (ed altri 1-2, perché in Italia l’asfalto si mette a minchia di segugio nelle strade interne e le aree parcheggio, ops); giurerei di aver visto l’unico tombino nelle vicinanze (oh ma, metterne qualcuno in più no?) che cacciava acqua, anziché prenderla. 🌊
Interessante notare comunque, visto cosa oggi osserviamo, che noi bambini ci sbagliavamo enormemente, ai tempi. Innanzitutto, se davvero fosse volata una bomba sulla scuola, certo, magari per diversi giorni saremmo dovuti rimanere a casa (ahinoi!!!), ma poi “i grandi” (i potery forty) avrebbero fatto ciò che noi da piccoli non potevamo prevedere… ossia semplicemente spostarci in un’altra scuola della città, non esplosa… quindi avremmo piuttosto dovuto desiderare il volaggio di bombe sulle scuole, al plurale (e fino a questo livello di grammatica italiana c’eravamo arrivati, quindi saremmo stati capaci di dirlo, pensandoci abbastanza). Ma poi… ora una bomba d’acqua davvero è volata sulla mia scuola (almeno, così sarebbe definibile l’università se io vivessi nella terra in cui ci sono le aquile della libertà ma la gente parla una variante infantilizzata e appiattita dell’inglese), eppure io non solo ci sono dovuta arrivare, ma persino entrare dentro… e si fa regolarmente lezione!!! Quindi boh, attenzione a cosa diranno i vostri figli piccoli in momenti di pazzia quotidiana, potrebbero bagnarsi da grandi. (E speriamo che non dimentico l’ombrello appoggiato per terra in laboratorio…) 🥱
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oggi, 23 maggio, piacenza: presentazione de “l’antivassalli”, di eugenio gazzola
Eugenio Gazzola presenta il suo ultimo libro, L’AntiVassalli, allo Spazio Bft di Piacenza, oggi, venerdì 23 maggio, alle ore 18 presso lo Spazio Bft (vicolo Edilizia 25). Durante l’incontro, a cura del Tiff – Collettivo di fotografia creativa, Gazzola parlerà dell’opera in dialogo con Fulvio Guerrieri.
Di Sebastiano Vassalli l’autore “ricostruisce, attraverso l’analisi della vita e delle opere, il ventennio durante cui ha percorso le strade dell’avanguardia letteraria e artistica, tenendosi con ostinazione ai margini del successo e dell’industria culturale”, si legge nella sinossi del testo, pubblicato dalla casa editrice fiorentina Le Lettere.
“Dopo un breve passaggio nella Pop Art”, Vassalli “si è dedicato alla scrittura sperimentale. Ha frequentato alcuni autori del Gruppo 63, come Sanguineti e Manganelli, prediligendo la ricerca verbo-visuale al fianco dei poeti di confine tra parola e immagine, come gli emiliani Spatola, Costa, Torricelli, Vicinelli“. In quegli anni “ha dato vita e ha rappresentato i grandi movimenti letterari. Verso la fine degli anni Settanta, per Vassalli ha inizio un ripensamento che dura un decennio…” –> art. intero qui: ilmiogiornale.net/lantivassall…
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"L'AntiVassalli": Eugenio Gazzola presenta il suo ultimo libro allo Spazio Bft di Piacenza - Il Mio Giornale
"L'AntiVassalli": Eugenio Gazzola presenta il suo libro dedicato a uno dei grandi scrittori italiani del Novecento. Appuntamento a PiacenzaRedazione (Il Mio Giornale)
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oggi, 23 maggio, a roma: presentazione del libro “oca tre toc to”, di francesca perinelli (déclic, 2025)
FRANCESCA PERINELLI
OCA TRE TOC TO
Per il ciclo “Nuove Uscite”, a cura del CentroScritture, presentazione del libro oca tre toc to, di Francesca Perinelli (déclic, 2025), oggi, venerdì 23 maggio 2025, ore 19, al Velvet Club (Viale dello Scalo San Lorenzo, 77/c – Roma, ingresso libero).
Presentazione di Valerio Massaroni e interventi dell’autrice e dell’editore, Carlo Sperduti.
centroscritture.it/event-detai…
prima d’allora, venivamo al mondo con platone, plutarco e plotino, che sceglievano noi per vivere la loro vita.
* * *
quattro linee mimetico-digressive, figlie di un gioco linguistico elementare e portatrici di altrettanti blocchi di disomogeneità stilistica, si incrociano ignorandosi. i loro titoli non suggeriscono un’interpretazione complessiva: l’attribuzione dei referenti è per chi si ostina a cercare una via d’uscita tra false metafore, accostamenti incongrui e coordinate ingannevoli. meglio sarebbe accettare l’insignificanza dell’accumulo, l’indistinzione cui approda l’autocelebrazione, la ripetizione pornografica degli schemi, adattabili a ogni frangente della vita. la risata come seria ipotesi di salvezza.
*
Francesca Perinelli vive e lavora a Roma. Dal 2012 cura il blog iCalamari ed è presente con liriche e racconti in rete e in antologie cartacee. Alcune prose di ricerca si trovano su Il cucchiaio nell’orecchio, Nazione Indiana e gammm. Il suo primo libro è lasaga (déclic, 2024)
#CarloSperduti #CentroScritture #déclic #FrancescaPerinelli #nuoveUscite #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca #ValerioMassaroni #VelvetPub
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Gaza vive?
Spari in aria, colpi d’avvertimento, nessun ferito. Energiche proteste e richieste di spiegazioni da parte dei governi coinvolti, molto più energiche di quelle espresse in occasione dei quotidiani bombardamenti che stanno distruggendo Gaza e sterminando i suoi abitanti.
Questo ci racconta oggi la cronaca a proposito della sparatoria che ha coinvolto un gruppo di diplomatici in visita al […]
Leggi il resto: argocatania.it/2025/05/23/gaza…
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oggi, 23 maggio, a firenze: presentazione di “berlino alexanderplatz”, di alfred döblin, nella nuova traduzione di giusi drago
Oggi, venerdì 23 maggio, ore 18:30
Libreria Brac
Via dei Vagellai 18r, Firenze
S/P/READ
Alfred Döblin, Berlino Alexanderplatz
(Mondadori, 2025)
Tradotto da Giusi Drago
Insieme a Giusi Drago interviene Silvia Albesano
Reading a cura di Rosaria Lo Russo
#AlfredDöblin #BerlinoAlexanderplatz #GiusiDrago #nuovaTraduzione #RosariaLoRusso #SilviaAlbesano #traduzione
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oggi e domani, 23-24 maggio, a bologna: samah jabr sui traumi generati dai crimini di colonialismo
🍉 SAMAH JABR (psichiatra, psicoterapeuta e scrittrice palestinese) torna a Bologna per un seminario e un incontro aperto: 𝗪𝗶𝘁𝗻𝗲𝘀𝘀𝗶𝗻𝗴 𝗶𝗻 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗲𝘅𝘁𝘀 𝗼𝗳 𝗼𝗽𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻: 𝗧𝗵𝗲 𝗲𝘁𝗵𝗶𝗰𝗮𝗹 𝗮𝗻𝗱 𝘁𝗵𝗲𝗿𝗮𝗽𝗲𝘂𝘁𝗶𝗰 𝗿𝗼𝗹𝗲𝘀 𝗼𝗳 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹 𝗵𝗲𝗮𝗹𝘁𝗵 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝘀 𝗳𝗮𝗰𝗶𝗻𝗴 𝗰𝗼𝗹𝗼𝗻𝗶𝗮𝗹 𝘁𝗿𝗮𝘂𝗺𝗮.
🍉 23 maggio, ore 11:00-13:00, Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna
🍉 24 maggio, ore 17:00, presso il centro Costa in via Azzo Giardino
Informazioni e locandina: psicologia.unibo.it/it/eventi/…
🇵🇸
« […] “sumud” è un concetto molto antico. È presente nella letteratura palestinese da oltre un secolo, sin dai tempi del mandato britannico in Palestina. Ed è molto più complesso della sola resilienza. La resilienza è un termine relativamente recente nella letteratura sulla salute mentale: esiste da circa quarant’anni, forse poco più. Si tratta di uno stato dell’essere, una condizione interna. Ma “sumud” è qualcosa di più: è sia uno stato dell’essere che un orientamento all’azione. È fermezza, perseveranza, ma implica anche un’azione critica. È tutto ciò che rafforza la capacità delle persone di rimanere sulla propria terra: la fermezza è parte integrante del “sumud”.
Il significato del termine ha sia una dimensione individuale che collettiva. Quindi “sumud” è una resilienza collettiva che tiene conto dell’azione, non solo dello stato dell’essere e del sentimento di forza interiore. Questa è l’essenza di ciò che intendiamo con “sumud”. L’immagine mentale che più lo rappresenta è quella di un ulivo dalle radici molto profonde.
È importante prestare attenzione quando parliamo di “sumud”, perché talvolta viene frainteso e interpretato come se indicasse una sorta di resilienza innata del popolo palestinese, tale da renderlo autosufficiente e privo del bisogno di sostegno esterno. Ma non è affatto così. “Sumud” non deve essere idealizzato, né trasformato in una narrazione romantica che giustifichi l’abbandono o lo sfruttamento dei palestinesi.»
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Witnessing in Contexts of Oppression: the ethical and therapeutic roles of mental health professionals facing colonial trauma
Discussion with Samah Jabr, palestinian psychiatrist and author, former head of mental health, ministry of health, in Palestine.Psicologia "Renzo Canestrari"
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24 maggio, roma, camera verde: “boa mão”, di berto cappai
informazioni e prenotazioni: 340 5263877
#BertoCappai #CristianAcquaviva #laCameraVerde #MatiasGuerra
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gagliano aterno, 31 maggio @ simon tanner: ilaria grasso e giuseppe garrera in dialogo sull’opera di letizia battaglia e pier paolo pasolini
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#dialogo #GiuseppeGarrera #IlariaGrasso #incontro #LetiziaBattaglia #SimonTanner
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Il recupero di Danaher sarà molto lungo. Gordon Ryan pronto a diventare insegnante a tempo pieno
Danaher lascia il ruolo di insegnante principale a New Wave? Gordon Ryan prende il testimone
In un recente episodio del podcast BJJ Fanatics, il black belt Brian Glick, allievo storico di John Danaher, ha raccontato il recente passaggio di consegne a New Wave Jiu-Jitsu: Danaher si è fatto da parte dal ruolo di insegnante principale, lasciando il comando a Gordon Ryan.
Secondo Glick, per Danaher l’insegnamento è sempre stato fondamentale, più della sola tecnica o del successo agonistico:
“Non basta essere atleti di alto livello o tecnicamente preparati. Per lui, insegnare è stato un elemento chiave tra i migliori.”
Danaher ha lavorato negli ultimi vent’anni per preparare questa successione, affinché i suoi studenti potessero trasmettere filosofia, metodologia e approccio, e intervenire come suoi “proxy” se necessario.
Glick si dice sicuro che Ryan sia la persona più adatta a questo ruolo, pur riconoscendo che nessuno può sostituire Danaher:
“Gordon è uno dei pochi in grado di spiegare e narrare il sistema in modo chiaro.”
Il passaggio di consegne non riguarda solo Ryan: figure come Nicholas Meregali, Giancarlo Bodoni e Gary Tonon sono parte di un gruppo molto solido, capace di sostenere il team nel nuovo corso.
Il punto di forza di Danaher, spiega Glick, è il suo approccio sistematico al jiu-jitsu, che rende possibile tramandare non solo tecniche, ma anche un metodo strutturato di insegnamento. Questo contrasta con l’insegnamento basato sulla personalità, difficile da trasferire.
Anche se si è fatto da parte, Danaher rimarrà comunque attivo “dietro le quinte,” pur senza l’impegno quotidiano di prima. Glick lo vede come un’evoluzione naturale:
“Ci sono momenti in cui si è più attivi e altri meno. Per lui rallentare un po’ è normale.”
Così New Wave Jiu-Jitsu si prepara a una nuova fase, forte delle basi solide costruite da Danaher e pronta a continuare il successo sotto la guida di Gordon Ryan.
Ecco il podcast
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me.sia s.pace (roma): mostra collettiva di fotografia e dialogo con gli autori
#foto #fotografie #meSiaSPace #mesiaSpace #mostraCollettiva #mostraDiFotografie #OHR25 #OpenHouseRoma #umanità
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venerdì 23 maggio, radio vaticana: intervista a cetta petrollo sul premio pagliarani
vaticannews.va/it/epg.html#ona…
Domani, venerdì 23 maggio, tra le ore 15 e le 16, su Radio Vaticana – Vatican News, nel contesto del programma Dritti al cuore, Cetta Petrollo sarà intervistata sulla decima edizione del Premio nazionale di poesia Elio Pagliarani, e sulle iniziative a questo legate. Iniziative e premiazione previste per il 25 maggio a Roma, al Palazzo delle Esposizioni (ingresso da via Milano).
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premionazionaleeliopagliarani.…
slowforward.net/2025/05/20/25-…
slowforward.net/2025/05/19/25-…
#audio #CettaPetrollo #decimaEdizione #decimaEdizioneDelPremioNazionaleDiPoesiaElioPagliarani #dialogo #DrittiAlCuore #film #intervista #PalazzoDelleEsposizioni #poesia #premiazione #premioDiPoesia #PremioDiPoesiaElioPagliarani #PremioNazionaleDiPoesiaElioPagliarani #PremioPagliarani #proiezione #RadioVaticana #RadioVaticanaVaticanNews #VaticanNews
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[libro] La Resistenza delle donne
Autrice: Benedetta Tobagli
Titolo: La Resistenza delle donne
Editore: Einaudi
Altro: ISBN 9788806253660; 22,00€; p. 370; I ed. 2022; genere: saggio storico
Voto: 8/10
Se fossi lanciato, con una macchina del tempo, nel periodo della Resistenza (ma anche prima, durante la guerra e il fascismo), durerei un paio di giorni prima di finire come concime per aiuole fiorite in un cimitero. Ma in qualsiasi ruolo, non solo come antifascista. Era un periodo estremamente violento e duro, dove anche con una battuta inopportuna detta in pubblico si rischiava moltissimo.
In questo quadro, anche le azioni più normali, come dare da vestire e da mangiare ai disertori dopo l’8 settembre 1943, diventano immediatamente eroiche: si rischia la vita. Le donne iniziano la loro resistenza così, quasi per caso, assistendo chi voleva scappare da una guerra orribile e da un esercito allo sbando, chi voleva opporsi all’occupazione nazista. Forniscono assistenza, nascondigli, cibo, vestiti. Ma le donne, in modo trasversale, dalle mondine semianalfabete alle alto borghesi, dimostrano presto di avere una marcia in più. Non solo sono capaci di fare i lavori di supporto a qualsiasi attività, come accudire, vestire, preparare i pasti, ma alcune di loro si rivelano atte al comando e alla lotta armata. Inoltre, grazie alla mentalità maschilista del tempo, possono passare per persone ingenue, per prostitute, per persone, in poche parole, di cui non ci si deve preoccupare. In questo modo riescono a eludere i controlli del nemico, a portare ordini, a fare propaganda, spiare, a piazzare ordigni, ad arrivare dove agli uomini è precluso. Insomma, in breve tempo gli uomini di allora si rendono conto, loro malgrado, che sebbene non siano tante, le donne sono fondamentali nella lotta ai nazisti e al fascismo.
Ma la mentalità maschilista e patriarcale, che vuole le donne sottomesse e dedite alla casa, al marito e ai figli, non è una esclusiva del fascismo. È una mentalità diffusa, anche fra i comunisti. Che le donne usino le armi, che portino i pantaloni, che stiano in mezzo agli uomini senza essere sposate e accompagnate dal loro uomo, che siano a comando di un gruppo, che vogliano fare politica, ecco, tutte queste cose creano grande scompiglio fra i partigiani. Il mondo femminile ondeggia fra un ritrovato orgoglio, una nuova speranza per il futuro, e la sottomissione a questa mentalità. Molte di loro saranno le prime a sminuire il supporto dato alla causa.
La vera tragedia avviene a guerra finita. Il divertimento è finito e le donne devono tornare al loro posto. Per anni la storiografia dimenticherà – o peggio, storpierà – il loro contributo. Grazie alla determinazione di poche donne e al coraggio delle successive generazioni, lentamente le cose stanno cambiando. Questo volume cerca, nel suo piccolo, di far riemergere una realtà storica non sempre rosea, ma certamente vivace, premonitrice di molte conquiste successive.
Buona lettura!
#benedettaTobagi #laResistenzaDelleDonne #libro #recensione #resistenza
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Una vittoria di libertà imposta dalle mamme arcobaleno
La battaglia imposta dalla decisione del governo, seguita da diverse Procure, tra cui quella di Padova, di impugnare le trascrizioni anagrafiche di nascita di bambini figli di coppie omogenitoriali femminili ha ottenuto il riconoscimento da parte della Corte Costituzionale.
Di seguito vi proponiamo la decisione della Corte Costituzionale e festeggiamo con le famiglie arcobaleno, che ringraziamo della pervicace e continua mobilitazione, questo importante passo avanti nella civiltà giuridica.
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“la scuola delle cose” oggi pomeriggio su fahrenheit / rai radiotre
Oggi pomeriggio, su Fahrenheit, Rai RadioTre, alle ore 17:20 circa, dialogo con Tommaso Giartosio sul nuovo numero (aprile 2025) del tabloid “La scuola delle cose“ (Lyceum), dedicato alla SCRITTURA DI RICERCA.
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Per ascoltare (h. 17:20):
https://www.raiplaysound.it/programmi/fahrenheit
L’espressione “scrittura di ricerca” è in azione da diversi decenni, e di certo si perde già nelle profondità del Novecento. Tuttavia, dagli anni 2003-2009 (ovvero fra l’esplosione dei blog letterari e l’uscita del libro collettivo Prosa in prosa – edito da Le Lettere; ora da Tic edizioni) e fino a oggi, il numero di materiali sperimentali e saggi sugli stessi è decisamente cresciuto. Ha dunque senso ed è forse addirittura indispensabile iniziare a fare il punto della situazione. Un primo tentativo – insieme sintetico e corposo – è rappresentato da questo numero de «La scuola delle cose», appena uscito grazie alla Fondazione Mudima, all’associazione Lyceum e alla partecipazione dell’Associazione dipoesia. Il tabloid raccoglie otto scritti di altrettanti studiosi e studiose, intorno alla ricerca letteraria e alle scritture complesse. Firmano gli interventi Luigi Ballerini, Gian Luca Picconi, Massimiliano Manganelli, Luigi Magno, Chiara Portesine, Renata Morresi, Chiara Serani, Daniele Poletti.
Info:
Fondazione Mudima <info@mudima.net>
Fondazione Mudima:
mudima.net/
La scuola delle cose:
https://www.facebook.com/Lyceumscuoladellecose
Qui un caotico video:
instagram.com/marco.giovenale/…
#cambioDiParadigma #ChiaraPortesine #ChiaraSerani #CorradoCosta #DanielePoletti #dialogo #Fahrenheit #FondazioneMudima #GianLucaPicconi #GinoDiMaggio #intermedialità #intervista #LaScuolaDelleCose #langpo #languagePoetry #letteralità #LuigiBallerini #LuigiMagno #Lyceum #MassimilianoManganelli #MicheleZaffarano #Mudima #poesiaDiRicercaFrancese #ProsaInProsa #RadioTreFahrenheit #RaiRadioTre #RaiRadioTreFahrenheit #RenataMorresi #ricercaLetteraria #scritturaComplessa #scritturaDiRicerca #scritturaNonAssertiva #scritturaSperimentale #scrittureComplesse #scrittureDiRicerca #scrittureNonAssertive #scrittureNonConvenzionali #scrittureProcedurali #scrittureSperimentali #ScuolaDelleCose #sperimentazioneLetteraria #tabloid #tabloidMudima #TommasoGiartosio #traduzione #traduzioni
Fahrenheit | Rai Radio 3 | RaiPlay Sound
Fahrenheit è il programma dedicato ai libri e alle idee. Un pomeriggio fatto di storie, di incontri e di eventi dai festival letterari.RaiPlaySound
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Androidico esaurimento, porta alla fine mai iniziata (odio lo sviluppo Android)
Ci sono tante, fin troppe cose che odio malamente al mondo… ma, all’atto pratico, in un modo o nell’altro molte non mi riguardano… quindi… la situazione è buona? Ovviamente no. Quello che sto sottintendendo è che c’è una piccola manciata di cose che odio così tanto, ma così tanto, che davvero voglio prendere e farmi saltare per aria, e la sofferenza far quindi finire, perché altro modo di sfuggirne non ce n’è... e creare app Android sarà nella top 5 di questa merda (o forse top 10 se non volessi sbilanciarmi, ma mentirei a quel punto). E stavolta devo andarci purtroppo molto pesante, perché il disastro è continuo, giorno dopo giorno… 🤒
Mamma mia, è davvero così terribile, e la cosa peggiore è che solo chi si trova nella stessa situazione può capire di cosa parlo… è proprio tutto così sbagliato, non lo so, non ho parole, e non riesco a credere che ogni tanto persino io me ne scordo, per poi ricordarmene a mie spese pochi attimi dopo. Tutto il processo è una delle cose peggiori mai ingegnerizzate finora che rimane attualmente ancora supportata e persino consigliata (perché si, pure chi a differenza mia non ha requisiti strani, tipo APK < 100 KB, o compatibilità con dispositivi antichi, si trova in certi casi a dover fare app tramite lo stack ufficiale di Android; non sempre si possono usare cose migliori come React Native), che boh… ☠️
Per prima cosa, a differenza di altre tecnologie di sviluppo, passare da fuori a dentro lo stato di lavoro è inutilmente lento e doloroso, ed ecco l’ingrediente perfetto per il disastro. Per il debugging, in particolare, bisogna usare o l’emulatore — che però gira sempre più di merda con ogni nuova major release di Android, per qualche motivo, e comunque è scomodo perché va usato con mouse e tastiera — oppure collegare dispositivi reali, con tutti i problemi del caso… e io vado sempre con quest’ultima opzione, ma viene veramente da piangere. Praticamente ho da una parte lo Xiaomi, che col suo firmware buggato a volte smette di accettare le installazioni via ADB e quindi mi fotto, e dall’altra il tablet, che ha la porta USB mezza rotta (ODIO Samsung), e comunque attaccato al PC si scarica più velocemente di quanto si ricarica… quindi spesso uso il debugging wireless, ma pure quello è completamente rotto, e a volte si spegne da solo, e altre si scollega semplicemente a caso (anche se poi in genere si ricollega), e altre volte risulta collegato su Android Studio ma poi facendo play si lamenta che il dispositivo è offline… Il numero di minuti persi ogni giorno è fottutamente inquantificabile!!! 👹
Questo è ancora di più un problema se, come me, non si fa questa cosa per lavoro, ma come attività giornaliera indipendente (non per “hobby”, perché non sono masochista, ma perché capitano quei problemini informatici tra le mani per cui l’unica soluzione possibile è creare piccole app Android iperspecifiche), perché ciò significa che non ci si può mettere lì quelle ore fissate e fare… no, bisogna trovare il tempo durante la giornata, con in mezzo altri impegni, e quindi nella pratica si finisce a dividere il da farsi in multiple sessioni di lavoro, e quindi ogni volta che si ritorna bisogna stare lì a risistemare ogni cosa… perché se io lascio tutto lì in un certo modo, cioè il tablet connesso ad Android Studio, poi, quando 3 ore dopo torno, ovviamente trovo il debugging wireless che si è spento da solo!!! Mi viene da piangere fortissimo!!! 🎃
E Android Studio, che già di per sé è un troiaio assoluto (perché è semplicemente IntelliJ, alla fine, ma pure peggio), certamente non aiuta. Come tutti, mi trovo ad usare quello solo perché è l’unica cosa che funziona out-of-the-box per Android (almeno a tratti eh, perché se me ne lamento vuol dire che non funziona al 100%)… ma ovviamente è pesantissimo, quindi è completamente fuori discussione usare qualcosa che non sia il PC fisso o il portatile buono per lavorare, e quindi diventa impossibile lavorare in quei tanti momenti morti del giorno (come invece faccio per tanti altri progetti); tutte le volte che ho provato a farlo sulla mia VM Windows cloud, o direttamente in Termux sul tablet, per via della poca RAM, facevo puntualmente prima ad aspettare di tornare a casa, che aspettare che Gradle finisse il suo sync di 20 minuti (e non esagero!!!) per poi poter finalmente scrivere codice in una finestra laggante, e avere difficoltà a debuggare, non potendo usare l’emulatore con tale hardware host e non riuscendo a collegare ADB dentro una VM con una VPN in mezzo… quindi via di copiare gli APK avanti e indietro, e sperare di non dover leggere il logcat. 🪓
Ovviamente, usare altri strumenti per sviluppare andrebbe dal difficile all’impossibile, con missioni che andrebbero dal far funzionare l’IntelliSense (che se per Java in generale è praticamente vitale, figuriamoci Android con quel suo casino di API che ha) al debugging… e questo scenario, inoltre, presupporrebbe di riuscire a compilarla una app senza l’IDE, perché pure Gradle è un gigantesco troiaio, al punto che se funziona dentro Android Studio (che usa appunto quello, sotto la scocca) non è detto lo faccia da riga di comando… e infatti, magicamente, persino far funzionare le build tramite CI (che sarebbe una pratica usuale) diventa una sfida che non ho chiesto!!! E oh, questo merdaio porta il concetto di “it works on my machine” così all’estremo che non solo far funzionare build automatiche diventa difficile, ma addirittura passare da un PC all’altro per sviluppare (da fisso a portatile e indietro), perché un progetto che viene importato e builda perfettamente su un sistema non lo fa su un altro, perché magari le versioni degli SDK sono leggermente diverse (anche se non incompatibili), o i percorsi dei file sono leggermente diversi, anche solo perché magari l’username di sistema è diverso… e quindi non va un cazzo! Addirittura ieri mi si era sminchiato tutto, perché Google (merda!!!) ha introdotto l’ennesimo bug, per cui si erano cancellate le configurazioni predefinite di esecuzione, e quindi la app non veniva ricompilata quando rieseguita, e quindi io impazzivo perché modificavo il mio codice ma la app rimaneva fottutamente uguale… 🙀😨🤬
E pensare che tutte queste rogne riguardano non la parte di coding effettiva, ma tutto quello che c’è attorno… perché a parlare pure di quest’altra veramente non basterebbe un intero libro, per raccontare per bene tutte le minchiate con cui questo stack obbliga ad avere a che fare. Tra API che ogni anno vengono deprecate, ma alcune che continuano a funzionare perfettamente dal 2010 ad oggi ed altre che misteriosamente si rompono, poi ancora API minori che funzionano sul sistema di un produttore e su quello di un altro no, la documentazione che come tutti sanno è carente a dir poco (metodi mal documentati, perché a vibecodare sono buoni tutti, ma mettere commenti decenti non è facile), e in diversi casi (per quanto riguarda la documentazione non-API, tipo tutorial ed esempi) pure obsoleta, e (parzialmente collegato a questo) pure un’inconsistenza tra metodi che dichiarano di poter restituire valori null e altri che lo fanno ma non lo dichiarano, motivo per cui si finisce puntualmente in situazioni da NullPointerException inspiegabili pur seguendo tutti i warning dell’IDE e la documentazione API… 😭🕳
Non è possibile nel 2025 andare ancora avanti con questa roba, cioè, aiuto, qualcuno dovrebbe deprecarla per sempre!!! E NON mi scuserò per questo rantolo, perché sono distrutta. È da lunedì sera che sto cercando di mettere su la più stupida app WebView del pianeta usando all’80% codice riciclato (perché già scritto da me), e al momento sono stata in grado giusto di finirla, ma ancora non di shipparla, perché ora sono rogne a far funzionare uno script CI per GitHub/GitLab che in automatico compila e firma la app e mette l’APK nelle releases… cioè, che cazzo! Ci sarebbero volute alla peggio tre ore scarse a fare la stessa app per Windows o Linux (ma lì non mi serve) da idea a rilascio, ma su Android è un disastro programmare, è un disastro testare, ed è un disastro rilasciare!!! (Anche perché dover firmare gli APK è una noia in più.) BASTA!!! ODIO ANDROID!!! BRUCIARE ANDROID!!! 💥
#Android #AndroidDev #AndroidStudio #development #mobile #programmazione #programming #software #sviluppo
Known issues with Android Studio and Android Gradle Plugin
Find out about current known issues with Android Studio and the Android Gradle Plugin.Android Developers
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Human Rights Watch conferma il massacro dei Fulani operato da esercito e volontari del Burkina Faso.
Un’analisi dei crimini di guerra e delle violazioni dei diritti umani in Burkina Faso
Nel marzo 2025, il Burkina Faso è stato scosso da un terribile massacro che ha coinvolto più di 130 civili etnici Fulani. Questo evento è stato denunciato da Human Rights Watch, la quale ha evidenziato che le uccisioni di massa perpetrate dalle forze di sicurezza governative, dalle milizie locali e dai gruppi armati islamisti costituiscono crimini di guerra e probabilmente anche altri crimini. La situazione nel paese è particolarmente allarmante, con la popolazione civile sotto minaccia costante da parte di diverse fazioni armate.
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L’operazione nota come “Tourbillon Vert 2”, avviata il 27 febbraio 2025, ha portato a una serie di operazioni militari nel Burkina Faso occidentale, culminando in attacchi mirati ai danni della comunità Fulani. Testimoni oculari hanno descritto scene di caos, con le forze governative e i miliziani che hanno bloccato le vie di fuga dei civili, causando una strage tra donne, bambini e anziani. Le testimonianze raccolte indicano che gli attacchi erano quanto meno premeditati, con avvertimenti provenienti da membri stessi delle milizie riguardo alle imminenti operazioni contro la popolazione Fulani.
L’intervento delle forze di sicurezza burkinabè è stato accompagnato da azioni di rappresaglia da parte del gruppo armato islamista JNIM, che ha effettuato attacchi contro villaggi considerati complici del governo. Questa spirale di violenza ha causato un significativo numero di vittime civili, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria nella regione e creando un clima di paura e sfiducia tra le diverse comunità etniche.
La natura sistematica di queste violenze solleva interrogativi sulla responsabilità dei vertici militari e governativi. Le leggi internazionali, comprese quelle umanitarie, proibiscono esplicitamente attacchi contro i civili e le esecuzioni sommarie. Il fatto che le forze armate burkinabè abbiano agito in modo coordinato con le milizie e abbiano ignorato le severe violazioni delle leggi di guerra potrebbe portare a procedimenti per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, anche se tutti sappiamo quanto ciò sia difficile, visti anche gli ultimi insuccessi del Tribunale Internazionale dell’Aja nei confronti dei rappresentanti di Israele, Federazione Russa, Libia, ecc.
In questo contesto, la comunità internazionale è comunque chiamata a rispondere. È fondamentale che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e il Consiglio per la Pace e la Sicurezza dell’Unione Africana pongano il Burkina Faso al centro delle loro agende, agendo per proteggere i civili e garantire giustizia per le vittime di questi abomini.
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L’appello di Ilaria Allegrozzi di Human Rights Watch sottolinea che la portata delle atrocità in Burkina Faso deve essere adeguatamente riconosciuta e affrontata. Senza un intervento deciso, la situazione rischia di deteriorarsi ulteriormente, con gravi conseguenze per la stabilità dell’intera regione del Sahel. È imperativo che si faccia luce su questi crimini e che si assicurino alla giustizia tutti coloro che sono responsabili di tali violenze, per ristabilire la fiducia tra le comunità e promuovere un dialogo che possa portare a una pace duratura.
Gli Abusi delle Forze Militari Burkinabè e dei VDPs nella Regione Boucle du Mouhoun
Nel periodo compreso tra marzo e aprile 2025, la regione della Boucle du Mouhoun, in Burkina Faso, ha assistito a gravi abusi perpetrati dalle forze militari nazionali, dalle milizie pro-governative note come Volontari per la Difesa della Patria (VDPs) e dal Gruppo di Supporto al Jihad in Africa Occidentale (JNIM). Questi eventi hanno avuto un impatto devastante sulle comunità locali, in particolare sui Fulani, etnia di pastori nomadi, fra le più vulnerabili.
Le testimonianze degli abitanti dei villaggi rivelano un clima di paura e tensione crescente. Un uomo Fulani di 50 anni proveniente da Lahirasso ha raccontato che, la sera del 7 marzo, un leader tradizionale ha convocato i cittadini in privato per avvisarli di prepararsi a lasciare le loro case. “Ci ha detto che c’era in programma un’operazione da parte dei VDP e dell’esercito, e che se ci avessero trovati, sarebbe stata una catastrofe per noi”, ha dichiarato.
A partire dal 10 marzo, molti Fulani hanno iniziato a fuggire dai loro villaggi, spinti dai racconti di amici e familiari riguardo a riunioni dei VDPs ed ai loro piani discutibili. Un pastore Fulani, sempre di Pinpissi, ha riferito di aver sentito dai suoi amici appartenenti all’etnia Bobo, membri dei VDP, che era stato espresso l’intento di sterminare il popolo Fulani. “Hanno detto che porre fine al terrorismo significa eliminare tutte le persone Fulani. Ci hanno consigliato di andarcene, perché un’importante operazione militare si sarebbe svolta a breve”, ha affermato.
I fatti di violenza non si sono fatti attendere. Tra il 7 e il 12 marzo, le milizie VDP hanno attaccato indiscriminatamente civili Fulani in numerosi villaggi, tra cui Lahirasso, Pinpissi, Solenzo e Sanakuy. Un uomo di 45 anni, sempre di Lahirasso, ha descritto come, il 7 e 8 marzo, le milizie VDP abbiano iniziato a sparare ovunque e a confiscare il bestiame, costringendo molti a scappare. Un’altra testimonianza proviene da un Fulani 50enne di Solenzo, che ha raccontato che l’8 marzo, alle 5 del mattino, i VDP hanno assaltato i sobborghi orientali del paese, dove vivevano molte famiglie Fulani, “sparando, depredando gli animali e costringendoci ad abbandonare le nostre case”.
Il clima di terrore è proseguito, culminando il 10 marzo quando un pastore di 60 anni da Sanakuy ha affermato che, “non avevamo altra scelta che andare via perché tra le ore 16 e le 17, i VDP hanno iniziato a sparare in aria fino alle 18, momento in cui abbiamo preso il nostro bagaglio e ce ne siamo andati”.
La situazione nella Boucle du Mouhoun resta critica, con migliaia di persone costrette a vivere in condizioni precarie e senza alcuna protezione, sottoposti al fuoco incrociato di militari e VDP da una parte e terroristi dall’altra.
Esecuzioni Sommarie: Un Resoconto delle Violazioni dei Diritti Umani in Burkina Faso
Tra l’8 e il 12 marzo, attacchi da parte dei Volontari per la Difesa della Patria (VDP) hanno causato un significativo esodo della popolazione Fulani, in fuga verso il confine maliano in cerca di sicurezza. Tuttavia, la maggior parte di loro non è riuscita a oltrepassare il confine, poiché i VDP, supportati dal personale militare, li hanno intrappolati nella boscaglia, dove molti sono stati uccisi sul posto o catturati e successivamente ammazzati. I racconti degli abitanti indicano che le uccisioni si sono concentrate tra i villaggi di Béna e Lékoro, distanti 14 chilometri nella provincia di Banwa.
Un pastore Fulani di 44 anni proveniente da Solenzo ha riferito che l’8 marzo la sua comunità è stata attaccata dai VDP tra Béna e Lékoro. “I Fulani erano ovunque, continuavano ad arrivare,” ha spiegato. “Improvvisamente, intorno alle 10 del mattino, i VDP e il militari ci hanno attaccato, iniziando a sparare. Quando sono risuonate le raffiche, ci siamo dispersi… Ho perso otto familiari, incluso mio figlio.”
Un uomo di 30 anni di Pinpissi, sopravvissuto a un attacco dei VDP l’11 marzo nella stessa area, ha descritto come una decina di motociclette dei VDP siano arrivate aprendo il fuoco sulla sua gruppo: “Abbiamo sentito colpi costanti.… A volte raffiche, a volte più sporadici.” Un altro testimone di 60 anni, originario di Sanakuy, ha raccontato di come i VDP abbiano attaccato il suo gruppo l’11 marzo nei pressi di Béna, descrivendo una pioggia di proiettili indiscriminati: “Correvamo. Ma ci hanno inseguito, catturando alcuni di noi ed giustiziandoli sul posto.”
Human Rights Watch ha geolocalizzato un video in cui uomini armati con uniformi contrassegnati come Groupe d’autodéfense de Mahouna (Gruppo di Autodifesa di Mahouna) e Force Rapide de Kouka (Forza Rapida di Kouka) – identificabili come VDP – lanciano un uomo su un veicolo a tre ruote carico di almeno dieci corpi senza vita o moribondi. Il video è stato registrato vicino a un guado secco a est del villaggio di Mahouna, a circa dieci chilometri ovest di Béna.
La stima del bilancio delle vittime è difficile da definire. Human Rights Watch non è riuscita a calcolare un numero complessivo di morti, poiché i sopravvissuti non potevano tornare nelle aree dei massacri per seppellire i propri cari. Si stima che centinaia siano morte o risultino disperse. Testimonianze suggeriscono che il numero di morti potrebbe superare le 300 unità, con alcuni gruppi che segnalano perdite sopra i 40 individui uccisi in un singolo attacco.
Le liste di persone uccise, compilate da sopravvissuti, documentano un totale di 130 vittime, includendo almeno 32 bambini tra 1 mese e 17 anni; 30 donne di età compresa tra 23 e 70 anni; e 68 uomini di età compresa tra 20 e 80 anni. La verifica indipendente di questi dati da parte di Human Rights Watch non è stata possibile a causa delle circostanze estremamente instabili nella regione.
Si tratta di orrendi crimini di guerra, ancora più terribili in quanto perpetrati da coloro i quali dovrebbero difendere proprio quei civili che invece sterminano senza alcuna pietà!
Il Ruolo dell’Esercito e il Targeting Etnico dei Civili in Burkina Faso
Negli ultimi eventi in Burkina Faso, si è assistito a un coinvolgimento diretto delle forze armate, insieme ai Volontari per la Difesa della Patria (VDP), in operazioni militari che hanno suscitato gravi preoccupazioni per violazioni dei diritti umani. Le testimonianze raccolte da numerosi cittadini indicano che i soldati hanno partecipato attivamente ad attacchi contro civili, in particolare contro la popolazione Fulani. Queste operazioni, descritte da testimoni come una “caccia ai Fulani”, hanno portato all’uccisione indiscriminata di individui appartenenti a questo gruppo etnico.
Uno degli eventi più significativi riportati è l’attacco avvenuto l’8 marzo, durante il quale alcuni villaggi sono stati presi di mira. Una donna Fulani di 50 anni ha raccontato che, mentre si nascondeva sotto un albero, ha visto soldati e VDP passare a bordo di veicoli e motociclette, creando un’atmosfera di terrore e sgomento tra i civili. Ulteriori dettagli emersi da un uomo di 40 anni di Pinpissi indicano che, dopo un attacco avvenuto l’11 marzo, i tentativi di tornare sul luogo dell’agguato per cercare sopravvissuti sono stati frustrati dalla presenza di elicotteri militari che sorvolavano l’area.
Le descrizioni delle operazioni militari suggeriscono che queste siano state condotte con l’intento di eliminare sistematicamente i civili Fulani. Testimonianze di uomini e donne della comunità, come quella di un uomo di 50 anni di Solenzo, mettono in luce come per le forze di sicurezza e i VDP, i membri della comunità Fulani siano considerati terroristi, giustificando così l’uso della forza letale nei loro confronti. La retorica utilizzata dai VDP, accompagnata da dichiarazioni di “estinzione” della popolazione Fulani, ha sollevato allarmi sia a livello nazionale che internazionale. Siamo dinnanzi ad un genocidio pianificato?
Adama Dieng, Inviato Speciale dell’Unione Africana per la Prevenzione del Genocidio e di Altre Grandi Atrocità, ha espresso il suo “profondo shock” riguardo alle uccisioni di civili, sottolineando che il targeting di individui sulla base della loro etnia è un atto riprovevole che deve essere perseguito dalle autorità competenti. Ha esortato un’indagine sulle uccisioni con la collaborazione di partner esterni, inclusi organismi internazionali come la Commissione Africana sui Diritti Umani. In risposta a questa situazione critica, il procuratore del Tribunale Superiore di Ouagadougou ha emesso una dichiarazione evidenziando che le chiamate all’estinzione di gruppi etnici rappresentano minacce gravi per la pace e la coesione sociale. Queste affermazioni hanno portato all’apertura di indagini per identificare e perseguire i responsabili delle atrocità commesse. Ovviamente le indagini da parte delle autorità burkinabè, le rare volte in cui vengono fatte, si risolvono con un “Non è vero, sono stati i terroristi: abbiamo le prove ma non possiamo farvele vedere”.
Rapporto sulle operazioni militari e le conseguenze umanitarie in Burkina Faso: Aprile 2023
Intorno al 21 marzo, le forze di sicurezza burkinabè partecipanti all’Operazione Green Whirlwind 2 hanno raggiunto la provincia di Sourou, controllata dal JNIM (Jama’a Nusrat ul-Islam wa al-Muslimin) per almeno sette anni. Testimoni hanno descritto un’importante operazione che ha coinvolto centinaia di soldati e miliziani, droni, elicotteri e veicoli blindati. Molti residenti riferiscono di essere stati avvertiti dai loro cari e da combattenti del JNIM riguardo a questa operazione e si sono mostrati preoccupati per la propria sicurezza, soprattutto dopo aver appreso degli attacchi nella provincia di Banwa.
Un uomo etnico Mossi di 47 anni, proveniente da Gonon, ha dichiarato:
“Ho appreso da un parente residente a Bobo-Dioulasso che c’era stata una riunione in cui ufficiali maliani e burkinabè discutevano la pianificazione dell’operazione, come schierare le forze nella zona, come riconquistare il territorio… Avevamo anche sentito parlare di quanto accaduto a Solenzo, il che ha amplificato le nostre paure.”
Dal 21 marzo, post sui social media e testimoni hanno riportato che l’esercito e le VDP (Volontari della Difesa Patriotica) sono entrati in diversi villaggi e città, tra cui Di, Gonon, Gouran, Guiédougou, Lanfièra, Mara e Tiao, affermando di averli liberati dal JNIM. Un video pubblicato sui social il 22 marzo mostra persone festeggiare a Guiédougou. Tuttavia, i testimoni e i media segnalano che l’esercito si è rapidamente ritirato, lasciando i villaggi senza protezione, permettendo così al JNIM di tornare e vendicarsi contro i civili.
Un uomo di 49 anni di Tiao ha affermato:
“L’esercito è arrivato, ha fatto spettacolo… con motociclette, carri armati, elicotteri, e poi se ne è andato a Tougan. E poi i jihadisti sono tornati e hanno circondato il villaggio, uccidendo la gente. L’esercito ci ha abbandonati, lasciandoci in balia dei jihadisti.”
Feroci rappresaglie del JNIM a Gonon, Lanfièra, Mara e Tiao
In un video pubblicato sui social il 14 marzo, un uomo identificato come Ousmane Dicko, fratello di Jaffar Dicko, capo del JNIM in Burkina Faso, ha minacciato vendetta per le uccisioni di civili intorno a Solenzo.
Il 1° aprile, il JNIM ha attaccato Lanfièra, un villaggio principalmente abitato da Mossi, Bobo e Dafing, verso le ore 17. Due testimoni hanno riferito che i combattenti hanno iniziato a sparare, costringendo molti abitanti a fuggire. Sono poi andati di casa in casa prendendo tutti gli uomini rimasti.
Una donna di 36 anni di Lanfièra ha raccontato:
“Mio marito e suo fratello si erano nascosti in casa mentre io rimanevo davanti alla porta. Tre jihadisti mi hanno chiesto se c’erano uomini in casa. Ho risposto di no, ma proprio in quel momento mio marito è uscito seguito da suo fratello. I jihadisti li hanno portati a nord del villaggio. Questa è stata l’ultima volta che li ho visti.” La donna ha poi affermato che i combattenti le hanno ordinato di lasciare il villaggio e che, mentre stava per andare via, ha sentito diversi colpi di arma da fuoco.
Human Rights Watch ha esaminato una lista compilata da sopravvissuti con i nomi di almeno 13 civili uccisi dal JNIM a Lanfièra il 1° aprile, tutti uomini di età compresa tra 16 e 55 anni.
Il 5 aprile poi, il JNIM ha ucciso oltre 100 persone in tre attacchi coordinati nei villaggi di Gonon, Mara e Tiao, anche questi principalmente abitati da Mossi, Bobo e Dafing, vicino al confine con il Mali, e ha saccheggiato le case. Nove testimoni provenienti dai tre villaggi hanno riferito che centinaia di combattenti del JNIM, a cavallo di motociclette, sono entrati nei villaggi tra le 16 e le 18, sono andati di casa in casa, hanno radunato gli uomini in un luogo e poi hanno aperto il fuoco su di loro, uccidendoli.
Una donna di 30 anni di Tiao ha raccontato che era a casa con suo marito e suo padre quando due combattenti del JNIM sono apparsi:
“Hanno ordinato a mio marito di alzarsi e unirsi agli altri uomini davanti al centro medico. Hanno preso anche mio padre. Hanno ispezionato ogni casa e hanno radunato gli uomini. Alcune ore dopo, abbiamo iniziato a sentire i primi colpi di arma da fuoco. Poi il tiro è diventato più intenso. Hanno sparato per oltre due ore. Sono rimasta a casa piangendo, finché non ho più sentito alcun rumore… Uscendo, ho visto tutte le donne piangere, urlare e fuggire. Una di loro mi ha detto: ‘Tutti i nostri mariti sono stati massacrati. Devi andartene.’… Sulla mia strada, ho visto almeno sei corpi sparsi nel bosco.”
Le donne testimoni di questi eventi hanno evidenziato che gli attacchi rappresentavano una vendetta contro i maschi locali accusati di collaborare con l’esercito, incluso il fatto di essersi offerti volontari per unirsi alle VDP. Un uomo di 49 anni di Tiao ha dichiarato:
“L’esercito ci ha detto che aveva riconquistato la provincia di Sourou e che i terroristi erano stati tutti scacciati o neutralizzati… Ma noi, che avevamo vissuto con i jihadisti per sette anni, sapevamo che non era finita… Ma non potevamo contraddire l’esercito per paura di ritorsioni ed è per questo che alcuni uomini si sono offerti di collaborare e unirsi alle VDP. Sono state redatte delle liste.”
I rapporti online indicano che uomini della provincia di Sourou si erano registrati per unirsi alle fila dei VDP, e che tale lista fosse stata ottenuta dal JNIM, sebbene Human Rights Watch non possa confermare questa notizia.
Una donna di 60 anni di Tiao ha raccontato di aver trovato “almeno 70 corpi di uomini, incluso quello di mio figlio,” e di aver visto anche altri corpi “sparsi in tutto il villaggio.” I testimoni di Tiao hanno fornito un elenco con i nomi di 32 vittime, tutti uomini e ragazzi etnici Bobo e Mossi, di età compresa tra 15 e 50 anni. Hanno poi sottolineato che l’elenco era parziale e affermato che almeno 70 civili erano stati uccisi.
Il numero totale delle persone uccise dalle forze JNIM nei tre attacchi non è chiaro. I testimoni di Gonon hanno riferito di non aver visto i corpi di coloro che erano stati uccisi perché erano fuggiti dopo il massacro, ma stimano il numero delle vittime a oltre 70. Un uomo di Gonon ha detto:
“Nessuno può dirti con esattezza quante persone sono state uccise perché tutti sono fuggiti e non sappiamo chi ha seppellito i corpi. Alcuni dicono che lo abbia fatto l’esercito. Ciò che è certo è che molti sono stati massacrati a sangue freddo. La gente stima che il numero delle vittime superi le 70. Ogni famiglia ha contato quanti parenti ha perso. Tutti gli abitanti di Gonon sono fuggiti in Mali; nessuno è rimasto in Burkina Faso. Quindi, se fossero ancora vivi, lo sapremmo, li avremmo trovati qui.”
Un uomo di 45 anni di Mara, fuggito dal villaggio quando i combattenti del JNIM si sono avvicinati, ha riferito che i sopravvissuti all’attacco avevano successivamente raccontato che il JNIM aveva ucciso almeno 20 uomini.
I media internazionali e i post sui social hanno riportato che il bilancio delle vittime degli attacchi JNIM nella provincia di Sourou all’inizio di aprile potrebbe raggiungere le 200 unità.
Testimoni provenienti da Gonon, Lanfièra, Mara e Tiao hanno riferito che gli abitanti dei villaggi sono fuggiti dall’area per cercare rifugio nel vicino Mali. Una donna di 32 anni di Gonon ha detto: “Non c’è anima viva a Gonon ora. Siamo fuggiti tutti. Ho preso i miei due figli e mio padre, molto anziano e malato, li ho messi su una carriola e li ho spinti fino al confine… Ci siamo fermati in diversi villaggi maliani, ma ovunque andassimo i jihadisti ci ordinavano di andarcene. Abbiamo camminato per una settimana.”
“Non è rimasto nessuno. Le persone si sono disperse. Tutti i villaggi della valle di Sourou sono fuggiti”, ha detto un uomo di 49 anni di Tiao. “Il nostro villaggio è completamente vuoto; gli uomini sono stati uccisi e le case saccheggiate.”
“Tutto il villaggio è fuggito”, ha detto una donna Bobo di 34 anni di Mara. “Tutti hanno abbandonato Mara.”
Questa è l realtà del Burkina Faso oggi, al di là dei proclami di Ibrahim Traoré e del suo entourage, della propaganda filo governativa che viaggia su Facebook ed X ad opera di sedicenti analisti, esperti, attivisti, ecc. , ben protetti dalla censura governativa. Non c’è da meravigliarsi se le vittime di tali atrocità non si rivolgono alle autorità e non denunciano; per loro c’è soltanto la fuga.
Nota: l’articolo è stato scritto basandosi in gran parte su questa pagina: hrw.org/news/2025/05/12/burkin….
Fonti e approfondimenti:
avvenire.it/mondo/pagine/burki…, blitzquotidiano.it/cronaca/bur…, africa-express.info/2025/05/06…, altro
Su Youtube appaiono le prime crepe di Traoré, presidente golpista del Burkina Faso - Africa Express: notizie dal continente dimenticato
Africa ExPress ha un accordo con Africa Confidential, prestigiosa rivista edita a Londra dal 1960, e con il suo direttore Patrick Smith e pubblica di tanto in tanto i suoi articoli.Redazione Africa ExPress (Africa Express: notizie dal continente dimenticato)
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venerdì 23 maggio, andrea cortellessa e cetta petrollo ospiti di radiotre suite per parlare del premio di poesia elio pagliarani 2025
raiplaysound.it/programmi/radi…
Domani, venerdì 23 maggio, alle ore 20 circa, Cetta Petrollo e Andrea Cortellessa interverranno su RadioTre Suite per parlare, in dialogo con Renata Scognamiglio, della decima edizione del Premio nazionale di poesia Elio Pagliarani, e delle iniziative a questo legate. Iniziative e premiazione previste per il 25 maggio a Roma, al Palazzo delle Esposizioni (ingresso da via Milano).
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premionazionaleeliopagliarani.…
info:
https://slowforward.net/2025/05/20/25-maggio-giornata-pagliarani-e-schema-della-premiazione/
slowforward.net/2025/05/19/25-…
#AndreaCortellessa #audio #CettaPetrollo #dialogo #film #intervista #PalazzoDelleEsposizioni #poesia #premiazione #premioDiPoesia #PremioPagliarani #proiezione #Radio3Suite #RadioTre #RadioTreSuite #RaiRadioTre #RenataScognamiglio
Radio3 Suite | Rai Radio 3 | RaiPlay Sound
Protagonisti la musica, la cultura e lo spettacolo. Dal lunedì al venerdì il programma inizia con un panorama dei più interessanti appuntamenti della serata italiana con incursioni nei camerini di attori e musicisti che stanno per esibirsi.RaiPlaySound
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Buon anniversario, ESA! 50 anni di scienza ed esplorazione spaziale
edu.inaf.it/rubriche/risate-sp…
Astronauta in piscina
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Aggiornamenti (come minacciato)
Lo avevo detto, e lo faccio, devo rendere conto di tre eventi che mi riguardano e che non avevo ben spiegato prima:
♦︎ il 23 maggio, alla Scuola Civica Musicale Bruno Maderna di Verona, si terrà il concerto (sarebbe anche un saggio, ma mi pare riduttivo) delle mie allieve della Scuola, che hanno preparato quest’anno un intero corpus di canzoni da battello veneziane di primo Settecento, trascritte appositamente per loro – unitamente a una breve incursione nella musica napoletana dello stesso periodo. Secondo me merita 🙂ecco la locandina del concerto
♦︎ questo fine settimana, 24 e 25 maggio, sarò a Firenze con Chiara Magri di Teatro del Vento, per il Festival dei Bambini, e ne parlo qui
♦︎ martedì prossimo, 27 maggio, ritornano a Verona le arie veneziane di Antonio Buzzolla, per una rassegna laterale degli Amici della Musica di Verona, e ne parlo qui
Mi scuso per le eventuali ridondanze, ma poi mi capita sempre ‘Eh, ma non me l’avevi detto, eh’. Ecco 🙂
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oggi, 22 maggio: tano a san lorenzo
Parliamo con Tano del suo ultimo libro, non un libro di immagini sul ’77 ma il racconto di emozioni, di gioia e di disperazione, di intrighi e di liberazione, un racconto denso di amore per i protagonisti di quel Movimento tanto esecrato dai poteri di destra e di sinistra
facebook.com/events/s/tano-a-s…
#77 #foto #fotografia #INostriAnni #Milieu #movimenti #Movimento #Ringhera #SettantaMilieu #settantasette #TanoDAmico
Tano a San Lorenzo - presentazione del libro " I nostri anni "
Évènement à Rome, Latium par Ringhera le jeudi, mai 22 2025, avec 186 personnes intéressées et 32 participants.facebook.com
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Sora el pian de la laguna
Per il festival ‘Soli 2025 ‘ degli Amici della Musica di Verona, presentiamo una nuova versione del recital su musiche di Antonio Buzzolla, compositore ottocentesco di Adria rinomato per le sue arie da camera in veneziano, canto io come sempre accompagnato da Chiara Zocca, che mi segue paziente in queste evoluzioni.
Ne approfitto per un confronto con il suo amico Rossini (e un confronto con me medesimo, ad affrontare un repertorio così distante da quello che di solito canto).
Matteo Zenatti, tenore
Chiara Zocca, tastiera
Gaetano Miglioranzi letture
Musiche di A. Buzzolla e G. Rossini
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28 maggio, roma, villa lais: letture da “prima dell’oggetto”, di mg (déclic, 2025)
Mercoledì 28 maggio, alle ore 20:30
a Roma, Villa Lais (via G. Cagliero 20)
nel contesto della rassegna Villa Lais legge,
reading da
PRIMA DELL’OGGETTO
di Marco Giovenale
(déclic, 2025)
declicedizioni.it/prodotto/pri…
*
un estratto dal libro:
declicedizioni.it/wp-content/u…
#déclic #déclicEdizioni #MarcoGiovenale #PrimaDellOggetto #prosa #prosaBreve #ProsaInProsa #prose #proseBrevi #reading #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca #VillaLais #VillaLaisLegge
Carlo Sperduti
Marco Giovenale a Villa Lais Legge con 𝙋𝙧𝙞𝙢𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡'𝙤𝙜𝙜𝙚𝙩𝙩𝙤. Mercoledì 28 maggio alle 20:30.www.facebook.com
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La guerra e le false notizie – Marc Bloch
Una falsa notizia nasce sempre da rappresentazioni collettive che preesistono alla sua nascita; essa solo apparentemente è fortuita o, più precisamente, tutto ciò che in essa vi è di fortuito è l’incidente iniziale, assolutamente insignificante, che fa scattare il lavoro dell’immaginazione; ma questa messa in moto ha luogo soltanto perché le immaginazioni sono già preparate e in silenzioso fermento. Ad esempio, un avvenimento, una percezione inesatta che non andasse nella direzione verso cui già tendono le menti di tutti, potrebbe al massimo costituire l’origine di un errore individuale, ma non di una falsa notizia popolare e largamente diffusa. Se posso servirmi di un’espressione a cui i sociologi hanno spesso dato, a mio parere, un valore troppo metafisico, ma che è comodo e, dopo tutto, ricco di senso, la falsa notizia è lo specchio in cui «la coscienza collettiva» contempla i propri lineamenti.Le ragioni per cui la guerra è stata così feconda di false notizie sono per la maggior parte troppo evidenti perché valga la pena di insistervi. Non si sottolineerà mai abbastanza fino a che punto l’emozione e la fatica distruggano il senso critico.
Marc Bloch, Riflessioni di uno storico sulle false notizie nella guerra, in Id., La guerra e le false notizie: ricordi (1914-1915) e riflessioni (1921), Donzelli editore, Roma 2004, pp.103–104.
Ho ripreso la citazione pari pari da un post del canale telegram Russia e altre sciocchezze, era troppo ghiotta e interessante per lasciarla chiusa là dentro.
Segnalo solo, in aggiunta, che il libro è stato ripubblicato nel 2014 da Fazi editore.
#guerra #LaGuerraELeFalseNotizie #MarcBloch #Storia
Russia e altre sciocchezze
Una falsa notizia nasce sempre da rappresentazioni collettive che preesistono alla sua nascita; essa solo apparentemente è fortuita o, più precisamente, tutto ciò che in essa vi è di fortuito è l’incidente iniziale, assolutamente insignificante, che …Telegram
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Bambini & Cannoni
In occasione del festival Firenze dei Bambini (23-25 Maggio 2025), [color="#000000"]sarò in città, allo Spedale degli Innocenti, con Chiara Magri di [color="#993300"]Teatro del Vento, a cantare canzoni su testi di Gianni Rodari (e le musiche di Virgilio Savona), per accompagnare le letture di Chiara su testi di Mario Lodi e Gianni Rodari, a proposito di pace e guerra nel mondo. [/color][/color]
[color="#000000"]Terremo tre repliche:[/color]
24 MAGGIO – h15:00, h17:00
25 MAGGIO – h11:00
Teatro del Vento - Home
Teatro del Vento è una compagnia professionale diretta da Lando Francini e da Chiara Magri che da un terzo di secolo produce, circuita e organizza spettacoli inwww.teatrodelvento.it
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bologna, 28 maggio, ‘cobalto. rivista antologia’ @ modo infoshop
src: CulturaBologna
A Bologna, presso la libreria Modo Infoshop
(via Mascarella 247b)
mercoledì 28 maggio alle ore 18:00
presentazione di
COBALTO. RIVISTA ANTOLOGIA
PER LA DIFFUSIONE DELLA POESIA SPERIMENTALE
Mauro Bianchi, Gianni Curreli e John Gian. Parteciperanno con letture e performances anche alcune/i poete/i presenti nel n. Zero e verranno messe in mostra le 20 opere contenute in una delle copie realizzate.
Cobalto (autoproduzione, 2025)
Non pagine stampate, ma qualcosa di diverso, che va oltre la rivista stessa, un’espressione artistica collettiva senza l’intermediazione della “riproducibilità”, ma con l’unicità di un’opera viva, un contenitore per raccontare come la poesia possa esistere in un mondo dove appare superflua.
I tre curatori, Mauro Bianchi, Gianni Curreli e John Gian, che hanno una lunga esperienza nell’ambito della poesia, delle arti visive e dell’organizzazione di eventi internazionali, hanno proposto ad alcuni poeti e artisti visivi di realizzare a tema libero, in piccolo formato (cm. 15×15), una serie di opere numerate e firmate.
Le opere raccolte in una scatola, realizzata a mano ad hoc e numerata, vanno a formare ii numero Zero di questa “rivista” unica e originale.
Il n. Zero in particolare è dedicato al poeta veneziano Francesco “Chicco” Giusti che ha realizzato quest’ultimo lavoro prima di lasciarci.
Hanno scritto in Cobalto Zero:
Mónica Caldeiro (Spagna), Mara Cini (Italia), Philippe Constantin (Svizzera), Gianni Curreli (Italia), Rita Degli Esposti (Italia), Frankie Fancello (Italia), Heike Fiedler (Svizzera), John Gian (Italia), Francesco Giusti (Italia), Coco Gordon (U.S.A.), A.C. Hello (Francia), Louise Landes-Levi (U.S.A), Jean Monod (Francia), Paolo Mazzuchelli – PAM (Svizzera), Simon Pettet (Gran Bretagna), Esther Roth (Svizzera), Alessandro Seu (Italia), Pierre Thoma (Svizzera), Caroline Tricotelle (Francia) e Pasquale Verdicchio (Canada).
#ACHello #AlessandroSeu #art #arte #Bologna #CarolineTricotelle #ChiccoGiusti #Cobalto #CocoGordon #EstherRoth #FrancescoChiccoGiusti #FrancescoGiusti #FrankieFancello #GianniCurreli #HeikeFiedler #JeanMonod #JohnGian #LouiseLandesLevi #MaraCini #materialiVerbovisivi #MauroBianchi #MónicaCaldeiro #ModoInfoshop #PaoloMazzuchelliPAM #PasqualeVerdicchio #PhilippeConstantin #PierreThoma #poesiaSperimentale #poesiaVisiva #RitaDegliEsposti #SimonPettet #sperimentazione #vispo
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situazione al 21 maggio 2025. in termini giuridici (ma anche in qualsiasi altro senso), quello contro i palestinesi è genocidio.
FORTE AUMENTO DEI DECESSI PER FAME: IN APPENA 24 ORE, 26 PALESTINESI A GAZA SONO MORTI PER DENUTRIZIONE E MANCANZA DI CURE MEDICHE
Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 21 maggio 2025
Territorio Palestinese – I decessi tra anziani, bambini e malati nella Striscia di Gaza sono aumentati in modo allarmante a causa della denutrizione, della malnutrizione e della mancanza di cure mediche, in condizioni di vita create da Israele per esaurire la popolazione palestinese.
Queste condizioni includono la fame intenzionale, sofferenze estreme e la privazione sistematica dell’assistenza sanitaria, insieme a un blocco totale: tutto ciò fa parte di una Campagna di Genocidio in corso che è ormai entrata nel suo 19° mese consecutivo.
L’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato la morte di 26 palestinesi, tra cui nove bambini, in sole 24 ore. Queste morti sono il risultato di una deliberata politica israeliana che usa la fame e la negazione delle cure come armi per uccidere i civili palestinesi. L’inasprimento del blocco, in vigore dal 2 marzo, colpisce in modo sproporzionato i più vulnerabili e trasforma la catastrofe umanitaria provocata da Israele in uno Strumento di Sterminio.
C’è stato un aumento significativo dei decessi tra anziani, bambini e pazienti cronici a causa della denutrizione e del collasso dei servizi sanitari nella Striscia di Gaza. Israele ha metodicamente smantellato il sistema sanitario della Striscia attraverso una combinazione di assedio e attacchi diretti, costringendo ospedali come l’Ospedale Europeo di Gaza, a Sud, e l’Ospedale Indonesiano, a Nord, a chiudere completamente. Tutte le strutture mediche rimanenti sono a malapena operative.
L’assenza di un sistema efficace all’interno del Ministero della Sanità di Gaza per monitorare questi decessi significa che molti sono ufficialmente registrati come dovuti a “cause naturali”, nonostante siano direttamente causati da politiche deliberate di Carestia e dal collasso sistematico del sistema sanitario. La chiara prassi israeliana di Uccisioni intenzionali è proibita dal Diritto Internazionale Umanitario e penale.
Il personale sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha raccolto testimonianze strazianti di anziani sfollati forzatamente, mentre morivano di fame, in seguito agli ordini di evacuazione israeliani. “Vivo in una tenda vicino alla mia casa distrutta ad Abasan al-Kabira, a Est di Khan Younis”, ha detto Abdel Salam Qudeih, 76 anni. “L’esercito ha pubblicato una mappa che ci ordinava di evacuare. Non potevo portare nulla. Ho camminato per tre ore senza mangiare per un giorno intero, finché non sono arrivato ad Al-Mawasi in cattive condizioni di salute. Non potevo nemmeno procurarmi le medicine per la mia malattia cronica”.
L’artista Samir al-Kabariti, un uomo anziano del quartiere Shuja’iyya di Gaza, è stato visto piangere mentre fuggiva su una sedia a rotelle. “Non mangio da due o tre giorni”, ha detto. “Voglio solo un pezzo di pane”.
Widad al-Sumairi di 73 anni è fuggita da Al-Qarara, a Nord-Est di Khan Younis, con la famiglia di suo figlio, percorrendo a piedi diversi chilometri senza portare nulla con sé. “Non abbiamo più cibo”, ha detto. “Per giorni abbiamo mangiato solo un piccolo pasto. I bambini sono disidratati. Lo sfollamento ha peggiorato le nostre sofferenze. Perché stiamo morendo di fame e veniamo sfollati continuamente? Qualcuno, per favore, ci aiuti”.
Non ci sono prove tangibili degli aiuti che Israele afferma di aver permesso. Il primo giorno, solo cinque camion sarebbero entrati. Non è ancora chiaro se i camion, carichi solo di integratori alimentari e sudari, abbiano raggiunto la Striscia di Gaza o se siano ancora bloccati al Valico di Kerem Shalom. Secondo le Nazioni Unite, il carico di aiuti è “una goccia nell’oceano” di ciò che è necessario per soddisfare i bisogni quotidiani urgenti della popolazione.
La situazione è aggravata dai continui bombardamenti israeliani, che distruggono case, rifugi e scarse scorte alimentari ogni volta che le persone vengono costrette a sfollare. Pertanto, le famiglie non solo fuggono dai bombardamenti, ma devono affrontare la minaccia della fame a ogni nuovo sfollamento.
Gli atti sopra menzionati rappresentano alcuni dei Crimini più gravi ai sensi dello Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale, che classifica l'”Omicidio intenzionale” come il causare la morte attraverso mezzi come la fame e la negazione di cure mediche. Questi atti possono essere considerati Crimini di Guerra e Crimini contro l’Umanità quando commessi nell’ambito di un attacco diffuso o sistematico contro i civili, il che descrive chiaramente le azioni di Israele nella Striscia di Gaza.
Le azioni di Israele soddisfano anche i criteri legali per il Genocidio, tra cui l’uccisione e l’inflizione di gravi danni fisici o mentali ai membri di un gruppo protetto e l’imposizione deliberata di condizioni di vita volte a provocare la distruzione fisica del gruppo, in tutto o in parte.
Questo Genocidio infuria da oltre 19 mesi, con Israele che prende apertamente di mira la popolazione civile della Striscia di Gaza. La crisi umanitaria nell’enclave assediata ha ormai raggiunto livelli catastrofici. La fame attualmente colpisce non solo i più vulnerabili, ma ogni segmento della società, in un contesto di collasso quasi totale dei servizi essenziali e di assenza di beni di prima necessità come cibo, assistenza sanitaria e alloggio.
L’illegale blocco israeliano, che esisteva prima dell’inizio del Genocidio nell’ottobre 2023 ma che è peggiorato da allora, insieme alle sistematiche restrizioni agli aiuti umanitari e alla deliberata distruzione del sistema sanitario della Striscia di Gaza, in particolare negli ultimi 70 giorni, ha causato una distruzione irreversibile. La popolazione della Striscia, di oltre due milioni di persone, deve affrontare diffuse conseguenze sanitarie.
L’attuale meccanismo proposto da Israele e Stati Uniti per gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza non è altro che una nuova manovra progettata per prolungare l’attuale e illegale blocco. Cerca di riconfezionare il Crimine della fame utilizzando un fuorviante quadro cosiddetto “umanitario”, legittimando così falsamente il continuo uso della Fame come Arma di Genocidio.
Tutti gli Stati, individualmente e collettivamente, devono assumersi le proprie responsabilità legali e agire con urgenza per porre fine al Genocidio. Ciò include l’adozione di tutte le misure efficaci per proteggere i civili palestinesi e la revoca immediata del blocco illegale sulla Striscia di Gaza, l’unica via percorribile per fermare il peggioramento della crisi umanitaria e garantire l’ingresso senza ostacoli di aiuti salvavita.
Ogni ulteriore ritardo nella revoca dell’assedio costituisce una continuazione di gravi violazioni del Diritto Internazionale Umanitario, aggravandone le conseguenze catastrofiche e incontrollabili. Finché la comunità internazionale non costringerà Israele e i suoi alleati più potenti a cambiare rotta, gli oltre due milioni di civili nella Striscia di Gaza saranno tenuti in ostaggio: affamati, assetati e privati delle cure mediche, in palese violazione dei loro diritti fondamentali alla Vita e alla Dignità.
La comunità internazionale deve imporre sanzioni economiche, diplomatiche e militari a Israele e ai suoi più stretti alleati per le suddette sistematiche e gravi violazioni del Diritto Internazionale. Queste sanzioni includono un embargo totale sulle armi, incluso il divieto di esportazione, di beni a duplice uso e di cooperazione militare; la sospensione di ogni forma di sostegno politico, finanziario e militare; il congelamento dei beni dei funzionari israeliani implicati in Crimini contro i palestinesi; l’imposizione di divieti di viaggio a tutti i responsabili; e la sospensione dei privilegi commerciali e degli accordi bilaterali che forniscono a Israele vantaggi economici che ne consentono la prosecuzione dei Crimini.
Inoltre, la Corte Penale Internazionale deve accelerare le sue indagini ed emettere mandati di arresto per ogni funzionario israeliano coinvolto in Crimini internazionali commessi nella Striscia di Gaza. Questi Crimini devono essere formalmente riconosciuti e trattati come Atti di Genocidio. Si ricorda agli Stati Parte dello Statuto di Roma il loro obbligo giuridico di cooperare pienamente con la Corte, garantire l’esecuzione dei mandati d’arresto e assicurare alla giustizia i responsabili, ovvero porre fine alla loro continua impunità.
La comunità internazionale deve adempiere immediatamente ai propri obblighi legali e morali affrontando la causa principale della sofferenza e dell’oppressione del popolo palestinese, che persiste da 77 anni: il Regime di Apartheid imposto ai palestinesi dall’Impresa Coloniale israeliana. Per garantire il diritto dei palestinesi alla libertà, alla dignità e all’autodeterminazione secondo il Diritto Internazionale, la comunità internazionale deve agire per porre fine all’Occupazione illegale di Israele.
Israele deve essere costretto a revocare il suo blocco illegale sulla Striscia di Gaza, tutti gli autori di Crimini commessi contro i palestinesi nella Striscia devono essere ritenuti responsabili e giustizia e riparazione devono essere garantite alle vittime palestinesi.
Traduzione: La Zona Grigia
Fonte: euromedmonitor.org/en/article/…
Traduzione italiana in: facebook.com/share/18s2w8tUqZ/
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Sharp rise in deaths: In just 24 hours, 26 Palestinians in Gaza have died due to starvation, lack of medical care
Deaths among the elderly, children, and the sick in the Gaza Strip have increased alarmingly due to starvationEuro-Med Human Rights Monitor
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neofascismo nelle istituzioni e altrove
sui disastri e il neofascismo del governo, basta cliccare qui per farsi un fegato di considerevoli dimensioni: t.ly/BXciY
anche se basterebbero pochi video per deprimersi…
tpo questi:
youtu.be/oPQC3gycOyU?si=tkmTyo…
youtu.be/H1tmm04QlhA?si=Xak91n…
youtu.be/JaWlbi9KlBQ?si=2iGc0G…
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bussanza stranitica con AMELI dei bugghetti
Stamattina a sorpresa (perché normalmente non mi sposto a quell’ora bella comoda, sob sigh) mi è apparsa una nuova occasione per documentare le parti pazze degli autobus della SITA… meno intrigante di altre volte, si, ma comunque non da ignorare, se come in questo caso mi cade l’occhio. Stavolta è sullo schermone (quello di dietro, ma penso che quello davanti fosse uguale), che nulla mi avrebbe detto di diverso se non fosse stato per una singola linea… “Nessuna connessioni“. Nessune connessioni… nessuna connessione… nessuna connessioni. 🦧
Ripensandoci, non è la prima volta che vedo questa stringa scassata… sarà capitato almeno 1 altra volta, ma o me ne dimenticai o non feci in tempo a fare una foto. Beh, praticamente sembra che a volte (non molte eh), quando dovrebbe mostrare l’elenco delle fermate, mostri invece questo errore; forse l’antenna 4G dell’autobus farà così schifo che perde il segnale, o forse la SITA usa l’operatore peggiore d’Italia (non dirò chi è) perché a me il telefono invece prende sempre. Ma comunque, questa non è affatto l’unica cosa rotta presente in una sola foto (e, di nuovo, non la prima volta che noto)… 👁️🗨️
Nulla di talmente straordinario da meritarsi dei post dedicati, ma questi altri piccoli spaccamenti sono comunque incredibili. A parte l’orario completamente sballato — tipo 7 ore e tre quarti in avanti! — e quel quadrato in alto a sinistra che segna sempre, sempre -1
— e non so cosa dovrebbe indicare, ma dati i presupposti scommetto che è un valore sentinella mostrato al posto di un valore reale non presente, un codice di errore — aiuto, che brutta fine le lettere accentate! Qui si vede, la “à
” di università è stata sostituita da un “?
“, perché evidentemente qualcosa è andato storto nella codifica del testo… mentre, quando la lista delle tappe riesce a caricare, lì si ammira “à
” diventare “a`
“, che ha ancora meno senso e francamente quindi avrei paura anche solo a leggere il codice che gira su questi aggeggi e li fa funzionare così male… Ordinario trasporto pubblico, insomma. 👄
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24 maggio, a napoli: per ‘downstream – poesia e prosa’, june scialpi e “retriever” alla libreria ubik
Il terzo appuntamento di Downstream si tiene sabato 24 maggio, alle ore 18 alla Ubik di via Benedetto Croce, Napoli.
Con June Scialpi e il suo Retriever (Tic Edizioni 2025), in dialogo con Valeria Rocco e Giulia Scuro e con la regia di Giorgia Esposito.
Downstream presso Libreria Ubik Napoli ancora con Tic Edizioni e le locandine e molto altro di Michele Zaffarano.
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Retriever - June Scialpi
Si può ben sostenere che il cane è il migliore amico di quella speciale sezione delle letterature minori che è la scrittura di ricerca.Tic
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