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E' tutto molto fragile. [Breve considerazione sulla tregua a Gaza.]


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E' tutto molto fragile.


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CF)

[Poche considerazioni sulla tregua in Palestina.]

Il ministro di estrema destra #BezalelSmotrich afferma che approverà l'accordo sul cessate il fuoco a #Gaza e rimarrà al governo solo se #Netanyahu prometterà di “...riprendere i combattimenti per distruggere Hamas dopo la prima fase dell'intesa.” La tregua appena firmata vacilla sotto le voci di un di disallineamento su alcuni punti da parte di Hamas e, nel contempo, da dichiarazioni come questa. Netanyahu mantiene alta la tensione dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, che tutto questo è una concessione benevola alla #Palestina: in questi quindici mesi ha dimostrato, con azioni feroci e senza pietà, qual è il potenziale dell'IDF. La linea tracciata per il 19 Gennaio viene ancora superata dai continui bombardamenti su ciò che resta di Gaza e su #Jenin, in un delirio di onnipotenza bellica che rare volte si è visto negli ultimi anni. Come sempre, la popolazione inerme, stremata, affamata, umiliata da centinaia di giorni di massacri ed illusioni non sembra meritare di essere salvata. Se la tregua reggerà, la speranza di tutte le persone che hanno ancora un briciolo di umanità è quella che i 600 camion giornalieri di aiuti divengano anche di più. Però sappiamo che i governi occidentali, con pochissime eccezioni, non guardano a Gaza come a un obiettivo umanitario prioritario. Il fatto stesso che il 28 Gennaio Israele potrebbe rendere “UNWRA” un nemico ufficiale dello Stato dovrebbe restituire il senso di abbandono verso questa terra che nessuno si è premurato di contrastare. Questa “guerra”, in cui c'è un solo esercito e che ha mietuto decine di migliaia di vittime innocenti (sì, lo sono: non possono essere tutti terroristi) è un altro specchio di legno per le coscienze dell'Occidente. Gli #USA hanno tergiversato, concedendo, come sempre, un appoggio molto militare a #Israele, sempre nel nome di una democrazia come la loro, di invasione e sopraffazione. Trump inizia il suo mandato vantandosi di questo “successo” nella sua solita maniera, ovvero quella di un uomo rozzo ed arrogante, che dice chiaramente che il domani a Gaza sarà sotto il controllo armato di Israele. Con loro anche il Libano e chissà cosa altro. L' Europa, fiera di se stessa solo sotto le bandiere delle riunioni a Bruxelles, continua con la sua ignavia, per dire poco. In realtà non ha mai preso posizione contro il massacro dei Palestinesi, rifiutando di crescere come unione, solo per non disturbare la narrazione zeppa di retorica e pietismo di uno Stato che ha sacrificato milioni di vite sotto la peggiore dittatura della storia. Lo stesso stato che, ora, di fronte ad un mondo volutamente distaccato sta perpetrando una altra ecatombe, come se non avesse imparato nulla.

Ad oggi qui siamo, perennemente indecisi moralmente, sicuramente colpevoli di non aver fatto abbastanza affinché non ci fosse il 7 Ottobre e il suo disastroso seguito. Un “Cessate il fuoco” non basta, a questa gente che ha visto distruggere, decenni fa, la sua indipendenza. E non basterà allo sato di Israele, che sta scivolando verso una spaccatura interna che nessun premier, tantomeno Netanyahu, potrà bloccare.

Ci affidiamo, al solito, alla speranza di un buon senso che è scomparso ormai da molto negli avvenimenti del Medioriente. E' tutto quello che abbiamo, adesso.

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