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Niente vie di fuga.


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Niente vie di fuga (ma non è vero.)


(157)

(uvdf)

Ingabbiati. E ci stiamo volentieri, là dentro. Internet non è un luogo libero, per come viene vissuto, attualmente, dalla maggioranza delle persone. Meglio. Per come si vivono i #socialmedia adesso (il loro futuro resta meravigliosamente confuso). E' dove si scava maggiormente per stare male e le notizie più veicolate sono quelle tragiche. Si cerca ossessivamente ciò che chi fa paura.

E' nella nostra natura (soprattutto di italiani, io penso) perpetrare l'infelicità, cercare di soddisfare un potentissimo desiderio di abbracciare la morte, le guerre, le disgrazie altrui. E' stato così dall'alba dei tempi, dalle cronache sui papiri o scolpite sulle epigrafi tombali. Niente di più, ma in continuo: un cerchio infinito di disgrazie che si esaltano nella ripetizione dei post, degli articoli, delle immagini.

Tutti contribuiamo, anche perchè così facendo è molto meno arduo che pensare ad altro, di più impegnativo, ma con meno “soddisfazione.” Partendo dall'assioma che la felicità non esiste, pare che il mondo ci stia dicendo che è proprio così. Non riusciamo nemmeno più a ritagliare un paio d'ore in cui non siamo affranti per accadimenti che lo meritano, ma su cui non abbiamo il benchè minimo potere di cambiamento.

Sì, davvero tutto umano, umanissimo. L'unico risultato è non avere che spiragli bui di fuga. Beninteso, ognuno ha la sua strada, il suo discernimento “...puro, cristallino” (cit.) Non faccio la morale. Per quella bisogna essere laureati o avere un paio di milioni di “followers”. Accetto un mondo cambiato, ma che non riusciamo più a migliorare.

La cosa è tristissima, piuttosto sfiancante e molto impegnativa, a tutti i livelli. In fondo ci si abitua tutto, in questo mondo sempre più piccolo, caldo e brutto. Evviva. Possiamo andare avanti come se il futuro fosse una cosa infinita. Proprio senza termine, come il nostro impegno ad essere tristi e incazzati.

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Tutte le opinioni qui riportate sono da considerarsi personali. Per eventuali problemi riscontrati con i testi, si prega di scrivere a: corubomatt@gmail.com




Fate un po' come vi pare.


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Fate un po' come vi pare.


(156)

(Europee)

“La differenza tra una democrazia e una dittatura è che in una democrazia prima voti e poi prendi gli ordini; in una dittatura non devi perdere tempo a votare.” (Charles Bukowski)

E chi se ne fotte, se a votare non ci andate? E chi se ne sbatte se c'è una scusa per fare una cosa e mille per non farla? Ma chi se ne frega delle guerre nel mondo o di chi non ha né pranzo né cena? L' evoluzione ci ha dotati del “libero arbitrio”, anche se nessuno, soprattutto a scuola, non ci spiega che cosa sia e quanto è importante.

Nessuno mi paga (ad una certa età si mercenari su tante cose, sappiatelo) per convincere nemmeno un ubriacone a bere di più. Che le #ElezioniEuropee siano la scusa perfetta per tornare a togliere la polvere dall'ombelico che guardiamo ogni giorno e che si chiama #Italia è certo. E non mi pagano nemmeno per ascoltare tutti i difetti della #UE, tutte le notizie che ci vogliono fare guerra a destra ed a manca o quelle sull'immobilità nei confronti della #Palestina (tanto a leccare i piedi ad #Israele siamo maestri.)

So, come sanno tutti, Tutti sappiamo tutto (a parte tacere). So che io farò come sempre e me ne vado a fare due passi fino al seggio. Per mettere una, due o tre “X” non ci vuole un genio. Perciò ce la posso fare. Poi caffettino in qualche bar carino, che le anime belle che scrivono sui Blog fanno così. Quei segni andranno a favore di chi mi pare. Come ho già scritto (non siete stati attenti, nel passato, lo so) senza più alcuna bandiera, né tessera, né -tantomeno- qualcuno che mi fa sentire in colpa per questo o quel difettino che si ha in politica.

Se vi sembra l'enunciazione dell' “Edonismo Reaganiano” che fu (l'età di cui sopra fa scherzi) e della rinuncia per pigrizia, vi sbagliate, ma pure de brutto. E' una cosa molto più semplice. E' continuare nell'illusione di pensare un po' per i fatti miei. Stessi fatti che mi tengo, con manicale ossessione, per me e i miei cari. Quelli sono importanti. Altri molto meno, a questo livello, non umanamente.

Quella mezz'oretta, Sabato, la dedico a chi farà lo stesso. Agli altri auguro un fine settimana di sole e caldo, al mare o in montagna. Vorrei raccomandare, quando vi troverete intruppati sulla battigia o su qualche sentiero ormai circondato di immondizia, di ridere nei confronti di chi ancora crede in certe cose. Fatelo con gusto. Però io in coda non starò e sorriderò lo stesso. In faccia a un sacco di gente.

#ElezioniEuropee2024 #Opinioni #Blog

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Lo stupore inutile.


Lo stupore inutile di chi non ha capito che odio, stupidità ed ignoranza sono il "pane" dei #socialmedia.
Dal #Blog.

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L' inutile stupore.


(155)

(IS)

C'è da avere una certa tenerezza nei confronti di chi, con inutile (e falso), stupore, ad ogni fatto di cronaca -brutto, bello, inventato- si lagna degli odiatori sui #socialmedia. Un po' come quelli che si definiscono tifosi, per i quali una squadra è “ragione di vita”: così importante da renderli dei perfetti imbecilli, in un campo dove anche gli imbecilli veri sono realmente degli idioti.

Che, poi, bisognerebbe essere più sottili. Un conto sono quelli che sanno tutto e dispensano pillolone di saggezza che farebbero vergognare chiunque fosse almeno vicino alla soglia minima per poterlo definire intelligente. Un altro sono coloro che continuano a vivere Internet come la loro vera esistenza: uno schifo senza vie d'uscita. E ci sono altri, tanti profili di disagiati che cercano solo un pollice o un cuore in più per svoltare le loro meste giornate.

Il pulpito da cui scrivo è oscurato da tutta una serie di evidenti falli sulla riga: la battuta è quella di uno che ha sbagliato come e molto più di altri. Come nei filmetti degli anni '50, dove tutti erano poveracci, ma bellissimi, la mia redenzione passa attraverso la porta della consapevolezza. Indotta, per quieto vivere, ma sincera perchè il tempo perso è davvero troppo. Se tutto resta, sulla rete, siamo comunque spacciati. Tutti.

Perciò combattere l'odio con e la stupidità con la banalità non è 'sto gran servizio. Si perpetra un'idea di se stessi bianco latte, ma piena di magagne egualmente. Si potrà essere adulati per tre o quattro ore, ma la sostanza non verrà spostata di un commento uno. La guerra è stata persa molto tempo fa, milioni di cazzate or sono. Vale la pena sottolineare che “ambiente tossico” sembra l'unica definizione azzeccata di “X”, “Facebook” e altre menate.

(Mask)

Il declino di tutto questo si compie adesso, e continuerà fino all'esaurimento non dell'idiozia -che si rinnova in automatico-, ma del mezzo in sè. Non sarà domani, ne dopodomani e nemmeno tra cento anni. Arriverà e basta. La gente se ne ricorderà come una cloaca pensata apposta per fare soldi e creare malessere, dove continuiamo a sguazzare. Insieme a quegli illusi che pensano di essere quelli che non si sporcano.

#Blog #Haters #Internet #Rete #Opinioni

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in reply to Daniele Mattioli

uno stupore da cui non nasce poesia, ma solo tanta voglia di menare le mani...












La responsabilità di tutti.


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