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PMA per tutte: a Roma un talk con Francesca Re sul femtech e i diritti delle donne


Francesca Re partecipa a Tech4Fem Advance con un talk sulla PMA per tutte
07 Maggio 2025 – 14.30

A maggio si terrà Tech4Fem Advance, una giornata interamente dedicata all’innovazione nel campo del FemTeche alla promozione della salute delle donne.

L’appuntamento è per mercoledì 7 maggio alla Casa delle Tecnologie Emergenti di Roma, presso Piazzale della Stazione Tiburtina.


Alle ore 14.30 è previsto il talk:“PMA per tutte” con l’avv. Francesca Re, Consigliera Generale Associazione Luca Coscioni APS.

L’art. 5 della legge 40/2004 vieta l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle persone singole e alle coppie dello stesso sesso.
Questo divieto è ingiusto, discriminatorio e contrario ai principi costituzionali.
Il FemTech aiuta le donne a prendersi cura della loro salute riproduttiva, così come della maternità e della genitorialità.
Come si unisce il FemTech alla difesa dei diritti delle donne?


L’evento è patrocinato da Roma Capitale – Assessorato alle Attività Produttive e alle Pari Opportunità, da Fondazione Onda ETS, e promosso con il supporto di Pazzi Fuori, Ensemble e Sanidays.

Per partecipare è possibile registrarsi tramite il sito:
👉 www.tech4fem.it

L'articolo PMA per tutte: a Roma un talk con Francesca Re sul femtech e i diritti delle donne proviene da Associazione Luca Coscioni.


Paesi Bassi: La relazione per l’anno 2024 delle Commissioni Regionali di Controllo Euthanasia (l’RTE).


Secondo quanto stabilito nell’articolo 17 della legge del 2001 sul controllo dell’interruzione della vita su richiesta e del suicidio assistito (in seguito la Legge), il 24 marzo scorso è stata pubblicata la relazione delle Commissioni Regionali di Controllo AaM (in seguito RTE) per l’anno 2024¹.

Introduzione


Contrariamente a quanto pubblicato sovente dai media, l’assistenza a morire era di fatto legalizzata in seguito ad alcune sentenze della Corte costituzionale e dei tribunali minori già dal 1985, poiché il medico avrebbe potuto applicare l’AaM e l’assistenza al suicidio senza incorrere in sanzioni penali, seguendo i rigidi requisiti di accuratezza indicati nelle sentenze. A quei tempi, le segnalazioni, tramite il patologo comunale, erano inviate al Pubblico Ministero. Nel 1998 è stata costituita l’RTE, che poi si è occupata del controllo.

Seguendo la raccomandazione della World Federation Right to Die Societies, in seguito è utilizzata la terminologia “Assistenza a Morire”, abbreviata AaM, riguardo l’AaM e l’assistenza al suicidio.

➡ Ulteriore aumento delle segnalazioni


Il numero di casi segnalati di AaM nel 2024 – 9.958 (nel 2023 erano 9.068) – è aumentato del 10% rispetto all’anno precedente (nel 2023 la crescita era il 4%). Significa anche un incremento in rapporto con i decessi: 172.049² del 2024 contro i 169.363 del 2023. In termini percentuali significa, i deceduti a seguito di AaM sono stati il 5,8% del totale (nel 2023 erano stati il 5,4%, mentre nel 2022 erano stati il 5,1%).

Questa tendenza all’incremento è visibile su un periodo più lungo, sia in termini assoluti che in relazione al tasso di mortalità. Quest’ultimo dato è più rappresentativo: basandosi solo sui dati assoluti si potrebbe giungere a conclusioni errate. Partendo dal 2001, l’anno primo dell’entrata in vigore della legge, i casi segnalati erano 3.800, saliti in 23 anni a 9.958, un incremento medio di 268 casi all’anno, mentre i decessi sono aumentati da 140.377 nel 2001 a 172.049 nel 2024.

➡ Un’attenta applicazione dell’Assistenza a Morire


Per 6 casi, ossia lo 0,06% del totale, (nel 2023 erano stati 5 i casi, ossia 0,05% del totale) delle segnalazioni giudicate nell’ultimo anno – l’RTE ha deciso che il medico non ha agito in conformità ai requisiti di accuratezza, come stabiliti dalla Legge, durante l’applicazione dell’AaM. Questa percentuale è inferiore rispetto agli anni precedenti e rimane così bassa che, senza dubbio, si può trarre la conclusione che la pratica olandese dell’AaM è molto accurata. Ciò significa che i medici, nella stragrande maggioranza, agiscono con prudenza.

Per illustrare la pratica dell’applicazione della Legge, la relazione annuale contiene dieci pareri resi anonimi che concludono che i requisiti di accuratezza sono stati soddisfatti¹. Alla fine, osserva la RTE, detti – pochi – giudizi negativi avrebbero potuto essere evitati se il Codice Euthanasia 2022³ fosse stato seguito correttamente dai medici. Non risulta che l’RTE abbia deferito i medici all’Ispezione della Sanità e/o al Pubblico Ministero.

➡ Segnalazioni nel corso dei 21 anni


Il 2023 è stato il ventunesimo anno dopo l’entrata in vigore della Legge sul controllo dell’interruzione della vita su richiesta e del suicidio assistito (la Legge)¹², che ha legalizzato l’AaM e l’assistenza nei Paesi Bassi. L’RTE controlla ogni segnalazione di AaM rispetto ai requisiti stabiliti nella Legge.

In questi ventun anni, 110.571 segnalazioni di AaM sono state giudicate dall’RTE. Di queste, solo 138 (lo 0,14%) non soddisfacevano i criteri di accuratezza. La grande maggioranza dei giudizi non conformi è stata archiviata e solo in alcuni casi – da contare sulle dita di una mano – portati davanti al giudice, si è arrivati al processo, sempre con l’assoluzione del medico. I medici denunciati sono stati assolti.

➡ Il dibattito sociale


Anche il dibattito sociale e politico sull’AaM è continuato nel 2024. I principali argomenti sono:

  • l’AaM per anziani relativamente sani che soffrono della stanchezza di vivere. Nel 2023 una proposta di legge in tal senso è stata presentata alla Camera dei deputati⁴. Si tratta della riformulazione della proposta del 2020 e ha recepito le osservazioni del Consiglio di Stato. Fino ad oggi, la proposta non è stata ancora calendarizzata.
  • Nel settembre 2022 la Cooperativa Ultima Volontà (la CLW), promotrice di un prodotto chimico letale per chi considera la sua vita compiuta senza soffrire di una malattia infausta, ha intentato una causa contro lo Stato olandese, sostenendo che il divieto della distribuzione e il possesso di tale prodotto leda al diritto di autodeterminazione. Nella sentenza del febbraio 2023, il Tribunale dell’Aia ha sentenziato che lo Stato può porre dei limiti all’autodeterminazione. Il 5 giugno 2024, due membri del Consiglio della CLW sono stati condannati a una pena condizionale per avere fornito informazioni su detto prodotto. Il giudizio ha stabilito che detto atto è da considerare come istigazione al suicidio, vietata dalle leggi in vigore. Una ricerca dell’ASL di Amsterdam e della Suicide Prevention Foundation del 2023 mostra che, dal 2015, almeno 172 persone nei Paesi Bassi sono morte dopo aver usato il prodotto. L’età media è di 59 anni, secondo lo studio, che ha anche rilevato che il numero di persone morte a causa del farmaco è aumentato di anno in anno tra il 2017 e il 2021. Sin dall’emergere del prodotto suicida, ci sono stati dubbi sul fatto che il suo uso porti davvero a una morte dignitosa. Il Ministro della Salute ha osservato che l’uso del prodotto può portare a “gravi effetti collaterali”, come mancanza di respiro o convulsioni. Potrebbero anche volerci 40 ore prima che qualcuno muoia.
  • Dal 1° febbraio 2024, l’AaM di minori tra 1 e 11 anni è legale, seguendo l’esempio del Belgio. Detta legalizzazione non è stata inserita nella Legge, ma il Ministero della Sanità ha preferito estendere il Regolamento sull’Interruzione Tardiva e il Fine-vita di Neonati (LZA/LP). Sono previsti rigorosi criteri di accuratezza e il controllo delle segnalazioni obbligatorie dei medici, affinché detti criteri siano rispettati, è demandato alla Commissione Centrale di Esperti LZA/LP per il controllo dell’operato dei medici⁵.

L’RTE non interferisce in questi dibattiti.

Nel 2022 è stata prestata molta attenzione all’aggiornamento dell’Euthanasie Code 2018, che ha portato alla pubblicazione dell’Euthanasie Code 2022³. L’integrazione più significativa riguarda l’AaM nel caso di un malato incosciente che ha espresso la sua volontà sul fine vita in una dichiarazione quando era ancora in grado di intendere e volere. Il Codice indica chiaramente gli standard di valutazione generali utilizzati dall’RTE sulla base delle segnalazioni già giudicate. Il Codice crea chiarezza sull’applicazione dei criteri di accuratezza ed è quindi di grande importanza per il medico esecutivo.

Il Codice non è l’unico standard per il medico che applica l’AaM. Nel 2021 è stata pubblicata la nuova linea guida KNMG/KNMP (Ordini olandesi dei medici/farmacisti) per l’applicazione dell’AaM⁶.

L’aumento della frequenza dell’Assistenza a Morire (AaM) e della sedazione palliativa


Un’importante conclusione della quarta valutazione della Legge⁷ è che la frequenza dell’AaM e della sedazione palliativa ha continuato ad aumentare durante il periodo in esame (2017–2022), mentre non è il caso per altre decisioni mediche riguardanti il fine vita. Ci sono indicazioni che la distinzione tra AaM e la sedazione palliativa permanente, e altre forme di gestione (intensiva) dei sintomi nella fase finale della vita, sia diventata un po’ più chiara nella pratica. Pare che la dimensione della “zona grigia” tra l’interruzione della vita da un lato e il controllo regolare dei sintomi dall’altro sembri essere diminuita: la percentuale di decessi in cui c’è stato un controllo intenso dei sintomi, in parte con l’obiettivo di accelerare la fine della vita, e/o sono state utilizzate dosi di morfina più elevate del necessario. I medici hanno anche definito tali interventi come AaM più frequentemente di prima.

La richiesta di una spiegazione della crescente frequenza dell’AaM e della sedazione palliativa esiste da diversi anni. Nel 2019, l’Istituto Nivel ha condotto una ricerca sull’aumento delle richieste e delle segnalazioni di AaM⁸. Ciò ha dimostrato che una combinazione di vari fattori – l’invecchiamento della popolazione, il cambiamento delle cause di morte, l’aumento della conoscenza ed accettazione dei cittadini e l’evoluzione dell’assistenza sanitaria – potrebbe avere un impatto. Questo studio mostra, inoltre, che l’aumento del numero di casi di AaM in parte potrebbe, ma certamente non solo, essere spiegato dall’aumento del numero di decessi. Dopotutto, c’è anche un chiaro aumento della percentuale, in valore relativo. Inoltre, l’aumento dell’AaM riguarda soprattutto le persone di età inferiore agli 80 anni.

L’invecchiamento non è un importante fattore esplicativo riguardo a questo sviluppo. Anche la volontà dei medici di eseguire l’AaM non è cambiata durante il periodo di studio. È stato riscontrato un netto aumento del numero di richieste di AaM, anche da parte di persone con diagnosi diverse dal cancro (per esempio la SLA). Ciò ha comportato una riduzione significativa della vita in una percentuale leggermente maggiore delle segnalazioni rispetto agli anni precedenti. La spiegazione principale dell’aumento di detta frequenza è probabilmente dovuta a una crescente domanda, anche da parte di persone che non sono ancora nell’ultima fase della loro vita.

Rispetto alla valutazione precedente, in questo studio non sono stati osservati grandi cambiamenti nelle opinioni dei cittadini. C’è molto sostegno tra i cittadini per l’idea che tutti debbano avere il diritto all’AaM. Inoltre, un numero crescente di persone anziane era in grado di immaginare che, a un certo punto, avrebbero chiesto a un medico di porre fine alla loro vita. Sembra anche che ci sia un cambiamento nell’interpretazione del ruolo dell’empatia nell’interruzione della vita su richiesta nei Paesi Bassi, da parte dei cittadini, dei medici e dell’RTE, in cui l’esperienza personale del paziente riguardo la sofferenza è sempre più centrale rispetto alla valutazione professionale di essa.

Anche la continua secolarizzazione della popolazione potrebbe essere una causa, oltre al numero di persone che hanno vissuto da vicino l’AaM di un loro caro. Che gli sforzi del governo, dei medici e delle associazioni pro-fine-vita volontario per fare conoscere la Legge ai cittadini abbiano avuto successo risulta da un sondaggio⁸ che mostra come la conoscenza della Legge oscilli tra il 70% e l’80%. L’84% dei cittadini ha risposto che è a favore o ha una posizione neutra alla domanda: La mia opinione è che ogni persona ha il diritto di disporre della propria vita e della propria morte. Soltanto il 16% era contrario. Un altro dato interessante è che il 46%, quasi la metà, degli elettori del partito politico Appèl (Appello Cristiano Democratico – CDA) è favorevole all’AaM.

L’aumento della frequenza della sedazione palliativa permanente non è stato un obiettivo specifico della valutazione della Legge, ma la ricerca è stata fatta da altre istituzioni⁹ ¹⁰. Ciò ha dimostrato che i sintomi psicosociali ed esistenziali pesano più di prima nella decisione di iniziare la sedazione. Inoltre, è più probabile che gli operatori sanitari considerino una combinazione di sintomi (fisici e di altro tipo) come non curabili (refrattari). Anche gli operatori sanitari hanno sperimentato una maggiore pressione per iniziare la sedazione palliativa permanente. A volte la sedazione palliativa è vista dai pazienti e dai parenti come un diritto che possono utilizzare in un momento di loro scelta.

In pratica, la sedazione palliativa permanente è attualmente vissuta meno come ultima risorsa ed è vista più come una prassi normale delle cure palliative dagli operatori sanitari, dai pazienti e dai loro cari. Quest’ultima può applicarsi anche all’AaM. La maggiore enfasi sull’esperienza personale di sofferenza del paziente – eventualmente, ma non necessariamente, in accordo con la famiglia – nelle decisioni sull’AaM e la ridotta importanza del giudizio professionale del medico, possono aver contribuito a questo cambiamento.

Informazioni dettagliate sui casi giudicati


L’infografica che segue mostra i dati demografici dei casi giudicati nel corso del 2024:

Per quanto riguarda le persone affette da demenza, si segnala che su 427 segnalazioni, 194 (nel 2023 erano state 131) riguardavano pazienti tra 81 e 90 anni, seguito da 149 (contro le 141 del 2023) tra 71 e 80 anni.

Nell’ambito di coloro che soffrivano di disturbi psichiatrici su 219 segnalazioni, 111 riguardavano pazienti tra 51 e 60 anni, 78 per la coorte 61 e 70 anni e 30 per quella compresa tra i 18 e 30 anni.

Per l’accumulo di disturbi legati all’età, la maggioranza dei pazienti aveva un’età superiore ai 90 anni: si tratta di 244 segnalazioni su 397 (nel 2023 erano state 224 su 349).

Nell’infografica che segue, invece, si illustrano dati più dettagliati in merito alla natura delle affezioni del richiedente ed il metodo prescelto.

Le percentuali riportate nelle infografica in merito alle affezioni fanno riferimento al totale delle segnalazioni, pari a 9.958 casi. Va altresì specificato che, di queste, 8.593 (pari all’86,3% del totale) presentavano le seguenti malattie:

Si riportano di seguito ulteriori specifiche rispetto le patologie:

➡ Demenza


Per quanto riguarda i casi di demenza, delle 427 segnalazioni ricevute nel 2024 (pari al 4,3% del totale, rispetto alle 328 del 2023, pari al 3,6%), ne sono state giudicate 346. Sei (8 nel 2023) segnalazioni hanno coinvolto pazienti in uno stadio molto avanzato di demenza. Questi pazienti non erano più in grado di riconfermare la loro richiesta di AaM. In tali casi, la dichiarazione di volontà scritta è stata determinante per accertare la volontarietà della richiesta. Secondo una recente sentenza della Corte Suprema, tuttavia, per questi casi non va considerata solo la dichiarazione scritta, ma anche il contesto complessivo del malato, come per esempio la volontà espressa più volte dal malato di terminare la propria vita alla famiglia o al medico curante, quando era ancora in grado di decidere autonomamente.

In 334 segnalazioni (320 nel 2023), la demenza ha costituito la causa della sofferenza nella fase iniziale della malattia. Si trattava di pazienti ancora in grado di percepire i sintomi della malattia – come la perdita di orientamento o di personalità – e quindi ritenuti capaci di esprimere validamente la propria volontà in merito alla richiesta di AaM, poiché consapevoli delle conseguenze.

➡ Disturbi psichiatrici


In 219 segnalazioni (2,2% del totale, rispetto ai 138 nel 2023, pari all’1,5% del totale), la sofferenza era causata da uno o più disturbi psichiatrici. In questi casi, il medico segnalante era uno psichiatra in 60 casi (56 nel 2023), un medico di base curante in 55 casi (contro i 35 del 2023) e uno specialista in geriatria o altro medico in 26 casi (47 nel 2023).

In 126 casi (70 nel 2023) in cui l’AaM è stata concessa a un paziente con disturbi psichiatrici, il medico esecutivo era affiliato al Centro Esperienza Eutanasia (il Centro). In questi giudizi, dove la sofferenza ha una base psichiatrica, il medico deve agire con particolare cautela. Inoltre, si osserva che è obbligatoria la consulenza di un terzo medico psichiatra. Per i casi complessi di AaM trattati dal Centro, la richiesta viene infine discussa da un comitato composto da uno psichiatra, un etico e un giurista.

La prudenza adottata è confermata dal fatto che il Centro accoglie mediamente solo l’8% circa delle richieste presentate da pazienti con disturbi psichiatrici.

➡ Esempio di richiesta accolta da parte di un malato con disturbo psichico


Segue un esempio dell’accoglienza di una richiesta di un malato psichiatrico. Il caso di riferimento è il Giudizio 2024 – 37 su un paziente minorenne, disturbo dello spettro autistico.

A un giovane, tra i sedici e i diciotto anni, era stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico (di seguito: ASD) con sintomi di ansia e umore circa quattro anni e mezzo prima della morte. Fin da bambino, aveva manifestato sentimenti depressivi e il desiderio di non vivere più. Da circa quattro anni prima della morte, soffriva di pensieri suicidi persistenti. Due anni prima della morte, aveva compiuto un grave tentativo di suicidio.

Il giovane descriveva la propria vita come “sfortunata”. Si sentiva molto solo, profondamente infelice e non provava piacere in nulla. Non riusciva a comunicare con i coetanei né a integrarsi nella comunità, sentendosi incompreso. Era per lui una sofferenza vedere gli altri crescere e svilupparsi, mentre lui non riusciva a usare le sue capacità e rimaneva bloccato. Ogni giorno rappresentava una sfida. Poiché ipersensibile agli stimoli ed incapace a regolare le emozioni, viveva gravi limitazioni. Difficilmente riusciva a uscire di casa perché, senza la presenza stabilizzante di sua
madre, si sovrastimolava troppo rapidamente e manifestava episodi di rabbia o attacchi di panico. Per lui, la vita era una lotta senza prospettive. Nelle ultime settimane prima della morte, non si alzava più dal letto.

Circa un anno prima della morte, il giovane si era registrato presso il Centro Expertise Eutanasia (Centro).

A causa dei lunghi tempi di attesa del Centro, dovuti alla mancanza di psichiatri – attualmente in fase di miglioramento – lui e i suoi genitori si sono rivolti a uno psichiatra infantile e adolescenziale per presentargli la richiesta di eutanasia. Il medico ha deciso di approfondire la richiesta di eutanasia del giovane e gli ha parlato per la prima volta cinque mesi prima della morte. Durante le visite, il giovane gli ha chiesto di effettuare l’AaM. In ogni conversazione successiva ha ripetuto questa richiesta.

Il medico ha consultato uno psichiatra indipendente anch’egli esperto in psichiatria infantile e adolescenziale e un medico SCEN indipendente come consulente. Il medico si è anche consultato con i genitori del giovane, con gli (ex) medici, con altri psichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza, con associazioni di medici, con professori con competenze specifiche in questo campo ed esperti multidisciplinari. Con tre terapisti, due esperti, i genitori e un altro membro della famiglia del giovane, ha tenuto una conversazione morale sull’opportunità di accogliere la richiesta di eutanasia del giovane. Ha anche condotto ulteriori ricerche consultando fonti scientifiche sulla possibilità che la sofferenza del giovane potesse essere ridotta nel tempo dalla maturazione del cervello.

Richiesta volontaria e informata


Nonostante la giovane età, il medico non aveva alcun dubbio sulle capacità mentali del giovane riguardo alla richiesta di AaM. Il ragazzo era in grado di valutare la sua condizione e capire quali sarebbero state le conseguenze dell’eutanasia per lui e per i suoi cari. Era in grado di articolare bene la sua sofferenza e le sue considerazioni e aveva anche spiegato il suo desiderio in una richiesta scritta. Il suo desiderio di morire esisteva da molto tempo ed era coerente. Il medico era anche convinto che non ci fosse alcuna pressione dal suo ambiente. I suoi cari e gli operatori sanitari avevano cercato a lungo di fargli cambiare idea, senza successo. Il medico era anche convinto che il desiderio del giovane non fosse una conseguenza diretta del suo disturbo dello spettro autistico, ma derivasse dalla sofferenza accumulata negli anni per le conseguenze di questo disturbo. Il medico ha concluso che la richiesta del giovane era volontaria e deliberata. Il suo parere è stato confermato anche dallo psichiatra indipendente, dal medico SCEN e dai partecipanti alla deliberazione morale.

Sofferenza senza speranza e assenza di alternativa ragionevoli


Il fascicolo sanitario mostrava che il giovane era stato sottoposto a un lungo processo di trattamento e consulenza negli ultimi dieci anni. Fin dai primi anni era stato individuato un orientamento scolastico specifico e aveva seguito la terapia del gioco. Ha seguito la psicoeducazione, la terapia cognitivo comportamentale, quella di regolazione delle emozioni e la terapia sistemica con diversi psicologi e psichiatri. Da tre anni prima della morte, aveva una terapia della parola individuale settimanale. Inoltre, l’elaborazione degli eventi traumatici era stata affidata alla terapia EMDR (Eye Moviment Desensitization and Reprocessing). Il giovane aveva anche ricevuto una guida per il suo talento e ci sono stati interventi per promuoverne il recupero, come l’educazione speciale, un programma adattato a scuola e specifiche attività diurne. Inoltre, il giovane aveva seguito trattamenti con farmaci, tra cui antidepressivi e un antipsicotico atipico. Sebbene si fosse impegnato a sottoporsi a tutti i trattamenti, questi non avevano avuto gli effetti desiderati né avevano ridotto le sue sofferenze. Lo psichiatra curante del giovane aveva discusso più volte la sua situazione con i colleghi e aveva contattato le istituzioni per scoprire se fosse possibile una terapia alternativa o più intensiva ma non è stato trovato alcun trattamento adeguato. Come ultima possibilità, aveva suggerito un processo intensivo (un ricovero o un rinvio a un centro di competenza per l’autismo). Alla luce di questo percorso clinico che aveva attraversato, il medico si convinse che la sofferenza del giovane era senza speranza. Le aspettative eramo che i trattamenti attuali e futuri avrebbero migliorato la qualità della vita. Ci si aspettava che il desiderio di voler morire del giovane rimanesse, con buone probabilità che potesse commettere un nuovo tentativo di suicidio qualora il suo desiderio di AaM non fosse stato esaudito.

Lo psichiatra indipendente consultato ha scoperto che ancora un certo tipo di antidepressivi (triciclici) non erano ancora stati provati per lenire i disturbi dell’umore del giovane. Inoltre, altri trattamenti del protocollo per la depressione non erano ancora stati stati sperimentati, come la terapia Elettroconvulsivante (ECT) e la Ketamina.

Poiché questi trattamenti avrebbero avuto poco o nessun effetto sull’ASD, che era la causa delle sue lamentele ed era la base della richiesta di AaM, il medico non si aspettava che questi trattamenti sarebbero stati in grado di aiutare il giovane. Inoltre, potevano essere eseguiti solo durante un ricovero, il che lo avrebbe costretto a lasciare il suo ambiente familiare e, dunque, ad aumentare i suoi disturbi.

L’RTE ha stabilito che il medico poteva giungere alla convinzione che la sofferenza fosse senza speranza e che non vi fossero alternative ragionevoli. Anche i medici curanti, lo psichiatra indipendente e il terzo consulente hanno confermato questa valutazione.

Secondo l’RTE, il medico ha agito con estrema cautela e ha rispettato i requisiti di accuratezza e tutti gli altri previsti dalla Legge.


➡ L’accumulo di malattie legate all’età


L’accumulo di malattie legate all’età è, spesso, definito anche come poli-patologia, comprendendo cecità, sordità, osteoporosi (o decalcificazione ossea) e le relative conseguenze come l’artrosi (usura delle articolazioni). Anche problemi di equilibrio, declino cognitivo come la perdita della conoscenza e del sapere, potrebbero essere la causa di sofferenze insopportabili e senza prospettive di miglioramento.

Questi disturbi, spesso degenerativi, di solito si verificano nell’età più elevata e possono formare una somma di disturbi correlati. Essi possono portare a sofferenze che, in connessione con la storia della malattia, la biografia, la personalità, il modello di valore e la capacità di sopportazione del paziente, possono essere vissute dello stesso come insopportabili in maniera permanente.

Nel 2024, l’RTE ha ricevuto 397 segnalazioni in questa categoria, pari al 4,0% del totale (contro le 349 segnalazioni del 2023, pari al 3,8%). Segue un giudizio dell’RTE riguardo ad un caso di accumulo di malattie legate all’età per una donna ultracentenaria, ipovedente, ipocausica e sofferente di dolori articolari.

Una donna di età superiore ai cento anni soffriva ogni giorno di più di problemi di vista, un udito molto scarso e dolore dovuto all’usura delle articolazioni della schiena, delle mani, delle ginocchia e delle spalle.

Aveva spesso discusso il suo desiderio di AaM con lo specialista geriatrico della casa di cura in cui si trovava. Il medico aveva cercato in tutti i modi di alleviare le sofferenze della donna negli ultimi anni.

Nella Casa di cura in cui la donna era ricoverata, ci sono stati aggiustamenti al suo letto e alla sua sedia, ha ricevuto farmaci e fatto la fisioterapia. Alla fine, la donna divenne così stanca e dolorante che preferiva rimanere a letto quasi tutto il giorno.

Di conseguenza, il suo desiderio di eutanasia è diventato attuale. Il medico trovò la sofferenza della donna palpabilmente insopportabile e non vide più possibilità di alleviare la sua sofferenza.

È stato chiamato il medico SCEN (Supporto e Consulenza Eutanasia), d’accordo con il suo medico curante. La commissione ha stabilito che il medico aveva soddisfatto i requisiti di diligenza.


Infine, al momento della registrazione delle segnalazioni, la RTE utilizza la categoria residua altre affezioni. Queste sono condizioni che non sono classificabili tra le categorie precedentemente indicate, ad esempio una sindrome del dolore cronico o una rara malattia ereditaria. Si trattava di 237 casi, pari al 2,4% delle segnalazioni (contro le 203, pari al 2,2% del totale nel 2023).

➡ Medico segnalante e luogo del decesso


L’infografica che segue fornisce, invece, informazioni sul medico segnalante e il luogo in cui il decesso è avvenuto:

Il Centro Esperienza Eutanasia


Considerando la complessità di alcuni casi, sovente il medico che applica l’AaM consulta il Centro. Il compito del Centro prevede, oltre al supporto e l’informazione ai medici curanti, l’intervento diretto nell’applicazione dell’AaM.

Anche i medici che, per ragioni ideologiche, non applicano l’AaM oppure non vogliono intervenire quando si tratta di pazienti non (ancora) nello stato terminale o nei casi complessi (circa 20% dei medici olandesi), rimandano sovente loro pazienti al detto Centro. Capita anche che il paziente o la sua famiglia cerchino un contatto direttamente con il Centro.

Nel 2024, il numero di segnalazioni ricevute dall’RTE da parte di medici appartenenti al Centro è stato di 1.417 (rispetto a 1.277 nel 2023), con un incremento dell’11%.

Circa la metà delle segnalazioni di eutanasia legate a malattie mentali proveniva da medici del Centro: 126 delle 219 segnalazioni (57,5%). In termini percentuali, si è registrato un aumento rispetto al 50,7% del 2023 (70 su 138). Delle segnalazioni in cui la base della sofferenza derivava da una forma di demenza, 149 delle 427 segnalazioni (34,9%) provenivano da un medico del Centro. Inoltre, 140 delle 397 segnalazioni (35,3%) di disturbi legati all’età provenivano da medici del Centro. Si tratta di un calo rispetto al 2023, quando le segnalazioni erano state 151, pari al 43,3% dei casi5.

Non sono ancora disponibili i dettagli sulle attività svolte dal Centro. Comunque, i dati del 2023¹¹ rappresentano una buona indicazione per rendere conto dell’importanza del Centro nell’ attività di informazione per i medici e l’analisi di casi particolari di AaM. Nel 2023, il Centro ha ricevuto 4.508 richieste di AaM, in aumento rispetto alle 4.149 del 2022 (+8,6%). Di queste, 1.269 (28,1%) sono state accolte (rispetto alle 1.204 del 2022, pari al 23,9%).

Le richieste ricevute riguardavano le seguenti malattie:

  • Tumori: 904 richieste (20%)
  • Malattie psichiatriche: 898 richieste (20%), di cui accolte 70 (7,8%)
  • Combinazione di patologie legate all’età: 631 richieste (14%), di cui accolte 151 (23,9%)
  • Demenza: 586 richieste (13%), di cui accolte 134 (22,9%)
  • Affezioni del sistema nervoso (es. SLA): 410 richieste (9%)
  • Combinazione di affezioni: 406 richieste (9%)
  • Altre malattie somatiche: 673 richieste (15%)

Le percentuali di cui sopra sono in rapporto al totale delle richieste ricevute nell’ambito di quella specifica malattia.

L’aumento del numero di richieste da parte di persone con meno di 30 anni affette da sofferenze psichiatriche è significativo: 322 richieste (lo stesso numero del 2023). Tuttavia, la maggior parte dei richiedenti ritira la domanda dopo aver consultato i collaboratori del Centro, perché spesso è ancora possibile un trattamento alternativo ragionevole e, quindi, le richieste non soddisfano i requisiti di accuratezza.

Per quanto riguarda le richieste non accolte, o che non potevano essere più accolte, i dati sono:

  • Decesso per cause naturali: 1.037 casi (32%)
  • Ritiro volontario della richiesta: 777 casi (24%)
  • Rigetto per mancata soddisfazione dei criteri di accuratezza: 551 casi (17%)
  • Pratiche chiuse per mancanza di autorizzazione: 292 casi (9%)
  • Ritiro del medico curante: 227 casi (7%)
  • Suicidio: 65 casi (2%)
  • Decesso per sedazione profonda: 32 casi (1%)
  • Altri motivi: 258 casi (8%)


Per quanto riguarda la complessità dei casi, nel 2023 il Centro è intervenuto per:

  • 70 pazienti con malattie psichiatriche (50,7% del totale in questa categoria; 65 nel 2022 – 57,5%)
  • 134 pazienti affetti da demenza (40,9%; 119 nel 2022 – 41,4%)
  • 151 pazienti con una somma di affezioni (43,2%; 123 nel 2022 – 42,7%)

Più dei tre quarti dei pazienti deceduti in seguito ad AaM avevano un’età pari o superiore a 75 anni.

L’RTE ha valutato che, per tutte le segnalazioni ricevute, il Centro ha agito nel pieno rispetto dei criteri di accuratezza previsti dalla Legge.

Oltre all’applicazione dell’AaM, il Centro fornisce informazione a medici e altri collaboratori sociosanitari. Nello specifico, nel 2023, il Centro ha offerto:


  • 165 presentazioni rivolte a operatori sociosanitari;
  • 2.378 risposte fornite tramite l’Infopoint telefonico;
  • 487 partecipanti a corsi di formazione;
  • 517 accompagnamenti e supporti forniti a medici e psichiatri.


➡ La “duo-eutanasia” (o eutanasia di coppia)


Per 66 (66) segnalazioni è stata concessa l’AaM contemporaneamente a 33 (33) coppie (il cosiddetto duo AaM). Va da sé che ogni caso deve soddisfare individualmente i criteri di accuratezza richiesti dalla Legge.

Inoltre, entrambi i partner devono essere visitati da un consulente differente per garantire la valutazione indipendente della richiesta.

➡ I casi non conformi ai requisiti di accuratezza


Per confermare il rigore dell’RTE nel giudicare le segnalazioni, si riportano sinteticamente 6 casi (5 nel 2023) sui 9.958 totali (ovvero lo 0,06%, contro i 9.068 e lo 0,5% del 2023). Nessuno di questi giudizi è stato inviato al Pubblico Ministero e al Comitato disciplinare dell’Ordine dei Medici.

L’RTE verifica se il medico abbia seguito le linee guida dell’Euthanasie Code 2022, che riporta le interpretazioni dei requisiti di accuratezza e chiarimenti per i casi complessi (come per pazienti affetti da demenza o malattie psichiatriche).

Questi requisiti, stabiliti dalla Legge, all’articolo 2¹² sono i seguenti:

  • deve trattarsi di una richiesta volontaria, consapevole, incondizionata e ben ponderata del paziente;
  • deve trattarsi di una sofferenza insopportabile, senza alcuna speranza di miglioramento per il paziente;
  • il medico abbia informato il paziente della situazione clinica in cui si trovava e sulle prospettive che ne derivano;
  • il medico e il consulente devono giungere alla convinzione che per la situazione in cui il paziente si trova non vi è alcun’altra soluzione;
  • deve essere consultato almeno un altro medico indipendente, non coinvolto nella cura del paziente;
  • l’AaM deve essere attuata in maniera scrupolosa dal punto di vista medico.

Nel 2024, dei sei casi in cui l’RTE ha riscontrato inadempienze:

  • in due casi è stata rilevata un’insufficienza nella consultazione;
  • in un caso, la relazione ha sottolineato l’importanza della massima cautela da parte del medico nel valutare richieste di eutanasia che derivino (in larga parte) da sofferenza di origine psichiatrica;
  • in tre casi, l’esecuzione è stata giudicata carente dal punto di vista medico.

Un giudizio è descritto qui sotto e possono essere consultati in una forma più ampia sul sito web dell’RTE.

Giudizio 2024 – 005 Cancro, nessun controllo adeguato del coma durante l’applicazione complicata

A un uomo, tra gli ottanta e i novant’anni, erano state diagnosticate metastasi epatiche estese senza un tumore primitivo noto circa due mesi prima della morte. L’applicazione dell’AaM si è rivelata complessa.

Il medico aveva indicato nel modello di relazione, in un commento scritto e in seguito oralmente, che l’applicazione non era andata liscia. Il medico aveva prima somministrato la dose abituale dell’induttore del coma. Dopo che l’uomo non è caduto in coma, il medico gli ha somministrato un’altra dose di induttore del coma attraverso la stessa flebo e poi una dose di miorilassante.

Sebbene il medico abbia riscontrato un coma sufficientemente profondo nell’uomo dopo la somministrazione della seconda dose del induttore, l’uomo non è morto dopo che il medico ha successivamente somministrato la prima dose di miorilassante. Il medico ha quindi chiamato il servizio di ambulanza e ha fatto installare una nuova flebo. Il medico ha quindi somministrato una seconda dose di miorilassante senza determinare nuovamente se il coma fosse ancora sufficientemente profondo nel modo indicato nel Codice Eutanasia (il controllo del coma).

Subito dopo, il paziente è morto. L’intero intervento ha durata circa sessanta minuti.

L’RTE ha stabilito che il medico non ha agito in conformità con il Codice nell’applicazione dell’AaM. Dopo aver stabilito che l’uomo non rispondeva sufficientemente alla prima dose dell’induttore, il medico non aveva immediatamente reinserito un ago per la flebo prima di iniettare l’induttore per la seconda volta. Il medico ha spiegato di aver agito in questo modo perché in quel momento non dubitava sul funzionamento della flebo.

Dopo la seconda dose di induttore e prima della prima dose di miorilassante, il medico ha adeguatamente determinato che lo stato di coscienza del paziente era sufficientemente ridotta.

Secondo l’RTE, non vi era quindi alcun rischio reale che il paziente potesse aver sperimentato le conseguenze negative della prima dose di miorilassante. Il mancato reinserimento di un nuovo ago per la flebo prima di somministrare una seconda dose dell’induttore del coma non è però conforme alla Direttiva e il Comitato sottolinea l’importanza di agire in conformità con il Codice. Ciononostante, l’RTE è del parere che il medico non abbia agito con negligenza medica a tale riguardo.

Tuttavia, quanto detto non si applica alla fase successiva all’iniezione della nuova infusione. Quando la morte non si è verificata dopo la somministrazione della prima dose di miorilassante e il medico ha iniziato a dubitare della flebo, il medico avrebbe dovuto ripetere l’intera procedura in conformità al Codice. Il medico ha fatto inserire una nuova flebo, ma successivamente non ha somministrato nuovamente un induttore prima di somministrare la seconda dose di miorilassante e non ha eseguito un adeguato controllo della profondità del coma come descritto nel Codice di eutanasia 2022.

A causa del lungo lasso di tempo (circa trenta minuti) tra l’ultimo controllo della profondità del coma e la somministrazione della seconda dose di miorilassante, non è possibile stabilire con sufficiente certezza che il paziente fosse ancora in coma sufficientemente profondo. Il medico ha dichiarato di aver continuamente monitorato e valutato l’uomo. Era convinto che il paziente non avesse sentito nulla dell’intero processo, tranne la fase tra le due dosi dellinduttore del coma. Tuttavia, secondo l’RTE, ciò non ha ridotto sufficientemente il rischio che il paziente subisse le conseguenze negative della seconda dose di miorilassante.

Il medico deve sempre evitare il rischio che il paziente sia cosciente della somministrazione del miorilassante. Poiché non si poteva escludere con sufficiente certezza che il paziente potesse aver sperimentato le conseguenze negative della seconda dose di miorilassante, l’RTE non ha avuto altra scelta che concludere che il medico non aveva effettuato l’interruzione della vita su richiesta applicando le dovute cure mediche. Il medico aveva altresì soddisfatto gli altri requisiti di accuratezza.


Per meglio comprendere l’applicazione dell’AaM, l’RTE ha descritto nel capitolo 3 della relazione:

  • 5 esempi di segnalazioni delle malattie più frequenti:
  • 5 esempi di segnalazioni ordinate per criterio di accuratezza;
  • 4 esempi di malati con un affezione particolare.

Si rimanda alla relazione per l’anno 2022 per la descrizione di altri casi appartenente a queste categorie13.

Fonti e letteratura


Fonti e letteratura
1 Regionale Toetsingscommissie Euthanasie Jaarverslag 2024 (Relazione Annuale 2023 delle Commissioni Regionali di Controllo AaM). La relazione è scaricabile dal sito dell’RTE e a breve saranno disponibili le relazioni in inglese, spagnolo, francese e tedesco.
2 Centraal Bureau voor de Statistiek; Overlijden, geslacht en leeftijd (Ufficio Centrale di Statistico; decessi, gender e età), febbraio 2024.
3 RTE – Euthanasiecode 2022 (Codice Euthanasia 2022). La versione 2018 è tradotta in italiano, vedi la pubblicazione Fine-vita volontario in Olanda – per chi ne vuol sapere di più, 2018, Johannes Agterberg edito da NewPress Edizioni S.r.l. Lomazzo.
4 Wetsvoorstel toetsing levensbegeleiding van ouderen op verzoek (Proposta di legge sull’assistenza a morire su richiesta di persone anziane), novembre 2023.
5 Wijziging regeling beoordelingscommissie late zwangerschapafbreking en levensbeeindiging pasgeborenen (LZA/LP) naar aanleiding van de levensbeeindiging van kinderen van 1-12 jaar (Cambiamento del regolamento riguardo la Commissione di controllo dell’aborto tardivo e il fine-vita di neonati conseguente il fine-vita di minori tra 1 e 12 anni), gennaio 2024.
6 KNMG – Richtlijn uitvoering euthanasie en hulp bij zelfdoding (Linee guida per l’applicazione dell’Aa). Per la traduzione delle linee in italiano si rimanda alla pubblicazione Fine-vita volontario – Linee guida per l’applicazione dell’Eutanasia e della assistenza medica al suicidio, 2022, Johannes Agterberg edito da NewPress Edizioni S.r.l. Lomazzo;
7 Vierde Evaluatie Wet toetsing levensbeeindiging op verzoek en hulp bij zelfdoding (Quarta valutazione della Legge controllo dell’interruzione della vita e assistenza al suicidio), 2023, Zonmw.
8 Ontwikkelingen van het aantal euthanasiegevallen en de achterliggende factoren (Evoluzione del numero di casi di AaM e fattori sottostanti), 2019, Nivel;
9 Public and physicians’support for euthanasia in people suffering from psychiatric disorders: a cross sectional survey study, 2019, BMC Medical Ethics;
10 Changes in the use of continuous deep sedation in the Netherlands, marzo 2024, M.T. Heijltjes, Università di Utrecht (NL).
11 Expertisecentrum Euthanasie 2023 in beeld (Centro Expertise AaM – i dati del 2023), marzo 2024;

12 Wet toetsing levensbeeindiging op verzoek en hulp bij zelfdoding (Legge controllo dell’interruzione della vita e assistenza al suicidio) 2002. Per la traduzione si rimanda al sito
www.finevitavolontario.it.
13 Olanda: La relazione per l’anno 2022 delle Commissioni Regionali di Controllo Euthanasia (l’RTE).7 aprile 2023 (www.finevitavolontario.it)

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Liberi fino alla fine – A Santa Croce sull’Arno (FI) incontro pubblico sulla legge regionale toscana sul fine vita


Liberi fino alla fine – incontro pubblico sulla legge regionale toscana sul fine vita
Mercoledì 16 aprile | ore 21.00

Porterà i saluti Ivetta Parentini, Segretario PD Unione comunale Santa Croce sull’Arno e Staffoli. Ne parleranno Felicetta Maltese, attivista e coordinatrice della Cellula Coscioni di Firenze, Antonio Mazzeo, Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, ed Emanuele Rossi, professore ordinario di diritto costituzionale presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Modera la serata Mariangela Bucci, capogruppo del gruppo consiliare “Insieme per Santa Croce”.

L’appuntamento è per mercoledì 16 aprile, alle ore 21.00, presso la Saletta Vallini in Piazza Matteotti 8, a Santa Croce sull’Arno (FI).


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A Bergamo l’evento “D.A.T. (disposizioni anticipate di trattamento): cosa sono, come funzionano, come si depositano”


D.A.T. (DISPOSIZIONI ANTICIPATE DI TRATTAMENTO): COSA SONO, COME FUNZIONANO, DOVE SI DEPOSITANO
Venerdì 4 aprile | ore 20.30

In occasione della mobilitazione nazionale per il biotestamento, la Cellula Coscioni di Brescia organizza un evento informativo. Ne parleranno Giacomo Angeloni, Assessore ai Servizi Demografici del Comune di Bergamo, Marzio Remus, Avvocato e volontario per la Cellula Luca Coscioni di Brescia, e Gianluca Bertoni, fisioterapista e ricercatore. L’evento è gratuito e ad accesso libero.

L’appuntamento è per venerdì 4 aprile, alle ore 20.30, presso l’Auditorium Antonio Gramsci, in via Furietti 21, a Bergamo.


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Francesca Re e Matteo Mainardi al convegno “Bioetica e autodeterminazione” a Latina


Francesca Re e Matteo Mainardi, Consiglieri Generali di Associazioen Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS; parteciperanno al convegno “Bioetica e autodeterminazione”, organizzato dal Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche B – Lazio sud, grazie al contributo del Prof. Luca Palombo, docente di etica e deontologia, attivista della Cellula Coscioni Latina.

L’appuntamento è per mercoledì 9 aprile, dalle ore 9 alle ore 13, presso la Sala Conferenze Cersites | Facoltà di Economia, in via XXIV maggio 7, a Latina.


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Mobilitazione nazionale sul Testamento Biologico (DAT) e sulle proposte di legge Liberi Subito


Dall’1 al 13 aprile saremo in oltre 100 piazze italiane per fare informazione sul Testamento Biologico (DAT) e sulle proposte di legge Liberi Subito.


L’Associazione Luca Coscioni rinnova il proprio impegno per i diritti alla fine della vita promuovendo una mobilitazione nazionale per fare informazione su due strumenti fondamentali per l’autodeterminazione delle persone:

  • le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT);
  • le proposte di legge regionali sul suicidio medicalmente assistito, contenute nella campagna Liberi Subito.

In tutta Italia saranno allestiti tavoli informativi e si svolgeranno eventi pubblici per diffondere consapevolezza, offrire supporto pratico e raccogliere firme a sostegno della libertà di scelta.

Dove si svolge la mobilitazione?


Tavoli informativi, incontri pubblici, momenti di confronto con i cittadini: la mobilitazione attraversa l’Italia da nord a sud.

Scopri dove trovarci: 🗺 Consulta la mappa aggiornata degli eventi

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Perché parliamo di DAT?


Le Disposizioni Anticipate di Trattamento, introdotte dalla legge 219/2017, permettono a ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere di indicare in anticipo le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, per il caso in cui un giorno non si fosse più in grado di esprimerle.

Tuttavia, in molti Comuni mancano ancora informazioni chiare e in alcuni casi, dopo 7 anni dall’entrata in vigore della legge, ci sono persino ostacoli burocratici al deposito. Per questo la nostra mobilitazione serve anche a verificare e denunciare queste difficoltà, e a promuovere il rispetto effettivo della legge.

Liberi Subito: il diritto che manca


A fianco delle DAT, un altro tema fondamentale è il riconoscimento di procedure e tempi certi per l’accesso al suicidio medicalmente assistito, nei casi già indicati dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 242/2019 e successive.

Grazie a un lavoro coordinato di attivazione civica, in tutte le Regioni sono state presentate proposte di legge sul tema, ma in quasi tutte, i Consigli Regionali non le hanno ancora discusse.

Con la campagna Liberi Subito, chiediamo che queste proposte vengano calendarizzate e approvate, per garantire davvero quanto già previsto dalla sentenza Cappato/Dj Fabo.

Consulta lo stato dell’iniziativa nella tua Regione: 🔗 Le discussioni sulla morte volontaria medicalmente assistita, Regione per Regione


Per saperne di più


Vuoi segnalare una difficoltà con il tuo Comune sul tema delle DAT?
Chiama il Numero Bianco: un servizio gratuito di informazione medico-legale promosso dall’Associazione Luca Coscioni.

📞 06 9931 3409
✉ informazioni@associazionelucacoscioni.it

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La Cellula Coscioni di Lainate organizza il convegno “Lainate inclusiva – lavori in corso”


La Cellula Coscioni di Lainate organizza, in collaborazione con la Città di Lainate, APMAAR e Patto civico, il convegno Lainate inclusiva – lavori in corso. Moderano i coordinatori della Cellula Coscioni di Lainate Tatiana Zampollo e Claudio Stellari.

L’appuntamento è per giovedì 3 aprile alle ore 21.00, presso la Sala delle Capriate di Villa Litta, in Largo delle Scuderie, a Lainate (MI).


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Anna Pompili al convegno “Scienza, donne e diritti – luci e ombre di un rapporto difficile”


Al via il secondo incontro del ciclo di conferenze Eutopie – dialoghi sul rapporto tra società e scienza per una ricerca sull’essere umano, dal titolo Scienza, donne e diritti – luci e ombre di un rapporto difficile.

Interverrà come relatrice la dott.ssa Anna Pompili, ginecologa e Consigliera Generale di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS.

L’appuntamento è per lunedì 7 aprile alle ore 17.45, presso l’Aula N. Cabibbo, edificio E. Fermi, Dipartimento di Fisica, Università di Sapienza, a Roma.


L’ingresso è libero ed è consigliata la prenotazione a questo link.

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Matteo Mainardi a Roma per un evento sul fine vita con Alfredo Bazoli


Matteo Mainardi, Consigliere Generale ALC e coordinatore delle iniziative sul fine vita di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, partecipa come relatore all’evento Il diritto di scegliere – libere e liberi fino alla fine.

L’appuntamento è per martedì 25 marzo 2025 alle ore 18.30, in Via Eugenio Barsanti 25, a Roma.

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A Milano l’evento: “Fine vita. Una scelta di coraggio e umiltà”


A Milano l’evento: Fine vita. Una scelta di coraggio e umiltà, in occasione della presentazione del libro di Marco Carta Discografia Evolutiva. ne discutono con l’autore Carlo Ferretti, attivista della Cellula di Milano, e Maurizio Mozzoni, di Edizioni Underground.

L’appuntamento è per giovedì 27 marzo alle ore 18.00, presso la Libreria Les Mots, in Via Carmignola angolo Via Pepe, a Milano.


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Mario Riccio a Milano per l’evento “Riflessioni sul fine vita. La necessità di una legge”


Il dott. Mario Riccio, Medico-anestesista e Consigliere Generale di Associazione Luca Coscioni, partecipa come relatore a un evento sul fine vita organizzato dal PD Gruppo Consiliare Lombardia.

L’appuntamento è per mercoledì 26 marzo alle ore 15.00 presso il Palazzo Pirelli, Sala Gonfalone, in Via Fabio Filzi, 22.


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Filomena Gallo interviene in collegamento al convegno all’Università di Pisa “Fine vita. Dalla sentenza della Consulta alla legge toscana”


Filomena Gallo, Segretaria di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, interviene in collegamento al convegno Fine vita. Dalla sentenza della Consulta alla legge toscana.

L’appuntamento è per venerdì 7 marzo alle ore 17.30 presso l’Aula Magna Storica, al Palazzo della Sapienza dell’Università di Pisa, in Via Curtatone e Montanara, 15, a Pisa.


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Marco Perduca all’evento a Roma ” Più diritti e libertà: residenza, cittadinanza, testamento biologico”


Marco Perduca, già senatore e responsabile delle attività internazionali di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, partecipa all’evento a Roma Più diritti e libertà: residenza, cittadinanza, testamento biologico.

L’appuntamento è per lunedì 10 marzo alle ore 16.30 presso il Campidoglio, nella Sala del Carroccio, in Piazza del Campidoglio. L’ingresso è libero.


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Alla Camera dei Deputati va in scena “La valigia delle libertà”, spettacolo su Sibilla Barbieri di e con Valentina Petrini


Su iniziativa dell‘on. Alessandra Maiorino, coordinatrice del Comitato Politiche di Genere e Diritti Civili del M5S, dell’on. Mariolina Castellone, vicepresidente del Senato, e dell’on. Sergio Costa, vicepresidente della Camera de Deputati, andrà in scena lo spettacolo di teatro civile La valigia della libertà – storia di una disobbedienza civile, ispirato alla storia di Sibilla Barbieri di e con Valentina Petrini.

Sibilla Barbieri era Consigliera Generale dell’Associazione Luca Coscioni e paziente oncologica terminale, accompagnata in Svizzera dal proprio figlio Vittorio e da Marco Perduca, perchè in Italia le è era stato negato il diritto di ricorrere al suicidio assistito.

L’appuntamento è per martedì 1 aprile, dalle ore 17.00 alle ore 19.00, presso la Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari, alla Camera dei Deputati, in Via di Campo Marzio, 78, a Roma.

Introducono l’on. Mariolina Castellone, l’on. Sergio Costa e l’on. Alessandra Maiorino. Tra gli interventi conclusivi quello di Vittorio Parpaglioni, figlio di Sibilla Barbieri, Marco Cappato, tesoriere di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS e Filomena Gallo, Segretaria di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS.

L’accesso alla sala – con abbigliamento consono e per tutti gli uomini obbligo di giacca – è consentito fino al raggiungimento della capienza massima. I giornalisti e gli ospiti devono invece accreditarsi obbligatoriamente scrivendo a segreteria.maiorino@senato.it

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La Cellula di Firenze inaugura il suo sportello informazioni DAT a cadenza mensile


La Cellula Coscioni Firenze, in collaborazione con Il Circolo Arci SMS Rifredi, inaugura uno sportello informativo DAT. Saranno presenti Felicetta Maltese, coordinatrice della Cellula Coscioni di Firenze, Angela Scaglione, avvocata e attivista, e Paolo Panizza, attivista ALC e membro di Circolo Arci SMS Rifredi.

L’appuntamento è per mercoledì 26 febbraio alle ore 18.00 presso SMS Rifredi, in Via Vittorio Emanuele II, 303.


Lo sportello sarà poi aperto il primo venerdì di ogni mese dalle ore 17.00 alle ore 19.00, a partire da venerdì 7 marzo.

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Novità dall’India sui funghi allucinogeni


Testo preparato con Beppe Brescia


Mentre in Europa si raccolgono firme per chiedere alla Commissione UE di sostenere e promuovere le “terapie psichedeliche”, in India grazie a una sentenza dell’Alta Corte dello stato del Kerala il dibattito sulle politiche sulle droghe riacquista vigore.

L’Alta Corte ha infatti espresso una posizione importante riguardo la legalità dei funghi allucinogeni, stabilendo che non possono essere considerati stupefacenti ai sensi del Narcotic Drugs and Psychotropic Substances Act (NDPS) – la legge nazionale nazionale in materia di droghe illecite.

La pronuncia del tribunale giunge al termine del processo ai danni di Rahul Rai arrestato nell’Ottobre 2024 dall’equivalente della nostra guardia di finanza di Mananthavady con l’accusa di possesso di circa 20 grammi di Cannabis, 226 grammi di funghi e 50 grammi di capsule contenenti psilocibina (il principio attivo dei funghi allucinogeni).

Secondo il giudice Kunhikrishnan, nella loro forma naturale, cioè non trattati chimicamente, i funghi non dovrebbero essere considerati stupefacenti, in quanto non tabellati nella normativa nazionale.

Nella formulazione della sentenza, Kunhikrishnan ha inoltre fatto richiamo a due precedenti giuridici, riferibili a provvedimenti presi dalle Alte Corti del Karnataka e di Madras: nel primo caso, del 2013, la sentenza ha identificato nella determinazione del contenuto chimico puro della sostanza la sola discriminante utile a sostenere un’accusa di traffico; nel secondo, dell’Ottobre 2024, la questione fondamentale, posta all’esame della giuria, è stata la determinazione della soglia dei quantitativi oltre i quali per il possesso è possibile configurare il reato di spaccio.

Il tribunale del Kerala ha legittimato la linea difensiva adottata dall’avvocato Veena, basata su quattro punti. Oltre alla contestazione della classificazione dei funghi all’interno del NPDS, Veena ha sottolineato che le analisi cliniche della sostanza sequestrata non hanno fornito dettagli dirimenti circa la percentuale di psilocibina rilevata, producendo in aggiunta prove scientifiche della bassa presenza di principio attivo nei funghi secchi Psilocybe cubensis. In ultimo, Veena ha ricordato i precedenti, citati anche nella sentenza di Kunhikrishnan.

In merito a quest’ultimo aspetto, il giudice ha dichiarato: “Sono in perfetto accordo con l’Alta Corte di Karnataka e l’Alta Corte di Madras. Il fungo magico non può essere trattato come una miscela. Pertanto, la nota 4 della tabella che tratta della piccola quantità e della quantità commerciale non è applicabile per quanto riguarda il fungo o il fungo magico. È vero che il fungo o il fungo magico non è una sostanza narcotica o psicotropa classificata”.

La Corte ha inoltre precisato che per determinare se una sostanza viene posseduta a titolo personale o a fini di traffico è necessario prendere in considerazione la quantità delle sostanze neutre nonché l’effettivo contenuto in peso della droga incriminata. A seguito di una detenzione cautelare di circa 90 giorni Rai è stato rilasciato su cauzione.

Il consenso suscitato attorno alla sentenza non è stato unanime: il Dipartimento delle Accise ha deciso di opporsi alla decisione della Corte con un’azione legale a favore dell’inserimento della psilocibina all’interno delle tabelle delle sostanze proibite in quanto considerate narcotiche. Nel caso di processi inerenti il possesso di funghi, l’indirizzo del dipartimento sarà perciò quello di sporgere denuncia con la richiesta di non concedere la libertà su cauzione.

Nonostante ciò, la distinzione tra funghi e narcotici ribadita dalla Corte del Kerala potrebbe aprire la strada a interessanti sviluppi in materia di legislazione antidroga, con particolare riferimento a quelle sostanze, come nel caso della psilocibina, al centro di studi scientifici mirati ad approfondirne le potenziali applicazioni mediche.

Stando a quanto sostenuto da Veena, l’utilizzo terapeutico delle molecole psichedeliche dovrebbe essere regolamentate ai sensi del Drugs and Cosmetics Act. Ipotesi che trovano riscontro nell’attualità politica indiana circa questioni di drug policy: proprio lo scorso 24 Gennaio, lo Stato dell’Himachal Pradesh ha lanciato un progetto pilota per la coltivazione di Cannabis a fini medici e industriali.

➡ QUI (anche senza Spid) si può firmare Psychedelicare – in tre settimane le firme italiane hanno superato l’8% della quota nazionale

➡ QUI è possibile firmare l’appello “L’Italia apra agli psichedelici!”

➡ Come tutte le altre, anche le iniziative a favore delle terapie psichedeliche sono autofinanziate,QUI è possibile fare una donazione.

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21 anni di legge 40, contro le famiglie e la scienza e Consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni


In occasione del diciannovesimo anniversario della morte di Luca Coscioni, l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS organizza il seminario giuridico intitolato:

21 anni di legge 40, contro le famiglie e la scienza


L’appuntamento è per giovedì 20 febbraio 2025, alle ore 10:00 alle ore 13:00 presso la Sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale, in piazza Montecitorio 131 a Roma.


➡ Programma provvisorio


ore 9.30: Registrazione dei partecipanti

ore 10.00 – 10.30: Relazione introduttiva “Cosa resta della legge 40 e come possiamo difenderci dai danni che ancora fa” — Filomena GALLO, Avvocata e Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS

— Sessioni tematiche —
ore 10.30 – 11.00: Sessione “PMA per tutte”


➡ Francesca RE, Avvocata e consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS;

➡ Marilisa D’AMICO, Professore Ordinario di Diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Milano;

Testimonianza: Maria Giulia


ore 11.00 – 11.30: Sessione “Gravidanza per Altri”


➡ Chiara LALLI, Bioeticista, giornalista e consigliera generale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS;

➡ Roberto D’ANDREA, Avvocato;

Testimonianza: Maria Lucrezia


ore 11.30 – 12.00: Sessione “Ricerca sugli embrioni”


➡ Dario BESUSSO, Ricercatore del Dipartimento del Bioscienze dell’Università di Milano;

➡ Alessia CICATELLI, Avvocata e membro di Giunta dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS;

➡ Angelo CALANDRINI, Avvocato e membro di Giunta dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS;

Testimonianza: Maurizio


ore 12.00 – 12.20: Sessione “Malattie rare”


➡ Michele DE LUCA, Direttore del CMR e Coordinatore della Terapia Genica, Professore ordinario di Medicina Rigenerativa all’Università di Modena e Reggio Emilia, Co presidente dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS

➡ Gianni BALDINI, Avvocato e membro di Giunta dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS;


Conclude: Marco CAPPATO, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS

Segue dibattito sino alle ore 13.00

Pausa pranzo: ore 13.00 – 14.00

— Consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni —


Terminato il seminario giuridico, dalle ore 14:00 alle ore 17:00, nella medesima sede (e da remoto) si svolge il Consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, avente i seguenti punti all’ordine del giorno:

  • Mobilitazione sulla proposta di legge regionale “Liberi Subito” per il rispetto della sentenza “Cappato” 242/19;
  • Aggiornamento su campagne e azioni per gli obiettivi della Mozione Generale;

Segue il dibattito generale

Hanno preannunciato la partecipazione al Consiglio generale: Eugenio GIANI, Presidente della Regione Toscana; Antonio MAZZEO, Presidente del Consiglio regionale della Toscana; Enrico SOSTEGNI, Presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale della Toscana


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Una firma per gli psichedelici in Europa


Il 6 febbraio al Parlamento europeo grazie a Tilly Metz (Verdi) e Tomislav Sokol (PPE) è stata lanciata ufficialmente la raccolta firme per la prima iniziativa dei cittadini europei (ICE) per le psicoterapie assistite da sostanze psichedeliche: Psychedelicare.

Una ICE è l’unica possibilità per chi vive in uno Stato membro dell’Unione di chiedere formalmente alla Commissione europea di proporre specifiche attività.

Psychedelicare è promossa da oltre 30 organizzazioni – in Italia l’Associazione Luca coscioni, la Società medicina psichedelica SIMEPSI, Forum Droghe e MAPS Italia – oltre a ricercatori, terapeuti, pazienti, presenti in 17 paesi dell’Ue. In 12 mesi dovrà raccogliere un milione di firme per far arrivare alla Commissione le sue tre richieste:

  1. Sostenere la creazione di un consenso di esperti sugli standard di cure che consentano l’introduzione graduale dell’uso terapeutico degli psichedelici nell’Ue;
  2. Promuovere e finanziare la ricerca sulle applicazioni terapeutiche dei composti psichedelici per produrre ulteriori evidenze scientifiche e cliniche sulla sicurezza e l’efficacia dei trattamenti;
  3. Coordinare le azioni degli Stati membri che saranno disposti a formulare raccomandazioni appropriate circa l’applicazione o revisione della Convenzione dell’Onu del 1971 sulle sostanze psicotrope basate sui benefici per la salute pubblica derivanti dalla riclassificazione di tali composti.

A marzo dell’anno scorso su queste colonne avevamo dato notizia del primo progetto di ricerche psichedeliche finanziato dal programma Horizon Europe della Commissione chiamatoPsyPal, finanziato con 6,5 milioni di euro.

Il 17 dicembre 2024 il progetto ha ottenuto l’autorizzazione etica medica (con condizioni) per una sperimentazione clinica sulla terapia con psilocibina per il disagio psicologico nelle cure palliative. Tra le altre finalità del progetto ci sono depressione in pazienti con esigenze di cure palliative, concentrandosi su Broncopneumopatia cronica ostruttiva, Sclerosi Multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica e Disturbo di elaborazione uditiva.

Il progetto, coordinato dall’University Medical Centre Groningen, è sostenuto da19 partner in nove paesi (nessuno in Italia) e combina psicoterapia e trattamento con psilocibina anche per colmare le lacune critiche nelle terapie di fine vita.

In Italia, lentamente ma con determinazione, si sta strutturando un “fronte psichedelico”. Da qualche mese è attiva SIMEPSI, la prima società scientifica in Italia dedicata alla ricerca e allo sviluppo della Medicina Psichedelica, una “comunità multidisciplinare composta da medici, terapeuti, ricercatori, avvocati e umanisti uniti dall’obiettivo comune di esplorare e sviluppare le potenzialità terapeutiche di queste metodologie di intervento clinico”.

A novembre scorso, l’Università di Trento ha organizzato una due giorni a Rovereto sull’uso clinico degli psichedelici, mentre l’appello dell’Associazione Luca Coscioni che chiede al Governo di includere le terapie psichedeliche tra le cure palliative, le terapie compassionevoli e in progetti pilota per la cura dallo stress post-traumatico è stato fatto proprio da oltre 170 professionisti del settore e oltre 5000 persone.

Il podcastIlluminismo Psichedelico di Federico Di Vita, prodotto dall’Associazione Luca Coscioni, è diventato il punto di riferimento del dibattito pubblico culturale, terapeutico e politico-legale sugli psichedelici in Italia, mentre la newsletter dello Studio Aegle aggiorna costmente sugli ultimi studi internazionali.

Se l’iniziativa raggiungerà il milione di firme, raccolte in quantità proporzionale alla popolazione dello Stato (in Italia 53.580) in almeno sette paesi, la Commissione dovrà rispondere formalmente ai promotori. Nei prossimi mesi verranno organizzati eventi in giro per l’Italia per promuovere la campagna, il grosso delle firme verrà comunque raccolto on line. Le informazioni si trovano suPsychedelicare.eu.

➡ QUI (anche senza Spid) si può firmare Psychedelicare – in tre settimane le firme italiane hanno superato l’8% della quota nazionale 😉

➡ QUI è possibile firmare l’appello “L’Italia apra agli psichedelici!”

Come tutte le altre, anche le iniziative a favore delle terapie psichedeliche sono autofinanziate, QUI è possibile fare una donazione.

L'articolo Una firma per gli psichedelici in Europa proviene da Associazione Luca Coscioni.