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Lista Referendum e Democrazia ha ricondiviso questo.


Più minori in carcere e criminalizzazione dei consumatori: ecco le vecchissime novità della Conferenza governativa nazionale sulle droghe. Una strategia alternativa è possibile, e sarà presentata alla Controconferenza con l’ associazione Luca Coscioni.


“Lasciatemi morire ridendo” – Proiezione a Roma con Stefano Massoli


📍 Cinema Barberini, – Roma, Piazza Barberini 25🗓 Martedì 19 novembre 2025🕕 Ore 18:45


In occasione della distribuzione nazionale del docufilm “Lasciatemi morire ridendo”, la Cellula Coscioni di Roma invita alla proiezione presso il Cinema Barberini.

🎬 Il documentario di Massimiliano Fumagalli racconta la storia di Stefano Gheller, giovane affetto da distrofia muscolare e primo in Veneto ad ottenere dalla ASL l’autorizzazione alla morte volontaria medicalmente assistita, come previsto dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale.

🎤 Al termine della proiezione seguirà un dibattito con:
Stefano Massoli, coordinatore della Cellula Coscioni Perugia e marito di Laura Santi, Consigliera Generale di Associazione Luca Coscioni e giornalista, prima persona in Umbria ad accedere alla morte medicalmente assistita.

L'articolo “Lasciatemi morire ridendo” – Proiezione a Roma con Stefano Massoli proviene da Associazione Luca Coscioni.



“Lasciatemi morire ridendo” a Latina – Proiezione e dibattito sul fine vita


📍Latina – Multisala Oxer, Viale Pier Luigi Nervi
🗓Giovedì 14 novembre 2025
🕘Ore 21:00


Il docufilm “Lasciatemi morire ridendo” di Massimiliano Fumagalli approda a Latina per una serata dedicata al tema dell’autodeterminazione e dei diritti nel fine vita promossa dalla Cellula Coscioni di Latina

Il film racconta la storia di Stefano Gheller, giovane veneto con distrofia muscolare, la seconda persona in Italia ad ottenere l’autorizzazione alla morte volontaria medicalmente assistita, secondo i criteri fissati dalla Corte costituzionale. Un racconto di coraggio, libertà e dignità.

🎤Dibattito post-proiezione a cura di: – Dott. Luca Palombo, Infermiere e coordinatore Cellula Coscio Latina; – Dott.ssa Michela Guarda, Dirigente Infermieristico Hospice San Marco; – Dott. Ferdinando Tucci, Psicoterapeuta.

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“Lasciatemi morire ridendo” a Reggio Emilia – Proiezione e dibattito sul fine vita


“Lasciatemi morire ridendo” a Reggio Emilia – Proiezione e dibattito sul fine vita


📍 Cinema AlCorso Corso Giuseppe Garibaldi 14 – Reggio Emilia🗓 Domenica 17 novembre 2025🕢 Ore 19:30


Il docufilm “Lasciatemi morire ridendo” di Massimiliano Fumagalli, prodotto in collaborazione con l’Associazione Luca Coscioni, arriva al Cinema AlCorso di Reggio Emilia, con una serata di riflessione pubblica sul fine vita promossa dalla Cellula Coscioni Modena-Reggio Emilia.

Il film racconta l’ultima parte di vita di Stefano Gheller, giovane affetto da una grave forma di distrofia muscolare e prima persona in Veneto ad aver ottenuto l’autorizzazione alla morte volontaria medicalmente assistita, come previsto dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale.

🎬 La proiezione sarà seguita da un dibattito con gli attivisti dell’Associazione Luca Coscioni, che approfondiranno i temi del diritto all’autodeterminazione per garantire il rispetto delle proprie scelte nel fine vita.

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“Lasciatemi morire ridendo” a Milano – Proiezione con Marco Cappato e Diego Silvestri


📍Milano – Cinema Beltrade, Via Nino Oxilia 10
🗓Giovedì 21 novembre 2025
🕖Ore 19:20


Una serata da non perdere con la proiezione del docufilm “Lasciatemi morire ridendo”, diretto da Massimiliano Fumagalli, che racconta la storia di Stefano Gheller, primo in Veneto e secondo in Italia ad ottenere l’autorizzazione alla morte volontaria medicalmente assistita, secondo i criteri fissati dalla Corte costituzionale.

🎤Introduzione a cura di Marco Cappato, tesoriere di Associazione Luca Coscioni e Diego Silvestri, Consigliere Generale di Associazione Luca Coscioni;

🎬Dibattito post proiezione con Massimiliano Fumagalli, regista Virginia Rosaschino e Alessandro Conconi, produttori

📣 Un evento organizzato in collaborazione con la Cellula Coscioni di Milano,📩 Per informazioni: cellulamilano@associazionelucacoscioni.it

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Matteo D’Angelo interviene all’incontro pubblico “Veneto, terra di diritti”


📍Dolo (VE) – Circolo del Partito Democratico, Piazza Cantiere 4
🗓Sabato 15 novembre 2025
🕘Ore 9:45


Matteo D’Angelo, avvocato e attivista dell’Associazione Luca Coscioni, interverrà all’incontro pubblico “Veneto, terra di diritti” organizzato dal Partito Democratico

Modera Mattia Garzana (Giovani Democratici Venezia), saluti di Chiara IULIANO(Coordinatrice PD Riviera del Brenta) e Massimo IOVINE (Presidente Giovani Democratici Veneto), intervengono Jonatan MONTANARIELLO e Francesca BRESSANIN (candidati al Consiglio Regionale) e Iryna SHAPARAVA (attivista LGBT+)

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Lista Referendum e Democrazia ha ricondiviso questo.


Ogni Comune è obbligato a fare un Piano per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche, ma in troppi se ne infischiano.
Ora il TAR Sicilia ha accolto il nostro ricorso contro il Comune di Catania, che sarà commissariato per il piano.
Faremo valere questo precedente ovunque.


Al via la Contro-Conferenza della società civile “”Sulle droghe abbiamo un piano”


Il 6, 7 e 8 novembre si tiene a Roma la Contro-Conferenza sulle droghe, autoconvocata dalla rete di associazioni della società civile, attiva da anni per riforme puntuali e onnicomprensive di leggi e politiche in materia di stupefacenti proibiti.

La tre giorni si tiene in concomitanza con la Conferenza Nazionale governativa sulle Droghe che, contrariamente a quanto propagandato, ha sistematicamente evitato qualsiasi coinvolgimento di voci critiche all’approccio proibizionista, punizionista e paternalista del Governo Meloni.

Il programma inizia giovedì 6, alla Città dell’Altra Economia, alle ore 17:30, con tre sessioni con ospiti internazionali che affronteranno quanto avviene in seno all’Onu e l’Ue in materia droghe. Ci saranno approfondimenti, esperienze e storie di successo di riduzione del danno di accesso alle cosiddette terapie psichedeliche.

Venerdì 7, alla Città dell’Altra Economia, dalle ore 9, verrà presentato il piano di politiche alternative a quelle governative. La proposta affronterà la stigmatizzazione delle persone che usano droghe, il carcere e le misure alternative alla restrizione della libertà personale, l’impatto delle nuove misure repressive sulle politiche sociali, le riforme e le sinergie necessarie tra servizi su dipendenze e salute delle persone che usano sostanze. Per finire, è previsto un confronto tra realtà provenienti da zone o quartieri nell’occhio del ciclone repressivo e mediatico.

Alle ore 21, al Cinema Troisi si terrà una puntata live del podcast Illuminismo Psichedelico, seguita dalla proiezione del film All the beauty and the Bloodshed di Laura Poitras.

Sabato 8, alla Sala della Protomoteca in Campidoglio, dalle ore 9, dopo i saluti istituzionali del Comune di Roma, si terrà un dibattito sulla regolamentazione delle sostanze a partire dalle realtà tedesche e maltesi sulla cannabis, un confronto con i membri della rete nazionale degli Enti Locali per l’Innovazione sulle Droghe (ELIDE) e una conferenza stampa di presentazione del documento finale della Contro-Conferenza e le conclusioni. Dalle 14, in piazza Ugo La Malfa, inizierà il ritrovo per la Million Marijuana March, che dal Circo Massimo arriverà in Piazza Vittorio passando per il Colosseo.

L’articolo 15 della legge 309/90 sulle droghe prevede che: “15. Ogni tre anni venga convocata una conferenza nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti, alla quale si invitano soggetti pubblici e privati che esplicano la loro attività nel campo della prevenzione e della cura della tossicodipendenza”. La chiusura del governo alle proposte e alle critiche da parte di associazioni e reti civiche ha reso necessaria l’organizzazione di un incontro che denunciasse i passi indietro istituzionali, avvenuti dalla VI Conferenza convocata dal Governo Draghi a Genova nel 2021, dove analisi e contributi indipendenti erano stati parte integrante dell’incontro ufficiale.

Il copione della Conferenza governativa appare già scritto, e da mesi, dalle norme repressive dal decreto anti-rave, dal decreto cosiddetto Caivano, che ha riempito di minori le carceri, dalla trasformazione del codice stradale in una legge che criminalizza ulteriormente i consumatori di droghe, nonché dal cosiddetto Decreto Sicurezza che restringe le libertà individuali, assimilando sostanze senza effetti psicoattivi, come la cannabis light, a sostanze psicotrope proibite. Un copione che, come a norma della legge “Fini-Giovanardi”, prevede che “le conclusioni della Conferenza vengano comunicate al Parlamento anche al fine di individuare eventuali correzioni alla legislazione antidroga dettate dall’esperienza applicativa” e che quindi lascia presagire ulteriori giri di vite illiberali e criminogeni.

La Controconferenza è convocata da: A Buon Diritto, ARCI, Antigone, Associazione Luca Coscioni, CGIL, CNCA, Comunità di San Benedetto al Porto, Forum Droghe, Gruppo Abele, ItaNPUD, ITARDD, L’Altro Diritto, La Società della Ragione, L’Isola di Arran, LILA, Meglio Legale e Tutela Pazienti Cannabis Medica.

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Anna Pompili a “50 anni di storia e storie dei consultori” – Quali presìdi di cura e di diritti


📍 Roma – Sala Consiliare del Municipio I, Circonvallazione Trionfale 19
🗓 Giovedì 7 novembre 2025
🕒 Ore 15:00


, Anna Pompili, ginecologa e Consigliera Generale dell’Associazione Luca Coscioni, interverrà in occasione dell’incontro pubblico “50 anni di storia e storie dei consultori. Quali presìdi di cura e di diritti”, organizzato dalla Commissione Pari Opportunità del Municipio I Roma Centro.

L’appuntamento sarà anche l’occasione per celebrare i 50 anni dalla nascita dei consultori in Italia, ripercorrendone la storia attraverso esperienze e testimonianze, e discutere il loro futuro come presìdi di prossimità per la salute e la libertà delle persone.

Tra gli interventi, insieme ad Anna Pompili:

  • Lorenza Bonaccorsi, Presidente del Municipio I
  • Claudia Santoloce, Assessora alle Politiche sociali e Pari opportunità del Municipio I
  • Laura Anelli, ginecologa coordinatrice dei consultori ASL RM1
  • Monica Moriconi, delegata del Sindaco ASL RM1
  • Silvia Ippolito, medico referente rapporti con le scuole del Distretto 1

Modera Daniela Spinaci, Presidente della Commissione Pari Opportunità del Municipio I.

L’incontro è aperto a studenti, cittadine e cittadini, associazioni e comitati.

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Francesca Re e Mario Riccio all’incontro “Scelte di fine vita: ragioni e limiti del diritto penale”


Roma – Dipartimento di Giurisprudenza, Università Roma Tre
Via Ostiense 159, Aula 9
🗓 Martedì 4 novembre 2025
🕙 Ore 10:00 – 12:00


Mario Riccio, Consigliere Generale e medico anestesista, e l’avv. Francesca Re, dottoressa di ricerca in diritto penale e Consigliera Generale dell’Associazione Luca Coscioni, intervengono all’interno del corso di Diritto Penale II e Diritto Penale Europeo del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Roma Tre, si terrà un incontro pubblico dal titolo:
“Scelte di fine vita: ragioni e limiti del diritto penale”.

L’appuntamento si inserisce nel quadro delle attività accademiche ma sarà aperto anche al pubblico interessato, fino a esaurimento posti.

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Domani si svolgerà l’udienza in Corte costituzionale sulla legge regionale della Toscana sul Fine vita


L’Associazione Luca Coscioni ha depositato un’opinione scritta

“La legge toscana è pienamente legittima, rientra nelle competenze regionali”, dichiara Filomena Gallo. Le fa eco Marco Cappato: “Il Parlamento sospenda l’esame della legge governativa in attesa del pronunciamento della Consulta”


Domani, 4 novembre, si terrà in Corte costituzionale l’udienza relativa al ricorso del Governo contro la legge della Regione Toscana n. 16/2025, frutto dell’iniziativa popolare “Liberi Subito” dell’Associazione Luca Coscioni, che regola nel dettaglio le modalità e i tempi per la verifica dei requisiti per l’accesso alla morte volontaria medicalmente assistita, così come stabilita dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. La normativa si colloca pienamente nell’ambito delle competenze regionali in materia di tutela della salute, come stabilito dall’articolo 117 della Costituzione sulla ripartizione del potere legislativo esercitato da Stato e Regioni.

L’Associazione Luca Coscioni, per prospettare alla Corte le motivazioni sulla legittimità della legge toscana, ha depositato un’opinione scritta a titolo di amicus curiae, in cui evidenzia come la normativa regionale garantisca diritti fondamentali nel pieno rispetto della cornice costituzionale e del principio di autodeterminazione sancito dalla stessa Corte.

“La Regione Toscana ha operato nel pieno rispetto della Costituzione, introducendo una procedura trasparente e verificabile, che risponde direttamente ai requisiti stabiliti dalla Corte stessa: requisiti che la legge toscana non modifica né amplia rispetto alla sentenza “Cappato”, ma si limita ad attuare con chiarezza e uniformità, eliminando disparità di accesso alle verifiche e all’assistenza. Se questa legge dovesse cadere, chi vive una condizione di sofferenza irreversibile si vedrebbe privato di strumenti per esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione in tempi certi”, dichiara Filomena Gallo, avvocata e Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni.

Appare paradossale che, mentre impugna la legge toscana sostenendo una presunta interferenza con le competenze statali, lo stesso Governo – nel caso di “Libera” – abbia dichiarato, in sede giudiziaria, che la fornitura dei dispositivi necessari all’autosomministrazione del farmaco per la morte volontaria assistita rientra nelle competenze delle Regioni.

“In attesa del pronunciamento della Consulta, il Parlamento dovrebbe sospendere l’esame della legge proposta dal Governo, che, tra le altre modifiche, cancellerebbe proprio il ruolo del Servizio sanitario nazionale e quindi delle Regioni , pur stabilito con chiarezza della Corte costituzionale”, afferma Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.

L’Associazione Luca Coscioni auspica che la Corte costituzionale confermi il testo il rispetto delle competenze regionali e respinga il ricorso governativo, a tutela dei diritti fondamentali delle persone malate.

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A Firenze una nuova data per lo sportello informativo sul Testamento Biologico


📍 SMS Rifredi, Via Vittorio Emanuele II 303
🗓 Venerdì 7 novembre 2025
🕔 Dalle ore 17:00 alle 19:00
📌 Aperto ogni primo venerdì del mese


In collaborazione con la Cellula Coscioni di Firenze, lo SMS Rifredi ospita uno sportello informativo mensile dedicato al testamento biologico (Disposizioni Anticipate di Trattamento – D.A.T.).

Lo sportello è pensato per fornire informazioni utili a comprendere, compilare e depositare correttamente il proprio testamento biologico, un documento fondamentale che permette a ogni persona di esprimere in anticipo la propria volontà sui trattamenti sanitari in caso di futura incapacità di decidere.

📩 Per informazioni:
cellulafirenze@associazionelucacoscioni.it
info@smsrifredi.it

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Il TAR Sicilia accoglie il nostro ricorso per la mancata adozione del PEBA da parte del Comune di Catania


Il commento dell’avvocato Alessandro Gerardi: “Passo avanti verso il rispetto dei diritti delle persone con disabilità”


Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia – sezione staccata di Catania – ha accolto l’istanza presentata da Filippo Tagnese e dall’Associazione Luca Coscioni, nominando un commissario ad acta (funzionario pubblico nominato da un giudice) per garantire che il Comune di Catania dia finalmente seguito alla domanda volta a ottenere l’adozione del Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA).

La decisione del TAR arriva dopo la sentenza del 12 maggio 2025, con la quale il Tribunale aveva già accertato il silenzio-inadempimento del Comune e lo aveva obbligato a emanare un provvedimento entro 45 giorni. Poiché l’Amministrazione non ha rispettato i termini, il TAR ha ora disposto la nomina del Segretario Generale della Città Metropolitana di Messina come commissario ad acta, incaricato di assicurare, entro 180 giorni, la conclusione del procedimento con il quale è stata chiesta l’adozione del PEBA.

“Si tratta di un risultato importante – dichiara l’avvocato Alessandro Gerardi, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni – perché il TAR ha riconosciuto la fondatezza della nostra iniziativa e l’obbligo del Comune di rispondere alla diffida che avevamo presentato. Ora attendiamo che le istituzioni adempiano a quanto ordinato dal Tribunale, fornendo una risposta formale e motivata sulla richiesta di adozione del PEBA. È un passo avanti significativo verso il rispetto dei diritti delle persone con disabilità, ma la partita non è ancora chiusa”.

La Cellula di Catania dell’Associazione Luca Coscioni continuerà a monitorare l’evoluzione del procedimento, affinché l’Amministrazione comunale rispetti le tempistiche e gli obblighi stabiliti dal TAR e si arrivi finalmente a un piano concreto per rendere la città accessibile a tutte e a tutti.

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“Inammissibile per difetto di giurisdizione”: quando la democrazia resta senza giudice


Con la sentenza n. 3488 del 30 ottobre 2025, il tribunale amministrativo Regionale (TAR) della Lombardia ha dichiarato inammissibile per difetto assoluto di giurisdizione il ricorso presentato dall’Associazione Luca Coscioni e dai promotori della proposta di legge popolare “Liberi Subito” sul suicidio medicalmente assistito.

In parole semplici, il TAR ha deciso di non potersi pronunciare sul merito del ricorso, ritenendo che l’atto impugnato — la deliberazione del Consiglio regionale che, nel novembre 2024, aveva bloccato la discussione della proposta — sia un atto politico-legislativo e non amministrativo. Per questo motivo, secondo i giudici, nessun tribunale può sindacare una scelta di questo tipo.

Cosa significa “difetto di giurisdizione”? Il “difetto di giurisdizione” è una formula tecnica, ma le sue conseguenze sono molto concrete. Significa che il giudice non può entrare nel merito della questione, anche se riconosce che esiste un problema giuridico o democratico. Nel nostro caso, il TAR non ha potuto valutare se la Regione Lombardia abbia agito correttamente nel bloccare la proposta di legge popolare: ha semplicemente stabilito che non ha il potere di giudicarlo.

In termini democratici, questo lascia senza tutela i diritti dei cittadini che si sono attivati, numerosi, per esercitare l’iniziativa legislativa popolare. Non perché la loro richiesta sia infondata, ma perché non esiste un giudice competente a controllare l’operato politico di un Consiglio regionale.

Abbiamo così un diritto senza garanzie.

La nostra iniziativa “Liberi Subito” aveva raccolto oltre 8.000 firme, era stata dichiarata ammissibile dagli uffici del Consiglio regionale, e rispondeva alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, che riconosce il diritto al suicidio medicalmente assistito in casi precisi.

Nonostante ciò, il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una pregiudiziale di incostituzionalità, fermando la proposta prima della discussione in Aula. Abbiamo chiesto al TAR di intervenire per difendere il diritto dei cittadini a vedere discussa la loro proposta, non per imporne l’approvazione. Ma la risposta è stata che nessun giudice può intervenire, perché la decisione è “politica”.

Ecco il paradosso: i cittadini hanno un diritto previsto dalla legge — quello di iniziativa legislativa popolare — ma nessuno può garantirne l’effettività. Questa interpretazione svuota di significato lo strumento dell’iniziativa popolare. Se anche una proposta conforme alla legge e alla Costituzione può essere esclusa dal dibattito pubblico senza rimedio, allora il diritto dei cittadini di partecipare alla formazione delle leggi è solo formale.

La nostra Costituzione si fonda sul principio della partecipazione democratica, non sulla discrezionalità politica di chi governa. Quando le istituzioni si sottraggono al confronto, e i giudici dichiarano di non poter intervenire, si crea un vuoto di responsabilità. Un vuoto che nessun cittadino dovrebbe accettare. Non è un problema solo lombardo. Questa sentenza riguarda tutti. Perché non si parla di diritto di iniziativa popolare: uno strumento che dovrebbe garantire ai cittadini la possibilità di proporre leggi e costringere le istituzioni a discuterle.

Se un Consiglio regionale può bloccare qualsiasi proposta con una votazione interna e se nessun giudice può intervenire, allora ogni iniziativa popolare può essere vanificata. Oggi tocca a “Liberi Subito”, domani potrebbe riguardare qualunque altro tema.

Chiediamo allora che il Parlamento e le Regioni introducano norme chiare che obblighino le assemblee elettive a discutere pubblicamente le proposte popolari, almeno una volta. Chiediamo che la giustizia amministrativa possa vigilare sulle garanzie procedurali legate alla partecipazione dei cittadini. E chiediamo che la Corte costituzionale si esprima presto, per ristabilire un equilibrio tra autonomia politica e tutela dei diritti.

L’Associazione Luca Coscioni continuerà a battersi perché l’iniziativa popolare non resti una finzione, ma torni a essere uno strumento effettivo di democrazia. Non ci fermeremo davanti a una dichiarazione di “difetto di giurisdizione”, perché il vero difetto, oggi, è quello di giustizia e di rappresentanza.

La libertà di scegliere, di partecipare e di essere ascoltati non può essere fermata da un voto procedurale. E continueremo, nelle aule dei tribunali* e in quelle della politica, a farlo capire.

*Collegio di difesa per l’Associazione Luca Coscioni: avvocati Filomena Gallo, Giulia Crivellini e Massimo Rossi.

Approfondimenti:

➡ Link decisione
➡ Link scheda tecnica


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Due anni fa, l’attrice e regista Sibilla Barbieri era costretta ad andare in Svizzera per il suicidio assistito dopo il diniego della sua ASL in Italia


Sei procedimenti ancora sospesi per Cappato e gli altri volontari di Soccorso Civile che hanno aiutato malati a morire all’estero


A due anni dalla morte in Svizzera di Sibilla Barbieri, attrice, regista e paziente oncologica romana con prognosi infausta breve, sono ancora in corso le indagini presso la Procura di Roma sul caso. L’attrice morì in Svizzera tramite suicidio assistito il 31 ottobre 2023. La Commissione aziendale aveva negato a Sibilla la possibilità di accedere in Italia all’aiuto medico alla morte volontaria, sostenendo che non vi fosse un “trattamento di sostegno vitale” e che “le condizioni attuali non fossero coerenti con sofferenze fisiche intollerabili”.

Si è appreso, tuttavia, solo dopo la sua morte, che il Comitato etico — prima ancora della decisione dei medici dell’ASL — aveva confermato la sussistenza di tutti i requisiti previsti dalla sentenza Cappato della Corte costituzionale.

In realtà, Sibilla dipendeva dall’ossigenoterapia e da farmaci per il dolore, che, se interrotti, le avrebbero causato una morte rapida e dolorosa. Tramite i suoi legali, si era opposta al diniego dell’ASL, ma la sua opposizione non aveva trovato alcun riscontro da parte dell’Azienda sanitaria.

Sibilla è stata accompagnata dal figlio Vittorio Parpaglioni e da Marco Perduca. Entrambi si autodenunciarono per aiuto al suicidio, reato punito fino a 12 anni di reclusione, insieme a Marco Cappato, presidente e rappresentante legale di Soccorso Civile, l’associazione che offre supporto a chi intende esercitare il diritto alla morte volontaria assistita. Alla loro azione di disobbedienza civile hanno contribuito anche Luigi Manconi, Ivan Scalfarotto e Riccardo Magi.

A oggi, sono sei i procedimenti aperti in quattro città italiane, a carico di tredici persone, per casi analoghi di accompagnamento alla morte volontaria in Svizzera.

Oltre al caso di Sibilla Barbieri a Roma, i procedimenti aperti sono:

  1. Milano – per l’aiuto prestato al signor Romano, lombardo (morto in Svizzera a novembre 2022) e alla veneziana Elena Altamira (morta in Svizzera ad agosto 2022). Il primo affetto da parkinsonismo atipico e la seconda paziente oncologica. Attualmente, a seguito della decisione della Corte costituzionale (sentenza 66/2025) il procedimento risulta ancora pendente dinanzi al tribunale di Milano, nello specifico il giudice per le indagini preliminari dovrà decidere sulla richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero, anche alla luce della sentenza della Corte costituzionale.
  2. Milano – per l’aiuto fornito a Margherita Botto, milanese (morta in svizzera a novembre 2023). Indagini in corso.
  3. Firenze – per l’aiuto fornito al toscano Massimiliano (MIB), affetto da sclerosi multipla, morto in Svizzera l’8 dicembre 2022, è stato sollevato un incidente di costituzionalità, che ha portato all’intervento della Corte costituzionale con la sentenza n. 135/2024. Il giudice per le indagini preliminari (GIP) ha disposto l’imputazione coatta per Marco Cappato, Felicetta Maltese e Chiara Lalli. All’udienza del 4 giugno 2025, il giudice dell’udienza preliminare (GUP) ha deciso il trasferimento degli atti alla Procura di Como.
  4. Bologna – per l’aiuto fornito a Paola, bolognese, morta in Svizzera 8 febbraio 2023. Il giudice per le indagini preliminari (GIP) di Bologna, con ordinanza depositata il 29 settembre 2025, ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice Penale (Maltese, Fiume, Cappato).

In aggiunta ai 6 procedimenti aperti, ci sono stati 3 casi di accompagnamenti in Svizzera da parte di volontari di Soccorso Civile, ai quali non è seguita una autodenuncia (ma l’aiuto fornito è stato reso noto con conferenza stampa), senza che siano state ancora aperte inchieste.

  • “Ines”, donna lombarda di 51 anni, affetta da sclerosi multipla, morta il 30 luglio 2024, aiutata da Claudio Stellari e Matteo d’Angelo e Marco Cappato;
  • Martina Oppelli, 50enne triestina, affetta da sclerosi multipla, morta il 31 luglio 2025, aiutata da Claudio Stellari e Matteo d’Angelo e Marco Cappato;
  • “Fabrizio”, 79enne ligure, affetto da patologia neurodegenerativa, morto il 24 settembre 2025, aiutato da Cinzia Fornero e Roberta Pelletta e Marco Cappato.

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La Gallery di Ottobre


Ecco un po’ di foto dalle nostre Cellule Coscioni in giro per l’Italia, dagli eventi tematici sul Testamento biologico a Lizzano in Belvedere (Bologna), Torino e Travacò Siccomario (Pavia) alla raccolta firme sulle terapie psichedeliche, organizzata dalla Cellula Coscioni di Roma. Clicca sull’icona della macchina fotografica per scorrere le foto!

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Serata informativa sul Testamento Biologico – DAT a Fossano


📍 Hostello Sacco, Via Cavour 33/35, Fossano (CN)
🗓 Martedì 4 novembre 2025
🕘 Ore 21:00
📌 Ingresso libero

La Cellula Coscioni di Cuneo partecipa e promuove, insieme a Partito Democratico, Democratiche e Fossano Democratica, una serata dedicata al Testamento Biologico e alle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT).

Un appuntamento pubblico per informare i cittadini sui propri diritti in ambito sanitario, anche in caso di perdita della capacità di intendere e volere.
Durante l’incontro sarà possibile chiarire dubbi e approfondire la procedura di redazione e deposito delle DAT, previste dalla legge 219/2017.


Intervengono:


  • Prof. Oscar Bertetto – Fondatore della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta
  • Avv. Maria Grazia Soleri – Foro di Cuneo, docente in corsi di formazione sulle DAT
  • Don Luca Margaria – Sacerdote e docente di Filosofia

🎤 Modera Rosita Serra, PD Fossano


ℹ Per maggiori informazioni:
📧 cellulacuneo@associazionelucacoscioni.it

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Liberi subito Lombardia, il TAR dichiara inammissibile il nostro ricorso


Filomena Gallo e Marco Cappato commentano: “Così viene vanificata l’iniziativa popolare. Valutiamo nuove azioni legali”

Il TAR precisa che “non è qui in esame il giudizio sulla legittimità della legge sul fine vita” e rigetta la richiesta delle Regione e le associazioni “Pro Vita”


Con sentenza depositata il 30 ottobre 2025, il TAR per la Lombardia – Sezione Quinta – ha dichiarato inammissibile per difetto assoluto di giurisdizione il ricorso presentato dall’Associazione Luca Coscioni e da alcuni cittadini lombardi contro la deliberazione del Consiglio regionale che, a novembre scorso, aveva dichiarato inammissibile la proposta di legge di iniziativa popolare n. 56/XII sul suicidio medicalmente assistito.

Secondo il TAR, la decisione del Consiglio regionale di non discutere la proposta, tramite la messa al voto di una questione pregiudiziale di costituzionalità, rientra nell’attività legislativa interna dell’assemblea e non può essere oggetto di sindacato giurisdizionale.

L’Associazione sottolinea che questa interpretazione svuota di significato l’iniziativa legislativa popolare a livello regionale: anche quando una proposta è formalmente ammissibile e coerente con la normativa statale, può essere sottratta alla discussione senza possibilità di controllo o rimedio.

Dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretaria nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni:

Il TAR ha ritenuto di non potersi esprimere, ma così facendo consente che un Consiglio regionale possa impedire ai cittadini di vedere anche solo discussa una proposta di legge di iniziativa popolare, anche se conforme al quadro normativo regionale sulle proposte di legge per cui tantissimi cittadini hanno firmato affinché fosse discussa.

È una ferita alla democrazia partecipativa. L’iniziativa popolare non può ridursi a un atto simbolico: va garantita la discussione pubblica nelle sedi istituzionali. È un modo per svuotare il diritto dei cittadini di partecipare alla formazione delle leggi.


Il TAR precisa che “non è qui in esame il giudizio sulla legittimità della legge sul fine vita” e afferma che deve rigettare la richiesta delle controparti – Regione e le associazioni “Pro Vita” – di rinviare l’udienza (quella che si era tenuta il 22 settembre scorso) per attendere la pronuncia della Corte costituzionale del prossimo 4 novembre sulla competenza tra Stato e regioni in materia di procedure attuative di suicidio medicalmente assistito, poiché le esigenze rappresentate dalle associazioni intervenienti (le associazioni “pro vita”) sono del tutto indipendenti rispetto al sindacato di legittimità sugli atti del presente giudizio.

L’Associazione valuterà ora nuove iniziative legali e politiche per garantire che l’iniziativa legislativa popolare – strumento previsto dallo Statuto regionale e dalla Costituzione – torni a essere effettiva e vincolante almeno per la discussione pubblica nelle assemblee elettive.

➡ Approfondimento: Scheda tecnica


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Abbiamo lanciato “Oggi scegli tu”, la più grande campagna italiana sul testamento biologico


Con la voce di Luciana Littizzetto e la testimonianza di Cristiano su come le DAT avrebbero potuto evitare una drammatica agonia

Lo spot sarà diffuso in 67 cinema e 306 schermi italiani, oltre che su TV, radio e quotidiani, per informare sull’importanza di depositare le Disposizioni Anticipate di Trattamento, rimediando all’assenza di campagne di informazione pubblica


L’Associazione Luca Coscioni lancia “Oggi scegli tu”, la più ampia campagna mai realizzata in Italia sul testamento biologico, diffusa in 67 cinema e 306 schermi in tutto il Paese, oltre che sui principali canali TV, radio e stampa nazionale, fino al 19 novembre.

L’obiettivo è informare i cittadini sul diritto, sancito dalla Legge 22 dicembre 2017, n. 219 (DAT), di decidere in anticipo come essere curati – o non curati – nel caso in cui, un giorno, non siano più in grado di esprimere la propria volontà.

La legge riconosce a ogni persona il diritto fondamentale di scegliere liberamente e consapevolmente i trattamenti sanitari a cui sottoporsi o da cui astenersi, tutelando l’autodeterminazione fino alla fine della vita.


Al centro della campagna, lo spot “Oggi scegli tu”, prodotto grazie alle donazioni e al 5×1000, con la voce di Luciana Littizzetto.

Lo spot, realizzato con la direzione creativa di Flavio Avy Candeli e la regia di Anton Lucarelli, nasce dalla testimonianza di Cristiano, un cittadino piemontese che ha contattato l’Associazione dopo aver vissuto il dramma della compagna Patrizia, colpita da un ictus che l’ha resa incapace di comunicare le proprie volontà. Patrizia non aveva redatto le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), e così – in assenza di una sua scelta – sono stati lo Stato e i medici a decidere per lei.

“Patrizia non avrebbe voluto vivere in quelle condizioni, ma non aveva potuto scriverlo – racconta Cristiano –. Oggi voglio aiutare altri a non subire la stessa sorte”.

Lo spot invita tutti a informarsi e scegliere consapevolmente, offrendo la possibilità di scaricare gratuitamente un modello aggiornato di testamento biologico sul sito dell’Associazione Luca Coscioni curato da giuristi, esperti e medici.

Nel finale, la voce di Luciana Littizzetto accompagna il messaggio: “Scopri come fare il testamento biologico. Scarica il modello gratuito su associazionelucacoscioni.it. Oggi, scegli tu”.

➡ Credits video “Oggi scegli tu”:

  • Art direction: Carlotta Inferrera
  • Copywriting: Cristiano Susta e Avy Candeli
  • Regia: Anton Lucarelli
  • DOP: Lorenzo Gonnelli
  • Producer: Giovanni di Modica
  • Musica: Vittorio Cosma/Music Production
  • Audio: Disc2Disc
  • Speaker: Luciana Littizzetto
  • Direzione creativa: Avy Candeli

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“Lasciatemi morire ridendo” – Proiezione e dibattito a Vicenza con Diego Silvestri


📍 Vicenza – Cinema Odeon, Corso Andrea Palladio 176
🗓 lunedì 3 novembre 2025
🕣 Ore 20:30


In collaborazione con la Cellula Coscioni Vicenza-Padova, Mescalito Film presenta “Lasciatemi morire ridendo”, il documentario di Massimiliano Fumagalli che racconta la storia di Stefano Gheller, giovane veneto che ha chiesto di poter accedere all’aiuto medico alla morte volontaria in Italia.

Dopo la proiezione è previsto un dibattito pubblico con la partecipazione di Diego Silvestri, in rappresentanza dell’Associazione Luca Coscioni, per approfondire i temi legati al diritto al fine vita e all’autodeterminazione.

Un appuntamento di sensibilizzazione e confronto sui diritti ancora negati e sulle battaglie civili per la libertà di scelta.

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La Cellula Coscioni di Orvieto al Disability Pride – Corteo e incontro pubblico per l’autodeterminazione

📍 Orvieto – Piazza della Repubblica e Sala del Governatore, Palazzo dei Sette, Corso Cavour 87
🗓 Sabato 25 ottobre 2025
🕟 Ore 09:30 – Incontro pubblico

🕓 Ore 16:00 – Corteo

In occasione del Disability Pride Orvieto 2025, la Cellula Coscioni di Orvieto parteciperà con entusiasmo e determinazione a una giornata dedicata ai diritti, all’inclusione e alla libertà di scelta delle persone con disabilità.

Dalle ore 9.30 nella Sala del Governatore di Palazzo dei Sette, si terrà un incontro pubblico con attivisti, esperti ed esponenti istituzionali. Sarà l’occasione per affrontare, insieme alla Cellula Coscioni di Orvieto, i nodi ancora irrisolti legati alle barriere – fisiche, culturali e istituzionali – che limitano la piena partecipazione delle persone con disabilità nella società.

Il corteo inizierà alle ore 16:00 in Piazza della Repubblica e attraverserà il centro storico per rivendicare pari diritti, accessibilità e autodeterminazione per tutte e tutti.

Al centro del dibattito anche la necessità di garantire l’accesso ai diritti fondamentali: dalla salute all’autonomia, dalla libertà personale al diritto a scegliere sul proprio corpo e sul proprio futuro.

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Avanguardie psichedeliche australiane


Testo preparato con Peppe Brescia


La crescente attenzione agli psichedelici nell’ambito della salute mentale vede nell’Australia uno dei paesi più all’avanguardia tra quelli in cui sono in corso sperimentazioni.

Dopo che nel 2023 sono stati regolamentati gli utilizzi medici dell’MDMA, la ricerca australiana sulle molecole psichedeliche è attualmente protagonista di ulteriori e interessanti sviluppi. La principale novità arriva da Optimi Health Corp., azienda canadese produttrice di MDMA e psilocibina nel rispetto della Good Medical Practice (GMP) necessarie per il riconoscimento in quanto farmaco.

La società ha recentemen annunciato l’inclusione delle capsule di psilocibina da 5 mg di propria produzione all’interno del programma di psicoterapia sostenuto da Medibank, compagnia assicurativa australiana intenzionata a offrire ai propri clienti un’importante alternativa terapeutica. L’iniziativa, avviata già nel 2023 mediante la copertura economica della terapia per il disturbo da stress post-traumatico a base di MDMA, viene ora significativamente ampliamenta.

Le capsule di psilocibina sono state rese disponibili sulla scorta dell’Authorized Prescribers Scheme, istituto che consente al personale medico autorizzato la prescrizione di determinati medicinali non approvati in un’ottica di facilitazione all’inserimento dei pazienti in percorsi terapeutici alternativi. In un primo momento, la sperimentazione è stata limitata alla città di Perth. La responsabilità della fornitura dei servizi clinici e della selezione della coorte è stata affidata a Emyria Limited, che opererà tramite il Centro Empax, situato a Perth e di proprietà della stessa agenzia.Per quanto riguarda invece la distribuzione del farmaco, Optimi ha delegato l’incarico a Mind Medicine Australia.

Il finanziamento è il risultato della partnership tra Optimi Health e Medibank, una delle maggiori compagnie assicurative sanitarie private operanti in Australia, e il progetto si inserisce nell’ambito di un investimento da 50 milioni di dollari da parte di Medibank, attiva da oltre cinque anni nella promozione dei programmi di salute mentale nonché nello sviluppo di terapie innovative. Dall’inizio di Ottobre 2025, Brisbane si è aggiunta a Perth tra le municipalità che consentono l’accesso al programma di Medibank: nel capoluogo del Queensland il trattamento verrà erogato nel comune di Windsor presso l’Avive Health, ospedale privato specializzato in salute mentale.

In linea con i regolamenti della Therapeutic Goods Administration (TGA), la terapia assistita da psilocibina potrà essere prescritta solo a fronte della presenza di una condizione patologica di depressione resistente al trattamento e a seguito del fallimento di tutte le precedenti opzioni terapeutiche. La somministrazione avrà luogo in un ambiente clinico controllato sotto supervisione psichiatrica. Il monitoraggio delle condizioni del paziente potrà essere protratto per un periodo di tempo fino a un anno.In ragione del fatto che la realizzazione del programma ha richiesto lo stanziamento di fondi privati, le terapie non saranno coperte dal sistema sanitario pubblico australiano, e saranno esclusivamente rivolte ai clienti Medibank.I primi risultati delle sperimentazioni avvenute in Australia si sono dimostrati promettenti: secondo il primo studio nazionale in merito, portato avanti dalla Swinburn University of Technology, un trattamento di dodici settimane comprendente due sessioni di somministrazione di psilocibina si è mostrato significativamente efficace nella riduzione dei sintomi depressivi.Nell’ambito della ricerca è stato inoltre osservato come i pazienti che non hanno manifestato miglioramenti non abbiano allo stesso tempo subito effetti avversi né conseguenze negative a livello psicologico.

Dane Stevens, amministratore delegato di Optimi Health, ha dichiarato: “L’inclusione delle nostre capsule di psilocibina nel programma assicurativo di Medibank per la depressione resistente al trattamento riflette il ruolo crescente dei farmaci psichedelici standardizzati nell’assistenza sanitaria mentale assicurata”, concludendo che lo sviluppo del programma “contribuisce a garantire ai pazienti di Medibank l’accesso a terapie precedentemente fuori dalla portata finanziaria e segna un passo importante verso l’integrazione di Optimi nell’assistenza sanitaria regolamentata e garantita dalle assicurazioni”.

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La valigia della libertà – Storia di una disobbedienza civile – a Roma lo spettacolo su Sibilla Barbieri


La valigia della libertà – Storia di una disobbedienza civile


🗓 31 ottobre 2025 – ore 21.00
📍 Auditorium municipale Pasquale De Angelis
(c/o Polo Civico di Viale Aldo Ballarin – ingresso/parcheggio via Renato Cesarini 2, Municipio Roma VIII – Ottavo Colle/Tintoretto)
🎟 Ingresso gratuito

All’interno della rassegna “Città Visibile – La città diventa palcoscenico”, va in scena “La valigia della libertà. Storia di una disobbedienza civile”, uno spettacolo di e con Valentina Petrini. un racconto teatrale che restituisce voce e dignità alla vicenda di Sibilla Barbieri, Consigliera Generale di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, che ha deciso di porre fine alle proprie sofferenze attraverso il suicidio medicalmente assistito in Svizzera, accompagnata dal figlio.

📌 Con:

  • Pasquale Filastò, violoncello
  • Paola Bivona, voce e ukulele
  • Alessio Podestà, fisarmonica
    🎬 Regia di Norma Martelli

Uno spettacolo che racconta la forza della libertà e della disobbedienza civile attraverso parole, musica e storie potenti. Un evento accessibile anche a persone con disabilità, raggiungibile con i mezzi pubblici (716 / 772 – capolinea Ballarin/Cesarini).

📞 Info: 334.2022448
📧 info@cittavisibile.com
🌐 www.cittavisibile.com

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“Lasciatemi morire ridendo” arriva a Saronno (VA) – Proiezione del documentario su Stefano Gheller e tavolo informativo sul testamento biologico


“Lasciatemi morire ridendo” arriva a Saronno – Proiezione del documentario e tavolo informativo sul testamento biologico

📍 Cinema Prealpi – Saronno (VA)
🗓 Giovedì 13 novembre 2025
🕗 Ore 20:45

Giovedì 13 novembre, alle ore 20:45, presso il Cinema Prealpi di Saronno, si terrà la proiezione del documentario “Lasciatemi morire ridendo” di Massimiliano Fumagalli, che sarà presente in sala insieme a Virginia Rosaschino, produttrice del film, per introdurre la serata.

🕤 Alle ore 21:00 inizierà la proiezione del film.

Durante l’evento sarà attivo un tavolo informativo sul testamento biologico a cura della Cellula Coscioni di Varese, per fornire materiali e rispondere a domande su diritti e autodeterminazione.

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Mina Welby alla presentazione del libro “Roma anni zero – Cronache dal Municipio Ribelle”


📍 Caffetteria Coppi, Largo dei Quintili 16 – Roma (Quadraro)
🗓 Sabato 25 ottobre 2025
🕕 Ore 18:00


La Caffetteria Coppi ospita la presentazione del libro “Roma anni zero – Cronache dal Municipio Ribelle”, edito da Momo Edizioni, una raccolta di esperienze, memorie e riflessioni su un’epoca politica che ha attraversato la Capitale e lasciato un segno profondo nel Municipio VII.

All’incontro parteciperanno:

  • Mina Welby, co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni
  • Fabio Galati, giornalista
  • Sandro Medici, già presidente del Municipio Roma X

Modera: Gianmarco Mecozzi

Un’occasione per discutere di politica dal basso, partecipazione attiva e libertà civili, a partire dalle testimonianze di chi ha contribuito a un’esperienza municipale fuori dagli schemi.

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Mario Riccio a Pegognaga (MN) – “Per una buona legge sul fine vita”


Mario Riccio a Pegognaga – “Per una buona legge sul fine vita”


Incontro pubblico promosso dal Circolo PD di Pegognaga

📍 Sala civica “G. Bombetti”, Pegognaga (MN)
🗓 Giovedì 23 ottobre 2025
🕗 Ore 20:45


Il Circolo PD di Pegognaga organizza un incontro pubblico sul tema del fine vita, con l’obiettivo di promuovere un confronto aperto e informato su come costruire una legge giusta e rispettosa dell’autodeterminazione.

Tra gli ospiti, Mario Riccio, che nel 2006 è stato il medico che ha assistito Piergiorgio Welby nella sua decisione di rinunciare ai trattamenti sanitari. Nel 2022 è stato il medico che ha gestito il primo caso in Italia (Federico Carboni, conosciuto come “Mario”) di assistenza alla morte volontaria ai sensi della sentenza 242/2019 della Corte di Costituzionale sul caso DjFabo/Cappato. È membro del consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni.

Interverranno inoltre:

  • Alessandra Tellini, consigliera comunale di “RiAttiviamo Pego”
  • Gabriele Tessari, componente del direttivo PD Pegognaga

Un appuntamento importante per discutere delle proposte legislative in campo, del ruolo delle istituzioni e del diritto delle persone a decidere della propria vita, fino alla fine.

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Proiezione a Torino – Lasciatemi morire ridendo – dibattito sul fine vita


Proiezione a Torino – Lasciatemi morire ridendo


Il documentario di Massimiliano Fumagalli su Stefano Gheller arriva al Cine Teatro Baretti

📍 Cine Teatro Baretti, Via Baretti 4 – Torino
🗓 Mercoledì 23 ottobre 2025
🕘 Ore 21:00


“Lasciatemi morire ridendo”, il documentario firmato da Massimiliano Fumagalli con la partecipazione di Stefano Gheller, arriva a Torino per una proiezione pubblica organizzata dalla Cellula Coscioni Torino.

Un racconto potente e toccante sulla libertà di scegliere come e quando morire, il documentario intreccia riflessioni intime e pubbliche, individuali e politiche, mettendo al centro il diritto all’autodeterminazione nel fine vita, a partire dalla vicenda di Stefano Gheller.

🎙 Interverrà in sala Diego Silvestri, medico psichiatra e psicoterapeuta, coordinatore della Cellula Coscioni Vicenza – Padova.

Un’occasione per riflettere sul significato della dignità, sulla legge 219/2017, sul diritto a essere liberi fino alla fine e sull’urgenza di norme più giuste e rispettose delle scelte individuali.

🎥 Produzione: Dreamscape Film in collaborazione con Real Game, con il supporto di Accademia09 e Associazione Luca Coscioni.
Con il sostegno di: Banca Etica, Mescalito Film.

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Valentina Petrini porta in scena La valigia della libertà a Cagliari


Storia di una disobbedienza civile – Spettacolo di teatro civile

📍 Teatro Massimo, Sala M2 – Cagliari
🗓 Mercoledì 3 dicembre 2025
🕘 Ore 21:00


Valentina Petrini, attrice e giornalista, sarà protagonista a Cagliari dello spettacolo “La valigia della libertà – Storia di una disobbedienza civile”, un racconto teatrale che restituisce voce e dignità alla vicenda di Sibilla Barbieri, Consigliera Generale di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, che ha deciso di porre fine alle proprie sofferenze attraverso il suicidio medicalmente assistito in Svizzera, accompagnata dal figlio.

Attraverso parole, musica e immagini, “La valigia della libertà” invita lo spettatore a riflettere sul significato della dignità, della libertà individuale, e sulla necessità di una legge giusta per il fine vita.

🎼 Alessio Podestà – fisarmonica
🎻 Pasquale Filastrò – violoncello
🎙 Fabia Salvucci – voce
🎨 Coordinamento artistico a cura di Norma Martelli


Lo spettacolo è parte della rassegna di Teatro Civile del Teatro Massimo di Cagliari, promosso da Sardegna Concerti, con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Autonoma della Sardegna, Fondazione di Sardegna e Medinsard Produzioni.

🔗 Per info e aggiornamenti: @teatromassimocagliari

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Relazione di Filomena Gallo al XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS


Care amiche, cari amici, congressiste e congressisti,

ogni volta che ci ritroviamo qui, insieme, non stiamo solo adempiendo a un obbligo statutario. Ogni volta che ci ritroviamo qui, onoriamo un’idea. Rinnoviamo una speranza. Celebriamo la vita, la visione politica e il coraggio di Luca Coscioni, che ha trasformato la sua battaglia personale in una serie di azioni per la libertà e per i diritti da conquistare promuovendo riforme possibili.

Un uomo che ha trasformato la sua fragilità in una forza collettiva. Un uomo che ha saputo rendere possibile l’impossibile: far nascere un movimento capace di cambiare leggi, di cambiare la vita delle persone. Marco Pannella, nel suo ultimo saluto a Luca, disse: “Luca, riposa anche in mare. e tu sei un po’ un mare, senza sosta, e continuerai a muovere e commuovere maree.” E così è stato.

Oggi, qui nella sua Orvieto, ricordiamo quelle maree che in ventitré anni hanno attraversato tribunali e parlamenti, piazze e istituzioni, per affermare libertà e diritti. Maree che in ventitré anni non si sono mai fermate nel coinvolgere decine di migliaia di persone come iscritte e milioni per la presentazione di referendum e proposte di legge d’iniziativa popolare nazionali e regionali. La storia della nostra Associazione è la storia di Luca, ma è anche la storia di tutte le persone che hanno dato corpo alle nostre azioni.

Non sono solo numeri: sono volti, sono vite.

  • È la storia di Laura Santi, che dopo la sentenza Cappato del 2019 ha dovuto lottare per 2 anni e 8 mesi per vedere rispettate le sue scelte di fine vita. Ha guidato la campagna per la legge regionale “Liberi Subito” perché nessuno debba più lottare come lei per porre fine alle proprie sofferenze.
  • È la storia di Martina Oppelli e di Fabrizio, costretti a un doloroso esilio in Svizzera, abbandonati dallo Stato, ma sostenuti dai disobbedienti civili – che ringraziamo.
  • È la storia di Vittoria e Serena, che in altre Regioni hanno potuto scegliere senza dover attendere l’agonia del tempo.
  • È la storia di Coletta che si chiama Ada e che oggi 4 ottobre 2025, l’Italia ha conosciuto in video, Ada che lotta in Campania per avere rispetto della libertà di scelta e un’assistenza dignitosa.
  • È la storia di “Libera”, prigioniera del suo corpo e di un Paese che ancora le nega libertà, negando l’eutanisia.
  • È la storia di Evita e Serena, e con loro di tante donne e coppie dello stesso sesso, costrette ad andare all’estero per avere un figlio con l’aiuto della PMA.
  • È la storia delle coppie che devono accedere alla PMA con gravidanza per altri, e che oggi rischiano di essere criminalizzate da un governo che vuole perseguire non solo una pratica, ma una scelta personale portata avanti dove ci sono leggi lo prevedono.
  • È la storia di Maurizio, malato di Parkinson, che chiede che la ricerca con uso di embrioni sia possibile anche in Italia per la sua malattia e non solo in Svezia, e che chiede speranza.
  • È la storia di 63 mila detenuti italiani che non ricevono cure adeguate.
  • È la storia di Christian D’Urso, Marco e Carlo Gentili, persone con disabilità che lottano per studiare, per uscire di casa, per avere ausili idonei e assistenza.
  • È la storia di Carlo Gentili, malato di SLA, che oggi può partecipare alla vita politica sottoscrivendo una lista elettorale, grazie alla firma digitale, dopo una battaglia vinta in Corte costituzionale.

Storie diverse. Percorsi diversi. Ma un filo comune: la volontà di persone che vogliono essere libere di scegliere. E insieme, noi conquistiamo quella libertà per tutti. Questa è la ragione più profonda della nostra esistenza Perché queste sono solo alcune delle storie che avete conosciuto, non sono casi isolati. Sono la testimonianza di un Paese intero. In questi 12 mesi, abbiamo dimostrato ancora una volta di essere all’altezza dell’eredità di Luca.

A fronte della politica che è ferma, noi abbiamo agito. Oggi abbiamo 39 procedimenti in corso nei tribunali.

  • 24 procedimenti sul fine vita di cui 18 civili e 6 penali. Di questi 10 sono al momento in tribunale e gli altri in fase stragiudiziale, per un totale di 12 persone indagate, di cui 3 persone su cui pende una imputazione coatta e altre decine che potrebbero essere presto indagate.
  • Stiamo seguendo 15 casi sul tema della fecondazione assistita nei tribunali, di cui oltre 10, su gravidanza per altri. Di questi 10, almeno 7 anche sul fronte penale.

Sono oltre 50 i casi su cui abbiamo fornito pareri in fase stragiudiziale.

Le conquiste di questo ultimo anno su cui vi saranno anche approfondimenti nel corso di questo Congresso. Abbiamo ottenuto in Toscana e in Sardegna l’approvazione della nostra legge di iniziativa popolare per avere tempi certi di risposta e l’erogazione di prestazioni sanitarie, indicate dalla Corte costituzionale con la sentenza Cappato del 2019. Nel pieno rispetto delle competenze regionali.

Il governo, che oltre a proporre un disegno di legge che mira a cancellare diritti sulle scelte di fine vita che sono già in vigore, ha da subito fatto capire che vuole impedire l’applicazione della sentenza Cappato in tutti i modi possibili e lasciare tempi di risposta diversa per le persona malate in base alla regione di residenza. La presidenza del Consiglio dei Ministri ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge Toscana e a novembre si terrà l’udienza. L’Associazione Luca Coscioni ha presentato osservazioni in difesa.

  • L’Associazione Luca Coscioni ha depositato una proposta di legge di iniziativa popolare al Senato sull’aiuto medico alla morte volontaria, opponendoci a un serie di proposte normative che vogliono cancellare quanto conquistato con la sentenza del 2019 e quanto previsto dalla legge 219/17 e dalla Costituzione.
  • Abbiamo difeso la scienza e il diritto alla salute. Abbiamo aperto interlocuzioni su temi nuovi, come quello delle psicoterapie assistite da psichedelici. Pure sempre in dialogo con chi istituzionalmente prende decisioni e adotta leggi.

Abbiamo agito in linea con la convinzione che i diritti umani non debbano sottostare a dogmi, ideologie o interessi politico-elettorali, ma che debbano essere goduti nella loro universalità e individualità da tutte le persone ovunque nel mondo. Grazie alle nostre azioni, si sono aperte nuove strade davanti alla Corte Costituzionale. Solo nell’ultimo anno è intervenuta ben quattro volte: cancellando leggi ingiuste che limitavano diritti sociali o civili, fornendo interpretazioni di sue decisioni e moniti al Parlamento.

La Corte costituzionale ha interpretato il requisito del trattamento del sostegno vitale, previsto nella sentenza Cappato di sei anni fa. Ha affermato che le terapie fornite da familiari e caregiver sono da considerarsi sostegno vitale e così anche l’indicazione medica a terapie invasive anche se rifiutate è da valutare come se fosse in corso. La Corte ha ribadito che il SSN deve dare pronta applicazione della sentenza Cappato oltre a ribadire l’invito al legislatore per una legge che parta dal giudicato costituzionale.

Presto saremo nuovamente in Corte a seguito dell’ordinanza del 30 settembre con cui il GIP di Bologna ha sollevato la questione di legittimità costituzionale nuovamente sul requisito di sostegno vitale per l’aiuto fornito alla signora Paola da Marco, Felicetta e Virginia, per poter porre fine alle sue sofferenze in Svizzera.

Questa ultima questione di legittimità costituzionale dimostra che la Corte sarà spesso chiamata sul tema che crea discriminazione tra malati che ha lasciato aperto:

Certo avrebbe potuto accogliere, ma non ci fermiamo. Stiamo procedendo con petizioni e proposte al parlamento per la modifica normativa e siamo nei tribunali.

Ha dichiarato incostituzionale l’impossibilità per persone disabili di poter sottoscrivere digitalmente candidature o liste elettorali e ora possono procedere con firma digitale. Con gli amicus curiae in Corte costituzionale anche nei procedimenti non seguiti da noi, abbiamo contribuito alla piena tutela dei diritti di famiglie e minori.

Se oggi in Italia è possibile accedere al suicidio medicalmente assistito, è perché qualcuno – e quel qualcuno è qui – ha aperto la strada.

Per tutti questi motivi, ringraziamoci. Non per autocompiacimento, ma perché non dobbiamo mai perdere la consapevolezza della straordinarietà e della efficace singolarità della nostra azione, che rende fondamentale non solo il ruolo dell’Associazione stessa, ma di ciascuna e ciascuno di noi al suo interno.

A fronte di tutto questo, la politica ufficiale resta troppo spesso distante dai bisogni reali delle persone più fragili, e di chi le accompagna quotidianamente. A volte si ricorda di menzionare diritti fondamentali in campagna elettorale, magari a parole dice di sostenere chi avanza proposte, ma poi ha sistematicamente altre priorità. Tranne poche, e per questo ancora più lodevoli, eccezioni come quelle di parlamentari che anche per il 2025 hanno preso la tessera dell’Associazione.

Nella stragrande maggioranza dei casi riceviamo attestazioni di stima ma non modifiche di leggi su cui ci battiamo. Non si tratta di una novità. Il rispetto dei diritti è l’unica vera misura della liberal-democrazia.

Che si parli del diritto di scegliere come vivere e morire, del diritto a una cura, o del diritto a diventare genitori. Quando un Paese nega questi diritti, indebolisce sé stesso. Il nostro impegno non guarda solo all’Italia, è globale.

In Europa e nel mondo ci sono Paesi che hanno aperto nuove strade alla libertà di scelta e alla ricerca scientifica, mentre altrove i diritti vengono ancora limitati, la ricerca censurata, le persone perseguitate.

Nel 2025 vediamo ancora guerre, profughi, violazioni dei diritti umani. Di fronte a tutto questo possiamo sentirci impotenti, ma credo che la nostra azione concreta per i diritti delle persone più fragili sia la risposta più forte: ogni conquista locale diventa speranza anche dove oggi ci sono dittature e conflitti.

Per questo l’Associazione Luca Coscioni non è mai stata solo italiana: siamo parte di una rete globale per libertà, scienza, presenti all’ONU con Science for Democracy e Cesare Romano con la Loyola Law School. Le nostre azioni sono parte della lotta per la pace, la giustizia e la democrazia globale.

Lo dimostrano anche le oltre 70.000 firme raccolte per l’iniziativa europea My Voice My Choice, che chiede accesso sicuro all’aborto per tutte le donne dell’Unione. Perché dove si nega la libertà di scegliere sul proprio corpo, altrove si rischia di perdere la libertà di parlare, di studiare, di vivere in pace.

Ogni passo avanti o indietro da noi diventa un modello per il mondo. Ecco perché ricordiamolo sempre: agire a livello locale significa incidere a livello globale.

Prima di concludere, voglio ricordare chi è morto, ma il cui impegno vive in questa Associazione: Giulia Simi, pioniera instancabile della libertà di ricerca scientifica, sempre accanto a Luca Coscioni e capace di far nascere incontri memorabili come quello con José Saramago. Massimo Clara, avvocato generoso e competente, che nei tribunali ha portato avanti senza sosta la lotta contro le discriminazioni. Paolo Cardoni, la cui matita e il cui entusiasmo hanno animato per anni la nostra Agenda Coscioni e le nostre iniziative, con leggerezza e determinazione.

Infine, il ricordo commosso di Vladimiro Zagrebelsky, giurista di straordinaria lucidità e maestro prezioso, sempre pronto a difendere i diritti fondamentali e a smascherare le ingiustizie legislative.

Il loro contributo continua nella nostra azione. Ringrazio tutti i colleghi avvocati per lo studio e la difesa di questioni in tribunale. Concludo e guardo al futuro.

Questo Congresso è un appuntamento con la storia. La storia non la fanno i governi da soli. La storia la fanno le persone che hanno il coraggio di cambiare. Noi siamo qui per dire che la libertà e le nostre vite non possono aspettare.

Non possono essere condizionate da calcoli elettorali, da convenienze di partito, da paure di perdere consenso. Siamo qui per ricordare che dietro ogni firma, dietro ogni ricorso, dietro ogni battaglia legale, c’è un volto. Un volto che chiede ascolto, rispetto. Un volto che chiede libertà.

E allora la domanda che dobbiamo porci oggi non è: ce la farà l’Associazione Luca Coscioni a portare avanti le urgenze che condividiamo nella nostra agenda politica? La vera domanda è: ce la farà l’Italia? Ce la farà l’Italia a essere un Paese che non discrimina? Un Paese che non costringe i suoi cittadini a fuggire? Un Paese che considera la scienza, la ricerca e la libertà come valori fondanti e non come minacce? Noi crediamo di sì.

E crediamo che dipenda anche da noi tutti. Dipende da quanto saremo capaci di unire la forza delle idee con la concretezza delle azioni. Dipende da quanto ognuno di noi si sentirà non solo spettatore, ma pure protagonista di questa sfida. Perché la libertà non è un dono.

La libertà si difende, si conquista. Ogni giorno. Con coraggio, con pazienza, con determinazione e responsabilità. E allora oggi, da Orvieto, dalla città di Luca, lanciamo un messaggio al Paese: l’Italia può essere un luogo di libertà, di scienza, di diritti, se tutti insieme scegliamo di muovere e commuovere nuove maree. La nostra storia conferma che possiamo farcela. Lo abbiamo già fatto sull’inizio vita e sul fine vita.

Oggi, qui con voi, rinnovo il mio impegno a guidare quanto insieme decideremo di continuare a fare. Confermo la mia candidatura a Segretaria, con Marco Cappato Tesoriere, Mina Welby, Marco Gentili e Michele De Luca copresidenti, e con il gruppo dirigente che vi presenteremo.

Perché la nostra storia non si ferma. Perché il nostro cammino continua. E insieme possiamo percorrerlo anche se sappiamo che spesso sarà in solitaria o in salita…senza rassegnarci mai! Grazie.

L'articolo Relazione di Filomena Gallo al XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS proviene da Associazione Luca Coscioni.



Accessibilità: l’indifendibile difesa di Roma Capitale


Solitamente non do sfogo alla mia indignazione per il comportamento dell’essere umano e delle amministrazioni pubbliche.

Ma oggi sono uscito dall’udienza tenuta dinanzi al Tribunale Ordinario di Roma, Sezione XVIII, con un profondo senso di inutilità e frustrazione.

Oggi ho capito che quel muro di gomma di cui parlavo nella dedica inserita nella mia tesi di laurea in giurisprudenza, tanti anni or sono, non sono ancora riuscito a trasformarlo in pietra per distruggerlo.

Con profondo rammarico e indignazione mi vedo costretto a esprimere il mio sdegno per le argomentazioni contenute nella comparsa di costituzione depositata da Roma Capitale, nel giudizio che mi vede ricorrente per ottenere marciapiedi realmente utilizzabili dalle persone in sedia a rotelle, e ribadite oggi dinanzi al Giudice.

Nel testo difensivo di Roma Capitale si afferma che non sussisterebbe alcuna condotta discriminatoria, poiché l’Amministrazione avrebbe predisposto servizi alternativi di trasporto per le persone con disabilità, e che dunque non vi sarebbe obbligo di consentire l’uso diretto del marciapiede da parte del sottoscritto.

Tale impostazione non solo nega i principi fondamentali di uguaglianza e dignità sanciti dagli articoli 2 e 3 della Costituzione, ma si traduce essa stessa in una affermazione gravemente discriminatoria.

Sostenere che una persona con disabilità non debba esercitare il diritto di muoversi liberamente sui marciapiedi, al pari di ogni altro cittadino, perché può usufruire di un servizio sostitutivo, significa ridurre la disabilità a una condizione di segregazione tollerata, e non di piena partecipazione alla vita civile.

L’uguaglianza sostanziale non si realizza garantendo un “mezzo alternativo” o “separato”, ma rimuovendo gli ostacoli che impediscono l’esercizio dei diritti comuni.L’idea che la libertà di spostamento del cittadino disabile possa essere limitata a un servizio dedicato – invece che riconosciuta nella piena fruizione degli spazi pubblici – è una visione arcaica e offensiva, che contraddice decenni di progresso giuridico e civile.

Per tali motivi ritengo che la stessa difesa di Roma Capitale, nel suo contenuto e nella sua impostazione culturale, configuri un atto discriminatorio, in quanto nega il principio di pari dignità e autonomia delle persone con disabilità.

Mi auguro che l’Amministrazione voglia riflettere sul significato profondo delle parole che utilizza e sull’impatto che simili argomentazioni producono, non solo sul piano giudiziario, ma soprattutto su quello umano e istituzionale.

Con rinnovato rispetto per le Istituzioni, ma con ferma indignazione.

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Una condizione imprescindibile


Il 23 marzo del 1944, 33 soldati del reggimento “Bozen” appartenente alla Ordnungspolizei, la polizia tedesca, furono uccisi in un attentato partigiano in via Rasella a Roma, compiuto da membri dei GAP romani. Il giorno dopo, 24 marzo 1944, Adolf Hitler venuto a conoscenza dell’attentato, ordinò una rappresaglia tale “da fare tremare il mondo”. Si parlò di trenta-cinquanta italiani giustiziati per ogni tedesco morto. La decisione sul come eseguire la rappresaglia fu poi presa durante una conversazione telefonica tra il generale Mälzer, comandante militare della città di Roma, l’ufficiale delle SS Herbert Kappler (capo della Gestapo di Roma , avente il controllo dell’ordine pubblico in città) e il generale Eberhard von Mackensen (comandante della 14ª Armata). Il generale von Mackensen, che era a conoscenza delle pretese provenienti dal quartier generale di Adolf Hitler, ritenne, dopo essersi consultato con il colonnello Kappler, che fosse sufficiente fucilare dieci italiani per ogni tedesco morto in via Rasella. E così fu. L’eccidio delle Fosse Ardeatine divenne l’evento-simbolo della durezza dell’occupazione tedesca di Roma. Fu anche la maggiore strage di ebrei compiuta sul territorio italiano durante l’Olocausto; almeno 75 delle vittime erano in stato di arresto per motivi razziali.

Il 7 ottobre 2023, il gruppo armato palestinese Hamas, con il sostegno di altre milizie palestinesi. effettuò una serie di attacchi terroristici provenienti dalla Striscia di Gaza, con conseguente uccisione di 1200 civili e militari israeliani, e nel rapimento di circa 250 di questi, avvenuto nel territorio di Israele. L’attacco di Hamas, ufficialmente intrapreso con l’intento di rispondere alle azioni provocatorie delle forze israeliane svolte nella Moschea al-Aqsa di Gerusalemme e alle violenze perpetrate nei campi dei rifugiati in Cisgiordania è avvenuto nel giorno del cinquantesimo anniversario dello scoppio della guerra arabo-israeliana del 1973. Sono stati segnalati numerosi casi di stupri e violenze sessuali contro donne israeliane. Il giorno dopo, 8 ottobre 2023, dopo il ritiro di Hamas con gli ostaggi israeliani portati dentro la Striscia di Gaza, Israele ha dichiarato lo stato di guerra avendo come obiettivo ufficiale la loro liberazione, la cancellazione definitiva di Hamas e l’occupazione militare permanente della Striscia di Gaza, iniziando prolungati bombardamenti su tutto il territorio. Tale guerra ha portato a morte almeno 65000 palestinesi. Secondo alcune fonti ONU il 70% delle vittime del conflitto sarebbero bambini o donne. L’impreciso e macabro rapporto tra vittime della rappresaglia ed azioni iniziali di terrorismo in questo nostro tempo è quindi di 65000/2000 = oltre 30 palestinesi morti per ogni israeliano. Un orrore più che triplo rispetto a quello delle Fosse Ardeatine.

Sembra quindi che all’odio non ci sia limite, che l’orrore subito nelle precedenti generazioni non sia di insegnamento a quelle seguenti e che israeliani e palestinesi prima o poi torneranno ad ammazzarsi.

Può non finire così, come dimostrano tedeschi ed italiani che dopo tanti anni dalle Fosse Ardeatine non hanno certo dimenticato ma sono andati avanti in pace e collaborazione nei loro rispettivi paesi.

La tragedia del conflitto israelo/palestinese ha la sue radici nel 1948 quando fu possibile affidare al popolo di Israele massacrato dalla Shoah una Terra in cui vivere e ritrovare un futuro ma non altrettanto fu possibile per quello palestinese.

Solo il disegno di sicuri confini di uno stato palestinese che possa nascere, crescere e garantire pace e diritti ai propri cittadini ed a quelli di tutti gli stati confinanti, in primis Israele, con la fine di ogni aggressione reciproca, potrà portare pace.

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Filomena Gallo e Chiara Lalli al Festival Futuro Presente di Parma – “Essere genitori. Il nodo della maternità surrogata”


Filomena Gallo e Chiara Lalli al Festival Futuro Presente – “Essere genitori. Il nodo della maternità surrogata”
📍 Parma – Festival Futuro Presente
🗓 Venerdì 24 ottobre ore 19.15 , Piazza Giuseppe Garibaldi, 19

Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS e Chiara Lalli, Consigliera Generale dell’associazione, giornalista e bioeticista, parteciperanno all’incontro dal titolo “Essere genitori. Il nodo della maternità surrogata”.

L’appuntamento è per venerdì 24 ottobre alle ore ore 19.15 , in Piazza Giuseppe Garibaldi, 19, a Parma.

Un dialogo che affronta le questioni bioetiche, giuridiche e sociali legate alla genitorialità e alla gestazione per altri, con un focus sul diritto all’autodeterminazione, sulla libertà riproduttiva e sulle famiglie reali, troppo spesso escluse dal dibattito pubblico e normativo.

L’incontro si inserisce nel programma del Festival Futuro Presente.

📍 Università di Parma
🔗 Info: festivalfuturopresente.com

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Surrogazione di maternità e Nazioni Unite: cosa dice davvero il rapporto Alsalem


a cura di Francesca Re, Filomena Gallo e Marco Perduca

QUI la versione in Inglese


Da luglio 2025, diversi media italiani hanno rilanciato con enfasi il rapporto delle Nazioni Unite “Violence against women and girls, its causes and consequences” spacciandolo per un documento sulla maternità surrogata, attribuendogli, tra le altre cose, un valore che non possiede.

In particolare, è sata la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella che, intervistata dall’Italpress in occasione della Missione Italiana all’ONU di New York, ha dichiarato: “Il rapporto di Reem Alsalem stabilisce che la maternità surrogata è una forma di violenza contro le donne. È una forma di sfruttamento e cosificazione del corpo femminile e di mercificazione”.

Queste parole hanno contribuito a diffondere la “nozione” che l’ONU ha assunto una posizione ufficiale e vincolante contro la maternità surrogata. Tale interpretazione non corrisponde però alla realtà dei fatti. Il documento in questione non è un atto normativorappresenta una decisione delle Nazioni Unite.

➡ Che cos’è un “Rapporto Speciale” per l’ONU


Il testo prodotto dalla Relatrice Speciale Reem Alsalem rientra nei cosiddetti “meccanismi speciali” del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU, un sotto-organo dell’Assemblea Generale. I Relatori speciali sono esperti indipendenti, nominati indipendentemente dalla loro nazionalità per monitorare e riferire all’organo che ha affidato loro il mandato specifiche questioni o situazioni inerenti a Paesi o territori riconosciuti delle Nazioni unite. Questi documenti non parlano a nome dell’ONU nel suo complesso né hanno potere di adottare e imporre norme.

I loro rapporti vengono:

  • discussi ma non votati;
  • non approvati formalmente dal Consiglio dei diritti umani o dall’Assemblea Generale;
  • talvolta avviene una “presa d’atto” (taken note of) o “accolti con favore” (welcomed), ma tramite risoluzioni separate e politiche, che a loro volta non sono vincolanti per gli Stati Membri.

In termini giuridici, i rapporti costituiscono strumenti di cosiddetta soft law: hanno valore politico e interpretativo, ma non creano obblighi legali per gli Stati membri e/o le agenzie del sistema delle Nazioni Unite.

Il rapporto “Violence against women and girls, its causes and consequences” pubblicato a metà luglio 2025, in linea con il titolo, si concentra sulle presunte forme di violenza nel contesto della maternità surrogata, come dichiarato sin dal suo preambolo.

Purtroppo, a un’attenta lettura, il testo presenta pregiudizi ideologici, carenze metodologiche e gravi violazioni di imparzialità che ne inficiano l’imparzialità che dovrebbe essere tipica di questo tipo di documenti.

Tra le criticità più rilevanti si evidenzia:

  • Eccesso (esondazione) di mandato: la Relatrice va oltre il compito affidatole di analizzare la violenza di genere, entrando nel merito di questioni bioetiche e di diritto della riproduzione che esulano dal suo mandato.
  • Assenza di pluralismo: non si evince alcun ascolto o consultazione con membri o rappresentanti di famiglie nate da GPA né le persone adulte nate grazie a questa pratica.
  • Uso distorto delle fonti: studi scientifici peer-reviewed sono stati citati in modo selettivo, alterandone il significato.
  • Coinvolgimenti ideologici: la Relatrice ha interagito pubblicamente e a più riprese con gruppi contrari ai diritti delle persone LGBTQIA+ e alla libertà riproduttiva, violando il principio di neutralità previsto dal suo incarico.

Queste criticità non potevano che portare a una rappresentazione parziale e molto orientata della realtà, ignorando esperienze concrete e normative che mostrano come la gravidanza per altri possa essere praticata in modo regolamentato e solidale in numerosi Stati Membri. La gravidanza per altri regolamentata è una realtà.

In molti Stati membri delle Nazioni Unite, la gravidanza per altri è regolata da leggi che proteggono la libertà e la dignità di tutte le parti coinvolte a partire dai soggetti più fragili.

Un esempio recente è l’Assisted Human Reproduction Act 2024 approvato in Irlanda, che disciplina la gravidanza per altri in forma non commerciale e con tutele specifiche per le gestanti, i genitori intenzionali e bambini. Un altro esempio è l’ Assisted Human Reproduction Act (AHRA, 2004) che in Canada prevede che la maternità surrogata è legale, esclusivamente in forma altruistica: infatti la legge proibisce il pagamento o la pubblicità di compensi.

Questi modelli dimostrano che criminalizzare o stigmatizzare tale pratica significa ignorare la complessità delle situazioni a cui questa vuole rispondere e, quindi, e dei diritti in gioco.

Proprio a tale proposito, durante la conferenza stampa tenuta da Rim Alsalem a seguito della presentazione del rapporto alla Terza Commissione dell’Assemblea Generale lo scorso 10 ottobre a New York, un giornalista di un’agenzia cinese ha chiesto alla Special Rapporteur su quali dati abbia fondato le sue conclusioni, e dunque quali siano i numeri relativi al contesto della maternità surrogata. A questa domanda Rim Alsalem risponde di non averne (“In fact, I don’t”). Il fatto che non vi siano dati certi è strettamente connesso alla mancanza, nella maggior parte dei casi, di quadri normativi che regolamentano la gravidanza per altri. L’obiettivo di fondo più volte evidenziato non solo nel rapporto, ma ribadito anche nella conferenza stampa e supportato dalla ministra Roccella, è quello di arrivare ad un divieto universale della maternità surrogata, obiettivo che si pone in netto contrasto proprio con il fenomeno che si vorrebbe combattere. Vietare la pratica della maternità surrogata significa lasciarla nelle mani del mercato nero, della clandestinità e degli abusi. Individuare, invece, le condizioni in base alle quali la gravidanza per altri possa essere praticata nel rispetto dei diritti di tutte le persone coinvolte, significa garantire protezione e tutele.

➡ La posizione dell’Associazione Luca Coscioni


L’Associazione Luca Coscioni, insieme a una rete di organizzazioni europee, ha chiesto il ritiro del rapporto Alsalem e la sua sostituzione con una nuova figura che possa mantenere un approccio imparziale di fronte a questioni così complesse e variegate.Occorre che alle e dalle Nazioni Unite giunga un messaggio di neutralità che possa evidenziare tutte le necessità e criticità necessarie all’affermazione di diritti in onore dei principi di trasparenza, rigore scientifico e pluralismo che devono guidare le istituzioni internazionali, specie quando si discute della libertà delle persone.

Occorre inoltre presentare il lavoro dei vari meccanismi delle Nazioni Unite per quel che è e non mistificare il mandato di un Rapporto a seconda del favore o vicinanza eitco-morale che i governi possono avere con i documenti prodotti come “Rapporti speciali”.

Infine, nessun rapporto privo di valore normativo può:

  • abrogare o delegittimare le leggi nazionali che regolano la GPA o sono in corso di normazione;
  • imporre a Stati o territori visioni etiche;
  • negare la dignità delle persone e delle famiglie coinvolte, prevedendo sistemi sanzionatori nazionali o internazionali.

L’Associazione Luca Coscioni continuerà a promuovere un modello di gravidanza per altri solidale nonché un dialogo tra chi è portatore di interessi basato su dati verificabili, esperienze concrete e principi di autodeterminazione e non discriminazione.

Promuovere e proteggere i diritti umani significa, tra le altre cose, ascoltare tutte le voci: quelle delle donne che scelgono liberamente di portare avanti una gravidanza per altri, dei genitori intenzionali e di figli e figlie nati da GPA.

Ridurre tutto ciò a “mercificazione del corpo femminile” o a “violenza universale” e “sfruttamento” significa oscurare la complessità delle vite reali dietro le parole.

Tra gli obiettivi delle Nazioni Unite c’è quello di tutelare la libertà, non di restringerla. Nel remoto caso in cui l’Assemblea Generale dovesse dare mandato alla sua Commissione Affari Legali (VI) di avviare un lavoro preparatore di una bozza di convenzione che, sulla base della legge italiana – cosiddetta Legge Varchi -, l’Associazione Luca Coscioni si adopererà, come già fatto con successo 20 anni fa in occasione della “clonazione umana”, per deragliare tale processo.

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Caso di “Libera”, 55enne toscana paralizzata: non esiste alcun dispositivo per l’autosomministrazione del farmaco letale. “Il limite della mia sopportazione è stato superato. Chiedo l’aiuto di un medico per poter morire”


Dopo quasi 6 mesi dal primo ricorso di “Libera” e dopo più di un anno dal riconoscimento dei requisiti per accedere al suicidio assistito arriva la risposta nazionale e internazionale sul dispositivo da attivare non manualmente (perché “Libera” è completamente immobile)


Sono arrivati, nei termini ordinati dal giudice di Firenze, i pareri tecnici da parte del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio Superiore di Sanità sulla esistenza di dispositivi idonei all’autosomministrazione del farmaco letale per “Libera”tramite comando oculare o vocale o altre modalità non manuali.

La 55enne toscana, completamente paralizzata a causa della sclerosi multipla, aveva fatto richiesta di accesso al suicidio assistito. La donna ha ottenuto il via libera dalla sua ASL a luglio 2024, ma essendo paralizzata dal collo in giù, non è in grado di assumere autonomamente il farmaco letale. Per questo, assistita dal collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, (e composto anche dal professor Giacomo D’Amico, dalle avvocate Francesca Re e Alessia Cicatelli e dagli avvocati Angioletto Calandrini e Rocco Berardo) ha presentato nel marzo 2025 un ricorso d’urgenza al tribunale di Firenze affinché il suo medico fosse autorizzato a somministrare il farmaco.

Il giudice aveva poi sollevato la questione di legittimità costituzionale sull’articolo 579 del codice penale che configura il reato di omicidio del consenziente – la somministrazione del farmaco da parte del medico a “Libera” rientrerebbe in questa fattispecie di reato. La Corte costituzionale si è infine espressa a luglio scorso chiedendo con urgenza la verifica a livello nazionale e internazionale, e non solo regionale, dell’esistenza di dispositivi idonei all’autosomministrazione del farmaco per il suicidio assistito.

Gli organismi tecnici indicati dalla Corte costituzionale, a seguito di ordine del giudice di Firenze, hanno ora comunicato l’esito delle ricerche.

Commenta “Libera”: “ho letto i pareri e devo constatare quindi che non esiste una soluzione per me e che non c’è alcuna garanzia che possa essere realizzato un dispositivo idoneo in tempi compatibili con il mio livello di sofferenza. Il limite della sopportazione umana del dolore fisico e psichico, per quanto mi riguarda, è stato superato. La mia volontà e richiesta di essere aiutata a morire hanno assunto un carattere di urgenza assoluta e non più rinviabile. Chiedo che venga immediatamente autorizzata l’unica modalità di assistenza compatibile con la mia richiesta: l’aiuto medico alla somministrazione della sostanza letale. In mancanza di tale autorizzazione, ogni ulteriore rinvio sarà per me equivalente a un diniego, di fronte al quale mi vedrò costretta a intraprendere un’altra strada, a effetto immediato”.

Dichiara Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni: “A Libera è già stato riconosciuto il diritto a essere aiutata a morire, ma ora sta subendo una odiosa discriminazione per le sue condizioni di totale disabilità che le impediscono l’assunzione del farmaco letale per potere interrompere la condizione di sofferenza insopportabile. Se lo Stato italiano non troverà il modo di porre immediatamente fine allo scaricabarile istituzionale contro Libera, ci assumeremo la responsabilità di aiutarla con azioni di disobbedienza civile contro la violenza che sta subendo”.

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La giornata della salute mentale è passata, ma voglio continuare a parlarne, trattando di Europa e di psichedelici. L'iniziativa dei cittadini europei - Psychedelicare chiede alla Commissione Europea di investire nella ricerca sugli psichedelici in ambito terapeutico.
Clicca a questo link per partecipare anche tu: psychedelicare.eu/


Quando Strasburgo guarda indietro: sulla PMA e i diritti dei bambini ha ragione la Corte costituzionale italiana


La CEDU nel caso X c. Italia ha negato la violazione dell’articolo 8, ignorando la svolta della Corte costituzionale italiana che ha riconosciuto il diritto dei bambini nati da PMA a essere figli di entrambe le madri


La sentenza X c. Italia della Corte europea dei diritti dell’uomo segna un punto critico nel dialogo tra Strasburgo e Roma.

Con sei voti contro uno, la CEDU ha stabilito che non vi è stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione nel caso di un bambino nato in Italia da procreazione medicalmente assistita (PMA) praticata all’estero da una coppia di donne, ritenendo che la mancata iscrizione della madre intenzionale nell’atto di nascita non ledesse la vita privata e familiare del minore.

È una decisione che ignora la svolta costituzionale italiana.

La sentenza n. 68/2025 della Corte costituzionale ha infatti dichiarato illegittimo il divieto di riconoscimento della madre intenzionale, affermando che ogni bambino ha diritto, fin dalla nascita, a una filiazione stabile con entrambe le madri che hanno condiviso il progetto genitoriale.

La Consulta ha posto al centro il diritto del minore all’identità personale e alla parità di trattamento, restituendo certezza e dignità a una realtà familiare già viva nella società.

La Corte di Strasburgo, invece, si è fermata al quadro normativo precedente, scegliendo un approccio di pura legalità formale. Ha valutato i fatti come se la pronuncia costituzionale non fosse mai intervenuta, preferendo il criterio cronologico a quello sostanziale. In nome del “margine di apprezzamento” nazionale, ha considerato sufficiente il rimedio dell’“adozione in casi particolari” – un istituto che la stessa Corte costituzionale in Italia ha giudicato inadeguato e privo di effettività, perché non assicura al bambino una piena stabilità giuridica e identitaria.

Così facendo, Strasburgo ha rinunciato alla sua funzione evolutiva, quella di guida nella protezione dei diritti umani. Lo ricorda con forza la giudice Anna Adamska-Gallant nella sua opinione dissenziente: il lungo periodo di incertezza e l’errore delle autorità hanno inciso sull’identità del minore e lo Stato aveva il dovere di intervenire tempestivamente. È un richiamo al cuore stesso dell’articolo 8 CEDU: la tutela concreta della persona, non la salvaguardia delle procedure.

Non sarebbe la prima volta che la Grande Camera corregge una simile miopia. Nel caso S.H. e altri c. Austria, la Corte europea ribaltò la precedente condanna a Vienna, riconoscendo la legittimità della normativa nazionale dopo il confronto con la Corte costituzionale austriaca.

Oggi lo stesso può accadere: la Grande Camera ha l’occasione di ristabilire il dialogo tra Strasburgo e Roma, allineando la giurisprudenza europea al progresso costituzionale italiano.

Perché, in fondo, il tema è semplice e universale: ogni bambino ha diritto, fin dalla nascita, a essere riconosciuto figlio di entrambi i genitori che hanno scelto di amarlo e crescerlo.

Nessuna Corte può dimenticarlo, se davvero vuole parlare il linguaggio dei diritti.

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Oggi è Giornata mondiale della Salute Mentale.
Il benessere psicologico è un diritto fondamentale e la cura non può ridursi ai soli farmaci: serve dialogo e servizi pubblici gratuiti accessibili. Xciò ho firmato la proposta di legge “Diritto a stare bene”👉firmereferendum.giustizia.it/referendum/ope…


Oggi ricorre la Giornata mondiale per la Salute mentale


Chiediamo di istituire una rete pubblica di servizi di psicologia di territorio e promuovere la ricerca sugli psichedelici

L’Associazione Luca Coscioni aderisce alla proposta di legge di iniziativa popolare Diritto a stare bene e Psychedelicare, l’iniziativa dei Cittadini Europei per chiedere alla Commissione UE di investire nella ricerca sugli psichedelici


“Istituire una rete pubblica di servizi di psicologia di territorio, accessibile gratuitamente, presente in scuole, ospedali, luoghi di lavoro e carceri, per garantire a tutti ascolto, prevenzione e presa in carico”. Queste, le parole di Marco Perduca e di Claudia Moretti, dirigenti dell’Associazione Luca Coscioni, che per questo ha deciso di sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare “Diritto a stare bene”, che riconosce il benessere psicologico come diritto fondamentale della persona, al pari di quello alla salute fisica.

Questo iniziativa si inserisce nell’impegno dell’Associazione per la salute mentale, e nella convinzione che il diritto alla cura significhi prima di tutto garantire il diritto alla relazione terapeutica.

“La terapia della parola – continua l’Associazione – è uno strumento essenziale per restituire centralità alla persona e per depotenziare la deriva farmacocentrica che domina oggi i servizi di salute mentale, spesso organizzati secondo logiche custodiali e, talvolta, utilizza pratiche illegali di contenzione meccanica e farmacologica. Psicologi e psicoterapeuti sono troppo pochi e troppo assenti nei servizi pubblici di salute mentale, nelle equipe territoriali e negli SPDC, che rimangono troppo spesso luoghi inespugnabili. A questo link la descrizione, il testo integrale della proposta e l’accesso alla piattaforma istituzionale per sottoscriverla.

A livello europeo, l’Associazione Luca Coscioni sostiene l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) Psychedelicare per chiedere alla Commissione UE di investire nella ricerca sull’efficacia degli psichedelici in ambito terapeutico, di riclassificarle a livello globale e di promuovere linee guida per le terapie. L’iniziativa chiede alla Commissione di affrontare l’emergenza salute mentale – che colpisce più di 1 europeo su 6 – finanziando ricerca scientifica indipendente sugli psichedelici, per verificarne l’efficacia nei percorsi terapeutici e svilupparne applicazioni cliniche sicure.

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In Parlamento si ritiri la legge “Zanettin-Zullo” che impone a tutte le “Ada” di continuare a subire una tortura


“Il diritto di essere aiutati a morire inizia a essere rispettato: è stato finora riconosciuto a 18 persone. Il Parlamento non distrugga sulla pelle dei malati quanto stabilito dalla Corte costituzionale”


Se la legge “Zanettin-Zullo”, in discussione in Parlamento, fosse già stata in vigore, Ada non avrebbe potuto essere libera di scegliere (se e quando vorrà) l’aiuto medico alla morte volontaria. Né avrebbero potuto scegliere Laura Santi e Federico Carboni (primo caso in Italia) in Italia, e nemmeno Fabiano Antoniani, la persona a partire dalla quale la Corte costituzionale aveva definito i criteri per la depenalizzazione dell’“aiuto al suicidio”. Così come non avrebbero potuto scegliere Gloria, Anna, Serena, Vittoria.

Per Ada, infatti, non soltanto sarebbe stato estromesso il servizio sanitario nazionale (cioè la Asl che ha verificato le sue condizioni), ma non sarebbe nemmeno stato riconosciuto uno dei quattro criteri stabiliti dalla Corte nella versione che il testo di legge all’esame del Parlamento vuole modificare: non più “trattamenti di sostegno vitale” (come scritto dalla Consulta, includendo esplicitamente i trattamenti forniti da caregiver e familiari), ma “trattamenti sostitutivi di funzioni vitali”. Se la legge “Zanettin-Zullo” entrasse in vigore, le persone come Ada torneranno a essere costrette a subire condizioni che Ada stessa definisce di “tortura” contro la loro volontà.

È dunque necessario che in Parlamento maggioranza e opposizione convergano nel ritiro della legge “Zanettin-Zullo” per aprire un vero confronto, attraverso una sessione plenaria che discuta in modo libero dai dettami di partito e di coalizione.

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Beppino Englaro a Civezzano – “Sul fine vita posso scegliere io?”


Beppino Englaro sarà protagonista della serata informativa dal titolo “Sul fine vita posso scegliere io?”.
Dialogherà con Alexander Schuster, giurista e attivista, in un incontro promosso dal Comune di Civezzano in collaborazione con l’associazione Trentino Laica.

📍 Teatro Comunale “Luigi Pirandello”, via Murialdo 30, Civezzano
🗓 Mercoledì 15 ottobre 2025
🕘 Ore 20:45


Durante la serata sono previste letture a cura di Chiara Turrini.
Ingresso libero e gratuito.

Un’occasione preziosa per riflettere pubblicamente sulla libertà di scegliere sul proprio corpo e sulla propria vita, in un momento in cui il dibattito sui diritti nel fine vita torna a essere centrale nel nostro Paese.

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