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Accessibilità: l’indifendibile difesa di Roma Capitale


Solitamente non do sfogo alla mia indignazione per il comportamento dell’essere umano e delle amministrazioni pubbliche.

Ma oggi sono uscito dall’udienza tenuta dinanzi al Tribunale Ordinario di Roma, Sezione XVIII, con un profondo senso di inutilità e frustrazione.

Oggi ho capito che quel muro di gomma di cui parlavo nella dedica inserita nella mia tesi di laurea in giurisprudenza, tanti anni or sono, non sono ancora riuscito a trasformarlo in pietra per distruggerlo.

Con profondo rammarico e indignazione mi vedo costretto a esprimere il mio sdegno per le argomentazioni contenute nella comparsa di costituzione depositata da Roma Capitale, nel giudizio che mi vede ricorrente per ottenere marciapiedi realmente utilizzabili dalle persone in sedia a rotelle, e ribadite oggi dinanzi al Giudice.

Nel testo difensivo di Roma Capitale si afferma che non sussisterebbe alcuna condotta discriminatoria, poiché l’Amministrazione avrebbe predisposto servizi alternativi di trasporto per le persone con disabilità, e che dunque non vi sarebbe obbligo di consentire l’uso diretto del marciapiede da parte del sottoscritto.

Tale impostazione non solo nega i principi fondamentali di uguaglianza e dignità sanciti dagli articoli 2 e 3 della Costituzione, ma si traduce essa stessa in una affermazione gravemente discriminatoria.

Sostenere che una persona con disabilità non debba esercitare il diritto di muoversi liberamente sui marciapiedi, al pari di ogni altro cittadino, perché può usufruire di un servizio sostitutivo, significa ridurre la disabilità a una condizione di segregazione tollerata, e non di piena partecipazione alla vita civile.

L’uguaglianza sostanziale non si realizza garantendo un “mezzo alternativo” o “separato”, ma rimuovendo gli ostacoli che impediscono l’esercizio dei diritti comuni.L’idea che la libertà di spostamento del cittadino disabile possa essere limitata a un servizio dedicato – invece che riconosciuta nella piena fruizione degli spazi pubblici – è una visione arcaica e offensiva, che contraddice decenni di progresso giuridico e civile.

Per tali motivi ritengo che la stessa difesa di Roma Capitale, nel suo contenuto e nella sua impostazione culturale, configuri un atto discriminatorio, in quanto nega il principio di pari dignità e autonomia delle persone con disabilità.

Mi auguro che l’Amministrazione voglia riflettere sul significato profondo delle parole che utilizza e sull’impatto che simili argomentazioni producono, non solo sul piano giudiziario, ma soprattutto su quello umano e istituzionale.

Con rinnovato rispetto per le Istituzioni, ma con ferma indignazione.

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Una condizione imprescindibile


Il 23 marzo del 1944, 33 soldati del reggimento “Bozen” appartenente alla Ordnungspolizei, la polizia tedesca, furono uccisi in un attentato partigiano in via Rasella a Roma, compiuto da membri dei GAP romani. Il giorno dopo, 24 marzo 1944, Adolf Hitler venuto a conoscenza dell’attentato, ordinò una rappresaglia tale “da fare tremare il mondo”. Si parlò di trenta-cinquanta italiani giustiziati per ogni tedesco morto. La decisione sul come eseguire la rappresaglia fu poi presa durante una conversazione telefonica tra il generale Mälzer, comandante militare della città di Roma, l’ufficiale delle SS Herbert Kappler (capo della Gestapo di Roma , avente il controllo dell’ordine pubblico in città) e il generale Eberhard von Mackensen (comandante della 14ª Armata). Il generale von Mackensen, che era a conoscenza delle pretese provenienti dal quartier generale di Adolf Hitler, ritenne, dopo essersi consultato con il colonnello Kappler, che fosse sufficiente fucilare dieci italiani per ogni tedesco morto in via Rasella. E così fu. L’eccidio delle Fosse Ardeatine divenne l’evento-simbolo della durezza dell’occupazione tedesca di Roma. Fu anche la maggiore strage di ebrei compiuta sul territorio italiano durante l’Olocausto; almeno 75 delle vittime erano in stato di arresto per motivi razziali.

Il 7 ottobre 2023, il gruppo armato palestinese Hamas, con il sostegno di altre milizie palestinesi. effettuò una serie di attacchi terroristici provenienti dalla Striscia di Gaza, con conseguente uccisione di 1200 civili e militari israeliani, e nel rapimento di circa 250 di questi, avvenuto nel territorio di Israele. L’attacco di Hamas, ufficialmente intrapreso con l’intento di rispondere alle azioni provocatorie delle forze israeliane svolte nella Moschea al-Aqsa di Gerusalemme e alle violenze perpetrate nei campi dei rifugiati in Cisgiordania è avvenuto nel giorno del cinquantesimo anniversario dello scoppio della guerra arabo-israeliana del 1973. Sono stati segnalati numerosi casi di stupri e violenze sessuali contro donne israeliane. Il giorno dopo, 8 ottobre 2023, dopo il ritiro di Hamas con gli ostaggi israeliani portati dentro la Striscia di Gaza, Israele ha dichiarato lo stato di guerra avendo come obiettivo ufficiale la loro liberazione, la cancellazione definitiva di Hamas e l’occupazione militare permanente della Striscia di Gaza, iniziando prolungati bombardamenti su tutto il territorio. Tale guerra ha portato a morte almeno 65000 palestinesi. Secondo alcune fonti ONU il 70% delle vittime del conflitto sarebbero bambini o donne. L’impreciso e macabro rapporto tra vittime della rappresaglia ed azioni iniziali di terrorismo in questo nostro tempo è quindi di 65000/2000 = oltre 30 palestinesi morti per ogni israeliano. Un orrore più che triplo rispetto a quello delle Fosse Ardeatine.

Sembra quindi che all’odio non ci sia limite, che l’orrore subito nelle precedenti generazioni non sia di insegnamento a quelle seguenti e che israeliani e palestinesi prima o poi torneranno ad ammazzarsi.

Può non finire così, come dimostrano tedeschi ed italiani che dopo tanti anni dalle Fosse Ardeatine non hanno certo dimenticato ma sono andati avanti in pace e collaborazione nei loro rispettivi paesi.

La tragedia del conflitto israelo/palestinese ha la sue radici nel 1948 quando fu possibile affidare al popolo di Israele massacrato dalla Shoah una Terra in cui vivere e ritrovare un futuro ma non altrettanto fu possibile per quello palestinese.

Solo il disegno di sicuri confini di uno stato palestinese che possa nascere, crescere e garantire pace e diritti ai propri cittadini ed a quelli di tutti gli stati confinanti, in primis Israele, con la fine di ogni aggressione reciproca, potrà portare pace.

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Filomena Gallo e Chiara Lalli al Festival Futuro Presente di Parma – “Essere genitori. Il nodo della maternità surrogata”


Filomena Gallo e Chiara Lalli al Festival Futuro Presente – “Essere genitori. Il nodo della maternità surrogata”
📍 Parma – Festival Futuro Presente
🗓 Venerdì 24 ottobre ore 19.15 , Piazza Giuseppe Garibaldi, 19

Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS e Chiara Lalli, Consigliera Generale dell’associazione, giornalista e bioeticista, parteciperanno all’incontro dal titolo “Essere genitori. Il nodo della maternità surrogata”.

L’appuntamento è per venerdì 24 ottobre alle ore ore 19.15 , in Piazza Giuseppe Garibaldi, 19, a Parma.

Un dialogo che affronta le questioni bioetiche, giuridiche e sociali legate alla genitorialità e alla gestazione per altri, con un focus sul diritto all’autodeterminazione, sulla libertà riproduttiva e sulle famiglie reali, troppo spesso escluse dal dibattito pubblico e normativo.

L’incontro si inserisce nel programma del Festival Futuro Presente.

📍 Università di Parma
🔗 Info: festivalfuturopresente.com

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Surrogazione di maternità e Nazioni Unite: cosa dice davvero il rapporto Alsalem


a cura di Francesca Re, Filomena Gallo e Marco Perduca

QUI la versione in Inglese


Da luglio 2025, diversi media italiani hanno rilanciato con enfasi il rapporto delle Nazioni Unite “Violence against women and girls, its causes and consequences” spacciandolo per un documento sulla maternità surrogata, attribuendogli, tra le altre cose, un valore che non possiede.

In particolare, è sata la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella che, intervistata dall’Italpress in occasione della Missione Italiana all’ONU di New York, ha dichiarato: “Il rapporto di Reem Alsalem stabilisce che la maternità surrogata è una forma di violenza contro le donne. È una forma di sfruttamento e cosificazione del corpo femminile e di mercificazione”.

Queste parole hanno contribuito a diffondere la “nozione” che l’ONU ha assunto una posizione ufficiale e vincolante contro la maternità surrogata. Tale interpretazione non corrisponde però alla realtà dei fatti. Il documento in questione non è un atto normativorappresenta una decisione delle Nazioni Unite.

➡ Che cos’è un “Rapporto Speciale” per l’ONU


Il testo prodotto dalla Relatrice Speciale Reem Alsalem rientra nei cosiddetti “meccanismi speciali” del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU, un sotto-organo dell’Assemblea Generale. I Relatori speciali sono esperti indipendenti, nominati indipendentemente dalla loro nazionalità per monitorare e riferire all’organo che ha affidato loro il mandato specifiche questioni o situazioni inerenti a Paesi o territori riconosciuti delle Nazioni unite. Questi documenti non parlano a nome dell’ONU nel suo complesso né hanno potere di adottare e imporre norme.

I loro rapporti vengono:

  • discussi ma non votati;
  • non approvati formalmente dal Consiglio dei diritti umani o dall’Assemblea Generale;
  • talvolta avviene una “presa d’atto” (taken note of) o “accolti con favore” (welcomed), ma tramite risoluzioni separate e politiche, che a loro volta non sono vincolanti per gli Stati Membri.

In termini giuridici, i rapporti costituiscono strumenti di cosiddetta soft law: hanno valore politico e interpretativo, ma non creano obblighi legali per gli Stati membri e/o le agenzie del sistema delle Nazioni Unite.

Il rapporto “Violence against women and girls, its causes and consequences” pubblicato a metà luglio 2025, in linea con il titolo, si concentra sulle presunte forme di violenza nel contesto della maternità surrogata, come dichiarato sin dal suo preambolo.

Purtroppo, a un’attenta lettura, il testo presenta pregiudizi ideologici, carenze metodologiche e gravi violazioni di imparzialità che ne inficiano l’imparzialità che dovrebbe essere tipica di questo tipo di documenti.

Tra le criticità più rilevanti si evidenzia:

  • Eccesso (esondazione) di mandato: la Relatrice va oltre il compito affidatole di analizzare la violenza di genere, entrando nel merito di questioni bioetiche e di diritto della riproduzione che esulano dal suo mandato.
  • Assenza di pluralismo: non si evince alcun ascolto o consultazione con membri o rappresentanti di famiglie nate da GPA né le persone adulte nate grazie a questa pratica.
  • Uso distorto delle fonti: studi scientifici peer-reviewed sono stati citati in modo selettivo, alterandone il significato.
  • Coinvolgimenti ideologici: la Relatrice ha interagito pubblicamente e a più riprese con gruppi contrari ai diritti delle persone LGBTQIA+ e alla libertà riproduttiva, violando il principio di neutralità previsto dal suo incarico.

Queste criticità non potevano che portare a una rappresentazione parziale e molto orientata della realtà, ignorando esperienze concrete e normative che mostrano come la gravidanza per altri possa essere praticata in modo regolamentato e solidale in numerosi Stati Membri. La gravidanza per altri regolamentata è una realtà.

In molti Stati membri delle Nazioni Unite, la gravidanza per altri è regolata da leggi che proteggono la libertà e la dignità di tutte le parti coinvolte a partire dai soggetti più fragili.

Un esempio recente è l’Assisted Human Reproduction Act 2024 approvato in Irlanda, che disciplina la gravidanza per altri in forma non commerciale e con tutele specifiche per le gestanti, i genitori intenzionali e bambini. Un altro esempio è l’ Assisted Human Reproduction Act (AHRA, 2004) che in Canada prevede che la maternità surrogata è legale, esclusivamente in forma altruistica: infatti la legge proibisce il pagamento o la pubblicità di compensi.

Questi modelli dimostrano che criminalizzare o stigmatizzare tale pratica significa ignorare la complessità delle situazioni a cui questa vuole rispondere e, quindi, e dei diritti in gioco.

Proprio a tale proposito, durante la conferenza stampa tenuta da Rim Alsalem a seguito della presentazione del rapporto alla Terza Commissione dell’Assemblea Generale lo scorso 10 ottobre a New York, un giornalista di un’agenzia cinese ha chiesto alla Special Rapporteur su quali dati abbia fondato le sue conclusioni, e dunque quali siano i numeri relativi al contesto della maternità surrogata. A questa domanda Rim Alsalem risponde di non averne (“In fact, I don’t”). Il fatto che non vi siano dati certi è strettamente connesso alla mancanza, nella maggior parte dei casi, di quadri normativi che regolamentano la gravidanza per altri. L’obiettivo di fondo più volte evidenziato non solo nel rapporto, ma ribadito anche nella conferenza stampa e supportato dalla ministra Roccella, è quello di arrivare ad un divieto universale della maternità surrogata, obiettivo che si pone in netto contrasto proprio con il fenomeno che si vorrebbe combattere. Vietare la pratica della maternità surrogata significa lasciarla nelle mani del mercato nero, della clandestinità e degli abusi. Individuare, invece, le condizioni in base alle quali la gravidanza per altri possa essere praticata nel rispetto dei diritti di tutte le persone coinvolte, significa garantire protezione e tutele.

➡ La posizione dell’Associazione Luca Coscioni


L’Associazione Luca Coscioni, insieme a una rete di organizzazioni europee, ha chiesto il ritiro del rapporto Alsalem e la sua sostituzione con una nuova figura che possa mantenere un approccio imparziale di fronte a questioni così complesse e variegate.Occorre che alle e dalle Nazioni Unite giunga un messaggio di neutralità che possa evidenziare tutte le necessità e criticità necessarie all’affermazione di diritti in onore dei principi di trasparenza, rigore scientifico e pluralismo che devono guidare le istituzioni internazionali, specie quando si discute della libertà delle persone.

Occorre inoltre presentare il lavoro dei vari meccanismi delle Nazioni Unite per quel che è e non mistificare il mandato di un Rapporto a seconda del favore o vicinanza eitco-morale che i governi possono avere con i documenti prodotti come “Rapporti speciali”.

Infine, nessun rapporto privo di valore normativo può:

  • abrogare o delegittimare le leggi nazionali che regolano la GPA o sono in corso di normazione;
  • imporre a Stati o territori visioni etiche;
  • negare la dignità delle persone e delle famiglie coinvolte, prevedendo sistemi sanzionatori nazionali o internazionali.

L’Associazione Luca Coscioni continuerà a promuovere un modello di gravidanza per altri solidale nonché un dialogo tra chi è portatore di interessi basato su dati verificabili, esperienze concrete e principi di autodeterminazione e non discriminazione.

Promuovere e proteggere i diritti umani significa, tra le altre cose, ascoltare tutte le voci: quelle delle donne che scelgono liberamente di portare avanti una gravidanza per altri, dei genitori intenzionali e di figli e figlie nati da GPA.

Ridurre tutto ciò a “mercificazione del corpo femminile” o a “violenza universale” e “sfruttamento” significa oscurare la complessità delle vite reali dietro le parole.

Tra gli obiettivi delle Nazioni Unite c’è quello di tutelare la libertà, non di restringerla. Nel remoto caso in cui l’Assemblea Generale dovesse dare mandato alla sua Commissione Affari Legali (VI) di avviare un lavoro preparatore di una bozza di convenzione che, sulla base della legge italiana – cosiddetta Legge Varchi -, l’Associazione Luca Coscioni si adopererà, come già fatto con successo 20 anni fa in occasione della “clonazione umana”, per deragliare tale processo.

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Caso di “Libera”, 55enne toscana paralizzata: non esiste alcun dispositivo per l’autosomministrazione del farmaco letale. “Il limite della mia sopportazione è stato superato. Chiedo l’aiuto di un medico per poter morire”


Dopo quasi 6 mesi dal primo ricorso di “Libera” e dopo più di un anno dal riconoscimento dei requisiti per accedere al suicidio assistito arriva la risposta nazionale e internazionale sul dispositivo da attivare non manualmente (perché “Libera” è completamente immobile)


Sono arrivati, nei termini ordinati dal giudice di Firenze, i pareri tecnici da parte del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio Superiore di Sanità sulla esistenza di dispositivi idonei all’autosomministrazione del farmaco letale per “Libera”tramite comando oculare o vocale o altre modalità non manuali.

La 55enne toscana, completamente paralizzata a causa della sclerosi multipla, aveva fatto richiesta di accesso al suicidio assistito. La donna ha ottenuto il via libera dalla sua ASL a luglio 2024, ma essendo paralizzata dal collo in giù, non è in grado di assumere autonomamente il farmaco letale. Per questo, assistita dal collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, (e composto anche dal professor Giacomo D’Amico, dalle avvocate Francesca Re e Alessia Cicatelli e dagli avvocati Angioletto Calandrini e Rocco Berardo) ha presentato nel marzo 2025 un ricorso d’urgenza al tribunale di Firenze affinché il suo medico fosse autorizzato a somministrare il farmaco.

Il giudice aveva poi sollevato la questione di legittimità costituzionale sull’articolo 579 del codice penale che configura il reato di omicidio del consenziente – la somministrazione del farmaco da parte del medico a “Libera” rientrerebbe in questa fattispecie di reato. La Corte costituzionale si è infine espressa a luglio scorso chiedendo con urgenza la verifica a livello nazionale e internazionale, e non solo regionale, dell’esistenza di dispositivi idonei all’autosomministrazione del farmaco per il suicidio assistito.

Gli organismi tecnici indicati dalla Corte costituzionale, a seguito di ordine del giudice di Firenze, hanno ora comunicato l’esito delle ricerche.

Commenta “Libera”: “ho letto i pareri e devo constatare quindi che non esiste una soluzione per me e che non c’è alcuna garanzia che possa essere realizzato un dispositivo idoneo in tempi compatibili con il mio livello di sofferenza. Il limite della sopportazione umana del dolore fisico e psichico, per quanto mi riguarda, è stato superato. La mia volontà e richiesta di essere aiutata a morire hanno assunto un carattere di urgenza assoluta e non più rinviabile. Chiedo che venga immediatamente autorizzata l’unica modalità di assistenza compatibile con la mia richiesta: l’aiuto medico alla somministrazione della sostanza letale. In mancanza di tale autorizzazione, ogni ulteriore rinvio sarà per me equivalente a un diniego, di fronte al quale mi vedrò costretta a intraprendere un’altra strada, a effetto immediato”.

Dichiara Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni: “A Libera è già stato riconosciuto il diritto a essere aiutata a morire, ma ora sta subendo una odiosa discriminazione per le sue condizioni di totale disabilità che le impediscono l’assunzione del farmaco letale per potere interrompere la condizione di sofferenza insopportabile. Se lo Stato italiano non troverà il modo di porre immediatamente fine allo scaricabarile istituzionale contro Libera, ci assumeremo la responsabilità di aiutarla con azioni di disobbedienza civile contro la violenza che sta subendo”.

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Lista Referendum e Democrazia ha ricondiviso questo.


La giornata della salute mentale è passata, ma voglio continuare a parlarne, trattando di Europa e di psichedelici. L'iniziativa dei cittadini europei - Psychedelicare chiede alla Commissione Europea di investire nella ricerca sugli psichedelici in ambito terapeutico.
Clicca a questo link per partecipare anche tu: psychedelicare.eu/


Quando Strasburgo guarda indietro: sulla PMA e i diritti dei bambini ha ragione la Corte costituzionale italiana


La CEDU nel caso X c. Italia ha negato la violazione dell’articolo 8, ignorando la svolta della Corte costituzionale italiana che ha riconosciuto il diritto dei bambini nati da PMA a essere figli di entrambe le madri


La sentenza X c. Italia della Corte europea dei diritti dell’uomo segna un punto critico nel dialogo tra Strasburgo e Roma.

Con sei voti contro uno, la CEDU ha stabilito che non vi è stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione nel caso di un bambino nato in Italia da procreazione medicalmente assistita (PMA) praticata all’estero da una coppia di donne, ritenendo che la mancata iscrizione della madre intenzionale nell’atto di nascita non ledesse la vita privata e familiare del minore.

È una decisione che ignora la svolta costituzionale italiana.

La sentenza n. 68/2025 della Corte costituzionale ha infatti dichiarato illegittimo il divieto di riconoscimento della madre intenzionale, affermando che ogni bambino ha diritto, fin dalla nascita, a una filiazione stabile con entrambe le madri che hanno condiviso il progetto genitoriale.

La Consulta ha posto al centro il diritto del minore all’identità personale e alla parità di trattamento, restituendo certezza e dignità a una realtà familiare già viva nella società.

La Corte di Strasburgo, invece, si è fermata al quadro normativo precedente, scegliendo un approccio di pura legalità formale. Ha valutato i fatti come se la pronuncia costituzionale non fosse mai intervenuta, preferendo il criterio cronologico a quello sostanziale. In nome del “margine di apprezzamento” nazionale, ha considerato sufficiente il rimedio dell’“adozione in casi particolari” – un istituto che la stessa Corte costituzionale in Italia ha giudicato inadeguato e privo di effettività, perché non assicura al bambino una piena stabilità giuridica e identitaria.

Così facendo, Strasburgo ha rinunciato alla sua funzione evolutiva, quella di guida nella protezione dei diritti umani. Lo ricorda con forza la giudice Anna Adamska-Gallant nella sua opinione dissenziente: il lungo periodo di incertezza e l’errore delle autorità hanno inciso sull’identità del minore e lo Stato aveva il dovere di intervenire tempestivamente. È un richiamo al cuore stesso dell’articolo 8 CEDU: la tutela concreta della persona, non la salvaguardia delle procedure.

Non sarebbe la prima volta che la Grande Camera corregge una simile miopia. Nel caso S.H. e altri c. Austria, la Corte europea ribaltò la precedente condanna a Vienna, riconoscendo la legittimità della normativa nazionale dopo il confronto con la Corte costituzionale austriaca.

Oggi lo stesso può accadere: la Grande Camera ha l’occasione di ristabilire il dialogo tra Strasburgo e Roma, allineando la giurisprudenza europea al progresso costituzionale italiano.

Perché, in fondo, il tema è semplice e universale: ogni bambino ha diritto, fin dalla nascita, a essere riconosciuto figlio di entrambi i genitori che hanno scelto di amarlo e crescerlo.

Nessuna Corte può dimenticarlo, se davvero vuole parlare il linguaggio dei diritti.

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Oggi è Giornata mondiale della Salute Mentale.
Il benessere psicologico è un diritto fondamentale e la cura non può ridursi ai soli farmaci: serve dialogo e servizi pubblici gratuiti accessibili. Xciò ho firmato la proposta di legge “Diritto a stare bene”👉firmereferendum.giustizia.it/referendum/ope…


Oggi ricorre la Giornata mondiale per la Salute mentale


Chiediamo di istituire una rete pubblica di servizi di psicologia di territorio e promuovere la ricerca sugli psichedelici

L’Associazione Luca Coscioni aderisce alla proposta di legge di iniziativa popolare Diritto a stare bene e Psychedelicare, l’iniziativa dei Cittadini Europei per chiedere alla Commissione UE di investire nella ricerca sugli psichedelici


“Istituire una rete pubblica di servizi di psicologia di territorio, accessibile gratuitamente, presente in scuole, ospedali, luoghi di lavoro e carceri, per garantire a tutti ascolto, prevenzione e presa in carico”. Queste, le parole di Marco Perduca e di Claudia Moretti, dirigenti dell’Associazione Luca Coscioni, che per questo ha deciso di sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare “Diritto a stare bene”, che riconosce il benessere psicologico come diritto fondamentale della persona, al pari di quello alla salute fisica.

Questo iniziativa si inserisce nell’impegno dell’Associazione per la salute mentale, e nella convinzione che il diritto alla cura significhi prima di tutto garantire il diritto alla relazione terapeutica.

“La terapia della parola – continua l’Associazione – è uno strumento essenziale per restituire centralità alla persona e per depotenziare la deriva farmacocentrica che domina oggi i servizi di salute mentale, spesso organizzati secondo logiche custodiali e, talvolta, utilizza pratiche illegali di contenzione meccanica e farmacologica. Psicologi e psicoterapeuti sono troppo pochi e troppo assenti nei servizi pubblici di salute mentale, nelle equipe territoriali e negli SPDC, che rimangono troppo spesso luoghi inespugnabili. A questo link la descrizione, il testo integrale della proposta e l’accesso alla piattaforma istituzionale per sottoscriverla.

A livello europeo, l’Associazione Luca Coscioni sostiene l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) Psychedelicare per chiedere alla Commissione UE di investire nella ricerca sull’efficacia degli psichedelici in ambito terapeutico, di riclassificarle a livello globale e di promuovere linee guida per le terapie. L’iniziativa chiede alla Commissione di affrontare l’emergenza salute mentale – che colpisce più di 1 europeo su 6 – finanziando ricerca scientifica indipendente sugli psichedelici, per verificarne l’efficacia nei percorsi terapeutici e svilupparne applicazioni cliniche sicure.

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In Parlamento si ritiri la legge “Zanettin-Zullo” che impone a tutte le “Ada” di continuare a subire una tortura


“Il diritto di essere aiutati a morire inizia a essere rispettato: è stato finora riconosciuto a 18 persone. Il Parlamento non distrugga sulla pelle dei malati quanto stabilito dalla Corte costituzionale”


Se la legge “Zanettin-Zullo”, in discussione in Parlamento, fosse già stata in vigore, Ada non avrebbe potuto essere libera di scegliere (se e quando vorrà) l’aiuto medico alla morte volontaria. Né avrebbero potuto scegliere Laura Santi e Federico Carboni (primo caso in Italia) in Italia, e nemmeno Fabiano Antoniani, la persona a partire dalla quale la Corte costituzionale aveva definito i criteri per la depenalizzazione dell’“aiuto al suicidio”. Così come non avrebbero potuto scegliere Gloria, Anna, Serena, Vittoria.

Per Ada, infatti, non soltanto sarebbe stato estromesso il servizio sanitario nazionale (cioè la Asl che ha verificato le sue condizioni), ma non sarebbe nemmeno stato riconosciuto uno dei quattro criteri stabiliti dalla Corte nella versione che il testo di legge all’esame del Parlamento vuole modificare: non più “trattamenti di sostegno vitale” (come scritto dalla Consulta, includendo esplicitamente i trattamenti forniti da caregiver e familiari), ma “trattamenti sostitutivi di funzioni vitali”. Se la legge “Zanettin-Zullo” entrasse in vigore, le persone come Ada torneranno a essere costrette a subire condizioni che Ada stessa definisce di “tortura” contro la loro volontà.

È dunque necessario che in Parlamento maggioranza e opposizione convergano nel ritiro della legge “Zanettin-Zullo” per aprire un vero confronto, attraverso una sessione plenaria che discuta in modo libero dai dettami di partito e di coalizione.

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Beppino Englaro a Civezzano – “Sul fine vita posso scegliere io?”


Beppino Englaro sarà protagonista della serata informativa dal titolo “Sul fine vita posso scegliere io?”.
Dialogherà con Alexander Schuster, giurista e attivista, in un incontro promosso dal Comune di Civezzano in collaborazione con l’associazione Trentino Laica.

📍 Teatro Comunale “Luigi Pirandello”, via Murialdo 30, Civezzano
🗓 Mercoledì 15 ottobre 2025
🕘 Ore 20:45


Durante la serata sono previste letture a cura di Chiara Turrini.
Ingresso libero e gratuito.

Un’occasione preziosa per riflettere pubblicamente sulla libertà di scegliere sul proprio corpo e sulla propria vita, in un momento in cui il dibattito sui diritti nel fine vita torna a essere centrale nel nostro Paese.

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Al PizzAut di Monza una cena di raccolta fondi con Marco Cappato e le Cellule Lombarde


Venerdì 24 ottobre Marco Cappato parteciperà alla cena di raccolta fondi organizzata nel locale PizzAut di Monza, e con lui ci saranno le cellule lombarde dell’Associazione Luca Coscioni, in una serata all’insegna dei diritti e delle libertà.

Per un’occasione così speciale è stato pensato un luogo altrettanto speciale che ha fatto dell’inclusività la sua bandiera: PizzAut.
La partecipazione è aperta a tutte le persone che vogliono conoscere e sostenere le attività e le iniziative dell’Associazione in Lombardia.

L’appuntamento è per venerdì 24 ottobre alle 19:30, presso PizzAut, in via Philips 12, Monza. È richiesta la prenotazione a questo link bit.ly/cena-pizzaut, versando una quota minima di 35 euro per persona: ogni euro in più permetterà di dare ancora più forza alle campagne dell’Associazione.

Per segnalare eventuali intolleranze o allergie alimentari mail a: cristiana.zerosi@associazionelucacoscioni.it indicando gli allergeni e, se possibile, eventuali necessità specifiche (es. senza glutine, senza lattosio, ecc).

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Medioevo psichiatrico


Questo mio contributo è triste, buio, in contrapposizione alla radiosa fiducia con la quale guardiamo al futuro psichedelico. Volevo descrivere con alcune pennellate, parziali e sintetiche, la situazione attuale della Psichiatria in cui si colloca la rinnovata richiesta psichedelica degli ultimi anni, denominata Rinascimento psichedelico e la pressione che sta portando avanti l’Associazione Luca Coscioni, denominata Illuminismo psichedelico.

L’attuale situazione complessiva in cui si trova la cura della salute mentale assomiglia all’epoca medioevale. Perché ho pensato al Medioevo?

Innanzi tutto perché è un’epoca storica radicata nel nostro passato, agganciata a cose vecchie.

L’uso degli psicofarmaci si basa sui piedistalli della cosiddetta psichiatria biologica. Che questo approccio riduzionista abbia portato scarsi progressi alla definizione delle cause biologiche delle malattie psichiatriche è palese, lo dicono i sacri testi di psicofarmacologia da tempo, come Stahl.1

Le attuali ipotesi che le singole malattie siano sostenute da singole lesioni biochimiche della neuro-trasmissione come causa di uno specifico disturbo è superata, ma, di fatto, gli psicofarmaci prescritti si basano su quelle teorizzazioni, agiscono sulla neuro-trasmissione.

I primi anti-psicotici appaiono negli anni 50 e, dopo il risperidone, capostipite degli atipici di cosiddetta seconda generazione, non ne sono apparsi altri di significativamente nuovi. Le formulazioni long acting anche a lunghissimo deposito non sono certo novità e innovazione. Tra l’altro i vecchi depot sono scomparsi per lasciar spazio ai nuovi farmaci deposito che non hanno dimostrato migliore efficacia dei vecchi. Il risperidone viene approvato dalla FDA nel 1993. (Tra parentesi la spesa consistente della ricerca per queste novità che non sono novità dal risperidone in poi testimoniano proprio il paradosso della loro scarsissima capacità di agire sulla riduzione della prevalenza di psicosi, a fronte di investimenti cospicui).

Il litio, farmaco stabilizzatore dell’umore tutt’ora molto in uso per la sua efficacia è stato approvato da FDA nel 1970. In seguito non sono apparse molecole di efficacia superiore al Litio, ma solo cosiddette seconde scelte. L’azione del sale a grande concentrazione nel cervello agisce quale stabilizzatore in modo non del tutto conosciuto sulla membrana della cellula nervosa, a riprova che l’efficacia dei trattamenti sulla mente, in questo caso sull’umore, non va di pari passo con un preciso conosciuto funzionamento che spieghi la stabilità umorale.

Le benzodiazepine sono antichissime. Il clordiazepossido viene scoperto nel 1957, il diazepam data 1960. Da allora si sono sintetizzate tante altre molecole, ad emivita lunga o a emivita corta, ma nessuna novità sostanziale riguardante calmanti con minori effetti collaterali, con assenza di dipendenza e assuefazione, che sono le problematiche maggiori di questa categoria di farmaci molto in uso.

Gli antidepressivi? Il Prozac, cosiddetta pillola della felicità, entra nel mercato come SSRI attorno al 1990 e segna una grande differenza rispetto agli anti-depressivi precedenti. I successivi farmaci mee too non presentano un’efficacia sostanzialmente superiore. Su questo fronte siamo fermi a 35 anni fa. Un’eccezione è rappresentata dalla sola esketamina, unica novità relativamente recente, isomero della ketamina, un’anestetico, che ha portato novità nel trattamento della depressione proprio per la sua proprietà d’azione. L’esketamina rappresenta però anche quella novità che rischia di essere inglobata nella modalità di azione classica dello psicofarmaco e di far perdere di vista la potenzialità innovativa trasformativa, avendo un’azione sulla mente di tipo parziale psichedelico e quindi non solo in senso di recupero sintomatologico di un umore depresso.

In sintesi abbiamo a che fare con una farmacopea di capostipiti antichi.

In questa assenza di novità farmacologiche vere si apre l’offerta degli psichedelici. Se andiamo a vedere in quali disturbi questa nuova modalità di fare medicina e psicoterapia è più efficace, scopriamo che sono aree di sofferenza in cui ben poco sono stati efficaci i farmaci classici, per non dire per nulla anche se prescritti comunque

Nel disturbo post traumatico da stress non ci sono indicazioni farmacologiche, solo indirizzi di tipo psicologico. L’angoscia del trauma antico ri-attualizzato si spegne, usando farmaci, spegnendo la persona interamente, non esiste una chimica specifica che spenga solo il tasto del trauma pregresso.

Nella depressione farmaco-resistente è indicata nelle linee guida quale alternativa l’elettroshock, la stimolazione magnetica transcranica, gli ormoni tiroidei, un mescolamento con altri farmaci e l’esketamina.

L’angoscia di morte nel fine vita viene trattata non come entità a sé, ma coi sedativi a disposizione, minori o maggiori.

Nelle dipendenze e nel craving impulsivo si usa quello che abbiamo secondo sintomatologia astinenziale e prove empiriche. Nei SerD si usano un sacco di farmaci, ma ben sappiamo la difficoltà di distogliere l’attenzione mentale sul contenuto del desiderio compulsivo. Bupropione, un antidepressivo, per il tabacco; valproato di sodio, un anti epilettico, per il craving alimentare; la clonidina, un anti-ipertensivo, per gli oppioidi sono esempi di una varietà di magazzino estremamente ampia.

Come imperava nel Medioevo, abbiamo a che fare nella Psichiatria attuale con una “verità” metafisica, fuori dal mondo, un concetto sospeso per aria che è quello delle malattie mentali. Le malattie mentali non esistono, amici coscioniani. Esistono categorie dove incasellare le forme di espressione della sofferenza e del disagio e questo per motivi di ricerca, per parlare un linguaggio comune tra psichiatri, come ci hanno insegnato. Dicendo che le malattie mentali non esistono sto rischiando l’ennesimo rogo entro il quale sono stati già bruciati anti-psichiatri, sociologi spinti e antropologi vari. Le malattie mentali sono una nostra astrazione, come l’occhio di Dio, la mano di Dio, astrazioni utilissime per guidare il popolo, ma fra di noi, amici, dobbiamo dircelo: secondo la metodologia della scienza in Psichiatria abbiamo a che fare non con quello che chiamiamo patologia, ma con un insieme di segni e sintomi che chiamiamo complesso sindromico, non una vera malattia, come lo è la polmonite da pneumococco, un tumore del cervello o l’infarto del miocardio. Impostare la cosa così non significa negare la sofferenza della mente e attribuire tutte le colpe alla società, sbrigativamente, ma significa proprio nel rigore scientifico: stiamo attenti che quello che vediamo nel cervello non sia qualcosa di parziale, vedi la neurotrasmissione, o l’esito della malfunzione e non la causa, vedi le placche di amiloide nella demenza. Le cause delle cosiddette malattie mentali sono molteplici e integrate fra loro, vedi modello bio psico sociale, concetto che fatica a tradursi nella pratica, come il concetto di complessità non era presente nel medioevo, dove prevaleva invece l’unicità del punto di vista.

La povertà epistemologica fondamentale della Psichiatria, come dice bene Benedetto Saraceno, non ha impedito costruzioni diagnostiche o categorie, che significano cosa fare e come andrà a finire quella persona ammalata di quella malattia, cioè fare terapia e fare prognosi. “La pretesa stabilità e coerenza dei sistemi diagnostici, dice Saraceno2 è un delitto di superbia in quanto scotomizza la fluidità, occulta il dubbio, asserisce la certezza”.

È del 1992 uno studio pionieristico dell’istituto Mario Negri3 dove si evidenziava come in una popolazione di pazienti dimessi da un servizio ospedaliero il più potente determinante di ri-ammissione, di ri-ospedalizzazione, di ricaduta, di necessità di ricovero era la tipologia organizzativa del servizio psichiatrico che aveva in carico il paziente, come dire sono altri i fattori che incidono, non quelli della presunta verità diagnostica.

Se una diagnosi medica non incornicia completamente il processo che spiega la sofferenza mentale e se ci sono altri determinanti, oltre a quelli che abbiamo rintracciato come alterazioni nel cervello sinora, significa che dobbiamo aprirci a conoscere tutto quello che concorre al bene e al male di una mente, ricordandoci che la mente non è il cervello.

Ha a che fare col Medioevo anche un altro aspetto, che ho battezzato col binomio di contrasto: umiltà e potere. Credo che l’epoca medioevale della nostra storia così come ce l’hanno riportata, sia stata costellata da persone piene di umiltà, i santi e non solo, e in netta contrapposizione con loro, i potenti, i Papi ma non solo. Riflettendo sulle buone pratiche in salute mentale, mi è venuta la parola umiltà, in contrapposizione a pratiche prevaricatorie, personalistiche, narcisistiche ahinoi presenti nei contesti organizzati di un Dipartimento di salute mentale.

Non è forse l’umiltà che sta alla base dell’armata quasi cavalleresca che porta avanti la pratica della de-prescrizione psicofarmacologica? Meglio togliere, aiutare le persone a ridurre gli psicofarmaci, a pensare di assumere qualcosa per un periodo limitato, non per tutta la vita, meglio andare in accordo con l’interessato che non li assume volentieri ‘sti farmaci, affrontando assieme la desistenza, contro un accanimento che non è sicuro che dia risultati. Ne ha parlato il dott. Giuseppe Tibaldi, presente al webinar precongressuale del 17 settembre scorso sulla salute mentale.

Non è qualcosa che ha a che fare con umiltà quello che fa dire al dott. Raffaele Barone, presente pure lui al webinar, “gli psichiatri devono non essere più esperti”, togliere cioè loro il camice bianco del sapere potente come nella spoliazione di certi umili; soprattutto di umile ci trovo questo: importare dalla Finlandia, dove è nato il Dialogo aperto, qualcosa che là funziona, studiarlo, formarsi e applicarlo da noi. Tollerare l’incertezza, uno dei principi ispiratori del modello del Dialogo aperto, mi pare molto umile.

La presenza in tutti i contesti di cura della salute mentale degli esperti per esperienza, degli esperti in supporto fra pari, i cosiddetti ESP, sono uno spazio di eccellente umiltà, rosicchiano con gentilezza il marmoreo statuario indiscutibile fare dello strizzacervelli. Il fare-assieme-tutto-attaccato partito da Trento mi pare sia una pratica collaborativa che sta da tutt’altra parte rispetto alla gestione autoritaria o paternalistica o educativa verso chi ha bisogno di aiuto. L’utente alla pari funge da garante di un equilibrio tra chi ha bisogno e chi offre aiuto che deve essere assicurato nel rispetto reciproco di competenza ed esperienza, senza sopraffazione alcuna nelle varie relazioni complementari che il paziente incontra nel suo percorso di cura.

L’elenco di buone pratiche potrebbe continuare perché esistono in Italia, nel senso trasformativo auspicato anche di recente dall’OMS4. Ma la scarsa capillarità, nonostante le società nazionali varie, di queste buone pratiche fa pensare ai castelli medioevali, belle realtà chiuse non diffuse e poco conosciute anche dagli addetti ai lavori.

Note


1Stephen Stahl, Psicofarmacologia essenziale, Centro Scientifico Editore, 2002, pag.102

2 Benedetto Saraceno, Sulla povertà della psichiatria, Ed comunità concrete, 2017

3 Barbato, Terzian, Saraceno, Montero Barquero, Tognoni, Patterns of aftercarefor psychiatric patients discharged after short inpatient treatment: an italian collaborative study, Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology, n.27, 1992

4 Luke Taylor, One billion people have mental health conditions, WHO says, BMJ 2025 del 04/09/2025

L'articolo Medioevo psichiatrico proviene da Associazione Luca Coscioni.



La ASL conferma che Ada ha i requisiti per l’accesso al suicidio assistito previsti dalla sentenza della Corte costituzionale


Il commento di Ada: “Da oggi sono padrona della mia vita e del mio corpo”


A seguito di una nuova verifica delle condizioni di salute da parte dell’ASL competente, Ada, 44enne campana affetta da SLA, ha ricevuto in data 7 ottobre la conferma di possedere tutti i requisiti previsti dalla sentenza “Cappato” della Corte costituzionale n. 242/2019 e dalle successive pronunce n. 135/2024 e n. 66/2025.

Con una comunicazione ufficiale inviata ai suoi legali e alla stessa Ada, l’azienda sanitaria ha reso noto che procederà ora con le fasi consequenziali previste dalla sentenza n. 242/2019, ovvero con l’individuazione del farmaco e delle modalità di autosomministrazione. Ada, quando e se lo vorrà, potrà quindi procedere con l’aiuto alla morte volontaria, nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali e delle pronunce della Corte.

Dichiara Ada:

“Dopo mesi di attesa e di battaglie, il Comitato etico ha espresso parere favorevole alla mia richiesta. Non ci sono parole adatte a descrivere il mio stato d’animo, ma proverò a rendere l’idea. Quando ho letto le parole “parere favorevole”, ho sentito letteralmente un peso scivolare dalle mie spalle.

La SLA ha perso, io ho vinto. Non trascorrerò nemmeno un minuto in più ad avere paura di ciò che può farmi. Da oggi esiste solo il presente, e ogni giorno è prezioso. Da oggi sono legalmente padrona della mia vita e del mio corpo. Auspico la stessa serenità per tutte le persone che affrontano la mia stessa condizione, e che ogni essere umano possa un giorno esercitare questo diritto senza dover lottare fino all’ultimo respiro. Grazie a chi mi ha ascoltata, sostenuta e accompagnata in questo percorso”.


Dichiara l’avvocata Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale di studio e difesa (composto anche dagli avvocati Angioletto Calandrini, Francesca Re, Alessia Cicatelli e Rocco Berardo):

Oggi Ada non riceve semplicemente un parere favorevole: ottiene il pieno riconoscimento del suo diritto costituzionale a decidere sul proprio corpo e sulla propria vita.

L’ASL, dopo l’accordo raggiunto in Tribunale di Napoli, ha applicato in modo corretto e completo la sentenza Cappato e le successive decisioni della Corte, procedendo con le verifiche previste e avviando le fasi successive. Questo percorso dimostra che, quando le istituzioni rispettano la legge, è possibile garantire alle persone malate un diritto che non è un privilegio, ma una scelta libera e consapevole, riconosciuta dal nostro ordinamento.”


Dopo il diniego da parte della ASL, Ada, aveva presentato, tramite il collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, un ricorso d’urgenza al tribunale di Napoli. Durante l’ultima udienza con l’azienda sanitaria si era concordata una nuova valutazione delle sue condizioni.

Negli scorsi giorni, Ada, inizialmente conosciuta col nome “Coletta”, aveva deciso di uscire dall’anonimato, raccontando la propria situazione in un video. A leggere le sue parole, la sorella Celeste poiché Ada, colpita dalla SLA diagnosticata lo scorso anno, non riesce più a parlare. A seguito di un decorso molto veloce della grave patologia neurodegenerativa di cui è affetta, diagnosticata a giugno 2024, “Coletta” non riesce più a parlare e deve quindi utilizzare il puntatore oculare. Non riesce nemmeno più a camminare e ha bisogno dell’assistenza continua dei suoi familiari per svolgere qualsiasi tipo di attività. Senza i suoi caregiver non potrebbe alimentarsi, bere, assumere la terapia farmacologica ed espletare le sue funzioni vitali, morirebbe di stenti e in modo atroce e doloroso.

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A Milano l’evento sul testamento biologico “Prendiamoci cura oggi delle decisioni di domani”


“Prendiamoci cura oggi delle decisioni di domani” – Incontro informativo a Milano sulle DAT e la donazione di organi


La Cellula di Milano dell’Associazione Luca Coscioni organizza un evento pubblico dedicato alle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) e alla donazione degli organi, strumenti fondamentali per garantire il diritto all’autodeterminazione nella fase finale della vita.

📍 Auditorium di Cascina Brandezzata, via Giuseppe Ripamonti 428 – Milano
🗓 Sabato 18 ottobre 2025
🕝 Ore 14:30 (rinfresco di benvenuto dalle ore 13:30)


L’iniziativa si svolge con la collaborazione e il patrocinio del Municipio 5 e con il contributo di:
Fondazione Luvi, Policlinico Milano, Fondazione Trapianti ONLUS

Intervengono:


  • Bruno Andreoni – Fondazione Luvi
  • Cristiana Zerosi – Associazione Luca Coscioni
  • Patrizia Toietta – Policlinico Milano
  • Luisa Gerosa – Assessora Municipio 5
  • Loredana Tavolaro – Cellula Coscioni Milano
  • Roberto Moroni – Policlinico Milano
  • Michelangela Verardi – Consigliera Municipio 5
  • Sergio Vesconi – Fondazione Trapianti ONLUS
  • Natale Carapellese – Presidente Municipio 5

Un’occasione di confronto e informazione per fare chiarezza su come esprimere e registrare le proprie volontà attraverso le DAT e come avvicinarsi al tema della donazione di organi in modo consapevole.

L'articolo A Milano l’evento sul testamento biologico “Prendiamoci cura oggi delle decisioni di domani” proviene da Associazione Luca Coscioni.


Lista Referendum e Democrazia ha ricondiviso questo.


Al Congresso dell’Associazione Luca Coscioni ho conosciuto Ada, malata di SLA che "spera che il suo corpo le dia la forza per congedarsi da un mondo in cui è valsa la pena vivere" youtube.com/watch?v=McAPHkYxhu…
Il Congresso mi ha rieletto Tesoriere. Sono grato e fiero di servire chi, come Ada, lotta per la libertà.


Filomena Gallo a Lecce per il talk “Fine vita: il diritto di scegliere”


📅 Domenica 19 ottobre 2025
🕰 Ore 11:45 – 12:45
📍 Convitto Palmieri, Lecce
🗣 Nell’ambito del festival “Conversazioni sul futuro”

Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, sarà tra le protagoniste del talk dedicato al tema del fine vita e alla libertà di scelta individuale.

Accanto a lei interverranno:
Marianna Aprile, Valeria Imbrogno, Francesca Mannocchi, ed Evelina Pedaci.

Un confronto aperto e pubblico su uno dei temi più urgenti del dibattito civile, in cui si intrecciano diritti fondamentali, salute, autodeterminazione e dignità.

L’incontro si inserisce nel programma ufficiale del festival Conversazioni sul Futuro, in collaborazione con ASL Lecce – Puglia Salute.

🔗 Maggiori info: www.conversazionisulfuturo.it

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Fine vita, l’appello di Ada: “Politici, medici, giudici, guardatemi negli occhi: ogni attesa imposta è una tortura in più”


Domani mattina Ada e la sorella Celeste interverranno al Congresso dell’Associazione Luca Coscioni in corso da oggi ad Orvieto


Dopo il diniego da parte della ASL alla sua richiesta di accesso al “suicidio assistito”, – Ada (prima conosciuta come Coletta) – è in attesa degli esiti delle nuove visite mediche.

Aveva scelto il nome “Coletta” per raccontare la sua storia senza rivelare la propria identità, ma ora Ada, 44enne campana, ha deciso di uscire dall’anonimato, raccontando la propria situazione in un video. A leggere le sue parole, la sorella Celeste poiché Ada, colpita dalla SLA diagnosticata lo scorso anno, non riesce più a parlare.

↓ ASCOLTA LA TESTIMONIANZA ↓


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“In meno di 8 mesi la malattia mi ha consumata. Con una violenza fulminea mi ha tolto le mani, le gambe, la parola. La vita è una cosa meravigliosa finché la si può vivere e io l’ho fatto. Ho vissuto con ardore gioie e dolori, e ho sempre combattuto per quello in cui credo, come la libertà di scelta. Mi sono rivolta alla mia ASL, coinvolgendo anche il tribunale, chiedendo ora quella libertà per me stessa: poter scegliere una vita dignitosa e una morte serena, vicino alla mia famiglia, nel mio Paese, quando la mia condizione diventerà definitivamente insopportabile. E ho intenzione di combattere per questo diritto finché ne avrò le forze. Ma quanto è crudele dover sprecare le ultime forze per una guerra?”, si chiede Ada.

Ada, infatti, dopo aver ricevuto dalla propria azienda sanitaria il diniego al suicidio assistito, ha dovuto presentare, tramite il collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, un ricorso d’urgenza al tribunale di Napoli, a seguito dell’opposizione al diniego, visto che l’azienda sanitaria non dava seguito alle richieste. Durante l’udienza con l’azienda sanitaria si è concordata una nuova valutazione delle condizioni di Ada. Le visite sono state effettuate e ora è in attesa degli esiti.

Il diniego iniziale si basava sull’assenza di tre dei quattro requisiti stabiliti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale (“Cappato-Antoniani”) per accedere alla morte volontaria assistita in Italia. L’unico requisito riconosciuto era la patologia irreversibile di cui soffre Ada. Mancavano, secondo l’azienda sanitaria, la volontà di procedere con la morte volontaria assistita, la dipendenza da trattamento di sostegno vitale e la presenza di sofferenze ritenute intollerabili dalla paziente.

Filomena Gallo, avvocata, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni: “Ada sta affrontando una prova straordinariamente difficile. La legge e la Corte costituzionale tutelano il diritto all’autodeterminazione dei cittadini, anche nelle scelte riguardanti la vita e la morte. È responsabilità delle istituzioni e delle autorità sanitarie garantire che questo diritto venga rispettato senza indugi. Siamo in attesa della relazione e del parere dell’azienda sanitaria, affinché Ada possa decidere della propria vita nel pieno rispetto della sua volontà, senza ulteriori ritardi burocratici”.

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XXII Congresso: bozza della Mozione generale


A prima firma Filomena Gallo


L’Assemblea generale dell’Associazione Luca Coscioni, riunitasi in congresso presso la Sala dei 400 di Palazzo del Popolo a Orvieto il 4 e 5 ottobre 2025, udite le relazioni degli organi dirigenti, le approva.

Nel prendere atto delle discussioni e proposte emerse durante le sessioni precongressuali e il dibattito assembleare, ringrazia le oltre 5.335 persone che si sono iscritte per il 2025, le 11.212 che hanno effettuato una donazione, le 36.113 che hanno destinato il 5×1000 all’Associazione, chi l’ha inclusa nel proprio testamento solidale e/o ne ha sostenuto le attività dedicando tempo o risorse rilanciandole a livello locale a partire da quanto organizzato dalle 49 Cellule Coscioni e da altri gruppi attivi in tutta Italia.

Il Congresso esprime la sua più sincera riconoscenza a: Alessandra, Carmen, Daniela, Elda, Franco S., Franco Z., Gigliola, Giuliano, Giuseppina, Leonardo, Lucia, Maria Pia, Maria Vittoria, Paola, Rita, Stefano Antonio, Susanna, che dal 2019, con grande generosità, hanno scelto di sostenere le attività dell’Associazione con un lascito.

Il loro lascito rappresenta un atto significativo che rafforza e dà continuità al nostro impegno quotidiano.

Sulla base di quanto conquistato e rilanciato negli ultimi 12 mesi, l’Assemblea dà mandato agli organi dirigenti, ciascuno per ciò che è di sua responsabilità, a partire da Segretaria e Tesoriere, di agire nel perseguimento degli obiettivi storici dell’Associazione per come qui aggiornati:

Diritti umani e progresso scientifico


  • Proseguire con denunce di violazioni dei Diritti umani, con particolare attenzione al diritto a beneficiare del progresso scientifico e delle sue applicazioni, segnalando ogni violazione alle competenti giurisdizioni nazionali, regionali e internazionali e meccanismi ONU.


Finanziamento e governance della ricerca


  • Promuovere una riforma profonda delle modalità di finanziamento della ricerca pubblica che privilegi trasparenza, tracciabilità e efficienza e con criteri di valutazione qualitativi, a partire dalla bozza di Statuto di una Agenzia Nazionale della Ricerca.
  • Proseguire con le iniziative mirate al rilancio di Ricerca e Innovazione in Europa: a livello italiano, affinché il Ministero per la ricerca si allinei alle iniziative prese dall’UE per aumentare gli stanziamenti alla Ricerca e creare un ambiente accogliente per gli scienziati stranieri che vogliano lasciare il loro Paese perché vessati da politiche antiscientifiche; a livello europeo, affinché l’Europa si impegni a creare un fondo UE da 100 miliardi di euro per realizzare nuove istituzioni di ricerca avanzata e attrarre studiosi dagli USA e dal mondo senza gravare sui singoli Stati membri.
  • Operare per una semplificazione delle procedure burocratiche relative agli acquisti di beni e servizi funzionalmente destinati all’attività di ricerca (come già stabilito nella Legge n° 159 del 20/12/2019), modificando le modalità di utilizzo delle Convenzioni Consip e della piattaforma MePA per adeguarle alle procedure, anche improntate a trasparenza e tracciabilità, in atto in altri Paesi europei.
  • Promuovere misure di contrasto al declino di integrità della Ricerca Scientifica, che incentivino la valorizzazione qualitativa piuttosto che quantitativa della ricerca, la formazione di studenti e personale in linea con quanto contenuto nella Dichiarazione di San Francisco e nel Manifesto di Leiden, il contrasto al conflitto di interessi finanziario e non.
  • Operare per conoscibilità e applicazione del Piano nazionale Scienza Aperta.


Ricerca scientifica e malattie rare


  • Riaffermare il sostegno alle iniziative portate avanti con Science for Democracy all’Onu e per la preparazione della VII Sessione del Congresso Mondiale per la Libertà di Ricerca Scientifica.
  • Rilanciare azioni in favore della ricerca scientifica sulle Cellule staminali embrionali, anche attraverso la tecnica del trasferimento del nucleo cellulare.
  • Promuovere l’istituzione di un fondo incentivato per la ricerca sulle malattie rare e ultra-rare e per il suo trasferimento clinico. Azioni:
    1. Promuovere la ricerca di terapie avanzate cellulari e geniche (anche a base di cellule staminali) per malattie rare e ultra-rare tramite un modello di finanziamento orientato ai contributi privati non-profit che preveda altresì meccanismi di “matching” da parte dello Stato.
    2. Facilitare il contributo del settore privato grazie a incentivi fiscali e bonus mirati (inclusi i “super-voucher” per i grandi finanziatori).
    3. Creare un sistema agile e flessibile, che garantisca l’uso efficiente dei fondi e la riduzione delle barriere burocratiche.
    4. Promuovere il percorso clinico dopo la fase preclinica mediante: (1) creazione di una infrastruttura GMP pubblica con una piattaforma (anche regolatoria) trasversale adatta allo sviluppo delle sperimentazioni cliniche emergenti dalla ricerca ed esclusivamente dedicata alle malattie rare e ultra-rare; (2) prevedere l’utilizzo della suddetta infrastruttura GMP per fornire le terapie avanzate ai malati rari e ultra-rari secondo uno schema non-profit.


  • Richiedere che una terapia avanzata ad alto costo – quando sicura, con prove certe documentabili e inoppugnabili di efficacia e approvata dagli enti regolamentatori – sia obbligatoriamente riconosciuta e rimborsata.


Servizio sanitario nazionale e Livelli Essenziali di Assistenza


  • Rilanciare le proposte avanzate negli anni relative al Servizio sanitario nazionale (SSN) con iniziative mirate a migliorare:
    1. il livello di governo del sistema (nuovo Piano Sanitario Nazionale, più efficace misura dei LEA con conseguenze stringenti sulle regioni inadempienti, gestione dell’Accreditamento delle strutture private in base alla misura delle reali necessità sanitarie da parte del settore pubblico);
    2. la determinazione del finanziamento (nuovo dimensionamento del finanziamento che privilegi i servizi di medicina territoriale e il settore della cronicità – disabilità – non autosufficienza, incremento del finanziamento complessivo finalizzato a specifiche esigenze di salute, introduzione di meccanismi di finanziamento anche derivanti dalla lotta all’evasione fiscale);
    3. l’erogazione delle prestazioni – azioni sull’appropriatezza delle prestazioni e sulla effettiva tutela dei diritti dei cittadini nella loro erogazione.


  • Agire affinché si istituisca un Comitato “super partes” sui Livelli essenziali di assistenza (LEA).
  • Rendere trasparente e senza conflitti di interesse l’attività di verifica dei LEA, escludendo i rappresentanti delle Regioni, in quanto soggetti controllati.
  • Proseguire la campagna in corso sulle liste d’attesa, per consentire agli utenti di richiedere l’applicazione del cosiddetto “percorso di tutela” nel caso in cui la struttura sanitaria a cui ci si è rivolti per prenotare una visita o un esame non sia in grado di assicurare l’esecuzione della prestazione entro i tempi massimi previsti per legge.


Salute riproduttiva


  • Monitorare la corretta applicazione della legge 40 del 2004 e promuovere tutte le azioni necessarie per garantire il pieno rispetto dei diritti delle persone che desiderano accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA). Nel rispetto delle Raccomandazioni europee, delle osservazioni del Comitato ONU sui diritti economici, sociali e culturali e delle Carte fondamentali in materia di diritti, l’Associazione individua come priorità:
    1. garantire l’accesso alla PMA anche a persone singole e a coppie dello stesso sesso, proseguendo e rafforzando la campagna PMA per tutte avviata nell’ottobre 2024 con il deposito di una petizione al Parlamento, che ha già raccolto oltre 45.000 firme. La campagna proseguirà con l’obiettivo di ottenere una modifica concreta dell’articolo 5, affinché l’accesso alla PMA sia finalmente garantito anche a persone singole e a coppie dello stesso sesso.
    2. Promuovere tutte le azioni possibili per eliminare le discriminazioni tra i bambini nati da PMA eterologa con due genitori e quelli nati da PMA eterologa con un solo genitore, affinché l’atto di nascita possa riportare un solo genitore e non più diciture stigmatizzanti come “sconosciuto” o “n.n.”.
    3. Regolamentare in Italia la gravidanza per altri (GPA) solidale, attraverso una normativa idonea, e garantire la trascrizione integrale dei certificati di nascita dei bambini nati da GPA all’estero. Per il 2026 l’Associazione intende rilanciare la proposta di legge per la regolamentazione della GPA solidale, percorso che stiamo già costruendo a livello europeo insieme ad associazioni di diversi Paesi, con le quali abbiamo redatto un manifesto comune sulla GPA. In questo quadro, siamo stati ricevuti dal Commissario europeo alla giustizia, che ha chiesto di monitorare con attenzione la situazione italiana.
    4. Includere nei Livelli Essenziali di Assistenza: indagini diagnostiche sull’embrione prima del trasferimento in utero; rimborso spese per chi dona gameti.
    5. Integrare i nomenclatori tariffari della fecondazione assistita, inserendovi tutte le tecniche riconosciute a livello scientifico e adeguate tariffe per e tutte le tecniche di PMA .


  • Proseguire nell’impegno in tema di accesso all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) e alla contraccezione.
    1. Costruire iniziative per la piena applicazione della legge 194/1978 su tutto il territorio nazionale. In particolare:
    2. ampliare e rafforzare a livello regionale la campagna Aborto senza ricovero, attraverso la raccolta di firme a sostegno di interrogazioni e di mozioni per la deospedalizzazione della procedura farmacologica, con la possibilità di autosomministrazione a domicilio del secondo farmaco, il misoprostolo;
    3. ampliare la campagna Mai Dati, per la pubblicazione di dati aperti, aggiornati e per singola struttura sanitaria, al fine di valutare l’effettivo stato di applicazione della legge 194 e per evidenziarne le criticità e individuare i possibili interventi per superarle;
    4. continuare a fare pressione affinché il Ministro della Salute rispetti l’obbligo di presentare annualmente la relazione al parlamento sullo stato di applicazione della legge 194, prevista nel mese di febbraio;
    5. proseguire il lavoro volto a migliorare le parti della legge che hanno mostrato le maggiori criticità (link), che ha portato alla formazione di un tavolo di lavoro multidisciplinare per elaborare proposte di modifica della legge 194/1978;
    6. consolidare e ampliare il lavoro che ha portato alla formazione del gruppo interparlamentare sull’IVG (link), impegnato in iniziative per la piena applicazione della legge 194 e per aprire una discussione a livello istituzionale a sostegno delle proposte di modifica della legge 194/78;
    7. rilanciare la campagna per la contraccezione gratuita per tutte e tutti, per l’accesso a tutti i moderni metodi contraccettivi, reversibili e irreversibili, elemento qualificante per il nostro SSN;
    8. proseguire e declinare a livello nazionale l’impegno a sostegno dell’iniziativa dei cittadini europei My Voice, My Choice, che ha raccolto oltre un milione di firme, accompagnando l’intero percorso istituzionale – dalle audizioni alla Commissione e al Parlamento europeo fino alla risposta ufficiale attesa per marzo 2026.



Fine vita e autodeterminazione


  • Proseguire le iniziative a sostegno delle proposte di legge regionali “Liberi Subito” per garantire tempi e procedure certi a chi intende richiedere la verifica delle proprie condizioni per accedere alla morte volontaria medicalmente assistita indicate dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale e successive.
  • Rilanciare azioni pubbliche e nonviolente per la legalizzazione dell’eutanasia e la piena applicazione della legge sulle Disposizioni anticipate di trattamento, proseguendo le attività dell’Osservatorio permanente sulle DAT, richiedendone la possibilità di deposito diretto presso i Dipartimenti Emergenza Accettazione ed i Pronto Soccorso, sostenendo il Numero Bianco sul fine vita (06 99313409) e valorizzando l’operato di Soccorso Civile (hhtps://soccorsocivile.org) nel fornire informazioni e sostegno a chi chiede aiuto medico per la morte volontaria.


Disabilità


  • Rilanciare le iniziative per la piena attuazione della Convenzione ONU sui Diritti delle persone con Disabilità, per prevenire ed eliminare ogni forma di discriminazione attuata nei loro confronti, tra l’altro:
    1. chiedendo la completa attuazione della riforma in materia di disabilità (Legge 227/2021 e D.lgs. 62/2024), affinché sia superata l’attuale fase di sperimentazione e sia garantita una rapida e omogenea applicazione su tutto il territorio nazionale e per tutte le persone con disabilità;
    2. continuando a ricorrere in sede giudiziaria affinché vengano rimosse le barriere fisiche, percettive e sensoriali che impediscono il pieno godimento dei diritti fondamentali delle persona e proseguendo l’impegno affinché vengano predisposti e attuati i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), anche attraverso l’istituzione di Registri regionali di controllo;
    3. richiedendo che i percorsi di assistenza e cura per tutte le persone non autosufficienti, malate e/o con disabilità grave o gravissima siano finanziati con risorse adeguate, garantendo il diritto all’autogestione del budget, anche con il riconoscimento della figura del Caregiver familiare e la realizzazione di processi informatizzati per la piena conoscibilità e accessibilità dei benefici economici, previdenziali e assistenziali;
    4. promuovendo iniziative affinché: sia discussa una legge sull’assistenza sessuale; sia consentito a persone con gravi disabilità di poter accedere al trasporto aereo rimanendo sedute sulla propria carrozzina e siano garantite regole standard per il trasporto dei dispositivi di cura e salvavita;
    5. garantire l’aggiornamento del Nomenclatore e ausili con cadenza annuale dei nuovi LEA per l’assistenza protesica relativi al DPCM 12 gennaio 2017 e sia riconosciuto alla persona con disabilità l’ausilio più idoneo alla sua integrazione sociale, evitando che dispositivi delicati e complessi siano acquisiti mediante gare d’appalto che non permettono la loro personalizzazione.



Salute mentale


  • Promuovere modelli di accoglienza non ospedaliera delle crisi, l’accesso diretto ai Centri di Salute Mentale, l’attivazione di almeno 1 CSM H24 in ogni DSM, la continuità terapeutica e la presa in carico personalizzata, anche favorendo l’inserimento nei vari contesti di cura e di organizzazione di peer support (ESP/UFE) e progetti di inclusione sociale (relazione, casa, lavoro) attraverso gli strumenti dell’integrazione sociosanitaria e adozione di approcci innovativi come il Dialogo Aperto.
    1. Predisporre iniziative per garantire fondi vincolati ai servizi territoriali, all’integrazione sociosanitaria e alla varie forme di psicoterapia come LEA.
    2. Predisporre un Vademecum dei diritti della persona con problemi di salute mentale e attivare uno sportello, anche online, e/o per il tramite di un Numero Bianco, e/o della piattaforma Freedomleaks per la raccolta di segnalazioni e denunce di utenti e famiglie, e organizzare campagne di comunicazione e formazione per caregiver, operatori e cittadinanza, contro stigma e discriminazioni, coinvolgendo voci, volti ed esperienze di chi ha vissuto in prima persona la sofferenza mentale.
    3. Diffondere e sostenere la possibilità di direttive psichiatriche anticipate (patto di Ulisse) con il ruolo attivo del fiduciario, introducendo in ogni DSM una funzione di deprescrizione controllata come alternativa alla non aderenza e alle interruzioni non concordate della terapia.
    4. Utilizzare strumenti legali e/o di accesso civico per monitorare e denunciare pratiche e contesti illegittimi e promuovere accessi e sindacato ispettivo negli SPDC e/o nei luoghi di cura dove avvengono pratiche di restrizione della libertà e di contenzione su cui suscitare una revisione normativa.
    5. Sostenere reti di psichiatri, psicologi altri operatori critici sulle inadempienze del sistema, favorendo la raccolta di testimonianze e “autodenunce etiche”.



Biotecnologie


  • Perseguire il corretto recepimento dell’Italia della direttiva Comunitaria 2010/63/UE sulla Protezione degli Animali a fini sperimentali per far sì che le norme siano allineate con quanto vigente nel resto d’Europa anche per sanare procedure di infrazione contro l’Italia.
  • Operare per il superamento a livello Comunitario della direttiva del 2001 in materia di organismi geneticamente modificati anche per consolidare ricerche e sperimentazioni in corso in materia di biotecnologie vegetali che utilizzano tecniche come CRISPR-Cas9.
  • Proseguire contro le proibizioni imposte in Italia alla cosiddetta “carne coltivata” che ostacolano la ricerca su alternative sostenibili alle carni e proteine tradizionali.


Cannabis terapeutica e terapie psichedeliche


  • Perseguire il superamento degli ostacoli alla prescrizione e approvvigionamento della Cannabis terapeutica.
  • Sostenere ricerche, individuali o istituzionali, nonché sperimentazioni cliniche di e con piante, molecole e composti sotto controllo Onu per consentire anche in Italia esperienze terapeutiche che altrove hanno dimostrato efficacia.
  • Consegnare l’appello “L’italia apra alla terapie psichedeliche” e proseguire a livello nazionale e regionale la Campagna ampliando il dialogo con AIFA e altre istituzioni regolatorie nazionali e internazionali in collaborazione con associazioni e società professionali.
  • Suscitare confronti coi Comitati Etici territoriali su iniziative concrete di domande di sperimentazione e uso compassionevole delle molecole psichedeliche.
  • Terminare la raccolta firme Psychedelicare.eu, rilanciare a livello europeo e internazionale quanto fatto in Italia favorendo collaborazioni con associazioni e gruppi impegnati presso le istituzioni EU e/o nei vari Paesi per la piena applicazione del Right to Try dalla Dichiarazione di Helsinki sulla biomedicina.
  • Prevedere supporto legale, regolatorio e tecnico a medici psichiatri e palliativisti che intendano promuovere l’uso nominale o expanded access del farmaco sperimentale, secondo la normativa vigente (Legge 96/98 e/o Reg. UE 726/2004 – uso compassionevole).
  • Collaborare con associazioni e reti impegnate nella riduzione del danno, LEA dal 2017, intervenendo là dove questa non viene adeguatamente sostenuta.
  • Dare seguito all’iniziativa internazionale per l’iniqua e ingiusta tabellazione italiana della Ayahuasca.


Salute in carcere



Strumenti di divulgazione


  • Rilanciare la produzione di Podcast, a partire dal Maratoneta e Illuminismo Psichedelico, per approfondire, far conoscere e rilanciare le iniziative promosse dall’Associazione.


Deliberazioni finali


Nel confermare la quota associativa minima effettuata personalmente o con proprio mezzo di pagamento di 100 euro annui da effettuarsi personalmente o con mezzo proprio di pagamento, l’Assemblea generale ratifica quale membri del Consiglio generale i rappresentanti designati dalle Cellule Coscioni secondo quanto previsto dallo Statuto dell’Associazione Luca Coscioni agli articoli 17 e 18 e lancia da subito la campagna di iscrizioni per il 2026, le azioni di promozione della scelta del 5X1000 e quelle per i lasciti solidali.

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Paola: a Bologna il GIP rimette alla Consulta la questione di legittimità costituzionale sul requisito del trattamento di sostegno vitale


Si tratta dell’ottava volta che il fine vita arriva in Corte costituzionale

Il commento di Filomena Gallo: “Il GIP di Bologna ha confermato che il requisito del sostegno vitale non ha alcuna ragionevolezza”


Cappato commenta: “È ora che la Corte costituzionale superi questa discriminazione tra malati. Ci prepariamo a nuove azioni di disobbedienza civile”


Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Bologna, con ordinanza depositata il 29 settembre 2025, ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice Penale, sul caso della signora Paola, 89 anni, affetta da parkinsonismo irreversibile. Al centro, di nuovo il requisito del “trattamento di sostegno vitale”.

Il procedimento riguarda Felicetta Maltese, Virginia Fiume e Marco Cappato, indagati per avere aiutato nel 2023 a raggiungere la Svizzera la signora Paola (qui la vicenda), affetta da parkinsonismo avanzato, patologia irreversibile e fonte di intollerabili sofferenze. Pur lucida e consapevole, la signora non era dipendente da nessun trattamento di sostegno vitale e non avrebbe potuto morire neppure attraverso un semplice rifiuto delle cure, ma solo mediante suicidio medicalmente assistito.

Il GIP ha rilevato che il limite del requisito del trattamento di sostegno vitale, imposto dalla sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale, che ha legalizzato il “suicidio assistito” in Italia a determinate condizioni, crea una discriminazione tra pazienti, impedendo a chi soffre in modo irreversibile di esercitare pienamente il diritto all’autodeterminazione. La questione riguarda il rispetto dei principi costituzionali di uguaglianza, libertà personale e diritto alla vita privata, nonché dell’articolo 8 della CEDU.

Il Giudice scrive nelle motivazioni:

Il requisito dei trattamenti di sostegno vitale non contribuisce in alcun modo a misurare la capacità di intendere e di volere, la libertà e autonomia di scelta o le sofferenze fisiche o psicologiche dei soggetti malati, risultando irrilevante ai fini della dimostrazione della patologia e della sua irreversibilità.

(..) La presenza di una patologia seria e irreversibile, unitamente a sofferenze fisiche o psicologiche gravi, è già pienamente assicurata dai requisiti previsti dalla legge. Pertanto, il dubbio di costituzionalità riguarda il fatto che solo le persone malate che si trovino a dipendere da un presidio medico o trattamento farmacologico di sostegno vitale possano legittimamente usufruire dell’aiuto al suicidio, mentre agli altri infermi è precluso ricorrere a tale pratica nei tempi e modi da loro scelti, dovendo attendere il peggioramento delle condizioni patologiche.” (p.8 ord.)”


Filomena Gallo, avvocata difensore di Marco Cappato e coordinatrice del collegio di studio e difesa – composto anche da Francesco Di Paola, Francesca Re, Rocco Berardo, Alessia Cicatelli e Iole Benetello – di Maltese e Fiume, ha dichiarato: “Il GIP di Bologna ha confermato ciò che già altri giudici hanno evidenziato: il requisito del sostegno vitale non ha alcuna ragionevolezza. La stessa Corte nella propria giurisprudenza in passato ha evidenziato che la regola da seguire, perché tali limiti siano ammissibili, deve sempre essere quella della ‘necessarietà e ragionevolezza della limitazione’. Le storie delle persone portano i Tribunali a riconoscere l’irragionevolezza di un requisito che si rivela arbitrario e lesivo dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e dalle convenzioni internazionali. Pertanto, fino a quando tale requisito resterà in vigore i Tribunali riporteranno ai giudici delle leggi la questione di legittimità costituzionale”.

Marco Cappato, Presidente dell’associazione Soccorso Civile, dichiara: “ In assenza di un intervento del Parlamento che mira anche a cancellare la giurisprudenza costituzionale, è ora che la Corte costituzionale riconosca a tutte le persone, senza arbitrarie esclusioni, il diritto di scegliere come porre fine alle proprie sofferenze. Proseguiremo con le azioni di disobbedienza civile attraverso l’associazione Soccorso civile per fare valere questo diritto.” Soccorso Civile è l’associazione che fornisce assistenza alle persone che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all’estero, e di cui è rappresentante legale Marco Cappato.

Il procedimento è stato sospeso e gli atti sono stati trasmessi alla Corte costituzionale, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità dell’articolo 580 del codice penale nella parte contestata.

Le prossime azioni saranno discusse in occasione del XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni, che si terrà a Orvieto sabato 5 e domenica 6 ottobre.

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Marco Cappato al KUM! Festival a Pesaro – Dialogo con Monsignor Vincenzo Paglia


Marco Cappato al KUM! Festival – Dialogo con Vincenzo Paglia


📅 Venerdì 17 ottobre 2025
🕠 Ore 17:30
📍 Auditorium Scavolini, Pesaro
🎤 Modera Antonio Sanfrancesco


CURA, DIRITTO, LIBERTÀ
Un confronto tra Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, e mons. Vincenzo Paglia, sul significato della cura, le libertà individuali e i diritti fondamentali alla fine della vita.

Siamo di fronte a una rivoluzione demografica senza precedenti.
Il calo delle nascite, l’allungamento della vita media e le innovazioni della medicina contemporanea stanno trasformando profondamente la struttura della nostra società, così come i modi di vivere e di morire.
Le categorie tradizionali – fede contro ragione, necessità di cura contro libertà di scelta, salute contro malattia – non bastano più a orientarci.
Da qui l’urgenza di nuove categorie concettuali, etico-politiche, pratiche e giuridiche, capaci di dare senso alle scelte che ciascuno di noi è chiamato a fare.


Un’occasione per approfondire uno dei dibattiti più attuali e urgenti del nostro tempo.

🔗 Info: www.kumfestival.it

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Al via dal 4 ottobre il XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni


Appuntamento sabato 4 ottobre alle 9.30 al Palazzo del Capitano del Popolo, in piazza del Popolo 1 ad Orvieto. Il Congresso si svolgerà anche nella giornata di domenica 5 ottobre

Il titolo si ispira a una frase di Laura Santi: “Non rassegnatevi mai”


Oltre 170mila persone hanno sostenuto le nostre richieste alla politica per rimuovere le discriminazioni su fine vita, PMA, aborto e psichedelici. Sono 39 le azioni legali intraprese, 241 le richieste di accesso agli atti. Il Congresso sarà anche l’occasione per fare il punto sui nuovi obiettivi e le azioni politiche del 2026. Filomena Gallo e Marco Cappato commentano: “Non stiamo ad aspettare che vengano tempi migliori per i diritti civili, altrimenti si rischia di tornare indietro come negli USA“.


Nonostante l’ostilità o l’inerzia dei vertici della politica ufficiale e dei partiti, il 2025 è stato un anno di conquiste e azioni concrete per la libertà di scelta, l’autodeterminazione e il diritto alla salute. Dall’approvazione di due leggi regionali per tempi certi di erogazione delle prestazioni sul “suicidio assistito” in Toscana e Sardegna, con proposte analoghe depositate in tutte le Regioni fino alla proposta di legge nazionale in Parlamento per legalizzare l’eutanasia.

E poi, quattro sentenze della Corte costituzionale ottenute tramite procedimenti giudiziari accanto alle persone: due sul fine vita (sentenze 66/2025 e 132/2025) che interpretano come deve essere considerato il requisito del trattamento di sostegno vitale, una sull’accesso alla procreazione medicalmente assistita per donne singole che evidenzia che la cancellazione del divieto non incontra ostacoli costituzionali; una sentenza che ammette con sentenza di incostituzionalità, la firma certificata per le persone che non possono firmare manualmente le liste elettorali, attuando piena partecipazione politica alla vita del paese senza discriminazioni.

La richiesta di garantire l’aborto farmacologico senza obbligo di ricovero e la possibilità alle persone con disabilità di viaggiare in aereo con la propria carrozzina; la pressione sulle ASL per il diritto alla salute in carcere; liste di attesa azioni per garanzie nell’ accesso alle prestazioni. L’Associazione Luca Coscioni ha trasformato nell’ultimo anno le battaglie civili in conquiste di libertà.

Il XXII Congresso, in programma il 4 e 5 ottobre 2025 a Orvieto porrà le basi per le azioni future nella nella Regione dove sono nati Luca Coscioni, pioniere della libertà di ricerca scientifica, e Laura Santi, leader e volto della campagna sul fine vita, che dopo un calvario giudiziario di tre anni ha ottenuto il diritto ad accedere al “suicidio assistito” nel suo Paese, sostenuta dall’Associazione. “Non rassegnatevi mai”, le sue ultime parole, insieme alla memoria di Luca, saranno il filo conduttore del Congresso e delle strategie future dell’Associazione.

Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretaria nazionale dell’Associazione e Tesoriere dell’Associazione, hanno dichiarato: “La nostra missione è quella di dare voce e volto alle persone rese invisibili dalla ottusità e dalla violenza delle istituzioni ancora di più che dalla malattia o dalla disabilità e di consentire loro di battersi in prima persona. Non aspettiamo che ‘vengano tempi migliori’ per le libertà civili, perché rischierebbero di non arrivare mai. Infatti, in assenza di lotte sociali nonviolente, in grado di imporsi nell’agenda della politica ufficiale, si rischia anche nel nostro Paese, come sta avvenendo negli USA e in altri Paesi formalmente democratici, un arretramento sul piano dei diritti civili“.

➡ Oltre 170mila firme raccolte


Nell’ultimo anno l’Associazione Luca Coscioni ha raccolto le firme di oltre 170 mila persone in tutta Italia sui temi principali delle sue ventennali battaglie: eutanasia e fine vita, procreazione medicalmente assistita, gravidanza per altri, Aborto senza ricovero, per garantire la possibilità di deospedalizzare l’aborto farmacologico, disabilità, terapie assistite da psichedelici, cannabis legale e firma digitale.

A queste si aggiungono le firme 65.000, raccolte in questi anni su Liberi Subito, la proposta di legge regionale che garantisce il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi certi e adeguati.

➡ Sono state intraprese 39 azioni legali


Fine vita: 24 procedimenti di cui 18 civili e 6 penali, riguardo l’accesso al “suicidio assistito” in Italia e le disobbedienze civili per l’accompagnamento in Svizzera. Di questi 10 sono attualmente in tribunale e gli altri in fase stragiudiziale. Mentre per i procedimenti penali: un procedimento con tre persone sulle quali pende una imputazione coatta (Felicetta Maltese, Chiara Lalli e Marco Cappato) e altre nove indagate nei cinque procedimenti in cui sono in corso le indagini.

PMA: 15 casi sul tema della fecondazione assistita nei tribunali, di cui oltre 10 sul tema della gravidanza per altri (GPA). Di questi 10, almeno 7 anche sul fronte penale. Sono oltre 50 i casi su cui sono stati forniti pareri in fase stragiudiziale. Sul tema della PMA, è stata ottenuta una sentenza della Corte costituzionale in merito all’accesso alla PMA per donne singole a partire del caso di Evita, 40enne torinese, cui è stata negato l’accesso in Italia alla PMA.

➡ Sono stati condotti 241 accessi agli atti


Salute in carcere: a seguito delle diffide per verificare le condizioni igienico-sanitarie negli istituti penitenziari, sono state effettuate 102 richieste di accesso agli atti a tutte le ASL italiane per ottenere le relazioni delle visite in carcere in modo da monitorare le condizioni degli istituti.

Fine vita (“suicidio assistito”): sono state effettuate 93 richieste di accesso agli atti tra Regioni e ASL per conoscere il numero di richieste di accesso al “suicidio assistito” effettuate in Italia dalla sentenza della Corte costituzionale 242 del 2019 sul caso Cappato-Dj Fabo che ha di fatto legalizzato l’accesso alla morte volontaria assisita in Italia a determinate condizioni.

Sempre in tema di fine vita, oltre 16.000 cittadini hanno ricevuto informazioni tramite il Numero Bianco su diritti legati a fine vita. Le iniziative popolari hanno portato all’approvazione di 2 leggi regionali sul suicidio assistito, al deposito in tutte le Regioni (discussa in 6), mentre sono state ottenute 2 udienze in Corte costituzionale sul fine vita. A livello nazionale, è stata depositata una proposta di legge di iniziativa popolare per legalizzare l’eutanasia. Sono 16.000, inoltre, i testamenti biologici scaricati dal sito dell’Associazione.

Barriere architettoniche: L’Associazione sta conducendo anche una attività di ricognizione dei Piani di Eliminazione delle barriere architettoniche nei comuni capoluoghi italiani. A fronte delle informazioni reperite sui siti di 60 capoluoghi, sono state promosse 46 richieste di accessi agli atti nelle restanti città. All’accesso, per il momento, hanno risposto 17 capoluoghi.

➡ Partecipazione e mobilitazione


Oltre 585 eventi pubblici in tutta Italia hanno portato nelle piazze e nelle città temi sociali e scientifici spesso ignorati dalla politica, coinvolgendo 45.000 persone in campagne, petizioni e azioni politiche. Sono state inoltre depositate 2 proposte di legge in Parlamento, una sul fine vita e una sulla legalizzazione della gravidanza per altri.

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La Gallery di Settembre


Ecco un po’ di foto dalle nostre Cellule Coscioni in giro per l’Italia, dagli eventi precongressuali a PMA per tutte fino alla mobilitazione per la campagna “Aborto senza ricovero. Clicca sull’icona della macchina fotografica per scorrere le foto!

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In occasione del XXII Congresso Coscioni: “I diritti spiegati ai bambini – Laboratori sui temi della disabilità e dell’inclusione”


I diritti spiegati ai bambini

Laboratori sui temi della disabilità e dell’inclusione


📍 Palazzo del Popolo, Piazza del Popolo 1 – Orvieto (TR)

Per il secondo anno, nel corso del Congresso, l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica è lieta di organizzare i laboratori “I diritti spiegati ai bambini”, sui temi della disabilità e dell’inclusione. I laboratori si svolgeranno sabato 4 ottobre 2025, dalle 15.00 alle 18.00, e domenica 5 ottobre, dalle 10.00 alle 12.00.

Un viaggio per scoprire la ricchezza della diversità


I laboratori sono pensati per bambini dai 4 ai 10 anni e guidano i più piccoli alla scoperta dei diritti, dell’unicità di ciascuno e del valore dell’inclusione. Attraverso giochi, racconti e attività creative, i bambini saranno accompagnati a riflettere in modo semplice e coinvolgente sul rispetto, sulla collaborazione e sulla bellezza della diversità.

Obiettivi pedagogici


  • Sviluppare empatia e sensibilità verso le difficoltà degli altri.
  • Riconoscere e valorizzare le proprie unicità e quelle altrui.
  • Imparare collaborazione, rispetto reciproco e sostegno.
  • Trasformare le barriere in occasioni di crescita e inclusione condivisa.


Preannuncia la partecipazione dei tuoi figli! Invia una mail a laboratoribambini@associazionelucacoscioni.it indicando quanti bambini sono, l’età e le sessioni cui prenderanno parte.


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Testamento biologico e diritti nel fine vita – Incontro informativo in provincia di Pavia


Testamento biologico e diritti nel fine vita – Incontro informativo a Travacò Siccomario


📅 Venerdì 17 ottobre 2025
🕘 Ore 21:00
📍 Biblioteca Comunale “C. Protti”, Via Po 18 – Sala Ermanno Bonazzi, Travacò Siccomario (PV)

Un incontro pubblico aperto alla cittadinanza per approfondire il tema del testamento biologico (DAT – Disposizioni Anticipate di Trattamento) e, più in generale, i diritti nel fine vita.

Durante l’evento si parlerà:

  • della legge 219/2017 su consenso informato e DAT,
  • delle modalità per redigere e depositare le disposizioni,
  • dello stato della normativa nazionale dopo la sentenza Cappato-Antoniani,
  • delle nuove leggi regionali approvate in Toscana e Sardegna,
  • del servizio gratuito di orientamento legale e medico-sanitario attivo con il nostro Numero Bianco.

Interverranno:

  • Cristiana Zerosi e Alice Spaccini, membri della Giunta dell’Associazione Luca Coscioni.

Sarà inoltre l’occasione per presentare ufficialmente alla cittadinanza la nascita della Cellula Coscioni di Pavia, attiva sul territorio per promuovere libertà civili, autodeterminazione e accesso ai diritti.

📧 Prenotazione consigliata: biblioteca@comune.travacosiccomario.pv.it

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Da gennaio interrotta erogazione dei fondi per i disabili gravissimi. Il Presidente Rocca intervenga


L’Associazione Luca Coscioni denuncia l’ennesimo ritardo della Regione Lazio nella trasmissione dei fondi destinati alle persone con disabilità gravissima. Nella provincia di Viterbo, e in particolare nel distretto di Vetralla, alcune famiglie segnalano di aver ricevuto solo la mensilità di gennaio dell’Assegno di Cura, mentre da febbraio a oggi non è stato erogato alcun contributo. Questa interruzione sta creando gravi difficoltà economiche alle famiglie e alle persone con disabilità, costrette a sostenere da sole i costi dell’assistenza.

Dichiara Sabrina Di Giulio, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni e malata di SLA: “La Regione Lazio non paga il fondo della disabilità gravissima al nostro distretto di Vetralla dal mese di gennaio. Malgrado i nostri solleciti, e quelli del distretto, ad oggi non ci sono notizie sui fondi. Mi rivolgo direttamente al Presidente della Regione Francesco Rocca perché intervenga e sblocchi questa situazione. È una condizione insostenibile per chi, come me, dipende da questo contributo per garantire l’assistenza quotidiana. Questi fondi sono essenziali per chi convive con una malattia come la mia, e permettono di ricevere cure adeguate e di vivere con dignità”.

Nonostante i numerosi solleciti inviati dagli enti locali, la Regione Lazio non ha ancora sbloccato i fondi, lasciando molti nuclei familiari in una condizione di incertezza insostenibile.

Dichiara Rocco Berardo, Coordinatore delle iniziative per i diritti delle persone con disabilità dell’Associazione Luca Coscioni: “È davvero inaudito che le persone con disabilità e malattie così invalidanti vengano penalizzate e dimenticate in questo modo. Chiediamo alla Regione Lazio di provvedere immediatamente allo sblocco delle risorse dovute e di garantire tempi certi e regolari nell’erogazione dei contributi, indispensabili per assicurare dignità e assistenza a persone che necessitano di cure continuative”.

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Lista Referendum e Democrazia ha ricondiviso questo.


Ma perché costringere una donna ad andare in ospedale ad abortire anche quando potrebbe farlo a casa?
Eppure, è ciò che accade in gran parte delle Regioni italiane. È ora di dire basta! Per aderire alla campagna “Aborto Senza Ricovero" clicca qui: sostienici.associazionelucacos…
in reply to Marco Cappato

Salve Marco, ma se una persona non ha il cellulare, non può partecipare?
in reply to Marco Cappato

il motivo principale, ma nascosto, è la perversa voglia di infliggere "senso di colpa" pubblico.
Del resto siamo un paese cattolico, mica bruscolini.


La Cellula Cagliari – “Il testamento biologico quale atto d’amore”


Enzo Bonesu e Monica Murgia a Cagliari – “Il testamento biologico quale atto d’amore”

🗓 Mercoledì 8 ottobre 2025
🕖 Ore 19:00
📍 Hotel Villa Fanny, Viale Merello 83 – Cagliari

In occasione dell’incontro “Il testamento come ponte tra generazioni”, Enzo Bonesu e Monica Murgia, della Cellula Coscioni Cagliari, interverranno per l’Associazione Luca Coscioni con un intervento intitolato “Il testamento biologico quale atto d’amore”, dedicato a riflettere sul significato civile, personale e affettivo delle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT).

L’iniziativa è promossa con il contributo di Fideuram ed è pensata come un’occasione di dialogo a più voci sul valore del testamento in tutte le sue forme: come eredità, come espressione di volontà e come strumento di autodeterminazione.

Intervengono anche:

  • Giuseppe Werther Romagno, Notaio
  • Francesca Frau e Gianbattista Cossu, Consulenti Patrimoniali Fideuram

A seguire, aperitivo e dibattito.


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A Firenze un incontro con Claudia Moretti e Piero Cipriano per l’Associazione Luca Coscioni a Firenze – “La salute mentale è politica”


Claudia Moretti per l’Associazione Luca Coscioni a Firenze – “La salute mentale è politica”

📍 Firenze – Casa del Popolo di San Niccolò
🗓 Giovedì 10 ottobre 2025
🕕 Ore 18:00 – Presentazione del libro
🍷 Ore 20:00 – Aperitivo

In occasione della Giornata mondiale della salute mentale, la Cellula Coscioni di Firenze parteciperà all’incontro di presentazione del libro “La salute mentale è politica” di Piero Cipriano, psichiatra, psicoterapeuta e autore.

Con l’autore, interverranno:

  • Rocco Canosa, psichiatra ed ex presidente di Psichiatria Democratica
  • Claudia Moretti, avvocata e membro del Consiglio Generale dell’Associazione Luca Coscioni, che modererà l’incontro

L’evento è organizzato in collaborazione con Cirkoloco, Libreria Malaparte, Casa del Popolo di San Niccolò, e Bottega del Tempo.

Un’occasione per riflettere su diritti, approcci terapeutici e dimensione politica della salute mentale, a partire da esperienze professionali e visioni critiche sul sistema attuale.

📍 Via San Niccolò 33r, Firenze
📞 Info: 3716408048

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A Milano l’evento “Psichedelici e diritti alla cura: tra evidenze scientifiche ed orizzonti”
Evento nel 𝐩𝐚𝐥𝐢𝐧𝐬𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐌𝐢𝐥𝐚𝐧𝐨 𝟒𝐌𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥 𝐇𝐞𝐚𝐥𝐭𝐡, promosso da 𝐀𝐥𝐭𝐫𝐚𝐏𝐬𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 𝐋𝐨𝐦𝐛𝐚𝐫𝐝𝐢𝐚 in collaborazione con la Cellula milanese dell’𝐀𝐬𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐋𝐮𝐜𝐚 𝐂𝐨𝐬𝐜𝐢𝐨𝐧𝐢,

Quando: 𝟔 𝐨𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 2025 h.17:20
Dove: presso la Casa dei Diritti, via Edmondo De Amicis 10, Milano

Interverranno:

Luca Granata – Psicologo, Coordinatore di altra psicologia Lombardia

Mauro Toffetti – Psicologo, Associazione Luca Coscioni, Cellula di Milano

Cristiana Zerosi – Membro di giunta Associazione Luca Coscioni

Riccardo Bettiga – Psicologo psicoterapeuta ex presidente dell’Ordine degli psicologi della Lombardia

Si parlerà di ricerca, clinica e libertà: gli psichedelici possono rappresentare una frontiera terapeutica emergente, che richiede però rigore, trasparenza e rispetto etico. È importante che questo tema trovi spazio concreto nei dibattiti istituzionali e nelle programmazioni ministeriali e regionali.

Questa è un’occasione per riaffermare il diritto alla cura senza pregiudizi. Si tratta di un dialogo necessario tra professionisti, cittadini e istituzioni, poiché il diritto alla cura riguarda l’intera collettività.

Per iscriversi: bit.ly/6ottobrepsichedelici

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Dal 26 a 28 settembre, la campagna “Aborto senza ricovero” sarà in 30 piazze


Qui l’appello per la raccolta firme online e le piazze al centro dell’iniziativa

Solo 2 regioni (Lazio ed Emilia-Romagna) applicano le linee di indirizzo ministeriali sull’aborto farmacologico del 2020, rendendo possibile prendere il secondo farmaco a casa


Partita lo scorso maggio, la campagna la campagna Aborto senza ricovero dell’Associazione Luca Coscioni arriva in 30 città con l’obiettivo di deospedalizzare l’aborto farmacologico, portandolo in consultorio o poliambulatorio, garantendo alle donne la possibilità di prendere il secondo farmaco, il misoprostolo, a casa. La deospedalizzazione garantisce il diritto di scelta delle donne e permette di limitare i costi, evitando lo spreco di risorse preziose.

Sebbene in Italia sia possibile dal 2020, grazie all’aggiornamento delle linee di indirizzo ministeriali, questa possibilità è davvero garantita solo in due Regioni, il Lazio e l’Emilia-Romagna. L’ostilità verso l’aborto farmacologico e verso la sua deospedalizzazione, che semplifica la procedura e ne riduce i costi, è puramente ideologica e viola un principio fondamentale delle politiche di salute pubblica, quello dell’appropriatezza delle prestazioni: a parità di efficacia e sicurezza, se la persona assistita lo permette o lo richiede, deve essere ammesso e privilegiato il setting assistenziale meno costoso.

L’aborto farmacologico è sicuro ed efficace. Il ricovero non ne aumenta la sicurezza, ma ne moltiplica i costi Se nel Lazio il rimborso della procedura ambulatoriale è di circa 75 euro, cioè il costo dei farmaci, il rimborso previsto dalla Regione Veneto per l’aborto farmacologico in ospedale è di 205 euro ad accesso, ossia da 410 a 6015 euro.

Alla campagna hanno aderito la Casa Internazionale delle Donne, Una Nessuna Centomila, Crisi Come Opportunità, Cgil Area stato sociale e diritti, Coordinamento Nazionale Pari Opportunità UIL, UAAR, AIED, Associazione italiana per l’educazione demografica, Medici nel Mondo e Medici senza Frontiere (l’elenco completo è QUI).

Venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 settembre saremo in molte piazze italiane per una mobilitazione nazionale (qui tutte le informazioni e i tavoli).


La mobilitazione nazionale chiede garantire per tutte le donne, in tutte le Regioni, l’aborto farmacologico in consultorio o in poliambulatorio, con la possibilità di prendere il secondo farmaco a domicilio. L’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza non può dipendere dal luogo di residenza.

“Sprecare risorse è inaccettabile, soprattutto in un contesto come quello sanitario. Così come è inaccettabile negare alle donne il diritto di scegliere la procedura farmacologica e l’autosomministrazione del secondo farmaco a casa”, hanno detto Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, e Chiara Lalli, bioeticista e consigliera generale. “Come sempre, la condizione necessaria dell’esercizio di un diritto e di una scelta è l’informazione. La nostra campagna ‘Aborto senza ricovero’ vuole anche contribuire alla corretta informazione sull’applicazione della 194 e sulla salute riproduttiva”.

“L’appropriatezza delle prestazioni sanitarie è un principio fondamentale della sanità pubblica. Un ricovero non necessario comporta un inaccettabile spreco di risorse pubbliche ed è potenzialmente pericoloso per la salute”, hanno dichiarato Mirella Parachini e Anna Pompili, ginecologhe, vicesegretaria, la prima, e consigliera generale, la seconda, dell’Associazione Luca Coscioni. “Gli ostacoli alla deospedalizzazione sono esclusivamente ideologici”.

L'articolo Dal 26 a 28 settembre, la campagna “Aborto senza ricovero” sarà in 30 piazze proviene da Associazione Luca Coscioni.



La ASL effettui visita a Badu ‘e Carros o scatta diffida


Nei mesi di agosto e settembre l’Associazione Luca Coscioni ha ricevuto alcune segnalazioni dal carcere di Badu ‘e Carros che chiamavano in causa la qualità dell’offerta socio-sanitaria nell’istituto, tra cui la sua stessa agibilità. Nelle denunce pubbliche che ne erano seguite l’Associazione aveva invitato a segnalare al portale di whistleblowing FreedomLeaks.org eventuali ulteriori manchevolezze.

In questi giorni al sito sono arrivate nuove segnalazioni di negligenza amministrativa. Infatti, nonostante ripetute richieste, per mesi sarebbero state negate le dovute cure odontoiatriche alle persone ristrette provocando un forte deterioramento delle condizioni di salute degli interessati. Quando le prestazioni mediche sono state fornite, dopo gli appelli degli avvocati e del garante dei detenuti, queste non sarebbero state adeguate al trattamento delle patologie per cui erano necessarie.

A seguito di un periodo di 20 giorni in isolamento, la direzione dell’istituto avrebbe infine sospeso l’accesso ai contatti telefonici con i famigliari di un detenuto, nonostante il termine del regime di sorveglianza particolare. Ai problemi sanitari e di contatto con la famiglia, si aggiungerebbe la mancata prosecuzione del percorso di studi di almeno una persona ristretta.

Quanto appena descritto avviene in un contesto generale delle carceri italiane che si caratterizza per una ingiustificata carenza di idonee strutture sanitarie e di condizioni igieniche fortemente degradanti, criticità già denunciate pubblicamente dall’Associazione Luca Coscioni e per le quali ad oggi non risultano ancora attuati risolutivi interventi di manutenzione e sanificazione.

Per questi motivi l’Associazione Luca Coscioni invita ancora una volta le competenti autorità sanitarie a predisporre visite di controllo e ad attivarsi affinché l’offerta terapeutica garantisca il pieno diritto alla salute dei detenuti. In mancanza di ciò annuncia sin d’ora una diffida rivolta all’amministrazione penitenziaria della struttura di Badu ‘e Carros ad ottemperare a quanto previsto dall’ordinamento sanitario.

L’Associazione ricorda che al portale report.freedomleaks.org è possibile segnalare le problematiche riscontrate negli istituti penitenziari in modo sicuro e anonimo.

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“Fabrizio” costretto dallo Stato italiano a subire la tortura di 10 ore di viaggio in Svizzera, nonostante avesse diritto a essere aiutato a casa sua


Il racconto di Cinzia Fornero e Roberta Pelletta, che l’hanno accompagnato in auto: “Una tortura”. Sono 50 le persone coinvolte nella disobbedienza civile attraverso l’associazione di Marco Cappato

Almeno 6 le richieste di accesso al “suicidio assistito” in Liguria


La conferenza stampa dell’Associazione Luca Coscioni, tenutasi oggi a Genova, ha fatto il punto sui casi di disobbedienza civile seguiti da Soccorso Civile, l’associazione fondata da Marco Cappato per offrire supporto a chi intende esercitare il diritto alla morte volontaria assistita. L’incontro segue la morte di Fabrizio, 79enne ligure, accompagnato in Svizzera da due volontarie di Soccorso Civile, costretto dall’inerzia della politica a rivolgersi all’estero per porre fine a sofferenze insopportabili dovute a una malattia neurodegenerativa irreversibile.

“Dieci ore e mezza di viaggio sono state una tortura imposta a Fabrizio. È stato un viaggio lunghissimo e faticoso. Era convinto di questa scelta, non vedo perché debba essere impedito. Serve una legge civile. Fabrizio ha potuto permettersi questo viaggio in Svizzera per liberare sé stesso dal suo corpo che chiaramente era diventato una prigione. Ci sono tante persone che questi soldi non li hanno e questo è uno dei motivi anche per cui io faccio questi accompagnamenti,” ha raccontato Cinzia Fornero, volontaria di Soccorso Civile che ha accompagnato Fabrizio in Svizzera.

↓ LA VIDEO TESTIMONIANZA DI CINZIA FORNERO↓


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. Con lei c’era anche un’altra volontaria, Roberta Pelletta: “È inammissibile che una persona in quelle condizioni debba essere costretta a fare 500 km per ottenere un suo diritto. Per tutto il viaggio ho provato rabbia e vergogna. ‘Sto andando verso la mia liberazione’, ha detto “Fabrizio” all’inizio del viaggio”.

↓ LA VIDEO TESTIMONIANZA DI ROBERTA PELLETTA↓
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Dalla sentenza della Corte costituzionale del 2019, il numero di persone che chiedono supporto per accedere alla morte volontaria assistita è in aumento, così come quello dei volontari disponibili ad accompagnarle, assumendosi rischi penali fino a 12 anni di carcere. Ad oggi Soccorso Civile conta 50 tra iscritti e contribuenti, che offrono assistenza logistica e, in alcuni casi, economica.

“Fabrizio” avrebbe avuto diritto di morire a casa sua – ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Presidente e Responsabile legale dell’associazione Soccorso Civile – Continueremo con le azioni di disobbedienza civile collettiva per chiedere il rispetto della legge. Finora sono già 50 le persone coinvolte, che si assumono la responsabilità di fornire l’aiuto che lo Stato italiano nega. Faccio un appello a tutte le persone di buona volontà: unitevi a noi.

↓ LA VIDEO TESTIMONIANZA DI MARCO CAPPATO↓
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➡ Quante persone hanno chiesto l’accesso al suicidio medicalmente assistito in Liguria? I dati del nostro accesso agli atti


In Liguria sei persone hanno presentato richiesta di accesso al suicidio medicalmente assistito. Tuttavia, i dati risalenti al 31 marzo 2025 emersi dall’accesso agli atti effettuato dall’Associazione Luca Coscioni risultano frammentari, poco trasparenti e fortemente influenzati dalle valutazioni delle singole ASL. La situazione è così articolata:

  • ASL 1 Imperiese (Provincia di Imperia): 1 richiesta,
  • ASL 2 Savonese (Provincia di Savona): 1 richiesta
  • ASL 3 Genovese (Area metropolitana di Genova): 3 richieste
  • ASL 4 Chiavarese (Tigullio): nessuna richiesta
  • ASL 5 Spezzino (Provincia della Spezia): 1 richiesta

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“Fabrizio” è morto in Svizzera


Dopo il diniego della azienda sanitaria, l’uomo, affetto da una patologia neurodegenerativa, è stato accompagnato da Roberta Pelletta e Cinzia Fornero, volontarie di Soccorso Civile, l’associazione per le disobbedienze civili sul fine vita di cui è responsabile legale Marco Cappato

“Non mi piango addosso. Sono determinato a andare in Svizzera” aveva dichiarato “Fabrizio”. Il 25 settembre, alle 10:30, al Grand Hotel Savoia in via Arsenale di Terra 5 a Genova, le volontarie che hanno accompagnato “Fabrizio” incontreranno la stampa insieme a Marco Cappato


“Fabrizio” (nome di fantasia a tutela della privacy), 79 enne ligure, affetto da patologia neurodegenerativa, è morto lunedì 22 settembre in Svizzera, dove ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito.

È stato accompagnato da Roberta Pelletta e Cinzia Fornero, iscritte a Soccorso Civile, l’associazione che fornisce assistenza alle persone in determinate condizioni, che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all’estero, e di cui è presidente e rappresentante legale Marco Cappato.

L’uomo era affetto da una malattia neurodegenerativa progressiva irreversibile, che lo ha portato a una totale perdita della capacità di parlare e a gravi disturbi motori. Comunicava solo tramite gesti e, a fatica, con un tablet.

Era totalmente dipendente da assistenza quotidiana continua e oltre alla sua malattia, a causa di tromboembolia polmonare era in terapia, e con anche insufficienza respiratoria per la quale dipendeva dall’ossigeno terapia durante il sonno.

Nonostante tutto questo, secondo il Servizio sanitario della Regione Liguria, “Fabrizio” non dipendeva da alcun trattamento di sostegno vitale, uno dei requisiti poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita in Italia, sulla base della sentenza “Cappato-Antoniani” 242/2019 della Corte costituzionale.


Aveva chiesto la verifica delle condizioni a febbraio 2025. Dopo le visite della commissione medica, a maggio, era arrivato il diniego. A quel punto, assistito dal gruppo legale dell’Associazione Luca Coscioni, coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, “Fabrizio” aveva presentato un’opposizione alla decisione della ASL, chiedendo la rivalutazione del requisito del trattamento di sostegno vitale alla luce della giurisprudenza costituzionale che chiarisce cosa deve intendersi per sostegno vitale. Le nuove visite erano state effettuate a luglio, ma a “Fabrizio” non era mai arrivata una risposta e, non volendo aspettare altro tempo in condizioni di sofferenza per lui intollerabile, aveva deciso di andare in Svizzera per accedere al suicidio assistito.

“Fabrizio” aveva dichiarato: “Come dice Pessoa: ‘la vita è un viaggio sperimentale fatto involontariamente’. Siccome io non posso più sperimentare nulla, meglio cessare l’esistenza… Per me la vita è solo una sofferenza, bado solo a non soffrire troppo. Non mi piango addosso. Sono determinato ad andare in Svizzera per finire questa vita”.

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Corte d’appello di Milano: le rette di ricovero per patologie degenerative sono integralmente a carico del SSN


Con sentenza n. 1644 del 9 giugno 2025, la Corte d’Appello di Milano ha riformato la decisione del Tribunale che aveva posto a carico del familiare parte delle rette di ricovero in una struttura sociosanitaria. La Corte ha accolto l’appello del figlio di una paziente affetta da demenza, dichiarando la nullità dell’impegno di pagamento sottoscritto all’ingresso in RSA, in quanto contrario a norme imperative (art. 1418 c.c.).

Il quadro normativo


La disciplina di riferimento è quella dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), definiti dal D.P.C.M. 14 febbraio 2001 e dal successivo D.P.C.M. 29 novembre 2001.

  • L’art. 3, co. 1 del D.P.C.M. 2001, attuativo del D.lgs 502/92 in materia di prestazioni sociosanitarie prevede la copertura del SSN delle socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria; queste ultime sono quelle prestazioni, come i ricoveri per gli anziani non autosufficienti o con disabilità gravi e gravissime, che necessitano di assistenza siano inscindibilmente connessa a alla cura.
  • In altre parole, laddove il ricovero è finalizzato al Piano terapeutico individualizzato e dai bisogno anche sanitari non erogabili dalla famiglia in setting domiciliari, è ritenuta assorbente la natura sanitaria, con conseguente gratuità per l’assistito.


La giurisprudenza di legittimità


La Corte di Cassazione ha ormai tracciato un orientamento chiaro:

  • Cass. civ., Sez. III, 24 gennaio 2023, n. 2038: le prestazioni socio-assistenziali connesse inscindibilmente a quelle sanitarie comportano la gratuità integrale;
  • Cass. civ., Sez. III, 11 dicembre 2023, n. 34590: l’attività svolta a favore di malati di Alzheimer in istituto di cura è qualificabile come attività sanitaria, di competenza del SSN;
  • Cass. civ., Sez. III, 22 febbraio 2024, n. 4752: è sufficiente la presenza di poche (e dunque non prevalenti) prestazioni sanitarie collegate per rendere gratuito l’intero trattamento;
  • Cass. civ., Sez. III, ord. 1 febbraio 2024, n. 2216: la componente sanitaria rende nulle le clausole di compartecipazione economica a carico dei pazienti o dei familiari.

La Corte d’Appello di Milano si è allineata a questo filone, riconoscendo che le condizioni cliniche della degente (grave decadimento cognitivo, pluripatologie, necessità di trattamenti continuativi) imponevano un trattamento terapeutico personalizzato, dunque rientrante a pieno titolo nelle prestazioni sanitarie ad elevata integrazione sanitaria.

Profili costituzionali


Il principio trova fondamento negli artt. 2, 3 e 32 Cost.:

  • la dignità e l’eguaglianza sostanziale delle persone non autosufficienti impongono che le cure siano garantite indipendentemente dalle condizioni economiche;
  • il diritto alla salute ha natura di diritto fondamentale e non può essere condizionato dalla capacità di spesa familiare;
  • l’obbligo di garantire i LEA grava sullo Stato e sulle Regioni, senza possibilità di traslazione sui privati.

Questa decisione contribuisce a consolidare un indirizzo giurisprudenziale che non può più essere considerato isolato ma che dal 2012 è ormai granitico.

  • gli impegni di pagamento sottoscritti dai parenti sono nulli;
  • gli enti gestori devono rivolgersi esclusivamente alle Regioni per la copertura delle rette;
  • ogni richiesta economica diretta alle famiglie in presenza di patologie degenerative è contraria al diritto vigente e può essere annullata in giudizio.

La pronuncia della Corte d’Appello di Milano si inserisce in un quadro più ampio: quello della non autosufficienza come questione sociale e politica di prima grandezza.

Le famiglie continuano a sostenere costi insostenibili per garantire assistenza a persone affette da Alzheimer, demenze e patologie cronico-degenerative, nonostante una giurisprudenza ormai univoca. La sentenza ricorda che esiste un diritto esigibile, ma la sua attuazione resta disomogenea sul territorio.

È urgente che il legislatore intervenga:

  • garantendo la piena applicazione dei LEA e elaborando una risposta a livello di programmazione,
  • integrando i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS) con un fondo strutturale per la non autosufficienza,
  • assicurando la presa in carico personalizzata e partecipata prevista dalla L. 328/2000 e recentemente rilanciata dal D.Lgs. 62/2024 sulla riforma dell’anzianità.

Solo così sarà possibile passare dalla tutela giudiziaria del singolo caso a una garanzia effettiva e generalizzata dei diritti, evitando che la risposta allo stato di bisogno passi sempre e soltanto dai tribunali.

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La Cellula Coscioni di Bologna al Disability Pride Bologna 2025

📍 Bologna – Disability Pride
🗓 Domenica 28 settembre 2025
🕒 Dalle ore 15:00
📌 Piazza VIII Agosto (raduno) > Piazza San Francesco (arrivo e attività)

La Cellula Coscioni di Bologna parteciperà al Disability Pride Bologna 2025, una giornata di mobilitazione, testimonianze e cultura sui diritti delle persone con disabilità, organizzata per rivendicare piena inclusione, autodeterminazione e accessibilità.

La manifestazione inizierà alle ore 15:00 con il raduno in Piazza VIII Agosto. A seguire:

  • Circle Singing a cura di Giulia Matteucci (15:15 e 17:10)
  • Partenza del corteo alle ore 15:30, con testimonianze lungo il percorso e arrivo in Piazza San Francesco
  • Attività e interventi pubblici dalle 17:30, con focus su vita indipendente (Daniele Renda), accessibilità urbana (Presidente Consulta Disabilità), disabilità e migrazione (Irid Domnori, Sarah e Arslan Riaz)
  • Performance a cura del Magnifico Teatrino Errante
  • Concerto finale alle ore 19:00 a cura di Lecicia Sorri

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con numerose associazioni del territorio e patrocinata da enti locali.

Una giornata per rendere visibile ciò che troppo spesso resta ai margini, e per ricordare che i diritti – per essere tali – devono essere garantiti a tutte e tutti, senza condizioni.

Per aggiornamenti: @disabilitypride.bologna

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Dopo il diniego al suicidio assistito ricevuto, “Fabrizio” ha fissato l’appuntamento in Svizzera


“Fabrizio” sarà accompagnato da due persone volontarie dell’Associazione Soccorso Civile, in un’azione di disobbedienza civile

79 anni, affetto da una patologia neurodegenerativa, ha ricevuto un diniego all’accesso del suicidio medicalmente assistito da parte della sua ASL in Liguria


Dopo il diniego della ASL ligure al “suicidio assistito”, nonostante rientri nelle condizioni stabilite dalla Corte costituzionale, “Fabrizio” (nome di fantasia a tutela della privacy), ha fissato un appuntamento in Svizzera per accedere all’aiuto alla morte volontaria.

A supportarlo, con un gesto di disobbedienza civile volto a denunciare la mancata applicazione delle sentenze costituzionali sul fine vita da parte di Regione Liguria, saranno due persone volontarie dell’Associazione Soccorso civile, che hanno deciso di accompagnarlo e assisterlo nel viaggio, sollevando da ogni responsabilità parenti e familiari di “Fabrizio”.

L’azione è compiuta per chiedere che anche la Regione Liguria applichi le regole stabilite dalla Corte, evitando che persone in condizioni di sofferenza intollerabile siano costrette ad andare all’estero per vedere rispettato ciò che in Italia è già un diritto. Soccorso civile, di cui è presidente e rappresentante legale Marco Cappato è l’associazione che organizza le azioni di disobbedienza civile per l’aiuto alla morte volontaria. “Fabrizio”, cittadino ligure 79enne, affetto da una patologia neurodegenerativa progressiva, ha infatti ricevuto un diniego all’accesso al suicidio assistito da parte della ASL.

Secondo il Servizio sanitario della Regione Liguria, “Fabrizio” non dipende da alcun trattamento di sostegno vitale, uno dei requisiti poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita in Italia, sulla base della sentenza “Cappato-Antoniani” 242/2019 della Corte costituzionale. Aveva chiesto la verifica delle condizioni a febbraio 2025.

Dopo le visite della commissione medica, a maggio, era arrivato il diniego. A quel punto, assistito dal gruppo legale dell’Associazione Luca Coscioni, coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, “Fabrizio” aveva presentato un’opposizione alla decisione della ASL, chiedendo la rivalutazione del requisito del trattamento di sostegno vitale. Le nuove visite sono state effettuate a luglio, ma a “Fabrizio” non è mai arrivata una risposta e, non volendo aspettare altro tempo in condizioni di sofferenza intollerabile, ha deciso di andare in Svizzera per accedere al suicidio assistito.

Aveva dichiarato: “Come dice Pessoa: ‘la vita è un viaggio sperimentale fatto involontariamente’. Siccome io non posso più sperimentare nulla, meglio cessare l’esistenza… per me la vita è solo una sofferenza, bado solo a non soffrire troppo. Non mi piango addosso. Sono determinato ad andare in Svizzera per finire questa vita”.


L’uomo è affetto da una malattia neurodegenerativa progressiva irreversibile, che lo ha portato a una totale perdita della capacità di parlare e a gravi disturbi motori. Attualmente comunica solo tramite gesti e, a fatica, con un tablet. È totalmente dipendente da assistenza quotidiana continua.

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Illuminismo Psichedelico, podcast prodotto dall’Associazione Luca Coscioni, lancia il primo Corso in Terapie Assistite con Psichedelici in Italia


Il podcast co-prodotto dall’Associazione Luca Coscioni e condotto da Federico di Vita, Illuminismo Psichedelico, dopo quasi cinque anni dal suo lancio si è evoluto in una piccola associazione completamente dedicata alla psichedelia, che ieri ha Roma ha lanciato un progetto ambizioso e mai tentato in Italia: una Scuola di Psicoterapia Assistita con Psichedelici. Il contenitore dei corsi che verranno proposti nel tempo – questo è infatti solo il primo “a scaffale”, cui ne seguiranno altri – si chiama Illuminismo Psichedelico Academy. Nel tempo grazie al lavoro di Illuminismo Psichedelico abbiamo avuto modo di lanciare, sostenere e diffondere il nostro appello “L’Italia apra alle Terapie Psichedeliche”, cui sono state dedicate diverse puntate come Psilocibina tra le Palliative in Italia, perché si può con l’avvocata Claudia Moretti o L’Italia apra alle Terapie Psichedeliche, col sottoscritto. Le ricordo perché il lancio di un corso dedicato alle terapie assistite con psichedelici è direttamente legato al tema centrale di queste e altre puntate così come della Campagna Coscioni, la somministrazione di potenziali farmaci di natura psichedelica è infatti peculiare, e richiede una preparazione, una cura e un accompagnamento differenti rispetto agli psicofarmaci oggi a disposizione.

Il corso in fase di lancio è rivolto a medici, psichiatri, psicologi e psicoterapeuti ed è valido per ottenere i crediti ECM per la formazione professionale obbligatoria. è il secondo corso per monte ore e proposta formativa disponibile in Europa, insieme a quello della tedesca Mind Foundation.


In un momento storico in cui la scienza e le pratiche terapeutiche stanno riscoprendo il valore trasformativo degli stati espansi di coscienza, Illuminismo Psichedelico propone il Corso in Terapie Assistite con Psichedelici, il primo in Italia: Illuminismo Psichedelico Academy partirà da gennaio 2026 con sede a Pescara e prevede 300 ore di formazione, con lo scopo di formare i professionisti per integrare in modo sicuro ed efficace le terapie psichedeliche nella cura e nella salute mentale.

Tra i docenti ci sono nomi noti a livello internazionale come Giorgio Samorini, drogologo ed etnobotanico, Tommaso Barba, neuroscienziato e ricercatore all’Imperial College di Londra, dove conduce ricerca sulla salute mentale e la medicina psichedelica, Nicola De Pisapia, professore in Neuroscienze Cognitive dell’Università di Trento, dove dirige il laboratorio Consciousness, Creativity and Cognitive control Research. E ancora, tra gli altri, Piero Cipriano, psichiatra e psicoterapeuta, Bruno Neri, professore all’Università di Pisa, Fabio Villa, psichiatra che in Svizzera somministra in ambiente controllato terapie assistite con MDMA e psilocibina (il principio attivo dei “funghi magici”), Giovanni Martinotti, Professore Ordinario di Psichiatria all’Università di Chieti e autore del primo trial clinico in Italia dedicato a testare l’efficacia della psilocibina nella depressione resistente ad altri trattamenti; e Michele Metelli, psicologo transpersonale e punto di riferimento in Italia per la Respirazione Olotropica.

Per Federico di Vita “la rivoluzione paradigmatica imposta dalla potenziale inclusione nella farmacopea dei composti psichedelici passa anche da uno shift culturale che è necessario avvenga a diversi livelli, da un lato con il superamento nel dibattito pubblico di uno stigma decennale, e abbiamo visto in questi ultimi anni quanto sia maturata l’informazione sia sulla stampa che in ambito editoriale al riguardo; e dall’altro per mezzo di percorsi formativi pensati per il personale clinico chiamato un domani ormai prossimo ad accompagnare l’impiego di queste molecole”. L’ex senatore Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni, aggiunge “la ricerca scientifica e la sua applicazione in campo medico confermano che il proibizionismo sulle droghe ha intimidito il mondo negando terapie efficaci per decine di condizioni. Occorre determinazione militante e coraggio professionale per praticare quanto oggi è consentito dalla legge a partire da cure palliative e terapie compassionevoli”.

Riguardo la proposta didattica e lo spessore del corpo docenti, il direttore scientifico di Illuminismo Psichedelico Academy, il chimico Enrico Greco, afferma “la Scuola rappresenta un’occasione unica per integrare saperi diversi, dalla chimica alla drogologia, dall’antropologia all’archeometria, in un approccio innovativo alle terapie assistite da psichedelici. L’ampiezza disciplinare e la qualità internazionale dei docenti la rendono un’esperienza senza precedenti in Europa. L’obiettivo è formare una nuova generazione di studiosi e professionisti capaci di affrontare il tema in tutta la sua complessità”.

Coltivare consapevolezza, cura e conoscenza nell’era della rinascita psichedelica


A partire dal 2006, il Rinascimento psichedelico ha riportato al centro della ricerca scientifica sostanze come psilocibina, LSD, MDMA, ketamina, DMT e mescalina, rivelandone il potenziale terapeutico nel trattamento di depressione resistente, PTSD, dipendenze, ansia esistenziale, disturbi dell’alimentazione e numerose altre patologie.

Università e centri di ricerca di prestigio – tra cui Johns Hopkins, Imperial College di Londra, MAPS, Stanford – stanno sviluppando studi clinici avanzati con risultati promettenti. In parallelo, paesi come Australia, Stati Uniti, Svizzera, Repubblica Ceca, Germania e Canada stanno già regolamentando l’uso terapeutico di queste sostanze, aprendo nuove frontiere nel campo della salute mentale.

Il Corso in Terapie Assistite con Psichedelici nasce con l’obiettivo di formare i professionisti italiani di domani, in vista di un futuro in cui queste terapie saranno finalmente legalizzate anche in Italia: competenti, consapevoli, preparati ad accogliere l’integrazione delle terapie psichedeliche nella clinica, nella relazione di cura e nei processi di accompagnamento nei passaggi di vita. Per la psicoterapeuta Sara Ballotti, direttrice didattica di Illuminismo Psichedelico Academy, “la ricerca scientifica continua a confermare l’efficacia delle sostanze psichedeliche nel trattamento di diversi disturbi psicologici, evidenziando come l’integrazione con percorsi psicoterapeutici ne potenzi in modo significativo i risultati. Ciò che spesso rimane in secondo piano, però, è la necessità di formare adeguatamente gli psicoterapeuti all’utilizzo di questi strumenti. Una formazione completa deve includere aspetti teorici, clinici ed etici, con particolare attenzione alla dimensione relazionale ed esperienziale, affinché i trattamenti possano essere non solo sicuri ed efficaci, ma anche rispettosi della complessità dell’esperienza umana”.

Illuminismo Psichedelico Academy è in relazione con realtà internazionali già operative nel campo della terapia psichedelica, per offrire agli studenti opportunità di esperienza, confronto e aggiornamento in contesti dove l’utilizzo terapeutico delle sostanze psichedeliche è già regolamentato. Il corso è rivolto a medici, psichiatri, psicologi e psicoterapeuti.

Al termine del Corso in Terapie Assistite con Psichedelici verrà rilasciato un attestato di partecipazione, ed è inoltre prevista la possibilità di ottenere crediti ECM per la formazione e l’aggiornamento professionale obbligatorio degli operatori sanitari.

La formazione in presenza si terrà prevalentemente a Pescara nel Centro Culturale SpazioPiù e nel Centro Culturale MicHub. Il percorso di 18 mesi prevede 300 ore di formazione da gennaio 2026 ad aprile 2027, con dodici weekend formativi, incontri di mentoring a distanza, due ritiri residenziali estivi e la partecipazione al Convegno annuale di Illuminismo Psichedelico, a cui prenderanno parte personalità di spicco del mondo culturale italiano come Nicola Lagioia, Vanni Santoni, Paolo Pecere ed Edoardo Camurri.

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DAT – Incontro informativo a Desenzano del Garda con la Cellula Coscioni di Brescia


Perché fare le Disposizioni Anticipate di Trattamento? Come si redigono, dove si depositano, quando si usano?

A queste domande si cercherà di rispondere durante l’incontro organizzato dalla Cellula Luca Coscioni di Brescia in collaborazione con Libertà Diritti Garda e con il patrocinio del Comune di Desenzano del Garda.

📍 Sala Brunelli, Via Giosuè Carducci 4, Desenzano del Garda (BS)
📅 Venerdì 26 settembre 2025
🕢 Ore 20:45

Interviene:
Avv. Marzio Remus, membro e volontario della Cellula Coscioni di Brescia

Modera e introduce:
Dott.ssa Federica Pacella, giornalista de Il Giorno

Una serata di approfondimento e orientamento per capire come esercitare il diritto all’autodeterminazione attraverso uno strumento legale ancora poco conosciuto ma fondamentale, le DAT.

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Matteo Mainardi a Pesaro – Dialogo sul fine vita


Matteo Mainardi, membro del Consiglio Generale dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatore della campagne sul fine vita, sarà protagonista di un incontro pubblico dedicato al tema del fine vita.

📍 Pesaro, Hotel Due Pavoni, Viale Fiume 79
📅 Venerdì 26 settembre 2025
🕢 Ore 19:30

Organizzata dall’Accademia degli Assorditi, la serata propone una riflessione aperta sul diritto all’autodeterminazione e sulla necessità di una legge che tuteli le scelte delle persone nelle fasi terminali della vita.

L'articolo Matteo Mainardi a Pesaro – Dialogo sul fine vita proviene da Associazione Luca Coscioni.

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