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Webinar precongressuale: disabilità e diritti


In occasione del XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, l’Associazione Luca Coscioni presenta il webinar

Riunione precongressuale: disabilità e diritti.

L’appuntamento precongressuale sul tema dei diritti delle persone con disabilità, prevederà gli interventi di Barbara Peres (Consigliera di Parità effettiva della città metropolitana di Milano), Alessandro Bardini (avvocato), Alessandro Gerardi (avvocato) e Irene Ghezzi (attivista e coordinatrice della cellula di Cremona); modera Rocco Berardo (responsabile iniziative disabilità).

L’appuntamento è per il 15 settembre 2025 alle ore 18, online sul canale ytb di Associazione Luca Coscioni APS.


L’evento sarò poi reso disponibile sul canale YouTube dell’Associazione Luca Coscioni all’interno della playlist “Eventi precongressuali 2025”.

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Webinar precongressuale: “Salute mentale, ben oltre la psichiatria”


In occasione del XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, l’Associazione Luca Coscioni presenta il webinar

Salute mentale: ben oltre la psichiatria.

L’appuntamento precongressuale ha come obiettivo quello di porre le basi per una proposta dell’Associazione Luca Coscioni sul tema della salute mentale, e prevederà gli interventi di Claudia Moretti (avvocata e Consigliera Generale ALC), Fabrizio Starace (Direttore della struttura complessa psichiatria dell’ASL TO5 e Consigliere Generale ALC), Piero Cipriano (Psichiatra e psicoterapeuta) ; modera Diego Silvestri (psichiatra e Consigliere Generale ALC).

L’appuntamento è per il 17 settembre 2025 alle ore 18, online sul canale ytb di Associazione Luca Coscioni APS.


L’evento sarò poi reso disponibile sul canale YouTube dell’Associazione Luca Coscioni all’interno della playlist “Eventi precongressuali 2025”.

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Evento precongressuale a Roma: “PMA per tutte: il diritto alla procreazione medicalmente assistita (PMA)”


In occasione del XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, l’Associazione Luca Coscioni presenta l’evento

PMA per tutte: il diritto alla procreazione medicalmente assistita (PMA) per donne single e coppie di donne.

PROGRAMMA

Saluti istituzionali:
Mariolina Castellone, vice presidente del Senato
Modera: Senio Bonini, vice direttore TG1

Intervengono:
Alessandra Maiorino, senatrice M5S
Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS
Francesca Re, coordinatrice della campagna PMA per tutte e consigliera generale dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica

Con le testimonianze di:
Barbara Zoina,
Veronica Biancardi,
Maria Giulia D’amico
Fabrizia Caradonna
Valeria Manieri

L’appuntamento è per il 18 settembre 2025, presso laSala “Caduti di Nassiriya”, Palazzo Madama, Piazza Madama, a Roma. L’evento è accessibile su prenotazione fino ad esaurimento posti, inviando una mail a info@associazionelucacoscioni entro il 12 settembre e per gli uomini con obbligo di giacca e cravatta.


L’evento sarà registrato e poi reso disponibile sul canale YouTube dell’Associazione Luca Coscioni all’interno della playlist “Eventi precongressuali 2025”.

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Evento precongressuale a Genova: “Coltiviamo un futuro più etico: scienza e politica dietro la carne coltivata”


In occasione del XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, l’Associazione Luca Coscioni presenta l’evento

Coltiviamo un futuro più etico: scienza e politica dietro la carne coltivata

Appuntamento precongressuale sul tema della Carne Coltivata, co-organizzato con la Cellula Coscioni di Genova ed Eumans. Ne discuteranno:

Bruna Anzà – Relatrice scientifica – Dottoranda in Ingegneria Chimica, Politecnico di Torino
Luca Lo Sapio – Esperto di bioetica e sostenibilità ambientale: Luca Lo Sapio – Professore Associato di Filosofia Morale, Università di Torino
Vitalba Azzolini – Esperta di legislazione e diritto alimentare, Giurista ed editorialista del quotidiano Domani
Stefano Lattanzi – Imprenditore del settore, CEO di Bruno Cell S.r.l., prima startup di carne coltivata in Italia
Marco Cappato – Promotore di politiche per la libertà di ricerca e la partecipazione civica

Modera l’incontro Andrea Andolfi – Ricercatore postdoc presso l’Università degli Studi di Genova e rappresentante in Consiglio della cellula di Genova dell’Associazione Luca Coscioni

L’appuntamento è per il 24 settembre 2025 alle ore 17.00, presso la Sala Conferenze 322, Università degli Studi di Genova, via Dodecaneso 35, a Genova.

L’evento, ad accesso libero, sarà registrato e poi reso disponibile sullo canale YouTube dell’Associazione Luca Coscioni all’interno della playlist “Eventi precongressuali 2025”.

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Evento precongressuale a Brescia: “DATti voce! Testamento biologico: scegliere oggi può cambiare il domani”


In occasione del XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, la Cellula Coscioni di Brescia presenta l’evento

DATti voce! Testamento biologico: scegliere oggi può cambiare il domani.

L’appuntamento precongressuale sul tema del testamento biologico, è co-organizzato con il Festival del Rinascimento Culturale e l’associazione Luca Coscioni e prevederà gli interventi di Marzio Remus (avvocato e coordinatore della cellula), Elisabetta Dal Gal (coordinatrice della cellula), Luca Paladini (Consigliere Regione Lombardia), Francesco Tomasini (avvocato e consigliere del comune di Brescia) e Marco Cappato (Tesoriere ALC).

L’appuntamento è per il 13 settembre 2025, alle ore 10.30 la Cascina Parco Gallo, via Corfù 100, Brescia. L’ingresso è gratuito ed è fortemente consigliata la prenotazione a questo link eventibrite.


L’evento, sarà registrato e poi reso disponibile sul canale YouTube dell’Associazione Luca Coscioni all’interno della playlist “Eventi precongressuali 2025”.

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La Gallery di Agosto


Ecco un po’ di foto dalle nostre Cellule Coscioni in giro per l’Italia: soggetto di questo mese, il ciclo di eventi “Una dose di realtà” su salute mentale e psichedelici, che si sono svolti in Sardegna. Clicca sull’icona della macchina fotografica per scorrere le foto!

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“Davvero non potrei nascere?”: PMA per tutte riparte con una maxi affissione al centro di Roma


Protagonista Maria Giulia d’Amico, che oggi non potrebbe essere concepita in Italia. L’Associazione Luca Coscioni chiede accesso alla PMA anche a donne singole e coppie dello stesso sesso.


Con una maxi affissione davanti ai Musei Vaticani e la raccolta di firme in corso per una petizione al Parlamento, l’Associazione Luca Coscioni rilancia la campagna “PMA per tutte” con un obiettivo chiaro: eliminare le discriminazioni ancora presenti nella legge 40 del 2004 e garantire pari accesso alla procreazione medicalmente assistita (PMA) anche a donne singole e coppie dello stesso sesso.

L’affissione, visibile fino al 18 settembre in Piazza Risorgimento, angolo via Ottaviano 9 (Roma), ha come protagonista Maria Giulia, 31enne romana, nata nel 1994 da una madre single che all’epoca ha potuto ricorrere in Italia alla PMA. Oggi, con l’attuale divieto, quella stessa possibilità le sarebbe negata: “Davvero oggi non potrei nascere?” è la domanda che campeggia accanto al suo volto.

Maria Giulia fa parte del gruppo “PMA per tutte”, formato da circa 30 donne, nato all’interno dell’Associazione Coscioni per promuovere iniziative sul tema. Tra loro c’è anche Evita, 40enne di Torino, che aveva ricevuto un diniego per accedere alla PMA in Toscana. Il suo caso è arrivato in Corte costituzionale, che ha confermato che il legislatore può estendere l’accesso alla PMA anche a nuclei familiari diversi da quelli previsti, come le famiglie monoparentali.

L’obiettivo della campagna è portare il tema direttamente in Parlamento: per questo l’Associazione sta raccogliendo firme per una petizione che chiede la modifica dell’articolo 5 della legge 40 sulla fecondazione assistita, superando il divieto che costringe ogni anno migliaia di persone ad andare all’estero per realizzare il proprio progetto di famiglia, in base alle proprie possibilità economiche.


Negli ultimi anni, diversi divieti della legge 40 sono stati cancellati dai tribunali. Rimane però quello che nega l’accesso alla PMA a donne singole e coppie dello stesso sesso, nonostante la Corte costituzionale abbia riconosciuto che non vi siano impedimenti costituzionali a una sua estensione. Il 18 settembre, l’Associazione Luca Coscioni depositerà in Senato le firme raccolte a sostegno della petizione.

Filomena Gallo e Francesca Re commentano: “Basta discriminazioni, il Parlamento intervenga”. Gallo e Re, avvocate, rispettivamente Segretaria e Consigliera Generale dell’Associazione Luca Coscioni, dichiarano congiuntamente: “Dal 2004 a oggi numerosi divieti della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita sono stati rimossi grazie ai tribunali. Rimane però il divieto di accesso alla PMA per le donne singole e per le coppie dello stesso sesso, un divieto che continua a produrre gravi discriminazioni. Ogni anno, infatti, migliaia di persone sono costrette a recarsi all’estero per realizzare il proprio progetto di famiglia grazie alla PMA, mentre in Italia questa possibilità rimane ingiustamente negata. Il legislatore ha oggi la responsabilità di intervenire per rimuovere tale ostacolo e per garantire pari accesso a chiunque ne abbia bisogno, come già chiedono il Parlamento europeo e il Comitato ONU per i diritti sociali”.

FIRMA LA PETIZIONE


La campagna PMA per tutte è coordinata dall’avvocata Francesca Re. La creatività della campagna è stata curata da Carlotta Inferrera, art director, e Flavio Avy Candeli, copywriter e direttore creativo dell’Associazione Luca Coscioni. La foto è del fotografo Valerio Muscella per l’Associazione Luca Coscioni.


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Pipe Crack Bologna, Perduca: “la riduzione del danno si fa così”


Dichiarazione di Marco Perduca


A proposito della distribuzione di centinaia di pipette per l’uso di crack nella città di Bologna, l’Associazione Luca Coscioni si congratula con l’assessora Madrid e l’amministrazione per “aver finalmente dimostrato cosa significhi applicare, cioè rispettare, quanto di livello essenziale di assistenza c’è nelle politiche di riduzione del danno. Politiche che pure riconosciute da 8 anni come Lea rarissimamente vengono messe in atto nella loro complessità, va dato quindi atto a Bologna di aver predisposto una serie di servizi alle persone che fanno uso di sostanze illecite per aiutarle nelle difficoltà reali e potenziali che tale uso può comportare.

Non si tratta quindi di condonare o istigare l’uso si tratta di affrontare laicamente una realtà facendo tesoro di quando da decenni viene chiamato riduzione del danno e che l’Italia continua non solo a non applicare ma anche a disconoscere in sede di Nazioni unite. Auspichiamo che quanto prima anche altre città facciano sì che Bologna non sia l’eccezione ma la conferma di una regola”.

L’Associazione Luca Coscioni con Forum Droghe, Antigone, CNCA la CGIL e decine di altre organizzazioni ha convocato una contro conferenza sulle droghe dal 6 all’8 novembre prossimi a Roma. La tre giorni vuole contrapporre a quanto il governo Meloni adotterà ufficialemte in materia di dipendenze proprio in quei giorni a Roma, un “piano” di riforme e politiche alternative su cui la società civile italiana è impegnata da decenni per ridurre i danni e i rischi del proibizionismo e legalizzare le sostanze psicoattive oggi illecite.

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A Padova un incontro sul fine vita promosso dalla Cellula Coscioni Vicenza Padova


Sabato 20 e domenica 21 settembre 2025 in Prato della Valle a Padova è in programma la quarta edizione dell’evento dedicato alla prevenzione gratuita della salute, realizzato dalla testata giornalistica Dì Salute, in collaborazione con il Comune di Padova.

All’interno dell’iniziativa, la Cellula Coscioni Vicenza Padova organizza l’incontro “DAT e altri strumenti per il proprio fine vita”. L’appuntamento è per domenica 21 settembre alle ore 16.00 presso lo stand 29, in Prato della Valle, Prato della Valle, 35141 Padova PD.

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A Padova l’evento “Libertà di scegliere – dialogo sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento”


Libertà di scegliere – Dialogo sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT)
📍 Parco Milcovich – Casetta Zebrina, Padova
📅 Giovedì 11 settembre 2025 – ore 18:30

Cosa sono le Disposizioni Anticipate di Trattamento e perché è importante conoscerle e redigerle?
La Cellula Vicenza-Padova terrà un incontro pubblico di approfondimento e confronto sul tema delle DAT – uno strumento fondamentale per tutelare il proprio diritto all’autodeterminazione nella fase finale della vita.

A guidare la discussione saranno Marta Perrone, Diego Silvestri e Domenico Farano, attivisti della Cellula Coscioni Vicenza-Padova.

📌 Ingresso libero – Iniziativa ospitata presso Casetta Zebrina, nel Parco Milcovich, con ingresso da Via Jacopo da Montagnana.

Evento promosso dalla Cellula Coscioni Vicenza-Padova, in collaborazione con Casetta Zebrina.

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Assemblee annuali delle Cellule Coscioni


In vista del XXII Congresso nazionale dell’Associazione Luca Coscioni che quest’anno si terrà a Orvieto dal 4 al 5 ottobre 2025, i riferimenti territoriali dell’Associazione Luca Coscioni APS, le Cellule Coscioni, indicono le proprie assemblee annuali. È stato un anno pieno di iniziative per la libertà di scelta dall’inizio alla fine della vita, che hanno coinvolto volontari e volontarie nel nostro territorio. È ora tempo di un rendiconto delle attività di quest’anno e della programmazione delle attività future.

↓ CERCA SULLA MAPPA L’INCONTRO DELLA CELLULA PIÙ VICINA A TE ↓


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In Norvegia la depressione resistente si tratterà con la ketamina


Testo preparato con Peppe Brescia


“La decisione presa dal Forum Decisionale per i Nuovi Metodi è il risultato di un processo approfondito e di una valutazione delle conseguenze umane derivanti dalla decisione di introdurre e da quella di non introdurre un metodo per la valutazione, il trattamento e/o la procedura/organizzazione. Se si ricevono nuove informazioni che modificano significativamente il risultato, la decisione può essere riconsiderata”.

Si apre così il documento con cui il 25 Agosto il Beslutningsforum, l’ente regolatore norvegese per i farmaci, ha approvato un provvedimento che consentirà il rimborso nazionale per l’utilizzo off-label della ketamina come terapia per la depressione resistente al trattamento (TRD).

La votazione del Caso 119 – 2025 ID2022_018, inserito nell’ambito di un’altra dozzina di misure inerenti metodologie mediche innovative, costituisce un evento di portata storica: la Norvegia diviene infatti il primo paese al mondo a muoversi in tale direzione.

La misura avanzata dal Beslutningsforum si articola sinteticamente in cinque punti: si stabilisce la possibilità di ricorrere alla ketamina a fronte della certificazione di una condizione di TRD mostrata dal paziente, specificando come, “fino a quando non saranno disponibili maggiori informazioni sugli effetti a lungo termine, il trattamento deve essere seguito attraverso registri o studi clinici e, per il momento, deve essere somministrato in ospedale o presso il Distretto di Servizio Psichiatrico”. Si indicano le informazioni di cui il paziente deve essere messo a conoscenza, come il fatto che si tratti di un percorso medico off-label e, appunto, la possibilità di rimborso per quest’ultimo. Aggiungendo che “il trattamento può essere utilizzato dal momento della decisione”, il documento si chiude fissando per la fine del 2028 il riesame del provvedimento.

La decisione del Beslutningsforum, che entrerà in vigore con effetto immediato, giunge dopo mesi di fervente dibattito accademico e istituzionale nel paese.

A Marzo 2025, infatti, il Journal of the Norwegian Medical Association ha pubblicato un articolo sulla ketamina per la TRD, che ha preso in analisi il campione nazionale complessivo di circa 350 pazienti in cura con questa terapia, concludendo che l’esperienza clinica finora maturata appare ampiamente in linea con gli studi stranieri, rendendo la ketamina per via endovenosa “un trattamento sicuro ed efficace per una popolazione di pazienti con poche opzioni”.

Nel contesto del crescente interesse per il potenziale mostrato dalla molecola nel trattamento di tale patologia depressiva, l’Agenzia Norvegese per i Prodotti Medici (DMP) ha recentemente pubblicato una propria valutazione delle tecnologie sanitarie riguardo l’utilizzo della ketamina per via endovenosa nell’ambito della cura della TRD, sulla base dell’analisi di 21 studi clinici.

Dalla revisione emergerebbe un maggior potenziale mostrato dalla ketamina rispetto a opzioni come la soluzione salina, il midazolam o la Terapia ElettroConvulsivante (nota anche come elettroshock).

Allo stesso tempo, per la ketamina è stata osservata un’efficacia sostanzialmente comparabile a quella dell’esketamina, la quale ha però a sua volta ricevuto il diniego al finanziamento pubblico da parte del sistema sanitario norvegese.

Infine, negli scorsi mesi L’Unità di Ketamina del DPS Nordre dell’Ospedale di Østfold, uno dei centri coinvolti nella sperimentazione off-label, ha preparato un protocollo di 24 pagine per l’uso della ketamina nella TRD. Il documento affronta le varie fasi del trattamento, dalle metodologie di somministrazione alle sessioni di controllo, fornendo dettagliate disposizioni per ognuno di questi passaggi.

La piccola rivoluzione norvegese giunge in concomitanza con l’imminente entrata in vigore delle nuove linee guida dell’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) sull’indagine clinica dei medicinali per il trattamento della depressione, prevista per il 30 Settembre 2025, a conferma di una significativa accelerazione cui si sta assistendo in ambito comunitario in merito a ricerca e sviluppo circa le terapie psichedeliche.

Di psicoterapie assistite da molecole psichedeliche, come di uso off-label della ketamina si parlerà all’evento precongressuale “psichedelico” che l’Associazione Luca Coscioni organizza a La Spezia il 27 settembre alla biblioteca comunale.

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Accessibilità eventi sportivi: San Siro apre le porte a tutti i tifosi


In seguito a diverse segnalazioni, tra cui la nostra come Associazione Luca Coscioni, si è avviata una collaborazione tra Inter, Milan, il Comune di Milano e diverse realtà tra cui la consigliera regionale della Lombardia Lisa Noja e il Comitato per gli eventi dal vivo accessibili “Live for All”, e finalmente il sistema di accesso allo stadio di San Siro è cambiato.

Un cambiamento che va al cuore della passione sportiva, rendendo più semplice per i tifosi con disabilità seguire la propria squadra del cuore.

Come da noi denunciato a suo tempo, il vecchio sistema era basato su un sorteggio che spesso lasciava fuori molti tifosi con disabilità per via di criteri poco inclusivi, ma ora è stato finalmente superato.

Da questa stagione sarà possibile acquistare un abbonamento o un biglietto a prezzo agevolato, una soluzione che permetterà continuità alla partecipazione sportiva di ognuno.

Questo è il risultato di un lavoro di squadra, un esempio di come unendo le forze si possano abbattere le barriere. Non è solo una questione di biglietti, ma un passo avanti nel riconoscere il diritto di vivere una passione, quella per il calcio, a tutte le persone nello stesso modo.

E l’ulteriore buona notizia è che questo nuovo modo di vivere lo stadio non solo faciliterà di fatto l’accesso, ma contribuirà anche a sostenere progetti di inclusione sportiva.

Un vero e proprio cambio di rotta, che fa di San Siro uno stadio più aperto, un luogo dove la passione per lo sport unisce, senza lasciare indietro nessuna persona.

Pamela De Rosa e Cristiana Zerosi
Cellula Coscioni Milano

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Addio a Giulia Simi, tra le prime a credere nella necessità di un’associazione radicale per la libertà di ricerca scientifica.

“Con dolore abbiamo appreso della morte di Giulia. Era la mia forza e guida nella battaglia per diffondere nelle regioni le DAT. Uno spirito deciso e forte senza fronzoli né calcoli. che mi dava forza di credere nella libertà di scelta nella vita dei cittadini. Grazie, Giulia, la vita è fatta anche di matematica. Ti ho voluto bene. Mi e ci hai incoraggiati sempre. Grazie!
Sentite condoglianze a Marcello!”
Mina Welby

Giulia Simi, fin dall’arrivo di Luca Coscioni nel mondo radicale gli si affezionò rendendosi da subito disponibile a concorrere alla fondazione dell’Associazione che ancora oggi porta il suo nome.

Iscritta fino al 2025, negli anni Giulia ha ricoperto vari incarichi tra cui quello di vice-segretaria, impegnandosi in particolare nelle iniziative dell’Associazione per la promozione della legalizzazione dell’eutanasia e la promozione del metodo scientifico (anche) in politica.

Un pensiero pieno di riconoscenza per Giulia, per quello che ha fatto per la sua e nostra associazione. Resterà nel cuore di chi l’ha conosciuta.

Filomena Gallo e Marco Cappato

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Lista Referendum e Democrazia ha ricondiviso questo.


Sempre più persone chiedono informazioni sulle scelte di fine vita, telefonando al nostro Numero Bianco 06 99313 409. In un anno, oltre 16mila telefonate (+14%) per accedere alla morte volontaria medicalmente assistita in Italia o in Svizzera, per il testamento biologico e le cure palliative.

I numeri esprimono una realtà sociale sempre più diffusa, frutto del progresso medico e del fatto che il fine vita non è più un tabù, perciò aumenta l’esigenza di informazione e di libertà di scelta.



Più di 16mila persone hanno contattato il Numero Bianco nell’ultimo anno


Si è registrato un aumento del 14% delle richieste arrivate alla nostra infoline: da Liguria e Lazio il maggior numero di chiamate in proporzione al numero degli abitanti

580 le richieste di aiuto alla morte volontaria


Negli ultimi 12 mesi sono arrivate 16.035 richieste di informazioni sul fine vita tramite il Numero Bianco(06 9931 3409), coordinato da Valeria Imbrogno, compagna di Dj Fabo, e attraverso le email dirette all’Associazione Luca Coscioni. Una media di 44 richieste al giorno, in crescita del 14 per cento rispetto all’anno precedente.

Si tratta di un servizio attivo tutti i giorni per ascoltare, orientare e informare sulle possibilità offerte oggi dall’ordinamento italiano in materia di fine vita, su temi come eutanasia e suicidio medicalmente assistito, testamento biologico, interruzione delle terapie e sedazione palliativa profonda. In assenza di risposte istituzionali adeguate, il servizio aiuta a costruire percorsi legali e umani verso la libertà di scelta sul fine vita.

Nel dettaglio, le richieste hanno riguardato soprattutto eutanasia e suicidio medicalmente assistito (circa 5 al giorno), ma anche interruzione delle terapie e sedazione palliativa profonda (più di una al giorno). Sono inoltre aumentate le domande pratiche per accedere alla morte volontaria medicalmente assistita in Svizzera o attraverso percorsi legali in Italia, arrivate da 580 persone (51 per cento donne, 49 per cento uomini), contro le 533 dell’anno precedente.

Sulla base delle informazioni disponibili sulla provenienza geografica di chi ha contattato il servizio, quando fornite, è stata elaborata una proiezione regionale ponderata per popolazione, che restituisce una fotografia della richiesta di aiuto a morire in Italia.

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La classifica delle regioni con il maggior numero di richieste rapportate a 100.000 abitanti vede al primo posto la Liguria con 48 ogni 100.000 abitanti, seguita dal Lazio con 43 richieste. Al terzo posto si posiziona la Toscana con 35, affiancata dal Friuli Venezia Giulia. Seguono Umbria, Emilia-Romagna e Lombardia con 33 richieste. Poi Piemonte con 28, il Veneto e le Marche con 26.

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Lista Referendum e Democrazia ha ricondiviso questo.


Il Governo ha fatto ricorso contro la legge di Regione Sicilia per assumere medici non obiettori.
L’ obiezione di coscienza è un diritto, ma l’accesso a un aborto sicuro deve essere garantito. La legge 194 lo impone, così come impone di consentire l’aborto farmacologico, anche fuori dall’ospedale.
Abbiamo lanciato la campagna Aborto senza ricovero per garantire alle donne di scegliere, e impedire che l’ obiezione di coscienza si trasformi in imposizione di coscienza. associazionelucacoscioni.it/ab…
in reply to Marco Cappato

Posso porti un quesito? I medici possono essere obiettori. Io però sono un farmacista... in teoria io per ragioni religiose potrei oppormi alla vendita di preservativi, anticoncezionali ed anticonvenzionali di emergenza. Però, se lo facessi, sarei denunciato dal cliente e dal mio titolare.
Da ciò, sembra assurdo che su uno stesso argomento, evitare di avere figli, vi siano tutele da una parte e nessuna dall'altra.
Questa voce è stata modificata (3 settimane fa)
in reply to versodiverso

Ok, qualcuno potrebbe obiettare che una cosa è impedire che l'ovulo sia fecondato, un'altra è uccidere un ovuolo già fecondato.
Però da ciò dovrebbe essere tutti atei obiettori, perché in molte religioni si può fare sesso solo per concepire, quindi torniamo sempre al fatto che non dovrebbero prescrivere anticoncezionali o impiantare spirali (a pagamento).
Questa voce è stata modificata (3 settimane fa)
in reply to versodiverso

@versodiverso però uno viene anche da dire che se la tua religione ti vieta di fare una cosa perchè la devi impedire a chi non segue quella religione? E se la tua religione è in contrasto con la tua professione, perchè non cambiare professione? Se un macellaio diventa vegano che fa? Non vende carne?

@marcocappato

in reply to Ginocchio

Infatti è quello che dico io, se sei ginecologo, le interruzione di gravidanza le devi fare, punto e basta. Non le vuoi fare per religione, morale, filosoria o altro? Licenziati, piglia un'altra specializzazione e fai il medico in un campo diverso da quello ginecologico.
@marcocappato
Questa voce è stata modificata (3 settimane fa)

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A Martano (LE) Matteo Mainardi in un dibattito pubblico sul fine vita – nell’ambito del festival Epame 2025

Lunedì 12 agosto, alle ore 20:30, Matteo Mainardi, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni e responsabile delle campagne sul fine vita, sarà ospite al Palazzo Ducale di Martano (LE) per un dibattito pubblico dedicato al diritto di scelta sul fine vita.

L’appuntamento è per lunedì 12 agosto 2025 alle ore 20:30, presso il Palazzo Ducale di Martano (LE), in Viale Savoia, a Martano.

L’incontro si svolge nell’ambito del festival Epame 2025 e vedrà la partecipazione anche di Andrea Mariano, medico e attivista del Laboratorio Salute Popolare, e Simona Zaminga, medico Ant.

A seguire si terrà una cena sociale e un dj set.

🎟 Ingresso libero
📣 Evento promosso da Galattica – Rete Giovani Puglia, Idee in Movimento e Città di Martano

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È morto Vladimiro Zagrebelsky


A nome dell’Associazione Luca Coscioni, esprimiamo il nostro profondo cordoglio per la morte di un giurista straordinario e di un uomo che ha saputo mettere la sua competenza e il suo rigore al servizio della libertà e dei diritti fondamentali.

La sua voce è stata per noi un riferimento morale e culturale in molte battaglie per l’affermazione dello Stato di diritto e la tutela della dignità della persona. Con sensibilità e coraggio, ha saputo unire il pensiero giuridico più alto a un impegno civile concreto, sempre dalla parte delle persone più vulnerabili.

Per noi Vladimiro è stato anche un amico, generoso e attento, con cui abbiamo condiviso riflessioni profonde e momenti cruciali di confronto, sempre guidati da valori comuni: la laicità delle istituzioni, il rispetto dell’autonomia individuale, la difesa dei diritti civili.

Ci mancherà la sua intelligenza limpida, la sua ironia sottile, la sua determinazione gentile.

Con Marco Cappato e l’Associazione Luca Coscioni tutta, lo ricorderemo con affetto, stima e gratitudine.

Un abbraccio affettuoso alla sua famiglia.

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Applicare la legge 194, garantire un servizio essenziale


Dichiarazione di Chiara Lalli, Mirella Parachini e Anna Pompili, responsabili della campagna Aborto senza ricovero


La vicenda siciliana ripropone la questione della garanzia di un servizio medico essenziale, quale l’interruzione volontaria della gravidanza (IVG), anche laddove ci siano alte percentuali di obiezione di coscienza tra i ginecologi.

L’articolo 9 della legge 194, quello che permette al personale sanitario di sollevare obiezione di coscienza, è certamente il più applicato, ma non – guardacaso – nella sua interezza. La seconda parte, infatti, impone agli “enti ospedalieri” e alle “case di cura autorizzate” di assicurare “in ogni caso l’espletamento delle procedure previste dall’articolo 7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla e garantisce l’attuazione”.

La legge stessa, dunque, fornisce gli strumenti per garantire alle donne l’accesso all’IVG. Basterebbe applicarla, il che vale anche per le strutture sanitarie con il 100% di obiettori di coscienza, che sono comunque tenute ad assicurare il percorso per l’IVG.

C’è poi l’aggiornamento delle linee di indirizzo ministeriali sulla IVG farmacologica che permettono la deospedalizzazione della procedura. Sono passati ben 5 anni, e solo in due Regioni è ammessa, con la possibilità di autosomministrazione del misoprostolo a domicilio. È evidente che, anche se non risolutiva, la deospedalizzazione limiterebbe enormemente il peso dell’obiezione di coscienza sull’accesso all’IVG. C’è da chiedersi come mai proprio nelle Regioni – come la Sicilia – dove questi ostacoli sono più pesanti e dove i bilanci della sanità sono più problematici, non si sia pensato a questa semplice soluzione.

Ecco perché abbiamo lanciato la campagna Aborto senza ricovero. Per garantire a tutte le donne di scegliere, per non sprecare risorse preziose e per chiedere ai consigli regionali di approvare procedure chiare e uniformi per l’aborto farmacologico in modalità ambulatoriale e senza ricovero.

L’aborto con il metodo farmacologico è sicuro ed efficace e il ricovero non ne aumenta la sicurezza, ma ne decuplica i costi. È il principio dell’appropriatezza delle procedure: a parità di efficacia e di sicurezza, se la persona che deve esservi sottoposta la richiede, deve essere privilegiata la modalità assistenziale che comporta minore spreco di risorse per la sanità pubblica.

È un dovere non solo per evitare lo spreco di risorse, ma anche – in questo caso – per garantire il diritto di scelta delle donne, un principio irrinunciabile e che dovrebbe essere sempre garantito.

Si può firmare QUI


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Il nostro saluto a Paolo Cardoni


Ci ha lasciato Paolo Cardoni. È stato un grande illustratore, ma per noi, anche e soprattutto, amico dell’Associazione Luca Coscioni. Paolo ha insegnato per anni illustrazione e ha collaborato con importanti giornali e agenzie pubblicitarie. È stato l’autore di Sasà e dei personaggi della Freccia Azzurra, film di animazione ispirato al romanzo di Gianni Rodari.

Ha donato il suo tempo e la sua arte alle nostre pubblicazioni di questi anni. Soprattutto all’inizio dell’avventura di Agenda Coscioni, quando lo strumento cartaceo era predominante, e dovevamo coprire oltre 30 pagine di pubblicazione, la sua opera ogni mese era messa a disposizione per alleggerire, abbellire e dare una riconoscibilità alle nostre storie.

Lo vogliamo ricordare nella sua Talamone dove si era reso disponibile con entusiasmo all’ennesima raccolta di firme referendaria, Eutanasia Legale, dopo le tante radicali in cui non si è mai risparmiato. Con il suo sorriso, le sue battute, il suo buon umore per fermare passanti, amiche e amici, e farli firmare.

Ciao Paolo e grazie!

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In Campania “Coletta”, 44enne affetta da SLA, riceve un diniego dalla ASL e presenta un ricorso urgente in tribunale


Si tratta del terzo caso: “Ho il diritto a non essere condannata a soffrire” commenta “Coletta”

Filomena Gallo commenta: “Sconcertante e inumano: la ASL nega la morte assistita a Coletta, in pieno contrasto le sentenze della Corte costituzionale”. Aggiunge Marco Cappato: “il diritto all’aiuto alla morte volontaria boicottato in Campania dall’ostruzionismo della Giunta De Luca”


“Coletta”, nome scelto dalla stessa persona malata per la tutela della privacy, è una donna campana di 44 anni ed affetta da sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Ha ricevuto dalla propria azienda sanitaria il diniego al suicidio medicalmente assistito. Il motivo sarebbe l’assenza di tre dei quattro requisiti necessari per poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita in Italia, secondo la sentenza 242/2019 della Corte costituzionale “Cappato-Antoniani”. L’unico requisito riconosciuto è la patologia irreversibile di cui soffre. Mancherebbero, secondo l’azienda sanitaria, la volontà di procedere con la morte volontaria assistita, la dipendenza da trattamento di sostegno vitale e la presenza di sofferenze ritenute intollerabili dalla paziente.

Per questi motivi, nel giugno 2025 la signora “Coletta”, assistita dal collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, si è opposta al diniego della ASL e ha chiesto una rivalutazione urgente delle sue condizioni e la trasmissione del parere del comitato etico. L’azienda sanitaria non ha però dato seguito alle richieste, pertanto “Coletta” ha presentato un ricorso d’urgenza al tribunale di Napoli.

È la terza richiesta in regione dopo Gianpaolo Galietta, 47 enne affetto da atrofia muscolare spinale, di Montano Antilia, che nel marzo 2021 aveva presentato richiesta di verifica delle condizioni, ma a causa della lunga attesa ha deciso di procedere con la sedazione palliativa profonda e dopo 2 giorni è morto.

↓ Approfondimento: l’appello di Gianpaolo Galietta↓


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Un secondo caso è attualmente in fase di valutazione. “In quanto cittadina consapevole, lucida e determinata – ha dichiarato ‘Coletta’ – non posso accettare che la mia volontà venga schiacciata da valutazioni che sembrano ignorare non solo il mio stato di salute, ma anche il diritto a non essere condannata a una sofferenza che non ha più alcun senso per me. Se in Italia non posso accedere a una scelta legalmente garantita, sto valutando di affrontare l’unica alternativa praticabile: l’espatrio per morire dignitosamente in Svizzera.

“Coletta” vive una condizione di profonda sofferenza e totale dipendenza da terzi per ogni attività quotidiana. Non è in grado di alimentarsi autonomamente ed è sottoposta a una terapia farmacologica continuativa,” spiega l’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale che la assiste. “Negare l’esistenza di un trattamento di sostegno vitale e di una condizione di sofferenza intollerabile è sconcertante. Altrettanto lo è strumentalizzare il significato profondo che “Coletta” attribuisce all’amore per la vita, utilizzandolo per mettere in discussione la sua volontà di accedere alla morte assistita. Questa valutazione contraddice apertamente la giurisprudenza della Corte costituzionale, che ha recentemente confermato — anche con la sentenza n. 135/2024 — che rientrano tra i trattamenti di sostegno vitale tutti gli interventi farmacologici o strumentali la cui interruzione comporterebbe un rapido decesso. La decisione della ASL appare come un rifiuto arbitrario e ostruzionistico, che di fatto si traduce in un trattamento inumano verso una donna costretta ad affrontare il rapido aggravarsi di una malattia gravissima, che le ha sottratto il corpo, la voce, l’autonomia e la possibilità di vivere secondo la propria idea di dignità”.

“In Campania – dichiara Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni – la nostra proposta di legge regionale “Liberi subito”, depositata da oltre un anno non è mai stata discussa dall’aula, nonostante il digiuno a staffetta, promosso da Donato Salzano ed effettuato da 75 persone. Lo scorso marzo, fu lo stesso Presidente Vincenzo De Luca a bloccare la legge dichiarando la necessità di aprire un ciclo di consultazioni, a partire dalla Conferenza episcopale. Nessuna consultazione è stato effettivamente organizzata, e la mossa ostruzionistica del Presidente De Luca e della sua maggioranza ha avuto l’effetto di negare tempi e modalità certi di risposta alle richieste delle persone nelle condizioni di “Coletta”.

➡ Approfondimento: La storia di Coletta


A seguito di un decorso molto veloce della grave patologia neurodegenerativa di cui è affetta, diagnosticata a giugno 2024, “Coletta” non riesce più a parlare e deve quindi utilizzare il puntatore oculare. Non riesce nemmeno più a camminare e ha bisogno dell’assistenza continua dei suoi familiari per svolgere qualsiasi tipo di attività. Senza i suoi caregiver non potrebbe alimentarsi, bere, assumere la terapia farmacologica ed espletare le sue funzioni vitali, morirebbe di stenti e in modo atroce e doloroso. A gennaio 2025, “Coletta” ha chiesto alla ASL di verificare i requisiti stabiliti dalla sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale per accedere al suicidio medicalmente assistito. Dopo un primo diniego a cui ha fatto seguito un opposizione con richiesta di nuova valutazione che ad oggi non c’è stata. Di fronte all’inerzia dell’azienda sanitaria, il suo collegio legale ha diffidato la ASL a concludere l’iter, ottenendo solo parzialmente la documentazione necessaria, senza il parere obbligatorio del comitato etico.

Le motivazioni del diniego


Nel parere trasmesso, la ASL ha negato l’accesso alla procedura, sostenendo – in contrasto con quanto dichiarato da “Coletta” e dai suoi familiari, presenti alle visiti domiciliari – che in sede di visite “Coletta” ha affermato di non voler accedere al suicidio assistito e che pertanto non soffrirebbe in modo intollerabile e che non ci sarebbero neanche trattamenti di sostegno vitale.

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La Germania apre alle terapie psichedeliche. L’Italia cosa aspetta?


Testo preparato con Peppe Brescia


Lo scorso 31 Luglio è stato annunciato l’inizio del primo programma sperimentale sugli utilizzi compassionevoli della psilocibina in un Paese europeo.

La notizia è stata divulgata tramite un comunicato da parte di Filament Health Corp., società canadese operativa nello sviluppo di farmaci psichedelici.

Il progetto appare per molti aspetti paragonabile all’iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni L’Italia apra alle terapie psichedeliche, finalizzata proprio all’ottenimento della prescrivibilità di farmaci psichedelici in quanto cure compassionevoli.

La sperimentazione di Filament, che consentirà la somministrazione di psilocibina a persone affette da depressione resistente al trattamento (TRD), prenderà l’avvio in Germania, laddove il farmaco denominato PEX010 è già stato approvato per l’utilizzo su un paziente.

Ai medici sarà consentito prescrivere psilocibina tramite il cosiddetto Programma di Accesso Esteso, che permette il ricorso a farmaci non ancora approvati e a molecole classificate come illegali nei casi di pazienti affetti da malattie gravi o potenzialmente letali.

Il ricorso a tale procedura è vincolato alla presenza di determinate condizioni, come ad esempio l’assenza di un trattamento soddisfacente con farmaci approvati o l’impossibilità di partecipare a una sperimentazione clinica.

L’esame di ogni caso viene infine condotto alla luce di una valutazione rischio-beneficio.

A seguito del nulla osta del Federal Institute for Drugs and Medical Devices, ente regolatore tedesco in materia di farmaci, la ricerca sarà portata avanti presso due strutture, ovvero l’Istituto Centrale di Salute Mentale di Mannheim (CIMH) e la Clinica OVID di Berlino, centro specializzato nella cura di persone affette da TRD.

In ragione di un budget limitato, si prevede che nel corso del primo anno l’arruolamento dei pazienti interesserà meno di cinquanta di essi.

Lo svolgimento del programma seguirà quattro fasi.

In primo luogo, il paziente dovrà effettuare screening e visita medica presso lo studio di uno psichiatra specializzato, cui faranno seguito almeno due sedute preparatorie con l’accompagnamento di un terapista.

A questo punto si procederà alla seduta di somministrazione del farmaco.

In conclusione, sono previste sessioni strutturate di valutazione ed eventuale integrazione.

Il progetto tedesco appare in linea con altri programmi già in corso, come nel caso di Svizzera e Canada, pur differendo in ragione di alcune caratteristiche peculiari.

In primo luogo, agli psichiatri operanti in una delle due sedi cliniche designate sarà accordata la possibilità di assumere decisioni autonome circa l’inclusione dei pazienti nel programma di trattamento. In Canada, tali questioni rimangono di competenza degli enti regolari.

Tale aspetto, secondo gli esperti, potrebbe costituire un miglioramento significativo, agevolando il percorso del paziente e attribuendo agli operatori maggiore indipendenza in ambito burocratico, dunque riducendo in maniera rilevante i tempi di attesa e facilitando il rimborso da parte delle compagnie assicurative.

Inoltre, il protocollo non renderà necessaria la richiesta di autorizzazione per ogni singola dose, poiché in caso di mancata risposta, così come in un’ottica di mantenimento della terapia, sarà consentito procedere alla ripetizione della somministrazione.

Si tratta di una possibilità concessa dall’Istituto Federale per i Farmaci e i Dispositivi Medici (BfArM), il quale ha tuttavia stabilito una regolamentazione piuttosto rigida per cui al momento non sono previste possibilità di modifica, in particolare per quel che riguarda la fase di monitoraggio.

Il trattamento con psilocibina, che verrà autorizzato solo in casi eccezionalmente giustificati, sarà condotto dal Dott. Gerhard Gründer, responsabile del Dipartimento di Neuroimaging Molecolare del CIMH e già a capo del primo studio di fase 2 sulla psilocibina per la TRD svoltosi in Germania.

Secondo Gründer, l’approvazione del programma di trattamento rappresenta “un momento storico per il campo della medicina psichedelica nell’Unione Europea”.

Altri operatori del settore hanno fatto eco alle parole di Gründer.

Anne Philippi, fondatrice del New Health Club di Berlino e del New Health Institute negli Stati Uniti, ha dichiarato: “Si tratta di una mossa inaspettata per la Germania, e credo che la narrativa sugli psichedelici come nuovi strumenti di cura sarà molto più facile da cambiare”. Stando alla ricercatrice, “l’opinione pubblica ne sarà enormemente influenzata”.

Secondo Philip Drechsel, co-fondatore del New Health Institute, l’approvazione del programma di utilizzo compassionevole non solo segna “l’inizio di una nuova era nell’assistenza psichiatrica nell’UE”, ma in particolare è stata in grado di dimostrare “cosa è possibile quando scienza e sofferenza vengono ascoltate”.

Meno entusiasta la reazione del Bundesärztekammer, l’istituzione avente funzioni di coordinamento dei diciassette ordini medici regionali tedeschi.

L’organo, ribadendo lo status di illegalità della psilocibina, ha sottolineato la durata limitata del programma di uso compassionevole, la quale potrebbe essere ulteriormente abbreviata dall’approvazione circa l’uso farmaceutico della molecola a livello comunitario.

Stando a un sondaggio della Fondazione tedesca per l’aiuto alla depressione e la prevenzione del suicidio condotto nel 2024 su circa cinquemila persone, il 45% della popolazione tedesca è direttamente o indirettamente affetta da patologie depressive.

La percentuale di persone resistenti al trattamento è stimata tra il 20% e il 30% del totale.

Alla luce delle decine di richieste di trattamento che CIMH e clinica OVID dichiarano di aver ricevuto, la selezione della coorte ha già avuto inizio.

Nel frattempo, Filament Health sta lavorando alla presentazione delle domande di autorizzazione per l’immissione del farmaco in commercio.

Per sostenere l’iniziativa L’Italia apra alle terapie psichedeliche, è possibile firmare a questo link


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Abbiamo deciso di non autodenunciarci, perché la denuncia c’è già, ed è quella di Martina contro uno Stato che l’ha costretta a subire una vera e propria tortura.

Siamo comunque a disposizione, con Stellari, D’ Angelo e Maltese, di eventuali indagini per fornire tutte le informazioni sull’aiuto prestato a Martina. Proseguiremo con le azioni di disobbedienza civile e per chiedere la calendarizzazione della legge di iniziativa popolare per l’Eutanasia legale.

in reply to Marco Cappato

è assurdo dover andare all'estero per porre fine alle proprie sofferenze, dovrebbe essere una questione di civiltà, ma l'Italia sta diventando sempre più ideologica e sempre meno civile.
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Marco Cappato
@Otttoz da quello che so, se non è formalmente la residenza è comunque la presa in carico da parte del sistema sanitario. So che di fatto la strada praticabile è in Svizzera.


Prima di morire, Martina Oppelli ha denunciato per tortura l’azienda sanitaria che le ha negato l’accesso al suicidio assistito


Lo ha annunciato oggi a Trieste Marco Cappato. Con lui, Claudio Stellari e Matteo D’Angelo, che hanno accompagnato Oppelli in Svizzera, disobbedienti civili come Felicetta Maltese – che ha fornito supporto logistico ed economico per il viaggio – e ad altre 31 persone che hanno preso parte all’azione.

I quattro commentano: “Non ci autodenunciamo: questa volta è Martina Oppelli che denuncia lo Stato. Serve la legge per l’eutanasia legale”


Martina Oppelli, prima di andare in Svizzera, ha depositato, tramite la sua procuratrice speciale Filomena Gallo, avvocata e Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, una denuncia-querela nei confronti di ASUGI, l’azienda sanitaria locale triestina che per tre volte le ha negato l’accesso al “suicidio medicalmente assistito”.

Lo ha annunciato questa mattina durante una conferenza stampa a Trieste Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e rappresentante legale di Soccorso Civile, l’associazione che organizza le azioni di disobbedienza civile per l’aiuto alla morte volontaria. Oppelli ha contestato due reati principali all’azienda sanitaria: rifiuto di atti d’ufficio e tortura.

In primo luogo ha accusato l’ASUGI e i medici della commissione di aver rifiutato di svolgere atti dovuti per legge. L’azienda sanitaria le aveva, in passato, negato la rivalutazione delle sue condizioni di salute, sostenendo che un nuovo esame sarebbe stato un costo inutile per la pubblica amministrazione. Martina Oppelli aveva dovuto presentare un ricorso d’urgenza nel 2024 presso il tribunale di Trieste che aveva ordinato all’azienda sanitaria nuove verifiche. Inoltre, non le è stato riconosciuto, per oltre due anni, il requisito della “dipendenza da trattamento di sostegno vitale” (uno dei quattro requisiti previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale “Cappato-Antoniani” per poter accedere legalmente in Italia al suicidio assistito), nonostante dipendesse totalmente non solo dai suoi caregiver per sopravvivere ma anche dalla macchina della tosse e nelle ultime settimane dal catetere vescicale, disapplicando in tal modo il giudicato costituzionale.

Secondo Oppelli, inoltre, l’azienda sanitaria non solo le ha negato un diritto, ma l’ha fatta soffrire inutilmente, causandole danni fisici e psicologici che, per legge, si configurano come una vera e propria forma di tortura. Così ha denunciato di essere stata vittima di un trattamento inumano e degradante da parte delle istituzioni che hanno ignorato le sue sofferenze, constringendola a vivere per anni in una condizione di dolore estremo, aggravata dal rifiuto reiterato e immotivato dell’ASUGI di riconoscerle l’accesso legale alla morte assistita.

Marco Cappato, rappresentante legale di Soccorso Civile e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ha dichiarato: “Seguendo le volontà di Martina, abbiamo agito pubblicamente assumendoci le responsabilità per l’aiuto a lei fornito. Questa volta però, con Claudio Stellari, Matteo D’Angelo e Felicetta Maltese, abbiamo deciso di non recarci dalle forze dell’ordine per autodenunciarci, perché la denuncia c’è già, ed è la denuncia di Martina contro uno Stato che l’ha costretta a subire una vera e propria tortura, contro un Servizio sanitario di Regione Friuli Venezia Giulia che non ha fatto il proprio dovere, in linea con le posizioni politiche del Presidente Fedriga in materia. Siamo comunque a disposizione di eventuali indagini per fornire tutte le informazioni sull’aiuto prestato a Martina. Proseguiremo con le azioni di disobbedienza civile e per chiedere la calendarizzazione della legge di iniziativa popolare per l’Eutanasia legale”.

Le persone che hanno aiutato Martina a coprire le spese del viaggio con un contributo a ciò finalizzato, partecipando in questo modo all’azione di disobbedienza civile sono: Felicetta Maltese, Chiara Lalli, Marco Perduca, Luca Piva, Mariasole Cavarretta, Matteo Giusti, Paola Zaldera, Roberta Pelletta, Tommaso Colombini, Andrea Turi, Maria Raffaella Stacciarini, Carlo Romano, Laura Di Napoli, Françoise Raynaud, Marco Riva Cambrino, Alina Ruxandra Matei, Maria Camilla Tinti, Stefano Anderson, Rossana Penso, Roberta Zanoni, Aldo Abenavoli, Anna Cracolici, Guido Frosina, Marcello Crivellini, Johannes Agterberg, Paolo Calvani, Andrea Ballabeni. Hanno confermato di volere risultare come soci dell’Associazione Soccorso Civile anche dopo essere stati informati dell’aiuto che sarebbe stato fornito a Martina Mino Dentizzi, Renato Michelotti, Matteo Hallissey, Luigi Manconi, Sonia Bellini.

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Lista Referendum e Democrazia ha ricondiviso questo.


Martina Oppelli ha subito dallo Stato italiano la violenza di dover andare in Svizzera, dopo anni di attesa, per essere aiutata a morire, pur avendo diritto a farlo in Italia.


Martina Oppelli è morta in Svizzera


Il suo ultimo video: “Costretta ad andare all’estero, il mio appello è caduto nel vuoto. Ogni dolore va rispettato”

Dopo i 3 dinieghi della azienda sanitaria, la triestina, affetta da sclerosi multipla, è stata accompagnata da Claudio Stellari e Matteo D’Angelo, volontari di Soccorso Civile, l’associazione per le disobbedienze civili sul fine vita di cui è responsabile legale Marco Cappato, con l’aiuto di altre 31 persone


Venerdì 1° agosto alle 13:30, a Trieste, è prevista una conferenza stampa presso l’Antico Caffè San Marco, in via Cesare Battisti 18. Sarà possibile seguire la Conferenza anche dal canale YouTube dell’Associazione Luca Coscioni. Sono previsti gli interventi di Marco Cappato, Claudio Stellari, Matteo D’Angelo e Felicetta Maltese.


Martina Oppelli, 50enne triestina, affetta da sclerosi multipla da oltre 20 anni, è morta questa mattina in Svizzera, dove ha avuto accesso al suicidio medicalmente assistito. È stata accompagnata da Claudio Stellari e Matteo D’Angelo, iscritti a Soccorso Civile, l’associazione che fornisce assistenza alle persone che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all’estero, e di cui è rappresentante legale Marco Cappato. Insieme a loro, hanno fornito aiuto logistico ed economico altre 31 persone, i cui nomi saranno resi pubblici.

Lo scorso 4 giugno, Oppelli aveva ricevuto il terzo diniego da parte della azienda sanitaria ASUGI in merito alla verifica delle condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito: secondo l’azienda sanitaria non era sottoposta ad alcun trattamento di sostegno vitale, nonostante la completa dipendenza dall’assistenza continuativa dei caregivers e da presidi medici (farmaci, catetere e macchina della tosse).

Per questo motivo lo scorso 19 giugno – assistita dal team legale coordinato da Filomena Gallo, avvocata e Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni – Oppelli ha presentato un’opposizione al diniego, accompagnata da una diffida e messa in mora nei confronti dell’azienda sanitaria. A seguito della diffida, è stata avviata una nuova procedura di valutazione da parte della commissione medica, ma Martina Oppelli ha deciso di andare in Svizzera per accedere all’aiuto alla morte volontaria perché era impossibile per lei attendere altro tempo per una risposta: le sofferenze non erano in alcun modo tollerabili.

Queste le parole di Martina Oppelli affidate all’Associazione Luca Coscioni in un video registrato in Svizzera.

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Gentili parlamentari e concittadini tutti, non so se vi ricordate di me, sono Martina Oppelli. Più di un anno fa feci un appello a tutti voi affinché venisse promulgata e approvata una legge, una legge sensata che regoli il fine vita, che porti a un fine vita dignitoso tutte le persone, malate, anziane, ma non importa, prima o poi tutti noi dobbiamo misurarci con la fine della nostra vita terrena. Sì, questo appello è finito nel vuoto.

Io all’epoca, ormai due anni fa, mi appellai alla sentenza Cappato per poter accedere al cosiddetto suicidio assistito presso l’azienda sanitaria della mia Regione. Per ben tre volte mi è stato negato, benché io ne avessi il diritto, ma chissà, forse non abbastanza, forse non lo so perché, io non ho tempo per aspettare un quarto diniego, ma anche se fosse un assenso io ero allo stremo delle mie forze. Sono in Svizzera, sì, forse una fuga direte voi, no, no, no, è un ultimo viaggio.

Ho pensato che forse avrei dato meno fastidio, meno problemi, fuggendo all’estero, com’è la cosiddetta fuga di cervelli all’estero, ma non importa, sono qui e voglio restare qui e morire dignitosamente qui in Svizzera. Ma perché, perché dobbiamo andare all’estero, perché dobbiamo pagare, anche affrontare dei viaggi assurdi? Io ho fatto un viaggio lunghissimo, dopo che non uscivo da casa da più di un mese e non lasciavo la mia città da oltre undici anni, è stato veramente uno sforzo titanico, ma l’ho fatto per avere una fine dignitosa alla mia sofferenza, per piacere. Io non voglio che questo iter si ripeta per altre persone, non potete rimandarci sempre a settembre, ogni anno a settembre, perché ci sono urgenze più grandi.

Sappiate che sono pienamente consapevole che esistono tragedie enormi, genocidi, terremoti, alluvioni e che magari la misera vita di una singola persona e la sua sofferenza appaiono troppo piccole in confronto a una guerra, ma il macrocosmo è fatto da infiniti microcosmi, già, e ogni microcosmo ha un proprio dolore e ogni dolore è assoluto nel momento in cui viene vissuto e va rispettato. Quindi, per piacere, ascoltate anche noi, non accomunate immagini di guerre, battaglie, terremoti anche alla mia immagine o all’immagine di altri malati, come se fossi quasi offensivo, sì, è offensivo pensare di sperare, di porre fine alle proprie sofferenze, quando altre persone fanno di tutto per vivere. Anche noi abbiamo fatto di tutto per vivere, credetemi.

Io sono 30 anni che mi arrampico sugli specchi pur di conservare questo sorriso che si sta lentamente spegnendo, rispettate ognuno di noi. Simone Weil, grande filosofa francese, scriveva “ognuno ha il proprio olocausto privato.” Così, il fine vita tocca a tutti prima o poi, può accadere a 120 anni, può accadere a 50, può accadere prima, ogni scelta va rispettata.

Fate una legge che abbia un senso, una legge che tenga conto di ogni dolore possibile, che ci siano dei limiti, certo, delle verifiche, ma non potete fare attendere due, tre anni prima di prendere una decisione. In questi ultimi due anni il mio corpo si è disgregato, io non ho più forza, ma non ho più forza nemmeno di respirare delle volte, perfino i comandi vocali non mi capiscono più. Ecco, io ho anche il catetere vescicale, ho un tubo di scappamento come una macchina al quale non sarei mai voluta arrivare, perché io non sono una macchina, sono un essere umano, io non funziono, io vivo e voglio vivere dignitosamente fino alla fine, o desideravo. Adesso desidero morire dignitosamente, per piacere.

Fate una legge sensata, cercate di mettervi nei panni di chiunque, di chiunque. Non esiste nessuna guerra utile in questo mondo, ogni battaglia è inutile, mettiamo da parte le diatribe politiche, perché non esiste destra o sinistra o centro, siamo tutti esseri umani, tutti, per piacere, per piacere, legiferate, ma legiferate con buon senso. Scusate il disturbo, me ne vado in silenzio, io miro all’oblio, non cercavo la fama, forse cercavo solo di evitare la fame in questi anni, lavorando onestamente, pagando le tasse onestamente, pagando anche i contributi di chi mi assisteva giorno e notte in questo paese onestamente. Perché sono dovuta venire qui all’estero? Perché non ce la facevo più ad aspettare, non ce la facevo più. Per piacere fate una legge che abbia un senso e che non discrimini nessuna situazione plausibile. Scusate il disturbo.


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Alghero: “Una dose di realtà – Salute mentale e terapie psichedeliche: cosa dice la scienza, cosa può fare la politica”


Una dose di realtà – Salute mentale e terapie psichedeliche: cosa dice la scienza, cosa può fare la politica
Sabato 9 agosto 2025 – ore 21.00 – Alghero (SS)

Dopo la tappa di Quartu Sant’Elena, prosegue ad Alghero l’appuntamento con “Una dose di realtà”, un incontro pubblico dedicato al rapporto tra salute mentale, scienza e politiche sulle terapie psichedeliche.

L’evento si terrà sabato 9 agosto 2025 alle ore 21.00, presso il Ristorante Movida, in Piazza S. Erasmo 9/C, Alghero.
Ingresso gratuito. Seguirà un’apericena di autofinanziamento di euro 24 presso lo stesso ristorante, dalle ore 22:00. Parte del ricavato sarà devoluto ad Associazione Luca Coscioni. Per prenotare l’apericena telefonare al numero 079 974 589


Intervengono:

  • Letizia Renzini – MAPS Italia, curatrice de Il Bosco Fiorito
  • Tania Re – Psicologa clinica, co-autrice de Il Bosco Fiorito e “È la dose che fa’l veleno”
  • Nicola Sportelli – Psichiatra, SIMESPI
  • Avy Candeli – Direttore creativo dell’Associazione Luca Coscioni e PsychedelicCare.eu
  • Claudia Moretti – Avvocata, responsabile psichedelici dell’Associazione Luca Coscioni
  • Caterina Bartoli – Anatomopatologa
  • Elisabetta Caria-Zadeh – Farmacista in California
  • Federico Di VitaIlluminismo Psichedelico

Modera:

  • Giulia Giglio, Cellula Sardegna dell’Associazione Luca Coscioni

Saluti istituzionali:

  • Valdo Di Nolfo, Consigliere Regionale

L’iniziativa è realizzata in collaborazione con la libreria Il Labirinto Mondadori Bookstore e con il patrocinio di:
Associazione Luca Coscioni, Psychedelicare.eu, MAPS Italia, SIMESPI, Quelli da Coscioni Sardegna.

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Iglesias: “Una dose di realtà – Salute mentale e terapie psichedeliche: cosa dice la scienza, cosa può fare la politica”


Una dose di realtà – Salute mentale e terapie psichedeliche: cosa dice la scienza, cosa può fare la politica
Giovedì 7 agosto 2025 – ore 19.30 – Iglesias (SU)

Il ciclo di incontri pubblici dedicati a salute mentale e terapie psichedeliche fa tappa a Iglesias con l’iniziativa “Una dose di realtà”, un momento di confronto tra esperti, attivisti e istituzioni su scienza, politiche pubbliche e libertà di ricerca.

L’evento si terrà giovedì 7 agosto 2025 alle ore 19.30, presso la Sala Remo Branca del Palazzo Municipale di Iglesias, in Piazza Municipio. Con il patrocinio del Comune di Iglesias. Seguirà alle 21.30 un aperitivo di autofinanziamento, di cui una parte del ricavato sarà devoluta ad Associazione Luca Coscioni, presso il Bar Ex Farmacia, Piazza Pichi 1. La prenotazione è obbligatoria al numero 347 877 6481.


Intervengono:

  • Letizia Renzini – MAPS Italia, curatrice de Il Bosco Fiorito
  • Tania Re – Psicologa clinica, co-autrice de Il Bosco Fiorito e “È la dose che fa’l veleno”
  • Nicola Sportelli – Psichiatra, SIMESPI
  • Avy Candeli – Direttore creativo dell’Associazione Luca Coscioni e PsychedelicCare.eu
  • Claudia Moretti – Avvocata, responsabile psichedelici dell’Associazione Luca Coscioni
  • Caterina Bartoli – Anatomopatologa
  • Elisabetta Caria-Zadeh – Farmacista in California
  • Federico Di VitaIlluminismo Psichedelico

Modera:

  • Carla Mura, Giornalista

Saluti istituzionali a cura dell’Amministrazione comunale di Iglesias

L’iniziativa è promossa da:
Associazione Luca Coscioni, Psychedelicare.eu, MAPS Italia, SIMESPI, Cellula Coscioni Sardegna

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A Quartu S. Elena: “Una dose di realtà – Salute mentale e terapie psichedeliche: cosa dice la scienza, cosa può fare la politica”


Una dose di realtà – Salute mentale e terapie psichedeliche: cosa dice la scienza, cosa può fare la politica
Venerdì 8 agosto 2025 – ore 19.30 – Quartu Sant’Elena (CA)

L’appuntamento si terrà venerdì 8 agosto 2025, alle ore 19.30, presso lo Spazio Michelangelo Pira, in via Brigata Sassari 10, Quartu Sant’Elena (CA). Ingresso gratuito. Seguirà alle 21.30 un aperitivo di autofinanziamento presso l’EGO Cafè Bar Lounge, Via Brigata Sassari 25. La prenotazione è obbligatoria al numero 070 204 2710. Parte del ricavato sarà devoluto ad Associazione Luca Coscioni.


Intervengono:

  • Letizia Renzini – MAPS Italia, curatrice de Il Bosco Fiorito
  • Tania Re – Psicologa clinica, co-autrice de Il Bosco Fiorito e “È la dose che fa’l veleno”
  • Nicola Sportelli – Psichiatra, SIMESPI
  • Avy Candeli – Direttore creativo dell’Associazione Luca Coscioni e PsychedelicCare.eu
  • Claudia Moretti – Avvocata, responsabile psichedelici dell’Associazione Luca Coscioni
  • Caterina Bartoli – Anatomopatologa
  • Elisabetta Caria-Zadeh – Farmacista in California
  • Federico Di VitaIlluminismo Psichedelico

Modera:

  • Carla Mura, Giornalista

Saluti istituzionali:

  • Graziano Milia, Sindaco di Quartu Sant’Elena

L’evento è promosso dal Comune di Quartu Sant’Elena, e in collaborazione con: Associazione Luca Coscioni, Psychedelicare.eu, MAPS Italia, SIMESPI, Cellula Coscioni Sardegna.

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Dopo la sentenza della Consulta parla “Libera”: “I miei tempi non sono quelli della politica e della giustizia”


La 55enne, completamente paralizzata a causa della sclerosi multipla aggiunge: “Ogni giorno per me è una tortura”

Filomena Gallo commenta: “ll tempo non è una semplice variabile: diventa parte integrante del diritto stesso”


A seguito della recente sentenza della Corte costituzionale 132/2025, “Libera”, 55enne toscana completamente paralizzata a causa della sclerosi multipla, non potrà, per ora, essere aiutata da un medico nella somministrazione del farmaco letale, come aveva chiesto. Il giudice dovrà, infatti, verificare a livello nazionale l’esistenza di strumentazioni per l’autosomministrazione. Nel frattempo le condizioni di “Libera” sono peggiorate, non riesce quasi più a parlare.

Assistita dal collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, la donna al momento non può procedere autonomamente con l’assunzione del farmaco per il fine vita: non può autosomministrarsi il farmaco letale a causa delle sue condizioni fisiche ma neanche ottenere la somministrazione del farmaco letale da parte del medico.

Queste le parole di “Libera”, affidate all’Associazione Luca Coscioni, a seguito della sentenza:

Capisco che sia difficile comprendere davvero cosa significhi per me continuare ad aspettare. Ma è proprio questo il punto: i miei tempi non sono quelli della politica. I parlamentari hanno rinviato la discussione sul fine vita a settembre, come se la mia malattia potesse prendersi una pausa estiva.

I miei tempi non sono neanche quelli della giustizia. I giudici chiedono altra documentazione, altri approfondimenti. Ma ogni giorno in più, per me, è sofferenza. Ogni giorno in più è tortura, è umiliazione. Vi chiedo una sola cosa: fate presto.


“La Corte costituzionale non entra nel merito della questione di legittimità costituzionale esaminando l’articolo 579 codice penale, non chiude la porta, anzi ribadisce e rilancia alcuni principi fondamentali del diritto costituzionale: il diritto all’autodeterminazione e il ruolo attivo del Servizio sanitario nazionale nel fine vita.

Ora il procedimento su ‘Libera’ torna al tribunale di Firenze, che dovrà effettuare delle verifiche su scala nazionale, coinvolgendo anche il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità.

La Corte non elude il nucleo del problema: chiarisce che, una volta verificate tutte le condizioni stabilite dalla sentenza n. 242/2019 (caso Cappato/Dj Fabo) e ribadite nelle n. 135/2024 e 66/2025 — ovvero patologia irreversibile, sofferenze intollerabili, capacità di autodeterminazione e decisione libera e consapevole — la persona interessata si trova in una situazione soggettiva tutelata costituzionalmente.

L’urgenza è evidente: le condizioni cliniche di ‘Libera’ stanno peggiorando e ogni ulteriore rinvio rischia di trasformarsi in una concreta negazione del diritto che le è stato già riconosciuto. In questi casi, il tempo non è una semplice variabile: diventa parte integrante del diritto stesso”, ha dichiarato l’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e legale di “Libera” di cui coordina anche il collegio di studio e difesa.

L'articolo Dopo la sentenza della Consulta parla “Libera”: “I miei tempi non sono quelli della politica e della giustizia” proviene da Associazione Luca Coscioni.

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“Libera”: la Consulta non entra nel merito, chiede verifiche sulla strumentazione idonea, ma non ha dichiarato inammissibile l’aiuto del medico


“Libera”, 55enne toscana completamente paralizzata, non potrà, per ora, essere aiutata da un medico nella somministrazione del farmaco letale, come aveva chiesto.

Il giudice dovrà verificare a livello nazionale l’esistenza di strumentazioni per l’autosomministrazione. Filomena Gallo: “Chiederemo che lo faccia con urgenza”


La Corte costituzionale non ha preso una decisione sull’eutanasia per mano di un medico. Infatti, con la sentenza 132/2025 pubblicata oggi, ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 579 del codice penale per difetto di motivazione circa la reperibilità dei dispositivi di autosomministrazione. Ha quindi deciso di non affrontare nel merito la questione di costituzionalità sollevata con il caso di “Libera”, 55enne toscana, affetta da sclerosi multipla progressiva, completamente paralizzata e impossibilitata ad autosomministrarsi il farmaco.

Secondo la Corte costituzionale era necessario che il tribunale di Firenze, prima di sollevare la questione di legittimità, oltre a chiamare in causa l’Azienda Sanitaria competente, coinvolgesse organismi specializzati operanti a livello centrale (come l’Istituto Superiore di Sanità) per verificare la reperibilità di strumenti che “Libera” fosse in grado di attivare.

“Libera”, assistita dal collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni – e formato anche dal professor Giacomo D’Amico e dagli avvocati Angioletto Calandrini, Francesca Re e Alessia Cicatelli – di fatto non può scegliere del suo fine vita: non può autosomministrarsi il farmaco letale a causa delle sue condizioni fisiche ma neanche ottenere la somministrazione del farmaco letale da parte del medico.

“La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione per motivi strettamente procedurali. Secondo i giudici, infatti, il tribunale di Firenze avrebbe dovuto fare una ricerca a livello nazionale, e non solo regionale, di un presidio che ‘Libera’ possa utilizzare per autosomministrarsi il farmaco.

La Corte non ha dichiarato infondata la questione. Anzi, ha dichiarato prive di fondamento tutte le eccezioni sollevate dall’Avvocatura di Stato e dagli intervenuti. È stato confermato dai Giudici che l’azione utilizzata era l’unico strumento per sollevare il dubbio di legittimità costituzionale dell’articolo 579 del codice penale che è l’unica norma che si frappone tra ‘Libera’ e il suo diritto ad autodeterminarsi.

Adesso torneremo davanti al tribunale di Firenze chiedendo con urgenza la verifica a livello nazionale che la Corte ha sollecitato tramite organismi tecnici del Ministero della salute, anche citato in giudizio nel ricorso introduttivo dinanzi al tribunale di Firenze ma che non ha fornito alcuna informazione utile, con la speranza che questa indagine si concluda positivamente e in tempi brevi, perché la malattia di ‘Libera’ avanza, le sue condizioni peggiorano e rischia di non veder rispettate la sua scelta già autorizzata dal Servizio sanitario nazionale ma non realizzata perché tecnicamente non può solo a causa del fattore tempo.

In ultimo, nella decisione emerge chiaramente il ruolo del Servizio sanitario nazionale nel fine vita nelle verifiche delle modalità di esecuzione della volontà della persona al contrario di quanto la maggioranza di Governo vuole fare escludendolo” dichiara l’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e legale di “Libera” di cui coordina anche il collegio di studio e difesa.

“Dalla decisione della Corte emerge chiaramente che il ruolo del Servizio sanitario nazionale è posto a garanzia delle persone malate che chiedono di procedere con il fine vita. Tutto ciò fa emergere che il disegno di legge all’esame della commissione al Senato, che esclude dalla procedura di verifica qualsiasi ruolo in capo al Servizio sanitario nazionale, non può essere neppure discusso. Chiediamo pertanto ai Parlamentari di respingere la proposta di legge presentata dal Governo e di approvare la legge di iniziativa popolare “Eutanasia legale”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.

“Libera” aveva chiesto che fosse rispettata la sua volontà di porre fine alle sue sofferenze, attraverso l’aiuto di un medico. Le sue condizioni erano state verificate da parte dell’ASL che aveva confermato la presenza di tutti i requisiti per l’accesso al suicidio medicalmente assistito stabiliti dalla sentenza 242 del 2019. L’azienda sanitaria aveva anche verificato che attualmente, almeno a livello regionale, non vi sono nel mercato dei dispositivi medici idonei all’autosomministrazione del farmaco per persone nelle condizioni di “Libera”.

Ma “Libera” non è fisicamente in grado di assumere autonomamente il farmaco letale: è completamente paralizzata dal collo in giù, ha difficoltà nel deglutire e dipende dai suoi caregiver per tutte le attività quotidiane. Ha rifiutato la sedazione profonda perché vuole essere lucida e cosciente fino alla fine. Per questo, aveva presentato un ricorso d’urgenza al tribunale di Firenze, con un’azione di accertamento, affinché, alla luce dell’impossibilità di autosomministrarsi il farmaco letale, autorizzi il medico di fiducia alla sua somministrazione. Questo intervento diretto del medico però oggi integrerebbe il reato di omicidio del consenziente, punito dall’articolo 579 del codice penale, con la reclusione fino a 15 anni.

Il tribunale di Firenze, il 30 aprile scorso, aveva quindi sollevato la questione di legittimità costituzionale sull’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente), che punisce con la reclusione fino a 15 anni “chiunque cagiona la morte di un uomo col consenso di lui”, senza ammettere eccezione alcuna, a differenza dell’attuale formulazione dell’articolo 580 che depenalizza l’aiuto al suicidio per persone nelle condizioni di “Libera”.

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“Libera” non potrà, per ora, essere aiutata da un medico nella somministrazione del farmaco letale.


“Libera”, 55enne toscana completamente paralizzata, non potrà, per ora, essere aiutata da un medico nella somministrazione del farmaco letale, come aveva chiesto.

Il giudice dovrà verificare a livello nazionale l’esistenza di strumentazioni per l’autosomministrazione. Filomena Gallo: “Chiederemo che lo faccia con urgenza”


La Corte costituzionale non ha preso una decisione sull’eutanasia per mano di un medico. Infatti, con la sentenza 132/2025 pubblicata oggi, ha dichiarato inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 579 del codice penale per difetto di motivazione circa la reperibilità dei dispositivi di autosomministrazione. Ha quindi deciso di non affrontare nel merito la questione di costituzionalità sollevata con il caso di “Libera”, 55enne toscana, affetta da sclerosi multipla progressiva, completamente paralizzata e impossibilitata ad autosomministrarsi il farmaco.

Secondo la Corte costituzionale era necessario che il tribunale di Firenze, prima di sollevare la questione di legittimità, oltre a chiamare in causa l’Azienda Sanitaria competente, coinvolgesse organismi specializzati operanti a livello centrale (come l’Istituto Superiore di Sanità) per verificare la reperibilità di strumenti che “Libera” fosse in grado di attivare.

“Libera”, assistita dal collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni – e formato anche dal professor Giacomo D’Amico e dagli avvocati Angioletto Calandrini, Francesca Re e Alessia Cicatelli – di fatto non può scegliere del suo fine vita: non può autosomministrarsi il farmaco letale a causa delle sue condizioni fisiche ma neanche ottenere la somministrazione del farmaco letale da parte del medico.

“La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile la questione per motivi strettamente procedurali. Secondo i giudici, infatti, il tribunale di Firenze avrebbe dovuto fare una ricerca a livello nazionale, e non solo regionale, di un presidio che ‘Libera’ possa utilizzare per autosomministrarsi il farmaco.

La Corte non ha dichiarato infondata la questione. Anzi, ha dichiarato prive di fondamento tutte le eccezioni sollevate dall’Avvocatura di Stato e dagli intervenuti. È stato confermato dai Giudici che l’azione utilizzata era l’unico strumento per sollevare il dubbio di legittimità costituzionale dell’articolo 579 del codice penale che è l’unica norma che si frappone tra ‘Libera’ e il suo diritto ad autodeterminarsi.

Adesso torneremo davanti al tribunale di Firenze chiedendo con urgenza la verifica a livello nazionale che la Corte ha sollecitato tramite organismi tecnici del Ministero della salute, anche citato in giudizio nel ricorso introduttivo dinanzi al tribunale di Firenze ma che non ha fornito alcuna informazione utile, con la speranza che questa indagine si concluda positivamente e in tempi brevi, perché la malattia di ‘Libera’ avanza, le sue condizioni peggiorano e rischia di non veder rispettate la sua scelta già autorizzata dal Servizio sanitario nazionale ma non realizzata perché tecnicamente non può solo a causa del fattore tempo.

In ultimo, nella decisione emerge chiaramente il ruolo del Servizio sanitario nazionale nel fine vita nelle verifiche delle modalità di esecuzione della volontà della persona al contrario di quanto la maggioranza di Governo vuole fare escludendolo” dichiara l’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e legale di “Libera” di cui coordina anche il collegio di studio e difesa.

“Dalla decisione della Corte emerge chiaramente che il ruolo del Servizio sanitario nazionale è posto a garanzia delle persone malate che chiedono di procedere con il fine vita. Tutto ciò fa emergere che il disegno di legge all’esame della commissione al Senato, che esclude dalla procedura di verifica qualsiasi ruolo in capo al Servizio sanitario nazionale, non può essere neppure discusso. Chiediamo pertanto ai Parlamentari di respingere la proposta di legge presentata dal Governo e di approvare la legge di iniziativa popolare “Eutanasia legale”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.

“Libera” aveva chiesto che fosse rispettata la sua volontà di porre fine alle sue sofferenze, attraverso l’aiuto di un medico. Le sue condizioni erano state verificate da parte dell’ASL che aveva confermato la presenza di tutti i requisiti per l’accesso al suicidio medicalmente assistito stabiliti dalla sentenza 242 del 2019. L’azienda sanitaria aveva anche verificato che attualmente, almeno a livello regionale, non vi sono nel mercato dei dispositivi medici idonei all’autosomministrazione del farmaco per persone nelle condizioni di “Libera”.

Ma “Libera” non è fisicamente in grado di assumere autonomamente il farmaco letale: è completamente paralizzata dal collo in giù, ha difficoltà nel deglutire e dipende dai suoi caregiver per tutte le attività quotidiane. Ha rifiutato la sedazione profonda perché vuole essere lucida e cosciente fino alla fine. Per questo, aveva presentato un ricorso d’urgenza al tribunale di Firenze, con un’azione di accertamento, affinché, alla luce dell’impossibilità di autosomministrarsi il farmaco letale, autorizzi il medico di fiducia alla sua somministrazione. Questo intervento diretto del medico però oggi integrerebbe il reato di omicidio del consenziente, punito dall’articolo 579 del codice penale, con la reclusione fino a 15 anni.

Il tribunale di Firenze, il 30 aprile scorso, aveva quindi sollevato la questione di legittimità costituzionale sull’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente), che punisce con la reclusione fino a 15 anni “chiunque cagiona la morte di un uomo col consenso di lui”, senza ammettere eccezione alcuna, a differenza dell’attuale formulazione dell’articolo 580 che depenalizza l’aiuto al suicidio per persone nelle condizioni di “Libera”.

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Anche in Lombardia sarà possibile depositare le DAT presso le strutture sanitarie


Ieri sera, durante la Sessione di Bilancio di Regione Lombardia, è stato approvato l’Ordine del Giorno a firma Paladini-Palestra (Patto Civico), promosso dall’Associazione Luca Coscioni, che impegna la Regione a dotarsi delle procedure necessarie per permettere ai cittadini e alle cittadine di depositare le proprie Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) anche presso le strutture sanitarie (ospedali e ASL), e non solo presso il Comune di residenza o presso un notaio, come attualmente previsto dalla legge 219/2017 sul “Consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento”. Il provvedimento prevede anche un impegno per garantire adeguata comunicazione e informazione ai cittadini.

Per Cristiana Zerosi, coordinatrice in Lombardia dell’Associazione Luca Coscioni “Si tratta di un segnale importante e di un impegno concreto da parte del Consiglio Regionale, rafforzato dallo stanziamento di 100.000 euro destinati all’implementazione e alla comunicazione di una possibilità prevista dalla normativa nazionale ma che, fino ad oggi, è rimasta poco fruibile. Finalmente, viene riconosciuto il ruolo centrale dell’organizzazione sanitaria regionale, la più competente ad attuare un diritto ancora poco accessibile anche in Lombardia, come dimostrano i dati che l’Associazione Luca Coscioni diffonde periodicamente, sia in termini di scarso accesso al deposito delle DAT, sia per la mancanza di adeguata informazione sul tema.

A riprova dell’importanza del fare informazione sul biotestamento vi è l’evidenza che i comuni lombardi con il maggior numero di depositi di DAT coincidono spesso con i territori in cui le associazioni e in particolare le cellule territoriali dell’Associazione Luca Coscioni svolgono attività di informazione, attraverso banchetti in strada o sportelli dedicati.

“L’Associazione Luca Coscioni – conclude Zerosi – vigilerà affinché, all’Ordine del Giorno approvato, segua la necessaria delibera attuativa, che permetterà concretamente ai cittadini lombardi che desiderano esprimere anticipatamente le proprie volontà sui futuri trattamenti sanitari di farlo nel luogo più idoneo: l’ospedale o le altre strutture del sistema sanitario, garantendo così la possibilità di esercitare pienamente il proprio diritto all’autodeterminazione”.

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In Valle d’Aosta è stata bocciata “Liberi Subito”


Il commento di Filomena Gallo e Marco Cappato: “La competenza regionale esiste, han scelto di far attendere i malati fino e oltre tre anni”


“Il Consiglio regionale della Valle d’Aosta si è dichiarato incompetente a normare ciò che il Servizio sanitario regionale è già obbligato a fare: dare risposta a chi chiede aiuto a morire”. Così Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria e co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, commentano la bocciatura della proposta di legge regionale Liberi Subito.

Nell’ultima seduta della legislatura, la proposta è stata respinta con 27 astensioni e 7 voti favorevoli (Progetto Civico Progressista, parte del Partito Democratico e un consigliere di Pour l’Autonomie). Il testo, depositato a febbraio 2024 dalle consigliere Erika Guichardaz e Chiara Minelli, riprendeva la legge di iniziativa popolare già approvata in Toscana, mentre il Consiglio ha preferito approvare una risoluzione che chiede al Parlamento una legge nazionale.

“Questa scelta è un atto di irresponsabilità verso le persone malate e verso i medici, che restano senza regole chiare e tempi certi. La competenza regionale esiste ed è stata già esercitata in Toscana, dove la legge è operativa nonostante l’impugnazione del Governo. Quando si vuole, si può”, affermano Gallo e Cappato. Fa specie che questa rinuncia all’attuazione dell’autonomia regionale già esistente arrivi proprio da chi fa dell’autonomia la propria bandiera politica, tanto da chiederne ancora di più.

L’Associazione Luca Coscioni ricorda che il suicidio medicalmente assistito è già legale in Italia grazie alla sentenza della Corte costituzionale 242/2019, e che una legge regionale come “Liberi Subito” serve a garantire tempi rapidi e procedure chiare per evitare attese di mesi o anni, come avvenuto per Federico Carboni e Laura Santi. Il Servizio sanitario regionale ha comunque il dovere di rispettare la sentenza “Cappato-Dj Fabo”, che impone un intervento tempestivo, come confermato dalle condanne subite dalle ASL che hanno rifiutato di procedere.

“Continueremo ad assistere chi chiede aiuto, a denunciare nei tribunali i ritardi delle ASL e ad accompagnare materialmente le persone che hanno diritto a esercitare la loro libertà di scelta, anche in Valle d’Aosta”, concludono Gallo e Cappato.

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Laura Santi è morta


Giornalista perugina, affetta da sclerosi multipla, è stata protagonista della campagna Eutanasia Legale

Si tratta della nona persona in Italia – la prima in Umbria – ad aver ottenuto il via libera al suicidio assistito. Mercoledì 23 luglio, alle ore 17:30, ci sarà un commiato civile presso la Casa Funeraria I.F.A. Passeri in via Gaetano Donizetti 115/A a Perugia


La vita è degna di essere vissuta, ma dobbiamo essere noi a decidere quando (Laura Santi)


Laura Santi, 50enne perugina, è morta a casa sua, a Perugia lunedì 21 luglio, a seguito della auto-somministrazione di un farmaco letale. Accanto a lei, suo marito Stefano, che le è sempre stato vicino anche negli ultimi anni di battaglia sul fine vita. Dopo anni di progressione di malattia e dopo l’ultimo anno di peggioramento feroce delle sue condizioni, le sue sofferenze erano diventate per lei intollerabili.

Affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla, la giornalista aveva avuto il via libera dalla sua ASL di riferimento il mese scorso dopo due anni e mezzo dalla sua richiesta per l’accesso al suicidio assistito e un lungo percorso giudiziario. Il farmaco e la strumentazione necessaria sono stati forniti dall’azienda sanitaria, mentre il personale medico e infermieristico che l’ha assistita nella procedura è stato attivato su base volontaria.

“La vita è degna di essere vissuta, se uno lo vuole, anche fino a 100 anni e nelle condizioni più feroci, ma dobbiamo essere noi che viviamo questa sofferenza estrema a decidere e nessun altro”, queste le parole di Laura Santi, affidate all’Associazione Luca Coscioni, di cui è stata attivista e consigliera generale.

“Io sto per morire. Non potete capire che senso di libertà dalle sofferenze, dall’inferno quotidiano che ormai sto vivendo. O forse lo potete capire. State tranquilli per me. Io mi porto di là sorrisi, credo che sia così. Mi porto di là un sacco di bellezza che mi avete regalato. E vi prego: ricordatemi. Sì, questo ve lo chiedo, ricordatemi. E nel ricordarmi non vi stancate mai di combattere. Vi prego, non vi rassegnate mai. Lo so, lo so che lo fate già, però non vi rassegnate mai. Non vi stancate mai, anche quando le battaglie sembrano veramente invincibili”.


Laura Santi ha dovuto affrontare un lungo e complesso iter giudiziario, civile e penale, per vedere riconosciuto il diritto ad accedere al suicidio medicalmente assistito.

Dopo tre anni dalla richiesta iniziale alla ASL, due denunce, due diffide, un ricorso d’urgenza e un reclamo nei confronti dell’azienda sanitaria, solo nel novembre 2024 ha ottenuto una relazione medica completa che attestava il possesso dei requisiti stabiliti dalla sentenza 242\2019 della Corte costituzionale e a giugno 2025 la conferma dal collegio medico di esperti e poi del comitato etico sul protocollo farmacologico e delle modalità di assunzione.

➡ La lettera di saluto di Laura


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Laura Santi ha resistito per anni in condizioni di sofferenza inimmaginabile. Lo ha fatto anche per difendere le libertà fondamentali di tutti noi. Ora ci lascia forza e amore per proseguire la sua lotta. Un abbraccio a Stefano, e con lui alle persone che le hanno voluto bene.


In Valle d’Aosta comincia domani la discussione su “Liberi Subito”


Entra ufficialmente nel calendario dei lavori del Consiglio regionale della Valle d’Aosta la proposta di legge regionale “Liberi Subito”, volta a garantire tempi e procedure certe per l’accesso al suicidio medicalmente assistito, nel rispetto dei principi indicati dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale.

La discussione della proposta figura infatti nel calendario del Consiglio regionale per i lavori dal 22 al 24 luglio, come punto 12 dell’ordine del giorno e confidiamo che il Consiglio affronti il tema con serietà e responsabilità verso i propri cittadini come già fatto dalla Regione Toscana.

Il testo della proposta, depositato nel febbraio 2024 dalle consigliere regionali di opposizione Erika Guichardaz e Chiara Minelli, ha iniziato l’iter di discussione il 3 luglio dello scorso anno. L’approvazione del testo rappresenterebbe un primo passo per regolamentare, nel rispetto dei principi costituzionali e delle competenze regionali, l’accesso al suicidio medicalmente assistito per le persone che si trovano nelle condizioni definite dalla sentenza 242/2019: persone maggiorenni, capaci di autodeterminarsi, affetti da patologie irreversibili e fonte di sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili, tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale.

“A quasi sei anni dalla sentenza 242 – dichiara Marco Cappato – non possiamo accettare che i cittadini debbano ancora affrontare ostacoli, attese e arbitri, pur avendo diritto ad accedere legalmente al suicidio assistito. La proposta “Liberi Subito” si muove nel solco tracciato dalla Corte costituzionale nel rispetto delle competenze regionali. Non introduce quindi un nuovo diritto, ma si limita a regolamentare le procedure sanitarie di accertamento delle condizioni di salute della persona che fa richiesta di accesso alla pratica. Auspichiamo che il Consiglio regionale della Valle d’Aosta, al di là delle appartenenze politiche, dia prova di responsabilità e rispetto per la volontà delle persone malate”.

— Approfondimento: le Regioni coinvolte dalle Proposte di legge sul Fine vita —


La sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani, garantisce l’accesso all’aiuto alla morte volontaria, il cosiddetto “suicidio assistito” nel nostro Paese, individuando determinate condizioni per la persona malata che ne faccia richiesta che devono essere verificate dal Servizio Sanitario Nazionale.

Il Servizio Sanitario però non garantisce tempi certi per effettuare le verifiche e rispondere alle persone malate che hanno diritto di porre fine alla propria vita. Per questo motivo, nel rispetto delle competenze regionali, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso a livello nazionale la campagna “Liberi Subito” con raccolta firme per proposte di legge regionali che garantiscano il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi certi, adeguati e definiti.

➡ Per conoscere lo stato dell’arte delle singole iniziative CLICCA QUI


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Senza giustizia internazionale, resta solo la legge del più forte e della guerra. Ecco perché in molti vogliono sbarazzarsi della Corte penale internazionale. Proprio per questo dobbiamo difenderla, insieme. Come Eumans abbiamo manifestato vicino alla FAO, dove fu approvato lo Statuto della Corte 27 anni fa.

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Diranno che è inutile, che l'eutanasia in Italia non passerà mai. Ma grazie alla disobbedienza civile e firme, abbiamo già conquistato tanto. Ora tocca all'Eutanasia Legale. La legge è pronta, l’abbiamo depositata oggi. Il Parlamento non ha più scuse.