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Le minacce di Elon Musk agli ebrei sono solo un segnale della pericolosità degli oligarchi tecnologici e del loro strapotere
Questa settimana Elon Musk ha lavorato con soggetti apertamente antisemiti per mobilitare le persone contro l'Anti-Defamation League, accusando il popolo ebraico del calo delle vendite pubblicitarie (causato dai suoi sforzi per accogliere nuovamente su Twitter gli autoproclamati nazisti).Ora, in dialogo con uno di questi bigotti, Musk promette di fare un “gigantesco scarico di dati” sull’ADL e altri gruppi, con il presumibile obiettivo di consentire agli antisemiti di molestare, attaccare e uccidere le persone.
Nel 2022 avevamo avvertito che Musk aveva preso il controllo di Twitter con l’obiettivo esplicito di conquistare territorio per l’estrema destra, ma nemmeno noi ci aspettavamo che andasse così lontano, così in fretta.
Morte al fascismo.🏴
Link al post di @crimethink@todon.eu
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intervento del nostro compagno Vincenzo Colaprice, al dibattito ““Struggles and alternatives for a Europe of peace, progress, cooperation”. al Festival do Avante
Vincenzo Colaprice* Care compagni, Vorrei iniziare questo il mio intervento confessando che è un onore ed un piacere immenso per me poter intervenire inRifondazione Comunista
Etiopia, continua occupazione eritrea, abusi e violenze ad Irob, Tigray
Nel distretto di Irob, nell’ area nord orientale del Tigray, continua l’occupazione degli eritrei. Dopo 2 anni di guerra dai risvolti genocidi ed etnici, oggi, dopo 10 mesi passati dalla firma dell’accordo di cessazione ostilità, tali forze continuano con atti violenti, blocco all’accesso umanitario, rapimenti e stupri.
Lo riporta Addis Standard attraverso le recenti testimonianze del popolo tigrino.
Le autorità del distretto hanno denunciato il rapimento di 28 giovani negli ultimi 10 mesi.
Irob è una tra le più piccole minoranze etniche (conta circa 41000 persone) tra le più di 80 presenti in Etiopia. Mai come oggi, dopo 3 anni (tra pandemia e guerra) continua a rischiare di sparire insieme alla sua storia, cultura e lingua, il Saho.
Eyasu Misgina, amministratore dell’ Irob goesda, ha dichiarato che le attività di rapimento sono iniziate con lo scoppio della guerra genocida il 4 novembre 2020. Una madre di Irob ha denunciato che alcuni suoi figli sono stati rapiti nel novembre 2022 dalle forze eritree, subito dopo i negoziati di tregua sostenuti a Pretoria.
“Un certo numero di forze armate sono venuti a casa nostra e hanno preso mio figlio. Hanno detto che volevano che li aiutasse a trasportare le merci. Non è mai tornato a casa e non so dove sia mio figlio”
La donna ha aggiunto che nel giro di una settimana sono stati portati via altri 6 giovani dal loro villaggio. Queste persone non possedevano né armi né facevano parte di milizie o gruppi armati e che se avessero saputo dei rapimenti precedenti, sarebbero fuggiti in luoghi più sicuri. L’occupazione attuale delle forze eritree nel villaggio impedisce ai civili di spostarsi e lavorare.
Altri due residenti hanno condiviso tali affermazioni denunciando il governo federale e quello regionale perché non li tutelano da queste violazioni e crimini, aggiungendo che chi cerca di fuggire dal distretto di Irob rischia di essere arrestato con l’ ipotesi di essere spia eritrea.
Un altro testimone ha dichiarato:
“La pulizia etnica viene portata avanti attraverso diverse tattiche e almeno 36 giovani sono stati rapiti dalle forze eritree, nonostante l’accordo di pace”, ha detto. “La gravità della situazione viene ignorata, con le persone che soffrono la fame, la mancanza di forniture mediche e l’impossibilità di accedere agli aiuti umanitari.”
Secondo i residenti di Irob, le comunicazioni e i servizi pubblici rimangono interrotti. Eccezione della sede dell’amministrazione wereda [distrettuale], Dawhan.
Il corridoio umanitario è ancora bloccato dalle truppe eritree, soprattutto nei quattro kebeles sotto il controllo eritreo: Eindalgeda, Agerlekema, Weratile e Alitena.
Eyasu ha confermato casi di rapimenti e violenze sessuali nella regione. Ha rivelato che più di 30 ragazze e donne sono state violentate sessualmente, con 4 casi di rapimento ufficialmente segnalati.
Tuttavia, a causa di problemi di sicurezza e influenze culturali, molti altri casi potrebbero non essere stati segnalati.
“La mancanza di resoconti accurati rende difficile determinare il numero esatto di ragazze e donne che hanno subito violenza sessuale e schiavitù.”
La situazione a Irob è profondamente preoccupante
La situazione a Irob è profondamente preoccupante, con rapimenti dilaganti e violenze sessuali che si verificano insieme alla fame, che ha causato numerose vittime.
Come riporta Addis Standard:
“La maggior parte della comunità fa affidamento sull’agricoltura per il proprio sostentamento, ma forze esterne hanno ostacolato la loro capacità di farlo. Inoltre c’è una grave carenza di aiuti umanitari e medicinali.”
Eyasu ha rivelato che, a seguito di un accordo di pace, oltre 65 residenti sono morti di fame e per mancanza di accesso medico, e altre 162 persone sono attualmente a rischio.
La strada principale che collega Irob alla città di Adigrat è completamente bloccata dalle forze eritree.
A causa delle restrizioni imposte dalle forze eritree, gli Irob sono stati isolati dalle loro famiglie e parenti che risiedono in diverse aree sotto il controllo eritreo. Questa mancanza di mobilità e le intimidazioni hanno impedito loro di ricevere qualsiasi aiuto umanitario, nonostante i numerosi appelli.
Nell’agosto 2023, la Irob Advocacy Association ha inviato una lettera con richiesta urgente al primo ministro etiope Abiy Ahmed per assistenza umanitaria verso la popolazione di Irob. La lettera sottolinea la terribile crisi umanitaria nella regione, compresi i problemi di fame, malnutrizione, malattie e sfollamenti. Richiesta di dialogo con le autorità eritree per porre fine all’occupazione e riaprire la strada di accesso da Adigrat a Irob.
Questa strada consentirebbe il facile accesso verso il distretto di Irob da parte del supporto umanitario per fornire aiuti come cibo di emergenza, acqua, medicine, ripari e altri beni necessari alla sopravvivenza del popolo di Irob.
Irob Advocacy Association ha inolte condiviso un report in cui denuncia e documenta le atrocità commesse contro la comunità Irob dallo scoppio, durante la guerra e nel periodo post bellico in Tigray: il rapporto evidenzia numerose atrocità, tra cui esecuzioni sommarie di donne e bambini, uccisioni di civili e distruzione e saccheggio di proprietà, tutte perpetrate dalle forze eritree.
La settimana scorsa, i corpi di 25 civili che hanno tragicamente perso la vita durante il violento conflitto a Irob sono stati finalmente sepolti all’interno di una chiesa dopo essere stati riesumati, precedentemente sepolti in maniera sparsa in terreni agricoli (Foto: Amministrazione Irob Woreda)
@Intelligenza Artificiale
"Sebbene il progetto di legge UE sull’intelligenza artificiale proibisca le “tecniche subliminali” dannose, non definisce chiaramente il termine: suggeriamo una definizione più ampia che copra i casi problematici di manipolazione senza sovraccaricare i regolatori o le aziende"
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“L’INNOVAZIONE NELL’ERA DELLA AI GENERATIVA”
Domani a partire dalle 14 avrò il piacere di partecipare all’ incontro organizzato da MediaDuemila e moderato da Maria Pia Rossignaud per parlare dell’ innovazione nell’ era della Ai generativa e della privacy. Qui il link per seguirci meet.google.com/cii-fmtu-exj?h…
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È fondamentale non dare più spazio ai negazionisti climatici: la nostra risposta di Valigia Blu a un lettore sull’articolo dei quattro fisici italiani ritirato dalla casa editrice
@Giornalismo e disordine informativo
La vicenda ci dice che i direttori delle riviste dovrebbero essere un po' più attenti quando pubblicano articoli con analisi e conclusioni potenzialmente controverse. Questo non vuol dire che non debbano essere pubblicati, ma solo che vale la pena assicurarsi che vengano esaminati in modo approfondito e attento prima di pubblicarli
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Gatta Cikova reshared this.
rag. Gustavino Bevilacqua reshared this.
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Etiopia, appello per chiedere giustizia e sicurezza per il popolo del Tigray
Etiopia, appello da parte dell’ Associazione degli studiosi delle università del Tigray – TUSA al governo temporaneo, Interim Regional Administration – IRA del Tigray, per perseguire giustizia e sicurezza per il popolo tigrino.
Oggetto: pretendere la sicurezza dei cittadini
Il popolo del Tigray ha pagato e paga un prezzo altissimo per la pace e la sicurezza dei popoli. Soprattutto negli ultimi cinque anni, la popolazione del Tigray ha pagato un prezzo elevato per mantenere la pace e la sicurezza e garantire il diritto umano e legale di vivere ovunque si trovi. Nel processo, un trattato firmato a Pretoria istituì
un’amministrazione provvisoria.
Tuttavia, negli ultimi mesi, i crimini sono aumentati in varie città e aree rurali del Tigray, con persone uccise, mutilate, rapite e saccheggiate. Ad esempio, due gravi crimini si sono verificati a Macallè durante il festival di Ashenda. Con tali crimini, la gente in generale e coloro che venivano per la festa in particolare, dovettero perdere la fede e la paura. L’omicidio di nostra sorella Zewdu Haftu in particolare è stato unico, orribile e scioccante. È necessario adottare estrema cautela e azioni immediate per evitare che questi fenomeni degenerino in crimini strutturali peggiori.
È noto che dopo un’invasione devastante si verificheranno varie crisi sociali e crimini. I crimini nel Tigray, però, non sono mitigati solo da questo; I fenomeni sembrano invece essere sintomi di problemi politici e sociali molto gravi, poco definiti e complessi. Questo è un momento in cui i cittadini lavorano 24 ore al giorno per recuperare e ricostruire l’economia del Tigray che è stata deliberatamente distrutta dagli invasori. Vorremmo quindi sottolineare che è necessario un elevato livello di consapevolezza sociale per chiarire le cause profonde di questi diversi crimini e crisi e trovare soluzioni.
Comprendiamo che il problema segnalato non è nuovo e sono state date varie risposte. In pratica, tuttavia, invece di ridurre la criminalità e le minacce alla pace e alla sicurezza, stanno aggravando la situazione. Per questo la gente perde la speranza e la fiducia. Pertanto, riteniamo che questo problema debba essere risolto senza indugio. Inoltre, invitiamo le persone a garantire la sicurezza e l’incolumità del Tigray mobilitandosi e cooperando.
Associazione degli studiosi delle università del Tigray
Macallè, TigrayTUSA appello per giustizia e sicurezza per il popolo del Tigray, Etiopia
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Etiopia, USA ed Europa hanno già scelto le sorti per la giustizia e le vittime della guerra genocida in Tigray
Etiopia, le autorità devono garantire agli investigatori indipendenti e ai media accesso illimitato alla regione di Amhara per indagare sulle violazioni in stato di emergenza.
Questo è l’appello condiviso venerdì 18 agosto da Amnesty International per la recente crisi che ha destabilizzato con abusi e violenze la regione Amhara.
La diaspora e la società civile amahra ha protestato contro le politche sanguinarie del Premier etiope.
L’ Associaz. All United Amhara il 22 agosto 2023 era presente al Park di Sandton, Johannesburg, in Sud Africa durante il Summit del BRICS 2023.
Indagini sulla responsabilità dei crimini di guerra in Tigray ancora in corso
Percorso ed indagini dell’ International Commission of Human Rights Experts on Ethiopia – ICHREE che per il Tigray non si sono ancora concluse. Il governo etiope ha fatto vari tentativi di bloccare il mandato della Commissione di investigazione sui crimini in Tigray.
Lunedì 21 agosto Wegahta Fact Check denuncia che:
“Il 18 agosto 2023, più di 4.000 persone di etnia tigrina sono state arbitrariamente detenute nel #Tigray occidentale.
Le autorità di Amhara e le forze di sicurezza hanno radunato oltre quattromila tigrini innocenti rimasti nel Tigray occidentale occupato e li hanno tenuti in celle e prigioni sovraffollate.
Secondo le nostre fonti dal Tigray occidentale, 1.200 detenuti sono detenuti ad #Adebay, 130 ad #AdiGoshu, 2.000 a #Humera, 300 a #Rawyan e 500 nelle carceri e nei centri di detenzione di #Baeker.
Tra i detenuti nelle celle e nelle carceri sovraffollate sono bambini vulnerabili, madri incinte e anziani.
Sono stati arrestati perché tigrini, contrari all’occupazione di Amhara e sospettati di condividere informazioni con persone al di fuori del Tigray occidentale.
Alcuni vengono trattenuti per un paio di giorni mentre altri languiscono lì per anni.
Ci è stato anche detto che in questi luoghi di detenzione la tortura e la violenza sessuale contro i detenuti sono una routine.
Da quando è iniziata la guerra dell’#Etiopia contro il #Tigray nel novembre 2020, il Tigray occidentale è stato il luogo delle peggiori atrocità tra cui massacri, bombardamenti indiscriminati, saccheggi,
espulsione forzata su larga scala e stupro sistematico.
Il 20 marzo 2023 il segretario di stato americano @SecBlinken ha stabilito che è stata commessa pulizia etnica nel #WesternTigray. Ma nessuna azione significativa è stata intrapresa contro i responsabili dei crimini.
Il 22 aprile HRW e Amnesty hanno anche riferito che “le forze che controllano la zona del Tigray occidentale, con il sostegno e la complicità delle forze etiopi ed eritree, hanno condotto una prolungata campagna di pulizia etnica contro i residenti del Tigray nell’area.”
Mercoledì 29 agosto fa seguito la denuncia di Marta Hurtado, portavoce dell’ Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani – OHCHR: Etiopia: peggioramento della situazione dei diritti umani Di seguito un sunto:
Siamo molto preoccupati per il deterioramento della situazione dei diritti umani in alcune regioni dell’Etiopia.Nella regione di Amhara, in seguito al divamparsi degli scontri tra i militari etiopi e le milizie regionali di Fano, e alla dichiarazione dello stato di emergenza il 4 agosto, la situazione è notevolmente peggiorata.
da luglio sono almeno 183 le persone uccise negli scontri.
segnalazioni secondo cui più di 1.000 persone sono state arrestate in tutta l’Etiopia in base a questa legge. Molti degli arrestati sarebbero giovani di etnia Amhara sospettati di essere tifosi di Fano.
arrestati almeno tre giornalisti etiopi che si occupavano della situazione nella regione di Amhara. Secondo quanto riferito, i detenuti sono stati collocati in centri di detenzione improvvisati privi di servizi di base.
almeno 250 cittadini di etnia tigrina sarebbero stati detenuti nell’area contesa del Tigray occidentale.
Tra le continue accuse di violazioni e abusi dei diritti umani, anche la situazione in Oromia è preoccupante.
Un appello congiunto di varie agenzie (quasi nella totalità di origini africane) del 23 febbraio 2023, hanno fatto esplicita richiesta agli stati membri e agli osservatori del consiglio dell’ ONU “affinché blocchino gli sforzi dell’Etiopia per porre fine al mandato dell’ICHREE e per confermare il vostro sostegno all’ICHREE e la protezione dell’integrità del Consiglio per i diritti umani e dei suoi organi incaricati.”
L’UE e i suoi membri difenderanno la giustizia in Etiopia?
Venerdì 25 agosto, Laetitia Bader, direttrice di HRW – Human Rights Watch per il Corno d’Africa si chiede se “L’UE e i suoi membri difenderanno la giustizia in Etiopia?” condividendo le sue osservazioni.
“Quando i combattimenti erano al culmine, l’UE ha contribuito a spingere l’ago sulla responsabilità. Ha guidato la creazione della Commissione internazionale di esperti sui diritti umani sull’Etiopia , un’inchiesta indipendente che raccoglie e preserva prove di crimini internazionali per futuri procedimenti giudiziari sotto il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite.Con il rinnovo della commissione in discussione al Consiglio per i diritti umani di settembre, non è ancora chiaro se l’UE e i suoi Stati membri continueranno a sostenere le indagini cruciali. Oppure, invece, cercare relazioni più fluide e accettare le misure di responsabilità dell’Etiopia, in gran parte di facciata, che difficilmente garantiranno l’accesso delle vittime a una giustizia credibile.”
Lo stesso giorno GCR2P – Global Centre for the Responsibility to Protect pubblica una lettera congiunta con oggetto “Preoccupazioni per la cessazione anticipata della Commissione d’inchiesta sulla situazione nella regione del Tigray della Repubblica Federale d’Etiopia”
Approfondimento: Etiopia, Perseguire Crimini Contro l’Umanità: Dov’é La Legge?
Contemporaneamente un collettivo di diversi gruppi rivolti alla tutela e giustizia dei diritti umani, ha diffuso un appello congiunto esprimendo la loro grave preoccupazione per l’incapacità della Politica di Giustizia Transitoria (TJPE) stabilita in Etiopia.
Nella lettera viene sottolineato:
“Questa politica trascura in modo preoccupante la necessità di ottenere l’approvazione delle vittime, delle comunità direttamente colpite, delle principali parti interessate e dei rappresentanti dei punti caldi delle guerre e delle atrocità, in particolare nel Tigray”
E chiosa:
“Il sistema giudiziario etiope è palesemente privo dell’indipendenza, dell’imparzialità, della capacità e persino della giurisdizione necessarie riguardo alle atrocità commesse dal governo eritreo, necessarie per garantire la responsabilità degli attori statali e delle forze di sicurezza”
Concludendo:
“La dichiarazione congiunta chiede alla comunità internazionale, in particolare ai membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e del Consiglio per i Diritti Umani, di estendere ed espandere il mandato dell’ICHREE. “Crediamo che l’ICHREE sia posizionata in modo unico e meglio attrezzata per stabilire in modo indipendente e imparziale la verità globale, date le limitazioni locali e la mancanza di fiducia nei meccanismi nazionali”
A conferma di tale preoccupazione c’è la notizia diffusa da Africa Intelligence che riporta:
“Infelssibile alle critiche, il governo federale continua le sue consultazioni a livello nazionale sulla giustizia di transizione. Il gruppo di lavoro di esperti sulla giustizia di transizione etiope ha inviato una delegazione in Tigray, a Mekelle, Shire, Adigrat, Maichew e Axum all’inizio di questo mese. Durante gli incontri il gruppo è stato accusato dall’ elite tigrina, tra l’altro, di mancanza di inclusività.“
Lunedì 28 agosto 2023 il Dipartimento di Stato Americano segnala che l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Corno d’Africa Mike Hammer si recherà a Nairobi, Kenya, e Addis Abeba, Etiopia, dal 28 agosto all’8 settembre, dove incontrerà funzionari kenioti ed etiopi, l’Unione africana, l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo e altri partner internazionali.
Discuterà della crisi in corso in Sudan e degli sforzi regionali e internazionali per porre fine alla violenza, stabilire un governo democratico e sostenere la giustizia e la responsabilità.
In Etiopia, discuterà anche dell’attuazione continua dell’accordo sulla cessazione delle ostilità, nonché solleciterà la protezione dei civili e una risoluzione negoziata dei conflitti in corso nelle regioni di Amhara e Oromia.
Un palliativo diplomatico per rassicurare l’opinione pubblica che gli USA stanno dalla parte della risoluzione pacifica, ma subordinata alla tutela degli accordi e soprattutto delle loro risorse in gioco.
USA ed Europa, da ormai più di 2 anni dallo scoppio della guerra genocida in Tigray, si sono dimostrati bravi a condividere comunicati di preoccupazione diplomatica, nel contempo stando attenti a non compromettere la loro posizione negli accordi pregressi e per quelli futuri con il Paese Etiopia.
I leaders del così detto occidente continuano ad attendere i momenti più propizi in tutela delle risorse riservate in Etiopia. Basti pensare ai numerosi appelli della diaspora tigrina mai accolti o corrisposti, o dei finanziamenti del governo Meloni, pari a 182 milioni per i prossimi 3 anni che sono come briciole per il supporto e lo sviluppo economico dela filiera agro alimentare e del caffé per gli etiopi.
Un caffé macchiato con un po’ di neo colonialismo
La schiavitù economica dell’ Africa mascherata da progetti di sviluppo e cooperazione internazionale.
Il caso Italia Etiopia e la filiera del caffé
Le grandi aziende italiane del caffè nel 2022 hanno fatturato 5,8 miliardi di euro. La Germania per esempio, che NON è produttore di caffé, ne guadagna 6,8 MLD. Oggi la filiera del caffé, mercato florido, sta aumentando sempre più la sua espansione, con la tendenza di un 10% ogni anno per i prossimi 5.
Il gov. Meloni ha ospitato in Italia il Premier etiope Abiy Ahmed Ali. La premier italiana senza preoccuparsi di chiedere giustizia per le 800.000 vittime della guerra genocida di 2 anni in Tigray, ha fatto all-in siglando accordi con l’Etiopia e la sua filiera agro-alimentare per un valore totale di 182 milioni di Euro per 3 anni (2023/2025): 42 MILIONI dedicanti al comparto del caffé.
Il viaggio successivo della PM Meloni ad abbracciare i bambini ad Addis Abeba, sventolanti il tricolore, è stato pura propaganda per vendere il Piano Mattei per l’Africa agli italiani.
Il business del caffé nel mondo è di 460 MILIARDI di dollari con un aumento del 20% nei prossimi 5 anni.
I produttori di caffé nel mondo ricavano un totale di 25 MILIARDI.
La quota dell’AFRICA è di soli 2,4 MILIARDI. (meno della metà del fatturato italiano)
La strategia di USA ed Europa in tutela delle risorse
A conferma della strategia di tutela delle risorse a discapito dei diritti universali degli individui gli USA hanno bloccato una precedente indagine legale per determinare genocidio in Tigray per dare tempo alla “diplomazia” di fare il suo corso per una risoluzione pacifica tra governo etiope e membri del TPLF: è passato un anno prima che arrivasse l’accordo di tregua, mentre prima e anche dopo sono continuati e stanno continuando violenze ed abusi (anche dello stesso accordo). Crimini come stupri, deviazioni degli aiuti alimentari umanitari e attività di pulizia etnica sul popolo civile tigrino da parte delle forze amhara.
L’approccio che traspare dalla politica estera USA ed Europa è che i progetti di cooperazione con l’Africa possono essere assimilati come elemosina che puzza di attività colonialista fornendo supporto allo sviluppo per i popoli africani, mantenendoli nel contempo in costante stato d’emergenza. Le risorse della ricca Africa sono sempre più contese a livello globale.
La guerra in Tigray, l’instabilità in Amhara e in Oromia non possono essere confermate come proxy war, ma sicuramente sono funzionali ai giochi d’interesse di forze esterne allo stato sovrano etiope, che attendono come avvoltoi l’occasione per arrivare alle risorse e al posizionamento geo politico: sia mai che USA ed Europa al segioto si facciano sfuggire l’egemonia nel Corno d’Africa da Cina e Russia, capofila del BRICS e che hanno accolto recentemente anche l’Etiopia.
In tutto questo contesto giustizia e tutela di diritti e della vita di milioni di persone sono ancora in attesa per lasciare spazio per i giochi di potere dei moderni colonialisti.
Etiopia, “Il marciume è molto più profondo”, decenni di manipolazione degli aiuti umanitari
La polizia regionale del Tigray in Etiopia ha cercato di interrogare almeno tre membri dello staff locale del Programma alimentare mondiale , innescando uno stallo diplomatico con l’agenzia alimentare con sede a Roma – l’ultimo sviluppo nel furto di aiuti alimentari che ha devastato il paese all’inizio di quest’anno, secondo tre fonti umanitarie che hanno familiarità con la questione.
L’ agenzia alimentare delle Nazioni Unite – i cui lavoratori godono dell’immunità per le attività ufficiali delle Nazioni Unite – non ha ancora ottemperato alla richiesta e ha chiesto chiarimenti al ministero degli Esteri etiope per determinare se ci siano i motivi per farlo.
Non è chiaro se gli operatori umanitari delle Nazioni Unite siano sospettati di coinvolgimento nell’ampio scandalo sulla deviazione degli aiuti alimentari che ha portato quest’anno alla chiusura delle massicce operazioni di aiuto alimentare delle Nazioni Unite in Etiopia, o se si ritiene semplicemente che siano a conoscenza dello scandalo.
L’ indagine sul Tigray , che ha già portato all’arresto di sospetti, è una delle numerose indagini sulla deviazione illegale di aiuti. L’ Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale , il governo etiope e il WFP hanno tutti indagini in corso su queste trasgressioni.
Un portavoce del WFP ha rifiutato di commentare la richiesta, ma ha affermato che il WFP “si sta impegnando a stretto contatto con le autorità regionali, comprese le autorità regionali del Tigray, nell’ambito delle loro indagini e continuerà a farlo volontariamente e come appropriato, in linea con lo status di WFP come un’organizzazione pubblica internazionale”.
La mossa arriva quasi tre mesi dopo che gli aiuti alimentari sono stati completamente tagliati in Etiopia, un paese dove 20 milioni di persone fanno affidamento su tale assistenza per sopravvivere.
Lo stop è iniziato a marzo, dopo che il WFP e l’USAID hanno scoperto il furto diffuso dei suoi aiuti alimentari in tutto il Tigray, una regione martoriata da due anni di guerra civile e da livelli di fame debilitanti. Ben presto divenne chiaro l’ampiezza del racket e all’inizio di giugno la sospensione degli aiuti alimentari fu estesa a livello nazionale.
Anche se gli aiuti hanno cominciato ad arrivare al Tigray alla fine del mese scorso, il mondo sta ancora cercando di capire di chi è la colpa. Ma per molti la risposta è ovvia.
Tutti sono colpevoli. E non è una novità.
“Se vogliamo analizzare la deviazione degli aiuti, dobbiamo iniziare dall’inizio”, ha affermato David Del Conte, che è stato vicedirettore nazionale dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari in Etiopia dal 2012 al 2016. “ La negazione degli aiuti umanitari e la loro manipolazione sono profondamente radicati nell’esperienza etiope”.
Furti diffusi, colpe diffuse
All’inizio di quest’anno, il WFP e l’USAID hanno trovato più di 7.000 tonnellate di grano rubato e 215.000 litri di olio alimentare nei mercati commerciali del Tigray. A giugno, l’USAID aveva visitato i campi profughi, i mercati dei villaggi e 63 mulini in tutta l’Etiopia, riscontrando vari livelli di furto in ciascun luogo, secondo un portavoce dell’USAID.
Nel Tigray, il dirottamento – così diplomaticamente descritto il furto dal WFP e dall’USAID – è avvenuto in due forme, secondo un esperto del governo americano informato sulla questione. Il primo era l’assistenza alimentare venduta nei mercati commerciali. Il secondo riguarda gli aiuti alimentari forniti al Fronte popolare di liberazione del Tigray, o TPLF, le forze ribelli al centro della guerra biennale nel nord del paese, come sforzo da parte dei funzionari federali per tenere sotto controllo questi gruppi di miliziani.
Altri non sono d’accordo e credono che la deviazione sia stata il risultato della manipolazione diretta da parte del TPLF, sostenendo che la sua leadership ha sostanzialmente controllato il Tigray negli ultimi due anni.
Un portavoce del WFP ha affermato che l’indagine dell’ispettore generale del WFP “non si è conclusa” e che l’agenzia alimentare ha fornito aggiornamenti sui progressi al suo comitato esecutivo, composto da 36 stati membri, e continuerà a farlo. Ma la decisione se rendere pubblici questi risultati è a discrezione dell’ispettore generale, ha aggiunto il portavoce, rendendo non chiaro quante informazioni vedranno la luce.Un convoglio di camion del WFP che trasportava generi alimentari per le vittime della guerra parcheggiato presso un checkpoint chiuso che porta alla regione del Tigray in Etiopia nel giugno 2021. Foto di: Stringer / Reuters
La crisi degli aiuti ha gettato un’attenzione poco lusinghiera sui controlli lassisti sulla distribuzione del cibo e di altri aiuti internazionali nelle zone di crisi. Gli alti funzionari del WFP si sono incontrati a porte chiuse la scorsa settimana per discutere le preoccupazioni circa le prospettive di diversione degli aiuti in tutta la regione, tra cui Somalia, Sudan e Sud Sudan, ha aggiunto il funzionario.
Funzionari delle Nazioni Unite affermano di non avere alcuna indicazione che la crisi degli aiuti in Etiopia si sia diffusa ad altri paesi. Ma notano che anche prima dell’ultimo scandalo avevano già iniziato una revisione globale delle loro operazioni in 31 stazioni di servizio. Le lezioni apprese da questo esercizio verranno infine applicate a tutte le operazioni del WFP in tutto il mondo.
Il WFP “rivede costantemente le sue operazioni globali per migliorare il modo in cui forniamo e forniamo supporto in modo efficace ed efficiente”, ha detto a Devex il portavoce del WFP. “Pertanto, il WFP sta conducendo una revisione globale per rafforzare la nostra già solida supervisione e i nostri controlli per garantire che l’assistenza alimentare e umanitaria venga ricevuta solo dai destinatari previsti, ovunque lavoriamo”.
“Non temiamo che la situazione ancora oggetto di indagine in Etiopia abbia dimensioni regionali”, ha detto a Devex un alto funzionario delle Nazioni Unite. Detto questo, l’Etiopia “amplifica” una questione più ampia sui rischi di operare in ambienti ad alto rischio in tutto il mondo.
“Dobbiamo esaminare attentamente e piuttosto rapidamente le altre operazioni per assicurarci di fare tutto il possibile per garantire che gli aiuti raggiungano le persone”, ha detto il funzionario. Tuttavia, “è necessario comprendere ciò che non è sotto il nostro controllo. Quando si verifica un crollo della legge e dell’ordine, non saremo in grado di garantire che i beneficiari possano mantenere l’assistenza, anche se abbiamo fatto tutto il possibile per indirizzarli”, ha aggiunto il funzionario.
Allo stesso tempo, il WFP è ansioso di riprendere il proprio lavoro in Etiopia. Alla fine di luglio, il WFP ha iniziato a testare nuove misure per fornire assistenza alimentare nel Tigray con pratiche di monitoraggio rafforzate, ripristinando una frazione degli aiuti originali per poco più di 100.000 persone aventi diritto, ha detto un portavoce del WFP.
Ma quella ripresa non è stata presa alla leggera. L’USAID ha descritto la deviazione come “estrema” e “coordinata” in una dichiarazione a Devex. Oltre a ciò, diverse persone – alcune delle quali hanno parlato con Devex in forma anonima – hanno affermato che la manipolazione degli aiuti umanitari è da tempo la norma in Etiopia. Che ciò sia stato orchestrato da gruppi ribelli , come il TPLF, dalle truppe governative che combattono contro di loro, o dal governo stesso, non è stata una sorpresa per molti che la diversione sia avvenuta in primo luogo.
“È come il corollario della rana nell’acqua”, ha detto Del Conte. “Quando ce ne rendiamo conto, siamo completamente cotti. Sappiamo quali errori abbiamo commesso e non possiamo farci nulla”.
Nel corso del tempo, fonti hanno affermato che la comunità umanitaria, i paesi donatori e i diplomatici hanno iniziato ad accettare che questo è il modo in cui funzionano le cose in Etiopia, anche se cambia il modo in cui gli aiuti vengono forniti e gestiti. Per un operatore umanitario locale con cui ha parlato Devex, ciò significava vedere il sindaco di una grande città portare a casa i soldi finanziati dal programma di rete di sicurezza della Banca Mondiale . Dall’altro, significava vedere le comunità a cui erano stati assegnati aiuti alimentari non riceverne alcuno.
Anche se la Banca Mondiale afferma di disporre di rigorose reti di sicurezza per prevenire la corruzione e di non aver trovato prove di furto nel sostegno al programma di rete di sicurezza dell’Etiopia, un portavoce ha detto a Devex che l’ultima rivelazione sugli aiuti alimentari ha cambiato le cose anche lì.
“Da quando i partner hanno scoperto problemi relativi agli aiuti alimentari umanitari, abbiamo raddoppiato i nostri sforzi per mitigare ulteriormente questi rischi”, ha affermato il portavoce.
Con il furto che si sta diffondendo a livello nazionale, la portata reale dell’operazione – e chi ne sia responsabile – è ancora sconosciuta. Le indagini di molti enti, tra cui il WFP, l’USAID e il governo etiope, sono ancora in corso. Di conseguenza, l’assistenza alimentare al di fuori del Tigray rimane sospesa.Portatori etiopi scaricano aiuti alimentari destinati alle vittime della guerra dopo un posto di blocco che porta al Tigray nella città di Mai Tsebri, in Etiopia, nel giugno 2021. Foto di: Stringer / Reuters
“Parte integrante della macchina da guerra”
Il consenso del governo è, di solito, esattamente ciò che sperano le agenzie umanitarie. Nessuno conosce i problemi di un paese meglio di chi lo gestisce e, spesso, la partnership sugli aiuti esteri può portare a legami diplomatici più forti. Secondo Del Conte e un portavoce dell’USAID, per anni molte agenzie internazionali in Etiopia – tra cui il WFP e l’USAID – hanno distribuito cibo sulla base di elenchi forniti dal governo.
“Il GoE [governo dell’Etiopia], a differenza della maggior parte dei contesti umanitari su larga scala, ha svolto un ruolo unico e diretto nella fornitura di assistenza alimentare umanitaria in Etiopia”, ha affermato il portavoce dell’USAID. “Il GoE ha determinato la selezione dei beneficiari e le sedi operative dei partner.”
Per molte ragioni, questo ha senso. L’amministratore dell’USAID Samantha Power sottolinea da tempo il passaggio della gestione degli aiuti nelle mani dei gruppi locali e l’abbandono degli stili di sviluppo che ripetono gli errori della colonizzazione.
Ma in Etiopia il quadro è molto più complesso. Nonostante sia un alleato strategico e visceralmente importante per le nazioni occidentali, il record del paese nella fornitura di aiuti è stato complicato dalla complessità del conflitto. In alcune aree, il governo si è fratturato, con la lealtà verso diversi gruppi che hanno creato forti legami nelle rispettive regioni.
“Il problema per molte di queste agenzie delle Nazioni Unite è che molte hanno personale alleato del governo”, ha affermato Cameron Hudson, esperto di governance africana presso il Center for Strategic and International Studies con sede a Washington . “Poiché la loro fedeltà è al loro Paese, al loro governo e alla loro gente, non ne hanno parlato apertamente”.
Nel Tigray in particolare, il TPLF ha istituito un proprio governo, che continua ad avere un controllo profondo su quelli di tutta la regione, dicono gli esperti, comprese le agenzie umanitarie.
“Questo è diventato molto radicato nel folklore etiope: che l’assistenza umanitaria è parte integrante della macchina da guerra”, ha detto Del Conte.
Con l’ultima crisi di diversione, gli Stati Uniti e l’Etiopia stanno in gran parte giocando a un “gioco del pollo”, ha detto un funzionario delle Nazioni Unite a conoscenza della questione. Gli Stati Uniti sperano di sfruttare questa crisi per realizzare riforme che “tirino lo stato etiope fuori dal sistema di distribuzione degli aiuti, più o meno”.
Ma il governo etiope – che ha usato per decenni il controllo sulla distribuzione degli aiuti per controllare la popolazione – scommette che la prospettiva di una fame di massa costringerà gli Stati Uniti e altri donatori a fare marcia indietro. “Il governo etiope è disposto a guardare la gente morire di fame e spera che siano gli americani a battere ciglio per primi”, ha detto il funzionario.
“È letteralmente la volpe a guardia del pollaio, con l’approvazione degli Stati Uniti”, ha detto Hudson. “L’Etiopia è un paese africano troppo importante perché Washington non possa essere in buoni rapporti. Ma il problema è che questi termini sono stati fissati dagli etiopi”.
Un portavoce dell’USAID ha detto a Devex che stanno lavorando con il governo per attuare le riforme necessarie – un processo che, attraverso un “lavoro intenso”, ha permesso all’agenzia di rafforzare il controllo della loro assistenza alimentare. Tuttavia, ha detto il portavoce, “c’è ancora molto lavoro da fare” e gli aiuti alimentari dell’USAID sono rimasti in sospeso fino alla fine di agosto.
Si sta inoltre sviluppando una linea di frattura all’interno del governo degli Stati Uniti su quanto duramente esercitare pressioni sugli etiopi, con l’USAID che preme più forte sul WFP e su Addis Abeba per riformare la distribuzione degli aiuti, e il Dipartimento di Stato americano che cerca un approccio più conciliante che non ne minacci il funzionamento . rapporto con il gigante dell’Africa orientale su una serie di altre questioni.
In risposta a tali affermazioni, il portavoce dell’USAID ha detto a Devex che stavano “lavorando di pari passo con i colleghi di tutto il governo per attuare le riforme necessarie”. All’inizio di agosto, il Dipartimento di Stato ha condiviso informazioni su una chiamata tra il segretario di Stato americano Antony Blinken e il primo ministro etiope Abiy Ahmed – e i due hanno discusso della creazione di un sistema di distribuzione degli aiuti umanitari con una supervisione rafforzata. Blinken ha anche espresso apprezzamento per la leadership del primo ministro nel tentativo di risolvere la crisi nel vicino Sudan.
Uno schema vecchio di decenni
La deviazione degli aiuti è un modello che risale a molto tempo fa su entrambi i lati. Nel 1985, la Central Intelligence Agency degli Stati Uniti riferì che il governo etiope aveva bloccato gli aiuti destinati ai territori controllati dai ribelli, mentre il TPLF, il gruppo di milizie al centro dell’ultima guerra civile, aveva cooptato “la carestia e gli sforzi di soccorso per i loro paesi”. propri scopi” e ha utilizzato i campi profughi per “fornire rifugio, assistenza medica, cibo e denaro ai suoi combattenti”.
“Alcuni fondi che le organizzazioni ribelli raccolgono per le operazioni di soccorso, come risultato della maggiore pubblicità mondiale, vengono quasi certamente dirottati per scopi militari”, affermava il rapporto del 1985. Allo stesso tempo, ha aggiunto, “crediamo che Addis Abeba probabilmente intraprenderà un’azione militare per porre fine agli sforzi di soccorso nelle aree controllate dai ribelli”.
Andiamo avanti velocemente di quattro decenni e questa tendenza continua ancora oggi. Negli ultimi anni, il governo etiope è stato condannato per aver bloccato gli aiuti al Tigray martoriato dal conflitto, un’area dove – a metà della recente guerra – 400.000 persone vivevano in condizioni simili alla carestia.
Dall’altra parte delle linee di battaglia, anche gli aiuti sono stati manipolati: nel settembre 2021, l’ONU in Etiopia ha dichiarato che solo 38 dei 466 camion carichi di assistenza umanitaria erano tornati dal Tigray, portando alcuni a supporre che il TPLF avesse sequestrato quei camion per operazioni in tempo di guerra.
Secondo un esperto di sicurezza dell’Etiopia, che ha parlato con Devex in condizione di anonimato, la consegna degli aiuti da parte dell’ONU è stata appaltata ad un’agenzia esterna con collegamenti con il TPLF.
“Stavano consegnando gli aiuti al TPLF, che parallelamente stava conducendo un’insurrezione armata”, ha detto l’esperto di sicurezza, che ha sentito parlare della situazione da funzionari delle Nazioni Unite e dell’USAID con sede in Etiopia.
In risposta a tale accusa, un portavoce del WFP ha affermato che l’agenzia lavora con i suoi partner non governativi per distribuire gli aiuti alimentari e gestisce la consegna del cibo ai punti di distribuzione finali.
“Il WFP e tutti i partner umanitari devono raggiungere le comunità immediatamente e su larga scala per salvare vite umane e mezzi di sussistenza prima che sia troppo tardi. Per fare questo, siamo obbligati a parlare con tutte le parti in conflitto, indipendentemente dalla loro affiliazione politica”, ha dichiarato il portavoce del WFP in una dichiarazione a Devex.
Indipendenza, intricata
L’Etiopia è un posto complicato in cui lavorare per molte altre ragioni. Negli ultimi quattro decenni, il governo ha imposto leggi severe ai gruppi internazionali, dicono gli esperti, ponendo regole stringenti sul funzionamento organizzativo e soffocando il lavoro sui diritti umani con la burocrazia.
Nel 2009, l’Etiopia ha approvato la Proclamazione sugli enti di beneficenza e sulle società, che ha reso illegale per le organizzazioni straniere lavorare su questioni legate ai diritti umani. La legislazione ha creato la Charities and Societies Agency, che aveva ampia autorità per sospendere, sciogliere e limitare le organizzazioni della società civile in tutto il paese. Inoltre, ha implementato requisiti finanziari, come una limitazione sui finanziamenti per le “attività amministrative” di cui alcune organizzazioni affermavano di aver bisogno per svolgere il proprio lavoro.
“Il risultato reale e voluto di questa legge sarebbe quello di rendere quasi impossibile per qualsiasi organizzazione della società civile svolgere attività che il governo non approva”, affermava un’analisi di Human Rights Watch nel 2008, quando la legislazione fu introdotta per la prima volta. .
Nonostante la legislazione successiva abbia allentato tali restrizioni, nel 2021, il Consiglio norvegese per i rifugiati e Medici Senza Frontiere sono stati costretti a chiudere i battenti dopo essere stati accusati di diffondere disinformazione – un incidente avvenuto poco dopo che le agenzie avevano denunciato le atrocità contro il popolo tigrino, e un mancanza di passaggi sicuri per consentire ai gruppi umanitari di entrare nelle aree colpite dal conflitto.
Nello stesso anno, il governo espulse sette funzionari delle Nazioni Unite dall’Etiopia, accusandoli di “ingerenza negli affari interni del paese”. Il governo ha insistito sul fatto che l’ONU sostiene il TPLF.
Nonostante le complessità, l’USAID ha fornito circa 2 miliardi di dollari di assistenza all’Etiopia nel 2022 e nel 2023, rendendo il paese il maggiore destinatario degli aiuti statunitensi nell’Africa sub-sahariana.
Il Paese svolge un ruolo strategico per gran parte dell’Occidente, soprattutto dopo l’11 settembre. L’Etiopia – il cuore del Corno d’Africa – è stata a lungo vista come un frangiflutti contro l’Islam radicale e un contributore alla stabilità regionale nel suo complesso. È la sede dell’Unione Africana . E ha una delle più grandi economie del continente.
Quindi, ha detto Hudson, per anni molti paesi e organizzazioni hanno trascurato la realtà del lavoro in Etiopia, compreso il controllo dei funzionari governativi sugli aiuti umanitari.
Un ritardo discutibile
Nelle conversazioni con Devex, diversi ex operatori umanitari ed esperti si sono chiesti perché, data la storia della manipolazione degli aiuti in Etiopia, ci sia voluto così tanto tempo per scoprire un furto di cibo su scala così massiccia. Un ex operatore umanitario, che ha lavorato nella regione di Hawassa in Etiopia, ha detto che potrebbe essere perché così tante persone – dai politici locali ai contabili – hanno beneficiato di aiuti rubati.
Il WFP ha pubblicato una valutazione di emergenza alimentare nel Tigray a febbraio, ma nel suo rapporto sulla regione non ha menzionato alcun segno di diversione degli aiuti alimentari. Invece, l’agenzia ha evidenziato i miglioramenti e ha raccomandato di prendere di mira le persone che soffrono maggiormente di insicurezza alimentare in futuro.
In una conversazione con Devex, la direttrice esecutiva del WFP Cindy McCain ha affermato che la maggior parte della deviazione degli aiuti è avvenuta nel dicembre del 2022 e nel gennaio del 2023, ma il furto è stato scoperto solo “molto più tardi”.
“Purtroppo non siamo stati così rapidi a ritirarci come avremmo dovuto”, ha detto McCain a Devex il mese scorso. “Questo era su vasta scala. Posso assicurarvi che stiamo facendo tutto il possibile per assicurarci che ciò non accada mai più”.
Alla fine di luglio, il WFP, l’USAID e il governo etiope stavano tutti indagando sulla diversione degli aiuti alimentari. Ma alcuni esperti temono che indagare sul furto farà ben poco per cambiare il contesto più ampio in Etiopia, su entrambi i lati di un conflitto che dura da decenni.
«E chi ha preso il cibo? Non sono del tutto sicuro che abbia davvero importanza”, ha detto Del Conte. “Il marciume è molto più profondo di così.”
FONTE: devex.com/news/exclusive-rot-i…
PRIVACYDAILY
Eritrea, la Cina inaugura un nuovo progetto minerario
L’ambasciatore cinese in Eritrea, Cai Ge, ha tagliato il nastro per inaugurare ufficialmente la nuova miniera polimetallica dell’Eritrea: il progetto Asmara. La Asmara Mining Share Company , titolare del progetto Asmara in Eritrea, è una joint venture 60:40 tra la cinese SRBM e la statale ENAMCO.
Il progetto ospita quattro depositi conosciuti a Emba Derho, Adi Nefas, Gupo e Debarwa.
Si prevede che la miniera avrà una durata di 17 anni, producendo circa 381.000 tonnellate di rame, 850.000 tonnellate di zinco, 436.000 once d’oro e 11 milioni di once d’argento.
Nella Fase 1A, il rame di alta qualità verrà estratto dal giacimento di Debarwa con metodi a cielo aperto, frantumato e caricato in container e trasportato per 120 km fino all’impianto portuale di Massaua per la spedizione e la vendita a una fonderia in Cina (una processo noto come spedizione diretta del minerale o “DSO”).
Riepilogo dello studio di fattibilità del progetto Asmara:
Lo studio di fattibilità del Progetto Asmara (lo “Studio”) datato in vigore dal 16 maggio 2013 (modificato a marzo 2014), ha dimostrato che l’estrazione mineraria dei quattro giacimenti avanzati che compongono il Progetto Asmara (Emba Derho, Adi Nefas, Gupo Gold e Debarwa) e la lavorazione del minerale in una posizione centrale vicino al grande giacimento di Emba Derho è economicamente solido con un valore attuale netto al lordo delle imposte (“NPV”) di 692 milioni di dollari (utilizzando un tasso di sconto del 10%) e con un tasso di rendimento interno al lordo delle imposte (“IRR”) del 34%. Il VAN al netto delle imposte è di 428 milioni di dollari con un IRR del 27%.
Lo studio delinea un’operazione mineraria iniziale in tre fasi che inizierebbe con la Fase 1A di produzione di DSO di rame di alta qualità dal deposito di Debarwa, seguita dalla Fase 1B di lisciviazione in cumulo di oro in prossimità della superficie, dalla Fase 2 di produzione di rame supergenico, quindi di zinco e rame ad un ritmo di produzione completo di 4 milioni di tonnellate all’anno.
A pieno regime, la miniera di Asmara produrrà una produzione media annua di 65 milioni di libbre (29.000 tonnellate) di rame, 184 milioni di libbre (83.000 tonnellate) di zinco, 42.000 once d’oro e 1 milione di once d’argento nei primi 8 anni.
FONTE: tesfanews.net/china-new-asmara…
Etiopia, oltre 4 milioni di sfollati interni, fonte IOM
Secondo i nuovi dati delle Nazioni Unite, più di quattro milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case in Etiopia, principalmente a causa del conflitto o della siccità.
Il Rapporto sugli sfollati nazionali dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, che copriva il periodo da novembre 2022 a giugno 2023, afferma che un totale di 4,38 milioni di persone erano sfollate interne.
“Il conflitto è la causa principale degli sfollati e ha provocato lo sfollamento di 2,9 milioni di sfollati interni (66,41%), seguito dalla siccità che ha provocato lo sfollamento di 810.855 sfollati interni (18,49%)”, si legge nel rapporto, pubblicato mercoledì.
Più di un milione sono gli sfollati nella regione del Tigray, devastata dalla guerra, inclusa nei dati per la prima volta da settembre 2021, ha aggiunto.
La regione più settentrionale dell’Etiopia è stata devastata da due anni di combattimenti tra le forze filogovernative e i ribelli del Tigray fino alla firma di un accordo di pace nel novembre dello scorso anno.
La regione orientale della Somalia ospita il maggior numero di sfollati a causa della siccità, pari a quasi 543.000, secondo il rapporto dell’OIM.
Secondo i dati delle Nazioni Unite, in Etiopia, il secondo paese più popoloso dell’Africa, sono 28,6 milioni le persone bisognose.
Ma la risposta umanitaria rimane “significativamente sottofinanziata” con solo il 27% raccolto dei circa 4 miliardi di dollari necessari, ha detto in una dichiarazione all’inizio di questa settimana il coordinatore residente delle Nazioni Unite per l’Etiopia Ramiz Alakbarov.
FONTE: barrons.com/news/over-four-mil…
“Più che nativi digitali, sono disagiati digitali”
Ne scrivo oggi su HuffingtonPost Italia nella rubrica Governare il Futuro Qui il testo completo huffingtonpost.it/rubriche/gov…
Industry-friendly EU Digital Services Act leaves big tech business model intact
As of today, the largest internet corporations such as Amazon, Meta (Facebook, Instagram), TikTok, X/Twitter, Youtube and the Google search engine must comply with the new EU Digital Services Act. Pirate Party MEP Patrick Breyer sat at the negotiating table as rapporteur of the European Parliament’s Civil Liberties Committee (LIBE) and dials-down expectations:
“With the Digital Services Act, the European Parliament has tried to over come the surveillance capitalist business model of pervasive online surveillance, but industry and government interests have prevented this. Users are offered no alternative to the platforms’ toxic algorithms which push the most controversial and extreme content to the top of their timelines. Purely chronological timelines are barely usable. Legitimate content, including media reports, is not protected from being suppressed by error-prone upload filters or arbitrarily set platform rules. Freedom of expression online is not protected from cross-border removal orders from illiberal member states without even needing a judge’s order, allowing perfectly legal reports and information to be suppressed. Our digital privacy is protected neither by a right to anonymous internet use nor by a right to encryption or a ban on indiscriminate data retention. The new set of rules does not deserve the name ‘digital constitution’, because the deal fails to protect our fundamental rights on the net.’
On the positive side, minors are protected from surveillance advertising. The ban on using sensitive personality traits such as a user’s political opinion, health conditions or sexual preferences for targeted manipulation was severely watered down. We must finally take the digital age into our own hands instead of leaving it to corporations and surveillance authorities! We Pirates will not relent.”
Informa Pirata
Unknown parent • •@SinistraLibertaria @CrimethInc. Ex-Workers
> essere ricattato dalla associazione ebrea
Ovviamente le rivendicazioni che si possono basare su una negoziazione vengono sempre definite ricatti
> Twitter non cancellerebbe account segnalati dalla potente e ricca associazione ebrea
E chissà perché sono stati segnalati... Basta farsi un giro su Xhitter per vedere quanto suprematismo di matrice antisemita viene ora tollerato.
Una precisazione importante: la ADL non è potente solo in quanto ricca, ma lo è in quanto rappresenta, con i suoi membri sopravvissuti alla shoah (sempre meno, per ovvie ragioni anagrafiche), una sorta di katechon al suprematismo di stampo antisemita.
La nostra generazione, abituata a queste associazioni, si è spesso concentrata sui dettagli che sono la parte più fastidiosa di queste associazioni: la loro abbondante retorica, il vittimismo usato come strumento di lotta e spesso anche l'odioso ultrasionismo cieco e fin troppo tollerato di alcuni loro esponenti.
Eppure spesso non comprendiamo quanto sia pericoloso se il loro "potere" viene meno con la morte dei loro protagonisti più anziani, quelli che hanno vissuto la shoah; e quanto questo sia l'indebolimento della poca luce rimasta a contrastare le tenebre del razzismo suprematista...
Questa sarà probabilmente l'ultima battaglia della ADL combattuta sul campo dai superstiti della shoah e solo se il loro antagonista verrà stracciato, allora avremmo ancora tempo per consolidare le difese contro l'antisemitismo e il razzismo
Informa Pirata
Unknown parent • •@SinistraLibertaria @CrimethInc. Ex-Workers
> Ma i vantaggi di Twitter superano i difetti.
Non più . Oggi l'unico vantaggio che ha Twitter rispetto alle altre piattaforme è la funzione di ricerca che funziona sempre meno bene ma malgrado tutto funziona meglio di quella di altri social centralizzati e che call center di accedere alle notizie istantanee prodotte da tutti i suoi utenti.
Per il resto, tutte le scorie razziste e suprematiste che si trovano là dentro le rendono un posto inospitale è pericoloso perché normalizza ciò che è pessimo e antisociale