Tre strade
Non solo caciara
Parla a ragion veduta, il problema è il punto di caduta. Silvio Berlusconi non ha perso il controllo della favella, la usa appositamente per fare del governo nascente una politica morente. Il baricentro del centrodestra si è vistosamente spostato a destra e chi ne è stato l’artefice preferisce vederlo cadente piuttosto che pensarsi perdente.
Se dovesse ottenere quel che pubblicamente chiede ne deriverebbe che Giorgia Meloni ha vinto le elezioni e perso il governo. Se non dovesse ottenerlo sarebbe comunque pronto a votare la fiducia, avendone ottenuto l’indebolimento. E siccome ho l’impressione che questa roba politicante interessi poco a pochissimi, vediamone i risvolti e quel che comporta per l’Italia.
A parte la squadra di governo, dove ha comunque poche carte di valore da spendere, Berlusconi ha scelto di aprire il fronte Putin. Un gesto generoso, che toglie ogni dubbio sulla penetrazione russa in Italia e sulla necessità di bonificarla. Parole che nel loro essere vere sono anche significative: se è vero (ed è vero, ci si ricordi di Pratica di Mare, 2002) che Putin era pronto a fraternizzare o addirittura entrare nella Nato, ne deriva che è un to-tale bugiardo ad accampare fra le cause della guerra il suo allargamento a Est, tanto più che era precedente.
Ma anche questo conta poco, perché lo scopo di quelle parole è far capire agli interlocutori esterni all’Italia che o il garante della nostra collocazione internazionale lo fa lui, Berlusconi, o non fidatevi di Meloni (che, osserviamo, tiene il punto e si difende bene), perché tanto la metto in crisi quando voglio. Il messaggio è chiaro. E il tema scelto, l’Ucraina, segna un punto non mediabile e di non ritorno, tanto da mettere in dubbio la permanenza nel Partito Popolare Europeo.
Il risultato di tale azione è che per fronteggiare il fronte berlusconiano il futuro presidente del Consiglio lascia sguarnito il fronte Lega. O, se preferite, Salvini, scelto come migliore alleato. Il quale s’è bruciato le terga, con i russi. Una cosa è che parli Fontana, ripetendo la sciocchezza secondo la quale le sanzioni danneggiano più noi che la Russia, altra che la Lega prenda la patente di filiale russa.
Quindi giocherà sul campo delle pensioni (da regalare) e degli aiuti (da elargire). Nessuno potrà dirgli che è una novità, perché 30 miliardi di maggiori debiti li chiedeva già in campagna elettorale. Se Meloni dovesse accedere a questa dottrina (che rifiutava) pur di reggere il fronte berlusconiano, il governo sarebbe cotto dopo un mese, in occasione della legge di bilancio.
Senza contare gli sghignazzi globali per avere usato i putinofili per arginare il putinissimo. Quindi Meloni ha tre possibilità. La prima consiste nell’attenersi all’articolo 92 della Costituzione, approfittando del potere che le consegna: riceve l’incarico, porta al Colle una lista che ritiene la migliore, giurano e vanno in Parlamento. Se gli altri del centrodestra, oramai destrizzato, hanno da ridire, lo facciano ora o si tolgano da torno.
La seconda prevede che al Colle vada non con la lista migliore ma con quella più conveniente, cedendo più ai leghisti che ai forzitalioti, sicché indebolendosi notevolmente e affrontando la navigazione parlamentare senza scialuppe di salvataggio. Modello elezione di La Russa.
La terza è far saltare il banco e puntare alle elezioni a marzo, con il Quirinale che, nel frattempo, potrebbe affidare il governo a Daniele Franco, per la legge di bilancio.
In tutti e tre i casi l’Italia si trova pericolosamente esposta sul fianco della politica estera e su quello della politica di bilancio. Due punti nevralgici e deboli. Tutto questo per avere voluto negare la fraudolenta falsità delle due coalizioni. Con quella destra che mostra al sole le sue profondissime divisioni e quella sinistra divenuta superflua, ma il cui silenzio tombale – non a caso rotto da sussulti (sbagliati) sulle foto dei defunti – ne descrive adeguatamente la condizione.
Molti italiani dicono: abbiamo votato. Certo, ma dei falsi. E si vede. Attenzione però, perché peso internazionale, sicurezza, argine alle speculazioni e crescita delle esportazioni si tengono fra loro. E incidono sulle tasche e sul futuro.
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Elezioni in Brasile: guardando al futuro
Bolsonaro si è notevolmente allontanato dagli aspetti tradizionali della politica estera brasiliana e certamente dalle politiche di Lula in termini di multilateralismo, cooperazione internazionale e difesa dei valori democratici liberali. India e Cina al centro del presente e del futuro
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Il futuro delle relazioni tra Ucraina e Iran
Attualmente, l’Iran sta lottando duramente con le sanzioni occidentali e le conseguenti pressioni economiche dovute al suo programma nucleare. Con l’uccisione della 22enne Mahsa Amin, il Paese è stato testimone di diffuse proteste e violenze. Per quanto riguarda i negoziati sul nucleare con l’Occidente, alcuni interpretano l’attivismo iraniano come un calpestio della Russia. Alcuni sostengono […]
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Camini e la lira, recupero e ricontestualizzazione di uno strumento della tradizione
Camini è un piccolo paese dell’entroterra ionico della Calabria meridionale. Il borgo è situato nell’area conosciuta come Locride; zona storicamente interessata dalla fioritura del monachesimo orientale che, almeno fino alla metà del XVII secolo, è stato presente con numerosi insediamenti eremitici e monastici. Un monumento come la Cattolica di Stilo, piccolo gioiello dell’arte bizantina, è diventato un simbolo regionale, quello che forse più di tutti testimonia la presenza viva della grecità in Calabria.
Non si deve però pensare che questa grande eredità del passato sia un’ipoteca sul futuro di quest’area, ma al contrario bisognerebbe basare proprio sul messaggio che queste testimonianze storiche ci lanciano, la strategia per immaginare il futuro di questi luoghi. Proprio la Cattolica, con la sua sovrapposizione di stili architettonici e artistici, e le tracce delle civiltà che vi sono passate, parla di un passato in cui questi luoghi furono un crocevia, più che una sperduta periferia d’Europa.
Si può dire che Camini ha raccolto questo messaggio di interculturalità ed è ritornato ad essere un crocevia attraverso i progetti di accoglienza, che hanno dato nuova linfa ad un paese vittima dello spopolamento.
Diverse botteghe artigianali sono state avviate. Tra queste, un atelier di liuteria dedicato alla costruzione della lira, uno strumento che è stato storicamente presente in quest’area e che testimonia anch’esso dell’esistenza di una koinè culturale del Mediterraneo. Lo stesso strumento è infatti presente in una vasta area del mare nostrum compresa tra la Calabria e la Turchia.
In quest’ottica, nel 2022 è stato avviato il progetto: I cammini della Lira, in collaborazione tra l’amministrazione comunale e una vasta rete associativa, coordinata da AreaSud e dal Consorzio Musicisti Calabresi.
L’iniziativa ha lo scopo ambizioso di far dialogare la tradizione musicale legata alla lira in Calabria con le altre lire del mediterraneo. Il primo passo di questo progetto ha visto protagonisti i musicisti calabresi in un incontro con Nagme Yarkin e Murat Yerden, rispettivamente musicista e liutaio tra gli interpreti riconosciuti di questo strumento in Turchia.
Il progetto prosegue il 22 ottobre 2022, con un laboratorio didattico, una lezione e un concerto, dedicati ai giovani delle scuole del territorio e che vedrà alternarsi il liutaio Vincenzo Piazzetta, il musicista e ricercatore Amedeo Fera e il Quartetto Areasud, uno dei gruppi più impegnati nella ricerca di una relazione tra il suono della tradizione e la contemporaneità e che con il CD Musica Lievemente Tradizionale sta portando il suono, antico e moderno al tempo stesso, della chitarra battente, della zampogna e degli altri strumenti della tradizione sui palchi italiani e internazionali.
Alla voce e alla chitarra battente di Maurizio Cuzzocrea, si uniscono le percussioni di Mario Gulisano, i fiati etnici di Franco Barbanera e il basso di Giampiero Cannata, con la partecipazione straordinaria dei due esperti di lira Amedeo Fera e Vincenzo Piazzetta.
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Venezuela: il petrolio come porta per mandare all’aria le sanzioni
Secondo recenti rapporti, l’amministrazione Biden potrebbe apportare alcune modifiche alla politica statunitense del Venezuela, tra cui il possibile allentamento delle sanzioni petrolifere e la creazione di un programma umanitario limitato per assistere i migranti venezuelani. Sebbene non ci siano ancora stati cambiamenti, l’amministrazione Biden potrebbe iniziare a riconoscere che non può continuare con lo status […]
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Inchinarsi al ricatto nucleare di Putin renderà più probabile una guerra nucleare
Con i suoi eserciti in ritirata e la sua invasione dell’Ucraina in rapido disfacimento, il Presidente russo Vladimir Putin ha recentemente fatto ricorso al tintinnio della sciabola nucleare. Ciò ha causato un diffuso allarme internazionale e sta alimentando crescenti richieste all’Ucraina di raggiungere un compromesso con il Cremlino per scongiurare la terza guerra mondiale. L’attuale […]
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Fr.#12 / Crisi isteriche e ambientali
Accesso ai dati, sì ma non così!
La Nuova Riviera riporta una notizia di cronaca peculiare: un uomo ha sfondato la vetrina di un negozio di telefonia per riprendersi i dati che questi, pare, gli avrebbero rubato. I nostri prodi carabinieri lo hanno prontamente bloccato e purtroppo l’uomo non è riuscito a recuperare i suoi dati.
Sono abbastanza sicuro che sia stato uno di voi. Però ragazzi, non è questo il modo migliore per esercitare il diritto di accesso previsto dalla normativa privacy. Nella maggior parte dei casi è sufficiente un’email. Una PEC dell’amico avvocato, se proprio volete. So bene quanto possa essere fastidioso perdere il controllo dei propri dati e temere che questi possano essere usati contro di noi, però dai - non esagerate, mi raccomando.
Se proprio avete della rabbia repressa, sfruttatela nel modo giusto; magari incazzandovi (pacificamente, eh) con Luca Zaia.
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Zaia e la sorveglianza di massa sulle Dolomiti
Direttamente dal Veneto arriva una notizia che potrebbe scatenare diverse crisi isteriche, a buona ragione.
Luca Zaia ha annunciato oggi che dal 2024 i passi del Pordoi, Campolongo, Gardena e Sella saranno accessibili e raggiungibili solo previa prenotazione online su una piattaforma pubblica non meglio specificata, e soltanto in caso di parcheggi disponibili. In pratica una ZTL montana.
La motivazione è, chiaramente, ambientale. Forse l’idea è di limitare artificialmente il passaggio di automobili, legando il numero massimo ai parcheggi disponibili. Premesso che una persona potrebbe avere interesse a transitare in quei passi senza doversi necessariamente fermare, vogliamo parlare dell’idea in sé?
Se la motivazione fosse stata davvero quella di limitare l’intasamento dei passi per il parcheggio, sarebbe stato sufficiente prevedere un contatore online dei parcheggi disponibili, con cartellonistica elettronica posizionata a debita distanza, così da informare in tempo reale gli automobilisti sulla disponibilità di posti auto.
Invece no. Lo Stato come al solito preferisce la soluzione più invasiva; preferisce la sorveglianza di massa. Preferisce creare un sistema che oltre a trattare dati personali su larga scala permette agevolmente di correlare dati come l’identità della persona fisica, l’itinerario, l’automobile e tutta un’altra serie di dati e metadati tipicamente elaborati dagli applicativi web, come informazioni sul dispositivo usato, cookies, e molto altro.
Purtroppo l’agenda climatica sarà sempre più usata come pretesto per instaurare meccanismi di controllo sociale totalitari, che assumeranno le forme più diverse: controllo degli spostamenti, economia comportamentale, sorveglianza delle transazioni, social scoring…
Lo abbiamo visto già a Milano con il progetto Move-In e con le proposte assurde (che però verranno attuate) dei Fridays for Future e del World Economic Forum. Per chi non sapesse di cosa sto parlando, qui c’è l’articolo di riferimento.
Agenda climatica? Sorveglianza e controllo, una distopia eco(in)sostenibile
L’agenda comun…ehm - climatica - è ormai a pieno regime, e purtroppo si porta dietro un tale carico di sorveglianza di massa e controllo sociale che anche i meno sensibili tra voi dovrebbero, forse, iniziare a preoccuparsi. I segnali, convergenti tra loro, sono ovunque - anche se sparpagliati e apparentemente separati l’uno dall’altro…
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a month ago · 10 likes · 1 comment · Matte | mrk4m1
Un aggiornamento sul progetto Move-In di Milano
Il progetto Move-In è iniziato da soli 20 giorni e già ci sono numerosi problemi. Pare infatti che la Regione abbia vietato l’ingresso in Area B anche alle automobili e mezzi di trasporto che hanno già aderito al programma Move-In.
I poveri milanesi che hanno supinamente accettato di essere tracciati h24 dal Comune e pagato per il privilegio di circolare in Area B, non potranno comunque farlo. Spiace.
Come anticipato, la tutela dell’ambiente è soltanto una facile e stupida scusa. Lo mostrano i dati di questi giorni: nonostante le limitazioni, nonostante la scatola nera e la sorveglianza di massa, lo smog non scende! Strano eh?
Ma se allora lo smog non scende, non bisognerebbe forse bussare a Sala e chiedere di rimuovere un sistema tanto assurdo e liberticida, quanto inutile?
C’è anche un’altra questione su cui riflettevo in questi giorni: le ambulanze e mezzi di soccorso “inquinanti” sono esclusi dal divieto di ingresso in Area B, a patto però che siano registrati sul portale. Dalle FAQ del Comune non sono riuscito a capire la finalità di questo trattamento di dati, e se sussiste comunque l’obbligo di installazione della scatola nera (altrimenti a cosa serve la registrazione?).
Tuttavia, se fossero obbligati a installare la scatola nera, ci sarebbe un evidente problema di privacy: il tragitto delle ambulanze mostra l’ubicazione, l’orario e la data degli interventi. In pratica, mostra esattamente chi, come e quando è stato soccorso. L’amministrazione comunale avrebbe dati da cui potrebbe facilmente inferire informazioni relative alla salute di specifici cittadini milanesi.
C’è poi un altro aspetto da considerare. Le persone che per esigenze di salute decidessero di violare il divieto di accesso in Area B, transitando con veicoli vietati, sarebbero soggette a sanzione - salvo registrarsi entro le 24 ore successive sulla piattaforma.
Il ricatto qui è evidente: se non accetti di essere schedato sulla piattaforma ti sanziono, anche se sei entrato in Area B per andare al pronto soccorso. Ancora una volta, a che serve tutto questo?
Insomma, dal Veneto alla Lombardia, è evidente la totale isteria ambientale.
Meme del giorno
Citazione del giorno
Freedom is indivisible. As soon as one starts to restrict it, one enters upon a decline on which it is difficult to stop.
Ludwig von Mises
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PoveraMente
I poveri hanno traslocato. Abitavano le parole dei politici di destra e le pagine dei giornali a quella vicini, ora si trovano nelle pagine vicine alla sinistra, in attesa che i politici di quella parte ritrovino la favella. Nessuno sembra porsi il problema di come governare, in compenso tutti sanno come fregare chi governa, usando dosi massicce di demagogia, che nella vulgata populista può ben tingersi di qualsiasi colore. I poveri veri, però, non sono solo un problema serio, sono anche in gran parte sconosciuto. Anche perché neanche abbiamo una banca dati unica degli assistiti.
Sono anni che il numero dei poveri cresce. Anche quando cresce la ricchezza prodotta. Singolare. Frutto di una inversione logica: si crede di far crescere la spesa per l’assistenza perché aumentano le persone da assistere, invece le persone da assistere crescono perché cresce la spesa dell’assistenza. Quella spesa non sta aiutando i poveri, li sta moltiplicando. Ciò avviene più per imperizia che per scelta. La sola cosa che sanno dire, per rispondere all’evidenza e all’obiezione, è: tu neghi che esistano poveri e pensi vada tutto bene. Invece credo esistano, che non li si riconosca e che quindi vada decisamente male.
Secondo le dichiarazione dei redditi, presentate da 41 milioni e mezzo di italiani, ben 10 milioni affermano (dati 2019, anno con occupazione in crescita) di avere perso soldi o di avere incassato al massino 7.500 euro. In un anno. Rapportati al complesso della popolazione significa che 14 milioni e mezzo di italiani vivono con all’incirca 320 euro al mese.
Aggiungete altri più di 8 milioni di contribuenti (con i familiari da mantenere quasi 12 milioni di italiani) che dichiarano di vivere con, in media, 940 euro al mese. A questo punto delle due l’una: o i poveri sono molti di più dei tantissimi che si contano, oppure li si sta contando in modo sbagliato. Rivelatore è il gettito Iva: al Sud è pari a circa 600 euro l’anno a testa, al Nord e al Centro a 2.900. Sul serio al Sud si consuma 5 volte meno che nel resto d’Italia?
Coerentemente l’abbondante maggioranza dei percettori di reddito di cittadinanza si trova al Sud, però la Caritas fa osservare che la stragrande maggioranza di quelli che le si rivolgono per bisogni alimentari, al Nord e al Centro, non percepisce quel reddito. Questo significa:
- i poveri ci sono eccome;
- non sappiamo chi sono, talché l’assistenza va a non pochi che barano;
- non lo sappiamo perché la nostra lente fiscale è un vetro rotto caduto nella pece.
Però ci si comporta come un cieco che ha battuto contro un muro e, anziché cambiare direzione, si convince che ci deve mettere più forza e impeto, sperando di attraversarlo.
Anche il mondo cattolico sembra avere perso la bussola. Visto che il terzo settore, nel quale ha una presenza significativa, funziona meglio dell’elargizione di quattrini (lo spiegò Ernesto Rossi nel 1946), tanto varrebbe spendere per aiutarlo, anziché per estinguerne la necessità.
Poi arriva la Banca d’Italia e certifica quel che sapevamo: per chiudere una causa civile in Italia ci vuole troppo tempo, ma al Sud il doppio, quindi le imprese scappano. Poi arrivano i test Invalsi e raccontano quel che sappiamo: al Sud i voti di maturità sono più alti, ma la preparazione mediamente più bassa.
Essendo, mediamente, inaccettabilmente bassa in tutta Italia. Ed eccola qua, la nostra fabbrica della miseria. Che diventa anche morale quando non si opera per cancellare arretratezza e bisogno, ma per assopirli nei bassi consumi. Un genitore povero ha un’ambizione e un diritto, quello di pensare che i figli potranno vivere una vita migliore. Invece l’assistenzialismo produce rassegnazione, che diventa sommossa ove negato. Ed è così che mi tocca, da orgoglioso terrone, assistere alla ferocia con cui si nega il futuro in nome della bontà.
Certo che ci sono i poveri. E ce ne saranno sempre di più se si continuerà a comprarne il voto e divertirsi a colorarli politicamente.
L'articolo PoveraMente proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
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Non diamoci del tu. La separazione delle carriere – Giuseppe Benedetto
Presentazione del libro
Tutto il libro dovrebbe essere attentamente studiato alla scuola della Magistratura, perché smentisce definitivamente le apocalittiche obiezioni che l’Anm ci propina in occasione anche delle più moderate proposte riformatrici, come l’ultima della Ministra Cartabia.
Dalla prefazione di Carlo Nordio.
Che il giudice e l’accusatore siano colleghi è una singolarità tutta italiana. Un’anomalia politica e sociale che si perpetua da decenni. Questo libro evidenzia tale stortura ed auspica un cambiamento radicale del sistema giustizia, illustrando l’urgente necessità della separazione delle carriere affinché si possa raggiungere realmente l’autonomia della giurisdizione. Un rigoroso lavoro di approfondimento scientifico, una minuziosa cura della ricostruzione storica, uno scrigno di passione civile che emerge da ogni pagina, questo e tanto altro è Non diamoci del tu.
Tour presentazione del libro
Il tour è in fase di organizzazione
Acquista
Cartella Stampa
Breve biografia dell’autore
Giuseppe Benedetto è il presidente della Fondazione Luigi Einaudi, fondata nel 1962 da Giovanni Malagodi e faro della cultura liberale in Italia. Avvocato penalista, ha svolto importanti funzioni pubbliche ed è stato esponente nazionale del Partito Liberale italiano. Ha dedicato tutta la sua vita alla difesa delle libertà e dei diritti civili.
Rassegna Stampa
Audio e video
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#RiGenerazioneScuola, disponibile l’elenco dei soggetti ammessi alla Rete Nazionale "Green Community”.
Info ▶️ miur.gov.
Requiem in memoria di Yuri Kerpatenko
Non che la dittatura despotica e imperialista di Putin non si fosse già distinta per ferocia nella repressione degli oppositori politici. Basta richiamare alla memoria il caso Politkovskaja per far cadere ogni barriera ideologica in difesa della Grande Russia.
Ma l’uccisione del direttore d’orchestra Yuri Kerparenko si fa più sapida perché richiama alla memoria l’esecuzione di Khaled al-Asaad, l’anziano archeologo fatto fuori, decapitato ed esposto alla pubblica gogna a Palmira nel 2015 per mano di quei buontemponi dell’ISIS.
Sul tema della tutela dei beni culturali in tempo di guerra si è discusso lungamente e si continua a discutere.
L’UNESCO è nata, all’indomani della Seconda Guerra mondiale, con precisi scopi a tutela della vita e della civiltà democratica. Tutti i suoi atti dal 1945 in avanti contengono, a uno stadio germinale o in forme pienamente compiute, chiari indirizzi agli stati membri sulla tutela dei beni monumentali e delle opere d’arte in caso di conflitto armato (L’Aia 1954).
La tenuta delle Carte che da quel primo atto sono derivate al patrimonio mondiale è stata sempre precaria, in virtù dell’ipocrita adesione da parte di molti stati a vocazione guerrafondaia: quelli cattivi che la guerra la fanno e quelli buoni che la guerra la procacciano agli altri. Ad ogni buon conto, esse riguardavano le sole cose mobili e immobili, più di recente il patrimonio intangibile (Parigi 2003), ma mai le persone fisiche.
La morte di Khaled al-Asaad ha spostato l’asse semantico del meccanismo di tutela internazionale, significando soprattutto questo: la presa di una nuova coscienza internazionale, volta a considerare gli eroi che si immolano in difesa dei beni culturali e ambientali come nuovi oggetti di tutela.
La persona-memoria, la persona-memento, la persona-monumento.
Come in Fahrenheit 451 di Broadbury-Truffaut, l’eroe Kalhed al-Asaad, l’eroe Yuri Kerpatenko sono destinati a tramandare un sapere di valore inestimabile, il più alto dei saperi che corrisponde con i principi di giustizia e libertà che ispirano la fondazione dell’UNESCO.
Vladimir Putin carnefice, Benito Mussolini carnefice, Iosif Stalin carnefice, Adolf Hitler carnefice, Augusto Pinochet carnefice, Pol Pot carnefice, le Giunte militari sud americane carnefici, Francisco Franco carnefice, l’ISIS carnefice, tutti i dittatori, i despoti e i fanatici tra XX e XXI secolo saranno destinati alla fine ingloriosa che si riserva ai vinti solo se inizieremo a considerare gli eroi della salvaguardia di beni culturali come “monumenti” e la loro morte violenta per mano dei carnefici un crimine contro l’umanità.
Da tali presupposti, gente come Putin non solo non dovrebbe più avere legittimazione alcuna sul piano dei rapporti internazionali, ma andrebbe perseguito per legge e giudicato da un tribunale apposito.
Stabilito a priori questo ineludibile principio di legalità, sul Parnaso Apollo e Mnemosine torneranno a darci sempre nuove muse; siederanno ai loro piedi le figure allegoriche della Giustizia, della Fama e della Libertà; e tutti additando i martiri come Yuri Kerparenko a esempio per il futuro.
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In Germania gli studi medici dovrebbero acquistare nuovi dispositivi speciali per poter continuare a fatturare agli assicuratori sanitari.
Gli studi medici dovrebbero acquistare nuovi dispositivi speciali per poter continuare a fatturare agli assicuratori sanitari. Lo Stato sostiene le spese per questo. Assolutamente superfluo, afferma il Chaos Computer Club, e presenta ai produttori un trucco. Ma il responsabile Gematik continua ad attenersi alla costosa soluzione.
Il clamore sulla sostituzione dell'hardware negli studi medici va avanti da un po'. In migliaia di studi e farmacie questi connettori avrebbero dovuto essere sostituiti, per un totale di circa 300 milioni di euro. Le scatole che servono per lo scambio di dati tra gli ambulatori e le compagnie di assicurazione sanitaria hanno appena cinque anni. Lo scambio è ancora senza alternative, afferma Gematik, che è responsabile della gestione della cosiddetta infrastruttura telematica del sistema sanitario. I certificati di sicurezza nei dispositivi sarebbero presto scaduti e non c'era altro modo per risolvere il problema. I certificati sono una sorta di firma digitale con la quale le pratiche possono confermare la propria identità a prova di contraffazione.
Il prossimo atto è seguito lo scorso fine settimana: il Chaos Computer Club ha dimostrato che questa argomentazione semplicemente non regge. L'esperto di sicurezza Carl Fabian Lüpke, noto come hacker fluepke, aveva smantellato uno dei dispositivi del produttore. È stato in grado di dimostrare che è possibile aggiornare i dispositivi utilizzando solo il software. Le scatole non dovrebbero nemmeno essere svitate per questo, l'hardware potrebbe rimanere dov'è.
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🔍 #PNRRIstruzione, quanto ne sai?
Oggi, con la nostra rubrica del martedì, conosciamo meglio una delle misure del #PNRR per la #scuola: messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole.
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Il Ministero dell'Istruzione rinnova per un triennio la Convenzione con l'Opera Nazionale Montessori, per regolamentare l'istituzione di percorsi scolastici nella scuola dell'infanzia, nella primaria e la sperimentazione nella…
BLACK ANGELS WILDERNESS OF MIRRORS
Ritorno in grande stile per la garage/psych band texana Black Angels che, a cinque anni di distanza da "Death Song", ha pubblicato, a metà settembre, il suo sesto studio album ufficiale (e primo su Partisan Records) "Wilderness of Mirrors", non lesinando sulla quantità del nuovo materiale proposto, ma anzi, presentando un'opera di ben quindici brani, ....
iyezine.com/black-angels-wilde…
BLACK ANGELS - WILDERNESS OF MIRRORS
- Ritorno in grande stile per la garage/psych band texana Black Angels che, a cinque anni di distanza da "Death Song", ha pubblicato, a metà settembre, il suoIn Your Eyes ezine
Vuoi sapere quali siano tutti gli eventi #linux?
Puoi seguire @Eventi Linux 😅
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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.
🔸 #RiGenerazioneScuola, a Lipari gli “Incontri del Mare” con 300 studentesse e studenti
🔸 Al via le domande per i contributi per l'editoria de…
Piccoli consigli fotografici
Sono appassionata di fotografia da un po' di anni e qui, voglio proporvi una piccola rubrica sulla storia della fotografia "alternativa" Non parlerò di fotografi super conosciuti, ma cercherò di proporvi fotografi un po' meno conosciuti.
Oggi vi voglio parlare di Bruno Barbey (1941 – 2020). Fotografo francese di origine marocchina Bruno Barbey ha viaggiato in tutto il mondo e ha trovato la sua voce sia come artista che come esploratore. Diventato un membro di Magnum photos all'età di 25 anni, il suo lavoro riflette la sua sensibilità e la sua insaziabile sete di sconosciuto.
La sua svolta personale è stata quando ha iniziato a fotografare a colori. Nonostante abbia fotografato diversi scenari di guerra, preferisce che le sue immagini parlino del mondo che cambia, "Fotografie per documentare per i posteri, tradizioni e culture che svaniscono rapidamente a causa del cambiamento degli atteggiamenti dei consumatori."
Quello che più mi è piaciuto della sua visione fotografica è questo suo pensiero: “Sconsiglio sempre le persone dall'essere fotografi a tempo pieno se hanno altri modi per fare soldi. Se vuoi davvero fare un lavoro personale, potresti fare meglio a farlo come hobby. "
Monitora PA al Linux Day 2022
No, il link a localhost è stato un errore del pescaggio da feed 😂
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+++ ⚠ ATTENZIONE ⚠
questa app e il relativo profilo twitter NON HANNO NESSUN RAPPORTO CON IL PROGETTO FRIENDICA +++
Segnalate please
⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️
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sarà Trump 🤣
Comunque riportano che la piattaforma è nata come risposta all'estremismo di destra, all'odio e alla disinformazione. Organizzazione no-profit 'indigena' in Canada
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@Michael Vogel What is? Scam? 🤔
https://play.google.com/store/apps/details?id=com.friendxonemessenger.app
https://www.twitter.com/FriendicaSocial
Friendica Messenger - Apps on Google Play
Friendica's official messenger app for Android.play.google.com
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Breaking news!
> Friendica is transitioning to Folkse, to avoid confusion with the decentralized fediverse software.
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feddit.it/c/fediverso
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L'Unione Europea di Giorgia Meloni
«I cittadini stanno accettando il fatto che, chiunque governi, finirà per perseguire le stesse politiche o politiche simili. Il potere delle democrazie di cambiare la realtà socio-economica, di migliorare le condizioni di vita delle classi lavoratrici e salariate si sta riducendo; esse sono sottoposte a un doppio potere dispotico, quello delle istituzioni di controllo e sorveglianza dell’Unione Europea e di quello che è definito “il mercato”, cioè il potere organizzato di una plutocrazia che domina la vita economica e riesce sempre a imporre i propri interessi a popolazioni sempre più indifese e confuse.»
⚠️ Utenti Android, non dovete necessariamente aspettare l'app di Pixelfed!
Potete usare @PixelDroid :pixelfed: proprio adesso! È un'app di terze parti open source e disponibile tramite F-Droid!
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Personalmente sto usando Fedilab senza problemi, sia per pixelfed che per mastodon. Non vorrei avere un app per ogni cosa...
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Confessioni di una maschera “Rock the vote”
✅ Abbiamo finalmente archiviato il passaggio elettorale. In maniera del tutto indolore per quello che ci riguarda. Non avevamo aspettative. Non le abbiamo forse mai avute. Meno che mai ultimamente. La politica italiana, quella fatta del circo mediatico parlamentare che le televisioni e le radio ci infilano in casa ad ogni ora del giorno, fa parte di un crogiolo di squallore cui non apparteniamo. Ce ne siamo chiamati fuori definitivamente, in nome di quel poco di amor proprio che ci resta.
iyezine.com/confessioni-di-una…
Confessioni di una maschera “Rock the vote”
Come ci accade costantemente negli ultimi trent’anni, da quando cioè la politica è diventata una dicotomica scelta, quasi plebiscitaria, tra chi stava con il magnate brianzolo, e chi stava contro, tagliando sistematicamente fuori ogni altra visione s…Marco Valenti (In Your Eyes ezine)
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Letta che insegue Veltroni: la funzione turistica del PD.
"Il PD si interessa alle classi popolari e alle realtà impoverite con lo stesso atteggiamento sussiegoso dei turisti agiati, provenienti da qualche ricca città europea o americana, che si recano in un paese del terzo mondo e guardano con compassione la condizione dei suoi abitanti che, poveri loro!, non godono delle libertà e del benessere occidentale.
Veltroni e Letta esprimono del resto la visione del mondo di gente che vive nei centri storici e che finge di non sapere che spesso la povertà, l’ingiustizia e il degrado sono presenti nelle periferie delle loro stesse città. In qualità di dirigenti politici non possono guardare a queste condizioni di disagio perché la loro fortuna si fonda esattamente su questa ipocrisia.
Letta, Veltroni, Renzi e tanti altri che hanno fatto la storia del PD non avrebbero avuto alcun successo politico se non avessero promosso quelle politiche che hanno generato la questione sociale oggi presente in Italia.
La loro salita al potere è dipesa dal sostegno di forze economiche e finanziarie che hanno chiesto in cambio leggi in favore della precarietà nel lavoro, privatizzazione dei servizi, disfacimento della scuola pubblica, sostegno all’impresa e tanti altri provvedimenti che hanno prodotto le attuali ingiustizie."
kulturjam.it/politica-e-attual…
Letta che insegue Veltroni: la funzione turistica del PD - Kulturjam
Con le ultime parole di Letta e di Veltroni si scorge come il PD si interessi alle classi popolari e alle realtà impoverite con lo stesso atteggiamento sussiegoso dei turisti agiati in vacanza in qualche località del terzo mondo.Paolo Desogus (Kulturjam)
Verso carestia energetica e fame ma la chiameremo "Frugalità responsabile".
Verso carestia energetica e fame ma la chiameranno "Frugalità responsabile" - Kulturjam
Con la logica della guerra e delle sanzioni la strada tracciata porterà inevitabilmente alla carestia energetica e alla fame, che non verrà chiamata cosi ma "frugalità responsabile", per un mondo green e sostenibile.Redazione (Kulturjam)
Inflazione e resistenza. La questione degli alloggi a New York.
Inflazione e resistenza. La questione degli alloggi a New York - Contropiano
L'economia statunitense è entrata in recessione. Questo era il titolo generale all'inizio dell'estate, quando il PIL statunitense è sceso di nuovo nella La proprietà privata, in particolare di beni immobili, è un principio fondamentale del "sogno ame…Redazione Roma (Contropiano)
"Come la Terra, Urano e Nettuno sono mondi blu. Nettuno, sul cui globo color del mare corrono nubi bianche, a un occhio distratto sembrerebbe perfino uno specchio del nostro pianeta. L’azzurro di questi pianeti però non è quello di un oceano, ma è la tinta delle tracce di metano all’interno di un’atmosfera gelida di idrogeno ed elio. A quasi 3 e 4,5 miliardi di km dal Sole, rispettivamente, le atmosfere di Urano e Nettuno oscillano tra i 220 e 230 gradi sotto zero: i pianeti più freddi del Sistema Solare."
Ritorno ai giganti azzurri
Un racconto dei misteri che ancora custodiscono Urano e Nettuno, due pianeti del nostro Sistema Solare che meriterebbero nuove missioni spaziali.Il Tascabile
Solidarietà alle Donne del popolo Iraniano - Dedicato a Mahsa Amini
Hello @Philipp Holzer , I am administrator of this instance and I am also moderator of an Italian mastodon instance.
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L’obsolescenza degli smartphone e la raccolta massiccia di dati mettono in pericolo il futuro del digitale
Vorrei segnalare un altro articolo molto interessante pubblicato da Basta!, media francese indipendente e autofinanziato (se potete, sostenetelo da qui: basta.media/don):
“L’obsolescenza degli smartphone e la raccolta massiccia di dati mettono in pericolo il futuro del digitale” di Emma Bougerol:
basta.media/l-obsolescence-des…
Questo è il sommario che apre l’articolo:
“Dai minerali indispensabili per gli smartphone all'energia consumata dai data center, la tecnologia digitale ha un pesante impatto ecologico. Anche in questo caso la sobrietà è essenziale, ma non passa necessariamente dalla riduzione dell'uso di Internet”.
Qui sotto trovate una sintesi dei temi trattati, l’articolo è distribuito con una licenza Creative Commons BY-NC-ND 4.0 che non ne permette la traduzione.
L’articolo mette in evidenza alcuni dati dell’impatto della tecnologia digitale sull’ambiente: questa rappresenta in Francia il 10% del consumo di elettricità e il 2,5% dell'impronta di carbonio che sintetizzata in un’immagine piuttosto efficace è l’equivalente delle emissioni di CO2 di 12 milioni di automobili, che percorrano ciascuna 12.000 km all'anno.
L’articolo sottolinea poi come la valutazione dell’impatto ambientale debba tener conto di molteplici fattori: il consumo di tutti i dispositivi usati dagli utenti, ma anche i consumi della rete che trasporta questa enorme quantità di dati e interazioni e quello dei data center che li archiviano.
Il testo prosegue ricordando come la produzione dei terminali degli utenti, televisori, computer, smartphone costituisca la parte maggiore e più dannosa dell’impatto ambientale del digitale (esaurimento delle risorse, emissioni, consumo di energia, produzione di rifiuti).
Buona parte di questi danni ambientali colpiscono soprattutto i paesi in via di sviluppo in cui si estraggono i metalli preziosi e quelli in cui vengono scaricati i nostri rifiuti elettronici.
A questo aspetto si aggiunge l’esaurimento di alcuni minerali necessari per la costruzione dei dispositivi, ad esempio litio e cobalto per le batterie o il tantalio per i circuiti degli smartphone.
Anche in questo caso non è possibile pensare che la quantità di dispositivi prodotti possa essere infinita.
Un altro grave problema affrontato è quello dell’obsolescenza dei dispositivi: in Francia la vita media di uno smartphone è stimata tra i due e i tre anni, è chiaro che per ridurre l’impatto ambientale sarebbe necessario aumentare e non di poco la durata dell’utilizzo dei dispositivi, secondo un esperto dell’associazione GreenIT.fr si dovrebbe arrivare ad 8 anni per gli smartphone, 10-15 anni per i computer e 20 per i televisori.
La conclusione dell’articolo si apre con un titolo un po’ forte, "Eliminiamo il digitale ogni volta che è possibile” che però viene meglio articolato nelle righe successive: non si tratta di fermare del tutto lo sviluppo della tecnologia digitale, ma si tratta di optare per scelte “low tech” che pratichino anche alternative analogiche là dove disponibili. Questo processo non può essere un percorso individuale è fondamentale un intervento politico dello stato che deve regolamentare in qualche modo la vendita e la distribuzione dei prodotti digitali.
L’obsolescence des smartphones et la collecte massive de données mettent en péril l’avenir du numérique
Le numérique représente 10% de la consommation d'électricité en France, et 2,5% de ses émissions de CO2.Basta!
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Luca Gasperini
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