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Non dimentichiamolo mai. Sono fascisti


Conversazione con Domenico Barrilà a distanza di un mese da quel 25 settembre che ha portato a Chigi la destra italiana, e nel giorno in cui Giorgia Meloni si presenta al Parlamento. “Quello appena insediatosi è un governo a forte impronta fascista”, dice lo psicoterapeuta

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Mummie Egizie: i Mummy Unwrapping Parties Ottocenteschi


Le mummie egizie hanno sempre esercitato un grande fascino in Occidente, soprattutto nella prima metà del XIX secolo. Questo ha portato a un commercio illecito di mummie egizie tra Egitto e Regno Unito. Per laContinue reading

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Meglio non andare oltre il sandalo


Non possiamo sapere se Oliviero Toscani, fotografo di fama indiscussa, abbia mai letto la storia che sta dietro a quel detto curioso che in latino suona così: “Ne supra crepidam sutor indicaret” e che in italiano traduciamo comunemente: “(ciabattino) non

Non possiamo sapere se Oliviero Toscani, fotografo di fama indiscussa, abbia mai letto la storia che sta dietro a quel detto curioso che in latino suona così: “Ne supra crepidam sutor indicaret” e che in italiano traduciamo comunemente: “(ciabattino) non andare oltre la scarpa”. Se Toscani l’avesse letta e conservata a memoria, forse – osserviamo noi – non sarebbe incorso nello stesso errore che gli è costato un po’ caro.

La storia del ciabattino (sutor) è più o meno questa.

C’era un artista greco, Apelle di Coo, il quale era solito esporre le sue opere in modo da poter trarre profitto dai commenti e dalle critiche dei passanti. Una volta, un ciabattino gli fece un appunto riguardo a come aveva rappresentato il sandalo (crepidam) di un personaggio. Apelle, dall’alto della sua fama ma anche della sua umiltà e avvedutezza metodologica, accolse la critica e passò al ritocco. Il ciabattino, inorgoglito di tale successo, il giorno dopo tornò all’attacco muovendo un’ulteriore critica, questa volta, al ginocchio. A tal punto Apelle lo gelò: hai parlato di sandalo e va bene, ti ho ascoltato; però adesso fermati, non andare oltre, lascia stare il ginocchio perché non è materia di tua competenza.

Oliviero Toscani, il 20 ottobre 2016 si trova a Vibo Valentia in occasione della mostra “Razza umana”, allestita nel complesso monumentale Valentianum. C’è calca intorno al personaggio. Si fa avanti Vittorio Sibiriu, anni 18, faccia pulita di studente, condotta impeccabile, figlio di un carabiniere. Il giovane chiede a Toscani una foto che li ritragga insieme. La risposta è un rifiuto netto. Sibiriu dichiara che l’artista lo ha “additato come un potenziale mafioso, affermando che” – lo è o non lo è (e questo Toscani non lo sa) – “avrebbe benissimo potuto esserlo poiché anche Matteo Messina Denaro non ha la faccia da mafioso eppure lo è”.

La storia finisce in tribunale perché Sibiriu non ha nessuna voglia né di ingoiare il torto subito e neanche quella di rassegnarsi a collezionare pregiudizi espressi con tale leggerezza. Il Tribunale di Vibo, dopo 6 anni condanna Toscani Oliverio a 8 mesi, al pagamento di una provvisionale di 3.000 Euro e alle spese giudiziarie.

Che Toscani sia un fotografo di fama lo sappiamo tutti e lo apprezziamo pure, ma quella volta, supponiamo, abbia voluto fare un po’ di più, come quel ciabattino: andare oltre le foto, fin dentro la vita delle persone, e siccome si trovava in Calabria, sarebbe stato un viaggio a vuoto non aver incontrato un mafioso o un presunto tale. E, presunto tale, poteva essere finanche quel Vittorio Sibiriu, il cui volto luccicante di studente diciottenne, poteva nasconderne uno. Sì, poteva trovarsi – il Toscani – come dinanzi a Messina Denaro – niente poco di meno – che mafioso non sembra, ma lo è.

E’ vero che il ciabattino si era spinto oltre, ma, onestamente, aveva fatto poca strada, dal sandalo al ginocchio, dalla calzatura all’ortopedia, dall’artigianato alla medicina. Toscani si è lanciato dall’esteriorità all’interiorità, dall’apparire all’essere, dalla presunzione d’innocenza (che a tutti appartiene) alla presunzione di mafiosità (che è tutta da provare). Insomma: Toscani fotografa uomini e cose o fa la Tac pure all’anima? E tanta paura s’è presa in terra calabra da vedere mafiosi anche dove non ce ne erano? A volte, si appannano non solo le lenti di una macchina, ma anche gli occhi di chi vi guarda dentro quando accade che su un’intera regione e sui suoi abitanti si spalmano aggettivi squalificativi come ghiottamente si fa con la marmellata sul pane: a tappeto.

No – avrà pensato in un attimo Toscani – finire in foto in compagnia di un presunto mafioso, questo mai. Un artista della macchina fotografica permetterselo non può. Un eccesso di difesa gli è costato una condanna. E glielo doveva dire proprio un tribunale che quel giovanotto non era e neanche poteva essere un soggetto pericoloso? Nel dubbio, resta l’ammonimento del pittore: meglio non andare oltre la scarpa.

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Brayan Stevenson – Il diritto di opporsi


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Dici Meloni e pensi Xi


Silenzio: parla Giorgia. La rozzezza e la violenza dell'autoritarismo in scena nella Roma di Giorgia come nella Pechino di Xi? Vedremo

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Come sarebbe una guerra degli Stati Uniti con la Cina?


Nel suo discorso di apertura al 20° Congresso del Partito Comunista Cinese, il Segretario Generale Xi Jinping ha rifiutato di escludere l’uso della forza contro Taiwan. Ma il popolo cinese non deve preoccuparsi. Xi ha annunciato: “Abbiamo attuato audaci riforme della difesa nazionale e delle forze armate, ristrutturando la leadership militare e i sistemi di […]

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Transazioni online sicure: consigli pratici per gli utenti


I pagamenti online sono ormai all’ordine del giorno, in tutti gli ambiti della vita quotidiana, dalle utenze ai servizi di intrattenimento, dall’acquisto di beni essenziali allo shopping. Le modalità di transazione ormai sono quasi del tutto libere dal contante e stanno diventando sempre più dematerializzate, con l’introduzione di sistemi di pagamento come gli e-wallet, le […]

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Ucraina: l’offensiva invernale di Putin


I guadagni ucraini sul campo di battaglia sono stati accolti da un’escalation russa ampiamente anticipata. Il 21 settembre, in un raro discorso nazionale, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la mobilitazione di 300.000 riservisti che sarebbero stati chiamati a prestare servizio nella guerra in Ucraina. Nelle ultime settimane, l’esercito russo ha subito una serie […]

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DAVID STRONG’S FIRST SOLO EP


David Strong has been playing the strings alongside the best for decades. He is now front and center and just released his first solo album. He is a self-taught mumtiinateimentalist and composer, who has toured the world. Strong’s music is happy and upbeat with fun content. The songs are nostalgic.

iyezine.com/en/david-strongs-f…



Costi ambientali dei dispositivi di IA


Cosa rende possibile l'esistenza dell'IA e quali sono le conseguenze della sua costruzione? Dall’estrazione mineraria per la costruzione dei dispositivi all’installazione di cavi sottomarini per Internet, l’articolo propone alcuni esempi di sfruttamento a

Camilla Quaresmini L’immagine di Internet come cloud lo rende un ambiente apparentemente intangibile, quasi post-fisico. Tale percezione contribuisce a creare un’ingenua fiducia nel suo scarso impatto ecologico. A ciò si aggiungono le dichiarazioni del settore tecnologico, apparentemente a favore della sostenibilità ambientale, che fanno in realtà parte della creazione di un’immagine pubblica...

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#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.

🔸 Il Professor Giuseppe Valditara è il nuovo Ministro dell’Istruzione e del Merito

🔸 Piano nazionale scuola digitale, al via l’aggiornamento



Non fate troppi pettegolezzi


Si è concluso a settembre a Brancaleone il Pavese Festival.Festival dedicato da 22 anni a Cesare Pavese, ma che solo quest’anno è approdato come ultima tappa, il 17 settembre, in Calabria. Nell’estrema punta della penisola, infatti, Cesare Pavese trascors

Si è concluso a settembre a Brancaleone il Pavese Festival.
Festival dedicato da 22 anni a Cesare Pavese, ma che solo quest’anno è approdato come ultima tappa, il 17 settembre, in Calabria. Nell’estrema punta della penisola, infatti, Cesare Pavese trascorse il tempo del confino per attività antifascista, dal 4 agosto 1935 al 15 marzo 1936. Solo sette mesi a fronte dei 3 anni stabiliti, la restante pena essendo condonata.

A Santo Stefano Belbo, ai margini delle Langhe, paese natale dello scrittore, si sono svolti gli eventi dei primi cinque giorni, il sesto e ultimo a Brancaleone, in una commistione di letteratura, musica, arte, teatro splendidamente interpretata da qualificati ospiti.
Filo conduttore è stata la figura femminile cercata ma mai raggiunta dallo scrittore.

La donna per Pavese è parola. Una parola che è ricerca, dialogo, scoperta, ricordo, introspezione, fanciullezza, verità: poesia” .

Noi ci lasceremo guidare dalla scritta che, come un tatuaggio, compare nell’acquerello che fa da locandina, di Paolo Galetto. Tutto in bianco e nero, ma segnato da sparsi petali rossi, quasi una festa o forse ferita sanguinante: “Tu sei come una terra che nessuno ha mai detto”.

La terra e la donna, due temi che si intrecciano e si respingono nell’opera di Pavese. La nostalgia, la mancanza, il desiderio, la perdita dell’una e dell’altra incideranno profondamente nella sua vita e nella sua arte.

La Donna continuamente inseguita in vaghe figure femminili.
La ballerina che lo lascerà ad aspettarla sotto la pioggia e che De Gregori canterà in Alice (E Cesare perduto nella pioggia/sta aspettando da sei ore il suo amore, ballerina).
La voce rauca e fresca di Tina militante comunista.
Fernanda Pivano e la comune passione per la letteratura americana.
Elena amore di necessità.
La selvatica Concia bella come una capra nel tempo del confino.
Bianca con la quale tenterà la scrittura di un libro a due mani.
Costance l’allodola e quegli occhi che rivedrà nella stanza d’albergo a Torino dove darà fine alla sua vita. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

La figura femminile è costantemente presente nell’itinerario personale e artistico di Pavese.
La racconterà soprattutto nei versi, in quell’incedere narrativo di righe lunghe costrette dal ritmo attraverso la parola, unica realtà. Donna mito di una fanciullezza felice e perduta che si identifica nel paesaggio delle langhe e in contrasto con la donna-compagna riconosciuta nei percorsi metropolitani di Torino. Ma sia l’una o sia l’altra, quello che è certo è che né l’uomo né il poeta riusciranno mai a raggiungerla. Non incontrerà nella sua strada quotidiana quella donna che, pregata, vorrebbe dar mano alla casa e non riuscirà nei suoi scritti a darle del tutto voce con parole inghiottite.
Sei buia. Per te l’alba è silenzio.
La Terra, che nelle prime poesie è raccontata più che cantata nella realtà delle colline o in contrappunto nella squallida visione delle periferie di Torino, è fondamentalmente la geografia della propria solitudine, dell’inadeguatezza a condividere spazi e circostanze e rapporti con gli altri.
Nella vita e nel mondo, la condizione di Pavese è quella dell’espatriato che continuamente e ripetutamente cerca di tornare. Ma anche quando la ricerca lo riporterà, come Anguilla de La luna e i falò, nel suo paese di origine dovrà constatare che in realtà non si torna mai al passato, al tempo inesorabilmente andato, agli eventi che ormai parlano lingue sconosciute: “Un paese ci vuole…vuol dire non essere soli…nella terra c’è qualcosa di tuo che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.
Sì, i falò si accendono ancora, ma per divorare con le loro fiamme quel che mai più ritornerà.
Il mito della fanciullezza con il suo bagaglio di ingenue felicità, di speranze che volano alte, di certezze si è concluso.
Si accendono nuovi falò che distruggono, divampano dolore, illuminano sinistramente tragedie.
Non resta che la sconfitta.
Non resta che guardare dalla finestra di quella cameretta al primo piano di un paese, Brancaleone, che per lui resterà sempre un paese straniero.
No, non troverà pace né tra quei muri né nel Bar Roma, dove legge quotidianamente il giornale, né sullo scoglio dal quale guarda senza vedere un inutile mare.

Ancora oggi andando a Brancaleone si può visitare la casa, la stanza in cui visse, il lettuccio stretto, la scrivania che è solo uno sbilenco tavolo, l’avara lampada e la finestra che racconta la “monotonia di un paesaggio sempre uguale”.
Da quella finestra – quarta parete della sua prigione – Pavese fisserà i binari. Quegli stessi binari sui quali si è fermata la littorina con la quale è giunto insieme a due valigie cariche di libri. Su quelle linee parallele scorreranno le nostalgie di un paese diverso e lontano, di una vita condivisa di amore e di impegno mentre le ore scorrono nel tedio, sempre uguali.
Acchiappo mosche, traduco dal greco, mi astengo dal guardare il mare (che d’altronde è una gran vaccata), giro i campi, fumo, tengo lo zibaldone, serbo un’inutile castità.
No, il confinato non avrà voglia di incontrare veramente né il paese né i suoi abitanti. Un rapporto tra lui e i brancaleonesi superficiale e di condiviso rispetto. Un accennato interesse verso la letteratura orale e le tradizioni popolari, un amore di necessità e una fantasia erotica. Una lettura della Calabria, tuttavia, fuori da ogni retorica.

E forse tra le note di quel on the road musicale di Omar Pedrini, che ha concluso il Festival nella struggente malinconia di una notte calabrese, ci sembrerà di riconoscere l’ombra di un uomo solo, con la pipa e gli occhiali, che ancora cerca un senso a una vita vuota che nemmeno il profumo dei gelsomini, la dotta lentezza delle tartarughe e il vento diviso dal vicino Capo Spartivento e un mare di verdi e di azzurri, sono riusciti a regalargli.

A Brancaleone Pavese conferma di non essere in grado di imparare il mestiere di vivere, che la sua è la condizione di una straziante solitudine, che l’unico mestiere che conosce, quel vizio assurdo vissuto quasi come un dovere, corteggiato più di un amore, idolatrato e temuto, è quello di morire.

Lui che aveva dichiarato di non avere più parole, riuscirà a scovarne una manciata da scrivere con mano ferma su un foglio lasciato su un anonimo comodino di un’anonima stanza d’albergo:

Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.

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Eurogas


L’accordo c’è Legittimo, naturalmente, che in Italia ci si sia concentrati sulle vicende interne, sui passi verso il nuovo governo e sui passi falsamente falsi delle polemiche interne alla (falsa) coalizione vincente. Intanto, però, come è giusto che sia,

L’accordo c’è


Legittimo, naturalmente, che in Italia ci si sia concentrati sulle vicende interne, sui passi verso il nuovo governo e sui passi falsamente falsi delle polemiche interne alla (falsa) coalizione vincente. Intanto, però, come è giusto che sia, gli interessi italiani ed europei erano difesi dal governo ancora in carica, nel corso di un importante e trascurato Consiglio europeo.

Legittimo, inoltre, che taluno dubitasse si potesse giungere ad un accordo, mentre qui continuavamo a ritenere più probabile un compromesso positivo. Come è stato. Meno legittimo che, per giorni e ancora ieri, il tono trasversale e pervasivo fosse uno solo: l’Europa (e daje, si chiama: Unione europea) è divisa, un fallimento, nessun accordo. À la Bartali.

Una sorta di lussuria della disfatta, la speranza di una profittevole sconfitta che possa giustificare e alimentare un vittimismo piagnucoloso che sfocia in grottesca prosopopea. E invece le cose sono andate in modo diverso, un accordo è stato raggiunto. E che il negoziato sia stato lungo e complesso attiene al fatto che si tratta di interessi diversi, non solo fra questo o quel Paese, ma anche al loro interno.

Il tutto senza dimenticare che l’accordo più importante era stato acquisito all’inizio e in pochi minuti: la condanna della criminale aggressione russa e sanzioni che solo aderendo alle fonti del Cremlino si può credere non vadano a segno. In quanto al fatto che anche qui si subiscono conseguenze negative, complimenti per la perspicacia: capita, quando qualcuno dichiara guerra alla sovranità e alla libertà.

I risultati più importanti sono relativi all’acquisto comune di gas e alla solidarietà in caso di sospensione delle forniture. Il tetto al prezzo del gas c’è, a cominciare da quello per la produzione di energia elettrica. È temporaneo, come è giusto che sia, visto che alla metà del 2024 saremo completamente affrancati dal gas russo e non è che si possa indirizzare troppo a lungo il mercato, senza produrre effetti negativi.

Su questo fronte, piuttosto, si introducono altri parametri di fissazione, che cancellino l’unicità del Ttf al mercato di Amsterdam. Resta l’accesso a energie finanziarie frutto di debito comune. A questo si accompagnano indicazioni per la trasparenza del mercato elettrico (le bollette), il risparmio energetico e lo sveltimento delle procedure per l’istallazione di impianti rinnovabili.

Si poteva fare meglio e di più? Sempre. È totalmente soddisfacente? Mai. Ma è molto ed è bene. Un mesto pensiero ai cantori dei fallimenti, quale intonazione monocorde del ripetitivo lamentio.

Ottenere questi risultati ha avuto un prezzo, dato che si erano manifestate rigide opposizioni, con argomenti legittimi e talora forti. Se quelle opposizioni sono state in gran parte superate lo si deve a un solo dato politico: è stata riconfermata l’unità europea nell’appoggio all’Ucraina e nella condanna degli aggressori. L’opposto dell’inerte divisione. Il prezzo è stato anche un disallineamento del tradizionale asse fra Francia e Germania. Sul quale vale spendere due parole.

È importante, quell’asse, perché è dai contrasti fra quelle potenze che sono nati molti conflitti europei. Ed è su quell’asse che si è costruita la pace, tutelata dall’ombrello difensivo Nato. Sono anche le due più forti economie. E la Francia è la sola potenza atomica dell’Ue.

Quell’asse ha anche dato l’impressione di dominare troppo, ma questo si deve anche alla dabbenaggine di Paesi come l’Italia, che anziché costruire alleanze imbastivano scuse e geremiadi questuanti. Quell’asse è importante, ma il disallineamento chiama tutti i membri dell’Ue alla responsabilità di non sentirsi passeggeri riottosi, ma equipaggio volenteroso. C’è spazio politico libero. A patto di piantarla con quell’atteggiamento che è diffuso costume nazionale, dall’informazione alla politica, dai corpi intermedi a tanti cittadini. L’Italia che produce ricchezza sta da un’altra parte.

La Ragione

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24 ottobre 2029


Il brusio della televisione in sottofondo mi ricorda che oggi è il secondo anniversario della nascita dell’euro digitale, adottato ufficialmente dagli Stati Sociali Europei nel 2027...

Sono le 19:07 del 24 ottobre 2029. Ho appena finito di scrivere una nuova uscita della mia newsletter, Surveillance Chronicles.

Il brusio della televisione in sottofondo mi ricorda che oggi è il secondo anniversario della nascita dell’euro digitale, adottato ufficialmente dagli Stati Sociali Europei nel 2027, dopo anni di sviluppo e sperimentazioni.

Ricordo che all’inizio non capivo davvero la differenza rispetto al vecchio euro. Eravamo già abituati ai pagamenti elettronici, il funzionamento sembrava lo stesso. Sono pur sempre numeri su uno schermo.

Alcune cose però cambiarono subito. Ad esempio, i conti correnti furono presto un ricordo del passato, sostituiti dai wallet digitali.

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Aprire un wallet era molto più comodo che aprire un conto corrente: niente burocrazia, nessuna ricerca delle migliori condizioni contrattuali, nessun dipendente svogliato: autenticazione elettronica sul portale dedicato grazie all’identità digitale e breve configurazione dell’app, dopo averla scaricata sullo smartphone.

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A un anno dal lancio ufficiale l’euro digitale funzionava così bene che la Commissione degli Stati Sociali Europei decise di abolire del tutto il contante, l’ultimo ricordo di un sistema analogico e ormai superato.

La Commissione disse che non ne avevamo più bisogno, che era semplicemente uno strumento per evadere le tasse, e che dismettendo la produzione del contante avremmo risparmiato energia preziosa. In una piccola scatola conservo ancora qualche banconota da €50, che prima dell’abolizione compravano un paio di pizze.

È stato molto facile abituarsi all’euro digitale. La principale differenza con le carte di credito e i vari sistemi digitali a cui eravamo abituati è che non ci sono PIN da inserire, schede di plastica, né commissioni bancarie. Basta inquadrare un QR code con l’app dello smartphone! C’è chi dice che presto potremo fare anche a meno delle casse nei supermercati.

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Alzo il volume. Una rappresentante della Banca Centrale degli Stati Sociali Europei sta descrivendo le nuove caratteristiche dell’euro digitale. La principale differenza con il vecchio euro, dice, è che l’euro digitale è completamente programmabile.

Spiega che è proprio come un software. In ogni momento possono modificare le modalità di funzionamento e applicare gli aggiornamenti a tutti i wallet digitali europei in tempo reale. In questo modo le regole sono uguali per tutti e non c’è alcuna libertà d’iniziativa da parte delle banche commerciali.

Ricordo quando nel 2028 inibirono ogni transazione con Russia e Cina. Le sanzioni degli anni precedenti non avevano funzionato anche per colpa della troppa libertà. Tante aziende continuavano ad avere rapporti economici con la Russia e le banche autorizzavano le transazioni senza problemi. Adesso è impossibile: ogni wallet europeo è georeferenziato e le transazioni che arrivano fuori dai confini geografici degli Stati Sociali Europei sono bloccate in tempo reale.

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La programmabilità offre tanti vantaggi anche per le politiche interne dei singoli stati membri, prosegue il servizio TV. Grazie all’euro digitale i governi possono partizionare il reddito annuale di ogni cittadino in quote percentuali che possono soddisfare solo specifici usi. Le quote sono calcolate da un algoritmo centralizzato in modo automatizzato. L’algoritmo tiene conto delle nostre necessità e ogni quota è personalizzata per massimizzare l’efficienza collettiva.

Ascoltare la tv mi fa pensare che dovrei andare a trovare i miei genitori, ma ho già raggiunto il massimo di transazioni autorizzate per gli spostamenti di lunga percorrenza. Sarà per il prossimo anno.

La rappresentante della BCSSE ora sta parlando dell’evoluzione del fisco e dell’abolizione di tutta la burocrazia tributaria. L’Agenzia della Redistribuzione di ogni Stato membro conosce esattamente il reddito di ognuno e le transazioni quotidiane. I prelievi fiscali sono automatizzati e in tempo reale, in base al profilo personale.

Un’altra caratteristica dell’euro digitale, continua la rappresentante, è che siamo finalmente riusciti a eliminare l’evasione fiscale. Con l’euro digitale la BCSSE e le autorità governative hanno accesso a ogni singola transazione dei wallet europei, dalla più piccola fino a quelle più importanti. Tutto è trasparente e tracciato. Evadere è semplicemente impossibile.

Purtroppo, nonostante tutto le tasse non sono diminuite. Il welfare sociale europeo costa molto e la crisi energetica degli ultimi anni ha svuotato le casse degli Stati membri. I salari minimi automatizzati hanno anche escluso dal mercato molte aziende poco competitive che non potevano permettersi di pagare il minimo previsto. Questo ha fatto aumentare di molto la disoccupazione, ecco perché chi ha il privilegio di lavorare e guadagnare ha anche il dovere di sostenere la collettività. C’è chi dice che con l’euro digitale fra qualche anno potremo avere anche un Reddito Universale di base… chissà.

Adesso stanno parlando dei vantaggi sulla lotta al crimine. Il monitoraggio delle transazioni, insieme alle tecnologie di sorveglianza introdotte con il Regolamento Chatcontrol nel 2025, permette alla BCSSE e ai governi degli Stati membri di prevenire ogni tipo di criminalità prima ancora che venga commesso il reato.

Gli algoritmi di polizia predittiva possono accedere ai dati delle transazioni e a molti altri per delineare il profilo di rischio di ogni cittadino. Ogni anomalia viene analizzata e segnalata in tempo reale, come transazioni inusuali rispetto alle abitudini della persona o con importi troppo alti o troppo bassi. Se le anomalie superano un certo limite di tolleranza, gli algoritmi lo notificano alle autorità e il wallet digitale blocca automaticamente ogni transazione al di fuori di un raggio di 15km dall’abitazione della persona indagata. Questo è molto utile per evitare che i potenziali criminali possano spostarsi sul territorio.

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Purtroppo, afferma la rappresentante della BCSSE, c’è ancora un grande problema di criminalità legato agli estremisti che scelgono di usare Bitcoin invece dell’euro digitale. La Commissione ha vietato la diffusione di ogni comunicazione e informazione sulla criptovaluta, ma non è stato sufficiente. Alcuni estremisti riescono ancora a infiltrarsi e diffondere disinformazione in cerca di proseliti.

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I più suscettibili a cadere nella trappola di questi estremisti sono i milioni di poveri e immigrati che pur possedendo uno smartphone non possono accedere all’euro digitale perché privi d’identità digitale. Alcuni, piuttosto che diventare criminali, preferiscono barattare tra loro ciò di cui hanno bisogno. Il servizio prosegue dicendo che è dovere di ogni cittadino perbene denunciare questi soggetti, che mettono a rischio la stabilità finanziaria di tutti gli Stati Sociali Europei. Mi chiedo cosa spinga le persone a voler usare uno strumento così pericoloso, usato solo da criminali, drogati e hacker.

La cena è quasi pronta, spengo la televisione. Il wallet digitale mi notifica di aver trovato un’anomalia sulle mie abitudini di spesa. Mh. Forse non avrei dovuto acquistare quella carne ieri, ma diamine - fra poco è il mio compleanno! L’algoritmo ne terrà conto.

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Quello di chi scrive Surveillance Chronicles è un mondo iper-statalista ed estremamente collettivista. L’estremo welfare, la pianificazione totale di ogni ambito e i comfort delle nuove tecnologie digitali sono attrazioni pensate appositamente per far sentire al sicuro cittadini felici di giocare a una simulazione di libertà, che corre su rotaie prestabilite.

Questo mondo è caratterizzato da welfare estremo e totale pianificazione economica e sociale da parte dello Stato. La maggior parte delle persone gode di reddito universale di base pagato con i soldi dei pochi che ancora sognano di elevare se stessi attraverso il lavoro, o che semplicemente sono costretti a lavorare per produrre ciò di cui la società ha bisogno.

La moneta digitale, controllata dalla Banca Centrale e dai governi, viene usata come strumento di coercizione e manipolazione dei comportamenti. L’informazione è controllata da filtri di stato e algoritmi di censura automatizzata.

La sorveglianza è totale, tra sistemi di analisi automatizzata di transazioni e comunicazioni private, sistemi di social scoring ed incentivi di economia comportamentale. Le città intelligenti sono usate dagli enti locali per plasmare le abitudini e le azioni della cittadinanza, grazie a milioni di sensori e algoritmi d’intelligenza artificiale che trasformano i sindaci in ingegneri sociali.

Il pensiero critico, l’individualismo e la libertà di autodeterminazione vengono sostituiti dalla fede assoluta nello Stato, dal collettivismo e dall’omologazione dei comportamenti. In questo mondo la sorveglianza non è solo uno strumento di controllo per esercitare potere politico, ma uno strumento essenziale di pianificazione economica e sociale. Dopo anni di terrorismo psicologico e manipolazione delle informazioni le masse non potrebbero fare a meno del senso di sicurezza dato dalla sorveglianza pervasiva che li circonda. Hanno paura della libertà e non vogliono averci nulla a che fare.

Questo è un racconto di fantasia, ma nulla di ciò che ho scritto è pura finzione.

Le basi tecnologiche, legali e politiche per la creazione di questo mondo esistono già, ed è ciò di cui parlo ogni settimana su Privacy Chronicles.

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Questo futuro però non è scritto e, se vogliamo, possiamo evitare che finisca così. Si può cambiare rotta e scegliere un mondo diverso, ma bisogna prima riconoscere la fonte del problema: lo statalismo e la voglia di pianificare ogni aspetto della vita, della società e dell’economia. I nostri politici sono innamorati del modello cinese proposto anche dal World Economic Forum, e cercheranno in tutti i modi di vendercelo. Lo stanno già facendo.

È fondamentale limitare l’ingerenza dello Stato e riconoscere l’inviolabilità assoluta di diritti individuali e naturali come privacy e proprietà privata. È vitale rigettare ogni forma di sorveglianza e manipolazione dei comportamenti, così come separare definitivamente lo Stato e la moneta, per evitare che questa possa essere usata come un’arma. Infine, è centrale ritrovare una morale fondata sull’interesse personale, e non invece sul sacrificio personale. Una morale che possa consentire a ogni individuo di perseguire liberamente la propria felicità - senza che nessuno imponga di vivere per il prossimo.

Non resta che scegliere.

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Il Professor Giuseppe Valditara, Docente ordinario di Diritto romano, è il Ministro dell’Istruzione e del Merito.

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#PNRRIstruzione, quanto ne sai?
Oggi nella rubrica del venerdì, approfondiamo insieme la linea d’investimento del #PNRR per il potenziamento degli spazi per le mense.

Qui tutte le informazioni ▶️ pnrr.istruzione.it/infrastrutt…

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Al via l’aggiornamento del Piano Nazionale Scuola Digitale. Ieri l'annuncio in occasione dell'inaugurazione di Fiera Didacta in Sicilia.

Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.



L’autorità francese per la protezione dei dati, la Commission nationale de l’informatique et des libertés, ha deciso una sanzione di 20milioni di euro a Clearview AI rilevando violazioni del regolamento generale dell’UE sulla protezione dei dati. La CNIL ha avviato un’indagine su un reclamo riguardante il database di riconoscimento facciale di Clearview e le pratiche di elaborazione dei dati nel maggio 2021. L’autorità di regolamentazione ha emesso un avviso formale per porre rimedio a presunte violazioni nel novembre 2021 cui Clearview non ha risposto. Con la sanzione, la #CNIL ha anche ordinato a #Clearview di interrompere le attività di trattamento e di cancellare i dati precedentemente raccolti associati a violazioni del #GDPR.

cnil.fr/en/facial-recognition-…

(segnalato nella newsletter di Guido #Scorza)

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Fr.#12 / Crisi isteriche e ambientali


Nel frammento di oggi: nelle Marche un uomo sfonda una vetrina per riprendersi i suoi dati / Zaia propone sorveglianza di massa sulle Dolomiti / Aggiornamenti su Milano / Meme e citazione del giorno.

Accesso ai dati, sì ma non così!


La Nuova Riviera riporta una notizia di cronaca peculiare: un uomo ha sfondato la vetrina di un negozio di telefonia per riprendersi i dati che questi, pare, gli avrebbero rubato. I nostri prodi carabinieri lo hanno prontamente bloccato e purtroppo l’uomo non è riuscito a recuperare i suoi dati.

Sono abbastanza sicuro che sia stato uno di voi. Però ragazzi, non è questo il modo migliore per esercitare il diritto di accesso previsto dalla normativa privacy. Nella maggior parte dei casi è sufficiente un’email. Una PEC dell’amico avvocato, se proprio volete. So bene quanto possa essere fastidioso perdere il controllo dei propri dati e temere che questi possano essere usati contro di noi, però dai - non esagerate, mi raccomando.

Se proprio avete della rabbia repressa, sfruttatela nel modo giusto; magari incazzandovi (pacificamente, eh) con Luca Zaia.

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Zaia e la sorveglianza di massa sulle Dolomiti


Direttamente dal Veneto arriva una notizia che potrebbe scatenare diverse crisi isteriche, a buona ragione.

Luca Zaia ha annunciato oggi che dal 2024 i passi del Pordoi, Campolongo, Gardena e Sella saranno accessibili e raggiungibili solo previa prenotazione online su una piattaforma pubblica non meglio specificata, e soltanto in caso di parcheggi disponibili. In pratica una ZTL montana.

La motivazione è, chiaramente, ambientale. Forse l’idea è di limitare artificialmente il passaggio di automobili, legando il numero massimo ai parcheggi disponibili. Premesso che una persona potrebbe avere interesse a transitare in quei passi senza doversi necessariamente fermare, vogliamo parlare dell’idea in sé?

Se la motivazione fosse stata davvero quella di limitare l’intasamento dei passi per il parcheggio, sarebbe stato sufficiente prevedere un contatore online dei parcheggi disponibili, con cartellonistica elettronica posizionata a debita distanza, così da informare in tempo reale gli automobilisti sulla disponibilità di posti auto.

Invece no. Lo Stato come al solito preferisce la soluzione più invasiva; preferisce la sorveglianza di massa. Preferisce creare un sistema che oltre a trattare dati personali su larga scala permette agevolmente di correlare dati come l’identità della persona fisica, l’itinerario, l’automobile e tutta un’altra serie di dati e metadati tipicamente elaborati dagli applicativi web, come informazioni sul dispositivo usato, cookies, e molto altro.

Purtroppo l’agenda climatica sarà sempre più usata come pretesto per instaurare meccanismi di controllo sociale totalitari, che assumeranno le forme più diverse: controllo degli spostamenti, economia comportamentale, sorveglianza delle transazioni, social scoring…

Lo abbiamo visto già a Milano con il progetto Move-In e con le proposte assurde (che però verranno attuate) dei Fridays for Future e del World Economic Forum. Per chi non sapesse di cosa sto parlando, qui c’è l’articolo di riferimento.

Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Agenda climatica? Sorveglianza e controllo, una distopia eco(in)sostenibile

L’agenda comun…ehm - climatica - è ormai a pieno regime, e purtroppo si porta dietro un tale carico di sorveglianza di massa e controllo sociale che anche i meno sensibili tra voi dovrebbero, forse, iniziare a preoccuparsi. I segnali, convergenti tra loro, sono ovunque - anche se sparpagliati e apparentemente separati l’uno dall’altro…
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a month ago · 10 likes · 1 comment · Matte | mrk4m1

Un aggiornamento sul progetto Move-In di Milano


Il progetto Move-In è iniziato da soli 20 giorni e già ci sono numerosi problemi. Pare infatti che la Regione abbia vietato l’ingresso in Area B anche alle automobili e mezzi di trasporto che hanno già aderito al programma Move-In.

I poveri milanesi che hanno supinamente accettato di essere tracciati h24 dal Comune e pagato per il privilegio di circolare in Area B, non potranno comunque farlo. Spiace.

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Come anticipato, la tutela dell’ambiente è soltanto una facile e stupida scusa. Lo mostrano i dati di questi giorni: nonostante le limitazioni, nonostante la scatola nera e la sorveglianza di massa, lo smog non scende! Strano eh?

Ma se allora lo smog non scende, non bisognerebbe forse bussare a Sala e chiedere di rimuovere un sistema tanto assurdo e liberticida, quanto inutile?

C’è anche un’altra questione su cui riflettevo in questi giorni: le ambulanze e mezzi di soccorso “inquinanti” sono esclusi dal divieto di ingresso in Area B, a patto però che siano registrati sul portale. Dalle FAQ del Comune non sono riuscito a capire la finalità di questo trattamento di dati, e se sussiste comunque l’obbligo di installazione della scatola nera (altrimenti a cosa serve la registrazione?).

Tuttavia, se fossero obbligati a installare la scatola nera, ci sarebbe un evidente problema di privacy: il tragitto delle ambulanze mostra l’ubicazione, l’orario e la data degli interventi. In pratica, mostra esattamente chi, come e quando è stato soccorso. L’amministrazione comunale avrebbe dati da cui potrebbe facilmente inferire informazioni relative alla salute di specifici cittadini milanesi.

C’è poi un altro aspetto da considerare. Le persone che per esigenze di salute decidessero di violare il divieto di accesso in Area B, transitando con veicoli vietati, sarebbero soggette a sanzione - salvo registrarsi entro le 24 ore successive sulla piattaforma.

Il ricatto qui è evidente: se non accetti di essere schedato sulla piattaforma ti sanziono, anche se sei entrato in Area B per andare al pronto soccorso. Ancora una volta, a che serve tutto questo?

Insomma, dal Veneto alla Lombardia, è evidente la totale isteria ambientale.

Meme del giorno


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Citazione del giorno

Freedom is indivisible. As soon as one starts to restrict it, one enters upon a decline on which it is difficult to stop.
Ludwig von Mises

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privacychronicles.substack.com…




BLACK ANGELS WILDERNESS OF MIRRORS


Ritorno in grande stile per la garage/psych band texana Black Angels che, a cinque anni di distanza da "Death Song", ha pubblicato, a metà settembre, il suo sesto studio album ufficiale (e primo su Partisan Records) "Wilderness of Mirrors", non lesinando sulla quantità del nuovo materiale proposto, ma anzi, presentando un'opera di ben quindici brani, ....

iyezine.com/black-angels-wilde…





Piccoli consigli fotografici


Sono appassionata di fotografia da un po' di anni e qui, voglio proporvi una piccola rubrica sulla storia della fotografia "alternativa" Non parlerò di fotografi super conosciuti, ma cercherò di proporvi fotografi un po' meno conosciuti.

Oggi vi voglio parlare di Bruno Barbey (1941 – 2020). Fotografo francese di origine marocchina Bruno Barbey ha viaggiato in tutto il mondo e ha trovato la sua voce sia come artista che come esploratore. Diventato un membro di Magnum photos all'età di 25 anni, il suo lavoro riflette la sua sensibilità e la sua insaziabile sete di sconosciuto.
La sua svolta personale è stata quando ha iniziato a fotografare a colori. Nonostante abbia fotografato diversi scenari di guerra, preferisce che le sue immagini parlino del mondo che cambia, "Fotografie per documentare per i posteri, tradizioni e culture che svaniscono rapidamente a causa del cambiamento degli atteggiamenti dei consumatori."

Quello che più mi è piaciuto della sua visione fotografica è questo suo pensiero: “Sconsiglio sempre le persone dall'essere fotografi a tempo pieno se hanno altri modi per fare soldi. Se vuoi davvero fare un lavoro personale, potresti fare meglio a farlo come hobby. "



+++ ⚠ ATTENZIONE ⚠
questa app e il relativo profilo twitter NON HANNO NESSUN RAPPORTO CON IL PROGETTO FRIENDICA +++

Segnalate please
⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️

play.google.com/store/apps/det…
twitter.com/FriendicaSocial


I just reported the app at the playstore. I recommend others doing the same.

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

sarà Trump 🤣

Comunque riportano che la piattaforma è nata come risposta all'estremismo di destra, all'odio e alla disinformazione. Organizzazione no-profit 'indigena' in Canada

in reply to Emanuele

@Emanuele :spiderman: sì, ma il loro modo di fare è estremamente sospetto: o sono molto scorretti o sono molto stupidi


@Michael Vogel What is? Scam? 🤔

https://play.google.com/store/apps/details?id=com.friendxonemessenger.app
https://www.twitter.com/FriendicaSocial

Unknown parent

Breaking news!

> Friendica is transitioning to Folkse, to avoid confusion with the decentralized fediverse software.

twitter.com/_Folkse/status/158…

@Jakob :friendica: @Roland Häder @Michael Vogel




L'Unione Europea di Giorgia Meloni


«I cittadini stanno accettando il fatto che, chiunque governi, finirà per perseguire le stesse politiche o politiche simili. Il potere delle democrazie di cambiare la realtà socio-economica, di migliorare le condizioni di vita delle classi lavoratrici e salariate si sta riducendo; esse sono sottoposte a un doppio potere dispotico, quello delle istituzioni di controllo e sorveglianza dell’Unione Europea e di quello che è definito “il mercato”, cioè il potere organizzato di una plutocrazia che domina la vita economica e riesce sempre a imporre i propri interessi a popolazioni sempre più indifese e confuse.»

cumpanis.net/lunione-europea-d…



⚠️ Utenti Android, non dovete necessariamente aspettare l'app di Pixelfed!

Potete usare @PixelDroid :pixelfed: proprio adesso! È un'app di terze parti open source e disponibile tramite F-Droid!


⚠️ Android users, you don't have to wait for our app!

You can use @PixelDroid right now! It's a 3rd party app that is open source and available via F-Droid!

f-droid.org/en/packages/org.pi…


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Confessioni di una maschera “Rock the vote”


✅ Abbiamo finalmente archiviato il passaggio elettorale. In maniera del tutto indolore per quello che ci riguarda. Non avevamo aspettative. Non le abbiamo forse mai avute. Meno che mai ultimamente. La politica italiana, quella fatta del circo mediatico parlamentare che le televisioni e le radio ci infilano in casa ad ogni ora del giorno, fa parte di un crogiolo di squallore cui non apparteniamo. Ce ne siamo chiamati fuori definitivamente, in nome di quel poco di amor proprio che ci resta.

iyezine.com/confessioni-di-una…

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Letta che insegue Veltroni: la funzione turistica del PD.


"Il PD si interessa alle classi popolari e alle realtà impoverite con lo stesso atteggiamento sussiegoso dei turisti agiati, provenienti da qualche ricca città europea o americana, che si recano in un paese del terzo mondo e guardano con compassione la condizione dei suoi abitanti che, poveri loro!, non godono delle libertà e del benessere occidentale.

Veltroni e Letta esprimono del resto la visione del mondo di gente che vive nei centri storici e che finge di non sapere che spesso la povertà, l’ingiustizia e il degrado sono presenti nelle periferie delle loro stesse città. In qualità di dirigenti politici non possono guardare a queste condizioni di disagio perché la loro fortuna si fonda esattamente su questa ipocrisia.

Letta, Veltroni, Renzi e tanti altri che hanno fatto la storia del PD non avrebbero avuto alcun successo politico se non avessero promosso quelle politiche che hanno generato la questione sociale oggi presente in Italia.

La loro salita al potere è dipesa dal sostegno di forze economiche e finanziarie che hanno chiesto in cambio leggi in favore della precarietà nel lavoro, privatizzazione dei servizi, disfacimento della scuola pubblica, sostegno all’impresa e tanti altri provvedimenti che hanno prodotto le attuali ingiustizie."

kulturjam.it/politica-e-attual…



Verso carestia energetica e fame ma la chiameremo "Frugalità responsabile".


«Continuando con la logica della guerra e delle sanzioni la strada tracciata porterà inevitabilmente alla carestia energetica e alla fame, che non verrà chiamata cosi ma “frugalità responsabile”, per un mondo green e sostenibile.»


Inflazione e resistenza. La questione degli alloggi a New York.


"Il risultato è che gli strati della classe media non possono permettersi di acquistare una casa, mentre le classi lavoratrici, ancora per lo più immigrate, spendono più della metà del loro reddito in affitto."


"Come la Terra, Urano e Nettuno sono mondi blu. Nettuno, sul cui globo color del mare corrono nubi bianche, a un occhio distratto sembrerebbe perfino uno specchio del nostro pianeta. L’azzurro di questi pianeti però non è quello di un oceano, ma è la tinta delle tracce di metano all’interno di un’atmosfera gelida di idrogeno ed elio. A quasi 3 e 4,5 miliardi di km dal Sole, rispettivamente, le atmosfere di Urano e Nettuno oscillano tra i 220 e 230 gradi sotto zero: i pianeti più freddi del Sistema Solare."

https://ift.tt/neV0Jvf




Hello @Philipp Holzer , I am administrator of this instance and I am also moderator of an Italian mastodon instance.

I need to contact you urgently to report a user who is using your platform to scam other people!

Thank you and good day




L’obsolescenza degli smartphone e la raccolta massiccia di dati mettono in pericolo il futuro del digitale

Vorrei segnalare un altro articolo molto interessante pubblicato da Basta!, media francese indipendente e autofinanziato (se potete, sostenetelo da qui: basta.media/don):
“L’obsolescenza degli smartphone e la raccolta massiccia di dati mettono in pericolo il futuro del digitale” di Emma Bougerol:
basta.media/l-obsolescence-des…

Questo è il sommario che apre l’articolo:
“Dai minerali indispensabili per gli smartphone all'energia consumata dai data center, la tecnologia digitale ha un pesante impatto ecologico. Anche in questo caso la sobrietà è essenziale, ma non passa necessariamente dalla riduzione dell'uso di Internet”.

Qui sotto trovate una sintesi dei temi trattati, l’articolo è distribuito con una licenza Creative Commons BY-NC-ND 4.0 che non ne permette la traduzione.

L’articolo mette in evidenza alcuni dati dell’impatto della tecnologia digitale sull’ambiente: questa rappresenta in Francia il 10% del consumo di elettricità e il 2,5% dell'impronta di carbonio che sintetizzata in un’immagine piuttosto efficace è l’equivalente delle emissioni di CO2 di 12 milioni di automobili, che percorrano ciascuna 12.000 km all'anno.

L’articolo sottolinea poi come la valutazione dell’impatto ambientale debba tener conto di molteplici fattori: il consumo di tutti i dispositivi usati dagli utenti, ma anche i consumi della rete che trasporta questa enorme quantità di dati e interazioni e quello dei data center che li archiviano.

Il testo prosegue ricordando come la produzione dei terminali degli utenti, televisori, computer, smartphone costituisca la parte maggiore e più dannosa dell’impatto ambientale del digitale (esaurimento delle risorse, emissioni, consumo di energia, produzione di rifiuti).
Buona parte di questi danni ambientali colpiscono soprattutto i paesi in via di sviluppo in cui si estraggono i metalli preziosi e quelli in cui vengono scaricati i nostri rifiuti elettronici.
A questo aspetto si aggiunge l’esaurimento di alcuni minerali necessari per la costruzione dei dispositivi, ad esempio litio e cobalto per le batterie o il tantalio per i circuiti degli smartphone.
Anche in questo caso non è possibile pensare che la quantità di dispositivi prodotti possa essere infinita.


Un altro grave problema affrontato è quello dell’obsolescenza dei dispositivi: in Francia la vita media di uno smartphone è stimata tra i due e i tre anni, è chiaro che per ridurre l’impatto ambientale sarebbe necessario aumentare e non di poco la durata dell’utilizzo dei dispositivi, secondo un esperto dell’associazione GreenIT.fr si dovrebbe arrivare ad 8 anni per gli smartphone, 10-15 anni per i computer e 20 per i televisori.


La conclusione dell’articolo si apre con un titolo un po’ forte, "Eliminiamo il digitale ogni volta che è possibile” che però viene meglio articolato nelle righe successive: non si tratta di fermare del tutto lo sviluppo della tecnologia digitale, ma si tratta di optare per scelte “low tech” che pratichino anche alternative analogiche là dove disponibili. Questo processo non può essere un percorso individuale è fondamentale un intervento politico dello stato che deve regolamentare in qualche modo la vendita e la distribuzione dei prodotti digitali.

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Oscar, La Stranezza del palermitano Andò tra i 12 film italiani in gara per la candidatura


C'è anche il film "La Stranezza" del regista palermitano Roberto Andò, con protagonisti Toni Servillo e il duo pure palermitano formato da Salvo Ficarra e Valentino Picone nell'elenco delle 12 pellicole che concorreranno alla designazione del titolo candidato a rappresentare l'Italia nella selezione per la categoria International Feature Film Award dell'edizione numero 95 dell'Academy Awards, il prestigioso Premio Oscar.

gds.it/foto/cinema/2022/09/21/…



Un biglietto per il Metaverso


A Palermo, a Palazzo Reale il futuro è già arrivato, dal 21 settembre, μετα Experience, uno spazio permanente tra arte e dimensioni parallele. Immersi nella dimensione dell'Infinity Room i visitatori potranno assistere alla smaterializzazione e materializzazione dei capolavori d'arte originali e scoprire come avviene la creazione dell'identità dell'opera provando il processo sulla propria pelle.

palermo.gds.it/video/cultura/2…



Palermo, da luogo di mafia a simbolo di riscatto: nel quartiere Cruillas una piccola oasi verde anche per le api


Il progetto Terra Franca nasce nel 2019, promosso dall'associazione Hryo, in un terreno confiscato a Cosa nostra. Obiettivo è restituire alla comunità un luogo naturale in un contesto cittadino che diventi vessillo di inclusione sociale e legalità.

Al suo interno, tra le altre cose, un apiario olistico e una serra della biodiversità.

Fonte notizia: Palermotoday



La leggenda del fantasma della Suora del Teatro Massimo di Palermo


Tra le tante leggende palermitane, non mancano le storie legate a fatti misteriosi, intriganti e suggestivi, come quella del 𝗳𝗮𝗻𝘁𝗮𝘀𝗺𝗮 della Suora del Teatro Massimo di Palermo. Pima della costruzione del Teatro furono demolite alcune strutture preesistenti tra cui la Chiesa di San Francesco delle Stimate, compreso il monastero ed il cimitero annessi, consistenti nella Chiesa di San Giuliano e la Chiesa di Sant’Agata che all’interno dei monasteri custodivano anche le tombe di suore, preti e di altri defunti. Secondo la leggenda palermitana, durante il corso dei lavori di demolizione, pare sia stata profanata la tomba di una suora e da allora la credenza popolare vuole che il suo 𝗳𝗮𝗻𝘁𝗮𝘀𝗺𝗮 infesti il Teatro.