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NATO – Russia: combattere fino all’ultimo ucraino


Mentre il sanguinoso conflitto in Ucraina continua, la retorica dei falchi a Washington e di alcuni alleati si sta fissando sempre più con un obiettivo: la vittoria contro la Russia. Tali parole dovrebbero essere usate con parsimonia, soprattutto date le loro tendenze vincolanti e accecanti. Quando il termine “resa incondizionata” fu usato per la prima [...]

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Miserrimo


Un Paese ricco che adora la retorica della miseria. Un Paese che in nome di una presunta giustizia sociale s’abbandona a pratiche di grandiosa ingiustizia sociale. Si esita a farlo notare, perché per tanti che capiranno, anche per esperienza diretta, ce n

Un Paese ricco che adora la retorica della miseria. Un Paese che in nome di una presunta giustizia sociale s’abbandona a pratiche di grandiosa ingiustizia sociale. Si esita a farlo notare, perché per tanti che capiranno, anche per esperienza diretta, ce ne sono una manata che sono pronti a coprirti d’insulti, approfittando dell’anonimato (a)social.

Dunque da noi starebbe dilagando la “fame” (come letto ieri), per salari e pensioni troppo bassi. Alzarli sazierebbe, se non altro la sete di giustizia. Invece no, non funziona così. Partiamo dalle pensioni, perché troppe (un terzo è sotto i 1000 euro) sono così basse? Perché non sono basse, perché prima della loro erogazione non c’è stato un sufficiente o alcun versamento di contributi, sicché sono regalate.

Poi si può discutere se il regalo sia più o meno sostanzioso, ma resta un regalo a carico degli altri lavoratori e contribuenti. Escluse le rendite legate a disabilità (la cui concentrazione territoriale, comunque, induce a minore preoccupazione per la salute, non poche essendo falsate), dove c’è una pensione minima c’è prima stata o una vita di disoccupazione o una di lavoro irregolare. Nel primo caso hanno fallito le politiche del lavoro, a favore dell’assistenzialismo, nel secondo i controlli.

Se si guarda la distribuzione per genere se ne ha conferma: fino a 499 euro per il 39% vanno a maschi e il 61 a donne; da 500 a 999 il 31% ai maschi e il 69 a donne; si deve arrivare sopra i 1500 per invertire la proporzione, con il 54% ai maschi e il 46 alle donne. Discriminazione di genere? Forse vale per i livelli assai più alti, verso il basso sono solo contributi irrisori o inesistenti. Difatti la partecipazione delle donne al lavoro è la più bassa percentuale europea, battuti solo dalla Grecia.

Il lavoratore che ha effettivamente versato tutta la vita, avendo un salario contenuto, sconta l’ingiustizia di una pensione solo leggermente più alta rispetto a quella di chi non ha versato. Questa l’ingiustizia. Resa ancora più insopportabile dalla condizione dei giovani lavoratori odierni, che non avranno regali. Con un salario già sopra il minimo (€9 l’ora) i 750 euro mensili li vedranno a 65 anni, dopo 30 di contributi. A questo s’aggiunga la leva demografica (cui è dedicato l’approfondimento della Fondazione Hume, a pagina 5): l’Italia ha la peggiore d’Europa, al punto da comprometterne la media, la differenza fra nati e morti è da noi (dati Eurostat, da gennaio 2021 a gennaio 2022) – 253.1mila; in Francia +185.9mila. In queste condizioni il nonno sta mangiando la pappa del nipote, che ha già provveduto a indebitare.

L’anno prossimo si dovrà provvedere all’adeguamento all’inflazione, come è giusto che sia, trattandosi di rendite amministrate in base alla legge, sicché le pensioni costeranno altri 24 miliardi di euro. Essere quelli con il sistema pensionistico più generoso e la leva demografica peggiore segnala una fuga dalla realtà. Che non cambierà a suon d’insulti.

E i salari, come si rimedia a quelli troppo bassi? Intanto non facendogli la concorrenza con l’assistenzialismo, perché lavorare per avere un centinaio di euro in più rispetto a chi non lavora non è millantabile come giustizia sociale. Poi puntando a far crescere la produttività, il che non è solo più lavoratori e più lavoro, ma anche più formazione, più innovazione, più investimenti. In quanto ad alzare i bassi senza incidere sulla produttività ripropone l’ingiustizia pensionistica: chi si trova leggermente sopra non avrà nulla, pur lavorando di più e meglio. Altra ingiustizia.

Anziché praticare la falsa socialità si punti sulla qualificazione. Anziché compensare gli squilibri tollerando le illegalità, su orari e retribuzioni, si perseguano le seconde, così evitando che il lavoro cattivo scacci quello buono, realizzando il paradosso di troppi disoccupati e troppi posti scoperti.

Molte sono le cose buone che è possibile fare, se solo non ci immiserisce nell’usare la miseria per raccattare quattro miserabili voti.

La Ragione

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Il campo stretto


Non credo che sfugga a nessuno che le fibrillazioni che scuotono il Governo Draghi abbiano un nome e un cognome solo: M5S e Giusepp(i)e Conte. E’ un’antica tentazione dei reazionari e dei populisti, quando avvertono il fine corsa, di gettare scompiglio, a

Non credo che sfugga a nessuno che le fibrillazioni che scuotono il Governo Draghi abbiano un nome e un cognome solo: M5S e Giusepp(i)e Conte. E’ un’antica tentazione dei reazionari e dei populisti, quando avvertono il fine corsa, di gettare scompiglio, agitare il corpo sociale, solleticare paure, accarezzare speranze, assecondare umori.

Conte e il M5S hanno scelto di fare la parodia del partito di lotta e di governo di berlingueriana memoria, ma quel PCI era una “cosa” seria, mentre questa è l’ennesima prova della tragedia che diventa farsa.

Draghi fa quel che può. Con non poca (e imprevista) ingenuità ha ribadito che non esiste altro Governo che con il M5S; ha assecondato alcune richieste del “movimento” indulgendo anche a qualche deriva demagogica e populista; ha mandato messaggi rassicuranti al mondo che conta, ma la decisione della maggioranza dei parlamentari pentacosi di non votare il c.d. “decreto aiuti” segna un punto di non ritorno nella vicenda di questo Governo.

Salvo ripensamenti che il solleone non favorisce mai, si va verso l’approvazione di una finanziaria che raffazzona il consenso un po’ qua e un po’ là, che mette in sicurezza il PNRR, che cerca di sostenere le imprese e le persone in difficoltà, ma, per dirla con linguaggio antico ma efficace, la sua spinta propulsiva è esaurita.

Il problema, però, è che non è esaurita la necessità dell’agenda Draghi, quella originale e vera, quella – per dirla col Premier – che accompagnava un’Italia a cui – da Berrettini agli europei, da Parisi ai Meneskin – sembrava essere tutto (prima della guerra…ahinoi..) a nostro favore.

Quella che vediamo oggi è la solita agenda dell’emergenza, quella che guarda a…ieri…al massimo a oggi, ma che non affronta nessuno dei nodi veri di un Paese che deve superare un gap importante con gli altri competitor/partner europei.

E allora il tema non è quanto dura il Governo (speriamo che duri almeno fino all’approvazione del bilancio, quindi a fine anno, ovviamente), ma verso cosa stiamo andando, qual è lo scenario politico che abbiamo di fronte, chi e come è in grado di superare la perenne emergenza.

Prima del “campo”, su cui ostinatamente si è cimentato in questi mesi il Segretario del PD Letta, occorre definire il “cosa” fare. Il “campo” dipende dal “cosa”, se no ricaschiamo in questo orrendo bipopulismo, una camicia di forza che ci impedisce di aggredire e sciogliere i nodi gordiani che attanagliano da alcuni decenni il sistema-Paese.

La prima cosa da dire – anche in riferimento agli incontri dei giorni scorsi con sindacati e M5S – è che non si esce più forti dalla pandemia dilatando ulteriormente la spesa pubblica. Alta inflazione=alti interessi=alto debito e= riduzione reale dei salari.

Come all’inizio degli anni ’80 e fino agli ’90 dobbiamo evitare che quella tassa perversa sulla povera gente che è l’alta inflazione freni lo sviluppo e faccia perdere potere d’acquisto a stipendi e salari.

Come uscirne? Non certo favorendo ulteriori scostamenti di bilancio; al massimo ci è consentito di utilizzare le maggiori entrate da IVA e lotta all’evasione per ridurre il cuneo fiscale e rilanciare l’apparato produttivo.

Occorre essere convinti che per ridare centralità al lavoro e sconfiggere il precariato bisogna ridare centralità alle imprese. Lo Stato deve, con interventi normativi e incentivi efficaci (il superbonus ha drogato, non aiutato il sistema), favorire il passaggio di ricchezza dal risparmio privato agli investimenti. Bene la riduzione del cuneo fiscale se i risparmi sul costo del lavoro vanno nelle buste paga e negli investimenti, non se vanno solo nei profitti.

E’ d’accordo il M5S su questo? E la sinistra? A quando una presa di coscienza vera che la spesa pubblica a “go go” non è la soluzione, neanche nell’emergenza pandemica, figuriamoci ora!

Sul piano energetico, una volta deciso – giustamente – di dire basta ai combustibili fossili dal 2035, abbiamo il coraggio di dire che le fonti rinnovabili non sono da sole in grado di rappresentare la svolta per la loro precarietà e discontinuità? Vogliamo parlare davvero di termovalorizzatori e riaprire (abbiamo 12/13 anni davanti) il tema del nucleare? O un referendum di 34 anni fa deve fermare il tempo a quando non c’erano né internet né i telefonini?

Il M5S dice no, il PD non si sa, ma si sa, ad esempio, che importanti esponenti del PD in una Regione industriale come la mia (Piemonte) hanno detto no al nucleare la settimana scorsa.

E riteniamo una sciagura – come credo io – o uno strumento utile scelte come quella su ILVA, ALITALIA? Anche qui, che dicono i possibili partner del “campo largo”?

Ancora troppi, poi, a sinistra si sentono alleggeriti rispetto al peso della cosiddetta “deriva liberista” che (sic!) avrebbe caratterizzato il centro sinistra negli anni passati e da cui sarebbero stati liberati grazie al dilatare senza limiti della spesa pubblica, non rendendosi conto che ciò che ha senso fare nell’emergenza diventa inaccettabile se perpetuato al di là del dovuto.

La realtà ci dice che oggi, se consideriamo il rapporto tra spesa pubblica e reddito, l’Italia è il Paese più “socialista” tra i grandi Paesi europei, non avendo però uno Stato efficiente come quello francese (per non parlare di quelli scandinavi).

Infine, come avveniva quando la politica era una cosa seria, senza una visione comune di politica estera nessuna coalizione può nascere e governare.

La posizione di Enrico Letta sull’aggressione russa all’Ucraìna è stata limpida. Chapeau! Ma non è tutto così dentro il campo largo da lui invocato. Permangono derive “terzaforziste” tra UE/Occidente da un lato e Russia dall’altro. Alcuni secredenti tessitori ritengono che l’Italia debba essere con la UE e con gli USA “ma…però..”; evocano La Pira e il suo ponte verso il Mediterraneo e l’Oriente, ma alla fine si ritrovano a scimmiottare Nasser, il Pandith Nehru e Indira Ghandi…nella migliore delle ipotesi.

Insomma, a pochi mesi dalle elezioni, assistiamo a una rincorsa alla spesa pubblica che assomiglia all’assalto alla diligenza dei conti di inizio anni ’80 e ciò riguarda sia la destra sovranista e nazionalista, sempre più statalista e assistenzialista, se non altro perché sta ereditando i voti pentacosi al Sud, sia un pezzo della sinistra e dello stesso PD che in alcuni suoi esponenti, dopo il confronto di ieri con il M5S, rincorre questi ultimi su amenità come il reddito di cittadinanza (che va azzerato per ripensare totalmente sia le forme di sostegno al reddito sia le politiche attive del lavoro).

Prima del campo occorre, quindi, discutere del tipo di gioco che vogliamo fare e una cosa è certa: vista l’impraticabilità del campo di questa destra, che poco o nulla ha a che fare con la destra di Governo europea (penso alla CDU, agli stessi Republicains, ai liberalconservatori scandinavi), per la sua deriva nazionalsovranista, euroscettica e ultra conservatrice in tema di diritti civili, se il campo dovesse essere di centro sinistra non può essere un campo largo, ma deve necessariamente essere stretto perché in una parte della sinistra, anche al Governo, ritroviamo proposte e presupposti ideali e politici che riscontriamo nel M5S (l’intervento di Calenda al congresso di Articolo 1 è illuminante a questo proposito) e coi quali si potrebbe anche vincere, ma non governare (V. ultimo Governo Prodi).

E se il campo dovesse essere per forza “largo”, in nome dell’ennesimo appello “contro la destra” e per la paura di perdere, allora ai liberal demcoratici non resterebbe che la strada della solitudine, già sperimentata in molte realtà alle ultime elezioni amministrative.

Una strada difficile quest’ultima, ma l’unica, se le condizioni dovessero permanere quelle attuali, che potrebbe mettere in difficoltà un bipolarismo inconcludente e gettare le basi di una rinnovata dialettica democratica, magari con un sistema proporzionale rafforzato, che metta al centro alcuni valori di fondo (Costituzione, diritti civili, Europa unita, scelta occidentale) e un programma serio e pragmatico di sviluppo del Paese, scevro da ogni deriva populista e demagogica.

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Seminario di studio: “Infinitamente Piccolo”


La Fondazione Luigi Einaudi ha presentato il seminario di studio realizzato in collaborazione con la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, dal titolo “Infinitamente Piccolo”. Una due giorni di approfondimento che si configura come un vero e proprio

La Fondazione Luigi Einaudi ha presentato il seminario di studio realizzato in collaborazione con la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, dal titolo “Infinitamente Piccolo”.

Una due giorni di approfondimento che si configura come un vero e proprio festival sul patrimonio culturale, librario, naturalistico e artistico della Villa e della Famiglia Piccolo. I destinatari privilegiati di questo seminario sono gli studenti neodiplomati del liceo artistico e classico di Capo d’Orlando, oltre agli studenti universitari di diversi Atenei e a tutti gli interessati.

L’evento si è svolto in diversi spazi della Villa, nelle giornate di sabato 9 e domenica 10 luglio 2022, secondo il programma dettagliato nella locandina.

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Italia – Turchia, tra affari e migranti


Tutto quello che ho per difendermi è l’alfabeto; è quanto mi hanno dato al posto di un fucile (Philip Roth) In questi giorni il demo pratico pragmatico Presidente Mario Draghi è andato in terra turca per un incontro intergovernativo dopo un decennio di distanza diplomatica. Il premier italiano ormai in fase di bollitura personale tra [...]

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#NotiziePerLaScuola

Piano Estate Minori Stranieri 2022, pubblicato l’avviso per la realizzazione di percorsi didattico/educativi destinati ad alunne e alunni provenienti da contesti migratori, con particolare riferimento all'Ucraina.



DdL costituzionale per l’Istituzione di un’Assemblea per la riforma della II parte della Costituzione in deroga all’Art. 138 Cost.


La Fondazione Luigi Einaudi ha elaborato un disegno di legge costituzionale per l’ Istituzione di un’Assemblea per la riforma della Parte II della Costituzione in deroga all’Art. 138 Cost. La conferenza stampa di presentazione di questo DdL si terrà doman

La Fondazione Luigi Einaudi ha elaborato un disegno di legge costituzionale per l’ Istituzione di un’Assemblea per la riforma della Parte II della Costituzione in deroga all’Art. 138 Cost.

La conferenza stampa di presentazione di questo DdL si terrà domani, alle ore 14.00, presso la Sala Caduti di Nassirya, del Senato della Repubblica.

Cliccando i due pulsanti qui sotto è possibile leggere il disegno di legge costituzionale e la rispettiva relazione.

LEGGI IL TESTO DEL DDL
LEGGI LA RELAZIONE

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DdL costituzionale per l’Istituzione di un’Assemblea per la riforma della II parte della Costituzione in deroga all’Art. 138 Cost.


La Fondazione Luigi Einaudi ha elaborato un disegno di legge costituzionale per l’ Istituzione di un’Assemblea per la riforma della Parte II della Costituzione in deroga all’Art. 138 Cost. La conferenza stampa di presentazione di questo DdL si terrà doman

La Fondazione Luigi Einaudi ha elaborato un disegno di legge costituzionale per l’ Istituzione di un’Assemblea per la riforma della Parte II della Costituzione in deroga all’Art. 138 Cost.

La conferenza stampa di presentazione di questo DdL si terrà domani, alle ore 14.00, presso la Sala Caduti di Nassirya, del Senato della Repubblica.

Cliccando i due pulsanti qui sotto è possibile leggere il disegno di legge costituzionale e la rispettiva relazione.

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Sri Lanka: tanto ricco da finire fallito


Lo Sri Lanka è tutt'altro che un Paese povero, è (era) il più ricco in termini pro capite della regione. Ora è sull'orlo di diventare uno Stato fallito

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Giustizia e carceri: emergenze ‘non-emergenze’


‘Notizie’ ed ‘emergenze’ di cui i notiziari televisivi, i cosiddetti programmi di approfondimento, i grandi giornali trascurano. Evidentemente non le ritengono “notizie” notiziabili. Sulla giustizia e il suo epifenomeno le carceri, c’è il silenzio di sempre. Eppure la situazione è a dir poco drammatica. La gravità della situazione è data da un numero: 35 suicidi [...]

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Second € 20 Mio Fine for Clearview AI


Seconda multa da 20 milioni di euro per Clearview AI L'azienda non può più elaborare i dati biometrici delle persone in Grecia e deve cancellare tutti i dati esistenti. Clearview AI fine


noyb.eu/en/second-eu-20-mio-fi…

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Le follie del viaggio in Medio Oriente di Biden


Il viaggio del Presidente Biden in Medio Oriente rischia di provocare un momento di autoironia, portando a un nuovo massimo l’incredulità degli sforzi dell’amministrazione per esprimere le sue reazioni all’invasione russa dell’Ucraina sulla base di principi universalmente applicati di diritto e democrazia. L’Arabia Saudita accoglierà un Presidente degli Stati Uniti che aveva promesso un cambiamento [...]

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Eutanasia della democrazia, intervista a Giuseppe Benedetto su La Voce Repubblicana


A trent’anni da Mani pulite, c’è chi non si rassegna all’evidenza, cioè che la corruzione è continuata, la politica è finita. Una politica che prima si è frantumata, vittima dello strapotere della magistratura, per poi dissolversi nell’illusorio scontro

A trent’anni da Mani pulite, c’è chi non si rassegna all’evidenza, cioè che la corruzione è continuata, la politica è finita. Una politica che prima si è frantumata, vittima dello strapotere della magistratura, per poi dissolversi nell’illusorio scontro tra coalizioni. Questa degenerazione del sistema democratico è il tema principale dell’ultimo libro del presidente della Fondazione Einaudi Giuseppe Benedetto: L’eutanasia della democrazia, Rubbettino editore. Un testo che analizza i peccati originari della seconda Repubblica e delle derive dello strapotere giudiziario, capaci di inquinare il quadro politico nazionale. Ne abbiamo parlato con l’autore.

Dopo l’approvazione della riforma Cartabia è possibile una ricostruzione del sistema giudiziario italiano in termini garantisti per i cittadini? E se si in che modo?


«Sarebbe possibile solo con una riforma costituzionale. Il limite della cosiddetta riforma Cartabia, che ha degli aspetti positivi, uno su tutti il fascicolo sulle performance dei magistrati, è che si applichi a costituzione invariata, non potendo inserire la separazione tra le carriere tra funzione requirente e giudicante. Per questo motivo la Fondazione Einaudi ha presentato un disegno di legge costituzionale al fine di trovare un accordo con tutte le forze politiche, non sul contenuto, ma sulle regole del gioco, attraverso una costituente capace di compiere una riforma organica a partire dalla giustizia, un cambiamento che a costituzione invariata non sarebbe possibile».

Secondo lei il paese è pronto per un dialogo serio sui temi della giustizia?


«Bisogna riflettere su alcuni dati. Prima di tutto i quesiti referendari sono stati tutti vinti dal si ed è troppo facile appellarsi al quorum, che purtroppo è un dato patologico della politica italiana recente, ma soprattutto ancora una volta il 75% degli italiani hanno confermato la volontà di riformare il csm, per porre fine a quella vergogna della spartizione correntizia delle cariche, e della separazione delle carriere. Ora tocca alle forze politiche organizzare la volontà popolare per fare entrare questi temi nei loro programmi».

Nel suo ultimo libro L’eutanasia della democrazia, ha mostrato come le conseguenze di Tangentopoli hanno cambiato il volto del nostro paese. Quali anomalie ha portato Mani pulite e che effetti collaterali ha subito il sistema democratico dopo esso?


«Le anomalie che richiamo riguardano la fuoriuscita dell’Italia dal sistema europeo sia dal punto di vista della giustizia, in senso stretto, sia dal punto di vista della politica nazionale, in senso più ampio. Un sistema giudiziario che, prevedendo la carriera unica del magistrato giudicante e quello requirente, da una parte, e l’obbligatorietà dell’azione penale e una serie di altri fattori, dall’altra, diviene un unicum sia a livello europeo sia rispetto ai paesi anglosassoni. Una irregolarità che è stato dovuta a quanto è successo negli anni 92-94 del secolo scorso, dove l’entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale e il rito accusatorio sono stati frenati dai fatti di quegli anni e che hanno portato ad una ulteriore conseguenza a livello politico che consiste nel bipolarismo tra coalizioni di centro destra e centro sinistra».

Una divisione utile alla vita del paese?


«Una divisione che ha fossilizzato il sistema politico nello scontro tra queste due coalizioni che tra l’altro per la loro instabilità e litigiosità non possono dirsi tali e capace di impedire la nascita di un terzo polo. Cioè una ulteriore anomalia a livello europeo, dove invece esiste a fianco di una destra, o di una sinistra una forza liberale che partecipa alla vita politica del paese».

Di fronte al fallimento delle grandi coalizioni e dei partiti di protesta, crede che oggi sia possibile la nascita di una opzione alternativa a destra e sinistra?


«Non solo è possibile, ma è auspicabile poiché necessario al nostro paese. Però occorre essere chiari, un eventuale terzo polo non deve essere sbilanciato e si deve porre in una posizione equidistante e centrale tra gli altri due. Esso non deve orientarsi da una parte o dall’altra prima delle elezioni, ma deve valutare le proprie alleanze dopo esse. Un esempio di cosa dovrebbe essere è l’FDP tedesco, un partito squisitamente liberale che ha cercato prima di portare avanti il suo programma col CDU e che poi ha invece deciso di realizzarlo con i socialisti del SPD. Poiché un polo liberaldemocratico deve vivere di vita autonoma. Qualsiasi opzione sbilanciata mi vedrà sempre contrario».

Come valuta, quindi, la proposta del segretario del pri Corrado De Rinaldis Saponaro di una costituente liberaldemocratica e repubblicana?


«La valuto in maniera assolutamente positiva, con le caratteristiche espresse prima».

Nella formazione di nuove forze e idee alternative per ricostruire il paese quanto possono essere utili gli insegnamenti di Luigi Einaudi?


«Luigi Einaudi ha una caratteristica impressionante, sia dagli articoli che nei testi, ovvero la sua perenne attualità, che deve essere non solo un esempio, ma il fondamento di questa esperienza liberaldemocratica».

L’intervista di Francesco Subiaco su La Voce Repubblicana

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Biden nel campo minato del conflitto israelo-palestinese


Oggi Biden sbarca in Israele, la sua sarà “una passeggiata sul filo del rasoio tenendo un palo di bilanciamento con promesse non mantenute agli israeliani e ai palestinesi alle due estremità”

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The Queen Is Dead Volume 62 - As Paradise Falls / Process Of Guilt / Desert Twelve


Si inizia con gli australiani As Paradise Falls, notevole gruppo deathcore con un ottimo ep. a seguire la recensione del bellissimo quarto disco dei portoghesi Process Of Guilt. Dopo di loro il debutto dei piacentini Desert Twelve con Gabriele Finotti vecchia conoscenza dai tempi dei Misfatto.

iyezine.com/as-paradise-falls-…

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È stato pubblicato sul sito del MI l'Avviso pubblico per la selezione di 6 esperti da assegnare all’Ufficio di Gabinetto del Ministro dell’istruzione per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato dall’Unione europea – Next G…

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A giugno, l’inflazione in Eurozona ha fatto segnare l’8,6% su base annua. È un ennesimo record da quando esiste l’Unione economia monetaria, che infrange quello di maggio (+8,1%).


In Burkina Faso la “riconciliazione nazionale” rievoca i fantasmi del passato


Storico incontro a Ouagadougou con i cinque ex Presidenti in vita del Paese, compreso Compaoré, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Thomas Sankara e in esilio in Costa d’Avorio. Per Damiba anche il suo parere è importante, mentre i burkinabé insorg

di Valeria Cagnazzo

Pagine Esteri – Il Presidente Paul-Henri Sandaogo Damiba, al potere dal golpe militare del 24 gennaio scorso, lo ha voluto con forza, e così l’8 luglio scorso il palazzo presidenziale della capitale Ouagadougou ha ospitato un inedito incontro ai vertici. Per consultarsi sulla situazione di emergenza del Burkina Faso in termini di sicurezza e di povertà, per Damiba era necessario sentire il parere degli ex Presidenti del Paese tuttora in vita. Cinque leader molto distanti gli uni dagli altri, con un passato più o meno trasparente, una fedina penale più o meno integra, chiamati a discutere di persona sullo stato di una Nazione che in un modo o nell’altro li ha rigettati.

In un Paese in ginocchio a causa della crisi economica e soprattutto della violenza jihadista, che provoca quotidianamente attentati e stragi, per Damiba è essenziale un confronto a larghe intese. Secondo il Presidente, che guiderà il Burkina per un periodo di transizione di massimo tre anni, l’obiettivo di questo incontro è “la ricerca della coesione sociale di fronte alla situazione difficile che attraversa” il Paese.

A Ouagadougou sono quindi arrivati i Presidenti Michel Kafando, Yacouba Isaac Zida (in esilio in Canada dopo le accuse di appropriazione illecita di fondi pubblici) e Jean-Baptiste Ouédraogo. Marc Christian Kaboré, primo Presidente eletto democraticamente nel Paese nel 2015 e destituito con il colpo di stato del gennaio scorso dallo stesso Damiba, è stato costretto a partecipare al vertice con la forza. Un gesto che fa vacillare molto il significato della definizione di “riconciliazione nazionale” con la quale il golpista Damiba ha battezzato i tentativi, compreso questo incontro, volti a riappacificare un Burkina Faso alla deriva dopo decenni di golpe, guerra civile e terrorismo jihadista.

La presenza più discussa di tutte è, però, quella del quinto di questi ex Presidenti, di fatto il primo di loro cronologicamente: Blaise Compaoré. Al potere per ventisette anni fino al 2014, quando un colpo di stato destituì il suo governo e lo costrinse a rifugiarsi in Costa d’Avorio, sotto la protezione francese. Da otto anni, Compaoré non varcava il confine burkinabé. Non è rientrato nel Paese neanche nell’aprile scorso, per sedere al banco degli imputati nel processo per l’omicidio dell’ex Presidente del Burkina Faso, Thomas Sankara.

Il 6 aprile scorso il tribunale di Ouagadougou lo ha condannato all’ergastolo in contumacia per essere il responsabile dell’uccisione di Sankara e di 14 suoi collaboratori nel colpo di stato che lo portò poi al potere nel 1987. Una condanna pesantissima alla quale Compaoré si è sottratto grazie all’esilio ivoriano.

Il 7 luglio, invece, dimenticando ergastoli e anni di lontananza, Blaise Compaoré è tornato in Burkina Faso viaggiando a bordo di un Gulfstream G500, un business jett di proprietà della presidenza ivoriana, accanto alla moglie Chantal. Il giorno dopo ha raggiunto il palazzo di Kosyam per incontrare Damiba calpestando un tappeto rosso.

All’incontro della mattina seguente alla presenza di Compaoré, né Kafando, né Zida, né Kaboré hanno voluto partecipare. Si è trattato quindi di un vertice a tre, tra Ouédraogo, Compaoré e Damiba, che ha colto l’occasione per precisare alla stampa come la situazione attuale del Paese non consenta di “concedersi il lusso di perdere il tempo in polemiche”. E ha aggiunto: “Ai burkinabè che si sono espressi contro il nostro approccio, diciamo che questo processo non è fatto per consacrare l’impunità, ma per contribuire alla ricerca di soluzioni per un Burkina Faso di pace e coesione. Chiediamo loro di porre i migliori interessi della Nazione al di sopra di qualsiasi considerazione politica o di parte”.

L’arrivo di Compaoré nel Paese ha, infatti, scatenato vivaci proteste da parte di burkinabé. Sebbene una parte della popolazione abbia accolto la notizia del rientro dell’ex Presidente con entusiasmo, invocando i tempi della sua Presidenza dominati dalla sicurezza e dalla pace interna, le critiche non sono mancate. Secondo alcuni, dietro al tentativo di “riconciliazione nazionale” si nasconde il progetto di riabilitare il ruolo politico di Compaoré, addirittura di riesumare il suo regime. La consultazione presidenziale di un uomo condannato all’ergastolo per l’omicidio di Sankara è stata vista come l’offerta di un’amnistia per le sue responsabilità in quella morte.

All’uscita dalla riunione, Damiba, accanto a Compaoré e Ouédraogo, ha dichiarato che l’oggetto dell’incontro è stata principalmente “la ricerca di una pace duratura per il Paese”. I due ex presidenti, in tarda mattinata, hanno poi diramato un comunicato congiunto, in cui hanno sottolineato la drammaticità delle situazioni del Paese, dal quale due milioni di persone sono fuggite a causa del terrorismo jihadista e in cui “metà del territorio è fuori controllo”. Hanno quindi invocato il “superamento delle convinzioni politiche, generazionali, etniche, religiose e di altro tipo tradizionale”, essenziale per riuscire “a ricostruire insieme le fondamenta del Paese in un sussulto patriottico“,

Intervistato dall’agenzia di notizie Jeune Afrique, l’avvocato della famiglia dell’ex Presidente Thomas Sankara, Me Bénéwendé Stanislas Sankara, ha dichiarato: “Blaise Compaoré si è sottratto alla giustizia di quello che è ormai il suo vecchio Paese, dal momento che ha ottenuto la cittadinanza ivoriana. E dal momento che è rientrato in Burkina, egli deve, in conformità con le disposizioni legali, essere arrestato e portato davanti alla giustizia militare”.

Non solo non è stato arrestato, ma dopo l’incontro Compaoré è stato ospitato nella villa Khadafi, di proprietà dello Stato. Secondo alcune indiscrezioni, si sarebbe poi recato nel suo villaggio natale, Ziniaré, per trascorrere il fine settimana nella casa di famiglia, insieme alla sorella Antoinette. Secondo l’avvocato, questa impunità è legata al fatto che “la politica e l’esercito hanno preso il sopravvento sulla legalità. Per me è un abuso di potere e una negazione della giustizia”.

Quanto alle intenzioni dichiarate da Damiba di una “riconciliazione interna” del Paese per giustificare il vertice con Compaoré, Stanislas Sankara ha spiegato di non crederci affatto: “L’annuncio dell’arrivo di Blaise Compaoré ha diviso profondamente anche il Burkinabè e ha esacerbato le divisioni all’interno della popolazione. Non è certo il miglior alibi”.

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Draghi e le ‘nientità’


La pantomima dei quasi-ultimatum degli stellini. Le grida e le proteste sono propaganda...ma tutti o quasi fanno finta di crederci

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Tecnologia a scuola: né McDonald's alla mensa, né Google in aula


È iniziato oggi a Barcellona il primo congresso internazionale sull’educazione digitale democratica e l’open edtech: congress.democratic-digitalisa…

La conferenza ha le sue radici nella Proposal for a Democratic and Sovereign Digitalisation of Europe presentata dalla associazione catalana Xnet e pubblicata dall'Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea.

Questi gli obiettivi dell’incontro internazionale:
1 - Fornire strumenti di analisi alle scuole, agli insegnanti, alla comunità educativa, ai legislatori e al pubblico in generale per comprendere, in primo luogo, il contesto, la cultura digitale, i problemi e le opportunità che offre nel contesto educativo e, in secondo luogo, per proporre la progettazione di una didattica e di strategie educative digitali da una prospettiva innovativa, agile, umanistica e rispettosa dei diritti umani.

2 - Condividere il codice pubblico creato a Barcellona sulla base del Piano di Digitalizzazione Democratica per l'Educazione di Xnet per aggiungere talenti e generare opportunità e crescita: presentazione internazionale della suite DD a codice pubblico open source che prevede, fin dalla progettazione e per default, la protezione dei diritti digitali e della sovranità dei dati della comunità educativa. Attualmente è in fase di implementazione in 12 scuole della città.
Qui sotto il link al video della presentazione della Suite Educativa DD:
yewtu.be/watch?v=MJdXgW-XxWw


Come si vede, il secondo obiettivo prevede la presentazione della piattaforma didattica Suite Educativa DD, una reale alternativa al modello dominante di Google Classroom.

Il quotidiano di Barcellona El periodico, in un articolo intitolato Tecnologia a scuola: né McDonald's alla mensa, né Google in aula, presenta così l’iniziativa: “Xnet ha sviluppato un'alternativa all'offerta di Google: un software libero e verificabile: Suite Educativa DD. [...] Per chi non vede la portata del problema, Xnet usa un semplice paragone: come tutte le famiglie hanno chiaro che non vogliono McDonald's nella mensa scolastica, così Google è l'equivalente a livello tecnologico in classe. Quindi, dicono, non dovremmo nemmeno volere Google nelle aule. "Si tratta di porre fine al monopolio di Google in classe. Vivere senza Google a scuola", riassumono.

@maupao @informapirata :privacypride: @Scuola - Gruppo Fediverso @Alexis Kauffmann

in reply to nilocram

frequento barcellona e sono disgustato dai miasmi fognari che si aspirano in ogni via, ma godo al pensiero di tutti quei riccastri che hanno acquistato immobili premium e condividono con me, povirazzo da 700€ di affitto, il fetore!😂 💩

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A un anno dallo strappo del presidente Kais Saied la Tunisia è chiamata ad approvare una nuova Costituzione. Ma in molti temono che la nuova Carta possa allontanare il paese dalla democrazia.


Tanti volti nuovi8 miliardi di persone. Secondo le nuove proiezioni della Nazioni Unite, questa è la soglia che la popolazione mondiale supererà il prossimo 15 novembre.


Istituzione di un’Assemblea per la riforma della Parte II della Costituzione in deroga all’Art. 138 Cost.


Il 14 luglio 2022, alle ore 14.00, presso la Sala Caduti di Nassirya, del Senato della Repubblica, si terrà la conferenza stampa di presentazione del disegno di legge costituzionale della Fondazione Luigi Einaudi “Istituzione di un’Assemblea per la riform

Il 14 luglio 2022, alle ore 14.00, presso la Sala Caduti di Nassirya, del Senato della Repubblica, si terrà la conferenza stampa di presentazione del disegno di legge costituzionale della Fondazione Luigi Einaudi “Istituzione di un’Assemblea per la riforma della Parte II della Costituzione in deroga all’Art. 138 Cost.”

Interverranno:

Giuseppe Benedetto, Presidente della Fondazione Luigi Einaudi

Davide Giacalone, Vicepresidente della Fondazione Luigi Einaudi e Direttore de La Ragione

Carlo Nordio, Consigliere di Amministrazione della Fondazione Luigi Einaudi

Gippy Rubinetti, Consigliera di Amministrazione della Fondazione Luigi Einaudi

Per partecipare è necessario accreditarsi, inviando un’e-mail a: munari@fondazioneluigieinaudi.it

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Political instability continues in Central Asia. A series of protests that began on 1 July in Nukus, the capital of Karakalpakstan, an autonomous region of western Uzbekistan, has turned into tragedy.


Biden e l’accordo incendiario, pro-Israele e anti-Iran


Si cerca di estendere all'Arabia Saudita gli Accordi di Abramo per poi includerla in un accordo regionale di difesa anti-Iran, mentre l'Iran batte un colpo

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C’entro


Cantiere Il cantiere centrista è attivo, ricorrente e inconcludente. Non può che avere queste caratteristiche, perché i carpentieri hanno in mente realizzazioni diverse, sono incapaci di cooperare e va già alla grande se non s’industriano gli uni a demoli

Cantiere


Il cantiere centrista è attivo, ricorrente e inconcludente. Non può che avere queste caratteristiche, perché i carpentieri hanno in mente realizzazioni diverse, sono incapaci di cooperare e va già alla grande se non s’industriano gli uni a demolire quel che approntano gli altri.

L’errore ricorrente consiste nel credere che quel cantiere abbia lo scopo di “rappresentare” questa o quella cultura politica del passato, dimenticando che quel che ha bisogno d’essere testimoniato da rappresentanza è segno che è già morto. Difficile costruire un futuro con i morti.

Ciascuno accende lumini ai propri cari – che siano liberali, liberaldemocratici, socio-liberali, liberal-socialisti, popolari e così via – percorrendo i viali contornati d’alberi pizzuti. Ciascuno si duole non si riconosca la vitalità dei trapassati, non accorgendosi che nella rivendicazione stessa è contenuta una nota sepolcrale, senza neanche aspirazioni foscoliane.

Coltivare la memoria è cosa buona e giusta, possibilmente studiando il passato anziché inventarlo. Ma se si vuole costruire una forza politica occorre parlare la lingua del presente e sapere indicare una prospettiva futura. Che abbia radici nel passato è molto bello, ma se non sboccia nel presente tradisce le radici stesse.

Servono almeno quattro paletti, indicazioni di crescita, sicurezze politiche. Altrimenti si parla del nulla.

  • Il primo scopo, immediato, è impedire che si trascini oltre la commedia avviata nel 1994, già divenuta tragedia nel 2018. Sulla scena pretendono di sfidarsi due falsi: il presunto centrodestra e il presunto centrosinistra. La ragione d’essere di ciascuno è l’esistenza dell’altro, da battere. Ma non esistono né l’uno né l’altro. Questa falsa rappresentazione, questo inganno propagandistico ha ridotto non i “centristi” ma i pragmatici, i ragionevoli, i riformisti a restare ostaggio degli estremisti e dei populisti presenti in ciascuna delle due false coalizioni. Alle scorse politiche sono stati entrambi spazzati via dalla sbornia populista, che ha aperto la porta alla più oscena orgia trasformista mai vista. Una cosa alternativa, quindi, ha senso immediato se serve a fermare – impedendole di avere la maggioranza – questa oscenità.
  • Bisogna essere ci e chi per non avvedersi del fatto che gli equilibri internazionali hanno ricreato un discrimine. Nella stagione della globalizzazione, che ha enormemente aumentato la ricchezza e diminuitole disparità nel mondo, poteva anche capitare che il nemico di ieri influisse nelle faccende interne. È capitato con Brexit e con i sovranisti filorussi. Ma da quando il nemico di ieri ha deciso di tornare il nemico di oggi no, non può capitare. La collocazione atlantica riprende il suo ruolo di discrimine. Una forza che non voglia essere sommatoria di incompatibilità, come lo sono le due false coalizioni, è atlantica. O non è.
  • Questo non è un ritorno alla Guerra fredda di ieri, perché c’è una condizione nuova e decisiva: l’Europa che ieri era divisa oggi è unita. Anche nell’alleanza difensiva, la Nato, ieri era impossibile una forza armata europea: oggi è possibile. Ragione per cui la scelta europeista non è una scampagnata negli ideali (nobili) di Ventotene ma un indirizzo politico.
  • Quel che rende ricco un Paese è la libera intrapresa, la collaborazione di capitale e lavoro, con l’investimento pubblico indirizzato a correggere gli squilibri che ostacolano l’economia di mercato. L’uso della spesa pubblica per difendere le arretratezze e le rendite genera arretramento e debito. Il discrimine non è ideologico, fra privato e pubblico, ma d’indirizzo politico, fra investimenti e spesa corrente assistenzialista.

Per raccogliere consensi, senza partecipare alla fiera demagogica, occorre non solo essere chiari ma anche credibili. Il che richiede una buona dose di coerenza. Nessuno può essere buono per tutte le stagioni, tutti i partiti e tutte le coalizioni. Altrimenti siamo al centro con l’apostrofo: c’entro. Con il risultato che tutto il resto esce.

La Ragione

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Tik Tok rinvia la pubblicità basata sul legittimo interesse. Per il Garante privacy “una decisione responsabile”


Tik Tok rinvia la pubblicità basata sul legittimo interesse Per il Garante privacy “una decisione responsabile” A seguito dell’avvertimento del Garante Privacy, Tik Tok ha sospeso il passaggio al legittimo interesse come base giuridica per la pubblic...


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Presentazione del Comitato di garanzia dei Liberali Democratici Repubblicani Europei


Il 7 luglio, alle ore 11.00, presso l’Associazione della Stampa Estera, in Via dell’Umiltà 83, a Roma, si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione del Comitato di garanzia dei Liberali Democratici Repubblicani Europei. Sono intervenuti: Carlo Calend

Il 7 luglio, alle ore 11.00, presso l’Associazione della Stampa Estera, in Via dell’Umiltà 83, a Roma, si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione del Comitato di garanzia dei Liberali Democratici Repubblicani Europei.

Sono intervenuti:

Carlo Calenda, Segretario di Azione

Benedetto della Vedova, Segretario di +Europa

Giuseppe Benedetto, Presidente della Fondazione Luigi Einaudi

Alessandro De Nicola,

L’evento è stato anche trasmesso in diretta streaming su tutti i canali social della Fondazione, di Azione e di +Europa.

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I dati Istat e l’Italia immobile


Tutto quello che ho per difendermi è l’alfabeto; è quanto mi hanno dato al posto di un fucile (Philip Roth) Il tradizionale Rapporto annuale dell’Istat consegna immagini e fotogrammi di un Paese il cui sicuro lento declino costituisce il tratto connotativo del suo divenire. Già i Rapporti Svimez ci hanno raccontato di anni regressivi e [...]

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Biden in Arabia Saudita: realismo, ma non come Trump


Al centro di un dibattito politico statunitense sui meriti del pellegrinaggio del presidente Joe Biden, questa settimana in Medio Oriente c’è la questione del modo migliore per garantire la stabilità regionale e proteggere gli interessi degli Stati Uniti. Perso nel dibattito è se il costo per mantenere la stabilità sostenendo il governo autocratico sia inferiore [...]

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Ucraina: la fine dell’ordine mondiale USA è una buona notizia?


La guerra per procura condotta dagli Stati Uniti contro la Russia in Ucraina può essere vista come una continuazione della stessa parola chiave usata da Clinton nella guerra del Kosovo: ‘globalizzazione’. Rivolgendosi al popolo americano nel mezzo degli attacchi aerei statunitensi del 1999 in Kosovo, ha affermato che la questione dell’indipendenza del Kosovo riguardava la [...]

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Political instability continues in Central Asia. A series of protests that began on 1 July in Nukus, the capital of Karakalpakstan, an autonomous region of western Uzbekistan, has turned into tragedy.


Perché la Russia non è riuscita a raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina


Non sorprende che molto sia stato scritto sull’illegalità e l’illegittimità degli obiettivi di guerra della Russia in Ucraina. Dopotutto, cercare di annettere parti dell’Ucraina o rovesciare il suo governo legittimo sono evidenti violazioni del diritto internazionale. Meno è stato scritto, tuttavia, sul motivo per cui la Russia non è riuscita così miseramente a raggiungere i [...]

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The war in Ukraine is further diverting US attention from the Middle East and North Africa (MENA) region, where Russia and China have expanded their footprint over the past decade.


I Supereroi anti-spreco


In Italia nel 2022 è stato registrato uno spreco alimentare pari a 30,95 Kg di cibo a persona, un dato disarmante e in netta crescita, che non può essere più ignorato. Ogni giorno tantissimi prodotti alimentari vengono sprecati perché lasciati scadere, deteriorare in frigo o conservati in maniera scorretta. Solo nell’ultimo anno in Italia è [...]

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Il Paese di Abbastanza: piccola (tragica) favola ucraina


L'Imperatore Scorbutico dell'Impero degli Undici Fusi, il Presidente Simpatico del Paese di Abbastanza, il Paese d’Oltremare e il suo Presidente … e poi la guerra, ma anche quella finisce e passa, annegata in un bicchiere di ...gas

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Con l’approvazione in terza lettura da parte della Camera dei deputati, diviene legge la riforma organica degli Istituti Tecnici Superiori.