Salta al contenuto principale



Ucraina vs Russia: guerra e pace secondo ChatGPT


Qualche giorno fa, mi è venuta l’idea di verificare cosa aveva da dire il ChatGPT basato sull’intelligenza artificiale sulle questioni relative alla guerra in Ucraina. Devo dire che le sue risposte sono state una piacevole sorpresa dal punto di vista che mi sta a cuore: la pace. Ecco cosa ho chiesto e cosa mi ha risposto in un […]

L'articolo Ucraina vs Russia: guerra e pace secondo ChatGPT proviene da L'Indro.

StatusSquatter 🍫 reshared this.



Holodomor: come la politica di collettivizzazione di Stalin ha ucciso milioni di ucraini


L’anno 1933 è passato alla storia come l’anno della scarsità in tutto il mondo e l’anno di Adolf Hitler. Per le strade delle città americane ed europee, molte persone hanno perso il lavoro a causa della Grande Depressione del 1929-1933. I cittadini attendevano in fila per ore per i beni di prima necessità: pane, farina, […]

L'articolo Holodomor: come la politica di collettivizzazione di Stalin ha ucciso milioni di ucraini proviene da L'Indro.



Calenda in Fondazione per parlare di separazione delle carriere: “Sono favorevole, è un principio di civiltà giuridica”


“La separazione delle carriere e ovviamente la separazione dei CSM rappresentano un principio di civiltà giuridica: chi indaga non può essere collega di chi ti giudica. È fondamentale per passare in questo paese da una cultura della magistratura contro l’

“La separazione delle carriere e ovviamente la separazione dei CSM rappresentano un principio di civiltà giuridica: chi indaga non può essere collega di chi ti giudica. È fondamentale per passare in questo paese da una cultura della magistratura contro l’imputato a un confronto per verificare la verità processuale e arrivare a una decisione giusta”, è quanto ha affermato Carlo Calenda nel corso del dibattito sostenuto nel pomeriggio con il presidente della Fondazione Luigi Einaudi Giuseppe Benedetto, che si è svolto a Roma presso la sede della Fondazione.

Un incontro che si inserisce nell’ambito di una serie di confronti che la Fondazione Luigi Einaudi ha avviato con tutti i leader delle forze politiche per affrontare il tema cruciale, relativo alla riforma della Giustizia, della separazione delle carriere dei magistrati.

Incalzato dal Segretario Generale Andrea Cangini, in merito alla proposta della FLE di eleggere una Assemblea di cento competenti, indicati dai partiti, per riformare la seconda parte della Costituzione, Calenda si è detto favorevole pur riscontrando però “un clima politico di conflitto permanente” che non agevola una soluzione. Il leader di Azione si è comunque detto disponibile ad aprire un dialogo, e a cercare punti di raccordo, con la maggioranza. Come, ad esempio, in merito al fisco, “è ragionevole – ha detto Calenda – che il Terzo Polo trovi una convergenza con la maggioranza sulla riforma fiscale in generale, e in particolare sullo Statuto contribuente, perché è praticamente la stessa riforma fatta da Draghi. L’unico problema è che c’è la flat tax, e se diventa la battaglia della flat tax, allora no. Ma credo che sulla riforma fiscale ci sia margine di lavoro”, ha concluso.

L'articolo Calenda in Fondazione per parlare di separazione delle carriere: “Sono favorevole, è un principio di civiltà giuridica” proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Il mandato d’arresto per Putin segna una pietra miliare


Il mandato d’arresto del presidente russo Vladimir Putin per crimini di guerra segna una pietra miliare nella storia del diritto internazionale umanitario e una svolta nel conflitto in Ucraina. Qualunque disinformazione la Russia ei suoi alleati possano voler diffondere, qualunque confusione e dubbio gli oppositori politici della solidarietà con l’Ucraina possano tentare di schierare, le […]

L'articolo Il mandato d’arresto per Putin segna una pietra miliare proviene da L'Indro.



Due nuove monete targate Aeronautica. Tutto pronto per il centenario


L’Aeronautica Militare compirà i suoi primi cent’anni il 28 marzo 2023 e, per celebrare l’occasione, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha coniato due monete celebrative appositamente dedicate alla Forza armata. Le due monete, da due e da cinque e

L’Aeronautica Militare compirà i suoi primi cent’anni il 28 marzo 2023 e, per celebrare l’occasione, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha coniato due monete celebrative appositamente dedicate alla Forza armata. Le due monete, da due e da cinque euro, entrano così a far parte della Collezione Numismatica 2023, identificabili sotto la denominazione “Cento anni dell’Aeronautica militare” e, a partire da oggi, verranno emesse ufficialmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Le monete celebrative

La prima moneta commemorativa coniata in occasione del centenario ha valore di due euro, a corso legale in tutti gli Stati membri dell’Unione e a circolazione ordinaria. Sono stati realizzati in totale tre milioni di esemplari, per un valore nominale di sei milioni di euro. La moneta si presenta anche nella sua versione da collezione, ha valore nominale di due euro ed è disponibile sia in versione Proof sia in Fior di Conio, con una tiratura rispettivamente di 13mila e 15mila pezzi, a cui si aggiunge il rotolino da 25 pezzi Fior di Conio in 10mila pezzi. La seconda moneta ha valore nominale pari a cinque euro ed è anch’essa disponibile in versione Proof con una tiratura di 5mila pezzi in totale.

La fase di realizzazione

L’autore, in entrambi i casi, è stato l’artista incisore della Zecca dello Stato, Valerio De Seta, che ha realizzato le facce nazionali delle due monete. Per quanto concerne il processo di coniatura vero e proprio, alcune monete sono state simbolicamente coniate dagli stessi vertici dell’Aeronautica militare, che si trovavano in visita all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato nei giorni scorsi con l’obiettivo di assistere in prima persona al processo di realizzazione delle monete celebrative. A capo della delegazione di ufficiali che ha partecipato alla visita si trovavano il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Luca Goretti, e il sottocapo di Stato maggiore, Aurelio Colagrande. Insieme a loro, erano anche presenti il capo del quinto reparto Comunicazione della Forza armata, generale Giovanni Francesco Adamo e il generale ispettore capo nonché presidente del “Comitato centenario dell’Aeronautica militare”, Basilio Di Martino.

Il Centenario dell’Aeronautica militare

La data del prossimo 28 marzo segnerà infatti l’importante anniversario dalla costituzione dell’Aeronautica militare. Quel giorno di cent’anni fa, infatti, i servizi aeronautici precedentemente inquadrati nelle altre Forze armate ottennero la loro autonomia, con la denominazione di Regia aeronautica. Da allora, le forze aeree del nostro Paese sono state protagoniste di tutti i principali eventi per l’Italia, dalla terribile prova della Seconda guerra mondiale, fino alle operazioni di Air policing dei cieli della Nato.


formiche.net/2023/03/monete-co…



I numeri del rapporto Nato 2022 tra Ucraina, opinione pubblica e spese per la difesa


Martedì il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha pubblicato il rapporto annuale per il 2022. “Siamo entrati in un’epoca di competizione strategica”, si legge nel documento. “Le potenze autoritarie stanno sfidando il sistema internazionale b

Martedì il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha pubblicato il rapporto annuale per il 2022. “Siamo entrati in un’epoca di competizione strategica”, si legge nel documento. “Le potenze autoritarie stanno sfidando il sistema internazionale basato sulle regole”, con gli esempi dell’aggressione russa all’Ucraina e la crescente assertività cinese, mentre permangono minacce come il terrorismo, gli attacchi informatici e le ricadute sulla sicurezza del cambiamento climatico.

Di fronte a queste sfide, l’Europa e il Nord America sono uniti nella Nato. “Continuiamo ad adattarci a questa nuova realtà con una deterrenza e una difesa più forti e relazioni più profonde con i nostri partner in tutto il mondo. Abbiamo sostenuto l’Ucraina con circa 150 miliardi di euro di assistenza militare, umanitaria e finanziaria”, prosegue il dossier.

Tema centrale del rapporto è quello della spesa per la difesa, di cui si illustra la composizione. Il 2022 ha visto l’ottavo anno consecutivo di aumento della spesa degli alleati europei e del Canada. Dal 2021 al 2022, la spesa in difesa è aumentata del 2,2% in termini reali e, in totale, negli ultimi otto anni questo aumento ha aggiunto 350 miliardi di dollari al settore.

Nel 2022, sette alleati su trenta hanno rispettato la linea guida del 2% del Pil, un netto aumento rispetto al 2014, quando solo tre membri superavano la soglia. Un dato interessante è che gli Stati Uniti rappresentino il 54% del Pil aggregato dell’Alleanza, ma provvedano al 70% della spesa combinata. La spesa totale dell’Alleanza nel 2022 è stata stimata superiore a 1.000 miliardi di dollari.

Gli alleati hanno inoltre compiuto progressi nell’impegno a investire in nuove capacità. Queste consistono nel migliorare la prontezza, il dispiegamento, la sostenibilità e l’interoperabilità delle loro forze in linea con gli obiettivi.

Ulteriore tema analizzato dal rapporto è quello della percezione dell’Alleanza da parte dell’opinione pubblica. La Nato ha commissionato una serie di sondaggi in tutti i trenta Paesi membri tra il 7 e il 29 novembre 2022. Il principale dato che emerge è l’aumento del supporto popolare: il 70% degli intervistati voterebbe per rimanere nell’alleanza se questo fosse oggetto di referendum, otto punti in più del 2021. I risultati variano sensibilmente a seconda della geografia, con Polonia e Lituania tra i supporter più entusiasti e Slovacchia e Montenegro all’estremo opposto (pur con risultati intorno al 50%).

Collegata alla questione del supporto è la percezione di sicurezza dei cittadini. La maggioranza continua a ritenersi al sicuro nei propri confini nazionali, ma è in aumento la fetta di chi sostiene il contrario. Oltre all’aumento significativo del rischio percepito di una guerra che coinvolga la Nato, dal 15% del 2021 al 21% di oggi. Ultimo dato di grande rilevanza è la decisa scelta di proseguire il sostegno all’Ucraina, con quasi il 70% dei rispondenti favorevole o molto favorevole.


formiche.net/2023/03/rapporto-…



Davide Giacalone – Bambinate


Il dilemma è serio e complicato, privo di soluzioni ideali. Di certo non serve a nulla questa specie di corrida che è stata allestita, dimentica del fatto che prima dei desideri e dei capricci degli adulti vengono gli interessi dei bambini. Ci si deve occ

Il dilemma è serio e complicato, privo di soluzioni ideali. Di certo non serve a nulla questa specie di corrida che è stata allestita, dimentica del fatto che prima dei desideri e dei capricci degli adulti vengono gli interessi dei bambini. Ci si deve occupare dei bambini, non prodursi in bambinate.

1. Senza un’apposita legge i sindaci possono incaponirsi quanto vogliono a registrare genitorialità dello stesso sesso, ma perderanno. Perché i genitori non è detto siano quelli dell’atto di registrazione (specie il padre, ma nel caso di falso e parto fuori dagli ospedali anche la madre), ma è certo che si tratta di una donna e un uomo.

2. La trascrizione è una cosa diversa, perché si tratta di recepire un atto già registrato altrove. Quindi quel bambino ha già due genitori e non trascrivendo l’atto gliene si toglie uno e forse anche due. Assurdo. Saggiamente il regolamento europeo stabilisce che un atto dell’anagrafe o di un tribunale di quale che sia Paese dell’Unione europea valga in tutti gli altri. Molto poco saggiamente, pensando agli adulti e non ai bambini, la maggioranza di destra ha voluto bocciarlo. Il che comporta una sfiducia anche nei tribunali italiani, dove numerose sono le sentenze di adozione speciale, basate sul sano principio che il bambino ha già in casa quei due “genitori” e se quello naturale finisse sotto a un treno rimarrebbe orfano totale.

Nel codice civile del 1942 (benché a governare fosse uno con figli fuori dal matrimonio) i figli “illegittimi” erano una classe inferiore, anche dal punto di vista ereditario. La cosa cadde a seguito della legge sul divorzio, del 1970. Ma si dovette attendere la riforma del 2012 perché sparisse ogni distinzione. A opporsi a tali legislazioni furono quelli che sostennero avrebbero annichilito la “famiglia tradizionale”. È una conquista della civiltà che oggi i loro eredi politici possano abbondantemente approfittare delle leggi che i loro predecessori avversarono. Magari cambino linguaggio.

3. Il difficile: se trascrivo in automatico genitorialità iscritte altrove legittimo la maternità surrogata, l’utero in affitto o, come si vuole che si dica in politicamente corretto: la gestazione per altri. a. Ritengo quella pratica inaccettabile, senza avere bisogno di chiamare in causa alcuna ragione religiosa. b. Non è accettata in gran parte dell’Ue e, semmai, anziché rigettare i regolamenti si dovrebbe provare a normare assieme. c. Ma esecrare non risolve la faccenda, perché quando si tratta di registrare o trascrivere il bambino è già nato, è già depositario di diritti (per lui no, non ci sono doveri) ed è meritevole di tutela.

Posto che non c’entra nulla questa fissazione collettiva dell’omosessualità, perché a quella pratica orrida ricorrono anche coppie etero, è qui che il dilemma diventa molto complicato. Perché se rifiuto di riconoscere quella nascita il bambino avrà comunque un genitore naturale, visto che il maschio o uno dei maschi dirà d’essere l’inseminatore e la donna o una delle donne d’essere l’inseminata, quindi,
ipocritamente, giro la pratica ai tribunali, che procederanno con l’adozione speciale in capo all’altro “genitore”. Se, all’opposto, registro in automatico introietto il risultato di un mercato sviluppatosi altrove. E non finisce, talché dovrebbero almeno provare a pensarci i commissionatori di gravidanze: nelle banche dei gameti vige l’anonimato, ma i tribunali del mondo civile vedono crescere le cause di maggiorenni che chiedono di conoscere l’identità dei genitori naturali. Che siano stati adottati o concepiti per conto terzi. E mi pare un’umana esigenza con valenza più forte di quella di chi vuole per forza un bambino. Ciò a tacere dell’epigenetica.

Muovendosi su questo terreno sconosciuto (prima non esisteva neanche la tecnica per arrivarci), sarà bene tenere a mente un principio: avere dei genitori è un diritto (talora menomato dalla cattiva sorte), avere dei figli è una possibilità, non un diritto. Serve procedere con delicatezza, non con la roncola.

La Ragione

L'articolo Davide Giacalone – Bambinate proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Arabia Saudita – Iran: la mediazione della Cina mette in luce politiche di sicurezza regionali imperfette


Una riconciliazione saudita-iraniana mediata dalla Cina getta potenzialmente i riflettori sulle politiche di sicurezza fondamentalmente imperfette delle potenze regionali, inclusi non solo il regno saudita e l’Iran, ma anche gli Emirati Arabi Uniti. Mentre gran parte della discussione negli ultimi anni si è concentrata sulla strategia dell’Iran di creare una linea di difesa ben oltre […]

L'articolo Arabia Saudita – Iran: la mediazione della Cina mette in luce politiche di sicurezza regionali imperfette proviene da L'Indro.



Con grande dolore debbo comunicare la notizia della morte, avvenuta poco fa, del compagno Citto Maselli. L’ho appena appreso dalla moglie, Stefania Brai, che


Russia – Cina: quattro complicazioni per il precipitoso vertice Putin-Xi Jinping


La visita di stato del Presidente cinese Xi Jinping a Mosca, iniziata lunedì e prevista per tre giorni, sarà sicuramente ricca di fasti e cerimonie. Tuttavia, il suo contenuto rimane piuttosto incerto. Il Presidente russo Vladimir Putin, in termini molto cordiali, ha invitato la sua controparte cinese durante la loro videoconversazione il 30 dicembre. Ma […]

L'articolo Russia – Cina: quattro complicazioni per il precipitoso vertice Putin-Xi Jinping proviene da L'Indro.



Mandato di arresto della CPI per Putin: fine dell’impunità russa


La decisione della Corte Penale Internazionale (CPI) di emettere un mandato di arresto nei confronti di Vladimir Putin per il suo presunto ruolo nella deportazione di bambini ucraini ha acceso un vivace dibattito. La mossa è veramente storica o meramente simbolica? Puntando il dito direttamente contro Putin, la Corte penale internazionale ha creato un’opportunità straordinaria […]

L'articolo Mandato di arresto della CPI per Putin: fine dell’impunità russa proviene da L'Indro.



Israele seguirà l’Arabia Saudita e farà un accordo con l’Iran?


Tra la raffica di commenti sull’accordo di normalizzazione facilitato dalla Cina tra l’Arabia Saudita e l’Iran, uno si è distinto come particolarmente intrigante: l’ex capo dell’agenzia di intelligence israeliana Mossad Efraim Halevy ha cautamente suggerito che potrebbe essere giunto il momento per Israele di dirigere le antenne verso Teheran. L’obiettivo sarebbe quello di esplorare se […]

L'articolo Israele seguirà l’Arabia Saudita e farà un accordo con l’Iran? proviene da L'Indro.



Appello delle donne arabe a conquistare i diritti negati


“Saluto tutte le delegate e i delegati che sono qua per dare una prospettiva alle donne non solo tunisine o arabe, ma a tutte coloro che lottano ogni giorno nel mondo per i loro diritti da conquistare o negati. Qualsiasi vittoria nel campo dei diritti è necessaria per creare una società internazionale più equa, sostenibile […]

L'articolo Appello delle donne arabe a conquistare i diritti negati proviene da L'Indro.



Oggi si celebra la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, in collaborazione con l’Associazione “Libera.



Gli Accordi di Abramo e la dimensione europea: quali possibilità di cooperazione?


Lunedì 3 aprile 2023 alle 17.00, presso la sede della Fondazione Luigi Einaudi, in Via della Conciliazione 10, si terrà il convegno dal titolo “Gli Accordi di Abramo e la dimensione europea: quali possibilità di cooperazione?” Speakers Giulio Terzi di San

Lunedì 3 aprile 2023 alle 17.00, presso la sede della Fondazione Luigi Einaudi, in Via della Conciliazione 10, si terrà il convegno dal titolo “Gli Accordi di Abramo e la dimensione europea: quali possibilità di cooperazione?

Speakers

Giulio Terzi di Sant’AgataPresidente IV Commissione Politiche UE – Senato

Alon BarAmbasciatore d’Israele in Italia

Naser M.Y. Al Balooshi
Ambasciatore del Regno del Bahrain in Italia

Youssef Balla
Ambasciatore del Marocco in Italia

Nicola Monti
AD Edison

Fiamma Nirenstein
Senior Member Jerusalem Center for Public Affairs

Gabriele Carrer
Giornalista presso Formiche.net e HuffPost

Moderatrice
Simona BenedettiniComitato Scientifico FLE

L'articolo Gli Accordi di Abramo e la dimensione europea: quali possibilità di cooperazione? proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



EISI Empathy Index del Sistema Italia – Verso un indice nazionale di empatia nei processi decisionali e di informazione


Mercoledì 5 aprile 2023 alle ore 18:00, presso la Sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva si terrà il convegno “EISI Empathy Index del Sistema Italia – Verso un indice nazionale di empatia nei processi decisionali e di infor

Mercoledì 5 aprile 2023 alle ore 18:00, presso la Sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva si terrà il convegno “EISI Empathy Index del Sistema Italia – Verso un indice nazionale di empatia nei processi decisionali e di informazione

Presenta l’indagine:
Francesco Schlitzer

Ne discutono:
Laura Boella
Andrea Cangini
Paolo Cirino Pomicino

L'articolo EISI Empathy Index del Sistema Italia – Verso un indice nazionale di empatia nei processi decisionali e di informazione proviene da Fondazione Luigi Einaudi.




IRAQ. Le prime impressioni all’arrivo a Baghdad dopo l’occupazione Usa


Memorie di 20 anni fa. Trovammo un Iraq sfinito dalle sanzioni. E la bugia di Bush per scatenare la guerra - con un milione di morti - lo avrebbe fatto implodere. L'articolo IRAQ. Le prime impressioni all’arrivo a Baghdad dopo l’occupazione Usa proviene

di Michele Giorgio*

Pagine Esteri, 21 marzo 2021 – Gli iracheni, o la maggior parte di essi, non amavano gli Usa e neppure ascoltavano le dichiarazioni da bravi padri della famiglia democratica globale che dispensavano in quei giorni George W. Bush e il suo segretario di stato Colin Powell. La guerra anglo-americana giunta dopo 12 anni di sanzioni economiche durissime li aveva sfiniti oltre ad aver reso più bambini orfani, più donne vedove, più giovani disabili.

Però erano felici che non ci fosse più Saddam Hussein al potere. Era odiato e temuto da milioni di iracheni, non solo dagli sciiti. Il suo potere immenso, la sua brutale determinazione a spegnere nel sangue ogni accenno di ribellione, apparivano a molti in quei giorni di venti anni fa come una storia passata per sempre.

Anche gli iracheni cristiani, ritenuti protetti dal regime, non amavano Saddam ma sapevano, come gli anni successivi avrebbero dimostrato, che il crollo del suo potere li avrebbe esposti a un magma incontenibile di fanatismo religioso. Furono queste le prime impressioni che ricavammo dopo l’arrivo a Baghdad, al termine di un viaggio di mille chilometri da Amman nel deserto a bordo di un furgone.

Pregavano ovunque gli sciiti, in quei giorni successivi alla caduta del regime. Le loro preghiere erano raduni immensi, i riti si trasformavano in comizi. I partiti, vecchi e nuovi, i comunisti come gli islamisti aprivano nuove sedi. Rinascevano le associazioni, si riunivano artisti e intellettuali, non poche volte si vedevano insieme chi era stato dalla parte del regime e chi lo aveva criticato.

Il Baath di Saddam Hussein invece si disintegrava sotto i colpi degli occupanti anglo-americani. Sarebbe rimasto in vita in clandestinità, assieme a formazioni jihadiste e ai resti delle forze armate sciolte dai nuovi padroni dell’Iraq. Gli effetti di quelle decisioni Usa si sarebbero rivelati devastanti qualche mese dopo per gli occupanti stranieri come per i civili iracheni costretti a fare i conti con attentati a raffica e all’inizio della lotta armata contro l’occupazione.

Moriva di fame l’Iraq. Tranne Baghdad e qualche città, il paese era in uno stato di immenso degrado e povertà, soprattutto il sud. Gli iracheni camminavano su enormi riserve di petrolio ma dovevano lottare ogni giorno per mangiare. La popolazione dipendeva dalle distribuzioni di beni di prima necessità. E il dinaro, la valuta nazionale, non valeva niente dopo l’invasione. Pochi dollari corrispondevano a una busta di plastica colma di centinaia di banconote da 500 dinari su cui era stampato il volto di Saddam. Ci volevano un bel po’ di quei pezzi di carta per comprare una birra tenuta sotto ghiaccio da ragazzini piazzati strategicamente all’ingresso del Palestine e degli altri malandati hotel di Baghdad pieni di giornalisti, operatori umanitari, politici, pacifisti e altri ancora.

I funzionari Usa già si sistemavano in quella che sarebbe presto diventata la Zona verde. Da quelle parti la notte si rischiava di fare brutti incontri ai checkpoint degli occupanti. I soldati americani, con i nervi a fior di pelle, ti puntavano subito i mitra contro, poi faccia al muro, mani sopra la testa, perquisizione e controllo documenti. Inutile invocare rispetto per la stampa. Un drammatico esempio delle loro «speciali» regole d’ingaggio – «prima sparo poi parlo» – si sarebbe reso evidente il 4 marzo di due anni dopo quando un militare americano aprì il fuoco contro l’auto che portava in salvo la nostra Giuliana Sgrena, sottratta appena qualche ora prima ai suoi sequestratori. I colpi uccisero Nicola Calipari.

Ahmad si offrì di farci da guida e fixer in quelle prime settimane dopo l’invasione dell’Iraq. Era stato un pilota di Mig e Sukhoi dell’aviazione militare. E aveva fatto parte degli equipaggi che all’inizio della prima guerra del Golfo nel 1991, su ordine di Saddam, a sorpresa portarono oltre 100 cacciabombardieri in tre basi iraniane. «Eravamo pronti a combattere gli americani e invece Saddam ci spedì in Iran. Non ho mai capito quella decisione. Nel 1992 fui congedato e per 11 anni ho ricevuto 50 dollari di pensione al mese, roba da morire di fame. Ho fatto molti lavori per tirare avanti», ci raccontò. Girando in auto quei giorni, ci passarono davanti agli occhi l’Iraq di quei giorni. E di quelli a venire.

La povertà estrema, le distruzioni e i lutti della guerra voluta dall’Occidente democratico, i palestinesi cacciati dalle loro case perché considerati amici di Saddam, l’astio tra sunniti e sciiti, il fiorire di una religiosità estrema che da decenni covava sotto la cenere. A Tikrit, la città di Saddam, la nostra auto fu circondata da una folla ostile che ci urlava «Vai via, qui non è casa tua». Accadde, scoprimmo, a tanti altri stranieri. Se solo gli occupanti avessero ascoltato e accolto subito quella minacciosa esortazione, l’Iraq e molte famiglie nel mondo avrebbe pianto meno morti. Difficile dare un bilancio certo: tra cause dirette e indirette si arrivano a stimare fino a un milione di morti. Pagine Esteri

*parte di un articolo pubblicato nell’inserto “Hanno fatto il deserto” del quotidiano Il Manifesto

L'articolo IRAQ. Le prime impressioni all’arrivo a Baghdad dopo l’occupazione Usa proviene da Pagine Esteri.



In Cina e Asia – Putin promette di "studiare con attenzione” la posizione cinese sull’Ucraina


In Cina e Asia – Putin promette di ucraina cina russia
I titoli di oggi:
Cina-Russia, al primo giorno di colloqui Putin promette di "studiare con attenzione" la posizione cinese sull'Ucraina
Cina, la campagna anticorruzione arriva nel mondo dei chip
Cina, il Consiglio di stato è sempre più legato al Pcc
India, la visita premier giapponese Kishida
Thailandia: il primo ministro Prayut scioglie il parlamento, elezioni entro maggio
Sri Lanka, il Fmi approva un salvataggio da 3 miliardi di dollari

L'articolo In Cina e Asia – Putin promette di “studiare con attenzione” la posizione cinese sull’Ucraina proviene da China Files.



"Trattare con Putin”. La via cinese alla "sicurezza globale”


xi
Xi Jinping arriva a Mosca e manda subito un messaggio all'esterno. Come si inserisce la visita nelle relazioni con la Russia e nella postura in politica estera della Cina, ma anche nella sua visione di sicurezza che ha in testa il Sud globale. Intanto Fumio Kishida va a Nuova Delhi da Modi: Giappone e India più vicine. E l'escalation sulla penisola coreana si inserisce nella contesa tra Washington e Pechino

L'articolo “Trattare con Putin”. La via cinese alla “sicurezza globale” proviene da China Files.



Political microtargeting on Facebook: an election promise just for you!


Microtargeting politico su Facebook: una promessa elettorale solo per voi! noyb ha presentato una serie di reclami contro diversi partiti politici tedeschi. I partiti avevano utilizzato il microtargeting su Facebook durante le elezioni federali del 2021 e avevano preso di mi TargetLeaks


noyb.eu/en/political-microtarg…

reshared this



Da Golda Meir a Bezalel Smotrich: «I palestinesi non esistono»


A Parigi il leader di ultradestra insiste sulla «finzione» creata dagli arabi per lottare contro il sionismo. Il premier palestinese Shttayeh: «Questa terra è nostra e Israele è uno Stato coloniale». La Giordania convoca l'ambasciatore israeliano L'artic

di Michele Giorgio

(nella foto il ministro israeliano delle finanze Bezalel Smotrich)

Pagine Esteri, 21 marzo 2023 – Settantacinque anni dopo la fondazione dello Stato di Israele e ben oltre cento dall’inizio dell’impresa sionista in Palestina, riemerge l’antico quanto ridicolo mito della «non esistenza del popolo palestinese». A rispolverarlo è stato, durante una cerimonia in Francia, il ministro israeliano delle finanze Bezalel Smotrich, leader del partito ultranazionalista Sionismo religioso, che, appena qualche settimana fa aveva esortato a «spazzare via» il villaggio palestinese di Huwara, teatro lo scorso 26 febbraio di una spedizione punitiva di coloni israeliani (decine auto e di edifici dati alle fiamme). Con il suo negazionismo antipalestinese, Smotrich è riuscito anche ad aprire una mezza crisi diplomatica con la Giordania. Il ministro ha pronunciato la sua «lezione di storia» avendo alle spalle una mappa della Grande Israele con la Giordania parte del territorio dello Stato ebraico, proprio come appariva sulla bandiera dell’Irgun, l’organizzazione clandestina ebraica fondata nel 1931 responsabile di attacchi e attentati contro palestinesi e britannici.

«Non si può parlare di ‘palestinesi’ perché non esiste un ‘popolo palestinese’», ha detto Smotrich e stretto alleato del premier Netanyahu, intervenendo a Parigi a una cerimonia commemorativa per Jacques Kupfer, un esponente della destra israeliana. Il popolo palestinese, ha spiegato, «è una finzione» elaborata un secolo fa per lottare contro il movimento sionista. «Sapete chi è palestinese? Io sono palestinese», ha esclamato rivolgendosi all’uditorio «Mia nonna, nata a Metulla oltre 100 anni fa in una famiglia di pionieri che ha creato insediamenti in Galilea, lei era palestinese. Mio nonno, la tredicesima generazione della sua famiglia a Gerusalemme, era un vero palestinese». Qualcuno ieri ha sorriso di fronte a queste dichiarazioni propagandistiche. Non i palestinesi però. «Le parole di Smotrich sono prove inconfutabili dell’ideologia estremista, razzista, sionista che governa l’attuale governo israeliano», ha protestato il primo ministro dell’Autorità Nazionale, Muhammad Shtayyeh. «Siamo noi – ha aggiunto – che abbiamo dato alla Palestina il suo nome e la terra, il suo valore e il suo status. Questa terra è nostra e Israele è uno Stato coloniale fondato dai colonialisti e dai coloni e si è espanso come qualsiasi colonialismo nel corso della storia».

Sarebbe ingiusto puntare il dito solo contro il ministro ultranazionalista Smotrich. La nozione della «non esistenza» dei Palestinesi e del popolo palestinese è stata inventata dai sionisti «progressisti» giunti dall’Europa. E il Sionismo, specie nei primi decenni, ha fatto della negazione del popolo indigeno palestinese l’arma principale della sua legittimazione: gli ebrei, grazie ai sionisti, «tornavano dopo duemila anni di esilio nella loro terra» mentre i palestinesi erano stati creati a tavolino. Teoria che spesso ancora si accompagna, soprattutto a destra, alla deumanizzazione dei palestinesi e alla loro descrizione come tutti dei terroristi veri o potenziali. Golda Meir, celebrata premier donna e icona dell’Israele laburista, nel 1969 dichiarò in una intervista al The Sunday Times che «Non esiste qualcosa come un popolo palestinese. Non è che siamo venuti, li abbiamo buttati fuori e abbiamo preso il loro paese. Essi non esistevano». Un punto che avrebbe ribadito l’anno successivo a Thames TV e nel 1972 al New York Times. E nel 2023, a decenni di distanza da quell’intervista, una bella fetta di israeliani ebrei crede sempre che i palestinesi – tra cui un milione e mezzo con passaporto israeliano – non abbiano alcun diritto perché «inventati». Pagine Esteri

Questo articolo è stato pubblicato in origine dal quotidiano Il Manifesto

L'articolo Da Golda Meir a Bezalel Smotrich: «I palestinesi non esistono» proviene da Pagine Esteri.



Quando il ‘fascismo’ se la prende con i bambini


«Coppie gay spacciano per propri figli bambini avuti con la maternità surrogata»; « Auguri a tutti i papà consapevoli di non poterlo essere senza una mamma»; «Non c’è destra e sinistra, i diritti civili sono di tutti, anche di Giorgia Meloni e di sua figlia». Le prime due frasi sono di un noto violento esponente […]

L'articolo Quando il ‘fascismo’ se la prende con i bambini proviene da L'Indro.



Se nella vita o per lavoro hai a che fare con adolescenti, non puoi perdere la puntata di Presadiretta andata in onda ieri su Rai3: "La scatola nera", ora reperibile su Raiplay.

"Gli algoritmi e le piattaforme si stanno prendendo la vita dei nostri figli? Adolescenti e perfino bambini con patologie sempre più diffuse, si tratta ormai di un problema di salute pubblica. In che modo recuperare i danni già fatti, a partire dalla scuola? PresaDiretta è andata a Tulsa in Oklahoma, in uno dei centri di ricerca del più grande studio al mondo per capire quale sia l'impatto sul cervello di bambini e ragazzi delle tante ore passate sui cellulari e social. Ha visitato i centri d'eccellenza italiani e ha intervistato in giro per il mondo i medici e gli scienziati che da anni studiano e denunciano che la lunga esposizione dei ragazzi sulle piattaforme provoca variazioni fisiologiche nel cervello sul piano cognitivo ed emozionale. Sono 10 anni, da quando i social sono esplosi, che gli esperti accusano l'aumento del disagio tra i più giovani: ansia, stress, disturbi dell'attenzione e del linguaggio, anoressia, depressione, autolesionismo. I nostri ragazzi stanno sempre più male."

raiplay.it/video/2023/03/La-sc…


Unknown parent

Unknown parent

friendica (DFRN) - Collegamento all'originale
The Privacy Post

@nicolaottomano🇮🇹🇪🇺🇺🇦🇮🇷 forse solo perché al "poli" che hai frequentato tu, il personale amministrativo sapeva parlare italiano e l'aula oggi intitolata a mr. "TBD" era ancora dedicata al sig. "Da def." 😂

@informapirata :privacypride: @Franc Mac @Marco Bresciani

Etica Digitale (Feddit) reshared this.



Filippine sonnambule in un campo minato economico e geopolitico?


Nel mezzo della peggiore volatilità globale dal 1945, le Filippine potrebbero allineare il proprio futuro con l’erosione secolare, le divisioni politiche, la militarizzazione e i rischi nucleari Solo circa sei anni fa, l’amministrazione Duterte stava ancora ricalibrando la sua politica estera per bilanciare lo sviluppo cinese e la cooperazione militare statunitense. Le Filippine, infine, avrebbero […]

L'articolo Filippine sonnambule in un campo minato economico e geopolitico? proviene da L'Indro.



Le valute digitali della banca centrale porterebbero l’iperinflazione


Ci sono molte scuse spesso usate per spiegare l’inflazione. Tuttavia, il fatto è che non esiste “inflazione spinta dai costi” o “inflazione delle materie prime”. L’inflazione non è un aumento dei prezzi, è la distruzione del potere d’acquisto della moneta. L’inflazione spinta dai costi è più unità di valuta che vanno a beni reali relativamente […]

L'articolo Le valute digitali della banca centrale porterebbero l’iperinflazione proviene da L'Indro.



Lo Statuto del contribuente, serve un accordo con le opposizioni


Sarà un processo graduale e lungo che impegnerà l’intera legislatura. Lo ha detto il viceministro alle Finanze Maurizio Leo e lo suggerisce il buonsenso. La riforma del fisco tratteggiata con decreto dal governo Meloni è una riforma “di sistema”, l’inizio

Sarà un processo graduale e lungo che impegnerà l’intera legislatura. Lo ha detto il viceministro alle Finanze Maurizio Leo e lo suggerisce il buonsenso. La riforma del fisco tratteggiata con decreto dal governo Meloni è una riforma “di sistema”, l’inizio di un nuovo corso nel rapporto tra lo Stato e il cittadino contribuente come lo fu la riforma Vanoni nei primi anni Settanta.

Il governo ha costruito la cornice, per i contenuti ha delegato il Parlamento. Soglie, procedure e coperture saranno il frutto di un lungo e complesso lavoro delle commissioni parlamentari competenti. Per la Politica e per il Parlamento sarà una grande occasione di riscatto e di concretezza; per lo Stato potrebbe essere una rara occasione di unità.

Un terreno comune già c’è. Diversi punti della delega fiscale varata dal governo Meloni recepiscono, infatti, parte della delega fiscale concordata tra i partiti che sostenevano il governo Draghi sul finire della scorsa legislatura. Pensare che la riforma del fisco possa avere un via libera bipartisan sarebbe ingenuo. La polarizzazione politica è forte e la materia è identitaria, perciò divisiva. Tuttavia, una parziale condivisione delle norme sarebbe auspicabile, non foss’altro perché, come accadde in parte anche con la riforma Visentini, il rischio è quello di una normativa-Penelope: fatta e disfatta nel tempo dalle diverse maggioranze di governo con conseguente disorientamento dei contribuenti, dei ceti produttivi e dei professionisti che li assistono.

Ebbene, c’è una prescrizione politica, nel disegno di legge delega Meloni, che dal punto di vista simbolico ha valore costituente: dare vita allo Statuto del contribuente. Qualcosa di più di una carta dei valori e qualcosa di meno di una norma costituzionale. Una sorta di sovranorma ai cui principi la politica tributaria dovrebbe conformarsi. Sarà materia di dibattito parlamentare. Sarebbe interessante se diventasse anche l’occasione di un confronto serio prima all’interno dei partiti e poi tra i gruppi parlamentari di maggioranza e quelli di opposizione a cominciare dal Terzo Polo. Non sarebbe male se, trattandosi di un’enunciazioni di principi generali che secondo molti avrebbe dovuto avere caratura costituzionale, lo Statuto del contribuente fosse approvato con la più ampia maggioranza possibile.

Formiche

L'articolo Lo Statuto del contribuente, serve un accordo con le opposizioni proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



La politica estera del Regno Unito ha bisogno di una strategia, non di slogan


L’ex ministro degli Esteri conservatore Douglas Hurd affermò negli anni ’90 che il Regno Unito era stato in grado di “superare il proprio peso” nel dopoguerra, nonostante non fosse più una grande potenza. Questa affermazione potrebbe essere stata vera anche per gran parte dei decenni successivi, ma è sotto crescente controllo negli anni ’20. Questo […]

L'articolo La politica estera del Regno Unito ha bisogno di una strategia, non di slogan proviene da L'Indro.



Rinnovo biennale per Irini. Ecco la sfida dell’Ue in Libia


Il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di prorogare ulteriormente il mandato della missione militare navale europea nel Mediterraneo centrale, Eunavfor Med Irini, fino al 31 marzo 2025. Non è la prima volta che tale mandato viene prolungato. Già nel m

Il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di prorogare ulteriormente il mandato della missione militare navale europea nel Mediterraneo centrale, Eunavfor Med Irini, fino al 31 marzo 2025. Non è la prima volta che tale mandato viene prolungato. Già nel marzo 2021 il Consiglio aveva preso la decisione di rinnovare la durata dell’incarico di altri due anni. In prossimità della nuova scadenza, la decisione del rinnovo biennale è seguita alla revisione strategica dell’operazione effettuata dal Comitato politico e di sicurezza, che ha portato anche alla delibera del Consiglio circa la necessità di facilitare ulteriormente lo smaltimento delle armi e del materiale sequestrato dall’operazione. Non solo, la proroga del mandato è stata accompagnata dalla decisione circa l’importo di riferimento per i costi comuni dell’operazione, che vengono stimati intorno a circa 16,9 milioni di euro per il periodo compreso tra inizio aprile 2023 e fine marzo 2025.

I compiti principali

La missione Eunavfor Med Irini, il cui nome deriva dal greco “pace”, è stata lanciata il 31 marzo 2020 e rappresenta ad oggi il massimo sforzo militare espresso dall’Unione europea per la stabilizzazione e la pacificazione della Libia. E rientra nella politica di sicurezza e difesa comune dell’Ue (Psdc). Il contributo della missione punta innanzitutto a far rispettare l’embargo delle Nazioni Unite sulle armi in Libia attraverso l’uso di mezzi militari, definito soprattutto nella risoluzione 2292 del 2016 del Consiglio di sicurezza. A tal fine, la missione ha il compito di effettuare ispezioni di navi in alto mare, al largo delle coste libiche, qualora queste siano sospettate di trasportare armi o materiale correlato da e verso la Libia. Inoltre, tra i compiti della missione rientra anche il monitoraggio delle violazioni perpetrate per via aerea e terrestre e la loro condivisione con le Nazioni Unite. Così, per garantire la riuscita di Irini, si sono mobilitati per la missione assetti aerei, satellitari e marittimi, con una buona dose dunque di capacità Isr, acronimo per Intelligence, sorveglianza e riconoscimento. Il rispetto dell’embargo è infatti considerato dagli osservatori, in primis dalla missione onusiana Unsmil, l’elemento centrale per giungere a una pacificazione.

Ulteriori mansioni

Tra i compiti secondari di Irini, rientrano invece le attività di monitoraggio e raccolta delle informazioni sulle esportazioni illecite dalla Libia di petrolio, greggio e prodotti petroliferi raffinati. In tale quadro, la missione contribuisce inoltre a contrastare le reti di contrabbando e traffico di esseri umani attraverso la raccolta di informazioni e il pattugliamento aereo. Infine, sono rilevanti anche le risorse stanziate nell’ambito della missione Irini per favorire il rafforzamento delle capacità e della formazione della Guardia Costiera e della Marina libiche. Così la missione navale punta a fornire un contributo tangibile all’interruzione del modello di business delle reti di traffico.

La guida italiana

A capo della missione troviamo oggi il contrammiraglio Stefano Turchetto, in qualità di comandante dell’operazione dell’Ue. Il contrammiraglio ha preso il posto del collega Fabio Agostini, precedentemente al comando dell’operazione Irini, nell’ottobre 2021. Una decisione logica, viste le strutture già presenti nella base romane (la sede di Centocelle), nonché l’esperienza acquisita dal personale multinazionale, ma non per questo facile, vista l’agguerrita concorrenza francese e spagnola manifestatasi all’inizio della missione.

(Foto: Operation Eunavfor Med Irini)


formiche.net/2023/03/rinnovo-b…



Il Massacro di Batoh (1652): I Cosacchi Uccidono 5.000 Prigionieri Polacchi


Il massacro di Batoh, avvenuto il 3-4 giugno 1652 vicino a Ladyzhyn, in Ucraina, rappresenta uno dei peggiori atti di violenza perpetrati durante la Rivolta di Khmelnytsky del 1648-1657. La Battaglia di Berestechko e laContinue reading

The post Il Massacro di Batoh (1652): I Cosacchi Uccidono 5.000 Prigionieri Polacchi appeared first on Zhistorica.



Il mandato d’arresto per crimini di guerra di Putin aggraverà l’isolamento della Russia


Il 17 marzo, la Corte penale internazionale (ICC) dell’Aia ha incriminato il Presidente russo Vladimir Putin e ha emesso un mandato di cattura. È probabile che questa accusa abbia conseguenze di vasta portata per Putin personalmente e per la Russia. Il mandato afferma che Putin “è presumibilmente responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale […]

L'articolo Il mandato d’arresto per crimini di guerra di Putin aggraverà l’isolamento della Russia proviene da L'Indro.



La trappola incombente di Biden in Ucraina


Sono in atto tre grandi fattori che daranno forma alle prospettive della guerra in Ucraina. Ognuno di questi influenza gli altri in modi potenzialmente rinforzanti. Insieme, potrebbero presto creare una dinamica che potrebbe limitare notevolmente la capacità dell’amministrazione Biden di guidare gli eventi verso i risultati desiderati. Il primo è il corso degli sviluppi sul […]

L'articolo La trappola incombente di Biden in Ucraina proviene da L'Indro.



L’America continua il dominio dello spazio con le sue imprese private


Può darsi che non stia andando proprio bene alle ultime missioni spaziali di Elon Musk. Può succedere. A fine mese scorso, una batteria di 21 satelliti per le connessioni telefoniche dirette lanciata con un Falcon 9 potrebbe avere avuto qualche problema. Non certo allo stadio recuperabile B1076 al suo terzo volo, tornato sulla piattaforma semovente […]

L'articolo L’America continua il dominio dello spazio con le sue imprese private proviene da L'Indro.



Dopo i Rafale, gli F-35. La decisione greca e quel viaggio in Italia


La visita italiana del capo della forze armate greche, generale Kostantinos Floros, ricevuto dal Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone porta in dote una serie di riflessioni tecniche tarate sul Mediterraneo, che potrebbero a

La visita italiana del capo della forze armate greche, generale Kostantinos Floros, ricevuto dal Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone porta in dote una serie di riflessioni tecniche tarate sul Mediterraneo, che potrebbero avere anche un altro filo comune: gli F-35. A breve si terrà la riunione finale al ministero della Difesa greco dove si deciderà se Atene proporrà a Lockheed Martin di calcolare nella sua risposta l’inclusione di programmi di sicurezza, approvvigionamento e informazioni (SSI – Security, Supply, Information) e infrastrutture con la partecipazione dell’industria della difesa greca. È questa l’anticamera per ricevere gli F-35 entro il 2028. E l’Italia (con Cameri) rientrerebbe nel cerchio che si dovesse chiudere tra Washington e Atene.

6048966F-35

Al centro dell’incontro ci sono state una serie di riflessioni sia sull’interesse congiunto della sicurezza in quegli spazi geostrategici condivisi, sia le rispettive posizioni sui dossier militari maggiormente significativi in proiezione Ue e Nato. La visita è proseguita presso il Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi) ove, accolto dal Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, e presso il quartier generale dell’ Eunavfor Med – Irini, operazione a guida Europea alla quale partecipano 23 Stati Membri dell’Ue e nell’ambito della quale la Grecia svolge un ruolo particolarmente attivo.

Sulla quasi certezza relativamente all’arrivo di venti F-35 in Grecia il governo ellenico pare non nutrire più dubbi, come osservato dal ministro della Difesa, Nikos Panagiotopoulos, secondo cui almeno una flotta di F-35 opererà nell’area balcanica ma il Paese che li acquisirà non sarà la Turchia. Il ministro, pochi giorni fa, ha dichiarato che il primo caccia del primo lotto di F-35 per la Grecia arriverà nel 2028. Lo scorso 8 febbraio il presidente della commissione per le relazioni estere del Senato degli Stati Uniti, Bob Menendez, aveva approvato la vendita degli aerei alla Grecia, aprendo le porte al conseguente iter burocratico, compresa la ratifica del trattato di difesa.

La Grecia ha già acquistato dalla Francia 18 caccia Rafale per sostituire progressivamente i vecchi Mirage, al contempo sta terminando l’aggiornamento in modalità Viper dei suoi F-16.

Anfibi

Nel frattempo dal Dipartimento di Stato arriva il via libera alla possibile vendita alla Grecia di veicoli d’assalto anfibi (Aav), attraverso il programma Foreign Military Sales (Fms): è un contratto del valore di 268 milioni di dollari. Il Dipartimento di Stato ha definito la Grecia un alleato critico della Nato che svolge un ruolo importante per la stabilità politica e il progresso economico in Europa. Nello specifico si tratta di sessantatré veicoli anfibi d’assalto per il personale (AAVP-7A1), nove veicoli anfibi per il comando d’assalto (AAVC-7A1), quattro veicoli anfibi per il recupero d’assalto (AAVR-7A1) e sessantatré mitragliatrici. Sono inclusi anche i lanciagranate MK-19, i sistemi di osservazione termica M36E T1 (Tss), il supporto per la fornitura (ricambi), le attrezzature di supporto (inclusi kit speciali/strumenti/kit migliorati (Eaak), manuali tecnici, dati tecnici, (Cets), strumenti integrati Accounting Support Management Services (Ils), Riparazione di componenti obsoleti, Servizi di calibrazione, Follow Up Support (Fos).

La nuova fornitura americana permetterà alla Grecia di far fronte alle nuove minacce attuali e future, fornendo un’effettiva capacità di proteggere gli interessi e le infrastrutture marittime a sostegno della sua posizione strategica sul fianco meridionale della Nato.

Triplice

A suggellare questa nuova veste ellenica si registra anche il rafforzamento della partnership militare tra Grecia, Israele e Cipro che puntano a rafforzare la cooperazione e i legami tra le loro forze armate, poiché è convinzione dei tre Paesi che le nuove sfide si affronteranno solo con un’azione multilaterale tra Paesi che condividono il diritto internazionale. In particolare Tel Aviv e Nicosia hanno siglato un programma bilaterale di cooperazione per la difesa tra la guardia nazionale e le forze armate israeliane (Idf) a Tel Aviv, nonché un corrispondente programma tripartito con le forze di difesa greche per il 2023. I tre Paesi si definiscono come fattori di stabilità e sicurezza nel Mediterraneo orientale e oltre.

Il riferimento è principalmente al tema della sicurezza energetica, delle infrastrutture esistenti (Tap), di quelle future (EastMed) e dei giacimenti nel Mediterraneo orientale in cui operano primari players mondiali, come Exxon ed Eni.


formiche.net/2023/03/rafale-f-…



FuoriLegge


Non c’è nessuno che sostenga la giustizia italiana funzioni bene. Ci si può ben spingere a parlare di bancarotta. Ma le cose possono andare peggio, fino a giungere alla bancarotta culturale che si coglie nelle parole di chi crede che se non funziona la gi

Non c’è nessuno che sostenga la giustizia italiana funzioni bene. Ci si può ben spingere a parlare di bancarotta. Ma le cose possono andare peggio, fino a giungere alla bancarotta culturale che si coglie nelle parole di chi crede che se non funziona la giustizia giudicante si possa rimediare applicando le pene senza giudizio. Sembra severità, ma è solo severamente fuori dalla civiltà del diritto.

Dice il procuratore aggiunto di Napoli che quanti vengono arrestati, ad esempio dopo le violenze dei giorni scorsi, sta in carcere pochi giorni e non teme la pena, perché il processo ha tempi lunghi, sicché servono misure cautelari più severe. No, servono giudizi più celeri. Aggiunge: <<Il principio della presunzione di innocenza, che capisco e rispetto, presuppone tempi rapidi per il processo. Paesi con ricorso limitato al carcere preventivo arrivano a sentenza in 6 mesi, non in 5 anni>>. Fa piacere che capisca e rispetti un principio iscritto nella Costituzione e in un paio di fondamentali trattati internazionali, è incoraggiante, ma gli sfugge un dettaglio: senza quel principio non c’è giustizia possibile, senza quello i tribunali possono pure chiudere e si passa ai guardiani della morale, esecutori invasati, per ideologia o misticismo, del dispotismo. Senza si è fuori legge.

Il punto, comunque, è far funzionare la giustizia in tempi ragionevoli. Per ottenere questo risultato, possibile da agguantare anche perché considerato normale fra i Paesi civilizzati, non è che si debbano fare leggi settoriali o stringere qualche bullone, ma agire sul modo stesso in cui la macchina penale è concepita:

1. a processo deve arrivare la minoranza dei casi, non la pressoché totalità, in che significa rendere convenienti riti e pene alternative;

2. la procura non deve essere obbligata a procedere anche quando sa che sarà una perdita di tempo, quindi via l’obbligatorietà dell’azione penale;

3. le carriere, di accusatori e giudici, devono essere separate non per un puntiglio culturale, ma perché è il solo modo per valutare l’efficienza di ciascuno, senza che la cosa vada a finire sul tavolo di un Csm che eleggono uniti, dividendosi in correnti, cordate e camarille.

Il che ci porta nel campo della politica. Se si prendono le cose scritte da Carlo Nordio, nel corso di molti anni, si trova tanto di quel che serve. Molto bene. Se si prendono le scelte, in materia penale, fin qui fatte dal governo di cui Nordio fa parte si trova l’esatto contrario. Molto male. Naturale che non sarebbe stato neanche immaginabile trovare lo scrittore in tutti gli atti, lo è meno che si debba fare affidamento alla speranza nel cercarcelo. Ma questa è la logica della politica, dove Nordio arriva forte di un invidiabile bagaglio culturale, ma privo di forza propria. Siamo solo all’inizio, entro maggio è promesso l’arrivo, in Consiglio dei ministri, di un pacchetto di riforme. Attenderemo che venga fuori la legge. Ma è onesto avvisare subito: una cosa sono i testi licenziati dai ministri, altra il risultato dei lavori parlamentari. Vero che la politica è l’arte del compromesso, ma conta il risultato, altrimenti ci si è solo compromessi.

Basta avere chiaro che tutto dipende da un solo punto: la separazione delle carriere. Ci si può incaponire sulla disciplina delle intercettazioni telefoniche e ambientali, ad esempio, ma il momento della verità consiste nel far dipendere il successo (e la carriera) di un procuratore non dalla conferenza stampa a fine indagini, ma dal verdetto. Scritto da non colleghi. Idem per la ricorribilità delle assoluzioni: Nordio ha ragione, è illogico volere riprocessare un assolto, ma l’assurdo si estingue quando le procure smetteranno di ricorrere in automatico, non rispondendone, e cominceranno ad essere responsabili dei risultati. Senza il cardine della separazione le ruote delle riforme correranno senza meta in direzioni diverse.

Meno processi, più responsabilità di ciascuno, tempi ridotti, certezza della pena. L’alternativa è la certezza del penoso.

La Ragione

L'articolo FuoriLegge proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



PODCAST. L’Iraq 20 anni dopo l’invasione Usa : “Devastato da corruzione e povertà”


Intervista alla giornalista Paola Nurnberg, in questi giorni a Baghdad per il ventesimo anniversario dell'attacco americano al paese arabo. L'Iraq del 2023 è un paese senza servizi pubblici, instabile, che deve fare i conti con una corruzione capillare ch

di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 20 marzo 2023 – Venti anni fa gli Stati uniti, con l’aiuto della Gran Bretagna, lanciarono l’attacco contro l’Iraq che provocò la caduta di Saddam Hussein e diede inizio a una lunga e sanguinosa occupazione militare che causò centinaia di migliaia di morti e feriti e distruzioni immense. Nel 2023 le condizioni di vita nel paese arabo sono molto difficili. Gran parte della popolazione è povera nonostante l’Iraq sia tra i maggiori esportatori di petrolio. Mancano i servizi pubblici. La corruzione dilaga e regna l’instabilità politica. I giovani non hanno fiducia nello Stato. Ne abbiamo parlato con la giornalista Paola Nurnberg* in questi giorni a Baghdad.
widget.spreaker.com/player?epi…

6047131*Paola Nurnberg è una giornalista della radio/tv Svizzera. E’ stata inviata in molti paesi del mondo e scenari di guerra.

L'articolo PODCAST. L’Iraq 20 anni dopo l’invasione Usa : “Devastato da corruzione e povertà” proviene da Pagine Esteri.



#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.

Poliverso & Poliversity reshared this.



Stranieri, o meglio detenuti


Stranieri, o meglio detenuti 6045776
Il Giappone è in continuo calo demografico e ha bisogno di attrarre cittadini stranieri. Ma le regole per gli irregolari (compresi coloro a cui è scaduto il visto) sono durissime. E nei centri di detenzione dedicati non sono rare le tragedie. Tratto dal nuovo ebook di China Files: "Demografia asiatica"

L'articolo Stranieri, o meglio detenuti proviene da China Files.



In Cina e Asia – Prima della visita, Xi riafferma la partnership con la Russia


In Cina e Asia – Prima della visita, Xi riafferma la partnership con la Russia xi jinping vladimir putin
I titoli di oggi:

Huawei ha sostituito migliaia di componenti vietate dagli Usa
Scoperto DNA animale a Wuhan. L'Oms chiede spiegazioni
Il disaccoppiamento dalla Cina mette a rischio i brevetti congiunti
La Cina introduce linee guida contro le molestie sul lavoro
Tik Tok: possibile spionaggio di giornalisti, gli Usa indagano
Corea del Nord: nuovi lanci di missili balistici e "800 mila nuove reclute nell'esercito"

L'articolo In Cina e Asia – Prima della visita, Xi riafferma la partnership con la Russia proviene da China Files.