L’occasione
Quel che sostenne ieri chi oggi governa è noto, con un evidente taglio che se proprio non si vuol definire antieuropeista (e lo era) è stato un tono continuamente polemico e avversativo. Circa quel che dice oggi si può rimproverare l’incoerenza, ma è più utile benedirla. Guardiamo al futuro, a quel che si può costruire. Non soltanto perché è più utile che rotolarsi nel trastullo polemico, ma perché si presenta una grande occasione per l’Italia, per l’Unione europea e per i governanti (non solo italiani) che furono o sono euroantipatizzanti.
Il caldo luglio presente apre il semestre alla conclusione del quale cessa la sospensione del Patto di stabilità. Non è che poi torna la presunta austerità, la cui sostanza rimane oscura in una realtà in cui ogni anno lo Stato spende più di quel che incassa, devolvendo soldi nel pagamento di interessi sul debito che non sono un merito per cui il debito stesso si possa aumentarlo ma una buona ragione per contrarlo. Come, difatti, ci si propone di fare. L’inflazione aiuta lo Stato indebitato, perché diminuisce il valore dei titoli già emessi e fa aumentare il gettito dell’Iva, ma infilza i consumatori e i risparmiatori, oltre a rendere necessario un rialzo dei tassi d’interesse, che continuerà. Si spera non a lungo. Dal primo gennaio 2024 torna in vigore il vecchio patto o una sua versione modificata. Di quali siano le versioni alternative ci siamo già occupati. Mentre pensare di usare il Mes come strumento negoziale è un’idea così sciocca da potere produrre soltanto sciocchi contentini declamatori. Conditi dal compatimento.
L’occasione è data dal Green Deal. Il governo italiano (quello in carica) non si è opposto: s’è astenuto. Chiede una cosa rilevante ma non decisiva, ovvero l’inserimento dei carburanti bio fra quelli utilizzabili. Lo sfondo del Green Deal non è bucolico ma produttivo, spingendo allo sviluppo di nuovi processi produttivi e tecnologie. Che sia un interesse comune europeo è condiviso da tutti. Che alcuni Paesi Ue lo rispettino e altri no è demenziale, come magistralmente argomentato da Mario Draghi nella sua “Martin Feldstein Lecture” (cosa aspettano i Paesi Ue e le forze politiche europee a puntare su di lui per un nuovo equilibrio istituzionale dell’Unione?). Il problema dunque non è il cosa, è solo marginalmente il quando, ma diviene: con quali soldi? Perché è vero che si tratta di investimenti che saranno produttivi di ricchezza, ma richiedono comunque forza finanziaria immediata.
Ed è qui l’occasione: finalità, innovazioni e interessi europei giustificano debito comune europeo. Al tavolo della riforma del Patto di stabilità è non soltanto inutile ma autolesionista portare la gnagnera italiana dell’“elasticità”, consistente nel potere continuare a far spesa in deficit che poi aumenta il nostro svantaggio. E neanche è sensato che dalla spesa da contenere sia esclusa questa o quella voce (tipo difesa o investimenti), perché tanto i soldi – sul mercato – andranno trovati e pagati per quanti se ne chiedono. A quel tavolo si porti il Green Deal, senza cadere nella trappola per allocchi che sia di sinistra o di destra (e suggerendo a chi si crede ficcante di piantarla dall’usare “gretini”, altrimenti diventa una firma). È un obiettivo? Bene, organizziamoci per non mancarlo.
Questo aiuterebbe l’Ue a fare un ulteriore e importante passo avanti nella direzione dell’integrazione e della cancellazione degli squilibri esistenti, l’Italia a mettere in maggiore sicurezza il proprio imponente debito pubblico e la destra che governa a porre un problema che sappia guardare al futuro, anziché sforzarsi – con scarsa credibilità – di conciliare il passato con il presente. Alle stesse elezioni europee si potrà così portare un tema, in ciascun Paese, che abbia a che vedere con la realtà e non evochi soltanto, per maggioranze e opposizioni, i temi della paura o della ripulsa. Le classi dirigenti che non si forgiano nelle guerre (fortunatamente) crescono affrontando queste sfide.
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L’affare elettrico
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In Cina e Asia – Il CPP di Hun Sen ha vinto nettamente le elezioni in Cambogia
I titoli di oggi:
Cambogia: il partito di Hun Sen domina le elezioni
Blinken e i paesi del G7 chiedono alla Cina di collaborare sulla Corea del Nord
Giappone: restrizioni all’export di apparecchiature per chip
Cina: WeChat Pay e AliPay accettano Visa e Mastercard
Cina: almeno 5 morti dopo alluvione nell'est e nel nord-est del paese
Le tensioni Usa-Cina pesano sulla cultura
Quattro arresti per le violenze di Manipur
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Record di disoccupazione fra i giovani cinesi al 21,3%. Studiare non paga più
Il governo spinge i neolaureati verso lavori non qualificati In Cina sempre più giovani sono disoccupati. I dati dell’Ufficio nazionale di statistica di ieri fotografano una situazione disastrosa: il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 16 e i 24 anni a giugno ha raggiunto un nuovo record del 21,3%, superando il 20,8% di maggio. L’indice di disoccupazione della popolazione ...
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Zaki libero, Assange sepolto vivo. I due volti dell'Occidente | l'interferenza
«Il mondo occidentale esulta per la liberazione del giovane Zaki e nello stesso tempo seppellisce vivo Assange mentre ha già lasciato che fossero seppelliti vivi il leader palestinese di Al Fatah, Marwan Barghouti, e il curdo Ocalan, entrambi imprigionati da più di vent’anni e destinati a non uscire più, come del resto lo stesso Assange, “colpevole” di aver denunciato i crimini dell’esercito americano in Iraq.»
I "fili" di Meta potrebbero creare o distruggere il Fediverso: la promessa di rendere Threads compatibile con ActivityPub ha diviso i sostenitori del Fediverso
"La comunità di Fediverse è stata messa in moto, a causa della paura e dell'odio per Meta, e anche dell'entusiasmo", afferma Dmitri Zagidulin, uno sviluppatore che guida il gruppo del World Wide Web Consortium (W3C) responsabile della discussione sul futuro di ActivityPub. La prospettiva che Meta si unisca al movimento decentralizzato ha persone che cercano di ravvivare i loro progetti e prepararsi per i riflettori. “Ci sono riunioni furiose. Contributi in corso di richiesta. Richieste pull. Spinge per una migliore sicurezza, una migliore esperienza utente. Meglio tutto", dice.
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Il futuro meccanismo dei social network dipenderà dal successo (o flop) di Threads
La scommessa di Meta è quella di creare un unico grande sistema di condivisione dei contenuti in modo che le varie app social siano interoperabili tra loro, grazie al protocollo di rete chiamato #ActivityPub
Malumori interni a parte, l’ultima parola spetterà a #Meta: se la compagnia implementerà gli strumenti necessari per aderire al fediverso, difficilmente la si potrà fermare. Non sarà la salvezza di Internet come prefigura qualcuno, ma ne vedremo sicuramente delle belle. Tra queste, forse, anche il definitivo tramonto di #Twitter. Chissà.
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Chi è Lisa Franchetti, la donna che guiderà la Marina Usa
Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato di aver scelto l’ammiraglio Lisa Franchetti quale prossimo capo delle Operazioni navali, l’equivalente del capo di Stato maggiore della Marina militare. Se confermata, l’ammiraglio Franchetti sarebbe la prima donna a ricoprire il massimo comando della Marina e la prima a sedere nello Stato maggiore congiunto, l’organo operativo di vertice di tutte le Forze armate degli Stati Uniti. Attualmente, Franchetti ricopre la posizione di vice capo delle Operazioni navali, ed è la seconda donna ad aver mai raggiunto il livello di ammiraglio a quattro stelle (il massimo ottenibile negli Usa in tempo di pace) nell’intera storia del servizio navale a stelle e strisce. Annunciando la sua decisione, il presidente Biden ha elogiato la “vasta esperienza di Franchetti in ambito operativo e d’indirizzo”. Il segretario della Difesa, Lloyd Austin, ha dichiarato che la nomina di Franchetti come prima donna nello Stato maggiore congiunto le permetterà di “continuare a ispirare tutti noi”.
Chi è l’ammiraglio Franchetti
Originaria dello stato di New York, di discendenza italoamericana, Franchetti si è laureata in giornalismo alla Northwestern University e ha ottenuto la sua commissione a ufficiale della Us Navy attraverso il Naval Reserve Officer Training Corps nel 1985. Cinque anni prima si era laureata la prima ufficiale della Marina donna all’Accademia navale degli Stati Uniti. Franchetti ha iniziato la sua carriera sulle navi ausiliarie per poi passare ai cacciatorpediniere. Il curriculum di Franchetti include molti incarichi di primo piano disponibili agli ufficiali della Us Navy: comandante di unità navale da combattimento, comandante di gruppo d’attacco di portaerei, comandante di flotta, tra l’altro essendo spesso la prima donna a ricoprire molti di questi ruoli. Nel 2018 Franchetti è stata nominata comandante della 6ª Flotta, basata a Napoli, in Italia. Appena entrata in servizio, l’ammiraglio Usa ha dovuto gestire gli attacchi in corso contro lo Stato Islamico, lasciando il comando nel luglio 2020 dopo aver gestito l’inizio della pandemia Covid-19 in Italia, che ha naturalmente coinvolto l’intera comunità militare Usa, fatta non solo del personale in uniforme, ma anche delle rispettive famiglie presenti nel nostro Paese.
Le altre donne a quattro stelle
Su 42 generali e ammiragli a quattro stella attualmente in servizio nelle Forze armate Usa, solo quattro sono donne, compresa Franchetti. Al comando di una Forza armata si trova al momento soltanto l’ammiraglio Linda L. Fagan, comandante della Guardia costiera, che però non siede allo Stato maggiore congiunto, dato lo status speciale della Uscg. Le altre due generali a quattro stelle sono il generale dello Us Army Laura J. Richardson, comandante del Comando meridionale (responsabile dell’America latina) e il generale dell’Aeronautica Jacqueline D. Van Ovost, comandante del Comando trasporti.
Il blocco repubblicano
Insieme a quelle dell’ammiraglio Samuel Paparo – che era in lizza per la stessa posizione di Franchetti – alla posizione di comandante del Comando Indo-Pacifico e del vice ammiraglio Stephen Koehler alla posizione di comandante della Flotta del Pacifico, le nomine dei tre ufficiali dovranno ora essere confermate dal Senato in autunno. Le tempistiche sulle conferme, però, non sono sicure. Il senatore repubblicano dell’Alabama, Tommy Tuberville, sta mantenendo sospese le votazioni sulle nomine all’interno del Pentagono in protesta contro le politiche del dipartimento della Difesa sull’aborto. Attualmente, infatti, le militari di stanza in uno stato dell’Unione dove l’aborto è limitato o illegale possono ottenere un congedo temporaneo e il rimborso spese per viaggiare verso uno stato che permette la procedura sanitaria. Il blocco di Tuberville sta tenendo in sospeso la conferma di oltre 250 ufficiali superiori, tra cui quella di comandante dei Marines, un posto mai rimasto vacante nella secolare storia del Corpo.
Foto: Us Navy
Ucraina, Cina pronta ad accogliere la missione di Zuppi
C'è anche chi crede si possa conversare di un ufficio di collegamento della Santa Sede a Pechino. Sarebbe una svolta storica. E non è l'unica manovra asiatica. Tra pochi giorni il Papa, che a fine agosto andrà in Mongolia, riceverà il presidente vietnamita Vo Van Thuong: in agenda lo storico invio ad Hanoi di un rappresentante papale
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Ministero dell'Istruzione
#NoiSiamoLeScuole questa settimana racconta l’Istituto Omnicomprensivo “Giano dell'Umbria-Bastardo”, in provincia di Perugia che sarà demolito e ricostruito grazie alla linea di investimento dedicata dal #PNRR alla costruzione di 212 Nuove Scuole.Telegram
I rischi dei tassi alti per l’economia italiana
Nello scenario di tassi d’interesse alti ancora per alcuni anni, che è ormai previsto da un numero crescente di centri di ricerca economica e di analisti delle grandi istituzioni finanziarie, la più diffusa preoccupazione in Italia è per l’elevato debito pubblico il cui onere, seppur gradualmente, è destinato a lievitare.
Tuttavia, motivo di ancor maggior timore dovrebbe essere l’impatto dell’alto costo del denaro sull’economia italiana che, sotto questo profilo, appare più vulnerabile di quella di altri Paesi europei. Innanzitutto, il Pil del nostro Paese è notevolmente influenzato dal settore immobiliare il cui andamento incide sui servizi d’intermediazione delle case, su una parte rilevante dell’industria delle costruzioni (nuove edificazioni e ristrutturazioni) e anche sul settore turistico nel quale è importante l’ammodernamento delle strutture ricettive.
Tassi stabilmente più alti produrranno una riduzione pronunciata dei valori immobiliari e del numero di compravendite e freneranno gli investimenti di ristrutturazione e sviluppo delle case e degli immobili funzionali alle attività imprenditoriali. L’ampio sostegno che le banche italiane, fisiologicamente, hanno dato aquesti settori potrebbe generare perdite su crediti più elevate delle previsioni originarie incorporate negli spread creditizi. Inoltre, ed è un aspetto poco considerato, le caratteristiche della relazione banche-imprese in Italia rendono la performance di queste ultime più vulnerabile al rialzo dei tassi d’interesse e alle contrazioni del credito rispetto a quanto avviene in molti Paesi del Nord e del Centro Europa.
Da noi infatti le imprese, anche quelle medio-piccole, tendono ad avere rapporti bancari multipli e incentrati sul credito a breve revolving. La pluralità di relazioni bancarie, se da un lato protegge le imprese da problemi di liquidità di una singola banca, dall’altro costituisce un limite in caso di scenari di contrazione del credito perché le relazioni marginali ocomunque meno importanti sono le prime ad essere chiuse o ridotte. La prevalenza del credito a breve revolving rispetto ai finanziamenti a lungo termine determina non solo un costo del finanziamento più elevato (il credito a breve revolving risulta essere più costoso dei finanziamenti e delle linee ascadenza di circa il 3% secondo una recente ricerca relativa all’Europa) ma anche una sensibilità al rialzo dei tassi d’interesse maggiore perché a ogni rinnovo il tasso viene adeguato all’evoluzione del mercato.
Infine, queste caratteristiche implicano che la durata media del debito bancario delle imprese italiane è tendenzialmente inferiore a quella delle imprese di altri Paesi europei soprattutto del Nord e Centro Europa e quindi che le nostre aziende sono più esposte a eventuali contrazioni del credito collegate a scenari di recessione. La performance delle imprese determina la crescita economica e quindi il gettito fiscale e per questa via il pagamento degli oneri e il rimborso del debito pubblico chiudendo un cerchio che invita a una visione d’insieme.
Questa sintetica analisi ha alcune implicazioni. La prima è che l’effetto sull’economia del rialzo dei tassi d’interesse dipende anche dalla struttura del mercato del credito che è diversa nei vari Paesi europei e questa circostanza spiega la differente sensibilità dei policy makers alle scelte di politica monetaria. La seconda è che la migliore performance delle imprese italiane rispetto alle loro omologhe europee, registrata anche nella prima parte dell’anno corrente, potrebbe svanire in uno scenario di tassi d’interesse alti a lungo. La terza è che per controbilanciare gli effetti di uno scenario che ci è inevitabilmente sfavorevole l’arma più efficace è l’accelerazione degli investimenti finanziati mediante il Pnrr e debito bancario e finanziario a lungo termine.
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Presentazione dello Studio: “Fiscalità e innovazione, un’analisi del caso italiano”
Martedì 25 luglio alle ore 12:00 la Fondazione Luigi Einaudi presenta lo Studio: “Fiscalità e innovazione, un’analisi del caso italiano”, su Iniziativa del Dott. Sergio Boccadutri
Saranno presenti:
SERGIO BOCCADUTRI
Coautore dello Studio
ANDREA CANGINI
Segretario Generale della Fondazione Luigi Einaudi
Una selezionata platea trasversale di parlamentari
L’evento si svolgerà a porte chiuse
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A un anno dalla sua scomparsa, oggi ricordiamo il Professor Luca #Serianni, da sempre vicino al mondo della #scuola.
Qui il video che aveva realizzato per il Ministero in occasione della #Maturità2022 ▶️ youtube.
Ministero dell'Istruzione
A un anno dalla sua scomparsa, oggi ricordiamo il Professor Luca #Serianni, da sempre vicino al mondo della #scuola. Qui il video che aveva realizzato per il Ministero in occasione della #Maturità2022 ▶️ https://www.youtube.Telegram
Spazio, cyber, fianco est. Perché il governo aumenta il numero di soldati
Aumenta l’organico delle Forze armate italiane, che passa dalle attuali 150mila unità a 160mila. A deciderlo il Consiglio dei ministri, che ha approvato il disegno di legge presentato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, sulle disposizioni in materia di revisione dello strumento militare, che interviene sulla legge del 5 agosto 2022 nella quale si indicava appunto il massimale di personale in uniforme previsto per lo strumento militare nazionale. La riunione del Consiglio a Palazzo Chigi, durata circa un quarto d’ora, è stata presieduta dal vice presidente e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
L’aumento dell’organico
Come si legge nel comunicato del ministero della Difesa, il testo interviene a disciplinare le dotazioni organiche del personale delle Forze armate, prevedendo l’incremento di 10mila unità, già previsto dalla legge del 2022. L’incremento vedrà l’Esercito italiano crescere di 3.700 militari, di 3.250 la Marina militare e 3.050 l’Aeronautica. Viene pertanto mantenuto un equilibrio di massima tra le Forze armate, che vedono crescere in più o meno in egual misura le proprie file. È il segno dell’attenzione a 360° e multidominio perseguito dalla Difesa italiana e confermato dal ministero con la proposta appena approvata.
Accresciuti impegni internazionali
Il disegno di legge approvato, tra l’altro, non si limita a modificare qualche cifra, ma interviene a modificare il trend di contrazione degli organici, registrato l’aumento degli impegni assunti dalle Forze armate in ambito nazionale e internazionale, “riconducibili all’accresciuta complessità dello scenario globale”. Il testo, dunque, riconosce l’attuale sforzo senza precedenti dei nostri militari, schierati oltre che in Patria anche in un arco geografico che va dal Baltico al Sahel, passando per il fianco est, i Balcani, il Medio oriente e il Mediterraneo. Un’estensione delle nostre forze militari mai raggiunto dai tempi della Seconda guerra mondiale.
Spazio e cyber
L’ampliamento dell’organico, tra l’altro, risponde anche a un’altra necessità delle Forze armate, oltre quella meramente geografica. Gli ambiti di intervento della Difesa nazionale sono cresciuti anche di complessità a causa dell’aumento di attività nei nuovi domini emergenti dello spazio e del cyber. A dirlo è il ministero stesso, che registra “l’ampliamento delle competenze e dei compiti delle Forze armate in materia di difesa delle infrastrutture spaziali e dello spazio cibernetico in ambito militare”. Spazio e cyber sono ormai riconosciuti quali domini abilitanti vitali per la conduzione di ogni operazione militare, e hanno dimostrato tutto il loro impatto nella guerra in Ucraina, dove la resistenza di Kiev è riuscita a frenare l’avanzata russa anche grazie all’appoggio fornito dalle costellazioni satellitari, che hanno permesso il mantenimento delle comunicazioni (rese sicure da un costante monitoraggio cyber) e l’individuazione di bersagli e obiettivi, permettendo il loro centramento con precisione da parte di missili, droni e artiglieria.
Temperature a Roma dal 1862 al 2017
Un breve articolo sui dati relativi alle temperature a Roma. I dati sono quelli ufficiali dell’Osservatorio Meteorologico del Collegio Romano. Situato nel cuore di Roma, l’Osservatorio è un gioiello della scienza meteorologica italiana. Dal 1862,Continue reading
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In Cina e Asia – Consolato cinese a Odessa danneggiato da un bombardamento russo
Ucraina: consolato cinese danneggiato a seguito di un bombardamento russo su Odessa
Xi e Kissinger, due “vecchi amici” a Pechino
Cina: pubblicato piano in 31 punti per sostenere le imprese private
Anche l'ambasciatore americano in Cina Nicolas Burns tra le vittime degli hacker cinesi
La Malaysia punta sull'industria dell'auto elettrica: Tesla apre una sede nel paese
TSMC rinvia al 2025 l'apertura della fabbrica in Arizona
Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone si incontrano per discutere di sicurezza nucleare
Thailandia: il Pheu Thai è il nuovo leader della coalizione che proverà a formare il governo
Boom di turisti in Giappone
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Kissinger ricevuto da Xi. Ma il disgelo non è più semplice
Prima (e piuttosto) che utile a favorire una distensione, il viaggio di Kissinger sembra innanzitutto rafforzare la prospettiva cinese sulle relazioni sinoamericane. E cioè che le tensioni sarebbero colpa solo di una politica Usa che ha distrutto "l'atmosfera di comunicazione amichevole" tra i due paesi. E che per questo va scavalcata per arrivare agli scambi people-to-people
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Dal monopolio alla concorrenza, la rivoluzione culturale del centrodestra sui tassisti
Un anno, è passato solo un anno. Lo scorso 13 luglio, i Palazzi della politica al centro di Roma erano blindati, la celere schierata, il traffico deviato. Esplodevano le bombe carta, lo sbuffo dei fumogeni tingeva l’aria di rosso mentre una folla di tassisti cingeva d’assedio il Senato della Repubblica. Ad arringarli, il senatore Matteo Salvini: “C’è qualcuno che a Palazzo Chigi mal consiglia Mario Draghi. In un momento economico planetario come questo, perché infilare 40.000 lavoratori in un decreto senza nessuna motivazione?”. In piazza, Salvini era schierato senza se e senza ma dalla parte dei tassisti, mentre nelle commissioni i parlamentari della Lega chiedevano (e ottenevano) lo stralcio dell’articolo 10 del decreto Concorrenza, quello che prevedeva la liberalizzazione del settore. Salvini non era solo. Chi più chi meno, leader e parlamentari del centrodestra erano (come sempre) graniticamente schierati al fianco dei conducenti di auto pubbliche.
Ebbene, par di capire che molto sia cambiato. Sembra che le responsabilità implicite nella funzione di governo abbiano determinato una vera e propria rivoluzione culturale tra i ranghi del centrodestra. Decisive sono state le file di turisti davanti alle stazioni ferroviarie in attesa di taxi che non arrivano.
“Servono più auto in strada da subito”, ha infatti scandito ieri Matteo Salvini dismessa la felpa del leader di lotta e di governo e indossata la grisaglia del ministro dei Trasporti. Cartina di tornasole dell’avvenuto mutamento, il Giornale. All’indomani della rumorosa manifestazione dello scorso 13 luglio, il quotidiano della famiglia Berlusconi dava conto della cronaca (“I tassisti assediano Palazzo Chigi”, era il titolo dell’articolo), ma evitava con cura di esprimere commenti. Oggi, invece, il Giornale pubblica nella collocazione più nobile, quella dell’editoriale, un sacrosanto commento di Vittorio Macioce che, sotto il titolo “Tassisti, l’estate della sconfitta”, non lascia margine al dubbio. Alcuni passaggi: “Le richieste sono tante e i taxi sono pochi… La domanda non incontra l’offerta… I taxi in Italia sono un servizio pubblico al tracollo… Se i taxi sono pochi perché non si aumentano le licenze? Perché non si fanno più turni? Troppo facile. C’è sempre un alibi, una paura, un disinteresse, una ragione in più per aspettare che il caos si spenga… Dopo anni è arrivato il momento… Si è andati oltre il limite… Non si può fare finta di nulla”.
Dalla tutela del monopolio alla tutela della concorrenza; dalla difesa della corporazione alla difesa del consumatore: la rivoluzione culturale del centrodestra è in atto e se il ministro Salvini si mostrerà coerente con l’annuncio fatto, sarà il caso di dire meglio tardi che mai.
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L’Aeronautica sceglie il Samp/T Ng, il sistema missilistico che unisce Roma e Parigi
Anche l’Aeronautica militare italiana si dota del Samp/T Ng. Questo è quanto stabilito dall’emendamento del contratto Fsaf-Paams Sustainment & enhancement per l’approvvigionamento di sistemi terrestri di difesa aerea di nuova generazione, appena siglato dal direttore di Occar-Ea (Organisation conjointe de coopération en matière d’armement), Joachim Sucker, e l’amministratore delegato di eurosam, Eva Bruxmeier. Un importante alleato per la protezione dei cieli, grazie ai suoi sistemi ed equipaggiamenti all’avanguardia.
L’accordo
Tale commessa si aggiunge alla produzione di Samp/T Ng già sottoscritta questo gennaio per l’Esercito italiano e l’Aeronautica militare francese. Occar ha commissionato questo emendamento all’accordo S&E al Consorzio italo-francese eurosam – sostenuto dai suoi tre azionisti Mbda Francia, Mbda Italia e Thales Las Francia – su delega del segretariato generale della Difesa e direzione nazionale degli armamenti (Segredifesa) e della Direction générale de l’armement (Dga). L’emendamento è stato siglato alla presenza dei rappresentanti di Segredifesa e dell’Aeronautica, che entra così nella cerchia dei clienti domestici del sistema Fsaf-Paams. Eurosam, fondata nel 1969 come joint venture di Mbda e Thales, ha permesso di mettere a fattor comune le reciproche competenze nel campo delle soluzioni per la difesa aerea, così da puntare a risultati ancor più ambiziosi.
Più sinergia operativa
“Come Mbda Italia siamo molto soddisfatti che anche l’Aeronautica militare italiana abbia scelto il Samp/T Ng per la difesa aerea di medio e lungo raggio”, ha commentato Giovanni Soccodato, Mbda executive group director sales & business development e managing director di Mbda Italia. Tale impegno da parte dell’Arma azzurra inoltre “conferma le caratteristiche avanzate e performance di un sistema altamente evoluto”, anche grazie a sistemi innovativi quali il “nuovo missile Aster B1NT di Mbda e al nuovo radar Kronos grand mobile HP di Leonardo”, ha spiegato ancora Soccodato. Il sistema, secondo il managing director di Mbda Italia, “assicurerà all’Aeronautica militare totale sinergia operativa con il resto delle Forze armate italiane, garantendo sovranità tecnologica all’Italia, nonché la più efficace protezione del territorio e della popolazione”.
L’evoluzione del Samp/T
Il sistema Samp/T Ng, che rappresenta un’evoluzione del sistema Samp/T in servizio dal 2010, è stato sviluppato a partire dal 2021 ed è frutto della collaborazione tra Roma e Parigi. Tale sistema si basa sul missile Aster block 1 Nt di Mbda, su un lanciatore aggiornato, sul Kronos grand mobile high power di Leonardo per l’Italia e il Ground fire 300 di Thales per la Francia, oltre a un modulo di comando e controllo comune basato su un’architettura software di comando e controllo aggiornata e una connettività migliorata. Pensato per le missioni terrestri di difesa aerea, il sistema di difesa missilistica superficie-aria a lungo raggio è in grado di intercettare una minaccia fino a 150 chilometri di distanza, oltre a riuscire a operare anche in ambienti densamente abitati da aerei civili. Grazie alle sue tecnologie può inoltre contrastare minacce ibride ed emergenti, quali ad esempio i missili ipersonici e balistici manovranti. Il Samp/T Ng si può schierare in tempi brevi e richiede un numero limitato di personale, oltre a integrarsi facilmente in una rete di difesa aerea.
Come perseguire l’interesse nazionale. La ricetta di Crosetto, Cingolani e Folgiero
L’interesse nazionale è uno strumento fondamentale, una bussola che deve orientare l’azione dello Stato a prescindere dal colore politico del governo in carica, per la cui definizione sono necessarie le migliori energie del Paese. Questo è solo uno dei temi emersi nel corso del Med-Or Day, l’appuntamento annuale della fondazione creata nel 2021 da Leonardo, e giunto alla terza edizione, dal titolo “Italia, Europa, Mediterraneo: per una nuova visione dell’interesse nazionale”. “In un mondo così disordinato, l’interesse nazionale costituisce in qualche modo una bussola, un’idea non solo per questa o quella alleanza di governo”, ha infatti aperto i lavori della serata il presidente della fondazione, Marco Minniti, aggiungendo come si tratti di qualcosa che “unisce, non quello che divide”.
Italia, ponte mediterraneo
Per il presidente Minniti, “in questo mondo così profondamente interconnesso l’interesse nazionale si gioca fuori dai confini nazionali”, sottolineando come un pezzo fondamentale per l’Italia “si giochi nel rapporto tra Europa e Mediterraneo”. Essendo “al centro del Mediterraneo, il suo ruolo è quello di fare da ponte tra Europa e Mediterraneo allargato”, una posizione che le consente di diventare un “punto di congiunzione fisico con il Global South”.
L’importanza dell’interesse nazionale
“Perseguire l’interesse nazionale non è una cosa facile, significa anche capire quali sono le ambizioni e quali perseguire”. A sottolinearlo il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo ai lavori, aggiungendo come “siamo un Paese piccolo, serve una visione e una strategia che trovi il concorso di migliaia di persone”. “Viviamo tempi difficili e drammatici – ha proseguito il ministro – e non esiste un Paese che abbia un futuro se non esiste una classe dirigente, soprattutto quella pubblica, che pensa di costruire una strategia” per il suo futuro, aggiungendo come non esistano “conduttori illuminati” che possano sostituirsi al lavoro di squadra necessario richiesto alle leadership nazionali. “Dobbiamo costruire un campo neutro e parlare di queste cose e non lasciare le cose nelle mani della politichetta”, ha allora proposto Crosetto, segnalando l’importanza che ad agire sia l’ossatura burocratico-industriale dello Stato, definito dal ministro il “deep state” costante anche col cambio dei governi: “Se domani il governo cadesse il 90% di questa sala rimarrebbe al suo posto”, ha detto il ministro rivolgendosi alla platea del Med-Or Day.
La dimensione industriale
La definizione di un interesse nazionale è importante anche per la dimensione industriale. Come registrato ancora dal ministro Crosetto, “un piccolo Paese come l’Italia non può perseguire tutto, può essere un leader sugli elicotteri, sull’elettronica, sulle navi, nel settore spaziale, ma non può essere leader in tutto”. Lo Stato, dunque, deve fare una scelta, orientandosi verso quello su cui ritiene importante assumere un ruolo di guida “quello che tra trent’anni ti garantirà di essere tra i leader del mondo”. Per fare questo, ancora una volta c’è bisogno di un “lavoro di squadra” della classe dirigente pubblica. Senza questa assunzione di responsabilità, alle imprese rimangono due strade: “Potete avere la più bella tecnologia del mondo – ha detto infatti il ministro alle aziende presenti– ma se vivete in un Paese che non ha altro o morite o vi spostate”. Per questo, per Crosetto, l’Italia “ha bisogno come il pane di un documento di strategia nazionale condivisa”.
Un ministero del Futuro?
Per Roberto Cingolani, amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, “nelle ultime decadi spesso è mancata la risposta alla domanda fondamentale: cosa vogliamo essere tra trent’anni”. Una riflessione che avrebbe dovuto coinvolgere non solo il Paese, ma anche le aziende. “una società non può limitarsi a guardare ai conti a tre anni”, deve sapere “dove andare e dove trascinare il Paese”. Anche perché, “se si ha una direzione, si sa cosa si vuole essere in futuro, e se si sceglie bene la direzione poi i conti di un’azienda tornano”. In Italia, invece, c’è stata una miopia non solo da parte delle istituzioni, ma anche delle imprese, che avrebbero “cercato di risparmiare la fatica”. “Abbiamo accumulato una serie di fallimenti che sono preoccupanti, ha detto Cingolani, secondo cui l’Italia ha “perso i computer, eliminato il nucleare – pur essendo stata protagonista della loro invenzione – e adesso c’è chi costruisce sviluppo economico oggi su questi ambiti”. La provocazione dell’ad del gruppo di Monte Grappa, allora, è stata la costituzione di un “ministero del Futuro”.
Cambiano le catene del valore
“Siamo nell’era del reshoring, onshoring, friendshoring e dell’alliedshoring, e l’interesse nazionale di oggi ripensa alla globalizzazione, accorcia le catene di fornitura, pensa a difendere quanto dell’industria pesante è rimasto in Europa, il lavoro e la tecnologia” ha sottolineato l’amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri, Pierroberto Folgiero. L’esempio del trend precedente è dato dalla cantieristica navale, il cui solo 3% “è rimasto in Europa, il resto è andato in Asia”. Bisogna allora progettare e riprogettare le filiere: “Il momento storico – ha detto Folgiero – ha spinto il mondo ha fare una conversione a U nel ripensamento delle catene di forniture”. È stata marginalizzata l’industria, abdicando spesso a quella pesante, che ha potuto sopravvivere “grazie all’industria militare”, una questione che non coinvolge solo l’aspetto economico, dal momento che il “settore della difesa contiene i trend del futuro”. Ne è un esempio il dominio underwater, “un aspetto in partenza, che dovrà essere occupato e abbiamo le tecnologie che ci permetteranno di innovare”.
Investire sui giovani
“L’industria è fatta da persone che devono rispondere alle esigenze di futuro”, ha continuato Cingolani, segnalando come nei prossimi serviranno “300mila specializzati Stem nei prossimi anni, ingegneri e gente tecnica”. Questo però richiederà un investimento sui giovani “è un discorso che ha radici lontane – ha detto Cingolani –è impossibile andare avanti con la contrattualistica attuale, chiedo un altro tipo di modello: se uno è bravo va avanti e la banca gli dà il mutuo anche se ha contratto a tempo determinato”. Una questione che non impatta solo l’aspetto industriale, ma la sicurezza nel suo insieme. “In Ucraina dei giovani con Internet e la connessione digitale hanno guidato i droni che hanno affondato navi”. La difesa, per l’ad di Leonardo, “è un sottoinsieme di una cosa più grossa che è la sicurezza nazionale, che significa anche sicurezza energetica, infrastrutture, cibernetica, ci vuole una visione più ampia”. Riflessioni a cui ha fatto eco anche Folgiero, sottolineando come in Italia ci sia un problema di manodopera, “gli italiani non vogliono più produrre”. Se è vero che si può strutturare una fabbrica sempre più robotizzata, è anche vero che “senza manodopera l’industria non si fa, si possono fare tante cose senza mani, ma non la manifattura”. Serve, allora, “la capacità di innovare, lavorare sulla distintività di questa manifattura” anche perché si tratta di un volàno per fare Pil, export e portare l’Italia all’estero.
Gaetano Salvemini – Mazzini
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Nel 2022 oltre 2 miliardi e 100 progetti per la Difesa europea. Il bilancio di Breton
Un bilancio di spesa della Difesa europea. È quello che ha tracciato il commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, intervenendo in occasione della seduta della commissione Budget sui piani comunitari sulla Difesa. Il fondo europeo di difesa (Edf), secondo quanto emerso, è riuscito lo scorso anno a supportare moltissime aziende distribuite su tutto il Vecchio continente, per un totale di circa 2 miliardi di euro. Accanto a questo, nel corso della seduta, è stato deciso anche un nuovo fondo in favore dell’Ucraina.
Più di 100 progetti finanziati nel 2022
L’Edf era stato dotato fino al 2027 di “8 miliardi di euro su 7 anni per finanziare i progetti europei di ricerca e di sviluppo”, ha spiegato Breton, e ad a oggi “abbiamo circa 2 miliardi di euro dell’Unione europea che sono stati decisi per più di 100 progetti innovativi e concreti”. Lo scorso anno, secondo quanto ha riportato il commissario Ue, sono state coinvolte “550 imprese di 26 Stati, di cui 39% piccole medie aziende” e “ogni progetto comporta in media da 18 a 20 imprese di 9 Stati membri diversi”. Una produzione realmente transfrontaliera che è “veramente europea, nella quale si associano a grandi imprese e anche le piccole e medie aziende. Questo dimostra che il Fondo europeo di Difesa che era stato concepito anche per questo, consente cooperazioni industriali che non esistevano”, ha infine raccontato Breton sottolineando la forte ricaduta per tutto il comparto industriale della Difesa europea.
L’unione fa la forza
E per il prossimo futuro? A lungo si sta facendo strada in Europa il dibattito che mira ad aumentare gli investimenti a favore della Difesa, così come auspicato anche dalla Nato. “Rispetto alla domanda sullo spendere di più, lavorare di più insieme” sulla difesa Ue, “ovviamente la finalità è quella di spendere meglio insieme”, ha risposto il commissario, “e questo ci consente anche di risparmiare e di condividere il nostro approccio alla Difesa”. Per farlo, secondo Breton, è necessario “dare un incentivo affinché gli Stati membri siano incentivati a farlo, siano incoraggiati”.
Fondo ad hoc per l’Ucraina
Secondo 5 diverse fonti diplomatiche riprese da Politico.eu, l’Ue è pronta anche a proporre un fondo, da adottare entro l’autunno, dedicato a mantenere le scorte militari dell’Ucraina per i prossimi quattro anni, con una spesa prevista di circa 20 miliardi di euro. Un’ennesima iniziativa, che punta a sostenere attivamente la cornice di sicurezza del Vecchio continente, proseguendo sulla strategia adottata fino ad oggi in favore di Kiev contro l’aggressione di Mosca, ma con un’ulteriore accelerazione e rimarcando la volontà di impegnarsi a lungo termine. Ma attenzione, la proposta non prevede che l’Ue paghi direttamente le armi all’Ucraina, al contrario Bruxelles aiuterebbe i Paesi a coprire i propri costi per l’acquisto e la donazione di articoli come munizioni, missili, carri armati e altri aiuti militari. I fondi messi a disposizione contribuirebbero inoltre all’addestramento dei soldati ucraini e verrebbero resi disponibili attraverso la cornice del “Fondo europeo per la pace”. Il piano si andrebbe così ad aggiungere alla proposta dell’Ue di stanziare 50 miliardi di euro in assistenza non militare all’Ucraina tra il 2024 e il 2027.
PandeNordio
Quando l’irragionevolezza dilaga è segno che la politica e la comunicazione stanno confondendo le acque. L’Istituto Piepoli ha sondato l’opinione pubblica su “La riforma della giustizia”: è favorevole il 42%, che arriva al 62% fra chi vota a destra e scema al 25% fra chi vota a sinistra. Hanno sondato il caos. Che ha autori e finalità. La giustizia italiana è la peggiore d’Europa, ergo qualsiasi persona ragionevole dovrebbe essere favorevole a farla funzionare meglio. Ma, dall’altra parte, dire di volerla “riformare” significa poco e nulla. Quindi ci si divide secondo tradizione: guelfi e ghibellini; Montecchi e Capuleti; destra e sinistra. Poi i guelfi sono divisi fra loro, i due giovani s’innamorano e i due schieramenti sono in continuo lavorio trasformistico. Nulla di innocente.
Fra le cose misteriose, frutto di acque confuse, vi è il vivace dibattito sulla denegata ipotesi di cancellare un reato che nel codice non c’è mai stato, sicché è impossibile cancellarlo. La contestazione penale di “concorso esterno in associazione di stampo mafioso” nasce non da una legge ma da una lettura congiunta, da un “combinato disposto” dell’articolo 110 (concorso nel reato) e 416 bis (associazione di stampo mafioso). Entrambi nel codice penale. L’osservazione del ministro della Giustizia e già magistrato Carlo Nordio è ineccepibile e ingenua: trattasi di ossimoro, perché o sei esterno o sei concorrente. Ribatte Giancarlo Caselli: no, perché sei esterno in quanto “non punciuto” e concorrente in quanto hai aiutato la mafia. Ora, anziché volere indurre all’istituzione dell’albo dei mafiosi, adeguatamente punciuti (ma chi è sicuro che tali siano tutti?), basterebbe descrivere la condotta criminale che s’intende punire. Ovvero inserire, non cancellare. Il che può anche portare a maggiore severità della legge. Non ci ha pensato Meloni, che invita a parlare d’altro e oggi commemora Borsellino? Ma la risposta di Nordio è ingenua, perché è cascato nella trappola di parlare di un tema suggestivo ed estraneo al programma di governo e alle riforme annunciate.
Qui è il nocciolo: le acque si rimestano per fermare tutto. Che non è una roba de sinistra, ma reazionaria e corporativa. Facciano attenzione, gli elettori de sinistra e i loro gruppi dirigenti frastornati. Il tema vero è l’annunciata separazione delle carriere. Con il vantaggio retorico che Giovanni Falcone era a favore, non a caso reietto dalla pressoché totalità dei colleghi magistrati. Se i riformatori rinunciano a usare questi argomenti hanno già perso. Come il citato sondaggio dimostra.
Nordio sta commettendo un errore, perché se parte con un’anticipazione di riforma, su cose oggettivamente minori, per poi farsi trascinare in dibattiti in cui lui prova a portare dottrina e gli altri l’accusano di favorire la mafia (roba dell’altro mondo!) – talché la presidente del Consiglio lo invita a concentrarsi su altro – la sorte della riformina sarà quella del marlin che il vecchio Santiago pesca nel mare di Hemingway: prima d’arrivare in porto ci resta la lisca. Dopo di che avrà una sola strada: le dimissioni con sconfitta indignazione.
Onde evitare questa mesta conclusione, farà meglio a non lasciarsi distrarre e a surriscaldare la frescura autunnale presentando il disegno di legge costituzionale che contiene la separazione delle carriere, la cancellazione dell’obbligatorietà dell’azione penale e la riforma del Consiglio superiore della magistratura. Succederà un pandemonio, un PandeNordio, ma nessuno potrà suggerirgli di parlare d’altro, essendo quello che è stato annunciato in Parlamento.
Portando in tavola il piatto forte del pasto democratico eviterà che le divisioni siano senza sugo e sostanza – fatte soltanto di destra e sinistra – al tempo stesso indicando un sistema che va tutto nel senso della piena autonomia di chi giudica, ovvero nello schema della civiltà europea. Non è escluso vada male e che alle dimissioni si giunga ugualmente. Ma sarebbero una sfida, non una presa d’atto della cantonata.
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In Cina e Asia: Xi avverte: "Sul clima la Cina non deve farsi influenzare”
I titoli di oggi:
Xi avverte: “Sul clima la Cina non deve farsi influenzare”
Ancora silenzio da Pechino sul dialogo sulla difesa tra Usa e Cina
Spariti i dati sulla cremazione nello Zhejiang
Seul inasprisce le pene per combattere l’abbandono di infanti
Thailandia: il parlamento impedisce a Pita di essere nuovamente candidato a primo ministro
Papua Nuova Guinea, l'Esercito Usa potrà stanziare nel paese per 15 anni
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«Variante King»: il disertore Usa in Corea del Nord
Il militare americano fuggito oltre il confine proprio durante l'escalation di tensione fra Seul, Pyongyang e Washington
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iam0day
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Basso Daniele, Robaque, skariko, Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂, gpuccio87, L'unico Dee, cela96, Vega, Vanadio_Scaraf e UprisingVoltage like this.
Basso Daniele
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ • • •Sono troppo ottimista forse?
Comunque per ora non ho visto nessuno che usi threads, non ho idea di come cercarlo né c'è apertura da questo, la cosa che lo colleghi al mio account Instagram + che non possa cancellarlo sono due contro che non voglio permettermi.
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