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Da circa metà settembre ad Haiti è in corso una escalation di proteste contro il governo del primo ministro Ariel Henry a seguito del taglio dei sussidi stanziati per calmierare il prezzo del carburante.


Data retention: France illegally extends blanket mass surveillance of the entire population


In a decree made public today, French Prime Minister Élisabeth Borne has extended the temporary retention of communications data of all citizens in France for another year. … https://www.legifrance.gouv.fr/jorf/id/JORFTEXT000046437495

In a decree made public today, French Prime Minister Élisabeth Borne has extended the temporary retention of communications data of all citizens in France for another year. The blanket retention obligation concerns identity data (surname, first name, date and place of birth, postal address(es), e-mail address(es), telephone number(s)) as well as payment information, connection data (IP addresses, port numbers, identification numbers of users and their devices, date, time and duration of each communication, data on supplementary services and their providers) and also

the location data of electronic communications of the entire population. Providers are obliged to retain this data of their customers for 12 months. The reason given for the mass retention order is a current and serious threat to the national security of the country but details and evidence are not provided. The decree comes into force on 21 October 2022 and is valid for another year.

MEP and civil liberties activist Patrick Breyer (Pirate Party Member of the European Parliament) comments:

“Mass surveillance contradicts the European values of democracy, civil liberties and the rule of law. Blanket surveillance of any kind places the population under general suspicion. France is wrong in referring to an exception allowed by the European Court of Justice in case of a specific threat to national security. France’s unspecific reference to a permanent, general security risk does not justify mass surveillance, as a former judge confirms in a legal opinion.

The French government makes the EU court’s exception the rule. National security is no free ride for mass surveillance. On the issue of data retention, the EU has a serious problem with the rule of law. Any form of blanket surveillance is a characteristic of authoritarian regimes.


patrick-breyer.de/en/data-rete…

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#NotiziePerLaScuola

Il Ministero dell'Istruzione rinnova per un triennio la Convenzione con l'Opera Nazionale Montessori, per regolamentare l'istituzione di percorsi scolastici nella scuola dell'infanzia, nella primaria e la sperimentazione nella…



Bernhard Schlink – A voce alta


L'articolo Bernhard Schlink – A voce alta proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazioneluigieinaudi.it/bernhard-schlink-a-voce-alta/ https://www.fondazioneluigieinaudi.it/feed


La tuta: presente nei nostri guardaroba da più di un secolo


Comode anzi comodissime. Quando si indossa una tuta è praticamente impossibile non sentirsi a proprio agio. Se un tempo erano pensate solo come indumento per chi pratica sport, con gli anni la tuta è diventata un capo di abbigliamento addirittura chic. La tuta in felpa sicuramente rimane quella più conosciuta, usata e amata. La indossiamo […]

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BLACK ANGELS WILDERNESS OF MIRRORS


Ritorno in grande stile per la garage/psych band texana Black Angels che, a cinque anni di distanza da "Death Song", ha pubblicato, a metà settembre, il suo sesto studio album ufficiale (e primo su Partisan Records) "Wilderness of Mirrors", non lesinando sulla quantità del nuovo materiale proposto, ma anzi, presentando un'opera di ben quindici brani, ....

iyezine.com/black-angels-wilde…



AFRICA. Gambia, sciroppo uccide 69 bambini. Sotto accusa una azienda indiana


La Maiden Pharma ha violato 12 protocolli di sicurezza. L’India produce da sola un terzo dei farmaci che vengono distribuiti sul mercato mondiale L'articolo AFRICA. Gambia, sciroppo uccide 69 bambini. Sotto accusa una azienda indiana proviene da Pagine E

Di Alessandra Mincone*

La notizia che nelle ultime settimane ha scosso il Gambia riguarda il decesso di 69 bambini inferiori a cinque anni, tutti morti tra luglio e settembre, ognuno dopo aver ingerito uno sciroppo per la tosse presumibilmente nocivo. Il 5 ottobre, l’Organizzazione mondiale della sanità emetteva un allarme a carattere mondiale riguardo quattro tipi di soluzioni orali prodotti da una azienda indiana, la Maiden Pharmaceuticals Limited, obbligando il ritiro dal mercato dei prodotti Promethazine oral solution, Kofexmalin baby cough syrup, Makoff baby cough syrup e Magrip n’ cold syrup.

Più che comprensibile è il senso di sconforto di alcuni genitori che tramite i microfoni della BBC chiedono “giustizia”, e denunciano da un lato l’inefficienza del servizio sanitario nazionale del Gambia, che non ha saputo diagnosticare in tempo le lesioni renali acute che hanno portato i bambini ad aggravarsi rapidamente fino alla morte, dall’altro la negligenza delle autorità, responsabili del controllo delle licenze per le importazioni. Gli stessi medicinali in India non sono mai stati distribuiti, in assenza delle autorizzazioni necessarie da parte delle autorità statali per la commercializzazione.

Secondo il rapporto dell’Oms di fine settembre, i quattro prodotti della Maiden Pharma presentano delle tracce sopra elevate di due sostanze chimiche, il glicole dietilenico e il glicole etilenico. Quest’ultimo viene trasformata in sostanza anti gelo ed è utilizzata nel settore automobilistico per proteggere i motori delle vetture, o per lo sghiacciamento delle piste di atterraggio e per rimuovere i residui di ghiaccio sugli aerei in volo. Il glicole etilenico ha un aspetto sciropposo mentre quello dietilenico racchiude un sapore dolciastro, essi si collegano alla struttura chimica del glicole propilenico, ossia la sostanza principale che funge da veicolo per la produzione degli sciroppi di paracetamolo pediatrici. Se le prime due sostanze non sono correttamente bilanciate in un prodotto farmaceutico, il glicole etilenico può sprigionare i suoi principi tossici subito dopo esser stato ingerito, causando disidratazione, ipersalivazione, tachipnea, ulcera orale, vomito, diarrea, dolori addominali, danni renali e impossibilità di urinare, fino a destabilizzare le capacità mentali o scatenare convulsioni. Tutti questi sintomi possono rapidamente provocare un coma da avvelenamento difficile da diagnosticare.

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foto di Lovelyn Obiako

Subhash Mandal, dell’Associazione farmaceutica indiana, ha dichiarato alla stampa che non è prudente, per ora, muovere delle accuse così esplicite ad una azienda che giura di utilizzare materie prime comprate da multinazionali affidabili e rinomate, considerando che ci sono delle indagini in corso, e che anche le istituzioni globali dovranno effettuare dei test su campione per comprovare le incidenze di mortalità con la contaminazione degli sciroppi ingeriti dai bambini gambiani. Ma in una nota indirizzata alla stampa indiana, si legge affermare lo stesso rappresentante dell’Associazione che non ci sarebbero abbastanza ispettori qualificati al controllo a fronte di una industria così vasta come quella farmaceutica in India, né si conta un numero adeguato di laboratori dove effettuare i test per la sicurezza e la somministrazione dei medicinali.

Nel frattempo, le autorità governative centrali indiane hanno sospeso le attività dell’azienda farmaceutica che esportava, esclusivamente in Gambia, i quattro medicinali. In una dichiarazione del ministro dell’Interno dell’Haryana, Stato federale dove ha sede la Maiden Pharma, si scopre che l’azienda è stata ispezionata quattro volte nell’ultimo mese, e aveva violato almeno 12 protocolli di sicurezza emanati dal governo. Neanche dopo le attenzioni dell’Oms, la Maiden Pharma ha colto l’occasione di fornire garanzie che non siano state di carattere prettamente burocratico per la commercializzazione dei medicinali.

Tra le cause che indeboliscono le strutture a cui fanno capo gli addetti alla responsabilità, vi sarebbe l’accesso strumentale delle aziende ai cosiddetti standard flessibili, ossia standard di qualità dei prodotti farmaceutici “al ribasso” in alcuni Stati a dispetto di altri, dove le aziende sono maggiormente favorite a investire, poiché non devono rispondere a un dettato morale nel campo del diritto alla salute, ma si limitano a presentarsi come aziende regolari agli occhi delle istituzioni e ai loro competitor e agli uffici del ministero della salute centrale.

Per ricostruire la logica secondo cui agiva la Maiden Pharma, tra l’altro già declassata nel 2011 come una delle aziende produttrici di farmaci scadenti a detta persino dell’autorità suprema indiana, bisogna necessariamente passare al vaglio dei profitti dell’industria farmaceutica indiana.

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foto di Fidelis Manyange

Come rivela un articolo di Alessandra De Poli pubblicato su AsiaNews, l’India produce da sola un terzo dei farmaci che vengono distribuiti sul mercato mondiale. Attraverso una normativa emanata dal governo negli anni ’70, la Patents Act, le aziende farmaceutiche indiane hanno avuto l’opportunità di fabbricare prodotti equivalenti di altri farmaci già in uso e brevettati ma senza pagare i proprietari dei brevetti originari. Grazie alla manovra, negli anni ’90 l’India si posizionava fra le nazioni più promettenti del mondo nella crescita delle esportazioni di materiali farmaceutici e vaccini. Basti pensare che nel 2021 il mercato dei medicinali indiani registrava un aumento dei profitti superiore al 17%, grazie all’esportazione di più di 200 milioni di dosi di vaccino anti-covid in almeno un centinaio di paesi.

Il terreno commerciale preferito dall’industria fra le più redditizie dell’India sembra essere il continente africano. Non solo vaccini ma soprattutto farmaci antiretrovirali per prevenire l’Hiv, arrivano in Africa grazie all’industria farmaceutica indiana, e con un abbattimento dei costi pari al 99% del prezzo totale. Non si può non evidenziare che è proprio il basso costo dei prodotti a convincere i paesi tra i più poveri al mondo a rivolgere quasi il 50% della spesa complessiva per le importazioni di cure mediche alle incontrollabili case farmaceutiche dell’India, come riporta anche Pharmexcil, l’agenzia ufficiale per le esportazioni dei farmaci indiani.

Le parole di una madre in lutto, al contrario dei commercianti chiamato in causa non attendono alcuna sentenza della magistratura: “consumare il cibo, l’acqua, e persino i medicinali in Gambia ormai ci sembra una missione suicida, ci stanno lentamente uccidendo”. Ad oggi sembra che gli unici a pagare un prezzo altissimo per i medicinali siano stati i 69 bambini a cui nessuna autorità, né indiana né gambiana, ha saputo garantire il diritto alla salute e alle cure mediche. Pagine Esteri

*Giornalista e fotografa freelance

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Perché scegliere una serratura motorizzata e come installarla


Sono diversi i sistemi con cui, oggi, le persone assicurano l’intimità e la privacy dei loro ambienti domestici. Con l’avvento della tecnologia sempre più dispositivi di videosorveglianza sono stati messi sul mercato e hanno cominciato a trovare ampia applicazione, diventando particolarmente inflazionati nei contesti di natura più disparata e, addirittura, negli ambienti e nei vicinati […]

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Ucraina: la pace o la guerra nucleare, no alternative


Vogliamo distruggere la Russia? Si abbia il coraggio di dirlo e spiegare che ciò implica necessariamente una guerra nucleare. A chi conviene, a chi serve? All’Ucraina certamente no. All’Europa nemmeno. Agli USA molto. Alla Cina forse. Facendola la pace, imponendola ai due contendenti, USA e Russia. Perchè la guerra si ferma solo facendo la pace, cioè agendo

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L’Ucraina diventa la principale destinataria delle armi USA


L’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022 ha portato a un flusso infinito di armi verso il paese segnato dalle battaglie, elevando la nazione assediata al rango di uno dei principali destinatari delle armi statunitensi e dell’assistenza alla sicurezza americana. A partire dalla scorsa settimana, gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina ben 17,5 miliardi di dollari […]

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Linea duraSi è aperto ieri il 20° Congresso del Partito Comunista Cinese, e i suoi echi riecheggiano anche nell’agenda politica europea.


Percezioni varie circa le difficili relazioni tra Stati Uniti e Cina


È probabile che i principali protagonisti geopolitici in Ucraina traggano conclusioni disparate dal conflitto. Questo è vero sia che la loro partecipazione comporti supporto diretto, coinvolgimento di procuratori o un mix dei due. Per l’Occidente, in particolare per la NATO, l’Ucraina è una lezione di unità, valori condivisi, sicurezza collettiva e resistenza all’aggressione. È anche […]

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Ucraina: mobilitazione e annessione creeranno più problemi alla Russia


Nel luglio 2022, analisti militari fedeli al Cremlino hanno notato che alla Russia mancava la forza lavoro per una massiccia offensiva. All’inizio di settembre, gli esperti russi pro-guerra avevano previsto un “aumento radicale del contingente russo” dovuto al trasferimento di altre unità dell’esercito regolare in Ucraina, ora situata al confine con la Russia. È abbastanza […]

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L’Iran preso per i capelli tra rivolta e repressione


“Rimane il fatto che capire la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando” (P. Roth, Pastorale americana) ‘Donne, vita, libertà’ (zan, zendeghi, azadi) è lo slogan inequivocabile scandito dalle donne ma anche uomini nelle strade […]

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Dopo il terremoto sui mercati Liz Truss fa dietrofront sulla politica fiscale. Ma nel partito c’è chi la vuole fuori da Downing Street e il suo rischia di essere uno dei governi più brevi della storia.


Meta/Facebook defends error-prone chat control CSAM scanner algorithms in court


In May, Member of the European Parliament, civil liberties activist and digital freedom fighter Patrick Breyer (German Pirate Party) filed a lawsuit against Facebook’s parent company Meta … https://www.patrick-breyer.de/wp-content/uploads/2022/05/2022050

In May, Member of the European Parliament, civil liberties activist and digital freedom fighter Patrick Breyer (German Pirate Party) filed a lawsuit against Facebook’s parent company Meta Platforms Ireland Limited and applied for an injunction against the automated searching of private messages for suspicious content at Kiel District Court. The corporation, however, is now defending its controversial and error-prone “incrimination machines”, arguing that they help to “more efficiently achieve detection, removal and referral of CSAM to law enforcement and relevant non-governmental organisations (…).”

As a user of the “Facebook Messenger” service, Breyer is suing against the suspicionless automated searches of his private chats. However, in its statement of defence, Meta now takes the position that “even indiscriminate data processing can be proportionate in the fight against serious crime”.

Reportedly Facebook took action against 340,000 EU accounts during a period of two months for sending or receiving alleged child pornography to or from EU users. 4,900 users complained about this (extrapolating to almost 30,000 users per year). In 207 cases, Facebook upheld the complaint (extrapolated to 1,200 users per year).

Plaintiff Patrick Breyer comments:

“It makes me furious that private US corporations want to self-police our personal messages. This presumption lacks any respect for the digital privacy of our correspondence. Flooding our already overburdened investigators with often false machine denunciations has nothing to do with efficiency. The result is above all the criminalisation of young people because of carelessly sent or received chat messages – thus the opposite of child protection is achieved.

With this incrimination machine in place, even the most intimate nude photos and sex chats can suddenly end up with dubious and underpaid company personnel or the police. Those who destroy the digital secrecy of correspondence destroy trust. We all depend on the security and confidentiality of private communication: People in need, victims of abuse, children, the economy and also state authorities.

Organised child porn rings do not use e-mails or messenger services, but rather self-operated forums. The fact that law enforcement officials refuse to have known child sexual expoitation material removed is a scandal. What we need is removal, not mass surveillance!”

The background to the lawsuit is the EU Commission’s plan to make indiscriminate messaging and chat control mandatory for all providers of email, messenger and chat services. With reference to legal opinions by a former ECJ judge and the Scientific Service of the Bundestag, Breyer wants the Kiel court to rule the scanning illegal. According to the Swiss Federal Police, 80% of the US NCMEC reports are irrelevant in terms of criminal law.


patrick-breyer.de/en/meta-face…



Processo ai ‘Media’: un silenzio assordante


Chi “avrà durata l’eroica fatica” di andarsi a rileggere qualche editoriale che ha caratterizzato la linea di comunicazioneculturale e sociale di alcuni tra i maggiori quotidiani italiani, ma anche degli inesausti e ripetitivi talk-show di questi anni, potrà vedere nei fatti quanto quel modello di informazionesia stato lontano dalla verità e l’abbia dimenticata, colpevolmente , […]

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Come la Strategia di Sicurezza Nazionale di Biden sbaglia sulla Cina


L'NSS affronta il rapporto con la Cina come una lotta manichea per la libertà in cui gli obiettivi della Cina sono minacciosi, mentre gli USA sono l'arbitro di ciò che costituisce un ordine giusto e libero. Inoltre tenta di spiegare come gli Stati Uniti possano vincere una lotta globale per la democrazia sull'autoritarismo, ma il documento rivela un abisso tra le ambizioni e le capacità

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LICIACube: così piccolo, così grande!


AstroSamantha ha concluso la sua seconda missione dopo 170 giorni di permanenza sulla SSI e 14 giorni di comando. Un altro lustrino per la ex ufficiale dell’Arma Azzurra. E per l’Italia che si sta autocelebrando per il regalo -piuttosto risicato- ricevuto dalla referenza europea del settore. Ma la settimana spaziale italiana ha avuto anche un […]

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EURACTIV ha ottenuto una versione non datata del programma di lavoro della Commissione per il prossimo anno, che sarà presentato martedì prossimo (18 ottobre). Ecco cosa ha in serbo l’esecutivo Ue per la politica digitale nell’ultimo anno completo del suo...


#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.

🔸 #RiGenerazioneScuola, a Lipari gli “Incontri del Mare” con 300 studentesse e studenti

🔸 Al via le domande per i contributi per l'editoria de…



Piccoli consigli fotografici


Sono appassionata di fotografia da un po' di anni e qui, voglio proporvi una piccola rubrica sulla storia della fotografia "alternativa" Non parlerò di fotografi super conosciuti, ma cercherò di proporvi fotografi un po' meno conosciuti.

Oggi vi voglio parlare di Bruno Barbey (1941 – 2020). Fotografo francese di origine marocchina Bruno Barbey ha viaggiato in tutto il mondo e ha trovato la sua voce sia come artista che come esploratore. Diventato un membro di Magnum photos all'età di 25 anni, il suo lavoro riflette la sua sensibilità e la sua insaziabile sete di sconosciuto.
La sua svolta personale è stata quando ha iniziato a fotografare a colori. Nonostante abbia fotografato diversi scenari di guerra, preferisce che le sue immagini parlino del mondo che cambia, "Fotografie per documentare per i posteri, tradizioni e culture che svaniscono rapidamente a causa del cambiamento degli atteggiamenti dei consumatori."

Quello che più mi è piaciuto della sua visione fotografica è questo suo pensiero: “Sconsiglio sempre le persone dall'essere fotografi a tempo pieno se hanno altri modi per fare soldi. Se vuoi davvero fare un lavoro personale, potresti fare meglio a farlo come hobby. "



Ripartire


Sono partiti male. Ma il problema non sono i dissidi e i livori, che possono passare. Il guaio è la sostanza politica, che rimane. E il guaio più grosso è che a pagarla non sarà chi i giornali individuano come sconfitto, né a guadagnarci quello che promuo

Sono partiti male. Ma il problema non sono i dissidi e i livori, che possono passare. Il guaio è la sostanza politica, che rimane. E il guaio più grosso è che a pagarla non sarà chi i giornali individuano come sconfitto, né a guadagnarci quello che promuovono a vincitore, pagherà il Paese. Perché nella brutta partenza c’è la debolezza della maggioranza, del governo che va a formarsi e di chi lo guiderà.

Che le coalizioni fossero dei falsi, lo abbiamo sostenuto ben prima del voto. Non ho cambiato idea. A destra e a sinistra. Un parlamentare di Forza Italia, attento e conoscitore, Giorgio Mulé, osserva che ci sono problemi politici nella maggioranza. Impossibile non vederli, ma appena qualche giorno addietro, quando pubblicamente glieli indicavo, li negava. Ci sono. Ben più grossi di questo o quel posto da assegnare.

Molti italiani dicono: abbiamo votato, c’è una vincitrice, basta chiacchiere e che governi. Comprensibile, ma sbagliato: Giorgia Meloni non è vincitrice, ma trionfatrice, peccato che la maggioranza esiste solo se anche le altre due componenti ne fanno parte (o pensano di andare avanti negoziando trasfusioni, come per l’elezione del presidente del Senato? nel qual caso sono fritti in partenza). E l’accordo per vincere s’è dissolto nel gestire la vittoria.

Ignazio La Russa è stato ministro nei governi Berlusconi, non è una questione personale il mancato voto di Forza Italia. Che si è presentata agli elettori come garante dell’ancoraggio europeo e atlantico della coalizione, salvo poi votare per la presidenza di Lorenzo Fontana, avversario delle sanzioni alla Russia. Il che nuoce molto a Meloni, perché la garanzia offerta da FI era ultronea rispetto alle sue stesse parole, salvo essersi ritrovati assieme nell’avallare l’opposto. Che uno sia cattolico o meno, ultra o meno, è irrilevante. Che sia filo Putin è dirimente. Fontana ha detto che da quelle sue posizioni è passato del tempo.

Difficile immaginare affermazione più autodenigratoria. Ma difficile anche non cogliere quanto ieri sia stata minata la credibilità del futuro presidente del Consiglio. Che sarà tale, ricordiamolo, solo se avrà il consenso di chi non ha votato La Russa e di chi sta con Putin. E questo il giorno del varo, quando lo scafo si trova nel bacino protetto, senza i marosi economici e sociali, senza neanche avere cominciato la navigazione.

Certo che il ritorno al Senato, per Silvio Berlusconi, ha coinciso con una sberla. Ma il danno maggiore lo incassa Meloni. Un governo senza l’aggancio al Partito popolare europeo sarebbe un rischio enorme. Non solo per lei. Né Berlusconi nel chiederlo né Meloni nel negarlo possono pensare che tutto ruoti attorno alla collocazione di una persona.

Banca d’Italia ha rivisto le previsioni per il 2023: la crescita sarà allo 0.3% (nella Nadef, appena qualche giorno addietro, era allo 0.6), ma se cessassero le forniture di gas la recessione arriverebbe a -1.5%. Il 2024 è comunque in crescita, ma presupponendo l’applicazione del Pnrr e un governo che non si giochi in partenza le coperture europee che tengono in equilibrio i nostri conti. Ieri, invece, mentre Draghi era a Parigi per cercare alleati sul gas, contrastando Putin, la politica ha eletto un putinofilo e messo un dito nell’occhio agli alleati.

Ripartire si può. Ma se lo si interpreta come il verbo della ripartenza, non della ripartizione. Ora tocca a Meloni tirare fuori la sua rissosa coalizione dal buco in cui s’è ficcata già il primo giorno, tocca a Meloni stabilire se avvia un governo che sia fondativo di una destra di governo o se sta già pensando alla campagna elettorale.

Una carta l’ha nel mazzo: ascolti quel che Carlo Nordio ha da dire sulla riforma della giustizia e sul metodo delle riforme costituzionali. Perché se la partita sarà nazionale, allora potrà essere superato l’infelice debutto. Ma se sarà di parte, se mancherà di respiro e non saprà costruire consenso fuori dalla propria tifoseria, allora, tolti gli scarti, nel mazzo resta troppo poco.

La Ragione

L'articolo Ripartire proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



PALESTINA. Shuafat tra immondizia e blackout: Gerusalemme è una immagine lontana


REPORTAGE Dopo un attacco armato, le autorità israeliane hanno confinato decine di migliaia di abitanti del campo profughi palestinese. Proteste e disobbedienza civile hanno riportato in superfice la realtà di un'area di Gerusalemme Est abbandonata a se s

Di Michele Giorgio*

(la foto scattata nel campo profughi di Shuafat è di JoachimG)

Pagine Esteri, 17 ottobre 2022 – «Questa è la prima volta che lascio il campo in una settimana. Finalmente (gli israeliani) hanno allentato la chiusura e vado a rifornirmi di generi alimentari per il mio negozio, gli scaffali sono quasi vuoti». Murad Malha va di fretta, inserisce la marcia e parte con il suo furgone verso il centro di Gerusalemme Est lasciandosi alle spalle il posto di blocco israeliano, in questi giorni unico accesso ed unica uscita dal campo di Shuafat. Le strade intorno sembrano un campo di battaglia, disseminate di pneumatici bruciati, cassonetti e rifiuti dati alle fiamme assieme alla carcassa di un’auto. Come altri abitanti Murad teme che le autorità israeliane possano reinserire all’improvviso le restrizioni imposte una settimana fa e blocchino i movimenti da e per questo alveare umano con al centro case malandate e vecchie e più all’esterno palazzi nuovi dove convivono palestinesi profughi e palestinesi che un tempo vivevano in città e non possono più permettersi l’affitto di un appartamento. Migliaia di uomini, donne e bambini ai quali si aggiungono gli abitanti di Anata, un popoloso sobborgo di Gerusalemme Est. Oltre centomila persone. In gran parte hanno la residenza a Gerusalemme ma il comune israeliano le ha totalmente dimenticate. Qualche anno fa davanti al campo di Shuafat, Israele ha costruito un Muro ponendo sul versante cisgiordano questo ammasso di edifici di ogni grandezza. Il segnale è stato chiaro: in futuro non farà più parte di Gerusalemme.

Dei profughi dimenticati di Shuafat – originari in buon numero dalla zona ovest di Gerusalemme – si riparla di nuovo perché una settimana fa un 22enne palestinese, Odai Tamimi, ha sparato al posto di blocco israeliano da distanza ravvicinata e ha ucciso una soldatessa e si è dileguato nel campo. Lo cercano ancora. Nel frattempo, ingenti forze israeliane hanno circondato i punti di ingresso e di uscita del campo paralizzando la vita dei suoi abitanti. Le restrizioni hanno scatenato un’esplosione di rabbia tra i profughi, sfociata in scontri con la polizia. Fleur Hassan-Nahoum, la vicesindaca israeliana di Gerusalemme, ha descritto il confinamento di migliaia di suoi concittadini come una «questione di sicurezza» ma ha riconosciuto che l’amministrazione comunale fa molto poco per gli abitanti di Shuafat.

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«Non si può far ricadere la responsabilità di quanto accaduto (una settimana fa) su decine di migliaia di persone. La chiusura del campo sino ad oggi è stata un disastro», dice Mohammad Abu Ayesh, un infermiere. Gli ammalati bisognosi di cure continue sono stati tra i più penalizzati dal confinamento. Una cinquantina di loro hanno saltato gli appuntamenti con la dialisi, altri non hanno potuto curarsi per forme gravi di diabete. Quasi tutti i 15mila studenti sono rimasti a casa per giorni.

Anche in tempi normali Shuafat è una sorta di baraccopoli con cumuli di immondizia fumanti. Gli abitanti si sentono abbandonati. «Siamo a Gerusalemme e Haram al Sharif (la Spianata delle moschee) è a pochi minuti d’auto ma non riusciamo a sentirci parte della città, è come se vivessimo in un altro posto», spiega Majdi, un commerciante nato e cresciuto nel campo. I palestinesi di Gerusalemme pagano le tasse municipali israeliane ma ricevono solo una frazione dei servizi comunali. Quelli di Shuafat quasi nulla. L’acqua scarseggia in alcune zone e i blackout dell’elettricità sono frequenti. I servizi fognari sono precari, le strade sono piene di buche e il servizio di raccolta dei rifiuti in pratica è inesistente.

Le tensioni di questi ultimi giorni hanno coinvolto i giovani, metà della popolazione del campo. Ragazzi che non hanno speranze nella politica e nella diplomazia e che seguono, spesso con ammirazione, la nascita di formazioni militanti in Cisgiordania. Tra loro nessuno condanna l’attentato alla soldatessa e tutti applaudono a Iman Shajaja, il palestinese ucciso venerdì sera mentre tentava di infiltrarsi nella colonia israeliana di Bet El. «Non abbiamo avuto nulla, ogni giorno gli israeliani uccidono palestinesi, ci prendono le terre e minacciano Al Aqsa. Dovremmo restare a guardare?» domanda Farid, 19 anni appena compiuti. Pagine Esteri

*Questo articolo è stato pubblicato il 16 ottobre da Il Manifesto

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Da oggi nei cieli europei esercitazioni aeree della NATO di guerra nucleare


L’annuncio delle manovre militari giunge dopo gli avvertimenti di Putin che non ha escluso l’utilizzo di testate tattiche nel caso in cui le forze armate ucraine minacciassero la sicurezza interna della Federazione russa. L'articolo Da oggi nei cieli eur

di Antonio Mazzeo*

Pagine Esteri, 17 ottobre 2022 – Mosca e Washington si scambiano inquietanti minacce di escalation bellica e la NATO non trova di meglio che giocare alla guerra nucleare nei cieli di mezza Europa. Prende il via lunedì 17 ottobre l’esercitazione “Steadfast Noon” (Mezzogiorno costante) a cui partecipano le aeronautiche militari di 14 paesi dell’Alleanza Atlantica con oltre 60 cacciabombardieri di quarta e quinta generazione, aerei di sorveglianza e intelligence e velivoli cisterna per il rifornimento in volo. “L’esercitazione che si concluderà il prossimo 30 ottobre è un’attività di addestramento ricorrente e di routine è non è legata a nessuno degli eventi mondiali odierni”, prova a tranquillizzare l’ufficio stampa della NATO che però aggiunge che “le forze aeree alleate eserciteranno le proprie capacità di deterrenza nucleare nell’Europa nord-occidentale, in particolare in Belgio, paese ospitante, il Mare del Nord e il Regno Unito”. Ai war games saranno presenti pure due bombardieri strategici B-52 a lungo raggio di US Air Force provenienti dalla base di Minot, North Dakota.

“No live weapons are used”, promette l’ufficio stampa dell’Alleanza. Per gli strateghi della NATO adesso è Mezzogiorno Costante e l’uso di testate atomiche è solo simulato. Sono invece migliaia gli scienziati sparsi per il pianeta che avvertono allarmati come l’Orologio dell’Apocalisse segna meno di due minuti dalla Mezzanotte nucleare già da un paio di anni prima lo scoppio del brutale conflitto fratricida russo-ucraino. “Il nuovo Concetto Strategico dell’Alleanza, adottato dai leader alleati al Summit di Madrid di giugno, chiarisce che lo scopo fondamentale della capacità nucleare della NATO è quello di preservare la pace, prevenire la coercizione e scoraggiare l’aggressione”, enfatizzano i promotori di “Steadfast Noon” “Il documento sottolinea che fino a quando esisteranno le armi nucleari, la NATO rimarrà un’alleanza nucleare. L’obiettivo della NATO e un mondo più sicuro per tutti; noi cerchiamo di creare un ambiente sicuro per un mondo senza armi nucleari”. (1)

L’annuncio dell’esercitazione aerea giunge un paio di settimane dopo le gravi dichiarazioni di Vladimir Putin che non ha escluso l’utilizzo di testate tattiche nel caso in cui le forze armate ucraine ottenessero altre importanti vittorie sul campo minacciando la “sicurezza interna” della Federazione russa. Inoltre contemporaneamente a “Steadfast Noon” anche le forze armate di Mosca simuleranno una guerra nucleare con l’esercitazione denominata “Grom” (Tuono), anch’essa organizzata annualmente per testare le capacità di attacco di cacciabombardieri, sottomarini e sistemi missilistici strategici.

A conclusione del recente vertice dei ministri della difesa NATO, il segretario generale Jens Stoltenberg ha ribadito la volontà dell’alleanza di svolgere i war games nucleari nonostante l’escalation della crisi politico-diplomatica e militare tra l’occidente e Mosca. “Steadfast Noon viene organizzata ogni anno per mantenere la nostra capacità di deterrenza sicura ed efficace”, ha dichiarato Stoltenberg. “Le velate minacce nucleari di Putin sono pericolose e irresponsabili. La Russia sa bene che una guerra nucleare non può essere vinta e che non deve mai essere combattuta. Si invierebbe un segnale davvero pessimo se all’improvviso dovessimo cancellare adesso un’esercitazione di routine, pianificata da lungo tempo, solo perché c’è la guerra in Ucraina. La NATO continuerà a monitorare strettamente le forze nucleari russe, e non c’è stato alcun cambiamento nella postura nucleare della Russia”. (2)

Alla vigilia di “Steadfast Noon” il ministero della difesa britannico ha allertato la popolazione civile sugli intensi movimenti aerei che interesseranno per due settimane buona parte del paese (le regioni dello Yorkshire, East Riding, Lincolnshire, Nottinghamshire, Northumberland, Tyne & Wear, Durham, Cumbria, e Lancashire) (3). Cuore operativo dei war games sarà però la base aerea di Kleine Brogel, Belgio, una delle infrastrutture NATO destinate ad ospitare le armi nucleari “ammodernate” B61-12. “Si tratta di bombe di gravità tre volte più precise delle B61-3/-4 attualmente stoccate nella base”, ha documentato il noto ricercatore Hans Kristensen, direttore della Federation of American Scientists. “L’accresciuta precisione dipende dal nuovo kit di guida della coda che consentirà di colpire gli obiettivi con maggiore efficacia rispetto all’odierna versione delle B61. Come quelle esistenti, le B61-12 copriranno quattro range selezionabili di potenza, da 1 a circa 50 kiloton. Ma con la maggiore precisione, il pianificatore di un attacco sarà in grado di scegliere una più ridotta opzione di strike e di creare così un minore fallout radioattivo, o di attaccare obiettivi che richiedono oggi bombe con un più alto livello strategico”. (4) Le “nuove” testate sono destinate ad armare i cacciabombardieri di quinta generazione come gli F-35 “Lighting II” in dotazione ad alcuni dei paesi dell’alleanza, primi fra tutti Stati Uniti d’America, Italia e Belgio.

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Non è dunque casuale che proprio le esercitazioni “Steadfast Noon” vengono svolte annualmente a rotazione in un paese europeo diverso, utilizzando sempre le basi aeree in cui vengono stoccate le testate nucleari tattiche. L’edizione 2021 ha interessato i cieli dell’Italia settentrionale e centrale mentre i cacciabombardieri alleati hanno operato dalle basi aeree di Aviano (Pordenone) e Ghedi (Brescia) dove sono ospitate le B-61. Anche per quest’anno è comunque previsto l’impiego di queste due basi settentrionali e dei velivoli da guerra dell’Aeronautica militare. “Nei prossimi giorni in un bunker sotterraneo nelle campagne bresciane due bombe nucleari tattiche verranno tolte dagli scrigni corazzati”, scrive il giornalista Gianluca Di Feo di Repubblica. “Avieri americani ripeteranno le procedure di attivazione delle testate, poi formalizzeranno la consegna ai militari italiani. Gli ordigni in realtà non lasceranno la base, ma nel giro di pochi minuti una coppia di caccia Tornado decollerà dalla pista di Ghedi simulando un’incursione per sganciare quelle armi atomiche. La stessa scena avverrà nell’aeroporto statunitense di Aviano e in altre installazioni tedesche, olandesi, belghe e turche: tutto il dispositivo nucleare tattico della NATO in Europa si mobiliterà come se fosse arrivato il giorno dell’Armageddon. I cieli italiani, soprattutto quelli dell’Adriatico a nord di Pescara, saranno il teatro principale delle manovre”. (5) E’ prevedibile invece che i giochi di guerra alleati si spingano ancora più a sud in Italia: l’aeroporto di Amendola, in provincia di Foggia, è infatti lo scalo impiegato per i decolli dei cacciabombardieri F-35 dell’Aeronautica predisposti per gli strike nucleari. Due di questi velivoli sono stati consegnati negli scorsi mesi di giugno-luglio al 6° Stormo di Ghedi, dopo aver concluso il ciclo di test addestrativi in Puglia. (6)

In questi giorni la NATO sta svolgendo anche una massiccia attività navale nell’Atlantico e nel Mediterraneo (Neptune Strike 2022.2). Le operazioni hanno preso il via ufficialmente venerdì 14 ottobre dal quartier generale della Strike Force NATO di Oeiras, Portogallo, e vedono la partecipazione di unità da guerra e sottomarini di Stati Uniti, Albania, Canada, Croazia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Nord Macedonia, Polonia, Regno Unito, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Ungheria e Turchia. Si tratta della quarta tranche di esercitazioni Neptune svolte dopo l’aggressione russa dell’Ucraina (nel 2021 erano state due in tutto l’anno).

“Neptune Strike 2022.2 e la serie di esercitazioni navali Neptune continuano ad abilitare multiple e uniche opportunità di addestramento a livello di teatro, necessarie a integrare le capacità di guerra marittima di fascia alta di un gruppo navale condotto da una portaerei a supporto della deterrenza alleata e delle richieste di difesa dell’Europa”, spiega il Comando delle forze navali USA. Il gruppo navale nello specifico è quello capitanato dalla portaerei a propulsione nucleare “George H.W. Bush” di US Navy. A riprova della gravità dell’odierna crisi NATO-Russia va segnalato che un gruppo navale con portaerei USA non veniva posto sotto il comando marittimo dell’Alleanza dalla fine della guerra fredda e quello del “George H.W. Bush” è il terzo carrier strike group di US Navy che opera in ambito NATO nel corso del 2022. (7)

Perplessità sulle modalità di conduzione delle esercitazioni nucleari interalleate sono state espresse dal generale Leonardo Tricarico, già Capo di stato Maggiore dell’Aeronautica e odierno presidente della Fondazione ICSA (Intelligence Culture and Strategic Analysis). “Il fatto che ci sia un’esercitazione nella quale sia previsto l’uso dell’arma nucleare è un fatto assolutamente normale; quello che non è normale è che lo si dica”, ha spiegato Tricarico a Fanpage.it. “Fino ad oggi la strategia comunicativa della NATO prevedeva che certe informazioni – come questa – rimanessero molto riservate per evitare allarmismi eccessivi. Immagino che questa ulteriore sortita pubblica di Stoltenberg sia stata il frutto di una concertazione con tutti i Paesi alleati (…) In passato il segretario generale della NATO è stato protagonista di uscite non concordate e qualche volta in questi 7 mesi è andato oltre le sue competenze”.

“I reparti devono essere sempre pronti e addestrati: a questo servono le esercitazioni”, ha aggiunto l’ex Capo dell’Aeronautica. “Non so se questa avrebbe potuto essere rimandata, ma di certo si tratta di un’attività di routine, ordinaria amministrazione per la NATO. Quello che preoccupa, semmai, è che non si tratta di un segnale di distensione. Sembra, al contrario, che tutte le parti siano interessate all’aumento delle tensioni. Questo è in assoluto sbagliato e pericoloso: servirebbe qualche segnale diverso. Finché ci si limita alle esercitazioni non vedo grossi problemi, facciano pure. Ma di questo passo temo non arriveremo mai a niente di buono…”. (8)

Se ne accorge un (ex) vertice militare; politici e uomini di governo plaudono invece alla corsa alle armi e alla guerra. Pagine Esteri

Note:

(1) nato.int/cps/en/natohq/news_20…

(2) defense.gov/News/News-Stories/…

(3) gov.uk/government/publications…

(4) fas.org/blogs/security/2021/10…

(5) repubblica.it/esteri/2022/10/1…

(6) it.insideover.com/difesa/conse…

(7) news.usni.org/2022/10/14/georg…

(8) fanpage.it/attualita/il-genera…

L'articolo Da oggi nei cieli europei esercitazioni aeree della NATO di guerra nucleare proviene da Pagine Esteri.




Meloni ostaggio di Renzi, e i bui tempi che si preparano


Alla fine, sarà proprio Berlusconi a 'salvarci' dal regime? Beh, almeno a provarci. Il 'soccorso sereno' di renziani e calendiani ha salvato La Russa … e Meloni. Su di loro lei può contare sempre. Del resto, questo è il vecchio e mai dismesso progetto di Renzi: mangiarsi le truppe di Forza Italia uccidendo Berlusconi, e diventare la forza di centro alleata con la destra, almeno per un po’, poi si vedrà

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Il penoso game over di Berlusconi


Se Meloni chiama c’è chi risponde. Il partito voluto e fondato da Berlusconi non ha eredi; scarsa l’eredità. Chi promette di fare vera opposizione dovrebbe assumere il prioritario impegno per una nuova legge elettorale, che finalmente coniughi due esigenze: governabilità e rappresentanza

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In today’s tumultuous and fast-changing times, digitalisation and technology are game changers in a wide range of sectors and have a tremendous impact on infrastructure.




♥️ In occasione della Giornata mondiale della rianimazione cardiopolmonare, che si celebra oggi, prosegue la nostra campagna di sensibilizzazione sulle misure di primo soccorso e l'utilizzo del Dae, il Defibrillatore semiautomatico esterno.


Fr.#11 / Morte digitale


Nel frammento di oggi: Kanye West rimane senza banca / La Cina condanna alla morte digitale / PayPal continua a censurare conti e pensieri / Meme e citazione del giorno.

Kanye West unbanked


È notizia di questi giorni che J.P. Morgan, banca americana e internazioanale, abbia deciso di chiudere ogni relazione contrattaule con Kanye West e con la sua azienda Yeezy.

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Il motivo sembra essere il comportamento “discriminatorio” di Kanye, che durante la Paris Fashion Week ha indossato una t-shirt con lo slogan “White Lives Matter”. A questo si aggiunge un’invervista (non pubblicata) su Fox News insieme a Tucker Carlson nella quale avrebbe condiviso alcune opinioni definite dai giornali antisemite.

Ricordiamo che sempre J.P. Morgan ha scelto di mantenere i rapporti contrattuali con Jeffrey Epstein, condannato per traffico internazionale di minorenni e abusi sessuali.

Da una parte abbiamo quindi un criminale condannato da un giudice per una serie di reati schifosi. Dall’altra abbiamo invece un rapper che ha espresso la sua opinione pubblicamente. Non credo servano commenti per comprendere le conseguenze della grottesca ideologia woke che ormai ha corrotto sia le istituzioni pubbliche che private.

Consegnare in custodia i propri soldi e patrimonio a intermediari significa subordinare la propria libertà di pensiero a quello altrui. Questo è particolarmente vero, e ben più che una metafora, nel momento in cui manifestare il proprio pensiero può portare a conseguenze finanziarie dirette.

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La Cina illumina la strada


Cosa serve per controllare e sottomettere totalmente il pensiero e quindi il comportamento umano nel 21esimo secolo? La Cina insegna:

  • Uno Stato socialista che estende la sua presenza regolatoria in ogni ambito umano, per creare la società perfetta
  • Una popolazione completamente digitalizzata, con sistemi di identità digitale e pagamenti centralizzati e monopolizzati da pochi soggetti controllati (indirettamente) dallo Stato
  • Una capacità di sorveglianza digitale pervasiva e sistematica

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La notizia è che recentemente molte persone sono state sospese dal servizio WeChat dopo aver pubblicato e diffuso immagini di protesta contro Xi Jinping. Altro che J.P. Morgan. Questi sono i veri professionisti.

Il WSJ parla di “digital death”, ma il concetto non rende bene l’idea. WeChat è un servizio integrato che 900 milioni di persone usano ogni giorno per comunicare, pagare, usufruire di servizi pubblici e interagire con le aziende. È il fulcro della loro vita. Farne a meno significa mettere a rischio la propria sopravvivenza. Alla “morte digitale” può ben conseguire la morte fisica.

D’altronde, tu che faresti se improvvisamente non avessi più accesso ai tuoi soldi, ai tuoi contatti e ai servizi pubblici e privati (anche sanitari)?

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PayPal colpisce ancora


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PayPal continua la sua campagna di censura contro la libertà d’espressione. Ormai ho perso il conto degli account bloccati. Spesso sono organizzazioni noprofit ma non mancano anche gli account personali.

Come scrivevo nel mio ultimo articolo, PayPal ha già mostrato le sue carte: è intenzione dell’azienda di perseguire politiche attive di censura della libertà d’espressione attraverso il controllo dei soldi dei clienti.

Le dichiarazioni di gennaio del CEO Schulman non lasciano dubbi:

That you stand up for social issues that are important, and you do the right things to help create a better world. […] For example, we’ve barred hate groups, the Proud Boys on the far right and Antifa on the far left, from using our platform. The difficult part there is identifying what is hatred and what is freedom of speech. Nobody teaches you that.


Schulman vuole creare un mondo migliore (secondo chi?) e PayPal sarà chiamata ad assolvere questo arduo compito: giudicare cosa è “espressione d’odio” e cosa invece “libertà di parola”, per poi punire gli utenti cattivi.

Ah, giusto per chiarire: quando PayPal blocca un conto, i soldi rimangono lì. Il conto non può essere chiuso e i soldi non possono essere prelevati.

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Meme del giorno


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Citazione del giorno

Fantasy is escapist, and that is its glory. If a soldier is imprisioned by the enemy, don't we consider it his duty to escape?. . .If we value the freedom of mind and soul, if we're partisans of liberty, then it's our plain duty to escape, and to take as many people with us as we can!
J.R.R. Tolkien

Frammenti è la rubrica in cui commento brevemente le notizie più interessanti della settimana. Un modo leggero e meno impegnativo di leggere Privacy Chronicles. Ogni frammento contiene anche un meme e una citazione.

Leggi gli altri Frammenti



Il potere di Xi Jinping minaccia il partito comunista e la Cina


La Cina è «in grossi guai in questo momento», mentre si appresta al 20° Congresso del Partito Comunista Cinese (PCC). La responsabilità di questi guai sarebbe tutta da addossare al Presidente Xi Jinping, che secondo gli osservatori starebbe minando il partito e la Cina stessa. Cai Xia, docente cinese di teoria politica e dissidente, in esilio negli Stati Uniti, spiega perchè Xi mette a rischio il partito e il Paese

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20º Congresso del Partito Comunista Cinese: chi è Xi Jinping


Quando Xi Jinping si presenterà al Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese il 16 ottobre, dovrebbe diventare la figura politica più potente del 21° secolo. Figlio di un rivoluzionario che ha schiacciato i suoi rivali per diventare il segretario generale del Partito Comunista Cinese nel 2012, Xi dovrebbe puntare a un terzo mandato al Congresso: sarebbe […]

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Etiopia, la valutazione di Kjetil Tronvoll sullo stato attuale della guerra del Tigray


Il professor Kjetil Tronvoll è uno dei più noti studiosi del Corno d’Africa, avendo lavorato nella regione dagli anni ’90. In una serie di Tweet…

Il professor Kjetil Tronvoll è uno dei più noti studiosi del Corno d’Africa, avendo lavorato nella regione dagli anni ’90.

In una serie di Tweet ha fornito questa analisi di quanto sia grave la situazione al momento in Tigray, stato regionale settentrionale dell’Etiopia.

1/: The world´s biggest ongoing armed conflict is not #Russia ´s attack on #Ukraine, but #Ethiopia and #Eritrea´s massive offensives on #Tigray. Reliable estimate is that up to 1 mil. troops are engaged in the war theater.

— Kjetil Tronvoll (@KjetilTronvoll) October 15, 2022

Il più grande conflitto armato in corso al mondo non è l’attacco della Russia all’Ucraina, ma le massicce offensive dell’Etiopia e dell’Eritrea sul Tigray. Una stima affidabile è che fino a 1 milione di soldati sono impegnati nel teatro di guerra.

Le continue offensive combinate Eritrea/Etiopia contro il Tigray utilizzano le tattiche della prima guerra mondiale per ordinare massicci attacchi di onde umane alle linee di difesa del Tigray. La carneficina è orrenda. È probabile che nelle ultime settimane ne siano stati massacrati fino a 100.000.

L’Etiopia e l’Eritrea bombardano e bombardano continuamente le città del Tigray, uccidendo indiscriminatamente frotte di civili. La perpetuazione dei crimini di guerra è una procedura operativa standard.

L’Etiopia sta usando contemporaneamente la fame come strategia di guerra, bloccando gli aiuti umanitari al Tigray. Milioni di Tigrini sono sull’orlo della carestia. Migliaia di persone muoiono per mancanza di forniture mediche. I bambini stanno soffrendo tremendamente.

L’Etiopia e l’Eritrea stanno colludendo con l’UA – Unione Africana nei colloqui burocratici per la cessazione delle ostilità, nella convinzione che potrebbero riuscire a schiacciare il Tigray con le armi. Allo stesso tempo, Stati Uniti, UE e bilaterali esitano a impegnarsi pienamente e vengono ripetutamente “presi in giro” da Abiy Ahmed.

Il Tigray sta combattendo per la sopravvivenza, poiché ha vissuto quello che è successo nel 2021 quando le truppe dell’Eritrea e dell’Etiopia si sono scatenate, uccidendo e violentando civili, saccheggiando e saccheggiando. Anche TDF sta subendo enormi perdite, ma sappi che l’alternativa potrebbe essere peggiore.

Etiopia e AU stanno usando lo slogan dissoluto “Soluzioni africane ai problemi dell’Africa” ​​per prevenire un impegno internazionale attivo per facilitare i negoziati. Allo stesso tempo, la fratellanza e la solidarietà africane verso una nazione e un popolo africano esposti a una guerra genocida.

Quando la storia dell’atroce guerra dell’Etiopia Eritrea al Tigray sarà scritta, il ruolo poco brillante di AU, USA, UE e altri nell’impegnarsi per prevenire il disastro umanitario in corso e lo svolgersi dei crimini contro l’umanità, sarà chiaro.


tommasin.org/blog/2022-10-15/e…