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#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.

🔸 Primo incontro tra il Ministro Valditara e i sindacati della scuola

🔸 Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate: la lettera del Min…



Contare


In vista della legge di bilancio – in comprensibile ritardo a causa delle elezioni – ritoccate le previsioni di finanza. Comprensibile che serva un po’ di tempo, per impostare la legge di bilancio. Con una crescita dello 0,6% (quindi non la recessione), c

In vista della legge di bilancio – in comprensibile ritardo a causa delle elezioni – ritoccate le previsioni di finanza. Comprensibile che serva un po’ di tempo, per impostare la legge di bilancio. Con una crescita dello 0,6% (quindi non la recessione), con un deficit alto, ma non sfondando e, anzi, tagli alla spesa corrente (800 milioni nel 2023, 1,2 miliardi nel 2024 e 1,5 nel 2025, a valere sulle spese ministeriali). Continuità, quindi.

Alcune decisioni sono rivelatrici: riavviare le perforazioni e l’estrazione di gas dall’Adriatico – così come impostato dal governo precedente – dimostra un salutare pragmatismo, considerato che chi oggi governa (come tanta parte di chi oggi s’oppone) portò il proprio chiassoso e masochista (forse direbbero: antinazionale) contributo al referendum “NoTriv”. Si trivella, dunque. Fortunatamente sono stati incoerenti.

Ragionevole che i primi incontri fra il nuovo governo italiano e i vertici delle istituzioni dell’Unione europea siano serviti a presentarsi e prendere contatti. E, del resto, solo la propaganda antieuropeista poteva pensare esistesse una quale che sia preclusione verso un governo democratico: contano i fatti.

Visto che la propaganda ha portato alla vittoria, si torna alla realtà. Bene, quindi. Anche se risulta un filo retorico e azzardato sostenere che “ora” si vuole “contare di più”, perché sarà dura che l’Italia conti più di quel che le è stato possibile per un paio d’anni, a cura di un Draghi che non è stato affatto accomodante ma decisamente competente.

Ha ragione la presidente del Consiglio quando, dopo quegli incontri, ha affermato: «Ho smontato una narrativa». Vero, quella di chi descriveva le istituzioni europee come ostili ai nostri interessi nazionali. Dall’altra parte si era solo curiosi di sapere se il Paese più finanziato fosse veramente governato da chi considera i finanziatori «una banda di usurai».

Non è così e speriamo di averla chiusa lì, con quella stolta narrativa. Meloni ha anche fatto sapere di avere chiesto, per fronteggiare i guasti sul fronte dell’energia, di strutturare debito comune «sul modello Sure». Dove la notizia non è averlo chiesto (lo aveva già proposto il governo precedente, in accordo con la Francia), ma l’essersi accorti che esiste un «modello Sure» e che è già attivo del debito comune. Benvenuti nella realtà, che non coincide affatto con la precedente «narrativa».

Debito comune significa vincoli comuni. Corresponsabilità nell’onorarlo significa meno margini di autonomia nella spesa pubblica, quindi nella legge di bilancio. E qui si torna al punto di partenza, senza ancora approdo. Se si hanno debiti, vincoli e responsabilità comuni, poi non si può pensare di spendere a piacimento. I bilanci e i contribuenti di altri Paesi Ue rispondono anche delle nostre scelte, per questa ragione vincolate. Lo si tenga presente, cambiando «narrativa».

A tal proposito: ci sono crediti inesigibili, soldi che devo legittimamente avere e che so essere non incassabili, nel qual caso – sebbene con dolore – devo cancellare quel credito. Vale anche per cartelle esattoriali, tasse e imposte non pagate. Ma perché siano inesigibili occorre che si sia fatto tutto il necessario per esigerli, altrimenti la cancellazione si chiama condono.

E il condono è uno schiaffo agli onesti. Una pernacchia in faccia. Come lo è avere stabilito delle multe per chi non si vaccina e poi toglierle spiegando che ha avuto ragione a sottrarsi a un obbligo. Tale «narrativa» è l’opposto di “legge e ordine”, essendo prepotenza e disordine.

A settembre l’occupazione è cresciuta di 46mila unità, lo 0,2% in un mese e 316mila in un anno, +1,4%. La maggior parte sono contratti a tempo indeterminato. Cresce anche il numero dei giovani disoccupati (23,7% nella fascia d’età 15-24 anni), ma questo ha un suo risvolto positivo: non sono persone che hanno perso il lavoro ma che si sono decise a cercarlo, ritenendolo possibile. Dati, questi, coerenti con la crescita della ricchezza nazionale, che è stata positiva anche nel trimestre previsto in negativo. Questa è la realtà, ben diversa dalla trasversale «narrativa» elettorale.

Crescita e serietà hanno reso possibili margini significativi per finanziare aiuti per le bollette, che si aggiungo a quelli già attivi. Il realismo aiuta a contare, senza sbagliare i conti.

La Ragione

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PODCAST. Meron Rapoport: “L’uomo forte del governo israeliano sarà il suprematista Ben Gvir”


Parla l'ex caporedattore di Haaretz, Meron Rapoport, oggi analista per varie testate giornalistiche: "Il futuro premier Netanyahu è dipendente dal leader dell'estrema destra che farà il possibile per attuare la sua agenda razzista. Sarà presa di mira in p

di Michele Giorgio –

Pagine Esteri, 7 novembre 2022 – Le ripercussioni della vittoria di Benyamin Netanyahu e dell’estrema destra alle elezioni israeliane della scorsa settimana, sono ciò su cui si interrogano commentatori e analisti politici.

Si teme il rinfocolarsi della tensione interna in Israele per l’agenda che ha in mente Itamar Ben Gvir, il leader della formazione razzista Sionismo religioso divenuta la terza forza nella Knesset. Ma è reale anche il pericolo di una escalation di violenze nella Cisgiordania occupata.

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L’analista Meron Rapaport spiega le ragioni del successo di Ben Gvir e le possibilità che avrà di attuare il suo programma il leader di estrema destra.
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L'articolo PODCAST. Meron Rapoport: “L’uomo forte del governo israeliano sarà il suprematista Ben Gvir” proviene da Pagine Esteri.



Fr.#14 / Fu il welfare a uccidermi


Nel frammento di oggi: Ammazzarsi per non pesare sulle casse dello Stato. Un breve sondaggio. Meme e citazione del giorno.

La morte, il miglior servizio di welfare


Uccidere i pazienti potrebbe portare a un risparmio per il sistema sanitario nazionale fino a 136 milioni di dollari. Così si leggeva nel 2017 sul sito della CBC canadese, che riportava i dati di uno studio della Canadian Medical Association. Per arrivare a queste conclusioni pare che i ricercatori usarono i dati pervenuti dall’Olanda e dal Belgio, dove la pratica dell’eutanasia è già legale da tempo.

L’eutanasia in Canada divenne legale dopo che la Corte Suprema ribaltò una storica sentenza che vietava il “suicidio assistito”. Arrivò poi la legge, il Bill C-14 (“medical aid in dying”, o MAiD), entrato in vigore nel 2016, che per la prima volta prevedeva la possibilità di eutanasia per gli adulti con malattie terminali. Qualche tempo dopo, la legge fu emendata per estendere l’ambito legale dell’eutanasia anche ad ogni adulto vittima di “sofferenze permanenti e intollerabili (enduring and intolerable suffering”) o “ragionevoli aspettative di morte (reasonably foreseeable death”). Da marzo 2022 l’eutanasia è un’opzione anche per adulti che soffrono di malattie mentali.

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Qualcuno potrebbe dire: se le persone vogliono morire, perché non aiutarle, risparmiando anche dei soldi pubblici? Purtroppo, la realtà è molto più grottesca di così. Le storie di persone “gentilmente spinte” verso la morte dal sistema si stanno moltiplicando a vista d’occhio.

Come Denise, in sedia a rotelle, che da sette anni cerca inutilmente un alloggio economicamente accessibile a Toronto che possa essere adeguato alle sue necessità. Denise non riesce, e ha iniziato a considerare un’altra opzione: il suicidio assistito. Due medici hanno già approvato la procedura.

O come Alan, che per 20 anni ha vissuto con dei dolori cronici e per 18 ha cercato di ottenere un intervento chirurgico che gli avrebbe risolto ogni problema. Purtroppo il sistema sanitario nazionale non l’ha mai approvato, riempiendolo invece di oppioidi. Così, dato che non può essere curato, ha deciso di farsi ammazzare.

O ancora, come Sathya, una donna di 44 anni che soffriva di SLA e che decise di farsi ammazzare dai medici, non a causa della sua malattia, ma a causa dell’assenza di un sistema di supporto adeguato da parte dello stato. Nelle sue ultime parole, dedicate agli amici e alla famiglia, scriveva: “Ultimately it was not a genetic disease that took me out, it was a system.”

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Quando l’uomo diventa un ingranaggio del sistema


L’eutanasia in Canada, che incentiva le persone che sono un “peso” per la società (leggi: casse dello Stato) ad ammazzarsi, è una finestra sul futuro del (post)welfare universale.

È il risultato della vittoria dell’ideologia del sacrificio personale a favore della collettività. È ciò che abbiamo intravisto anche nel 2020 e 2021, quando le masse, i medici e i politici chiedevano alle persone di sacrificare le proprie convinzioni e la loro libertà per evitare di pesare sul sistema sanitario.

Sempre più le persone stanno perdendo la loro individualità, per trasformarsi in parte di un ingranaggio il cui fine ultimo è la realizzazione del “bene comune” (che non esiste): animali sacrificali che confondono ideologia di stato e valori morali, finendo per annientare se stessi in un circolo vizioso che non genera altro che odio, divisione sociale e morte.

Questo è il futuro del welfare universale. E come sempre, per comprendere il futuro non c’è nulla di meglio che guardare al passato. Richard Theodore Ely, intellettuale economista e principale leader del movimento Progressista, che diede vita alla nostra idea di welfare universale, era un fervido sostenitore dell’eugenetica. Cos’è questa, se non la sua degna eredità?

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Gli incentivi funzionano


Che succederà quando gli stati occidentali concluderanno infine i loro progetti di identità digitale, sistemi interconnessi e profilazione1 continuativa della popolazione?

Che succederà quando inevitabilmente la pressione sociale verso categorie di persone già estremamente suscettibili, sarà tale da incentivarle ad ammazzarsi su parere del medico, invece di pretendere le cure per cui già pagano coi soldi estorti dalle tasse?

Che succederà quando una persona invalida o depressa si vedranno notificare dalla loro app di Stato qualcosa del tipo: “sappiamo che stai soffrendo, ecco perché hai diritto al suicidio assistito gratuito - contatta il tuo medico di fiducia”.

D’altronde, lo diceva già Colao: con l’identità digitale sarà lo Stato ad anticipare i bisogni delle persone. E tu hai davvero bisogno di ammazzarti, vero?

Un sondaggio


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Meme del giorno


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Citazione del giorno

They paint the world full of shadows and then tell their children to stay close to the light. Their light. Their reasons, their judgment. Because, in the darkness...there be dragons.
But it isn't true. We can prove that it isn't true. In the dark there is discovery, there is possibility, there is...freedom. In the dark, once someone has illuminated it...

Captain Flint (Black Sails)

Frammenti è la rubrica gratuita in cui commento brevemente le notizie più interessanti della settimana. Un modo leggero e meno impegnativo di leggere Privacy Chronicles.

Leggi gli altri Frammenti

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Sembra fantascienza ma non lo è: lo Stato già profila finanziariamente ogni cittadino. Dal 2021 in Italia il Ministero della Salute ha anche il potere di profilare la popolazione dal punto di vista sanitario. Ne ho parlato qui a gennaio.




Il Governo Meloni preoccupa: evidente ignoranza giuridica


I primi 'segnali' che giungono da Palazzo Chigi e dal Viminale non sono rassicuranti: tentazione/involuzione autoritaria, ma soprattutto testi scombiccherati, scritti da persone di evidente ignoranza giuridica. Pasticcioni. Decreti manifesto, pasticciati e confusi

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COP27, tra coraggio e realismo


Non ha usato mezzi termini il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in un margine con la stampa alla vigilia della COP27, la Conferenza internazionale sul clima che da oggi fino al 18 novembre si terrà a Sharm el-Sheikh in Egitto: “La COP27 deve essere il luogo in cui ricostruire la fiducia e ristabilire l’ambizione necessaria per evitare di […]

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Manifestare contro Putin per difendere noi stessi


Xi Jinping in un documento del 2012 diceva: “Ogni membro del partito ha il dovere di combattere ovunque e sempre i valori occidentali”. Valori che Vladimir Putin definisce “corrotti” e “decadenti” da almeno un quinquennio Tutto, fatalmente, ritorna. Ritor

Xi Jinping in un documento del 2012 diceva: “Ogni membro del partito ha il dovere di combattere ovunque e sempre i valori occidentali”. Valori che Vladimir Putin definisce “corrotti” e “decadenti” da almeno un quinquennio


Tutto, fatalmente, ritorna. Ritorna la Storia, ritorna la guerra e ritornano anche i valori. I valori soprattutto. È con la difesa dei valori tradizionali di Santa Madre Russia che Vladimir Putin ha giustificato la rottura con l’Occidente corrotto e corruttore. È sui valori del confucianesimo che si regge il sistema comunista della Cina imperialista di Xi Jinping.

È evocando valori sopiti nel profondo della nazione (Dio, Patria e famiglia) che Giorgia Meloni e altri come lei hanno costruito il proprio successo elettorale.

Chi pensava che decenni di consumismo e di globalizzazione avrebbero cancellato dall’animo umano il bisogno di identità e di tensione morale si sbagliava. Si sbagliava di grosso.

Del resto, è per la loro carica morale che la politica armeggia spesso e volentieri attorno ai temi etici, ai diritti, alle libertà. Una carica morale che mobilita, crea consenso, determina e radica identità e appartenenze.

È sulla “questione morale” che, da Berlinguer a Grillo passando per Di Pietro, si sono costruite carriere personali, fondati partiti, rivoluzionati assetti politici. È sulla “questione morale” che batte e ossessivamente ribatte da ormai trent’anni buona parte dell’informazione televisiva. È sul piano morale, quando non addirittura etico, che vengono poste oggi le più urgenti delle questioni: la difesa dell’ambiente, le politiche sanitarie, le scelte elettorali e persino le alleanze internazionali. Le alleanze internazionali in modo particolare.

E non per una scelta né per una particolare inclinazione nostra, ma perché così hanno voluto i nostri nemici. Xi Jimping, documento 19 presentato al congresso del Pcc del 2012: “Ogni membro del partito ha il dovere di combattere ovunque e sempre i valori occidentali”. Valori che Vladimir Putin definisce “corrotti” e “decadenti” da almeno un quinquennio.

Sotto attacco, dunque, sono i valori su cui si fonda l’Occidente; i principi cardine della nostra identità: la libertà e la democrazia. Con tutto quello che implicano. Potremo arrestare e vincere chi oggi, disprezzandoci, ci dichiara guerra solo se sapremo identificarci politicamente e appassionarci moralmente a qualcosa di più grande delle nostre piccole beghe interne: l’identità europea, la civiltà occidentale, i valori liberali. È in difesa di questi valori fondanti che oggi, a Milano, molti sono scesi in piazza. Non tanto in difesa degli ucraini, quanto di noi stessi e di ciò che ci tiene uniti.

HuffPost Italia

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Manifestazione “Slava Ukraini”


La Fondazione Luigi Einaudi ha aderito convintamente alla manifestazione “Slava Ukraini” che si è svolta sabato 5 novembre, alle ore 16.00 a Milano. In epoca di finto pacifismo, e di veri antiamericanismo e anticapitalismo, schierarsi in difesa dello Stat

La Fondazione Luigi Einaudi ha aderito convintamente alla manifestazione “Slava Ukraini” che si è svolta sabato 5 novembre, alle ore 16.00 a Milano. In epoca di finto pacifismo, e di veri antiamericanismo e anticapitalismo, schierarsi in difesa dello Stato e del popolo ucraino aggrediti dalla Russia significa schierarsi in difesa dei valori liberali e democratici su cui si fonda la cultura occidentale. Valori esplicitamente negati dall’autocrate Vladimir Putin.

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Si apre domani a Sharm El Sheikh la 27esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, comunemente denominata Cop27.




RT @AlsaceRevoltee
🔴Non à la dissolution du Bloc Lorrain ! Rendez vous demain 13h Place Maginot a Nancy.🔴

Le collectif de lutte Le Bloc Lorrain qui œuvre sur toute la région est à son tour menacé de dissolution par G. Darmanin.

Venez leur apporter votre soutien demain à Nancy !
#DirectAN





On November 8, Americans will be called to vote for a variety of federal, State, and local offices. The entire House of Representatives, one third of the Senate, and 36 gubernatorial seats will also be on the ballot.


Caspariae perpetua et firma Libertas


Cospaia, stato anarchico e libero italiano: come nacque e finì, come funzionava l’economia e la vita sociale e quali sono le lezioni che possiamo imparare dalla sua storia.

Nel confine fra l’Umbria e la provincia di Arezzo, sopra una lieve alzatura che fa da contrafforte all' Appennino, sorge il Villaggio di Cospaia, già capo-luogo della repubblica o meglio dello Stato Libero di questo nome, che dal 1440 al 1826 conservò la sua autonomia e indipendenza, quantunque si reggesse senza leggi scritte, senza capi, senza milizie, senza imposte.

La Repubblica di Cospaia fu uno stato anarchico e libero, che per più di quattro secoli, dal 1440 al 1826, venne riconosciuto e rispettato come indipendente dagli stati limitrofi (Stato Pontificio e Repubblica di Firenze).

Oggi vedremo come nacque e finì lo Stato Libero di Cospaia, come funzionava l’economia e la vita sociale e quali sono le lezioni che possiamo imparare da questa incredibile storia italiana.

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Caspariae perpetua et firma Libertas


La Repubblica di Cospaia nacque per errore il 24 febbraio del 1440. In quel giorno venne stipulato un concordato fra Papa Eugenio IV e la Repubblica di Fiorenza (Firenze) per la cessione di alcuni territori dello Stato Pontificio. Le casse erano vuote ed Eugenio IV non si faceva problemi a vendere terreno per pagarsi le numerose spese.

L’errore maldestro venne fatto dai funzionari inviati dal Papa e da Firenze a delimitare i nuovi confini tra i due Stati. Questi avevano ricevuto ordine di segnarli tra il territorio di San Sepolcro e San Giustino, lungo il torrente Rio. Un’operazione apparentemente semplice.

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Se non fosse che di torrenti Rio ce n’erano due: uno settentrionale e uno meridionale. I funzionari dello Stato Pontificio e della Repubblica di Fiorenza, che evidentemente non si parlavano tra loro, segnarono rispettivamente i confini presso il Rio meridionale e quello settentrionale.

In mezzo ai due torrenti, come a formare un triangolo con la base verso il Tevere e la punta verso le colline, rimase così una terra di circa 330 ettari (3km²) che improvvisamente non era più di nessuno. Gli abitanti, circa 350-500 persone, non ci misero molto a rendersene conto, e presto si auto-proclamarono liberi. I due Stati decisero di rispettare questa dichiarazione, non valeva la pena spendere denaro e risorse per farsi guerra su un territorio così piccolo.

Filippo Natali, nel libro “Lo Stato Libero di Cospaia” (1892), descrive così la Repubblica: Un caso pratico di anarchia in mezzo ad una società basata sul principio autoritario il più assoluto […]

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The image of Iran the US. and the Iranian hard line morons and AIPAC propagandists do not want people to see.


Iran, despite 42 years of disastrous leadership is a divided and polarized country. The regime, has a very strong and solid support among the deeply religious, poor and dependent on regime support and some religious nationalists who still see regime as the lesser than many evils.

Unfortunately, any Iranian who dares to mention this and explains it to the world that despite these massive uprisings, the chances of a revolution in Iran is pretty slim and without a middle road, )a compromise between the religious supporters
of the regime, the religious-nationalists and even some of the hard liners and the general population, the liberals, the nationalists and the (not so crazy) left) the only future for Iran is going to be far worse than Yugoslavia or Iraq, more like Libya or Sudan with unimaginable consequences for not only countries in the region, but Europe and even US.

This is a tweet by IRI official, this is what millions of people in Iran still believe in:

Many millions of anti-American protestors came to the streets in cities across Iran today. You won't see this in the western media. You will also not hear that western & Saudi backed rioters & thugs murdered a 40 year old man yesterday by cutting his throat. They're like ISIS.


And the video shared, is not a joke, it is not fake and almost all of them participated in the demonstration by their own free will.

twitter.com/s_m_marandi/status…

#Politics #Iran #IRI #News #Media #Religion




USA: elezioni Midterm 2022, Trump incombe ancora


Dopo un’estate in cui il Partito democratico statunitense è sembrato in grado di gestire il voto di midterm meglio di quanto gli osservatori prevedessero, con l’approssimarsi della scadenza elettorale le cose sembrano essere drasticamente cambiate. A partire da ottobre, la tendenza espressa dai sondaggi sembra, infatti, essersi invertita e, a una settimana dalla consultazione, le […]

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La pena delle pene


Inutile innalzare gli anni di carcere nel tentativo di limitare i reati e disincentivare i criminali. Non è una tesi nuova: la sostenne Cesare Beccaria nel diciottesimo secolo e lo dimostrò, in maniera impareggiabile, suo nipote Alessandro Manzoni… Per ce

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Inutile innalzare gli anni di carcere nel tentativo di limitare i reati e disincentivare i criminali. Non è una tesi nuova: la sostenne Cesare Beccaria nel diciottesimo secolo e lo dimostrò, in maniera impareggiabile, suo nipote Alessandro Manzoni…


Per cercare di fermare o, almeno, disincentivare il crimine, l’esistenza dei criminali e i reati non serve proprio a niente minacciare decenni di carcere. In altre parole, alzare le pene.

Non è una tesi nuova, lo sosteneva Cesare Beccaria nel XVIII secolo. Lo dimostrò spiegandolo in maniera impareggiabile suo nipote, un tale Alessandro Manzoni, nel primo capitolo dei Promessi Sposi, quando prese mirabilmente in giro le “gride”, che erano le leggi spagnole della Milano di allora: erano tante, sempre terribili, sempre tonitruanti. Però quasi nessuno le conosceva. Nessuno le osservava.

Quindi, quello che serve veramente è assicurare la certezza della pena o, comunque, la ragionevole probabilità che un criminale ha di essere condannato. Questo disincentiva il crimine. Mentre vengono promessi 50.000 anni di carcere, ma la probabilità di essere condannato è una su un milione, la cosa lascia abbondantemente il tempo che trova.

Non bisogna pensare che la giustizia penale sia la soluzione per tutto. Portare tutto sempre al penale, avere sempre la galera come minaccia è un errore. Anche questa tesi è largamente presente in scuola e, soprattutto, è il pensiero di un tal Carlo Nordio, attuale Ministro della Giustizia.

È un giurista raffinatissimo, è un cultore del diritto. Anzi specificava Carlo Nordio – grazie alla sua esperienza di Pubblico Ministero – che se si continua ad alzare la pena il risultato è che il giudice di merito, cioè quello che deve irrogare la pena, che deve condannare e stabilire a quanto ammonta la pena, finisce inevitabilmente col buttarsi sul lato basso, sul lato inferiore della pena, perché quello maggiore è irragionevole.

Tutto questo, ripeto, è pacifico in scuola e nella realtà. Ma quando parte la propaganda politica nulla è più irresistibile dal fare nuove leggi, immaginare nuovi reati e proporre l’aumento delle pene, perché è un modo per raccontare all’opinione pubblica che si tiene il pugno duro.

Poi, ripeto, la realtà va abbastanza per i fatti suoi. Guardate cosa è successo all’ormai celebre rave party nei pressi di Modena: se ne sono andati tutti con la coda fra le gambe e se ne sono andati non in ragione del pugno duro, ma di un intervento molto ragionevole, per il quale bisognerebbe solo che complimentarsi con le autorità locali, che sono intervenute dicendo: “Qui ci sono delle mura pericolanti, correte un rischio enorme. Naturalmente, se succede qualcosa, la responsabilità e di chi organizza. Che vogliamo fare?”

Se ne sono andati. ci si ricordi di questo, perché sono passaggi importanti per gli organizzatori di quella roba lì possono essere – e, secondo me, devono essere – portati in giudizio anche senza il bisogno di nuove leggi. Hanno occupato suolo di altri, pubblico o privato che sia, senza autorizzazione. Hanno occupato un immobile di altri, senza alcuna autorizzazione e, per giunta, senza rispettare le norme di sicurezza e quelle igienico-sanitarie. Lo hanno fatto a scopo di lucro, perché vendevano i biglietti per l’ingresso. Ancora, si trattava di un ambiente in cui erano liberi ed abbondanti lo spaccio, il commercio e l’uso di droga.

Voglio dire: ce n’è di che far processi. Il tema è: funziona la giustizia? Ecco quest’ultimo capitolo sembra essere la cosa più difficile da spiegare agli elettori, ai cittadini, al popolo. Nessuno si può prendere questo mestiere. Vogliono tutti prendersi il mestiere o della comprensione o del punire duramente.

Ma a che serve se la giustizia non funziona? La delinquenza organizzata è più alta, dove la giustizia funziona meno. Questo sembra essere un argomento negletto. Da questo potete capire come va a finire al prossimo giro: nuove pene, nuovi reati, nuove severità. Però lo spaccio continua in tutte le piazze d’Italia.

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USA: le priorità degli americani nelle elezioni di Midterm


Nelle decisioni di voto degli americani, per il 79% la priorità è l'economia che considerano sta andando male. Forte motivazione alla partecipazione al voto per l'80% degli intervistati. Severo il giudizio sulla campagna elettorale: i candidati non avrebbero spiegato bene cosa intendono fare se eletti

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If energy is the lifeblood of economic development, Africa does not fall short in potential. Yet, managing energy consumption is also the bone of contention in discussions on the steps to take to face the reality of climate change.


Borsa: canapa, chiusura negativa per Canada e positiva per gli Stati Uniti


Le due principali piazze borsistiche mondiali nel settore della produzione, trattamento e commercializzazione della canapa, ovvero Canada e USA, questa settimana chiudono con valori discordanti, in modo positivo per quanto riguarda la Borsa statunitense che recupera terreno in materia di quotazione dei titoli canapa e cannabis mentre -invece- la borsa canadese chiude con un vistoso […]

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Elezioni di Midterm 2022: l’impatto sulla politica estera USA


Con l’avvicinarsi del giorno delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti, il popolo americano si prepara a votare per decidere chi vincerà tutti i 435 seggi alla Camera, 35 dei 100 seggi al Senato e 36 dei 50 governatori. I midterm sono un vero banco di prova per il presidente a metà del suo […]

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Il piano di Washington per smantellare la Russia


L’ostilità di Washington nei confronti della Russia ha una lunga storia che risale al 1918, quando Woodrow Wilson dispiegò oltre 7.000 soldati in Siberia come parte di uno sforzo alleato per annullare le conquiste della rivoluzione bolscevica. Le attività dell’American Expeditionary Force, che è rimasta nel paese per 18 mesi, sono svanite da tempo dai […]

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La COP27 si apre in Egitto in un clima reso cupo dalla guerra e dalle divisioni. Cruciale la questione del ‘loss and damage’ e Guterres avverte: “Sulla strada per il caos climatico”.


At last, day broke in Israel. After a long night spent counting double envelopes, hoping they contained the votes needed by Meretz and Balad to reach the threshold, the dawn announced Benjamin Netanyahu's return.


Business as usual?Si è svolto oggi a Pechino l’atteso incontro fra Olaf Scholz e Xi Jinping. Il cancelliere tedesco, primo leader occidentale a incontrare il presidente cinese dopo la sua riconferma, si è recato in Cina accompagnato dai big dell’indu…


Opposti giustizialismi


La giustizia va maneggiata con molta cura. Se si vuol far rispettare le leggi occorre anche che si legiferi in modo rispettabile. E se si vuole essere rispettati nei propri diritti si deve cominciare con il rispettare quelli degli altri, specie se avversa

La giustizia va maneggiata con molta cura. Se si vuol far rispettare le leggi occorre anche che si legiferi in modo rispettabile. E se si vuole essere rispettati nei propri diritti si deve cominciare con il rispettare quelli degli altri, specie se avversari.

Fare un decreto legge, sostenendone l’urgenza, e dopo poche ore affermare che il Parlamento potrà modificarlo (bella scoperta), anche perché contiene degli errori, è già grottesco. Avere detto di volere escludere le intercettazioni, invece rendendole possibili, è fantozziano. Partire volendo depenalizzare e cominciare con un nuovo reato è surreale.

Intanto giornalismo e opposizioni scoprono che fra il personale di governo vi è chi ha pendenze giudiziarie di varia natura, perdendo l’ottima occasione per ricordare la presunzione d’innocenza e la civiltà che impone di rispettarla.

Una gara fra opposti giustizialismi che ben spiega come ci si sia ridotti con una giustizia non funzionante e corporativizzata. Ditevi di smetterla. Potete solo perderci.

La Ragione

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USA: cosa succederà nel martedì del Midterm


Il pacchetto di incarichi in palio, la posta in gioco per democratici e repubblicani, i rischi per Biden, il dietro i sondaggi

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La Camera USA è vecchia, e i congressisti troppo pochi


Perché la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha 435 seggi e come potrebbe cambiare. Nel secolo scorso, la capacità di ogni singolo membro della Camera di rappresentare veramente i propri elettori è stata diluita

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#laFLEalMassimo – Episodio 75: Istruzione e merito


Nuovo episodio della FLE al Massimo, spiace molto che alla riapertura di questa rubrica i bombardamenti sui civili in Ucraina siano ancora in corso e l’invasore russo non sia stato ancora definitivamente respinto, nonostante ci siano stati importanti pass

Nuovo episodio della FLE al Massimo, spiace molto che alla riapertura di questa rubrica i bombardamenti sui civili in Ucraina siano ancora in corso e l’invasore russo non sia stato ancora definitivamente respinto, nonostante ci siano stati importanti passi avanti.

Questa rubrica conferma il sostegno alla nazione aggredita e si auspica che il conflitto possa terminare quanto prima con la riconquista da parte del paese invaso della propria integrità territoriale, della libertà dei propri cittadini e che questo possa essere coronato dall’accoglimento prima nella NATO e poi nell’Unione Europea

Spiace anche che ogni volta che si prova a parlare di merito in questo paese si debba necessariamente scadere in male intese e ideologicamente distorte considerazioni sull’uguaglianza.

Premetto di non aver nessuna affiliazione o affinità con i partiti che sostengono il governo presieduto dall’onorevole Giorgia Meloni, di non averli votati e di ritenermi in linea di massima distante da molti dei valori che questi rivendicano dal nazionalismo, al sovranismo passando per alcuni confusi elementi di identità culturale.

Tuttavia non condivido gli attacchi e le discussioni emerse non appena la parola merito è stata accostata all’istruzione nella nuova denominazione del ministero. E’ di tutta evidenza che la meritocrazia, senza un livellamento delle posizioni di partenza costituirebbe solo un maggior vantaggio per chi si trova già in una posizione privilegiata. Lo scopo dell’istruzione dovrebbe invece essere l’opposto, la realizzazione di quel ascensore sociale che putroppo manca e di cui il paese ha un disperato bisogno.

Ma una volta che a tutti sono state garantite pari opportunità di competere, compensando gli svantaggi di chi non ha avuto la ventura di nascere in una famiglia o in una località fortunate è solo il riconoscimento obbiettivo del merito individuale che porta alla realizzazione di una società più giusta, più civile e a una distribuzione più equa delle risorse.

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