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Ministero dell'Istruzione
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Matteo Messina Denaro, la cattura dell’ultimo degli stragisti
Gli occhiali a goccia, quelli di sempre. Stempiato, un po’ appesantito, vaghissima somiglianza con il Matteo Messina Denaro giovane immortalato in una delle rarissime fotografie disponibili. Anche per Totò Riina e Bernardo Provenzano è stato così. L’ultimo dei cosiddetti ‘stragisti’ ancora libero. Di quel feroce gruppo di ‘corleonesi’ che a colpi di kalashnikov e bombe ha sterminato […]
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Per non dimenticare che la guerra è morte e lascia sempre povertà e devastazione: How to Defeat an Army di Brad Wolf
HOW TO DEFEAT AN ARMY DI BRAD WOLF
@Politica interna, europea e internazionale
...Il rapporto* afferma: “Gli Stati Uniti e il Giappone perdono dozzine di navi, centinaia di aerei e migliaia di militari. Tali perdite danneggerebbero la posizione globale degli Stati Uniti per molti anni. Sebbene l'esercito di Taiwan sia intatto, è gravemente degradato e lasciato a difendere un'economia danneggiata su un'isola senza elettricità e servizi di base. Anche la Cina soffre pesantemente. La sua marina è allo sfascio, il nucleo delle sue forze anfibie è spezzato e decine di migliaia di soldati sono prigionieri di guerra”.
Degradato. Un'economia danneggiata. Perdite. Il rapporto si riferisce a un numero enorme di uomini, donne e bambini massacrati da bombe e proiettili, di economie e mezzi di sussistenza catastroficamente distrutti, di paesi devastati da anni. Non affronta nemmeno la probabilità di uno scambio nucleare. Le sue parole sono prive di realtà, senza vita, senz'anima. Questi tecnocrati-zombi non fanno la guerra solo alle persone, ma anche alla ragione, alle emozioni umane.
Ci vuole un poeta per dire la verità. La poesia non riconosce l'ideale ma il reale. Taglia fino all'osso. Non sussulta. Non distoglie lo sguardo.
They died and were buried in mud but their hands protruded.
So their friends used the hands to hang helmets on.
And the fields? Aren’t the fields changed by what happened?
The dead aren’t like us.
How can the fields continue as simple fields?
* si tratta del rapporto pubblicato dal Center for Strategic & International Studies (CSIS) intitolato "The First Battle of the Next War: Wargaming a Chinese Invasion of Taiwan". Questo "Think Tank" ha condotto 24 iterazioni di giochi di guerra in cui la Cina invade Taiwan
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Ben(e)detto – 17 gennaio 2023
Dalla Bielorussia al Sudafrica. Perché preoccuparsi delle esercitazioni russe
Le forze armate russe e bielorusse si addestreranno insieme in una serie di esercitazioni aeree sul territorio di Minsk fino a febbraio. Manovre che preoccupano Kiev, che teme possano fornire la copertura per una nuova offensiva da nord. Intanto, navi russe si eserciteranno insieme a unità cinesi a largo delle coste del Sud Africa
@Notizie dall'Italia e dal mondo
formiche.net/2023/01/mosca-min…
Dalla Bielorussia al Sudafrica. Perché preoccuparsi delle esercitazioni russe
Le forze armate russe e bielorusse si addestreranno insieme in una serie di esercitazioni aeree fino a febbraio. Manovre che preoccupano KievMarco Battaglia (Formiche.net)
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Giappone-India: esercitazione aerea congiunta in corso a nord di Tokyo
I legami di difesa tra India e Giappone sono pronti a entrare in una nuova fase grazie alle prime esercitazioni congiunte che vedono l’impiego di aerei da combattimento. Notizia che arriva in un momento complesso e delicato per la regione indo-pacifica a causa della crescente assertività cinese, che spinge sempre più Tokyo a rafforzare le sue collaborazioni di Difesa con diversi Paesi.
@Notizie dall'Italia e dal mondo
formiche.net/2023/01/sinergia-…
Sinergia militare tra Giappone e India. I caccia volano insieme
I legami di difesa tra India e Giappone sono pronti a entrare in una nuova fase con le prime esercitazioni congiunte con jet da combattimentoGaia Ravazzolo (Formiche.net)
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#uncaffèconluigieinaudi☕ – I liberali vogliono che
I liberali vogliono che la spada della legge scenda, inesorabile, su coloro i quali hanno costruito attorno alla propria impresa una trincea, per impedire l’accesso altrui a quel campo chiuso.
da Il nuovo liberalismo, “La città libera”, 15 febbraio 1945
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Nel mondo, poche idee, ma ben confuse
Parlavo l’altro giorno dello stato confusionale del nostro Governo, sempre più evidentemente fatto di dilettanti rancorosi allo sbaraglio, che si odiano e stanno insieme solo per convenienza nell’illusione che noi non ci accorgiamo di tutto ciò e ciò che accade ogni giorno, mi conferma nell’idea. Certamente, è addirittura evidente alla virile Presidente Giorgia Meloni, che […]
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Quanti rifugiati ucraini torneranno a casa?
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022 ha creato la più grande crisi di rifugiati in Europa dalla seconda guerra mondiale. Mentre da allora milioni di rifugiati ucraini sono tornati a casa, quasi 2,9 milioni si sono trasferiti in Russia, secondo i dati dell’ottobre 2022, e circa 7,9 milioni sono stati registrati in […]
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Ben(e)detto – 14 gennaio 2023
Una casa per i liberali
Sabato a Milano la prima della costituente liberale. Calenda e Renzi ci sono
Era il 1945. Il Fascismo era stato sconfitto militarmente, ma non culturalmente, il comunismo avanzava sotto le spoglie apparentemente bonarie del Pci e il Partito d’azione aveva già esibito, con rispetto parlando, tutto il proprio snobbismo. Luigi Einaudi prese carta e penna e scrisse righe importanti inneggiando al “secondo risorgimento” italiano esplicitamente rivolto agli intellettuali e ai giornalisti di cultura liberale. Si legge: “Non è più il tempo dei chiostri del primo medioevo… oggi è il tempo dei missionari. Ma la maggioranza di noi continua a parlare come ieri. E scende nella lotta politica – che è il proselitismo – con lo stesso linguaggio che userebbe a una riunione di iniziati: un linguaggio che per il pubblico è un rumore affaticante, incomprensibile, che lo annoia, che lo scoraggia, che lo allontana”. L’esortazione è chiara. I liberali debbono mettersi in gioco, affermare i propri valori e difendere i propri principi preoccupandosi di renderli, nei limiti del possibile, popolari. Le democrazie, funzionano così. Senza la capacità di fare “proseliti” anche le migliori tra le idee ristagnano e prima o poi avvizziscono.
Nel corso della Prima repubblica, il Partito liberale italiano e il Partito repubblicano inastarono le bandiere del liberalismo, ma lo fecero da posizioni a dir poco minoritarie. Parteciparono ai governi con la Democrazia cristiana, ma di sicuro non riuscirono a condizionarne radicalmente l’approccio ai problemi dello Stato e a quelli dei cittadini. Con la cosiddetta Seconda repubblica si cambiò strategia. Si provò a fare quel che il fondatore della Fondazione Luigi Einaudi, l’allora segretario del Pli Giovanni Malagodi, riteneva inopportuno, per non dire impossibile. Si provò a condizionare da dentro culture politiche oggettivamente illiberali. Pattuglie di intellettuali più o meno conclamatamente liberali permearono, di conseguenza, Forza Italia, sperando di condizionare anche Alleanza nazionale. La stessa cosa, pur se in forma minore, avvenne a sinistra con il Pds, con i Ds e infine col Pd. Non si può dire sia stato un successo.
Se il metodo liberale consiste in un approccio realista e competente ai problemi, e se l’obiettivo dei liberali è quello di dare a ciascun cittadino le stesse possibilità di partenze per realizzarsi materialmente e spiritualmente riducendo al minimo i privilegi, le consorterie e i monopoli, per onestà intellettuale va detto che l’obiettivo è stato fallito.
Nasce su questi presupposti la costituente liberale che si è tenuta sabato a Milano. Ospiti i leader del Terzo polo Calenda e Renzi, le molte anime della diaspora liberale sembrano aver deciso di superare antichi rancori, pregiudizi e personalismi per dare corpo ad un’unità politica considerata necessaria al futuro dell’Italia. Il tentativo è ambizioso, gli esiti incerti, il metodo e le scelte strategiche, come tutti i metodi e come tutte le scelte strategiche, discutibili. Ma se non altro qualcosa si muove sul campo oggi arido delle idee e delle identità politiche.
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Emirati Arabi Uniti: mercato immobiliare senza rivali?
Se il settore immobiliare è qualcosa su cui basarsi, Dubai sta lottando per difendere il suo status di centro del Medio Oriente contro gli sforzi sauditi per sostituirlo. L’insistenza dell’Arabia Saudita affinché le società che svolgono attività legate al governo nel Paese, molte delle quali hanno la loro base regionale a Dubai, trasferiscano i loro […]
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VIDEO. Raid esercito israeliano a Dheisheh. Ucciso un 14enne, arrestata ed espulsa una italiana
della redazione
Pagine Esteri, 16 gennaio 2023 – Un palestinese di 14 anni, Omar Al Khamour, è deceduto poco dopo essere stato ferito gravemente questa mattina da colpi sparati dell’esercito israeliano durante un raid nel campo profughi di Dheisheh (Betlemme). ll Ministero della Salute palestinese ha riferito che il ragazzo è stato colpito alla testa. I suie funerali si sono già svolti. Il 3 gennaio, sempre a Dheisheh, era stato ucciso in un’altra incursione di soldati israeliani, un 15enne, Adam Ayyad.
Sabato scorso tre palestinesi erano stati uccisi in seguito a scontri con forze israeliane in Cisgiordania. Due, il 24enne Izz Eddin Basem Hamamreh e il 23enne Amjad Adnan Khalilieh erano membri del Jihad islamico. Il terzo, Yazan Al-Jaabari, 20 anni, è morto per le ferite riportate il 2 gennaio quando fu colpito da fuoco israeliano. Ieri inoltre è stato ucciso un palestinese che, secondo la versione fornita dalle autorità israeliane, aveva tentato di accoltellare dei militari.
Nel raid di questa mattina a Dheisheh i soldati israeliani hanno anche arrestato una italiana, Stefania Costantini, che si trovava nel campo per attività di volontariato e solidarietà. La donna si trovava a casa di amici, come mostra una foto diffusa da palestinesi in rete, è stata portata via a spalla dai militari. Ha avuto il tempo solo di prendere il passaporto e il telefono. Nel pomeriggio è stata espulsa dalle autorità israeliane ed imbarcata su di un volo da Tel Aviv per Roma. Pagine Esteri
GUARDA IL VIDEO
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La fine della cooperazione climatica USA-Cina
I campanelli d’allarme della crisi climatica suonano da anni. C’è un crescente consenso tra gli scienziati del clima sul fatto che sia indispensabile mantenere l’aumento della temperatura media globale entro 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali. Ma in quanto maggiori emettitori mondiali di gas serra, gli Stati Uniti e la Cina non hanno cooperato […]
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Gettare le basi per una soluzione in Ucraina
Dall’invasione russa dell’Ucraina lo scorso febbraio, gli Stati Uniti si sono battuti per due obiettivi primari: impedire a Putin di soggiogare nuovamente il Paese e mettere il governo ucraino in una posizione forte per negoziare un accordo che garantisca la sua indipendenza e sovranità. Dopo più di dieci mesi di questa guerra in corso, abbiamo […]
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Un lungo blocco per i voli in America. Ma è stato un guasto?
Deve essere stato un momento molto difficile per il popolo americano vedere a terra 4.000 aerei per cinque ore con rotte cancellate e forse un milione di passeggeri rimasti attoniti a seguire i tabelloni elettronici vuoti di qualsiasi spiegazione. Il trasporto aereo negli Stati Uniti non è considerato uno strumento elitario come ancora sembra in […]
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Casa e casasotto
“L’Europa vuole mettere le mani sulle nostre case, ci vuole portare via le case!” “C’è una patrimoniale mascherata che stanno imponendo al cittadino inerme europeo!” Anzi no, a quello italiano. Ci si esprime ormai per continenti: l’Europa. Non è chiara l’idea che si chiami Unione Europea, che la Direttiva non ci sia ancora, che al Consiglio Europeo è passata con il consenso del Governo italiano, il Governo Meloni. La patrimoniale mascherata in Italia la paghiamo già, è quella porcheria che si chiama tasi, per cui si paga sulla spazzatura non in ragione della spazzatura, bensì in ragione dei metri quadrati. I soldi di questa tassa vanno a municipalizzate che lavorano in regime di monopolio largamente disfunzionali e inefficienti a cominciare dalla capitale, Roma, dove abito e pago uno sproposito di tasi e con la spazzatura ci faccio anche amicizia perché continuo a guardarla dalla finestra come Giulietta guardava Romeo.
“Ci impoveriscono, ci portano via i soldi perché vogliono imporci delle cose!” “Quando mai si è visto che qualcuno ti impone delle cose a casa tua?” Qui! Ora, ieri, sempre. Ma perché a casa si può avere un impianto elettrico qualunque? No, deve essere a norma. Se l’impianto elettrico non è a norma, per ragioni di sicurezza, la casa non si puoi mettere a reddito. Questo è ciò che è stabilito dalla legge italiana. Le caldaie devono essere a norma, è un’imposizione, con in più anche il controllo periodico che si chiama “bollino blu”.
Ma veniamo al dunque: la Direttiva non c’è ancora, come dicevamo, è in discussione al Parlamento Europeo e riguarda tutti gli immobili d’Europa, non solo quelli italiani. In Europa l’85% degli immobili sono stati finiti di costruire prima dell’inizio di questo secolo, che non è tantissimo che è iniziato, ma comunque sono immobili datati. Non è che quelli italiani sono più vecchi degli altri per principio, non è che abitiamo nelle case dell’Impero Romano, quelle che derivano dal Settecento e dall’Ottocento ci sono anche in Francia, in Germania, le altre si chiamano monumenti. Il 75% avrà bisogno di interventi, quindi vale per tutti. Perché la “cattivissima Europa” mi vuole portare via i mattoni? Il problema non è questo. L’Italia è il solo paese europeo in cui gli immobili non sono aumentati di valore, perché l’Italia è il paese in cui i redditi non sono aumentati, perché la produttività è stagnante, etc.
In Francia, siccome l’idea è quella di arrivare a neutralità nel 2050, ma anticipare al 2030 per gli immobili, a Parigi hanno deciso di farlo entro il 2025. Non sono masochisti, puntano ai soldi, e fanno bene perché investire nel risparmio energetico di un immobile significa aumentare il suo valore patrimoniale e diminuire il suo costo di gestione, quindi è un buon affare. Allora, anziché stare lì a delirare di cose che non stanno né in cielo in terra, perché non ci occupiamo di questioni più semplici? Occorrono sgravi fiscali, non spesa, non quella porcheria del 110%. A proposito, tutti i soldi che abbiamo buttato al 110% cos’erano? Efficientamento energetico? Facciate? Bene! E questo sarebbe il paese che dice che non si deve spendere. Lo trovo ridicolo.
Allora non spediamo. Le agevolazioni fiscali sono un guadagno per lo Stato perché se si agevolano i lavori in un tempo congruo (perché tanto in un anno è impossibile dato che non ci sono abbastanza imprese) con lo sgravio non si hanno costi esorbitanti, gli immobili aumentano di valore e quando sarà il momento della compravendita lo Stato incasserà di più, quindi riprenderà parte dei soldi che non aveva incassato prima. Ma che volete, bisogna essere contro l’Europa. Parentesi finale: ratificano il Mes, il che spiega tutte queste chiacchiere inutili sugli immobili. Si sono dovuti rimangiare l’opposizione al Mes.
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Nei topi, la rigenerazione delle punte delle dita mancanti dei piedi può avvenire grazie all'aiuto delle cellule alla base dell'unghia
La rigenerazione delle punte delle dita mancanti dei piedi può avvenire grazie all'aiuto delle cellule alla base dell'unghia.
Le cellule mesenchimali associate alle unghie contribuiscono e sono essenziali per la rigenerazione della punta delle dita dorsali.
Lo studio di Neemat Mahmud, Christine Eisner, Sruthi Purushothaman, Mekayla A. Storer, David R. Kaplan e Freda D. Miller è stato pubblicato su Science Direct.
Dalle analisi effettuate sul mesenchima induttivo dell'unghia, la base dell'unghia sembrerebbe essere essenziale per la rigenerazione della punta del dito dei mammiferi.
La firma trascrizionale per queste cellule che include Lmx1b è stata individuata e mostra che il mesenchima dell'unghia che esprime Lmx1b è essenziale per la formazione del blastema.
La rigenerazione delle punte delle dita mancanti dei piedi può avvenire grazie all'aiuto delle cellule alla base dell'unghia.
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VIDEO. Raid esercito israeliano a Dheisheh. In fin di vita un 14enne, arrestata una italiana
della redazione
Pagine Esteri, 16 gennaio 2023 – Un palestinese di 14 anni, Omar Al Khamour, è stato ferito gravemente questa mattina da colpi sparati dell’esercito israeliano durante un raid nel campo profughi di Dheisheh (Betlemme). ll Ministero della Salute palestinese ha riferito che il ragazzo è stato colpito alla testa e le sue condizioni appaiono critiche. Il 3 gennaio, sempre a Dheisheh, era stato ucciso in un’altra incursione di soldati israeliani, un 15enne, Adam Ayyad.
Sabato scorso tre palestinesi erano stati uccisi in seguito a scontri con forze israeliane in Cisgiordania. Due, il 24enne Izz Eddin Basem Hamamreh e il 23enne Amjad Adnan Khalilieh erano membri del Jihad islamico. Il terzo, Yazan Al-Jaabari, 20 anni, è morto per le ferite riportate il 2 gennaio quando fu colpito da fuoco israeliano. Ieri inoltre è stato ucciso un palestinese che, secondo la versione fornita dalle autorità israeliane, aveva tentato di accoltellare dei militari.
Nel raid di questa mattina a Dheisheh i soldati israeliani hanno anche arrestato una italiana, Stefania Costantini, che si trovava nel campo per attività di volontariato. La donna, come mostra una foto diffusa da palestinesi in rete, è stata portata via a spalla dai militari. Le autorità consolari italiane a Gerusalemme stanno seguendo il suo caso. Pagine Esteri
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L'articolo VIDEO. Raid esercito israeliano a Dheisheh. In fin di vita un 14enne, arrestata una italiana proviene da Pagine Esteri.
VIDEO. Raid esercito israeliano a Dheisheh. Ucciso un 14enne, arrestata una italiana
della redazione
Pagine Esteri, 16 gennaio 2023 – Un palestinese di 14 anni, Omar Al Khamour, è stato ucciso questa mattina da colpi sparati dell’esercito israeliano durante un raid nel campo profughi di Dheisheh (Betlemme). ll Ministero della Salute palestinese ha riferito che il ragazzo era stato colpito alla testa ed i medici non hanno potuto far nulla per salvarlo. Il 3 gennaio, sempre a Dheisheh, era stato ucciso in un’altra incursione di soldati israeliani, un 15enne, Adam Ayyad.
Sabato scorso tre palestinesi erano stati uccisi in seguito a scontri con forze israeliane in Cisgiordania. Due, il 24enne Izz Eddin Basem Hamamreh e il 23enne Amjad Adnan Khalilieh erano membri del Jihad islamico. Il terzo, Yazan Al-Jaabari, 20 anni, è morto per le ferite riportate il 2 gennaio quando fu colpito da fuoco israeliano. Ieri inoltre è stato ucciso un palestinese che, secondo la versione fornita dalle autorità israeliane, aveva tentato di accoltellare dei militari.
Nel raid di questa mattina a Dheisheh i soldati israeliani hanno anche arrestato una italiana, Stefania Costantini, che si trovava nel campo per attività di volontariato. La donna, come mostra una foto diffusa da palestinesi in rete, è stata portata via a spalla dai militari. Le autorità consolari italiane a Gerusalemme stanno seguendo il suo caso. Pagine Esteri
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Contrattare
Ci sono 591 contratti nazionali di lavoro scaduti, su un totale di 955. La cosa riguarda 6,8 milioni di lavoratori dipendenti, su un totale di 12,8. Il minimo che i sindacati chiedono è il recupero dell’inflazione, più in generale pesa il fatto che i salari italiano sono, in media e da trenta anni, al palo, se non in regresso, mentre in Francia sono cresciuti del 31.1% e in Germania del 33.7. Messa così, non resta che aumentare i salari ben oltre l’inflazione. Ma messa così non funziona affatto.
Cominciamo dall’inflazione. Diversi governanti italiani e qualche significativa voce dal mondo imprenditoriale hanno (inopportunamente) criticato la Banca centrale europea per il rialzo dei tassi d’interesse, destinato a contrastare l’inflazione. La Bce sbaglia, dicono, perché l’inflazione europea è importata e aumentare i tassi non la farà scendere, mentre rallenta la crescita. Sempre che non inneschi la recessione. Purtroppo, però, l’inflazione di base, quella interna e non importata, è proprio quella che non accenna a scendere e si colloca oggi attorno al 5%. Se i salariati recuperassero il potere d’acquisto perso con l’inflazione ciò comporterebbe una spinta inflattiva, pertanto taluni chiedono, accorgendosene o meno, una cosa e il suo contrario.
Ma mettiamo che questo problema non esista e prendiamo come esempio il contratto della scuola, che riguarda all’incirca 900mila persone. Sono disponibili subito 300 milioni, più altri 100, per finanziare i rinnovi, ma questo solo a patto di prendere i soldi che erano stati accantonati, dal governo Draghi, per premiare il merito. Quindi, se si usano per il contratto di tutti, si cancellano per il merito di molti. Dopo avere iscritto il merito nel nome del ministero, un suggestivo testacoda.
Altro esempio illuminante, il contratto dei collaboratori domestici. Qui i numeri sono più scivolosi, ma siamo intorno ai 2 milioni di lavoratori. L’inflazione colpisce tutti, ma per i salari più bassi può comportare rinunce dolorose. E questi lavoratori hanno salari bassi. Solo che a pagarli non è il “kapitale” o il “padronato”, bensì le famiglie, abitate da altri lavoratori. Se recuperano l’inflazione i dipendenti si impoveriscono i datori, che magari non la recuperano. Si aggiunga che i numeri sono scivolosi perché quasi il 59% di questo mercato è irregolare. Il che non è dovuto solo a “normale” evasione, ma anche a distorsione fiscale: se il reddito del dipendente cresce “troppo” egli perde benefici d’esenzione, per cui è spesso il dipendente stesso a chiedere l’irregolarità. E se si sta parlando di una persona che ha guadagnato la fiducia della famiglia, magari badando ad un anziano, rinunciarci e sostituirlo è difficile.
Rimettendo in fila i pezzi: a. l’inflazione c’è, erode il potere d’acquisto, inseguirla è molto pericoloso, quindi non ha senso scagliarsi contro le politiche anti inflattive; b. è vero che i salari non hanno tenuto il passo europeo, ma neanche la produttività l’ha tenuto; c. se vogliamo che le cose funzionino dobbiamo piantarla di credere sia giusto pagare tutti allo stesso modo e per anzianità, ma serve accantonare quattrini per premiare il merito; d. se per accontentare il lavoratore si finisce con l’accoppare il datore il salario sparisce.
Ciò comporta, proprio ora che si rinnovano i contratti, ove si voglia cambiare e riprendere a far correre sia i salari che la produttività, capire che i primi non sono indipendenti dalla seconda. Come capire che non possono essere indipendenti le pensioni e se continuiamo a favorire i pensionamenti il mitico “cuneo fiscale” non cala manco a cannonate. Legare il salario alla competitività, il premio al raggiungimento dei risultati, aiuterebbe a vivere in un mercato più giusto, più rispettoso delle persone e più dinamico. Il sindacato avrebbe il diritto/dovere di vigilare il nesso. Le imprese di investire. Il governo avrebbe il dovere di eliminare gli ostacoli. Rivendicare senza riformare porta a stagnare, impoverendo tutti.
La Ragione
L'articolo Contrattare proviene da Fondazione Luigi Einaudi.