La strana ambivalenza di Israele sull’Ucraina
Attualmente ci sono solo due capi di stato ebrei nel mondo. Il primo, non a caso, guida Israele. Il secondo è Volodymyr Zelensky, il Presidente dell’Ucraina. Non vanno d’accordo. L’affiliazione religiosa di per sé non determina alleanze politiche o militari. Molte guerre hanno contrapposto cristiani contro cristiani e musulmani contro musulmani. Ma ci sono solo […]
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Palestina: aumenta la violenza mentre la visita di Blinken non fornisce risposte
Un uomo è stato ucciso lunedì in Cisgiordania dalle forze israeliane. Secondo il ministero della Sanità palestinese, è stato colpito alla testa. Ciò è accaduto poco prima dell’arrivo in Israele del Segretario di Stato americano Antony Blinken. Blinken ha incontrato lunedì il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e oggi il Presidente palestinese Mahmoud Abbas. Sabato, […]
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#IscrizioniOnline, cosa hanno scelto studentesse, studenti e famiglie per l’anno scolastico 2023/2024? Nelle card un approfondimento dei dati relativi agli Istituti Tecnici e agli Istituti Professionali.
Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.
Ministero dell'Istruzione
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Svezia e Finlandia nella NATO: pace più lontana in Ucraina
Lunedì il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che non sosterrà l’offerta della Svezia alla NATO dopo le proteste del fine settimana a Stoccolma da parte di un gruppo filo-curdo e di un attivista anti-islamico. Lo scorso maggio, Svezia e Finlandia avevano presentato domanda formale per aderire all’alleanza, ma Ankara ha minacciato di porre […]
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Tigray, la guerra genocida più atroce degli ultimi anni & il mutismo dei media italiani
Ieri sera, 30 gennaio 2023 il TG1 parla di Etiopia, di cambiamento climatico, di territori e popolazione senza acqua e nemmeno per 1 minuto della guerra del Tigray, 2 anni di guerra genocida, pulizia etnica confermata sul popolo tigrino, crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati su milioni di persone nello stato regionale settentrionale dell’ Etiopia: accesso umanitario bloccato per volontà politiche, fame e stupri usati come armi di guerra. Si parla di più di 600.000 morti per massacri, bombardamenti aerei, prigionieri di guerra bruciati vivi per vendetta, civili uccisi da attacchi droni o per mancanza di cibo e cure mediche.
In Tigray sono milioni gli sfollati che non possono tornare a casa, chi vive oggi nei campi IDP, per sfollati interni, rischia comunque per mancanza di supporto umanitario, alcune aree ancora assediate dalle truppe eritree che hanno invaso l’Etiopia con la connivenza tacita del governo etiope.
…e il TG1 confessa!
La confessione della RAI, servizio pubblico, che dichiara:
“Guerra del Tigray, che si è combattuta per 2 anni nell’indifferenza del mondo intero…” (compreso la RAI che si sveglia solo oggi dopo più di 2 anni con 4 parole)
Ne parla SOLO OGGI in maniera parziale, facendo un mashup con altri contesti, parla della “guerra più atroce degli ultimi anni” e ne parla nemmeno per 1 minuto con una notizia flash di striscio, dichiarando anche dettagli errati.
L’accordo di tregua “cessazione ostilità” (e non di pace) è stato siglato NON da alcune settimane: fra qualche giorno (3 febbraio) saranno 3 mesi dalla firma a Pretoria.
Ancora oggi, nonostante l’accordo medici, materiale umanitario, sanitario, alimenti e salvavita è bloccato in alcune zone perché ancora assediato dai soldati eritrei.
I giornalisti e i medici sono ancora con le mani legate: i primi perché non hanno ancora accesso per poter documentare (quel che resta di prove e contesti ormai contaminati dal troppo tempo passato) e i secondi proprio perché sono ancora in attesa di supporto logistico e materiale igienico sanitario per i loro pazienti.
NON è servizio pubblico… sono “scoop” che redazioni condividono seguendo linee editoriali politicizzate e faziose.
VERGOGNA!!!!
(minuto 25’35”)
FONTE: rainews.it/notiziari/tg1/video…
Ucraina: Polonia, guida della risposta europea all’invasione russa
La Germania e gli Stati Uniti hanno recentemente fatto notizia decidendo di inviare carri armati in Ucraina. Tuttavia, l’eroe sconosciuto dietro questa decisione storica era in realtà la Polonia. I leader polacchi sono stati determinanti negli sforzi per persuadere Berlino in particolare della necessità di fornire all’Ucraina carri armati moderni. Questo è stato l’ultimo esempio […]
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La guerra in Ucraina sta andando verso una ‘soluzione coreana’?
Il salasso in Ucraina continua senza fine. I rischi di continue vittime, che ora superano probabilmente il mezzo milione, insieme alla conseguente spirale di escalation, devono essere fermamente respinti dai leader responsabili. Abbracciare uno ‘scenario coreano’ può fornire la migliore prospettiva sia per il popolo ucraino sia per un ritorno alla stabilità globale. Consentirebbe a […]
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Monica Guerritore racconta ‘Anna’, il film dedicato alla Magnani
Matinée al Teatro della Pergola di Firenze. Buio in sala, silenzio del pubblico ansioso e curioso di assistere ad un evento raro, forse unico nel suo genere, siamo nel Saloncino Paolo Poli, piccole luci si accendono e rischiarano la scena, un tavolinetto rotondo, una sedia e un leggio, è tutto qui, un paio di minuti […]
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Etiopia: nuovi filmati dal Tigray mostrano la distruzione diffusa delle strutture sanitarie
I bisogni umanitari urgenti rimangono nell’Etiopia settentrionale dopo due anni di conflitto che ha danneggiato le infrastrutture sanitarie e interrotto i servizi sanitari pubblici nella maggior parte delle aree. Nella regione del Tigray, fornire le cure mediche di cui c’è tanto bisogno rimane molto difficile poiché molte strutture sanitarie sono state danneggiate o distrutte durante il conflitto. In alcune aree, di conseguenza, i servizi sanitari sono praticamente assenti. Tuttavia, il miglioramento delle condizioni sul terreno ha consentito al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) di accedere ad alcune di queste aree precedentemente difficili da raggiungere con gli aiuti umanitari.
youtube.com/watch?v=Z85IVVKh0G…
“Stiamo solo riuscendo a dare quello che abbiamo nel cuore. Ma non basta, perché vedere i pazienti che vengono per essere curati morire nelle tue mani è molto doloroso”
“Stiamo solo riuscendo a dare quello che abbiamo nel cuore. Ma non basta, perché vedere i pazienti che vengono per essere curati morire nelle tue mani è molto doloroso”, afferma il dott. Erdey Asefa, amministratore delegato dello Yechilla Primary Hospital.
L’assistenza sanitaria all’interno e nelle vicinanze di questi ospedali danneggiati o distrutti è sotto enorme pressione, rendendo difficile il funzionamento del personale sanitario. La loro capacità di curare i pazienti è stata ridotta dagli attacchi alle strutture sanitarie e l’impatto sulla popolazione è devastante. Molte persone sono morte per mancanza di cure mediche e migliaia sono rimaste senza assistenza sanitaria per mesi.
Le ambulanze sono state saccheggiate, vandalizzate e distrutte durante il conflitto. Senza ambulanze per evacuare urgentemente i pazienti che soffrono di condizioni mediche potenzialmente letali, molti sono morti a casa. La Società etiope della Croce Rossa (ERCS), uno dei principali fornitori di servizi di ambulanza nella regione, deve ancora riprendere completamente i servizi in tutto il Tigray a causa della mancanza di forniture logistiche. L’ERCS gestiva oltre 250 ambulanze nel Tigray prima dell’inizio del conflitto, ma ne rimangono solo 82 e molte non sono operative.
“Abbiamo affrontato tante sfide. Una di loro è quella del nostro autista che è stato colpito mentre trasportava una donna incinta”
“Abbiamo affrontato tante sfide. Una di loro è quella del nostro autista che è stato colpito mentre trasportava una donna incinta”, afferma Berhanu Mekonnen Berhe, capo della sezione regionale del Tigray della Croce Rossa etiope.
Le strutture sanitarie e il personale sanitario devono essere protetti da tutte le parti durante il conflitto, in conformità con il diritto internazionale umanitario, anche in mezzo a pesanti combattimenti.
Di fronte a queste enormi esigenze sanitarie, il CICR ha intensificato il proprio sostegno nella regione e nel resto del paese, fornendo assistenza medica urgente e aiutando a ripristinare il sistema sanitario nel Tigray, oltre a rispondere alle crescenti esigenze umanitarie in altre parti del il paese, nei parametri di una situazione umanitaria in rapida evoluzione nelle regioni di Oromia, Afar, Amhara e Somali, dove anche le strutture sanitarie hanno subito danni e distruzioni. Nella parte settentrionale del Paese, in particolare, le aree colpite dal conflitto sono diventate più accessibili, consentendo il supporto necessario per consentire il funzionamento delle strutture sanitarie.
Il CICR ha sostenuto 94 strutture sanitarie in Etiopia nel 2022, di cui 29 nel Tigray. I nostri team hanno offerto servizi di consulenza a più di 400.000 pazienti a livello di salute primaria. Circa 59.800 persone ferite durante i conflitti nelle regioni di Amhara, Afar, Tigray, Oromia e Somali hanno ricevuto assistenza medica dal CICR e quasi 11.500 persone hanno ricevuto servizi di fisioterapia e mobilità.
Per ulteriori informazioni, si prega di contattare:
Alyona Synenko (inglese), CICR Nairobi, Tel.: +254 716 987 265, asynenko@icrc.org
Jude Fuhnwi, CICR Addis, Tel.: +251 94 410 1700 jfuhnwi@icrc.org
SHOTLIST
Luogo: Tigray, Etiopia
Lunghezza VIDEO : 6’12”
Macchina fotografica: Jude Fuhnwi
Data :
Yechilla – 20 gennaio 2023
Mekelle (Intervista a Berhanu, Head ERCS Tigray Branch) – 21 gennaio 2023
Sheraro – 01 dicembre 2022
Adi Daero – 06 dicembre 2022
Sedi:
Yechilla, Sheraro, Adi Daero e Mekelle
Copyright: ICRC accedi a tutti
On Screen Credit : scritta ICRC o logo allegato alla storia
00:00:00,033 –> 00:00:09,933
Paziente che riceve cure fuori dallo Sheraro Primary Health Center
00:00:09,933 –> 00:00:32,466
Colpi vari. Centro sanitario primario Adi Daero distrutto
00:00:32,466 –> 00:00:46,799
Panoramica e inclinazione dell’edificio distrutto allo Sheraro Primary Health Center
00:00:46,799 –> 00:00:53,100
SOUND BITE: Gebremedhin Berhe, infermiera, direttore ad interim dello Sheraro Primary Health Center. Questo edificio era il laboratorio e la cassa. È stato distrutto da un bombardamento.
00:00:53,100 –> 00:01:15,633
Colpi vari. Interni. Materiale sanitario e documenti distrutti allo Sheraro Primary Health Center
00:01:15,633 –> 00:01:27,133
SOUND BITE: Gebremedhin Berhe, infermiera, direttore ad interim dello Sheraro Primary Health Center. Ogni attrezzatura all’interno del laboratorio è stata distrutta e il personale ne è stato fortemente colpito. Dopo il bombardamento, il personale è scappato.
00:01:27,133 –> 00:01:36,900
Non ci sono stati servizi sanitari dopo il bombardamento e abbiamo iniziato a operare solo ora.
00:01:36,900 –> 00:01:46,633
Vari scatti. L’ambulanza danneggiata della Croce Rossa etiope giace sul ciglio della strada ad Adi Kolakul
00:01:46,633 –> 00:01:52,133
SOUND BITE: Berhanu Mekonnen Berhe – Capo della sezione regionale del Tigray, Croce Rossa etiope. Abbiamo avuto così tante sfide e problemi che abbiamo dovuto affrontare.
00:01:52,133 –> 00:01:59,500
Uno di loro, un nostro autista mentre guidava.
00:01:59,500 –> 00:02:03,033
portando con una donna incinta.
00:02:04,400 –> 00:02:13,933
È stato ucciso, gli hanno sparato sulla strada principale mentre stava guidando verso l’ospedale.
00:02:13,933 –> 00:02:22,500
Per un paio d’ore è stato vivo. Non è morto subito.
00:02:22,500 –> 00:02:33,099
Ma è stato incredibile quello che ha fatto in quel momento solo per salvare la vita della donna incinta.
00:02:33,099 –> 00:02:35,866
Con due o tre proiettili in corpo,
00:02:35,866 –> 00:02:47,333
Ha provato a vestirsi da solo e ha cercato solo di guidare l’ambulanza e lui
arrivato in ospedale.
00:02:48,933 –> 00:02:57,833
La donna incinta è stata salvata
vai a nascere in quel momento ma per lui
00:02:58,500 –> 00:03:11,833
non poteva ottenere supporto o assistenza medica
personale a causa della situazione in quel momento era molto difficile da ottenere
personale dopo poco è deceduto.
00:03:11,833 –> 00:03:23,699
Vari scatti. Fori di proiettile sulle finestre e sui muri dello Yechilla Primary Hospital nel Tigray
00:03:23,699 –> 00:03:36,033
Vari scatti. Pazienti che aspettano fuori e vengono assistiti allo Yechilla Primary Hospital.
00:03:36,033 –> 00:03:49,833
Vari scatti. Materiale sanitario danneggiato presso lo Yechilla Primary Hospital.
00:03:50,566 –> 00:03:57,166
SOUND BITE: Dr Erdey Asefa – Amministratore delegato, Yechilla Primary Hospital
Molti medicinali e materiale medico, sono stati saccheggiati e danneggiati.
00:03:57,166 –> 00:04:05,500
Puoi vedere quanti danni sono accaduti al nostro ospedale.
00:04:05,500 –> 00:04:13,233
Abbiamo cercato di fare un inventario di quanti danni sono accaduti al nostro ospedale
00:04:13,233 –> 00:04:20,699
Sono più di 90 milioni di Birr etiopi, hanno cercato di danneggiare e saccheggiare.
00:04:21,333 –> 00:04:25,033
Quindi stiamo soffrendo per la mancanza di rifornimenti
00:04:25,033 –> 00:04:30,666
Quindi stiamo riuscendo… a dare quello che abbiamo nel cuore.
00:04:31,600 –> 00:04:33,500
Ma non è abbastanza,
00:04:33,500 –> 00:04:42,066
Perché vedere i pazienti che vengono per essere curati, morire tra le tue mani è molto doloroso
00:04:42,066 –> 00:05:42,899
Colpi vari, distruzione al centro sanitario primario Adi Daero
00:05:42,899 –> 00:05:59,766
Pan shot, pazienti in attesa fuori allo Sheraro Primary Health Center
00:05:59,766 –> 00:06:12,133
Piano medio, cartello, Sheraro Primary Health Center
FONTE: icrcnewsroom.org/preview/en/20…
La possibile soluzione per l’Ucraina. L’ipotesi del gen. Tricarico
Assumere l’impegno formale che la Nato si fermerà ai suoi confini attuali in cambio del ritiro totale delle truppe russe dall’Ucraina e tutelare i russi di Ucraina con uno status speciale che veda riconosciuti tutti i loro diritti. Questa una ipotesi di soluzione al conflitto russo ucraino, semplice, razionale, del tutto accettabile per le parti in causa. Vediamo perché, cercando al contempo di immaginare i verosimili impedimenti da parte di una comunità internazionale che sembra aver smarrito il buon senso e la volontà di porre fine a una guerra all’ultimo sangue.
Intanto, congelare la geografia della Nato significa probabilmente mantenere una “promessa” a suo tempo fatta a Gorbachev, in virtù della quale l’Alleanza non si sarebbe allargata di un pollice a est. Promessa da qualcuno oggi disconosciuta e comunque mai formalizzata.
Abbiamo visto poi come è andata a finire, una vera e propria migrazione di ormai tredici nuovi membri, dalla Polonia all’ultimo arrivato, il Montenegro, tutti con l’incoraggiamento e il plauso dell’Alleanza e la fissazione, tuttora condivisa e indiscussa, della politica della open door policy.
Lo stop formale all’espansione della Nato non incontrerebbe però l’entusiasmo – per usare un eufemismo – di un immaginabile gruppo di Paesi membri e, soprattutto, dell’azionista di maggioranza. Ma è altrettanto vero che quegli stessi Paesi dovrebbero spiegare con argomentazioni convincenti quale vantaggio ha l’Alleanza, tra l’altro alla ricerca di una identità in parte smarrita, a incorporare la Macedonia del Nord, la Bosnia, il Kossovo o perfino la Georgia, Paesi costituenti nel loro insieme a un vero e proprio campo minato sul cammino della distensione e della stabilità dell’area.
Per contro la Russia, che a più riprese e in tempi diversi aveva percepito, a torto o a ragione, l’allargamento della Nato come una minaccia, denunciandone l’immanenza, e rubricandolo come fattore dirimente per la propria sicurezza, dovrebbe ritenersi pienamente appagata con la chiusura delle porte ad altre candidature ai propri confini. E potrebbe, con buona ragione, portare a casa un risultato più che dignitoso agli occhi dei propri cittadini e della comunità internazionale.
Il vero problema rimarrebbe la condizione dei russi del Donbass e di Crimea, un problema che comunque vada a finire, rimarrà centrale. Prima o poi quindi, a prescindere dall’assetto finale in cui sfocerà il conflitto, le minoranze di etnia russa andranno messe al riparo dalle vecchie e dalle nuove contrapposizioni, dalle vendette per antichi e recenti rancori. Va in altre parole elaborato per loro uno status peculiare che recepisca ogni aspettativa e la tramuti in tutela, proteggendo così da discriminazioni, rivalse, persecuzioni o rappresaglie.
Non sarà agevole ma neppure difficile redigere un protocollo condiviso, garantito dalle Nazioni Unite e applicato sotto la sorveglianza di una forza multinazionale da dispiegare nell’area a cura dei Paesi meno implicati nella diatriba russo ucraina, sotto ogni profilo.
L’alternativa non è al momento in vista, tanto più che nessuno è stato in grado finora di immaginare o proporre uno end state per Russia e Ucraina. O meglio, se si vuole continuare compatti sulla linea indicata dal segretario alla Difesa statunitense, Loyd Austin il 26 aprile a Ramstein e mai smentita o modificata, secondo la quale l’obiettivo è quello di ridurre Putin all’impotenza militare, allora bisognerà che fin d’ora noi europei avviamo una accurata riflessione sulle possibili conseguenze di avere alle porte di casa una Russia in balìa di sviluppi imprevedibili e certamente difficilmente controllabili.
La massiccia perdita di codice Yandex rivela i fattori di ranking del motore di ricerca russo
I dettagli mostrano come il quarto motore di ricerca più grande del mondo classifica le pagine web.
Puoi cercare e fare clic su tutti i fattori sullo strumento di ricerca compilato di Rob Ousbey . Potresti notare che quasi 1.000 dei fattori di ranking hanno il tag "TG_DEPRECATED" e più di 200 sono elencati come "TG_UNUSED". Poiché il codice è del febbraio 2022 ed è stato acquisito nel luglio 2022, la ricerca di Yandex è sicuramente cambiata da allora. Ma la fuga di notizie fornisce uno sguardo raro su come vengono messe insieme le classifiche di ricerca in un sito che serve uno dei paesi più grandi del mondo.
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Migrazione al Cloud e Siti web: il 2 febbraio alle ore 10.00 in programma un webinar per supportare le scuole nell’implementazione dei progetti relativi agli avvisi 1.2 e 1.4.1.
Info ▶️ istruzione.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Migrazione al Cloud e Siti web: il 2 febbraio alle ore 10.00 in programma un webinar per supportare le scuole nell’implementazione dei progetti relativi agli avvisi 1.2 e 1.4.1. Info ▶️ https://www.istruzione.Telegram
Il lettore non ha sempre ragione. La risposta di @valigiablu a una lettrice che non condivide la linea editoriale sulla guerra in Ucraina
IL LETTORE NON HA SEMPRE RAGIONE!
@Giornalismo e disordine informativo
Interessante questo commento di Valigia Blu a una lettrice che accusa il blog di aver adottato una linea editoriale troppo filo-NATO e annuncia di non sostenerla mai più con le proprie donazioni.
Ogni qual volta prendiamo pubblicamente posizione su temi delicati e che dividono l'opinione pubblica, siamo consapevoli del rischio di scontentare le persone, persino di farle infuriare, perdendo magari per strada chi ci ha sostenuto per anni. Tuttavia, uno dei pilastri di Valigia Blu è nel vedere la trasparenza come massima forma di obiettività nell'ecosistema informativo. Su temi a carattere scientifico, o che toccano i diritti umani, il rischio di fare "false balance" (finto equilibrismo, o volendo anche "cerchiobottismo") dietro un'obiettività di facciata è un problema endemico del giornalismo, non soltanto italiano.
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Allo stesso modo sottolineare che "il nemico sta soffrendo" dimostra di non aver capito quello che sta succedendo: se l'aggressore soffre perché si è fatto male, sarebbe complice empatizzare con lui!
Gli unici che stanno soffrendo sono i civili ucraini, inclusi quelli russofoni. Ma nessuno penserebbe mai di chiamare gli uni e gli altri "il nemico"!
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@luigimichielon @Valigia Blu
> i russofoni sono anni ed anni che, quando sale al governo un partito russofobo, vengono "discriminati" dagli ucraini e ci sono stati momenti in cui le comunità russofone sono state sottoposte a qualche discriminazione, soprattutto di natura linguistica, ma proprio la gestione Zelensky è stata particolarmente illuminata da questo punto di vista. Il fatto che si critichi il governo Zelensky su quest'aspetto è ingiusto.
> sapevo,anche qui sbaglierò,che l'Ucraina ha un governo con partiti per cui il concetto di democrazia viene invocato solo ora.
L'Ucraina è un paese corrottissimo e ancora poco avvezzo alla democrazia. Sul primo aspetto, Zelensky stava lavorando molto bene prima dell'invasione russa; sul secondo aspetto c'è ancora molto da fare e la guerra non aiuterà
> Non amo lo schieramento di quasi tutti i media italiani,li trovo troppo sbilanciati
Sono d'accordo. Zelenski dalla stampa italiana viene rappresentato per lo più come un eroico guerriero; questa è propaganda atlantista, tanto ridicola quanto lo è quella filorussa che, al contrario, tende a rappresentarlo come una marionetta della NATO, un comico fallito o un nazista genocida: in realtà Zelenski sta interpretando più ruoli: presso il popolo ucraino si mostra come un difensore dell'Ucraina; presso i politici del proprio paese, si sta battendo per evitare di colpire i Russi nel proprio territorio (cosa che vorrebbero fare altri suoi colleghi); presso l'Europa, si mostra come la vittima che non viene aiutata abbastanza; presso il Congresso degli USA, si presenta come un questuante.
Tuttavia, per quanto Zelenski possa essere criticato e criticabile, supportato o avversato, la sua capacità come "leader in tempi di di guerra" è comunque indiscutibile
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Quanto alle armi, ho scritto il mio primo libro sulla nonviolenza nel 1999. E ho continuato a scriverne per vent'anni. Sarei stato felicissimo se vi fosse stata una alternativa nonviolenta in Ucraina. Non c'è. L'unico modo per fermare il fascismo di Putin è la resistenza armata.
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La Regione Puglia produrrà droni con aziende israeliane
di Antonio Mazzeo
Pagine Esteri, 31 gennaio 2023 – Scatta in Puglia la “caccia” dei droni alle discariche abusive di rifiuti: i velivoli senza pilota saranno prodotti da un’inedita partnership tra università pugliesi, centri di ricerca nazionali, enti locali, grandi industrie militari e aziende di tecnologie avanzate ed intelligence di Israele. Il tutto grazie ai finanziamenti del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale.
Il progetto ha il nome di “Drone-Tech” e sarà incentrato sull’impiego a uso commerciale dei droni e dell’intelligenza artificiale per individuare e “ridurre” la dispersione illegale di rifiuti nell’ambiente (Building a commercial solution for reducing illegal waste dumping based on drones and artificial intelligence technologies). In un comunicato il Ministero degli esteri fa sapere di avere ammesso “Drone-Tech” tra i programmi che riceveranno un sostegno finanziario per l’anno 2022 a seguito di quanto deliberato dalla Commissione mista italo-israeliana in merito al bando per la raccolta di progetti congiunti di ricerca (track industriale) sulla base dell’Accordo di Cooperazione nel campo dello Sviluppo Industriale, Scientifico e Tecnologico tra Italia e Israele.
Partner del progetto sull’impiego dei droni per il monitoraggio delle discariche il Distretto Tecnologico Aerospaziale pugliese (tra i soci le Università del Salento-Lecce e “Aldo Moro” di Bari, il Politecnico di Bari, l’ENEA, il CNR, Leonardo SpA, Avio Aereo, IDS – Ingegneria dei Sistemi, ecc.) e High Lander Aviation Ltd, società con sede nella cittadina israeliana di Ra’anana, nei pressi di Tel Aviv, specializzata nella progettazione di software e programmi di controllo voli dei velivoli senza pilota per uso civile, sanitario e di ordine pubblico e vigilanza. Quest’ultima azienda – fondata e diretta da ex militari preposti al controllo dello spazio aereo – si avvarrà della collaborazione del gruppo Sightec di Tel Aviv, attivo nel campo della ricerca delle tecnologie aerospaziali automatizzate. Sigtech vanta “oltre 30 anni di background accademico sotto la guida del prof. Joseph Francos, docente di Ingegneria elettronica e informatica della Ben Gurion University”; lo scorso anno ha fornito al colosso industriale IAI – Israel Aerospace Industries le tecnologie di scansione impiegate a bordo di “MultiFlyer”, il nuovo piccolo drone-elicottero immesso nel mercato per svolgere un largo numero di operazioni dual, civili e militari-securitarie (monitoraggio di aree disastrate, guida delle unità di ricerca in missioni di salvataggio, controllo aereo durante eventi di massa, protezione di infrastrutture “sensibili” e dell’ordine pubblico, sorveglianza di grandi aree agricole e marittime, ecc.).
“Grazie al progetto Drone-Tech si potranno monitorare automaticamente, in tempi molto più brevi e con costi molto minori, ampie aree territoriali, comprese quelle più nascoste e difficili da perlustrare”, riporta il sito specializzato droneblog.news. “Secondo i tecnici che si occupano del progetto, le immagini acquisite tramite l’intelligenza artificiale, che sfrutta i dati raccolti con speciali sensori aviotrasportati, permetterà di individuare e riconoscere la tipologia degli accumuli, rendendo più efficaci ed efficienti le operazioni di rimozione”.
Le prove di volo dei droni italo-israeliani caccia-rifiuti si svolgeranno nell’aeroporto di Grottaglie (Taranto), presso l’Airport Test Bed sorto grazie a un accordo di collaborazione tra il Distretto Tecnologico Aerospaziale, ENAC e il Comune di Bari e che punta a trasformare lo scalo pugliese nel “principale centro mediterraneo” della sperimentazione dei servizi e della tecnologica dei velivoli a pilotaggio remoto e dei satelliti in ambiente urbano e della verifica di nuove procedure per l’interoperabilità tra diverse tipologie di traffico aereo. L’Airport Test Bed opera presso il grande polo industriale e militare di Grottaglie dove sorgono pure gli stabilimenti del gruppo Leonardo che producono le fusoliere in fibra di carbonio per gli aerei da trasporto Boeing 787 e la Stazione Aeromobili della Marina Militare (Maristaer) con l’unico reparto di volo ad ala fissa della forza armata, dotato dei velivoli aerotattici a decollo ed atterraggio verticale AV-8B Plus Harrier II e che farà da base di supporto dei cacciabombardieri F-35B di quinta generazione assegnati alla Marina.
“Drone-Tech è un progetto sperimentale che si presenta come un ulteriore sviluppo del Drone Living Lab di Bari e delle attività realizzate nell’Airport Test Bed di Grottaglie”, ha spiegato all’agenzia Ansa il presidente del Distretto Aerospaziale Giuseppe Acierno. “Siamo contenti di essere stati ritenuti idonei al programma di cooperazione industriale italo-israeliano sostenuto dal ministero degli Esteri. Il consolidamento della nostra collaborazione con i partner israeliani ci aiuta a stare vicino ai livelli più alti di innovazione e ci permette di rafforzare collaborazioni con un Paese che rappresenta l’eccellenza mondiale nel campo dei droni. Il progetto continua nello sforzo di rafforzare ed internazionalizzare le conoscenze e le capacità che il Distretto Tecnologico sta capitalizzando nella sperimentazione di servizi innovativi con droni per Bari Smart City e avvicina il sistema aerospaziale israeliano, tra i più avanzati e dinamici, a quello pugliese, per generare nuove opportunità per lo sviluppo di competenze e nuove forme di imprenditorialità”.
Drone Tech “premia” la collaborazione avviata da un paio di anni dal Distretto Tecnologico Aerospaziale e il Comune di Bari con la Israel National Drone Initiative (INDI) per “promuovere congiuntamente l’integrazione dei droni nelle città intelligenti”. INDI è il programma promosso dall’Autorità per l’Innovazione di Israele, Ayalon Highways Co LTD, l’Autorità di aviazione, il Ministero dei trasporti e l’Israel Center for the Fourth Industrial Revolution (C4IR) con il sostegno del Forum economico mondiale per “potenziare la catena di fornitura” di nuove tecnologie aerospaziali per l’utilizzo in ambiente urbano e creare un network per l’impiego in Israele di droni a fini economici-commerciali. Nell’ambito della partnership, a fine marzo 2022, Antonio Zilli e Uri Bornstein del Distretto Tecnologico Pugliese si sono recati in visita alle aziende israeliane socie INDI e al “centro di controllo” della rete che ha sede nella città di Be’er Sheva, nel deserto del Negev.
Le iniziative di ricerca del Drone Living Lab di Grottaglie sono state presentate ufficialmente nel corso dell’evento internazionale denominato “Drones Beyond” (17 e 18 novembre 2002), organizzato nel capoluogo pugliese dal Distretto Tecnologico Aerospaziale in collaborazione con il Comune di Bari, Regione Puglia e Anci. “Il Drones Beyond è stata l’occasione per la presentazione di sfide, prodotti e soluzioni della Urban Air Mobility”, hanno spiegato i promotori. “L’iniziativa è inserita nel disegno di medio lungo periodo di valorizzazione e sviluppo di un range/infrastruttura unica tra Grottaglie e Bari senza escludere la possibilità di generare nel tempo un collegamento tra i due nodi attraverso una futura autostrada sperimentale per droni”. Il meeting ha posto particolare enfasi alle tecnologie preposte alla guida autonoma e semiautonoma e alla comunicazione/navigazione di nuova generazione (5G, multilaterazione, satellite), e di acquisizione e “manipolazione dei dati” (IoT, Cloud, A/I, Deep Learning). Inoltre sono state effettuate dimostrazioni in volo dei droni dual, per il controllo urbano territoriale, la consegna di oggetti, il pattugliamento e l’osservazione navale e costiera, i rilievi di patrimonio architettonico. “Hanno partecipato all’evento oltre 300 studenti delle scuole pugliesi che si sono cimentati in gare di volo a ostacoli con i droni”, aggiungono le cronache locali.
In vista dello sviluppo della ricerca industriale e tecnologica nello scalo di Taranto-Grottaglie, il 25 febbraio 2019 fu tenuto nell’Università “Aldo Moro” di Bari un incontro ufficiale tra i dirigenti del Distretto Aerospaziale, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’allora ambasciatore di Israele in Italia Ofer Sachs. “Importante per il futuro dello scalo è l’intesa istituzionale con le autorità israeliane: gli accordi e le collaborazioni con enti e imprese di quel paese dove sono molte avanzate le ricerche e le applicazioni su quelle tecnologie potranno dare una spinta significativa al progetto del Distretto Pugliese”, dichiarò il presidente Giuseppe Acierno. Altrettanto ottimistiche le parole espresse dal diplomatico israeliano. “Guardiamo con interesse alle concrete possibilità di cooperazione strategica con le realtà presenti nell’aeroporto di Taranto-Grottaglie; l’integrazione del sistema industriale ed accademico al servizio del comparto aeronautico e aerospaziale fa del Distretto Tecnologico un esempio di respiro internazionale”, spiegava Ofer Sachs. All’incontro di Bari erano presenti anche i manager di diverse industrie (Leonardo, Avio, ecc.) e i ricercatori italiani e israeliani impegnati nel progetto Apulia Israel Joint Accelerator, coordinato dal Distretto Aerospaziale, il Politecnico di Bari e l’Israel Institute of Technlogy – Technion di Haifa, punta di diamante nella sperimentazione e produzione di sistemi avanzati per il comparto industriale-militare.
Sempre nell’ottica progettuale dell’autostrada dei droni Bari-Grottaglie dal 22 al 24 settembre 2021 si è tenuto nello scalo aereo tarantino il MAM – Mediterranean Aerospace Matching. Al centro dell’iniziativa la presentazione e promozione delle nuove tecnologie aerospaziali e dei progetti delle grandi aziende e delle start up sull’uso e la “sicurezza” dei droni. Tra gli espositori di punta al MAM alcune aziende specializzate israeliane, tra cui SpacePharma, la startup che ha sviluppato il laboratorio per la conduzione di “esperimenti medici” in condizioni di microgravità (lanciato nel settembre 2020 con il satellite Dido III nell’ambito di un programma di cooperazione scientifica tra Italia e Israele); e Starburst Aerospace Israel, l’acceleratore aerospaziale che mette in rete startup, aziende, investitori e istituzioni israeliani. Presenti inoltre i rappresentanti della Naama Initiative, l’iniziativa per la mobilità aerea urbana di Israele creata per stabilire una rete di rotte aree nazionali per i droni da trasporto e consegna di prodotti e merci leggere. Coincidenza vuole che i promotori di Naama siano gli stessi di INDI con in più la presenza della segreteria per la smart mobility del Primo ministro, “in collaborazione con l’Aeronautica Militare di Israele”.
Sulla base dell’Accordo di Cooperazione nel campo della Ricerca e dello Sviluppo Industriale, Scientifico e Tecnologico tra Italia e Israele, nel corso del 2022 sono stati individuati i seguenti progetti ammessi a ricevere un sostegno finanziario da parte del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale:
- Drone Tech – partner: Distretto Tecnologico Aerospaziale e High Lander Aviation Ltd.
- ASTI – Auto System THA Insertion – partner: Politecnico di Torino/Intrauma S.p.A. e Value Forces Ltd.
- We –CAT – partner: Università di Milano Bicocca e Bar Ilan University.
- GreenH2 – partner: Politecnico di Milano e The Hebrew University of Jerusalem.
- Hydrogen Sensors – partner: Università degli Studi dell’Aquila e Università degli Studi dell’Aquila.
- IVANHOE – partner: Università degli Studi dell’Aquila e Ben Gurion University of the Negev.
- Bio-SoRo – partner: Sapienza Università di Roma e Ben Gurion University of the Negev.
- F2SMP – partner: Università degli Studi di Pavia e Technion Israel Institute of Technology.
- C-IGrip – partner: Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia e The Hebrew University of Jerusalem.
- BIONiCS – partner: Università degli Studi di Genova e Tel Aviv University.
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ROSSOMALPAOLO
La prima volta che ho interagito con Paolo aka Rossomalpaolo è stato in un periodo in cui ero curiosa di sperimentare i limiti del mio corpo.
Ritrovandomi a parlarne con lui, accadde che decidemmo di provare e vedere cosa accadeva.
Le foto hanno funzionato poco ma ho passato due giorni ospite a casa sua, dove non mi sono mai sentita né di troppo né fuori luogo (nonostante abbia fatto cose tipo annusare le ascelle per accertarmi di non puzzare), Milano non è un città che amo ma di quei giorni ho un bel ricordo, simile al tepore caldo della tazza da tè nelle giornate invernali.
#fotografia
Rossomalpaolo - 2023 - fotografia
La prima volta che ho interagito con Paolo aka Rossomalpaolo è stato in un periodo in cui ero curiosa di sperimentare i limiti del mio corpo.Azzurra Guerrini (In Your Eyes ezine)
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In Cina e Asia – Il PMI cinese torna a crescere per la prima volta in 4 mesi
Il manifatturiero cinese torna a crescere per la prima volta in 4 mesi
Baidu lavora a un ChatGTP cinese
Nel Sichuan ora anche le coppie non sposate possono avere figli
La Cina invita i propri studenti a tornare in presenza nelle università all'estero
La Russia supera la Cina come principale investitore in Iran
India: comminate 165 nuove condanne a morte nel 2022
Le azioni del gruppo Adani continuano a crollare: "È un attacco all'India"
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DDoS su mastodon.social
Eugen Rochko:
«Credo che mastodon.social potrebbe essere attualmente oggetto di un attacco DDoS; stiamo cercando di capire meglio. Ci dispiace per l'inconvenienza!»
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Zelensky al Festival di Sanremo? Sì, ma non senza controcanto
«Zelensky deve andare a Sanremo. Per le stesse ragioni con cui Conte, Calenda e Cuperlo dicono di no». Questo titolo imbarazzante per la lingua italiana, ma, come vedremo anche per la logica, compare il giorno dopo il cosiddetto giorno della memoria. Celebrato con parole dure dal Presidente Mattarella, che, a mio parere, troppo spesso indulge […]
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Oggi, alle ore 20.00, si chiudono le #IscrizioniOnline per l’anno scolastico 2023/2024!
Ecco i primi dati:
📌 Cresce l’interesse per gli Istituti tecnici scelti dal 30,9%;
📌 Gli indirizzi liceali restano in testa tra le preferenze dei neoiscritti, co…
Ministero dell'Istruzione
Oggi, alle ore 20.00, si chiudono le #IscrizioniOnline per l’anno scolastico 2023/2024! Ecco i primi dati: 📌 Cresce l’interesse per gli Istituti tecnici scelti dal 30,9%; 📌 Gli indirizzi liceali restano in testa tra le preferenze dei neoiscritti, co…Telegram
Ucraina: l’ottica realista
La portata della risposta dell’amministrazione Biden all’invasione dell’Ucraina ha già superato le aspettative di molti osservatori, per non parlare della leadership russa. Dalla condivisione dell’intelligence con Kiev prima dell’invasione all’imposizione di sanzioni senza precedenti sull’economia russa alla fornitura di armi sempre più potenti alle forze armate ucraine, gli Stati Uniti sono stati fondamentali per il fallimento […]
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Il price cap sul petrolio russo accelera il disaccoppiamento economico globale
Il price cap di 60 dollari al barile per il petrolio russo è una mossa controversa dell’Unione europea e del G7. Il tetto massimo proibisce agli assicuratori e alle compagnie di navigazione occidentali, che rappresentano oltre il 90% del settore delle assicurazioni marittime, di servire navi che trasportano petrolio russo superiore a 60 dollari al […]
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Georgia: l’opposizione annuncia la ‘primavera georgiana’
Questa settimana le forze di opposizione in Georgia, sotto forma dei partiti politici “Droa”, “Strategia Agmanshenebeli” e “Girchi”, hanno dichiarato guerra all’attuale governo. I leader di queste organizzazioni hanno annunciato l’inizio del “movimento di liberazione nazionale” volto a rovesciare il potere nelle mani dei cittadini. Gli obiettivi dichiarati della campagna per il potere sono la […]
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La #privacy è una questione collettiva. Il post di #FreakSpot
LA PRIVACY È UNA QUESTIONE COLLETTIVA
Molte persone danno una spiegazione personale sul motivo per cui proteggono o meno la loro privacy. Coloro a cui non importa molto si sentono dire che non hanno nulla da nascondere. Chi ci tiene lo fa per proteggersi da aziende senza scrupoli, stati repressivi, ecc. In entrambe le posizioni si presume spesso erroneamente che la privacy sia una questione personale, e non lo è.
La privacy è sia una questione individuale che pubblica. I dati raccolti da grandi aziende e governi sono usati raramente su base individuale. Possiamo intendere la privacy come un diritto dell'individuo in relazione alla comunità, come afferma Edward Snowden :
Sostenere che non ti interessa il diritto alla privacy perché non hai nulla da nascondere non è diverso dal dire che non ti interessa la libertà di parola perché non hai niente da dire.
I tuoi dati possono essere usati per il bene o per il male. I dati raccolti inutilmente e senza autorizzazione vengono spesso utilizzati per scopi negativi.
Gli Stati e le grandi aziende tecnologiche violano palesemente la nostra privacy. Molte persone acconsentono tacitamente sostenendo che non si può fare nulla per cambiarlo: le aziende hanno troppo potere ei governi non faranno nulla per cambiare le cose. E, certamente, quelle persone sono abituate a dare potere alle aziende che fanno soldi con i loro dati e quindi dicono agli stati che non saranno una spina nel fianco quando vogliono attuare politiche di sorveglianza di massa. Alla fine, danneggia la privacy di coloro a cui importa.
L'azione collettiva inizia con l'individuo. Ogni persona dovrebbe riflettere se sta fornendo dati su se stessa che non dovrebbe, se sta incoraggiando la crescita di società anti-privacy e, cosa più importante, se sta compromettendo la privacy di coloro che gli sono vicini. Il modo migliore per proteggere le informazioni private è non divulgarle. Con la consapevolezza del problema, i progetti sulla privacy possono essere sostenuti.
I dati personali sono molto preziosi — tanto che alcuni li chiamano il “nuovo petrolio” — non solo perché possono essere venduti a terzi, ma anche perché danno potere a chi li detiene. Quando li diamo ai governi, diamo loro il potere di controllarci. Quando li diamo alle aziende, diamo loro il potere di influenzare il nostro comportamento. In definitiva, la privacy è importante perché ci aiuta a preservare il potere che abbiamo sulle nostre vite che sono così intenzionati a toglierci. Non ho intenzione di regalare o vendere i miei dati, vero?
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Digitalizzazione escludente
Le barriere digitali per le persone straniere nell’accesso al welfare
Stando a Istat, le persone di cittadinanza straniera nel nostro paese sono più di 5 milioni. La loro permanenza è legata ad un permesso di soggiorno di categorie e durate differenti, stabilite sulla base della motivazione per la quale arrivano in Italia. Insieme alla permanenza dovrebbero essere garantiti una serie di diritti civili tra cui l’accesso a benefit e servizi, ma come ha potuto constatare il team di ricerca non sempre è così. Il dibattito pubblico si concentra spesso su un presunto accesso indebito delle persone straniere al welfare sociale, tralasciando totalmente il fatto che la popolazione straniera presenta un tasso di povertà molto elevato (una persona su quattro vive in uno stato di povertà assoluta) e che circa il 6,6% del totale dei contributi sono versati proprio da cittadini non comunitari. Nel momento in cui ne hanno bisogno, però, in cambio ricevono solo lo 0,4% di quanto versato.
Da ormai quindici anni la digitalizzazione della Pubblica amministrazione, l’e-government è diventata un mantra tra politici e decisori, utilizzato come sinonimo di maggiore efficienza e di progresso del settore pubblico. Si fonda su un’idea per cui l’interazione tra il cittadino e gli organi dello stato avviene di default attraverso strumenti digitali, in autonomia, secondo una retorica di efficienza, rapidità, standardizzazione e semplificazione; dando origine a un contesto in cui le tecnologie diventano la premessa per l’accesso al welfare. La premessa per il welfare è di essere orientato verso il sociale, in modo che benefit e servizi siano distribuiti come beneficio per la società: i processi di digitalizzazione sembrano invece essere orientati senza tenere conto di criteri etici.
Un aspetto che non tiene troppo in considerazione le difficoltà che una sempre maggiore “tecnologizzazione” dei processi potrebbe favorire. Anche in questo settore, seppur sia difficile da intravedere, esistono inclusi ed esclusi: i primi sono i cittadini italiani (anche se in questo caso ci sono delle eccezioni, come le persone senza fissa dimora), i secondi sono le persone straniere che nel nostro Paese sono venute per ragioni di tipo economico, sociale o politico. Una dicotomia che nasce dalla falsa possibilità di accedere a portali e siti web, sia per richiedere prestazioni sociali sia per ottenere informazioni su questi ultimi.
Una situazione paradossale poiché probabilmente sono proprio le persone straniere che non hanno un contatto con il tessuto sociale italiano ad avere bisogno di accedere in modo sostanziale al welfare. Non ci sono però indagini statistiche nazionali sul livello di alfabetizzazione digitale delle persone straniere, mancanza che non permette di riconoscere il divario digitale esistente tra chi nasce in Italia e chi nel paese ci arriva per questioni lavorative, economiche o di violazione di diritti umani. Un divario digitale che non dovrebbe essere scambiato con “il saper utilizzare uno smartphone”, uno strumento che in certi casi specifici non è il migliore alleato per richiedere a un ente come Inps un beneficio sociale.
Nonostante la mancanza di dati concreti sull’alfabetizzazione digitale delle persone straniere, che ricordiamo in Italia sono più di 5 milioni, nel 2020 è stato rilasciato il Piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione, con l’obiettivo di realizzare la piena digitalizzazione dei servizi pubblici sul territorio italiano.
Da allora, le pubbliche amministrazioni hanno implementato diverse iniziative. INPS dispone di un sito informativo e di un portale online dedicato all’inoltro di richieste per prestazioni sociali. INPS ha inoltre lanciato INPS Mobile, una app istituzionale che dà accesso a numerosi servizi di consultazione e di invio di documenti. Un portale, ANPR, relativo all’iscrizione anagrafica e al cambio di residenza è nelle sue fasi finali di implementazione.
Il decreto-legge n. 76/2020 ha stabilito che, a partire dal 2021, l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione deve avvenire attraverso identità digitali: Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), la Carta di Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Dallo stesso anno INPS non accetta altro tipo di autenticazione l’accesso ai suoi portali e ai servizi. Le identità digitali presentano però dei pre requisiti giuridici, come essere in possesso di carta d’identità o essere iscritti all’anagrafe, che possono rappresentare un ostacolo per la popolazione straniera.
In questo report sono state analizzate in dettaglio molte prestazioni sociali e benefit, quali l’assegno per il Nucleo Familiare (ANF), l’assegno mensile di invalidità civile, l’assegno di maternità per lavoratrici atipiche (Assegno di maternità dello Stato), l’assegno sociale; l’assegno unico e universale (AUU); il bonus asilo nido; la carta acquisti ordinaria; l’indennità di accompagnamento agli invalidi civili; l’indennità mensile di frequenza; la pensione di inabilità; il Reddito di Cittadinanza/Pensione di Cittadinanza; il reddito di libertà.
Per ogni prestazione sono stati considerati i requisiti di accesso e le modalità di richiesta, che in questo secondo caso spesso avviene online solo dopo un’autenticazione tramite identità digitale. È emerso un quadro variegato, per cui alcuni permessi di soggiorno e requisiti di residenza restringono le possibilità di accesso a benefit e servizi, ma non solo. I servizi online sono integralmente accessibili solo in lingua italiana, e richiedono competenze digitali nonché un livello di alfabetizzazione elevato. Stando alla situazione attuale e vista la mancanza di previsioni differenti sul tema, il processo di digitalizzazione delle Pubbliche amministrazioni – ulteriormente favorito dai finanziamenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) – non è uguale per tutti e a farne le spese saranno perlopiù le persone straniere, e vulnerabili.
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in reply to Andrea Russo • • •Ucraina: "c'è un popolo aggredito e un esercito aggressore"
Israele: 👀👀👀👀👀👀
Andrea Russo
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