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Ucraina: Bielorussia tra le braccia della Russia? L’Occidente non può meravigliarsi


La Russia sta preparando una seconda offensiva contro l’Ucraina dalla Bielorussia? Il ruolo della Bielorussia come partner della Russia in questa guerra continua a rimanere nei titoli dei giornali. Ciò che si perde in queste storie è quanto sarebbe stato strano e impossibile solo un paio di anni fa immaginare che la Russia fosse in […]

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Sul muro di scudi invocato a Firenze da Azione Studentesca


#AzioneStudentesca a #Firenze è rimasta coinvolta in un piccolo incidente di percorso, con sei militanti (i due terzi degli effettivi, verrebbe da malignare) che hanno fatto il pieno di capi d'accusa per essere venuti alle mani durante un #volantinaggio davanti a un obitoriale #liceo cittadino.
Non avevano calcolato il fatto che ormai ci sono due cellulari per ogni suddito, tutti dotati di fotocamere per lo meno passabili.

Nell'immediato i risultati sono stati la fine dell'agibilità politica -pare che alcuni dei coinvolti abbiano addirittura cambiato scuola, date le attestazioni non proprio di stima ricevute dai compagni- il rinvio di iniziative pianificate da mesi e una manifestazione di segno contrario che ha convogliato in piazza #SantaCroce una ragguardevole quantità di detrattori.
Adesso invocano il muro di scudi.
Contestualizzando la cosa, si capisce che in un'epoca in cui da una parola in su sono cause e querele come se piovesse, ai risultati immediati farà seguito un futuro gramo.
Più che un muro di scudi farà comodo una pila di quattrini.
Che difatti è quello che chiedono, battendo cassa come #punkabbestia qualsiasi.

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La Gran Bretagna e le Guardie della Rivoluzione iraniana


Alireza Akbari, un politico iraniano e un tempo alto ufficiale del famigerato IRGC (Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche) iraniano, è stato vice ministro della Difesa dal 1998 al 2003. Nel 2009 è stato arrestato, accusato di spionaggio per conto della Gran Bretagna, ma è stato rilasciato su cauzione. Si è trasferito in Europa e si […]

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Moldavia: il nuovo governo si aspetta nuove pressioni da Mosca


Il nuovo governo della Moldavia deve affrontare nuove minacce ibride dalla Russia, con gli esperti che temono che una sofisticata campagna di disinformazione venga messa in atto per forzare un altro cambio di potere. La precedente amministrazione, guidata da Natalia Gavrilița e inaugurata nell’agosto 2021, si è dimessa il 10 febbraio. Aveva affrontato molteplici crisi […]

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Grazie al Professor Ruben Razzante per lo spazio dedicato a “La privacy degli ultimi”, edito da Rubbettino, su www.dirittodellinformazione.it. Leggi qui l’intervista.


È tempo che l’Occidente accolga l’Ucraina a casa


Mentre l’invasione su vasta scala della Russia entra nel suo secondo anno, l’Ucraina rimane non conquistata. Il Presidente russo Vladimir Putin sognava di impadronirsi di Kiev in tre giorni e di imporre un regime fantoccio di preesistenti politici filo-Cremlino con zero legittimità all’interno del Paese. Al contrario, la società ucraina è rimasta ribelle ed è […]

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Taiwan: siamo sull’orlo della guerra nel Pacifico?


Mentre il mondo è stato distratto, persino divertito, dalla rissa diplomatica sui recenti voli in mongolfiera della Cina attraverso il Nord America, ci sono segnali che Pechino e Washington si stanno preparando per qualcosa di molto più serio: il conflitto armato su Taiwan. Esaminare i recenti sviluppi nella regione Asia-Pacifico solleva una lezione storica collaudata […]

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Inchieste


Ci sono le premesse perché finisca male. Sentiremo gridare che la giustizia è morta o è stata tradita, perché quella sarà la reazione di un pubblico e di parti processuali che vivono nell’illusione che in tribunale si accerti la verità o, meglio, si valid

Ci sono le premesse perché finisca male. Sentiremo gridare che la giustizia è morta o è stata tradita, perché quella sarà la reazione di un pubblico e di parti processuali che vivono nell’illusione che in tribunale si accerti la verità o, meglio, si validi la verità annunciata anni prima dalla Procura ovvero dagli accusatori. Un’illusione pericolosa, alimentata dalla viltà della politica e dalla pochezza dell’informazione.

La giustizia penale è una cosa, il governo del Paese è tutt’altra. Se per orientare il secondo si attende la prima, si trasformano le sentenze in documenti politici, si ritardano i rimedi e si cancella la responsabilità politica. Accoppiare politica e penale è una bestemmia che inquina la vita pubblica: per supposta responsabilità di un amministratore pubblico sarebbero morte migliaia di persone, il che emerge all’indomani della rielezione dell’amministratore al suo posto; l’ipotesi d’accusa, del resto, si regge su una perizia il cui autore, nel frattempo, è stato eletto parlamentare nello schieramento avversario. Non c’è nulla di normale, in questo.

Come non lo è che il procuratore dica un giorno che non intende rilasciare dichiarazioni nel merito del procedimento, perché «per legge» non può, e il giorno appresso ne parli con tutti, strologando di «verità» e «risposte ai cittadini». Tanto loquace da fare un regalo ai futuri avvocati difensori: «Forse qualcuno sarà prosciolto, altri archiviati. Ma a noi interessa spiegare cosa è successo». Ma se è successo quel che l’accusa presume, come può supporre che la faccenda finisca nel nulla? E se non è successo nei termini che ha illustrato, allora è dubbio il servizio reso alla collettività. Quando il dilemma si chiarirà sentiremo gridare che la giustizia è morta. Diciamo che è stata avvelenata a puntate.

I cittadini dovrebbero essere informati che in tribunale non si porta lo strazio dei morti, proclamando che un colpevole deve pur esserci. Quella è roba da bar. Da Bergamo a Crotone si tratta di accertare se chi doveva decidere avesse le informazioni necessarie, se esistevano procedure da rispettare (riducendosi così la discrezionalità della decisione) e se chi è chiamato a risponderne avesse il potere che comporta la responsabilità. Se porti sul banco degli imputati i sismologi poi vengono assolti, non perché non ci siano stati il terremoto o i morti ma perché l’accusa era campata nell’aria di una verità che era superstizione.

Diverso il discorso sul piano politico perché, siccome gli errori sono evidenti e le conseguenze drammatiche, ci s’interroga su cosa non abbia funzionato e su chi non sia stato all’altezza. Non c’entra niente la responsabilità penale, perché quella – in un senso o nell’altro – arriva a babbo morto e a candidato rieletto. Quindi ci si chiede perché il piano pandemico non ci fosse o perché un avviso di pericolo non abbia fatto scattare il soccorso. E ce lo si chiede senza supporre che si sia voluto contagiare o affogare, ma perché il disastro prescinde dal reato. Quindi si cambia la procedura oppure il decisore, senza che ci voglia nessuna sentenza. Oppure si ritiene che si sia trattato di fatalità e amen. Dopo di che se ne risponde ai cittadini. E non è che per far vedere che vuoi accertare come sono andate le cose devi sempre proporre una commissione parlamentare d’inchiesta, altrimenti ne propongo una sulle commissioni parlamentari d’inchiesta ove si dimostra che non accertano un accidenti.

I politici rispondono ai cittadini, non i magistrati. L’ipotesi che un magistrato risponda al popolo è in sé deviante, come lo è supporre che il consenso elettorale esenti dalla responsabilità penale. Mentre il giornalismo s’è convinto che mettere il microfono sotto la bocca delle persone sia un mestiere. E che metterlo sotto quella di chi non vuole parlare sia un mestiere coraggioso. Con il risultato che si scrive tutti la stessa cosa in omaggio alla “notizia”. No: una cosa è il mattinale di polizia, un’altra il ragionare. Il che comporta responsabilità, ma ha una qualche utilità.

La Ragione

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Giancarlo Elia Valori: un libro per chiarire che cos’è l’intelligenza artificiale


Ne abbiamo già parlato parlato: nell’ultimo libro di Giancarlo Elia Valori ‘Cyberspazio e intelligenza artificiale fra Occidente e Oriente’, l’autore ha ricordato come sia più che mai necessario unire le forze, superando quelle inutili barriere costituite da Stati confessionali, da pregiudizi e ignoranza, con una attenta informazione su benenefici e rischi che possono rappresentare le […]

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WhatsApp commits to comply with EU consumer rules over policy updates


The Meta-owned messaging service agreed on Monday (6 March) to a series of commitments to settle an EU consumer probe over how it pushes out updates to its terms of services.


euractiv.com/section/data-priv…



I consigli dell’ICO ai game designers: alcuni “top tips” per rispettare Children’s code Il 15 febbraio 2023, l’ICO ha pubblicato i “Top Tips” per aiutare i progettisti/sviluppatori di giochi a conformarsi al suo Children’s code (Age appropriate design: a code of practice for online services), entrato in vigore il 2 settembre 2020 e contenente un...


In questa nuova puntata di #Garantismi insieme a Matteo Flora parliamo del report redatto da Human Rights Watch che parla del rastrellamento dei membri della comunità LGBTQA+ in Medio Oriente e Nord Africa, oltre alle intimidazioni e estorsioni basate sui dati, e tanto altro.


“Cybersecurity e Cyberwarfare” per EPC editore è il recente volume uscito che vede come curatori e in parte anche autori Michele Iaselli e Giovanni Caria assieme ad altri esperti di sicurezza informatica e giuristi specializzati nel settore. Gli eventi bellici che coinvolgono direttamente la Russia e l’Ucraina, ma indirettamente l’intero nostro pianeta per le inevitabili...


GERICO. Il brusco risveglio della città che dorme


Già luogo di turismo, relax e investimenti della classe media palestinese, ora brucia come il resto della Cisgiordania occupata L'articolo GERICO. Il brusco risveglio della città che dorme proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2023/03/06/me

di Michele Giorgio,

Pagine Esteri, 6 marzo 2023 – Muna è una insegnante di scienze. Suo marito Firas è un avvocato con uno studio ben avviato a Gerusalemme. Entrambi originari della Galilea, quattro anni fa, imitando altre coppie della classe media palestinese, hanno investito 150mila dollari nella costruzione di una villa con piscina a Gerico, la prima città della Cisgiordania ad essere proclamata autonoma dopo la firma degli Accordi di Oslo nel 1993. «È una cittadina piacevole, dove l’inverno dura ben poco e si possono trascorrere giorni in completo relax. Mio marito ed io ci veniamo tutte le volte che possiamo», ci dice Muna omettendo un aspetto non secondario della convenienza di possedere una villa a Gerico. Può affittare la sua proprietà a famiglie intere nel fine settimana ricavandone fino a 500 dollari a notte. Girovagando per la città, ci si può rendere conto degli investimenti fatti anche da grosse società in questo settore così redditizio, tra cui il Fondo di investimento palestinese e la Padico Holding Company. Acquistano vasti terreni, li dividono in piccoli appezzamenti e vi costruiscono aree residenziali moderne con ville enormi come la Jericho Gate o la Moon City. Negli ultimi 10 anni a Gerico sono sorte oltre 1200 ville e residenze di lusso.

Da qualche settimana però, quello che sembrava un investimento sicuro e fruttuoso si è improvvisamente rivelato estremamente incerto. La Gerico regina della valle del Giordano, la «città che dorme» meta di gite scolastiche e di turisti in visita ai meravigliosi mosaici del Palazzo di Hisham, un tempo residenza invernale dei califfi omayyadi, e all’antichissimo sito archeologico di Tell es Sultan, è diventata terreno di scontro tra palestinesi armati e forze di occupazione. Da settimane l’esercito israeliano circonda Gerico, i controlli ai posti di blocco sono rigidi, i turisti non arrivano più e i fine settimana in relax della classe media palestinese sono un ricordo. «Siamo indecisi, seguiamo gli sviluppi. Se le cose andranno avanti così saremo costretti a mettere in vendita la nostra villa», prevede Muna.

Certo quanto è accaduto nelle ultime settimane, con cinque palestinesi – pare del movimento islamico Hamas – uccisi dall’esercito israeliano nel campo profughi di Aqbet Jaber alle porte di Gerico e un israeliano ferito mortalmente da raffiche di mira sparate contro la sua auto, non è paragonabile alla situazione critica di Jenin e Nablus, teatro da un anno a questa parte di continue incursioni di reparti militari israeliani con un bilancio elevato di morti e feriti palestinesi, tra cui non pochi civili.

Il fatto che una cellula armata palestinese fosse presente ad Aqbet Jaber è stata una sorpresa per i servizi segreti israeliani e per le forze di sicurezza dell’Autorità Nazionale (Anp) di Abu Mazen. Gerico non è soltanto una piacevole cittadina turistica e archeologica, con buoni ristoranti. È considerata assieme a Ramallah una città dell’Anp, dove hanno sede un’accademia di polizia – in cui hanno tenuto «corsi di formazione» anche carabinieri italiani -, caserme dell’intelligence e l’ateneo Al Istiqlal dove studiano i giovani che vorrebbero diventare funzionari dell’amministrazione di Abu Mazen. A Gerico ci sono anche carceri speciali in cui finiscono gli oppositori politici, del movimento islamico Hamas e della sinistra. Fonti della sicurezza dell’Anp sostengono che Hamas starebbe cercando di mettere in piedi cellule armate come quella di Aqbet Jaber per sfidare le forze fedeli ad Abu Mazen ovunque in Cisgiordania, anche nella sonnolenta Gerico. Uno sviluppo che, secondo alcuni, avrebbe spinto il presidente dell’Anp ad accettare, dopo aver esitato per settimane, il piano del generale americano Mike Fenkel, responsabile per le questioni di sicurezza dell’ambasciata Usa a Tel Aviv, che prevede la costituzione di una forza speciale dell’Anp di 5mila uomini, da addestrare in Giordania, che sarà incaricata di riprendere il controllo di Jenin e Nablus e altri centri dove operano, con il sostegno degli abitanti, i gruppi armati palestinesi che combattono contro l’esercito israeliano. Una decisione, che se sarà confermata ufficialmente, reciderà gli ultimi legami esistenti tra l’Anp e la popolazione palestinese.

L’analista Jamal Zakout non crede che facessero parte di Hamas i cinque palestinesi che sono stati uccisi il mese scorso dai militari israeliani ad Aqbet Jaber. «I proclami fatti dai leader di Hamas dopo l’incursione israeliana non mi convincono. Ho parlato con i miei contatti in quel campo profughi e mi hanno detto che (gli uccisi) erano solo dei giovani non legati ad alcuna organizzazione», spiega Zakout. «Più concretamente – aggiunge – penso che i palestinesi siano infinitamente stanchi dell’occupazione militare ovunque, a Jenin, Nablus e in qualsiasi altro punto della Cisgiordania. E sono stanchi anche della linea debole dell’Anp». In mancanza di una vera leadership politica, prosegue Zakout, «non pochi pensano di prendere le armi e di unirsi a gruppi organizzati o di agire da soli. E se tutto questo è accaduto anche a Gerico, la città che dorme come la descrive qualcuno, allora vuol dire che la misura è colma e che l’occupazione non è più sopportabile, in alcuna forma».

A Gerico le reazioni alla nuova situazione sono diverse. Da un lato ci sono gli abitanti che, come gli altri palestinesi, invocano la fine ad ogni costo dell’occupazione israeliana. Dall’altro ci sono le autorità comunali che nello stop al turismo e al business delle ville vedono un colpo devastante per Gerico e la sua economia. Il sindaco Abdul Karim Sidr in una intervista ha avvertito che i posti di blocco allestiti da Israele «già a febbraio hanno causato danni enormi e hanno rappresentato una punizione collettiva per l’intera città. Sarà un disastro se la città non sarà riaperta completamente». Di sicuro è accantonato il progetto di cui si era parlato lo scorso anno per la riapertura di Oasis, il casinò di Gerico – chiuso all’inizio della seconda Intifada nel 2000 – in cui negli anni Novanta si recavano a giocare migliaia di israeliani ogni settimana garantendo flussi di denaro che alimentavano la corruzione e non finivano nelle casse dell’Anp. Gerico ora non «dorme» più. Pagine Esteri

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PAKISTAN. Attacco suicida, almeno nove soldati morti


Un attentatore lancia una motocicletta con esplosivo contro un autobus nella provincia del Balochistan, uccidendo almeno nove membri di una forza paramilitare. L'articolo PAKISTAN. Attacco suicida, almeno nove soldati morti proviene da Pagine Esteri. ht

BREAKING NEWS |

della redazione –

Pagine Esteri, 6 marzo 2023 – Almeno nove soldati della forza paramilitare del Balochistan Constabulary sono stati uccisi e diversi feriti in un attacco suicida nella provincia del Balochistan, nel sud-ovest del Pakistan.

Un attentatore suicida in sella a una motocicletta ha colpito pullman su cui viaggiavano i militari, di ritorno da una mostra locale durante la quale avevano fornito il servizio di sicurezza previsto. L’autobus è esploso, uccidendo nove militari e ferendone almeno altri 7.

I gruppi armati di etnia beluci hanno combattuto il governo per decenni, accusandolo di sfruttare le ricche risorse minerarie e di gas del Belucistan.

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Le #cosedegarante si arricchiscono di una nuova rubrica, Privacy weekly, tutti i venerdì su StartupItalia. Uno spazio dove potrete trovare tutte le principali notizie dal mondo privacy e dintorni della settimana. Se poi vi sarà rimasto del tempo e vorrete saperne di più potete leggere qui le news quotidiane di Privacy Daily o iscrivervi alla...


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È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Sfondato


Eccolo, il buco. Avevamo qui avvertito che l’appuntamento era fissato al primo di marzo e che era proprio in ragione di quella scadenza che il governo aveva (giustamente) affondato il superbonus, cercando di fare in modo che i dati Istat non venissero pre

Eccolo, il buco. Avevamo qui avvertito che l’appuntamento era fissato al primo di marzo e che era proprio in ragione di quella scadenza che il governo aveva (giustamente) affondato il superbonus, cercando di fare in modo che i dati Istat non venissero presi troppo male. Eccolo, il superbuco del superbonus che ha sfondato il deficit: quello 2022 passa da una previsione del 5.6% a una realtà dell’8%. Per giunta la crescita è ritoccata leggermente al ribasso, pur restando significativa: +3.7%. Siccome la ricchezza prodotta non consiste nella maggiore spesa pubblica in deficit e a debito, ma nella capacità di trasformare gli investimenti e il lavoro in maggiore valore di quel che costano, quei quasi due punti e mezzo di deficit in più timbrano come bubbola la favola del contributo del superbonus alla crescita dell’Italia. È stata una tassa pagata da tutti per favorire uno spostamento di ricchezza a favore di molto pochi, per giunta fra i più benestanti.

Avendo anche drogato il mercato, adesso si deve stare attenti alla crisi d’astinenza. Che è la ragione per cui, avvertendo l’imminente sfondamento, proponevamo di puntare sulla direttiva europea relativa agli immobili e preparare incentivi (almeno questa volta razionali e non dilapidatori) di carattere fiscale, quindi non maggiore spesa pubblica, trasformando un mancato gettito odierno nella promessa di un maggiore gettito futuro, ma anche agevolando la messa in circolazione di capitali che valorizzino l’immobile ed evitino di passare dallo schioppare per overdose all’accasciarsi per astinenza.

A questi guasti va aggiunta la notevole spinta all’inflazione, ovvero l’ulteriore danno arrecato ai meno abbienti e ai risparmiatori. Avere finanziato lavori senza badare ai costi ha generato la peggiore inflazione, separata dalla produzione di ricchezza. Il che ci porta a un altro squilibrio e a un’altra ingiustizia, relativa alle pensioni. A partire da oggi prendono corpo gli adeguamenti delle pensioni all’inflazione, anche per quelle di importo superiore a 2100 euro (fin qui sterilizzate). Ma in quest’ultima affermazione ci sono due indicazioni ingannevoli. La prima è comprensibile: l’adeguamento non compensa l’intera inflazione, ma ne recupera una parte. Serve a non perdere “troppo” potere d’acquisto, al tempo stesso cercando di non alimentare l’inflazione che si prova a contrastare. La seconda è nascosta e meramente ideologica: gli adeguamenti vanno da un massimo del 7.3% a un minimo del 2.3%, a seconda dell’ammontare lordo della pensione stessa. Solo che distinguere secondo gli importi crea una potente ingiustizia: c’è chi ha una pensione “bassa”, in realtà molto più alta di quel che consentirebbero i contributi versati (sempre che siano stati versati), e c’è chi ne ha una “alta”, ma finanziata dai contributi, quindi dal risparmio forzoso fatto in una vita di lavoro. Risultato: chi ha rispettato gli obblighi contributivi si vede violato il patto che lo Stato gli impose, mentre chi non ha versato si ritrova avvantaggiato. Il che capita perché si considera solo la categoria “bassa o alta”, senza preoccuparsi dell’altra: “regalata o sudata”.

Dietro questi sfondamenti di bilancio c’è uno sfondamento logico e culturale, che spinge a ripetere sempre gli stessi errori: considerare la “spesa sociale” buona per la sua finalità e come se nessuno dovesse mai pagarne il conto. Invece non è detto che la finalità sia buona (non lo è pagare la ristrutturazione delle case di chi può e deve pagarsela), non è detto che funzioni (se la spesa per l’assistenza dei poveri cresce e crescono anche i poveri ne deduco che è la spesa a generarli, non ad aiutare i veri bisognosi), e non è detto che sia giusta (premiare chi evase o non produsse ricchezza a spese di chi rispettò le regole non è socialità, ma incentivo all’asocialità), e, comunque, qualcuno è chiamato a pagare. Se solo gli elettori lo tenessero in maggior conto non avremmo meno idee diverse sulla scena, ma meno imbonitori e demagoghi in circolazione.

La Ragione

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MEDITERRANEO. Ancora una strage di migranti ma il governo Meloni non cambia politica


Almeno 59 i cadaveri rinvenuti finora sulla costa calabrese, in provincia di Crotone, 80 i superstiti soccorsi, almeno cento i dispersi L'articolo MEDITERRANEO. Ancora una strage di migranti ma il governo Meloni non cambia politica proviene da Pagine Est

di Valeria Cagnazzo

Pagine Esteri, 26 febbraio 2021 – Una nuova strage nel Mediterraneo si è verificata oggi poco prima dell’alba al largo della costa calabrese. Sul fare del giorno, i primi cadaveri sono stati rinvenuti sulla spiaggia turistica di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone. Tra questi, anche un lattante di sei mesi. Nelle ore successive, altri cadaveri sono stati restituiti dalle onde di un mare in tempesta, alcuni ritrovati persino sulle rive del catanzarese. Per il momento, il bilancio è di 59 morti (tra cui 14 bambini) e circa 80 sopravvissuti, subito soccorsi e ricoverati in ospedale o portati nei centri di raccolta per migranti.

Sono almeno un centinaio i dispersi che i soccorritori della guardia costiera, dei vigili del fuoco, della polizia e della Croce Rossa Italiana stanno cercando in queste ore.

Secondo le prime ricostruzioni, una piccola imbarcazione, partita dalla Turchia carica di circa 250 migranti provenienti da Afghanistan, Iran e Pakistan, si sarebbe incagliata contro gli scogli della costa di Cutro e ribaltata, probabilmente a causa del mare molto mosso. “E’ qualcosa che nessuno vorrebbe mai vedere”, ha dichiarato il sindaco di Cutro, “Il mare continua a restituire corpi, tra le vittime ci sono donne e bambini”.

Immediate le reazioni da parte del governo, a partire dalla premier Giorgia Meloni che, tuttavia, ha soltanto saputo attaccare i trafficanti, definendo “criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 metri con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse”, senza mettere in discussione le politiche ostruzionistiche che il suo esecutivo attua verso le navi delle Ong impegnate nei salvataggi.

Le Organizzazioni Non Governative impegnate nel soccorso dei migranti nel Mediterraneo hanno, però, reagito all’ennesima strage di migranti in mare attaccando proprio il governo meloniano. Solo pochi giorni fa, infatti, Il decreto sui flussi migratori, il cosiddetto decreto ONG, era diventato legge, dopo l’approvazione definitiva del Senato con 84 voti favorevoli e 61 contrari. Una legge che limita i soccorsi in mare, secondo le ONG, provocando potenzialmente centinaia e migliaia di vittime delle migrazioni nel Mediterraneo.

Secondo la legge, infatti, le navi impegnate nelle operazioni di soccorso in mare non possono effettuare più di un salvataggio alla volta. Dopo aver soccorso i migranti, sono obbligate a richiedere immediatamente l’assegnazione di un porto di sbarco e a raggiungerlo nel più breve tempo possibile. Secondo le ONG, impedire di effettuare più salvataggi sulla stessa rotta riduce in maniera criminale la possibilità di salvare vite umane pur avendone la possibilità. I porti assegnati, inoltre, come dimostrato negli ultimi mesi con l’applicazione del decreto, si trovano spesso nel Centro e nel Nord Italia: ciò determina un inutile dispendio di tempo (oltre che di carburante) prezioso alle navi per tornare in mare e soccorrere altre persone.

In caso di violazione della legge, è prevista una sanzione amministrativa per il comandante della nave che va dai 10.000 ai 50.000 euro e il fermo amministrativo del mezzo per due mesi. In caso di reiterazione della violazione, si applica la confisca della nave. Previste sanzioni che vanno dai 2000 ai 10mila euro al comandante e all’armatore della nave anche se “non forniscono le informazioni richieste dalla competente autorità nazionale per la ricerca e il soccorso in mare o non si uniformano alle indicazioni della medesima autorità”.

La legge per questo, secondo le opposizioni e i soccorritori, attacca direttamente le ONG e la possibilità di svolgere salvataggi nel Mediterraneo. Nel 2022, oltre 100.000 rifugiati sono arrivati in Italia via mare, un numero in aumento negli ultimi anni. La strage del 26 febbraio infiamma di nuovo lo scontro con il governo, che, con le parole di Meloni, non sembra indietreggiare sul fronte migratorio.

“Il Governo è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione dagli Stati di partenza e di provenienza. Si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l’illusione di una immigrazione senza regole”, ha aggiunto, infatti, la Premier sui social. Difficile immaginare come potrà garantire il rispetto dei diritti umani mediando con il governo iraniano o con quello dei talebani affinché i migranti non decidano più di lasciare quei Paesi. Intanto vengono vantati nuovi accordi con Tunisia e Libia, che probabilmente foraggeranno ulteriormente i crimini nei centri di detenzione per i migranti o quelli compiuti dalla guardia costiera nazionale.

Ferma la condanna di Mediterranea Saving Humans:

⚫️ Cresce di ora in ora il numero delle vittime e dei dispersi del naufragio al largo di #Crotone.

Chi, al governo, chiude le frontiere e non apre canali legali e sicuri d'ingresso in #Europa, dovrebbe solo tacere.

Per rispetto. pic.twitter.com/P363tkhpYR

— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) February 26, 2023

E di Medici Senza Frontiere (MSF):

⚫️ While we are stuck in port, avoidable tragedies continue to unfold before our eyes. How many people will have to be sacrificed until #Italy and the #EU guarantee search and rescue operations and support the life-saving work of #NGOs?#TheyWillPay t.co/WVSPC5PHXp

— MSF Sea (@MSF_Sea) February 26, 2023

Il primo fermo amministrativo della legge sui flussi migratori con multa ai danni di una ONG era stato notificato il 23 febbraio scorso proprio ai danni di Medici Senza Frontiere, ONG francese premio Nobel per la Pace. «La Capitaneria di Porto di Ancona ci contesta, alla luce del nuovo decreto, di non aver fornito tutte le informazioni richieste durante l’ultima rotazione che si è conclusa con lo sbarco ad Ancona di 48 naufraghi», aveva comunicato l’ONG. Per questo motivo, la Geo Barents, la nave di soccorso in mare di MSF, “è stata raggiunta da un fermo amministrativo di 20 giorni e una multa da 10 mila euro”. L’ONG aveva prontamente dichiarato che i suoi legali stavano valutando le azioni per contestare la sanzione.

Proseguono, intanto, le ricerche dei dispersi. Secondo il progetto Missing Migrants dell’International Organization of Migrants, dal 2014 a oggi, sono oltre 50.000 i migranti dispersi nel mondo. Di questi, almeno il 60% resta non identificato: di oltre 30.000 persone, cioè, non si riesce a risalire né all’identità né almeno alla nazionalità d’origine.

Tra le rotte delle migrazioni, sempre secondo Missing Migrants, quella che conduce verso l’Europa è la più “mortale”, con più di 29.000 dei 50.000 morti dal 2014 registrati lungo rotte all’interno o verso i confini europei. Le rotte europee sono anche quelle dove si registra il maggior numero di migranti non recuperati, con almeno 16.032 persone disperse o di cui si suppone il decesso in mare. Ciò significa che un migrante su due disperso lungo il viaggio verso l’Europa non viene ritrovato né identificato.

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La Thailandia corre verso le elezioni, tra i soliti militari e voglia di cambiamento


La Thailandia corre verso le elezioni, tra i soliti militari e voglia di cambiamento elezioni Thailandia
Entro maggio la Thailandia andrà a elezioni generali, le seconde dopo il colpo di stato del 2014. L'ex generale golpista Prayut cerca un terzo mandato, ma dovrà vedersela con vecchi alleati e nemici politici.

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In Cina e Asia – La Cina annuncia gli obiettivi per il 2023 


In Cina e Asia – La Cina annuncia gli obiettivi per il 2023 partito-stato
I titoli di oggi:

La Cina annuncia gli obiettivi per il 2023
Due sessioni: nuove leggi per contrastare le sanzioni straniere
Miliardario americano denuncia blocco dei depositi in Cina
Leader dell'opposizione cambogiana condannato per tradimento

Seul e Tokyo firmano nuovo accordo sul lavoro forzato

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in reply to Andrea Russo

Cina fa qualcosa di sinistra, fa qualcosa di sinistra Cina :/


PAKISTAN. Attacco suicida, almeno nove soldati morti


Un attentatore lancia una motocicletta con esplosivo contro un autobus nella provincia del Balochistan, uccidendo almeno nove membri di una forza paramilitare. L'articolo PAKISTAN. Attacco suicida, almeno nove soldati morti proviene da Pagine Esteri. ht

BREAKING NEWS |

della redazione –

Pagine Esteri, 6 marzo 2023 – Almeno nove soldati della forza paramilitare del Balochistan Constabulary sono stati uccisi e diversi feriti in un attacco suicida nella provincia del Balochistan, nel sud-ovest del Pakistan.

Un attentatore suicida in sella a una motocicletta ha colpito pullman su cui viaggiavano i militari, di ritorno da una mostra locale durante la quale avevano fornito il servizio di sicurezza previsto. L’autobus è esploso, uccidendo nove militari e ferendone almeno altri 7.

I gruppi armati di etnia beluci hanno combattuto il governo per decenni, accusandolo di sfruttare le ricche risorse minerarie e di gas del Belucistan.

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La Federal Trade Commission (FTC) vieta al servizio di consulenza psicologica online BetterHelp Inc. di condividere i dati sanitari dei suoi utenti, comprese le informazioni sui problemi di salute mentale, a scopo pubblicitario. La proposta di ordinanza prevede anche che l’azienda paghi 7,8 milioni di dollari di risarcimento agli utenti per aver rivelato i loro...


Monitorare la trasformazione digitale italiana: il caso del reddito di cittadinanza  


Molti governi europei utilizzano sempre di più algoritmi e processi automatizzati per la trasformazione digitale dei servizi pubblici. In questo articolo vi raccontiamo un’esperienza pratica del team di Privacy Network che da anni vuole monitorare l’uso d

Molti governi europei utilizzano sempre di più algoritmi e processi automatizzati per la trasformazione digitale dei servizi pubblici. In questo articolo vi raccontiamo un’esperienza pratica del team di Privacy Network che da anni vuole monitorare l’uso di tecnologie digitali usate per predisporre servizi ai cittadini, in questo caso l’assegnazione di un sussidio statale. Dal 2021...

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Donne al comando e all’opposizione (e non solo)


Curiosa la situazione politica che si è creata. La si può definire fluida, magmatica, al tempo stesso appare ingessata, paralizzata, paralizzante. Si può partire da una ‘fotografia’: a Palazzo Chigi si è insediata una giovane donna, Giorgia Meloni; a capo dell’opposizione un’altra sua coetanea: Elly Schlein. Margherita Cassano è prima presidente della Corte di Cassazione; […]

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Schlein – Conte – Landini: qualcosa si muove


Credo sia troppo presto valutare il ‘nuovo corso’ del PD dall’incontro a Firenze tra Elly Schlein, Giuseppe Conte, Maurizio Landini e, molto più distante, qualche rappresentante di Renzi. Può significare tutto e nulla. Certamente, significa movimento. La signora Schlein per ora ha problemi molto seri di riorganizzazione di un partito ferito pesantemente due volte e […]

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#LaFLEalMassimo – Episodio 84 – Risparmio e libertà di scelta


Questa rubrica continua a ribadire in apertura il proprio sostegno al popolo ucraino e la condanna dell’inaccettabile aggressione perpetrata dalla Russia – la vittoria non è lontana e speriamo di poter chiudere presto questa triste pagina della storia con

Questa rubrica continua a ribadire in apertura il proprio sostegno al popolo ucraino e la condanna dell’inaccettabile aggressione perpetrata dalla Russia – la vittoria non è lontana e speriamo di poter chiudere presto questa triste pagina della storia contemporanea.

Negli ultimi giorni prosegue il braccio di ferro tra la Commissione Europea, che vuole abolire le retrocessioni di commissioni sul collocamento di prodotti finanziari e quasi tutti i governi europei, che invece cercano di tutelare una chiara rendita di posizione delle banche commerciali e delle reti di promotori, con l’unica lodevole eccezione dell’Olanda, che insieme all’Inghilterra ha abolito questo istituto

Di che cosa parliamo? In larga misura, in Italia, ma anche negli altri paesi europei, la consulenza finanziaria su come gestire i propri risparmi viene fornita da soggetti che guadagnano delle commissioni in base ai prodotti che vendono. Ora la Commissione Europea, insieme a tutti quelli che hanno degli occhi per vedere e un cervello per pensare, ravvisa in questo processo un conflitto d’interessi e richiede che siano vietate le retrocessioni di commissioni e che il compenso per la consulenza finanziaria sia fatturato separatamente.

Perché è così difficile rimuovere un ostacolo tanto evidente alla libertà di scelta dei risparmiatori europei? L’ovvio motivo è che queste commissioni rappresentano una voce molto rilevante per le banche commerciali e per le principali reti di distribuzione che oggi le percepiscono a prescindere dalla consulenza effettivamente prestata.

I nostri governanti ci vorrebbero far pagare e tacere, perché evidentemente credono che le rendite di alcuni meritino maggior tutela della libertà di scegliere di altri. Ma anche in questo caso, la conoscenza e la competenza si rivelano i più grandi presidi di libertà: grazie alla tecnologia e all’innovazione finanziaria consulenza indipendente e risparmio gestito a basso costo sono già disponibili alla portata di tutti, vi basta un click e sul tema vi segnalo anche la mia newsletter e podcast della finanza in soldoni.
Concludo con un pensiero per i 63 migranti morti al largo delle coste dell’Italia meridionale quando la loro imbarcazione ha urtato contro gli scogli, anche perché le vittime di questa tragedia sono molte di più. Secondo l’ONU, negli ultimi anni il numero di persone uccise o disperse nel tentativo di entrare illegalmente in Europa attraversando il Mediterraneo è salito a più di 2.000 all’anno un numero spaventoso di cui dovremmo vergognarci.

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Affacciarsi alla finestra


"Ricordo infatti che era normale allora vedere persone affacciate a finestre e balconi, intente a fumare o anche solo intente, avvolte nel loro cerchio di intimità quotidiana. Non saprei dire quando con esattezza ma è arrivato un momento in cui le persone hanno smesso di affacciarsi, inclusi i miei. Forse è lo stesso momento in cui i bambini hanno smesso di giocare a pallone nelle strade usando come porte le saracinesche abbassate dei negozi. Oggi, quando cammino per Roma e alzo gli occhi ai palazzi vedo solo finestre, le persone vi appaiano per aprirle e chiuderle, per cambiare aria alla casa, o quasi per sbaglio, pronte a tornare dentro se si accorgono che le stai guardando."
Tommaso Pincio - Diario di un'estate marziana


Campagna di tesseramento 2023 a Rifondazione Comunista - di Ezio Locatelli * - Rafforzare il partito, costruire un movimento di opposizione alla guerra e


Guerra in Ucraina: perché lo stallo è pericoloso


La prima cosa che abbiamo imparato dopo un anno di guerra in Ucraina è che non ci sono prove che il Presidente russo Vladimir Putin volesse ricostruire l’Unione Sovietica, l’Impero russo o il Patto di Varsavia. La sua attuale preoccupazione post-imperiale è riconquistare e consolidare i confini della Federazione Russa. Nonostante le sue enormi perdite […]

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"Oggi noi di Rifondazione Comunista e Unione Popolare siamo in piazza a Firenze perché c'e' bisogno di una risposta forte alla prepotenza del governo fascioleg


Nord Stream: la teoria di Seymour Hersh è realtà o finzione?


Nel suo articolo online ‘Come l’America ha eliminato l’oleodotto Nord Stream’, il vincitore del Premio Pulitzer Seymour Hersh vede l’esplosione degli oleodotti Nord Stream nel Mar Baltico come una collaborazione tra Norvegia e Stati Uniti. Sulla base della testimonianza di un informatore, Hersh colloca l’impianto di ordigni esplosivi C4 da parte dei sommozzatori della US […]

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Lucio Dalla e Lucio Battisti, vite parallele di due giganti della musica


‘Dalla e Battisti: due giganti’. Così’ li ha definiti Vasco Rossi. E non si può che convenire con lui quando si parla di questi due musicisti e cantautori che hanno segnato, dagli Anni ’60, ad oggi la nostra storia musicale e accompagnato la nostra vita. Nati ad un giorno di distanza l’uno dall’altro, Lucio Dalla […]

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Contro la Wagner in Africa gli Usa si muovono in 3D. Il commento di Bertolotti


Diplomacy, development e defense. È l’approccio olistico 3D degli Stati Uniti in Africa: la diplomazia guidata dal Dipartimento di Stato, lo sviluppo, con l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale e il militari agli ordini del Pentagono, con l

Diplomacy, development e defense. È l’approccio olistico 3D degli Stati Uniti in Africa: la diplomazia guidata dal Dipartimento di Stato, lo sviluppo, con l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale e il militari agli ordini del Pentagono, con le sue esercitazioni multinazionali. A ribadirlo è stato Michael E. Langley, generale del Corpo dei Marines e comandante di Africom, in un incontro con la stampa da Roma, in occasione della visita in Italia di Mark Milley, capo dello stato maggiore congiunto degli Stati Uniti, per partecipare con i vertici militari di 43 Paesi alla Conferenza dei capi di stato maggiore della Difesa in Africa.

Il generale Langley ha parlato delle attività in Libia, Mali e Repubblica Centrafricana del gruppo Wagner, compagnia russa di mercenari impegnata anche in Ucraina. “Ha avuto effetti destabilizzanti in ogni Paese in cui ha messo piede” con “tattiche brutali”, “violazioni dei diritti umani”, arricchendosi “con pratiche predatorie”, ha spiegato. Il militare ha spiegato la risposta degli Stati Uniti alla penetrazione della milizia russa consiste nel sostenere le nazioni africane attraverso un approccio olistico. “Penso che collettivamente, con tutte queste operazioni, investimenti e attività, possiamo raggiungere obiettivi a lungo termine per questi Paesi”, ha dichiarato citando alcuni dei recenti sforzi militari nel continente come il sostegno all’esercito somalo per combattere al-Shabaab o l’esercitazione Obangame Express 23 per la sicurezza marittima nel Golfo di Guinea.

A Roma, Milley ha ancora incontrato Guido Crosetto, ministro della Difesa, per parlare di Ucraina, Africa e Mediterraneo. “I rapporti tra Italia e Stati Uniti rivestono un’alta rilevanza strategica. L’attuale quadro generale di sicurezza, inoltre, richiede oggi più che mai saldi rapporti bilaterali”, ha dichiarato quest’ultimo. Con l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di stato maggiore della Difesa, ha rinnovato l’impegno dei due Paesi a rafforzare la cooperazione su tutti i fronti, a partire dal settore addestrativo e operativo, proseguendo per il procurement, la ricerca e lo sviluppo tecnologico. L’ammiragli Cavo Dragone ha espresso l’auspicio di “un ulteriore potenziamento della cooperazione con le Forze Armate degli Stati Uniti, in tutti i domini ivi compresi lo spazio e il cyber”.

“Delle 3D dell’approccio olistico soltanto quella della Difesa è stata finora sviluppata”, commenta Claudio Bertolotti, direttore di Start InSight e ricercatore associato presso l’Ispi, a Formiche.net. Quanto al gruppo Wagner, “la visita di Milley e le parole di Langley raccontano l’impegno degli Stati Uniti per contenere l’influenza russa in Africa e la volontà di suonare la sveglia agli alleati. Come a dire: noi ci siamo e vorremmo ci foste anche voi. L’approccio olistico ha ancora più senso in questa ottica: siccome non tutti possono contribuire con la difesa, potrebbero farlo con le altre due d, cioè sviluppo e diplomazia”, conclude.

The 2023 African Chiefs of Defense Conference has commenced! Military leaders from 43 African nations and 15 @USNationalGuard units have come together to discuss resources and unique requirements affecting reality and reputation.#ChOD2023 #AfricanDefense #AFRICOM@thejointstaff pic.twitter.com/2EgdQDNg0B

— US AFRICOM (@USAfricaCommand) February 28, 2023


formiche.net/2023/03/africa-wa…



La “maggiore età digitale” per iscriversi ai social network si raggiunge a 15 anni. Questa la proposta di legge approvata quasi all’unanimità (82 voti contro 2) in prima lettura dall’Assemblea Nazionale della Repubblica francese. E così – se l’attuale testo diventerà definitivamente legge -, i social network saranno tenuti a verificare l’età dei loro utenti...


#uncaffèconLuigiEinaudi☕ – Non si mettono al mondo figli allo scopo…


Non si mettono al mondo figli allo scopo di lucrare un premio di 100 lire ante-1914 da Di alcuni problemi di politica sociale, Lezioni di politica sociale, Torino, 1949 L'articolo #uncaffèconLuigiEinaudi☕ – Non si mettono al mondo figli allo scopo… pro
Non si mettono al mondo figli allo scopo di lucrare un premio di 100 lire ante-1914

da Di alcuni problemi di politica sociale, Lezioni di politica sociale, Torino, 1949

L'articolo #uncaffèconLuigiEinaudi☕ – Non si mettono al mondo figli allo scopo… proviene da Fondazione Luigi Einaudi.


fondazioneluigieinaudi.it/unca…



Il cielo sotto Skynet


Dentro la Skynet cinese: le gabbie e le catene del governo socialista sono invisibili, ma più resistenti dell'acciaio. E i prossimi siamo noi.

Skynet esiste già, ed è in Cina. È questo il nome con cui amichevolmente ci si riferisce al sistema interconnesso di sorveglianza presente su tutto il territorio cinese. Un nome, una garanzia, direi.

Mi piace sempre parlare di Cina, perché credo che purtroppo sia una finestra di Overton1 sul nostro futuro. Non è più un paese lontano pieno di comunisti mangia-bambini che fanno paura.

L’unica protezione da Skynet è l’iscrizione a Privacy Chronicles. Forse. Okay… non è vero, ma è un buon punto di partenza.

Oggi la Cina è una potenza globale fondata su economia mista e capitalismo di relazione (clientelismo), come qualsiasi altro stato occidentale. La sua influenza è molto sottile: commerciale, politica, e sì — anche culturale. Non c’è scampo, e le prove sono già state portate alla vostra attenzione su queste pagine23.

Qualche dato sulla sorveglianza cinese


Dal 2018 al 2020 l’apparato di videosorveglianza in Cina è aumentato del +75%, e poi ancora del +70% dal 2020 a oggi, che si contano circa 600 milioni di telecamere. Il dato equivale a circa 62 telecamere per km quadrato.

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E se qu dati non vi fanno sollevare un sopracciglio, forse vale la pena pensare al fatto che in Cina vivono circa 1 miliardo e mezzo di persone. È molto probabile che presto ci sarà una telecamera per ogni persona vivente sul territorio cinese.

Come si vive sotto il cielo di Skynet?


Ma come si vive in Cina, sotto gli occhi di Skynet4? Non male — se si ignora l’enorme apparato oppressivo, ma invisibile, su cui è costruito l’intero paese. La comodità della tecnologia fa miracoli. Come da noi, insomma. Ma un po’ di più.

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