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#NotiziePerLaScuola

Device individuali in comodato d'uso, un'aula informatica mobile e nuovi router per la connettività: questi gli interventi che l'IC "Viale Legnano" di Parabiago (MI) ha realizzato nella propria scuola, grazie ai fondi PNRR stanz…



Anche quest’anno il Ministero aderisce alla Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, istituita dall’ONU e celebrata il 2 aprile, giunta alla XVI edizione.


Prendi la rincorsa cuore


Prendi la rincorsa cuore

Se l’incantesimo finisce
datti per vinto cuore,
se vuoi combattere
ancora.

Arretra, prendi la rincorsa
salta lo steccato
beffa la stupida realtà
un altro sogno

ancor ti aspetta (la,
nel giardino dei semplici)

Ma non darti per vinto cuore
se deridendo
il tuo coraggio additano,
solo per prender la rincorsa

arretra,
sarà di slancio
il superar umane miserie,
dolce sarà l’approdo all’estasi (la,
nel giardino dei semplici)

dove di silenzi
si ristora l’anima.

Renato Gottardi, Cembra (Tn)

Roberto Resoli reshared this.



PRIVACY DAILY 83/2023


Secondo alcune fonti, la Federal Trade Commission intende avviare un’azione contro Amazon per presunte violazioni della privacy derivanti dall’utilizzo dei dati dei bambini mediante l’assistente vocale Alexa dell’azienda. L’agenzia antitrust e per la tutela dei consumatori sta indagando su Amazon da diversi anni, anche per possibili violazioni del Children’s Online Privacy Protection Act, che potrebbero... Continue reading →


Masoumeh aveva 14 anni, è stata stuprata e uccisa dai pasdaran


Masoumeh aveva 14 anni e viveva in un quartiere povero di Tehran e, quotidianamente, con alcune sue compagne di classe metteva in atto un’azione di disobbedienza civile che consisteva nel togliersi il velo davanti ai ritratti della guida suprema Ali Khame

Masoumeh aveva 14 anni e viveva in un quartiere povero di Tehran e, quotidianamente, con alcune sue compagne di classe metteva in atto un’azione di disobbedienza civile che consisteva nel togliersi il velo davanti ai ritratti della guida suprema Ali Khamenei e del fondatore della Repubblica islamica, Ruḥollāh Khomeynī, mostrando il dito medio. Le telecamere l’hanno identificata ed è stata arrestata.

Masoumeh aveva detto no all’hijab e manifestava pubblicamente il suo rifiuto di rispettare il codice di abbigliamento islamico postando sui suoi social le foto delle performance messe in atto a scuola con le sue amiche. In queste foto le ragazze erano riprese di spalla con i neri e lucenti capelli sciolti, raccolti in trecce o a coda di cavallo, con l’hijab in una mano e con l’altra mostravano il dito medio.

Le milizie pasdaran l’avevano identificata attraverso le telecamere di videosorveglianza e l’avevano arrestata dopo aver fatto irruzione nella sua scuola. Poco dopo è finita in ospedale per una grave emorragia vaginale, è entrata in coma ed è morta.

“La Repubblica islamica in Iran è come l’Isis”, gridano i manifestanti. Usa la violenza contro le donne, anche adolescenti, per una perversa rieducazione ad una aberrante loro nozione di castità e mettere a tacere le giovani.

In un recente e dettagliato rapporto della CNN, ripreso dal “New York Times”, si descrive la nuova strategia adottata dalle autorità iraniane per imporre il rispetto del rigido codice di abbigliamento femminile dopo il fallimento della cosiddetta “polizia morale” mostratasi del tutto inefficace nella repressione delle donne coraggiosamente in rivolta.

Ora gli agenti della buoncostume sembrano scomparsi dagli angoli delle strade e nella repressione sono impiegate direttamente le guardie rivoluzionarie che dopo segnalazioni e rilevamenti con telecamere di videosorveglianza si recano a casa, nelle scuole e nelle università ad arrestare le ragazze senza velo con l’accusa di “immoralità” per poi aggredirle sessualmente. I rapporti riferiscono testimonianze di una tattica organizzata dello “stupro” praticata dai cosiddetti agenti di sicurezza della Repubblica islamica.

La madre di Masoumeh, che intendeva rivelare l’orrore che aveva vissuto la propria figlia, è scomparsa. Non si ha più notizia di lei.

Riferire sul numero di aggressioni sessuali e confermarle è difficile perché le vittime rimangono in silenzio per vergogna, per paura o per il grave trauma subito. La CNN riferisce che in alcuni casi gli agenti di sicurezza filmano le vittime durante gli stupri per costringerle a rimanere in silenzio.

In questa dettagliata inchiesta vi sono i racconti spaventosi di medici che hanno preso in cura le vittime dello stupro e, coperti, dall’anonimato, hanno svelato orrori indicibili.

Oltre quattro di decenni di propaganda statale nel sistema educativo sarebbero dovuti servire a fare il lavaggio del cervello ai minori condizionandone la formazione. Ma la Repubblica islamica ora si rende conto del suo fallimento e sta ricorrendo ad una vera e propria pratica terroristica ricorrendo a rapimenti, torture, avvelenamenti e stupri, diventati un modus operandi distintivo della pratica di repressione delle rivolte innescate il 16 settembre 2022 dall’uccisione della giovane ragazza curda, Mahsa Amini.

In una sua dichiarazione, l’Unicef ha denunciato le «continue irruzioni e perquisizioni condotte in alcune scuole dell’Iran» e, secondo l’Associazione per la protezione dei bambini con sede a Tehran, almeno 60 minori sono stati uccisi dall’inizio delle proteste. «La Repubblica islamica fa parte di quella manciata di paesi che ancora giustiziano i minorenni, quindi non sorprende che stia ricorrendo a uccisioni e torture per reprimere il dissenso, la libertà di parola e la libertà di pensiero anche dei bambini».

Masoumeh non è stata l’unica ragazza ad aver subito questa atroce violenza che l’ha condotta alla morte. A Karaj una ragazza di 20 anni è stata arrestata con l’accusa di aver guidato le proteste e poi rilasciata dal centro di detenzione. I medici che l’avevano presa in cura hanno raccontato in anonimato che “la giovanissima donna era giunta in ospedale con i capelli rasati, con le gambe che le tremavano e con l’ano lacerato”. Dopo le cure mediche era stata di nuova tradotta in carcere e nulla si è più saputo di lei.

Nell’agosto del 2021 il presidente Ebrahim Raisi aveva inasprito la legge sull’hijab, imponendo un codice di abbigliamento più rigido e accaniti pedinamenti per farlo rispettare. La polizia morale aveva installato telecamere di videosorveglianza nei pressi di scuole, università e uffici e ad ogni angolo di piazze e strade. Ora le telecamere sono presenti anche nelle aule delle scuole di ogni ordine e grado.

Ricordiamo il caso di Nika Shakarami, una ragazza di 16 anni che nell’ottobre scorso diede fuoco al suo chador. Nika amava cantare in pubblico a capo scoperto. Fu arrestata. Dopo qualche giorno, le autorità della Repubblica islamica annunciarono la sua morte che sarebbe avvenuta a causa di un incidente. Ma l’autopsia ha invece accertato la vera causa del suo decesso: il suo bacino, il suo cranio, le sue braccia, le sue gambe erano completamente fratturate.

Nima Nouri, aveva 17 anni, è stato assassinato a Karaj dalle milizie pasdaran che gli avevano sparato due colpi di arma da fuoco. Due mesi prima della sua uccisione aveva pubblicato un messaggio su Instagram in cui lanciava un appello chiedendo di unirsi alle manifestazioni: “Sono pronto a sacrificare la mia vita per questo”, aveva scritto.

I genitori di Nima hanno commemorato la morte del loro figliolo liberando colombe bianche sulla sua tomba. Sua madre urlava il suo nome, suo padre si colpiva in testa come se avesse voluto inveire contro colui che aveva ucciso il figlio.

L’organizzazione umanitaria curda Hengaw documenta gli orrori che avvengono nelle carceri iraniane dove sono rinchiusi anche minori. In una di queste, trenta ragazze minorenni sono state messe in una cella che poteva contenere al massimo cinque persone ed erano sotto il controllo di carcerieri maschi. Erano tutte accusate di aver bruciato il loro velo e di aver insultato la guida Suprema Ali Khamenei. Queste giovanissime ragazze alle quali sono state negate le cure mediche necessarie, sono state rinchiuse in celle senza servizi igienici e lavabi, senza cibo, senza acqua, esposti al freddo e in isolamento prolungato.

L'articolo Masoumeh aveva 14 anni, è stata stuprata e uccisa dai pasdaran proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Collettivismo vs Privacy


Privacy e anonimato sono i peggiori nemici del collettivismo, ecco perché da più di 230 anni sono oggetto di continue aggressioni da parte del gruppo più collettivista di tutti: lo Stato Nazione.

Questa settimana ho letto un interessante articolo tradotto da che parla di Bitcoin vs Collettivismo e mi sono detto: cavolo, questa è anche roba da Privacy Chronicles. Possibile che in questi due anni io non abbia mai dedicato un articolo specifico al tema Privacy vs Collettivismo? E quindi eccoci qua.

L’autore dell’articolo scrive: “Bitcoin coltiva una cultura dell'individualismo e dell'autosufficienza, che resiste agli effetti negativi del collettivismo”.

È vero, ma lo stesso può dirsi per l’idea, talvolta filosofica, talvolta tecnica, di privacy. Nel corso dell’articolo di oggi mi riferirò in particolare alla versione più bieca e pericolosa di collettivismo: quello dello Stato-nazione, che da ben 231 anni cerca di togliere ogni privacy e anonimato ai suoi cittadini. Una guerra silenziosa che però ha plasmato la nostra società dalle fondamenta.

Prima di addentrarci nel vivo però bisogna partire dalle basi. Cos’è il collettivismo, su cosa si fonda, e perché privacy e collettivismo sono in completa antitesi?

Ai collettivisti non piace Privacy Chronicles.

Cos’è il collettivismo?


Secondo Wikipedia, collettivismo è:

“un termine per indicare una visione di tipo morale, politica o sociale che enfatizza l'interdipendenza di ogni essere umano all'interno di un gruppo collettivo e la priorità delle finalità di gruppo sulle finalità individuali. I collettivisti si focalizzano sui concetti di comunità e società.”


In pratica, è uno schema morale (e solo poi, politico e sociale) caratterizzato dall’enfasi sulla coesione tra persone e sulla priorità degli obiettivi del gruppo rispetto al singolo.

Il collettivismo potrebbe essere sintetizzato come quella morale che impone la subordinazione dell’individuo al gruppo, dove il gruppo può essere una razza, una classe sociale, un genere, o perfino uno stato-nazione. Le azioni dell’individuo che fa parte del gruppo saranno pertanto ritenute tanto più virtuose quanto siano rivolte verso il bene del gruppo di appartenenza.

Collettivismo e altruismo


Per comprendere meglio la morale collettivista ci si può fare aiutare dal concetto di Altruismo. Wikipedia definisce l’Altruismo come:

“atteggiamento e il comportamento di chi ha la qualità (morale) di interessarsi al benessere dei propri simili”.


In realtà, la definizione che meglio, e più sinteticamente, descrive l’Altruismo è proprio quella originaria, di Auguste Comte: «vivere per gli altri».

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Riprendiamo dalla pagina Facebook di Claudio Sabelli Fioretti questo ricordo di Gianni Minà. Ora che ricordi e commemorazioni stanno pian piano scemando, or


Borsa: canapa, bene il Canada, male per gli USA


La situazione borsistica mondiale sembra tirare il fiato dopo il tonfo bancario delle due settimane precedenti e stante l’ormai cristallizzata situazione del fronte legato al conflitto determinato dalla invasione russa dell’Ucraina. La Borsa statunitense non si è ancora ripresa dal clima pessimistico che aleggia nelle piazze borsistiche internazionali, la Borsa canadese, invece, mostra un qualche […]

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Fermate la tigre ‘Iran’!


Un investitore del Golfo con un’inclinazione analitica e artistica, Ali al-Salim ha individuato le sfide a lungo termine che l’Arabia Saudita deve affrontare mentre ristabilisce le relazioni con l’Iran. Mentre la maggior parte degli analisti si è concentrata sull’immediata riduzione delle tensioni regionali e sulla possibile apertura alla fine dell’intervento militare saudita nello Yemen, durato […]

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Grandi passi in avanti nella coltivazione della canapa negli Stati Uniti


I funzionari dell’agricoltura del Texas hanno approvato i mangimi derivati dai semi di canapa per polli e cavalli e hanno autorizzato l’agenzia statale per i mangimi a stabilire le norme per tali prodotti. Il Texas Commercial Feed Control Act ha assegnato al Texas Feed and Fertilizer Control Service il compito di stabilire le regole per […]

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Fr.#24 / Di affitti e bene comune


Nel frammento di oggi: Espropriazione digitale per il bene comune / Francia 2024, le Olimpiadi della sorveglianza / Chi costruirà le strade nel bitcoin standard? / Meme e citazione del giorno.

Venezia e Milano, a tutta forza verso il Bene Comune


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I Sindaci diventano ingegneri sociali con poteri pressoché illimitati di disporre della proprietà e dei loro sudditi, con un solo obiettivo: creare la loro personalissima versione di società perfetta. E non c’è nulla di strano: è proprio così che è nato lo stato sociale.

Il caro sindaco Brugnaro torna a far parlare della Sua città, che ormai è una gabbia (fisica e digitale) a cielo aperto. L’obiettivo è combattere gli affitti anonimi e centralizzare il controllo dei flussi turistici con piattaforme per la registrazione. Sì, anche i parenti da fuori sono turisti:

“Ci sarà un sistema centralizzato per registrare posti letto, vani e presenze. […]La città non può essere prenotabile all’infinito attraverso canali che sfuggono ad ogni verifica. Non possiamo più permetterlo. Riprendere il controllo delle presenze nelle case private diventa inevitabile […]

Non è più tempo di furberie, chi deciderà di affittare solo per 120 giorni deve sapere che in tutti gli altri 245 giorni avrà Polizia locale e Guardia di finanza alla porta. A controllare.”

Agli ingegneri sociali non piace Privacy Chronicles. A te?

A Venezia quindi le persone potranno affittare solo per 120 giorni all’anno. Qualcuno potrebbe dire: perché 120 e non 131 o 47? Non c’è alcun motivo razionale: al sindaco piace il numero 120, sia fatta la Sua volontà.

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Anche l’amico Beppe Sala, invidioso del potere Divino che è stato conferito a Brugnaro, chiede che gli venga concesso. È risaputo: chi affitta ai turisti toglie posti letto a chi a Milano ci vorrebbe vivere. Perché sì: la casa non è di chi la possiede, ma dello Stato, che decide qual è la migliore allocazione delle risorse.

È una lotta ideologica per un nuovo tipo di espropriazione digitale della proprietà privata. Non con poco eleganti e obsoleti atti di confisca, ma tramite sorveglianza di massa, leggi assurde e quel pizzico (q.b.) di ideologia collettivista che possa spingere le persone ad accettare ogni tipo di sacrificio per il bene comune.

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I Sindaci diventano ingegneri sociali con poteri pressoché illimitati di disporre della proprietà dei loro sudditi, con un solo obiettivo: creare la loro personalissima visione di società perfetta. E non c’è nulla di strano: è proprio così che è nato lo stato sociale.

La domanda sorge spontanea. Vi stancherete mai di farvi trattare come bestie da soma?

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Le Olimpiadi della sorveglianza


Recenti notizie1 ci dicono è passata la proposta per introdurre sistemi di riconoscimento facciale durante le Olimpiadi di Francia 2024. Le Olimpiadi, pare, saranno in realtà un test per vedere come si comportano questi sistemi e usarli poi per ogni evento sportivo, ricreativo o culturale su larga scala.

Alla proposta, che viene dai partiti di destra, si sono opposti i partiti di sinistra e i verdi. Non stupisce che sia così, considerando che destra e sinistra hanno da sempre idee diverse sulla sorveglianza di massa. Dimmi perché vorresti sorvegliare il prossimo e ti dirò da che parte stai.

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A destra risponderanno che è giusto sorvegliare la popolazione per finalità sicurezza, controllo dell'ordine pubblico e per combattere il crimine violento. A sinistra risponderanno che è giusto sorvegliare la popolazione per potenziare lo stato sociale, incentivare comportamenti corretti e per proteggere donne e bambini.

Ciò che è certo è che la sorveglianza di massa è sempre un’aggressione alla libertà e identità di ogni persona e che in nessun caso è giustificabile. In questo caso poi è assurdo: quanti francesi e turisti, compresi i bambini, finiranno con la loro faccia nei database della polizia francese, colpevoli di aver assistito a un evento sportivo?

Forse, prima di partecipare alle prossime Olimpiadi, sarà bene leggere questo articolo.

Chi costruirà le strade nel Bitcoin Standard?


Domanda provocatoria con cui il 27 marzo abbiamo aperto le danze insieme a Massimo Musumeci e , in una live YouTube.

Dentro la cornice dell’anarco-capitalismo e di Bitcoin sono tanti i temi affrontati e tante le domande da chi ci ha seguito live: strade, monopoli, sicurezza, giustizia, kalashnikov… e molto altro. Vi consiglio di guardare la live prima che i Poteri Forti la rimuovano!

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Meme del giorno


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Citazione del giorno

"Are not highways public goods, that is, items of necessity which cannot be supplied by the market? This is the common wisdom. I challenge it. I maintain that road socialism is no different in kind than any other type of socialism. It, too, suffers from the calculation problem identified by Mises and Hayek. As in the case of all other goods and services, the private sector can do a better job of providing roads."

Walter Block

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Smart city: sorveglianza ed economia comportamentale, i casi di Venezia e Ivrea

Oggi parliamo di due casi diversi ma uniti dallo stesso filo rosso, quello delle smart cities e dell’improvviso boom di sistemi pervasivi di sorveglianza e controllo del comportamento delle persone. La storia inizia con un tweet del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro…
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a year ago · 14 likes · 3 comments · Matte Galt
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france24.com/en/tv-shows/tech-…




USA: l’arresto (non) arresterà Trump


Con l’emissione del mandato di arresto a carico di Donald Trump, i nodi che si sono stretti nelle ultime settimane intorno alla figura dell’ex presidente vengono finalmente al pettine. La decisione della procura distrettuale di Manhattan, infatti, non solo mette in moto la procedura legale che l’emissione del mandato comporta, ma rilancia dentro e fuori […]

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Perché l’autonomia strategica dell’UE senza gli Stati Uniti è attualmente impossibile


Tra le macerie che le rivolte che hanno sconvolto Parigi potrebbero lasciarsi dietro includono la riforma delle pensioni del Presidente Emmanuel Macron; la capacità di Macron di governare efficacemente per i prossimi quattro anni; e, molto probabilmente, la stessa Quinta Repubblica. Come riportato a marzo dal New York Times , i manifestanti sono stati sentiti […]

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Perché l’Ucraina è sempre più un rompicapo nucleare per le potenze mondiali


Il 20 marzo 2023, il governo britannico ha confermato che fornirà alle forze ucraine proiettili di carri armati realizzati con uranio impoverito, che può “penetrare più facilmente carri armati e armature a causa della sua densità e di altre proprietà fisiche”. La vicenda ha rapidamente riacceso gli sforzi occidentali e russi per plasmare la narrativa globale […]

L'articolo Perché l’Ucraina è sempre più un rompicapo nucleare per le potenze mondiali proviene da L'Indro.



Un canale di informazioni, aggiornamenti, notizie dal Ministero dell'Istruzione e del Merito. Ci trovate anche su Twitter, Instagram, Facebook.


PON “Per la scuola” 2014 – 2020: il Ministero ha deciso di ripartire alle scuole di tutta Italia, che in base ai criteri stabiliti possono beneficiarne, 207 milioni di euro.


GARANTISMI – ChatGPT bloccato in Italia dal Garante


In questa nuova puntata di #Garantismi insieme a Matteo Flora parliamo del Provvedimento del Garante “blocca” ChatGPT e del perché l’abbiamo bloccato. .


guidoscorza.it/garantismi-chat…



Il botolo


Si alimenta la discussione pubblica con una continua ansia della punizione, salvo poi invocare il condono innanzi a eccessi punitivi. Partiamo dall’ennesimo “scudo”, che nell’oscillare fra pena e perdono anche il vocabolario è divenuto monotono. L’ultimo

Si alimenta la discussione pubblica con una continua ansia della punizione, salvo poi invocare il condono innanzi a eccessi punitivi. Partiamo dall’ennesimo “scudo”, che nell’oscillare fra pena e perdono anche il vocabolario è divenuto monotono. L’ultimo ha a che vedere con il fisco, che in quanto a condoni è talmente aduso da togliere significato e credibilità alle punizioni.

Il governo ha in animo una complessiva e radicale riforma fiscale, puntando a tre le aliquote per i redditi delle persone fisiche (attualmente sono quattro), salvo moltiplicarle con delle false flat tax che sono differenziali regimi forfettari. Che una maggioranza di centrodestra già votò una legge delega per portare le aliquote a due e poi fece cadere la delega trasformando la rivoluzione nell’eterna restaurazione, neanche se lo ricorda più nessuno. In ogni caso, avendo aperto quel cantiere sarebbe ragionevole portarci ogni altra questione fiscale, rendendo omaggio alla coerenza e all’organicità. Niente da fare, lo “scudo” ha preso forma in un articolo che si trova dentro a un decreto intitolato alle “bollette”. Cosa c’entri lo sa il cielo.

Neanche il tempo di emanarlo e già c’è chi strilla all’“ennesimo condono”. Che fra gli strillanti vi siano i condonatori della volta precedente è gustosa osservazione a cura dell’estrema minoranza che ancora rende omaggio alla memoria. Ma non è un condono. A questo giro è buon senso. Se ho fatto una regolare dichiarazione ma poi non ho versato il dovuto sono sicuramente un evasore fiscale, il che innesca un procedimento penale. Li si definisce anche “evasori per necessità”, senza neanche apprezzare il ridicolo che se la necessità può giustificare l’irregolarità è segno che la regola ha necessità d’essere rivista. No, sono soggetti che hanno usato diversamente i soldi. Colpevoli, quindi. Ma se riconoscono la colpa e si dispongono a pagare (con ammenda) è evidente che il procedimento penale debba fermarsi e poi estinguersi all’estinzione del debito. Altrimenti casca anche l’interesse a saldarlo.

Diversi i casi – che pure si era provato a inserire (e vedrete che qualche emendamento ci riproverà) – di chi la dichiarazione non l’ha proprio presentata o l’ha presentata falsa. Nei quali casi la punizione non può essere estinta dal pagare dopo essere stati beccati: punizione più pagamento, non pagamento al posto della punizione.

Strilli si sentono anche sul fronte del codice appalti, di cui ci siamo già occupati. In questo caso gli strillanti ritengono che si sia semplificato troppo, mentre a me pare non lo si sia fatto abbastanza. Senza le vecchie regole e limiti, dice anche l’autorevole Autorità contro la corruzione, gli appalti andranno a parenti e amici. Come se, vigente e vigilante la citata Autorità, non capiti di già. Qui il punto non è scambiare velocità con onestà, anche perché l’esperienza c’insegna che il malaffare prospera nella lentezza. Servono la (prevista) digitalizzazione, la tracciabilità e leggibilità di tutti gli affidamenti e la corrispondenza fra potere e responsabilità (nel senso sia di “colpa” che di “merito”).

Pensare che il male del mondo si elimini ispezionando le anime è metodo sicuro per far affermare quelle dannate. Il disincentivo a delinquere deriva da regole chiare e punizione assai probabile, in caso di devianza (XVIII secolo, Cesare Beccaria op. cit.). Posto che le regole non devono essere spaventose, è sano che il fisco e la giustizia mettano una certa strizza, talché fregare gli altri induca la paura d’essere fregati. Epperò i due esempi citati hanno una cosa in comune: non ci crede nessuno – né alla regola né alla punizione – se la giustizia è inesistente o in gara con i bradipi. Il nodo è quello e si tende a non occuparsene. Che fine hanno fatto i propositi di Carlo Nordio? Perché se lo si costringe addirittura a difendere l’idea che chi tortura sia punito, è solare che resteremo vittime del supplizio imposto dalla severità orale condita con l’insipienza reale. Il “bau bau” del botolo.

La Ragione

L'articolo Il botolo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Quando i dipendenti diventano ‘padroni’


Leggendo i quotidiani economici e le pagine economiche dei giornali nonché vedendo alcune trasmissioni televisive e i social si nota una sorta di ‘peana’ dei risultati positivi delle imprese. E’ notizia quotidiana leggere o sentire di incrementi di fatturati, di dividendi con un EBITDA (Erning Before Interest Taxes DEpreciation and Amortisation-Margine Operativo Lordo) sempre positivo. Mentre tutto […]

L'articolo Quando i dipendenti diventano ‘padroni’ proviene da L'Indro.



La censura di YouTube a Martino e alla Fle è inquietante, siamo alla dittatura dell’algoritmo


Intervista al professor Salvatore Sica Quella dell’algoritmo, oltre ad essere una rivoluzione, rischia di trasformarsi in una “dittatura” se non regolamentata adeguatamente. Qualche giorno fa ha suscitato scalpore la decisione del canale YouTube di oscura

Intervista al professor Salvatore Sica

Quella dell’algoritmo, oltre ad essere una rivoluzione, rischia di trasformarsi in una “dittatura” se non regolamentata adeguatamente. Qualche giorno fa ha suscitato scalpore la decisione del canale YouTube di oscurare per una settimana la pagina della Fondazione Einaudi, che non può certo essere definita una organizzazione sovversiva. Il motivo? La pubblicazione di una lezione di Antonio Martino (accademico ed esponente di spicco di Forza Italia, scomparso lo scorso anno) alla “Scuola di liberalismo”. Nel video l’ex ministro si esprime sulla gestione della pandemia da parte del governo. Di qui l’iniziativa della piattaforma online, che, come ha comunicato la stessa Fondazione Einaudi, «non ammette affermazioni relative ai vaccini per il Covid-19 che contraddicono il parere di esperti appartenenti ad autorità sanitarie locali o all’Oms». Abbiamo approfondito la vicenda con Salvatore Sica, avvocato e ordinario di Diritto privato nell’Università di Salerno. «Ogni giorno in più – dice –, quando mettiamo contenuti, diventiamo proporzionalmente e parallelamente schiavi della rete»

Professor Sica, prende corpo una nuova forma di censura? Chi diffonde idee non gradite ai gestori dei social viene messo alla porta?

In realtà non abbiamo nulla di nuovo. Semplicemente, la vicenda che stiamo commentando è uno degli ultimi atti che si stanno comunque verificando da anni. Vale a dire l’auto-attribuzione che si sono fatte le piattaforme online, soggetti privati, di censurare addirittura le idee. Era immaginabile che si arrivasse a questo. L’ultimo episodio, quello che ha riguardato la Fondazione Einaudi, è abbastanza inquietante. Non stiamo parlando di un politico o di una celebrità dello spettacolo, ma di un professore universitario, che, all’interno di una rispettabilissima organizzazione, manifesta realmente una opinione. La censura applicata segue qualche criterio algoritmico di ricerca della parola chiave. È bastato elaborare, per esempio, la parola “vaccino”, perché l’algoritmo arrivasse a delle conclusioni affrettate.

Un procedimento non esente da gravi errori?

Sicuramente. Nel caso che stiamo commentando non è avvenuta nessuna riflessione sul contesto, sulla autorevolezza e sulle argomentazioni del dichiarante. Le conclusioni, affrettate, alle quali si è giunti sono state quelle di considerare le dichiarazioni espresse incompatibili con la linea di pensiero della piattaforma.

Internet non è solo una “prateria” dove si può correre liberi?

Che non si possa e non si debba correre liberi su internet lo sosteniamo da tempo. L’esigenza di regole è, pertanto, chiara. Il problema è che le regole non possono farle i gestori del meccanismo stesso. Soprattutto, questo controllo non può essere realizzato da parte di soggetti privati con criteri quasi automatici. La mia sensazione è che si proceda ad una ricerca algoritmica dei contenuti da eliminare. Questo, per me, è aberrante.

Lei ha fatto riferimento alle regole. Chi le deve scrivere? I legislatori nazionali che ruolo dovrebbero ricoprire in questo particolare momento storico?

I legislatori nazionali devono, innanzitutto, perdere la timidezza nei confronti delle piattaforme. Devono recuperare il ruolo del diritto che fa le regole e le amministra. Va sconfitta, una volta per tutte, l’idea che la rete sia una arena virtuale libera per un verso, ma per un altro verso l’idea che il controllo sulla rete sia relegato ai privati. Per fare questo occorre un urgente intervento normativo. Meglio se a livello sovranazionale, ma si può anche partire dal livello nazionale.

Il controllo dei contenuti a chi potrebbe essere delegato? Va regolamentato?

Non c’è alternativa: il controllo dovrebbe essere o giudiziale, con carattere di urgenza, o con l’intervento di una autorità indipendente anche una tra quelle già esistenti. Dipende dal tipo di scelta che si compie. Tendenzialmente, sarei favorevole al controllo giudiziale, ma con interventi sul rito perché tutto possa svolgersi con grande rapidità.

Le grandi piattaforme online possono condizionare la libertà d’opinione. La censura nella quale è incappata la Fondazione Einaudi è emblematica. Il cittadino comune è ancora più vulnerabile?

Io affermerei, invece, che condizionano la libertà di opinione. Non ho alcun dubbio su questo tema. D’altra parte se ci spostiamo in un altro ambito, ad esempio, il diritto d’autore, la vicenda del rifiuto della convenzione per la gestione dei diritti d’autore da parte di Meta nei confronti della Siae è emblematica. Assistiamo ad una situazione di abuso di posizione dominante in cui vengono dettate le condizioni per un accordo. In senso inverso il rifiuto dell’accordo è conseguentemente la negazione della messa a disposizione dei prodotti in rete. In sostanza le piattaforme si dichiarano arbitri unilaterali sempre di più, ogni giorno di più, del contenente e del contenuto della rete.

Se da un lato YouTube censura, dall’altro il Big Tech è accusato di aver favorito con il proprio algoritmo la circolazione di messaggi di propaganda del terrorismo islamico. Il riferimento è alla vicenda della famiglia di una delle vittime delle stragi di Parigi del 2015, che ha citato in giudizio Google e la piattaforma di YouTube. Non mancano le contraddizioni nella prateria dei contenuti di internet?

Siamo di fronte contemporaneamente all’arbitrio e ad un controllo che segue soltanto criteri algoritmici. L’intelligenza artificiale fa le maglie della rete con la conseguenza, come è noto, che, se non governata dall’uomo, è quanto di più stupido possa esistere. Si può arrivare, quindi, al paradosso che il professor Antonio Marino venga censurato. Così come si può arrivare al paradosso che il mio stesso nome, magari dopo questa intervista, vada incontro allo stesso destino dei contenuti della Fondazione Einaudi. L’intelligenza artificiale è utile, ma è uno strumento al quale non si può attribuire capacità pensante. Non dimentichiamo che l’immissione dei dati algoritmici viene fatta sempre dagli uomini, da organizzazioni e da imprese. Se non si interviene subito, lo scenario che abbiamo difronte sarà agghiacciante ed inquietante. Ecco perché è importante che le autorità facciano la loro parte ancora di più, sostenendo i giudici con una attività formativa sulle nuove tematiche che ci circondano. Si sostenga la magistratura in questa battaglia di recupero del terreno del diritto.

Il Dubbio

L'articolo La censura di YouTube a Martino e alla Fle è inquietante, siamo alla dittatura dell’algoritmo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



La Russa è rimasto fascista e non riesce a nasconderlo. È evidente la sua identificazione con il busto del duce che tiene in casa e con i fascisti che consegn


I bambini scomparsi dell’Ucraina: indagando i crimini di guerra russi


Dopo aver ascoltato le prove che hanno condannato Adolph Eichmann, Hannah Arendt ha capito non la mostruosità del male ma la sua banalità. Mentre la sua frase potrebbe essere usata oggi per sminuire il criminale, la sua terribile verità è che i partner e i facilitatori dei crimini di guerra incorporano il male nelle vite […]

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L’alto prezzo della relazione Guatemala-Taiwan


La leader di Taiwan, Tsai Ing-wen, si è recata mercoledì 29 marzo in visita negli Stati Uniti, con tappe in Guatemala e Belize, due dei 13 Paesi al mondo che mantengono ancora relazioni diplomatiche con l’isola cinese. Domenica 26 marzo l’Honduras ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con Taiwan e ha immediatamente stabilito relazioni con […]

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La Russia affronta un lungo declino economico? L’isolato Putin si rivolge alla Cina


In una rara ammissione pubblica, questa settimana il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato ai funzionari del governo di Mosca che le sanzioni imposte per l’invasione dell’Ucraina potrebbero effettivamente avere un ‘impatto negativo’ sull’economia russa. L’avvertimento è in netto contrasto con le solite smentite ottimistiche di Putin, e allude all’oscura prospettiva economica della Russia in mezzo […]

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#laFLEalmassimo – Episodio 87- Intelligenza Artificiale e Luddismo


Fino a quando il conflitto tra Russia e Ucraina non avrà fine con la definitiva sconfitta dell’invasore questa rubrica continuerà a ribadire il proprio sostegno alla nazione invasa La lettera aperta che richiede sei mesi di moratoria sugli sviluppi dell’i

Fino a quando il conflitto tra Russia e Ucraina non avrà fine con la definitiva sconfitta dell’invasore questa rubrica continuerà a ribadire il proprio sostegno alla nazione invasa

La lettera aperta che richiede sei mesi di moratoria sugli sviluppi dell’intelligenza artificiale non convince. I rischi potenziali legati a questa nuova tecnologia sono concreti e molto rilevanti, potrebbero mettere a repentaglio le fondamenta stesse dalla nostra società e delle istituzioni democratiche influenzando le nostre scelte e inostri comportamenti attraverso informazioni manipolate.

Tuttavia è un rischio anche cercare di limitare lo sviluppo di quella che potrebbe essere la più grande rivoluzione tecnologica nella storia dell’umanità: quali istituzioni politiche sono sufficientemente indipendenti da poterla regolare? Quali esperti sono abbastanza competenti da poterne comprendere i limiti e intervenire?

Non lo sappiamo e non possiamo saperlo. La storia dell’evoluzione umana a livello tanto biologico quanto sociale si è sviluppata attraverso errori e correzioni, tentativi e fallimenti e anche in questa fase delicata affidarsi sacrificare la libertà di scelta e di sviluppo della ricerca scenica non sembra una strategia giustificata da motivazioni convincenti.

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‘Dottrina Mitterrand’: anche all’ Italia, in fondo, andava bene


Ma certo che lascia l’amaro in bocca la decisione della Corte di Cassazione francese, il suo negare l’estradizione a una decina di terroristi alcuni dei quali si sono macchiati di gravi reati di sangue negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, e da loro non una mezza parola di scusa. Ma certo che i […]

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La guerra delle sorprese in Ucraina


Alcune guerre acquisiscono nomi che rimangono. I clan Lancaster e York combatterono la Guerra delle Rose dal 1455 al 1485 per rivendicare il trono britannico. La Guerra dei Cent’anni contrappose l’Inghilterra alla Francia dal 1337 al 1453. Nella Guerra dei Trent’anni, 1618-1648, molti paesi europei si scontrarono, mentre Gran Bretagna e Francia intrapresero la Guerra […]

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ChatGpt è addestrata grazie a miliardi di dati di miliardi di persone. Ecco perché l’abbiamo bloccata


L’innovazione non può essere fatta a spese dei diritti delle persone. Credo sia questo il senso più profondo del provvedimento con il quale, come Garante per la protezione dei dati personali, abbiamo ordinato a OpenAi, la società che gestisce ChatGPT di sospendere, almeno temporaneamente, ogni trattamento dei dati personali raccolti in Italia e degli utenti... Continue reading →
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la domanda è: perché non si è fatto nulla in 20 anni di raccolta selvaggia di dati per rendere la rete un luogo più partecipato e rispettoso della privacy. Se consenti a società private di accumulare dati poi non ti puoi stupire che ne facciano ciò che vogliono. Gli algoritmi di AI impiegati da OpenAI sono quelli che più o meno usavo io negli anni ‘90, era prevedibile che stavamo preparando i presupposti per una AI proprietaria addestrata con dati e conoscenze pubbliche. Oltretutto, non sappiamo (e non sapremo mai) se già negli anni passati, con o senza AI, quei dati (nostri) siano stati impiegati o “venduti” a organizzazioni politiche in qualche modo compiacenti con gli interessi delle aziende che li avevano accumulati, o se quelle aziende ne abbiamo in qualche modo favorito le vicende per interesse personale impiegando quei dati.

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BRASILE. Il ritorno di Bolsonaro: 20 indagini in corso ma resta il leader dell’opposizione


L'ex presidente dovrà saldare i conti con la giustizia se vuole continuare ad essere il nome principale dell'opposizione. L'articolo BRASILE. Il ritorno di Bolsonaro: 20 indagini in corso ma resta il leader dell’opposizione proviene da Pagine Esteri. ht

di Glória Paiva –

Pagine Esteri, 31 marzo 2023 – Jair Bolsonaro è tornato in Brasile ieri (30/03) dopo aver trascorso tre mesi negli Stati Uniti. L’ex presidente ha lasciato il suo paese d’origine il 30 dicembre, due giorni prima della fine del suo mandato, rifiutandosi a seguire la tradizione di consegnare la fascia presidenziale al suo successore, Luis Inácio Lula da Silva, la cui vittoria Bolsonaro non ha mai riconosciuto pubblicamente. Ora dovrà affrontare almeno 20 indagini in corso contro di lui ed è già stato citato a testimoniare in uno dei casi. Allo stesso tempo, viene accolto nel suo partito come il principale nome dell’opposizione al governo attuale e un importante sostegno per la destra e l’estrema destra nelle elezioni comunali del 2024.

Bolsonaro ha più volte rimandato il suo ritorno in Brasile, in un soggiorno prolungato che alcuni esponenti dell’opposizione, internauti e giornalisti hanno considerato una sorta di fuga. Come riportato da CNN Brasil, i piani dell’ex presidente, al suo arrivo, prevedevano un corteo per le srtade di Brasília e un discorso ai suoi sostenitori già in aeroporto, ma il forte schema di sicurezza messo in atto dalla Polizia Federale non lo hanno permesso. Né sono stati consentiti manifestazioni e accampamenti come quelli visti tra dicembre e gennaio di quest’anno. La piazza Três Poderes – scenario di violente manifestazioni golpiste l’8 gennaio – ha avuto la sicurezza rafforzata.

L’accoglienza dell’esponente dell’estrema destra è stata tutt’altro che i gruppi bolsonaristi su Telegram e Whatsapp avevano promesso: che “la terra avrebbe tremato” al suo ritorno. Al contrario, poco più di 100 persone lo stavano aspettando nell’area arrivi dell’aeroporto di Brasilia, dove il suo volo commerciale è arrivato prima delle 7 del mattino. Tuttavia, l’ex presidente ha utilizzato un’altra uscita e si è recato nella sede del Partito Liberale (PL), dove ha incontrato l’ex first lady, Michelle Bolsonaro, il presidente del PL, Valdemar Costa Neto, diversi membri del suo governo e sostenitori.

Ora, Costa Neto intenderebbe utilizzare l’immagine dell’ex presidente e di sua moglie Michelle durante le elezioni comunali del 2024, in particolare per aprire spazio nelle grandi città come Rio de Janeiro e São Paulo e nella regione nord-est, dove il forte elettorato di Lula tende ad essere decisivo nelle elezioni presidenziali. Alcuni esperti sottolineano inoltre che la coppia potrebbe sostenere il PL nel diffondere ulteriormente il bolsonarismo tra il pubblico evangelico e le donne. Durante il ricevimento presso la sede del partito, Bolsonaro ha affermato il suo obiettivo di fare sì che il PL e i suoi alleati conquistino, insieme, il 60% delle amministrazioni comunali in tutto il paese nel 2024.

In un video ottenuto dalla CNN Brasil, Costa Neto definisce Bolsonaro il “leader di un movimento che è qui per restare” – non a caso Bolsonaro ha affittato una casa a Brasilia e ha già una squadra di guardie di sicurezza, autisti e auto ufficiali, normalmente destinate per gli ex presidenti. Tra pochi giorni Bolsonaro assumerà anche la carica di presidente onorario del partito, con uno stipendio di 40mila reais (circa 7mila euro).

Nonostante lo abbia negato negli ultimi giorni, il ritorno di Bolsonaro in Brasile rappresenta, per la destra e l’estrema destra, la più grande opposizione nel cammino del governo Lula, che deve affrontare sfide importanti in ambito sociale ed economico. L’attuale presidente, per mettere in opera le sue promesse elettorali, ha bisogno del sostegno di un parlamento che finora si è dimostrato ostile e turbolento, con tendenze conservatrici e sedute segnate da offese, dissapori e fake news. Attualmente, il presidente della Camera dei Deputati Arthur Lira è in contenzioso con il Senato e il governo per approvare misure economiche, fiscali e sociali che interessano il Planalto. Un altro scontro politico difficile per Lula in questo momento è con la Banca Centrale, che il presidente critica costantemente a causa degli alti tassi di interesse, fattore che incide direttamente sulla crescita del paese.

Resa dei conti con la Giustizia

Mentre si trovava a Orlando, Bolsonaro passava il tempo a criticare il governo Lula e a difendersi dalle accuse a lui rivolte, in particolare il suo ruolo nella crisi umanitaria che ha decimato parte della popolazione indigena Yanomami e la crisi dei gioielli ricevuti da Bolsonaro – e non dichiarati – durante la sua visita in Arabia Saudita mentre era il capo dello Stato.

Il 5 aprile Bolsonaro dovrà testimoniare sul caso e spiegare alla polizia federale perché ha cercato di tenere per se armi, collane, orologi e altri oggetti ricoperti di diamanti, per un valore di 17 milioni di reais (3 milioni di euro), ricevuti in dono dal regno dell’Arabia Saudita nel 2021. Secondo una determinazione del 2016, i regali ricevuti dai capi dello Stato brasiliano in viaggio devono essere incorporati nel patrimonio pubblico, a meno che non si tratti di oggetti di carattere personale.

Gli articoli di lusso sono stati sequestrati dal Fisco dopo che un consigliere di Bolsonaro, il colonnello Mauro Cid, ha tentato di entrare in Brasile senza dichiararne l’ingresso. Per mesi il governo Bolsonaro ha cercato di recuperare i gioielli, muovendosi attraverso tre ministeri, militari di alto rango e facendo pressioni anche sul capo dell’agenzia delle entrate, ma senza successo.

Bolsonaro è anche oggetto di sei inchieste presso il Supremo Tribunale Federale in casi come la sua condotta negazionista e la diffusione di notizie false durante la pandemia di Covid-19, l’esistenza di milizie digitali antidemocratiche e il ruolo dell’ex presidente nell’organizzazione degli atti golpisti a Brasilia l’8 gennaio.

Nell’ambito della Giustizia Elettorale, Bolsonaro è oggetto di indagine in 16 procedimenti, il più emblematico e recente dei quali è stato l’incontro tenutosi con gli ambasciatori brasiliani, nel luglio 2022, durante il quale Bolsonaro ha ripetuto disinformazione sul sistema elettorale del paese e ha diffuso dubbi sulla sicurezza del sistema di voto elettronico. Altre richieste di indagine in analisi includono anche l’omissione dello Stato nel caso degli Yanomami e l’uso della struttura presidenziale per articolare campagne di disinformazione. Queste e altre procedure potrebbero, come minimo, rendere Bolsonaro inammissibile alla presidenza nel 2026.BRASILE. Il ritorno di Bolsonaro: 20 indagini in corso ma resta il leader dell’opposizione.BRASILE. Il ritorno di Bolsonaro: 20 indagini in corso ma resta il leader dell’opposizione.

Le indagini devono ancora andare in primo grado e un’eventuale condanna definitiva di Bolsonaro per i suoi crimini richiederebbe anni. Finora, i giuristi stimano che Bolsonaro sia riuscito a proteggersi da accuse formali facendo nominare nel 2019 un suo alleato come procuratore generale della repubblica, Ricardo Aras. L’anno scorso, Aras ha archiviato più di 100 richieste di indagine contro il presidente. Nel 2021, l’ONG Transparência Internacional ha denunciato “l’allineamento sistematico della Procura Generale della Repubblica con il governo Bolsonaro” come uno dei fattori di rischio per la democrazia brasiliana. Il mandato di Aras dura fino a settembre di quest’anno.

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Maddai tutta sta manfrina dell'AI per poi fare l'unica cosa che hanno appresso tutti nel settore IT cioè rubare o arraffare dati personali... :flan_facepalm:


Sarebbe fallimento collettivo


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Bussolin e Bonriposi (Lega): "Moschea, sfratto 27 aprile sia attuato senza rinvii. Il Comune nel frattempo chiarisca sue intenzioni"


Un comunicato stampa sul sito del Comune di #Firenze informa le gazzette che la #Lega di Firenze è contenta del fatto che qualcuno possa sfrattare qualcun altro: finalmente si rispetta la legge, dicono i due signori qui sopra, che si chiamano entrambi Federico e hanno entrambi l'aria di persone ben nutrite.
Ora, la loro legge impone che la stessa cosa venga fatta con diverse Famiglie.
La maiuscola è a titolo di scherno, dal momento che l'agenda politica dell'esecutivo in carica nello stato che occupa la penisola italiana è per intero degna di essere schernita.
Comunque, nei confronti delle Famiglie i due Federico paiono assai più comprensivi.
Poi dicono:

"Come Lega annunciamo per Sabato 15 aprile un #Gazebo in piazza dei #Ciompi per un'intera "giornata di ascolto e informazione" sul Caso #Moschea. Intendiamo aggiornare i cittadini sia sullo sfratto imminente (e vicende legali annesse) oltre che sulla nuova possibile location negli ex locali #Banca Toscana. Parleremo noi ai residenti. Visto che la Giunta #Nardella si nasconde".

Il borgomastro ha appena organizzato un incontro [per martedi 4 aprile 2023] sull'emergenza abitativa a Firenze, perché la povertà e la morosità incolpevole sono in procinto di assicurare moltissime soddisfazioni agli estimatori della legge; accusarlo di nascondersi non ha molta logica. L'auspicio è che i residenti accolgano numerosi la tendina della Lega e che dimostrino ai protagonisti dell'iniziativa di non avere nessun bisogno di essere ascoltati e informati da individui di questa risma.
Sperabilmente senza passare a vie di fatto.



PODCAST. FRANCIA, contro la riforma delle pensioni un movimento radicale e trasversale


Contro l'aumento dell'età pensionabile decisa dal governo Macron-Borne, martedì scorso in Francia sono di nuovo scese in piazza circa due milioni di persone nel corso della decima giornata di sciopero e di mobilitazione indetta dai sindacati L'articolo P

di Marco Santopadre

Pagine Esteri, 31 marzo 2023 – Contro la riforma delle pensioni decisa dal governo Macron-Borne che sposta in avanti di due anni l’età pensionabile, martedì scorso in Francia sono di nuovo scese in piazza circa due milioni di persone nel corso della decima giornata di sciopero e di mobilitazioneindetta finora dai sindacati.
A pesare è il contenuto della misura che penalizza soprattutto le fasce più deboli del mondo del lavoro. Ha suscitato rabbia la decisione, da parte dell’esecutivo, di approvare il pacchetto legislativo ricorrendo all’articolo 49.3 della Costituzione, che consente il varo di provvedimenti senza il voto dell’Assemblea Nazionale, dove la maggioranza avrebbe faticato non poco a trovare i numeri.
Nuove iniziative di protesta sono state già proclamate per la prossima settimana. Si moltiplicano intanto gli episodi di violenza da parte delle forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti ma anche dei giornalisti che documentano le mobilitazioni.
Ne abbiamo parlato con Marco Cesario, giornalista italiano che vive e lavora a Parigi.
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6272567Giornalista professionista e autore di numerosi tra saggi e romanzi, da Parigi Marco Cesario scrive per numerose testate, tra le quali Micromega, Linkiesta, Pagina99 e The Post Internazionale.

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In Cina e Asia – Von der Leyen: "Rapporto con la Cina tra i più intricati e importanti al mondo”


In Cina e Asia – Von der Leyen: von der leyen
I titoli di oggi:

Ue, von der Leyen: "Rapporto con la Cina tra i più intricati e importanti al mondo"
Chip war, iniziano a diminuire le apparecchiature destinate alla Cina
Cina potenza mediatrice? Secondo Kuleba Pechino non ha ancora deciso
Alibaba, Zhang spiega i dettagli della scissione del gruppo
Bonus monetari per le agenzie che attireranno turisti a Hangzhou

Pena di morte in Corea del Nord per droga, attività religiose e condivisone di video

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PRIVACY DAILY 82/2023


Dopo sette anni di ambiguità sulla legge tedesca sulla conservazione dei dati, la Corte costituzionale federale tedesca l’ha dichiarata inapplicabile e incompatibile con il diritto dell’UE. La Corte non ha accettato le disposizioni della legge tedesca sulle telecomunicazioni e del codice di procedura penale che prevedevano la conservazione dei dati relativi al traffico e all’ubicazione... Continue reading →