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#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Diamo poco valore alla privacy perché sentiamo di averne abbastanza


Stanno facendo il giro dei social alcuni video, per quel che si sa ripresi dalle telecamere di sorveglianza dei magazzini Wildberries, gigante russo dell’e-commerce, che ritraggono il personale obbligato a spogliarsi, sino a restare in intimo, in uscita dallo stabilimento. Si tratterebbe di una procedura per contrastare il furto di prodotti pare particolarmente diffuso. La... Continue reading →


Rosa Rinaldi* Anni di governo sia di centro destra che di centro sinistra hanno affossato la sanità pubblica. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: ris


Le iniziative delle altre Autorità


La CNIL lancia una serie di dossier tematici. Si comincia da “identità digitale” Quella dell’identità personale è una questione centrale per la società. Sia nel settore pubblico che in quello privato, la digitalizzazione della società ha dato origine a nuove forme di identità (es. nei videogiochi o sui social network) e alla necessità di digitalizzarne... Continue reading →


Europol confessa la strategia su conservazione dei dati e indebolimento della crittografia: un gruppo di esperti presenterà proposte per espandere la sorveglianza entro la metà del 2024.

@Pirati Europei

Su richiesta dell'eurodeputato Patrick Breyer , Europol ha pubblicato documenti che dimostrano che un gruppo di esperti di nuova costituzione dovrà elaborare proposte sui temi della conservazione dei dati, della crittografia e dell'anonimato entro la metà del 2024. Tra le altre cose, l'attenzione è rivolta all'accesso ai dati di comunicazione crittografati, ai dati sulla posizione e ai dati IP dei cittadini.

L'eurodeputato dott. Patrick @Patrick Breyer (Pirata Party/Verdi/ALE) commenta:

> “Il programma 'Going Dark' è una fucina per ulteriori inutili tentativi di aumentare la pressione della sorveglianza contro la popolazione. I governi dell'UE hanno continuato a non rispettare le sentenze della Corte di giustizia dell'UE sulla conservazione dei dati. Ora un gruppo di esperti deve escogitare proposte, ad esempio per indebolire la #crittografia. Ci verranno presentati risultati prestabiliti e nuovi progetti di legge come risultato di un processo del tutto poco trasparente e squilibrato".

#GoingDark #Europol

patrick-breyer.de/en/data-rete…

L'Europol ha già una montagna di dati di cittadini europei che dovrebbe cancellare, ma in realtà ne vuole ancora di più



Mare del Nord, ecco come Mosca vuole sabotare il maxi-progetto energetico 


“I mari del Nord possono essere la più grande centrale elettrica del mondo”, hanno scritto su Politico i leader di Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Regno Unito e Danimarca alla vigilia dell’incontro odierno dei nove

“I mari del Nord possono essere la più grande centrale elettrica del mondo”, hanno scritto su Politico i leader di Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Regno Unito e Danimarca alla vigilia dell’incontro odierno dei nove a Ostenda, in Belgio. Un tempo culla della rivoluzione industriale e sede di alcuni dei progetti ingegneristici più ambiziosi al mondo, come l’Eurotunnel, i Paesi che circondano il Mare del Nord vogliono tornare a essere protagonisti. Ma la Russia sembra prepararsi a far saltare i piani dei nove leader.

UNA REGIONE STRATEGICA

Il Mare del Nord è già una risorsa energetica critica per i Paesi da esso bagnati (come dimostrano i progetti della norvegese Equinor) e la pericolosità di queste acque si è dimostrata recentemente con il sabotaggio del gasdotto Nord Stream. La ricchezza di energie pulite e la facilità di installazione di infrastrutture rendono questa regione un potenziale enorme bacino di risorse ma anche, allo stesso, un obiettivo di attività ibride da parte di un attore come la Russia.

LE ISOLE DI TURBINE

L’incontro di Ostenda ruota attorno al progetto di enormi “isole” di turbine costruite in mare, con la promessa di un aumento di dieci volte della produzione di elettricità entro il 2050. Come riporta il Times di Londra, il ministro dell’Energia britannico Grant Shapps annuncerà un piano per la più grande linea elettrica multiuso del mondo sotto il Mare del Nord. La linea LionLink, la seconda al mondo nel suo genere, collegherà il Regno Unito e i Paesi Bassi attraverso delle pale eoliche offshore. “In risposta all’aggressione della Russia contro l’Ucraina e ai tentativi di ricatto energetico contro l’Europa, accelereremo i nostri sforzi per ridurre il consumo di combustibili fossili e la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili”, hanno affermato i ministri in una bozza di comunicato. Shapps ha inoltre aggiunto: “Stiamo rafforzando la nostra sicurezza energetica e inviando un segnale forte alla Russia di [Vladimir] Putin che i giorni del suo dominio sui mercati energetici globali sono davvero finiti”.

LE MOSSE DI MOSCA

Ma nei giorni scorsi un’indagine congiunta delle emittenti pubbliche in Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia ha rivelato che la Russia starebbe preparando il sabotaggio dii parchi eolici e i cavi di comunicazione proprio nel Mare del Nord. La BBC la descrive una guerra “nell’ombra” di Mosca avverrebbe anche per mezzo di una flotta di navi camuffate da pescherecci e navi da ricerca, dotate di attrezzature di sorveglianza subacquea, che starebbero mappando siti chiave per possibili sabotaggi. Il rapporto si concentra in particolare su una nave russa chiamata Ammiraglio Vladimirsky, ufficialmente una nave oceanografica o da ricerca subacquea e che invece sarebbe una nave spia russa. Un ufficiale del controspionaggio danese afferma che i piani di sabotaggio sono in preparazione e pronti a essere messi in atto in caso di pieno conflitto con l’Occidente, mentre il capo dell’intelligence norvegese ha detto alle emittenti che il programma è considerato molto importante per la Russia ed è controllato direttamente da Mosca. Le emittenti affermano di aver analizzato le comunicazioni russe intercettate, che si riferiscono a “navi fantasma” che navigano nelle acque nordiche e che hanno spento i trasmettitori per non rivelare la loro posizione.


formiche.net/2023/04/mare-del-…



Data retention and undermining encryption: expert group to present proposals for expanding surveillance by mid-2024


At the request of MEP Dr Patrick Breyer , Europol has published documents showing that a newly established group of experts is to draw up proposals on the topics of … https://fragdenstaat.de/a/271889

At the request of MEP Dr Patrick Breyer , Europol has published documents showing that a newly established group of experts is to draw up proposals on the topics of data retention, encryption and anonymity by mid-2024. Among other things, the focus is on access to encrypted communication data, to location data and to IP data of citizens.

The expert group goes back to a proposal of the Swedish Presidency of the Council of the European Union from January 2023 (PDF). The tasks and objectives of the expert group are discussed under the programme name ‘Going Dark’.

MEP Dr Patrick Breyer (Pirate Party / Greens/EFA) comments:

“The ‘Going Dark’ programme is a forge for further unnecessary attempts to increase surveillance pressure against the population. EU governments have continuously failed to comply with the rulings of the EU Court of Justice on data retention. Now a group of experts is to devise proposals i.e. for undermining encryption. We are to be presented pre-agreed results and new draft legislation as a result of an entirely intransparent and unbalanced process.”

patrick-breyer.de/en/data-rete…



Molte persone Altamente Sensibili, si sentono fuori posto


Le persone altamente sensibili hanno dei fattori genetici che intervengono su alcune caratteristiche cerebrali: Vivono le emozioni con maggiore vividezza e con più forte intensità.

iyezine.com/molte-persone-alta…

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La Battaglia di Saragarhi: Le Termopili dei Sikh (1897)


La battaglia di Saragarhi è un evento storico di grande rilevanza che ha avuto luogo il 12 settembre 1897, durante la campagna di Tirah nella regione della frontiera nord-occidentale dell’India britannica, ora parte del Pakistan.Continue reading

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Africa rossa – Il Sudan non è l’Ucraina


Africa rossa – Il Sudan non è l’Ucraina sudan
Gli scontri in Sudan, il braccio di ferro tra Cina e Usa in Africa, l'interesse di Pechino le miniere africane, ma anche più in generale il futuro della Belt and Road. Sono alcuni dei temi molto che abbiamo affrontato nell'ultima puntata di Africa rossa, la rubrica a cura di Alessandra Colarizi.

L'articolo Africa rossa – Il Sudan non è l’Ucraina proviene da China Files.



In Cina e Asia – Ambasciatore cinese: i paesi baltici non hanno uno "status effettivo” nel diritto internazionale


In Cina e Asia – Ambasciatore cinese: i paesi baltici non hanno uno ambasciatore
I titoli di oggi:

Alto diplomatico cinese: i paesi baltici non godono di uno “status effettivo” nel diritto internazionale
Borrell: "Le marine Ue dovrebbero pattugliare lo Stretto di Taiwan"
La Cina aumenta la propria presenza nella catena di produzione del gas in Medio Oriente
Continuano le proteste dei risparmiatori dello Henan
Il 70% degli universitari cinesi crede ancora nella meritocrazia
Fiera di Canton: focus sulla delocalizzazione della catena di approvvigionamento.

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“Il Ministro Risponde”, al via da oggi il nuovo format video web nel quale la giornalista Maria Latella intervisterà il Ministro Giuseppe Valditara sui principali temi del mondo della scuola.


Sigonella, la maxi polveriera di Stati Uniti e Nato in Sicilia


La Marina Usa realizzerà all’interno della grande stazione aeronavale siciliana nuovi depositi super-protetti in cui stoccare i sistemi d’arma, le munizioni e gli esplosivi destinati alle unità da guerra, sottomarini e aerei USA L'articolo Sigonella, la

di Antonio Mazzeo

(nella foto il nuovo hangar per i pattugliatori P-8A “Poseidondi US Navy a Sigonella)

Pagine Esteri, 24 aprile 2023Una maxi santabarbara a Sigonella per le future missioni delle forze armate USA e NATO in Africa, Europa e Medio oriente. A fine marzo il Dipartimento della Marina Militare degli Stati Uniti d’America ha chiesto al Congresso lo stanziamento di 77.072.000 dollari per realizzare all’interno della grande stazione aeronavale siciliana nuovi depositi super-protetti dove stoccare i sistemi d’arma, le munizioni e gli esplosivi destinati alle unità da guerra, ai sottomarini e ai velivoli aerei USA e dei paesi partner con lo scopo dichiarato di contrastare la penetrazione russa nel Mediterraneo allargato.

EDI – Ordnance Magazines è il nome dell’ennesimo progetto di potenziamento infrastrutturale della Naval Air Station (NAS) di Sigonella. “Saranno costruiti quattro box in cemento armato rinforzato D type, due magazzini sotterranei con aggiornamenti anti-sismici e due depositi modulari di stoccaggio”, rileva il Dipartimento di US Navy. Nello specifico il nuovo arsenale occuperà complessivamente un’area di 4.802 m2: 4.205 m2 per i depositi ad alto potenziale esplosivo (High Explosive Magazines) e 600 m2 per l’edificio protetto destinato alle attività di “revisione e manutenzione” delle munizioni (Ammunition Rework and Overhaul Shop – AROS).

“Il progetto è a supporto delle operazioni con ordigni a NAS Sigonella e includerà condutture con sistemi anti-intrusione e un nuovo accesso stradale”, si legge nella scheda tecnica elaborata da US Navy. “L’infrastruttura servirà a ricevere, stoccare, isolare, ispezionare, caricare, scaricare e consegnare gli ordigni così come ad assemblare, costruire, smontare, assicurare la manutenzione e riparare le munizioni. Il progetto risponderà pienamente ai requisiti previsti dai Comandi di guerra e alle direttive sugli standard anti-terrorismo del Dipartimento della Difesa. I sistemi di controllo della facility includeranno quelli per la sicurezza cibernetica in accordo con gli odierni criteri del Pentagono”.

Per costruire i nuovi depositi di armi ed esplosivi sarà demolito un edificio nell’area di NAS II ad uso esclusivo delle forze armate USA, quello indicato con il numero #881 e fino ad oggi utilizzato come officina di manutenzione delle armi subacquee avanzate modificate (MAUW – Modified Advanced Underwater Weapons). (1)

“Il Naval Munitions Command (NMC) Atlantic Detachment Sigonella fornisce il supporto munizionamento al Comando delle forze navali USA in Europa (NAVEUR), a quello per le operazioni nel continente africano (US Africom), alle unità della VI Flotta e risponde alle richieste di munizioni ed esplosivi convenzionali del Dipartimento della difesa nell’area sotto la sua responsabilità (Europa, Africa e Medio oriente, ndr)”, spiega il Comando della Marina Militare USA nella richiesta di finanziamento della nuova santabarbara. “Il distaccamento di Sigonella assicura inoltre i team di pronto intervento a supporto delle operazioni VLS/CLS (presumibilmente i sistemi missilistici navali a lancio verticale, ndr) all’interno dell’area sotto la responsabilità della V Flotta USA e dei partner NATO. Per poter svolgere in modo adeguato la propria missione a Sigonella, il Naval Munitions Command ha bisogno di magazzini di stoccaggio delle munizioni e degli esplosivi ben progettati e in grado di supportare le richieste di munizionamento di US Navy, del Corpo dei Marine, di US Air Force, della NATO e dell’OPLAN – Operation Plan”. Con l’acronimo OPLAN viene inteso in ambito militare il piano operativo predisposto dagli alti Comandi delle forze armate per la conduzione delle operazioni congiunte in un ambiente ostile. (2)

Nella richiesta al Congresso, il Dipartimento della Marina USA spiega che la necessità di realizzare il nuovo arsenale a Sigonella è dovuta principalmente alla vetustà dei depositi esistenti. “Si tratta di infrastrutture vecchie di 60 anni che non rispondono ai requisiti richiesti dalle forze armate USA e NATO”, spiega US Navy. “Attualmente l’NMC Atlantic Detachment Sigonella non possiede un Ammunition Rework and Overhaul Shop per assemblare, costruire, smontare e distruggere le munizioni. L’esistente NATO Ordnance Facility è localizzata in un’area che è stata colpita in passato da inondazioni che hanno danneggiato gli edifici e la vicina rete stradale”.

La progettazione delle infrastrutture ha preso il via nell’agosto 2020 e sarà completata entro la fine del novembre di quest’anno. Il contratto di design per un importo di 596.516 dollari è stato affidato dal Naval Facilities Engineering Command all’Alliance Consulting Group Inc., società di engineering con quartier generale a Boston (Massachusetts). (3) Il cronogramma prevede che dopo l’autorizzazione del Congresso sia bandita la gara dei lavori e che questi vengano avviati a partire dell’ottobre 2024 per poi concludersi entro il settembre 2026. Oltre alla somma destinata all’esecuzione delle opere, il Dipartimento della Marina prevede di destinare 1.450.000 dollari all’acquisto di attrezzature e apparecchiature C4I (comando, controllo,comunicazione, computer e intelligence) e cibersecurity per “difendere” il nuovo arsenale di Sigonella.

Il progetto Ordnance Magazines è stato inserito all’interno del piano di investimenti finanziario per l’anno fiscale 2024 dell’European Deterrence Initiative (EDI), l’iniziativa di rafforzamento della presenza delle forze armate USA in Europa avviata da Washington in accordo con i partner della NATO a seguito dell’annessione russa della Crimea nel 2014. Si tratta di un budget di spesa di dimensioni abnormi, oltre 3,6 miliardi di dollari, che servirà ad accrescere il numero degli stazionamenti su base rotativa dei reparti terrestri e aeronavali delle forze armate USA e alla realizzazione di nuove infrastrutture militari e depositi di stoccaggio armi e munizioni. “I programmi EDI previsti per il 2024 continueranno a rafforzare le capacità e la prontezza delle forze USA, degli alleati NATO e dei partner regionali nel rispondere nel modo più rapido ad ogni aggressione nell’area di intervento dell’U.S. European Command e contro le minacce transnazionali da parte degli avversari regionali alla sovranità territoriale degli alleati NATO”, spiega il portavoce del Pentagono.

“Le priorità difensive per scoraggiare gli attacchi strategici contro gli Stati Uniti d’America e i suoi alleati e partner consentono di rafforzare gli sforzi di collaborazione e la robusta deterrenza contro l’aggressione russa”, aggiunge Washington. “Grazie ai prossimi finanziamenti dell’European Deterrence Initiative si potenzierà la postura di sicurezza in Europa e la rapidità di difesa contro l’aggressione della Russia alle nazioni NATO, saranno riempiti i siti preposizionati (con reparti, mezzi di guerra, armi e munizioni, ndr), così come potranno essere svolte le attività addestrative e le esercitazioni per assecondare i cicli rotativi (…) Il budget 2024 dell’EDI continua a puntare agli investimenti nella deterrenza integrata, nelle campagne e negli interveti che costruiscono vantaggi duraturi”.

Per la cronaca, il progetto di Sigonella è l’unico predisposto dal Dipartimento della Marina USA nell’ambito del capitolo di spesa per il “potenziamento infrastrutturale” (complessivamente si tratta di opere per 544,2 milioni di dollari). “Le risorse per rafforzare le infrastrutture e le facility in tutto il teatro europeo forniscono ai nostri alleati e partner e ai potenziali avversari una chiara indicazione dell’impegno a lungo termine degli Stati Uniti d’America in Europa”, spiega il Pentagono. “L’accesso a infrastrutture robuste in località strategiche è essenziale per il supporto delle attività e delle operazioni. I miglioramenti pianificati assicurano il pronto intervento e diverse attività ed eventi militari nella regione e rafforzano le funzioni di mobilità, accoglienza, stazionamento, proiezione e integrazione congiunta (JRSO&I)”. Nello specifico il pacchetto finanziario sarà destinato prioritariamente al potenziamento delle infrastrutture destinate ad ospitare equipaggiamenti, munizioni e carburante; delle basi per le unità inviate a rotazione; dei poligoni e dei centri addestrativi; degli scali aeroportuali; delle reti d’intelligence e dell’architettura di sorveglianza. (4)

“La missione primaria di NAS Sigonella è quella di assicurare le attività operative consolidate e logistiche avanzate e i centri di comando, controllo e amministrativo a supporto delle forze armate USA e di altri paesi NATO”, si legge nella scheda inviata al Congresso dal Dipartimento di US Navy. “Sigonella supporta i vari squadroni aerei multi-funzioni e multi-nazionali in transito a rotazione. La facility presente nella baia di Augusta (Siracusa) assicura il rifornimento di carburante e viveri alle unità da guerra della VI Flotta e alle navi di supporto logistico. Anche la stazione di telecomunicazioni (a Niscemi, ndr) e il Pachino Target Range forniscono il supporto alla flotta USA. Inoltre NAS Sigonella è il punto di rotta per il transito di personale militare e dei voli cargo attraverso l’Europa, l’Africa e l’Asia sud-occidentale”.

Nella grande stazione aeronavale, sede di quasi una quarantina di comandi operativi delle forze armate degli Stati Uniti d’America e centro nevralgico per le operazioni dei droni-spia e killer USA e NATO, proliferano intanto i cantieri infrastrutturali. Dopo che lo scorso anno è stato completato un maxi-hangar per il ricovero e la manutenzione dei nuovi pattugliatori marittimi P-8A “Poseidon” di US Navy (costo 26,5 milioni di dollari) (5), a breve saranno realizzate le vie di rullaggio e i piazzali destinati a questi velivoli che sono impiegati quotidianamente in operazioni di intelligence e sorveglianza della flotta russa nel Mar Nero e dei sottomarini nucleari di Mosca in transito nel Mediterraneo. Per la realizzazione delle nuove taxyway per i “Poseidon” sono stati stanziati 66.050.000 dollari.

Nella primavera 2024 entrerà in funzione anche una nuova Stazione di telecomunicazioni satellitari. “L’infrastruttura nella Naval Air Station di Sigonella, per cui è prevista una spesa di 42 milioni di dollari, comprenderà pure una facility per le informazioni sensibili e riservate e consentirà di effettuare comunicazioni – vocali e di dati – più sicure e affidabili alle unità navali, sottomarine, aeree e terrestri di US Navy”, spiega il Pentagono. Imponente anche il costo delle apparecchiature elettroniche e dei sistemi di comando, controllo, comunicazione ed intelligence che saranno installati nella stazione satellitare: 57 milioni di dollari. Il nuovo centro opererà sotto il Comando della U.S. Naval Computer and Telecommunications Station (NCTS) Sicily, che supporta le comunicazioni critiche delle forze armate USA, NATO e delle coalizioni alleate che operano nelle regioni sotto la responsabilità dei comandi di US Africom, CENTCOM ed EUCOM. (6)

E’ inoltre in progettazione la modernizzazione delle infrastrutture e dei sistema di atterraggio nelle piste della base (il contratto di design ha il valore di 3.610.000 dollari), mentre a metà luglio sarà bandita la gara per realizzazione il nuovo quartier generale delle unità cinofile dei marines USA impiegate in operazioni “anti-terrorismo” e nella ricerca e rimozione di munizioni ed esplosivi (costo 5.900.000 dollari) (7). Pagine Esteri.

NOTE E LINK

1 secnav.navy.mil/fmc/fmb/Docume…

2 globalsecurity.org/military/op…

3 https://govtribe.com/award/federal-contract-award/delivery-order-n6247018d4011-n6247020f5598

4 https://comptroller.defense.gov/Portals/45/Documents/defbudget/FY2024/FY2024_EDI_JBook.pdf

5 stripes.com/theaters/europe/20…

6 https://www.academia.edu/95984074/Sicilia_isola_delle_armi

7media.defense.gov/2023/Feb/01/…

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#881


PRIVACY DAILY 100/2023


Il Governo britannico ha effettuato un test inviando un messaggio di allerta di emergenza ai cittadini. Già dall’annuncio del testo, però, le speculazioni hanno invaso i social media e in diversi hanno condiviso informazioni non veritiere e affermazioni stravaganti, tra cui quella secondo cui l’allerta sarebbe stata programmata per rubare i dati personali. L’allarme sperimentale... Continue reading →


Emma Tricca - Aspirin Sun


🎧 #RECENSIONE:

👉 Emma Tricca - Aspirin Sun

«Aspirin Sun» è un disco mattutino: di folk psichedelico mattutino, forse un po’ insonne. È folk cinematografico, se mi passate il termine, ideale colonna sonora di un vecchio film

@Musica Agorà

iyezine.com/emma-tricca-aspiri…

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F-104, F-35 e oltre. Ulmer (Lockheed) racconta il legame con l’Aeronautica


La storia che lega l’azienda statunitense all’Italia dura da più di sessant’anni ed è costellata da importanti collaborazioni con realtà italiane di rilievo, tra cui Leonardo e Fincantieri. In particolare, con il gruppo di piazza Monte Grappa, Lockheed Ma

La storia che lega l’azienda statunitense all’Italia dura da più di sessant’anni ed è costellata da importanti collaborazioni con realtà italiane di rilievo, tra cui Leonardo e Fincantieri. In particolare, con il gruppo di piazza Monte Grappa, Lockheed Martin collabora nella costruzione dell’F-35, continuando una tradizione di cooperazione in campo aeronautico che lega il gigante industriale statunitense anche all’Aeronautica militare italiana. Di questa storica partnership Airpress ne ha parlato con Greg M. Ulmer, vice presidente esecutivo della divisione Aeronautica di Lockheed Martin.

Presidente, l’Aeronautica militare italiana ha da poco compiuto il suo primo secolo di vita. La Forza armata è sicuramente legata a Lockheed Martin da molto tempo. Ci può descrivere questa partnership?

Innanzitutto, a nome di Lockheed Martin, voglio esprimere i nostri auguri all’Aeronautica militare per l’eccezionale traguardo raggiunto dei cento anni di attività per la sicurezza dell’Italia e dei suoi interessi nazionali. Per noi, l’Italia non è solo un partner prezioso, ma anche una componente aerea fondamentale all’interno della Nato, che fornisce all’Alleanza una presenza aerea avanzata oggi e per gli anni a venire. Con l’Italia ci lega un rapporto che dura da decenni. Durante questo periodo abbiamo celebrato molte pietre miliari della tecnologia aerospaziale all’avanguardia. Una di queste è il Lockheed F-104, che ha segnato l’ingresso dell’Italia nell’era dei jet militari. L’aereo ha servito l’Aeronautica in varie configurazioni dagli anni Sessanta fino all’inizio del XXI secolo, registrando circa un milione di ore di volo.

E oggi?

L’Italia si posiziona come uno degli alleati europei più capaci e fidati degli Stati Uniti, anche grazie ai nostri sistemi di difesa più all’avanguardia, tra cui naturalmente il caccia stealth F-35 e il C-130J. Non solo siamo pienamente impegnati a proteggere la sicurezza nazionale dell’Italia e a promuovere la sicurezza del XXI secolo per i decenni a venire, ma sosteniamo anche il rafforzamento del Paese dall’interno. In qualità di partner del programma F-35 Lightning II, l’industria italiana è pienamente coinvolta nel programma F-35 per i prossimi trent’anni: dalla produzione di parti critiche, all’assemblaggio finale e all’accettazione in volo di entrambi i modelli F-35A e F-35B, fino alla manutenzione pesante regionale, alla riparazione, alla revisione e al lavoro di aggiornamento.

Sta crescendo il numero di Paesi europei che selezionano l’F-35 per le proprie difese aeree, e molti di questi hanno espresso interesse per il sito di assemblaggio italiano di Cameri. Si prevede che entro il 2030 nel Vecchio continente saranno stanziati oltre 550 apparecchi, 90 dei quali italiani. Che impatti avrà questo sull’Europa e sulla Nato?

Il contributo dell’F-35 al potere aereo integrato della Nato è un importante esempio che illustra il nostro impegno nel sostenere una maggiore interoperabilità tra i membri europei dell’Alleanza. Ad oggi, otto membri europei della Nato fanno già parte del programma F-35, mentre la Grecia e la Repubblica Ceca hanno annunciato ufficialmente l’interesse a partecipare al programma. Il caccia fornisce un effetto rete integrato in tutta la Nato che si allinea con l’approccio di Lockheed Martin alla sicurezza del XXI secolo, in quanto diversi alleati stanno aggiornando le loro flotte di quarta generazione con le capacità avanzate di quinta, elementi cruciali per la deterrenza in caso di necessità.

E per quanto riguarda il nostro Paese?

L’Italia, con quello che è attualmente il più grande programma europeo di F-35, svolge un ruolo essenziale in questo senso e lo ha dimostrato recentemente come nazione ospitante dell’esercitazione su larga scala Falcon Strike, incentrata sull’integrazione dei velivoli di diversi utilizzatori alleati e sull’integrazione dei velivoli di quinta e quarta generazione. Con la crescita della flotta globale e della rete di operatori, la potenza delle capacità avanzate dell’F-35 combinata con le conoscenze condivise tra diversi Paesi, sta rafforzando la sicurezza, aumentando la capacità di deterrenza della Nato e dando la possibilità alle forze alleate di muoversi in uno spazio di battaglia contestato senza essere individuate.

Oltre l’F-35, l’Aeronautica italiana è anche uno dei maggiori operatori di C-130J in Europa…

I C-130 sono in servizio con l’Aeronautica italiana da 53 anni, e oggi l’Arma azzurra gestisce una delle più grandi flotte di Super Hercules al mondo, uno dei primi operatori del velivolo. Personalmente, ho fatto parte del programma C-130 quando abbiamo consegnato i primi “Super Herc” all’Italia, un momento importante, che rimane un punto di orgoglio per il nostro team. Quando un Paese utilizzatore dei C-130 sceglie di ricostituire la propria flotta con i Super Hercules, dimostra la partnership e la fiducia che riposta nella nostra realtà.

Quali sono le capacità del C-130J e qual è il suo impatto di lungo periodo in Europa?

Il Super Hercules è conosciuto come il “cavallo da tiro del mondo” e si è guadagnato questa reputazione grazie alla sua presenza globale, alla sua versatilità e alle sue prestazioni. Gli equipaggi dell’Aeronautica militare hanno convalidato la sua reputazione attraverso il supporto militare regionale, di mantenimento della pace, umanitario e di soccorso in caso di disastri naturali con i suoi C-130J-30 da trasporto aereo tattico e i KC-130J aviocisterne tattiche. Dall’assicurare la consegna di rifornimenti critici alle basi operative avanzate al rifornimento di mezzi aerei e terrestri, fino alla consegna di speranza e aiuti, i Super Herc italiani riflettono la missione dell’Aeronautica militare di servire l’Italia “con il valore fino alle stelle”, come recita il suo motto.


formiche.net/2023/04/ulmer-loc…



Mali: lo Stato Islamico conquista territori a scapito di Al Qaeda


di Redazione Pagine Esteri, 23 aprile 2023 – Le milizie affiliate allo Stato islamico stanno espandendo la loro influenza nella regione del Sahel, conquistando territori nel nord-est del Mali allo scopo di allargarsi al Niger e al Burkina Faso. Lo scrive

di Redazione

Pagine Esteri, 23 aprile 2023 – Le milizie affiliate allo Stato islamico stanno espandendo la loro influenza nella regione del Sahel, conquistando territori nel nord-est del Mali allo scopo di allargarsi al Niger e al Burkina Faso. Lo scrive il quotidiano francese “Le Monde”, che segnala il proseguire di violenti attacchi da parte di membri del gruppo Eigs, lo “Stato islamico nel Grande Sahara”, che starebbe espandendo la propria influenza nell’area delle Tre frontiere, situata al confine tra Mali, Niger e Burkina Faso. Quasi anno fa le ultime truppe francesi hanno lasciato il paese africano.

La presa di Tidermène, località situata a nord di Menaka registrata all’inizio di aprile, è l’ultima tappa di una vittoriosa offensiva iniziata nel 2022 contro i rivali del “Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani” (Jnim), milizia affiliata ai competitori di Al Qaeda, ma anche contro l’esercito maliano sostenuto dai ribelli tuareg. I combattimenti hanno causato la morte di centinaia di civili. Al momento, solo la capitale regionale Menaka sfuggirebbe al controllo dell’Eigs, protetta dall’esercito del Mali, dalla missione Onu Minusma e da alcuni gruppi armati che hanno siglato un accordo di pace con Bamako.

Lo scorso 18 aprile anche una delegazione della giunta militare al potere è stata attaccata al confine con la Mauritania. Quattro persone sono state uccise nell’imboscata, incluso il capo di gabinetto del presidente di transizione Assimi Goita, Oumar Traoré. Anche un capo della sicurezza, l’autista del capo di gabinetto ed un imprenditore locale sono deceduti nell’attacco. La delegazione, ha riferito la giunta in un comunicato, è caduta in un’imboscata durante una missione lungo l’asse Guiré-Nara, nella regione sud-occidentale di Koulikoro. In seguito è stato attaccato anche un posto di blocco dell’esercito maliano all’ingresso di Labbazenga, vicino al confine con il Niger. Un militare è stato ucciso ed altri quattro sono rimasti feriti. Il posto di blocco è stato dato alle fiamme e le armi sono state rubate. – Pagine Esteri

L'articolo Mali: lo Stato Islamico conquista territori a scapito di Al Qaeda proviene da Pagine Esteri.



📚 Oggi, 23 aprile, è la Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore. Nel 1996 l’Unesco ha organizzato un evento per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la tutela del copyright.


Esprimiamo la nostra piena solidarietà a Francesca Albanese, relatrice speciale del Consiglio per i diritti umani dell'Onu sulla situazione nei territori pales


Spose bambine. In Sud Asia la metà di quelle del mondo intero


Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’UNICEF nella regione si contano 290 milioni di spose bambine, il 45% del totale mondiale L'articolo Spose bambine. In Sud Asia la metà di quelle del mondo intero proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/

di Redazione

Pagine Esteri, 20 aprile 2023 – La pandemia di Covid-19 e la crisi economica hanno di gran lunga peggiorato la situazione delle giovani donne nei paesi del Sud Asia.

Le ultime stime rilasciate mercoledì dall’UNICEF hanno rivelato che i matrimoni precoci sono aumentati nella regione, arrivando a raggiungere il 45% del totale mondiale.

Un dato impressionante che ci racconta di 290 milioni di bambine costrette a diventare mogli per povertà e per mancanza di alternative. La chiusura delle scuole a causa del Covid-19 ha peggiorato una situazione già tragica, alla quale si è aggiunta la crisi. Non esiste futuro per le ragazze, che vengono dunque percepite solo come un peso economico per le famiglie che hanno difficoltà a sopravvivere.

In questa situazione il matrimonio combinato è spesso visto come unica soluzione possibile al problema. L’UNICEF ha lanciato l’allarme, chiedendo alle istituzioni di intervenire per mettere un freno alla pratica.

“Il fatto che in Asia meridionale si registri il più alto numero al mondo di matrimoni infantili è a dir poco tragico”, ha dichiarato Noala Skinner, direttrice regionale dell’UNICEF per l’Asia meridionale. “Il matrimonio infantile blocca il percorso di apprendimento delle ragazze, mette a rischio la loro salute e il loro benessere e compromette il loro futuro”.

I matrimoni infantili riguardano sia i maschi che le femmine ma queste ultime, in confronto, sono coinvolte in numero largamente maggiore. In Sud Asia quasi la metà (il 45%) delle ragazze tra i 20 e i 24 anni sono state costrette a sposarsi prima dei 18 anni. Una su cinque prima dei 15 anni.

L’UNICEF ritiene indispensabile una discussione sul fenomeno che permetta di mettere in campo reti di protezione sociale per contrastare la povertà. L’istruzione deve essere garantita e accessibile per tutti i bambini e le bambine. Le norme legali e l’educazione sessuale, inoltre, devono garantire il processo di cambiamento nel sud dell’Asia. Pagine Esteri

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È folle e inaccettabile quanto propongono i rappresentanti dei balneatori spalleggiati dalla destra. L'idea di aggirare la direttiva Bolkestein individuando "n


Da Mosca a Pechino ecco le nuove sfide per la deterrenza Nato


Si avvicina sempre più il prossimo vertice Nato, che si terrà a luglio a Vilnius in Lituania. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina sono molte le sfide in corso per la sicurezza dell’Alleanza atlantica, dalla deterrenza alla minaccia rappresentata da Pechin

Si avvicina sempre più il prossimo vertice Nato, che si terrà a luglio a Vilnius in Lituania. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina sono molte le sfide in corso per la sicurezza dell’Alleanza atlantica, dalla deterrenza alla minaccia rappresentata da Pechino. Di fronte a un tale quadro, l’Alleanza intende impiegare nuovi strumenti per garantire il proprio vantaggio tecnologico, rendendosi capace di affrontare le minacce in modo sicuro ed efficace. Queste sono state le considerazioni da cui è partito l’evento “La deterrenza della Nato dopo l’Ucraina. Verso il Vertice di Vilnius”, realizzato da Formiche e Airpress in collaborazione con la Nato Public diplomacy division. L’iniziativa ha visto la partecipazione del Capo della Sezione relazioni pubbliche della Nato Public diplomacy division, Nicola de Santis, dell’ambasciatore e presidente della commissione Politiche Ue del Senato, Giulio Terzi di Sant’Agata e del direttore della Nato defense college foundation, Alessandro Politi, moderati dal direttore di Formiche e Airpress Flavia Giacobbe.

Ucraina e deterrenza

Quello che si ritrova a dover fronteggiare la Nato è dunque un quadro geopolitico e di deterrenza complesso, che rende ancora più sfidante raggiungere l’obiettivo di continuare a garantire la difesa e la sicurezza dello spazio euro-atlantico. “Storicamente la deterrenza è un elemento fondante della strategia sia politica sia militare dell’Alleanza”, ha spiegato de Santis. Come ha ricordato, “è intrinseca nella dimensione difensiva della Nato” e “deterrenza e dialogo sono due gambe indispensabili per prevenire il rischio di una guerra”. “Il concetto di deterrenza dell’Alleanza, da Madrid in poi, è soggetto a un approfondimento, a un adattamento al nuovo contesto di sicurezza”, ha spiegato de Santis. La Nato infatti ha dovuto “rivedere, attraverso il Concetto strategico di Madrid, la propria strategia di deterrenza nucleare, anche tenendo di conto di minacce quali la Corea del Nord, l’Iran e la stessa Cina che oggi si rifiuta ancora di condannare l’aggressione contro l’Ucraina da parte della Federazione Russa”, ha proseguito. Secondo Terzi è bene sottolineare come la deterrenza sia un concetto sfaccettato: “Deterrenza come posizionamento e dissuasione e anche come capacità di punire l’aggressore”. E in un contesto in cui “è difficile non parlare di una guerra contro l’Europa” sta emergendo “una nuova architettura di sicurezza occidentale”.

Cooperazione Ue-Nato

Di fronte all’accresciuta minaccia allo spazio euro-atlantico, aumenterà inoltre il livello di cooperazione tra l’Unione europea e l’Alleanza Atlantica per garantire la difesa del Vecchio continente, pur rispettando l’autonomia e le diverse capacità delle due organizzazioni in un’ottica di complementarietà. “La complementarietà tra Nato e Ue è un elemento ancora importante, dal 1991 a oggi si è proceduto in questa direzione e lo abbiamo già visto ad esempio con la sincronizzazione delle riunioni di altissimo livello tra Consiglio atlantico e Consiglio europeo, le riunioni tra Stoltenberg e von der Leyen. Questa dimensione verrà con gran probabilità rafforzata a Vilnius”, ha raccontato de Santis. Ma cos’è quindi la dimensione europea della narrativa atlantica e viceversa? Cerca di rispondere l’ambasciatore Terzi parlando di “un unicum, un insieme che si sta rafforzando”.

Le altre sfide: l’Indo-Pacifico

In uno scenario globale sempre più instabile, la Nato è anche impegnata a tener d’occhio la sfida proveniente dalla Repubblica Popolare Cinese. Particolarmente preoccupante in questo senso è la cooperazione sempre più stretta tra la Cina e la Russia, così come il loro tentativo comune di sfidare l’attuale ordine internazionale basato sulle regole. Secondo Politi “vi è un dibattito fortissimo negli Stati Uniti su cosa veramente debbono fare gli europei nell’Indo-Pacifico”. Come ha precisato infatti il direttore, di Indo-Pacifico nella Nato se ne parla ufficialmente soltanto a partire dal 2022 con la dichiarazione di Madrid e poi il Concetto strategico, mentre altri Paesi, quali gli Stati Uniti, ne parlano ben da prima, fin dal 2011, così come anche Australia e Giappone. Nonostante il “ritardo” dell’Alleanza, ora non vi è più tempo da perdere.


formiche.net/2023/04/deterrenz…



Numerose associazioni, collettivi reti, composte da uomini e donne provenienti da ogni angolo del mondo, che vivono e lavorano in Italia, hanno promosso per sab


GUANTANAMO. Croce Rossa: “I prigionieri mostrano segni di invecchiamento accelerato, il governo USA deve intervenire subito”


La Croce Rossa Internazionale rilascia una dichiarazione allarmata sulle condizioni dei detenuti della prigione in cui da 20 anni sono sospesi i diritti umani L'articolo GUANTANAMO. Croce Rossa: “I prigionieri mostrano segni di invecchiamento accelerato,

di Eliana Riva –

Pagine Esteri, 22 aprile 2023. Il capo della delegazione del Comitato internazionale della Croce Rossa per gli Stati Uniti e il Canada, Patrick Hamilton, a seguito di una visita alla struttura di detenzione di Guantanamo Bay ha rilasciato venerdì 21 aprile una dichiarazione allarmata sulle condizioni di salute dei prigionieri.

“Avevo visitato Guantanamo Bay 20 anni fa, nel 2003. Tornando a Guantanamo di recente durante una delle regolari visite del Comitato internazionale della Croce Rossa, sono rimasto particolarmente colpito dal modo in cui coloro che sono ancora detenuti oggi sperimentano i sintomi di un invecchiamento accelerato, aggravati dagli effetti cumulativi delle loro esperienze e degli anni trascorsi in detenzione. Più di 20 anni dopo, la loro situazione rimane irrisolta. Le loro esigenze di salute fisica e mentale stanno crescendo e diventando sempre più preoccupanti”.

I recently returned from Guantanamo for the first time since 2003. It’s clear to me that with the passage of time the population is rapidly ageing and their needs have evolved. See the full statement here: t.co/NQdIqiycDc

— Patrick Hamilton (@PHamiltonICRC) April 21, 2023

La prigione è stata costruita a Cuba per volere della presidenza di George W. Bush nel 2002, con lo scopo di detenere le persone sospettate di essere coinvolte negli attentati del 2001 alle Torri gemelle di New York, che uccisero circa 3.000 persone.

Inizialmente allestita come una struttura di detenzione temporanea, il complesso carcerario ora comprende sette campi di detenzione ed è diventata un simbolo della violazione dei diritti umani a favore della cosiddetta “guerra al terrore” lanciata dagli Stati Uniti. Dei 780 detenuti provenienti da 48 diversi Paesi, la maggior parte trattenuti senza accuse specifiche, solo 18 sono stati accusati di reati penali.

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Cosa cambia con i carri armati moderni all’Ucraina. Scrive Jean


Le opinioni pubbliche si stanno sempre più disinteressando degli avvenimenti della guerra in Ucraina. I corrispondenti sul campo e anche i loro direttori hanno difficoltà ad interessare i lettori. Sono portati a “stressare” ogni avvenimento, anche se mini

Le opinioni pubbliche si stanno sempre più disinteressando degli avvenimenti della guerra in Ucraina. I corrispondenti sul campo e anche i loro direttori hanno difficoltà ad interessare i lettori. Sono portati a “stressare” ogni avvenimento, anche se minimo. La realtà è di stallo non tanto dei combattimenti, che proseguono con forte perdite di uomini e di mezzi. È normale in tutte le guerre di logoramento, entrambi i contendenti promettono che le cose muteranno con le offensive di primavera, che forse diverranno d’estate. Che si tornerà a una guerra di manovra decisiva. Che la linea del fronte subirà variazioni tali da indurre la parte soccombente a una trattativa di pace. Essa sarà basata sul tracciamento di nuovi confini. Sarà resa possibile non tanto dal successo o dall’insuccesso di una delle due parti, quanto dalle garanzie di sicurezza che l’Occidente sarà disposto a dare per la futura sicurezza dell’Ucraina e che il Cremlino sarà disponibile ad accettare.

Due soluzioni sono in discussione al riguardo. La prima, inaccettabile a Mosca, è che l’Ucraina venga protetta dall’ombrello Nato. La seconda è sempre basata su una garanzia Nato, mascherata dal potenziamento militare dell’Ucraina per porla in grado di respingere un attacco russo di sorpresa. Sostenuta dal Segretario di Stato Usa Blinken è la soluzione a cui ci si sembra orientare. Ne è prova, in particolare, l’addestramento di piloti ucraini sugli F-16 Usa, che non verranno dati a Kiev fino a che non vi sarà un trattato di pace o, almeno, un congelamento del conflitto sul modello coreano.

L’arrivo in Ucraina di qualche centinaio di carri moderni tedeschi, americani, britannici e francesi non cambierà la situazione sul terreno. Le 12-18 brigate fresche, punta di lancia della controffensiva di Kiev, dispongono già di oltre un migliaio di T-72, certamente inferiori, ma non di quel tanto, rispetto ai carri occidentali, soprattutto perché dovranno essere impiegati per creare brecce nelle linee di difesa approntate dai russi. Avranno un effetto positivo sul morale delle truppe ucraine. Esse sono state logorate dai russi soprattutto nella zona di Bakhmut. A parer mio, la controffensiva ucraina avrà successo, ma non al punto tale di determinare in Putin la volontà di cessare l’aggressione. Dopo gli insuccessi e le perdite subiti Putin sa che è ormai in gioco il suo potere e che un autocrate non può permettersi uno scacco militare senza porre in gioco il suo prestigio e potere.


formiche.net/2023/04/carri-arm…



Oggi, 22 aprile, si celebra la Giornata della Terra, #EarthDay 🌍 una grande manifestazione a livello mondiale dedicata alla tutela dell’ambiente.

🌱 La scuola secondaria Don G.




PRIVACY DAILY 99/2023


Helen Dixon (Data Protection Commissioner della Repubblica d’Irlanda) ha risposto ai critici che accusano il suo ufficio di impiegare troppo tempo ad emettere provvedimenti contro le aziende della Silicon Valley. “Alcune delle persone che commentano di fretta capiscono ben poco del processo di conduzione di un’istruttoria, della complessità dell’accertamento dei fatti, dell’attuazione di procedure corrette... Continue reading →


Cinque step per migliorare la tua privacy da zero


Una breve guida for dummies per diminuire i rischi di violazione di dati, infezioni malware e furto d'identità. Puoi farcela anche tu.

Hai una sola email storica, magari con qualche nome strano tipo franchinoforever77? Usi quella email da 13 anni per iscriverti a ogni social, sito web, e-commerce e community possibile — rigorosamente usando sempre la stessa password, che è una variazione del grande classico password123?

Ricevi milioni di email di spam con principi nigeriani e agenti dell’agenzia delle entrate che ti chiedono di cliccare su quel link verde fosforescente? Almeno una volta all’anno ti becchi qualche virus che ti costringe a portare il pc in assistenza?

O magari sei una persona che vorrebbe capire come vivere il mondo digitale senza farsi fregare ma non hai voglia di capire cosa e come?

Ecco, allora forse questo è l’articolo per te.

Prima però, iscriviti a Privacy Chronicles se non l’hai già fatto!

Si fa presto a parlare di privacy…


Si fa presto a parlare di privacy online (ha ancora senso specificare online?), ma il grande problema è che guadagnarsi un livello minimo di privacy richiede un certo sforzo e lavoro. Internet non è fatto per garantire alcun tipo di privacy, e spesso lo stesso può dirsi per gli strumenti che usiamo ogni giorno.

Fare il primo passo spesso è lo sforzo più grande, ma ti assicuro che una volta passati da 0 a 1, poi è più o meno tutto in discesa.

Molte persone credono che impegnarsi per avere privacy online equivalga a mettersi un cappuccio in testa, installare una distro Linux con qualche nome esotico impossibile da usare e metterci tre ore per scrivere una e-mail. Questo provoca uno stato d’ansia e frustrazione che spinge le persone a non fare proprio niente.

…ma tra il dire e il fare…


Prima di tutto, evitiamo isterismi. No — non ci sono gruppi criminali particolarmente interessati a ciò che fai, e no — CIA, KGB e FBI non ti stanno spiando, almeno non direttamente.

Detto questo, il modo migliore di approcciare la questione è usare la metodologia di OpSec (operations security) che possa aiutarci a creare il nostro threat model. Vale a dire, quello di cui vi ho già parlato qui:

Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Threat modeling, l'arte di valutare i rischi

Come faccio a proteggere la mia privacy? Questa è la domanda che tutti prima o poi ci facciamo. È una domanda vaga e generale che in realtà ha poco senso e non ci porta da nessuna parte. Prima ancora della risposta, dobbiamo quindi pensare alla giusta domanda. Per farlo, dobbiamo avere una metodologia e dei criteri oggettivi che possano guidare la nostra ricerca delle giuste domande e risposte. Questa metodologia si chiama…
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a year ago · 2 likes · Matte Galt

Mi rendo conto però che anche parlare di OpSec e thread modeling possa essere un ostacolo per chi parte proprio dallo zero assoluto, quindi oggi mi prodigherò per dare qualche consiglio pratico su come iniziare.

From zero to hero


Lo scenario di threat modeling per stavolta te lo faccio io.

Partiamo dal presupposto che probabilmente non sei a zero, ma a -10. Come minimo, da qualche parte qualcuno ti avrà rubato l’indirizzo email e magari pure qualche altro tipo di dato. Magari sul tuo PC c’è anche qualche malware perché ti piace scaricare e cliccare su qualsiasi .exe a portata di mano.

  • Asset da proteggere: informazioni personali, dati di contatto, comunicazioni.
  • Minacce e avversari: violazioni di dati, malware, furto d’identità. Gli avversari in questo caso sono gruppi criminali che sfruttano vulnerabilità e logiche industriali per tentare di compromettere sistemi informativi su larga scala.
  • Vulnerabilità: riutilizzo di email e password (anche con la stessa combinazione), sistemi non aggiornati e/o infetti da malware, dati e comunicazioni in chiaro (non cifrati).
  • Rischio: senza stare a calcolare precisamente, possiamo dire che siamo di fronte a un rischio medio: è plausible che un avversario possa sfruttare una vulnerabilità, ma le conseguenze sarebbero comunque gestibili nella maggior parte dei casi. Tra le conseguenze potremmo annoverare spam, furto di account social, malware, tentativi di frode.
  • Contromisure: quelle adesso le vediamo insieme…

Contromisura 1: evita la diffusione del tuo indirizzo email e minimizza l’esposizione


Il tuo indirizzo email è il tuo alias online. Ancor prima di essere uno strumento per ricevere messaggi, è un modo per creare account e autenticarsi su migliaia di servizi diversi, spesso anche molto sensibili.

Avere un indirizzo email compromesso significa aumentare di molto il rischio di subire violazioni e attacchi (phishing, tentativi di scam e virus).

Prima di tutto, verifica quindi se la tua email è compromessa. Per farlo visita haveibeenpwned.com e inserisci nel campo di testo il tuo indirizzo email. Se il risultato è una cosa del genere, potresti avere qualche problema:

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Puoi fare almeno due cose per migliorare di molto la situazione:

  • Sarebbe il caso di cestinare quella email che ti ritrovi. Magari usando un provider privacy-friendly, senza tracking e profilazione, come Tutanota o ProtonMail. Metti in conto un’oretta del tuo tempo per aggiornare l’email dei tuoi account principali.
  • Per il futuro, evita di registrarti a ogni stupido sito con il tuo indirizzo email principale. Piuttosto, usa un servizio come Anonaddy o SimpleLogin che ti permettono di creare alias da usare al posto della tua email reale, mantenendo la possibilità di ricevere comunque comunicazioni e notifiche.

Così facendo avrai immediatamente e quasi a costo zero enormi vantaggi, sia in termini di rischio (la tua email sarà meno esposta) sia in termini di privacy, dato che i tuoi messaggi non saranno tracciati e profilati da Google e amici.

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Contromisura 2: usa un password manager e un app per l’autenticazione


La password è l’unica cosa che separa i tuoi dati e la tua vita dal mondo intero. Scoperta quella, è game over. Vale la pena prestare attenzione, perché ti assicuro che lì fuori c’è qualche bot che in questo momento sta cercando di crackare qualche tuo account. Una roba come password123 o p4sSwOrd123 può essere crackata in circa 0.02 secondi con gli strumenti di oggi.

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Sarebbe meglio evitare password semplici come questa e scegliere invece combinazioni che rimangano almeno nella zona gialla della matrice:

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Anche in questo caso ci sono delle contromisure molto semplici e utili da prendere, che aumentano anche a dismisura la qualità della vita:

  • Usa un password manager, possibilmente non in cloud, anche se sono comodi. Il mio preferito è KeePassX che può essere usato anche su Android. Il password manager può creare password complesse per te in modo automatico e memorizzarle in modo sicuro, così non dovrai neanche ricordarle. Basta fare copia-incolla quando serve.
  • Usa un’app per l’autenticazione multi-fattore. Questa è probabilmente la misura più importante di tutte, e non usarla nel 2023 è da sciagurati. L’autenticazione multi-fattore aggiunge un elemento in più di sicurezza per accedere ai servizi online: un codice temporaneo visualizzato su un dispositivo che solo tu possiedi, come il tuo smartphone. Questo significa che se qualcuno possiede email e password del tuo account homebanking, senza quel codice non potrà comunque accedere. Ce ne sono tante, Google Authenticator va benone.

Una buona prassi che vale sia per le password che per altre informazioni analoghe, come le seed words di un wallet Bitcoin è di non scriverle mai in chiaro né online. Evitare come la peste note e .txt vari con password e seed — e soprattutto mai conservarli in Cloud, che è il PC di qualcun altro.

Contromisura 3: backup & formatta il tuo PC


Sì lo so, formattare il PC è una rottura di palle, ma se finora hai installato qualsiasi monnezza ti capitasse a tiro potrebbe essere probabile che tu abbia almeno qualche spyware o malware sul pc.

Oggi è veramente semplice ed è pieno di guide online, così come è semplice fare un backup dei dati e delle preferenze e ritrovarsi poi un PC più o meno identico a come l’avevi lasciato. Il backup può essere gestito direttamente tramite Windows su un’unità di memoria separata oppure puoi farlo in Cloud. Una volta re-installato il sistema operativo sarebbe bene attivare subito un antivirus. Se non fai cose strane Windows Defender va più che bene.

A prescindere dalla formattazione, l’ideale è comunque avere sempre una copia di sicurezza dei tuoi dati più importanti in formato cifrato, soprattutto se decidi di conservarli in Cloud — che è il PC di qualcun altro. Cifrare i dati è facilissimo, e puoi farlo anche con un semplice .zip, che permette di cifrare i file con algoritmo AES-256. Ci vogliono tipo 7 secondi.

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Contromisura 4: usa sistemi di comunicazione sicuri


Le comunicazioni sono forse la parte più importante del patrimonio informativo da proteggere. Quello che devi fare è capire prima di tutto che i servizi di messagistica integrati ai social network non sono strumenti di comunicazione sicuri. Anzi, sono strumenti direttamente monitorati dalle forze dell’ordine e dell’intelligence, come è stato dimostrato più volte anche coi Twitter Files12.

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Lo stesso vale per Instagram, Facebook, TikTok, e così via. Mai diffondere informazioni sensibili attraverso questi canali. La parte peggiore? Presto saranno sorvegliati legalmente e alla luce del sole a causa di leggi come il Chatcontrol.

Meglio preferire strumenti diversi con metodi di crittografia delle comunicazioni, come Signal o Telegram3. Ce ne sono anche altri, ancora migliori, ma hanno poca diffusione e sarai tu a valutare se e come usarli. Se preferisci Meta... anche Whatsapp è cifrato end-to-end.

Contromisura 5: minimizza la tua esposizione quando navighi online


Se ti piace viaggiare o sei uno di quelli a cui piace lavorare dalle poltroncine di Starbucks allora ti conviene imparare a usare una VPN, che è uno strumento molto utile per proteggere i tuoi dati di navigazione da occhi indiscreti e vulnerabilità di sicurezza tipiche delle reti pubbliche come quelle dei bar o degli hotel.

Inoltre, alcune VPN hanno strumenti di ad-blocking che possono anche aiutare a diminuire il rischio di beccarsi malware durante la navigazione.

Vale poi la pena considerare una VPN anche per ridurre l’esposizione dei nostri dati di traffico verso la sorveglianza di stato. Magari non lo saprai, ma molti stati (Italia inclusa) obbligano i provider di Internet e telefonia a tenere dati di navigazione a disposizione delle autorità per periodi di tempo anche molto lunghi. In Italia fino a sei anni.

E poi c’è la questione Tor, che si aggiunge agli strumenti utili per proteggere i dati di navigazione e anche oscurare la tua posizione geografica. Se vuoi saperne di più ne ho parlato in diverse occasioni.

Qui:

Immagine/fotoPrivacy Chronicles

VPN: a che serve, quali sono i rischi e come scegliere il miglior provider

Le Virtual Private Networks (VPN) sono ormai uno strumento diventato di uso comune, con tantissimi servizi diversi e piani di abbonamento di ogni tipo. Ma se comprare un servizio VPN è diventato facilissimo, non lo è altrettanto capire quale possa essere…
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7 months ago · 6 likes · 10 comments · Matte Galt

E qui:

Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Meglio Tor o una VPN?

Qualche tempo fa abbiamo parlato di VPN (Virtual Private Networks) e di come queste possano essere utili per ottenere più privacy online e in qualche modo anche bypassare specifiche leggi di sorveglianza di massa (come quelle italiane). Un altro servizio per aumentare privacy e ottenere un certo livello di anonimato è…
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3 months ago · 7 likes · 2 comments · Matte Galt

Ci sei quasi


Così facendo il rischio di violazione dei tuoi dati e account, di avere infezioni malware o di subire furti d’identità diminuirà moltissimo. Poi sarà tutta discesa. L’importante è non sclerare e non passare da un eccesso all’altro. C’è sempre un trade-off tra sicurezza e comodità, ma non può esserci sicurezza senza comodità, perché tutti ricerchiamo costantemente ciò che ci è più semplice fare.

1

Twitter Files 1

2

Twitter Files 2

3

La crittografia end-to-end per Telegram è abilitata di default solo per le “chat segrete” 1 to 1. Di norma la crittografia è invece client-server, cioè gli admin di Telegram hanno il potere di accedere alle comunicazioni.



Nika, 16 anni, le hanno fratturato il cranio


Nika Shakarami era a capo scoperto, in piedi su un cassonetto mentre mostrava il suo velo in fiamme. Quel 20 settembre 2022 nelle piazze di Tehran giovani donne danzavano tenendosi per mano attorno ai falò dove bruciavano i loro hijab, cantando le canzoni

Nika Shakarami era a capo scoperto, in piedi su un cassonetto mentre mostrava il suo velo in fiamme. Quel 20 settembre 2022 nelle piazze di Tehran giovani donne danzavano tenendosi per mano attorno ai falò dove bruciavano i loro hijab, cantando le canzoni della libertà e gridando slogan contro la Repubblica islamica.

Nonostante la feroce repressione da parte delle forze basij, ragazze e ragazzi escono fuori dalle loro case a ballare in girotondo attorno a un fuoco.

Il ballo intorno al fuoco è un ancestrale retaggio e rappresenta per il popolo iranico, in particolare quello curdo, la vittoria degli oppressi sugli oppressori. Un’antica leggenda persiana narra infatti di un re orco che aveva ridotto il popolo in schiavitù e miseria, senza mai saziarsi della sua brama di ricchezza e di potere. In un giorno infausto, il re pretese dai suoi sudditi i loro figli per cibarsene. Oggi è il regime iraniano che uccide i propri figli, anche gli adolescenti, e la rivoluzione dilaga.

Nika, di appena 16 anni, quel giorno è poi scomparsa nel nulla. Aveva detto ad un’amica che era inseguita dalla polizia. Dopo dieci giorni dalla sua scomparsa la famiglia si è vista consegnare dalle autorità il corpo della ragazza.

Nika aveva il naso fracassato e il cranio fratturato per i colpi inflitti. Le sofferenze per i genitori della povera ragazza non sono finite qui. Il giorno prima della sua sepoltura, il corpo di Nika è stato trafugato dall’obitorio di Kahrizak. La giovane sarebbe dovuta essere seppellita nel cimitero della città natale di Khorramabad, nella provincia del Lorestan abitata prevalentemente dalla popolazione Lur e curda, ma i servizi segreti dei Guardiani della rivoluzione islamica per impedire che il luogo di sepoltura diventasse meta di pellegrinaggio dei giovani in rivolta, come era già avvenuto per Jîna (Mahsa Amini), hanno trasferito la sua salma nel cimitero di un piccolo villaggio di Hayat ol Gheyb, a 40 km dalla sua città natale per evitare che un affollato corteo funebre potesse innescare ulteriori proteste.

La famiglia di Nika era stata informata della sua terribile morte solo dieci giorni. Le forze di sicurezza hanno verbalizzato che la ragazza si era suicidata lanciandosi nel vuoto da una finestra di un’abitazione in cui si era rifugiata e hanno tentato di costringere alcuni membri della sua famiglia a sostenere questa narrazione del tutto inverosimile.

È noto che le autorità iraniane costringono i familiari a dichiarare il falso, cioè che i loro congiunti sono morti o per malattia, o per cause accidentali o perché si sarebbero suicidati. Il regime sequestra i corpi dei manifestanti uccisi e per la restituzione chiede ai familiari un riscatto per metterli a tacere: cioè chiede una confessione pubblica che smentisca la voce di un decesso del loro congiunto per mano dello stato. Insomma, il regime teocratico ha comportamenti e organizzazione di tipo mafioso.

Secondo le risultanze dell’autopsia la causa ufficiale della morte di Nika sarebbe stata provocata da un trauma cranico dovuto ai ripetuti colpi di un corpo contundente.

Nika Shakarami era diventata così un nuovo volto della rivoluzione in corso in Iran per la liberazione del paese dalla Repubblica islamica. Il suo volto di adolescente dolce e ribelle è apparso nei graffiti disegnati sui muri delle città iraniane.

Nika è nata il 2 ottobre 2005 da una famiglia di etnia lur a Khorramabad, città natale anche di suo padre. I lur in origine erano un insieme di tribù aborigene iraniche, provenienti dall’Asia centrale e di tribù pre-iraniche dell’Iran occidentale, come i Cassiti, abitanti del Lorestan, e i Gutei che hanno stretti legami con l’etnia curda.

Come nella società dei bakhtiari e dei curdi, le donne lur hanno maggiore libertà rispetto alle donne di altri gruppi all’interno della regione. Una delle caratteristiche etniche distintive dei lur è la danza popolare.

La popolazione lur non è caratterizzata da un particolare credo religioso, nella loro comunità le pratiche religiose sono individuali e libere. All’interno della comunità lur, così come all’interno di ciascun gruppo familiare, possono coesistere anche pratiche religiose differenti. La maggioranza dei lur è musulmana sciita, ma diversi gruppi praticano una antica religione iraniana come lo yaresanesimo che ha radici nello zoroastrismo, nel mitraismo e nel manicheismo.

Nika lavorava in un bar, era la secondogenita della famiglia e viveva con sua zia a Tehran dove si era trasferita dopo la morte di suo padre.

La morte della giovane curda-iraniana, Mahsa Amini, aveva segnato nel profondo la giovane adolescente Nika Shakarami, ragion per cui aveva deciso di unirsi alle ragazze che si ribellavano all’apartheid di genere e quel giorno infausto del 20 settembre era uscita di casa intorno alle ore 13 per prendere parte a una manifestazione di protesta sul Keshavarz Boulevard di Teheran. Aveva portato con sé una bottiglia d’acqua e un asciugamano per proteggersi dai gas lacrimogeni. Aveva detto alla zia che sarebbe andata a trovare sua sorella.

Era salita su un palco improvvisato e, spavalda, piena di energia e di voglia di libertà, aveva brandito un microfono facendo sfoggio delle sue qualità canore. Quella notte del 20 settembre, i suoi account Telegram e Instagram erano stati cancellati e il suo telefono era stato spento. Il procuratore di Tehran glielo aveva sequestrato e le autorità avevano avuto accesso a messaggi diretti del suo account Instagram.

La CNN ha pubblicato alcuni filmati delle ultime ore di Nika Shakarami durante le proteste. In un video si vede la ragazza mentre cerca di nascondersi dietro le auto ferme nel traffico di Tehran perché inseguita da agenti della polizia. La si vede mentre chiede a un uomo alla guida di una vettura di proteggerla gridando: “Non muoverti, non muoverti, ti prego!”

Un testimone col suo cellulare aveva ripreso la scena in cui si vedeva Nika mentre veniva arrestata e caricata su un furgone della polizia.

La giovane eroina era stata rapita, trattenuta e interrogata dal Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche per una settimana ed era stata poi reclusa per un breve periodo nella famigerata prigione di Evin, tristemente nota per le orribili e sistematiche pratiche di tortura e di stupro dei prigionieri.

Sulla lapide di Nika è incisa una poesia: “Ti ha partorito con sangue e dolore, ti ha restituito alla madrepatria”. In questi versi la famiglia riconosce in Nika non una ragazza che si sarebbe suicidata, ma una martire per la libertà della sua patria.

Nel 40° giorno dalla sua morte, momento in cui secondo il rito islamico si interrompe il lutto, una grande folla si è radunata presso il suo sepolcro cantando gli slogan delle proteste e una vecchia famosa canzone in luri, nella lingua madre di Nika.

“Oh madre, madre, è ora di combattere!” Sua mamma, con grande coraggio, ha tenuto un breve discorso pubblico sotto gli occhi delle milizie dei paramilitari volontari dei pasdaran armati di tutto punto e pronti a soffocare anche quella triste cerimonia religiosa. La mamma, rivolgendosi a Nika, ha detto: “Quando vedo quel puro seme del tuo pensiero di libertà, di coraggio e onore sbocciare nei cuori di altri cari giovani, io sono felice e grata».

L'articolo Nika, 16 anni, le hanno fratturato il cranio proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



MARGINI


Margini il film Descritta come una "sgangherata commedia punk" (nata dopo una gestazione di dieci anni) che si propone di raccontare la scena hardcore punk italiana, inizialmente concepita dai nostri come un tentativo di riproposizione cinematografica del libro

iyezine.com/margini



26 aprile, CONVEGNO “Intelligenza artificiale, cybersecurity e data protection nella nuova società digitale: violazioni e prevenzione”


Mercoledì 26 aprile 2023 avrò il piacere di partecipare al convegno “Intelligenza artificiale, cybersecurity e data protection nella nuova società digitale: violazioni e prevenzione”, nell’ambito del secsolutionforum, organizzato da Ethos Media Group. Per maggiori info qui.


guidoscorza.it/26-aprile-conve…



È folle e inaccettabile quanto propongono alcuni rappresentanti dei balneatori spalleggiati dalla destra. L'idea di aggirare Bolkestein individuando "nuove are


La cosa migliore che può fare La Russa per il 25 aprile è dimettersi da una carica che non fa per lui visto che non riesce a tenere a freno le sue pulsioni di


Natalità e stupidità


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Irreale


Per quanto sia simpaticamente disperante, il nostro dibattito pubblico e politico considera la realtà un fastidio per idee contrapposte e irreali. Finché uno dice “nero” e l’altro contrappone “bianco” riescono a capirsi, grati a vicenda per avere incarnat

Per quanto sia simpaticamente disperante, il nostro dibattito pubblico e politico considera la realtà un fastidio per idee contrapposte e irreali. Finché uno dice “nero” e l’altro contrappone “bianco” riescono a capirsi, grati a vicenda per avere incarnato l’opposto che certificare la propria esistenza, ma se uno passa e osserva che il mondo è colorato o che stanno discutendo al buio, lo prendono per un nemico del dibattito. Guardate le ultime due trovate.

Il concetto di “sostituzione etnica”, che è in sé una bestialità, è stato utilizzato, negli anni, innumerevoli volte. Poi arriva un ministro che non ne conosce le origini (così dice), forse neanche il significato, crede che sia la stessa cosa di sostenere che si debbano fare entrare meno immigrati e su quello di accende uno spettacolare dibattito, cui partecipano tanti perché è facile, ci si può schierare senza troppo pensare e studiare. Mentre l’obiezione più sensata è un’altra: il ministro si occupa di agricoltura, ovvero uno dei settori che più reclamano altra manodopera e più lavoratori. È ministro di un governo che ha appena finito di approvare un Documento di economia e finanza in cui si sostiene che è necessario far entrare continuamente più immigrati per anni. Un dibattito è sensato e reale se si chiede al signor ministro: va via dal governo perché non ne condivide gli atti o ci rimane perché non condivide quel che ha detto? Ma no, troppo complicato, troppo dedicato a un pubblico che dispone di qualche informazione, meglio adagiarsi sul basico: pro e contro. Non si sa manco cosa.

Surreale che si supponga uno sgravio fiscale di 10mila euro a figlio quando solo il 13% dei contribuenti dichiara un reddito annuo lordo superiore a 35mila, quindi paga meno di 10mila. Alla fine a chi lo facciamo, lo sgravio, al 3, 4 o 5% del 50% degli italiani, che è pure ragionevole supporre siano vecchi? Semmai il quoziente familiare. Ma niente, più facile tenere il dibattito fuori dal mondo: si fanno meno figli perché si è poveri, dateci li sordi, come se non fosse solare che facevamo molti più figli quando avevamo meno, anche sotto le bombe e che per gli animali domestici si spende il quadruplo che per la prima infanzia. Ma che fastidio questi numeri e la pretesa di far pesare la realtà. Scontriamoci fra narratori di frottole contrapposte.

Poi arrivano i fenomeni: richiamiamo gli italiani che sono all’estero. Per cosa? Non facciamo gare, proteggiamo rendite, non potranno aprire uno stabilimento balneare e manco una bancarella. Comprensibile che chi ragiona e pedala neanche stia ad ascoltare. E poi non vada a votare.

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La concorrenza mancata


La Commissione Europea aveva recentemente e per l’ennesima volta dato un ultimatum al nostro Paese per risolvere al più presto la questione delle concessioni balneari e peraltro la decisione di prorogarle al 31 dicembre 2024 era già stata bocciata dal Con

La Commissione Europea aveva recentemente e per l’ennesima volta dato un ultimatum al nostro Paese per risolvere al più presto la questione delle concessioni balneari e peraltro la decisione di prorogarle al 31 dicembre 2024 era già stata bocciata dal Consiglio di Stato. Ebbene, la Corte di GiustiziaEuropea ieri ha risposto ad un quesito del Tar Puglia stabilendo la validità ed immediata applicabilità della direttiva Bolkestein e l’illegittimità di ogni proroga: “Le concessioni non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente” e i giudici italiani sono tenuti a disapplicare ogni norma contraria. In pochi mesi potrebbero dunque partire centinaia di ricorsi di chi vuole giustamente partecipare a gare per il demanio marittimo e non può per l’illegale blocco legislativo.

In questa allegra situazione, nel Programma Nazionale di Riforma (Pnr) allegato al Def presentato l’11 aprile, c’è scritto che ilConsiglio dei ministri del 6 aprile 2023 ha esaminato il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 che ha visto la luce proprio nella giornata di ieri. Nel Pnr in effetti si dà atto che l’approvazione annuale di una “legge sulla concorrenza” rientra tra gli impegni dello Stato italiano monitorati dalla Commissione per ottenere i fondi previsti nel Pnrr. Tuttavia, al contrario di quel che succedeva nei conventi medievali, per aggirare il divieto di mangiare carne la formula Egote baptizo piscem in nomine Europa e non basterà a far diventare la legge annuale un vero strumento di liberalizzazione se il suo contenuto non lo è.

Il Ddl, ad esempio, è deludente, anche perché gran parte delle norme ivi contenute non servono affatto a promuovere la concorrenza (secondo la Treccani “una situazione di mercato con ampia libertà di accesso all’attività di impresa, possibilità di libera scelta per gli acquirenti e …per ciascuno di cogliere le migliore opportunità sul mercato”). Infatti, il disegno di legge si apre con un articolo che riguarda lo sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale in cui si obbliga Terna ad una serie di adempimenti burocratici; prosegue con un articolo sulla promozione dei contatori intelligenti in cui si accentrano funzioni nell’Acquirente unico e si impone un po’ di trasparenza nei prezzi; si verifica l’efficienza degli investimenti nelle infrastrutture di cold ironing (Aah! Rampelli salvaci tu!) imponendo l’equo trattamento degli utilizzatori finali. Un piccola agevolazione la si concede ai farmacisti che potranno preparare medicinali su ricetta medica anche utilizzando principi attivi realizzati industrialmente (cosa prima vietata).

La concorrenza sembra infine affacciarsi timidamente quando si parla di venditori ambulanti e di vendite speciali pre-saldi. Per queste ultime le si rendono possibili anche prima del periodo dei saldi e si facilitano le modalità di comunicazione alle autorità (una misura fondamentale!), mentre per le licenze delle vendite ambulanti si cerca come al solito di favorire chi c’è già, limitare le gare, posticiparle il più possibile salvaguardando “il legittimo affidamento” degli attuali affidatari che potranno godere di un rinnovo delle attuali concessioni in via eccezionale per 12 anni. Campa cavallo. Difficile che questa collezione di clausole, alcune benintenzionate, sia considerata un reale passo in avanti per liberare le forze di mercato, anche perché l’attuazione della legge sulla concorrenza del 2021, approvata dal governo Draghi e che conteneva un certo numero di cose buone, segna il passo.

Ad oggi di liberalizzazioni dei trasporti, semplificazioni dei controlli sulle attività economiche e dei regimi amministrativi delle attività private non si sa niente e il riordino della materia dei servizi pubblici locali, contenuta in un decreto legislativo di dicembre, è un elenco di principi a volte contraddittori. Eppure, queste sono le riforme a costo zero che non sarebbe difficile attuare: o, almeno, più facile che spendere bene tutti i soldi del Pnrr, impresa che, ahinoi, al momento sembra quasi impossibile.

La Repubblica

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