Salta al contenuto principale




Il Consiglio costituzionale francese ha approvato questa settimana le misure di sicurezza che saranno probabilmente implementate per i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024 in Francia, nonostante non siano in linea con la legge sull’intelligenza artificiale dell’UE, attualmente in discussione....


Il Piemonte (non) gioca in Difesa. Intervista al governatore Cirio


A fine novembre, in occasione della nona edizione degli Aerospace and Defence Meetings all’Oval Lingotto, inizieranno i lavori per la Città dell’Aerospazio che la Regione sostiene con un investimento di 15 milioni di euro. Lo ha annunciato un mese fa il g

A fine novembre, in occasione della nona edizione degli Aerospace and Defence Meetings all’Oval Lingotto, inizieranno i lavori per la Città dell’Aerospazio che la Regione sostiene con un investimento di 15 milioni di euro. Lo ha annunciato un mese fa il governatore Alberto Cirio, partecipando, assieme all’assessore alle attività produttive Andrea Tronzano, all’incontro organizzato dall’Unione Industriale su “La filiera dell’aerospazio: Difesa e sicurezza in Piemonte – scenari prospettive e opportunità per la valorizzazione delle eccellenze industriali del territorio”, in collaborazione con Leonardo.

Governatore, il tessuto imprenditoriale piemontese è pronto?

Il tessuto imprenditoriale piemontese è senz’altro pronto, come dimostrano i progetti di ricerca industriale per i quali sia i grandi player, sia le Pmi, sia le startup sono state in grado di intercettare importanti finanziamenti sui bandi regionali, nazionali e comunitari. In Piemonte quello dell’aerospazio è un settore che qui poggia su pilastri solidi: oltre 300 aziende, 20.000 addetti, 7 miliardi di giro d’affari di cui circa il 70 per cento destinato ai mercati esteri, Stati Uniti, Francia e Germania in testa. Ci sono grandi realtà internazionali come Leonardo, Avio Aero, Thales Alenia Space, Collins Aerospace, oltre a decine di aziende che compongono la filiera dell’aerospazio e che fanno parte del Distretto aerospaziale.

La Città dell’Aerospazio potrà rafforzare la filiera, affiancando piccole e medie imprese ai grandi nomi?

Proprio nell’ambito del Distretto sono già stati avviati progetti e sperimentate collaborazioni efficaci tra grandi imprese e Pmi, anche nell’ottica della creazione e del rafforzamento di nuove filiere. Tale virtuoso percorso troverà ulteriore slancio con la realizzazione del progetto Città dell’Aerospazio, vista anche la compresenza fisica di laboratori e spazi per didattica.

Che ricadute può avere la Città dell’Aerospazio per il settore manifatturiero?

Le ricadute riguarderanno non solo il rafforzamento del settore aerospaziale in senso stretto, ma anche di tutta quella parte del comparto manifatturiero composto da imprese (diverse e molto innovative) con produzioni e servizi caratterizzati da forte contaminazione tecnologica tra il settore aerospaziale ed altri più o meno contigui. Pensiamo per esempio all’impulso che già oggi dall’aerospazio arriva, e al potenziale che può avere in futuro, alle imprese operanti per l’automotive. Questo tipo di aziende, che in Piemonte sono tante e con consolidate vocazioni produttive, possono convertire una parte della propria produzione verso il settore aerospaziale, con evidenti benefici in termini di capacità del sistema produttivo di affrontare le sfide poste dalla transizione in atto nella mobilità. Sabelt, che è una importante realtà del nostro territorio, già oggi ha diversificato la produzione aggiungendo la componentistica legata all’aerospazio a quella tradizionale dell’automotive.

In autunno dovrebbero partire i primi programmi di Diana, l’acceleratore di startup della Nato, in tandem con alcuni acceleratori. Tra questi ci sono le Officine grandi riparazioni di Torino, per l’aerospazio. Che occasione è per il ruolo internazionale di Torino e del Piemonte?

Sicuramente l’iniziativa potrà valorizzare i soggetti che sul territorio si occupano di favorire l’accelerazione delle iniziative imprenditoriali, come appunto Ogr, nei confronti dei quali la Regione si pone come soggetto di raccordo per facilitare la sinergia e la complementarietà delle varie iniziative e attività. La vivacità del nostro tessuto imprenditoriale ci rende confidenti sul fatto che sarà in grado di sfruttare le occasioni che arriveranno da questi programmi per incrementare ulteriormente la propria valenza internazionale.


formiche.net/2023/05/alberto-c…



#LaFLEalMassimo – Episodio 93 – Welfare, sanità e conti da quadrare


Apriamo come di consueto con la condanna dell’infame aggressione operata dalla Russia ai danni del popolo ucraino e con l’auspicio che quest’ultimo possa in tempi brevi recuperare l’integrità del proprio territorio e che i suoi cittadini possano tornare a

youtube.com/embed/ePLfYljoFXY?…

Apriamo come di consueto con la condanna dell’infame aggressione operata dalla Russia ai danni del popolo ucraino e con l’auspicio che quest’ultimo possa in tempi brevi recuperare l’integrità del proprio territorio e che i suoi cittadini possano tornare ad una vita normale.

DI recente la scrittrice Murgia ha iniziato a pubblicare sui social il costo dei farmaci che assume per una grave patologia da cui è affetta e che viene in larga misura coperto dal servizio sanitario nazionale.

Si tratta di un’azione meritoria e anche a titolo personale devo dire di aver potuto beneficiare per alcuni familiari di cure dal costo elevato che probabilmente non mi sarei potuto permettere.

Mentre celebriamo questo fondamentale istituto di civiltà è importante anche ricordare la matrice culturale che lo rende possibile e sostenibile nel tempo: sono le società aperte, i regimi democratici e le economie di mercato che possono permettersi di offrire trattamenti sanitari e cure di elevata qualità ai propri cittadini a prescindere dalla capacità del singolo di sostenerne il costo.

È sempre bene ricordare che lo stato sociale che contribuisce a innalzare il nostro tenore di vita non è la gentile concessione di qualche politico populista, che talvolta vorrebbe attribuirsene il merito, ma il risultato finale di un processo distruzione creativa che consentito alla società di innovare ricercando il miglioramento continuo della propria condizione. Così come va ricordato che il finanziamento di questo welfare si regge sulla tassazione che grava su chi è capace di creare valore.

Per concludere è positivo compiacersi perché viviamo in una società dove chi è ammalato o si trova in difficoltà non viene lasciato indietro, ma ricordiamoci che questa costruzione meravigliosa si regge sulla libertà degli individui di fare impresa e lavorare per pagare il conto dello stato sociale di cui tutti beneficiamo.

L'articolo #LaFLEalMassimo – Episodio 93 – Welfare, sanità e conti da quadrare proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Venezia - Il 30 maggio 2023 alle ore 18:30 presso l’associazione About ci sarà la prima presentazione pubblica dell’esercizio dei diritti per impedire alla Smart Control Room di Venezia e agli operatori telefonici di tutta Italia di elaborare dati sulla vostra posizione.

@Etica Digitale (Feddit)

NON MANCATE!

reshared this



Ecco la guida al networking professionale per sviluppatori introversi 😀

@Lavoratori Tech

Per ogni ingegnere 10x, sentirai un ragazzo del marketing dire "la mia equità è nelle mie relazioni". Ma cosa fa in realtà? Come ingegnere questo è stato così frustrante. Per me, il valore dovrebbe essere una mappatura diretta all'output che produco. Scrivo codice, quel codice viene spedito e fornisce valore. Poi ne prendo un pezzo. Semplice.

Ma il vero valore aziendale si accumula con la leva finanziaria. La leva finanziaria è la capacità di aumentare la traiettoria di un'azienda attraverso una forza esterna. Potrebbe essere capitale, abilità, trigger psicologici o relazioni.

Il post di Andy & Hide su HackerMoon

reshared this



Legge sui dati - Per la Commissione Europea le garanzie sui segreti commerciali devono essere un'eccezione, non una regola

@Pirati Europei

Una nota interna vista da EURACTIV questa settimana mostra che la Commissione Europea è disposta ad aggiungere un meccanismo per la protezione dei segreti commerciali al Data Act, a condizione che rimanga un'eccezione piuttosto che la regola, che sia in linea con la direttiva sui segreti commerciali, e che non comporti un onere eccessivo per le PMI.

La mobilitazione della scorsa settimana di giganti dell'industria tedesca come Siemens e SAP sembra aver fatto scalpore nell'esecutivo dell'UE, non sorprende, dal momento che la presidente Ursula von der Leyen è stata costantemente sensibile alle esigenze del suo paese d'origine.

La Commissione è stata molto attiva nei negoziati della nuova legge sui dati, compensando in parte la mancanza di leadership della presidenza svedese. Sebbene il trilogo della prossima settimana sia destinato solo a chiudere il capitolo della condivisione dei dati B2G, laddove il Consiglio non desidera limitare l'ambito di applicazione ai soli dati personali, mercoledì la presidenza ha dichiarato al COREPER che intende ancora chiudere il fascicolo prima della fine del suo semestre e nessuno Stato membro ha indicato linee rosse. Nel frattempo, la Commissione deve ancora presentare un documento informale con un compromesso su come affrontare la questione dei segreti commerciali.

L'articolo completo di
@Luca Bertuzzi per #Euractiv

Pirati Europei reshared this.



IRAN. Giustiziati tre uomini arrestati durante le proteste antigovernative


L'Iran ha giustiziato un totale di sette persone in relazione alle proteste. I gruppi per i diritti affermano che sono stati condannati a morte da tribunali speciali e non hanno avuto modo di difendersi adeguatamente L'articolo IRAN. Giustiziati tre uomi

della redazione

Pagine Esteri, 19 maggio 2023 – L’Iran ha giustiziato tre uomini accusati di violenza durante le proteste antigovernative di massa dello scorso anno Mizan, il sito della magistratura, ha annunciato le esecuzioni di Majid Kazemi, Saleh Mirhashemi e Saeed Yaghoubi, accusati dell’uccisione di un agente di polizia e di due membri del gruppo paramilitare Basij a Isfahan a novembre. I gruppi per i diritti affermano che i tre sono stati sottoposti a torture, costretti a confessioni televisive e non hanno avuto un giusto processo.

Le proteste in Iran sono scoppiate lo scorso settembre dopo la morte in detenzione di una donna di 22 anni, Mahsa Amini, che era stata arrestata dalla polizia morale per presunta violazione del codice di abbigliamento islamico. Le manifestazioni si sono poi rapidamente trasformate in una rivolta contro le autorità che hanno governato l’Iran dalla Rivoluzione del 1979. Le proteste si sono in gran parte placate ma ancora oggi tante donne si rifiutano di indossare il velo islamico obbligatorio.

L’Iran ha giustiziato un totale di sette persone in relazione alle proteste. I gruppi per i diritti affermano che sono state condannate a morte da tribunali speciali e non hanno avuto modo di difendersi adeguatamente. Pagine Esteri

L'articolo IRAN. Giustiziati tre uomini arrestati durante le proteste antigovernative proviene da Pagine Esteri.



“Algoritmi e informazione – tra libertà di stampa e tutela della privacy”


📌Cosedagarante| Ho avuto il piacere di partecipare all’incontro organizzato dalla Gazzetta del Sud “Algoritmi e informazione – tra libertà di stampa e tutela della privacy” per discutere anche del futuro dei nostri ragazzi


guidoscorza.it/algoritmi-e-inf…



Enigmistica regionale


L'articolo Enigmistica regionale proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazioneluigieinaudi.it/enigmistica-regionale/ https://www.fondazioneluigieinaudi.it/feed


Il racconto di "Noi Siamo Le Scuole", a cura del MIM dedicato alle storie di didattica e di comunità delle scuole italiane, questa volta si concentra su sette nuovi edifici scolastici sparsi su tutto il territorio nazionale che potranno vedere la luc…


   Anna Camposampiero* Probabilmente chi ha pensato al simbolo di Twitter, e al social in sé, aveva in mente il vecchio detto che usavano le nostre


#31 / L'UE insegna al mondo come si fa


ll Consiglio approva due pacchetti per la sorveglianza di massa nel settore crypto / Anche a Firenze arriva la "smart city control room" / La Skynet cinese vuole il sangue dei bambini.

L’Unione Europea insegna al mondo come si fa


Con due comunicati ieri il Consiglio dell’Unione Europea ha dichiarato di aver definito la sua posizione in merito a due pacchetti normativi già in discussione da tempo in materia di antiriciclaggio e condivisione di informazioni ai fini tributari tra paesi membri.

Il primo è il pacchetto AML/CFT, cioè antiriciclaggio e contro il finanziamento al terrorismo, di cui avevo scritto anche lo scorso anno.

Chi non si iscrive è uno spione

L'aggiornamento normativo, tra le altre cose, estenderà la "Travel Rule" al mondo crypto e obbligherà gli exchange a identificare ogni utente e tracciare ogni transazione, anche di pochi centesimi.

7227946


Lo scopo è ovviamente avere dati a disposizione per analizzare le transazioni ed eventualmente bloccarle. Migliaia di algoritmi e qualche burocrate saranno incaricati di decidere se quella transazione di 2 dogecoin sia sospetta o meno.

Il problema come al solito non risiede nel mero abuso della privacy, ma nel potenziale abuso di potere e quasi certo elevato tasso di errore di questi sistemi di monitoraggio. Già nel sistema bancario tradizionale fanno acqua da tutte le parti e spesso finiscono per mettere nei guai gente perbene, figuriamoci in un settore estremamente complesso e tecnologico come quello delle crypto. I falsi positivi saranno all’ordine del giorno.

Il secondo punto riguarda invece la Direttiva "DAC", che è una roba di cui sicuramente non avrete mai sentito parlare ma che dal 2011 prevede la comunicazione e condivisione dei nostri dati tra tutti gli stati membri: conti correnti, rapporti commerciali, depositi, e tanto altro. A breve comprenderà anche tutto ciò che riguarda l’uso di cryptovalute.

7227948


Lo scopo in questo caso è fare comunella per rubare il più possibile. Finora gli stati membri hanno avuto qualche difficoltà a mettere le mani sul cripto-gruzzoletto degli europei. Nel frattempo, il processo di criminalizzazione di chi vorrebbe solo essere lasciato in pace è quasi completo.

La Ministra delle finanze svedese, Elisabeth Svantesson, commenta così la buona novella: “The agreement is yet another example of the EU as a leader in the implementation of global standards”.

Grazie Elisabetta, siamo tutti molto felici di essere all’avanguardia della sorveglianza di massa.

7227950
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

Dopo Venezia, a Firenze una “Smart City Control Room”


Mega-schermi, comode poltrone, qualche dipendente pubblico annoiato con gli occhi rossi. Anche a Firenze arriverà a novembre una stanza dei bottoni da cui poter controllare in tempo reale tutta la città, grazie alle più di 1.600 telecamere diffuse sul territorio.

Share

A questo si aggiungono le 81 nuove telecamere che saranno posizionate in più di 55 varchi che costituiranno lo “scudo verde” (cioè una ZTL) per monitorare gli ingressi e le uscite dalla città. Il progetto ricorda molto quello dell’Area B di Milano: sorveglianza di massa dei cittadini e di tutti coloro che per qualche motivo saranno costretti a varcare la soglia di Firenze.

Il Sindaco dice che la Control Room “migliorerà anche la gestione di eventi legati al maltempo o alle manifestazioni". Chi l’avrebbe mai detto che per mitigare gli effetti del maltempo sarebbero bastati qualche migliaio di telecamere e una decina di pannelli LCD. Forse in Emilia Romagna dovrebbero installare più telecamere.

Quando leggo queste cose mi chiedo sempre cosa ne pensa chi vive in queste città.

Se fossimo in condizioni di democrazia diretta, come si faceva una volta nelle antiche città greche, siamo sicuri che la maggioranza avrebbe votato per auto-sorvegliarsi in questo modo e per assegnare a qualche burocrate il potere assoluto di decidere chi può circolare e chi invece no?

Della Smart control room veneziana ne parlavo qui.

La Skynet cinese vuole anche neonati e bambini


Il governo cinese ha iniziato a schedare anche neonati e bambini attraverso identificazione biometrica e genetica: impronte digitali, retina, voce e perfino DNA con prelievi del sangue.

Finora gli stati-nazione si erano degnati di risparmiare neonati e bambini dal processo di schedatura legato alla produzione di documenti d’identità, ma è evidente che adesso non basta più. Tutti devono essere nel sistema, il prima possibile.

Iscriviti adesso

Avrà a che fare con l’inizio della fase pilota dello yuan digitale? È possibile, considerando che questa nuova forma di moneta potrà essere usata solo coloro che possiedono un’identità di stato. I bambini iniziano presto a usare i soldi, ancor prima di ricevere il primo documento d’identità. È quindi naturale che debbano essere schedati fin da piccoli.

Meme del giorno


231920


Citazione del giorno

“Someone must have slandered Josef K., for one morning, without having done anything truly wrong, he was arrested.”

Kafka, Der Process

Aiutaci a sostenere Privacy Chronicles!


Ogni settimana siamo nella tua casella di posta a farti compagnia con notizie e approfondimenti che spesso sembrano usciti da un episodio di Twilight Zone. E speriamo di continuare a farlo!

Se vuoi aiutarci, condividi l’articolo con i tuoi amici e conoscenti e lascia un like o qualche commento!

Se proprio ti senti in vena, puoi anche abbonarti per sostenere il nostro lavoro (anche in Bitcoin).

Sostieni Privacy Chronicles!

Oppure, puoi fare una donazione libera:

7227952
Se vuoi donare qualche sat, scansiona il QR code con il tuo wallet LN preferito o clicca qui!

Leggi le Cronache passate

Articolo consigliato

Privacy Chronicles is a reader-supported publication. To receive new posts and support my work, consider becoming a free or paid subscriber.



#30 / Sì, la privacy è un feticcio


Il feticcio della privacy e la sfiducia verso le istituzioni / Tornano le tessere della fame / Exposed, il podcast di Privacy Week / Meme e citazione del giorno.

Il feticcio della privacy


Il ministero dell’Interno ha recentemente annunciato di voler potenziare l’apparato di sorveglianza italiano introducendo sistemi di videosorveglianza con riconoscimento facciale nelle stazioni. Lo scopo è, come sempre, garantire più sicurezza.

Qualche giorno dopo Repubblica ha pubblicato un articolo a firma di Andrea Monti, giurista e professore universitario, intitolato Il feticcio della privacy e le polemiche sul riconoscimento facciale”.

Se anche tu ami il feticcio della privacy, che aspetti a iscriverti?

Nell’articolo Monti cerca di spiegarci i motivi giuridici e tecnici per cui dovremmo accettare ogni proposta di sorveglianza per la sicurezza pubblica pacatamente e passivamente: è fuori discussione che il superiore interesse dello Stato e la tutela della collettività non possano essere globalmente limitati in nome della privacy, dice Monti.

Il prof. Monti non è certo un paladino della privacy, che ha definito come “feticcio” più di una volta, arrivando anche ad affermare che non esiste come diritto autonomo, nonostante la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani affermi il contrario. In ogni caso, non è questo il punto.

Il prof. Monti infatti ha ragione da vendere: “opporsi all’impiego di tecnologia per garantire la sicurezza perché qualcuno potrebbe abusarne equivale ad affermare di non avere fiducia nelle istituzioni. Se così fosse, allora la inevitabile conseguenza logica di questa posizione sarebbe il dover entrare in clandestinità per rovesciare uno Stato che ha tradito gli ideali democratici. Chi ha il coraggio di fare un’affermazione del genere lanci il primo tweet”.

La sfiducia verso le “istituzioni” è esattamente il motivo per cui è lecito opporsi alla diffusione incontrollata di tecnologie di sorveglianza nelle nostre città. Di esempi di abuso ce ne sono molti, e non serve guardare lontano per comprendere il modo in cui un governo possa abusare dei suoi poteri di sorveglianza per opprimere determinati gruppi politici o minoranze. E ricordiamolo: la più piccola minoranza al mondo è l’individuo.

E se i governi cambiano nel tempo, ricordiamoci che una telecamera è invece per sempre. Le telecamere nelle nostre città aumentano sempre e non diminuiscono mai: la Cina, che continua a installare telecamere, è arrivata ad averne quasi 600 milioni.

Chi può assicurarci che la fiducia verso le istituzioni venga ripagata? Chi può assicurarci che fra 5, 10, 50 anni i sistemi di sorveglianza costruiti e potenziati nel tempo non saranno mai usati e abusati da qualcuno? Chi può assicurarci che lo Stato, in un determinato momento storico, non abbia il potere e l’incentivo di perseguire e opprimere milioni di persone per ciò che pensano o fanno? D’altronde, la storia ci insegna che è molto facile giustificare qualsiasi atrocità sotto l’egida della sicurezza pubblica e dell’ordine pubblico.

Affermare la supremazia dell’interesse di Stato e della collettività (che non esiste) sui diritti individuali, come la privacy, equivale a dire che alcuni uomini — i più violenti tra noi — hanno il diritto assoluto di disporre totalmente di tutti gli altri, giustificando così qualsiasi abuso e oppressione. L’autore afferma che per mitigare questi rischi si debba potenziare il diritto di accesso ai dati dei database delle forze dell’ordine, ma io non vedo come questa misura palliativa ex-post possa ribaltare una situazione di sostanziale supremazia dello Stato rispetto all’individuo. Cioè rispetto a me e te che leggi.

Sì, la privacy è un feticcio — un ostacolo al potere, che altrimenti sarebbe illimitato, a tutela di ogni individuo. È anche l’unico modo per vivere un’esistenza libera e morale. Senza privacy non può esserci alcuna libertà. Alla provocazione del prof. Monti non si può quindi che rispondere così:

We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.—That to secure these rights, Governments are instituted among Men, deriving their just powers from the consent of the governed, —That whenever any Form of Government becomes destructive of these ends, it is the Right of the People to alter or to abolish it, and to institute new Government.

7227910
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

Tornano le tessere della fame


Da luglio 2023 saranno attive in Italia ben 1.300.000 “carte acquisti” per la spesa. Saranno postepay ricaricabili e daranno diritto di acquistare fino a €380 di beni alimentari autorizzati dal Ministero. Saranno ad esempio esclusi gli alcolici.

L’attribuzione delle nuove tessere annonarie passerà dai Comuni, che tramite INPS avranno a disposizione l’elenco dei beneficiari. I Comuni dovranno quindi verificare le anagrafiche e le informazioni relative ai nuclei familiari per assegnare le tessere ai più meritevoli — cioè coloro che casualmente possiedono i criteri arbitrari fissati per legge.

E se tra ordine pubblico e privacy vince sempre l’ordine pubblico, lo stesso può dirsi tra welfare e privacy. Ma noi eretici lo sappiamo bene: non esistono pasti gratis, e prima o poi arriverà qualcuno a chiedere il conto.

Share

Exposed


Anche quest’anno torna Privacy Week, che non è più soltanto il più bell’evento nazionale su privacy e tecnologia, ma ora anche una piattaforma per la fruizione di contenuti on-demand come newsletter, podcast, webinar e molto altro.

Intanto è già uscito il primo episodio del nostro podcast: Exposed.

7227912
Ascolta il primo episodio di Exposed, il Podcast di Privacy Week

Seguiteci e iscrivetevi alla newsletter, perché ci saranno veramente tante novità. Anche per l’evento, che tornerà a settembre a Milano e in streaming su privacyweek.it!

Meme del giorno


7227914


Citazione del giorno

There's no way to rule innocent men. The only power any government has is the power to crack down on criminals. Well, when there aren't enough criminals one makes them. One declares so many things to be a crime that it becomes impossible for men to live without breaking laws. Who wants a nation of law-abiding citizens? What's there in that for anyone?

Ayn Rand

Aiutaci a sostenere Privacy Chronicles!


Ogni settimana siamo nella tua casella di posta a farti compagnia con notizie e approfondimenti che spesso sembrano usciti da un episodio di Twilight Zone. E speriamo di continuare a farlo!

Se vuoi aiutarci, condividi l’articolo con i tuoi amici e conoscenti e lascia un like o qualche commento!

Se proprio ti senti in vena, puoi anche abbonarti per sostenere il nostro lavoro (anche in Bitcoin).

Abbonati a Privacy Chronicles

Oppure, puoi fare una donazione libera:

7227916
Se vuoi donare qualche sat, scansiona il QR code con il tuo wallet LN preferito o clicca qui!

Leggi le Cronache passate

Privacy Chronicles is a reader-supported publication. To receive new posts and support my work, consider becoming a free or paid subscriber.



#29 / Di statali cinesi, scetticismi e cypherpunk


Statali cinesi pagati in digital yuan / Scetticismo verso il dollaro digitale ai piani alti / Cypherpunk e altre storie (DOMÌNI Podcast) / Un'intervista sul Digital Services Act.

Gli statali cinesi saranno pagati in digital yuan


È notizia della scorsa settimana1 che la città di Changshu, della provincia di Jiangsu, inizierà a pagare i dipendenti pubblici con lo yuan digitale a partire da questo mese. Il progetto è iniziato lo scorso anno e ci sono già stati dei test da luglio a settembre 2022 che hanno incluso circa 4.900 persone e un importo pari a 2.54 milioni di digital yuan.

7227865
“Le città di Changshu e Suzhou implementano il pagamento completo dello stipendio in renminbi digitale per i dipendenti pubblici”

In realtà, pare che un altro test fosse già iniziato nella città di Suzhou, che ha da poco concluso il primo quadrimestre del pilot. In 4 mesi sono state accumulate dalla città 8 milioni di transazioni, per un valore cumulativo di 170 miliardi di yuan. La città riporta circa 26 milioni di wallet personali e quasi 2 milioni di wallet “pubblici”.

Iscriviti adesso

La provincia di Jiangsu vuole creare un ecosistema integrato che possa portare a un’espansione incrementale già da gennaio 2024, includendo anche aree chiave come il commercio al dettaglio, gli stipendi privati e il turismo. Al momento sembra che ben 26 province siano impegnate in test di vario tipo, ma quella di Jiangsu promette di essere la provincia più all’avanguardia sul fronte del digital yuan entro il 2025.

Tempo fa scrivevo che il modo migliore per abituare le persone a usare le CBDC fosse obbligarle a pagarci tributi, imposte, tasse e bolli di vario tipo. Ma in effetti, la Cina fa ancora scuola: quale modo migliore se non sfruttare i dipendenti pubblici?

7227867
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

Scetticismo verso il dollaro digitale


Michelle Bowman, membro della Federal Reserve Board of Governors, ha di recente offerto la sua opinione in merito all’evoluzione del dollaro in un discorso presso la Georgetown University2.

La sua è un’opinione che non ci si aspetterebbe da parte di chi dovrebbe essere tra i primi e più convinti propositori delle nuove CBDC. Eppure secondo Michelle è difficile pensare che il dollaro digitale possa sostituire sistemi come FedNow, una infrastruttura per i pagamenti elettronici in tempo reale sviluppata dalla Federal Reserve.

Aggiunge poi, c’è il rischio che una CBDC programmabile possa essere in contrasto con la flessibilità e libertà delle monete fisiche o dei depositi bancari, e c’è anche il rischio che questo possa portare alla politicizzazione dei sistemi di pagamento.

Attenzione però, per quanto vero, a Michelle non interessa la nostra libertà, ma quella della Federal Reserve. Infatti aggiunge: una CBDC con questo tipo di controllo potrebbe minacciare l’indipendenza della Federal Reserve.

Una moneta politicizzata non è altro che un sistema di social scoring sotto mentite spoglie. Negli Stati Uniti qualcuno, anche nella stessa banca centrale, si fa queste domande (anche se per i motivi sbagliati). Da noi, tutto tace. Eppure, l’euro digitale è quasi pronto.

Cypherpunk e altre storie, un viaggio nella storia della sorveglianza di massa


Nell’episodio di oggi del DOMÌNI Podcast parlo di sorveglianza di massa, del movimento cypherpunk e di molto altro, partendo dal 1930. Sì, perché è una storia lunga un secolo ormai.

7227869

Ascolta il Podcast su Spotify

Perché il Digital Services Act è una legge molto, molto pericolosa


Sempre in tema di interviste, oggi ne è uscita una su Atlantico Quotidiano in cui parlo del Digital Services Act, la nuova legge europea per la “lotta alla disinformazione” e molto altro.

In realtà di lotta alla disinformazione c’è ben poco, come ho già avuto occasione di ripetere più volte. È più una questione di controllo dell’informazione.

Leggi l'intervista

Meme del giorno


7227871


Citazione del giorno

La rivoluzione in Inghilterra è stata fatta unicamente in vista della libertà, mentre quella di Francia è stata fatta principalmente in vista dell'eguaglianza.

Alexis de Tocqueville

Aiutaci a sostenere Privacy Chronicles!


Due volte a settimana siamo nella tua casella di posta a farti compagnia con notizie e approfondimenti che spesso sembrano usciti da un episodio di Twilight Zone. E speriamo di continuare a farlo!

Da alcune settimane purtroppo Twitter censura le pubblicazioni Substack. Se vuoi aiutarci, condividi la newsletter con i tuoi amici e conoscenti (non su Twitter) e lascia un like o qualche commento!

Se proprio ti senti in vena, puoi anche abbonarti per sostenere il nostro lavoro (anche in Bitcoin).

Sostieni Privacy Chronicles!

Oppure, una donazione libera:

7227873
Se vuoi donare qualche sat, scansiona il QR code con il tuo wallet LN preferito o clicca qui!
1

js.people.com.cn/n2/2023/0424/…

2

cointelegraph.com/news/us-whol…


privacychronicles.it/p/fr-29-d…



L'euro digitale è quasi pronto


I lavori di design sono quasi completi e da questo autunno si inizia a fare sul serio. Ora che il suo funzionamento è più chiaro, una cosa è certa: non c'è alcun motivo per usare l'euro digitale.

È ufficiale: i lavori per l’euro digitale sono quasi terminati, e da ottobre si inizia a fare sul serio. Così ci dice Fabio Panetta, membro del Board della Banca Centrale Europea, in un comunicato stampa rilasciato il 24 aprile.

“Stiamo entrando nelle fasi finali del processo investigativo. Il Consiglio della BCE ha da poco approvato il terzo set di opzioni di design per l’euro digitale”


Panetta prosegue recitando quasi come un mantra i motivi “ufficiali” che hanno portato la Banca Centrale a voler iniziare un processo di sviluppo per un euro digitale: la rapida digitalizzazione dell’economia ci richiede di evolvere i contanti nella sfera digitale e di fornire uno strumento europeo unico per i pagamenti digitali, universalmente accettato in tutta l’euro-zona.

Vero, ma non proprio. Nessuno infatti sente la mancanza di un euro digitale. Gli strumenti di pagamento attuali, offerti da banche e intermediari, sono più che sufficienti per sopperire alle necessità dell’era dell’informazione. E poi, molte persone sono ancora affezionate ai contanti per diversi motivi.

Questi approfondimenti non li trovi certo su Repubblica. Che aspetti ad iscriverti?

Un complesso di inferiorità


Il motivo che haspinto la BCE verso l’euro digitale non è certo la voglia di svecchiarsi. E infatti la Presidente Lagarde sconfessa la facile retorica di Panetta, spiegando in un recente video la verità dietro a tutta questa fretta di evoluzione digitale: “I dont want euro to be dependent on unfriendly country currency or dependent on a friendly currency that is activated by a private company like Facebook or Google.1

La Banca Centrale Europea ha davvero una gran paura di perdere il suo monopolio monetario a favore di soggetti come Meta, Google o AWS. La paura, più che fondata, nasce nel 2018, quando Facebook (ora Meta) per la prima volta annuncia al mondo di voler creare il suo "stablecoin”: Libra. Il progetto fu presto messo da parte a causa delle immense pressioni politiche, ma nel frattempo altre istituzioni come Tether e numerosi altri stablecoin hanno risposto alla domanda di mercato per questa nuova forma di moneta.

I complessi di inferiorità rispetto agli stablecoin, che sono comunque ancora una nicchia per nerd, diventano in verità palesi anche nella retorica di Panetta: People should be able to pay and be paid in digital euro anywhere in the euro area, no matter which intermediary they are using to access the digital euro or which country they are in.

È chiaro infatti che strumenti come Tether — o anche Bitcoin — offrano già soluzioni universali e native digitali per scambiare valore ovunque nel mondo in modo standardizzato, mentre non è possibile dire lo stesso per le monete FIAT come l’euro.

Gli strumenti di pagamento elettronici a cui siamo abituati sono infatti servizi privati senza alcun valore legale (inteso come legal tender) e tutt’altro che standardizzati. I commercianti non sono obbligati ad accettare pagamenti con PayPal o con determinati circuiti di carte di credito, né è detto che la diffusione e accettazione di questi strumenti sia omogenea in tutto il mondo. L’unica garanzia, ad oggi, rimane il buon vecchio contante.

7227812
Vuoi sostenere Privacy Chronicles? Dona qualche sats scansionando il QR Code con il tuo wallet LN preferito o clicca sul link!

Come funzionerà, nella pratica


L’euro digitale sarà l’equivalente digitale dell’euro fisico. Ciò significa che tra ottobre 2023 e il prossimo anno ci sarà una proposta di legge da parte della Commissione Europea per rendere l’euro digitale legal tender, cioè moneta a corso legale, all’interno dell’Unione Europea. I commercianti saranno così obbligati ad accettare euro digitale come se fossero contanti.

I vari rapporti tecnici usciti finora (tre in totale) spiegano in modo dettagliato le scelte che sono state fatte dalla Banca Centrale e il futuro funzionamento dell’euro digitale. Prima di tutto: l’euro digitale sarà una liability della BCE, esattamente come i contanti. Gli intermediari finanziari, come le banche commerciali, saranno invece incaricati della distribuzione, della gestione dei pagamenti e del processo di onboarding degli utenti.

Subscribe now

Passando dagli intermediari le persone potranno quindi convertire i loro euro tradizionali con euro digitale e viceversa. È possibile che il processo sarà facilitato da applicazioni accessibile tramite homebanking fornite direttamente dalla Banca Centrale per standardizzare i processi in tutta UE. Sembra però che le persone potranno detenere solo un quantitativo limitato di euro digitale. Non è chiaro se questo sia un limite temporaneo o se invece una funzione permanente, né è chiaro ancora a quanto ammonti questo limite.

L’ultimo report2 sconfessa invece la possibilità di programmare l’euro digitale. Ci sarà la possibilità di creare dei pagamenti condizionati, ma non sarà invece possibile definire specifiche modalità d’uso per le “monete” digitali, ad esempio limitando le possibilità di spesa solo per specifici beni o servizi, o magari limitandone l’uso al di fuori del territorio europeo.

Questa sembra una buona notizia, considerando che la programmabilità della moneta creerebbe diversi rischi di abuso, ma non sono ancora del tutto convinto. Altri report precedenti suggerivano diversamente, ad esempio per limitarne l’uso e diffusione al di fuori dei confini geografici europei o per incentivare comportamenti ecosostenibili nella popolazione. Staremo a vedere.

7227816
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

Privacy e anonimato con l’euro digitale


Il primo3 dei tre report sul design dell’euro digitale affronta nello specifico il tema della privacy dei pagamenti, che come saprete è uno degli elementi più critici di tutto lo schema dell’euro digitale.

La prima brutta notizia è che la Banca Centrale Europea sembra aver categoricamente eliminato la possibilità di pagamenti anonimi, nonostante negli scorsi mesi avessero sommessamente accennato a una possibile soglia di esclusione della sorveglianza.

Full anonymity is not considered a viable option from a public policy perspective. It would raise concerns about the digital euro potentially being used for illicit purposes (e.g. money laundering and the financing of terrorism). In addition, it would make it virtually impossible to limit the use of the digital euro as a form of investment – a limitation that is essential from a financial stability perspective.”


Non si può essere anonimi perché l’euro digitale potrebbe essere usato per scopi illeciti, come riciclaggio di denaro e finanziamento al terrorismo. Okay, prendiamola per buona. E poi, proseguono, sarebbe virtualmente impossibile limitare l’uso dell’euro digitale come forma d’investimento - una limitazione essenziale per avere stabilità finanziaria. In soldoni: niente anonimato perché dobbiamo controllare come lo usate e quanto ne usate.

Un passaggio importante ci spiega poi che dall’euro digitale potremo aspettarci lo stesso livello di privacy degli attuali sistemi di pagamento elettronici, che in effetti non è granché.

“A digital euro would provide a level of privacy equal to that of current private sector digital solutions. Users would need to identify themselves when they start using the digital euro, and intermediaries would perform customer checks during onboarding. Personal and transaction data would only be accessible to intermediaries for the purpose of ensuring compliance with anti-money laundering and combating the financing of terrorism (AML / CFT) requirements and relevant provisions under EU law.


L’attuale scenario scelto dalla BCE prevede l’identificazione del cliente attraverso procedure KYC e la piena trasparenza delle transazioni verso l’intermediario, come accade già oggi per i pagamenti elettronici. Le transazioni saranno inoltre monitorate per anti riciclaggio e anti terrorismo, a prescindere dagli importi.

7227818

Pare poi che i dati saranno principalmente detenuti dagli intermediari e non anche dalla Banca Centrale, salvo che la condivisione di questi dati non sia prevista per legge o che sia necessaria a svolgere attività legate all’euro digitale (qualsiasi cosa voglia dire). Che in effetti rischia di tradursi in: sì, saranno disponibili anche alla BCE.

“One euro is one euro, whatever form it takes”, dice Panetta. Eppure, comprare il pane con l’euro digitale invece che con una moneta da due euro farà scattare una serie di misure di sorveglianza e monitoraggio che fanno accapponare la pelle. Siamo proprio sicuri che tutti gli euro nascano uguali?

E sì, è vero: anche gli attuali intermediari di pagamento sono pessimi dal punto di vista della privacy. E sì, ne ho già parlato male. Euro digitale e mezzi di pagamento elettronici come Paypal o Satispay non sono però sullo stesso piano.

Da una parte abbiamo infatti un monopolista che afferma candidamente che nel bilanciamento tra interesse pubblico e privacy prevarrà sempre il primo; dall’altro abbiamo invece attori di mercato in competizione tra loro che hanno incentivi economici a offrire soluzioni privacy-friendly ai loro clienti.

Inoltre, è evidente che la BCE e i governi hanno interessi politici oltre che economici, e si faranno presto ingolosire da questa nuova miniera d’oro di dati. Se non ora, magari fra qualche anno. La Presidente Lagarde, in una video intervista4 ha affermato che il controllo delle transazioni sarà uno degli obiettivi dell’euro digitale.

Non c’è alcun motivo di preferire l’euro digitale


E poi rimane aperta la questione cryptovalute e stablecoin, che certo non spariranno. Grazie al movimento cypherpunk nel mondo crypto c’è già grande attenzione a privacy e anonimato, che non potrà che crescere ancora nel prossimo futuro.

7227820

La competizione, prima ancora che sulla comodità e diffusione dello strumento, sarà proprio sulla privacy. Perché mai preferire l’euro digitale se il nostro panettiere accetta contanti, Bitcoin, Monero o perfino Tether? Non c’è alcun motivo razionale per farlo.

I governi e le Banche Centrali lo sanno bene, ed è per questo che oltre che nello sviluppo dell’euro digitale si stanno affrettando per ingabbiare crypto e stablecoin nelle maglie delle leggi KYC e anti riciclaggio. È sempre per questo che persone come Panetta chiedono al legislatore di vietare la diffusione di “crypto-asset energivori”5.

Nonostante la competizione sleale e la violenza politica, non vinceranno, ma sarà una lunga maratona.

1

In questa intervista Lagarde pensava genuinamente di parlare con Zelensky, ed ha affermato il reale motivo dietro alla spinta verso l’euro digitale: non farsi fregare il monopolio.

2

In questo report viene descritto lo schema di funzionamento dell’euro digitale

3

Questo è il report in cui si affronta il tema della privacy

4

In questa intervista Lagarde pensava genuinamente di parlare con Zelensky, e si è lasciata andare, affermando che l’euro digitale avrà delle forme di controllo delle transazioni: “they will be controlled, you’re right, you’re completely right.

5

“Crypto assets deemed to have an excessive ecological footprint should also be banned,” he said, in a likely reference to platforms like Bitcoin that use an energy-intensive mechanism known as "proof-of-work" to validate transactions and secure their network.


privacychronicles.it/p/leuro-d…



#28 / Censura è libertà


L'Oversight Board tutela la libertà d'espressione con la censura / L'UE si prepara al Digital Services Act / Negli Stati Uniti vogliono schedare e discriminare immigrati etero.

L’Oversight Board consiglia di continuare con la censura COVID19


L’Oversight Board è quell’organo “indipendente"1 che ha lo scopo di aiutare Facebook a gestire le sue attività di moderazione nel rispetto della libertà di espressione. Il potere del Board su Facebook è abbastanza rilevante, considerando che le sue decisioni sono vincolanti, e ha anche il potere di annullare decisioni già prese da Facebook.

Ad Aprile l’Oversight Board ha pubblicato un parere, che potete leggere qui, in cui consiglia a Facebook di continuare la sua attività di “moderazione” dei contenuti di disinformazione sul COVID19, almeno finché il WHO non dichiarerà conclusa l’emergenza pandemica.

Un parere che mi lascia molto perplesso considerando che:

  1. I Twitter Files hanno mostrato che le attività di moderazione dei contenuti sul COVID19 nascondevano molto spesso censura di contenuti veri e fondati. Sono noti casi in cui perfino informazioni prese direttamente dalla FDA americana venivano flaggate come disinformazione, in quanto non in linea con la narrativa politica generale2.
  2. Se l’obiettivo è combattere la disinformazione, cosa c’entra la fine dell’emergenza pandemica secondo il WHO? Se un’informazione è falsa e rischia di avere conseguenze negative per l’incolumità delle persone, dovrebbe essere trattata come tale a prescindere dalla situazione emergenziale.

La maldestra decisione dell’Oversight Board dimostra ancora una volta che non c’è alcuna lotta alla disinformazione, ma uno sfornzo continuo e politico per il controllo dell’informazione. È chiaro che molti governi hanno ancora interesse a controllare il più possibile l’informazione intorno al COVID19.

L’Oversight Board di Privacy Chronicles consiglia l’iscrizione e la lettura due volte a settimana.

L’Unione Europea prepara il campo per il Digital Services Act


Ieri la Commissione Europea ha adottato la sua prima decisione nell’ambito del Digital Services Act, entrato in vigore pochi mesi fa.

Ben 17 piattaforme online sono state identificate come target primario della nuova normativa, che prevede regole severe in merito alla moderazione dei contenuti e alla gestione dei “rischi”, tra cui quello di “hate speech”. Le 17 piattaforme sono:

  • Alibaba AliExpress
  • Amazon Store
  • Apple AppStore
  • Booking.com
  • Facebook
  • Google Play
  • Google Maps
  • Google Shopping
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Pinterest
  • Snapchat
  • TikTok
  • Twitter
  • Wikipedia
  • YouTube
  • Zalando

Queste piattaforme dovranno prima di tutto introdurre degli strumenti per distinguere tra minorenni e maggiorenni, poiché la normativa prevede regole specifiche per i minori, come ad esempio il divieto di advertising profilato.

Poi dovranno anche potenziare i loro strumenti di moderazione, per mitigare il rischio di disinformazione e bloccare contenuti illegali. Anche in questo caso vi consiglio di soffermarvi a riflettere sul significato di “disinformazione” e “contenuto illegale”.

Per chi volesse, ho scritto un articolo di approfondimento sul DSA, che è un lupo travestito da nonna.

Aspettiamoci molte turbolenze. Questo è un esempio di ciò che succederà sempre più spesso:

231922


Discriminazione al contrario e schedatura di massa LGBT


Come forse saprete, gli immigrati irregolari in America possono essere arrestati dal DHS e detenuti in appositi centri in attesa di una decisione.

Secondo i DEM questi centri di detenzione violano la dignità e l’umanità delle persone, ed è doveroso rispettare i diritti umani degli immigrati. Un’affermazione condivisibile, che li ha portati però a proporre una legge decisamente meno condivisibile. La nuova proposta normativa ha lo scopo di creare delle eccezioni per i gruppi di persone vulnerabili, come minorenni o persone LGBT, che quindi non potrebbero più essere detenute presso questi centri.3

Secondo i DEM essere gay, bisessuale, lesbica, trans, o qualsiasi altra variazione dell’arcobaleno, è quindi sufficiente per evitare il purgatorio dei centri di detenzione. In altre parole: le uniche ad essere detenute saranno persone eterosessuali.

7227774
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

Viene da chiedersi come faranno a distinguere tra un uomo eterosessuale e un gay. O tra una donna eterosessuale e una bisessuale. Come è normale che sia, leggi del genere si portano sempre dietro un massiccio carico di schedature con acquisizione di dati (veri o falsi) molto sensibili, come quelli legati alla sessualità.

Una legge che propone di tutelare i diritti dei più deboli sembra invero uno schema di schedatura di massa e discriminazione al contrario: i centri di detenzione saranno pieni di uomini eterosessuali.

Meme del giorno


7227776


Citazione del giorno

“Why do they always teach us that it's easy and evil to do what we want and that we need discipline to restrain ourselves? It's the hardest thing in the world--to do what we want. And it takes the greatest kind of courage. I mean, what we really want.”

Ayn Rand

Sostieni il piano editoriale 2023 di Privacy Chronicles!


Anche Aprile è quasi finito e siamo molto soddisfatti del lavoro che stiamo facendo con Privacy Chronicles. Come avrete notato ora le uscite sono bisettimanali e stiamo anche cercando di aggiornare con regolarità la pagina Twitter.

Se vuoi sostenere il piano editoriale 2023 e il nostro lavoro puoi abbonarti alla newsletter (anche in bitcoin!) oppure donare qualche sats.

Sostieni Privacy Chronicles

1

È un ente formalmente indipendente da Facebook, ma finanziato da questo in via indiretta

2

nicolaporro.it/atlanticoquotid…

3

foxnews.com/politics/illegal-a…


privacychronicles.it/p/fr-28-c…



Cinque step per migliorare la tua privacy da zero


Una breve guida for dummies per diminuire i rischi di violazione di dati, infezioni malware e furto d'identità. Puoi farcela anche tu.

Hai una sola email storica, magari con qualche nome strano tipo franchinoforever77? Usi quella email da 13 anni per iscriverti a ogni social, sito web, e-commerce e community possibile — rigorosamente usando sempre la stessa password, che è una variazione del grande classico password123?

Ricevi milioni di email di spam con principi nigeriani e agenti dell’agenzia delle entrate che ti chiedono di cliccare su quel link verde fosforescente? Almeno una volta all’anno ti becchi qualche virus che ti costringe a portare il pc in assistenza?

O magari sei una persona che vorrebbe capire come vivere il mondo digitale senza farsi fregare ma non hai voglia di capire cosa e come?

Ecco, allora forse questo è l’articolo per te.

Prima però, iscriviti a Privacy Chronicles se non l’hai già fatto!

Si fa presto a parlare di privacy…


Si fa presto a parlare di privacy online (ha ancora senso specificare online?), ma il grande problema è che guadagnarsi un livello minimo di privacy richiede un certo sforzo e lavoro. Internet non è fatto per garantire alcun tipo di privacy, e spesso lo stesso può dirsi per gli strumenti che usiamo ogni giorno.

Fare il primo passo spesso è lo sforzo più grande, ma ti assicuro che una volta passati da 0 a 1, poi è più o meno tutto in discesa.

Molte persone credono che impegnarsi per avere privacy online equivalga a mettersi un cappuccio in testa, installare una distro Linux con qualche nome esotico impossibile da usare e metterci tre ore per scrivere una e-mail. Questo provoca uno stato d’ansia e frustrazione che spinge le persone a non fare proprio niente.

…ma tra il dire e il fare…


Prima di tutto, evitiamo isterismi. No — non ci sono gruppi criminali particolarmente interessati a ciò che fai, e no — CIA, KGB e FBI non ti stanno spiando, almeno non direttamente.

Detto questo, il modo migliore di approcciare la questione è usare la metodologia di OpSec (operations security) che possa aiutarci a creare il nostro threat model. Vale a dire, quello di cui vi ho già parlato qui:

Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Threat modeling, l'arte di valutare i rischi

Come faccio a proteggere la mia privacy? Questa è la domanda che tutti prima o poi ci facciamo. È una domanda vaga e generale che in realtà ha poco senso e non ci porta da nessuna parte. Prima ancora della risposta, dobbiamo quindi pensare alla giusta domanda. Per farlo, dobbiamo avere una metodologia e dei criteri oggettivi che possano guidare la nostra ricerca delle giuste domande e risposte. Questa metodologia si chiama…
Read more
a year ago · 2 likes · Matte Galt

Mi rendo conto però che anche parlare di OpSec e thread modeling possa essere un ostacolo per chi parte proprio dallo zero assoluto, quindi oggi mi prodigherò per dare qualche consiglio pratico su come iniziare.

From zero to (privacy) hero


Lo scenario di threat modeling per stavolta te lo faccio io.

Partiamo dal presupposto che probabilmente non sei a zero, ma a -10. Come minimo, da qualche parte qualcuno ti avrà rubato l’indirizzo email e magari pure qualche altro tipo di dato. Magari sul tuo PC c’è anche qualche malware perché ti piace scaricare e cliccare su qualsiasi .exe a portata di mano.

  1. Asset da proteggere: informazioni personali, dati di contatto, comunicazioni.
  2. Minacce e avversari: violazioni di dati, malware, furto d’identità. Gli avversari in questo caso sono gruppi criminali che sfruttano vulnerabilità e logiche industriali per tentare di compromettere sistemi informativi su larga scala.
  3. Vulnerabilità: riutilizzo di email e password (anche con la stessa combinazione), sistemi non aggiornati e/o infetti da malware, dati e comunicazioni in chiaro (non cifrati).
  4. Rischio: senza stare a calcolare precisamente, possiamo dire che siamo di fronte a un rischio medio: è plausible che un avversario possa sfruttare una vulnerabilità, ma le conseguenze sarebbero comunque gestibili nella maggior parte dei casi. Tra le conseguenze potremmo annoverare spam, furto di account social, malware, tentativi di frode.
  5. Contromisure: quelle adesso le vediamo insieme…

7227709
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

Contromisura 1: evita la diffusione del tuo indirizzo email e minimizza l’esposizione


Il tuo indirizzo email è il tuo alias online. Ancor prima di essere uno strumento per ricevere messaggi, è un modo per creare account e autenticarsi su migliaia di servizi diversi, spesso anche molto sensibili.

Avere un indirizzo email compromesso significa aumentare di molto il rischio di subire violazioni e attacchi (phishing, tentativi di scam e virus).

Prima di tutto, verifica quindi se la tua email è compromessa. Per farlo visita haveibeenpwned.com e inserisci nel campo di testo il tuo indirizzo email. Se il risultato è una cosa del genere, potresti avere qualche problema:

7227711


Puoi fare almeno due cose per migliorare di molto la situazione:

  1. Sarebbe il caso di cestinare quella email che ti ritrovi. Magari usando un provider privacy-friendly, senza tracking e profilazione, come Tutanota o ProtonMail. Metti in conto un’oretta del tuo tempo per aggiornare l’email dei tuoi account principali.
  2. Per il futuro, evita di registrarti a ogni stupido sito con il tuo indirizzo email principale. Piuttosto, usa un servizio come Anonaddy o SimpleLogin che ti permettono di creare alias da usare al posto della tua email reale, mantenendo la possibilità di ricevere comunque comunicazioni e notifiche.

Così facendo avrai immediatamente e quasi a costo zero enormi vantaggi, sia in termini di rischio (la tua email sarà meno esposta) sia in termini di privacy, dato che i tuoi messaggi non saranno tracciati e profilati da Google e amici.

Share

Contromisura 2: usa un password manager e un app per l’autenticazione


La password è l’unica cosa che separa i tuoi dati e la tua vita dal mondo intero. Scoperta quella, è game over. Vale la pena prestare attenzione, perché ti assicuro che lì fuori c’è qualche bot che in questo momento sta cercando di crackare qualche tuo account. Una roba come password123 o p4sSwOrd123 può essere crackata in circa 0.02 secondi con gli strumenti di oggi.

231925


Sarebbe meglio evitare password semplici come questa e scegliere invece combinazioni che rimangano almeno nella zona gialla della matrice:

231926

Anche in questo caso ci sono delle contromisure molto semplici e utili da prendere, che aumentano anche a dismisura la qualità della vita:

  1. Usa un password manager, possibilmente non in cloud, anche se sono comodi. Il mio preferito è KeePassXC che può essere usato anche su Android. Il password manager può creare password complesse per te in modo automatico e memorizzarle in modo sicuro, così non dovrai neanche ricordarle. Basta fare copia-incolla quando serve.
  2. Usa un’app per l’autenticazione multi-fattore. Questa è probabilmente la misura più importante di tutte, e non usarla nel 2023 è da sciagurati. L’autenticazione multi-fattore aggiunge un elemento in più di sicurezza per accedere ai servizi online: un codice temporaneo visualizzato su un dispositivo che solo tu possiedi, come il tuo smartphone. Questo significa che se qualcuno possiede email e password del tuo account homebanking, senza quel codice non potrà comunque accedere. Ce ne sono tante, Google Authenticator va benone.

    Edit: un lettore mi fa notare che Authy permette anche di avere backup in Cloud dei dati di autenticazione multi-fattore, cosa che invece Google Auth non fa. Attenzione però, perché bisogna registrarsi al servizio con numero di telefono. Ma non è un problema, se segui questa guida per non usare il tuo numero di telefono personale.

Una buona prassi che vale sia per le password che per altre informazioni analoghe, come le seed words di un wallet Bitcoin è di non scriverle mai in chiaro né online. Evitare come la peste note e .txt vari con password e seed — e soprattutto mai conservarli in Cloud, che è il PC di qualcun altro.

7227713
Vuoi donare qualche sats a Privacy Chronicles? Scansiona il QR Code col tuo wallet LN preferito, oppure clicca qui!

Contromisura 3: backup & formatta il tuo PC


Sì lo so, formattare il PC è una rottura di palle, ma se finora hai installato qualsiasi monnezza ti capitasse a tiro potrebbe essere probabile che tu abbia almeno qualche spyware o malware sul pc.

Oggi è veramente semplice ed è pieno di guide online, così come è semplice fare un backup dei dati e delle preferenze e ritrovarsi poi un PC più o meno identico a come l’avevi lasciato. Il backup può essere gestito direttamente tramite Windows su un’unità di memoria separata oppure puoi farlo in Cloud. Una volta re-installato il sistema operativo sarebbe bene attivare subito un antivirus. Se non fai cose strane Windows Defender va più che bene.

A prescindere dalla formattazione, l’ideale è comunque avere sempre una copia di sicurezza dei tuoi dati più importanti in formato cifrato, soprattutto se decidi di conservarli in Cloud — che è il PC di qualcun altro. Cifrare i dati è facilissimo, e puoi farlo anche con un semplice .zip, che permette di cifrare i file con algoritmo AES-256. Ci vogliono tipo 7 secondi.

Share

Contromisura 4: usa sistemi di comunicazione sicuri


Le comunicazioni sono forse la parte più importante del patrimonio informativo da proteggere. Quello che devi fare è capire prima di tutto che i servizi di messagistica integrati ai social network non sono strumenti di comunicazione sicuri. Anzi, sono strumenti direttamente monitorati dalle forze dell’ordine e dell’intelligence, come è stato dimostrato più volte anche coi Twitter Files12.

231927


Lo stesso vale per Instagram, Facebook, TikTok, e così via. Mai diffondere informazioni sensibili attraverso questi canali. La parte peggiore? Presto saranno sorvegliati legalmente e alla luce del sole a causa di leggi come il Chatcontrol.

Meglio preferire strumenti diversi con metodi di crittografia delle comunicazioni, come Signal o Telegram3. Ce ne sono anche altri, ancora migliori, ma hanno poca diffusione e sarai tu a valutare se e come usarli. Se preferisci Meta... anche Whatsapp è cifrato end-to-end.

Contromisura 5: minimizza la tua esposizione quando navighi online


Se ti piace viaggiare o sei uno di quelli a cui piace lavorare dalle poltroncine di Starbucks allora ti conviene imparare a usare una VPN, che è uno strumento molto utile per proteggere i tuoi dati di navigazione da occhi indiscreti e vulnerabilità di sicurezza tipiche delle reti pubbliche come quelle dei bar o degli hotel.

Inoltre, alcune VPN hanno strumenti di ad-blocking che possono anche aiutare a diminuire il rischio di beccarsi malware durante la navigazione.

Vale poi la pena considerare una VPN anche per ridurre l’esposizione dei nostri dati di traffico verso la sorveglianza di stato. Magari non lo saprai, ma molti stati (Italia inclusa) obbligano i provider di Internet e telefonia a tenere dati di navigazione a disposizione delle autorità per periodi di tempo anche molto lunghi. In Italia fino a sei anni.

E poi c’è la questione Tor, che si aggiunge agli strumenti utili per proteggere i dati di navigazione e anche oscurare la tua posizione geografica. Se vuoi saperne di più ne ho parlato in diverse occasioni.

Qui:

Immagine/fotoPrivacy Chronicles

VPN: a che serve, quali sono i rischi e come scegliere il miglior provider

Le Virtual Private Networks (VPN) sono ormai uno strumento diventato di uso comune, con tantissimi servizi diversi e piani di abbonamento di ogni tipo. Ma se comprare un servizio VPN è diventato facilissimo, non lo è altrettanto capire quale possa essere…
Read more
8 months ago · 6 likes · 10 comments · Matte Galt

E qui:

Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Meglio Tor o una VPN?

Qualche tempo fa abbiamo parlato di VPN (Virtual Private Networks) e di come queste possano essere utili per ottenere più privacy online e in qualche modo anche bypassare specifiche leggi di sorveglianza di massa (come quelle italiane). Un altro servizio per aumentare privacy e ottenere un certo livello di anonimato è…
Read more
3 months ago · 7 likes · 2 comments · Matte Galt

Ci sei quasi


Così facendo il rischio di violazione dei tuoi dati e account, di avere infezioni malware o di subire furti d’identità diminuirà moltissimo. Poi sarà tutta discesa. L’importante è non sclerare e non passare da un eccesso all’altro. C’è sempre un trade-off tra sicurezza e comodità, ma non può esserci sicurezza senza comodità, perché tutti ricerchiamo costantemente ciò che ci è più semplice fare.

1

Twitter Files 1

2

Twitter Files 2

3

La crittografia end-to-end per Telegram è abilitata di default solo per le “chat segrete” 1 to 1. Di norma la crittografia è invece client-server, cioè gli admin di Telegram hanno il potere di accedere alle comunicazioni.



#27 / La buona e doverosa sorveglianza


Tutti i dati degli abbonamenti ai trasporti pubblici al Fisco / A New York arrivano i robot-spia / Roma promette l'espropriazione digitale / Meme e citazione del giorno.

Parere positivo per la sorveglianza dei dati sugli abbonamenti al trasporto pubblico


Con un recente comunicato il Garante Privacy ci informa di aver dato parere positivo all’invio telematico dei dati sugli abbonamenti ai mezzi pubblici all’Agenzia delle Entrate. La comunicazione dei dati degli abbonamenti di tutti i cittadini italiani sarebbe propedeutica alla compilazione della dichiarazione dei redditi precompilata.

Le comunicazioni saranno facoltative per soggetti pubblici e privati peri periodi d’imposta 2023 e 2024 e poi obbligatorie a partire dal periodo d’imposta 2025 e riguardano i trasporti locali, interregionali e regionali.

Certo, è strano però che il Garante non abbia sollevato alcuna contestazione a questa comunicazione massiva di dati, considerando che non più di tre anni fa criticava duramente lo schema dell’Agenzia delle Entrate per la fatturazione elettronica, adducendo proprio l’enorme potere informativo e di profilazione derivante dall’accentramento di dati:

prevedono la profilazione di tutti i contribuenti, anche minori d’età, e […] si ritiene invece necessario, attesi i rischi elevati per i diritti e le libertà degli interessati approfondire separatamente l’istruttoria al fine di acquisire ulteriori elementi di valutazione, al fine di individuare idonee garanzie…1


In ogni caso, sono certo che col parere positivo del Garante non ci sarà alcun rischio e potremo dormire sonni tranquilli, consapevoli che è tutto per il bene comune.

Anche Privacy Chronicles ha ricevuto parere positivo dal Garante Privacy. No, non è vero. Ma è un bene o un male?

Per fortuna ci protegge anche da ChatGPT, perché quello sì che è pericoloso.

7227661
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

A New York arrivano i robot spioni


La polizia di New York si è recentemente dotata di alcuni giocattoli tecnologici che entreranno presto a far parte dell’armamentario dei buoni agenti impegnati a preservare la sicurezza della città2.

Saranno due robot diversi, che fanno cose diverse. Ci sarà “Digidog”, chiamato anche Spot, che aiuterà gli agenti a gestire situazioni pericolose evitando di mettere a repentaglio la loro vita. Spot è un robot-cane di cui si parla da molti anni, sviluppato da Boston Dynamics — azienda molto famosa nel campo della robotica.

youtube-nocookie.com/embed/zId…

Spot è probabilmente tra i robot più avanzati al mondo e può fare un sacco di cose, come andare in ricognizione con telecamere e sensori vari. Pare che secondo il Sindaco sia cruciale per mantenere la città sicura:

The robotic mobile K-9 device is part of a number of technological rollouts the city said is "crucial" in keeping the city safe.


Viene da chiedersi quali siano state le valutazioni sulle quali hanno deciso che adottare un robot-cane fosse assolutamente fondamentale per la sicurezza della città. Data l’utilità cruciale di Spot, dobbiamo aspettarci che i pastori tedeschi delle unità cinofile saranno presto sostituiti da questo gran bel pezzo di (costosa) tecnologia?

7227663

Il secondo pezzo è invece più goffo ma decisamente più spione di Spot. Si chiama K5 Autonomous Security Robot (ASR) ed è letteralmente una cabina mobile di sorveglianza che grazie all’intelligenza artificiale potrà anche riconoscere potenziali minacce alla sicurezza pubblica. Dicono che verrà usato in campus, centri commerciali e altri luoghi strategici che hanno bisogno di più sorveglianza. C’è sempre bisogno di più sorveglianza, no?

Sicuramente servirà un po’ di tempo per abituarsi a queste presenze, ma non ho dubbi che i buoni cittadini di New York ne saranno in grado. D’altronde, i loro cugini cinesi sono già ben abituati da tempo a vedere girare in città robot automatizzati per la sorveglianza di massa. Però hey, è per la nostra sicurezza.

Share

Anche Roma si dà all’espropriazione digitale


Dopo Venezia, Milano e Bologna, anche a Roma arriva il virus dell’espropriazione digitale. Secondo la Presidente del I Municipio di Roma il turismo deve essere limitato; Roma non può essere un dormitorio per turisti. Strano, considerando che fino a qualche tempo fa tutti ci raccontavano di come il turismo fosse l’oro dell’Italia.

7227665

In ogni caso, la soluzione espropriativa è molto semplice e sempre la stessa: codici identificativi, piattaforme digitali, limiti agli affitti e all’apertura di B&B, monitoraggio continuativo. Secondo la Bonaccorsi infatti è necessario e assolutamente urgente obbligare i “portali online e i motori di ricerca a pubblicare solo annunci delle strutture dotate di codice identificativo rilasciato dal comune”.

C’è da dire che rispetto al Sindaco di Venezia almeno non ha ancora minacciato gli abitanti di ritrovarsi il picchetto di agenti della guardia di finanza h24 davanti al portone di casa.

Ma non lamentatevi: lo fanno per il vostro bene.

7227667
Vuoi supportare Privacy Chronicles? Dona qualche satoshi con il tuo wallet LN preferito. Scansiona il QR Code oppure clicca qui!

Meme del giorno


232629


Citazione del giorno

“The world, viewed philosophically, remains a series of slave camps, where citizens – tax livestock – labor under the chains of illusion in the service of their masters.”
Stefan Molyneux

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Il cielo sotto Skynet

Skynet esiste già, ed è in Cina. È questo il nome con cui amichevolmente ci si riferisce al sistema interconnesso di sorveglianza presente su tutto il territorio cinese. Un nome, una garanzia, direi. Mi piace sempre parlare di Cina, perché credo che purtroppo sia una…
Read more
2 months ago · 8 likes · 2 comments · Matte Galt

Leggi gli altri Frammenti!

1

gpdp.it/web/guest/home/docweb/…

2

nbcnewyork.com/news/local/say-…



Pentagon Papers


Un giovane militare ha diffuso su Discord documenti top secret riguardanti la guerra in Ucraina e le attività di spionaggio degli Stati Uniti.

In queste ore la diffusione non autorizzata di documenti top-secret del Pentagono sta facendo girare la testa al governo degli Stati Uniti. I documenti riguardano principalmente la guerra in Ucraina e le attività di spionaggio del governo statunitense.

I giornalisti della NBC riportano che i documenti sono comparsi in una “oscura parte di Internet incentrata sul gaming”. In realtà non c’è nulla di oscuro nelle modalità di diffusione dei documenti, che sono stati condivisi fin da gennaio 2023 in una chat di Discord chiamata “Thug Shaker Central”.

Due volte a settimana, prima e dopo i pasti: Privacy Chronicles

Come saprete, Discord è una delle piattaforme più famose al mondo per il gaming e in generale come canale di comunicazione di massa. Ad esempio, è tramite Discord che si può accedere a uno dei più famosi tool di IA per la generazione di immagini: Midjourney. Insomma, non è certo un antro oscuro per hacker col cappuccio.

E in effetti, anche la persona che sembrerebbe responsabile della diffusione di questi dati non è un hacker col cappuccio, ma un giovane militare della US Air Force che lavorava come specialista del Cyber Transport Systems1, chiamato Jack Teixeira. Sembra che il caro Jack nel tempo libero si divertisse a shitpostare su Discord insieme agli amici, e che negli scorsi mesi abbia deciso di condividere con loro le fotografie di diversi documenti top-secret.

7227636
Vuoi sostenere Privacy Chronicles? Scansiona il QR Code con il tuo wallet LN preferito o clicca qui!

Quando i documenti sono poi arrivati anche su 4chan, su alcuni canali Telegram e su Twitter, il governo degli Stati Uniti ha capito che c’era qualcosa che non andava.

I giornali mainstream non riportano il contenuto di questo leak, ma non è difficile risalire a qualche informazione più di dettaglio scavando un pochino online. Tra i contenuti principali sembrano esserci informazioni in merito a:

  • le attività di spionaggio degli Stati Uniti su Zelensky
  • la volontà degli Emirati Arabi di lavorare con la Russia per contrastare i servizi di intelligence americani e inglesi
  • il piano dell’Egitto di fornire munizioni e armi alla Russia
  • il network di operativi della CIA presenti in Ucraina
  • le attività di spionaggio degli Stati Uniti sulla Corea del Sud

Alcuni documenti sembrerebbero anche dimostrare che degli agenti Ucraini abbiano attaccato obiettivi militari in territorio russo. Questi ultimi in particolare potrebbero portare anche a un’escalation del conflitto tra Russia e Ucraina (Stati Uniti).

Non è chiaro se Jack Teixeira sia davvero un simpatico nerd con la passione per la diffusione di documenti top secret. La storia in effetti ha dell’assurdo. Come faceva una recluta 21enne ad avere accesso a documenti di quel tipo? E che senso aveva pubblicarli in quel modo? A pensar male si potrebbero immaginare diversi scenari, ma a noi non piace pensar male. In ogni caso, ieri Jack è stato arrestato in Massachusetts e potrebbe rischiare fino a 10 anni di carcere.

Share

Certe volte conviene guardare il dito


Il governo degli Stati Uniti ha da poco iniziato una campagna politica e mediatica contro TikTok, punta di diamante dello spionaggio cinese. Una campagna così forte che ha portato in brevissimo tempo a pensare e proporre la legge chiamata RESTRICT ACT di cui abbiamo parlato la settimana scorsa. La legge conferisce poteri illimitati al governo di sospendere e vietare praticamente qualsiasi servizio e azienda in qualche modo collegata con Cina e Russia. Una sorta di Maccartismo 2.0.

7227638
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

Ma mentre i più alti burocrati americani erano impegnati a guardare la luna, millantando di spionaggi hi-tech da parte dei loro acerrimi nemici, in casa loro c’era un ragazzino appena uscito dall’accademia impegnato nel più grave leak di documenti top secret degli ultimi 10 anni, dopo quello fatto molto più scaltramente da Edward Snowden.

Se una cosa è certa, è che gli ottogenari nelle stanze dei bottoni non comprendono la natura dell’era dell’informazione e non sono chiaramente in grado di gestire la fludità delle informazioni digitali.

Eric Hughes, fondatore dei Cypherpunk e autore dell’omonimo manifesto, lo diceva nel 1992: Information does not just want to be free, it longs to be free. Information expands to fill the available storage space. Information is Rumor's younger, stronger cousin; Information is fleeter of foot, has more eyes, knows more, and understands less than Rumor.

Share

Non tutto il male vien per nuocere


Nel frattempo, Jack Teixeira è stato arrestato e gli alti burocrati ottogenari si sono attivati per correre ai ripari. Da una parte c’è chi ci dice che il problema è proprio da ricercarsi nella negligenza del governo.

Secondo gli esperti il sistema di gestione dei documenti confidenziali ha almeno due criticità: l’eccessiva sovra-classificazione, risultante in un eccessiva quantità di documenti classificati, e la mancanza di standard precisi per determinare cosa dovrebbe essere classificato o meno. Insomma sembra che al Pentagono sia un gran casino.

Dall’altra parte c’è invece chi vorrebbe sfruttare l’occasione per puntare il dito contro le piattaforme online e i canali di comunicazione “privati” che sono difficili da controllare e quindi rendono difficile prevenire diffusioni non autorizzate di questo tipo. La macchina della propaganda in questo senso sembra essere già stata avviata per convincere il pubblico che il problema — come al solito — è l’eccessiva libertà di comunicazione:

The U.S. government may not have been looking there, but cybersecurity experts have long known that Discord has been used by criminals and hackers to spread malware and stealthily transfer stolen information.

“The Discord domain helps attackers disguise the exfiltration of data by making it look like any other traffic coming across the network,” said a 2021 report by Cisco’s Talos cybersecurity team.

The intelligence community is now grappling with how it can scrub platforms like Discord in search of relevant material to avoid a similar leak in the future, said the congressional official.2


Insomma, se prima il problema era TikTok (in quanto cinese), ora il problema è anche Discord e ogni singola piattaforma privata che possa essere usata come strumento per diffondere informazioni senza autorizzazione.

Cosa possiamo aspettarci nel prossimo futuro?

Certamente i fatti di questi giorni potranno facilitare la proliferazione di proposte di legge per sorvegliare attivamente i canali social e le piattaforme di comunicazione. D’altronde, se possono farlo per contrastare la pedofilia, perché non proporre lo stesso anche per proteggere la sicurezza nazionale? Ricordiamo che fino a non troppo tempo fa in Twitter esistevano delle vere e proprie task force e “war room” capitanate dalle agenzie di intelligence con l’unico scopo di gestire proattivamente rischi di questo tipo.

1

Una sorta di divisione ICT che si occupa di gestire l’infrastruttura necessaria per far funzionare il network di comunicazione della US Air Force.

2

nbcnews.com/politics/national-…



#26 / Di faide social e spioni


Scoppia la faida tra Twitter e Substack / Scrivi "based" e finisci nella watchlist dell'FBI / I dipendenti Tesla ti spiano nel garage / Meme e citazione del giorno.

Prima di continuare prenditi un minuto per seguire la pagina Twitter di Privacy Chronicles e unirti al canale e gruppo Telegram!

Elon Musk vs Substack


Paura e delirio nelle strade di Twitter per una faida tra Elon Musk e Substack. Tutto inizia qualche giorno fa, dopo l’annuncio di un nuovo servizio da parte della piattaforma che ospita anche Privacy Chronicles: Substack Notes, una sorta di estensione social che in sarà molto simile al funzionamento di Twitter.

232610

Re Elon non ha preso bene la notizia, iniziando così una serie di azioni di guerriglia contro tutto ciò che è Substack: tweet, menzioni, link. Ad esempio, negli ultimi giorni era impossibile interagire con i tweet contenenti link ad articoli su Substack, e i link stessi venivano identificati come contenuto potenzialmente malevolo. Una censura di massa che ha colpito anche me.

Twitter è fico, ma vogliamo parlare di Privacy Chronicles?

Oggi Elon sembra invece aver cambiato idea, e la situazione è tornata altrettanto velocemente alla normalità. Come mai? È una questione di proprietà privata e incentivi economici.

Come saprete, se c’è una cosa che Elon Musk odia più della concorrenza sono i mass media mainstream, che ricambiano cortesemente. Censurando Substack, una delle primarie fonti d’informazione alternative, Elon ha però finito per agevolare i primi, censurando la voce di milioni di persone che permettono a Twitter di essere quello che è.

Elon ha ragione da vendere a voler intralciare con ogni mezzo un suo competitor, ma non può farlo: censurare Substack significherebbe contraddire i suoi stessi principi e finire per autodistruggere ciò che rende Twitter un social unico nel suo genere.

Nel diventare il Regno di Elon Musk, Twitter oggi ha chiari incentivi economici per essere molto più equilibrato e libero rispetto a quando era invece una democrazia rappresentativa con un Board eletto, che non avendo skin in the game poteva prendere decisioni scellerate senza alcuna conseguenza.

Based FBI


Secondo un dossier FBI intitolato “Involuntary Celibate Violent Extremism” usare termini sui social come “Chad”, “Based”, “Red Pill”, “Stacy” potrebbe farvi finire in una watchlist di persone considerate a rischio di estremismo violento.

7227580

Fonte: zerohedge.com/political/fbi-do…

Non è ben chiaro cosa ci faccia l’FBI con queste watchlist, ma dato che ricadono nell’ambito del terrorismo domestico, certamente nulla di buono.

Se i Twitter Files12 ci hanno insegnato qualcosa, è che della buona sorveglianza non va mai sprecata. Attività di questo tipo, agevolate dai social, possono portare a una profilazione politica delle persone che tornerà molto utile durante le prossime elezioni presidenziali.

7227582
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

Tesla ti spia nel garage


Secondo il Seattle Times i dipendenti di Tesla avrebbero l’abitudine di guardarsi le registrazioni delle telecamere montate sulle Tesla e condividerle tra loro. Sì, anche i video registrati nei cortili di casa.

Per chi non lo sapesse, le automobili Tesla posseggono telecamere in grado di registrare e analizzare l’ambiente circostante grazie a un servizio chiamato Sentry Mode. Con il Sentry Mode l’auto può anche svolgere delle funzioni automatizzate come far suonare l’allarme nel caso in cui il sistema (dotato di algoritmi di machine learning, presumo) identifichi qualcosa come una minaccia. Le registrazioni sono ovviamente disponibili ai tecnici Tesla per diversi motivi, che ci fanno poi un po’ quello che vogliono.

Il Sentry Mode può essere configurato per evitare le registrazioni in alcuni luoghi e può anche essere disattivato, ma tra il dire e il fare… In ogni caso non c’è nessun problema: pare che Tesla abbia iniziato ad avvertire i clienti che il Sentry Mode potrebbe violare le normative sulla privacy.

7227584
Vuoi supportare Privacy Chronicles? Dona qualche satoshi con il tuo wallet LN preferito. Scansiona il QR Code oppure clicca qui!

Certo è che il concetto di “auto-sorveglianza” assume tutto un altro significato.3

Share

Meme del giorno


232611


Citazione del giorno

“Democracy virtually assures that only bad and dangerous men will ever rise to the top of government.”

Hans-Hermann Hoppe

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

La nuova arma legale degli Stati Uniti contro Cina e Russia

Il governo degli Stati Uniti ne è convinto: TikTok è un problema di sicurezza nazionale e va vietato. Il sentimento comune è che il social network di ByteDance potrebbe essere a tutti gli effetti un cavallo di Troia del governo cinese per spiare gli Stati Uniti. Come misura preventiva, già a dicembre l’installazione dell’app è stata vietata su qualsiasi dispositivo federale…
Read more
a month ago · 5 likes · Matte Galt

Leggi gli altri Frammenti!

1

Twitter Files: dalla censura politica al ban di Trump

2

Twitter Files: depistaggi politici e psy-ops

3

Effetto Panoptico e autosorveglianza: così si avvera la profezia di Tocqueville: dalla democrazia alla tenue tirannia.



La nuova arma legale degli Stati Uniti contro Cina e Russia


Una legge pensata per bloccare TikTok potrà essere usata anche per controllare, sanzionare ed espropriare le aziende che fanno affari con Cina e Russia.

Il governo degli Stati Uniti ne è convinto: TikTok è un problema di sicurezza nazionale e va vietato. Il sentimento comune è che il social network di ByteDance potrebbe essere a tutti gli effetti un cavallo di Troia del governo cinese per spiare gli Stati Uniti. Come misura preventiva, già a dicembre l’installazione dell’app è stata vietata su qualsiasi dispositivo federale.

Anche l’Unione Europea si è lasciata contagiare, e la Commissione ha recentemente deciso di vietare l’installazione di TikTok sui dispositivi dati ai burocrati europei.

Fa un po’ ridere, considerando che abbiamo passato gli ultimi due mesi a discutere di palloni spia nel cielo senza che nessuno sapesse esattamente cosa farne. In ogni caso, loro ne sono convinti, e probabilmente è anche vero.

Ne sono così convinti che il 7 marzo è stata introdotta una proposta di legge pensata proprio per giustificare legalmente un eventuale divieto totale dell’app. Purtroppo, la legge ha tutti i presupposti per un “Marcattismo 2.01”, con possibili implicazioni anche per noi europei.

Presto, iscriviti prima che venga vietata pure Privacy Chronicles!

Il RESTRICT ACT


Il RESTRICT ACT (Restricting the Emergence of Security Threats that Risk Information and Communications Technology Act)2, così è chiamata la proposta di legge, conferisce al Secretary of Commerce il potere di identificare e gestire rischi “inaccettabili” per la sicurezza nazionale derivanti dall’uso di tecnologie ICT controllate da “foreign adversaries”.

Una prima lista degli avversari è già inclusa nella proposta di legge:

  • Cina, Hong Kong e Macao
  • Cuba
  • Iran
  • Korea del Nord
  • Russia
  • Venezuela, sotto il regime di Maduro (sì, è proprio scritto così)

Il Secretary of Commerce avrà poteri pressoché illimitati. Prima di tutto, avrà il potere, in consultazione col direttore della National Intelligence, di rimuovere o inserire foreign adversaries alla lista, in base al suo giudizio.

Read more



#25 / Di guardie e ladri digitali


Nel frammento di oggi: Il Garante Privacy blocca OpenAI / La Germania se la prende con Twitter / Niente da nascondere? L’inc… è dietro l’angolo / Meme e citazione del giorno.

Frammenti è la rubrica che riassume e commenta le notizie più interessanti della settimana e propone citazioni di autori famosi e meme. Un modo per restare informati con Privacy Chronicles, ma in modo leggero.

Il Garante Privacy blocca OpenAI, un commento


Lo saprete tutti: da qualche giorno chatGPT non è più disponibile per l’Italia. Il servizio è stato sospeso dopo un provvedimento del Garante Privacy contro OpenAI, la società dietro al sistema d’intelligenza artificiale.

232640


I motivi della sospensione possono essere sintetizzati nelle seguenti violazioni della normativa privacy europea:

Diffida delle imitazioni, iscriviti a Privacy Chronicles!


  • Mancanza di una informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI
  • Assenza di una base giuridica per la raccolta e conservazione di dati personali usati per “addestrare” gli algoritmi
  • Assenza di un filtro per la verifica dell’età degli utenti

Il Garante ha quindi disposto la limitazione immediata del trattamento dei dati di tutti gli utenti situati nel territorio italiano. OpenAI avrà 20 giorni di tempo per comunicare al Garante le misure intraprese per risolvere le violazioni, in attesa dello svolgimento dell’istruttoria aperta.

Guido Scorza, membro del Collegio, commenta così il provvedimento di sospensione1:

Davvero si tratta di scegliere se imboccare la strada dell’innovazione o quella del rispetto dei diritti, delle libertà e della dignità delle persone ed è impossibile pensare di orientare l’innovazione in una direzione più rispettosa delle persone?


Il problema è che la risposta di OpenAI è stata molto semplice: bloccare l’accesso al servizio a 60 milioni di italiani e continuare come se niente fosse. Era la soluzione più efficiente, veloce e scontata. Tutti sapevano che sarebbe andata così.

Ma a parte la risposta di OpenAI, c’è da dire che questo è un provvedimento strano, che non capisco. È strano il suo tempismo, perché è stato qualificato come provvidimento “in via d’urgenza” ancor prima di concludere un’istruttoria. Era davvero urgente sospendere un servizio del genere per mancanza dell’informativa privacy e delle verifiche sull’età degli utenti? Perché poi ricorrere a una misura così forte? La sospensione totale del trattamento non è mai stata richiesta neanche a Google, Meta o TikTok in casi analoghi o ben più gravi. Perché per OpenAI è diverso?

Bloccare l’accesso a 60 milioni di persone crea più danni di quanti ne risolva. Anche a livello sistemico. Sembra infatti che anche altri paesi europei si stiano interessando all’esempio dell’Italia e potrebbero arrivare a bloccare OpenAI. Chi mai vorrebbe investire in UE su tecnologie controverse come l’intelligenza artificiale, sapendo che i loro servizi potrebbero essere bloccati da un momento all’altro? Il rischio imprenditoriale è troppo alto.

Noi italiani / europei potremmo davvero rimanere senza accesso per molto tempo. Con la velocità delle sperimentazioni in questo campo, perdere anche solo qualche mese significa rimanere indietro rispetto al resto del mondo. Perdere accesso del tutto sarebbe un cataclisma.

A che punto l’applicazione della legge smette di essere a tutela delle persone e diventa harakiri?

7227528
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

Share

I tedeschi se la prendono con Twitter


Pare che la Germania ora ce l’abbia con Twitter. Dopo aver perseguito Telegram adesso hanno deciso che è Twitter a non seguire le regole.

232641

L’Internet non è un luogo senza regole, dicono. Vero, dico io, ma non è detto che le regole debbano essere quelle imposte da loro con la forza. Il Ministro della Giustizia tedesco Marco Buschmann del partito FDP (liberali) avrà sicuramente una sua personalissima idea di regole e giustizia, che grazie alla sua posizione di potere vuole imporre a qualcun altro.

Twitter oggi non piace ai liberali perché è espressione delle idee di Elon Musk, come giusto che sia. Ai liberali non piacciono le idee altrui, specie quando sono apprezzate secondo meccanismi di libero mercato e non imposte con la forza. E non è neanche la prima volta che Musk viene velatamente minacciato da qualcuno dell’Unione Europea.

Magari fra qualche mese ci servirà una VPN per connetterci anche a Twitter, oltre che chatGPT.

Ti piace Privacy Chronicles? Supporta il piano editoriale 2023 con un abbonamento!

Abbonati a Privacy Chronicles!

Oppure, dona qualche sat scansionando il QR Code con il tuo wallet LN o cliccando qui.

7227531

Se non hai niente da nascondere, l’inc… è dietro l’angolo


E se in Europa abbiamo Autorità e legislatori che pretendono il rispetto delle regole, in Egitto abbiamo invece un esempio di come le autorità siano sempre al di fuori di ogni regola di decenza.

La notizia del giorno è che la polizia egiziana sta usando profili fake o profili reali sequestrati a utenti di Grindr per individuare e arrestare gay e altre persone LGBT.

Da qualche giorno infatti il fornitore dell’applicazione ha diffuso un avvertimento2 che non lascia molto alla fantasia:

“We have been alerted that Egyptian police is actively making arrests of gay, bi, and trans people on digital platforms. They are using fake accounts and have also taken over accounts from real community members who have already been arrested and had their phones taken. Please take extra caution online and offline, including with accounts that may have seemed legitimate in the past.”


Quale esempio migliore per ricordare a tutti che privacy e anonimato non sono solo dei vezzi, ma una protezione contro l’abuso dei più forti? Queste persone certamente non avranno nulla da nascondere, ma forse dovrebbero iniziare a farlo e preferire app in grado di tutelare i loro interessi, piuttosto che questi aggregatori che diventano facilmente degli honeypot per le autorità.

Meme del giorno


232642


Citazione del giorno

“Government” itself does no harm, because it is a fictional entity. But the belief in “government” – the notion that some people actually have the moral right to rule over others – has caused immeasurable pain and suffering, injustice and oppression, enslavement and death.”
Larken Rose

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Collettivismo vs Privacy

Questa settimana ho letto un interessante articolo tradotto da Bitcoin in Italiano che parla di Bitcoin vs Collettivismo e mi sono detto: cavolo, questa è anche roba da Privacy Chronicles. Possibile che in questi due anni io non abbia mai dedicato un articolo specifico al tema…
Read more
2 months ago · 8 likes · Matte Galt

Leggi gli altri Frammenti!

1

https://startupitalia.eu/195521-20230401-ecco-perche-abbiamo-deciso-di-silenziare-chatgpt

2

abcnews.go.com/International/w…



Collettivismo vs Privacy


Privacy e anonimato sono i peggiori nemici del collettivismo, ecco perché da più di 230 anni sono oggetto di continue aggressioni da parte del gruppo più collettivista di tutti: lo Stato Nazione.

Questa settimana ho letto un interessante articolo tradotto da che parla di Bitcoin vs Collettivismo e mi sono detto: cavolo, questa è anche roba da Privacy Chronicles. Possibile che in questi due anni io non abbia mai dedicato un articolo specifico al tema Privacy vs Collettivismo? E quindi eccoci qua.

L’autore dell’articolo scrive: “Bitcoin coltiva una cultura dell'individualismo e dell'autosufficienza, che resiste agli effetti negativi del collettivismo”.

È vero, ma lo stesso può dirsi per l’idea, talvolta filosofica, talvolta tecnica, di privacy. Nel corso dell’articolo di oggi mi riferirò in particolare alla versione più bieca e pericolosa di collettivismo: quello dello Stato-nazione, che da ben 231 anni cerca di togliere ogni privacy e anonimato ai suoi cittadini. Una guerra silenziosa che però ha plasmato la nostra società dalle fondamenta.

Prima di addentrarci nel vivo però bisogna partire dalle basi. Cos’è il collettivismo, su cosa si fonda, e perché privacy e collettivismo sono in completa antitesi?

Ai collettivisti non piace Privacy Chronicles.

Cos’è il collettivismo?


Secondo Wikipedia, collettivismo è:

“un termine per indicare una visione di tipo morale, politica o sociale che enfatizza l'interdipendenza di ogni essere umano all'interno di un gruppo collettivo e la priorità delle finalità di gruppo sulle finalità individuali. I collettivisti si focalizzano sui concetti di comunità e società.”


In pratica, è uno schema morale (e solo poi, politico e sociale) caratterizzato dall’enfasi sulla coesione tra persone e sulla priorità degli obiettivi del gruppo rispetto al singolo.

Il collettivismo potrebbe essere sintetizzato come quella morale che impone la subordinazione dell’individuo al gruppo, dove il gruppo può essere una razza, una classe sociale, un genere, o perfino uno stato-nazione. Le azioni dell’individuo che fa parte del gruppo saranno pertanto ritenute tanto più virtuose quanto siano rivolte verso il bene del gruppo di appartenenza.

Collettivismo e altruismo


Per comprendere meglio la morale collettivista ci si può fare aiutare dal concetto di Altruismo. Wikipedia definisce l’Altruismo come:

“atteggiamento e il comportamento di chi ha la qualità (morale) di interessarsi al benessere dei propri simili”.


In realtà, la definizione che meglio, e più sinteticamente, descrive l’Altruismo è proprio quella originaria, di Auguste Comte: «vivere per gli altri».

Read more



📌Inizia il secondo giorno al Salone internazionale del libro!

📚 Vi aspettiamo al nostro stand con tanti eventi in programma per parlare di Erasmus+, la biblioteca scolastica, le iniziative del Senato per le scuole e i cittadini, i principi fondamen…



#24 / Di affitti e bene comune


Espropriazione digitale per il bene comune / Francia 2024, le Olimpiadi della sorveglianza / Chi costruirà le strade nel bitcoin standard? / Meme e citazione del giorno.

Venezia e Milano, a tutta forza verso il Bene Comune


234057

I Sindaci diventano ingegneri sociali con poteri pressoché illimitati di disporre della proprietà e dei loro sudditi, con un solo obiettivo: creare la loro personalissima versione di società perfetta. E non c’è nulla di strano: è proprio così che è nato lo stato sociale.

Il caro sindaco Brugnaro torna a far parlare della Sua città, che ormai è una gabbia (fisica e digitale) a cielo aperto. L’obiettivo è combattere gli affitti anonimi e centralizzare il controllo dei flussi turistici con piattaforme per la registrazione. Sì, anche i parenti da fuori sono turisti:

“Ci sarà un sistema centralizzato per registrare posti letto, vani e presenze. […]La città non può essere prenotabile all’infinito attraverso canali che sfuggono ad ogni verifica. Non possiamo più permetterlo. Riprendere il controllo delle presenze nelle case private diventa inevitabile […]

Non è più tempo di furberie, chi deciderà di affittare solo per 120 giorni deve sapere che in tutti gli altri 245 giorni avrà Polizia locale e Guardia di finanza alla porta. A controllare.”

Agli ingegneri sociali non piace Privacy Chronicles. A te?

A Venezia quindi le persone potranno affittare solo per 120 giorni all’anno. Qualcuno potrebbe dire: perché 120 e non 131 o 47? Non c’è alcun motivo razionale: al sindaco piace il numero 120, sia fatta la Sua volontà.

7227473


Anche l’amico Beppe Sala, invidioso del potere Divino che è stato conferito a Brugnaro, chiede che gli venga concesso. È risaputo: chi affitta ai turisti toglie posti letto a chi a Milano ci vorrebbe vivere. Perché sì: la casa non è di chi la possiede, ma dello Stato, che decide qual è la migliore allocazione delle risorse.

È una lotta ideologica per un nuovo tipo di espropriazione digitale della proprietà privata. Non con poco eleganti e obsoleti atti di confisca, ma tramite sorveglianza di massa, leggi assurde e quel pizzico (q.b.) di ideologia collettivista che possa spingere le persone ad accettare ogni tipo di sacrificio per il bene comune.

7227475
BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

I Sindaci diventano ingegneri sociali con poteri pressoché illimitati di disporre della proprietà dei loro sudditi, con un solo obiettivo: creare la loro personalissima visione di società perfetta. E non c’è nulla di strano: è proprio così che è nato lo stato sociale.

La domanda sorge spontanea. Vi stancherete mai di farvi trattare come bestie da soma?

Share

Le Olimpiadi della sorveglianza


Recenti notizie1 ci dicono è passata la proposta per introdurre sistemi di riconoscimento facciale durante le Olimpiadi di Francia 2024. Le Olimpiadi, pare, saranno in realtà un test per vedere come si comportano questi sistemi e usarli poi per ogni evento sportivo, ricreativo o culturale su larga scala.

Alla proposta, che viene dai partiti di destra, si sono opposti i partiti di sinistra e i verdi. Non stupisce che sia così, considerando che destra e sinistra hanno da sempre idee diverse sulla sorveglianza di massa. Dimmi perché vorresti sorvegliare il prossimo e ti dirò da che parte stai.

7227478
Vuoi donare qualche satoshi a Privacy Chronicles? Scansiona il QR Code col tuo wallet LN preferito oppure clicca qui!

A destra risponderanno che è giusto sorvegliare la popolazione per finalità sicurezza, controllo dell'ordine pubblico e per combattere il crimine violento. A sinistra risponderanno che è giusto sorvegliare la popolazione per potenziare lo stato sociale, incentivare comportamenti corretti e per proteggere donne e bambini.

Ciò che è certo è che la sorveglianza di massa è sempre un’aggressione alla libertà e identità di ogni persona e che in nessun caso è giustificabile. In questo caso poi è assurdo: quanti francesi e turisti, compresi i bambini, finiranno con la loro faccia nei database della polizia francese, colpevoli di aver assistito a un evento sportivo?

Forse, prima di partecipare alle prossime Olimpiadi, sarà bene leggere questo articolo.

Chi costruirà le strade nel Bitcoin Standard?


Domanda provocatoria con cui il 27 marzo abbiamo aperto le danze insieme a Massimo Musumeci e , in una live YouTube.

Dentro la cornice dell’anarco-capitalismo e di Bitcoin sono tanti i temi affrontati e tante le domande da chi ci ha seguito live: strade, monopoli, sicurezza, giustizia, kalashnikov… e molto altro. Vi consiglio di guardare la live prima che i Poteri Forti la rimuovano!

youtube-nocookie.com/embed/ROc…

Meme del giorno


7227482


Citazione del giorno

"Are not highways public goods, that is, items of necessity which cannot be supplied by the market? This is the common wisdom. I challenge it. I maintain that road socialism is no different in kind than any other type of socialism. It, too, suffers from the calculation problem identified by Mises and Hayek. As in the case of all other goods and services, the private sector can do a better job of providing roads."

Walter Block

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Smart city: sorveglianza ed economia comportamentale, i casi di Venezia e Ivrea

Oggi parliamo di due casi diversi ma uniti dallo stesso filo rosso, quello delle smart cities e dell’improvviso boom di sistemi pervasivi di sorveglianza e controllo del comportamento delle persone. La storia inizia con un tweet del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro…
Read more
a year ago · 14 likes · 3 comments · Matte Galt
1

france24.com/en/tv-shows/tech-…



Consigli per l'anti-sorveglianza fisica


Droni e telecamere. Come in cielo, così in terra: siamo sempre più circondati di telecamere. Qualche consiglio di anti-sorveglianza per diminuire il livello di esposizione.

Le nostre città sono sempre più popolate di telecamere, termoscanner, scanner Wi-Fi e Bluetooth e molto altro. E se guardiamo più in alto, anche i droni iniziano a sorvolare i nostri cieli.

Uno scenario non proprio idilliaco per chi soffre di quel disturbo della personalità chiamato voglia di privacy. Non è facile difendersi dall’occhio di Sauron, però può esserci qualche rimedio utile per difendersi dalla sorveglianza fisica, sia per chi soffre di questo disturbo della personalità che per chi invece volesse tutelarsi in situazioni delicate, come manifestazioni politiche.

Dicono che iscriversi a Privacy Chronicles crei disturbi della personalità. Ma non iscriversi è peggio.

I rapaci della sorveglianza


Iniziamo parlando proprio di droni. Non tutti i droni sono uguali. Esistono droni militari con incredibile autonomia e capacità offensive e droni “urbani” che invece oltre ad essere molto più piccoli hanno anche meno autonomia e non hanno (per ora) capacità offensive.

7227433

Droni militari. Lo Sharp Sword (cinese) può caricare fino a 2.000kg di payload e bombe.

In diverse parti del mondo saper riconoscere un drone e riuscire a nascondersi può fare la differenza tra la vita e la morte. Neppure i droni militari di sorveglianza non devono essere sottovalutati, dato che questa è spesso la fase che precede un attacco.

Anche i nostri cieli si stanno velocemente riempiendo di droni.

Non è un segreto ad esempio che siano stati usati durante i lockdown per scandagliare parcheggi, strade e piazze e scovare i pochi temerari che osavano sfidare il temibile virus in barba a decreti legge e DPCM. Certo, sono diversi da quelli militari, ma con capacità di sorveglianza da non sottovalutare.

7227435
Vuoi sostenere Privacy Chronicles? Dona qualche sats scansionando questo QR Code con il tuo wallet LN preferito! Oppure, clicca qui.

Un decreto del 13 giugno 2022 ha anche recentemente abrogato la normativa precedente sui droni e agevolato di molto il loro uso per le forze dell’ordine come Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Oltre alle solite finalità “ombrello” di sicurezza pubblica, contrasto del terrorismo e prevenzione dei reati di criminalita' organizzata e ambientale, i droni possono ora essere usati per un sacco di cose, come previsto dall’articolo 3:

a) la Polizia di Stato per la:  
      1) sicurezza stradale; 
      2) sicurezza ferroviaria; 
      3) sicurezza delle frontiere; 
      4) sicurezza postale e delle comunicazioni;

b) l'Arma dei carabinieri per la: 
      1) sicurezza in materia di  sanita' e  igiene
      2) sicurezza in materia forestale, ambientale e agroalimentare; 
      3) sicurezza in materia di lavoro e legislazione sociale; 
      4) sicurezza del patrimonio archeologico, storico, artistico  e
culturale nazionale; 

c) il Corpo della guardia di finanza per: 
      1) la sicurezza del mare
      2) la sicurezza in materia di circolazione  dell'euro  e  degli
altri mezzi di pagamento; 
      3)  l'assolvimento  delle  funzioni  di  polizia  economica   e
finanziaria di cui all'art. 2 del decreto legislativo 19 marzo  2001,
n. 68. 

I droni più evoluti possono montare un payload di sorveglianza da brivido: scanner termico, telemetro laser, camere grandangolari ad altissima risoluzione e con zoom, visione notturna e tracking intelligente degli obiettivi.

233551

Iscriviti adesso

I muri hanno gli occhi


Tornando al livello del suolo, non devo certo dirvelo io: la situazione peggiora a vista d’occhio.

In quanto a numeri, la Cina è sempre leader globale, con circa 380 telecamere ogni 1000 persone. In Europa la situazione è migliore; siamo molto lontani da quei numeri. Londra, che è la città più videosorvegliata in Europa, conta circa 13.35 telecamere ogni 1000 abitanti. Alcune statistiche riportano un numero di molto superiore, ma dalle mie ricerche sembra che i numeri più alti tengano conto anche delle videocamere private. La città più sorvegliata d’Italia è invece Roma, che conta circa 1.71 telecamere per 1000 persone.

Insomma, una volta tanto non siamo messi male. Il numero però è destinato a salire vertiginosamente nei prossimi anni, dato che dal 2018 il governo italiano continua a mettere a disposizione fondi milionari per il finanziamento dei sistemi di videosorveglianza nei nostri comuni.

Il potenziamento dell’apparato di videosorveglianza non è solo quantitativo, ma anche qualitativo. Se oggi avere sistemi di riconoscimento facciale sembra fantascienza, lo stesso non potrà dirsi fra qualche anno. Difendersi da questa roba non è facile, e la risposta migliore dovrebbe essere quella del netto e forte rigetto politico.

Purtroppo, la maggior parte delle persone semplicemente ignorano il problema. Non tanto per negligenza o indifferenza, quanto per l’opacità by design che circonda queste decisioni della pubblica amministrazione.

Quanti di voi conoscevano il decreto sui droni che ho citato prima? Quanti sono consapevoli delle delibere comunali che prevedono l’installazione o il potenziamento dei sistemi di sorveglianza? Quante volte invece la popolazione viene semplicemente messa di fronte ai fatti compiuti, con nuove e scintillanti telecamere sopra le loro teste?

D’altronde, come affermava Machiavelli1 in tempi meno sospetti, non c'è nulla di strano. La cospirazione è il miglior metodo di governo: “all’inizio il male è difficile da conoscere, ma facile da curare, ma col passare del tempo diventa facile da conoscere e difficile da curare; fin quando non vi è più rimedio". Oggi c’è una cospirazione per riempire il più possibile le nostre città e cieli di telecamere.

Share

Qualche consiglio di anti-sorveglianza fisica


Difendersi dall’ espropriazione violenta della nostra privacy non è mica facile, però ci sono degli accorgimenti utili da ricordare per diminuire l’esposizione quando siamo in pubblico.

Contro le telecamere volanti, l’ambiente e il meteo sono nostri amici: pioggia e nebbia mettono in difficoltà i droni, così come alberi, portici o altre strutture che possono nascondere una persona dall’alto. Anche nascondersi in una grande folla può essere utile, seppur molti droni oggi possono montare telecamere con tracking intelligente per identificare e seguire specifiche persone con segni distintivi.

Se invece splende il sole, usare materiale riflettente può aiutare a contrastare le telecamere dei droni e confondere i sistemi di sorveglianza. Anche cappelli, cappucci, sciarpe e ombrelli possono essere semplici ma funzionali strumenti per evitare lo sguardo dei rapaci della sorveglianza. Attenzione però, che essere gli unici icon un ombrello in testa in una giornata di sole potrebbe invece semplificare l’identificazione.

Contro i termoscanner, che potrebbero essere installati sui droni, è utile indossare materiale che abbia proprietà di isolamento termico, come la lana o alcune fibre sintetiche come il neoprene.

Le capacità di sorveglianza dei droni possono essere combinate con altre tipologie di monitoraggio a terra, come la localizzazione della persona tramite il monitoraggio bluetooth / wi-fi o tramite celle telefoniche. In questo caso si possono adottare diverse precauzioni:

  • Spegnere le funzioni wi-fi e bluetooth dei dispositivi in pubblico e disattivare il wi-fi scanning e il bluetooth scanning, che potrebbero rivelare lo smartphone anche con le funzioni wi-fi e bluetooth disattivate
    233552
  • Usare una VPN per nascondere il proprio indirizzo IP, traffico e attività online (comprese, in caso, quelle via wi-fi)
  • Usare una sacca schermata (gabbia di Faraday) in cui tenere i dispositivi non in uso. Il miglior modo di bloccare un segnale è di farlo fisicamente!

Per quanto riguarda invece le telecamere a terra, è utile saper riconoscere le diverse tipologie.

Quelle CCTV di solito hanno una forma a cupola o a proiettile. Le più Quelle a cupola possono avere una rotazione di 360° e la forma rende difficile capire esattamente in che direzione stanno guardando. Di solito però non hanno un raggio d’azione molto lungo e sono situate in zone protette, al riparo dagli agenti climatici.

Le CCTV a proiettile (rettangolari e allungate) sono invece tipicamente installate all’esterno e hanno un raggio meno ampio di quelle a cupola, ma più lungo. Entrambe le tipologie possono essere dotate di visione notturna a infrarossi (IR). Alcuni modelli sono facili da riconoscere, perché hanno una serie di piccoli led intorno alla fotocamera principale. In altri casi potrebbero invece essere nascosti.

233553

Per quanto riguarda le telecamere con riconoscimento facciale, il discorso è più complesso. I modelli infatti sono uguali alle normali telecamere a proiettile, ma queste sono solitamente poste ad altezza inferiore, così da poter più facilmente osservare il viso delle persone. Ad esempio, potrebbero essere installate nei pressi di scalinate o passaggi obbligati.

Iscriviti adesso

Non tutte le telecamere però sono fatte per riprendere le persone. Quelle LPR (License Plate Recognition) sono studiate appositamente per identificare targhe delle automobili. In alcuni casi sono dotate di algoritmi OCR (Optical Character Recognition) che trasformano l’immagine in dati alfanumerici che possono essere confrontati con database precostituiti. Come se fosse il riconoscimento facciale delle auto. Queste telecamere di solito hanno una forma più snella e allungata delle altre, e una seconda lente per le riprese ravvicinate. Come per quelle di riconoscimento facciale, spesso sono posizionate in modo tale da agevolare la lettura delle targhe.

Per le telecamere a terra valgono i consigli già detti per i droni, salvo che per le zone affollate: meglio evitarle. La pubblica amministrazione ha risorse limitate e le telecamere sono spesso installate nelle zone più frequentate delle città o più strategiche, come le stazioni.

Informarsi con le richieste FOIA per proteggersi


Un ultimo consiglio, non tecnico ma legale, è di informarsi su ciò che ha fatto o vuole fare il vostro Comune. Conoscere è il primo passo per proteggersi.

Sarà sufficiente fare una richiesta FOIA2 (accesso civico generalizzato) via posta elettronica (di solito all’URP) e chiedere tutta la documentazione relativa alla videosorveglianza. Il Comune avrà tempo 30 giorni per rispondervi e darvi copia di tutto ciò che hanno.

Nei documenti di solito sono indicate le finalità della sorveglianza, le zone, i sistemi usati e molte altre informazioni. In alcuni casi, queste informazioni potrebbero essere usate anche per costringere i Comuni a rimuovere le telecamere per violazione della normativa privacy europea. Ad esempio, per mancanza di informativa, cartellonistica, o valutazione d’impatto — un processo documentato per la valutazione dei rischi obbligatorio per legge.

Usiamo anche gli strumenti legali che abbiamo a disposizione!

La moda dell’anti-sorveglianza


Se i metodi tradizionali non dovessero bastare, sappiate che negli ultimi anni alcune azienda hanno iniziato a produrre abiti e accessori progettati appositamente per contrastare videocamere di sorveglianza e sistemi di riconoscimento facciale.

7227437

Ho avuto modo di conoscere personalmente una di queste aziende, Cap_able, durante la Privacy Week 2022 (clicca qui per riguardare l'incontro). I loro capi di abbigliamento presentano dei pattern studiati appositamente per confondere gli algoritmi di riconoscimento facciale e rendere difficile l'identificazione della persona.

Share

Un’altra realtà, scoperta in questi giorni, è quella di Project Kovr. I capi non sono pensati per contrastare il riconoscimento facciale ma la sorveglianza tradizionale, anche ambientale (wi-fi / bluetooth).

233554

Le loro giacche sono infatti prodotte con materiale metallico, che oltre ad essere riflettente funziona anche come una gabbia di Faraday, bloccando quindi i segnali dai dispositivi riposti nelle tasche. Anche i capi di Project Kovr sono in vendita, ma in lumero limitato e non ho idea del costo.

E se l’anti-sorveglianza oggi è anche una moda, non dobbiamo però dimenticare che la privacy è prima di tutto una questione filosofica e politica.

Usare soluzioni attive per difendersi dal Panopticon è molto bello e utile, ma non possiamo neanche nasconderci per sempre come topi. Il miglior modo per non essere sorvegliati, è pretendere di non essere sorvegliati.

1

"Et interviene di questa come dicono e’ fisici dello etico, che nel principio del suo male è facile a curare e difficile a conoscere, ma, nel progresso del tempo, non l’avendo in principio conosciuta né medicata, diventa facile a conoscere e difficile a curare. Cosí interviene nelle cose di stato; perché, conoscendo discosto, il che non è dato se non a uno prudente, e’ mali che nascono in quello, si guariscono presto; ma quando, per non li avere conosciuti si lasciono crescere in modo che ognuno li conosce, non vi è più remedio."

2

foia.gov.it/normativa/cose-il-…



Acquistare Bitcoin con BitcoinVoucherBot


Un modo semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin.

BitcoinVoucherBot è un marketplace per acquistare Bitcoin (on-chain, lightning network, liquid) su Telegram. Niente siti web e tracking e nessuna procedura KYC o documenti richiesti. Sei tu e il bot. È un po’ come ricaricare la SIM del telefono.

7227421

Il Bot non vende direttamente Bitcoin, ma è un sistema di rivendita di Voucher e servizi di terze parti. Tra i servizi offerti, anche voucher scontati per acquistare Mullvad VPN in modo anonimo.

In caso di problemi coi Voucher o con i servizi, è disponibile un ottimo e veloce customer service (in lingua inglese).

Se vuoi provarlo e iniziare a usarlo, clicca qui!


Disclaimer: questo è un annuncio sponsorizzato.


privacychronicles.it/p/acquist…



#23 / Di feticci e simulacri


Nel frammento di oggi: feticci della sorveglianza contro i femminicidi / Simulacri dell'ingegneria sociale / Un'intervista sulle città da 15 minuti / Meme e citazione del giorno.

L’angelo della sorveglianza


Pare che a Napoli sia stato avviato un progetto per aiutare le vittime di minacce e stalking che prende il nome di “Mobile Angel”. È uno smartwatch con integrato un sistema di SOS e geolocalizzazione collegato alla centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli.

7227394


Una donna, che pare abbia ricevuto ripetute minacce di morte da parte dell’ex-marito, è la prima a possedere lo smartwatch: «Ora posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. Vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare1»

Purtroppo la sua serenità è malriposta. Se togliamo il potere rasserenante del feticcio tecnologico, non resta molto altro. In che modo uno smartwatch con geolocalizzazione e pulsante SOS potrebbe mai aiutare la povera donna in caso di aggressione da parte dell’ex-marito?

Non lasciarti tentare dai profeti della sorveglianza, iscriviti a Privacy Chronicles!

Il feticcio ha la stessa utilità di un santino di Padre Pio nella tasca dei pantaloni. Anzi, peggio: almeno il santino di Padre Pio non è uno strumento di sorveglianza e monitoraggio governativo.

Ma ancor più grave dell’irrazionalità, comprensibile, della povera donna, è la diffusione da parte delle istituzioni e dei mass media di un messaggio completamente fuorviante: “lo smartwatch contro i femminicidi”? Non scherziamo.

Perché convincere le persone a rinunciare alla loro privacy in cambio di un aberrante e infondato senso di sicurezza? Forse perché è molto più comodo avere una popolazione psicologicamente fragile, impaurita e sorvegliata che una popolazione di persone che rifiutano la sorveglianza e sanno difendere se stessi e il prossimo dalle aggressioni (di chiunque).

Volete fare il bene di queste donne? Insegnategli a sparare e date loro una licenza per portare armi da fuoco nella borsa.

Share

Murabba, il nuovo ghetto hi-tech da 15 minuti


Pare che l’idea delle città da 15 minuti sia arrivata anche in Arabia Saudita. Da qualche tempo infatti gira voce che nelle capitale, Riyadh, vogliano costruire un nuovo e scintillante centro città che offra tutto ciò di cui hanno bisogno le persone a una comoda distanza di 15 minuti a piedi o in bici. Il tutto corredato da modernissimi e fichissimi mezzi pubblici.

Al centro del nuovo quartiere, che sarà di circa 19 km quadrati, un inquietante cubo 400x400 metri chiamato Mukaab. Un simulacro dell’ingegneria sociale che dovrebbe essere completato entro il 2030. Al suo interno centri commerciali, musei, e tante altre splendide distrazioni di massa.

234059

Sarò sincero: sembra una trovata di marketing da parte di qualche fondo d’investimento con troppi soldi da riciclare. Non dubito però che una proposta del genere possa avere un certo appeal al giorno d’oggi. Chi non vorrebbe vivere in un quartiere iper tecnologico, super sorvegliato e pieno di sbrilluccicanti distrazioni utili a non pensare e spendere il più possibile?

Sempre sulle città da 15 minuti


Sempre sulle città da 15 minuti ho recentemente fatto un’intervista andata in onda la scorsa settimana su Lombardia TV. Per chi volesse vederla in differita è disponibile adesso anche online, basta cliccare qui.

Abbiamo parlato di diverse cose attinenti allo stato della sorveglianza di massa nel mondo e delle implicazioni per la nostra libertà. È un’oretta di discussione piacevole con Luigi Degan.

Share

Meme del giorno


7227396


Citazione del giorno

“A man that flies from his fear may find that he has only taken a short cut to meet it.”
― J.R.R. Tolkien

Sostieni Privacy Chronicles!


Fino al 27 marzo è attiva una promo sconto del 25% sugli abbonamenti annuali. È un modo per apprezzare e sostenere il lavoro dietro a Privacy Chronicles. La stessa scontistica si applica anche agli abbonamenti in bitcoin!

Se invece preferisci donare solo qualche sat, puoi scansionare il codice QR qui sotto con il tuo wallet LN preferito. Oppure, puoi cliccare qui.

7227398

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Effetto Panopticon e autosorveglianza

In un mondo in cui la sorveglianza di massa è sempre più pervasiva, sistematica e normale spesso dimentichiamo l’impatto psicologico che questo monitoraggio costante, sia online che offline, ha su tutti noi. Ancor più spesso, sottovalutiamo le conseguenze che questa ha nella…
Read more
2 months ago · 7 likes · Matte Galt

Leggi gli altri Frammenti!

1

Virgolettato preso da questo articolo di Open. Onestamente mi sembra una citazione inventata di sana pianta per far passare un certo messaggio, ma sicuramente mi sbaglio.



Effetto Panopticon e autosorveglianza


Effetto Panopticon, autosorveglianza e teoria del nudge. Così si avvera la profezia di Tocqueville: dalla democrazia alla tenue tirannia.

In un mondo in cui la sorveglianza di massa è sempre più pervasiva, sistematica e normale spesso dimentichiamo l’impatto psicologico che questo monitoraggio costante, sia online che offline, ha su tutti noi. Ancor più spesso, sottovalutiamo le conseguenze che questa ha nella definizione dei rapporti di potere tra individuo e Stato.

Una buona metafora dello stato attuale della sorveglianza a cui siamo sottoposti è il Panopticon, ideato dal filosofo Jeremy Bentham nel 18° secolo. Il Panopticon di Bentham era un design circolare di una prigione, che consentiva a una sola guardia situata in una torre centrale di osservare tutti i detenuti senza che loro sapessero se erano osservati o meno in uno specifico momento.

L’idea era che questo meccanismo, che dava la sensazione di sorveglianza costante, potesse portare i detenuti a comportarsi "bene” senza alcun input.

234060

Questo concetto si collega direttamente anche all’idea di nudging. Entrambi sono strettamente correlati allo stato della sorveglianza governativa a cui siamo sottoposti. Con l’articolo di oggi quindi esploriamo queste connessioni e le loro implicazioni.

Lascia stare il Panopticon. Iscriviti e abbraccia l’effetto Privacy Chronicles.

L’effetto Panopticon


Con effetto Panopticon si può intendere il modo in cui la percezione di essere continuamente osservati riesca a creare un senso di insicurezza costante nell’osservato e portarlo quindi a influenzare il suo comportamento in modo inconscio. Ciò che succede nella pratica è che al crescere della sensazione di sorveglianza, la persona osservata tenderà a conformarsi alle aspettative del contesto in cui si trova.

7227385
Vuoi sostenere Privacy Chronicles? Scansiona il QR Code con il tuo wallet LN preferito o clicca qui per donare qualche sat!

Questo è ancor più vero quando il contesto è quello di una società governata da leggi complesse, difficili da comprendere e perfino da conoscere. In questo contesto le persone, non sapendo ciò che è lecito fare o non fare, tenderanno a standardizzare sempre più i loro comportamenti sulla base delle aspettative. Spesso, queste aspettative sono anche artificialmente portate avanti da specifiche agende dei mass-media.

Read more



Fr.#22 / Di tasse e sacrifici umani


Nel frammento di oggi: tasse, sorveglianza di massa e sacrifici umani per placare i sinistri Dei del Clima / Addio SPID, bentrovata identità digitale unica / Meme e citazione del giorno

Frammenti è la rubrica che riassume e commenta le notizie più interessanti della settimana e propone citazioni di autori famosi e meme. Un modo per restare informati con Privacy Chronicles, ma in modo leggero.

Tax (and surveil) the rich


Pare che 130 europarlamentari, socialisti e democratici di sinistra, abbiano proposto di extra-tassare i super-ricchi con patrimoni oltre i 50 milioni di euro per “ridurre le disuguaglianze e contribuire a finanziare gli investimenti necessari per la transizione ecologica e sociale”.

7227360


I migliori tra noi diranno che è giusto; anzi doveroso. Che chi più guadagna, più deve contribuire.

I peggiori, invece, potrebbero sostenere che non è un contributo, né una partecipazione. Semmai, una espropriazione forzosa e violenta non consensuale.

Purtroppo l’espropriazione forzosa non si limita certo al patrimonio, ma anzi inizia proprio con l’invasione ingiustificata della sfera personale di queste persone. Anzi — un’invasione ingiustificata della sfera personale di tutti noi.

Eh sì, perché prima di extra-tassare gli ultra-ricchi, bisogna trovarli. E per trovarli non c’è altra soluzione se non assoggettare l’intera popolazione a meccanismi di sorveglianza di massa finanziaria, secondi come perversione solo all’atto di rubare al prossimo per portare avanti le proprie, opinabili e personalissime, battaglie politiche.

Privacy Chronicles non chiede sacrifici umani, né espropriazione violenta. Se ti piace, ti iscrivi, altrimenti amici come prima.

Vincerà ancora una volta l’etica sinistra1 che, giustificando ogni violenza, ritiene l’individuo sempre sacrificabile a favore di un fantomatico bene collettivo che non esiste? Ancora una volta vi convinceranno che è giusto sacrificare la vostra privacy e la proprietà di chi è colpevole di avere troppo per il bene comune?

234063

Stai fermo, è per il bene di tutti

Avanti tutta sull’identità digitale nazionale


E se vi piace l’idea di rinunciare a privacy e proprietà per soddisfare la sete di sangue dei sinistri Dei Verdi, sarete molto felici di sapere che i lavori per l’identità digitale nazionale (e poi europea) proseguono a gonfie vele.

7227363

A me non piaceva lo SPID, così come non mi piace nessuno schema di identità digitale statale. Devo però ammettere che era il male minore. D’altronde, lo diceva anche l’AGID. Abbiamo bisogno di SPID, perché:

Principio della libertà di scelta dell'utente. Ogni cittadino potrà scegliere l’IdP che vorrà e smettere di usare un provider se lo desidera.

Nessuna banca dati centralizzata delle identità. Per proteggere la privacy degli utenti, ogni IdP sarà responsabile dello svolgimento in modo sicuro delle attività connesse, mentre ogni service provider – pubblico o privato – avrà accesso solo ai dati di cui ha bisogno per erogare il servizio.


Libertà di scelta e privacy? Nossignori, non scherziamo. È stato bello finché è durato ma ora si tira dritto: nessuna libertà di scelta e nessuna privacy. Sarà papà Stato a gestire tutto e avere il monopolio assoluto sulle nostre identità.

Non abbiate fretta però, il vero giro di boa lo avremo quando finalmente l’agenda climatica potrà usufruire di un’identità digitale unica per ogni singolo cittadino europeo. L’extra-tassazione dei super-ricchi sarà un bel ricordo lontano.

Share

Meme del giorno


234064

In Italia è più intorno al 60%

Citazione del giorno

When plunder becomes a way of life for a group of man in a society, over the curse of time they create for themselves a legal system that authorizes it and a moral code that glorifies it.

Frédéric Bastiat

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

Agenda climatica? Sorveglianza e controllo, una distopia eco(in)sostenibile

L’agenda comun…ehm - climatica - è ormai a pieno regime, e purtroppo si porta dietro un tale carico di sorveglianza di massa e controllo sociale che anche i meno sensibili tra voi dovrebbero, forse, iniziare a preoccuparsi. I segnali, convergenti tra loro, sono ovunque - anche se sparpagliati e apparentemente separati l’uno dall’altro…
Read more
8 months ago · 11 likes · 1 comment · Matte Galt

Leggi gli altri Frammenti

1

3. fig. Infausta, sfavorevole, avversa (per il prevalere, nelle antiche tradizioni popolari, della credenza che gli auspìci provenienti da sinistra fossero di cattivo augurio): presagi s., tempi s.; che fa presagire sventure e danni, lugubre.



Dalla UK all'UE: il dramma silenzioso della crittografia E2E


Due proposte di legge in UK e UE (Online Safety Bill e Chatcontrol) rischiano di far fuggire le aziende che offrono servizi di comunicazione sicura, come Signal.

Il famoso software di comunicazione sicura, Signal, potrebbe cessare i suoi servizi in UK e — presumibilmente — anche in UE. Il motivo è una legge chiamata Online Safety Bill.

7227285


Dell’Online Safety Bill abbiamo già parlato insieme, ma per i nuovi lettori e per gli smemorati facciamo un breve riassunto degli episodi precedenti per capire cosa diavolo sta succedendo.

La cura per la sorveglianza di massa? Privacy Chronicles: due volte a settimana, anche a digiugno.

Tutto iniziò quando nel 2020 USA, UK, Nuova Zelanda, Australia e Canada decisero di sottoscrivere un accordo internazionale chiamato “Voluntary Principles to Counter Online Child Sexual Exploitation and Abuse”. Il documento affrontava il delicato tema di come combattere la diffusione di immagini e video pedopornografici online, con alcune proposte e principi che avrebbero dovuto guidare l’azione internazionale.

Nello stesso periodo, anche l’UE decise di fare lo stesso, emanando una strategia copia-carbone di quell’accordo internazionale. Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea pubblicarono così tre proposte di legge per combattere la pedopornografia online: EARN IT (USA), Online Safety Bill (UK) e Chatcontrol (UE).

Il trittico oggi propone, più o meno con le stesse modalità, di sottoporre a sorveglianza di massa e analisi automatizzata dei contenuti (testo, immagini, video) tutte le nostre comunicazioni elettroniche, per “scovare” potenziali pedofili.

In base a queste leggi, aziende come Signal sarebbero chiamate a introdurre nei loro sistemi delle modalità di scansione dei messaggi e rimozione dei contenuti su richiesta delle autorità.

7227287
Vuoi aiutare Privacy Chronicles? Dona qualche sat scansionando il QR Code con il tuo wallet LN preferito - oppure clicca qui!

Il problema è che per farlo potrebbero essere obbligate a indebolire i loro stessi sistemi di crittografia end-to-end (E2E) con backdoor o fantasiosi mezzi per individuare questi contenuti pedopornografici, come affermato anche dal Garante Privacy europeo la scorsa estate:

[…] potrebbe incidere pesantemente sulle scelte tecniche dei prestatori, soprattutto in considerazione del tempo limitato a loro disposizione per conformarsi a tale ordine e delle pesanti sanzioni cui andrebbero incontro qualora non vi si conformassero. In pratica ciò potrebbe indurre alcuni prestatori a cessare l’utilizzo della E2EE.


Ecco allora che le aziende saranno poste di fronte a un tremendo bivio: rispettare la legge, violando la privacy e libertà delle persone oppure fuggire per evitare pesanti sanzioni?

Read more



Fr.#21 / Di truffatori e complottisti


Nel frammento di oggi: Polli d'allevamento e nudging / Emissioni CO2 e la ricarica dell'iPhone / I complottisti secondo Repubblica

Frammenti è la rubrica che riassume e commenta le notizie più interessanti della settimana e propone citazioni di autori famosi e meme. Un modo per restare informati con Privacy Chronicles, ma in modo leggero.

Come polli d’allevamento


Ieri ho fatto una chiacchierata insieme a Francesco Carbone, nel suo podcast “Il Truffone”.

Un’oretta estremamente piacevole passata a discutere principalmente di sorveglianza digitale e identità digitale. Centrale il concetto di nudging, cioè quei meccanismi opachi che portano a standardizzare i comportamenti umani e renderli prevedibili. Un concetto estremamente potente che quando arriva sulle scrivanie dei ministeri e dei pianificatori centrali si trasforma in uno strumento di ingegneria sociale delle masse.

Ascolta Il Truffone ep. 221

Ogni tentativo, da parte dello Stato, di razionalizzare, semplificare e standardizzare la società ha sempre portato alla creazione di forze autoritarie, che spesso sfogano in veri e propri totalitarismi e tragedie umane.

E poi abbiamo parlato anche di come funziona Substack e del motivo che mi ha portato a sceglierlo. La chiusura, in bellezza, su Bitcoin: spenderlo o non spenderlo?

Vuoi dirmi che ancora non sei iscritto a Privacy Chronicles!?

Devi ricaricare l’iPhone? Sì, ma mettiti in fila…


L’aggiornamento iOS 16.1 ci ha portato una nuova funzionalità che per un momento placherà, forse, la sete di sangue degli eco-socialisti. Pare infatti che gli iPhone siano ora in grado di ottenere una previsione in tempo reale delle emissioni di CO2 nella zona in cui si trova il dispositivo, per attivare o disattivare la ricarica in base a queste.

234066

In sostanza: se la rete elettrica nella tua zona sta inquinando “troppo”, il tuo iPhone smette di caricarsi. Se invece sta inquinando “poco”, allora puoi ricarcare. La funzione è attiva by default e — per ora è attiva solo per gli utenti degli Stati Uniti e può essere disattivata.

Che dire, credevo che i lockdown energetici sarebbero arrivati dalla fonte, e invece pare che saranno i nostri dispositivi a impedirci la ricarica. Sarà certamente molto interessante quando sistemi del genere saranno connessi a identità digitale e conto bancario — pardon, wallet CBDC. I soliti noti vi diranno che è giusto così. Che anche ricaricare il telefono è una questione di responsabilità sociale. E in fondo, devi anche meritartelo…

Iscriviti adesso

Smettetela di fare i complottisti!

L'ultimo delirio dei negazionisti climatici: le città da 15 minuti solo per segregare le masse. I complottisti accusano: "Altro che smog: volete solo controllarci"

È inutile che ci giriamo intorno. Siamo tutti dei maledetti complottisti. Così scrive Jaime D’alessandro su Repubblica: tutto quello che vi ho detto è falso. Non c’è alcun desiderio di controllarci e limitare sempre di più le nostre libertà. I quartieri chiusi da cui non si può entrare e uscire liberamente sono per il nostro bene; per avere una metropoli più equa e sostenibile.

7227258

Se ci tieni a leggere l’articolo…

All’autrice dell’articolo non posso rispondere se non con la Scommessa di Pascal:

“Esaminiamo allora questo punto, e diciamo: “Un piano per sorvegliare, controllare e soggiogare la popolazione mondiale esiste o no?” Ma da qual parte inclineremo? La ragione qui non può determinare nulla: c'è di mezzo un caos infinito.

All'estremità di quella distanza infinita si gioca un giuoco in cui uscirà testa o croce. Su quale delle due punterete? Secondo ragione, non potete puntare né sull'una né sull'altra; e nemmeno escludere nessuna delle due. Non accusate, dunque, di errore chi abbia scelto, perché non ne sapete un bel nulla.

[…] Avete due cose da perdere, il vero e il bene, e due cose da impegnare nel giuoco: la vostra ragione e la vostra volontà, la vostra conoscenza e la vostra beatitudine; e la vostra natura ha da fuggire due cose: l'errore e l'infelicità.

Mettiamola così: se ho ragione io, probabilmente non finirò ghettizzato in una metropoli piena di telecamere, riconoscimento biometrico, identità digitale e social scoring pure per pisciare il cane e divieto di possesso di qualsiasi tipo di proprietà privata. L’autrice di Repubblica invece sarà lì a contare i punti che le rimangono sul wallet con l’iPhone che non si carica.

Se invece ha ragione lei e siamo dei poveri complottisti, vivremo tutti felici e contenti nel miglior mondo possibile. Fate la vostra scommessa, amici. Perché come disse Ayn Rand: puoi ignorare la realtà, ma non puoi ignorare le conseguenze dell’aver ignorato la realtà.

Share

Meme del giorno


7227261


Citazione del giorno

“Non importa ciò che dice la stampa. Non importa ciò che dicono i politici o le masse. Non importa se l'intero Paese decide che qualcosa di sbagliato è qualcosa di giusto.

Quando le masse, la stampa e il mondo intero ti dicono di muoverti, il tuo compito è di piantarti come un albero accanto al fiume della verità e dire a tutto il mondo —

'No, muovetevi voi.’

Captain America

Leggi gli altri Frammenti



In Cina e Asia – Xi Jinping incontra i leader dei paesi dell’Asia centrale


In Cina e Asia – Xi Jinping incontra i leader dei paesi dell’Asia centrale asia centrale
I titoli di oggi:

Xi Jinping incontra i leader dei paesi dell'Asia centrale
Cina, inaugurato un nuovo ente regolatore per la finanza
Tiktoker fanno causa al Montana dopo il ban
Singapore: seconda condanna a morte per possesso di marijuana in tre settimane
Myanmar, l'indagine Onu rivela i dati sui fornitori di armi alla giunta
Filippine, Sara Duterte lascia il partito Lakas-Cmd

L'articolo In Cina e Asia – Xi Jinping incontra i leader dei paesi dell’Asia centrale proviene da China Files.




Dal Baltico all’Africa. Crosetto presenta l’impegno della Difesa italiana


Dodicimila militari, impegnati in 43 missioni internazionali, con lo scopo di potenziare, e in qualche caso creare, quel livello di sicurezza presupposto per la democrazia e la pace. Questo il cuore dell’intervento del ministro della Difesa, Guido Crosett

Dodicimila militari, impegnati in 43 missioni internazionali, con lo scopo di potenziare, e in qualche caso creare, quel livello di sicurezza presupposto per la democrazia e la pace. Questo il cuore dell’intervento del ministro della Difesa, Guido Crosetto, in audizione nelle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato sulla partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali nell’ambito dell’esame delle deliberazioni adottate dal Consiglio dei ministri il 1° maggio 2023. “L’impiego dello strumento militare per il 2023 vedrà i nostri militari operare con una media di circa 7.500 unità” per missione, ha spiegato il ministro, riportando un “onere finanziario complessivo pari a 1,31 miliardi”.

Le missioni

La delibera in esame, nel dettaglio, prevede per il prossimo anno l’impegno dello strumento militare in 43 missioni: 39 proseguono dall’anno precedente, di cui 35 prorogate fino al 31 dicembre 2023 mentre quattro solo al 31 maggio 2023. Queste ultime rappresentano le missioni di nuovo avvio, per le quali è prevista una spesa complessiva di dodici milioni. “La delibera – ha spiegato Crosetto – è in linea con la postura nazionale valutata in seno alle principali organizzazioni internazionali assicura il contributo significativo dei nostri militari”. Delle diverse missioni, nove sono all’interno della Nato, tredici dell’Ue, sette delle Nazioni Unite, mentre quattordici sono attivate all’interno di specifiche coalizioni o su base bilaterale.

Spese per la Difesa

Di fronte a questi crescenti impegni, è riemerso anche il tema delle spese per la Difesa. “Dobbiamo rispettare i patti internazionali presi con la Nato di raggiungere il 2%” ha detto Crosetto, aggiungendo che “se qualcuno pensa che questo sia trasformato immediatamente in armamenti non conosce le idee di questo governo né dell’attuale ministro della Difesa”, sottolineando il valore di supporto alla crescita e alla stabilizzazione che le Forze armate possono fornire ai Paesi interessati dalle operazioni italiane, ponendosi al fianco di quei “Paesi amici” che ne chiedono l’intervento. “I fondi della Difesa debbono creare sicurezza, e la sicurezza si crea in modi diversi” ha detto il ministro, ricordando come “la cornice di sicurezza creata dalle Forze armate è il presupposto per democrazia e pace”, impossibili “se non c’è sicurezza, e la sicurezza si crea grazie all’impiego delle Forze armate e delle forze di polizia”.

Fianco est

L’impegno della Difesa, naturalmente, si concentrerà in primis sulla minaccia derivata dall’invasione russa dell’Ucraina, con la partecipazione alle iniziative messe in atto dalla Nato. Qui l’impegno prevede circa 3.400 unità e seicento mezzi e materiali terresti, oltre a cinque unità navali e circa trenta assetti aerei. In particolare è previsto anche “il dislocamento nel Mar Baltico di un’unità navale con capacità di difesa aerea e missilistica, quale contributo al rafforzamento dello spazio aereo polacco e dell’area euro-atlantica”. Crosetto ha inoltre spiegato che aldilà degli altri impegni già consolidati prima dello scoppio del conflitto, è previsto anche l’avvio di un ulteriore impegno in Slovacchia, “con il dispiegamento di un sistema di difesa anti-aerea e anti-missilistica Samp-T”.

Addestramento ucraino

Prosegue anche l’impegno italiano nell’addestramento dei militari ucraini, non solo quelli destinati a utilizzare il sistema Samp-T, attualmente in Italia per finalizzare la propria formazione, ma anche prendendo parte all’iniziativa dell’Unione europea “di assistenza militare all’Ucraina (Eumam Ucraina), mirata a supportare le forze armate ucraine attraverso attività di addestramento e crescita delle loro capacità operative eseguite in maniera distribuita sul territorio di diversi Paesi membri dell’Unione”. Con una durata iniziale prevista in circa due anni, la missione avrà un comando operativo a Bruxelles e due comandi tattici in Polonia e Germania.

Vertice di Vilnius

L’audizione arriva in vista del vertice Nato di Vilnius, previsto a luglio. Il ministro ha voluto rimarcare come, nonostante ci richiamino “per il livello del nostro investimento in Difesa rispetto al Pil” rimaniamo i secondi contributori della Nato: “Lo siamo stati negli ultimi venti anni, mentre altri, con capacità superiori alle nostre, non hanno dato e non danno un supporto simile a quello fornito dal nostro Paese”. Al vertice, importante sarà anche sottolineare ulteriormente all’Alleanza Atlantica la dovuta attenzione per il fianco sud, “per dire che esiste il fianco Est – dove tutti siamo sempre più impegnati – ma esiste anche un fianco Sud, fondamentale per i destini europei e della Nato”.

Fianco sud

L’impegno italiano si concentrerà, infatti, anche nella principale area di interesse strategico nazionale del Mediterraneo allargato, a partire dall’Africa, la cui crescente fragilità “sempre più oggetto di penetrazione da parte della Russia e della Cina, sia sul piano militare che economico” è caratterizzata “da una condizione di instabilità fuori controllo, generata da problemi endemici connessi con le difficoltà politiche, economiche e sociali” in particolare in Libia, nel Sahel e in Corno d’Africa, ha spiegato Crosetto, preoccupato soprattutto per la presenza di mercenari e milizie straniere, che “crea le basi per fomentare situazioni di instabilità” richiamando il caso del Sudan, dove “non si può escludere un ruolo di influenza esercitato da alcuni militari stranieri”

La sicurezza alla base della stabilità

“La sicurezza del continente africano si basa sulla possibilità di far crescere le condizioni economiche di quel continente” ha spiegato ancora il ministro, “e le missioni internazionali possono creare sicurezza aprendo ospedali e scuole, insegnando a lavorare e facendo cooperazione universitaria”. Un impegno che deve essere necessariamente di lungo periodo. “Non ha senso andare in alcuni Paesi, investire molto, costruire condizioni di sicurezza e andarsene via, avendo come unico risultato quello di aver formato ottime forze di polizia o militari, ma senza aver dato un aiuto a portare un ulteriore sviluppo economico, crescita sociale e culturale”.


formiche.net/2023/05/crosetto-…



PRIVACYDAILY


N. 120/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Scherms il 35enne avvocato austriaco e il suo gruppo sulla privacy NOYB (None Of Your Business), stanno e gestendo non meno di 800 reclami in varie giurisdizioni per conto degli utenti di Internet.” Per un cittadino medio è quasi impossibile far valere i propri diritti”, ha dichiarato l’avvocato... Continue reading →


Taiwan Files – Elezioni 2024: Hou Yu-ih, l’ex poliziotto scelto dal Guomindang


Taiwan Files – Elezioni 2024: Hou Yu-ih, l’ex poliziotto scelto dal Guomindang 7224381
Chi è il candidato presidente del principale partito d'opposizione e perché è stato scelto. Altre manovre in vista del voto. Le esercitazioni annuali Han Kuang e la visita di Liz Truss. Il via libera alle adozioni per le coppie dello stesso sesso. La rassegna settimanale di Lorenzo Lamperti con notizie e analisi da Taipei (e dintorni)

L'articolo Taiwan Files – Elezioni 2024: Hou Yu-ih, l’ex poliziotto scelto dal Guomindang proviene da China Files.



Il G7 e il grande gioco Usa-Cina tra Asia centrale e Pacifico


Il G7 e il grande gioco Usa-Cina tra Asia centrale e Pacifico 7224339
Si apre il summit del G7 a Hiroshima: nuove sanzioni alla Russia, ma si parla anche di Pechino. Meloni incontra Kishida, mentre Biden cancella le tappe in Papua Nuova Guinea e Australia per il vertice Quad. Un colpo all'affidabilità degli Usa nella regione, mentre Xi ospita a Xi'an i leader dell'Asia centrale

L'articolo Il G7 e il grande gioco Usa-Cina tra Asia centrale e Pacifico proviene da China Files.



Assad torna al vertice arabo ma la scomunica Usa frena la ricostruzione della Siria


Gli Stati uniti e l’Europa continuano ad opporsi alla normalizzazione delle relazioni con la Siria e applicano pesanti sanzioni contro Damasco e le parti che avviano rapporti economici e commerciali con il paese arabo. L'articolo Assad torna al vertice a

della redazione

Pagine Esteri, 19 maggio 2023 – Il presidente siriano Bashar Assad oggi per la prima volta in oltre dieci anni parteciperà a Gedda a un vertice arabo regionale ed effettuerà una visita nella ricca petromonarchia dal 2011, anno di inizio del conflitto in Siria in cui sono rimaste uccise tra 350mila e mezzo milione di persone, molte delle quali civili oltre a miliziani islamici e soldati dell’esercito siriano. Milioni di siriani durante la guerra hanno lasciato il loro paese e sono profughi in Libano, Turchia e Giordania, altri milioni sono sfollati interni. In bilico fino al 2015, Assad ha poi ripreso il controllo di gran parte della Siria grazie anche ai suoi alleati Russia e Iran. I contatti diplomatici tra Damasco e i paesi arabi si sono intensificati dopo il terremoto del 6 febbraio che ha colpito la Turchia e la Siria uccidendo più di 50.000 persone.

La presenza di Bashar Assad al vertice della Lega araba scrive un nuovo capitolo delle relazioni tra paesi arabi dopo oltre un decennio di tensioni. Ma difficilmente aprirà la strada alla ricostruzione della Siria. Gli Stati uniti e l’Europa continuano ad opporsi alla normalizzazione delle relazioni con la Siria e applicano pesanti sanzioni contro Damasco e le parti che avviano rapporti economici e commerciali con il paese arabo. Ciò potrebbe impedire ai paesi arabi ricchi di petrolio di affrettarsi a sbloccare i fondi per progetti economici e infrastrutturali in Siria. Usa ed Europa affermano che la ripresa dei rapporti con Damasco dovrà avvenire sulla base di ciò che stabiliscono le risoluzioni che i paesi occidentali hanno imposto negli anni passati al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e che puntano alla rimozione di Assad dal potere.

A dare il via libera definitivo al reintegro della Siria nella Lega Araba è stata proprio l’Arabia Saudita che pure aveva finanziato e armato vari gruppi islamisti radicali intenzionati a rovesciare Assad. Le relazioni tra i due paesi sono state a dir poco turbolente da quando Assad è diventato presidente nel 2000, in seguito alla morte del padre ed ex presidente, Hafez Assad. Damasco e Riyadh avevano interrotto le relazioni nel 2012, al culmine del conflitto siriano. Poi nell’ultimo anno è cominciato un rapido riavvicinamento e la scorsa settimana hanno concordato di riaprire le loro ambasciate. Ad aprile, il ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad ha visitato Riyadh e il suo omologo saudita, il principe Faisal bin Farhan, è giunto a Damasco per incontrare Assad. Mekdad ha anche preso parte alla riunione dei ministri degli Esteri arabi a Gedda mercoledì prima del vertice.

A promuovere i nuovi rapporti con Damasco è stato in particolare il controverso principe ereditario saudita Mohammed bin Salman – di fatto già alla guida del regno – nel pieno dell’offensiva diplomatica che ha portato Riyadh a migliorare le sue relazioni con l’Iran, a ristabilire i legami con la Siria e, in apparenza, a prevedere la fine della guerra nello Yemen che è stata alimentata proprio dalla coalizione militare a guida saudita intervenuta nel 2015.

Il cambiamento si è accelerato da quando l’Iran e l’Arabia Saudita, le principali potenze arabe sciite e sunnite della regione, hanno concordato di ristabilire le relazioni diplomatiche in un accordo mediato dalla Cina a marzo. Sebbene il programma nucleare iraniano rimanga una fonte di tensione, la diplomazia ha allentato una serie di rivalità. Contribuiscono anche i cambiamenti geopolitici. Gli alleati arabi degli Usa mettono in dubbio l’impegno a lungo termine di Washington nella regione mentre altre potenze, in particolare la Cina, esercitano una crescente influenza. L’Arabia saudita e gli Emirati hanno compreso che i loro interessi sono sfavoriti da un Medio Oriente altamente polarizzato. Al contrario tendono a svilupparsi disinnescando i conflitti. Pagine Esteri

L'articolo Assad torna al vertice arabo ma la scomunica Usa frena la ricostruzione della Siria proviene da Pagine Esteri.