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francesco lioce intervista cetta petrollo sulla decima edizione del premio di poesia elio pagliarani (25 maggio 2025)


intervista a Cetta Petrollo sul Premio Pagliarani, online ORA qui: https://www.spreaker.com/episode/premio-nazionale-elio-pagliarani-x-edizione-francesco-lioce-dialoga-con-cetta-petrollo–66175233

widget.spreaker.com/player?epi…

#poesia #premiopagliarani

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CARTELLA STAMPA AGGIORNATA:
tinyurl.com/pagliarani25

evento facebook:
facebook.com/events/5693189261…

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Premio Nazionale «ELIO PAGLIARANI» X edizione

La storia, i finalisti, una vita dedicata alla poesia. Francesco Lioce dialoga con Cetta Petrollo Il Premio Nazionale Elio Pagliarani è un riconoscimento letterario istituito nel 2015 in onore del poeta Elio Pagliarani, figura centrale della neoavanguardia italiana e membro del Gruppo ’63. Organizzato dall’Associazione letteraria Premio Nazionale Elio Pagliarani – Centro Studi e Biblioteca sulla poesia contemporanea, il premio mira a promuovere e valorizzare la scrittura poetica e la ricerca letteraria che dimostrino qualità creative ed espressive originali nell’innovazione linguistica, riflettendo lo spirito sperimentale del poeta Struttura del Premio Il premio si articola in tre sezioni principali:

  1. Raccolta di poesia inedita: aperta a raccolte di testi poetici in lingua italiana e/o raccolte di prose poetiche brevi e versi, tassativamente inedite anche in rete, in rivista o in formato ebook.
  2. Raccolta di poesia edita: riservata a opere di poesia in lingua italiana pubblicate nel periodo specificato dal bando di ciascuna edizione. Premio alla carriera: conferito a poeti o figure letterarie che si siano distinti per il loro contributo significativo alla poesia contemporanea.

Edizioni Recenti

  • IX Edizione (2024): Il premio alla carriera è stato attribuito a Giovanni Fontana, figura di spicco nella poesia sonora e visiva. La cerimonia di premiazione si è svolta il 25 maggio 2024 presso la Sala Cinema del Palaexpo di Roma .
  • X Edizione (2025): La decima edizione celebra dieci anni di attività del premio. La cerimonia di premiazione è prevista per il 25 maggio 2025, con un programma che include incontri e dibattiti sulla poesia contemporanea italiana

#CettaPetrollo #ElioPagliarani #FrancescoLioce #GIANOPUBLICHISTORY #GiornataPagliarani #poesia #poesie #PremioDiPoesiaElioPagliarani #premiopagliarani

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Eugenio Gazzola presenta il suo ultimo libro, L’AntiVassalli, allo Spazio Bft di Piacenza, venerdì 23 maggio, alle ore 18 presso lo Spazio Bft (vicolo Edilizia 25). Durante l’incontro, a cura del Tiff – Collettivo di fotografia creativa, Gazzola parlerà dell’opera in dialogo con Fulvio Guerrieri.

Di Sebastiano Vassalli l’autore “ricostruisce, attraverso l’analisi della vita e delle opere, il ventennio durante cui ha percorso le strade dell’avanguardia letteraria e artistica, tenendosi con ostinazione ai margini del successo e dell’industria culturale”, si legge nella sinossi del testo, pubblicato dalla casa editrice fiorentina Le Lettere.

“Dopo un breve passaggio nella Pop Art”, Vassalli “si è dedicato alla scrittura sperimentale. Ha frequentato alcuni autori del Gruppo 63, come Sanguineti e Manganelli, prediligendo la ricerca verbo-visuale al fianco dei poeti di confine tra parola e immagine, come gli emiliani Spatola, Costa, Torricelli, Vicinelli“. In quegli anni “ha dato vita e ha rappresentato i grandi movimenti letterari. Verso la fine degli anni Settanta, per Vassalli ha inizio un ripensamento che dura un decennio…” –> art. intero qui: ilmiogiornale.net/lantivassall…

#EugenioGazzola #FulvioGuerrieri #Gruppo63 #LAntiVassalli #LeLettere #letteratura #Piacenza #poesia #prosa #ricercaLetteraria #ricostruzioni #saggio #SpazioBft #sperimentazione #TiffCollettivoDiFotografiaCreativa

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Catania e il muro che la divide


Non si risparmiano i giovani redattori di InChiostro, il giornale studentesco, cartaceo e on line, lanciato da un gruppo di studenti universitari che vuole guardare in modo critico alla realtà non solo universitaria ma anche cittadina.

Oggi, nel pomeriggio alle 18.30, nell’aula 30 del monastero dei Benedettini, verrà presentato un nuovo numero, di fatto il quarto, considerando anche il […]

Leggi il resto: argocatania.it/2025/05/21/cata…

#InChiostro #MonasteroDeiBenedettini #periferia #povertàEducativa #UniversitàDiCatania

Questa voce è stata modificata (2 giorni fa)

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oggi, 21 maggio, h 12, ‘giano public history’ intervista cetta petrollo sul premio pagliarani


21 maggio

gianophaps.it/evento/premio-na…

21 maggio h 12:00; 23 maggio h 11:55

L’Associazione di Promozione Sociale GIANO PUBLIC HISTORY è un progetto italiano che si inserisce nell’ambito della storia pubblica, un campo interdisciplinare che cerca di rendere la storia accessibile e comprensibile al grande pubblico, andando oltre le tradizionali narrazioni accademiche

#aps #AssociazioneDiPromozioneSociale #CettaPetrollo #ElioPagliarani #GIANOPUBLICHISTORY #intervista #poesia #premio

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“Google Liveness Check”, la nuova trovata della pazzia informatica


Attenzione, e vi dico fate MOLTA attenzione, popoli dell’Internette… perché, a quanto sembra, Google ha droppato una psyop fresca fresca… un nuovo tipo di CAPTCHA: il “liveness check”, o “liveness challenge”. Dato che io becco in media almeno 2-3 captcha al giorno durante il mio normale uso del web, e questa roba la vedo giusto stasera per la prima volta nella mia intera esistenza, e cercando ora al volo qualche informazione in giro non ho trovato letteralmente nulla — se non un thread su 4chan di 8 giorni fa, #105252623 — direi che è qualcosa di altamente sperimentale che sta giusto ora vedendo la luce… 🧨

Stavo giusto per cercare 1 cosa su Google prima, quando (come al solito, per giunta; cazzo se odio questa merda), visto che ho usato le due virgolette (forse perché affitto giornalmente il mio indirizzo IP a russi e israeliani), Alphabet Inc. mi ha droppato la solita accusa di essere un robot, con quella stessa sicumera con cui gli hamassoni danno ai sionisti dei genocidi e con cui i sionisti danno ai pro-palestina degli antisemiti… ma ecco, sto già digressando qui, ops. Vabbè, il punto è che ho notato la presenza di un tastino nuovo, tra quelli in basso alla finestrella di reCAPTCHA… e non ho potuto esimermi dal testarlo di persona. 👻

Spa-ven-to-so. Come suggerisce il nome, “controllo della vitalità” (e davvero qui è stata sprecata un’occasione imperdibile di chiamarlo “vibe check”, piuttosto), questo CAPTCHA chiede di fornire l’accesso alla videocamera (!), chiede di mostrare la mano (!!!) piazzandola nella parte di schermo indicata, e di replicare una sequenza di gesti mostrata a schermo (nel mio caso, a parte il rilevamento iniziale dell’arto umanoide, 3 gesti). Non ci crederei però nemmeno se lo vedessi, a ciò che è scritto nel riquadro informativo, cioè che verrebbero “catturati solo i movimenti della mano”… quindi ho sprecato 7 minuti per posizionare la webcam in modo da poter uscire la manina senza anche la faccia; ma, a parte questo mio setup bizantino, che qui ovviamente vi risparmio, la verifica dura 30 secondi. E, per carità, il concetto base non è certamente nuovo… ma applicato in questo modo si. 😳

Da qui allora spuntano senz’altro svariate domande, tra cui una retorica (e l’esercizio di capire quale questa sia è lasciato ai lettori): Come mai nessuno (a parte l’hacker [[em]da scantinato] noto come 4chan[/em]) ne ha ancora parlato, e non c’è nemmeno un link ufficiale per approfondire? Sarà qualcosa in fase ancora ampiamente sperimentale, e io sono stata una delle poche entità al mondo con una componente fisica e spirituale maggiormente umana (per quanto, comunque, probabilmente l’unica utente con una secondaria non-umana) selezionata per testarla? Verrà tolta ancora prima di essere davvero ufficializzata, in pieno stile Google? O forse è una psyop gigantesca che serve, in ordine, agli scopi di: 1, Insegnare ai modelli generativi di immagini come funzionano le mani umane, in modo che le inizino a produrre perfette, alzando i profitti per l’azienda; 2, Instillare (pur se lentamente) negli utenti l’idea inconscia che sia normale il mostrarsi in videocamera come metodo di provare il proprio non essere un robot ad un sito web, fino ad arrivare a 3, Obbligare tra qualche decennio tutti gli utenti di Internet a fornire tutti i propri dati biometrici e legali alle Big Tech, anche e soprattutto al volo, pur di poter usare qualsiasi servizio…? Ai posteri l’ardua sentenza… e a Google e voi la mia manina registrata con la videocamera USB più merdosa che ho in casa (che, casualmente, è anche l’unica). 😘

#105252623 #CAPTCHA #Google #GoogleLivenessChallenge #GoogleLivenessCheck #Liveness #LivenessChallenge #LivenessCheck #psyop #reCAPTCHA

in reply to minioctt

P.S: Esce davvero solo a me e qualche sfigato su 4chan, o avete anche voi?
(Per provare: google.com/recaptcha/api2/demo)

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Edmilson continua ad usare la mia email


Si accorgerà mai che, ogni volta che iscrive ad un nuovo servizio, non gli arrivano mai email di benvenuto?

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mattanza spostamentiaca, in monopattino viste da pazzi


Prima ho assistito ad una scena mistica come non ne vedevo stranamente da un po’ di tempo, nella via giusto sotto la maison… Passava un tizio, molto fiero — non ricordo se avesse gli occhiali da sole o no, ma ormai nella mia testa li ha, se me lo chiedete — praticamente come un fulmine, in monopattino elettrico (non velocissimo eh, normale, non penso fosse modificato o merdate simili, ma comunque ai miei occhi appariva come un lampo)… che era lievemente di fretta o incazzato con il mondo perché, nonostante la fierezza, ha fatto inconfondibilmente fatto trasparire una buona dose di frustrazione. ☠️

Arrivando da non so bene dove, ha gridato “v’ata scətà!!! (“vi dovete svegliare!!!”); un invito al wokismo, insomma… o forse solo un richiamo a qualcuno che gli avrà bloccato per qualche istante la strada, distogliendolo dal suo sacro flusso. Ma la cosa curiosa è che il suo monopattino, come clacson, ha un cicalino che fa un BEEEP, ma regà… che si sente anche dall’altro lato della strada, con un fottuto isolato intero in mezzo, nonostante non sia per nulla forte in termini di puro volume… e quindi ci sono rimasta ancora più di sasso. 🤯
Disegno sul tablet come descrittoQui ho fatto un disegnino top-down dell’ambiente — che non è per nulla accurato, perché ho invertito un lato, e che disastro, aiuto, non fateci caso, tanto comunque rende uguale l’idea, e poi voi non sapete davvero com’è fatta la strada quindi meglio così. La zona interna è circa l’isolato, e i pallini sono i punti di osservazione. Appunto, questo è passato per la strada di fronte a 0, per continuare nella direzione indicata, almeno fino al bivio, punto in cui non l’ho più visto. Evidentemente ha semplicemente tirato dritto perché, dopo essermi piazzata sull’1, non l’ho visto passare… ma appunto lì, ascoltando con attenzione, pur con tutti i palazzi in mezzo, ho sentito molto lievemente il clacson! Boh, mi incuriosiva, volevo vedere se riuscivo a capire di più su questa sua fretta… ma niente. 💔
#città #clacson #monopattino #rumore #strada

Questa voce è stata modificata (3 giorni fa)

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Giacomo, la Luna e l’Intelligenza Artificiale

edu.inaf.it/rubriche/oltre-ori…

Giacomo Leopardi riesce, finalmente, a dialogare con la Luna. L’occasione? Un’IA che si candida come Sindaca di Roma.

#artificialIntelligence #GiacomoLeopardi #intelligenzaArtificiale #Luna


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25 maggio: giornata pagliarani e schema della premiazione


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  • l’ingresso è da via Milano 9 A. Coloro che hanno difficoltà motorie o sono diversamente abili possono entrare dall’ingresso di Via Piacenza scrivendo o telefonando preventivamente alla dott.ssa Camilla Valentini (n. di telefono sul sito del premio);
  • per chi desidera assistere al Convegno: è bene farsi trovare davanti all’ingresso di via Milano qualche minuto prima delle dieci (le hostess del palazzo vi accompagneranno);
  • chi desidera venire per la proiezione del film e per l’incontro sui dieci anni del Premio è bene che sia all’ingresso qualche minuto prima della proiezione;
  • per chi vuole assistere alla sola cerimonia di premiazione: trovarsi sempre all’ingresso di via Milano alle ore 16:30, e le hostess vi accompagneranno.


CARTELLA STAMPA AGGIORNATA:
https://tinyurl.com/pagliarani25

evento facebook:
https://www.facebook.com/events/569318926191670

locandina Premio Pagliarani 2025
cliccare per ingrandire

#convegno #GiornataPagliarani #informazioniPratiche #PremioPagliarani #viaMilano9A

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“i want to become a biomech cybernetic bionicle cyborg angel internet princess robot girl…”

i want to become a biomech cyberneticbionicle cyborg angel internet princessrobot girl with a body made of plasticand steel and aereodynamic alluminumand wires for veins and software forthoughts and I'd never go to sleep I'djust plug into the wallt.me/famiterimediosa/1591
Questa cosa, negli ultimi giorni, ci sto pensando tantissimo (nonostante il memino io lo abbia visto oggi… ma non vuol dire niente, il pensiero esiste indipendentemente da una delle tante specifiche combinazioni di pixel che possono rappresentarlo umanamente), è alquanto accurata. Sotto svariati, innumerevoli, infiniti punti di vista, sarebbe meglio per me e desidererei diventare una biomeccanica cibernetica bionica cyborg angelo principessa di Internet (kawaii!!!) ragazza robot con un corpo fatto di plastica (quella buona però, non quella merdosa dei prodotti low-cost) e acciaio e alluminio aereodinamico (come un aereo militare!!!) e fili come vene e software per i pensieri e non andrei mai a dormire semplicemente mi attaccherei al muro.

Lain a suo modo se la vive sicuramente meglio di me, e lei non è nemmeno la totalità di tutto il qui elencato, quindi possiamo solo immaginare quanto sarebbe conveniente… non solo meno bloat hardware grazie al ridesign fisico ma, con l’avere solo software per tutti i pensieri (open-source, magari da me stessa modificato dove necessario, così da unire il potenzialmente utile all’estremamente dilettevole), si eviterebbero tutti quegli schemi fastidiosi e autosabotanti propriamente umani. Pensare che fregatura la mia situazione reale, dove i miei pensieri non girano sul software, bensì attorno ad esso, in senso di argomento… e come sarebbe meglio essere la magia personificata. E poi, come non considerare anche quell’altra cosina… non avendo più necessità di dormire — né come via di fuga dalla realtà terrificante, né come procedura di automanutenzione praticamente giornaliera, perché l’hardware avanzato non ha bisogno di tempo di downtime programmato per garantire il proprio corretto funzionamento — si eliminerebbe anche quel sottoinsieme di problemi non molto grande, ma anch’esso particolarmente fastidioso, che mi affligge. Voglio proprio diventare…,,..,.

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igort racconta andrea pazienza


youtu.be/RjBxBojpoaU?si=rcNhA2…

#77 #AndreaPazienza #Anni70 #anniSettanta #art #arte #Bologna #Igort

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22 maggio: tano a san lorenzo


Parliamo con Tano del suo ultimo libro, non un libro di immagini sul ’77 ma il racconto di emozioni, di gioia e di disperazione, di intrighi e di liberazione, un racconto denso di amore per i protagonisti di quel Movimento tanto esecrato dai poteri di destra e di sinistra

facebook.com/events/s/tano-a-s…

#77 #foto #fotografia #INostriAnni #Milieu #movimenti #Movimento #Ringhera #SettantaMilieu #settantasette #TanoDAmico

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Confessioni pubbliche.


Oggi ho fatto un’esecuzione da capo a fondo del programma da camera ottocentesco che devo cantare la settimana prossima. Alla fine ero fisicamente morto.

Non ciò la tempra del lirico.

Ma fingo con elegonsa.

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in reply to 𝓜𝓪𝓾𝓻𝓸 𝓥𝓮𝓷𝓲𝓮𝓻

@MauroV1968 (rispondo da qui che la federazione del blog è un mistero)
Sono arie di Antonio Buzzolla, metà ottocento (ne faccio una di Rossini per richiamarne la somiglianza). Decisamente non il mio repertorio, ma le canto cercando di lavorare sulle quantità immani di parole che portano, sui cui so gestirmi.
Devo mascherarmi da tenore lirico, ma preferisco Landini.

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in ricordo di nanni balestrini. oggi su ‘ahida’


ahidaonline.com/post/exlet

#ahida #exlet #NanniBalestrini #ricordo #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca

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nanni balestrini: intervista sulla poesia, 2018


youtu.be/BpyPRPqj05M?si=qRw4lG…

#2018 #CentroScritture #intervista #MarcoGiovenale #NanniBalestriniVideo #ValerioMassaroni

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nanni balestrini su “gli invisibili”


youtu.be/2TuUCVP90wo?si=fFwY56…

#GliInvisibili #intervista #NanniBalestrini #scritturaDiRicerca #video

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proxatoranza eurovisionica, listando il listino del gruppo canzoni (aggiornamento coatto: proxatore-group)


Ieri è accaduto che, nell’aver parlato dell’Eurovision, non ho fornito alcuna personale classifica delle canzoni… peccato, eccetto che in realtà no. La mia omissione è stata infatti un atto volontario e consapevole, in pieno stile siciliano (miiiinchia); un po’ perché non volevo che il post su Telegram fosse spezzato in 2 solo per via di qualche link da mettere (sempre grazie a te, Durov, e al tuo limite schifoso di 4096 caratteri…), e sia perché ho pensato, a questo punto, di cogliere la palla al balzissimo e aggiungere una ennesima funzionalità innovativa al nostro carissimo Proxatore… le “playlist”, che torneranno sicuramente utili anche in futuro. 😳

Ecco allora — almeno giusto per iniziare, perché non è da escludere che mi venga lo sghiribizzo di aggiungerne altre con calma poi, e in tal caso aggiornerò il link qui — una versione “base” della mia classifica ESC 2025, con (più o meno) in ordine le canzoni che senza dubbio mi sono piaciute di più: proxatore.octt.eu.org/?proxato…! (E si, nella lista c’è anche l’Italia, perché sul mio sito le regole del voto le decido io!!!) 😈

Perfetto; ora che la questione musica è chiusa, posso senza problemi parlare di ciò che non frega a nessuno, ossia questo mio nuovo aggiornamento!!! Ieri sera ho implementato giusto la parte di backend, che è molto semplice e (solo per il momento) già accettabile, appunto apposta per fare questo link. Non si tratta di playlist in senso prettamente multimediale, ma di insiemi di elementi generici (anche post di testo, da qualunque delle piattaforme supportate), di un gruppo praticamente… e quindi il nome meno schifoso che ho trovato è “results group“. Quindi, il backend legge una lista JSON di URL, passata nell’argomento query proxatore-group, e (con la dovuta pazienza…) cattura tutto e risponde per bene. 👍
Schermata di Proxatore per il link in questo post.Commenti Telegram:Malbyx, [18/05/2025 23:16]classifica personale delle canzoni?⋆·˚ ༘ * spacctorium in the day * ༘ ˚·⋆, [19/05/2025 01:06]probabilmente non è completa ma,ecco le prime 5: [...](si, ho appena aggiunto la funzione -group a proxatore solo per inviare questo link, OPS)⋆·˚ ༘ * spacctorium in the day * ༘ ˚·⋆, [19/05/2025 01:09](comunque proxatore è diventato di nuovo mezzo spaghetti ed urge di nuovo un refactoring, me misera me tapina)
La cosa bella però è che stavolta, meno di quanto vale per altre parti del programmino (alcune talmente oscure che non ho neanche ancora trovato l’occasione di documentarle, ops), il lato tecnico frega relativamente zero… perché oggi pomeriggio ho invece giusto implementato l’epicità lato frontend!!! Con JavaScript, infatti, appaiono tastini utili alla creazione di uno di questi gruppi direttamente dal sito, che allora si può fare senza stare a comporre URL a mano, evitando una seccatura anni ’70. Si può aggiungere un elemento, cliccando il bottoncione dalla pagina dedicata o da una di ricerca, e questo appare in una lista in cima allo schermo, con bottoncini per rimuovere e spostare su e giù… e poi boom, si può kopiare il link. In buona sostanza, siamo arrivati davvero alla magia con questo aggeggio. 😻

Probabilmente il frontend è ancora da sistemare, perché mi appare un po’ strambo che praticamente si vanno a creare due liste separate a schermo, quella normale di visualizzazione (per tutti) e quella di gestione (se si sta modificando una lista)… e perché al momento ogni click anche dei tastini ricarica tutta la pagina… ma anche perché sarebbe ottimale aggiungere una visualizzazione ottimizzata per video e audio, che permetta di riprodurre tutto rapidamente in sequenza senza dover aprire la pagina di ogni risultato… così come il backend, che al momento riscarica tutti i link di un gruppo ogni volta che se ne chiede la pagina, senza caching, e questo potrebbe essere problematico a lungo andare. Vabbè, se non perdo la vita arriveranno anche questi piccoli fix, questione di tempo. 🤗

#aggiornamento #ESC #ESC2025 #ESCITA #Eurovision #Eurovision2025 #EurovisionSongContest #playlist #Proxatore #tierlist #web


eurovisione fu visionata, la sonnolenza fu ahinoi evitata!!!


Ieri sera sono finita cucinata come al solito, e oggi ancora di più… sarà la domenica che mi fa molto male, o sono semplicemente troppo incollata nell’anti-rotting? Non ne ho idea, ma: prima che diventi davvero troppo tardi (perché per ora posso ancora spacciare la cosa come “impressioni a freddo“, ma già tra un paio di giorni mi verrebbe affibbiato l’epiteto di Internet Explorer per la mia lentezza, ormai ahinoi fuori luogo nell’anno del Signore 2025), ecco cosa ne penso dell’Eurovision che stavolta, per via della mia distrazione, è finito prima del solito per me… 😩

…Quest’anno è stato ciofeca!!! Ma per reale, proprio!!! Per carità: leggermente più coerente dell’anno scorso, visto che (almeno, per quanto ho sentito; poi vai a vedere se Copilot ha detto una stronzata) gli spettatori dell’evento musicale annuale del popolo europeo non sono stati banditi dal portarsi bandiere dell’Unione Europea… però, guardando al grande schema delle cose, resta comunque da piangere. Specialmente, nel momento in cui si è parlato di votazioni, che tipo, mamma mia… mai visto nulla di simile… ah no, in realtà un pochettino si. 💣

Le cose assurde vanno a gradi qui, diciamo. Partiamo da quella che, per quanto seccante, è la meno strana: come ha fatto il caro Gabry, da San Marino, ad arrivare fottutamente ultimo alla finale??? Io non capisco… ha ricevuto 12 voti dagli spettatori italiani, che non è male ed era prevedibile visto comunque che la canzone è potente… 6 dalla giuria italiana, che ci può stare… e poi boh, fallimento totale a parte qualche punticino qua e là: fine dei giochi con soli 27 punti totali, 26esima posizione. Colpa sua per non aver invitato “tutta l’Europa” a zompare? Al contrario nostro però, comunque, gli abitanti dello stato magico non sono stati tanto gentili con il nostro Lucio, accreditandoci solo 3 punti… ma la loro giuria è stata alquanto basata, dandone appunto ben 12 all’Italia. E per noi insomma non è finita male, arrivando al 5º posto con ben 256 punti, ma comunque la situazione è un po’ meh. 💩

Per altri, la cosa è stata probabilmente anche peggio… E indeed, non so se mi dispiace di più per la Svizzera e il Regno Unito, che insieme hanno ricevuto un terrificante totale di 0 punti al televoto — e il primo questa volta era il paese ospitante, quindi credo che la cosa possa aver fatto particolarmente male al cuoricino di quelli lì — oppure Laura del Lussemburgo e Abor&Tynna della Germania, che hanno portato 2 canzoni che ho gradito abbastanza in quanto a melodia e scenografia (pure se non sono chissà cosa, all’atto profondo), eppure hanno concluso appena in, rispettivamente, 22esima e 15esima posizione… oppure, ancora, il basato Tommy dell’Estonia, che con un sacco di punti addosso è finito con lo stare appena 1 di sotto ad un altro paese, che abbiamo seriamente temuto potesse vincere questa volta…

…Israele, della signorina Yuval. Ohh, io non riesco a fare questa merda su, è allucinante: questo è o il secondo o il terzo anno (non ricordo bene) che ad Israele le giurie danno pochissimi punti — anche perché, la loro canzone di quest’anno, a parte tutto, musicalmente parlando, fa parte di quelle più mid… talmente dimenticabile che, quando l’hanno passata nelle sequenze di riepilogo, non catturava nemmeno l’orecchio — ma poi di punto in bianco — così, de botto, senza senso — arrivano letteralmente centinaia di voti dal pubblico, e dalle ultime posizioni passa magicamente al primo (1º) posto. Per fortuna non ha vinto, perché letteralmente all’ultimo momento sono arrivati svariati voti a JJ dell’Austria, che per poco meno di un centinaio di punti si è preso la coppa. (Ma anche perché, come giustamente viene osservato in un articolo che ho beccato sull’aggregoctt, “se [avesse vinto] Israele, il pubblico dell’Eurovision probabilmente si [sarebbe ribellato] e con fuoco e fiamme“.) 🙏

Tutto sommato comunque — e questo è un dato di fatto incontrovertibile — questo è stato un ESC mid, con un risultato finale ancora più mid (per quanto, in effetti, la tensione alta ha evitato che cadessimo nello zzz sul momento… quindi suppongo che bisogna un minimo ringraziare Israele per averci fatto cacare sotto fortissimo). Suppongo quindi di potermi ora finalmente ibernare fino al prossimo anno… oppure per sempre, perché di questo passo credo che non mi perderei granché se lasciassi effettivamente questo piano di esistenza, non potendo mai più guardare Eurovision. 😬

#ESC #ESC2025 #ESCITA #Eurovision #Eurovision2025 #EurovisionSongContest #finale #GrandFinal #GranFinale #results #risultati


Questa voce è stata modificata (4 giorni fa)

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21 maggio, h 12, ‘giano public history’ intervista cetta petrollo sul premio pagliarani


21 maggio

gianophaps.it/evento/premio-na…

21 maggio h 12:00; 23 maggio h 11:55

L’Associazione di Promozione Sociale GIANO PUBLIC HISTORY è un progetto italiano che si inserisce nell’ambito della storia pubblica, un campo interdisciplinare che cerca di rendere la storia accessibile e comprensibile al grande pubblico, andando oltre le tradizionali narrazioni accademiche

#aps #AssociazioneDiPromozioneSociale #CettaPetrollo #ElioPagliarani #GIANOPUBLICHISTORY #intervista #poesia #premio

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In chiusura i concorsi per le scuole, presto i vincitori

edu.inaf.it/news/premi-e-conco…

Chiusi i concorsi scolastici “L’Universo a scuola” e “Osserva il cielo e disegna le tue emozioni!” promossi da EduINAF. Grande partecipazione da tutta Italia, presto l’annuncio dei vincitori!

#OsservaIlCieloEDisegnaLeTueEmozioni #UniversoAScuola


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Napoli 29 maggio 2025 – Repressione in Turchia


Iniziativa dalle 18.30 presso Asilo Filangeri

All’Asilo Filangieri di Napoli, una serata dedicata alla Turchia.

La repressione di Erdogan si abbatte feroce su dissidenti, avversari politici, giornalisti, attivisti, avvocati.

Il 29 maggio alle 18.30 proietteremo il documentario “La rivoluzione di Ayten”, prodotto da Pagine Esteri, che racconta la storia dell’oppositrice politica rapita e torturata per sei mesi in un centro segreto di detenzione.

Parleremo della sua storia e dell’attualità turca con

  • Eliana RivaGiornalista autrice del documentario
  • Sinan ErsoyUfficio Internazionale legale del popolo
  • Carmine Malinconico e Aurora D’AgostinoGiuristi Democratici

Alle 21.00 sarà possibile partecipare, con una libera donazione a sostegno delle spese, al concerto di Grup Yorum, la band musicale turca che canta la resistenza contro ogni repressione.

L’organizzazione dell’evento è a cura di Danilo Risi

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bando per ragazzi e ragazze residenti in palestina


Per ragazzi e ragazze palestinesi residenti in Palestina: *bando CRUI* per l’a.a. 2025/26 per 97 borse + vitto, alloggio e altro per tutta la durata del corso in *35 università italiane*

https://www.crui.it/documenti/54/New-category/1569/IUPALS—CRUI–AVVISO-NOTICE-ITć-EN.pdf

*I tempi sono STRETTI*: il bando è dell’8 maggio e già *entro il 23 maggio* bisogna aver fatto l’iscrizione al CORSO di ITALIANO (propedeutico).
https://www.crui.it/documenti/54/New-category/1569/IUPALS—CRUI–AVVISO-NOTICE-ITć-EN.pdf

#urgente #palestina #bando #corso #universita

#bando #corso #crui #opportunità #Palestina #università #URGENTE

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Binge-eating, binge-drinking e il “binge-english-writing” dell’italietta colonizzata


Di Antonio Zoppetti

Un articolo sul Corriere dell’altro giorno diffondeva il termine binge-eating spacciato come “nuovo” disturbo alimentare. Naturalmente – come l’anoressia – questo disturbo non è affatto nuovo, la novità è che adesso si vuole cancellare la parola storica bulimia per sostituirla con l’inglese.

Dalla bulimia al binge-eating

Bulimia è una coniazione dotta che viene dal greco, e letteralmente significa “fame da bue” (limòs + bous). Per costruire i propri neologismi in italiano, un tempo gli scienziati si appoggiavano alle radici greche e latine, ma oggi non sanno fare altro che ripetere la terminologia in inglese crudo, e non sanno coniare più un bel niente, perché parlano e vogliono parlare in inglese. Ed ecco che introducono il binge-eating, che letteralmente ha lo stesso identico significato: “abbuffata di mangiare” (binge + eating).

Per giustificare l’imposizione della newlingua sulla veterolingua italiana, tuttavia, non possono ammettere di essere i portatori di una nuova cultura coloniale, non possono giustificarsi col dire che hanno deciso di esprimersi in inglese e di rinunciare all’italiano, dunque si arrampicano sugli specchi. E allora scatta il consueto meccanismo tipico dei “non-è-propristi”: diversificare i rispettivi significati. Il vecchio concetto di bulimia non è proprio come… il binge-eating!

Cercando in Rete la differenza tra le due espressioni è tutto un pullulare della solita sciocchezza – alimentata ormai anche dall’intelligenza artificiale di Google che fornisce indicazioni a dir poco imbarazzanti – per cui il binge-eating è sì una fame compulsiva come la bulimia, ma in più è caratterizzata da sensi di colpa e comportamenti compensatori che portano per esempio a vomitare o a cercare di eliminare l’eccesso di cibo con l’uso di lassativi.

È questa la fase uno che serve a legittimare l’introduzione di un anglicismo: far credere che l’equivalente italiano storico non abbia la stessa valenza, e dunque usare l’inglese come fosse necessario. Naturalmente, ammesso che una parola non ci sia già, sarebbe possibile anche coniarne una nuova o a ampliare il significato di quella italiana preesistente (le lingue sane si evolvono a questo modo).

Ma è vero che la differenza tra le due parole è questa? Neanche per sogno.

Cercando sul sito dell’Humanitas ci sono due pagine fotocopia che esprimono lo stesso identico disturbo, il primo si chiama bulimia nervosa, l’altro binge-eating, ma la differenza è tutta qui, nel nome in inglese invece che in italiano, perché per il resto si tratta della stessa cosa, definita allo stesso modo: l’arco di due ore in cui avviene l’ingestione, lo stato d’ansia e il vomito, la concause multifattoriali…

Scopri le piccole differenze:

Basta confrontare i due articoli per scoprire che l’unica rilevante piccola differenza sta nel nome della cosa, e nel secondo articolo l’italiano viene semplicemente ignorato, cancellato e sovrapposto all’inglese. Dunque ammesso e non concesso che bulimia e binge-eating non siano perfettamente sovrapponibili, rimane il fatto che per differenziare i concetti non è assolutamente necessario introdurre un’espressione in inglese crudo.

Quando parlo di cultura coloniale suscito spesso reazioni scomposte e resistenze, soprattutto tra quelli furbi che ci raccontano che la lingua è un fenomeno “democratico” che arriva dal basso e dal popolo. Ma basta vedere gli articoli di giornale che escono per constatare la realtà.

Un anglicismo dietro l’altro, sostituzione dopo sostituzione, si finisce per arrivare a pezzi come quello in figura, dove si parla di influencer (che come è noto “non sono proprio come gli influenti”), di coach (che “non è proprio come un allenatore”) e dove si cala dall’alto la nuova terminologia per introdurre ruoli e concetti come lo sleeping streamer, lo sleep influencer e lo sleep manager… se questo non è colonialismo culturale…

Questi esempi mostrano che l’incapacità di esprimersi in italiano si salda con la precisa volontà di esprimersi in inglese, attraverso una comunicazione che punta volutamente all’itanglese vissuto come uno stile superiore, presentato (a torto) come più internazionale o tecnico.

L’abbuffata di inglese e l’anoressia dell’italiano

Per riprendere le definizioni riservate dagli specialisti al binge-eating, tutto ciò si potrebbe forse chiamare disturbo linguistico compulsivo anglomane, che per essere più chiari e moderni si potrebbe ribattezzare in binge-english writing (e binge-english speaking, la sindrome per cui personaggi televisivi come Rampini o la Gruber ostentano in modo ridicolo la pronuncia affettata di “Trump” e di altre parole americane). Al contrario dei semplici anglomani di una volta – si potrebbe chiosare – il binge writer non è però soggetto a comportamenti correttivi (come il vecchio “scusate il francesismo” ai tempi della Belle Époque), ma si compiace e gongola della sua anglo-bulimia che vuole imporre a tutti, invece che cercare di curarsi.

Il problema è che questa abbuffata di inglese non riguarda più le singole parole, i singoli anglicismi, ma si configura come una rete lessicale che si allarga, coinvolge la morfologia (se c’è il binge-eating poi spuntano i binge-eater[s] al posto dei bulimici), e soprattutto, se prende piede la radice binge per indicare i consumi smodati, poi è chiaro che l’espressione finisce per essere “produttiva” e diramarsi in sempre più numerose espressioni che riproducono lo stesso meccanismo linguistico, e così anche gli alcolizzati vengono indicati come binge-drinker.

L’ultima espressione della famiglia che si sta diffondendo è il binge-whatcing per indicare la dipendenza dalla televisione. Analizzando le frequenze delle tre espressioni su Ngram Viewer di Google Libri si vede benissimo come l’entrata del binge-eating negli anni Novanta sia in relazione con le successive introduzioni del binge-drinking a partire dagli anni Duemila e con l’affacciarsi del binge-watching dagli anni Dieci.

Come finirà?

L’analisi della crescita delle espressioni a base binge (binge based forse suona più in linea con la nostra cultura coloniale) lascia presagire che, in questa abbuffata, la parola potrebbe radicarsi, dare vita a future nuove coniazioni e allargarsi, come è successo a over (da overtourism invece di sovraturismo agli over-80 al posto degli ultraottantenni). Dopo la fase uno – introduzione dell’anglicismo come fosse una necessità e sua diversificazione dall’analogo italiano – la fase due porterà a una normalizzazione e a un uso nella lingua comune con perdita della presunta specificità millantata nella fase uno. Dunque se oggi gli pseudoscienziati che si vergognano dell’italiano introducono l’inglese come dotato di un qualcosa in più, domani l’espressione potrebbe passare dalla terminologia alla lingua comune, grazie ai giornalisti che la impiegheranno in senso lato, ed ecco che la frittata sarà fatta: è in questo modo che l’italiano muore davanti ai “prestiti sterminatori” che li rimpiazzano.

Oppure c’è anche la possibilità che questo schema regredisca – come non resta che auguraci – invece di attecchire. Il punto, però, è che i casi singoli che sono oggetto di studi da parte dei linguisti, vanno sommati tra di loro.

Il problema non è l’affermazione di binge + più qualcosa in inglese, ma il fatto che l’anglomania caratterizza la lingua di classe preferita dalla nostra egemonia culturale – come avrebbe detto Gramsci – e cioè la lingua della classe dirigente e di chi ricopre i ruoli chiave della nostra società. L’itanglese dei ceti sociali alti che prende corpo nei nuovi centri di irradiazione della lingua (scienziati, giornalisti, imprenditori, influenti…) e che poi viene presa a modello anche dalla massa nazional-popolare.

E poco importa che binge si radichi o meno, questa newlingua è ormai di fatto caratterizzata dall’abbuffarsi di inglese, e per ogni anglicismo che non attecchisce ce ne sono altri dieci che invece attecchiranno.

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di Antonio Zoppetti

Nell’ultima settimana il “dissing” ha occupato le pagine dei giornali in un tormentone straripato anche in tutte le trasmissioni televisive, dalle Iene a Crozza, e svariati lettori mi hanno scritto per segnalarmi questo nuovo anglicismo che a dire il vero non è così nuovo, né per il significato che veicola né per la sua data di apparizione.

La novità è un’altra: il termine ha fatto il salto, da voce gergale dei rappatori – in itanglese lo slang dei rapper – alla lingua comune rivolta a tutti. Gli artefici di questo allargamento, come il più delle volte, sono i giornalisti.

Credo sia utile spendere qualche riflessione sulla nuova parola e soprattutto sui meccanismi sottostanti e sulle conseguenze di questa nuova entrata nella lingua “italiana” (o forse di new entry nell’itanglese?).

Un concetto che c’è da sempre

L’evento scatenante è stato lo scambio di invettive tra Fedez e un certo Tony Effe, in un teatrino in cui stanno intervenendo una serie di altri personaggi influenti che occupano il panorama culturale di un giornalismo dall’elettroencefalogramma sempre più piatto.

Il termine inglese deriverebbe dal verbo to disrespect cioè “mancare di rispetto’ (dunque è questo il significato portante), anche se da tempo si è diffuso negli ambienti musicali giovanili d’oltreoceano per indicare le invettive cantate tra gli autori del genere, di solito incentrate sugli insulti e le prese in giro. Il vezzo ha preso piede anche tra i rapper italiani, naturalmente, che hanno dato vita al gergale “dissare” per indicare l’invettiva cantata e lo sfottò in rima musicato. Questa pratica non è certo una novità e non è certo un fenomeno che si può racchiudere nell’ambiente del rap, visto che – tralasciando i precedenti della letteratura greca o latina – si ritrova già agli albori della lingua italiana, quando i poeti del variegato volgare del sì, ancora tutto da codificare, si scambiavano frecciatine e insulti in versi, come nella polemica tra Dante e Cecco Angiolieri di cui ci rimane un sonetto del 1303 che recita:

Dante Alighier, s’ ’i so’ bon begolardo [buffone], tu mi tien’ bene la lancia a le reni; s’eo desno con altrui, e tu vi ceni (…) Dante Alighier, i’ t’averò a stancare, ch’eo so’ lo pungiglion, e tu se’ ’l bue.

Gli echi di questa prassi antica si ritrovano in espressioni comuni come il “rispondere per le rime”, “gliele ho cantate” o “suonate di santa ragione”, anche se non comportano necessariamente il ricorso ai toni oltraggiosi o offensivi.

Tra i più celebri e veementi rappresentanti dell’invettiva in rima che ricorrevano al turpiloquio si può citare l’Aretino, che nei Sonetti lussuriosi si rivolgeva ai poeti suoi contemporanei del Cinquecento con toni anche più accesi di quelli dei rapper:

Questi vostri sonetti fatti a cazzi, / Sergenti de li culi e de le potte, / E che son fatti a culi, a cazzi, a potte, / S’assomigliano a voi, visi de cazzi.

Gli esempi che si potrebbero fare di simili scambi poetici sono infiniti, e si trovano in ogni epoca. Nell’Ottocento il poeta milanese Carlo Porta dedicò dodici sonetti irriverenti all’abate “Giavan”, una storpiatura del nome di Pietro Giordani, illustre rappresentante del classicismo avverso ai componimenti in vernacolo, e con lo stesso spirito inveì in versi anche contro un certo Gorelli, un senese che ricopriva l’incarico di cancelliere del tribunale di Milano che si era pronunciato in modo ostile sul rozzo dialetto milanese e su chi perdeva tempo a poetare in quella lingua. Porta gli aveva risposto con I paroll d’on lenguagg, car sur Gorell (“le parole di ogni lingua, caro signor Gorelli”) in cui i vocaboli erano paragonati ai colori di un pittore, che possono rendere un quadro bello o brutto a seconda di come sono usati e di che cosa si ha da dire:

“Tant l’è vera che in bocca de Usciuria (tanto è vero che nella bocca di vostra signoria)
el bellissem lenguagg di Sienes (il bellissimo linguaggio dei senesi)
l’è el lenguagg pù cojon che mai ghe sia” (è il linguaggio più coglione che ci sia).

Passando dalla poesia alle canzonette, nel 1976 Francesco Guccini scrisse una canzone che intitolò l’Avvelenata, per esprimere (in italiano) il suo sfogo astioso in versi e, tra le tante ingiurie, spicca uno strale dedicato al critico musicale Riccardo Bertoncelli che aveva stroncato un suo album (“…tanto ci sarà sempre lo sapete, un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate …”). Ma anche Vasco Rossi, nel 1982, sfotteva il giornalista Nantas Salvalaggio, che lo aveva liquidato come un drogato più che un cantante, con il verso “Meglio rischiare, che diventare come quel tale, quel tale che scrive sul giornale”.

Niente di nuovo sotto il sole, dunque, anche se – fuori dal rap – sino a ieri non ci mancavano le parole per esprimere il concetto di “dissing”, e in una storia delle invettive letterarie che stavo leggendo proprio mentre esplodeva il caso, si trovano articoli come “Il discorso irato: elementi e modelli dell’invettiva”, “L’invettiva misogina: dal Corbaccio agli scritti libertini del ’600”, “Da Sterne a Guerrazzi: misure e contesti del furore”, “Tra politica e letteratura: le ‘pacate invettive’ di Benedetto Croce”, “L’invettiva nella poesia italiana del secondo Novecento”…

Ma da oggi, tutto ciò si può buttare via, e grazie alla potenza dell’inglese – lingua superiore e inarrivabile – abbiamo finalmente un nuova parola più precisa, solenne, moderna e internazionale da impiegare al posto di tante goffe e antiquate soluzioni.

Il dissing non è proprio come l’invettiva…

Chiarito che dissing non contiene nulla di nuovo, all’anglomane che deve giustificare il ricorso all’inglese non resta che la solita argomentazione cialtrona: il dissing, però, è legato a un preciso contesto musicale intrinseco all’hip hop, appartiene alla terminologia del linguaggio giovanile e non è certo come le invettive di Dante o degli altri poeti, è proprio un qualcosa di nuovo e di intraducibile, ha un significato più specifico di una parola generica come invettiva che può voler dire troppe cose…

È la solita solfa, la solita bufala che serve per creare la necessità dell’anglicismo.

Certo, non si può pretendere che un imitatore italiano di un genere musicale che ha le sue origini in un contesto afroamericano traduca dissing con invettiva – seguendo una tradizione poetica e musicale che probabilmente ignora – e non stupisce che si ancori a un contesto inglese che fa suo e ostenta con orgoglio, perché è a quello che fa riferimento. Ma fino a quando questa terminologia rimane confinata nel suo ambito gergale è in fondo giustificabile, quando invece esce dal suo dominio ed entra nella lingua comune si trasforma in un “prestito sterminatore” che si afferma sugli equivalenti italiani e soprattutto perde la sua specificità: un pezzo su la Repubblica, per esempio, ripropone un vecchio confronto tra Lucio Dalla e Francesco Guccini che viene chiamato “dissing” immotivatamente visto che i due cantautori si limitano a un pacato scambio di vedute senza ingiurie e senza cantare.

Il dissing si trasforma allora in una parola comune usata in senso lato al posto di polemica, controversia, dissapore, sfottimento o sfottò, e di volta in volta può sostituire invettiva, contrasto, ingiuria, oltraggio, critica irrispettosa (offensiva o irriverente), insulto, improperio, vituperio, derisione, irrisione, presa in giro, sbeffeggiamento… anche una semplice presa per i fondelli (o per il culo). E in questi casi può perdere anche l’accezione legata al rap, ai versi e alla musica (il rispondere per le rime, il canzonare in versi, lo sbeffeggiar cantando, il dileggio musicato), dunque gli argomenti dei “non-è-propristi” perdono di senso, fuor dal tecnicismo.

Il fatto che i giornali diffondano l’anglicismo invece di ricorrere alle risorse dell’italiano non è solo patologico, ha delle conseguenze ciclopiche nel cambiare la lingua e riscrivere la storia, come si evince dall’ultimo monologo di Crozza.

Crozza e il dissing tra i politici

Venerdì scorso, nel suo spettacolo comico, Crozza scherzava sull’improvvisa esplosione del “dissing” sulla stampa: “Ma che cazzo è il dissing?”
Dopo aver escluso che si trattasse di un esame alla prostata, come in un primo tempo aveva ipotizzato, ha chiesto scusa per le sue domande da “boomer” e ha abbozzato una riflessione sulle nuove parole che “ci insegnano” per esempio lockdown, deep fake o Pnrr

Tra parentesi: Crozza, ma nei tuoi spettacoli comici non ti viene in mente che il fatto che le nuove parole che “ci insegnano” siano solo inglesi, o sigle, meriti una riflessione e qualche battuta? Va tutto bene secondo te?

Chiusa la parentesi, va detto che – al contrario di qualche linguista che ci vorrebbe far credere che la lingua arrivi dal basso – almeno Crozza è consapevole che questa terminologia che “ci insegnano” arriva invece dall’alto e dai giornali. Sono loro a scegliere e riproporre le parole “dal basso” che poi propagano facendole uscire dal loro ambito gergale per insegnarle a tutti. E spesso lo fanno in modo pasticciato, come nell’articolo del Corriere che riprende il divertente pezzo del comico con queste parole: “Crozza scatenato, i dissing con insulti Grillo-Conte e Boccia-Sangiuliano”.

I “dissing con insulti”? Ma il dissing non era appunto un’invettiva piena di insulti e sfottò? Allora c’è anche il dissing senza insulti?

No, è che senza la precisazione degli insulti nessuno avrebbe capito niente, e allora per diffondere la parola si ricorre alla tautologia, un po’ come dire il food che si mangia o gli store e gli shop dove si compra, almeno tutto è più chiaro.

Non solo dissing: anatomia dei trapianti linguistici dall’inglese

Mentre dissing sta facendo il salto da tecnicismo a parola comune usata in senso lato, vale la pena di rimarcare un paio di precisazioni importanti.

La prima è che questo anglicismo potrebbe anche essere passeggero e regredire dalla lingua, passata l’ondata e il picco di stereotipia dei giornali, per rimanere solo nella sua accezione gergale. Oppure, come tutto lascia presagire, potrebbe radicarsi e allargarsi, e dopo la fase uno che l’ha fatto conoscere a tutti non mi stupirei se in futuro il dissing uscisse dall’ambito musicale per essere utilizzato per designare un qualsiasi battibecco acceso o una qualunque polemica, per assurgere a parola-ombrello polivalente e per tutte le stagioni come location, restyling, outfit, nomination e via dicendo.

La seconda considerazione, ben più saliente, è che il problema non sta nella parola dissing, che presa da sola ha ben poca importanza. Il problema sta nella strategia che porta al diffondersi degli anglicismi con gli stessi meccanismi, una strategia che si estende a migliaia di parole che penetrano con la stessa modalità e che, tutte insieme, stanno trasformando l’italiano in itanglese.

E così la disputa, altra tradizione filosofica, dialettica e retorica secolare, oggi è riproposta nelle scuole con il suo nome in inglese, il debate, come se questo concetto nascesse negli Usa di oggi, con buona pace di tutta la filosofia greca, mentre i monologhi come quelli di Crozza sono chiamati stand up comedy, e un premio Nobel come Dario Fo che negli anni Settanta faceva i suoi monologhi dalla palazzina Liberty di Milano rischia di essere interpretato come un “precursore” del “nuovo” genere (che nuovo non è affatto) che si esprime in inglese. In questo curioso suicidio culturale che ribalta le cose, non conta chi ha inventato qualcosa, tutto viene azzerato da un punto di vista anglomane. Se con la Novalingua orwelliana si riscriveva la storia cancellando la Veterolingua, allo stesso modo il Poema a fumetti di Dino Buzzati del 1962, per esempio, viene reinterpretato come l’anticipazione delle graphic novel (come riportato sulla Wikipedia: “L’opera sperimentale è considerata uno dei primi graphic novel mai pubblicati”). Buzzati, poverino, non aveva ancora la giusta parola per definire la sua opera… e dunque ha provato a esprimersi in italiano, anche se finalmente possiamo ridefinire il suo lavoro con i giusti termini!
In sintesi la nuova “cultura” coloniale basata sull’ignoranza della storia e delle nostre radici presuppone che tutto arrivi dagli Stati Uniti, e in questo revisionismo non sono gli “americani” a copiare, riprendere o reinventare ciò che c’è da sempre… tutto il contrario, sono i loro predecessori ad avere anticipato o abbozzato il genere in una sorta di plagio ante litteram

Come aveva denunciato già negli anni Sessanta un artista come Lucio Fontana, autore non solo dei famosi tagli nelle tele, ma anche di innovative opere d’arte luminose realizzate con i neon, tutta la cultura viene stravolta e riscritta non come qualcosa di autonomo, ma come un sottoprodotto della (successiva) cultura americana:

Ma tu vedi, però, adesso a cosa siamo ridotti? Che tutto il prodotto, ormai, è suggerito dagli americani. Se io dico che ho fatto i neon, questo signore che sta facendo i neon adesso, se io faccio i neon, dice che io sono un sottoprodotto degli americani. E loro non accetteranno mai che tu hai fatto i neon vent’anni fa
(da un’intervista in Carla Lonzi, Autoritratto, De Donato Editore, Bari, 1969).

Passando dall’arte alla lingua, una parola come dissing viene così impiegata per ri-concettualizzare non solo il presente, ma anche per riscrivere la storia. Dando per scontato che ci sia solo il dissing e che tutto arrivi dagli Usa, secoli di invettive in versi vengono cancellate, appiattite e reinterpretate alla luce dell’anglocentrismo: chi ha fatto qualcosa di analogo in passato viene letto e definito come precursore e anticipatore di un fenomeno che finalmente si è delineato in modo compiuto grazie al rap, come si può leggere in questi grandi pezzi espressione della nuova cultura coloniale con una storia del dissing che con il rap non ha nulla a che fare:

E questo non vale solo per il dissing. Con le stesse modalità, la quarantena veneziana imposta alle navi provenienti da terre lontane e potenzialmente foriere di epidemie è stata sostituita dal moderno concetto di lockdown, mentre i comportamenti persecutori diventano stalking, le vessazioni sul lavoro mobbing (pseudoanglicismo), l’arte del riciclo upciclyng, l’ecologico green, il pappagallismo catcalling, lo Stato sociale welfare, la lottizzazione spoils system, gli assassini killer, un allarme alert, il cicchetto shottino, il correre running e le scarpe da ginnastica sneaker, i codici di accesso password, la revisione editoriale editing, la scelta del carattere lettering, i laboratori workshop e i saloni espositivi showroom, gli autoscatti selfie, i calcolatori computer… In questo modo l’italiano diventa vecchiume, si cristallizza nei suoi significati storici e perde la sua elasticità che gli consente di evolversi con le proprie risorse: l’invettiva è quella di una volta, da oggi tutto ciò si chiama dissing!

diciamoloinitaliano.wordpress.…

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convegno su elio pagliarani: la mattina del 25 maggio al palazzo delle esposizioni


convegno su Elio Pagliarani bibliofilo e sulla Biblioteca E.P.
cliccare per ingrandire

Ore 10 – 13
Elio Pagliarani bibliofilo e la Biblioteca Elio Pagliarani
Interventi di
Barbara Mancini, Frammenti di Elio tra periodici e antologie: uno spoglio della Biblioteca Pagliarani; Marianna Marrucci, “…li spendevo quasi tutti in libri…”. Figure di libri in Promemoria a Liarosa;
Marco Menato, Pagliarani bibliofilo; Lucia Merolla, La biblioteca di casa Pagliarani,
Marco Palma, Gli incunaboli di Elio Pagliarani; Gilda Policastro, Il Savonarola non castrato di Pagliarani

Coordina i lavori
Giuseppe Andrea Liberti


locandina Premio Pagliarani 2025
cliccare per ingrandire

link alla locandina:
premionazionaleeliopagliarani.…

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ancora sulla soluzione finale di israele per i palestinesi


prima ancora di Wannsee, gli sgherri di Heydrich, Himmler e compagnia che dovevano organizzare la soluzione finale avevano passato in rassegna anzi sperimentato varie possibilità per portare a termine completamente lo sterminio degli ebrei d’Europa in tempi rapidi.

si rendevano conto – dopo mesi e anni di massacri compiuti – che metodi come la fucilazione di massa e l’uso di camion blindati per uccidere con asfissia da monossido di carbonio erano troppo poco efficaci, risultavano lenti, e in alcuni casi spingevano i soldati in situazioni di stress e (poverini) disagio psichico.

mi sembra che israele abbia imparato bene la lezione e, dopo aver testato sulle famiglie palestinesi una quantità di armi distruttive micidiali che presto rivenderà (o ha già rivenduto) in giro per il mondo, opera un concentramento in un’area molto ristretta, per poi deportare altrove i pochi o molti palestinesi che saranno sopravvissuti. parliamo di due milioni di persone circa.

“soluzioni territoriali”, le chiamavano i nazisti.


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Inaugurato il Mausoleo in onore di Thomas Sankara a Ouagadougou.


Realizzato dall’architetto burkinabè Francis Kéré, lo stesso del Village Opéra di Laongo.

L’architetto vincitore del Premio Pritzker, il burkinabè Francis Kéré (autore del progetto Village Opéra di Laongo), ha realizzato il mausoleo situato a Ouagadougou, dedicato a Thomas Sankara, il leader rivoluzionario del Burkina Faso. La struttura, recentemente inaugurata, commemora non solo Sankara, ma anche i suoi 12 collaboratori, assassinati nel 1983, e sorge sul sito del Conseil de l’Entente.

Con un’altezza di oltre 70 metri, il mausoleo si presenta in una forma che ricorda un occhio, con scalinate discendenti a simboleggiare i tredici martiri caduti. Questa architettura audace funge da tributo al trionfo della rivoluzione contro l’imperialismo, sottolineando la visione di Sankara mirata all’autodeterminazione e alla sovranità.

Serge Bayala Imotep, attivista della società civile, ha dichiarato: “Questo mausoleo rappresenta la vittoria della rivoluzione contro le forze reazionarie, il trionfo dell’ideologia di Thomas Sankara, orientata alla sovranità, rispetto alle ambizioni schiaviste dell’imperialismo. È una vittoria per i popoli oppressi contro i loro oppressori. Un trionfo dei colonizzati sui colonizzatori”.

Realizzato con mattoni di laterite, il memoriale è anche un esempio di sostenibilità ambientale, riflettendo alcuni dei principi di Sankara, che promuoveva l’uso delle risorse locali per lo sviluppo sostenibile del Burkina Faso. Il Primo Ministro del paese ha affermato che questo mausoleo è molto più di un semplice edificio; è uno spazio per un risveglio collettivo.

Jean Emmanuel Ouédraogo, Primo Ministro del Burkina Faso, ha commentato: “Questo è un luogo per la coscienza collettiva dei burkinabè, dei combattenti per la libertà e di tutti coloro che apprezzano la pace e la giustizia sociale, nonché il sacrificio compiuto dal Presidente Thomas Sankara e dai suoi collaboratori. Questo mausoleo è anche testimone di un’integrità perseguitata ma duratura”.

Il sito comprende anche un ristorante, una media library, laboratori e uffici, tutti collegati da un viale verdeggiante. L’obiettivo di questo spazio è educare, riunire le persone e fornire un ambiente contemplativo per riflettere sui principi di giustizia ed equità sociale di Sankara.

Il costo del nuovo mausoleo è stato di 654.674.040 FCFA (997.978€) per la realizzazione dei lavori principali. Inoltre, il monitoraggio ed il controllo architettonico sono stati affidati a un’altra impresa per un compenso di 21.900.549 FCFA (33.385€), portando il costo totale a oltre 675 milioni di FCFA. Un investimento “significativo” per onorare la memoria di Sankara e il suo impatto sulla storia del Burkina Faso…

Chissà se Sankara, il “Che Guevara africano”, di ispirazione marxista socialista, avrebbe apprezzato un così grande monumento in suo onore, costato più di 1 milione di Euro (cioè 6 o 7 ambulanze) ?

Fonte: africanews.com, gulmu.info2, aib.media

Questa voce è stata modificata (1 giorno fa)

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Il Refendum che c’è ma non si vede


Sul “Referendum che c’è ma non si vede” si è svolto, sabato scorso, un incontro organizzato dal Centro Astalli, insieme a CGIL, Cittàinsieme e ASGI, nei locali di Casa Betania. Qui, all’interno di un bene dato in comodato d’uso dalla diocesi di Catania a varie realtà del territorio, è in corso da più di un anno – per iniziativa dell’Astalli – una difficile ma significativa […]

Leggi il resto: argocatania.it/2025/05/19/il-r…

#Asgi #CasaBetania #centroAstalli #CittàInsieme #Referendum


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Guida dell’Africa Orientale Italiana


Disponibile in pdf

La ‘Guida dell’Africa Orientale Italiana’, pubblicata nel 1938, rappresenta un importante documento storico dell’Italia fascista e del suo progetto coloniale in Africa Orientale. Prodotto dalla Consociazione Turistica Italiana (CTI), questa guida turistica promuoveva il turismo nelle colonie italiane, riflettendo la visione e la propaganda del regime fascista.

Per chi ama viaggiare con l’immaginazione, non solo nello spazio ma anche nel tempo, la lettura e la consultazione di una guida turistica del 1938 può essere un’esperienza quanto mai interessante e stimolante. Questo manuale fu redatto rapidamente ma col consueto rigore dal CTI (il futuro Touring Club Italiano), subito dopo la guerra d’Etiopia e la conquista dell’Impero. Permette di attraversare, da turista e amante dell’avventura, quei territori che per soli cinque anni costituirono l’estensione in Africa del sogno imperiale fascista.

Qui sotto il link per scaricare gratuitamente il file pdf:

Gvida dell’Africa orientale italiana_text

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Non avrei mai immaginato di cantare nell’Ospedale degli Innocenti a Firenze.


E ancor meno di cantarci canzoni di Rodari/Savona per un grosso festival dedicato ai bambini (firenzebambini.it/).

Ma tant’è.

Sabato e domenica a venire.

Bambini e cannoni


firenzebambini.it/eventi/bambi…


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déclic a roma per ‘villa lais legge’ (quartiere tuscolano)

déclic a roma per villa lais legge

da mercoledì 28 maggio a domenica 1° giugno 2025: déclic partecipa a villa lais legge, roma, piazza g. cagliero 20. il 28 maggio dalle 16:00 alle 23:00, dal 19 maggio al 1° giugno dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 23:00.

in programma, mercoledì 28 maggio alle 20:30, una lettura di marco giovenale tratta da prima dell’oggetto.

l’elenco di tutte le iniziative a villa lais: qui


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#CarloSperduti #déclic #lettura #PrimaDellOggetto #prosa #prosaBreve #proseBrevi #reading #VillaLais

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25 maggio, roma, palazzo delle esposizioni, “giornata pagliarani”: convegno, film, premiazione dei poeti


Decima edizione del Premio Nazionale Elio Pagliarani, 2025
www.premionazionaleeliopagliarani.it

logo Premio Pagliarani

GIORNATA PAGLIARANI


Domenica 25 maggio 2025, Sala Cinema del Palazzo delle Esposizioni di Roma
(Ingresso dalla scalinata di Via Milano 9a)

PROGRAMMA


Ore 10 – 13
Elio Pagliarani bibliofilo e la Biblioteca Elio Pagliarani
Interventi di
Barbara Mancini, Frammenti di Elio tra periodici e antologie: uno spoglio della Biblioteca Pagliarani; Marianna Marrucci, “…li spendevo quasi tutti in libri…”. Figure di libri in Promemoria a Liarosa;
Marco Menato, Pagliarani bibliofilo; Lucia Merolla, La biblioteca di casa Pagliarani,
Marco Palma, Gli incunaboli di Elio Pagliarani; Gilda Policastro, Il Savonarola non castrato di Pagliarani

Coordina i lavori
Giuseppe Andrea Liberti

*

Ore 14:30 – 15:00
Proiezione del film L’Architetta Carla
di Davide Minotti realizzato con Valeria Miracapillo

*

Ore 15:00 – 17:00
Dieci anni di premiati. Il Premio Nazionale Elio Pagliarani (2015-2025)
Poeti partecipanti, critici e giurati, dalla prospettiva privilegiata delle varie edizioni del premio Elio Pagliarani, si incontrano e dibattono sui dieci anni di attività poetica in Italia

Coordina Andrea Cortellessa

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Ore 17:00 – 19:30
Cerimonia di premiazione della Decima Edizione del Premio Nazionale Elio Pagliarani


Conduce Arnaldo Colasanti

*

evento facebook:
facebook.com/events/5693189261…

CARTELLA STAMPA AGGIORNATA:
https://tinyurl.com/pagliarani25

*
PDF / locandina : informazioni sul convegno
PDF / locandina : Giornata Pagliarani

locandina Premio Pagliarani 2025
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#AndreaCortellessa #antologie #ArnaldoColasanti #BarbaraMancini #CettaPetrolloPagliarani #convegno #ConvegnoElioPagliaraniBibliofiloELaBibliotecaElioPagliarani #DavideMinotti #ElioPagliarani #ElioPagliaraniBibliofilo #ElioPagliaraniBibliofiloELaBibliotecaElioPagliarani #film #GildaPolicastro #GiuseppeAndreaLiberti #incunaboli #IstitutiCulturaliRomani #LaBibliotecaElioPagliarani #LArchitettaCarla #LiaPagliarani #LuciaMerolla #MarcoMenato #MarcoPalma #MariannaMarrucci #MarioDondero #PagliaraniBibliofilo #PalazzoDelleEsposizioni #PalazzoDelleEsposizioniDiRoma #periodici #PoloIEI #PromemoriaALiarosa #salaCinema #Savonarola #ValeriaMiracapillo

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materiali e saggi recenti (ringraziando autori e curatori)


PRIMA DELL’OGGETTO | e contro le frasi (déclic, 2025): declicedizioni.it/prodotto/pri…

Antonio Perozzi, Biforcazioni: Postlirica e postpoesia nel Marco Giovenale degli anni Venti, in «Polisemie», V, 2024, “Letture metriche. Dal Duemila a oggi”, pp. 123-141 [pdf: 129-147]; index: polisemie.warwick.ac.uk/index.…; numero completo: polisemie.warwick.ac.uk/index.…; saggio specifico: https://polisemie.warwick.ac.uk/index.php/polisemie/article/view/1493/1409;
pubblicazione online del fascicolo: 12 dic. 2024, polisemie.warwick.ac.uk/index.…;
pdf nella wayback machine: web.archive.org/web/2025051817…

Marilina Ciaco, annotazioni su Oggettistica e su Cose chiuse fuori, in Forme esposte. Spazi metrici e retoriche dell’installazione tra versi e prose di ricerca, in «Polisemie», V, 2024, “Letture metriche. Dal Duemila a oggi”, pp. 33-36 [pdf: 39-42]; index: polisemie.warwick.ac.uk/index.…; numero completo: polisemie.warwick.ac.uk/index.…; saggio specifico: https://polisemie.warwick.ac.uk/index.php/polisemie/article/view/1808/1422;
pubblicazione online del fascicolo: 12 dic. 2024, polisemie.warwick.ac.uk/index.…;
pdf nella wayback machine: web.archive.org/web/2025051817…

Annotazione sulla sezione “Piccoli suoni” di Quasi tutti, in Fabrizio Bondi, Il violino di Gianmorte. Sui sonetti di Marco Ceriani (e in particolare su uno), in «Polisemie», V, 2024, “Letture metriche. Dal Duemila a oggi”, p. 65 [pdf: 71]; index: polisemie.warwick.ac.uk/index.…; numero completo: polisemie.warwick.ac.uk/index.…; saggio specifico: https://polisemie.warwick.ac.uk/index.php/polisemie/article/view/1841/1420;
pubblicazione online del fascicolo: 12 dic. 2024, polisemie.warwick.ac.uk/index.…;
pdf nella wayback machine: web.archive.org/web/2025051817…

Lugi Riccio, Marco Giovenale | Oggettistica, [annotazioni critiche e selezione di prose dal libro], in Inverso, 10 apr. 2025: poesiainverso.com/2025/04/10/m…; WM: web.archive.org/web/2025051817…

Testi da Oggettistica (e un’intervista) su MediumPoesia, 14 mag. 2025: mediumpoesia.com/marco-giovena…; WM: web.archive.org/web/2025051816…

“La scuola delle cose” (Lyceum / Fondazione Mudima), n. 19, Scrittura di ricerca, aprile 2025, a cura di MG: slowforward.net/2025/05/14/scu…

MG, Note sulla scrittura asemica, in ahida, 11 apr. 2025 (ma online nel maggio 2025): ahidaonline.com/post/post-poet… (estratti da Asemics. Senso senza significato: ikona.net/marco-giovenale-asem…)

Sarah Pierozzi ha dedicato un intervento a Oggettistica, in confronto con Paradiso, di Stefano Dal Bianco, all’interno dei “Seminari della L.UN.A.” (a cura di Francesco Muzzioli): youtu.be/e5DsOrbkSnA (file audio estratto: slowforward.net/wp-content/upl…)

Antonio Pavolini ha dedicato una puntata dei ‘Nuovi pendodeliri’ a Oggettistica, il 28 feb. 2025: t.me/pendodeliri/123 (replicata in pod al popolo #058)

Tre testi da Oggettistica + due microsequenze inedite sono in NeutopiaBlog, 11 mar. 2025: neutopiablog.org/2025/03/11/ma…;

Varie prose in prosa (sotto il titolo complessivo di Silk, immagini umane, ossia la sequenza presentata a RicercaBO nel 2009), sono uscite in Antologia di RicercaBO, Manni, San Cesario di Lecce 2024, pp. 153-158

#058 #AntonioPavolini #AntonioPerozzi #CoseChiuseFuori #FabrizioBondi #LaScuolaDelleCose #LuigiRiccio #MarcoGiovenale #MarilinaCiaco #MediumPoesia #MG #Neutopia #NeutopiaBlog #Oggettistica #pendodeliri #Polisemie #postpoesia #ProsaInProsa #proseInProsa #QuasiTutti #recensioni #SarahPierozzi #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca #SeminariDellaLUNA #testiDiMgInRete #testiDiMgOnline #testiSuMgInRete #testiSuMgOnline


esce ‘la scuola delle cose’ n. 19: “scrittura di ricerca” (lyceum / mudima, 2025)


LA SCUOLA DELLE COSE, n 19_ scrittura di ricerca_ apr 2025
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L’espressione “scrittura di ricerca” è in azione da diversi decenni, e di certo si perde già nelle profondità del Novecento. Tuttavia, dagli anni 2003-2009 (ovvero fra l’esplosione dei blog letterari e l’uscita del libro collettivo Prosa in prosa – edito da Le Lettere; ora da Tic edizioni) e fino a oggi, il numero di materiali sperimentali e saggi sugli stessi è decisamente cresciuto. Ha dunque senso ed è forse addirittura indispensabile iniziare a fare il punto della situazione. Un primo e senz’altro assai sintetico tentativo è rappresentato da questo numero de «La scuola delle cose», che raccoglie otto interventi di altrettanti studiosi e studiose, intorno alla ricerca letteraria e alle scritture complesse.

*


Lyceum _ Scuola delle Cose _ dati editoriali e redazionali
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Fondazione Mudima
FONDAZIONE MUDIMA

Via Tadino 26, Milano
info@mudima.net
mudima.net

*


in collaborazione con
l’associazione dipoesia
logo dell'"associazione dipoesia"

#ChiaraPortesine #ChiaraSerani #CorradoCosta #DanielePoletti #FondazioneMudima #GianLucaPicconi #GinoDiMaggio #intermedialità #LaScuolaDelleCose #langpo #languagePoetry #letteralità #LuigiBallerini #LuigiMagno #Lyceum #MassimilianoManganelli #MicheleZaffarano #Mudima #poesiaDiRicercaFrancese #ProsaInProsa #RenataMorresi #ricercaLetteraria #scritturaComplessa #scritturaDiRicerca #scritturaNonAssertiva #scrittureComplesse #scrittureDiRicerca #scrittureNonAssertive #scrittureNonConvenzionali #scrittureProcedurali #ScuolaDelleCose #traduzione #traduzioni


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anpi, nota del 10 maggio 2025


«Il Comitato Nazionale,
viste le continue e sempre più frequenti manifestazioni di organizzazioni di estrema destra che si riuniscono per esaltare il passato regime fascista, attraverso la riunione di un significativo numero di partecipanti, organizzati con divise e inquadramento paramilitare e/o militare, con saluti romani e chiamata del “presente”;

ritenuto che negli ultimi tempi a Milano si è tenuta una parata col pretesto dell’anniversario dell’omicidio di Sergio Ramelli, vittima di un agguato criminale, durante cui un numero di persone (circa duemila) e di associazioni neofasciste hanno partecipato all’evento;

valutato che tali manifestazioni, unitamente ad altre, rappresentano una gravissima e significativa condotta apologetica in violazione delle norme Scelba e Mancino, nelle quali è ravvisabile la ricostituzione del partito fascista, vietata dalla XII disposizione finale della Costituzione;
considerato che tali manifestazioni spesso non sono state impedite o comunque sanzionate dalle istituzioni competenti che le hanno tollerate;

ritiene che si debbano assumere tutte le iniziative finalizzate al contrasto di tali manifestazioni, anche in sede giudiziaria, e che si debba così fronteggiare con la massima energia la pericolosa deriva a cui da tempo stiamo assistendo.»

Comitato Nazionale ANPI
Nota del 10 maggio 2025

#ANPI
#ComitatoNazionaleANPI
#MaiPiùFascismi

#ANPI #antifascismo #ComitatoNazionaleANPI #fascismo #neofascismo #neofascisti #Resistenza

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eurovisione fu visionata, la sonnolenza fu ahinoi evitata!!!


Ieri sera sono finita cucinata come al solito, e oggi ancora di più… sarà la domenica che mi fa molto male, o sono semplicemente troppo incollata nell’anti-rotting? Non ne ho idea, ma: prima che diventi davvero troppo tardi (perché per ora posso ancora spacciare la cosa come “impressioni a freddo“, ma già tra un paio di giorni mi verrebbe affibbiato l’epiteto di Internet Explorer per la mia lentezza, ormai ahinoi fuori luogo nell’anno del Signore 2025), ecco cosa ne penso dell’Eurovision che stavolta, per via della mia distrazione, è finito prima del solito per me… 😩

…Quest’anno è stato ciofeca!!! Ma per reale, proprio!!! Per carità: leggermente più coerente dell’anno scorso, visto che (almeno, per quanto ho sentito; poi vai a vedere se Copilot ha detto una stronzata) gli spettatori dell’evento musicale annuale del popolo europeo non sono stati banditi dal portarsi bandiere dell’Unione Europea… però, guardando al grande schema delle cose, resta comunque da piangere. Specialmente, nel momento in cui si è parlato di votazioni, che tipo, mamma mia… mai visto nulla di simile… ah no, in realtà un pochettino si. 💣

Le cose assurde vanno a gradi qui, diciamo. Partiamo da quella che, per quanto seccante, è la meno strana: come ha fatto il caro Gabry, da San Marino, ad arrivare fottutamente ultimo alla finale??? Io non capisco… ha ricevuto 12 voti dagli spettatori italiani, che non è male ed era prevedibile visto comunque che la canzone è potente… 6 dalla giuria italiana, che ci può stare… e poi boh, fallimento totale a parte qualche punticino qua e là: fine dei giochi con soli 27 punti totali, 26esima posizione. Colpa sua per non aver invitato “tutta l’Europa” a zompare? Al contrario nostro però, comunque, gli abitanti dello stato magico non sono stati tanto gentili con il nostro Lucio, accreditandoci solo 3 punti… ma la loro giuria è stata alquanto basata, dandone appunto ben 12 all’Italia. E per noi insomma non è finita male, arrivando al 5º posto con ben 256 punti, ma comunque la situazione è un po’ meh. 💩

Per altri, la cosa è stata probabilmente anche peggio… E indeed, non so se mi dispiace di più per la Svizzera e il Regno Unito, che insieme hanno ricevuto un terrificante totale di 0 punti al televoto — e il primo questa volta era il paese ospitante, quindi credo che la cosa possa aver fatto particolarmente male al cuoricino di quelli lì — oppure Laura del Lussemburgo e Abor&Tynna della Germania, che hanno portato 2 canzoni che ho gradito abbastanza in quanto a melodia e scenografia (pure se non sono chissà cosa, all’atto profondo), eppure hanno concluso appena in, rispettivamente, 22esima e 15esima posizione… oppure, ancora, il basato Tommy dell’Estonia, che con un sacco di punti addosso è finito con lo stare appena 1 di sotto ad un altro paese, che abbiamo seriamente temuto potesse vincere questa volta…

…Israele, della signorina Yuval. Ohh, io non riesco a fare questa merda su, è allucinante: questo è o il secondo o il terzo anno (non ricordo bene) che ad Israele le giurie danno pochissimi punti — anche perché, la loro canzone di quest’anno, a parte tutto, musicalmente parlando, fa parte di quelle più mid… talmente dimenticabile che, quando l’hanno passata nelle sequenze di riepilogo, non catturava nemmeno l’orecchio — ma poi di punto in bianco — così, de botto, senza senso — arrivano letteralmente centinaia di voti dal pubblico, e dalle ultime posizioni passa magicamente al primo (1º) posto. Per fortuna non ha vinto, perché letteralmente all’ultimo momento sono arrivati svariati voti a JJ dell’Austria, che per poco meno di un centinaio di punti si è preso la coppa. (Ma anche perché, come giustamente viene osservato in un articolo che ho beccato sull’aggregoctt, “se [avesse vinto] Israele, il pubblico dell’Eurovision probabilmente si [sarebbe ribellato] e con fuoco e fiamme“.) 🙏

Tutto sommato comunque — e questo è un dato di fatto incontrovertibile — questo è stato un ESC mid, con un risultato finale ancora più mid (per quanto, in effetti, la tensione alta ha evitato che cadessimo nello zzz sul momento… quindi suppongo che bisogna un minimo ringraziare Israele per averci fatto cacare sotto fortissimo). Suppongo quindi di potermi ora finalmente ibernare fino al prossimo anno… oppure per sempre, perché di questo passo credo che non mi perderei granché se lasciassi effettivamente questo piano di esistenza, non potendo mai più guardare Eurovision. 😬

#ESC #ESC2025 #ESCITA #Eurovision #Eurovision2025 #EurovisionSongContest #finale #GrandFinal #GranFinale #results #risultati


stranadormanza della mente e del corpo, scordamentistica e boicottastica


Dunque… tra ieri sera e stamattina sto purtroppo riuscendo ad apprezzare (nel senso di rendermene conto, non di goderne… non è colpa mia se le parole ambigue esistono e io finisco per usarle volontariamente per sortire effetti magici sui lettori) quanto cazzo io stia dormendo al momento, fottutamente. E, come al solito con queste cose, la schifezza vale in molti sensi… ma vediamo con ordine quali sono i miei ottimi motivi di disperazione. 👃

Innanzitutto, sospettavo che dormire 5 ore (stanotte) anziché 4 (ieri) evidentemente mi fa male, perché per mezz’ora stamattina ho messo senza volerlo in scena la classica danzetta della sveglia che suona — e stavolta non è che non la sentissi, ma è successa la cosa più terribile in cui appunto la sento, ma penso che per qualche motivo non debba suonare (questo succede perché il firmware che regge il cervello umano non è memory-safe, quindi a volte un processo va erroneamente a nuotare nella memoria di altri processi, e pesca dati che non gli spetterebbero), e quindi si preme il posticipa. (Ed è andata bene, perché tra premere quello o lo spegni è un 50/50, mamma mia queste UI delle sveglie non sono sleep-safe…) 🫁

Evidentemente comunque questo è solo sonno arretrato, o perlomeno la conseguenza di uno spostamento temporale cosmico del mio orologio interno, perché pure in termini di calendario sto andando a fanculo. A parte che, ultimamente, mi pare di avere più dubbi per quanto riguarda i giorni della settimana — del tipo che, normalmente saprei senza pensarci che giorno è, invece ultimamente devo rifletterci qualche secondo, avendo per qualche motivo il sospetto di confondermi… ma forse in questo anche il meteo è complice — io ieri sera sono zompata, quando ho visto che l’ESC è iniziato l’altro ieri (13), non ieri sera (14) come per qualche motivo ricordavo. ☠️

Mah, la mia faccia era tipo “cosa“, nel momento in cui ho aperto Rai 1… e davano non ricordo cosa… e allora giustamente ho aperto Rai 2… e c’era il tennis. Quindi ho dovuto cercare su Wikipedia (e non è stato facile, perché cercando solo “eurovision” è uscita prima la pagina generale, dove per l’edizione 2025 per qualche ragione nessuno ha segnato le date, e il mio cervello ancora non rifletteva, quindi c’è voluto il tempo che la mia mano facesse ulteriori click per arrivare alla pagina del 2025 senza ragionamento…) e scoprire in quel momento che la prima semifinale si è vaporizzata senza essere prima mai arrivata ai miei occhi… 🥱

Chissà come mai a ‘sto giro non ho sentito tanto parlare di Eurovision; almeno, non come i precedenti anni… stavolta il boicottaggio è diventato reale, per caso? Per carità, è vero che che l’EBU sembra voler far sprofondare sempre di più questo evento in maniera irreversibile nella melma, però alla fine non è che sia cambiato nulla, rispetto agli anni passati… peccato, certo, che ora gli artisti non possano portare bandiere non di nazioni sul palco, ma ce ne faremo una ragione… e peccato che Israele sta ancora lì, ma semplicemente nel momento in cui loro si esibiranno io chiuderò la trasmissione, sperando che gli altri facciano lo stesso, producendo quindi un gigantesco drop nel traffico di rete registrato guardacaso proprio in quel momento in guardacaso tutta Europa… 🧂

Per il resto, il boicottaggio vero in questa casa resta quello ai danni della mia stabilità emotiva, operato da quei soliti 3 o 4 spiriti trollosi, che come abbiamo visto succhiano via la mia energia vitale mentre dormo — sennò non si spiega come mai vado a letto normale (oddio, più o meno) e mi sveglio cagata nella testa (proprio, al suo interno). Alla fine poi è forse proprio per questo che finisco ad alternare ciclicamente momenti di rotting a momenti estremi, anziché avere ritmi più stabili; ma di nuovo, “siamo nati per soffrire, siamo morti per riposare“. 🗿

#distrazioni #ESC #Eurovision #sonno #vita


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Tortura e genocidio: il futuro infranto degli ex detenuti palestinesi a Gaza


Rapporto del Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR)

Ho perso tutto, la mia casa, mio fratello, i miei amici, la memoria di mio padre e me stesso, “il vecchio me”.
Cosa rimane dopo aver perso se stessi?
43 anni, palestinese di Gaza

Il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) ha pubblicato un rapporto di 129 pagine che documenta l’uso sistematico della tortura e del trattamento disumano dei palestinesi di Gaza detenuti da Israele dal 7 ottobre 2023. Il rapporto, intitolato “Tortura e genocidio: il futuro infranto degli ex detenuti palestinesi a Gaza” , si basa sulle testimonianze di 100 ex detenuti, tra cui 10 donne, e sulle visite legali ad altri 53 ancora in custodia. Il rapporto conclude che il trattamento dei palestinesi di Gaza equivale a tortura e che tale tortura è parte integrante del genocidio in corso contro il popolo palestinese.

I risultati principali includono:

  • Arresti arbitrari di massa di civili, tra cui bambini e anziani, da case, ospedali, rifugi e strade.
  • Detenzione senza accusa né accesso a un avvocato, in condizioni disumane.
  • Detenuti sottoposti a brutali torture fisiche e psicologiche, tra cui percosse, elettrocuzioni, sospensioni, violenza sessuale, ammanettamenti estremamente stretti e posizioni di stress forzate.
  • Rilascio di detenuti feriti e/o gravemente indeboliti, in zona di guerra, senza supporto o protezione.
  • Prove dell’intenzione di distruggere la popolazione di Gaza da parte di autori diretti, che evidenziano come la retorica genocida e disumanizzante degli alti funzionari israeliani sia penetrata fino al campo, plasmando le azioni del personale di livello inferiore, compreso l’uso sistematico della tortura.

Ad oggi, migliaia di detenuti palestinesi di Gaza, arrestati dopo il 7 ottobre 2023, rimangono in detenzione israeliana e continuano a essere sottoposti a torture e maltrattamenti. Molti di loro sono stati fatti sparire forzatamente dalle autorità di occupazione israeliane. Una piattaforma di segnalazione online, lanciata dal PCHR nell’agosto 2024, ha già ricevuto centinaia di casi di sparizioni forzate.

PCHR invita gli Stati a:

  • far rispettare il diritto internazionale,
  • prevenire il genocidio e la tortura,
  • indagare sui crimini di genocidio e tortura sotto la giurisdizione universale.

PCHR chiede:

  • accesso senza restrizioni ai luoghi di detenzione
  • un’azione urgente da parte della CPI

Torture-and-Genocide-The-Shattered-Futures-of-Former-Palestinian-Detainees-in-GazaDownload


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solo oggi, 18 maggio, a recanati: patrizia vicinelli


per la rassegna LibrArci
oggi, domenica 18 Maggio – alle ore 18
@ Circolo Arci La Serra – Recanati (p.le Beniamino Gigli, 3)
in collaborazione con La punta della lingua Festival

Presentazione del libro La Nott’e’l giorno. L’opera poetica di Patrizia Vicinelli (Argolibri)

L’incontro è dedicato a una delle figure più affascinanti ed eversive della poesia sperimentale e della ricerca artistica del secolo scorso, Patrizia Vicinelli. Il volume che raccoglie per intero l’opera della poeta, uscito a oltre trent’anni dalla sua morte per Argolibri, a cura di Roberta Bisogno e Fabio Orecchini, sarà presentato in compagnia degli stessi curatori, in dialogo con il saggista e drammaturgo Giorgio Maria Cornelio e il libero ricercatore e collezionista Andrea Balietti. Complementari alla presentazione del libro, che avrà luogo alle ore 18, saranno la proiezione del film sperimentale dal titolo omonimo La nott’è’l giorno (regia di Gianni Castagnoli, 1976) alle ore 19:30, e la mostra bibliografica dedicata alla Vicinelli dal titolo “Dolce Sorriso Killer” a cura di Andrea Balietti e Gloria Falasco, visitabile dalle 17:00 alle 21:00 nell’adiacente Casa del Mutilato.

#AndreaBalietti #Arci #Argo #Argolibri #CasaDelMutilato #CircoloArciLaSerra #DolceSorrisoKiller #FabioOrecchini #GianniCastagnoli #GiorgioMariaCornelio #GloriaFalasco #LaNottELGiorno #LaPuntaDellaLingua #LibrArci #mostraBibliografica #OperaPoetica #PatriziaVicinelli #poesia #poesie_ #Recanati #RobertaBisogno #Vicinelli

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