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Apple aggiorna due bug 0day critici in iOS, presumibilmente abusati dagli spyware

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#redhotcyber #news #sicurezzainformatica #cybersecurity #hacking #malware #apple #iphone #ipad #webkit



Presto un Weekend di tre giorni? Il futuro del lavoro spiegato da un Premio Nobel


La prospettiva di una settimana lavorativa di quattro giorni, con conseguente weekend lungo di tre, potrebbe non essere lontana. A sostenerlo è Christopher A. Pissarides, economista britannico-cipriota e Premio Nobel, che in una recente intervista ha illustrato come la trasformazione tecnologica stia ridisegnando tempi e modalità del lavoro.

Osservando due secoli di industrializzazione, ha spiegato che la riduzione degli orari è una costante storica: dai sette giorni lavorativi della prima era industriale si è passati agli attuali cinque, e il prossimo passo – afferma – è una settimana lavorativa di quattro giorni.

Professore alla London School of Economics e all’Istituto Europeo dell’Università di Cipro, Pissarides è considerato uno dei principali esperti mondiali di economia del lavoro e della teoria dell’attrito nel mercato occupazionale. È stato insignito del Nobel nel 2010 insieme a Dale Mortensen e Peter Diamond per i loro studi sull’impatto delle politiche pubbliche su disoccupazione, posti vacanti e salari. Nel 2013 ha ricevuto il titolo di cavaliere da Elisabetta II.

Il 9 dicembre il suo intervento è stato protagonista della conferenza inaugurale del “Taiwan Bridge Project”, organizzata alla National Cheng Kung University (NCKU). L’auditorium era gremito di studenti, molti dei quali preoccupati dal rischio di essere sostituiti dall’intelligenza artificiale. Pissarides ha dialogato con loro rispondendo a domande raccolte dall’ateneo, affrontando temi che spaziano dalla trasformazione del lavoro alle prospettive dell’industria tecnologica di Taiwan.

Il presidente della NCKU, Shen Meng-ru, ha incontrato il Nobel al termine dell’evento, ringraziandolo per aver portato nuovi spunti in un momento in cui l’università sta ottenendo rilevanti riconoscimenti internazionali, tra cui la 35ª posizione globale nella classifica interdisciplinare del Times Higher Education 2026.

Originario di Cipro, Pissarides si trasferì nel Regno Unito a 17 anni per gli studi. Inizialmente orientato verso l’architettura, si avvicinò poi all’economia, ambito in cui ha sviluppato una lunga ricerca sulle dinamiche tra qualità del lavoro, salute psicofisica e impatto dell’automazione. È cofondatore dell’Institute for the Future of Work di Londra e autore del volume The Theory of Equilibrium Unemployment, ritenuto un riferimento nel settore.

Nel suo intervento, il professore ha descritto un panorama tecnologico segnato da visioni contrapposte sul futuro dell’IA. Geoffrey Hinton, premio Nobel per la fisica 2024, ritiene che i sistemi intelligenti possano sfuggire al controllo umano; al contrario, Demis Hassabis – Nobel per la chimica 2024 e CEO di Google DeepMind – sostiene che nei prossimi dieci anni l’IA potrebbe portare a soluzioni decisive per molte malattie. Sia Hassabis sia Sam Altman, CEO di OpenAI, prevedono l’arrivo dell’AGI nell’arco di 5-10 anni, capace di svolgere la maggior parte delle mansioni svolte oggi dagli esseri umani.

Pissarides prende però le distanze da chi, come Elon Musk, sostiene che l’IA eliminerà ogni tipo di lavoro umano. Secondo il Nobel, ogni rivoluzione tecnologica comporta la scomparsa di alcune professioni e la nascita di nuove, come già avvenuto in passato. Ha citato l’esperienza della Cina tra gli anni ’80 e i primi 2000, quando milioni di lavoratori si spostarono dall’agricoltura all’industria manifatturiera, in quella che definisce la più grande migrazione occupazionale della storia recente.

La sfida attuale, ha spiegato, è rendere più fluido questo passaggio tra settori. A ostacolarlo sono soprattutto la carenza di competenze aggiornate e le asimmetrie informative nel mercato del lavoro. Per questo, ribadisce, l’apprendimento continuo è centrale nell’era dell’IA: la capacità più importante è “imparare a imparare”, con solide basi STEM e formazione costante. Un’indagine del McKinsey Global Institute, ha ricordato, segnala che le aziende che investono almeno 75 ore annue di formazione per dipendente ottengono risultati migliori.

Tra le competenze più richieste ai giovani, Pissarides include la capacità di analizzare dati, comunicare in modo efficace, prendere decisioni consapevoli e possedere abilità trasversali, come empatia e collaborazione.

Il Nobel ha citato anche un episodio personale: suo figlio ha chiesto a ChatGPT se il padre potesse diventare Cancelliere dello Scacchiere nel Regno Unito. L’IA ha risposto che Pissarides sarebbe un eccellente membro del Parlamento, ma non aveva elementi sufficienti per giudicare la sua idoneità al ruolo ministeriale. Il professore racconta l’aneddoto con ironia: “Dopo quella risposta, non ho presentato la candidatura”.

Sul rapporto tra lavoratori e futuro dell’occupazione, ha richiamato un sondaggio dell’American Psychological Association: flessibilità, attenzione alla salute mentale, possibilità di lavorare da remoto e un weekend di tre giorni sono oggi tra i fattori più valutati dalle persone nella scelta del proprio impiego.

Ripercorrendo due secoli di sviluppo economico, Pissarides ritiene plausibile che la settimana lavorativa a quattro giorni diventi gradualmente la norma. Alla domanda su quale modello preferirebbero i lavoratori – sei mezze giornate con un solo giorno di riposo oppure tre giorni di lavoro e quattro liberi – osserva che la maggior parte sceglierebbe la seconda opzione.

Pur lavorando attualmente sei giorni a settimana, Pissarides afferma di attendere con favore un futuro weekend lungo: “Spero che la settimana corta arrivi presto”, ha commentato sorridendo. Nel Regno Unito alcune aziende hanno già introdotto questo modello, anche se non rappresenta ancora uno standard nazionale. A suo avviso, la tendenza è destinata a diffondersi su scala globale, con l’eccezione degli Stati Uniti, dove molte categorie ad alto reddito mantengono ritmi intensi.

Infine, parlando dell’economia taiwanese, ha elogiato la crescita dell’industria dei semiconduttori, ricordando però i rischi di un’eccessiva concentrazione settoriale. Ha citato Cipro e Grecia come esempi di economie dipendenti dal turismo, duramente colpite da eventi esterni come conflitti o pandemie: “Non è prudente basare un’economia su un solo settore”, ha avvertito, invitando a diversificare per ridurre la vulnerabilità.

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The Near Space Adventures of Bradfield the Bear


Admit it or not, you probably have a teddy bear somewhere in your past that you were — or maybe are — fond of. Not to disparage your bear, but we think Bradfield might have had a bigger adventure than yours has. Bradfield was launched in November on a high-altitude balloon by Year 7 and 8 students at Walhampton School in the UK in connection with Southampton University. Dressed in a school uniform, he was supposed to ride to near space, but ran into some turbulence. The BBC reported that poor Bradfield couldn’t hold on any longer and fell from around 17 miles up. The poor bear looked fairly calm for being so high up.

A camera recorded the unfortunate stuffed animal’s plight. Apparently, a companion plushie, Bill the Badger (the Badger being the Southampton mascot), successfully completed the journey, returning to Earth with a parachute.

There have been some news reports that Bradfield may have been recovered, but we haven’t seen anything definitive yet. Of course, there are plenty of things you can launch on a balloon, but what a great idea to let kids send a mascot aloft with your serious science payloads and radio gear. Because we know you are launching a balloon for a serious purpose, right? Sure, we won’t tell you just want the cool pictures.

No offense to Bradfield, but sending humans aloft on balloons requires a little more care. We aren’t as well-equipped to drop 17 miles. The Hackaday Supercon has even been the site of an uncrewed (and unbeared) balloon launch. Meanwhile, if you are around Reading and spot Bradfield, be sure to give him a cookie and call the Walhampton school.

youtube.com/embed/l7JiO5356KY?…


hackaday.com/2025/12/12/the-ne…


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165 – AI e il progetto comune che manca all’Europa camisanicalzolari.it/165-ai-e-…


Super-Sizing Insects and the Benefits of Bones



One swol mealworm amidst its weaker brethren. (Credit: The Thought Emporium, YouTube)One swol mealworm amidst its weaker brethren. (Credit: The Thought Emporium, YouTube)
Have you ever found yourself looking at the insects of the Paleozoic era, including the dragonfly Meganeuropsis permiana with its 71 cm wingspan and wondered what it would be like to have one as a pet? If so, you’re in luck because the mad lads over at [The Thought Emporium] have done a lot of the legwork already to grow your own raven-sized moths and more. As it turns out, all it takes is hijacking the chemical signals that control the development phases, to grow positively humongous mealworms and friends.

The growth process of the juveniles, such as mealworms – the larval form of the yellow mealworm beetle – goes through a number of molting stages (instars), with the insect juvenile hormone levels staying high until it is time for the final molt and transformation into a pupa from which the adult form emerges. The pyriproxyfen insecticide is a juvenile hormone analog that prevents this event. Although at high doses larvae perish, the video demonstrates that lower doses work to merely inhibit the final molt.

Hormone levels in an insect across its larval and pupa stages.Hormone levels in an insect across its larval and pupa stages.
That proof-of-concept is nice of course if you really want to grow larger grubs, but doesn’t ultimately really affect the final form as they simply go through the same number of instars. Changing this requires another hormone/insecticide, called ecdysone, which regulates the number of instars before the final molt and pupal stage.

Amusingly, this hormone is expressed by plants to mess with larvae as they predate on their tissues, with spinach expressing a very significant amount of this phyto-ecdysone. For humans this incidentally interacts with the estrogen receptor beta, which helps with building muscle. Ergo bodybuilding supplies provide a ready to use source of this hormone as ‘beta ecdysterone’ to make swol insects with.

Unfortunately, this hormone turned out to be very tricky to apply, as adding it to their feed like with pyriproxyfen merely resulted in the test subjects losing weight or outright dying. For the next step it would seem that a more controlled exposure method is needed, which may or may not involve some DNA editing. Clearly creating Mothra is a lot harder than just blasting a hapless insect with some random ionizing radiation or toxic chemicals.
Gauromydas heros, the largest true fly alive today. (Credit: Biologoandre)Gauromydas heros, the largest true fly alive today. (Credit: Biologoandre)
A common myth with insect size is that the only reason why they got so big during the Paleozoic was due to the high CO2 content in the atmosphere. This is in fact completely untrue. There is nothing in insect physiology that prevents them from growing much larger, as they even have primitive lungs, as well as a respiratory and circulatory system to support this additional growth. Consequently, even today we got some pretty large insects for this reason, including some humongous flies, like the 7 cm long and 10 cm wingspan Gauromydas heros.

The real reasons appears to be the curse of exoskeletons, which require constant stressful molting and periods of complete vulnerability. In comparison, us endoskeleton-equipped animals have bones that grow along with the muscles and other tissues around them, which ultimately seems to be just the better strategy if you want to grow big. Evolutionary speaking this makes it more attractive for insects and other critters with exoskeletons to stay small and fly under the proverbial radar.

The positive upshot of this is of course that this means that we can totally have dog-sized moths as pets, which surely is what the goal of the upcoming video will be.

youtube.com/embed/D0PjLvlBsWw?…


hackaday.com/2025/12/12/super-…


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⚠️ Attenzione alle truffe: se qualcuno ti chiede di "cambiare temporaneamente" l'indirizzo email del tuo account Mastodon, NON FARLO.

Il truffatore si spaccia per un amministratore di server e chiede agli utenti di cambiare temporaneamente l'indirizzo email del proprio account Mastodon con un indirizzo fornito dal truffatore stesso. Questa è una truffa, non fatelo.

I veri amministratori NON ti chiederanno MAI di farlo.

social.growyourown.services/@F…

@fediverso


⚠️ Scam alert: if anyone ever asks you to "temporarily change" the email address on your Mastodon account, DO NOT DO THIS.

There is currently a scammer posing as a server admin telling people to temporarily change their Mastodon account's email to an address supplied by the scammer. This is a scam, don't do it.

Real admins will NEVER ask you to do this.

You can see examples of this scam in the thread at ohai.social/@redsad/1157080301…

(Thanks @markwyner for the warning about this! 🙏 )

#FediTips


in reply to informapirata ⁂

Puoi vedere esempi di questa truffa nel thread su ohai.social/@redsad/1157080301…

(Grazie a @markwyner per l'avvertimento e grazie a @FediTips per la segnalazione! 🙏)

@fediverso

in reply to informapirata ⁂

Onestamente sono dell'opinione che se uno ci casca un po' se lo merita, una sorta di selezione naturale 🤣

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Emergency fixes deployed by #Google and #Apple after targeted attacks
securityaffairs.com/185628/hac…
#securityaffairs #hacking


Liberating AirPods with Bluetooth Spoofing


Apple’s AirPods can pair with their competitors’ devices and work as basic Bluetooth earbuds, but to no one’s surprise most of their really interesting features are reserved for Apple devices. What is surprising, though, is that simple Bluetooth device ID spoofing unlocks these features, a fact which [Kavish Devar] took advantage of to write LibrePods, an AirPods controller app for Android and Linux.

In particular, LibrePods lets you control noise reduction modes, use ear detection to pause and unpause audio, detect head gestures, reduce volume when the AirPods detect you’re speaking, work as configurable hearing aids, connect to two devices simultaneously, and configure a few other settings. The app needs an audiogram to let them work as hearing aids, and you’ll need an existing audiogram – creating an audiogram requires too much precision. Of particular interest to hackers, the app has a debug mode to send raw Bluetooth packets to the AirPods. Unfortunately, a bug in the Android Bluetooth stack means that LibrePods requires root on most devices.

This isn’t the first time we’ve seen a hack enable hearing aid functionality without official Apple approval. However, while we have some people alter the hardware, AirPorts can’t really be called hacker- or repair-friendly.

Thanks to [spiralbrain] for the tip!


hackaday.com/2025/12/12/libera…


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#Notepad++ fixed updater bugs that allowed malicious update hijacking
securityaffairs.com/185622/hac…
#securityaffairs #hacking

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@GossiTheDog Hi Kevin have you noticed this unusual increase in the number of users connecting to the Tor network in recent months? What is it? Is it C2 malware on the Tor network, or what?


La cyber-formazione esclude il 70% delle persone


Il 70% della popolazione ha un cervello asimmetrico. Solo il 30% possiede quella configurazione cognitiva bilanciata che i manuali di formazione considerano standard. Eppure continuiamo a progettare corsi di security awareness, procedure operative e processi di sicurezza come se tutti ragionassero allo stesso modo.

Il risultato? Un fallimento sistematico che è certificato dai tanti report annuali sull’incidenza degli attacchi (in Italia e nel mondo). Non perché le persone siano stupide o disattente, ma perché stiamo addestrando cervelli che non esistono.

Il mito dell’utente medio


Le aziende spendono milioni in tecnologie di difesa, firewall sofisticati, sistemi di rilevamento delle intrusioni. Poi il ransomware entra dopo un click su un’email di phishing. Come sempre, l’anello debole è additato con vari nomignoli: “utonto”, Layer 8, “ID-10T” (idiota).

Ma il vero problema non è il fattore umano. Il problema è trattare le persone come variabili da standardizzare invece che come ecosistemi cognitivi da comprendere.

Un dipendente con ADHD non fallisce il test di phishing perché è distratto: fallisce perché la sua attenzione funziona diversamente e nessuno ha progettato contenuti adatti al suo cervello. Una persona autistica non ignora le procedure perché è rigida: le ignora perché sono scritte in modo ambiguo e il suo cervello richiede coerenza logica assoluta. Un dislessico non legge male le policy: il suo cervello privilegia informazioni visive e nessuno gliele fornisce.

Almeno il 15-20% dei dipendenti in ogni organizzazione ha qualche forma di neurodivergenza (il 70% secondo lo studio di Greenberg, Warrier, Allison e Baron-Cohen) E la formazione standard li perde sistematicamente.

La catena dell’infezione democratica


Lo stesso malware che ieri bloccava i server di una banca oggi cripta le foto della signora Pina sul suo PC di casa. Come? Con un messaggio WhatsApp dal nipote, la cui moglie lavora in quella banca e che ha preso il virus sul PC aziendale che si è diffuso automaticamente nella rete di casa. E viceversa.

La cybersecurity è profondamente democratica: le minacce non fanno distinzioni tra multinazionali e casalinghe, tra esperti e principianti. Colpiscono l’anello più debole della catena, che quasi sempre è una persona che viene colta in un momento di vulnerabilità cognitiva.

Un attimo di distrazione, un messaggio che arriva nel momento sbagliato, una richiesta urgente che bypassa ogni difesa razionale. E un link che sembra legittimo perché usa esattamente le parole giuste per il tuo profilo cognitivo.

I criminali lo sanno. Usano social engineering, messaggi di urgenza, false autorità, pressione emotiva. E funziona su tutti: dal CEO al parente che non sa distinguere tra un link buono e uno cattivo.

Il gap italiano


L’Italia è agli ultimi posti tra i Paesi UE per competenze digitali di base: solo il 45% degli italiani le possiede secondo l’indice DESI 2025 della Commissione Europea. Un gap che rallenta la diffusione di una cultura della sicurezza che dovrebbe essere educazione civile, come quella stradale o sessuale.

Ma il problema non è solo l’alfabetizzazione digitale. È l’approccio cognitivo. Continuiamo a erogare formazione come se tutti processassero le informazioni allo stesso modo, come se tutti avessero gli stessi punti deboli, come se una soluzione unica potesse proteggere configurazioni mentali diverse.

Le aziende più avanzate lo hanno capito e stanno investendo in programmi di security awareness che coinvolgono non solo i dipendenti, ma anche le loro famiglie. Perché hanno compreso che la sicurezza non si ferma al perimetro aziendale: viaggia attraverso le connessioni umane, i dispositivi e le reti personali, le abitudini domestiche.

Verso una difesa cognitivamente inclusiva


La soluzione non è fare più formazione. È fare formazione diversa. Progettata per cervelli reali, non per l’utente medio che non esiste.

Significa profilare cognitivamente le persone: capire come processano informazioni, quali sono le loro vulnerabilità specifiche, quali leve cognitive funzionano su di loro. Non per manipolarle, ma per proteggerle efficacemente.

Significa usare formati diversi per configurazioni cognitive diverse: video brevi per ADHD, procedure dettagliate e logiche per autistici, infografiche e mappe visive per dislessici. Non un corso unico per tutti, ma percorsi adattivi.

Significa applicare il principio “zero trust” anche alle persone: non fidarsi delle buone intenzioni, verificare costantemente i comportamenti, rimediare rapidamente quando qualcuno devia dal protocollo.

Significa trattare la vulnerabilità umana come si tratta la vulnerabilità tecnologica: assessment continuo, prioritizzazione del rischio, patching comportamentale, monitoraggio degli indicatori.

Il fattore umano come risorsa


La cybersecurity deve spostarsi da silos tecnologici isolati a una visione integrata che consideri come il comportamento umano dentro e fuori dall’ufficio influisca direttamente sulla protezione aziendale.

E deve smettere di vedere la diversità cognitiva come problema. Un team con membri neurodivergenti vede vulnerabilità che un team omogeneo ignora. Ma solo se i processi sono progettati per usare il cervello che hanno, non per forzarli ad adattarsi a un modello che non gli appartiene.

La domanda non è più “come addestriamo meglio le persone?”. La domanda è “come progettiamo sistemi di difesa che funzionano su cervelli reali?”.

Se vuoi approfondire come trasformare il fattore umano da vulnerabilità a risorsa attraverso modelli di security awareness cognitivamente inclusivi, il libroCYBERCOGNITIVISMO 2.0 – Manipolazione, Persuasione e Difesa Digitale(in arrivo su Amazon) propone framework operativi per gestire la vulnerabilità cognitiva come si gestisce il rischio tecnologico: con assessment, profiling, remediation e monitoraggio continuo.

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Hidden Camera Build Proves You Can’t Trust Walnuts


Typically, if you happened across a walnut lying about, you might consider eating it or throwing it to a friendly squirrel. However, as [Penguin DIY] demonstrates, it’s perfectly possible to turn the humble nut into a clandestine surveillance device. It turns out the walnut worriers were right all along.

The build starts by splitting and hollowing out the walnut. From there, small holes are machined into the mating faces of the walnut, into which [Penguin DIY] glues small neodymium magnets. These allow the walnut to be opened and snapped shut as desired, while remaining indistinguishable from a regular walnut at a distance.

The walnut shell is loaded with nine tiny lithium-polymer cells, for a total of 270 mAh of battery capacity at 3.7 volts. Charging the cells is achieved via a deadbugged TP4056 charge module to save space, with power supplied via a USB C port. Holes are machined in the walnut shell for the USB C port as well as the camera lens, though one imagines the former could have been hidden purely inside for a stealthier look. The camera itself appears to be an all-in-one module with a transmitter built in, with the antenna installed in the top half of the walnut shell and connected via pogo pins. The video signal can be picked up at a distance via a receiver hooked up to a smart phone. No word on longevity, but the included batteries would probably provide an hour or two of transmission over short ranges if you’re lucky.

If you have a walnut tree in your backyard, please do not email us about your conspiracy theories that they are watching you. We get those more than you might think, and they are always upsetting to read. If, however, you’re interested in surveillance devices, we’ve featured projects built for detecting them before with varying levels of success. Video after the break.

youtube.com/embed/j0rs7ny2t8A?…


hackaday.com/2025/12/12/hidden…

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NEW: Google and Apple have fixed zero-days that the two companies said were being exploited in the wild.

There are no details about these attacks, but usually when this happens, there's a goverment using spyware behind it. Hopefully we will get the full story soon.

techcrunch.com/2025/12/12/goog…



Esce Kali Linux 2025.4! Miglioramenti e Novità nella Distribuzione per la Sicurezza Informatica


La recente edizione 2025.4 di Kali Linux è stata messa a disposizione del pubblico, introducendo significative migliorie per quanto riguarda gli ambienti desktop GNOME, KDE e Xfce. D’ora in poi, Wayland sarà il sistema di gestione delle finestre utilizzato di default, rappresentando un’importante novità rispetto alle precedenti versioni.

L’aggiornamento più recente trae spunto dalla versione precedente 2025.3 di settembre e vanta esperienze desktop perfezionate, un supporto guest VM potenziato in Wayland nonché una gamma di nuovi strumenti per la sicurezza offensiva.

Aggiornamenti dell’ambiente desktop


È importante sottolineare che GNOME ha abbandonato completamente il supporto per X11, spingendo Kali ad adottare Wayland come unico server Windows. Gli sviluppatori di Kali descrivono il passaggio come un’operazione fluida, grazie a test approfonditi e configurazioni aggiuntive per gli ambienti di macchine virtuali.

Tutti e tre gli ambienti desktop supportati, GNOME, KDE Plasma e Xfce, hanno ricevuto notevole attenzione. GNOME 49 introduce un’interfaccia più coerente e reattiva. Tra le modifiche più significative, una nuova categorizzazione degli strumenti nella griglia delle app, allineata alla tradizionale struttura del menu di Kali. Il lettore video Totem è stato sostituito con l’app più leggera Showtime e le scorciatoie da tastiera a lungo richieste per l’avvio dei terminali (Ctrl+Alt+T / Win+T) sono ora attive su tutti i desktop GNOME.

In Xfce, che rimane il desktop predefinito di Kali, è stato aggiunto un nuovo sistema di gestione dei colori, che finalmente raggiunge la parità con la personalizzazione visiva di GNOME e KDE. Gli utenti possono ora modificare i temi delle icone, i colori GTK/Qt e le decorazioni delle finestre tramite lo strumento Aspetto di Xfce e le utilità qt5ct / qt6ct.

Nuovi strumenti


Sono stati introdotti tre nuovi strumenti nei repository di Kali:

  1. bpf-linker – Un semplice linker statico per programmi BPF (Berkeley Packet Filter).
  2. evil-winrm-py – Una riscrittura in Python di Evil-WinRM, che consente l’esecuzione di comandi su macchine Windows remote tramite WinRM.
  3. hexstrike-ai – Un server MCP che facilita l’esecuzione autonoma di strumenti da parte di agenti di intelligenza artificiale.

Oltre agli aggiornamenti della toolchain, Kali Linux ha aggiornato il suo kernel alla versione 6.16, garantendo la compatibilità con nuovi hardware e funzionalità.

Supporto guest Wayland e VM completamente funzionante


Kali 2025.4 segna una pietra miliare nella transizione a Wayland, che ha sostituito X11 in tutta la distribuzione. Mentre GNOME ora impone ufficialmente sessioni esclusivamente basate su Wayland, Kali distribuiva Wayland di default per KDE già dalla versione 2023.1.

Uno dei principali ostacoli a un’adozione più ampia di Wayland è stato il supporto incompleto per le utilità guest delle VM, in particolare la condivisione degli appunti e il ridimensionamento dinamico delle finestre. Gli sviluppatori di Kali segnalano di aver risolto questi problemi in questa versione. Le installazioni virtualizzate di Kali su VirtualBox, VMware e QEMU offrono ora il supporto completo per l’aggiunta di VM guest su Wayland, allineandosi all’esperienza X11.

Altri aggiornamenti


La piattaforma NetHunter per Android ha ricevuto diversi aggiornamenti, tra cui il supporto anticipato ad Android 16 per le varianti Samsung Galaxy S10, OnePlus Nord e dispositivi Xiaomi Mi 9. Il terminale NetHunter è ora di nuovo funzionante, con supporto per la modalità interattiva Magisk, che garantisce una migliore stabilità della sessione.

Lo strumento di phishing Wifipumpkin3 è stato aggiornato con nuovi modelli per piattaforme comuni come Instagram, iCloud e Snapchat, ed è in fase di sperimentazione un nuovo terminale in-app (versione alpha).

Chi fosse interessato a provare Kali Linux 2025.4 può scaricarlo da qui . A causa delle limitazioni di Cloudflare CDN sulle dimensioni dei file (~5 GB) e del costante aumento del peso e della complessità dei pacchetti, l’immagine Live ISO è ora disponibile solo tramite BitTorrent.

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Attacco informatico ai server del Ministero dell’Interno Francese


I server di posta elettronica del Ministero dell’Interno in Francia sono stati presi di mira da un attacco informatico. L’hacker è riuscito ad accedere a “diversi file”, ma al momento non è stata rilevata alcuna “grave compromissione”.

La notizia, rivelata da BFMTV , è stata confermata dal Ministro dell’Interno Laurent Nuñez alla radio RTL.

C’è stato un attacco informatico“, ha affermato. “Un aggressore è riuscito ad accedere a diversi file “. La natura e il numero dei file coinvolti non sono ancora noti, secondo Laurent Nuñez, che ha specificato di non avere “tracce di compromissione grave” in questa fase.

Sono state implementate procedure di sicurezza standard e il livello di sicurezza è stato rafforzato, in particolare per quanto riguarda l’accesso al sistema informativo per tutti i dipendenti pubblici, che è stato rafforzato. Ciò include l’introduzione di un’analisi proattiva dei server e delle caselle di posta elettronica e l’implementazione sistematica dell’autenticazione a due fattori, secondo il Ministero dell’Interno.

Parallelamente, è stata presentata una segnalazione al procuratore generale Laure Beccuau. È in corso un’indagine giudiziaria.

Al momento non si prospetta alcuna ipotesi. “Esistono diverse motivazioni per un attacco informatico: a volte può trattarsi di interferenze straniere, di persone che vogliono sfidare le autorità pubbliche per dimostrare di essere in grado di accedere ai sistemi, e di reati informatici. Per ora, non sappiamo di cosa si tratti “, ha spiegato il ministro.

Alla domanda sulla possibilità di una violazione dei dati su larga scala, Laurent Nuñez ha assicurato che ” è stato predisposto tutto per impedirlo ” e per ” rafforzare immediatamente il sistema “.

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Attacco informatico ai server del Ministero dell’Interno Francese

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Rats Get even Better at Playing DOOM


rat playing doom

We all know that you can play DOOM on nearly anything, but what about the lesser known work being done to let other species get in on the action? For ages now, our rodent friends haven’t been able to play the 1993 masterpiece, but [Viktor Tóth] and colleagues have been working hard to fix this unfortunate oversight.

If you’ve got the feeling this isn’t the first time you’ve read about rats attempting to slay demons, it’s probably because [Victor] has been working on this mission for years now — with a previous attempt succeeding in allowing rats to navigate the DOOM landscape. Getting the rodents to actually play through the game properly has proved slightly more difficult, however.

Diagram of screen in front of rat playing doom

Improving on the previous attempt, V2 has the capability to allow rats to traverse through levels, be immersed in the virtual world with a panoramic screen, and take out enemies. Rewards are given to successful behaviors in the form of sugar water through a solenoid powered dispenser.

While this current system looks promising, the rats haven’t gotten too far though the game due to time constraints. But they’ve managed to travel through the levels and shoot, which is still pretty impressive for rodents.

DOOM has been an indicator of just how far we can take technology for decades. While this particular project has taken the meme into a slightly different direction, there are always surprises. You can even play DOOM in KiCad when you’re tired of using it to design PCBs.


hackaday.com/2025/12/12/rats-g…


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Cosa fare con i tuoi social se vuoi andare negli Stati Uniti: la guida per i nuovi controlli

Gli Stati Uniti puntano a controlli sempre più capillari sui profili digitali dei viaggiatori. Tra social, email e dispositivi elettronici, partire per gli USA potrebbe richiedere una vera pulizia della propria identità online.

fanpage.it/innovazione/tecnolo…

@informatica

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in reply to informapirata ⁂

cioe', da quello che capisco, in entrata negli Usa ti controllano tutta la tua attivita' sui vari social? Ed in base a cosa ti potrebbero impedire di entrare ? Un like ? Un post o un commento irrispettoso su Trump, oppure un invito a compiere un atto terroristico ?E quanto tempo un viaggiatore dovrebbere rimanere in attesa in aeroporto, considerati i milioni di viaggiatori che arrivano negli States ?Facciamo una cosa, ci vediamo ( forse) tra 4 anni 😉😂

informapirata ⁂ reshared this.

in reply to luigi papale

@ginopap Penso che ti chiedano i vari account prima del viaggio, così poi ti danno l'ok per prendere l'aereo senza farti perdere tempo

informapirata ⁂ reshared this.

in reply to Mikkaels

@mikkaels @ginopap prendono in considerazione anche mastodon o il solo fatto di avere un social non allineato è motivo di esclusione?


Review: Cherry G84-4100 Keyboard


The choice of a good keyboard is something which consumes a lot of time for many Hackaday readers, judging by the number of custom input device projects which make it to these pages. I live by my keyboard as a writer, but I have to admit that I’ve never joined in on the special keyboard front; for me it’s been a peripheral rather than an obsession. But I’m hard on keyboards, I type enough that I wear them out. For the last five years my Hackaday articles have come via a USB Thinkpad keyboard complete with the little red stick pointing device, but its keys have started parting company with their switches so it’s time for a replacement.

I Don’t Want The Blackpool Illuminations

A picture of the Blackpool illuminations at night against a dark sky.Is it a gamer’s keyboard, or the Blackpool seafront at night? I can’t tell any more. Mark S Jobling, Public domain.
For a non keyboard savant peering over the edge, this can be a confusing choice. There’s much obsessing about different types of mechanical switch, and for some reason I can’t quite fathom, an unreasonable number of LEDs.

I don’t want my keyboard to look like the Blackpool Illuminations (translation for Americans: Las Vegas strip), I just want to type on the damn thing. More to the point, many of these “special” keyboards carry prices out of proportion to their utility, and it’s hard to escape the feeling that like the thousand quid stereo the spotty kid puts in his Opel Corsa, you’re being asked to pay just for bragging rights.

Narrowing down my needs then, I don’t need any gimmicks, I just need a small footprint keyboard that’s mechanically robust enough to survive years of my bashing out Hackaday articles on it. I’m prepared to pay good money for that.

The ‘board I settled upon is probably one of the most unglamorous decent quality keyboards on the market. The Cherry G84-4100 is sold to people in industry who need a keyboard that fits in a small space, and I’ve used one to the deafening roar of a cooling system in a data centre rack. It’s promising territory for a Hackaday scribe. I ordered mine from the Cherry website, and it cost me just under £70 (about $93), with the postage being extra. It’s available with a range of different keymaps, and I ordered the UK one. In due course the package arrived, a slim cardboard box devoid of consumer branding, inside of which was the keyboard, a USB-to-PS/2 adaptor, and a folded paper manual. I’m using it on a USB machine so the adaptor went in my hoard, but I’m pleased to be able to use this with older machines when necessary.

Hello My Old Data Centre Friend

The 1, 2, and 3 keys on a UK keyboard.It’s not shift-3 for the £ sign that’s important, but shift-2 for the quote. You have no idea how annoying not having that is on an international layout.
For my money, I got a keyboard described as “compact”, or 75%. It’s 282 by 132 by 26 mm in size, which means it takes up a little less space than the Thinkpad one it replaces, something of a win to my mind. It doesn’t have a numeric keypad, but I don’t need that. The switches are Cherry mechanical ones rather than the knock-offs you’ll find on so many competitors, and they have something of the mechanical sound but not the racket of an IBM buckled spring key switch. Cherry claim they’re good for 20 million activations, so even I shouldn’t wear them out.

The keymap is of course the standard UK one I’m used to, but what makes or breaks a ‘board like this one is how they arrange the other keys. I really like that their control key is in the bottom left hand corner rather than as in so many others, the function key, but I am taking a little while to get used to the insert and delete keys being to the left of the arrow keys in the bottom right hand corner. Otherwise my muscle memory isn’t being taxed too much by it.

There are a couple of little feet at the back underneath that can be flipped up to raise the ‘board at an angle. Since after years of typing the heel of my hand becomes inflamed if I rest it on the surface I elevate my wrist by about an inch with a rest, thus I use the keyboard tilt. I’ve been typing with the Cherry for a few weeks now, and it remains comfortable.

The Cherry G84-4100 then. It’s not a “special” keyboard in any way, in fact its about as utilitarian as it gets in a peripheral. But for me a keyboard is a tool, and just like my Vernier caliper or my screwdrivers I demand that it does its job repeatably and flawlessly for many years to come. So its unglamorous nature is its strength, because I’ve paid for the engineering which underlies it rather than the bells and whistles that adorn some others. Without realising it you’ll be seeing a lot of this peripheral in my work over the coming years.


hackaday.com/2025/12/12/review…



Hackaday Podcast Episode 349: Clocks, AI, and a New 3D Printer Guy


Hackaday Editors Elliot Williams and Al Williams met up to cover the best of Hackaday this week, and they want you to listen in. There were a hodgepodge of hacks this week, ranging from home automation with RF, volumetric displays in glass, and some crazy clocks, too.

Ever see a typewriter that uses an ink pen? Elliot and Al hadn’t either. Want time on a supercomputer? It isn’t free, but it is pretty cheap these days. Finally, the guys discussed how to focus on a project like Dan Maloney, who finally got a 3D printer, and talked about Maya Posch’s take on LLM intelligence.

Check out the links below if you want to follow along, and as always, tell us what you think about this episode in the comments!

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Download the human-generated podcast in mostly mono, but sometimes stereo, MP3.

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Banca dati IRS con 18 milioni di record 401(k) in vendita nel dark web


Una presunta banca dati contenente informazioni sensibili su 18 milioni di cittadini statunitensi over 65 è apparsa in vendita su un noto forum del dark web.

L’inserzionista, che usa lo pseudonimo “Frenshyny”, sostiene di aver sottratto i dati direttamente dal portale governativo irs.gov, che gestisce, tra le altre cose, documentazione fiscale e informazioni sui piani pensionistici 401(k).

Disclaimer: Questo rapporto include screenshot e/o testo tratti da fonti pubblicamente accessibili. Le informazioni fornite hanno esclusivamente finalità di intelligence sulle minacce e di sensibilizzazione sui rischi di cybersecurity. Red Hot Cyber condanna qualsiasi accesso non autorizzato, diffusione impropria o utilizzo illecito di tali dati. Al momento, non è possibile verificare in modo indipendente l’autenticità delle informazioni riportate, poiché l’organizzazione coinvolta non ha ancora rilasciato un comunicato ufficiale sul proprio sito web. Di conseguenza, questo articolo deve essere considerato esclusivamente a scopo informativo e di intelligence.

Cosa conterrebbe il database


L’annuncio elenca una quantità impressionante di dati personali, indicati come:

  • Nome e cognome
  • Età
  • Stato e città
  • Indirizzo
  • Codice postale
  • Numero di telefono
  • Email

Si tratterebbe, secondo il venditore, di informazioni relative ai beneficiari dei 401(k) Benefit Funds, il celebre piano di risparmio previdenziale statunitense attivo dagli anni ’80.

La quantità – 18 milioni di record – suggerisce una compromissione estremamente ampia, che se confermata implicherebbe il più grande data breach mai registrato sul sistema pensionistico privato statunitense.

Il contesto del forum


L’annuncio è pubblicato in una sezione dedicata alla vendita di database rubati. Il venditore si presenta come membro “V.I.P.” del forum, sottolineando una certa reputazione nella community e offrendo la possibilità di contattarlo su Telegram per “prove e prezzi”.

Il post contiene inoltre una lunga descrizione del funzionamento dei piani 401(k), probabilmente inserita per rendere più credibile la provenienza dei dati.

Perché questo leak sarebbe estremamente pericoloso


Se autentico, un database di tale portata esporrebbe milioni di cittadini anziani a:

  • Frodi finanziarie su larga scala, incluse truffe relative alla previdenza.
  • Furti d’identità, grazie al pacchetto completo di informazioni personali.
  • Attacchi di social engineering mirati, particolarmente efficaci su persone più vulnerabili.
  • Accesso fraudolento a conti o servizi collegati ai piani pensionistici.

Gli over 65 sono tra i bersagli preferiti dei criminali informatici, e possedere dati verificati li rende estremamente appetibili per campagne fraudolente.

Un nuovo segnale del boom del cyber-crimine finanziario


L’apparizione di questo presunto database conferma una tendenza ormai consolidata: il settore finanziario e previdenziale è diventato uno dei principali target per i threat actors.

Dati come quelli contenuti nei registri pensionistici, infatti, hanno un valore particolarmente alto nei mercati clandestini.

Se verificata, questa vendita rappresenterebbe l’ennesimo colpo alla sicurezza dei sistemi governativi statunitensi e un rischio enorme per milioni di pensionati.

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Weird Email Appliance Becomes AI Terminal


The Landel Mailbug was a weird little thing. It combined a keyboard and a simple text display, and was intended to be a low-distraction method for checking your email. [CiferTech] decided to repurpose it, though, turning it into an AI console instead.

The first job was to crack the device open and figure out how to interface with the keyboard. The design was conventional, so reading the rows and columns of the key matrix was a cinch. [CiferTech] used PCF8574 IO expanders to make it easy to read the matrix with an ESP32 microcontroller over I2C. The ESP32 is paired with a small audio output module to allow it to run a text-to-speech system, and a character display to replace the original from the Mailbug itself. It uses its WiFi connection to query the ChatGPT API. Thus, when the user enters a query, the ESP32 runs it by ChatGPT, and then displays the output on the screen while also speaking it aloud.

[CiferTech] notes the build was inspired by AI terminals in retro movies, though we’re not sure what specifically it might be referencing. In any case, it does look retro and it does let you speak to a computer being, of a sort, so the job has been done. Overall, though, the build shows that you can build something clean and functional just by reusing and interfacing a well-built commercial product.

youtube.com/embed/pRIfY21PpyI?…


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Amnesty sbarca nel Dark Web: ecco perché ha aperto il suo sito .onion


Amnesty International ha attivato un proprio sito accessibile tramite dominio .onion sulla rete Tor, offrendo così un nuovo canale sicuro per consultare informazioni e ricerche dell’organizzazione. L’iniziativa, lanciata ufficialmente nel dicembre 2023, nasce dall’esigenza di garantire accesso ai contenuti anche in quei Paesi dove il sito principale viene oscurato o pesantemente monitorato.

La decisione arriva in un contesto globale segnato da crescenti restrizioni digitali. In Stati come Russia, Iran e Cina, l’intero portale di Amnesty International risulta bloccato, impedendo ai cittadini di informarsi liberamente sulle violazioni dei diritti umani. In diverse altre regioni, invece, la navigazione è esposta a sorveglianza governativa, con rischi diretti per attivisti, giornalisti e dissidenti.

Tor, acronimo di The Onion Router, rappresenta uno strumento fondamentale per aggirare queste limitazioni. La rete utilizza una serie di relay gestiti da volontari e applica più livelli di crittografia, rendendo estremamente difficile risalire all’indirizzo IP dell’utente. Questo sistema consente un livello di anonimato più elevato rispetto alla navigazione tradizionale.

Nei browser comuni, l’accesso a un sito avviene tramite DNS e connessioni dirette al server, un processo che espone gli utenti al tracciamento del loro indirizzo IP. Questo elemento, paragonabile all’indirizzo di ritorno di una lettera postale, può essere utilizzato per mappare le attività digitali di una persona senza che ne abbia consapevolezza.

Il browser Tor, invece, inoltra i dati attraverso una catena di nodi distribuiti, mascherando la vera origine del traffico. Quando si accede a un dominio .onion, la comunicazione non abbandona mai la rete Tor e beneficia di una crittografia end-to-end, riducendo ulteriormente i rischi di intercettazione o identificazione.

Amnesty International ha scelto questa infrastruttura proprio per proteggere gli utenti che consultano materiali sensibili relativi a denunce, indagini e campagne sui diritti umani. L’obiettivo è permettere l’accesso a informazioni indipendenti anche in contesti autoritari, senza che chi naviga sia costretto a esporre la propria identità digitale.

La necessità di strumenti come Tor è emersa in modo ancora più evidente dopo indagini come il Project Pegasus del 2021, in cui Amnesty ha documentato l’uso dello spyware della società NSO Group per monitorare fino a 50.000 dispositivi mobili. Tecnologie di questo tipo, utilizzate da governi di varie nazionalità, hanno colpito attivisti, avvocati, giornalisti e oppositori politici.

In un’epoca segnata da sorveglianza avanzata e censura mirata, l’apertura del sito .onion di Amnesty International si inserisce in una più ampia strategia di difesa della libertà digitale. Fornire accesso sicuro ai contenuti è un passo concreto per permettere alle persone di informarsi senza mettere a rischio la propria privacy o la propria sicurezza personale.

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Amnesty sbarca nel Dark Web: ecco perché ha aperto il suo sito .onion

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#redhotcyber #news #amnestyinternational #reteTor #accessoanonimo #contenutisicuri #restrizionidigitali

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This Week in Security: Hornet, Gogs, and Blinkenlights


Microsoft has published a patch-set for the Linux kernel, proposing the Hornet Linux Security Module (LSM). If you haven’t been keeping up with the kernel contributor scoreboard, Microsoft is #11 at time of writing and that might surprise you. The reality is that Microsoft’s biggest source of revenue is their cloud offering, and Azure is over half Linux, so Microsoft really is incentivized to make Linux better.

The Hornet LSM is all about more secure eBPF programs, which requires another aside: What is eBPF? First implemented in the Berkeley Packet Filter, it’s a virtual machine in the kernel, that allows executing programs in kernel space. It was quickly realized that this ability to run a script in kernel space was useful for far more than just filtering packets, and the extended Berkeley Packet Filter was born. eBPF is now used for load balancing, system auditing, security and intrusion detection, and lots more.

This unique ability to load scripts from user space into kernel space has made eBPF useful for malware and spyware applications, too. There is already a signature scheme to restrict eBPF programs, but Hornet allows for stricter checks and auditing. The patch is considered a Request For Comments (RFC), and points out that this existing protection may be subject to Time Of Check / Time Of Use (TOCTOU) attacks. It remains to be seen whether Hornet passes muster and lands in the upstream kernel.

Patch Tuesday


Linux obviously isn’t the only ongoing concern for Microsoft, and it’s the time of month to talk about patch Tuesday. There are 57 fixes that are considered vulnerabilities, and additional changes that are just classified internally as bug fixes. There were three of those vulnerabilities that were publicly known before the fix, and one of those was known to be actively used in attacks in the wild.

CVE-2025-62221 was an escalation of privilege flaw in the Windows Cloud Files Mini Filter Driver. In Windows, a minifilter is a kernel driver that attach to the file system software, to monitor or modify file operations. This flaw was a use-after-free that allowed a lesser-privileged attacker to gain SYSTEM privileges.

Gogs


Researchers at Wiz found an active exploitation campaign that uses CVE-2025-8110, a previously unknown vulnerability in Gogs. The GO Git Service, hence the name, is a self-hosted GitHub/GitLab alternative written in Go. It’s reasonably popular, with 1,400 of them exposed to the Internet.

The vulnerability was a bypass of CVE-2024-55947, a path traversal vulnerability that allowed a malicious user to upload files to arbitrary locations. That was fixed with Gogs 0.13.1, but the fix failed to account for symbolic links (symlinks). Namely, as far as the git protocol is concerned, symlinks are completely legal. The path traversal checking doesn’t check for symlinks during normal git access, so a symlink pointing outside the repository can easily be created. And then the HTTPS file API can be used to upload a file to that symlink, again allowing for arbitrary writes.

The active exploitation on this vulnerability is particularly widespread. Of the 1400 Gogs instances on the Internet, over 700 show signs of compromise, in the form of new repositories with randomized names. It’s possible that even more instances have been compromised, and the signs have been covered. The attack added a symlink to .git/config, and then overwriting that file with a new config that defines the sshCommand setting. After exploitation, a Supershell malware was installed, establishing ongoing remote control.

The most troubling element of this story is that the vulnerability was first discovered in the wild back in July and was reported to the Gogs project at that time. As of December 11, the vulnerability has not been fixed or acknowledged. After five months of exploitation without a patch, it seems time to acknowledge that Gogs is effectively unmaintained. There are a couple of active forks that don’t seem to be vulnerable to this attack; time to migrate.

Blinkenlights


There’s an old story I always considered apocryphal, that data could be extracted from the blinking lights of network equipment, leading to a few ISPs to boast that they covered all their LEDs with tape for security. While there may have been a bit of truth to that idea, it definitely served as inspiration for [Damien Cauquil] at Quarkslab, reverse engineering a very cheap smart watch.

The watches were €11.99 last Christmas, and a price point that cheap tickles the curiosity of nearly any hacker. What’s on the inside? What does the firmware look like? The micro-controller was by the JieLi brand, and it’s a bit obscure, with no good way to pull the firmware back off. With no leads there, [Damien] turned to the Android app and the Bluetooth Low Energy connection. One of the functions of the app is uploading custom watch dials. Which of course had to be tested by creating a custom watch face featuring a certain Rick Astley.

But those custom watch faces have a quirk. The format internally uses byte offsets, and the watch doesn’t check for that offset to be out of bounds. A ridiculous scheme was concocted to abuse this memory leak to push firmware bytes out as pixel data. It took a Raspberry Pi Pico sniffing the SPI bus to actually recover those bytes, but it worked! Quite the epic hack.

Bits and Bytes


Libpng has an out of bounds read vulnerability, that was just fixed in 1.6.52. What’s weird about this one is that the vulnerability is can be triggered by completely legitimate PNG images. The good news is that is vulnerability only effects the simplified API, so not every user of libpng is in the blast radius.

And finally, Google has pushed out an out-of-band update to Chrome, fixing a vulnerability that is being exploited in the wild. The Hacker News managed to connect the bug ID to a pull request in the LibANGLE library, a translation layer between OpenGL US calls into Direct3D, Vulkan, and Metal. The details there suggests the flaw is limited to the macOS platform, as the fix is in the metal renderer. Regardless, time to update!


hackaday.com/2025/12/12/this-w…

#11


Linux Foundation crea l’AAIF: la nuova cabina di regia dell’Intelligenza Artificiale globale?


La costituzione dell’Agentic AI Foundation (AAIF), un fondo dedicato sotto l’egida della Linux Foundation, è stata annunciata congiuntamente da varie aziende che dominano nel campo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale.

Con la costituzione dell’AAIF, Anthropic ha annunciato la donazione del protocollo MCP alla Linux Foundation, un’organizzazione no-profit impegnata a promuovere ecosistemi open source sostenibili attraverso una governance neutrale, lo sviluppo della comunità e infrastrutture condivise. L’AAIF opererà come un fondo vincolato all’interno della Linux Foundation.

Tra i membri che ne fanno parte fin dalla sua fondazione vi sono Anthropic, OpenAI e Block, con l’ulteriore sostegno di Google, Microsoft, AWS, Cloudflare, Docker e Bloomberg.

Originariamente concepito da Anthropic, il protocollo MCP è stato ideato per mettere in comunicazione tra loro diverse applicazioni e permettere l’estrazione di dati dalle stesse.

Subito dopo la sua uscita, OpenAI e Google lo hanno adottato senza esitazioni. Da quel momento, il suo sviluppo ha subito un’accelerazione repentina, permettendo una gestione armonica di svariati strumenti e, al tempo stesso, una riduzione della latenza nei processi di lavoro complessi degli agenti.

Il portfolio iniziale della fondazione include anche AGENTS.md di OpenAI e il progetto Goose di Block, entrambi donati all’AAIF.

La fondazione ne supervisionerà il funzionamento e il coordinamento futuri, garantendo che queste iniziative rimangano in linea con i principi di neutralità tecnica, apertura e gestione della comunità, promuovendo così l’innovazione nell’intero ecosistema dell’IA.

Anthropic ha sottolineato che questa transizione non modificherà il modello di governance del protocollo MCP. I responsabili del progetto continueranno a dare priorità al feedback della community e a processi decisionali trasparenti, sottolineando l’impegno di Anthropic nel preservare MCP come standard aperto e indipendente dai fornitori.

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Disney concede a ad OpenAI l’utilizzo di 200 personaggi per generare video


Disney investirà 1 miliardo di dollari in OpenAI e concederà ufficialmente in licenza i suoi personaggi per l’utilizzo nel suo generatore video Sora. L’accordo arriva nel bel mezzo di un acceso dibattito a Hollywood su come il rapido progresso dell’intelligenza artificiale stia cambiando l’industria dell’intrattenimento e incidendo sui diritti dei creatori di contenuti.

In base all’accordo di licenza triennale, gli utenti di Sora potranno creare brevi video per i social media con oltre 200 personaggi degli universi Disney, Marvel, Pixar e Star Wars. Tuttavia, i termini dell’accordo stabiliscono specifiche restrizioni: le immagini e le voci degli attori associati a questi franchise non saranno utilizzate.

Si tratta del passo più significativo di OpenAI verso Hollywood dopo il controverso lancio di Sora e una serie di lamentele sul suo strumento di video generativo. Il servizio si è già trovato al centro di polemiche per possibili violazioni del copyright e per la comparsa di video con personaggi famosi in immagini provocatorie e offensive.

Le immagini razziste di Martin Luther King Jr. e l’uso di Malcolm X, che sua figlia ha definito doloroso e irrispettoso, hanno suscitato particolare polemica, spingendo l’azienda a iniziare a limitare più severamente tali richieste.

Anche la Disney stessa protegge attivamente la propria proprietà intellettuale dall’uso incontrollato nei servizi generativi. In autunno, l’azienda ha presentato una severa richiesta di risarcimento contro Character.AI, accusandola di violazione del copyright a causa di chatbot basati sui personaggi Disney.

Successivamente, secondo pubblicazioni di settore, gli avvocati della Disney hanno chiesto a Google di cessare di utilizzare i personaggi dello studio nei suoi sistemi di intelligenza artificiale. Il nuovo contratto con OpenAI mira a rendere lo sviluppo dei personaggi una questione contrattuale e gestibile.

Bob Iger, CEO di Disney, ha presentato la collaborazione come un modo per combinare le storie riconoscibili dell’azienda con le capacità dell’intelligenza artificiale generativa e ampliare i formati narrativi, preservando al contempo la protezione dei creatori e delle loro opere. Sam Altman, CEO di OpenAI, da parte sua, ha promosso l’accordo come un esempio di come le aziende tecnologiche e l’industria dell’intrattenimento possano costruire una partnership più responsabile, che bilanci l’innovazione con il rispetto del lavoro creativo e delle leggi sul copyright.

Disney non si limiterà a concedere in licenza i personaggi di Sora e diventerà un importante cliente di OpenAI. L’azienda prevede di utilizzare le API di OpenAI per creare nuovi prodotti digitali e strumenti interni, nonché di distribuire ChatGPT ai dipendenti. Una sezione separata di video generati dagli utenti creati in Sora apparirà nel catalogo del servizio Disney+, rafforzando l’integrazione dei video generativi nell’ecosistema della holding multimediale.

L’accordo dimostra come un importante studio e uno sviluppatore di intelligenza artificiale stiano cercando di stabilire nuove regole del gioco in un momento in cui sceneggiatori, attori, artisti degli effetti visivi e altri operatori del mercato protestano contro la sostituzione del lavoro umano con algoritmi e l’uso del loro aspetto e delle loro sembianze senza consenso.

In questo contesto, l’accordo tra Disney e OpenAI sta diventando un banco di prova per verificare se sia possibile conciliare i vantaggi commerciali dell’intelligenza artificiale con reali garanzie per i creatori di contenuti.

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NEW: A flaw in the website of Hama Film, a photo booth maker with presence in Australia, UAE and the U.S., exposes pictures and videos of its customers.

Security researcher alerted the company last month, no answer. We reached out to the company a few times, no answer.

techcrunch.com/2025/12/12/flaw…

Questa voce è stata modificata (17 ore fa)

Cybersecurity & cyberwarfare ha ricondiviso questo.


Linux Foundation crea l’AAIF: la nuova cabina di regia dell’Intelligenza Artificiale globale?

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Disney concede a ad OpenAI l’utilizzo di 200 personaggi per generare video

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#redhotcyber #news #disney #openai #intelligenzaartificiale #soravideo #marvel #pixar #starwars


Cybersecurity & cyberwarfare ha ricondiviso questo.


"Germany has accused Russia of a cyber-attack on air traffic control and attempted electoral interference, and summoned the Russian ambassador. "

bbc.com/news/articles/cvgrrnyl…

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Il ruolo decisivo di Israele per l’innovazione tecnologica globale


Il 7 dicembre, parlando a margine dell’incontro con il cancelliere tedesco Friedrich Merz a Gerusalemme, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso una chiara visione circa la dottrina strategica di Tel Aviv rivendicando che in un’epoca di profonda innovazione tecnologica “possiamo guidare questo processo e diventare non una potenza secondaria, ma una potenza primaria”.

Benjamin Netanyahu declares that Israel will have total sovereign control from the Jordan River to the Mediterranean Sea as the nation rises from a secondary power to a primary one.

He says Israel is entering a “new age,” claiming the country is on the cusp of an era where… pic.twitter.com/se3Gx1Ennh
— Shadow of Ezra (@ShadowofEzra) December 7, 2025

Netanyahu ha ragione. La prospettiva strategica di Israele è questa ed è proprio il dato della vitalità tecnologica dell’ecosistema dello Stato Ebraico a rendere Tel Aviv così influente agli occhi del campo occidentale e la sua alleanza, molto spesso, irrinunciabile per diversi attori. Molto noti sono i casi del cyber e delle tecnologie ad esse collegate, ben evidenti in occasione dell’operazione condotta a settembre 2024 con i cercapersone esplosivi contro Hezbollah in Libano o della raccolta informativa che ha preparato gli attacchi d’apertura della guerra all’Iran del giugno scorso.

Il boom del cyber di Israele


Uno scenario, questo, molto noto anche in occasione dei diversi scandali di spionaggio che in Occidente hanno riguardato spyware israeliani e che in Italia hanno portato a interrogativi profondi circa la reale sovranità tecnologica del Paese. Israele vede, peraltro, la guerra in cui è stata immersa nel biennio 2023-2025 fungere da abilitatore per ulteriori investimenti: a livello di raccolta di capitali nel settore cyber, nota Security Boulevard, “Israele ha registrato 4,4 miliardi di dollari in 130 round nel 2025, con un aumento del 46% dell’attività di negoziazione su base annua, la sua performance più forte in un decennio di monitoraggio”.

Meno approfondita, se non per le sue ricadute nel “laboratorio Gaza”, è la natura decisiva del ruolo che Israele gioca in campo di intelligenza artificiale e tecnologie ad essa legate. Israele applica con forza le tecnologie del colosso americano del data mining e dell’uso strategico dell’Ia Palantir, il cui Ceo Alex Karp è radicalmente a favore di Tel Aviv. Ma non solo. Anche nel moderno boom dell’Ia generativa di massa c’è una forte mano israeliana.

Si pensi alla società regina dell’Ia per eccellenza, Nvidia. Il colosso di Santa Claraè cresciuto fino a diventare il maggior player della borsa mondiale e l’azienda più capitalizzata della storia finanziaria mondiale per la sua capacità di fornire i chip e le unità computazionali più moderne e potenti agli attori del settore dell’intelligenza artificiale generativa, ottenendo processori più longevi, più dinamici, più strutturati.

Il matrimonio Nvidia-Mellanox


Ebbene, un’acquisizione completata nel 2020 ha contribuito a rendere possibile tutto questo a partire da fine 2022 in avanti: Nvidia comprò infatti l’israeliana Mellanox per quasi 7 miliardi di dollari, integrandola pienamente nel suo ecosistema. Mellanox, fondata dall’israeliano Eyal Waldman e dal 2007 quotata al Nasdaq, realizzava quei sistemi d’interconnessione interni ai data center e tra questi ultimi e i sistemi d’archiviazione fondamentale per accelerare la potenza di calcolo, vero e proprio driver dello sviluppo Ia.

La lunga marcia di Nvidia, oggi l’azienda a cui gli operatori guardano al momento dell’uscita dei conti per capire il futuro del settore IA, non sarebbe stata possibile senza la tecnologia israeliana. Alessandro Aresu, analista di Limes e autore de “Geopolitica dell’intelligenza artificiale”, ricorda su StartMagche spesso nel parlare del gruppo di Jensen Huang ci si scorda che ” circa il 13% dei dipendenti di NVIDIA è in Israele e che spesso la CFO Colette Kress inizia le giornate parlando coi manager israeliani”. La scommessa del colosso di Huang è stata pienamente vinta.

La divisione israeliana di Nvidia, che ha sede a Yokneam in Galilea, macina profitti, come ricorda Calcalistech:

Nell’ultimo trimestrericavi del settore networking sono aumentati del 46% rispetto al trimestre precedente e sono quasi raddoppiati su base annua, raggiungendo i 7,25 miliardi di dollari solo nel secondo trimestre. In altre parole, solo nell’ultimo trimestre, il centro di ricerca e sviluppo istituito grazie all’acquisizione di Mellanox ha generato per Nvidia un fatturato superiore al costo dell’acquisizione stessa


La corsa tecnologica di Israele


Nvidia sta investendo attivamente per espandere la sua presenza israeliana. Il campus di Yokneam sarà espanso e a Sud di Israele Nvidia costruirà un nuovo complesso per il suo laboratorio di ricerca a Beersheba: “Il nuovo sito, situato nel parco tecnologico Gav Yam di Beersheba , si estende su circa 3.000 metri quadrati e dovrebbe essere pienamente operativo entro la fine della prima metà del 2026″, nota il Times of Israelricordando che “nell’ambito dell’espansione, Nvidia sta cercando di assumere centinaia di dipendenti aggiuntivi nella regione meridionale, tra cui sviluppatori di chip, ingegneri hardware e software, architetti, studenti e laureati”.

Un segno del ruolo importante di Tel Aviv per l’innovazione globale, che si manifesta attraversa un’influenza silenziosa ma decisiva nel plasmare le attività di una vera e propria “industria delle industrie” dell’era dell’IA come Nvidia.gisreportsonline.com/r/israel-…

Israele, che investe oltre il 6% del Pil in ricerca e sviluppo ogni anno, profitta poi delle continue porte girevoli tra apparati strategici, industria e start-up che consente di connettere attivamente sviluppo economico, innovazione e sicurezza nazionale e spingere il governo a finanziare i progetti più promettenti. Anche sulla nuova frontiera del calcolo quantistico Israele è ben posizionato: le ciniche parole di Netanyahu sul futuro del Paese nella regione hanno un retroterra reale. Tel Aviv è uno snodo fondamentale per il mercato mondiale della tecnologia. E il suo peso è destinato a aumentare.

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NASA May Have Lost the MAVEN Mars Orbiter


When the orbit of NASA’s Mars Atmosphere and Volatile EvolutioN (MAVEN) spacecraft took it behind the Red Planet on December 6th, ground controllers expected a temporary loss of signal (LoS). Unfortunately, the Deep Space Network hasn’t heard from the science orbiter since. Engineers are currently trying to troubleshoot this issue, but without a sign of life from the stricken spacecraft, there are precious few options.

As noted by [Stephen Clark] over at ArsTechnica this is a pretty big deal. Even though MAVEN was launched in November of 2013, it’s a spring chicken compared to the other Mars orbiters. The two other US orbiters: Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) and Mars Odyssey, are significantly older by around a decade. Of the two ESA orbiters, Mars Express and ExoMars, the latter is fairly new (2016) and could at least be a partial backup for MAVEN’s communication relay functionality with the ground-based units, in particular the two active rovers. ExoMars has a less ideal orbit for large data transfers, which would hamper scientific research.

With neither the Chinese nor UAE orbiters capable of serving as a relay, this puts the burden on a potential replacement orbiter, such as the suggested Mars Telecommunications Orbiter, which was cancelled in 2005. Even if contact with MAVEN is restored, it would only have fuel for a few more years. This makes a replacement essential if we wish to keep doing ground-based science missions on Mars, as well as any potential manned missions.


hackaday.com/2025/12/12/nasa-m…

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Trump e la guerra alle leggi AI statali: standard federale o deregulation mascherata?


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Trump annuncia un ordine esecutivo per limitare le leggi statali sull'IA, promettendo uno standard federale che non esiste. Stati come Florida e Minnesota si oppongono. Ecco che c’è da sapere, tra criticità costituzionali e sospetti di

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Cisco fuga i dubbi sui vantaggi dell’autenticazione passwordless


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Cisco fa il punto sulla situazione e promuove a pieni voti l’autenticazione passwordless. Quali sono gli argomenti a favore e cosa è opportuno sapere per prendere una decisione consapevole, tenendo conto anche delle criticità
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Ogni giorno parliamo di progresso, tecnologia e futuro. Ma sapete chi è il signore sulla destra?

Scopri di più su Claude Shannon nell'articolo di Carlo Denza: redhotcyber.com/post/shannon-p…

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NanoRemote: il malware che trasforma il cloud in un centro di comando e controllo


Un nuovo trojan multifunzionale per Windows chiamato NANOREMOTE utilizza un servizio di archiviazione file su cloud come centro di comando, rendendo la minaccia più difficile da rilevare e offrendo agli aggressori un canale persistente per rubare dati e fornire download aggiuntivi.

La minaccia è stata segnalata da Elastic Security Labs, che ha confrontato il malware con il già noto impianto FINALDRAFT, noto anche come Squidoor, che si basa su Microsoft Graph per comunicare con gli operatori.

Entrambi gli strumenti sono associati al cluster REF7707, segnalato come CL-STA-0049, Earth Alux e Jewelbug, e attribuiti ad attività di spionaggio cinese contro agenzie governative, appaltatori della difesa, società di telecomunicazioni, istituti scolastici e organizzazioni aeronautiche nel Sud-est asiatico e in Sud America.

Secondo Symantec, questo gruppo sta conducendo campagne segrete a lungo termine almeno dal 2023, tra cui un’infiltrazione durata cinque mesi in un’azienda IT in Russia. Il metodo esatto dell’infiltrazione iniziale di NANOREMOTE non è ancora stato determinato. La catena di attacco documentata utilizza il downloader WMLOADER, mascherato da componente di gestione degli arresti anomali dell’antivirus Bitdefender “BDReinit.exe“. Questo modulo decrittografa lo shellcode e lancia il payload principale: il trojan stesso.

NANOREMOTE è scritto in C++ e può raccogliere informazioni di sistema, eseguire comandi e file e trasferire dati tra il dispositivo infetto e l’infrastruttura dell’operatore tramite Google Drive . È inoltre configurato per comunicare tramite HTTP con un indirizzo IP hardcoded e non instradabile, attraverso il quale riceve attività e invia risultati. Gli scambi vengono effettuati tramite richieste POST con dati JSON, compressi tramite Zlib e crittografati in modalità AES-CBC con una chiave a 16 byte. Le richieste utilizzano un singolo percorso, “/api/client”, e la stringa di identificazione del client, “NanoRemote/1.0”.

Le principali funzionalità del Trojan sono implementate tramite un set di 22 gestori di comandi. Questi gestori gli consentono di raccogliere e trasmettere informazioni sull’host, gestire file e directory, svuotare la cache, avviare file eseguibili PE già presenti sul disco, terminare la propria operazione e caricare e scaricare file sul cloud, con la possibilità di mettere in coda, mettere in pausa, riprendere o annullare i trasferimenti.

Elastic Security Labs ha anche scoperto l’artefatto “wmsetup.log”, caricato su VirusTotal dalle Filippine il 3 ottobre 2025 e decifrato con successo dal modulo WMLOADER utilizzando la stessa chiave di crittografia.

Conteneva un impianto FINALDRAFT, a indicare uno sviluppo comune. Secondo il ricercatore principale Daniel Stepanic, l’identico loader e l’approccio unificato alla protezione del traffico sono ulteriori indicazioni di una base di codice e di un processo di build unificati per FINALDRAFT e NANOREMOTE, progettati per gestire payload diversi.

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