Appoggio unilaterale ai colonizzatori. E’ ciò che accade nel mondo politico e mediatico occidentale, e in Italia, dove politici di governo e di opposizione si sono sguaiatamente espressi a favore della potenza occupante e coloniale israeliana e contro le vittime storiche, i Palestinesi.
infopal.it/comunicato-stampa-a…
Comunicato stampa API: gli eventi di questi giorni sono conseguenza di oltre 75 anni di spietate politiche coloniali israeliane | Infopal
I drammatici eventi di questi giorni in Palestina sono una diretta conseguenza di ciò che subiscono da oltre 75 anni i nativi palestinesi, vittime delleinfopal (Infopal)
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Le #migrazioni spiegate con i #gattini in 4 toot e 16 vignette: mastodon.uno/@tarta/1110691881… Standing ovation 👏👏 👏 per @tarta #Lampedusa #complottismi #fumetti #storia @macfranc @maupao @alephoto85 @mauriziocarnago @filippodb @lealternative
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BRICS. Allargamento e dedollarizzazione: a Johannesburg in cerca di grandezza e indipendenza
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Pagine Esteri, 23 agosto 2023. L’obiettivo è quello di espandere il gruppo BRICS e di trovare il modo di appianare o almeno di rendere meno importanti le diversità interne agli stati membri. Il vertice di quest’anno è seguito con un interesse assolutamente particolare e, probabilmente, con un timore nuovo da parte dei più importanti leader occidentali. Con la guerra in Ucraina e le pesanti sanzioni alla Russia, sono nate nuove alleanze e si sono rafforzate alcune vecchie.
La “dedollarizzazione” dell’economia internazionale, definita “irreversibile” dal presidente russo Vladimir Putin, è un processo con cui l’occidente e gli Stati Uniti dovranno effettivamente fare i conti. Il denaro definisce gli equilibri più nettamente di qualsiasi proclama politico ed è da sempre questo il campo di gioco più importante per le economie emergenti. Perciò a Johannesburg l’argomento più caldo sul tavolo, oltre ai nuovi possibili stati aderenti, è quello che riguarda le modalità per aumentare l’uso delle valute locali nelle transazioni commerciali e finanziarie con l’obiettivo di liberarsi dalla dipendenza dal dollaro USA.
Il videomessaggio del presidente russo Vladimir Putin durante il vertice BRICS di Johannesburg
Il presidente cinese Xi Jinping, che a sorpresa non è stato presente all’apertura dei lavori, ha dichiarato in un discorso pronunciato a suo nome che l’espansione del gruppo BRICS significa dare la possibilità alle economie emergenti di costruire un ordine internazionale più giusto e equo. Aggiungendo, come monito, che “continueremo a crescere, qualsiasi resistenza potremo trovare”. Ma sull’espansione Brasile e India frenano, mentre la Russia, insieme alla Cina, vorrebbero al contrario accelerare. “Non cerchiamo di essere un contrappunto al G7, al G20 o agli Stati Uniti” ha dichiarato il presidente brasiliano Lula de Silva.
Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva
I Paesi interessati ad entrare a far parte dei BRICS sono, tra gli altri, Egitto, Arabia Saudita, Iran, Argentina e Indonesia.
Neanche il presidente russo Vladimir Putin ha pronunciato da sé il proprio discorso. Un video registrato e il suo portavoce, il ministro degli esteri Sergey Lavrov, lo hanno tenuto al sicuro dalle conseguenze del mandato di arresto internazionale per presunti crimini di guerra compiuti durante l’attacco all’Ucraina. Non sono, invece, chiare le ragioni che hanno impedito la partecipazione del presidente cinese.
Presenti, invece, il leader sudafricano Cyril Ramaphosa, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e il primo ministro indiano Narendra Modi.
Il premier indiano Narendra Damodardas Modi
BRICS è l’acronimo delle economie emergenti che attualmente lo compongono, che sono appunto Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, regioni che rappresentano circa il 40% della popolazione mondiale e più del 25% dell’economia globale. Pagine Esteri
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Festival letterari, premi e fiere del libro 2023: il calendario fino all'inverno
Un calendario, in costante aggiornamento, dedicato ai festival letterari del 2023, alle fiere del libro e ai premi assegnati a scrittrici e scrittori in giro per l’Italia – Lo speciale de ilLibraio.it, ricco di appuntamenti in tutta Italia
via ilLibraio
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«Questo video è stato girato a Milano stamattina, la violenza degli agenti è inaudita.
La loro sfortuna, la nostra fortuna, è che si vedono le loro facce.»
nitter.it/LuigiMastro_/status/…
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@cipper @Dunpiteog @salvadorbs @russandro @maddler concordo su una parte.
Molti non sono assolutamente preparati a gestire compiti di polizia, scambiano quel lavoro per quello di un impiegato.
Invece dovrebbero avere nozioni e capacità di affrontare situazioni problematiche come quella che si è presentata a Milano.
informapirata ⁂ :privacypride: reshared this.
Il Programma alimentare mondiale (WFP) sospende aiuti a 200 mila palestinesi
della redazione
Pagine Esteri, 24 maggio 2023 – Il Programma Alimentare Mondiale (WFP) sospenderà gli aiuti a oltre 200 mila palestinesi, il 60% dei suoi assistiti, a partire da giugno. “Alla luce di una grave carenza di fondi, il WFP è costretto a fare scelte dolorose per allungare le risorse limitate”, ha comunicato Samer Abdeljaber, direttore del WFP a Gerusalemme.
Le famiglie più colpite sono a Gaza, dove l’insicurezza alimentare e la povertà sono le più alte, e in Cisgiordania. L’agenzia delle Nazioni Unite offre ai palestinesi poveri sia buoni mensili del valore di 10,30 dollari a persona che cesti alimentari. Entrambi i programmi saranno interessati dai tagli. Gaza, ospita 2,3 milioni di persone, di cui il 45% è disoccupato e l’80% dipende dagli aiuti internazionali, secondo i dati palestinesi e delle Nazioni Unite.
L’agenzia delle Nazioni Unite continuerà i suoi aiuti a 140.000 persone a Gaza e in Cisgiordania, ha assicurato Abdeljaber aggiungendo che la sospensione è stata decisa per salvare coloro che corrono il rischio più elevato di non potersi permettere il cibo. “Il WFP comprende le implicazioni di questa inevitabile e dura decisione su centinaia di migliaia di persone che dipendono dall’assistenza alimentare per i loro bisogni più elementari”, ha affermato Abdeljaber. Allo stesso tempo il funzionario dell’Onu ha avvertito che se non giungeranno nuovi fondi, il WFP sarà costretto a sospendere completamente l’assistenza alimentare e in denaro ai palestinesi entro agosto.
Adducendo “problemi di sicurezza” con il movimento islamico Hamas che controlla Gaza, Israele attua dal 2006 un rigido blocco (insieme all’Egitto) che penalizza fortemente l’economia palestinese e la circolazione di persone e merci. Pagine Esteri
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ANALISI. Gli F-16 non cambieranno il corso della guerra in Ucraina
di Daniel L. Davis – Responsible Statecraft
Pagine Esteri, 22 maggio 2023 – Venerdì, l’amministrazione Biden ha spianato la strada agli alleati e ai partner occidentali per trasferire all’Ucraina le loro scorte di caccia F-16 di fabbricazione americana e ha aggiunto che gli Stati Uniti aiuteranno ad addestrare i loro piloti.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha immediatamente salutato la “decisione storica” di fornire l’F-16 Fighting Falcon all’Ucraina, aggiungendo che “migliorerà notevolmente le nostre forze armate nei cieli”.
Una valutazione attenta delle capacità e dei limiti di questo trasferimento, tuttavia, fa abbassare le aspettative. Zelensky aveva implorato i caccia occidentali da quando la Russia ha invaso il suo paese nel febbraio 2022, ma gli Stati Uniti si erano opposti a questo passo. Non è chiaro perché Biden abbia scelto ora, dopo 15 mesi di guerra, di approvare il trasferimento (a febbraio aveva detto che l’Ucraina non ne ha bisogno). Gli Stati Uniti avevano a lungo negato l’invio dei caccia perché avrebbero potuto far irritare la Russia e perché, in ogni caso i jet, non erano così necessari allo sforzo bellico dell’Ucraina.
Gli Stati Uniti nutrivano preoccupazioni simili per un’escalation russa sulla consegna di altre categorie di armi, come l’obice M777, i lanciarazzi HIMAR, i sistemi di difesa aerea Patriot e i carri armati M1A1. La Russia ha protestato dopo l’introduzione di ciascuna di esse, ma non ha preso contromisure. Com’era prevedibile, sabato scorso la Russia ha avvertito di “rischi colossali” per gli Stati Uniti se avessero inviato gli F-16 ma non ha specificato quali siano tali rischi. Con ogni probabilità, i russi non intensificheranno la guerra per gli F-16 nelle mani degli ucraini.
Il cambiamento dell’Amministrazione Biden su questo tema solleva molte domande, tra cui quanto può essere efficace l’aereo nell’aiutare l’Ucraina a vincere la guerra. La risposta non è incoraggiante.
Per cominciare, a febbraio, il sottosegretario alla Difesa Colin Kahl ha affermato che ci vorranno dai 18 ai 24 mesi per addestrare i piloti e gli equipaggi di manutenzione, procurare le strutture dei velivoli e consegnarle in loco per l’uso.
Tuttavia, una valutazione dell’Air Force fatta trapelare giovedì scorso suggerisce che il tempo di addestramento potrebbe essere di soli quattro mesi. Anche se ciò fosse vero – e con ogni probabilità ciò porterebbe i piloti a una capacità minima di pilotare i jet e sarebbero tutt’altro che esperti nel combattimento aria-aria – il processo per identificare gli F-16 dei paesi partner, renderli idonei al volo, e poi consegnarli con l’intero contingente di forniture per la manutenzione, pezzi di ricambio e munizioni, probabilmente entro il 2024. Ci sono poche probabilità, quindi, che quest’anno i militari li vedranno combattere nei cieli dell’Ucraina.
In secondo luogo, mentre l’F-16 è chiaramente uno dei migliori jet da combattimento di quarta generazione al mondo, la sua efficacia primaria si basa sull’essere un componente in un sistema integrato di gestione della battaglia. Sebbene il jet sia in grado di operare da solo, è molto meno efficace senza risorse di acquisizione aggiuntive, come l’E-3 Sentry AWACS. Ad oggi, non si è discusso di fornire questa capacità bellica all’Ucraina.
Terzo, l’F-16 non è un aereo stealth. Fu consegnato per la prima volta all’Air Force attiva nel 1979 ed è vulnerabile alle difese aeree russe, come l’S-300 e i più avanzati sistemi di difesa aerea S-400. Uno dei motivi per cui l’aeronautica ucraina ha svolto un ruolo così minimo in questa guerra è stata la loro incapacità di neutralizzare le reti di difesa aerea russe. Sebbene l’F-16 sia più efficace dei MiG-29 utilizzati dagli ucraini, è ancora vulnerabile agli attacchi delle difese aeree russe.
Infine, c’è la questione di chi fornirà l’aereo. Al di là di ogni dubbio, gli Stati Uniti hanno fatto parte del leone nel sostegno all’Ucraina, finanziariamente e con armi e munizioni. Se Washington vuole autorizzare l’uso di F-16 prodotti negli Stati Uniti nonostante gli svantaggi, è libera di farlo. Tuttavia altre nazioni ricche, come quelle europee, devono fornire i velivoli, non gli Stati Uniti.
La linea di fondo è che sia l’Occidente che Kiev dovrebbero moderare le loro aspettative su ciò che l’acquisizione di queste armi farà per lo sforzo bellico ucraino. Senza dubbio, l’F-16 è un’eccellente jet e segnerà un miglioramento rispetto ai jet ucraini esistenti. Ma non c’è motivo di aspettarsi un drastico cambiamento nelle fortune di Kiev durante la guerra per merito loro. I 40-50 caccia richiesti dall’Ucraina non cambieranno in modo significativo il corso della guerra.
La domanda più seria che gli americani dovrebbero porre a Biden è questa: a che scopo? Cosa si aspetta l’Amministrazione dalla consegna degli F-16? Cosa speriamo di realizzare fisicamente? Quale risultato finale prevede il presidente per la guerra e in che modo la presenza degli F-16 (nello scenario bellico, ndt) migliorerà le possibilità di successo?
Per quanto ne sappiamo, queste domande non sono nemmeno state poste, tanto meno hanno ricevuto risposte, dall’Amministrazione o da funzionari del Pentagono.
È difficile immaginare che l’invio di un certo numero di F-16 in Ucraina – che non potrebbero essere disponibili per l’uso fino all’inizio del terzo anno di guerra – cambierà concretamente l’esito della guerra. Washington dovrebbe iniziare a concentrarsi molto di più sui mezzi concreti per salvaguardare gli interessi americani e porre fine alla guerra e meno su forniture di armi irrilevanti che non sembrano far parte di alcuna strategia coerente. Pagine Esteri
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Signor La Russa, lei è l'ultima persona a poter dire cosa sia giusto fare, lei che è stato uno dei capi della manifestazione violenta neofascista che provocò la morte di un poliziotto di 22 anni al Giovedì nero.
Noi dei morti ci ricordiamo e ne rispettiamo la memoria.
Noi non abbiamo bisogno di fare propaganda, facendo passerelle politiche sulle tragedie altrui.
#UltimaGenerazione #NonPaghiamoIlFossile #A22Network #crisiclimatica #alluvione #siccità #emiliaromagna #larussa " #maltempo "
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Ignazio La Russa in poche parole ci dice: fate i bravi e vi toglierò la punizione.
Ultima generazione è già in Emilia-Romagna ma non la vedete.
Se 20 persone si siedono sull'asfalto del GRA per bloccare il traffico, ve ne accorgete. Se 20 persone vanno a spalare, senza telecamere a fini propagandistici, ma per pura solidarietà verso una popolazione colpita, non ve ne accorgete.
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CILE: l’estrema destra mobilita la maggioranza silenziosa
di Marco Santopadre
Pagine Esteri, 10 maggio 2023 – Sarà il Partito Repubblicano, formazione che raccoglie l’eredità politica e ideologica del regime fascista e turboliberista imposto da Augusto Pinochet dal 1973 al 1990, ad avere la maggioranza nel Consiglio Costituzionale di Santiago.
Il Consiglio Costituzionale in mano alla destra
L’organismo eletto domenica con il mandato di approvare una nuova bozza di Costituzione sarà quindi controllato dal partito di estrema destra guidato da José Antonio Kast, che ha raccolto il 35,5% dei consensi, riuscendo ad eleggere ben 23 dei 51 membri del Consiglio. I 3,3 milioni di voti ottenuti il 7 maggio fanno del Partito Repubblicano la formazione più votata in Cile dalla fine del regime. Si tratta di un risultato enorme, tenendo conto che alle elezioni per il Senato del 2021 il Pr aveva ottenuto un solo seggio e che era rimasto fuori dalla precedente assemblea costituente.
“Unità per il Cile”, la coalizione che sostiene l’attuale governo progressista di Gabriel Boric ha incassato il 28,4% e 16 seggi mentre altri 11 seggi (21,1%) vanno alla coalizione della destra liberale “Cile sicuro”. Dal Consiglio Costituzionale rimane invece fuori “Tutto per il Cile”, erede della “Concertación de Partidos por la Democracia” che ha a lungo governato il paese dopo la fine della dittatura; la coalizione di centrosinistra ha raggranellato solo il 9%. Nessun seggio anche per il Partito della Gente (5,4%), formazione di destra populista. Un seggio è stato invece attribuito, come previsto dalla legge elettorale, ad un rappresentante dei popoli indigeni del paese.
Record di voti nulli
Alle urne, anche in virtù dell’obbligatorietà del voto, si sono recati ben 12,8 milioni di aventi diritto, quasi l’85% del totale, con un’impennata apparente di partecipazione rispetto alle precedenti tornate elettorali. Ma l’enorme quota di voti nulli – 2,1 milioni, il 17% del totale – e di schede bianche – 565 mila, 4,55% – mostrano quanto siano diffusi il disinteresse e la disillusionetra gli elettori cileni.
Manifestante nel corso di una protesta nell’autunno del 2019
L’estallido social e la fase costituente
Il processo di revisione della Costituzione pinochettista è stato avviato il 25 ottobre del 2020 da uno storico referendum (approvato dal 78% dei votanti ma solo dal 38% degli aventi diritto, in una giornata caratterizzata da una forte astensione) convocato dal governo di destra di Sebastian Piñera per placare l’estallido social esploso in Cile nell’autunno del 2019. Formalmente le agitazioni sociali erano iniziate contro gli aumenti delle tariffe del trasporto pubblico, ma si erano presto estese alla richiesta di una riforma generalizzata di un sistema economico rigidamente liberista imposto durante la dittatura che affida ai grandi gruppi privati il controllo dei principali servizi pubblici e impedisce una qualsiasi seria redistribuzione della ricchezza. In piazza erano scesi soprattutto gli studenti e le donne, ma anche settori consistenti di lavoratori.
Nel 2021 era stata eletta (ma solo dal 43% degli aventi diritto) un’Assemblea Costituente composta da 155 membri, di cui 48 “indipendenti” spesso espressione dei movimenti sociali e della società civile. Ne era nato un testo contraddittorio che però aggrediva alcuni dei pilastri autoritari e liberisti imposti durante la dittatura.
Gli elettori bocciano la nuova costituzione
Nel referendum popolare convocato lo scorso 4 settembre, però, ben il 61,87% degli elettori ha bocciato la proposta di nuova Costituzione. Il “Rechazo” si è imposto in tutte le 16 regioni del Paese, raggiungendo punte del 74% nelle regioni del Nuble e dell’Araucania. Era il segno che la maggioranza della popolazione del paese non condivide le ansie riformiste e progressiste dei settori più avanzati della società cilena che si erano mobilitati nel 2019 e nel 2020. L’esito del voto di domenica scorsa conferma quanto sia forte nel paese il radicamento dell’ideologia reazionaria incarnata da José Antonio Kast.
«Il Cile ha sconfitto un governo fallito, che è stato incapace di affrontare le crisi della sicurezza, dell’immigrazione, le crisi economiche e sociali» ha commentato il leader dell’estrema destra.
L’ombra di Pinochet
Ora i repubblicani avranno il potere di veto all’interno dell’emiciclo e potranno probabilmente contare sul sostegno di “Cile sicuro” per controllare, con 33 seggi, la maggioranza del Consiglio incaricato di approvare una nuova bozza di Costituzione. Paradossalmente, saranno ora gli ammiratori del dittatore e delle sue politiche a dover riformare il testo costituzionale redatto durante il regime, che i Repubblicani ammettono di non avere alcuna intenzione di stravolgere.
Anche in questo caso, la Carta sfornata alla fine dei suoi lavori dal Consiglio – che sarà fortemente vincolato a una bozza a sua volta redatta dai 24 esperti designati il 6 marzo dal Congresso di Santiago – dovrà essere approvata da almeno i tre quinti dei membri dell’Assemblea per poi essere sottoposto al giudizio popolare. Il fatto che ad aprire i lavori della speciale commissione congressuale sia stato chiamato Hernán Larraín Fernández, che ebbe un ruolo non secondario durante il regime di Pinochet e che viene per questo contestato dalle organizzazioni per i diritti umani, lascia intendere quanto siano mutati, in soli due anni, gli equilibri politici del Cile.
L’esito del voto di domenica rappresenta un’ennesima doccia fredda per Gabriel Boric e il governo del paese, che dopo la bocciatura di settembre ha già tirato i remi in barca rispetto a molte delle riforme radicali promesse, che avevano portato la coalizione di sinistra “Apruebo Dignidad” (socialisti, comunisti, Frente Amplio, umanisti) a vincere le elezioni presidenziali, nel dicembre del 2021, proprio contro il leader dei repubblicani José Antonio Kast.
Josè Antonio Kast insieme all’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro
“Legge e ordine”. Kast mobilita la maggioranza silenziosa
Stavolta, però, la destra radicale è riuscita a mobilitare una vera e propria “maggioranza silenziosa”. Alle precedenti tornate elettorali aveva partecipato una quota assai minore di elettori, e molti di quelli che stavolta si sono recati alle urne, quando non hanno annullato la scheda, hanno confermato la propria fedeltà ai “valori” del passato regime o hanno espresso la propria paura nei confronti di cambiamenti legislativi e culturali percepiti come rischiosi.
Il campione della destra è riuscito a catalizzare l’attenzione degli elettori con un discorso basato sul sempreverde asse “legge ed ordine”, con i suoi strali contro gli immigrati illegali – soprattutto venezuelani, haitiani e peruviani – e l’aumento delle rapine e dei crimini violenti (che comunque non rendono il Cile il paese più insicuro del continente). La disillusione per le promesse non mantenute da Boric – che negli ultimi mesi rincorre, tra l’altro senza grande fortuna, i toni securitari della destra, abbandonando parte dell’agenda sociale che ne ha favorito la vittoria – e la rabbia sociale suscitata dall’aumento esorbitante dei prezzi degli alimenti e dei servizi fanno il resto.
Il risultato è che anche il secondo tentativo di riforma della costituzione potrebbe andare a vuoto, chiudendo chissà per quanto tempo la finestra apertasi nel 2020. Il referendum che dovrà seguire il varo della seconda bozza, infatti, potrebbe di nuovo bocciare il lavoro dei costituenti. Oppure, potrebbe approvare un testo non dissimile – forse ancora peggiore – da quello vergato nel 1980 dal generale Pinochet e dai suoi “Chicago Boys”, ma stavolta legittimato dal voto popolare proprio mentre il paese è governato da una coalizione di sinistra.
La sconfitta per il governo – che nei giorni scorsi è comunque riuscito a portare a casa la riduzione dell’orario di lavoro a 40 ore settimanali – arriva poco dopo che Boric ha presentato la sua ambiziosa proposta di aumentare il controllo statale sui progetti strategici del litio e creare una nuova compagnia nazionale per sfruttare il metallo bianco. L’esito del progetto – che si sta già scontrando con numerosi ostacoli di ordine tecnico e politico – chiarirà quanto è ancora forte la presa della maggioranza di sinistra sul paese. – Pagine Esteri
* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.
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Toh, guarda caso.
today.it/economia/offerte-came…
Mi sono finta cameriera: tutte le offerte da schiava che ho ricevuto
Giornate di lavoro infinite senza pausa, nessun riposo settimanale, stipendi da 4 euro all'ora. Ho cercato un impiego per quest'estate: solo il 15%...Charlotte Matteini (Today)
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La povertà è la quarta causa di morte della popolazione negli Stati Uniti | Diogene
"L’analisi ha rilevato che solo le malattie cardiache, il cancro e il fumo erano associati a un numero maggiore di decessi rispetto alla povertà. Obesità, diabete, overdose di droga, suicidi, armi da fuoco e omicidi, tra le altre comuni cause di morte, erano meno letali della povertà."
diogeneonline.info/la-poverta-…
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Partinico, miseramente fallito il tentativo di bloccare l’intitolazione del liceo alle figure di Peppino e Felicia Impastato. Auspichiamo adesso che la prefettura dia seguito alla scelta del Liceo
Partinico 16 aprile 2023 - Il tentativo da parte della destra partinicese di bloccare l’intitolazione del liceo alle figure di Peppino e Felicia Impastato èRifondazione Comunista
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I'm listening
in reply to nilocram • • •I venditori di aspirapolvere sono una specie aliena.😆😆
maupao
in reply to nilocram • • •Le migrazioni spiegate con i gattini
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nilocram
in reply to maupao • • •Grazie,anch'io ho pensato a una cosa del genere, ma visto che non ho trovato indicazioni sulla licenza (Creative Commons o altro), mi veniva il dubbio se e in che misura si possono riutilizzare le vignette di @tarta A proposito, ancora complimenti 😃
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Manuel
in reply to nilocram • • •@maupao @macfranc @alephoto85 @mauriziocarnago @filippodb @lealternative @tarta
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nilocram
in reply to Manuel • • •