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Firma digitale: la Corte costituzionale ha accolto il nostro ricorso


Carlo Gentili: “Una vittoria importante dell’Associazione Luca Coscioni per la rimozione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone con disabilità”

Filomena Gallo e Marco Cappato commentano: “Il Governo Meloni renda possibile la sottoscrizione di liste e candidature attraverso la piattaforma già attiva per firmare i referendum”


La Corte costituzionale ha deciso: è possibile sottoscrivere la presentazione di liste elettorali anche con la firma digitale, non consentirlo è discriminatorio nei confronti delle persone con disabilità grave come il ricorrente Carlo Gentili, paralizzato a causa della SLA.

A seguito dell’udienza del 10 dicembre scorso, la Consulta ha dichiarato incostituzionali le attuali norme “nella parte in cui non prevedono per l’elettore, che non sia in grado di apporre una firma autografa per certificata impossibilità derivante da un grave impedimento fisico o perché si trova nelle condizioni per esercitare il voto domiciliare, la possibilità di sottoscrivere una lista di candidati per le elezioni”.

La questione di legittimità costituzionale è stata sollevata ad aprile 2024 dal Tribunale di Civitavecchia in merito al ricorso di Carlo Gentili, fratello del Co-presidente dell’Associazione Luca Coscioni, Marco, anche lui affetto da sclerosi laterale amiotrofica di tipo II.

Gentili, completamente paralizzato, aveva fatto ricorso tramite l’avvocato Giuliano Fonderico, e con il sostegno dell’Associazione Luca Coscioni, perché fisicamente impossibilitato ad apporre la firma autografa e che, in occasione delle elezioni per la Regione Lazio del 2023, avrebbe voluto presentare la lista elettorale Referendum e Democrazia tramite firma digitale, cosa non prevista dalla normativa. In Corte costituzionale la lista elettorale Referendum e Democrazia, assistita dall’avvocata Filomena Gallo e dall’avvocata professoressa Marilisa D’Amico, ha ribadito che il quadro normativo in materia di partecipazione politica già consente l’utilizzo della firma qualificata e il momento della presentazione della lista politica fa parte della partecipazione alla vita politica che completa il momento del voto.

Carlo Gentili dichiara:

Sono felice della decisione della Corte, è una vittoria importante che abbiamo ottenuto con l’Associazione Luca Coscioni verso la rimozione di ogni forma di discriminazione per le persone con disabilità.


Marco Cappato e Filomena Gallo commentano: “La decisione della Consulta assume ulteriore importanza in ragione del fatto che, da luglio 2024, è entrata in funzione la piattaforma pubblica per le sottoscrizioni digitali di referendum e proposte di legge di iniziativa popolare, uno strumento che facilmente potrebbe ora essere utilizzato anche per la raccolta delle firme per la presentazione di liste e candidature alle elezioni.

Questa decisione, una vera e propria riforma a sostegno della transizione digitale per la democrazia e la partecipazione civica, deve adesso essere estesa a chiunque. Per questi motivi rilanciamo l’appello al Governo del nostro co-presidente Marco Gentili che chiede che la piattaforma sia definitivamente aperta alle sottoscrizioni online di liste elettorali a chi ne ha diritto e, in onore degli auspici del Presidente della Repubblica, se ne preveda l’utilizzo anche per strumenti di democrazia diretta a livello municipale e regionale”.

➡ Approfondimento: Come si è arrivati alla firma digitale in Italia


Dal 25 luglio 2024 in Italia esiste una piattaforma pubblica e gratuita per firmare referendum e proposte di legge di iniziativa popolare. Si tratta di una riforma frutto di anni di iniziative politiche e legali promosse dall’Associazione Luca Coscioni.

Iniziative che hanno voluto dare seguito fattivo al caso Staderini-De Lucia v. Italy, con cui nel 2019 le Nazioni Unite, condannarono l’Italia per aver violato il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici.

La risposta istituzionale prevista dall’Onu era quella di rimuovere gli “irragionevoli” ostacoli alla raccolta delle firme per strumenti di democrazia diretta contenuti nella legge del 1970. Le decisioni governative che dal 2020 hanno ampliato la platea di chi può autenticare le sottoscrizioni e la possibilità della firma digitale resero possibile la straordinaria mobilitazione popolare dei referendum eutanasia e cannabis del 2021 sottoscritti da quasi due milioni di persone, metà della quali online.

La possibilità di sottoscrivere i referendum online fu resa possibile a seguito dell’intervento del Comitato ONU sui diritti sociali ed economici sul caso Staderini/ De Lucia con la proposta poi di una deroga alla legge (con un emendamento di Riccardo Magi, +Europa) dell’entrata in vigore della piattaforma online che ne anticipò l’operatività purché i costi fossero a carico del comitato promotore.

Nell’estate del 2022, Marco Cappato, Marco Perduca e altri dirigenti e militanti dell’Associazione Luca Coscioni e Eumans lanciarono la Lista Referendum e Democrazia per chiedere che la possibilità di sottoscrizione digitale potesse essere ampliata anche alle candidature e la presentazione di liste elettorali in occasione delle politiche del settembre 2022. In pochissimi giorni furono raccolte oltre 40.000 sottoscrizioni che consentirono la presentazione di liste in una dozzina di circoscrizioni. Le firme furono accettate ma le corti d’appello non le ritennero valide, ne seguirono altrettanti ricorsi, alcuni ancora pendenti. In occasione delle elezioni Regionali per il Lazio l’iniziativa fu ripetuta ma il ricorso di Carlo Gentili fu ritenuto degno di una decisione della Corte Costituzionale dal tribunale di Civitavecchia.

La piattaforma pubblica entrata in funzione a fine luglio 2024 è gratuita, accessibile e ha consentito di superare altri irragionevoli ostacoli individuati dall’Onu nel 2019 (resta irrisolto quello relativo alla pienezza dell’informazione da parte del servizio pubblico) garantendo un accesso paritario alla democrazia partecipativa.

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I nostri auguri al nuovo Presidente della Consulta Giovanni Amoroso


Filomena Gallo commenta: “La Corte costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi su decisioni cruciali come firma digitale, fecondazione assistita per donne single e fine vita”


I nostri migliori auguri di buon lavoro al Presidente Giovanni Amoroso, già giudice dal 2017.

Nei prossimi mesi la Corte sarà chiamata a esprimersi nuovamente sui temi delle libertà fondamentali come l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita per le donne singole che oggi per divieto di legge sono escluse e, ancora una volta, sul rispetto delle scelte di fine vita.

Questioni complesse che toccano diritti fondamentali come l’autodeterminazione e l’uguaglianza. Temi di cui la Corte si è occupata più volte, e sarà ancora chiamata a farlo. Le decisioni che prenderà avranno un impatto significativo sulle vite delle persone e sul dibattito pubblico.


Queste le parole di augurio al nuovo Presidente della Corte costituzionale, Giovanni Amoroso, da parte della segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo. Quest’ultima è stata più volte coordinatrice dei collegi legali che hanno condotto azioni legali, per l’affermazione di diritti fondamentali. Azioni che, giunte in Corte costituzionale, hanno modificato le norme in vigore grazie alle dichiarazioni di incostituzionalità sul tema del fine vita e della procreazione medicalmente assistita (PMA). Nei prossimi mesi Gallo tornerà di nuovo in Corte costituzionale per difendere le libertà civili, al fianco delle persone coinvolte.

➡ A giorni è attesa la decisione della Consulta sulla firma digitale


Già nei prossimi giorni, è attesa la decisione sull’utilizzo della firma digitale per la presentazione delle liste elettorali, in particolare sulla causa che con il sostegno dell’Associazione Luca Coscioni è stata portata avanti da Carlo Gentili, malato di SLA, che, totalmente immobilizzato a causa della malattia, non può firmare in modo autografo per presentare una lista elettorale in occasione delle elezioni.

La possibilità di firmare digitalmente eliminerebbe la discriminazione contro le persone con disabilità e renderebbe la partecipazione politica accessibile senza barriere tecnologiche, garantendo pari diritti a tutti i cittadini.

➡ Il 26 marzo, la Corte dovrà pronunciarsi ancora una volta sul fine vita


In merito al fine vita, il 26 marzo la Corte costituzionale tornerà a esprimersi in materia di suicidio assistito, su richiesta del Tribunale di Milano, che ha sollevato una questione di legittimità costituzionale in seguito ad azioni di disobbedienza civile legate ai casi di Elena e Romano, due persone che con l’aiuto di Marco Cappato hanno scelto di accedere al suicidio medicalmente assistito in Svizzera.

La Corte dovrà quindi esaminare se l’aiuto, fornito a persone nelle condizioni fisiche delle due persone malate non ancora dipendenti da macchinari ma da altre tipologie di sostegno vitale, sia conforme al giudicato costituzionale, con implicazioni significative per il diritto alla libertà di scelta sul fine vita.

➡ L’11 marzo sarà la volta della PMA per le donne single


Inoltre, il 11 marzo 2025, la Corte costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sull’accesso alla PMA per le donne single, un tema sollevato dal Tribunale di Firenze con il caso di una donna, Evita. La legge 40/2004 vieta attualmente alle donne single l’accesso alla procreazione assistita, creando una ingiusta discriminazione.

“Mentre ci sono sentenze della Corte costituzionale che sono ignorate dal legislatore, il lavoro dei giudici ha di fatto cambiato la vita dei diritti nel nostro paese.

Un lavoro costante, quello dei giudici della Consulta, per rispondere al meglio in un contesto ordinamentale che chiede al giudice costituzionale di fare molto di più rispetto alle prospettive originarie, rispondendo alle domande della società e soprattutto delle persone più fragili, domande evitate dal legislatore e a cui noi avvocati cerchiamo di dare voce nel giudizio costituzionale.

Con l’Associazione Luca Coscioni continueremo ad attivare sempre la via della proposta politica per leggi rispettose dei diritti delle persone, ma nel contempo il nostro lavoro di difesa nei tribunali continuerà affinché vi sia il rispetto della persona, delle sue libertà e dei suoi diritti” conclude Gallo.

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La Cellula Coscioni di Rimini organizza un evento sulla Legge 194.

L’appuntamento è per sabato 25 gennaio alle ore 16.00 presso Via Roma 62, a San Giovanni in Marignano, nella Sala Consiliare del Comune.


Interviene Don Giulio Mignani. Modera Carlotta Ruggeri, della Cellula Coscioni di Rimini.

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Paola Stringa al Circolo dei lettori di Torino discute di Fine Vita


Paola Stringa, Giurista per le libertà ALC e attivista della Cellula Coscioni di Torino, partecipa all’incontro organizzato dal Circolo dei Lettori di Torino Le muse sapienti #1 – Pensare la fine. Insieme a lei Agnese Codignola e Alessandro Chiarini, modera Guido Saracco.

L’appuntamento, aperto a tutti, è pergiovedì 16 gennaio 2025 alle ore 18:30 presso il Circolo dei lettori di Torino, in via Bogino 9, a Torino.

Cerchiamo di rimuovere il pensiero della vecchiaia e ci spaventa l’idea di «non essere più noi»: non è meglio prepararsi e affrontare la questione con pragmatismo? Una riflessione sull’alzheimer e le malattie degenerative con lo sguardo al futuro della ricerca e alla gestione della persona, a partire dalle conoscenze scientifiche e nella prospettiva di nuove soluzioni, in armonia con il modo in cui vogliamo pensare la nostra identità, gestendola fino alla fine.
un progetto UniVerso – Università di Torino, Prometeo – Politecnico di Torino e Fondazione Circolo dei lettori


📌 a conclusione dell’incontro è previsto l’aperitivo da Barney’s (€ 15,00 a persona) per continuare la conversazione in un contesto più ristretto come occasione per approfondire il tema e allargare la conversazione

prenotazione obbligatoria 011 8904417 – 348 0570986 / anche whatsapp | barney@circololettori.it

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My Voice, My Choice raggiunge il milione di firme, nel 2025 verrà discussa dalla Commissione europea


Solo altre 10 iniziative di cittadini europei (ICE) in 13 anni ci erano riuscite. L’Italia è terza per le firme raccolte.


La campagna europea My Voice, My Choice ha superato il milione di firme, segnando un primo traguardo fondamentale nella lotta per il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza sicura e accessibile in tutta l’Unione europea. Questo successo, ottenuto grazie al supporto di oltre 40 organizzazioni italiane e alla mobilitazione di cittadini in tutta Europa, dimostra l’urgenza di garantire diritti e libertà fondamentali per tutte le persone.

“È una tappa importante verso il riconoscimento del diritto all’aborto sicuro nell’Unione europea – hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato – ora dobbiamo raccogliere le 200.000 firme di sicurezza per garantire che il 2025 sia l’anno in cui la Commissione von der Leyen dia una risposta. Come Associazione Luca Coscioni, continueremo la raccolta firme in tutta Italia grazie all’impegno delle nostre cellule, che hanno portato l’Italia a essere il terzo Paese per firme raccolte”.

➡ Gli obiettivi di My Voice My Choice


L’iniziativa dei cittadini europei (ICE) My Voice, My Choice chiede all’Unione europea di istituire un meccanismo finanziario che supporti gli Stati membri nell’assicurare l’accesso all’aborto sicuro. Con il raggiungimento di un milione di firme, questa ICE potrebbe unirsi alle sole dieci altre che hanno avuto successo nella storia europea. Tuttavia, la raccolta non si ferma: per garantire che la proposta venga esaminata dalla Commissione europea, è necessario raggiungere una soglia di sicurezza di 1,2 milioni di firme.

Con oltre 140.000 firme raccolte, l’Italia è il terzo Paese per partecipazione, dimostrando quanto questo tema sia sentito dalla popolazione. L’impegno dell’Associazione Luca Coscioni, attraverso le sue cellule territoriali, ha giocato un ruolo chiave nel sensibilizzare il pubblico e promuovere la campagna.

La raccolta firme continua fino al raggiungimento della soglia di sicurezza, per garantire che il 2025 diventi l’anno in cui la Commissione europea si pronunci formalmente sulla proposta.

➡ La sfida dei dati sull’applicazione della legge 194 in Italia


In Italia è difficile sapere come è applicata la legge 194 perché abbiamo dati vecchi e aggregati per media regionale, come evidenziato dall’indagine “Mai Dati”. Per cercare di colmare la mancanza di dati completi e aggiornati per singola struttura, le giornaliste Chiara Lalli e Sonia Montegiove hanno chiesto direttamente alle Regioni di fornire informazioni disaggregate e più recenti rispetto a quelle pubblicate dal Ministero della Salute. Tuttavia, i dati inviati risultano spesso incompleti e difficilmente consultabili, e non tutte le Regioni hanno risposto.

“Mai Dati 2” include dati disaggregati del 2022 e del 2023 per alcune Regioni, come la Lombardia, che però oscura alcune informazioni.

“Una delle parti più surreali della relazione – commentano Lalli e Montegiove – e forse più significativa dell’inutilità di rendere pubbliche le informazioni in questo modo è l’Appendice A, in cui le singole strutture sono indicate come struttura 1, struttura 2, struttura 3. Le uniche strutture individuabili sono quelle presenti in Regioni con un unico punto IVG, come Valle d’Aosta, Molise o la Provincia Autonoma di Bolzano. Sapere cosa succede in una struttura X o # serve a poco, così come conoscere una media regionale. Sarebbe fondamentale avere tutte le informazioni con i nomi e gli indirizzi delle strutture, aggiornate e trasparenti”.

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A Padova l’iniziativa “Oltre il carcere”, con Diego Silvestri e Emanuele Brusamento


Emanuele Brusamento e Diego Silvestri, della cellula Coscioni Vicenza Padova, parteciperanno all’evento “Oltre il carcere”, promosso da una serie di realtà che si occupano a vario titolo del tema.

L’appuntamento è per venerdì 20 dicembre dalle ore 15.00 alle ore 18.00 presso la Sala Caduti di Nassiriya, in Piazza Capitaniato 20, a Padova.


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A Cremona una serata informativa sulle DAT


A Cremona un evento sul tema delle DAT. L’evento è organizzato dalle Cellule di Brescia e Cremona, dalla Ciurma Pastafariana di Brescia e dal Circolo Arcipelago di Cremona.

L’appuntamento è per giovedì 12 dicembre alle ore 19,30, presso il Circolo Arcipelago di Via Cesare Speciano, 4.


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La stanza accanto di Pedro Almodóvar, iniziative sul tema del fine vita a Torino


in occasione dell’uscita nei cinema del film La stanza accanto di Pedro Almodóvar, la Cellula Coscioni di Torino organizza dei banchetti informativi sul tema del fine vita.

sarà possibile incontrare la Cellula Coscioni di Torino nei giorni e negli orari della locandina:


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Per maggiori informazioni è possibile contattare la Cellula Coscioni di Torino all’indirizzo cellulatorino@associazionelucacoscioni.it.

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La stanza accanto di Pedro Almodóvar, iniziative sul tema del fine vita a Torino


in occasione dell’uscita nei cinema del film La stanza accanto di Pedro Almodóvar, la Cellula Coscioni di Torino organizza dei banchetti informativi sul tema del fine vita.

sarà possibile incontrare la Cellula Coscioni di Torino nei giorni e negli orari della locandina:


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Per maggiori informazioni è possibile contattare la Cellula Coscioni di Torino all’indirizzo cellulatorino@associazionelucacoscioni.it.

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Abbiamo scritto alla Ministra Bernini per chiedere l’abolizione della procedura MePA


La procedura è obbligatoria per l’acquisto dei materiali di Ricerca

QUI il testo della lettera inviato alla Ministra Bernini.


L’Associazione Luca Coscioni ha inviato ieri una lettera appello alla Ministra dell’Università e Ricerca Anna Maria Bernini perché abolisca l’obbligatorietà della procedura MePA applicata dall’inizio di quest’anno a Università e altri Enti pubblici di Ricerca per ordini di materiali e servizi inferiori a 5.000 euro.

“Tale piattaforma è già applicata in funzione antimafia e anticorruzione negli altri Enti pubblici che hanno routine di acquisto e spendono cifre molto più alte di quelle della ricerca, ed era comunque applicata alla ricerca pubblica per ordini di importo superiore ai 5.000 euro” hanno dichiarato in una nota Valeria Poli, Anna Rubartelli e Federico Binda, dirigenti dell’Associazione Luca Coscioni.

“Le procedure lunghe e complicate per gli acquisti tramite la piattaforma MePA hanno aumentato drammaticamente i tempi per ottenere beni e servizi causando un irragionevole e inaccettabile ritardo nello svolgimento dei progetti di ricerca”.

“Ringraziamo docenti, scienziati e ricercatori membri di prestigiose Associazioni, quali l’Accademia Nazionale dei Lincei e l’European Molecular Biology Organization, i vertici delle maggiori società scientifiche italiane e le oltre 3000 persone impegnate in Università o strutture di ricerca pubbliche che immediatamente hanno dato il loro sostegno affinché la Ministra Bernini intervenga con l’esenzione dalla procedura MePA per la ricerca pubblica” concludono Poli, Rubartelli e Binda “perché le lungaggini legate alla procedura ci impediscono di mantenerci competitivi negli ambiti in cui agiamo”.

➡ Il testo dell’appello che è possibile firmare QUI


Dal 1 gennaio 2024 Università e Enti pubblici di ricerca sono obbligati a utilizzare per acquisti di ogni importo la procedura MePA, dalla quale erano precedentemente esentati, con esiti disastrosi.

Il MePA (una piattaforma elaborata per ridurre la corruzione negli enti pubblici) funziona bene per acquisti di routine ma non si adatta alle esigenze della ricerca, in continua evoluzione. Le procedure sono lunghe e complicate e sovraccaricano i comparti amministrativi allungando drammaticamente i tempi per ottenere beni e servizi.

La rapidità di acquisto è fondamentale per mantenersi competitivi. Negli altri Paesi avanzati infatti, i prodotti per la ricerca vengono ottenuti in pochi giorni, senza rallentamenti nel lavoro dettati da esigenze burocratiche.

Ci appelliamo quindi alla Ministra Bernini e al Governo affinché intervenga rinnovando per acquisti inferiori ai 5000 Euro l’esenzione dalla procedura MePA per la ricerca pubblica, oggi penalizzata da regole studiate in funzione antimafia e anticorruzione e per cifre ben diverse.


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Presentata oggi al Consiglio regionale della Sardegna la proposta di legge “Liberi Subito”


La proposta è stata sottoscritta da tutti i gruppi regionali di maggioranza

Nel 2025, la Sardegna potrebbe essere la prima regione in Italia ad approvare una legge che disciplini l’accesso al suicidio assistito


La proposta di legge regionale “Liberi Subito”, promossa dall’Associazione Luca Coscioni e sottoscritta oggi da consiglieri di tutti i gruppi di maggioranza della Sardegna, è stata presentata ufficialmente al Consiglio Regionale nel corso di una conferenza stampa. Tra i partecipanti, Marco Cappato e rappresentanti istituzionali di spicco: Piero Comandini (Presidente del Consiglio Regionale), i presidenti dei gruppi di maggioranza Roberto Deriu (PD), Alessandro Solinas (M5S), Luca Pizzuto (Sinistra Futura), Francesco Agus (Progressisti), Sebastian Cocco (Uniti per Todde), Sandro Porcu (Orizzonte Comune), oltre alle presidenti delle commissioni competenti Carla Fundoni (Sanità) e Camilla Soru (Seconda Commissione) e la consigliera comunale di Cagliari Francesca Mulas (Alleanza Verdi e Sinistra).

Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ha dichiarato:

“Già oggi una persona può chiedere di essere aiutata a morire se è un paziente affetto da patologia irreversibile che provoca sofferenze insopportabili e tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale. Quello che manca sono regole e tempi certi per il servizio sanitario dare risposta a queste domande. Oggi è un giorno importante perché in Sardegna i consiglieri regionali di tutti i gruppi di maggioranza hanno sottoscritto la proposta di legge ‘Liberi Subito’. È stato preso un impegno significativo: all’inizio del prossimo anno, la Sardegna potrebbe diventare la prima regione ad approvare questa legge.”

La proposta mira a garantire procedure chiare e tempi definiti per rispondere alle richieste di chi vuole accedere alla morte volontaria medicalmente assistita, rispettando le condizioni stabilite dalla sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019. Questo progetto rappresenta un passo concreto per colmare le lacune legislative e organizzative che ancora ostacolano il pieno esercizio di un diritto già riconosciuto.

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➡ Approfondimenti


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In Sardegna è stata depositata la proposta di legge “Liberi Subito”


La proposta sarà presentata venerdì 29 novembre al Consiglio regionale della Sardegna con la partecipazione di Marco Cappato


È stata depositata presso il Consiglio Regionale della Sardegna la proposta di legge regionale “Liberi Subito”, promossa dall’Associazione Luca Coscioni, che mira a regolamentare tempi e procedure per garantire il diritto all’aiuto alla morte volontaria, in conformità con le sentenze della Corte costituzionale.

L’accesso alla morte volontaria assistita in Italia è normato dalla sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale, pronunciata sul caso Cappato-Dj Fabo. La sentenza ha legalizzato l’accesso alla procedura, a precise condizioni: la persona richiedente deve essere capace di autodeterminarsi, essere affetta da una patologia irreversibile, soffrire di dolori fisici o psicologici ritenuti intollerabili e dipendere da trattamenti di sostegno vitale.

La Corte ha individuato la responsabilità del Sistema sanitario – e quindi delle Regioni – nel verificare le condizioni della persona richiedente e nell’individuare le modalità di attuazione. In assenza di una norma nazionale si rende essenziale un intervento legislativo regionale per garantire tempi e modalità certe nell’attuazione del diritto.

Già nella precedente legislatura regionale, un gruppo trasversale di consiglieri aveva presentato la proposta di legge “Liberi subito”. Ora la Sardegna, 17esima regione a depositare la Pdl Liberi Subito, può diventare la prima Regione a dotarsi di una legge sul tema.

La proposta sarà illustrata nel corso di una conferenza stampa il 29 novembre alle ore 10:00 presso la Sala Conferenze del Consiglio regionale della Sardegna (ingresso lato Via Cavour, Cagliari).


Parteciperanno Marco Cappato e diversi rappresentanti istituzionali: Piero Comandini (Presidente del Consiglio Regionale), i presidenti dei gruppi di maggioranza , Roberto Deriu (PD), Alessandro Solinas (M5S), Luca Pizzuto (Sinistra Futura), Francesco Agus (Progressisti), Sebastian Cocco (Uniti per Todde), Sandro Porcu (Orizzonte Comune), le presidenti delle commissioni competenti Carla Fundoni (Sanità) e Camilla Soru (Seconda Commissione), e la consigliera comunale di Cagliari Francesca Mulas, in rappresentanza del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra

➡ Marco Cappato sarà a Cagliari anche per altri tre eventi


Il 28 e 29 novembre, Marco Cappato sarà a Cagliari per ulteriori occasioni per approfondire i temi legati al diritto di scegliere sul fine vita e alle iniziative dell’Associazione Luca Coscioni:

  • Il Convegno giuridico “Il riconoscimento giurisprudenziale di nuovi diritti” all’Università di Cagliari, organizzato dall’Ordine degli avvocati di Cagliari, che si svolgerà in due sessioni giovedì 28 novembre dalle ore 15.00 alle ore 19.00 e venerdì 29 novembre dalle 15.30 alle 19.30 presso la sala “Aldo Marongiu”, Biblioteca C.O.A., Palazzo di Giustizia, Piazza Repubblica.
  • Apericena con Marco Cappato e le Cellule Coscioni di Cagliari e Sardegna, che si svolgerà giovedì 28 novembre dalle ore 19.45 presso “Grotta Marcello” in Piazza Yenne 26 a Cagliari.

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L’Associazione Luca Coscioni denuncia il mancato accesso alle informazioni sulla legge 194 come violenza istituzionale


Le giornaliste Chiara Lalli e Sonia Montegiove hanno appena concluso l’indagine Mai Dati 2, chiedendo alle Regioni i dati aperti sull’applicazione della legge 194 e declinati per singola struttura

Gli ultimi dati definitivi pubblicati dal Ministero nel 2023 risalgono al 2021. Sono, inoltre, aggregati per medie regionali, il che non consente di comprendere come la legge sul territorio


A tre anni dalle prime richieste di Chiara Lalli e Sonia Montegiove di avere dati aperti e per singola struttura per capire se e come è applicata la legge 194, la situazione rimane critica. La mancanza di dati per singola struttura, completi e aggiornati, continua a rappresentare una violazione dei diritti delle donne. I dati ufficiali sono vecchi e aggregati per medie regionali. L’ultima relazione del Ministero della Salute sull’attuazione della legge 194 è stata infatti pubblicata a ottobre 2023 con i dati definitivi del 2021, nonostante secondo la legge dovrebbe essere presentata al parlamento ogni anno “entro il mese di febbraio”. Lalli e Montegiove hanno scritto, alcuni mesi fa, alle Regioni chiedendo i dati per struttura e più aggiornati rispetto a quelli pubblicati dal Ministero. I dati inviati sono incompleti e a volte difficilmente consultabili. Non tutte le Regioni hanno risposto inviando i dati ma di alcune “Mai Dati 2” ha i dati del 2022 e del 2023.

Chiara Lalli e Sonia Montegiove: “La nostra richiesta è sempre la stessa: pubblicare i dati aggiornati e per singola struttura. Per sapere com’è applicata la 194 e per poter davvero scegliere di andare in un ospedale o in un altro, dobbiamo avere delle informazioni aggiornate e non vecchie di 3 anni e che riguardano le strutture e non le ASL o le regioni. A cosa ci serve sapere cosa succede in Umbria o nel Lazio? A niente. Ci serve sapere che cosa succede nella specifica struttura. E non basta sapere la percentuale degli obiettori di coscienza, perché la valutazione deve considerare molte altre variabili (l’accessibilità delle informazioni, i tempi di attesa, i numeri di richieste, la mobilità, la garanzia del farmacologico e il regime ambulatoriale, come da disposizioni dello stesso Ministero della salute, l’IVG dopo i primi 90 giorni). Infine, sarebbe augurabile non ricevere più risposte che rimandano a siti dove i dati non vengono pubblicati come dovrebbero”.

“Questo ritardo e la mancanza di dati per singola struttura sono una vera e propria violenza istituzionale – aggiunge la Segretaria Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni Filomena Gallo – che ostacola l’esercizio di un diritto fondamentale delle donne. La carenza di dati aggiornati e dettagliati ha conseguenze sulla qualità del servizio di interruzione volontaria della gravidanza e sull’applicazione della legge. Il diritto delle donne all’aborto è un diritto fondamentale. Chiediamo alle istituzioni di garantire l’accesso ai dati disaggregati e di rimuovere gli ostacoli che impediscono l’esercizio di un diritto tanto importante com’è quello alla salute”.

➡ Risorse utili


→ Approfondimenti su Mai dati 2024 ←

Alcune risposte da parte delle Regioni


  • Sicilia, Calabria e Abruzzo non hanno mai mandato i dati nonostante il sollecito e i vari numeri di protocollo.
  • L’Emilia Romagna e il Lazio non hanno mandato i dati per struttura ma per azienda.
  • Il Veneto ha rimandato al sito che pubblica grafici per struttura, ma non consente di scaricare i dati in formato aperto.
  • La Campania ha mandato solo l’elenco per punti IVG e le medie regionali.
  • La Toscana ha invitato a consultare il sito Ars Toscana ma i dati, seppur aperti, sono descritti in modo non chiaro per cui non è possibile interpretarli in modo corretto e rielaborarli.
  • Il Molise ha mandato dei dati dettagliatissimi, ma manca quello degli obiettori di coscienza.
  • La Lombardia ha spiegato che ‘nelle celle valorizzate con # sono stati oscurati i dati di dettaglio in ottemperanza alla normativa sulla protezione dei dati personali, in ragione della scarsa numerosità, al fine di ridurre al massimo il rischio di reidentificazione degli interessati’. Cioè usa un # in alcune righe nella colonna (ginecologi, anestesisti e professioni sanitarie non mediche in organico, di cui non obiettori) per oscurare forse uno zero o un numero troppo basso che è meglio metterci l’hashtag?”


➡ Mappe tematiche
↓ Mappe Mai Dati 2021 (su dati ministeriali) ↓


google.com/maps/d/embed?mid=1z…

↓ Mappe Mai Dati 2022 ↓


google.com/maps/d/embed?mid=1q…

↓ Mappe Mai Dati 2023 ↓


google.com/maps/d/embed?mid=1W…

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Michele De Luca al Festival dei diritti umani a Bologna relaziona sulla libertà di ricerca scientifica


Michele De Luca, co-presidente di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, partecipa come relatore al festival dei diritti a Bologna.

L’appuntamento è per domenica 1 dicembre alle ore 17.30 presso la Sala Biagi, in Via Santo Stefano, 19, a Bologna.

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“Le donne italiane non possono davvero scegliere per colpa della politica”


“Oggi, più che mai, è fondamentale chiedere con forza l’aggiornamento delle leggi italiane che riguardano la libera scelta, il diritto alla salute e i diritti riproduttivi – dichiara Filomena Gallo, avvocata e segretaria dell’Associazione Luca Coscioni. Le donne non possono più subire una discriminazione che ne limita la libertà di scelta in ogni fase della vita. L’Italia deve rispettare le donne nelle loro scelte, non poggiarsi sul loro tempo e sul loro lavoro di cura a causa di politiche inadeguate di welfare, garantire l’accesso alla contraccezione gratuita, eliminare gli ultimi divieti sulla PMA (legge 40) e regolare la gravidanza per altri in una forma solidale. È tempo di un cambiamento che rispetti pienamente i diritti fondamentali di tutte le donne”.

Accanto alla violenza fisica, c’è una violenza silenziosa e meno visibile che si manifesta nella negazione e nella limitazione dei diritti fondamentali delle donne: dalla libertà di scegliere sul proprio corpo alla possibilità di costruire una famiglia. La condizione delle donne in Italia è segnata da leggi inadeguate, restrizioni arbitrarie e divieti ideologici, che impediscono loro di esercitare pienamente la propria autodeterminazione.

➡ Aborto: un diritto negato dalle strutture


Nonostante la legge 194 sia in vigore da oltre 40 anni, l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) non è garantito in modo uniforme. Dati vecchi (gli ultimi definitivi sono del 2021) e per media regionale non permettono di capire davvero com’è applicata la 194 e dove sarebbe necessario intervenire per migliorare il servizio di IVG.

Le ultime risposte (Mai Dati 2 saranno pubblicati lunedì 25 novembre) alla richiesta di dati per struttura evidenzia, ancora una volta, che: non è chiara l’importanza dei dati dettagliati, quello che sarebbe un diritto (cioè l’accesso alla informazione) è garantito in modo non uniforme, manca la volontà politica di rendere più facile un diritto e per evitare che rimanga solo sulla carta.

Stando a un’indagine commissionata da Associazione Luca Coscioni a SWG il 55% degli italiani chiede di aggiornare la legge, agevolando l’aborto farmacologico e consentendo l’autosomministrazione dei farmaci a domicilio, una prassi già adottata in molti Paesi avanzati. L’accesso alla contraccezione gratuita, fondamentale per prevenire gravidanze indesiderate, è sostenuto dal 35% della popolazione, ma resta ancora largamente inattuato.

➡ Fecondazione assistita: persone singole e coppie discriminate


La legge 40 continua a escludere le donne singole e le coppie dello stesso sesso dall’accesso alla procreazione medicalmente assistita (PMA), un divieto ingiusto e discriminatorio. Un divieto che è anche impopolare, visto che solo il 16% degli italiani (dati SWG 2024) si oppone a questa possibilità. Il tema sarà affrontato presto dalla Corte costituzionale, che deciderà sul ricorso presentato da Evita, donna singola che a causa del divieto della legge 40 non può accedere alla PMA.

➡ Gravidanza per altri: cittadini italiani a rischio


Sono già oltre 50 le coppie italiane che si sono rivolte al team legale dell’Associazione Luca Coscioni preoccupate per le conseguenze della nuova legge che estende la punibilità anche per i cittadini italiani che vanno in un altro paese e rispettano le leggi di quel paese. Coppie eterosessuali con donne che non possono portare avanti una gravidanza per gravi motivi di salute e che verranno trattate come criminali, coinvolte in procedimenti penali che metteranno a rischio soprattutto il futuro dei bambini, allontanati dalle proprie famiglie. Coppie di uomini o persone singole che vogliono un figlio.

L'articolo “Le donne italiane non possono davvero scegliere per colpa della politica” proviene da Associazione Luca Coscioni.


Mentre la Regione affossa “Liberi Subito”, la sanità lombarda dà il via a una persona malata, in assenza di regole


Filomena Gallo e Marco Cappato spiegano perché la pregiudiziale sollevata dal Consiglio regionale è illegittima


In Lombardia una persona malata dopo ben 6 mesi dalla richiesta di verifica delle condizioni ha ottenuto conferma di possedere le condizioni previste dalla sentenza Cappato, ora si sta procedendo con l’individuazione del farmaco e con le modalità di autosomministrazione. Non esistono però ancora regole che garantiscano tempi certi di risposta per la conclusione delle verifiche su condizioni e modalità per procedere.

Il Consiglio regionale potrebbe rimediare tra pochi giorni approvando la proposta di legge popolare “Liberi Subito”. Stando alle dichiarazioni, invece, buona parte della maggioranza si prepara a affossare la legge senza neanche discuterla nel merito, sollevando una pretestuosa e infondata pregiudiziale di costituzionalità su una materia che è piena competenza della Sanità regionale, come questa ulteriore richiesta ad una azienda sanitaria lo dimostra.

Secondo i legali dell’ Associazione Luca Coscioni l’uso della pregiudiziale in questo caso sarebbe inoltre illegittimo, per tre ragioni:

Violazione delle regole sull’iniziativa popolare

Lo Statuto regionale stabilisce che l’Ufficio di Presidenza è l’unico organo competente a verificare l’ammissibilità delle proposte di legge popolari. Questo controllo è già stato effettuato a febbraio, con esito positivo. Cambiare ora questa valutazione senza una nuova analisi completa e motivata significa violare le regole previste dalla legge e dallo Statuto.

Conflitto tra regolamento e fonti superiori

Lo Statuto regionale e le leggi regionali che disciplinano l’iniziativa popolare hanno un valore superiore rispetto al regolamento interno del Consiglio. Consentire al Consiglio di bocciare una proposta già ammessa significherebbe ignorare la gerarchia delle norme, creando un pericoloso precedente che potrebbe compromettere i diritti di partecipazione dei cittadini.

Principio del legittimo affidamento

Gli oltre 8.000 firmatari lombardi e i promotori della legge hanno diritto a un processo trasparente. La Regione, avendo già approvato la proposta nella fase iniziale, non può ora contraddirsi senza violare la fiducia e le legittime aspettative di chi ha sostenuto l’iniziativa.

➡ Dichiarazione di Filomena Gallo e Marco Cappato


Il suicidio assistito in Italia è già possibile grazie alla sentenza della Corte Costituzionale 242/2019, ma la mancanza di regole chiare e tempi certi continua a costringere le persone a combattere per anni.

Il caso della giornalista Laura Santi ne è un esempio: due anni di battaglie legali per ottenere il diritto a scegliere la propria morte volontaria. Ora, la Lombardia ha risposto a una nuova richiesta di suicidio assistito, ma alcuni consiglieri regionali parlano di ‘incompetenza regionale’. La competenza regionale nell’ organizzare erogazione di servizi e prestazioni c’è tutta.

L’ex Ministro della Salute Roberto Speranza, durante il suo mandato due anni fa precisava a tutti i Presidenti delle Regioni che le strutture del servizio sanitario nazionale sono chiamate a dare attuazione in tutti i suoi punti alla richiamata sentenza della Consulta aggiungendo che è da garantire che siano a carico del Servizio Sanitario Nazionale le spese mediche necessarie per consentire il ricorso al suicidio medicalmente assistito ai pazienti che ne facciano richiesta.

Il Presidente Attilio Fontana non ha mai invocato incompetenza regionale. La proposta di legge ‘Liberi Subito’vuole solo definire regole certe per ciò che già avviene, ma la politica regionale sta tentando di evitarne il dibattito. Non possiamo permettere che il diritto di scegliere venga ancora ostacolato.


Approfondimento: Sintesi giuridica sulla questione pregiudiziale di legittimità costituzionale in Regione Lombardia


L'articolo Mentre la Regione affossa “Liberi Subito”, la sanità lombarda dà il via a una persona malata, in assenza di regole proviene da Associazione Luca Coscioni.


Voci dal XV Libro Bianco sulle Droghe: ecco cosa si è detto nel podcast


A quasi trentacinque anni dalla sua adozione il Testo Unico sugli stupefacenti 309/90 costituisce il principale strumento di carcerazione in Italia. Il controllo di un fenomeno sociale e culturale dalle proporzioni così estese, circa 8 milioni di persone, è affidato alla criminalizzazione di chi usa, oltre che di chi compra o vende piccole quantità, minando la tutela del diritto alla salute dei coinvolti.

Nel 2024, oltre un detenuto su tre è condannato per reati previsti dal testo unico sulle droghe per condotte che vengono ritenute una minaccia per la salute e la sicurezza pubbliche.

Il Podcast “Voci del XV Libro Bianco sulle Droghe”, ideato da Marco Perduca e curato da Peppe “Coffee” Brescia, ha coinvolto gli autori della quindicesima edizione di una vera e propria “contro-relazione” di quanto prodotto annualmente dal Dipartimento per le politiche sulle droghe.

L’intento è stato quello di offrire una lettura critica della situazione italiana grazie all’analisi delle varie dinamiche istituzionali, politiche e civiche, dalle rilevazioni statistiche presentando una rassegna degli interventi di riduzione del danno, e soffermandosi sul contesto penitenziario avanzando proposte di legge alternative alla War on Drugs.

Questo il sommario dei temi affrontati:

➡ 9 agosto: Le conseguenze penali e sanzionatorie della 309/90


Fin dalla sua entrata in vigore, la legge 309/90, il testo unico sulle droghe, si è tradotta in eccesso di criminalizzazione, congestionamento del sistema giudiziario e diritti interrotti. Le evidenze statistiche mostrano in maniera inoppugnabile come la violazione del testo unico sulle droghe rappresenti la prima e fondamentale causa di crescita della popolazione penitenziaria italiana, mediante un’azione repressiva che si è progressivamente rivolta dalle sostanze ai consumatori. L’analisi dei dati disponibili diviene allora un utile strumento tramite cui fornire una globale istantanea del fenomeno. In quale modo i numeri restituiscono la complessità della materia, e come essi andrebbero letti?

Con: Maurizio Cianchella, dottorando all’università di Perugia e responsabile delle rilevazioni statistiche circa le conseguenze penali e sanzionatorie della legge 309/90.


➡ 9 agosto: L’attacco alla filiera della canapa industriale


Con le sue 800 aziende dedite alla produzione, le 1.500 occupate nella trasformazione, i circa 11mila posti di lavoro creati e i 500 milioni annui di fatturato, la Cannabis a uso industriale rappresenta una delle eccellenze dell’imprenditoria italiana, nella gran parte dei casi gestita da operatori under 35. Il successo commerciale non ha tuttavia agevolato il settore, in passato osteggiato a più riprese e regolato da una legge senza dubbio passibile di miglioramenti. L’attacco istituzionale alla Cannabis a uso industriale sembra oggi essersi di nuovo concretizzato: alcune delle misure contenute nel ddl sicurezza contengono infatti misure che preannunciano una stretta normativa. Cosa sta avvenendo, e quali i rischi per gli imprenditori del settore?

Con: Mattia Cusani, presidente Associazione Canapa Sativa Italia.


➡ 13 agosto: Le carceri scoppiano, il dossier dell’Associazione Antigone


Sovraffollamento al 130% con 14mila persone in più rispetto ai posti letto regolamentari. Un incremento di 4mila detenuti in dodici mesi.

Istituti Penali per Minorenni oltre la capienza prevista per la prima volta negli ultimi anni. Il tasso spropositato di suicidi, l’eccessivo ricorso alla detenzione per violazione del testo unico sulle droghe, l’inadeguatezza dell’offerta rieducativa. Sono questi alcuni degli aspetti che emergono dal dossier pubblicato lo scorso Luglio da Associazione Antigone, che torna a richiamare l’attenzione sullo stato emergenziale degli istituti penitenziari. Quali sono le riflessioni su cui diviene opportuno soffermarsi?

Con: Stefano Anastasia, garante delle persone private della libertà personale della regione Lazio.


➡ 16 agosto: Il diritto all’affettività in carcere


Quanto mai al centro del dibattito politico e civile, negli ultimi mesi l’istituzione penitenziaria è stata a più riprese oggetto dei lavori dell’esecutivo.

La focalizzazione su aspetti come la fatiscenza delle strutture o gli episodi di violenza e autolesionismo spesso allontanano l’obiettivo da questioni altrettanto dirimenti, come nel caso del diritto all’affettività dei detenuti o della quotidianità vissuta da questi ultimi, tra permanenza obbligata nelle celle e assenza di attività culturali. A seguito degli interventi della Corte Costituzionale, quali riflessioni si impongono riguardo la tematica?

Con: Sarah Grieco, avvocata, membro de La Società della Ragione, assegnista di ricerca presso la Scuola Superiore Meridionale di Napoli e docente di esecuzione penale.


➡ 20 agosto: Trattamenti alternativi e diritti umani


La detenzione arbitraria rappresenta uno dei maggiori rischi per i consumatori di droghe illecite. Come ribadito da diversi anni da varie agenzie dell’Onu, la reclusione per reati legati alle droghe dovrebbe costituire l’ultima risorsa e, in linea di principio, dovrebbe essere utilizzata solo per reati gravi. In realtà, circa un quinto della popolazione detenuta a livello mondiale sta scontando condanne per possesso di droga per uso personale. La questione dell’esigibilità del diritto alla salute dei detenuti alle prese con uso problematico di sostanze continua a essere marginalizzata o, come avviene in Italia, pretestuosamente reindirizzata. Quali alternative a criminalizzazione o patologizzazione di queste persone? Quali sono le tutele cui esse avrebbero diritto? E in quale ottica si stanno muovendo le nostre istituzioni?

Con: Susanna Ronconi, membro del comitato scientifico di Forum Droghe.


➡ 23 agosto: Le nuove sfide per le comunità terapeutiche


Gli interventi di riduzione del danno rappresentano la testimonianza più evidente del ruolo giocato dalla società civile nell’ambito delle politiche sulle droghe. Introdotti nel corso degli anni ‘80 a seguito della diffusione del virus dell’HIV, sono stati uno dei più significativi risultati del lavoro di associazioni e organizzazioni del terzo settore i quali, con l’avvento del nuovo millennio, in molti casi hanno fornito la spinta decisiva per giungere a un approccio di depenalizzazione e regolamentazione. A sette anni dall’introduzione delle pratiche di riduzione del danno all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza, i servizi in Italia rimangono tuttavia discontinui, non omogenei a livello nazionale e scarsamente promossi e finanziati. La fluidità del fenomeno legato al consumo di sostanze interviene a complicare tale quadro. Quali le sfide che le comunità terapeutiche sono chiamate ad affrontare?

Con: Caterina Pozzi, presidente del Coordinamento Nazionale delle Comunità Accoglienti.


➡ 27 agosto: L’Allargamento delle maglie penali


La cultura penalistica italiana ha prodotto negli anni un netto allargamento delle maglie detentive. Al ricorso alle misure alternative non ha fatto seguito una diminuzione del numero dei ristretti, quanto piuttosto una esternalizzazione dello spazio detentivo. Le misure adottate per fronteggiare l’emergenza hanno in diversi casi fatto base su un impianto ancor più repressivo, mediante la creazione di nuove fattispecie di reato, spesso indirizzate alla criminalizzazione della popolazione giovanile. La detenzione diviene così non più l’extrema ratio, ma un mero strumento contenitivo a scapito di individui ritenuti problematici. In tale scenario, il testo unico sulle droghe continua a influire per oltre un terzo delle presenze in carcere. Quali gli strumenti a disposizione in modo da attenuare lo stato di crisi?

Con: Valentina Calderone, garante delle persone private della libertà personale di Roma Capitale.


➡ 30 agosto: Rispondere all’emergenza


L’indirizzo penale italiano sembra quanto mai volto all’inasprimento di leggi e condanne, definendo un’impostazione sempre più punitiva.

La definizione di “discarica sociale”, spesso applicata al sistema penitenziario italiano, sottintende un dato di fatto: oggi, al carcere non si chiede più di rieducare e reinserire, ma di punire e isolare. È in questo quadro che si inserisce il consumo di droghe: stando ai dati ministeriali, circa il 40% dei detenuti italiani è indicato tossicodipendente, sebbene si tratti di una definizione dai labili contorni. Il basso ricorso ai percorsi terapeutici, previsti per legge, aggrava le condizioni patogene del carcere. In che modo la dinamica del sovraffollamento penitenziario incontra quello dell’utilizzo problematico di sostanze, e quali sono gli strumenti a disposizione per affrontare la questione?

Con: Denise Amerini, responsabile CGIL nazionale per le dipendenze e carcere.


➡ 3 settembre: Da #IoColtivo alla Petizione in Europa


Tra gli Stati che hanno finora realizzato provvedimenti di totale regolamentazione della Cannabis, nessuno di essi è un paese europeo.

La War on Drugs, concepita negli Stati Uniti, ha da sempre trovato terreno fertile nel Vecchio Continente. La media della popolazione europea detenuta a causa di reati connessi a droghe illegali si aggira infatti attorno al 18%. Le parziali riforme recentemente avvenute in Stati come Germania, Svizzera e Malta hanno tuttavia richiamato l’attenzione su un argomento solitamente estromesso dalle agende politiche nazionali. In Italia, le istituzioni non sembrano ancora intenzionate ad accogliere l’istanza antiproibizionista, nonostante si tratti di un argomento dal grande eco presso l’opinione pubblica. Quali sono proposte e modalità per portare avanti l’azione riformista a livello nazionale ed europeo?

Con: Antonella Soldo, presidente di Meglio Legale, e Lorenzo Mineo, coordinatore delle attività di EUmans a Bruxelles.


➡ 6 settembre: Le droghe e il diritto internazionale


Le convenzioni delle Nazioni Unite poste alla base del controllo sulle sostanze illecite hanno plasmato gli interventi normativi portati avanti dalle entità statali. In un’ottica di tutela della salute pubblica e di diritto alla scienza, i divieti internazionali hanno conseguito esiti di fatto fallimentari. Da qualche anno, sulla scorta di ripetute sollecitazioni giunte dalla società civile, le Nazioni Unite sembrano tuttavia aver avviato un processo di rimeditazione del sistema proibizionista, espressa in una serie di documenti che denunciano le violazioni dei diritti umani causati dalla War on Drugs. Si tratta a tutti gli effetti di un atto di autocritica da parte dell’Onu?

Con: Giulia Perrone, assegnista di ricerca in diritto internazionale presso l’università degli studi di Napoli Federico II, e membro di giunta di Science for Democracy e Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.


➡ 10 settembre: War on drugs, le crepe si allargano


A sei anni dalla sua introduzione, la legge che regolamenta la Cannabis in Canada ha appena concluso la sua prima revisione.

Il Sudafrica approva una riforma per decriminalizzare coltivazione e possesso di Cannabis, l’Uruguay celebra i primi dieci anni di legalizzazione.

Metà della popolazione statunitense vive in un regime di regolamentazione legale della Cannabis. A ciò si aggiungono la parziale legalizzazione avvenuta in Germania, le sperimentazioni in atto in Svizzera, le riforme avvenute a Malta e Lussemburgo. In quale modo la comunità internazionale è ora chiamata ad agire in maniera coordinata a salvaguardia dei diritti umani?

Con: Leonardo Fiorentini, segretario di Forum Droghe e direttore di Fuoriluogo.


➡ 13 settembre: 2024, L’anno del ritorno delle terapie psichedeliche?


L’etimologia del termine psichedelico rimanda direttamente al concetto di svelamento della psiche.

Nonostante la parola abbia derivazione greca, la sua formulazione risale a meno di 70 anni fa, quando il termine venne coniato dallo psichiatra canadese Humphry Osmond nell’ambito di uno scambio epistolare con Aldous Huxley. Da allora, le sostanze psichedeliche sono divenute tanto un simbolo della controcultura quanto della repressione generata dalla War on Drugs, generando alternativamente fascinazione o rimozione culturale. Sebbene non si sia trattato di un percorso lineare, negli ultimi anni gli psichedelici hanno ricoperto un ruolo di primo piano nell’ambito del dibattito accademico. Le sperimentazioni più recenti, condotte negli Stati Uniti, hanno contribuito a rinnovare l’interesse nei confronti di queste molecole, gettando nuova luce sulla questione. Quali i possibili sviluppi?

Con: Marco Perduca, membro di Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.


➡ 17 settembre: Speciale DDL Sicurezza – Il carcere e le detenute madri


Con la ripresa dei lavori parlamentari avanza anche la discussione sul DDL sicurezza, al centro del dibattito politico degli ultimi giorni.

Tra le varie misure contenute nel provvedimento, un emendamento mira a far decadere l’obbligo di rinvio dell’esecuzione della pena per le detenute incinte o le madri fino ai tre anni di vita dei figli. Le modifiche legislative occorse negli anni, dalla riforma penitenziaria del 1975 alla legge 62 del 2011, non sono state in grado di farsi carico della questione in maniera dirimente. Al 12 Settembre 2024, data di registrazione di questa puntata, il decreto risulta ancora in attesa di approvazione definitiva, pur avendo già ottenuto il via libera da parte della Camera. Stando ai dati divulgati dal Ministero della Giustizia, al 31 Agosto 2024 risultano recluse 18 madri con 21 figli al seguito. Che tipo di giustizia è quella che condanna alla reclusione persone incolpevoli in così tenera età?

Con: Sofia Ciuffoletti, filosofa del diritto e direttrice de L’altro Diritto.


➡ 24 settembre: Speciale DDL Sicurezza – CBD E Canapa a fine industriale


Secondo speciale di Voci del XV Libro Bianco sulle Droghe dedicato al DDL sicurezza, al fine di commentare gli ultimi aggiornamenti riguardo la Cannabis a basso tenore di THC. Come avvenuto in passato, in assenza di leggi chiare, spetta a tribunali e sentenze il compito di fare giurisprudenza, alimentando confusione e complessità legislative. A distanza di otto anni dalla legge 242, perché persistono tutte queste difficoltà nel normare il comparto della Cannabis a uso industriale?

Con: Mattia Cusani, presidente Associazione Canapa Sativa Italia.


➡ 1 ottobre: Speciale Summer school di Forum Droghe


Continuano gli approfondimenti di Voci del XV Libro Bianco sulle Droghe.

Ospite della puntata, Stefano Vecchio, presidente di Forum Droghe, con cui si avrà l’occasione di entrare nel merito dell’articolo redatto per l’ultima edizione del Libro Bianco, intitolato Dal penale al sociale, in direzione ostinata e contraria. Nel corso della chiacchierata si discuterà inoltre della recente edizione della Summer School di Forum Droghe, organizzata in collaborazione con il Coordinamento Nazionale della Comunità Accoglienti.

Con: Stefano Vecchio, presidente di Forum Droghe.


➡ 10 ottobre: I servizi socio-sanitari in carcere


“Considerato che al direttore generale dell’azienda sanitaria spetta il compito di riferire al Ministero della salute e quello della giustizia sulle visite compiute e sui provvedimenti da adottare, l’Associazione Luca Coscioni ha predisposto delle diffide per tutte le ASL d’Italia ad adempiere al proprio compito stabilito dalla Legge, e quindi procedere a sopralluoghi nelle strutture penitenziarie di loro competenza con il fine di apprezzare le circostanze relative all’igiene e le profilassi delle stesse, della fornitura di tutti i servizi socio-sanitari a esse imputati, e di agire di conseguenza qualora esse non siano a norma.”

È questo uno dei passaggi del comunicato stampa mediante il quale lo scorso 8 Agosto Associazione Luca Coscioni ha diffidato le ASL italiane dallo svolgere il proprio servizio all’interno delle strutture penitenziarie. Nel corso dell’approfondimento, si discuterà delle motivazioni alla base dell’iniziativa e dei possibili sviluppi.

Con: Marco Perduca, membro di Associazione Luca Coscioni e coordinatore dell’iniziativa.


➡ 5 novembre: Speciale molecole psichedeliche


Con l’approfondimento dedicato alle sostanze psichedeliche si chiude Voci del XV Libro Bianco sulle Droghe.

Sulla scia dell’appello L’Italia apra alle terapie psichedeliche, lanciato da Associazione Luca Coscioni, l’episodio fornirà lo spunto per affrontare tematiche come il meeting sugli utilizzi medici della psilocibina organizzato nell’ambito del XII Congresso Internazionale sui Funghi Medicinali tenutosi lo scorso Settembre, approfondire la storia di queste molecole e proporne una lettura antropologica.

Con: Tania Re, psicologa clinica, antropologa specializzata in antropologia della salute, consigliera di Associazione Luca Coscioni e socia fondatrice della cattedrale UNESCO Salute antropologia, biosfera e sistemi di cura dell’Università di Genova.

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A Milano il seminario organizzato dall’ordine degli avvocati di Milano sul Fine Vita, con Simona Giannetti


L‘Ordine degli Avvocati di Milano organizza un evento gratuito nell’ambito della formazione continua per gli avvocati, sul tema del fine vita.

Simona Giannetti, avvocato e iscritta ad Associazione Luca Coscioni facente parte del gruppo Giuristi per le Libertà, interverrà come relatrice per un inquadramento legislativo e giuridico.

L’appuntamento è per lunedì 18 novembre dalle ore 14.30 alle ore 17.30 presso il Salone Valente della Palazzina Anmig, in Via San Barnaba 29, a Milano.


L’evento è in presenza, aperto a tutti e gratuito, per gli avvocati previsti crediti ecm. Locandina completa QUI.
Gli avvocati possono partecipare e richiedere i crediti tramite la Piattaforma Sfera a questo link.

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A Treviso il convegno “cure palliative e aiuto medico a morire: contrapposizione o complementarietà?”


La Cellula Coscioni Treviso, con il supporto delle Cellule Coscioni Belluno-Dolomiti, Vicenza-Padova e Venezia, organizza a Treviso il convegno Cure palliative e aiuto medico a morire: contrapposizione o complementarietà?

L’appuntamento è per giovedì 28 novembre alle ore 18.00 presso Fondazione Benetton Studi Ricerche, auditorium di Palazzo Bomben, Via Cornarotta 7-9, a Treviso.


Interverranno Mario Riccio, medico anestesista rianimatore e Consigliere Generale ALC, Cosimo de Chirico, medico palliativista già direttore cure palliative ULSS 4, Paolo Veronesi, ordinario di diritto costituzionale università di Ferrara e Davide Mazzon, medico anestesista rianimatore della Consulta di Bioetica Onlus.

Di seguito la locandina completa dell’iniziativa:

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Marco Perduca, Claudia Moretti e Tania Re al convegno “Terapie emergenti nella scienza psichedelica”


Marco Perduca, coordinatore della campagna Legalizziamo!, partecipa insieme alle consigliere generali dell’Associazione Luca Coscioni Claudia Moretti e Tania Re al primo convegno italiano sull’uso clinico delle sostanze psichedeliche, Terapie emergenti nella scienza psichedelica, organizzato dall’Università degli Studi di Trento.

L’appuntamento è per venerdì 8 e sabato 9 novembre 2024 a Palazzo Piomarta, in Corso Bettini 84 a Rovereto, nella Provincia autonoma di Trento.


Il convegno è in inglese ed è a pagamento.

➡ Per maggiori informazioni CLICCA QUI

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