[filtri] -les mots ont des oreilles
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Ciao Mondo!
Ciao Mondo! Che bello poterti parlare di nuovo! Ti chiederei spensieratamente “come stai”, ma con disagio la reputerei una domanda tristemente incline alla retorica. L’ultima volta che ci siamo confrontati, le cose erano parecchio diverse... Dal punto di vista che riguarda la tua preziosa salute (da cui dipende, senza mezzi termini, anche la nostra) l’acqua era di certo più pulita, l’aria più respirabile, gli animali liberi di vivere le loro vite, ignari di tutto ciò che comporta condividerle con l’umanità. Mi correggo: con l’ultimo stadio raggiunto dall’umanità.Qualche scambio di parole addietro, mi avresti detto senza 3 pensarci due volte di essere felice. L’unico grande motivo che avrebbe potuto renderti ineguagliabilmente spensierato ed appagato, sarebbe stato vedere noi esseri umani (nonostante la nostra natura animale, in perenne evoluzione e mutamento) capaci di non compromettere in modo irreversibile ciò che di più importante custodisci nella tua infinita composizione: i sistemi che ti appartengono, che ti rendono unico e speciale.
È quasi inutile affermare che una volta eravamo molto diversi. Eravamo facilmente affascinabili, e lo stupore ci arrivava sempre da te: un paesaggio, un temporale, una stella, ci lasciava senza fiato. Ci definivano i nostri grandi sentimenti universali, quelli rivolti a ciò che era ignoto, ingestibile, indomabile: la paura dell’ignoto e il bisogno di conoscenza. Ora tutto è diventato più piatto, ovattato, il sentimento stesso non ha più lo stesso valore. La nostra esistenza, un tempo legata a un bisogno di semplicità oltre che di curiosità, ci permetteva di gioire di una quotidianità lenta e sana. Attributi che, a parer mio, rendevano le persone di ogni epoca, più felici di quanto sappiamo esserlo oggi. Non eravamo ancora contaminati da mille fattori esterni inutili, che oggi ci bombardano, ci distraggono, ci rincoglioniscono.
Una cosa che rendeva unica la nostra esistenza passata era che, involontariamente, non avendo i mezzi e la tecnologia per compiere disastri ambientali come quelli odierni, non avevamo nemmeno la responsabilità che oggi invece ci accomuna tutti. Non avevamo strumenti per essere tanto pericolosi quanto lo siamo adesso. Oggi, farti del male è diventata un’abitudine di poca importanza. Che dire... ci legava una parte animale, primordiale, atavica, priva della complessità che oggi ci caratterizza. Eppure, anche allora la vita sapeva essere cruda, spietata, incoerente, profondamente parziale come concetto di giustizia. Il bianco doveva essere bianco, il nero a sua volta doveva rimanere nero. L’emancipazione dei deboli, la lealtà, la moralità, la coerenza... erano concetti limitati a un bisogno personale, non collettivo. Non erano diritti accettati e riconosciuti da un sistema volto alla tutela degli ultimi scalini della nostra infinita piramide sociale. Pochi condividevano quei valori e chi predicava la sua giustizia, se la trovava contro: dalla parte del carnefice, del potente, del socialmente riconosciuto. C’era molta parzialità e prepotenza, i torti erano all’ordine del giorno, e al sistema interessava poco.
Oggi, noi occidentali del “primo mondo”, possiamo ritenerci fortunati. Da questo punto di vista, devo ammettere che siamo migliorati parecchio, almeno nella porzione di mondo che impropriamente mi permetto di chiamare “casa”. Nel resto del pianeta... chi lo sa? Sarò sincero, Mondo: i tempi di cui parlo vorrei tanto ricordarmeli. Desidererei sapere, conoscere esattamente ciò di cui sto discutendo o bagolando, ma quando sono nato io, poche decine di anni fa, era circa tutto così come è adesso. Forse il contesto umano era appena diverso, ma già predisposto a modellare il presente che conosciamo oggi. Viviamo in una situazione complessa: non ci capiamo, e nessuno capisce nessuno. La quotidianità è diventata subdola, fittizia, apparente, superficiale.
Tutti pensiamo di essere liberi di agire secondo decisioni personali, con delle volute esigenze personali, ma è solo una bugia travestita da libero arbitrio, che ci incatena senza che nemmeno ce ne accorgiamo. Viviamo in una prigione senza sbarre, da cui è impossibile evadere. Tutto ciò che un tempo era raro e indispensabile oggi è considerato ovvio, scontato: nessuno si stupisce più di niente. Prendendo degli esempi banali, fare due o tre pasti variegati al giorno, o fare i propri bisogni su di un bagno caldo e accogliente, sono diventati normalità quotidiane, giustamente o meno. Ci sarebbero esempi più pertinenti, meno banali, ma lascio a te decidere se pensarli. Qui a casa mia, la qualità della vita è davvero migliorata, ma ogni medaglia ha il suo rovescio. Siamo viziati, annoiati, abbiamo tutto. Facciamo appena in tempo a desiderare qualcosa, lo ordiniamo e arriva a casa in pochissimo tempo: dopo una settimana ci siamo già dimenticati il motivo per cui lo abbiamo voluto. Ogni nuovo oggetto è un anestetico che attutisce temporaneamente i nostri problemi, una distrazione che ci allontana da ogni pensiero, soprattutto quelli più utili e costruttivi. Ciò che oggi dovrebbe essere considerato davvero indispensabile, è diventato trascurabile. Come preservare te, Mondo, invece ti stiamo lentamente rovinando e compromettendo irreversibilmente. Uno dei motivi è che per le grandi masse, non sei più abbastanza seducente o interessante quanto le solite, misere cagate di cui ci circondiamo. Sicuramente non sei per noi seducente ed interessante come un tempo. La nostra condizione attuale ha avuto grandi ripercussioni nei tuoi confronti, questa è l’altra faccia della medaglia che ti ho menzionato prima.
Il prezzo più alto, purtroppo, l’hai pagato tu, Mondo. Hai dovuto rinunciare ad ecosistemi, specie animali da noi portate all’estinzione, ci hai permesso di avvelenarti l’aria, forare l’ozono, farti sciogliere i ghiacciai, prosciugarti i fiumi e desertificare le foreste. Fossi in te, sarei furibondo.
***
Ciao amico mio! Grazie per non avermelo chiesto direttamente, mi sarei sentito infastidito se l’umanità avesse ignorato ciò che è stato fatto. Apprezzo che ci sia ancora qualcuno disposto a rivolgermi la parola. Ormai, tutti sono distratti da mille impegni ritenuti più importanti di me, nessuno si preoccupa più nemmeno per l’altro, vicino o lontano che sia. Capisco appieno il tuo disagio verso l’epoca in cui vivi, per le mille incoerenze ed ingiustizie che caratterizzano la tua vita e quella di chiunque altro voglia rendersene conto. La presa di coscienza fa male, lo so. Anch’io, spesso, mi imbestialisco: è assurdo che nel 2025 abbiate ancora una costellazione di problemi facilmente risolvibili, se solo lo voleste. Ma non dovresti avvelenarti il fegato per questo, prova a esistere nel miglior modo possibile, perché l’unico vero motivo per cui valga la pena esistere, è l’esistenza stessa, la tua, quella di qualsiasi altro essere vivente e non vivente.
Molti mi considerano impassibile, distaccato, ma non è mai stato così. La mia tristezza per ciò che è stato rovinato è grande, ma ciò che mi rattrista ancora di più è sapere che l’essere umano pagherà un prezzo ben più alto del mio per via della sua scarsa resilienza, dote che almeno io posso vantare. Chi patirà di più le conseguenze sarà l'umanità stessa. Le mie visibili reazioni sono governate dal caos e dalla casualità, non sono volontà punitive. Io non voglio scatenare sulla vita preziosa, calamità naturali come tsunami, uragani o incendi di massa... sono solo le conseguenze di ciò che avete fatto. Quando imparerete a rispettare ciò che vi circonda, oltre ai vostri interessi, sarò in grado di preservare tutta la vita presente sul pianeta, compresa la vostra, come ho sempre fatto e come vorrei continuare a fare.
Vorrei che vi ricordaste che, se siete voi umani in cima alla catena alimentare e a dominare la piramide sociale e biologica, è perché io vi ho fornito gli strumenti per farlo, riponendo in voi una immensa fiducia. Siete ciò che siete perché io ve l’ho permesso, dovreste riconoscerlo. Non pretendo grandi riconoscimenti, non mi sono mai interessati, ma esigerei che la vostra presenza non fosse sempre così dannosa. Esigerei che costruiste qualcosa di buono per tutti, invece di distruggere ciò che io ho già creato. Avete tutti gli strumenti per farlo. Dovreste ricambiare con un rispetto tale da permettermi di non condannarvi mai all’estinzione. Vi ho accolti e vi ho protetti, ma ora mi voltate ingenuamente le spalle come un figlio ribelle ed irriconoscente. La peggiore cosa che potreste farmi, per il momento, è dimenticarvi di me.
Io non dimentico nulla, mai. Vi penso e mi preoccupate profondamente. Il futuro, di ogni cosa che riguarda tutti noi, è nelle vostre mani.
IN SOGNO RITORNANO
[ispirata nella notte del 25.3.07]
in sogno sovente ritornano
amari i momenti del vissuto
che non vorresti mai fossero stati
per cui accorato in segreto piangi
si affaccia nel tuo sogno bagnato
quel senso di perdizione
incarnato nel figlio
prodigo che fosti
emerge dai fondali
dell'inconscio dove naviga
il sangue e tu
disfartene non puoi
Felice Serino
*
BREVI CONSIDERAZIONI SULLA POESIA DI FELICE SERINO
“IN SOGNO RITORNANO”
Pure nei sogni ci può essere tormento perché la fatica dell' uomo sta nella mente oltre che nel corpo.
E i ricordi e le cose brutte possono tornare ad “inquinare” il cervello inavvertitamente, a sorpresa, senza che noi ci mettiamo del nostro per provocarle. Ma anche su queste lo spirito ha il sopravvento, combatte, ed ha il sopravvento.
In questa dimensione si sta dentro una sospensione come un palloncino che si perde, fluttua nel cielo, fino a scomparire, fino a diventarne parte.
.
IO-UN ALTRO
questo sentirmi diviso: e
non riconoscermi come
il fuori del mio dentro:
convivere con gli umori
di un corpo di morte
Felice Serino
*
CONSIDERAZIONI SULLA POESIA DI FELICE SERINO
“IO-UN ALTRO”
“Convivere con gli umori di un corpo di morte”, anche per un tempo breve – “dentro una sospensione” – non è cosa facile, è la prova a cui siamo sottoposti.
La salvezza è sorprenderci, continuare a sorprenderci in positivo pure quando attorno a te c'è più di un sole velato, magari uno strato addensante di nuvole nere che pesano come una crosta su un corpo ferito. Quella crosta sappiamo cadrà e lascerà una pelle nuova. Così le nostre situazioni di vita, superate le difficoltà si rinfresca, si riaccende un mondo da scoprire, creato per essere tastato, visitato, scoperto. Quel nero cielo che dà buio interiore, farà cadere una scrosciante pioggia e dopo il temporale porterà un fresco risveglio delle membra e con esse il riequilibrio della mente nella sua positività.
Lo spirito a volte è costretto a “convivere con gli umori di un corpo di morte” ma ha un alleato nella speranza che gli crea le situazioni per il sopravvento, per la rinascita continua, con una forza che scavalca ogni avversità che colpisce il fisico.
Andrea Crostelli
.
Libro sacro
leggerne una pagina al giorno
perché la fede non sia acqua
Colui che te la dona
fallo uscire dal libro sacro
le righe nere diventino il tuo sangue
fa che sia pane
non polvere nel vento la Parola
da In una goccia di luce, 2008
_ _ _
Del Libro sacro il verso pungente, stimolante, rivelatore, e altamente poetico è: “fallo uscire dal libro sacro”. Contiene un imperativo, un'urgenza profetica alla quale non puoi voltare la faccia.
Andrea Crostelli
"La Ricerca di Felice Serino": Un'Odissea Introspettiva.
“La Ricerca di Felice Serino”: Un'Odissea Introspettiva. Recensione di Alessandria today . La Ricerca, poesia di Felice Serino, è un'esplorazione profonda dell'animo umano e della sua incessante ricerca di significato. La poesia ci porta in un viaggio introspettivo, attraverso i dubbi, le paure e le speranze che caratterizzano la nostra esistenza.
Serino utilizza un linguaggio ricco e suggestivo per creare immagini vivide nella mente del lettore. Le sue parole ci trasportano in un mondo interiore di riflessioni e domande esistenziali.
La poesia è ricca di metafore, come la vita paragonata ad un “mare in tempesta” e la ricerca di significato ad una “stella polare”. Queste immagini rafforzano l'idea della vita come un viaggio incerto e pieno di sfide.
Il tono generale della poesia è riflessivo e malinconico. Serino riconosce la difficoltà di trovare risposte alle domande più profonde della vita, ma non si arrende. La poesia ci ricorda che la ricerca di significato è un viaggio che vale la pena intraprendere, anche se non sappiamo dove ci porterà.
In sintesi, “La Ricerca” è una poesia profonda e toccante che esplora il tema universale della ricerca di significato nella vita. La poesia ci invita a riflettere su noi stessi e sul nostro posto nel mondo.
Pier Carlo Lava
. La ricerca
uscire dal porto -il cuore in mano- issare la vela della passione dietro lo stridulo urlo dei gabbiani tra le vene bluastre del cielo foriero di tempesta squarciare nel giorno stretto il grande ventre del mare che geloso nasconde negli abissi i suoi figli
Critica al libro "In una goccia di luce"
Critica al libro “In una goccia di luce”
di Felice Serino.
A cura di Luca Rossi.
Febbraio 2009.
Incentrato sulla psicologia dell' Io, tra interiorità-esteriorità, tra morfologia del corpo (il
pre-essere che si fa uomo, il quale si relaziona successivamente col mondo), il biennio 2007-2008 vede il poeta dare alla luce queste nuove liriche, riaffermando
il suo indagare su ciò che è temporalità e realtà.
Già la prefazione di W. Blake anticipa quello che sarà il corpus poetico che vede la “bellezza dell'essere” risiedere nel mistero ancestrale del creato. Quell'essere che non porta al suo interno il mistero stesso, è un individuo che acquista scarso valore. E' questo che pare voglia affermare Serino ribadendo le parole di A. Crostelli nella lirica che apre la silloge. Un mistero dentro il quale si racchiude il bello e il brutto di ciò che è umano e non trascendente, per chi volesse pensare ai versi del poeta solamente alla luce dei lumi del cristianesimo. Un mistero che è regione spazio-tempo indeterminata, in cui anche i sogni hanno un loro ruolo (vedi: “In sogno ritornano”): “amari i momenti del vissuto/ che non vorresti mai fossero stati…//si affaccia nel tuo sogno bagnato/ quel senso di perdizione…”.
Riflettori da cui diparte una luce “insostanziale”, che ci permette di vedere il “non-vissuto” o ciò che non si vorrebbe scrutare perché figlio della paura “…luce verde della memoria/ scuote la morte”, come afferma in “Insostanziale la luce”.
Una luce che diviene il punto di partenza incentrando il discorso antropologico intrinseco nel vissuto di ognuno: “…sostanza di luce e silenzio/ sapore dell'origine…”, da “Lacera trasparenza”.
Entrare nel mistero vuole dire entrare nella luce: “…camminare nel mistero a volte/ con passi non tuoi…”, da “Entrare nella luce”. Mistero come sinonimo di fragilità dell'essere e brevità del tempo, o fortezza di entrambi.
Il concetto viene mirabilmente espresso in quelli che potrebbero ritenersi i versi centrali di tutta l'opera, riportati in “Se ci pensi”: “capisci quanto provvisoria/ è questa casa di pietra e di sangue/ dove tra i marosi il tempo/ trama il tuo destino di piccolo uomo?…//…mentre ti ripugna/ il disfacelo lo scandalo/ della morte il salto nel vuoto”.
Come non riandare ai versi della Dickinson scritti per la morte del nipotino Gilbert?
Incostante, poco convincente la chiusura della poesia “Mondo”, dove colui che scrive sembra smentire tutta una filosofia etico-morale appartenente al suo modo di concepire l'immagine dell'essere che detesta il mondo. Eppure è proprio in “quel” mondo che nasce l'uomo descritto da Serino, anche se proveniente da bagliori indefiniti. E' proprio lì che il mistero di un amore-odio ha valore solo se entrambi coesistono. Non ci potrebbe essere amore se non esistesse odio. Non ci potrebbe essere odio se non esistesse amore. Binomio indissolubile senza il quale tutto sarebbe utopia, anarchia del pensiero collettivo, sempre che non si varcassero le porte del trascendente. Che il suo dichiararsi contro la guerra sia la ragione che sublima il pensiero umano è cosa scontata, ma non reale nella sua pienezza, perché è in quello stesso uomo che il bene e il male convivono.
Così come in “Sic transit…”. Ma questa è la realtà dell'uomo contemporaneo. Aggrapparsi all'effimero o costruire il suo dominio sulla roccia. Probabilmente l'abile penna del poeta vuole portarci a fare un salto di qualità nell'apprendere il suo professare.
Un salto di qualità che è didattica. Perché questo è il fine ultimo della poesia, anche se talvolta difficile da concepire.
Una poesia fine a se stessa, con un costrutto essenzialmente “vuoto”, è infruttuosa. Deve sussistere una poesia invece in grado di farci volgere lo sguardo alle “coordinate dei sogni -e/ l'insaziato stupirsi della vita/ da respirare su mari aperti// – che tenga lontano la morte”, da “Nel segreto del cuore”.
La morte, la morte…Altra descrizione di un paesaggio tanto forte quanto quello della vita. Il passaggio dalle tenebre alla luce può essere violento, ma è in questo che si risveglia la coscienza di chi vive tra il bene e il male operando attraverso strumenti di discernimento, quelli dettati dalla poesia, appunto: “e tu di nuovo ostaggio della notte/ l'invito/ l'abbraccio del vuoto// parola neo-nata/ la chiami nel buio/ l'innervi in parole// la plasmi a scalpelli di luce”, da “L'invito”.
La morfologia della poesia di Serino differisce da ogni altra per il suo concatenare i puri elementi dell'anatomia umana (sangue, nervi, fonemi, ecc.) con quelli del logos, perché la parola diventi carne ed entrambi, così terreni, così tangibili, generati da una forza a cui fare ritorno e in cui rispecchiarsi.
Non serve riportare nelle note biografiche la breve descrizione di chi sia il poeta, di quando sia nato o di ciò che abbia scritto. Le poesie da lui scritte sono un biglietto di presentazione, il biglietto da visita dell'uomo-poeta.
Egli è l'Hermes, colui che nella mitologia greca è il dio dei confini e dei viaggiatori, di tutti noi insomma, di quella geografia che ci appartiene, corporea e del pensiero.
Dio degli oratori e dei poeti, dei pesi e delle misure. E' apportatore di sogni, osservatore notturno, interprete.
Mercurio, nella mitologia romana.
Serino ci trasporta così dal buio alla luce, dal non-essere alla forma dell'essere.
Scruta le ombre per capire dove sia la fonte di luce che le genera, perché senza luce, non esisterebbe ombra. Ladro e bugiardo solo apparentemente in certe strofe da lui scritte al fine di riscattarci a valori assoluti a cui il nostro “uomo di domani” deve rivalutarsi dal passato.
Proveniente dalla luce, attraversando le tenebre, si (ci) indirizza verso il mistero, oltre lo stesso.
Mi permetto solo di rubare alcune parole all'amico prof. D. Pezzini, direttore della cattedra di lingua inglese e letteratura medioevale inglese presso l'università di Verona, che nel descrivere la figura del poeta gallese Ronald Stuart Thomas, scrisse in un suo libro per gli studenti universitari: “Thomas ha infatti della poesia una visione che diremmo severa e impegnata, nella quale egli traduce un percorso di scoperta personale che passa attraverso la lettura del mondo in cui vive (…) e di indagine ostinata del proprio io alla ricerca del senso ultimo delle cose.”
Questo, a mio modesto avviso, vale anche per F. Serino.
La mia introduzione al talk di Richard Stallman presso il Politecnico di Milano – 26 giugno 2025 [ITA] [ENG]
Politecnico Open unix Labs (POuL), in collaborazione con Fedimedia Italia (@Fedimedia Italia APS ⁂), hanno accolto Richard Stallman (@rms@mastodon.xyz) per un incontro approfondito sulle sfide etiche e politiche che minacciano la libertà digitale. Stallman analizza in che modo il software proprietario e i servizi centralizzati limitino l’autonomia degli utenti, e perché il software libero (Free/Libre) rappresenti ancora oggi la nostra miglior difesa contro tali minacce.
Ecco la mia introduzione al Talk di Richard Stallman al Politecnico di Milano [ITA]:
“Grazie al Politecnico di Milano e al POul per l’ospitalità e il sostegno a questa iniziativa. Oggi è un giorno storico per noi: nasce Fedimedia Italia, un’associazione che si batte per un web decentralizzato, libero dalle logiche di sorveglianza e controllo delle Big Tech.
I nostri scopi sono promuovere software libero, privacy come diritto fondamentale e comunità autogestite. Crediamo in un internet dove gli utenti siano proprietari dei propri dati, dove gli algoritmi non decidano cosa leggere o pensare, dove la tecnologia serva le persone, non il profitto.
Nessuno meglio di Richard Stallman, padre del Free Software Movement, avrebbe potuto inaugurare le nostre attività. La sua lotta per la libertà digitale è il faro che guida i progetti del fediverso.
Insieme, scriveremo un capitolo nuovo: quello di un web etico, accessibile e umano. Grazie a tutti per essere qui, ed essere parte di questa rivoluzione.”
Di seguito il video proiettato all'inizio del talk tratto dal Tedx tenuto da Richard Stallman a Ginevra nel 2014:
peertube.uno/videos/embed/8T9i…
My introduction to Richard Stallman's talk at the Politecnico di Milano – June 26, 2025 [ENG]
“Thanks to the Politecnico di Milano and POuL for their hospitality and support for this initiative. Today is a historic day for us: Fedimedia Italia is born — an association that fights for a decentralized web, free from the surveillance and control of Big Tech.
Our goals are to promote free software, privacy as a fundamental right, and self-managed communities. We believe in an internet where users own their data, where algorithms don’t decide what we read or think, and where technology serves people, not profit.
No one could have been a better figure to launch our activities than Richard Stallman, father of the Free Software Movement. His fight for digital freedom is the guiding light for all fediverse projects.
Together, we’ll write a new chapter: one of an ethical, accessible, and human web. Thank you all for being here and for being part of this revolution.”
Chi è il Dr. Richard Stallman?
Il Dr. Richard Stallman (www.stallman.org) ha fondato il Movimento per il Software Libero e il progetto GNU nel 1983, ponendo le basi per gli attuali sistemi GNU/Linux. È stato il principale architetto e coordinatore del progetto GNU e ha sviluppato numerosi software ampiamente utilizzati, tra cui il compilatore GNU Compiler Collection (GCC), il debugger GNU Debugger (GDB) e l’editor di testo GNU Emacs. Come figura trainante della Free Software Foundation, il suo lavoro promuove i diritti degli utenti, la trasparenza e il controllo sulla tecnologia digitale. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Grace Hopper dell’ACM, una Borsa di studio MacArthur, il Premio Pioniere della EFF, ed è stato inserito nella Internet Hall of Fame. In breve, non è solo uno dei programmatori più noti al mondo, ma anche il più influente sostenitore del Software Libero.
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Chi siamo
Politecnico Open unix Labs (POuL)
Siamo un’associazione studentesca del Politecnico di Milano che organizza corsi, conferenze e workshop poul.orgIl nostro obiettivo è diffondere la conoscenza e l’utilizzo del Software (e Hardware) Libero in progetti personali e professionali.
Fedimedia Italia
Associazione no-profit nata nel 2025, impegnata nella promozione di un Fediverso italiano libero, etico e decentralizzato, ispirato a iniziative come FediGov.eu. Puoi trovarli su: fedimedia.it oppure su Mastodon: @Fedimedia Italia APS ⁂
SALMO - 123 (124)
DIO, NOSTRO AIUTO E NOSTRO LIBERATORE1 Canto delle salite. Di Davide.
Se il Signore non fosse stato per noi – lo dica Israele –,
2 se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti,
3 allora ci avrebbero inghiottiti vivi, quando divampò contro di noi la loro collera.
4 Allora le acque ci avrebbero travolti, un torrente ci avrebbe sommersi;
5 allora ci avrebbero sommersi acque impetuose.
6 Sia benedetto il Signore, che non ci ha consegnati in preda ai loro denti.
7 Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati.
8 Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto cielo e terra.
_________________Note
124,1 In questo quinto “canto delle salite” esplode il ringraziamento di tutto Israele per la liberazione ottenuta dal Signore. Assediato da travolgenti pericoli, Israele nutre la fiducia di avere in Dio sempre il suo salvatore e liberatore.
=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=
Approfondimenti
Ringraziamento al Signore liberatore Salmo di ringraziamento collettivo
Il salmo è di un'intensità quasi travolgente, tuttavia è poco originale perché adopera immagini stereotipe e reminiscenze di altre composizioni. Il ritmo nel TM è quello della qînâ (3 + 2 accenti). La lingua (aramaizzante) e lo stile inducono a pensare al tardo postesilio come epoca della sua composizione. Il poeta si attarda nei vv. 1-5 sulla descrizione dell'incubo dell'assalto dei nemici. La costruzione è quella della “protasi (vv. 1-2) – apodosi (vv. 3-5)”. La protasi è doppia, e l'apodosi si estende nei tre versetti seguenti (vv. 3-5). La simbologia riguarda il fuoco, l'acqua, la caccia e la psicologia.
Divisione:
- vv. 1-5 (I sezione): invitatorio;
- vv. 6-7 (II sezione): ringraziamento;
- v. 8: professione di fede e di fiducia.
v. 2. «uomini ci assalirono...»: si tratta di espressione generica. Si intuisce il caso di estremo pericolo (vv. 3-5), ma non è possibile saperne di più.
v. 3. «inghiottiti vivi»: i nemici sono immaginati come draghi feroci e famelici.
vv. 4-5. «Le acque...»: per l'immagine delle acque tumultuose (zêdônîm) cfr. Sal 18,5.7.17-18. Si richiamano così il fuoco (v. 3) e l'acqua (vv. 4-5), simboli dei pericoli morali. Nel fuoco si raffigura la furiosa collera del nemico e nell'acqua la sua irruente arroganza.
v. 7. «come un uccello»: la liberazione e lo scampato pericolo sono descritti con l'immagine venatoria dell'uccello liberato dal laccio dei cacciatori, cfr. Prv 6,5; Sal 11,1.
v. 8. «Il nostro aiuto...»: l'orante professa infine la sua fede e fiducia solo in Dio onnipotente, che ha creato l'universo.
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
Mavis Staples – You Are Not Alone (2010)
You Are Not Alone è l'ottavo album in studio della cantante gospel e soul statunitense Mavis Staples, pubblicato il 14 settembre 2010 su ANTI-Records. Ha vinto il Grammy Award come miglior album americano alla 53a edizione dei Grammy Awards.
Ascolta: album.link/i/1485025049
NOVITÀ DI VENERDÌ 25/4/25.
Condenso in questo post le uscite che (un po' disordinatamente) mi sono uscite durante la settimana del 25 Aprile. Aggiungo anche stavolta i libri di carattere religioso del carico San Paolo.
NARRATIVA:
- LA BIBLIOTECA DEL CENSORE DI LIBRI di Bothayna Al-Essa (Astoria). Un romanzo concepito come una favola: in un mondo distopico dall'apparenza perfetta, il Censore di libri cerca di risolvere i mille problemi che scaturiscono dai libri: comincia a leggerli con attenzione, per poterli censurare meglio, ma le storie hanno la meglio su di lui. Per saperne di più: scheda libro.
- IL DOLORE DELLA GUERRA di Bao Ninh (Neri Pozza). In Vietnam, nel 1976, il protagonista viene graziato dalla sorte in una guerra che ha distrutto un'intera generazione. Ora che la guerra è finita, ha un compito: recuperare i resti dei caduti del suo battaglione, sterminato dal napalm nella Giungla delle Anime Urlanti. Un libro sulla disumanità della guerra e sulla perdita dell'innocenza. Per saperne di più: scheda libro.
NOIR, GIALLI E THRILLER:
- LUCIA – LA PRIMA INDAGINE DI LUCIA GUERRERO di Bernard Minier (Baldini+Castoldi). Come dice il sottotitolo, si tratta del primo libro di una serie dedicata a una nuova investigatrice: la tenente Lucia Guerrero deve indagare sulla morte un militare della Guardia Civil, crocifisso sulle colline nei pressi di Madrid. E a Salamanca, un laboratorio di Criminologia scopre un serial killer che dispone le sue vittime come dipinti ispirati alle Metamorfosi di Ovidio. Per saperne di più: scheda libro.
- UN DIO SOLO NON BASTA di Massimo Tallone (Edizioni del Capricorno). Sirio, il protagonista, vive in autogrill da due anni: deve espiare una colpa orribile. Tuttavia viene convinto a uccidere di nuovo: il bersaglio è una studiosa di mitologia greca, scomparsa dopo aver contribuito a diffondere il politeismo nella civiltà occidentale. La caccia si tramuta però in qualcosa di molto più ambiguo. Per saperne di più: scheda libro.
FANTASY E HORROR:
- IL SANTUARIO DELLA MONTAGNA SILENZIOSA di Nanami Kamon (Newton Compton). Una scrittrice di horror in crisi creativa decide di indagare su una montagna maledetta: strane cose stanno capitando a coloro che si sono avventurati in quel luogo sperduto... Per saperne di più: scheda libro.
- BRANCALONIA – MANUALE DELLE GIOVANI CANAGLIE di Mauro Longo (Acheron). Anno 1025, Porto Anduja, in Abracalabria: il protagonista deve mettere le mani su un carico di anduja dal valore inestimabile. E il protagonista di questo “spaghetti-fantasy” sei tu: si tratta infatti di un libro-game in cui dovrai mettere insieme una squadra di malfattori, fregare i criminali che hanno nascosto il carico di spezie ed evitare di essere acciuffato dalle guardie. Per giocare servono una matita, una gomma e questo libro. Per saperne di più: scheda libro.
FUMETTI E GRAPHIC NOVEL:
- SENZANIMA: NAUFRAGIO di Luca Enoch, Stefano Vietti e Giancarlo Olivares (Sergio Bonelli). 15° volume della saga fantasy dei Senzanima: navigando di ritorno dai Regni Meridionali, i mercenari vengono scagliati da una tempesta in un luogo denso di pericoli. Per saperne di più: scheda libro.
- COME UN CANE di Danijel Žeželj (24 Ore Cultura Comics). Una graphic novel composta di tavole in bianco e nero e dai tratti sporchi e spessi, ispirata al racconto IL DIGIUNATORE di Kafka. Per saperne di più: scheda libro.
- THORGAL. VOL. 37 – L'EREMITA DI SKELLINGAR di F. Vignaux e Yann (Alessandro Editore). Una storia inedita in Italia dell'eroe Thorgal, che deve affrontare una setta nell'isola di Skellingar. Per saperne di più: scheda libro.
- NAGASAKI 1945 di Nathalie Fourmy (ITL). Takashi Nagai, un giovane medico giapponese convertito al cristianesimo, si aggira fra le rovine della distrutta Nagasaki: pur essendo sconvolto dalla perdita della moglie Midori, si prodiga per prestare soccorso ai sopravvissuti, fino a diventare un esempio per il mondo intero. Per saperne di più: scheda libro.
- KÖLLWITZ 1742 di Sergio Toppi (Nicola Pesce Editore). Quattro storie del maestro del fumetto italiano, dedicate all'insensatezza della guerra, che coinvolge sia i soldati che la popolazione civile. Per saperne di più: scheda libro.
SAGGISTICA:
- COME SI CUCINA UN MAMMUT? di Uta Seeburg (Corbaccio). Sottotitolo: Una storia dell'umanità in 50 ricette. In realtà non si tratta di un libro di ricette ma di storia, attraverso episodi strani e curiosi legati al cibo: ad esempio il cigno arrosto, pietanza dell'aristocrazia seicentesca, oppure la frittata, ovvero il primo piatto preparato in diretta televisiva. Per saperne di più: scheda libro.
- «UNA CERTA IMPRONTA DELLA SCIENZA DIVINA» di Antonio Sabetta (Marcianum Press). Un'analisi della teologia di San Tommaso d'Aquino, a partire dalla prima questione della sua Summa Theologiae. Riflessioni sorprendentemente attuali, su fede e ragione, sul pensiero teologico, e sulla rivelazione come dimensione esistenziale e salvifica. Per saperne di più: scheda libro.
- IL DIGIUNO di John Oakes (Il Saggiatore). Si tratta del racconto di cosa succede quando si smette di mangiare. Per sette giorni, infatti, l'autore si è privato volontariamente del cibo, esplorando una pratica ascetica antica come il mondo. Per saperne di più: scheda libro.
- CANNIBALI. DAGLI AZTECHI A JEFFREY DAHMER di Antonio Maccioni (Newton Compton). Questo è facile: un catalogo ragionato degli episodi di antropofagia nella storia, che siano rituali ancestrali, pratiche di sopravvivenza in condizioni estreme oppure agghiaccianti modus operandi di serial killer. Per saperne di più: scheda libro.
- IL CORPO DI MUSSOLINI di Ugo Savoia (Neri Pozza). Una ricostruzione delle vicende e delle vicissitudini legate alla scomparsa e al trafugamento del cadavere del duce, fino all'inumazione definitiva a Predappio, nel 1957. Una storia intricata e degna di un romanzo giallo. Per saperne di più: scheda libro.
- COSA VOGLIONO DIRCI I CANI di Mat Ward (HarperCollins). Semplicemente, un manuale per prenderci cura dei nostri amici pelosi, con consigli e informazioni utili a renderli felici. Per saperne di più: scheda libro.
- ORIGAMI – I GRANDI MAESTRI ITALIANI (NuiNui). Gli autori dei modelli contenuti in questo cofanetto (composto dal libro di istruzioni e 100 fogli di carta da origami di grande formato) sono tutte mie vecchie conoscenze del CDO (Centro Diffusione Origami), ovvero la più grande associazioni di origamisti in Italia. Dal prolifico Pasquale D'Auria, al matematico Francesco Mancini, dal simpaticissimo Francesco Decio al geniale Federico Scalambra, e tanti altri talentuosi artisti. Oltre alle istruzioni e ai diagrammi, ogni modello è dotato di un QR code per accedere ai video tutorial. Per saperne di più: scheda libro.
- IMMORTALI di Attilio Bolzoni (Fuoriscena). Dopo oltre trent'anni dalle stragi di mafia, la Sicilia sembra in pace. In realtà, una volta che i grandi boss sono stati messi fuori combattimento, a comandare sono i cosiddetti “colletti bianchi”, che hanno appoggiato le famiglie dall'esterno: funzionari, imprenditori, avvocati, funzionari amministrativi e faccendieri. Una mafia di “incensurati” che, senza il clamore delle sparatorie e degli esplosivi, stanno facendo tornare la Sicilia (e l'Italia) ai tempi prima di Falcone e del Maxiprocesso. Per saperne di più: scheda libro.
- I KAMIKAZE 1944-1945 di Christian Kessler (L'Ippocampo). Una raccolta di storie e ultimi scritti (lettere, poesie e testamenti) dei piloti dell'aeronautica giapponese che andavano ad immolarsi contro le navi americane. Per saperne di più: scheda libro.
- Per le Edizioni Messaggero di Padova abbiamo due cosette:
- IN OGNI MOMENTO di Daniele La Pera (scheda libro): un volume che prende in esame il tema del tempo dal punto di vista cristiano: ogni momento è importante.
- IO E DIO di Francesco Farronato (scheda libro): il Cristo risorto, nei Vangeli non viene mai riconosciuto alla prima occhiata, anche quando lo incontrano i suoi amici più intimi. Significa che siamo invitati a riconoscere Cristo negli incontri della quotidianità.
- LA SIEPE DEI MAESTRI di Matteo Bergamaschi (Queriniana). Trentasette brani scelti dal Talmud per esplorare il pensiero ebraico nei vari temi: lo studio della Torah, il rapporto tra studente e maestro, il significato della parola, eccetera. L'autore mette in relazione lo studio delle meditazioni talmudiche con la cultura occidentale, attingendo al lavoro di filosofi, psicanalisti e letterati delle varie epoche. Per saperne di più: scheda libro.
- Per la casa editrice Àncora:
- IL CHIOSTRO PERDUTO E RITROVATO di Luigi Borriello (scheda libro). Una riflessione sulla vita consacrata, e sulla tentazione di lasciarsi fuorviare dalle logiche del “mondo”.
- PRIMA ERAVAMO AZZURRI di Michela Musante (scheda libro): 27 testi di esegesi, a firma di importanti scrittori e letterati antichi e moderni, tratti dalla rivista on line Tortuga Magazine nel corso dell'anno dal febbraio 2023 al febbraio 2024.
- Per San Paolo, invece, ecco altre novità:
- L'AUTISMO E I SUOI ENIGMI di Tonino Cantelmi e Angelo Trecca (scheda libro). Sull'autismo si dicono molte cose, per lo più dettate dai pregiudizi. Questo è un libro molto pratico su come avere a che fare con individui che soffrono di disturbi dello spettro autistico, al fine di generare inclusione e benessere, e aiutare l'acquisizione di competenze e autonomie.
- SCONFINATO di Luca Peyron (scheda libro): la ricerca spirituale attraverso i cieli stellati.
- TUTTA COLPA DI UN ESORCISTA di Frate Alfonso detto Tartufone (scheda libro): un racconto dell'esperienza nel mondo degli esorcismi, raccontata in modo ironico da Frate Alfonso. Paradossalmente, proprio gli indemoniati hanno contribuito alla sua “conversione”.
- MARIA di Roberto Fusco (scheda libro). Sottotitolo: Abbiamo ancora bisogno di una madre? La devozione mariana e le apparizioni riconosciute dalla Chiesa sono al centro di questo libro che cerca risposte sull'attualità della figura della Madre.
- SUI PASSI DELLA SPERANZA di Roberto Benotti, con commenti di Valerio Bocci (Sanpino). Vignette umoristiche e riflessioni sul Giubileo della Speranza, che accompagnano un pellegrino nel suo percorso fino a Roma. Per saperne di più: scheda libro.
INFANZIA E RAGAZZI:
- IL GIOCO DEI COLORI DI PIMPA di Altan (Franco Cosimo Panini). Un gioco di carte per arricchire il lessico e la creatività dei bambini. Su ogni carta c'è una figura il nome dell'oggetto raffigurato: per giocare si possono associare le carte per colore, per categorie, eccetera, oppure metterle in fila per creare nuove storie. Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- LE CANZONI DEL COMPLEANNO di Jennifer Eckford, illustrazioni di Amy Adele (Giunti). Libro sonoro con i pulsanti per ascoltare le musiche da compleanno più famose, insieme a una famiglia di topini. Età di lettura: dai 4 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- UNA SETTIMANA CON PILI PARKER di Giulia Bracco (Àncora). Il bullo Giò deve scontare una punizione per aver preso di mira un compagno sull'autobus: dovrà assistere per una settimana la strana “quasi nonna” Pili Parker... sopravvivrà all'esperienza? Ne uscirà contrito e pentito? Età di lettura: dagli 8 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- I FUORIPOSTO – LO SCHERZO È BELLO QUANDO DURA POCO di Luca Di Gialleonardo (Gallucci). Un piccolo giallo in cui i Fuoriposto (Beba, Laura e Paolo) devono indagare su uno strano simbolo comparso sulla porta delle case del paese, alla vigilia della rievocazione storica. Età di lettura: dagli 11 anni. Per saperne di più: scheda libro.
QUESTO SPAZIO NON HA AMMINISTRATORI E NON VIENE AGGIORNATO
Il sito internet della testata giornalistica Caserta24ore è presente a questo linkcaserta24ore.blogspot.com/
SALMO - 123 (122)
PREGHIERA FIDUCIOSA A DIO1 Canto delle salite. Di Davide.
A te alzo i miei occhi, a te che siedi nei cieli.
2 Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni, come gli occhi di una schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi.
3 Pietà di noi, Signore, pietà di noi, siamo già troppo sazi di disprezzo,
4 troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti, del disprezzo dei superbi.
_________________Note
123,1 Gli occhi del salmista si elevano a Dio, imploranti e in fiduciosa attesa. Quegli occhi diventano gli occhi di tutta la comunità d’Israele che, in mezzo a difficoltà interne ed esterne, attende da Dio salvezza e liberazione.
=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=
Approfondimenti
Occhi e mani rivolti al Signore Salmo di fiducia (+ motivo di supplica)
Il salmo può rispecchiare il periodo storico del ritorno dall'esilio babilonese, quando l'entusiasmo iniziale cedette allo scoraggiamento per gli ostacoli interni ed esterni intervenuti nell'opera di ricostruzione, specialmente da parte dei popoli circostanti (cfr. Ne 2,19; 3,36). Il salmo è profondamente unitario e dotato di commovente lirismo. Il ritmo nel TM è quello elegiaco della qînâ (3 + 2 accenti). Il fulcro del carme è dato dalla triplice ripetizione del verbo «avere pietà» (bnn) (vv. 2b-3a). La supplica è al singolare nel v. 1 e al plurale nei vv. 2-4. La simbologia è somatica (occhio, mani...), spaziale e della sazietà (vv. 3b-4).
Divisione:
- v. 1b: introduzione;
- v. 2: descrizione dell'atteggiamento di fiducia;
- vv. 3-4 supplica con motivazione.
v. 1b. «A te levo i miei occhi..»: è l'atteggiamento della preghiera biblica (cfr. Sal 121,1). «che abiti nei cieli»: i cieli sono considerati la sede celeste di Dio ove egli ha il suo trono, cfr. Sal 2,4; 11,4; 1Re 8,27.30.
v. 2. Il gesto dell'alzata degli occhi, è come quello di un servo o di una serva verso il suo padrone o padrona, quindi è segno di implorazione e di fiduciosa attesa.
v. 4. «scherni dei gaudenti»: questi personaggi sono gli spensierati che si sentono tranquilli (cfr. Am 6,1), si mostrano indifferenti nei riguardi di Dio e lo sfidano con arroganza (cfr. Is 5,19); «disprezzo dei superbi»: è quel disprezzo da parte di chi è orgoglioso, presuntuoso e umilia i poveri e i giusti, che sono particolarmente protetti dal Signore. In queste categorie di persone si possono scorgere i nemici oppressori di Israele e i popoli che nel postesilio hanno creato problemi per la ricostruzione della nazione.
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
Nick Cave & Grinderman - Grinderman 2 (2010)
Grinderman 2 è il secondo e ultimo album in studio del gruppo alternative rock Grinderman, progetto parallelo di Nick Cave and the Bad Seeds, pubblicato il 13 settembre 2010 dalla Mute Records nel Regno Unito e da ANTI-Records negli Stati Uniti. Agli ARIA Music Awards del 201, l'album è stato nominato per il miglior album alternativo per adulti.
Ascolta: youtu.be/yxbA_f9Uggk?si=N7sHdP…
Peacekeeping e criminalità organizzata. La necessità di forze specialistiche, quali Carabinieri e Guardia di Finanza
Nel nostro blog in più circostanze abbiamo evidenziato l’importanza di inserire Forze di Polizia nell’ambito delle Operazioni di mantenimento della Pace (Peacekeeping).Peacekeeping in retreat: Rethinking how to deal with organized crime in conflict settings è il titolo di un recente interessante articolo di Walter Kemp, che è Director of Communications del “Global Initiative Against Transnational Organized Crime” segnala come le operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite siano in crisi: non vengono lanciate nuove missioni dal 2014, molte sono state ridotte o chiuse, e i finanziamenti sono in calo. Ed, in questo contesto, la criminalità organizzata – una delle principali minacce alla pace – è quasi del tutto assente dall’agenda delle Nazioni Unite. Secondo l’autore le missioni di pace non affrontano adeguatamente la criminalità organizzata, che alimenta i conflitti e mina la resilienza degli Stati. L’assenza di interventi può portare a governance criminali o a guerre per il controllo delle economie illecite.
Kemp indica la necessità di nuovi modelli di missioni, ove includere componenti specializzate nel contrasto alla criminalità organizzata, individuandole in quelle che egli chiama “Squadre anticrimine”, idonee a raccogliere informazioni, fornire supporto tecnico e, se autorizzate, eseguire arresti. Inoltre il personale delle missioni (o meglio parte di esso) dovrebbe avere una formazione mirata, per preparare le forze di pace a riconoscere e affrontare le economie illecite.
A tale proposito l’autore ipotizza collaborazioni più ampie: coinvolgere agenzie come INTERPOL, forze specializzate (es. Guardia di Finanza), società civile e comunità locali, anche per effettuare una migliore mappatura dei mercati criminali per progettare strategie di stabilizzazione efficaci. Kemp conclude sottolineando come la criminalità organizzata sia un fattore chiave nei conflitti moderni. Ignorarla compromette la pace e la sicurezza. Le Nazioni Unite devono adattare le loro strategie, anche in assenza di missioni di peacekeeping, per affrontare questa minaccia in modo efficace. Quanto suggerito da Kemp richiama una struttura dell’Arma dei carabinieri costituita ad hoc in alcune missioni di pace internazionali “a marchio” NATO. Ci riferiamo alle Multinational Specialized Unit (MSU) di cui abbiamo parlato qui noblogo.org/cooperazione-inter…
L’articolo (in inglese) è reperibile a questa pagina globalinitiative.net/analysis/…
#peacekeeping #criminaltàorganizzata #Nazioniunite #ONU #Armadeicarabinieri #GuardiadiFinanza
La democrazia non ci merita.
I referendum sul lavoro non raggiungeranno il quorum, non arriveranno al 40%. Triste dirlo ma le cose andranno così. Ne ho la conferma con le persone che incontro tutti i giorni, con cui parlo al telefono e sui social.
Non andranno a votare proprio quelli che invece dovrebbero votare Sì. I referendum riguardano loro, lo so perché li conosco tutti.
A non votare saranno soprattutto i trentenni e quarantenni. Coloro la cui situazione lavorativa attuale è più incerta, precaria e debole. E quella del prossimo futuro lo sarà ancora di più se non si ribellano, non lottano e nemmeno vanno a votare per i propri diritti. Saranno loro i più sfruttati e tartassati. Sono quelli a cui manca ancora una vita lavorativa prima della pensione. Pensano sul serio di poter andare avanti così per altri 25-35 anni, almeno?
Non c'è più una coscienza di classe: la classe lavoratrice in Italia non esiste più. Esistono solo gli schiavi e i loro padroni. Ma gli schiavi di un tempo si battevano fino alla morte per avere dei diritti e avevano una coscienza collettiva. Ma gli schiavi italiani di oggi sono stupidi, indolenti, menefreghisti e fatalisti.
Il padrone se la ride e si sfrega le mani.Quando lunedì sera vedrà i risultati si sganascerà dalle risate e il giorno dopo tornerà in ditta a vessare, ricattare, sfruttare e a guardare negli occhi i propri dipendenti con la certezza, confermata il giorno prima, di avere di fronte dei perfetti coglioni.
Il sacrificio dei nostri nonni è stato vano. La democrazia non ci merita.Siamo un popolo di sudditi, meritiamo di vivere sotto la dittatura o la monarchia. Se non voti o voti No, o sei il padrone o sei un servo del padrone.
Now playing:“Fade to Black”Ride the Lightning – Metallica – 1984
L'aspetto conta (per se stessi)
Ormai si sa, se scrivo qua, qualcosa sarà successo.
Io mi trovo in una situazione in cui guardarmi allo specchio significa vomitare. Non sono mai stato bello ai miei occhi, sono anni che se potevo, evitavo di guardarmi allo specchio, ma non mi aspettavo di trovarmi in una situazione di merda come questa, in cui io non riesco più a guardarmi in faccia.
In passato momenti dove mi sentivo carino erano causati dal portare anelli e collane, le spalle e aggiunto i capelli ricci e lunghi, motivo per cui non facevo mai foto di faccia. Ma ora, con i capelli corti, un armadio intero da rifare, con l'aver messo su pancia, i peli, non portando più anelli, il viso, tanti problemi accumulati che uno dice “vabbè ma sono così risolvibili” ma che io non riesco a trovare il coraggio di risolverli e soprattutto, sono ostacolato anche dalla situazione che gira attorno a me nel fare questo cambiamento.
Pur troppo finché non lo farò, avrò sempre questo disagio interiore, cerco di tenermi calmo pensando che siano problemi risolvibili e superflue ma interiormente sto una merda.
Eh vabbè, sono abituato
[provetecniche]al neon monoatomico e [sono accese sbriciola poi partenze] [adesso la cartomante indica la curva dei fossi seriole latticini ha-i] [brevetti fin qui] pose ammirata al passaggio di qui [scampoli furor di portalettere le vite de' tutto] in rovina dopo breve sequenza di grandine stop] come strati stop oliano [la manovella producono filari lame] chimiche dopo breve] carburanti arena] e iodio i [traccianti le cavigliere Google maps
🎮 Il Crollo del Videogioco: La Crisi del 1983 e le Lezioni per l'Industria Moderna
🕹️ Un’Industria in Ascesa… e poi il Disastro
Nei primi anni ‘80, l’industria dei videogiochi sembrava inarrestabile. Le console domestiche come l’Atari 2600 stavano invadendo le case, le sale giochi erano il luogo di ritrovo per un’intera generazione e i profitti delle aziende erano alle stelle.
Poi, all’improvviso, il mercato collassò.
Nel 1983, l’industria videoludica nordamericana subì uno dei più grandi crolli economici della storia dell’intrattenimento, con perdite che superarono i 3 miliardi di dollari in un solo anno. Atari, che fino a poco prima era sinonimo di successo, fu letteralmente spazzata via. I negozi di videogiochi chiusero in massa, gli investitori fuggirono e i media iniziarono a parlare del videogioco come una moda passeggera, destinata a scomparire.
Ma cosa portò a questo disastro? E soprattutto, quali lezioni possiamo trarne per l’industria moderna?
🔥 Le Cause della Crisi: Un Cocktail Esplosivo
Ciò che accadde nel 1983 fu il risultato di una serie di errori strategici, scelte miopi e colpi di sfortuna, che insieme portarono il mercato al collasso. Vediamoli uno per uno.
📈 1. Sovrapproduzione di Console e Giochi
All’inizio degli anni ‘80, tutti volevano una fetta del mercato videoludico. Se nel 1977 c’erano solo due console domestiche principali, nel 1982 il mercato era invaso da dozzine di modelli diversi:
- Atari 2600, 5200
- Mattel Intellivision
- ColecoVision
- Magnavox Odyssey²
- Consoline economiche senza cartucce
💰 Ognuna di queste console richiedeva giochi esclusivi, ma non c’era abbastanza domanda per giustificare così tante piattaforme diverse. Il risultato? Un’enorme confusione per i consumatori e magazzini pieni di console invendute.
🎮 2. Il Problema della Qualità: Troppi Giochi, Troppo Scadenti
Negli anni ‘80, chiunque poteva sviluppare e vendere un gioco senza controllo sulla qualità. A differenza di oggi, non esistevano certificazioni o sistemi di approvazione come quelli imposti da Nintendo con il famoso Nintendo Seal of Quality.
Questo portò a una valanga di giochi terribili che affollarono il mercato, spesso sviluppati in fretta e senza alcuna supervisione. Due esempi emblematici:
🏜️ ET: Il Videogioco (1982) – Il Simbolo del Disastro
Atari, credendo di avere tra le mani un successo assicurato, investì milioni per ottenere la licenza di ET da Steven Spielberg. Il problema? Il gioco doveva essere sviluppato in sole cinque settimane, un tempo ridicolmente breve per qualsiasi produzione.
Il risultato? Un disastro totale:
✔ Meccaniche incomprensibili
✔ Grafica povera
✔ Bug ovunque
Il gioco vendette malissimo, lasciando milioni di cartucce invendute, che furono sepolte nel deserto del New Mexico in un episodio leggendario della storia dei videogiochi.
🏴☠️ Pac-Man per Atari 2600 – Il Colpo di Grazia
Un altro errore fu la conversione casalinga di Pac-Man, uno dei più grandi successi arcade. Atari, nella fretta di rilasciare il gioco, creò una versione orrenda, con colori sbagliati, animazioni scadenti e un gameplay lento e frustrante.
🚨 Problema: Atari stampò 12 milioni di copie, pur avendo venduto solo 10 milioni di console. Un errore madornale che portò a perdite colossali.
🏦 3. La Perdita di Fiducia di Consumatori e Rivenditori
La combinazione di troppe console, troppi giochi di scarsa qualità e mancanza di standard di sviluppo portò a un effetto domino:
- I consumatori smisero di comprare giochi, temendo di acquistare titoli spazzatura.
- I negozi si ritrovarono con montagne di copie invendute, svendendo i giochi a pochi dollari.
- Gli sviluppatori indipendenti iniziarono a fallire, riducendo ulteriormente la varietà di titoli validi.
⚠️ Il risultato? Un collasso totale del settore. Gli investitori considerarono il videogioco un mercato morto, e le grandi aziende tecnologiche abbandonarono il settore.
🏗️ Lezioni per l’Industria Moderna
Guardando la crisi del 1983, possiamo vedere paralleli impressionanti con il presente. Anche oggi il mondo del gaming affronta rischi simili:
🎮 1. Il Rischio della Sovrapproduzione di Console
✔ Xbox, PlayStation, Nintendo, PC, Cloud Gaming… troppa frammentazione può confondere i consumatori.
✔ I visori VR e le nuove tecnologie rischiano di essere troppo di nicchia.
📉 2. L’Inflazione di Giochi di Bassa Qualità
✔ Con il boom di Steam e del mobile gaming, migliaia di giochi vengono pubblicati ogni anno, rendendo difficile trovare titoli di qualità.
✔ Il fenomeno del “asset flipping” e dei giochi costruiti su template Unity sta rendendo il mercato sempre più caotico.
🏆 3. Il Valore della Qualità e del Controllo
Nintendo imparò la lezione e, quando entrò nel mercato con il NES nel 1985, impose regole ferree sulla qualità, evitando gli errori di Atari.
Oggi, con piattaforme come Game Pass, PlayStation Plus e Steam, il modello di distribuzione sta cambiando, cercando di bilanciare quantità e qualità.
📌 Morale della storia? L’industria del gaming è ciclica: chi non impara dagli errori del passato è destinato a ripeterli.
🎙️ Conclusione: Può Succedere di Nuovo?
Oggi il gaming è più forte che mai, ma le sfide non sono poi così diverse da quelle del 1983.
- Il mercato sta diventando saturo?
- La qualità dei giochi è in pericolo con il boom dell’IA generativa e dell’early access?
- Il modello free-to-play e live service porterà a una nuova crisi di fiducia?
Peter Gabriel - Scratch My Back (2010)
Scratch My Back è l'ottavo album in studio (e il quindicesimo album in totale) del musicista inglese Peter Gabriel , il primo in otto anni. È stato pubblicato nel febbraio 2010. L'album, registrato agli AIR Lyndhurst e ai Real World Studios nel corso del 2009, consiste in cover di dodici brani di vari artisti, utilizzando solo strumenti orchestrali e voce. È prodotto da Gabriel con Bob Ezrin. L'album ha ricevuto generalmente recensioni favorevoli dai giornalisti musicali e ha ottenuto buoni risultati nelle classifiche degli album in tutto il mondo, raggiungendo il primo posto in Belgio, il secondo in Germania e Canada e il terzo nella Repubblica Ceca, Italia e Svizzera. Ha inoltre raggiunto la top 5 in Francia e Svezia. Nel Regno Unito, paese natale di Gabriel, ha raggiunto il dodicesimo posto nella classifica degli album del Regno Unito il 21 febbraio 2010, la settimana successiva alla sua uscita. Negli Stati Uniti ha raggiunto il ventiseiesimo posto nella classifica Billboard 200, il secondo nella classifica degli album indipendenti e il terzo nella classifica degli album rock il 12 marzo 2010. Scratch My Back è stato inizialmente pubblicato su compact disc e come download musicale ; un'edizione in vinile è stata successivamente pubblicata a fine marzo 2010.
Ascolta: album.link/i/989290344
SALMO - 122 (121)
SALUTO A GERUSALEMME, CITTÀ DI PACE1 Canto delle salite. Di Davide.
Quale gioia, quando mi dissero: “Andremo alla casa del Signore!”.
2 Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!
3 Gerusalemme è costruita come città unita e compatta.
4 È là che salgono le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge d'Israele, per lodare il nome del Signore.
5 Là sono posti i troni del giudizio, i troni della casa di Davide.
6 Chiedete pace per Gerusalemme: vivano sicuri quelli che ti amano;
7 sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi.
8 Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “Su te sia pace!”.
9 Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene.
_________________Note
122,1 Mentre sta per entrare nella città santa (v. 2), il pellegrino intona questo gioioso canto di lode (considerato uno dei “canti di Sion”, vedi nota a Sal 46), al quale si uniscono il saluto e l’augurio perché Gerusalemme rimanga sempre centro di tutto Israele e città della pace.
122,4 Allusione al pellegrinaggio collegato con le tre maggiori feste dell’anno (ved Sal 120).
122,5 A Gerusalemme, come capitale del regno, si amministrava la giustizia sotto la guida del re.
=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=
Approfondimenti
Verso Gerusalemme, città di pace _ Salmo di pellegrinaggio (o Cantico di Sion)_
Come il Sal 84, questo salmo è legato più direttamente al pellegrinaggio. Sebbene usi un linguaggio arcaizzante, alcuni aramaismi ne rivelano la composizione tardiva al tempo del postesilio, ma prima dell'epoca maccabaica. Lo stile è limpido e appassionato. La voce «Gerusalemme» ricorre tre volte e in punti chiave della composizione (vv. 2.3.6); si gioca inoltre sulla sua etimologia popolare (= città della pace) nei vv. 6-7. E proprio la parola «pace» risuona insistentemente quattro volte nel finale (vv. 6-8). Nel v. 6 del TM c'è il fenomeno dell'allitterazione. Il simbolismo spaziale è molto marcato: Gerusalemme è ben descritta nella sua struttura architettonica armonica e compatta.
Il salmo si divide in tre strofe:
- vv. 1-2 (I strofa): desiderio e arrivo in Gerusalemme;
- vv. 3-5 (II strofa): descrizione materiale e teologica di Gerusalemme;
- vv. 6-9 (I strofa): auguri per Gerusalemme.
v. 1b. «Quale gioia»: lett. «Mi rallegrai...». La gioia dà il tono e crea la serena atmosfera del salmo. «Andremo alla casa del Signore»: l'espressione è con ogni probabilità una formula fissa indicante l'inizio ufficiale del viaggio-pellegrinaggio (cfr. Is 2,3).
v. 2. «i nostri piedi... alle tue porte»: sono due sineddochi (parte per il tutto). I piedi indicano tutta la persona, mentre le porte tutta la città. Le porte possono qui indicare anche la cinta di mura protettive della città.
v. 3. «Gerusalemme... città salda e compatta»: è la prima impressione globale del pellegrino. In una visione dall'alto delle colline circostanti la città, essa appare come una roccaforte ben compaginata, a differenza dei villaggi con casupole sparse, a prima vista senz'ordine pianificato.
v. 4. «Là salgono insieme le tribù»: l'orante ricorda i pellegrinaggi che da tutte le tribù, per il passato e il presente, si dirigono verso la città; «secondo la legge del Signore»: questa legge (‘ēdût) prescrive il pellegrinaggio in occasione delle tre grandi feste annuali di Pasqua, Pentecoste e delle Capanne (Dt 12,5-9; 16,16).
v. 5. «Là sono posti i seggi del giudizio»: l'esercizio della giustizia avveniva alle porte dei villaggi (Dt 17,8; Rt 4,1-12). Ma in Gerusalemme c'era il tribunale dell'ultima istanza. Gerusalemme, quindi, a maggior ragione dev'essere la «città della giustizia», «i seggi della casa di Davide»: «casa» (= dinastia). Gerusalemme è particolarmente legata a Davide che la conquistò dai Gebusei (2Sam 5,7) e perché lì ricevette da Natan la promessa della stabilità della sua dinastia (2Sam 7,16).
vv. 6-7. «pace per Gerusalemme»: alla lett. «pace di Gerusalemme». Il genitivo può essere sia soggettivo sia oggettivo. Si tratta della pace che da essa deriva per quanti l'amano (cfr. v. 8) e quella che si augura a essa e al suoi abitanti. La radice šlm, nota in tutta l'area semitica, esprime la totalità e la pienezza di ogni bene. La pace augurata a Gerusalemme, nonostante il suo significato globale di pienezza, è specificamente articolata quasi come i festosi rintocchi di una campana. Si augura pace a «quelli che l'amano», «sulle sue mura», e «nei suoi palazzzi simili a baluardi».
vv. 8-9. «Per i miei fratelli...»: il salmista si fa voce anche dei fratelli e degli amici rimasti a casa per moltiplicare il suo augurio (v. 8) ed esporne la motivazione superiore: perché in Gerusalemme c'è il tempio del Signore (v. 9).
v. 9. «chiederò per te il bene»: il «bene» (ṭôb) è sinonimo di «pace». La pace dei vv. 6-8 è richiamata nel v. 9 dal «bene».
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
[escursioni]per Dover due [tentativi o [la persona saggia misura [l'area] del triangolo [oppure rilasciano una dichiarazione e aghi di pino pietre radio] la commissione d'ornato aggiusta le frontiere con spaghi spalmano] tossine per indagini sulla terra] piatta scivolano locuste armeggiano] non è stato possibile la scienza è inclìne la [balistica
✍️ Riflessioni sotto il sole! 05/06/2025
Col tempo ho capito di essere un po' cambiata, ho dovuto imparare ad essere diverse me, per assolvere a precisi doveri. Eppure nessuno ci insegna a ritornare ad essere noi stessi, perché ogni giorno dobbiamo fare mille cose, essere e comportarci in un certo modo per essere accettati! Eppure io mi sono dovuta adattare e mi sono assegnata dei compiti da portare a termine, per evitare di non essere emarginata e isolata! Ma non è servito, perché io nel bene e nel male sono rimasta me stessa, seppur schiacciata a volte dal peso di aspettative altrui. Mi sono illusa di poter essere accettata, per quello che realmente sono, per quelli che sono i miei pensieri e diversità! Ma adesso sento il bisogno di fermarmi, di ascoltare quella voce che è ben nascosta tra i silenzi, le aspettative, i doveri. È la voce di chi ero, di chi sono adesso e di chi probabilmente sarò un domani, Di qui a volte il bisogno di rimanere da sola nel mio mondo, nei miei pensieri, anche nelle mie paure, perché non sempre essere se stessi significa avere coraggio, anzi significa mostrarsi con le proprie fragilità, insicurezze e avere la forza di andare avanti , seppur controvento, seppur in una direzione che non è quella in cui vanno tutti!
(By Marty)
sul lettino nel corridoio di casa al mare
Sul lettino nel corridoio di casa al mare senza sapere se volare se strisciare nelle vacanze estive riuscivo ad immaginare di essere libero e illimitato in una terra disperata.
L'urgenza di vivere mi bruciava le scarpe mi strappava le carte mi sfondava le porte e rideva di me.
Sul lettino nel corridoio di casa al mare dove mi hai chiamato amore oppure Angie, Anna o Alfredo mi veniva spesso un nodo alla gola e lo capisco adesso cos'era.
Cantami, amica quello che vuoi basta che non mi lasci mai.
Contro il vento del tempo
Ma io dico: no.
L’uomo non è polvere che il vento disperde. Le idee, l’arte, le scoperte, gli atti di coraggio e persino i gesti più semplici di amore lasciano un’impronta. Le piramidi, la Divina Commedia, la teoria della relatività, una carezza data al momento giusto: tutto questo resiste, si accumula, diventa eredità.
Se anche il singolo individuo è effimero, l’umanità nel suo insieme costruisce, ricorda, avanza. Le orme non sono sempre visibili, ma esistono. Sono nelle strade che percorriamo, nei libri che leggiamo, nelle leggi che ci proteggono. Persino nel dolore c’è una traccia che ci lega agli altri.
Il mondo non passa invano. Noi siamo qui, oggi, a raccogliere il testimone di chi ci ha preceduto e a preparare la strada per chi verrà. E questa è già una vittoria sul tempo.
Counter-attack, a photo that makes History.
Premise: To reach an international audience of readers, the American English translation of my text is first shown. Italian-language readers may find the original version below.
Let's talk about this impactful photo (taken on June 3, 2025) depicting Greta Thunberg on the deck of the boat Madleen, setting sail for Gaza aimed at “breaking Israel's siege” on the persecuted palestinian people.
This picture now belongs to eternity.
Flooded as we are by the infodemic, audiovisual and ai-generated tide we do not yet realize it, but this shot of Thunberg is one of those images that “makes history.” As with Korda's “Guerrillero Heroico” or Widener's “Tank Man”, this photo will be featured in school textbooks, history essays, museums and exhibitions for the years to come. It is something bound to be passed on to all posterity (assuming, of course, that the above posterity will be populated by people who are less short-sighted, less narrow-minded, and less cruel than those who live in contemporary times; but that's another matter, better not to digress).
If I were the author of the photo, I would have named it “Counter-attack.”
Because Thunberg is the embodiment of the last and, alas, feeble counter-attack of the Future against the eternal sprawling present that crushes and suffocates us all.
She's an immortal symbol that transcends the mere chronological dimension.
Greta Thunberg, « la Pucelle » (“the Maiden”). A Jeanne d'Arc (“Joan of Arc”) of our times.
An icon of Absolute Future.
***
Now follows the original version of the text aimed at Italian readers.
Premessa: Quella che segue è la versione originale del mio scritto, così come l'ho originariamente pensata e ideata. Nel testo vengono utilizzati i caratteri ə e ɜ (il primo per il numero singolare e il secondo per quello plurale) come suffissi a nomi e aggettivi per esprimere il non-genere. Questa scelta deriva dalla mia personale prospettiva socio-politica che riconosce il genere come un costrutto sociale arbitrario e storicamente determinato che può (anzi deve) essere superato.
Parliamo di questa ormai celebre foto, scattata in data 3 giugno 2025, che ritrae Greta Thunberg sul ponte dell'imbarcazione Madleen, diretta a Gaza per “rompere l'assedio di Israele” sulla popolazione palestinese perseguitata.
Questo scatto appartiene ormai all'eternità.
Anche se, inondatɜ come siamo dalla marea infodemica, audiovisiva e ia-generativa non ce ne rendiamo ancora conto, questa istantanea di Thunberg é una di quelle immagini che “fa la Storia”. Come per “Guerrillero Heroico” di Korda o “Tank Man” di Widener, ritroveremo questa fotografia negli anni a venire, nei testi scolastici, nei manuali di storia, nei musei e nelle mostre. È qualcosa di destinato a essere tramandata all'intera posterità (a patto, ovviamente, che suddetta posterità sia abitata da persone meno miopi, meno grette e meno crudeli di quelle che abitano la contemporaneità; ma quello é un altro discorso, meglio non divagare).
Se fossi stato io l'autorə della foto, l'avrei intotolata “Counter-attack”.
Perché Thunberg é la personificazione dell'ultimo e, ahinoi, flebile contrattacco del Futuro contro l'eterno presente tentacolare che ci stritola e ci soffoca tuttɜ.
É un simbolo immortale che oltrepassa la mera dimensione cronologica.
Greta Thunberg, la pulzella. La Jeanne d'Arc del nostro tempo.
Un'icona di Futuro Assoluto.
Neil Young - Le Noise (2010)
Le Noise è il 32° album in studio del musicista canadese/statunitense Neil Young, pubblicato il 28 settembre 2010. L'album è stato registrato a Los Angeles e prodotto da Daniel Lanois, da cui il gioco di parole del titolo. L'album consiste in Young che suona da solo, principalmente con la chitarra elettrica con effetti di eco, distorsione e feedback. Le sessioni coincisero con la morte di due dei collaboratori di lunga data di Young, il regista L.A. Johnson e il chitarrista steel Ben Keith, influenzando alcuni dei testi. Lanois ha anche avuto un incidente motociclistico quasi mortale durante la registrazione. L'album è la prima collaborazione tra i due canadesi.
Ascolta: album.link/i/433823242
SALMO - 121 (120)
LODE A DIO, CUSTODE D’ISRAELE1 Canto delle salite
Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto?
2 Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra.
3 Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode.
4 Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d'Israele.
5 Il Signore è il tuo custode, il Signore è la tua ombra e sta alla tua destra.
6 Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte.
7 Il Signore ti custodirà da ogni male: egli custodirà la tua vita.
8 Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre.
_________________Note
121,1 Preghiera e dialogo, lode e fiducia si alternano in questa composizione, che sembra accompagnare i primi passi del pellegrino. Qua e là, sui monti che l’attorniano, sono visibili luoghi di culto idolatrico; ma il salmista ha già scelto la sua meta: è il monte Sion, dove Dio dimora e da dove gli verrà l’aiuto.
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Approfondimenti
Fiducia in Dio, custode d'Israele Salmo di fiducia
Dal punto di vista strutturale il salmo è caratterizzato dalla ripresa progressiva di termini da un versetto all'altro, e dalla presenza di alcune espressioni “polari” indicanti la totalità come «cielo e terra» (v. 2), «sole e luna» e «giorno e notte» (v. 6), «esci e... entri» (v. 8). Un rilievo nella struttura ha il verbo «custodire» (šmr) che ricorre sei volte (vv. 3b.4b.5b.7a.7b.8a). L'ambientazione geografica suppone la città di Gerusalemme sullo sfondo, circondata da monti (Sal 125,2), luogo della divina presenza. Il salmo può essere letto anche nella forma di dialogo liturgico tra l'orante e un sacerdote o levita. La simbologia è somatica e spazio-temporale.
Divisione:
- vv. 1-2: introduzione;
- vv. 3-8: sviluppo del v. 2.
v. 1b. «Alzo gli occhi...»: più che il guardare comune è qui un atteggiamento di supplica, cfr. Sal 123,2. «monti»: sono i monti che circondano Gerusalemme e quelli su cui è la stessa città. Ma se l'espressione è considerata come plurale d'eccellenza, indica il monte del tempio.
v. 2. «Il mio aiuto viene dal Signore...»: cfr. Sal 124,8. «che ha fatto...»: l'accenno alla creazione, segno di potenza, rende più certo e sicuro l'aiuto divino.
vv. 3-8. In questi versetti si sviluppa, circostanziandolo e motivandolo, l'aiuto certo del Signore. La motivazione fondamentale è che il Signore è il «custode d'Israele» (v. 4).
v. 6. «né la luna di notte»: anche i raggi della luna erano ritenuti pericolosi. I raggi del sole e della luna sono emblema di tutti i mali dell'uomo, da cui il Signore libera l'orante. Ciò è detto chiaramente nel v. 7.
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
[rotazioni]in onda nessuno manca] un punto voltaico il dopo campdavid o] crazymama una cianografica duecento grammi come supporto -ora] i sacchi dal ministero ogni scoperta i satelliti perdono aderenza creano code agli occhi di Halley vedi] gallery danno sale] in cambio di permessi e perline nel -meno fuorionda la banda teme l'ingaggio a forfait prendono strade] ad uso degli esercizi [dopo -meno il controllo rimasti un paio di testimoni con la marca abrasa le vocali aspirate [quelle] in meno in onda la versione restaurata
La Polizia Postale italiana docente di cybercrime a quella della Malaysia
Si è conclusa recentemente presso la Scuola Superiore di Polizia in Roma una settimana di corso in materia di cybercrime, dedicato ad una delegazione di funzionari della Royal Malaysia Police (rmp.gov.my/).
L’iniziativa mira a rafforzare la cooperazione dell’Italia con i Paesi del sud-est asiatico ed in particolare con la Malesia.
Il corso, organizzato dall’Area di staff per le Relazioni internazionali del capo della Polizia, con la collaborazione della Direzione centrale per la polizia scientifica e la sicurezza cibernetica, ha avuto il sostegno finanziario della Direzione Generale Mondializzazione e Questioni Globali del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Il badge della RMP
L’attività è stata coordinata dall’area di staff per le Relazioni internazionali.
Il programma didattico, focalizzato sulle metodologie, tecniche investigative e buone pratiche in materia di cybercrime, tra cui pedopornografia online, protezione delle infrastrutture critiche, truffe online e l’uso dell’intelligenza artificiale, è stato predisposto con il Servizio polizia postale e sicurezza cibernetica, che ne ha curato le docenze.
Un significativo apprezzamento è stato espresso dai colleghi malesi, i quali hanno riconosciuto una valenza fondamentale per la conoscenza reciproca dei sistemi, degli strumenti e delle buone pratiche adottate nel contrasto alle organizzazioni criminali transnazionali ed ai fenomeni criminali nei settori del cybercrime e della cybersecurity.
Particolarmente apprezzate sono state anche le visite alle strutture di eccellenza della Polizia di Stato, quali il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (C.N.A.I.P.I.C.), il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (C.N.C.P.O.) e il Commissariato di P.S. on-line.
La delegazione malese ha rinnovato l’auspicio per una prosecuzione di questi momenti formativi, da programmare sulla base di comuni esigenze, individuando settori prioritari condivisi, volti a rafforzare la capacità e la resilienza della Royal Malaysia Police, rispetto alle sfide ed alle minacce poste da una criminalità sempre più fluida e transnazionale. Queste iniziative consentono, come evidenziato dagli stessi esperti stranieri, di rafforzare le competenze della loro Polizia e la resilienza del loro Paese rispetto alle sfide ed alle minacce poste da una criminalità sempre più transnazionale, traendo spunti e know how dall’esperienza maturata negli anni dalla Polizia di Stato italiana.
#cybercrime #cooperazioneinternazionaledipolizia # Poliziapostale #poliziadistato #RoyalMalaysiaPolice
NOVITÀ DI VENERDÌ 18/4/25.
E si continua, costantemente in ritardo, con le novità del mese di aprile.
NARRATIVA:
- IL LEOPARDO È SCAPPATO di Stephen Harrigan (Nutrimenti). Un leopardo fugge dallo zoo di Oklahoma City e il piccolo Grady è colpito dall'episodio in maniera indelebile. Tutte le tensioni razziali e sociali di un'America degli anni '50, appena uscita dalla guerra, esplodono nella comunità, terrorizzata da un nemico libero e pericoloso. Per saperne di più: scheda libro.
- I RACCONTI DEGLI IMMORTALI di Eva Wong (Edizioni Mediterranee). Una raccolta delle leggende più note degli Immortali, ovvero personaggi esempi di illuminazione nella cultura tradizionale taoista cinese. Per saperne di più: scheda libro.
- ALTAVIA di Sergio Peter (Il Saggiatore). Tre amici alla ricerca dell'essenza della vita esplorano le Alpi accompagnati dalla presenza sfuggente dei lupi. Un romanzo sull'armonia con la natura. Per saperne di più: scheda libro.
- CONTROCORRENTE di Gaia Rayneri (HarperCollins). Una donna, ferita dalla vita, decide di percorrere il Cammino di Santiago alla rovescia, ovvero in senso contrario. Farà così un percorso spirituale demolendo i propri punti saldi e incontrando l'incertezza con il contatto con l'altro. Per saperne di più: scheda libro.
NOIR, GIALLI E THRILLER:
- DIETRO LE QUINTE di Roy Fuller (Guanda). Nella Londra degli anni '40, uno scrittore in procinto di assumere la direzione di una rivista letteraria indaga sulla scomparsa di un suo vecchio amico, che inspiegabilmente da un po' di tempo non risponde alle sue lettere. Per saperne di più: scheda libro.
FANTASY E HORROR:
- ENTER BOOGEYMAN a cura di Alessandro Manzetti (Acheron Books). Una raccolta di racconti horror il cui filo conduttore è proprio il famigerato “uomo nero”, che si nasconde negli armadi, negli anfratti bui e nelle paure di tutte le culture del mondo. Per saperne di più: scheda libro.
FUMETTI E GRAPHIC NOVEL:
- LE PRIMULE di Nina Six (Gallucci). Nina e i suoi amici vivono una vacanza in campeggio che si rivela magica, quasi un sogno. Disegni e colori delicati per una storia di crescita e di consapevolezza. Età di lettura: dagli 11 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- BEA WOLF di Zach Weinersmith e Boulet (Bao). Racconti di bambini guerrieri, pronti a lottare contro gli adulti, ispirati all'antico poema inglese Beowulf, con le meravigliose tavole di Boulet. Il contrasto tra il linguaggio epico dei testi e i disegni umoristici (e particolareggiati) creano un effetto tenero ed esilarante. Per saperne di più: scheda libro.
SAGGISTICA:
- Per Guido Tommasi, abbiamo due libri di botanica, molto raffinati e corredati da bellissime fotografie: TULIPANI di Jane Eastoe e fotografie di Rachel Warne (scheda libro) e ORTENSIE di Naomi Slade e fotografie di Georgianna Lane (scheda libro).
- ALPINISMO E RESISTENZA di Sergio Giuntini (Ediciclo). Il legame tra la Resistenza e la montagna è fondamentale. Questa è una raccolta di diciotto piccole biografie di partigiani e delle loro esperienze alpinistiche. Per saperne di più: scheda libro.
- IN BICI IN LOBARDIA a cura di FIAB Lombardia (Edizioni del Capricorno). Percorsi cicloturistici selezionati in tutta la regione lombarda: ogni tragitto riporta cartine, i dati tecnici e un QR code per scaricare le tracce. Per saperne di più: scheda libro.
- I GRANDI EROI ITALIANI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE di Giovanni Cecini (Newton Compton). Le biografie degli eroi militari italiani che durante la Seconda Guerra lottarono contro il nazifascismo, con coraggio e patriottismo, molti dei quali ingiustamente dimenticati. Per saperne di più: scheda libro.
- DOLCI NO PROBLEM (Editoriale Domus – Il Cucchiaio d'Argento). Quarto volume della collana Ricette furbe, pensata per chi non è avvezzo a fornelli e padelle: in questo volume si trovano ricette facili per torte, biscotti e dolci vari, divise in quattro sezioni (colazioni e merende, dolci al cucchiaio, dolci speciali e piccole golosità). Per saperne di più: scheda libro.
- NERO di Amat Levin (Neri Pozza). Sottotitolo: Storie mai raccontante dal continente alla diaspora. Le storie di africani, in Africa o lontano dal continente, sono al centro di questo monumentale libro che racconta regni, tradizioni, vicende e geografie che per secoli sono state ignorate dall'Occidente. Per saperne di più: scheda libro.
- Per Dedalo, escono due libri di politica e conflitti internazionali nella collana Orwell:
- LA NATO IN GUERRA di Fabio Mini (scheda libro): un pamphlet a firma di un ex alto dirigente NATO per ripensare questa organizzazione nelle sue strutture e nei suoi scopi.
- LE GUERRE CHE TI VENDONO di Sara Reginella (scheda libro): un volume che analizza come funziona la propaganda bellica e i suoi meccanismi.
- SATANA di Marino Bile (Edizioni Arkeios – Mediterranee). Un saggio che indaga l'influenza del maligno nelle religioni, in psicanalisi (l'autore è uno psicoterapeuta) e nella vita quotidiana. Per saperne di più: scheda libro.
- Per EDT, due titoli nella collana Leggere la vita:
- INVECCHIARE di Elke Heidenreich (scheda libro): un piccolo libro sui mutamenti della percezione di sé e dei cambiamenti nelle relazioni con gli altri che l'invecchiamento porta nella nostra vita. Rituali e abitudini si trasformano e si adattano a nuovi ritmi. Un saggio scritto però con leggerezza, nonostante i problemi nuovi e diversi che l'invecchiamento reca con sé.
- DORMIRE di Theresia Enzensberger (scheda libro): un'esplorazione del tema del sonno, che nella nostra società è spesso inteso come momento improduttivo che non genera profitto. Eppure si tratta di un'attività necessaria e fondamentale, la cui insufficienza (o mancanza) crea problemi e conseguenze negative sulla salute.
INFANZIA E RAGAZZI:
- PEEKABOO! di Elisabetta Gelli (Il Ciliegio). Un piccolo albo trilingue (italiano, spagnolo e inglese) per scoprire quali animali escono, ogni ora, dagli orologi del paese dei Cucù. Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- QUESTO È MOLTO STRANO di Matilde Tacchini e Mercè Galí (Kalandraka). Un libro illustrato sul linguaggio e su come ci vedono gli altri a seconda del contesto. Età di lettura: dai 4 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- LOLA CUOREGRANDE di Carl Norac e Claude K. Dubois (Babalibri). Lola è una topina che vuole bene a tutti, e per questo si chiede se quando crescerà, anche il suo cuore diventerà più grande. Per allenarsi, saluta tutti con calore, ma la sua espansività non sempre è apprezzata... Età di lettura: dai 4 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- GLI UNICORNI di Elizabeth Golding (Doremi Junior). Un libro cartonato di attività prescolari sugli unicorni, dotato di un superpastello a cera multicolore. Età di lettura: dai 5 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- NORRA LATIN di Sara Bergmark Elfgren (Fandango). Norra Latin è una prestigiosa scuola di teatro. Le due protagoniste del libro vi accedono da mondi diversi: Tamar vuole fare l'attrice ma è insicura e non riesce ad ambientarsi, mentre Clea è bella, celebre e sta con il ragazzo più popolare della scuola. Tuttavia il Norra Latin nasconde dei segreti oscuri che le due ragazze porteranno alla luce. Età di lettura: dai 14 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- ACCADDE A SALEM di Jonah Winter, illustrazioni di Brad Holland (Settenove). Un albo illustrato (attenzione! non si tratta di un libro per bambini!) sulla terrificante caccia alle streghe avvenuta a Salem nel 1692. Un libro contro i pregiudizi e il sessismo. Età di lettura: dai 14 anni. Per saperne di più: scheda libro.
Peter Wolf - Midnight Souvenirs (2010)
High Violet è il quinto album in studio dei The National , pubblicato il 10 maggio 2010 in Europa e l'11 maggio 2010 in Nord America tramite 4AD. La band ha prodotto l'album da sola, assistita da Peter Katis con cui aveva lavorato ai precedenti album Alligator e Boxer nel
Ascolta: youtu.be/tv0l5OH6XeA?si=hnYnBk…
La Polizia Serba contro i crimini ambientali, in visita ai Carabinieri Forestali ed Agroalimentari
Nell’ambito del progetto di integrazione dell’Unione Europea “Facility supporting Serbia in Achieving the Objectives of Chapter 24: justice, freedom and security”, recentemente una delegazione di funzionari della Polizia della Repubblica di Serbia ha fatto visita al Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri (#CUFAA). Il gruppo ha preso parte alla presentazione dei settori di competenza del CUFAA, approfondendo così la specialità dell’Arma sul fronte della tutela ambientale, di salvaguardia del patrimonio della biodiversità e della sicurezza alimentare.
La visita ha riguardato anche le specifiche attività: del Nucleo Informativo Antincendio Boschivo (#NIAB), fiore all’occhiello del Comando in materia di prevenzione e repressione dei reati, e quelle del Raggruppamento #CITES in materia di tutela delle specie animali e vegetali minacciate di estinzione, oltre a quelle di sicurezza ambientale ed energetica.
La delegazione ha mostrato interesse per le informazioni raccolte durante l’incontro, avendo la polizia Serba da poco tempo attivato, all’interno della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno, una specifica Unità per la repressione dei crimini ambientali e la protezione dell’ambiente. La visita, infatti, è parte di una trasferta nel nostro Paese con obiettivo di studio specifico sul contrasto ai crimini ambientali.
#criminiambientali #poliziaserba #Armadeicarabinieri
SALMO - 120 (119)
INVOCAZIONE PER LA PACE1 Canto delle salite
Nella mia angoscia ho gridato al Signore ed egli mi ha risposto.
2 Signore, libera la mia vita dalle labbra bugiarde, dalla lingua ingannatrice.
3 Che cosa ti darà, come ti ripagherà, o lingua ingannatrice?
4 Frecce acute di un prode con braci ardenti di ginestra!
5 Ahimè, io abito straniero in Mesec, dimoro fra le tende di Kedar!
6 Troppo tempo ho abitato con chi detesta la pace.
7 Io sono per la pace, ma essi, appena parlo, sono per la guerra.
_________________Note
120,1 All’interno del Salterio, i Sal 120-134 compongono una piccola raccolta chiamata “canti delle salite” (o di pellegrinaggio). Si tratta di quindici composizioni destinate ai pellegrini che salivano a Gerusalemme (alla città santa, infatti, si “sale”, data la sua altitudine di oltre 700 metri) in occasione delle feste di Pasqua, Pentecoste e Capanne. Il Sal 120, probabilmente, è stato inserito in un secondo momento in questa raccolta, poiché si presenta come una supplica che sale a Dio dall’orante per essere liberato da chi lo calunnia e lo inganna e da chi non favorisce la pace all’interno della comunità e della città.
120,5 Mesec e Kedar: designano regioni lontane (la prima forse era nel Caucaso, la seconda nell’Arabia) e la loro popolazione bellicosa e selvaggia.
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Approfondimenti
Supplica di un uomo pacifico Supplica individuale
Questo carme apre la raccolta dei “Cantici delle ascensioni”, ma la sua inclusione è probabilmente avvenuta in un secondo momento, data la notevole differenza che lo distingue dagli altri. Il breve salmo riesce a creare un'intensità espressiva molto forte, movimentata anche da un dialogo fittizio. La simbologia è bellica e somatica. Nel TM il sintagma napšî (= mia vita) del v. 2 fa inclusione con lo stesso del v. 6.
Divisione:
- v. 1: dichiarazione di fiducia iniziale;
- vv. 2-4 (I strofa): supplica di liberazione;
- vv. 5-7 (II strofa): esposizione del caso.
v. 1. «Nella mia angoscia ho gridato...: l'espressione «al Signore (JHWH)» è in stato enfatico ™ e apre il salmo come un'esplosione di fiducia e di speranza. Il salmista attesta la sua precedente esperienza di ricorso al Signore e della sua positiva risposta. «nella mia angoscia»: l'angoscia, propriamente «prigionia» (ṣārātâ) si riferisce a una difficile situazione esterna, come nel caso di un giusto perseguitato e oppresso, che porta riflessi interiori con sensazioni di soffocamento.
v. 2. «dalle labbra di menzogna, dalla lingua ingannatrice»: sono due espressioni sinonime con le quali si descrive il nemico. Si tratta di gente falsa, menzognera. Il salmista si sente circondato come da fiamme di menzogne e calunnie! La parola menzognera è anche quella degli idolatri. Gli idoli infatti sono inganno e falsità. In questo caso la prima strofa si accorda meglio con la seconda in cui il salmista dice di trovarsi in territorio straniero.
v. 3. «Che ti posso dare...»: lett. «Che darà a te...». I LXX e la Vg hanno visto un passivo: «Che cosa si darà a te?». Nell'uno e nell'altro caso si sottintende come soggetto «il SIgnore». È un interrogativo retorico che vivacizza il testo. Si chiede così al Signore di intervanire con una sua punizione esemplare di giustizia (legge del taglione) contro i nemici falsi e calunniatori. Può trattarsi anche di giuramento imprecatorio.
v. 4. «Frecce acute... carboni di ginepro»: è la risposta di Dio. Le due immagini «frecce» e «carboni di ginepro», corrispondono alla legge del contrappasso. Poiché le parole sono come dardi, le parole punitrici di Dio sono come frecce appuntite; e per di più sono scagliate da un uomo valoroso, segno che colpiscono infallibilmente l'obiettivo!
v. 5. «Me infelice»: la strofa si apre con un'esclamazione onomatopeica ’ôyāh (lett. «Ahimè!»), che esprime angoscia e paura. «Mosoch»: ebr. Mešek. In Gn 10,2 con questo nome è chiamato il figlio di Iafet e indica le regioni del Nord (tra il Mar Nero e il Caucaso). «Cedar»: ebr. Qēdār, cfr. Gn 25,13-14. È collegata con il secondo figlio di Ismaele e richiama le tribù della penisola arabica o del deserto della Siria (cfr. Is 21,16-17; 42,11-13; 60,7; Ct 1,5).
v. 6. «Troppo io ho dimorato..»: lett. «Troppo ha dimorato per sé l'anima mia». L'espressione (anima mia) fa inclusione con il v. 2. L'orante si pronunzia sul tempo della sua dimora. Egli sente che è stata lunga e insostenibile la sua situazione di trovarsi come straniero in mezzo a gente bellicosa e idolatra. Si avverte l'ansia di un Ebreo della diaspora che si sente a disagio in terra straniera e che desidera al più presto far ritorno in patria.
v. 7. «Io sono per la pace...»: viene contrastata l'espressione del v. 6b. Il versetto originale è ellittico, ma il parallelismo antitetico è comprensibile. Il verso suona: «io-pace, ma se parlo, essi per la guerra». Il salmista con il binomio antitetico «pace-guerra» qualifica se stesso come «pace» e i nemici come «guerra», egli stesso come uomo pacifico, i nemici come uomini bellicosi.
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
Avoid Committing These Mistakes During Kitchen Remodeling
It's hard to neglect the shortcomings in your kitchen once you realize it. These flaws distract you from cooking and even slump your interest. A definitive way to rekindle your fading interest is kitchen remodeling Overland Park. The process can be exciting and pretty troubling. Kitchen remodeling is a rectification process, but you can make mistakes even during a remodeling project. Here are the prevalent kitchen remodeling mistakes you must prevent.
Poor Lighting and Ventilation:
You will regret it more later if you do not emphasize proper lighting and ventilation. Kitchen remodeling should address every realized and unrealized concern. Highlight ventilation and lighting during the consultation.
Try to restore natural lighting and ventilation elements for energy consumption. Additionally, these natural elements will keep your kitchen moderately cold and warm, even during power cuts. It will make your cooking experience more streamlined.
Underestimating Kitchen Station Space:
The kitchen counter will be a platform where you work on primary kitchen tasks. Considering an optimal shape and precise dimensions for the kitchen counter is essential. Make sure to have enough space after stove installation for chopping, storing, and placing appliances.
Most homeowners and residents ask for a smaller workstation during kitchen remodeling Prairie Village to save space, but later regret it. If you are asking for a slimmer kitchen counter, stop right there.
Design Discrepancies:
Sometimes, shrewdness ruins everything. The obstinacy to have everything in the kitchen without considering space availability can lead to disaster.
Kitchen remodeling requires methodical designing. You'd not want the cabinet doors to bump into each other or have a cluttered kitchen. You should ask the contractor to look into the discrepancies in the design and correct them immediately.
The Key Point:
Kitchen remodeling requires thorough considerations. It may be tricky without an expert's assistance. Therefore, everyone recommends connecting to a seasoned remodeling contractor.
Consulting a professional will address major and minor concerns and inconveniences. Kitchen remodeling designs must involve every practical and visual factor expected. Contractors can add your requirements to the plan and even introduce you to upgraded versions of the solutions.
About KC Home Solutions:
KC Home Solutions is one service that can end all your concerns. The company offers incredible kitchen remodeling Leawood services. You can eliminate shortcomings from your kitchen and replace them with efficient solutions. You can add convenience to the kitchen and ensure a tremendous upgrade of the space. So, connect to this service now.
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Original Source: bit.ly/4mOi6nq
The National - Hight Violet (2010)
High Violet è il quinto album in studio dei The National, pubblicato il 10 maggio 2010 in Europa e l'11 maggio 2010 in Nord America tramite 4AD. La band ha prodotto l'album da sola, assistita da Peter Katis con cui aveva lavorato ai precedenti album Alligator e Boxer nel loro studio a Brooklyn, New York, e nei Tarquin Studios di Katis a Bridgeport, Connecticut. La scultura sulla copertina dell'album è stata creata dall'artista Mark Fox e si chiama The Binding Force. Un'edizione ampliata di High Violet è stata pubblicata tramite la 4AD il 22 novembre 2010. La ristampa include l'album standard da 11 tracce insieme a un nuovo disco bonus, con le tracce inedite “You Were a Kindness” e “Wake Up Your Saints” così come versioni alternative, lati B e registrazioni dal vivo.
Ascolta: album.link/i/368054407
The Importance of Installing Cameras in Childcare Centers
Childcare centers play a vital role in a child's early development, making safety and security top priorities for parents. When choosing a daycare cameras facility, parents seek reassurance that their children are in a safe, well-monitored environment. One key factor they consider is the presence of live-streaming cameras.
Enhancing Child Safety
Accidents and unforeseen incidents can occur at any time. Installing live-streaming cameras throughout the facility helps ensure a safer environment for children by allowing continuous monitoring of classrooms and common areas.
Live monitoring can help deter unauthorized access and assist staff in responding quickly to any incidents, providing parents with added peace of mind that their child’s well-being is a priority.
Supporting Educators in the Classroom
Childcare providers and teachers work hard to create a nurturing and engaging environment for young children. Live-streaming cameras offer an additional layer of support by allowing administrators and staff to observe classroom dynamics in real time.
This real-time visibility helps ensure that educators have the resources they need to provide quality care and maintain a positive learning atmosphere. It also fosters collaboration between staff and parents, reinforcing trust and transparency in the childcare setting.
Providing Parents with Peace of Mind
Beyond safety, live-streaming cameras offer additional benefits, particularly for parents. Advanced streaming technology enables parents to access real-time video of their child’s activities throughout the day.
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Original Source: bit.ly/4i3jFtX
SALMO - 119 (118)
MEDITAZIONE SULLA LEGGE DEL SIGNORE
אAlef 1 Beato chi è integro nella sua via e cammina nella legge del Signore.
2 Beato chi custodisce i suoi insegnamenti e lo cerca con tutto il cuore.
3 Non commette certo ingiustizie e cammina nelle sue vie.
4 Tu hai promulgato i tuoi precetti perché siano osservati interamente.
5 Siano stabili le mie vie nel custodire i tuoi decreti.
6 Non dovrò allora vergognarmi, se avrò considerato tutti i tuoi comandi.
7 Ti loderò con cuore sincero, quando avrò appreso i tuoi giusti giudizi.
8 Voglio osservare i tuoi decreti: non abbandonarmi mai.
בBet 9 Come potrà un giovane tenere pura la sua via? Osservando la tua parola.
10 Con tutto il mio cuore ti cerco: non lasciarmi deviare dai tuoi comandi.
11 Ripongo nel cuore la tua promessa per non peccare contro di te.
12 Benedetto sei tu, Signore: insegnami i tuoi decreti.
13 Con le mie labbra ho raccontato tutti i giudizi della tua bocca.
14 Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia, più che in tutte le ricchezze.
15 Voglio meditare i tuoi precetti, considerare le tue vie.
16 Nei tuoi decreti è la mia delizia, non dimenticherò la tua parola.
גGhimel 17 Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita, osserverò la tua parola.
18 Aprimi gli occhi perché io consideri le meraviglie della tua legge.
19 Forestiero sono qui sulla terra: non nascondermi i tuoi comandi.
20 Io mi consumo nel desiderio dei tuoi giudizi in ogni momento.
21 Tu minacci gli orgogliosi, i maledetti, che deviano dai tuoi comandi.
22 Allontana da me vergogna e disprezzo, perché ho custodito i tuoi insegnamenti.
23 Anche se i potenti siedono e mi calunniano, il tuo servo medita i tuoi decreti.
24 I tuoi insegnamenti sono la mia delizia: sono essi i miei consiglieri.
דDalet 25 La mia vita è incollata alla polvere: fammi vivere secondo la tua parola.
26 Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto; insegnami i tuoi decreti.
27 Fammi conoscere la via dei tuoi precetti e mediterò le tue meraviglie.
28 Io piango lacrime di tristezza; fammi rialzare secondo la tua parola.
29 Tieni lontana da me la via della menzogna, donami la grazia della tua legge.
30 Ho scelto la via della fedeltà, mi sono proposto i tuoi giudizi.
31 Ho aderito ai tuoi insegnamenti: Signore, che io non debba vergognarmi.
32 Corro sulla via dei tuoi comandi, perché hai allargato il mio cuore.
הHe 33 Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti e la custodirò sino alla fine.
34 Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore.
35 Guidami sul sentiero dei tuoi comandi, perché in essi è la mia felicità.
36 Piega il mio cuore verso i tuoi insegnamenti e non verso il guadagno.
37 Distogli i miei occhi dal guardare cose vane, fammi vivere nella tua via.
38 Con il tuo servo mantieni la tua promessa, perché di te si abbia timore.
39 Allontana l’insulto che mi sgomenta, poiché i tuoi giudizi sono buoni.
40 Ecco, desidero i tuoi precetti: fammi vivere nella tua giustizia.
וVau 41 Venga a me, Signore, il tuo amore, la tua salvezza secondo la tua promessa.
42 A chi mi insulta darò una risposta, perché ho fiducia nella tua parola.
43 Non togliere dalla mia bocca la parola vera, perché spero nei tuoi giudizi.
44 Osserverò continuamente la tua legge, in eterno, per sempre.
45 Camminerò in un luogo spazioso, perché ho ricercato i tuoi precetti.
46 Davanti ai re parlerò dei tuoi insegnamenti e non dovrò vergognarmi.
47 La mia delizia sarà nei tuoi comandi, che io amo.
48 Alzerò le mani verso i tuoi comandi che amo, mediterò i tuoi decreti.
זZain 49 Ricòrdati della parola detta al tuo servo, con la quale mi hai dato speranza.
50 Questo mi consola nella mia miseria: la tua promessa mi fa vivere.
51 Gli orgogliosi mi insultano aspramente, ma io non mi allontano dalla tua legge.
52 Ricordo i tuoi eterni giudizi, o Signore, e ne sono consolato.
53 Mi ha invaso il furore contro i malvagi che abbandonano la tua legge.
54 I tuoi decreti sono il mio canto nella dimora del mio esilio.
55 Nella notte ricordo il tuo nome, Signore, e osservo la tua legge.
56 Tutto questo mi accade perché ho custodito i tuoi precetti.
חHet 57 La mia parte è il Signore: ho deciso di osservare le tue parole.
58 Con tutto il cuore ho placato il tuo volto: abbi pietà di me secondo la tua promessa.
59 Ho esaminato le mie vie, ho rivolto i miei piedi verso i tuoi insegnamenti.
60 Mi affretto e non voglio tardare a osservare i tuoi comandi.
61 I lacci dei malvagi mi hanno avvolto: non ho dimenticato la tua legge.
62 Nel cuore della notte mi alzo a renderti grazie per i tuoi giusti giudizi.
63 Sono amico di coloro che ti temono e osservano i tuoi precetti.
64 Del tuo amore, Signore, è piena la terra; insegnami i tuoi decreti.
טTet 65 Hai fatto del bene al tuo servo, secondo la tua parola, Signore.
66 Insegnami il gusto del bene e la conoscenza, perché ho fiducia nei tuoi comandi.
67 Prima di essere umiliato andavo errando, ma ora osservo la tua promessa.
68 Tu sei buono e fai il bene: insegnami i tuoi decreti.
69 Gli orgogliosi mi hanno coperto di menzogne, ma io con tutto il cuore custodisco i tuoi precetti.
70 Insensibile come il grasso è il loro cuore: nella tua legge io trovo la mia delizia.
71 Bene per me se sono stato umiliato, perché impari i tuoi decreti.
72 Bene per me è la legge della tua bocca, più di mille pezzi d’oro e d’argento.
יIod 73 Le tue mani mi hanno fatto e plasmato: fammi capire e imparerò i tuoi comandi.
74 Quelli che ti temono al vedermi avranno gioia, perché spero nella tua parola.
75 Signore, io so che i tuoi giudizi sono giusti e con ragione mi hai umiliato.
76 Il tuo amore sia la mia consolazione, secondo la promessa fatta al tuo servo.
77 Venga a me la tua misericordia e io avrò vita, perché la tua legge è la mia delizia.
78 Si vergognino gli orgogliosi che mi opprimono con menzogne: io mediterò i tuoi precetti.
79 Si volgano a me quelli che ti temono e che conoscono i tuoi insegnamenti.
80 Sia integro il mio cuore nei tuoi decreti, perché non debba vergognarmi.
כCaf 81 Mi consumo nell’attesa della tua salvezza, spero nella tua parola.
82 Si consumano i miei occhi per la tua promessa, dicendo: «Quando mi darai conforto?».
83 Io sono come un otre esposto al fumo, non dimentico i tuoi decreti.
84 Quanti saranno i giorni del tuo servo? Quando terrai il giudizio contro i miei persecutori?
85 Mi hanno scavato fosse gli orgogliosi, che non seguono la tua legge.
86 Fedeli sono tutti i tuoi comandi. A torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto!
87 Per poco non mi hanno fatto sparire dalla terra, ma io non ho abbandonato i tuoi precetti.
88 Secondo il tuo amore fammi vivere e osserverò l’insegnamento della tua bocca.
לLamed 89 Per sempre, o Signore, la tua parola è stabile nei cieli.
90 La tua fedeltà di generazione in generazione; hai fondato la terra ed essa è salda.
91 Per i tuoi giudizi tutto è stabile fino ad oggi, perché ogni cosa è al tuo servizio.
92 Se la tua legge non fosse la mia delizia, davvero morirei nella mia miseria.
93 Mai dimenticherò i tuoi precetti, perché con essi tu mi fai vivere.
94 Io sono tuo: salvami, perché ho ricercato i tuoi precetti.
95 I malvagi sperano di rovinarmi; io presto attenzione ai tuoi insegnamenti.
96 Di ogni cosa perfetta ho visto il confine: l’ampiezza dei tuoi comandi è infinita.
מMem 97 Quanto amo la tua legge! La medito tutto il giorno.
98 Il tuo comando mi fa più saggio dei miei nemici, perché esso è sempre con me.
99 Sono più saggio di tutti i miei maestri, perché medito i tuoi insegnamenti.
100 Ho più intelligenza degli anziani, perché custodisco i tuoi precetti.
101 Tengo lontani i miei piedi da ogni cattivo sentiero, per osservare la tua parola.
102 Non mi allontano dai tuoi giudizi, perché sei tu a istruirmi.
103 Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, più del miele per la mia bocca.
104 I tuoi precetti mi danno intelligenza, perciò odio ogni falso sentiero.
נNun 105 Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.
106 Ho giurato, e lo confermo, di osservare i tuoi giusti giudizi.
107 Sono tanto umiliato, Signore: dammi vita secondo la tua parola.
108 Signore, gradisci le offerte delle mie labbra, insegnami i tuoi giudizi.
109 La mia vita è sempre in pericolo, ma non dimentico la tua legge.
110 I malvagi mi hanno teso un tranello, ma io non ho deviato dai tuoi precetti.
111 Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, perché sono essi la gioia del mio cuore.
112 Ho piegato il mio cuore a compiere i tuoi decreti, in eterno, senza fine.
סSamec 113 Odio chi ha il cuore diviso; io invece amo la tua legge.
114 Tu sei mio rifugio e mio scudo: spero nella tua parola.
115 Allontanatevi da me, o malvagi: voglio custodire i comandi del mio Dio.
116 Sostienimi secondo la tua promessa e avrò vita, non deludere la mia speranza.
117 Aiutami e sarò salvo, non perderò mai di vista i tuoi decreti.
118 Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti, perché menzogne sono i suoi pensieri.
119 Tu consideri scorie tutti i malvagi della terra, perciò amo i tuoi insegnamenti.
120 Per paura di te la mia pelle rabbrividisce: io temo i tuoi giudizi.
עAin 121 Ho agito secondo giudizio e giustizia; non abbandonarmi ai miei oppressori.
122 Assicura il bene al tuo servo; non mi opprimano gli orgogliosi.
123 I miei occhi si consumano nell’attesa della tua salvezza e per la promessa della tua giustizia.
124 Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore e insegnami i tuoi decreti.
125 Io sono tuo servo: fammi comprendere e conoscerò i tuoi insegnamenti.
126 È tempo che tu agisca, Signore: hanno infranto la tua legge.
127 Perciò amo i tuoi comandi, più dell’oro, dell’oro più fino.
128 Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti e odio ogni falso sentiero.
פPe 129 Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti: per questo li custodisco.
130 La rivelazione delle tue parole illumina, dona intelligenza ai semplici.
131 Apro anelante la mia bocca, perché ho sete dei tuoi comandi.
132 Volgiti a me e abbi pietà, con il giudizio che riservi a chi ama il tuo nome.
133 Rendi saldi i miei passi secondo la tua promessa e non permettere che mi domini alcun male.
134 Riscattami dall’oppressione dell’uomo e osserverò i tuoi precetti.
135 Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo e insegnami i tuoi decreti.
136 Torrenti di lacrime scorrono dai miei occhi, perché non si osserva la tua legge.
צSade 137 Tu sei giusto, Signore, e retto nei tuoi giudizi.
138 Con giustizia hai promulgato i tuoi insegnamenti e con grande fedeltà.
139 Uno zelo ardente mi consuma, perché i miei avversari dimenticano le tue parole.
140 Limpida e pura è la tua promessa e il tuo servo la ama.
141 Io sono piccolo e disprezzato: non dimentico i tuoi precetti.
142 La tua giustizia è giustizia eterna e la tua legge è verità.
143 Angoscia e affanno mi hanno colto: i tuoi comandi sono la mia delizia.
144 Giustizia eterna sono i tuoi insegnamenti: fammi comprendere e avrò la vita.
קKof 145 Invoco con tutto il cuore: Signore, rispondimi; custodirò i tuoi decreti.
146 Io t’invoco: salvami e osserverò i tuoi insegnamenti.
147 Precedo l’aurora e grido aiuto, spero nelle tue parole.
148 I miei occhi precedono il mattino, per meditare sulla tua promessa.
149 Ascolta la mia voce, secondo il tuo amore; Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
150 Si avvicinano quelli che seguono il male: sono lontani dalla tua legge.
151 Tu, Signore, sei vicino; tutti i tuoi comandi sono verità.
152 Da tempo lo so: i tuoi insegnamenti li hai stabiliti per sempre.
רRes 153 Vedi la mia miseria e liberami, perché non ho dimenticato la tua legge.
154 Difendi la mia causa e riscattami, secondo la tua promessa fammi vivere.
155 Lontana dai malvagi è la salvezza, perché essi non ricercano i tuoi decreti.
156 Grande è la tua tenerezza, Signore: fammi vivere secondo i tuoi giudizi.
157 Molti mi perseguitano e mi affliggono, ma io non abbandono i tuoi insegnamenti.
158 Ho visto i traditori e ne ho provato ribrezzo, perché non osservano la tua promessa.
159 Vedi che io amo i tuoi precetti: Signore, secondo il tuo amore dammi vita.
160 La verità è fondamento della tua parola, ogni tuo giusto giudizio dura in eterno.
שSin 161 I potenti mi perseguitano senza motivo, ma il mio cuore teme solo le tue parole.
162 Io gioisco per la tua promessa, come chi trova un grande bottino.
163 Odio la menzogna e la detesto, amo la tua legge.
164 Sette volte al giorno io ti lodo, per i tuoi giusti giudizi.
165 Grande pace per chi ama la tua legge: nel suo cammino non trova inciampo.
166 Aspetto da te la salvezza, Signore, e metto in pratica i tuoi comandi.
167 Io osservo i tuoi insegnamenti e li amo intensamente.
168 Osservo i tuoi precetti e i tuoi insegnamenti: davanti a te sono tutte le mie vie.
תTau 169 Giunga il mio grido davanti a te, Signore, fammi comprendere secondo la tua parola.
170 Venga davanti a te la mia supplica, liberami secondo la tua promessa.
171 Sgorghi dalle mie labbra la tua lode, perché mi insegni i tuoi decreti.
172 La mia lingua canti la tua promessa, perché tutti i tuoi comandi sono giustizia.
173 Mi venga in aiuto la tua mano, perché ho scelto i tuoi precetti.
174 Desidero la tua salvezza, Signore, e la tua legge è la mia delizia.
175 Che io possa vivere e darti lode: mi aiutino i tuoi giudizi.
176 Mi sono perso come pecora smarrita; cerca il tuo servo: non ho dimenticato i tuoi comandi.
_________________Note
119,1 La più estesa composizione del Salterio è racchiusa in queste 22 strofe, quante sono le lettere dell’alfabeto ebraico, le quali, nel loro ordine di successione, contraddistinguono le singole strofe e le iniziali dei singoli versetti che le compongono (ognuna delle 22 strofe è formata da otto versetti). L’uso di questa tecnica compositiva probabilmente aveva lo scopo di favorire, nel fedele, l’apprendimento mnemonico (vedi anche nota a Sal 9). La legge non è intesa come un insieme di prescrizioni, ma come la rivelazione che Dio fa di se stesso e della sua volontà, come la parola di Dio che illumina e salva, alimenta e guida tutta l’esistenza dell’uomo. Ciò spiega la varietà dei vocaboli usati per designare quella realtà così profonda che il termine legge esprime: insegnamenti, decreti, comandi, giusti giudizi, promessa, precetti, parole, ordini, comandamenti, via, via della giustizia, alleanza, giudizi.
119,48 Alzerò le mani: gesto di preghiera.
119,83 come un otre esposto al fumo: probabilmente l’immagine si riferisce agli otri appesi che si deterioravano per il fumo che saliva dal focolare.
119,164 Sette: simbolo di pienezza; denota qui una preghiera intensa e continua.
=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=
Approfondimenti
La legge fonte di gioia e di pace Salmo sapienziale (d'ispirazione deuteronomica, + motivi di lamentazione, di supplica e innici)
Il salmo è stato classificato da alcuni come “lamentazione individuale”, per i vari motivi di supplica di liberazione dai nemici che vi si trovano (vv. 23.42 ecc.). Il carme è l'acrostico alfabetico più lungo di tutto il salterio con i suoi 176 versetti. E formato da 22 ottonari (strofe). Gli otto versi che compongono un singolo ottonario iniziano con l'identica lettera assegnata all'intera strofa. L'autore mostra così la sua profonda conoscenza della lingua ebraica, la sua virtuosità e abilità nel maneggiarla. È ispirato al Deuteronomio per il suo contenuto e a Geremia per il carattere interiore e spirituale della legge vista come espressione dell'alleanza (cfr. Ger 31,31-34; Ez 36,25-27). Il metro nel TM è quello della qînâ (3 + 2 accenti). Il salmo è stato giudicato sin dall'antichità in senso positivo e in senso negativo. Per Agostino «contiene una profondità accessibile a pochi». Per la sua quasi interminabile lunghezza è paragonabile a un canto che riecheggia i suoi motivi quasi all'infinito. È la torah, parola di Dio che agisce e che salva, al centro del carme, come nel Sal 1 e 19. Essa richiede una risposta gioiosa e un'adesione completa e incondizionata. Il discorso ruota intorno a un ottonario lessicale di base che si ritrova al completo o quasi in tutte le strofe: legge (torah), parola (dābār), testimonianza (‘edût/‘edâ), giudizio (mišpāṭ), detto (’imrâ), decreto (ḥôq), precetti (piqqûdim), comando (miṣwâ). La composizione del carme risale al postesilio. Il campo semantico e simbolico è spaziale, temporale, antropologico, teologico, somatico e psicologico.
vv. 1-2. «Beato l'uomo... Beato chi..»: il salmo inizia con una doppia beatitudine, che è come il portale d'ingresso di tutto il carme, cfr. Sal 1,1; 15,2; 112,1. Questi due versetti condensano la tematica essenziale del salmo: la gioia (beatitudine), data dalla osservanza della legge, dalla fedeltà e dalla ricerca continua, spassionata con tutto l'essere («con tutto il cuore»), e il simbolo della «via» perfetta (la legge). «di integra condotta»: lett. «gli integri di via».
v. 14. «più che in ogni altro bene»: cfr. Prv 2,4.
v. 19. «Io sono straniero...»: cfr. Sal 39,13.
v. 21. «maledetto...»: sono maledetti coloro che non rispettano gli impegni dell'alleanza, ma benedetti coloro che sono fedeli, cfr. Dt 28,1-4.
v. 36. «la sete del guadagno»: è la brama disordinata del guadagno, della ricchezza, che allontana da Dio.
v. 37. «cose vane»: sono gli idoli così chiamati dai profeti, cfr. Sal 24,4; 101,3.
**v. 44. «per sempre, nei secoli, in eterno»: è un'iperbole. Sottolinea il fermo proposito dell'orante di osservare sempre la legge del Signore.
v. 48. «Alzerò le mani...»: è un gesto di preghiera. Qui l'orante alza le mani verso i precetti del Signore, che personificano Dio stesso, pronto a accoglierli dalla sua bocca e praticarli (Sal 28,2; 42,9; 63,7-9; 73,28; Lam 3,41).
v. 57. «La mia sorte...»: il salmista si esprime come un levita (cfr. Sal 16,5; 73,26), la cui eredità era il Signore (Nm 18,20; Dt 10,9).
v. 61. «I lacci degli empi...»: per l'espressione cfr. Sal 18,6; 116,3.
v. 64. «Del tuo amore...»: è citato il Sal 33,5.
v. 65. «Hai fatto il bene...»: il Signore ha fatto il «bene» perché egli è «buono» e «fa il bene» (v. 68).
v. 67. «Prima di essere umiliato andavo errando, ma ora osservo la tua parola»: il tema ritorna nei vv. 71.75.141. L'orante avverte di aver percorso in modo personale l'itinerario dell'esodo del suo popolo, cfr. Dt 8,2; Ger 31,18; Os 6,1.
v. 72. «d'oro e d'argento»: la legge di Dio, come la sapienza, vale più di ogni metallo prezioso, cfr. Pr 3,14; 8,10-11.19; 16,16.
v. 73. «Le tue mani mi hanno fatto e plasmato»: con un antropomorfismo si evocano le mani di Dio, che come un vasaio ha creato e plasmato l'uomo, cfr. Gn 2,7.
v. 83. «come un otre esposto al fumo»: con quest'immagine pittoresca l'orante descrive il suo stato di estrema gravità, fisica e spirituale, cfr. Gb 30,30. Sull'interpretazione esatta dell'immagine non c'è consenso.
v. 91. «ogni cosa è al tuo servizio»: tutta la creazione esegue gli ordini di Dio, mentre nel Sal 104,4 erano solo i venti.
v. 94. «Io sono tuo: salvami»: il salmista appartiene a Dio perché inserito nell'alleanza del suo popolo con lui.
v. 98. «mi fa più saggio...»: cfr. Dt 4,5-6; Sir 6,37.
v. 108. «le offerte delle mie labbra»: sono i sacrifici spirituali della lode divina, cfr. Os 14,3; Sal 50,14.23; 51,19; 141,2; Sir 35,1.
v. 113. «incostanti»: è una traduzione congetturale dell'hapax sē‘apîm, che descrive gli empi.
v. 129. «la tua alleanza»: lett. «i tuoi precetti».
v. 131. «Apro anelante la bocca...»: l'espressione plastica indica l'attesa. Come la terra assetata si spacca in attesa della pioggia, così il salmista mostra il suo desiderio ardente della parola di Dio, cfr. Sal 81,11; Am 8,11; Gb 29,23.
v. 135. «Fa' risplendere il volto...»: cfr. Sal 4,7; 31,17; 42,2-3; 63,2; 67,2; 80,4 e la “benedizione sacerdotale” di Nm 6,25-26.
v. 136. «Fiumi di lacrime...»: è un'iperbole di derivazione geremiana, cfr. Ger 8,23; 9,17; 13,17; 14,17; Lam 1,16; 3,48. Il salmista si dispiace fino al pianto a dirotto per il peccato di chi non osserva la legge. Egli si sente davvero coinvolto nell'amore della legge e per Dio che l'ha donata.
v. 145. «con tutto il cuore»: è un'espressione che ricorre spesso in questo salmo, cfr. vv. 2.10.34.58.69...145.
v. 147. «Precedo l'aurora e grido aiuto»: all'alba si attendeva l'aiuto divino, cfr. Sal 17,15; 130,6.
v. 148. «prevengono le veglie...»: si riferisce alla preghiera notturna nel tempio, detta “incubazione sacra”.
v. 151. «Ma tu, Signore, sei vicino»: il salmista esprime la convinzione d'Israele di avere Dio vicino in senso assoluto. Egli è infatti l'Emmanuele (= Dio con noi) (Is 7,14).
v. 160. «La verità è principio della tua parola»: si enuncia un'affermazione generale. Il vocabolo rō’š (= capo, principio) significa anche «l'elemento essenziale... la cosa più importante...» (cfr. Sal 141,5; Es 30,23; Am 6,6; Qo 9,8). Perciò per il salmista è la verità-fedeltà (’emet) l'essenza della legge. Ci si richiama quindi al concetto di alleanza.
v. 162. «come uno che trova grande tesoro»: l'immagine è di origine bellica e evidenzia la gioia istintiva della vittoria militare (cfr. Sal 68,13; Is 9,2; 53,12; 2Sam 1,24).
v. 164. «Sette volte al giorno io ti lodo»: per i simbolismo del numero «sette» che indica completezza, totalità, perfezione, l'espressione denota una preghiera continua (cfr. Gn 4,15; 1Sam 2,5; Prv 24,16; Sal 12,7; 79,12; Mt 18,21). La tradizione cristiana ha assunto alla lettera l'espressione nel dividere la preghiera ufficiale della Chiesa della Liturgia delle Ore nelle sette “ore” canoniche.
v. 176. «Come pecora smarrita»: è una professione di umiltà. Il salmista si è dichiarato nel salmo sempre ligio all'osservanza della legge, nonostante i pericoli e i numerosi nemici denigratori, ma la vita, comportando sempre dei rischi di smarrirsi, necessita del buon pastore che guidi e segua con amore il suo gregge (Sal 23; Ez 34,22).
Nel NT molti dei titoli e simboli riferiti in questo salmo alla legge sono attribuiti a Cristo in persona. Gesù è la parola incarnata che illumina ogni uomo (Gv 1,1-18) ed è l'ultima e definitiva (Eb 1,1-4).
(cf. VINCENZO SCIPPA, Salmi – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
IL REPORT DELL'AGENZIA DELLE NAZIONI UNITE CONTRO DROGA E CRIMINE SULLE ATTIVITA' DEL 2024
Maggio, tempo di relazioni sulle attività svolte l'anno precedente. Non sfugge #UNODC (“United Nations Office on Drugs and Crime” in italiano “Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine”, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di traffico di droga, criminalità organizzata, la corruzione e il terrorismo) che ha rilasciato il suo report sul 2024 (il documento [en] è reperibile qui unodc.org/documents/AnnualRepo…). Viene evidenziato un fatto importante del 2024: con l'adesione di Saint Kitts e Nevis, l'UNCAC conta ora 191 Parti, dimostrando la sua importanza e rilevanza a livello globale.
LE DROGHE
Sul fronte delle droghe, il Rapporto descrive gli sforzi dell'UNODC nel 2024 per affrontare la questione a livello globale, concentrandosi su vari aspetti: droghe sintetiche: L'UNODC si è attivato per contrastare le droghe sintetiche lanciando strumenti tecnologici come l'app Clandestine Laboratory Investigation Platform, espandendo risorse informative (UN Toolkit), formando personale (ufficiali di prima linea) e monitorando le nuove sostanze in tutto il mondo. Trattamento degli disturbi legati agli stimolanti: Insieme a WHO ed EUDA, l'UNODC ha avviato un'iniziativa (#ScaleUp) per promuovere la ricerca e trovare soluzioni scalabili per il trattamento delle persone con disturbi legati all'uso di stimolanti, cercando di colmare una lacuna importante nell'assistenza. Potenziamento dei servizi legati all'uso di droghe: L'UNODC ha lavorato per migliorare la prevenzione, il trattamento e l'assistenza per l'uso di droghe in numerosi Paesi, raggiungendo decine di migliaia di persone con programmi di prevenzione e supporto, formando professionisti e facilitando l'accesso a farmaci controllati in modo sicuro. Prevenzione rivolta ai giovani: Sono state lanciate due nuove iniziative specifiche per i giovani: CHAMPS, che mira a rafforzare la resilienza dei bambini e ragazzi, e Friends in Focus, che coinvolge giovani leader per sessioni di prevenzione tra pari. Monitoraggio delle coltivazioni: L'UNODC ha continuato a monitorare le coltivazioni di coca e oppio nelle regioni chiave, evidenziando un aumento nella coltivazione di coca e nella produzione potenziale di cocaina in Colombia, e, nonostante una riduzione in Myanmar, il Paese è diventato il principale produttore di oppio nel 2024 a seguito del divieto in Afghanistan.
CRIMINALITA' ORGANIZZATA
La criminalità organizzata, sfruttando le debolezze a livello globale, rappresenta una grave minaccia che destabilizza le società e ostacola lo sviluppo. Questa minaccia, operando oltre i confini e utilizzando la tecnologia, è troppo complessa per essere affrontata da un singolo Paese.
L'UNODC ha un ruolo centrale nel supportare gli Stati membri nella lotta contro la criminalità organizzata transnazionale. Lo fa principalmente in questi modi:
Promuovendo l'adesione alla Convenzione delle Nazioni Unite contro il Crimine Organizzato Transnazionale (UNTOC) e ai suoi Protocolli, che sono strumenti giuridici fondamentali. Aiutando i Paesi a implementare in modo efficace e coerente queste normative, anche attraverso il meccanismo di revisione (UNTOC Review Mechanism). Fornendo supporto legislativo, aiutando i Paesi a creare leggi adeguate. Costruendo capacità, formando personale e istituzioni per essere più efficaci. Facilitando la cooperazione a livello regionale e internazionale tra i diversi Paesi. L'ambito d'azione dell'UNODC in questo contesto è ampio e include la lotta contro vari tipi di crimini, come il cybercrime, il traffico di persone, il contrabbando di migranti, il traffico di armi e droga, oltre a crimini emergenti come le frodi organizzate.
CORRUZIONE E CRIMINI ECONOMICI
La corruzione e i crimini economici hanno conseguenze enormi e dannose che si ripercuotono su ogni settore. Questi comportamenti illeciti si manifestano ovunque: nelle istituzioni pubbliche, nelle aziende private, nella sanità, nello sport, e persino in ambiti come la protezione della fauna selvatica, dell'ambiente e la sicurezza alimentare. Le situazioni di conflitto e fragilità sono particolarmente esposte a questo problema. L'UNODC supporta gli Stati nel trasformare gli impegni presi con la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione (UNCAC) in azioni concrete. L'UNODC rimane fortemente impegnato nella sua missione di promuovere l'integrità, la trasparenza e la responsabilità a livello mondiale. Lo persegue in vari modi, tra cui: Supportando il meccanismo di revisione dell'implementazione della Convenzione (Implementation Review Mechanism). Sostenendo i centri e le piattaforme anti-corruzione a livello regionale. Impegnandosi in altre iniziative specifiche mirate a contrastare la corruzione. In poche parole, l'UNODC considera la corruzione un problema pervasivo e dannoso e lavora attivamente per aiutare i Paesi a rispettare i propri impegni anti-corruzione, fornendo supporto pratico e promuovendo una cultura di integrità e trasparenza a livello globale. L'ampia adesione all'UNCAC sottolinea l'importanza riconosciuta a livello internazionale della lotta alla corruzione.
SISTEMI DI GIUSTIZIA PENALE
I sistemi di giustizia penale a livello mondiale affrontano sfide complesse tra cui accesso inadeguato alla giustizia, sovraffollamento carcerario, alti livelli di violenza di genere e crescenti minacce ai minori sia online che offline. L'integrazione delle tecnologie emergenti e dell'intelligenza artificiale ha creato nuove necessità, richiedendo un equilibrio tra innovazione e tutela dei diritti umani. Come custode degli standard e delle norme ONU per la prevenzione del crimine e la giustizia penale, l'UNODC supporta gli Stati membri nella loro implementazione, fornendo orientamenti pratici e flessibili sui fondamenti della risposta di giustizia penale. L'organizzazione adotta un approccio olistico e centrato sulle persone per rafforzare lo stato di diritto attraverso iniziative che: – Migliorano l'accesso alla giustizia – Promuovono la prevenzione del crimine basata su evidenze – Avanzano la giustizia per e con i bambini – Affrontano la violenza di genere contro le donne – Supportano riforme carcerarie complete L'obiettivo è rafforzare le istituzioni di giustizia penale attraverso un impegno sistemico che metta al centro la persona e i suoi diritti.
CONCLUSIONI
In sintesi l'UNODC affronta le crescenti minacce del terrorismo e dell'estremismo violento, aggravate dall'uso improprio delle tecnologie emergenti e dall'instabilità politica globale. L'organizzazione collabora con gli Stati membri per implementare strategie antiterrorismo delle Nazioni Unite, inclusa la Strategia Globale Antiterrorismo dell'ONU e il Piano d'Azione del Segretario Generale per prevenire l'estremismo violento. Fornisce inoltre assistenza tecnica per rafforzare i quadri normativi, le politiche e le capacità istituzionali degli Stati, promuovendo risposte di giustizia penale che coinvolgano l'intero governo e la società civile.
Focus sulla collaborazione
L'ufficio enfatizza l'importanza di partenariati efficaci tra settore pubblico, privato e società civile, lavorando specificamente con organizzazioni giovanili, femminili e vittime del terrorismo per sviluppare approcci innovativi e comprensivi alla prevenzione dell'estremismo violento. L'obiettivo è creare una risposta coordinata e inclusiva che coinvolga tutti i settori della società nella lotta contro il terrorismo contemporaneo.
[filtri]
[escursioni]il tema delle zanzariere ha preso il programma intero i] fondi il mistral deciso morirne una quantità ics una quantità doppia ics loro l'annona in bolletta sticky fingers spurgando [allerta delle] casematte si] offre di portare a ebollizione la] manovra delle rotative oppure presi] da sordità in pericolo il solfeggio o] fallisce trova le americhe gli scalzi sulle bustine di minerva l'interferone come] [giovani zanzare
Il Politicamente Corretto non è politicamente corretto.Con l’improprio termine “politicamente corretto”, oggi tanto in voga, percepisco una certa ipocrisia e falsità da parte di chi, invece di rispettare in modo personale e autentico, porta avanti un’inutile e ambigua battaglia contro problemi che iniziano a esistere proprio nel momento in cui vengono percepiti come tali.
Qualche decennio fa, non ci si sentiva automaticamente offensivi ogni volta che si alludeva a un gusto, una tendenza, una cultura o al colore della pelle. In molti casi, purtroppo non in tutti, queste caratteristiche erano socialmente accettate tanto quanto lo erano le differenze stesse: diversità che non hanno né ragione né torto, ma che dovrebbero semplicemente coesistere.Il significato offensivo di una parola, come in ogni situazione e discorso, dipendeva dal tono, dal contesto o dalla cattiveria con cui veniva pronunciata, non dalla parola in sé. Questa formale e forzata necessità di rispettare ogni sfaccettatura di ogni individuo finisce per generare, col tempo, l’effetto contrario: una nuova forma di discriminazione, che invece di unire le persone, le allontana e le confonde. Renato Zero si vestiva da donna, Loredana Bertè si travestiva da donna incinta in minigonna, nessuno ha mai discusso dei gusti sessuali di Lucio Dalla, e nessuno ha mai discusso dell “negro” in Colpa d’Alfredo di Vasco Rossi. Eppure, tutto ciò accadeva in un periodo storicamente segnato da grande chiusura mentale e forte bigottismo. Alcune di queste palesi ed improprie mancanze di rispetto, utilizzate da artisti e personaggi famosi, hanno paradossalmente aperto una strada all’accettazione e all’apertura mentale. Nessuno ha motivo di sentirsi offeso a prescindere; è uno strumento di ammissione verso aspetti e condizioni che restano “mal visti” finché restano sconosciuti. Gli artisti utilizzano questi strumenti nella loro arte, per creare situazioni plausibili ed attendibili, senza l’intento di mancare di rispetto.
Molti dei film di Quentin Tarantino hanno fatto sognare generazioni di appassionati, e una delle loro caratteristiche principali è proprio la volgarità, rivolta a bianchi, neri, uomini o donne. Si tratta di raccontare una storia, senza censure, senza freni inibitori, d’altronde così com’è, spesso, la vita stessa. L’estrema necessità di riguardo, quindi, verso una caratteristica più o meno visibile, finisce per diventare uno stigma ancora più grave, un’etichetta che definisce la persona e alimenta i pregiudizi nei suoi confronti.
Se si ha paura di rivolgersi a un individuo con il suo nome e si sente il bisogno di inventare formule fittizie, apparenti e “ornamentali”, è perché quel soggetto non è stato davvero accettato. Né lui, né ciò che fa, né ciò che è o dice di essere. Un bidello è un bidello, uno spazzino è uno spazzino, un handicappato rimane un handicappato. Non si fanno favori a queste persone cambiando loro etichetta in “collaboratore scolastico”, “operatore ecologico”, “diversamente abile”... ma diversamente da cosa? L’offesa nasce nel momento in cui si crede che quella parola lo sia, offendendo così la dignità dell’individuo in base all’apparenza, senza sapere nulla di quel che effettivamente è.
La lingua italiana sarà la prossima vittima di questo falso perbenismo e di tutte queste inutili formalità. Si vogliono cambiare le radici di una lingua antica, tra le più belle del mondo, solo perché qualche ignorante si sente offeso. L’asterisco alla fine delle parole, la schwa, l’invenzione di offese inesistenti percepite da chi ha un’intelligenza solo approssimativa: questi sono strumenti con cui si sta sfasciando la nostra meravigliosa cultura. Stiamo regredendo nel pensiero e nel linguaggio, scambiandoli con superficialità e ignoranza. In italiano, ogni parola ha un maschile e un femminile. Le parole, ovviamente, non sono “trans” e “non binarie”. Per quale motivo un uomo dovrebbe avere difficoltà a usare la parola “entusiasta”, data la sua origine femminile? Faccio un esempio: se in un gruppo ci sono cinque ragazze e un solo ragazzo, la grammatica italiana impone l’uso del maschile plurale. Mai, nella storia della nostra lingua, una ragazza si è sentita, o avrebbe mai dovuto sentirsi offesa. Oggi, a quanto pare, sì.
Il termine “negro”, se usato in modo offensivo, è incivile ed irrispettoso. Ma nelle lingue neolatine come lo spagnolo o il rumeno, il colore nero è identificato dalle parole negro e negru. E’ semplicemente la lingua. Il problema non è nella nostra civiltà o nella nostra lingua, ma nell’uso che se ne fa. Passare da “nero” a “negro” non cambia molto, a livello linguistico. Deduco che “negro” non può avere significati solamente negativi, ciò implica che non è sempre una offesa, e se usata senza cattiveria, non è una parola oltraggiosa. Dire che una persona è “di colore” non significa nulla. E’ una offesa verso chi non è razzista. Di che colore stiamo parlando, esattamente? Del colore che non si può dire! Non si può dire il colore della persona “di colore”, ma si può dire che è “di colore”. Se hai problemi con la parola che indica quel colore, allora hai un problema con le persone “di colore”, e per confonderti tra i falsi perbenisti, hai il coraggio di offenderti “per solidarietà” quando senti pronunciare la parola con la “N”.
In questo mondo non si possono rispettare tutti, e non si può incasellare ogni individuo in un’etichetta da consultare per sapere come rispettarlo. Forse dovremmo iniziare a rispettare noi stessi, le persone vicine, e quelle che incontriamo per strada. Sarebbe già un risultato importante, e per nulla scontato.
La botteguccia col telefono pubblico
I nostri anni di villeggiatura, tra la fine degli anni Ottanta e la metà dei Novanta, non erano funestati dai telefonini e dalla necessità di essere perennemente in contatto con tutti, come se si avesse sempre qualcosa da dire o da far sapere.
Qualche volta, però, del telefono avevamo bisogno, specialmente per mettersi d'accordo coi parenti per eventuali visite: qua tutto bene, si sta freschi (eh sì, all'epoca a 800 metri di altitudine in agosto c'era il fresco), venite a trovarci, allora vi aspettiamo tal giorno.
Poco lontano dalla nostra casetta a due livelli, c'era questo localino buio, praticamente una sorta di spaccio con coloniali, barattoli, merceria, candele, di tutto un po' su scaffalature di ferro, quelle della ferramenta. Si chiamava proprio “la botteguccia”, se non ricordo male; ricordo di sicuro l'oscurità che impregnava il piccolo locale, stretto tra due palazzi sufficientemente alti a evitare che il sole lo lambisse, se non con un fievole riflesso, in ogni ora del giorno. L'illuminazione era affidata a un neon abbastanza indeciso, sembrava un rifugio ipogeo; nell'angolo più buio, protetto da una tendina, un telefono da parete, quelli grigi della SIP che si trovavano anche in parecchie case, anche se quelli da tavolo erano enormemente più diffusi. In quanto casalingo, non accettava gettoni, ma si faceva sentire al passaggio di ogni scatto, con un qualche marchingegno che produceva un suono ben udibile.
Finita la telefonata, passavamo al bancone, e pagavamo per gli scatti consumati. Così, due o tre volte lungo la nostra permanenza, queste telefonate quasi telegrafiche. Ci capitava anche di dover fare la fila, mica eravamo gli unici villeggianti.
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