Il Kazakistan può dare nuova vita alla CICA?
Il recente vertice della CICA aveva in obiettivo continuare la trasformazione e il consolidamento del blocco in un'organizzazione rilevante ed efficace del 21° secolo, una entità più dinamica ed efficace che promuova l'integrazione regionale, la cooperazione e lo sviluppo
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Come gli Stati Uniti possono facilmente modificare le loro relazioni con l’Arabia Saudita
La recente decisione dell’Arabia Saudita di manipolare i mercati energetici globali è stata un atto ostile motivato politicamente. Il picco dei prezzi del petrolio aggraverà l’inflazione negli Stati Uniti aiutando la Russia nella sua invasione dell’Ucraina proteggendo Mosca dall’impatto delle sanzioni. Dopo l’annuncio che l’OPEC+ avrebbe ridotto drasticamente la produzione di petrolio, il presidente Biden […]
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Cina: Xi ha bisogno di concretezza
Molti i successi ma moltissimi gli insuccessi in questi 10 anni. Il punto in cui Xi è terribilmente insufficiente è nell'attuazione delle politiche enunciate. Ora 'Xi ha bisogno di parlare con modestia e portare un bastone (riformato) più grande'
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Conferenza “Scienza e Liberalismo”
Giovedì 10 novembre, alle ore 18.00, presso l’Aula Malagodi della Fondazione Luigi Einaudi, in via della Conciliazione 10, a Roma, il Prof. Angelo Maria Petroni terrà una conferenza dal titolo “Scienza e Liberalismo”.
Il liberalismo è coevo della scienza moderna. Nella conferenza verrà argomentato che liberalismo e scienza si originano dalla stessa visione antropologica, e che il progresso scientifico dipende dalla solidità delle istituzioni liberali.
L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’Accademia Nazionale dei Lincei – Centro Linceo Interdisciplinare Beniamino Segre.
Interviene:
Prof. Angelo Maria Petroni, Professore presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi
È possibile partecipare fino ad esaurimento posti.
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Valeria Fascione: un assessore nello spazio
Napoli è una delle culle delle costruzioni aeronautiche europee: le favorevoli condizioni atmosferiche e una larga visibilità dei cieli che la contornano hanno incoraggiato tutti gli esperimenti di volo realizzati ma anche le numerose lavorazioni all’aperto di grossi manufatti -quali ad esempio le ali in legno e tela- le cui cuciture venivano effettuate principalmente dalle […]
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Oppositori
Devono scegliere
Le opposizioni non avranno una comune linea politica. Non è mai successo e non avrebbe senso. Il guaio non è che esistano opposizioni con idee e politiche diverse, ma che ne siano prive. O che siano frastornate. Termini come “opposizione dura”, o “ragionevole” o ancora “responsabile” non significano un accidenti. L’opposizione che spera di diventare maggioranza deve scegliere i temi su cui vuole caratterizzarsi e che utilizzerà per far cadere il governo. E qui, al momento, si brancola nel buio.
Nel discorso della presidente Meloni si devono andare a cercare certi vocaboli, impreziositi dall’enfasi della pronuncia, per rintracciare l’oppositrice che fu. Uno, per esempio: “potentati”. Della serie: noi popolo siamo contro i potenti. E vabbè, ora sei potente e vediamo. In quel discorso, però, andando alla sostanza, lasciando da parte l’uso emotivo della storia personale, c’è una conversione che pone un problema agli oppositori, ove mai vogliano essere effettivamente tali e puntare ad essere futuri vincitori.
Concretamente: l’Italia continuerà nel totale sostegno dell’Ucraina e nella condanna dell’invasione russa. Questa la posizione del governo. Sappiamo bene che in maggioranza, determinanti, ci sono presenze che la pensano all’opposto. Il tema, per chi si oppone è: si lavora sulle spaccature interne alla maggioranza, in modo da indebolire Meloni e accelerare la crisi, oppure si lavora consolidando la condanna russa e gli aiuti agli ucraini, in questo modo aiutando Meloni e marginalizzando i putiniani governativi?
Il che comporta una seconda scelta: si prova a tenere unita l’opposizione, così cominciando a dire frescacce generiche, malpanciste e falso pacifiste, o si abbandona al suo destino il populismo d’opposizione e se ne costruisce una che sia degna di governare? Non è che le domande siano retoriche e le risposte scontate, affatto.
Solo che le prime opzioni comportano un miglioramento del livello politico italiano e la necessità di un ricambio mica solo di una segreteria, ma di una cultura e una mentalità; le seconde rendono più facili le campagne elettorali, sono le scelte che i governanti di oggi fecero ieri, quando erano oppositori, ma dequalificano la classe politica e la popolano di retori a tre palle un soldo.
Al governo c’è un ministro della giustizia che (finalmente) parla esplicitamente dell’ovvio derivato del processo accusatorio: la separazione delle carriere. L’opposizione può scegliere se incalzarlo, morderlo quando incontrerà ostacoli imponenti, sollecitarlo alla scontro anziché alla mediazione, oppure può avversarlo e intestarsi per l’avvenire l’essere consustanziale alle camarille togate e al corporativismo autoreferenziale.
Se il governo, come dice il ministro responsabile, decide di riprendere la via dell’energia nucleare, l’opposizione può scegliere se farsi venire i mancamenti falso ecologisti o se sfidarlo nel passare dalle parole ai fatti.
Se il ministro dell’agricoltura si propone di aumentare i terreni coltivati, l’opposizione può scegliere di passare ancora del tempo a sollazzarsi sulla “sovranità” alimentare, mentre è oggettivamente ridicola la suggestione dell’autarchia produttiva, ma può, invece, far osservare che quei terreni qualcuno dovrà poi lavorarli e, come l’esperienza insegna, se solo si conosce la realtà, saranno per lo più immigrati. Nel prossimo decreto flussi ce ne mettiamo una paio di centinaia di migliaia? Sarebbero, gli oppositori, non solo gente che s’oppone, ma anche propone. Il che fa perdere il vantaggio della facile rimonta, ma fa guadagnare un motivo serio per rimontare.
Se, invece, intendono discutere ancora a lungo su se sia più femminista la quota rosa o il rosa a palazzo, se i generi sessuali siano due o n tendente all’infinito, su chi fa il segretario di cosa e chi si allea con chi, sappiano di potere continuare in tutta tranquillità, perché non gliene frega niente a nessuno. Tranne che a loro.
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BRASILE. Gli ex elettori del Partito dei Lavoratori potrebbe portare Bolsonaro alla vittoria
di Glória Paiva* –
Pagine Esteri, 27 ottobre 2022 – “È vergognoso che metà del popolo brasiliano voti per un ladro condannato in due gradi di giudizio”, ha commentato via messaggio un mio caro amico, il giorno dopo il primo turno delle elezioni brasiliane. Questo amico, un medico della sanità pubblica che ha votato per il Partito dei Lavoratori (PT) per decenni di seguito, dal 2018 è un elettore di Bolsonaro. Come lui sono davvero in tanti e la loro posizione avrà un peso fondamentale per l’esito definitivo delle elezioni che si terranno, in secondo turno, la prossima domenica 30 ottobre.
Era la mattina del 3 ottobre 2022 e molti di quei 57 milioni di brasiliani a cui il mio amico si riferiva, che avevano votato per Luiz Inácio Lula da Silva (PT), ancora si stavano svegliando con una sorta di “sbornia elettorale”: Lula non solo non aveva vinto al primo turno, ma ne era uscito con una pericolosa differenza di cinque punti percentuali su Jair Bolsonaro, in uno scenario lontano dai 14 punti previsti dai sondaggi d’opinione.
Che cosa è successo?, si sono chiesti elettori, giornalisti e, soprattutto, membri della campagna di Lula, sbalorditi. Gli istituti di ricerca “avevano sbagliato di grosso”, segnalavano articoli giornalistici, o “sono corrotti e vanno indagati”, incitavano i bolsonaristi. Secondo alcune analisi, ciò che gli istituti non avevano considerato è stata la forza del voto dell’ultimo minuto per Bolsonaro, prodotto dai sondaggi stessi o dalle campagne di disinformazione. Oppure, come seconda ipotesi, non è stato previsto l’impatto delle astensioni: più di 32 milioni di persone, ovvero il 20,9% dell’elettorato, non hanno votato, un numero record dal 1998.
In un modo o nell’altro, il bolsonarismo si è rivelato una corrente politica molto più forte e imprevedibile di quanto si immaginava, concentrando il voto della popolazione che guadagna più di cinque salari minimi, un settore decisivo dell’elettorato.
Ma come mai, mi sono chiesta, il mio amico medico ha sposato le idee di un presidente che ha promosso un farmaco dimostratamente inefficace nella lotta al COVID-19? Che, nel suo negazionismo scientifico, ha ritardato l’acquisto di vaccini e screditato le misure igieniche raccomandate dall’OMS, provocando oltre 400.000 morti che avrebbero potuto essere evitate? Un presidente che non perde occasione per attaccare le istituzioni democratiche e lodare i torturatori della dittatura militare? Che ostacola tutte le indagini svolte contro di sé e la sua famiglia? Che ha composto un ministero di fanatici, militari e religiosi, nemici dei diritti umani, dei diritti indigeni, delle donne, dell’ambiente, dei poveri e delle minoranze…?
Il discorso di Bolsonaro risuona allo stesso modo tra gli oltre 51 milioni di elettori che l’hanno votato al primo turno? Bolsonaro si presenta come un difensore della famiglia, dei valori cristiani e tradizionali, del militarismo e del patriottismo. È anche un difensore del neoliberismo illimitato e del “buon cittadino”, che, nella sua logica, deve girare armato per l’autoprotezione. Contrario alla “vecchia politica”, portavoce delle classi alte e medie, dell’agribusiness e di quelli desiderosi di porre fine alla corruzione che ha segnato la politica brasiliana da sempre. Quale, tra questi aspetti retorici, sarebbe quello vincitore secondo il giudizio di questo elettore in particolare?
Il 3 ottobre stesso, gli mando un messaggio: “Cosa ne pensi di Bolsonaro?”. E lui risponde: “Mi piaceva Simone Tebet (candidata di centro del MDB, arrivata terza al primo turno). Ma nonostante le bugie che dicono su di lui, Bolsonaro è diventato l’unica opzione per sfuggire alla sinistra corrotta nel ballottaggio”. Le bugie a cui fa riferimento sono le notizie quotidiane sul governo Bolsonaro: la stampa egemonica, secondo la retorica bolsonarista, è corrotta e, quindi, inaffidabile, così come le istituzioni che lo infastidiscono, come il Supremo Tribunale Federale e il Supremo Tribunale Elettorale.
La risposta rivela cosa c’è dietro il suo voto e potrebbe essere uno degli aspetti più decisivi per il secondo turno, che si terrà il 30 ottobre. Come una parte importante dell’elettorato dell’attuale presidente, il mio amico medico non è necessariamente un bolsonarista convitto: lui, semplicemente, rifiuta terminantemente il PT. Così come lo fa una grande parte della base elettorale, di centrodestra, di Tebet, nonostante la senatrice abbia dichiarato il sostegno a Lula il 7 ottobre. Questa stessa base, dicono alcuni analisti, potrebbe votare per Bolsonaro al secondo turno, insieme a un segmento ancora incognito di quei 20,9% di astensionisti.
Giorni dopo, ricevo via WhatsApp un PDF casereccio che giustifica la posizione politica del mio amico. È un documento di 40 pagine con le copertine del settimanale brasiliano “Veja” dal gennaio 2003 a luglio 2006, una pubblicazione nota per essere un portavoce della destra liberale e poco attinente alle regole del buon giornalismo. Il file presentava diversi scandali politici aventi come protagonisti il PT e i suoi alleati in quel periodo.
Secondo alcune tesi, l’orientamento anti-PT sarebbe nato nei primi anni del governo Lula (2003-2011) sulla base di vari motivi, dalla corruzione alle questioni morali e persino di un profondo odio di classe. Congiuntamente ci sarebbero anche l’adesione delle élite brasiliane alle idee conservatrici dal punto di vista dei costumi, al neoliberismo nell’ambito dell’economia e a una fortissima tesi di anticomunismo, che ancora prevale – infatti, tra gli argomenti dei bolsonaristi, c’è la paura che il Brasile possa “diventare un nuovo Venezuela”.
È stato nel secondo mandato di Dilma Rousseff (PT) che l’antipetismo è diventato un fenomeno di espressione politica. Nel 2014, una serie di manifestazioni di estensione senza precedenti hanno occupato le principali città brasiliane. Le proteste, che inizialmente contestavano l’aumento delle tariffe dei trasporti pubblici, hanno cominciato a criticare la Confederations Cup e il Mondiale di Calcio, la corruzione politica e la crisi economica. Nel 2016, le manifestazioni delle magliette verdi e gialle chiedevano l’impeachment della presidente, con un importante sostegno della stampa egemonica. Tutto ciò, insieme all’isolamento politico di Rousseff e ad un’articolazione dell’élite politica, giudiziaria ed economica in un nuovo progetto di potere, è culminato nell’uscita forzata della presidente due anni prima della fine del suo mandato e nell’arresto di Lula.
Il 7 aprile 2018, l’ex presidente è stato arrestato per i reati di corruzione e riciclaggio di denaro nell’operazione denominata “Lava Jato” (Car Wash), e ciò gli ha impedito di partecipare alle elezioni. Iniziata a marzo 2014, quella è stata la più grande indagine sulla corruzione condotta in Brasile e ha portato alla luce un mega-schema che coinvolgeva politici da sinistra a destra, nonché grandi società pubbliche e private.
Nelle presidenziali del 2018, la polarizzazione del sistema politico, fino a quel momento incentrata sul PT (a sinistra) e sul PSDB (a destra), ha iniziato a dividersi in altri due assi: “petismo” e “antipetismo”. Con Lula in prigione e il PSDB senza un candidato forte – i cui principali esponenti erano accusati, anche loro, di corruzione – l’estrema destra di Bolsonaro è stata l’unica forza politica a presentare un’alternativa per il governo in quel momento.
Dopo oltre 500 giorni di detenzione, Lula è stato rilasciato l’8 novembre 2019, dopo che il Supremo Tribunale Federale ha ribaltato l’incarcerazione dopo il secondo grado. Parallelamente, un’indagine del sito The Intercept Brasil ha rilevato che il giudice responsabile dell’arresto di Lula, Sergio Moro, aveva ceduto informazioni privilegiate all’accusa e al Ministero Pubblico, agevolando l’azione penale con consigli e indizi – lo stesso Moro che poi è diventato il ministro della Giustizia di Bolsonaro e che oggi è un membro importante della sua campagna.
Nel 2021, la Corte ha annullato le condanne di Lula e lo ha dichiarato non colpevole sulla base di due argomenti: che non doveva essere processato presso la 13ª Corte di Curitiba, ma a Brasilia, e che il suo giudizio non è stato imparziale.
Nonostante tutti questi sconvolgimenti e la performance globalmente criticata del governo Bolsonaro, alcuni mezzi di comunicazione spesso ancora rappresentano Lula e Bolsonaro come due poli estremi, di peso equivalente. La campagna bolsonarista ne approfitta: quattro anni dopo, il suo principale argomento retorico è ancora la sua presunta postura anticorruzione, contro un Lula “ex detenuto”.
L’ideologia bolsonarista si è radicata nella società, fenomeno osservato anche nelle elezioni per il legislativo: il 2 ottobre, diversi alleati, ex ministri e sostenitori del presidente sono stati eletti deputati, governatori e senatori. Nel 2023, il PL di Bolsonaro sarà il partito più rappresentato in Senato e nella Camera dei Deputati.
Il deputato eletto Guilherme Boulos (Paolo) aveva detto che, nel caso di un ballottaggio, questi sarebbero stati i 30 giorni più difficili della storia politica brasiliana recente. Infatti è così. Una marea di disinformazione, violenza e intimidazione politica, attacchi nelle chiese a figure religiose contrarie a Bolsonaro e il drammatico episodio in cui l’ex deputato bolsonarista Roberto Jefferson ha sparato e lanciato granate contro i poliziotti che cercavano di arrestarlo per violazione della detenzione domiciliare, ha segnato le ultime settimane, risultando in una montagna russa per i sondaggi elettorali.
A pochissimi giorni, ormai, dal secondo turno, alcuni istituti di ricerca hanno previsto un pareggio tecnico tra Lula e Bolsonaro. L’attuale presidente è riuscito a ridurre la distanza in relazione al suo oppositore, migliorando la valutazione del suo governo con una serie di politiche pubbliche, ad esempio l’anticipo dei pagamenti dell’Ausilio Brasil (programma di trasferimento del reddito che ha sostituito il Bolsa Família) e la riduzione del tasso di interesse per i piccoli imprenditori. Il 25 ottobre, tuttavia, il sondaggio Ipec mostrava Lula con il 50% delle intenzioni di voto, contro il 43% di Bolsonaro.
La campagna di Lula, a sua volta, rappresenta sempre di più una dicotomia che si è stabilita tra il bolsonarismo e la democrazia. Già da prima si era riunita in una grande coalizione con altri settori di sinistra e con i suoi ex oppositori, avendo addirittura invitato uno dei fondatori del PSDB, Geraldo Alckmin (attualmente PTB), per il ruolo di candidato a vicepresidente. Nelle ultime settimana, Lula ha avuto un significativo sostegno di personaggi come Tebet, l’ex presidente di destra, Fernando Henrique Cardoso, e persino il titubante Ciro Gomes (centro-sinistra), ex candidato risultato in 4º nel primo turno, nonchè di grandi imprenditori.
Il secondo turno, il 30 ottobre, prevede una disputa accanita come mai prima e di risultati difficili da anticipare fino all’ultimo. Nel ballottaggio del 2002, contro José Serra (PSDB), Lula godeva di un comodissimo vantaggio di 29 punti. E nel 2006, contro Geraldo Alckmin, la differenza era di 19 punti. A prescindere dall’esito, molto probabilmente il Brasile rimarrà diviso anche dopo lo spoglio dei voti di giorno 30, con una mappa politica interamente ridisegnata e incertezze sulla solidità delle sue istituzioni democratiche.
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* Glória Paiva è una giornalista, scrittrice e traduttrice brasiliana
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Al via la quinta edizione del concorso "Il sole per amico: impariamo a proteggere la pelle", promosso dall'Intergruppo Melanoma Italiano e dal Ministero dell’Istruzione.
Info ▶️ miur.gov.
Where did all the “reject” buttons come from?!
Da dove vengono tutti i pulsanti di "rifiuto"?! Sempre più siti web hanno aggiunto un'opzione per dire "no" ai cookie e ad altri tipi di tracciamento, come previsto dal GDPR. Da dove nasce questa tendenza?
Diamo il benvenuto nel fediverso ad @AISA Associazione italiana per la promozione della scienza aperta.
Siamo certi che la vostra presenza sarà apprezzata da tutta la comunità!
(per chi non conoscesse l'associazione, questo è il link al loro sito web: aisa.sp.unipi.it )
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I am living in your walls.
You may be concerned about this. In case you are, please read the below:
FAQ:
Why are you living in my walls?
I'm not going to tell you.
Are you only in my walls?
You could say I am living in everybody's walls, but in the case I am telling you that I am living in your walls, I am living in your walls.
How are you surviving in my walls?
In my non-physical form, I am crawling around listening for you. That is all I need to survive in that form. In my physical form, I survive by eating rat corpses that I cook using the wall behind your oven, and I drink the vapour in the extraction fan duct above your shower.
What are you planning to do in my walls?
Live in them, listening to you.
What do I do about you living in my walls?
Listen for the scraping. Dont touch the walls. Protect yourself. Avoid lighting candles.
When are you going to stop living in my walls?
You cannot escape me.
Do I call the police?
The authorities will not help you.
What are the consequences of you living in my walls?
Be aware.
What if I am ok with you living in my walls?
I will make sure you’re not.
Are you imaginary?
I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS I AM LIVING IN YOUR WALLS
If there are any more questions then please consult your walls by directly speaking to them.
Summary:
I am living in your walls.
Le case editrici dei libri scolastici sono rimaste al passato: al posto dei comodi PDF rifilano app disastrose:
dday.it/redazione/44063/le-cas…
È un DISASTRO. Al punto che io per alcuni libri ho usato una soluzione per fare gli screenshot di tutte le pagine in maniera semi-automatica, e farmi così il mio libro senza DRM da tenere sul tablet (e per caricarlo su Archive.org, perché la cultura va condivisa liberamente).
Purtroppo è un processo lungo, ironicamente reso più difficile dalle app non per via di ostacoli messi apposta, ma per il fatto che sono buggate, e persino crashano di continuo!
È una roba davvero semplice eh, in sostanza una riga di bash per in automatico fare uno screenshot e inviare il click del tasto freccia destra per cambiare pagina, però è una disavventura per il motivo che ho detto.
Stavo scrivendo a riguardo sul mio sito, ma poi ho iniziato a dimenticarmi di aggiornare la pagina per raccontare la cosa... Magari dovrei riempirla, che dite? Nel dubbio, sta qui comunque: sitoctt.octt.eu.org/Posts/Note…
--- Ora, una mia digressione parzialmente on-topic: ---
Per quanto il dumpare in questo modo i miei libri renderà il mio anno più semplice a lungo termine, purtroppo comunque condividendoli gratuitamente online non aiuterò tantissime persone, perché gli editori hanno il vizio turbocapitalistico di fare ristampe dei libri ogni anno con appena 2 paragrafi cambiati, facendosi pagare prezzo pieno per questa cosa. Se non vi sembra sbagliato che così facendo rendono nulla la condivisione con zero fine di lucro dei libri digitali, tipo quella che faccio io, tenete a mente che attaccano (in maniera assolutamente sleale) anche e soprattutto il mercato dell'usato.
In realtà non ho mai trovato alcun professore che facesse storie per studenti che hanno le vecchie edizioni dei libri, e certi cartolai che fanno compravendita di libri scolastici in genere consigliano a chi compra di prendere quelli usati e non le ristampe, visto che il contenuto è uguale... ma i genitori spesso non pensano e non sentono ragioni, cadendo così nel tranello delle case editrici sanguisughe; inganno reso possibile quasi esclusivamente per colpa di dirigenti scolastici squinternati che mettono solo e per forza le ristampe negli elenchi dei libri da acquistare.
Non mi azzardo a continuare nell'argomento "scuola pubblica roccaforte del capitalismo immorale" oggi, però, perché altrimenti qua mi bannano!!!
Le case editrici dei libri scolastici sono rimaste al passato: al posto dei comodi PDF rifilano app disastrose
Da anni le case editrici dei libri scolastici si rifiutano di dare la versione PDF e forniscono app poco pratiche e con limiti enormi. Eppure il PDF può essere scaricato senza problemi, basta "smanettare" un po'.DDay.it
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LibSpace con Andrea Cangini
Pregiudiziale
Il peso decisivo è stato quello di una pregiudiziale. Le elezioni hanno assegnato a Fratelli d’Italia la maggioranza relativa e molti ma molti più voti degli altri suoi alleati sommati assieme. Ma per la maggioranza di governo gli alleati sconfitti sono essenziali e se si sono messi di traverso, se hanno provato a fermare Giorgia Meloni, è perché avrebbero voluto far pesare quella essenzialità. Non è successo.
Perché ha pesato una pregiudiziale. Qui l’avevamo vista subito dopo il 25 febbraio: non si potrà, contemporaneamente, essere amici di Putin e guidare un Paese occidentale. Fino al crollo dell’Unione sovietica valse per i comunisti. Meloni lo ha capito (aiutata dagli amici polacchi) e ora guida il governo. Questo porta con sé molte conseguenze.
La penetrazione russa in casa nostra è stata significativa. Negli affari, nella politica e nella cultura. Berlusconi e Salvini hanno voluto generosamente intestarsene la rappresentanza, ma l’area del pacifismo inteso come disallineamento e posizione terza è più vasta e più distribuita a destra e manca, sopra e sotto.
Il Partito democratico si ritrova afono, privo di posizione, perché consapevole del trovarsi dalla stessa parte di Fratelli d’Italia, nella posizione che è stata del governo Draghi, ovvero quella occidentale, ha malamente provato a sollevare un’altra pregiudiziale, quella antifascista. Ma la pregiudiziale passata lascia il passo a quella presente e sebbene in Fd’I c’è chi fu fascista, come del Pd c’è chi fu comunista, nessuno seriamente crede che sia quello il pericolo. Il putinismo sì. E la pregiudiziale ha funzionato. È quella che ha dato forza a Meloni nel negoziato interno alla presunta e falsa alleanza di destra, mica solo un carattere puntuto.
Nella cucina politica ciò porta a delle conseguenze. I berlusconiani di governo saranno sempre più lontani dal non partito cui debbono tutto. I leghisti del Nord saranno sempre più propensi a riprendersi il partito che fu quasi separatista per poi mutarsi in nazionalista e infine perdere la partita con i soli che parlano di Nazione. Ma sono affari delle cucine, sperando usino i mestoli e non i coltelli.
Quelli dell’Italia sono altri. In attesa del discorso programmatico, si rifletta su queste parole di Guido Crosetto, che ne tracciano il solco: <<…la rabbia cerca sempre colpevoli e le piazze arrabbiate non fanno male ai governi, ma alle nazioni. (…) Serve maturità (…) avendo la consapevolezza che la rabbia dipende da fattori esogeni. (…) L’interesse della Russia, in questo momento è indebolire tutti i Paesi che sostengono l’Ucraina, a partire dall’Italia.
Soprattutto puntando sulle opinioni pubbliche: fare attaccare i singoli Paesi dall’interno, dagli elettori, impauriti e scontenti>>. Suggerisco di rileggerle. Crosetto usa la pregiudiziale e chiede che non sia fatto al loro governo quel che loro fecero al governo degli altri. Che poi sono sempre governi italiani. Non ha torto. Soffiare sul fuoco dei disagi, continuando a ripetere <<bollette, bollette>>, è da irresponsabili. Proprio perché il problema è reale. Ma perché si crei una condizione che sterilizzi gli irresponsabili non basterà che nel discorso programmatico ci siano richiami alla gravità del momento e all’unità nazionale. Perché il governo di unità c’era di già e Fd’I era all’opposizione. E perché loro fecero quel che ora vorrebbero si evitasse.
L’occasione c’è. Meloni a Palazzo Chigi, piaccia o no, chiude una pagina della nostra storia: le estreme sono costituzionalizzate. Non significa faranno del bene, ma che sono legittimate a governare. A destra e sinistra. Ha vinto la Costituzione. Solo che vince dopo essere stata scassata nel 2001, ammaccata e sfregiata da un pessimo sistema elettorale. Sia una forma costituente a porre rimedio. Un’Assemblea, eletta con il proporzionale, che chiuda in un anno i suoi lavori. Equilibri e sistema elettorale. Tocca ai vincitori proporlo, facendo della pregiudiziale un inizio e non solo uno sterile fortilizio.
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Il Senatore Andrea Cangini è il nuovo Segretario Generale della Fondazione Luigi Einaudi
“Ricoprire la funzione di Segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi sarà per me un grande onore e al tempo stesso una grande responsabilità. Mai come oggi si avverte la penuria di quei fattori che fecero di Einaudi l’indimenticato “Presidente della ricostruzione”: il realismo, la competenza, l’equilibrio, la naturale predisposizione al confronto, il senso profondo delle Istituzioni.
L’Italia è alle prese con colossali problemi interni ed internazionali. Problemi destinati ad aggravarsi se affrontati con superficialità o con demagogia o sopravvalutando il ruolo dello Stato. Sarà cura della Fondazione incoraggiare alla realtà il dibattito pubblico secondo il “metodo liberale”, attingendo dalla cassetta degli attrezzi einaudiani gli strumenti di volta in volta più utili e sviluppando quella vocazione alla ricerca che le è propria.
Ringrazio il presidente Giuseppe Benedetto e gli autorevoli membri del Cda per la fiducia che hanno voluto accordarmi. Assieme ai componenti del Comitato scientifico coordinato dalla professoressa Emma Galli terremo alto il nome di Luigi Einaudi attualizzandone gli insegnamenti attraverso studi, convegni, progetti, analisi economiche, politiche e sociali.
Un saluto particolare al mio predecessore, Sergio Boccadutri, che rimarrà un imprescindibile punto di riferimento per la Fondazione”.
L'articolo Il Senatore Andrea Cangini è il nuovo Segretario Generale della Fondazione Luigi Einaudi proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
DAVID STRONG’S FIRST SOLO EP
David Strong has been playing the strings alongside the best for decades. He is now front and center and just released his first solo album. He is a self-taught mumtiinateimentalist and composer, who has toured the world. Strong’s music is happy and upbeat with fun content. The songs are nostalgic.
Costi ambientali dei dispositivi di IA
Camilla Quaresmini L’immagine di Internet come cloud lo rende un ambiente apparentemente intangibile, quasi post-fisico. Tale percezione contribuisce a creare un’ingenua fiducia nel suo scarso impatto ecologico. A ciò si aggiungono le dichiarazioni del settore tecnologico, apparentemente a favore della sostenibilità ambientale, che fanno in realtà parte della creazione di un’immagine pubblica...
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.
🔸 Il Professor Giuseppe Valditara è il nuovo Ministro dell’Istruzione e del Merito
🔸 Piano nazionale scuola digitale, al via l’aggiornamento
…
24 ottobre 2029
Sono le 19:07 del 24 ottobre 2029. Ho appena finito di scrivere una nuova uscita della mia newsletter, Surveillance Chronicles.
Il brusio della televisione in sottofondo mi ricorda che oggi è il secondo anniversario della nascita dell’euro digitale, adottato ufficialmente dagli Stati Sociali Europei nel 2027, dopo anni di sviluppo e sperimentazioni.
Ricordo che all’inizio non capivo davvero la differenza rispetto al vecchio euro. Eravamo già abituati ai pagamenti elettronici, il funzionamento sembrava lo stesso. Sono pur sempre numeri su uno schermo.
Alcune cose però cambiarono subito. Ad esempio, i conti correnti furono presto un ricordo del passato, sostituiti dai wallet digitali.
Aprire un wallet era molto più comodo che aprire un conto corrente: niente burocrazia, nessuna ricerca delle migliori condizioni contrattuali, nessun dipendente svogliato: autenticazione elettronica sul portale dedicato grazie all’identità digitale e breve configurazione dell’app, dopo averla scaricata sullo smartphone.
Privacy Chronicles si sostiene solo grazie ai lettori abbonati. Se ti piace quello che scrivo e vuoi contribuire alla sua crescita, perché non ti abboni anche tu?
A un anno dal lancio ufficiale l’euro digitale funzionava così bene che la Commissione degli Stati Sociali Europei decise di abolire del tutto il contante, l’ultimo ricordo di un sistema analogico e ormai superato.
La Commissione disse che non ne avevamo più bisogno, che era semplicemente uno strumento per evadere le tasse, e che dismettendo la produzione del contante avremmo risparmiato energia preziosa. In una piccola scatola conservo ancora qualche banconota da €50, che prima dell’abolizione compravano un paio di pizze.
È stato molto facile abituarsi all’euro digitale. La principale differenza con le carte di credito e i vari sistemi digitali a cui eravamo abituati è che non ci sono PIN da inserire, schede di plastica, né commissioni bancarie. Basta inquadrare un QR code con l’app dello smartphone! C’è chi dice che presto potremo fare anche a meno delle casse nei supermercati.
Alzo il volume. Una rappresentante della Banca Centrale degli Stati Sociali Europei sta descrivendo le nuove caratteristiche dell’euro digitale. La principale differenza con il vecchio euro, dice, è che l’euro digitale è completamente programmabile.
Spiega che è proprio come un software. In ogni momento possono modificare le modalità di funzionamento e applicare gli aggiornamenti a tutti i wallet digitali europei in tempo reale. In questo modo le regole sono uguali per tutti e non c’è alcuna libertà d’iniziativa da parte delle banche commerciali.
Ricordo quando nel 2028 inibirono ogni transazione con Russia e Cina. Le sanzioni degli anni precedenti non avevano funzionato anche per colpa della troppa libertà. Tante aziende continuavano ad avere rapporti economici con la Russia e le banche autorizzavano le transazioni senza problemi. Adesso è impossibile: ogni wallet europeo è georeferenziato e le transazioni che arrivano fuori dai confini geografici degli Stati Sociali Europei sono bloccate in tempo reale.
La programmabilità offre tanti vantaggi anche per le politiche interne dei singoli stati membri, prosegue il servizio TV. Grazie all’euro digitale i governi possono partizionare il reddito annuale di ogni cittadino in quote percentuali che possono soddisfare solo specifici usi. Le quote sono calcolate da un algoritmo centralizzato in modo automatizzato. L’algoritmo tiene conto delle nostre necessità e ogni quota è personalizzata per massimizzare l’efficienza collettiva.
Ascoltare la tv mi fa pensare che dovrei andare a trovare i miei genitori, ma ho già raggiunto il massimo di transazioni autorizzate per gli spostamenti di lunga percorrenza. Sarà per il prossimo anno.
La rappresentante della BCSSE ora sta parlando dell’evoluzione del fisco e dell’abolizione di tutta la burocrazia tributaria. L’Agenzia della Redistribuzione di ogni Stato membro conosce esattamente il reddito di ognuno e le transazioni quotidiane. I prelievi fiscali sono automatizzati e in tempo reale, in base al profilo personale.
Un’altra caratteristica dell’euro digitale, continua la rappresentante, è che siamo finalmente riusciti a eliminare l’evasione fiscale. Con l’euro digitale la BCSSE e le autorità governative hanno accesso a ogni singola transazione dei wallet europei, dalla più piccola fino a quelle più importanti. Tutto è trasparente e tracciato. Evadere è semplicemente impossibile.
Purtroppo, nonostante tutto le tasse non sono diminuite. Il welfare sociale europeo costa molto e la crisi energetica degli ultimi anni ha svuotato le casse degli Stati membri. I salari minimi automatizzati hanno anche escluso dal mercato molte aziende poco competitive che non potevano permettersi di pagare il minimo previsto. Questo ha fatto aumentare di molto la disoccupazione, ecco perché chi ha il privilegio di lavorare e guadagnare ha anche il dovere di sostenere la collettività. C’è chi dice che con l’euro digitale fra qualche anno potremo avere anche un Reddito Universale di base… chissà.
Adesso stanno parlando dei vantaggi sulla lotta al crimine. Il monitoraggio delle transazioni, insieme alle tecnologie di sorveglianza introdotte con il Regolamento Chatcontrol nel 2025, permette alla BCSSE e ai governi degli Stati membri di prevenire ogni tipo di criminalità prima ancora che venga commesso il reato.
Gli algoritmi di polizia predittiva possono accedere ai dati delle transazioni e a molti altri per delineare il profilo di rischio di ogni cittadino. Ogni anomalia viene analizzata e segnalata in tempo reale, come transazioni inusuali rispetto alle abitudini della persona o con importi troppo alti o troppo bassi. Se le anomalie superano un certo limite di tolleranza, gli algoritmi lo notificano alle autorità e il wallet digitale blocca automaticamente ogni transazione al di fuori di un raggio di 15km dall’abitazione della persona indagata. Questo è molto utile per evitare che i potenziali criminali possano spostarsi sul territorio.
Purtroppo, afferma la rappresentante della BCSSE, c’è ancora un grande problema di criminalità legato agli estremisti che scelgono di usare Bitcoin invece dell’euro digitale. La Commissione ha vietato la diffusione di ogni comunicazione e informazione sulla criptovaluta, ma non è stato sufficiente. Alcuni estremisti riescono ancora a infiltrarsi e diffondere disinformazione in cerca di proseliti.
I più suscettibili a cadere nella trappola di questi estremisti sono i milioni di poveri e immigrati che pur possedendo uno smartphone non possono accedere all’euro digitale perché privi d’identità digitale. Alcuni, piuttosto che diventare criminali, preferiscono barattare tra loro ciò di cui hanno bisogno. Il servizio prosegue dicendo che è dovere di ogni cittadino perbene denunciare questi soggetti, che mettono a rischio la stabilità finanziaria di tutti gli Stati Sociali Europei. Mi chiedo cosa spinga le persone a voler usare uno strumento così pericoloso, usato solo da criminali, drogati e hacker.
La cena è quasi pronta, spengo la televisione. Il wallet digitale mi notifica di aver trovato un’anomalia sulle mie abitudini di spesa. Mh. Forse non avrei dovuto acquistare quella carne ieri, ma diamine - fra poco è il mio compleanno! L’algoritmo ne terrà conto.
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Quello di chi scrive Surveillance Chronicles è un mondo iper-statalista ed estremamente collettivista. L’estremo welfare, la pianificazione totale di ogni ambito e i comfort delle nuove tecnologie digitali sono attrazioni pensate appositamente per far sentire al sicuro cittadini felici di giocare a una simulazione di libertà, che corre su rotaie prestabilite.
Questo mondo è caratterizzato da welfare estremo e totale pianificazione economica e sociale da parte dello Stato. La maggior parte delle persone gode di reddito universale di base pagato con i soldi dei pochi che ancora sognano di elevare se stessi attraverso il lavoro, o che semplicemente sono costretti a lavorare per produrre ciò di cui la società ha bisogno.
La moneta digitale, controllata dalla Banca Centrale e dai governi, viene usata come strumento di coercizione e manipolazione dei comportamenti. L’informazione è controllata da filtri di stato e algoritmi di censura automatizzata.
La sorveglianza è totale, tra sistemi di analisi automatizzata di transazioni e comunicazioni private, sistemi di social scoring ed incentivi di economia comportamentale. Le città intelligenti sono usate dagli enti locali per plasmare le abitudini e le azioni della cittadinanza, grazie a milioni di sensori e algoritmi d’intelligenza artificiale che trasformano i sindaci in ingegneri sociali.
Il pensiero critico, l’individualismo e la libertà di autodeterminazione vengono sostituiti dalla fede assoluta nello Stato, dal collettivismo e dall’omologazione dei comportamenti. In questo mondo la sorveglianza non è solo uno strumento di controllo per esercitare potere politico, ma uno strumento essenziale di pianificazione economica e sociale. Dopo anni di terrorismo psicologico e manipolazione delle informazioni le masse non potrebbero fare a meno del senso di sicurezza dato dalla sorveglianza pervasiva che li circonda. Hanno paura della libertà e non vogliono averci nulla a che fare.
Questo è un racconto di fantasia, ma nulla di ciò che ho scritto è pura finzione.
Le basi tecnologiche, legali e politiche per la creazione di questo mondo esistono già, ed è ciò di cui parlo ogni settimana su Privacy Chronicles.
Questo futuro però non è scritto e, se vogliamo, possiamo evitare che finisca così. Si può cambiare rotta e scegliere un mondo diverso, ma bisogna prima riconoscere la fonte del problema: lo statalismo e la voglia di pianificare ogni aspetto della vita, della società e dell’economia. I nostri politici sono innamorati del modello cinese proposto anche dal World Economic Forum, e cercheranno in tutti i modi di vendercelo. Lo stanno già facendo.
È fondamentale limitare l’ingerenza dello Stato e riconoscere l’inviolabilità assoluta di diritti individuali e naturali come privacy e proprietà privata. È vitale rigettare ogni forma di sorveglianza e manipolazione dei comportamenti, così come separare definitivamente lo Stato e la moneta, per evitare che questa possa essere usata come un’arma. Infine, è centrale ritrovare una morale fondata sull’interesse personale, e non invece sul sacrificio personale. Una morale che possa consentire a ogni individuo di perseguire liberamente la propria felicità - senza che nessuno imponga di vivere per il prossimo.
Non resta che scegliere.
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#PNRRIstruzione, quanto ne sai?
Oggi nella rubrica del venerdì, approfondiamo insieme la linea d’investimento del #PNRR per il potenziamento degli spazi per le mense.
Qui tutte le informazioni ▶️ pnrr.istruzione.it/infrastrutt…
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Al via l’aggiornamento del Piano Nazionale Scuola Digitale. Ieri l'annuncio in occasione dell'inaugurazione di Fiera Didacta in Sicilia.
Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.
L’autorità francese per la protezione dei dati, la Commission nationale de l’informatique et des libertés, ha deciso una sanzione di 20milioni di euro a Clearview AI rilevando violazioni del regolamento generale dell’UE sulla protezione dei dati. La CNIL ha avviato un’indagine su un reclamo riguardante il database di riconoscimento facciale di Clearview e le pratiche di elaborazione dei dati nel maggio 2021. L’autorità di regolamentazione ha emesso un avviso formale per porre rimedio a presunte violazioni nel novembre 2021 cui Clearview non ha risposto. Con la sanzione, la #CNIL ha anche ordinato a #Clearview di interrompere le attività di trattamento e di cancellare i dati precedentemente raccolti associati a violazioni del #GDPR.
cnil.fr/en/facial-recognition-…
(segnalato nella newsletter di Guido #Scorza)
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BLACK ANGELS WILDERNESS OF MIRRORS
Ritorno in grande stile per la garage/psych band texana Black Angels che, a cinque anni di distanza da "Death Song", ha pubblicato, a metà settembre, il suo sesto studio album ufficiale (e primo su Partisan Records) "Wilderness of Mirrors", non lesinando sulla quantità del nuovo materiale proposto, ma anzi, presentando un'opera di ben quindici brani, ....
iyezine.com/black-angels-wilde…
BLACK ANGELS - WILDERNESS OF MIRRORS
- Ritorno in grande stile per la garage/psych band texana Black Angels che, a cinque anni di distanza da "Death Song", ha pubblicato, a metà settembre, il suoIn Your Eyes ezine
Vuoi sapere quali siano tutti gli eventi #linux?
Puoi seguire @Eventi Linux 😅
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Piccoli consigli fotografici
Sono appassionata di fotografia da un po' di anni e qui, voglio proporvi una piccola rubrica sulla storia della fotografia "alternativa" Non parlerò di fotografi super conosciuti, ma cercherò di proporvi fotografi un po' meno conosciuti.
Oggi vi voglio parlare di Bruno Barbey (1941 – 2020). Fotografo francese di origine marocchina Bruno Barbey ha viaggiato in tutto il mondo e ha trovato la sua voce sia come artista che come esploratore. Diventato un membro di Magnum photos all'età di 25 anni, il suo lavoro riflette la sua sensibilità e la sua insaziabile sete di sconosciuto.
La sua svolta personale è stata quando ha iniziato a fotografare a colori. Nonostante abbia fotografato diversi scenari di guerra, preferisce che le sue immagini parlino del mondo che cambia, "Fotografie per documentare per i posteri, tradizioni e culture che svaniscono rapidamente a causa del cambiamento degli atteggiamenti dei consumatori."
Quello che più mi è piaciuto della sua visione fotografica è questo suo pensiero: “Sconsiglio sempre le persone dall'essere fotografi a tempo pieno se hanno altri modi per fare soldi. Se vuoi davvero fare un lavoro personale, potresti fare meglio a farlo come hobby. "
+++ ⚠ ATTENZIONE ⚠
questa app e il relativo profilo twitter NON HANNO NESSUN RAPPORTO CON IL PROGETTO FRIENDICA +++
Segnalate please
⬇️⬇️⬇️⬇️⬇️
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sarà Trump 🤣
Comunque riportano che la piattaforma è nata come risposta all'estremismo di destra, all'odio e alla disinformazione. Organizzazione no-profit 'indigena' in Canada
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@Michael Vogel What is? Scam? 🤔
https://play.google.com/store/apps/details?id=com.friendxonemessenger.apphttps://www.twitter.com/FriendicaSocial
Friendica Messenger - Apps on Google Play
Friendica's official messenger app for Android.play.google.com
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Breaking news!
> Friendica is transitioning to Folkse, to avoid confusion with the decentralized fediverse software.
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feddit.it/c/fediverso
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L'Unione Europea di Giorgia Meloni
«I cittadini stanno accettando il fatto che, chiunque governi, finirà per perseguire le stesse politiche o politiche simili. Il potere delle democrazie di cambiare la realtà socio-economica, di migliorare le condizioni di vita delle classi lavoratrici e salariate si sta riducendo; esse sono sottoposte a un doppio potere dispotico, quello delle istituzioni di controllo e sorveglianza dell’Unione Europea e di quello che è definito “il mercato”, cioè il potere organizzato di una plutocrazia che domina la vita economica e riesce sempre a imporre i propri interessi a popolazioni sempre più indifese e confuse.»
Confessioni di una maschera “Rock the vote”
✅ Abbiamo finalmente archiviato il passaggio elettorale. In maniera del tutto indolore per quello che ci riguarda. Non avevamo aspettative. Non le abbiamo forse mai avute. Meno che mai ultimamente. La politica italiana, quella fatta del circo mediatico parlamentare che le televisioni e le radio ci infilano in casa ad ogni ora del giorno, fa parte di un crogiolo di squallore cui non apparteniamo. Ce ne siamo chiamati fuori definitivamente, in nome di quel poco di amor proprio che ci resta.
iyezine.com/confessioni-di-una…
Confessioni di una maschera “Rock the vote”
Come ci accade costantemente negli ultimi trent’anni, da quando cioè la politica è diventata una dicotomica scelta, quasi plebiscitaria, tra chi stava con il magnate brianzolo, e chi stava contro, tagliando sistematicamente fuori ogni altra visione s…Marco Valenti (In Your Eyes ezine)
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Letta che insegue Veltroni: la funzione turistica del PD.
"Il PD si interessa alle classi popolari e alle realtà impoverite con lo stesso atteggiamento sussiegoso dei turisti agiati, provenienti da qualche ricca città europea o americana, che si recano in un paese del terzo mondo e guardano con compassione la condizione dei suoi abitanti che, poveri loro!, non godono delle libertà e del benessere occidentale.
Veltroni e Letta esprimono del resto la visione del mondo di gente che vive nei centri storici e che finge di non sapere che spesso la povertà, l’ingiustizia e il degrado sono presenti nelle periferie delle loro stesse città. In qualità di dirigenti politici non possono guardare a queste condizioni di disagio perché la loro fortuna si fonda esattamente su questa ipocrisia.
Letta, Veltroni, Renzi e tanti altri che hanno fatto la storia del PD non avrebbero avuto alcun successo politico se non avessero promosso quelle politiche che hanno generato la questione sociale oggi presente in Italia.
La loro salita al potere è dipesa dal sostegno di forze economiche e finanziarie che hanno chiesto in cambio leggi in favore della precarietà nel lavoro, privatizzazione dei servizi, disfacimento della scuola pubblica, sostegno all’impresa e tanti altri provvedimenti che hanno prodotto le attuali ingiustizie."
kulturjam.it/politica-e-attual…
Letta che insegue Veltroni: la funzione turistica del PD - Kulturjam
Con le ultime parole di Letta e di Veltroni si scorge come il PD si interessi alle classi popolari e alle realtà impoverite con lo stesso atteggiamento sussiegoso dei turisti agiati in vacanza in qualche località del terzo mondo.Paolo Desogus (Kulturjam)
Verso carestia energetica e fame ma la chiameremo "Frugalità responsabile".
Verso carestia energetica e fame ma la chiameranno "Frugalità responsabile" - Kulturjam
Con la logica della guerra e delle sanzioni la strada tracciata porterà inevitabilmente alla carestia energetica e alla fame, che non verrà chiamata cosi ma "frugalità responsabile", per un mondo green e sostenibile.Redazione (Kulturjam)
Inflazione e resistenza. La questione degli alloggi a New York.
Inflazione e resistenza. La questione degli alloggi a New York - Contropiano
L'economia statunitense è entrata in recessione. Questo era il titolo generale all'inizio dell'estate, quando il PIL statunitense è sceso di nuovo nella La proprietà privata, in particolare di beni immobili, è un principio fondamentale del "sogno ame…Redazione Roma (Contropiano)
"Come la Terra, Urano e Nettuno sono mondi blu. Nettuno, sul cui globo color del mare corrono nubi bianche, a un occhio distratto sembrerebbe perfino uno specchio del nostro pianeta. L’azzurro di questi pianeti però non è quello di un oceano, ma è la tinta delle tracce di metano all’interno di un’atmosfera gelida di idrogeno ed elio. A quasi 3 e 4,5 miliardi di km dal Sole, rispettivamente, le atmosfere di Urano e Nettuno oscillano tra i 220 e 230 gradi sotto zero: i pianeti più freddi del Sistema Solare."
Ritorno ai giganti azzurri
Un racconto dei misteri che ancora custodiscono Urano e Nettuno, due pianeti del nostro Sistema Solare che meriterebbero nuove missioni spaziali.Il Tascabile

rag. Gustavino Bevilacqua
in reply to Andrea • • •Sarebbe interessante fare un diff tra le varie edizioni.
(oh, ha solo 48 anni il programma? Li porta bene!)
en.wikipedia.org/wiki/Diff
standard UNIX utility for file comparison
Contributors to Wikimedia projects (Wikimedia Foundation, Inc.)Andrea likes this.
Andrea
in reply to rag. Gustavino Bevilacqua • •se chiedi agli editori, li porta male: non viene toccato e ripubblicato ogni anno!
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rag. Gustavino Bevilacqua
in reply to Andrea • • •Aaron Winston Smith
in reply to rag. Gustavino Bevilacqua • • •rag. Gustavino Bevilacqua reshared this.
Andrea
in reply to Aaron Winston Smith • •Sabrina Web likes this.