Iraq e Afghanistan forniscono lezioni sui flussi di armi USA
Ci sono una serie di ragioni, sostenute da esempi storici, per cui l’invio di armi sempre più avanzate in Ucraina non sarà una panacea. In effetti, a un certo punto inviarli potrebbe essere un boomerang contro gli Stati Uniti. Questo è un argomento per cautela, poiché sembra che l’Occidente sia disposto a inviare più delle […]
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Quando manca il Sole, come si illumina la Luna?
Abbiamo più volte raccontato che la Luna resta primario interesse per l’esplorazione umana dello spazio. Non più la dimostrazione di voler «fare cose difficili», per ricordare la retorica semplice e diretta di John F. Kennedy e del suo geniale speechwriter Ted Sorensen, quanto l’elaborazione di un laboratorio spaziale su un altro pianeta -o satellite che sia- […]
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Video: scene di guerra e morte a Jenin
della redazione –
Pagine Esteri, 26 gennaio 2023 – Scene di guerra a Jenin, dove l’esercito israeliano ha compiuto un’incursione che ha causato numerosi morti e feriti. Al momento il bilancio è di 9 palestinesi uccisi, tra cui una anziana signora e almeno 16 feriti, alcuni in gravi condizioni. Israele ha dichiarato di aver agito per annientare una cellula terroristica che pianificava un attentato. L’ANP denuncia il massacro e si annunciano scioperi e mobilitazioni in altre città dei Territori palestinesi occupati. Da Gaza Hamas ha fatto sapere di seguire gli eventi con attenzione e di valutare possibili mosse.
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REPORTAGE-PALESTINA. Nel cuore di Nablus c’è un campo di battaglia
di Michele Giorgio
(le foto sono di Michele Giorgio)
Pagine Esteri, 20 gennaio 2023 – Il traffico è quello caotico di tutti i giorni. Fabbriche, laboratori di artigiani e negozi sono aperti. Come fanno ogni mattina gli studenti dell’università al Najah a passo veloce raggiungono il campus e di pomeriggio affollano i caffè intorno all’ateneo riempiendo l’aria di suoni, parole, risate. Nablus sembra vivere una tranquilla quotidianità. È solo apparenza. La seconda città palestinese della Cisgiordania dalla scorsa estate vive in un clima di guerra, una guerra che si combatte soprattutto di notte e che non risparmia nessuno. Il campo di battaglia principale è la casbah, la città vecchia. Gli uomini delle unità speciali dell’esercito israeliano, i mistaravim in abiti civili che si fingono palestinesi, di notte con azioni fulminee aprono la strada ai blitz dei reparti dell’esercito a caccia di militanti della Fossa dei Leoni, il gruppo che riunisce combattenti di ogni orientamento politico diventato l’icona della lotta armata palestinese. Incursioni che sono accompagnate da intensi scontri a fuoco e che terminano con uccisioni di palestinesi, compiute quasi sempre da cecchini.
«Viviamo come se fossimo in guerra, con gli occupanti (israeliani) che entrano quasi ogni notte nella città per uccidere o catturare qualcuno e spesso a pagarne le conseguenze sono i civili» ci dice Majdi H., un educatore che ha accettato di accompagnarci. «La casbah è l’obiettivo principale di Israele – aggiunge – perché rappresenta il rifugio della resistenza. Però i raid avvengono ovunque e si trasformano in battaglia alla Tomba di Giuseppe». Majdi si riferisce alle «visite» notturne periodiche dei coloni israeliani al sito religioso all’interno dell’area A, sotto il pieno controllo palestinese. Il loro arrivo, con una scorta di dozzine di soldati e automezzi militari, innesca scontri a fuoco violenti con la Fossa dei Leoni. «Vogliano vivere la nostra vita, senza più vedere coloni e soldati ma non ci viene permesso» prosegue Majdi che da alcuni anni svolge, assieme ad altri colleghi, attività di sostegno psicologico ai minori. «Sono i più colpiti da questo clima – ci spiega -, bambini e ragazzi sono i più esposti ai danni che procura questa guerra, a bassa intensità ma pur sempre violenta». La situazione attuale, ricorda a molti l’operazione Muraglia di Difesa lanciata da Israele nel 2002, quando l’esercito, nel pieno della seconda Intifada, rioccupò le città autonome palestinesi. Calcolarono in circa 300 i morti palestinesi a Nablus attraversata e devastata per mesi da carri armati e mezzi blindati. Oggi come allora, i comandi militari e il governo israeliano giustificano il pugno di ferro con la «lotta al terrorismo» e alle organizzazione armate palestinesi responsabili di attacchi che in qualche caso hanno ucciso o ferito soldati e coloni.
La bellezza della casbah di Nablus è paragonabile solo a quella della città vecchia di Gerusalemme. I lavori di recupero avviati negli anni passati dalle autorità locali, grazie anche a progetti internazionali, hanno ridato nuovo splendore a edifici antichi e ad angoli nascosti. Gli hammam (bagni) che contribuiscono a rendere nota la città, sono stati ristrutturati così come le fabbriche di piastrelle e del sapone all’olio d’oliva e i laboratori a conduzione familiare che producono le gelatine ricoperte di zucchero a velo. «Ma la regina dei dolci di Nablus era e resta la kunafa» puntualizza Majdi riferendosi a una delle delizie della cucina palestinese. L’atmosfera è piacevole. Dopo la moschea al Khader si incontrano ristorantini con vasi fioriti e luci colorate che si riflettono sulla pietra bianca delle abitazioni. I commercianti espongono merci di ogni tipo e gli ambulanti a voce alta descrivono la bontà di frutta e verdura che hanno portato in città.
Entrati nel rione Al Yasmin, Majdi si fa più serio e teso. «Siamo nella zona rossa, questa è la roccaforte della Fossa dei Leoni e di altri gruppi armati. Qui ci sono scontri a fuoco quasi ogni notte tra i nostri giovani e i soldati israeliani. Non puoi scattare foto e se incontriamo i combattenti, mi raccomando, non seguirli troppo a lungo con lo sguardo. Il timore di spie e collaborazionisti è forte» ci intima a voce bassa. Sopra le nostre teste, nei vicoli, sono stati stesi lunghi teli neri per nascondere ai droni israeliani i movimenti degli armati. I muri sono tappezzati di poster con i volti di martiri vecchi e nuovi, quelli uccisi durante la prima Intifada trent’anni fa e quelli colpiti a morte nelle ultime settimane. Una sorta di mausoleo ricavato in una piazzetta ne ricorda i più famosi, tra cui Ibrahim Nabulsi, che lo scorso agosto, circondato da truppe israeliane, preferì morire e non arrendersi. Nabulsi prima di essere colpito a morte inviò un audio alla madre virale per mesi. Per i palestinesi è un eroe. Per Israele invece il primo leader della Fossa dei Leoni era un «pericoloso terrorista» e tra i responsabili di gravi attacchi armati a soldati e coloni. I mistaravim israeliani hanno già decapitato un paio di volte i vertici della Fossa dei Leoni ma il gruppo vede crescere i suoi ranghi ogni giorno di più. Ne farebbero parte tra 100 e 150 abitanti di Nablus e dei villaggi vicini. Un paio di loro ci passano accanto, non possiamo fotografarli o fermarli per fare qualche domanda, ci ribadisce secco Majdi al quale nel frattempo si è unito Amer, un suo amico che vive nella casbah per garantirci un ulteriore «lasciapassare». L’uniforme degli armati è nera, il volto è coperto dal passamontagna, una fascia colorata con il logo del gruppo avvolge la parte superiore della testa. L’arma è quasi sempre un mitra M-16.
Una «divisa» simile la indossano i membri del Battaglione Balata nel campo profughi più grande della città, noto anche per essere un bastione della resistenza alle forze di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese che tanti a Nablus, anche del partito Fatah del presidente Abu Mazen, ormai considerano «al servizio» di Israele. Le operazioni di sicurezza (repressive) a Nablus delle forze speciali dell’Anp sono la causa di proteste violente e le strade del centro cittadino si trasformano in terreno di scontro tra giovani e poliziotti. «Chiediamo, invano, da decenni la fine dell’occupazione israeliana, il problema principale di Nablus, di ogni città, di ogni palestinese» dice Osama Mustafa, direttore del centro culturale Yafa nel campo di Balata. «Ci abbiamo provato con gli accordi di Oslo, con i negoziati ma non è servito a nulla, restiamo sotto occupazione, le colonie israeliane ci circondano» aggiunge Mustafa. «Israele afferma che la sua pressione su Nablus è dovuta alla presenza in città di uomini armati e attua misure punitive che colpiscono tutta la popolazione». La frustrazione è palpabile, l’esasperazione per il disinteresse dei paesi occidentali deteriora il rapporto con l’Europa. «Al centro Yafa svolgiamo attività culturali e a favore dell’infanzia» spiega Mustafa «sono progetti civili, quasi sempre per i bambini. Eppure, per assegnarci i finanziamenti l’Ue chiede di firmare dichiarazioni di condanna della resistenza all’occupazione. Lo fa perché è Israele ad imporlo. Ma nessun palestinese può farlo». Pagine Esteri
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CINA. Il Covid colpisce duro il paese ma l’economia riparte
di Michele Giorgio
(la foto è di Tim Dennell)
Pagine Esteri, 20 gennaio 2023 – Sono milioni i contagi in Cina che conta nell’ultimo mese decine di migliaia di morti per il Covid, cifre mai toccate durante la pandemia e risultato oltre che del fallimento della campagna vaccinale cinese anche della fine delle rigide restrizioni ai movimenti e ai contatti sociali imposte dalle autorità nei passati tre anni. Ma le riaperture allo stesso tempo rilanciano quella che è considerata l’economia motore del mondo.
Dopo il netto arretramento registrato nel 2022, quest’anno gli indici economici cinesi dovrebberosegnare livelli di crescita significativi. Ne abbiamo parlato con Michelangelo Cocco*, giornalista a Shanghai e analista del Centro Studi sulla Cina Contemporanea.
player.vimeo.com/video/7907713…
*Giornalista professionista, China analyst, scrivo per il quotidiano Domani. Ho pubblicato “Xi, Xi, Xi – Il XX Congresso del Partito comunista e la Cina nel mondo post-pandemia (Carocci, 2022), e “Una Cina perfetta – La Nuova era del Pcc tra ideologia e controllo sociale (Carocci, 2020). Habitué della Repubblica popolare dal 2007, ho vissuto a Pechino nel 2011-2012, corrispondente per il quotidiano il manifesto nello scoppiettante e nebbioso crepuscolo della tecnocrazia di Hu Jintao & Co. Sono rientrato in Cina nel gennaio 2018, anno I della Nuova era di Xi Jinping, quella in cui il Partito-Stato regalerà a tutti “una vita migliore” e costruirà “un grande paese socialista moderno”. Racconto storie, raccolgo dati e cito fatti evitando di proiettare le mie ansie e le mie (in)certezze su un popolo straordinario che se ne farebbe un baffo.
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Tigre - Contro Tigre
A differenza di molti altri gruppi OI! i nostri presentano un cantato meno "stentoreo" ed enfatico per i canoni ai quali siamo abituati, la voce si presenta anzi più sboccata ed irriverente, insomma molto punk, e questo segna un indubbio punto a loro favore.
@Musica Agorà #punkrock #musica
iyezine.com/tigre-contro-tigre
Tigre - Contro Tigre - 2022
Ad aggiungersi alla prestigiosa lista dei portabandiera di un qualcosa che è molto di più di un genere musicale ci pensano i Tigre che, con i quattro pezzi di questo mini, segnano il loro primo rumoroso vagito.Il Santo (In Your Eyes ezine)
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La prima vittima della guerra
magazine.cisp.unipi.it/la-prim…
Un articolo di Maria Chiara Pievatolo - @Maria Chiara Pievatolo
«Dopo la seconda guerra mondiale negli Stati Uniti è cresciuto sempre di più il cosiddetto “complesso militare-industriale”: che conseguenze ha avuto tale sviluppo sulla qualità dell’informazione e della democrazia? E come ha condizionato le relazioni internazionali e il ricorso alla guerra negli ultimi trent’anni? In questo articolo apparso sul Bollettino telematico di filosofia politica, Maria Chiara Pievatolo, filosofa politica dell’Università di Pisa, prova a rispondere a queste domande partendo dai libri di Stefania Maurizi sul “caso Assange” e di Nico Piro sull’attuale tendenza a stigmatizzare il pacifismo e i pacifisti. L’analisi dello stato dell’informazione e della democrazia al tempo delle “guerre infinite” viene svolta con gli strumenti della filosofia, in particolare con le categorie sviluppate da Immanuel Kant nei suoi Scritti politici. Una domanda attraversa l’articolo: i cittadini e le cittadine sono correttamente informate e messe nelle condizioni di poter influenzare le decisioni dei loro governi in materia di spesa militare, ricorso alla guerra, costruzione della pace? La risposta è negativa o, comunque, assai problematica. La volontà degli Stati Uniti e degli alleati occidentali di coprire i crimini di guerra commessi e di giustificare il ricorso alla guerra per “esportare la democrazia” e “difendere i diritti umani”, passa attraverso la propaganda militare e la persecuzione giudiziaria dei giornalisti scomodi, come Assange. La prima vittima della guerra, insieme alla verità, è allora proprio la democrazia, sempre più avvelenata da una narrazione bellicista che divide il mondo in “buoni” (noi) e “cattivi” (gli altri), e lascia poco spazio per la risoluzione diplomatica delle controversie.˚»
La prima vittima della guerra
Dopo la seconda guerra mondiale negli Stati Uniti è cresciuto sempre di più il cosiddetto “complesso militare-industriale”: che conseguenze ha avuto tale sviluppo sulla qualità dell’informazi…Scienza & Pace Magazine
Il Garante Privacy, in linea con quanto stabilito dal Consiglio d’Europa, ritiene di estrema delicatezza l’utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale per finalità di prevenzione e repressione reati.
Se questi sono i suggerimenti del #GarantePrivacy, come mai la legge di bilancio prevede una voce di spesa espressamente dedicata alla videosorveglianza? E perché non viene fornita alcuna informazione precisa relativa alla tipologia di sistema di videosorveglianza che i comuni potranno introdurre?
L’assenza di tali informazioni rende difficile un’analisi effettiva dei rischi e delle opportunità di tali sistemi.
Di Francesca Doneda per #PrivacyNetwork
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Bando di concorso "Inventiamo una banconota", iscrizioni entro il 3 febbraio 2023.
Gli studenti dovranno realizzare il bozzetto di una banconota immaginaria sul tema: “Il grande caldo, il grande freddo”.
Info ▶️ https://www.
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Bando di concorso "Inventiamo una banconota", iscrizioni entro il 3 febbraio 2023. Gli studenti dovranno realizzare il bozzetto di una banconota immaginaria sul tema: “Il grande caldo, il grande freddo”. Info ▶️ https://www.Telegram
Cambiano i governi ma restiamo una colonia irrilevante del liberismo atlantista | Kulturjam
"L'indipendenza e autorevolezza dell'Italia è sbandierata solo nelle campagne elettorali poi, una volta saliti al timone del paese, tutti si accodano al carrozzone del liberismo atlantista, anche quando produce evidenti danni all'interesse nazionale."
VIDEOSORVEGLIANZA O CONTRO-SORVEGLIANZA?
La legge di Bilancio 2023 prevede un rifinanziamento dell’ammontare di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024, e 2025 finalizzato a potenziare ulteriormente gli interventi in materia di sicurezza urbana. In particolare, la disposizione intende rifinanziare per il triennio 2023-2025 l’autorizzazione di spesa per gli interventi di installazione, da parte dei comuni...
A proposito del disastro di #Libero e #Virgilio, ricordiamo a tutti coloro che usano quel provider per attività lavorativa che...
COSA È UNA VIOLAZIONE DEI DATI PERSONALI (DATA BREACH)?
Una violazione di sicurezza che comporta - accidentalmente o in modo illecito - la distruzione, la perdita, la modifica, la divulgazione non autorizzata o l’accesso ai dati personali trasmessi, conservati o comunque trattati.
Una violazione dei dati personali può compromettere la riservatezza, l’integrità o la disponibilità di dati personali.
Alcuni possibili esempi:
- l’accesso o l’acquisizione dei dati da parte di terzi non autorizzati;
- il furto o la perdita di dispositivi informatici contenenti dati personali;
- la deliberata alterazione di dati personali;
- l’impossibilità di accedere ai dati per cause accidentali o per attacchi esterni, virus, malware, ecc.;
- la perdita o la distruzione di dati personali a causa di incidenti, eventi avversi, incendi o altre calamità;
- la divulgazione non autorizzata dei dati personali.
garanteprivacy.it/regolamentou…
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Regno unito: nella consultazione pubblica sulle misure legislative per migliorare la risposta delle forze dell'ordine alla criminalità grave e organizzata, si parla di vietare la crittografia su alcuni dispositivi
Sofisticati dispositivi di comunicazione crittografati
Sofisticati dispositivi di comunicazione crittografati sono stati ampiamente utilizzati dai criminali per facilitare la criminalità organizzata. Stiamo prendendo di mira i dispositivi modificati e su misura che consentono l'accesso a piattaforme, simili a Encro Chat, in cui il software/hardware è stato sviluppato per rendere anonimi i suoi utenti e le loro comunicazioni e la sua base di utenti è considerata quasi certamente criminale. Sotto l'Opzione 1, dove verranno specificati gli articoli, prenderemo di mira coloro che forniscono, modificano e possiedono questi dispositivi su misura; le disposizioni non si applicheranno ai telefoni cellulari disponibili in commercio né alle app di messaggistica crittografate disponibili su di essi. I reati proposti cercheranno di affrontare coloro che forniscono e sfruttano questi dispositivi per compiere reati gravi e cercheranno di ridurre la fornitura di questi dispositivi a criminali gravi.
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Riservisti anche per il cyber. Le ragioni secondo l’avv. Mele
“La possibilità di dotarsi di una propria capacità cyber, sia offensiva che difensiva” rappresenta uno degli “elementi imprescindibili atti a garantire l’efficacia d’impiego delle Forze armate”, ha spiegato oggi Guido Crosetto, ministro della Difesa, illustrando le linee programmatiche del suo dicastero nel corso dell’audizione con le commissioni riunite Difesa della Camera e Affari esteri e Difesa del Senato. Il ministro, ha indicato tra le linee di azione da seguite la revisione dello strumento della riserva.
“Negli ultimi 20 anni la Riserva Selezionata ha arricchito i nostri contingenti con professionalità specifiche quanto mai necessarie anche negli scenari moderni”, ha spiegato con riferimento ad analisti, esperti di informatica ed elettronica e alcune figure nel campo ingegneristico. “Questo strumento va ora integrato, per numero e qualità, con una ulteriore aliquota di ‘completamento’ da alimentare sia con il personale che lascia il servizio attivo dopo una ferma prefissata sia, se necessario, con personale privo di pregresse esperienze militari”, ha aggiunto.
“Le parole del ministro Crosetto sono importanti e rappresentano una svolta”, commenta l’avvocato Stefano Mele, partner e responsabile del dipartimento cybersecurity law dello Studio legale Gianni & Origoni. “Anche alla luce dei recenti sviluppi geopolitici con la guerra in Ucraina, è cruciale creare una ‘Civilian Cyber Force’ nel ministero della Difesa con una riserva da chiamare in casi di esigenze specifiche o di crisi di natura cibernetica non gestibili dalle aliquote già in forza. In questo contesto, assume un’importanza decisiva la cooperazione civile-militare anche per il settore cyber”, aggiunge.
L’avvocato avanza poi un’altra proposta: una modifica alla normativa vigente per “creare uno specifico ruolo Interforze in ambito cyber (con l’indicazione di peculiari specialità operative, tecniche, gestionali e legali), al fine di essere competitivi nelle assunzioni e soprattutto nel mantenimento nella forza armata delle risorse arruolate e formate. Garantire, di conseguenza, tutto il percorso di carriera anche agli ufficiali che vogliano specializzarsi e restare nel ruolo cyber”.
In relazione all’introduzione nel nostro ordinamento delle misure di intelligence di contrasto in ambito cibernetico, invece, l’avvocato Mele individua un ulteriore miglioramento possibile: “Creare un assetto altamente specializzato formato da operatori intelligence e militari qualificati nelle operazioni cibernetiche, il quale lavori fianco a fianco quotidianamente per creare i presupposti operativi utili al presidente del Consiglio dei ministri per sfruttare, in caso di necessità, l’opzione della reazione legittima nel ciberspazio ad un attacco subìto”, conclude.
Ghiotta Occasione
Fa piacere sentir dire, dalla presidente del Consiglio, che gli aiuti di Stato determinano una <<distorsione del mercato interno>>. Fa piacere perché eravamo abituati a sentir parlare di nazionalizzazioni e interventi pubblici a sostegno, né la cosa si limitava a una sola persona o a una sola forza politica. In occasioni diverse lo hanno detto un po’ tutti e durante la pandemia è diventato costume generale. Però, effettivamente, è distorsivo. La cosa è tanto più rilevante in quanto investe, dopo l’annuncio tedesco di un programma di “aiuti” per 200 miliardi, i rapporti fra Paesi dell’Unione europea. Chi può spendere avvantaggia i propri operatori economici, chi non può li vedrà penalizzati. È così che stanno le cose? Sì e no.
Sono le regole europee a proibire gli aiuti di Stato, ovvero dei soldi dei contribuenti usati per sostenere questa o quella impresa. È uno di quei “vincoli” che sembravano tanto detestabili e, invece, servono ad evitare distorsioni. Perché con i soldi propri un Paese non può farci quel che vuole? Perché si trova in un mercato comune e se aiuta imprese altrimenti non concorrenziali danneggia sia i concorrenti che l’intero mercato. Tale (giusto) principio era stato vivacemente contestato dall’intero partito unico della spesa pubblica italiana, ma con un vantaggio per chi stava all’opposizione: mentre i governanti devono pur sempre fare i conti con la cassa, gli oppositori reclamavano la protezione per qualsiasi cosa, anche la più bollita.
Quella regola europea è stata sospesa (non cancellata) durante la pandemia, perché non esistevano (sono stati approntati dopo) strumenti comuni e le chiusure rischiavano di far fallire imprese altrimenti sane e competitive. Si è autorizzata, insomma, la terapia intensiva economica. Con l’obiettivo di uscirne al più presto, come da quella sanitaria. Sul limitare della sospensione i tedeschi hanno annunciato il loro piano. Se lo possono permettere perché prima della pandemia i loro conti erano in ordine, il loro debito nei parametri, al contrario della Francia, che naviga attorno al 100% in rapporto al prodotto interno lordo, o dell’Italia, che da tempo si trova oltre l’ultima boa di sicurezza. Una consistente parte di quei debiti sono stati accumulati per proteggere questa o quella impresa o rendita nazionali. Ora si deve impedirlo ai tedeschi?
La Germania è nei guai. Il colpo della rinuncia al gas russo è ben più forte che da noi, la loro ripresa ben più lenta (anche se noi siamo ancora 3 punti percentuali di pil sotto al 2008, ma siamo stati più reattivi rispetto al 2020), hanno un nuovo governo disorientato, devono fare i conti con la modifica della strategia ad Est e con una Francia che non rinnega l’asse portante dell’Ue, ma guarda anche altrove. Per noi italiani c’è un ulteriore dettaglio: una parte consistente del nostro sistema produttivo lavora in sinergia con quello tedesco, sicché è come se mettessero 200 miliardi per sostenere i nostri committenti. Non una brutta notizia.
La cosa va valutata sotto un altro profilo, offrendo un’occasione preziosa al governo italiano. Gli aiuti di Stato nuocciono a chi li riceve. Nell’immediato possono essere salvifici, ma finiscono con il disincentivare qualità e innovazione. Avete presente la Duna o l’Arna? Intestate quella roba agli aiuti di Stato. Gli aiuti, inoltre, sono una droga che dà assuefazione e tolleranza: non si riesce a smettere e ne serve sempre di più. Senza contare che quegli aiuti scatenano le pressioni politiche e sindacali, cui i governi faticano a resistere.
Eppure gli Usa lo stanno facendo, creando una distorsione interna (e ci riguarda poco), ma anche esterna, rispetto all’intero mercato europeo. Ed ecco l’occasione, che consente al governo Meloni di vestire panni europeisti nuovi di zecca: che sia una risposta Ue, non nazionale. Il che comporta delegare e garantire. (Ricordando che c’è sempre da ratificare la riforma del Mes e che rinviare non allevia il dolore per chi ne disse falsi e spropositi, ma lo aumenta).
L'articolo Ghiotta Occasione proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Nordio e Meloni, simul stabunt simul cadent
Carlo Nordio non è più, solo, un ministro del governo. È ormai diventato la cartina di tornasole della capacità riformista e della caratura liberale di Giorgia Meloni. La prova del nove della sua aritmetica politica e culturale. Difendere e realizzare le idee di Nordio in materia di Giustizia per Giorgia Meloni è, dunque, una questione vitale: ne va della propria credibilità.
Non è chiaro se lo abbia scelto più per le sue idee o più per la sua autorevolezza. Sicuramente ha usato la sua autorevolezza per impedire che Forza Italia occupasse ancora una volta il ministero della Giustizia ad uso del Cavaliere e che Matteo Salvini ci mandasse Giulia Bongiorno, su cui la premier, così come buona parte degli eletti leghisti, ha serie riserve. Nordio era il più conosciuto, il più stimato, il più autorevole tra i possibili candidati alla funzione di Guardasigilli. E ciò ha consentito a Giorgia Meloni di imporne il nome agli alleati.
Ma non meno note dell’uomo erano le idee che professava. Anni di editoriali, di interviste e di partecipazioni televisive hanno fatto di Carlo Nordio il più riconoscibile e riconosciuto alfiere dei principi garantisti e liberali applicati al sistema giudiziario. Una scelta caratterizzante e innovativa per Giorgia Meloni, il cui partito è da sempre attraversato da un certo populismo giudiziario ammantato da logica securitaria. Una scelta inattesa e coraggiosa, dunque. Anche perché l’impressione è che, semmai le contingenze politiche dovessero imporglielo, difficilmente Giorgia Meloni potrà riuscire a soffocare l’impeto riformista del proprio ministro. Il motivo è semplice: alla verde età di 75 anni, Carlo Nordio non si preoccupa tanto della cronaca quanto della Storia. È questa la sua passione, questa è la sua ambizione. Nordio è un intellettuale che ambisce ad essere ricordato per le proprie idee e per la propria coerenza nel difenderle. Quando parla in un’aula del Parlamento, si capisce che pensa a quel che di lui resterà nero su bianco nei resoconti parlamentari. Un atteggiamento poco “politico”, forse. Ma è l’unico atteggiamento possibile volendo sperare in una sistematica correzione del nostro sistema giudiziario coerente con i principi dello Stato di diritto.
Giorgia Meloni lo ha fortemente voluto, con altrettanta forza dovrà difenderne l’azione.
L'articolo Nordio e Meloni, simul stabunt simul cadent proviene da Fondazione Luigi Einaudi.
Magistratura e separazione delle carriere, il dibattito – lanazione.it
Tanti ieri hanno affollato l’ex chiesino San Giovanni per la presentazione del libro sulla separazione delle carriere ‘Non diamoci del tu’ dell’avvocato e presidente della Fondazione Luigi Einaudi, Giuseppe Benedetto. Presente anche una nutrita rappresentanza del corpo forense di Prato con in prima fila la Camera Penale. Sul palco, nell’incontro organizzato dal laboratorio politico di area liberale, riformista ed europeista, Prato Riparte, accanto a Giuseppe Benedetto c’erano Andrea Cangini (foto), già direttore di QN e del Resto del Carlino ed eletto senatore nel 2018; Benedetta Frucci consigliere politico presso il Gruppo parlamentare di Italia Viva al Senato specializzata in Diritto pubblico-parlamentare; e Marco Mariani, professore universitario e autore di numerose pubblicazioni. Il tema della separazione delle carriere in magistratura è particolarmente attuale. Il libro di Giuseppe Benedetto riporta la prefazione di Carlo Nordio, attuale Ministro della Giustizia, che proprio nella sua nuova veste sta iniziando probabilmente un percorso che porterà la magistratura in quel solco indicato da Giuseppe Benedetto nel ‘Non diamoci del tu’ fra giudici, pubblici ministeri e imputati.
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Le libere donne di Magliano di Mario Tobino
@L’angolo del lettore
Questo romanzo – scritto dal 1950 al ’52 – nasce dalla rielaborazione delle cartelle cliniche compilate nel manicomio di Maggiano, diretto per anni dallo stesso Tobino, e racconta il tentativo dell’autore di umanizzare la vita del manicomio condivisa con le proprie pazienti.
iyezine.com/le-libere-donne-di…
Le libere donne di Magliano di Mario Tobino - 1952
Negli anni precedenti l’età degli psicofarmaci e della riforma Basaglia, un medico vive in un reparto psichiatrico femminile. Le libere donne di Magliano di Mario Tobino.Marco Sommariva (In Your Eyes ezine)
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Serve una Strategia di sicurezza nazionale. L’audizione di Crosetto
Intervenendo davanti alle commissioni riunite Difesa di Camera e Senato, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha illustrato le linee programmatiche di palazzo Baracchini per l’evoluzione dello strumento militare nazionale. L’attenzione è rivolta in particolare alle sfide che attendono il Paese nel prossimo futuro, con un contesto globale che impone un ripensamento dello strumento militare nazionale. Dopo il periodo caratterizzato dal principale uso delle Forze armate in missioni di pace, bisogna prendere atto del ritorno della conflittualità nello scacchiere globale. Per mettere in condizione i nostri uomini e donne in uniforme di affrontare queste sfide, la priorità è lo sviluppo di capacità e tecnologie, meglio se nazionali, da incentivare attraverso investimenti certi e sicuri.
Serve una Strategia di sicurezza nazionale
“Per anni ci siamo illusi di vivere in un mondo caratterizzato dalla fine dei conflitti di natura ideologica e strategica” ha spiegato il ministro facendo un’analisi dello scenario geopolitico nel quale si muove la Difesa, aggiungendo come “su queste certezze abbiamo costruito uno strumento politico-militare focalizzato principalmente alla conduzione di missioni internazionali di pace”. Invece, “questo presente sembra un ritorno in chiave tecnologicamente evoluta agli orrori dei conflitti mondiali del secolo scorso”, una realizzazione che deve portare all’evoluzione dello strumento militare del paese. Per questo, secondo il ministro “si dovrà partire dalla stesura di una chiara Strategia di sicurezza nazionale”, valida per tutte le diramazioni dello Stato “per il conseguimento di obiettivi sinergicamente definiti all’interno di una visione unitaria dell’interesse nazionale”
Sfide di cambiamento e trasformazione
Di fronte alle nuove minacce, dunque, le Forze armate devono evolversi per affrontare al meglio le sfide sul futuro, soprattutto nel “modo di pensare la Difesa a 360°”. La visione del ministro è chiara: “dovremo realizzare un Sistema Difesa sinergico nelle sue componenti”, a partire dalle componenti delle Forze armate, che non dovranno più semplicemente essere in grado di agire nel multidominio, ma dovranno “essere multidominio”. Questo si potrà ottenere integrando la formazione del personale, e mettendo insieme in chiave interforze tutti quegli assetti la cui necessità è comune a tutte le Forze armate, evitando duplicazioni, come sul piano ordinativo, logistico, tecnologico e normativo, e unificando settori e servizi comuni, dalla difesa Cbrn, alla sanità, fino allo spazio e al cyber, nel lungo termine.
La tecnologia richiede investimenti
La capacità di agire dello strumento militare è, naturalmente, correlata alla tecnologia. “dal punto di vista militare siamo nel pieno di una nuova rivoluzione, dettata dal tentativo di più potenze di raggiungere la supremazia nello sviluppo delle nuove tecnologie” ha spiegato Crosetto. Sistemi unmanned, capacità cyber, l’uso dello spazio, fino alla IA, sono elementi sempre più imprescindibili per la Difesa, il cui possesso deve essere garantito in maniera autonoma al sistema nazionale. Per raggiungere questo obiettivo c’è bisogno della “certezza e la stabilità dei finanziamenti” valorizzando le capacità industriali del Paese e dando un concreto supporto all’export. Il modello proposto dal ministro è quindi la definizione di una legge triennale sull’investimento per la Difesa “che accorpi in un’unica manovra i volumi finanziari relativi a 3 provvedimenti successivi, con profondità a 17 anni”.
Come fare a “ripristinare le scorte per la difesa nazionale, contando i materiali impiegati nell’aiuto dell’Ucraina?”, si chiede. “L’unico modo che mi è venuto in mente, che è tecnico, è quello di escludere gli investimenti della Difesa dal calcolo del Patto di stabilità. Non significa che noi diminuiremmo il debito, significherebbe che non ci sarebbe concorrenza tra tipi di spese. Il ministro Giorgetti ha condiviso, l’abbiamo posta sul tavolo all’Europa come hanno fatto altri Paesi, perché in questo momento nessun Paese può tagliare le spese per la difesa”, ha precisato nelle repliche.
Autonomia strategica e Golden power
La sfida globale richiede al nostro Paese di assicurarsi “una base industriale solida e tecnologicamente avanzata, non vulnerabile a tentativi di penetrazione straniera ed in grado di sostenere la propria proiezione internazionale”. Interrogato dai membri della commissione sul tema, il ministro ha voluto ribadire che “spesso, nonostante siano presenti tecnologie nostrane rilevanti, riteniamo che quelle estere possano essere migliori”, mentre per alcune tecnologie “bisogna mantenere la sovranità nazionale”, in particolare per il cyber. È quindi necessario “sviluppare un piano per il supporto dell’Industria nazionale, anche attraverso l’applicazione in ambito Difesa dei poteri speciali, la cosiddetta Golden power” finalizzati alla tutela di asset e know-how strategici nazionali.
Una nuova postura nelle missioni
Sullo scenario internazionale, inoltre, il ministro ha sottolineato come sia necessario un cambio di passo del Paese all’interno delle principali alleanze, con il ruolo della Difesa che “non può limitarsi meramente a quello di nazione contributrice di truppe”. Per Crosetto, l’Italia deve aumentare la propria rilevanza e capacità autonoma di influenzare processi e operazioni in ambito internazionale. Il ministro ha sottolineato segnali positivo, come “l’essere riusciti a far riconoscere dalla Nato la priorità del Fianco Sud” nel Concetto strategico. Tuttavia, per il ministro, è necessario adottare “un postura più matura nei confronti delle operazioni militari”, auspicando l’assunzione di posizioni di leadership all’interno delle operazioni multinazionali, venendo coinvolti nei processi di pianificazione. Occorre “avviare un processo di revisione della postura con cui vengono generati i contributi nazionali, per arrivare a proiettare non più solo elementi di forza da asservire agli obiettivi elaborati da altri, ma moduli operativi completi di capacità di pianificazione, esecuzione e gestione delle operazioni militari”.
Israele distrugge la comunità di Araqib, nel Negev, per la 212ª volta | Infopal
"Si ritiene che la demolizione di al-Araqib e di altre cittadine nel Negev sia una politica israeliana sistematica volta ad espellere la popolazione nativa dal Negev e a trasferirla in aree governative, con l’obiettivo di aprire la strada all’espansione e alla costruzione di colonie per le comunità ebraiche."
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Piano nazionale di educazione all’immagine per le scuole: le iniziative sono volte a introdurre il linguaggio cinematografico e audiovisivo nelle scuole di ogni ordine e grado, come strumento educativo in grado di facilitare l…
Ministero dell'Istruzione
#NotiziePerLaScuola Piano nazionale di educazione all’immagine per le scuole: le iniziative sono volte a introdurre il linguaggio cinematografico e audiovisivo nelle scuole di ogni ordine e grado, come strumento educativo in grado di facilitare l…Telegram
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EYELESS IN GAZA – PHOTOGRAPHS AS MEMORIES
@Musica Agorà
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Il sistema schiavista italiano che abolisce il Rdc e chiede giovani super qualificati gratis | Kulturjam
"Il lavoro gratuito è schiavismo e quando anche le pubbliche istituzioni lo pretendono, vuol dire che tutto il sistema è diventato schiavista. E che tutto il sistema che fa profitto e ricchezza sul lavoro sottopagato e gratuito. E che una classe imprenditoriale e una classe politica che diffondono lo schiavismo meritano solo il rifiuto e la lotta totale."
Location data is personal data - noyb wins appeal against Spanish DPA
I dati di localizzazione sono dati personali - noyb vince il ricorso contro la DPA spagnola I tribunali spagnoli hanno annullato una precedente decisione della DPA spagnola. L'AEPD aveva precedentemente sostenuto che la telco Virgin aveva legittimamente negato ai suoi clienti l'accesso ai propri dati di localizzazione.
Il capitalismo militarizzato fuori da ogni controllo democratico | AFV
"Il capitalismo non ha un’essenza, se non quella di mutare in continuazione. E forse la sua mutazione attuale consiste nell’emergere di un capitalismo centrato sulla potenza militare.
Questo diviene il sistema dominante che organizza tutti gli altri sistemi sociali, il che implica un enorme potere dell’apparato militare-industriale."
Auguri a tutti gli operatori dell'informazione! Oggi si celebra San Francesco di Sales che 100 anni fa venne proclamato Patrono dei Giornalisti. Ecco i consigli di Pio XI per l'occasione...
OGGI SI CELEBRA SAN FRANCESCO DI SALES CHE 100 ANNI FA VENNE PROCLAMATO PATRONO DEI GIORNALISTI
@Giornalismo e disordine informativo
«Ma vorremmo che da queste solenni ricorrenze precipuo vantaggio ritraessero tutti quei cattolici, che con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina. Ad essi è necessario, nelle discussioni, imitare e mantenere quel vigore, congiunto con moderazione e carità, tutto proprio di Francesco. Egli, infatti, con il suo esempio, insegna loro chiaramente la condotta da tenere. Innanzi tutto studino con somma diligenza e giungano, per quanto possono, a possedere la dottrina cattolica; si guardino dal venir meno alla verità, né, con il pretesto di evitare l’offesa degli avversari, la attenuino o la dissimulino; abbiano cura della stessa forma ed eleganza del dire, e si studino di esprimere i pensieri con la perspicuità e l’ornamento delle parole, in maniera che i lettori si dilettino della verità. Se si presenta il caso di combattere gli avversari, sappiano, sì, confutare gli errori e resistere alla improbità dei perversi, ma in modo da dare a conoscere di essere animati da rettitudine e soprattutto mossi dalla carità. E poiché non consta che il Sales sia stato dato a Patrono dei ricordati scrittori cattolici con pubblico e solenne documento di questa Apostolica Sede, Noi, cogliendo questa fausta occasione, di certa scienza e con matura deliberazione, con la Nostra apostolica autorità diamo o confermiamo, e dichiariamo, mediante questa Lettera Enciclica, San Francesco di Sales, vescovo di Ginevra e Dottore della Chiesa, celeste Patrono di essi tutti, nonostante qualsiasi cosa in contrario.»
cc @Antonio Spadaro @civcatt@mastodon.uno @Marco Vitale🇻🇦🇮🇹🇪🇺🇺🇦
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Bria - Country Covers Vol.2
Bria è una musicista e cantante del gruppo post-punk Frigs e fa parte del gruppo di Orville Peck il famoso crooner country pop uno dei più grandi innovatori moderni del country americano, e nel tempo libero fa dischi deliziosi per conto suo come questo. “Country Covers Vol.2”, pubblicato da Sub Pop Records, è un ep composto da sei piccoli capolavori di rifacimenti di canzoni country in chiave country pop e moderna, fresca e molto valida.
iyezine.com/bria-country-cover…
@Musica Agorà @Poliverso notizie dal fediverso @arte
Bria - Country Covers Vol.2
Bria è una musicista e cantante del gruppo post-punk Frigs e fa parte del gruppo di Orville Peck il famoso crooner country pop uno dei più grandi innovatori moderni del country americano, e nel tempo libero fa dischi deliziosi per conto suo come ques…Massimo Argo (In Your Eyes ezine)
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Il mistero della neve di Encelado | Passione Astronomia
"Uno strato di neve insolitamente profondo ricopre Encelado, la luna di Saturno, e gli scienziati hanno alcune ipotesi su come potrebbe essersi formato"
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Ministero dell'Istruzione
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Le opere di Gramsci su LiberLiber
Liber Liber è una biblioteca digitale accessibile gratuitamente, creata da una organizzazione di volontariato che ha come obiettivo la promozione di ogni espressione artistica e intellettuale.
Nella biblioteca si possono trovare alcune opere di Antonio Gramsci.
liberliber.it/online/autori/au…
Antonio Gramsci
Antonio Francesco Gramsci (Ales, 22 gennaio 1891 – Roma, 27 aprile 1937) è stato un politico, filosofo, giornalista, linguista e critico letterario italiano.Liber Liber
Che tempo che fa
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Dai un'occhiata: freebird.network/
Ti mostrerà gli hashtag di tendenza entro intervalli di 1 ora, 12 ore e 24 ore.
Quelli con portalampada sono una selezione ridotta, scarsamente disponibile anche perché giustamente preferita quando si trova in negozio.
Come può essere una scelta sensata un lampadario da buttare via quando muore il led?
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Can Kicker - Can Kicker
Per un certo periodo, a sangue ormai caldo e con un po’ di buon tempo libero, mi sono molto concentrato sul termine “Grunge” e ho riflettuto su cosa mai volesse significare in musica. @Musica Agorà @Poliverso notizie dal fediverso
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20 gennaio 2023. Messaggio di Alfredo Cospito al proprio difensore
Il sottoscritto Alfredo Cospito comunica al proprio avvocato Flavio Rossi Albertini che in pieno possesso delle mie capacità mentali mi opporrò con tutte le forze all'alimentazione forzata.
Saranno costretti a legarmi nel letto.
Dico questo perché ultimamente mi è stata adombrata la possibilità di un T.S.O. (trattamento sanitario obbligatorio). Alla loro spietatezza ed accanimento opporrò la mia forza, tenacia e la volontà di un anarchico e rivoluzionario cosciente.
Andrò avanti fino alla fine. Contro il 41 bis e l'ergastolo ostativo.
La vita non ha senso in questa tomba per vivi.
Cospito Alfredo.
Non sono d'accordo con quanto scrive Concita De Gregorio su La Stampa...
(testo ed immagine dalla pagina FB de La Stampa)
Non mi preoccuperò, nello scrivere queste righe, delle reazioni che scatenerà sui social domattina. Ce la posso fare, devo solo pensare alla vita di prima. Era sano lavorare senza la preoccupazione preventiva del sabba infernale che comunque, anche se ti sforzi di ignorarlo, non ignora te. […]
Amici: usciamo dai social. Non esistono senza di noi. Si sono impadroniti delle nostre vite per il semplice motivo che gliele abbiamo consegnate. Vivono del nostro sangue che gli forniamo ogni giorno […]. Ma se non gli dessimo materia, ai mangiamorte, ci pensate? Non esisterebbero. […]
Le persone migliori che conosco non sono sui social. Senza offesa per chi ci campa e lo capisco: i mestieri di una volta non ci sono più, questo è il mondo come va, bisogna arrangiarsi e starci. Però ripeto: statisti, inventori, poeti, navigatori, gente che pensa e scrive e lavora a costruire mondi. Gente che accudisce persone. Gente che lavora tutto il giorno e che poi si dedica a chi ha intorno, fisicamente: che parla e guarda in faccia chi c'è. Non sono sui social. Non hanno il tempo per farlo, né l'interesse. Hanno da fare.
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Campagna "Noi non paghiamo": al Centro Popolare Autogestito Firenze Sud cena e concerto
Il 14 gennaio 2023 il Centro Popolare Autogestito Firenze Sud ha ospitato una cena di sottoscrizione e un concerto dei cuneesi #LouTapage e dei #MalasuerteFiSud, band che attorno al CPAFiSud gravita da quasi venticinque anni. Entrambe le iniziative, gremite, sono servite a sostenere la campagna #Noinonpaghiamo.
La #Lega ha deplorato anche di recente l'esistenza del Centro Popolare Autogestito Firenze Sud -che da trentaquattro anni ospita iniziative in cui i "valori" occidentali sono volta per volta confutati, svalutati, disprezzati, disconfermati o semplicemente derisi- e ha deplorato anche l'iniziativa specifica.
Due ottimi motivi per dare a entrambe le cose rilievo in ogni sede. Si è quindi pensato di pubblicare qualche video su Youtube, di scriverne sul Cinguettatore, su Instagram e su Blogger.
Tra i brani suonati dai Lou Tapage una cover di Fabrizio de André esplicitamente dedicata a Alfredo #Cospito, al momento in cui scriviamo vicino ai novanta giorni di sciopero della fame in segno di protesta contro il duro regime carcerario cui è sottoposto al sostanziale fine di chiudergli la bocca.
Ripetiamo.
Cospito è nato a #Pescara e non a #Shiraz e non è nemmeno una bella ragazza.
Soprattutto, certe cose vanno benissimo se fatte a #Tehran, a l'#Avana, a #Minsk o a #Caracas: gli appassionati di #raveparty si mettano fiduciosi sulla strada per #Kiev, troveranno l'approvazione dell'intero gazzettificio peninsulare e delle madri non sposate che si atteggiano a difensori dei valori cattolici cui il gazzettame ha tirato la volata per anni. Attenzione a non sbagliare latitudini perché nell'"Occidente" della democrazia da esportazione l'esistenza delle pecore nere non è prevista e basta una scritta su un muro per vedersela con la gendarmeria politica nel tripudio delle tolleranze zero e dei giri di vite che sono la passione degli stessi gazzettieri di cui sopra.
La mamma umana di Lillo
in reply to Antonino Campaniolo 👣 • • •Non mi è mai piaciuto essere iscritta ad un social, ma in questo finalmente si 😄
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