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Le sanzioni e il loro danno alla fiducia delle imprese potrebbero ridurre il commercio e gli investimenti russi con l'Occidente per decenni


#Garantismi – Dati biometrici: in vendita obbligata


Dati biometrici: in vendita senza possibilità di scampo? Ne abbiamo parlato con Matteo Flora a #[url=https://poliverso.org/search?tag=Garantismi]Garantismi[/url], la rubrica settimanale su diritti digitali, privacy e tecnologia.…

Dati biometrici: in vendita senza possibilità di scampo? Ne abbiamo parlato con Matteo Flora a #Garantismi, la rubrica settimanale su diritti digitali, privacy e tecnologia.

Guarda il video:

youtube.com/embed/BvzWya2BpWc?…


guidoscorza.it/garantismi-dati…




In Francia le segreterie dei partiti guardano già oltre al 24 aprile, verso le elezioni legislative, quando saranno costretti a fare allenze




PNRR: 21 Borghi avanguardia della rigenerazione culturale


Dopo qualche mese di rimbalzo mediatico della sigla PNRR, acronimo misterioso per gli scettici, lettere salvifiche per i promotori della rinascita, il 18 marzo scorso è stata ufficializzata la selezione dei 21 borghi eletti come destinatari meritevoli di

Dopo qualche mese di rimbalzo mediatico della sigla PNRR, acronimo misterioso per gli scettici, lettere salvifiche per i promotori della rinascita, il 18 marzo scorso è stata ufficializzata la selezione dei 21 borghi eletti come destinatari meritevoli di una parte dei finanziamenti del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Il PNRR è lo strumento ideato dall’Italia per aderire al programma europeo Next Generation EU, finalizzato ad incentivare la ripresa economica post pandemia Covid-19.

Quest’ultimo è stato declinato nei singoli Stati europei attraverso calls for proposal, ossia bandi che hanno attivato progettualità focalizzate sulla sostenibilità economica ed ambientale, sulla digitalizzazione e su forme innovative di imprenditorialità. Dalla somma dei fondi europei e dei complementari nazionali stanziati per il PNRR si è giunti ad una titolazione di finanziamento senza precedenti: 191,5 miliardi di euro, di cui almeno 1.020 milioni di euro per i borghi.

L’investimento del Piano è suddiviso in due linee d’intervento: la linea A, ossia quella dei Progetti pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei Borghi a rischio abbandono e abbandonati, giunta adesso alla fase di selezione delle 21 realtà territoriali, è corredata da una dotazione finanziaria di 420 milioni di euro; la linea B è invece dedicata a progetti locali di rigenerazione e potrà contare su 580 milioni di euro.

Sono questi alcuni dei filoni tematici comuni alle proposte dei 21 borghi:
Spazio. Ricettività diffusa, residenzialità culturale, co-working, south-smart working, nomadismo digitale: tutte proposte di cambio destinazione d’uso dei luoghi in chiave white box.

Formazione. Promozione di scuole di alta formazione specifica, valorizzazione del patrimonio culturale immateriale, attenzione al culto della memoria e delle tradizioni.

Sviluppo. Incubazione di start up, imprenditoria creativa e canonica, turismo esperienziale, digitalizzazione.

Sostenibilità. Recupero coltivazioni in disuso, impianti green.

Tutti gli interventi progettati dai borghi traggono beneficio dalla contaminazione tra i vari settori produttivi e hanno eletto come punto di forza imprescindibile il fare rete, in termini di condivisione di idee, di competenze e di scelte di partenariato.

Stay tuned per la seconda linea di azione del bando!

Per l’elenco completo dei 21 borghi selezionati consultare cultura.gov.it/comunicato/2249…

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La guerra come non so spiegarla a mio nipote


Vincenzo vive nella sua camera. Una naturale tendenza adolescenziale e personale a prendere le distanze, fisiche, dalla famiglia, supportata dal lockdown, dalla Dad, dai social, si è consolidata in questi ultimi mesi. Sporadicamente facciamo prudenti incu

Vincenzo vive nella sua camera. Una naturale tendenza adolescenziale e personale a prendere le distanze, fisiche, dalla famiglia, supportata dal lockdown, dalla Dad, dai social, si è consolidata in questi ultimi mesi. Sporadicamente facciamo prudenti incursioni nella sua privacy. Preparo due mug con un earl grey e tento una sortita.

La sua postazione alla scrivania davanti al grande schermo del computer è la solita, ma la schermata no. Scene della guerra si susseguono davanti ai suoi occhi e commenti nelle cuffie. Mi siedo sul suo letto e aspetto. Stacca gli occhi e le cuffie e mi vede. Mi vede? Tacciamo. Scene di devastazione continuano a scorrere interrotte da primi piani di inviati muti malgrado le labbra in movimento. Gli porgo la tazza che poggia sul ripiano.

Nonna. E’ il suo modo di chiedere, è l’introduzione alle nostre conversazioni da quella prima volta che mostrandomi l’orsetto di peluche mi ha chiesto Nonnì, è buono? Non fa gnam di nessuno, no? No, è buono, mangia miele. E gli faccio il solletico con il pon pon della codina.

Lo schermo è occupato da un carrarmato, intorno gente che scappa. Nonna, Cerco parole e rassicurazioni, ma non ne trovo nemmeno una. Non avevo mai pensato che potesse esserci una guerra qui da noi. Una guerra così con i missili, i carri armati, le bombe, i soldati che uccidono, la gente che muore, che scappa. Se pensavo a una guerra la immaginavo da parte di alieni, con navicelle spaziali e armi che partono dalla mente. Una cosa insomma concepita solo da esseri non umani. Nonna, quei soldati sono poco più grandi di me. Guarda un po’ la pila di libri sul tavolo, un po’ lo schermo, un po’ la lattina di coca. E poi guarda me. Aspetta che spieghi, metta le cose a posto, anche se scomodamente, che rassicuri.

Non so, Vincenzo, neanche io, che pure sono anziana, ho mai visto una guerra. Anche io pensavo che sono cose lontane dal nostro mondo occidentale, per le quali protestiamo, facciamo dimostrazioni, mandiamo soccorsi, scriviamo, leggiamo, discutiamo e ci battiamo con i mezzi che abbiamo per la libertà e i diritti di tutti. Neanche io immaginavo…Ti potrei dire, come faccio quando studiamo insieme letteratura, che “Sei ancora quello della pietra e della fionda…”

Ti potrei dire che sarà la pace comunque ad averla vinta, ti potrei dire che ognuno di noi deve fare la sua parte, quella che gli tocca, ti potrei dire che tutto il mondo ha paura, ma che la paura non deve averla vinta sul coraggio, ti potrei dire, giocando un po’ d’azzardo, che noi non saremo toccati da questa sciagura ma che tanti come noi sono sommersi dalla sciagura…solo che il tempo degli orsetti è scaduto.

Potrei anche dirti che non posso fare a meno di sentirmi sollevata dal fatto che tu abiti a Catania, che hai 16 anni, che nemmeno al Luna Park prendi un fucile in mano, che il tuo solo, segreto corridoio umanitario è su Instagram con i tuoi amici. E sentendomi sollevata sprofondo in una voragine di colpa. La tazza è ancora lì, sulla scrivania. Intonsa.

Guardiamo muti le immagini che scorrono. Vincenzo non mi chiede più spiegazioni, ma si gira verso di me e mi circonda con le braccia. Io non avevo avuto il coraggio di farlo, e a ben pensarci è da un bel po’ che non l’ho più. Nonnì.

Vincenzo prende la fisarmonica, ultimo amore nella lista degli strumenti amati, e si mette a suonare.
Non sapevo che Russians si potesse suonare alla fisarmonica.
Aggiungilo alla lista delle cose che non sai.
Saranno loro migliori di noi, questo lo so.

Patologia: stati intensi e acuti di smarrimento
Terapia: preparate pure un earl grey, ma non è certo che ricorderete di berlo. Lettura: Genesi, cap. 4, 1-16

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Perchè la guerra in Ucraina suscita sospetti sui progetti della Russia sul Kazakistan, che negli anni ha sempre sostenuto essere territorio russo


Il populismo che preoccupa


Dopo la pandemia, la guerra. Dopo tre dosi di vaccino anti-covid19, forse è tempo per noi italiani, di fare un pensierino per la somministrazione di un altro vaccino. Perché c’è uno spettro che si aggira per l’Europa: il populismo. Anche questo andrebbe t

Dopo la pandemia, la guerra. Dopo tre dosi di vaccino anti-covid19, forse è tempo per noi italiani, di fare un pensierino per la somministrazione di un altro vaccino. Perché c’è uno spettro che si aggira per l’Europa: il populismo. Anche questo andrebbe tenuto a bada, un contrafforte respingente sarebbe assai utile e rassicurante.

Il virus del populismo è pericoloso. Si avvicina con passo felpato, assorbe tutti i malumori e comincia a somministrare un certo modo di star bene. Semplifica i problemi, è sensibile alle rivendicazioni e procede spedito a distribuire soluzioni immediate ed efficaci. Se gli immigrati danno fastidio, c’è una soluzione. Se la droga e il suo spaccio urtano la quiete di tanti quartieri, basta stanare i responsabili casa per casa. Se la mafia incalza, invece di sradicarla, passiamo a conviverci. Con la cultura non si mangia. Se la giustizia è difficile ad amministrarla, si può pensare alla pena di morte. Se le cure sanitarie costano troppo, per non gravare sulle casse dello Stato, mettiamo un tetto all’età di coloro che possano ricorrervi. Piace questo programma? Al popolo sì, certamente. Se poi ci fermiamo a sillabare parola per parola, un po’ meno. Per intanto, a furor di popolo, è importante strappare consenso.

Il populismo fertilizza la mente di coloro che nascono demagoghi e svogliatamente si convertono alla democrazia. Meglio sarebbe dire: vi si adattano. Tant’è che lo fanno solo per entrare in gioco e subito dopo proporre come uscirne. Tutti ricordiamo “i pieni poteri” invocati da Matteo Salvini sotto il sole cocente dell’estate di qualche anno addietro. E ricordiamo pure l’effetto che fecero quelle parole del facilitatore Salvini. Lo stesso di quello che fanno espressioni simili quando si tratta di passare sul cadavere di chiunque purché si arrivi alla terra promessa delle proprie farneticazioni.

Si racconta della vita di Aldo Moro l’effetto che gli fece un comizio tenuto in Puglia. Appena sceso dall’auto fu accolto da urla e applausi. Si guardò intorno e rimase incredulo. Ancora più sconcertato apparve il suo viso ogniqualvolta – e si registrò troppo spesso – veniva interrotto da battimano concitato e privo di pertinenza. Proseguì un po’ controvoglia e quasi in fretta riparò in auto. Per un pezzo del tragitto rimase in silenzio. Un collaboratore allora gli chiese: “Presidente, è soddisfatto di questo incontro?”. “No – rispose – direi che sono preoccupato. Provate ad immaginare una folla così fatta in mano ad un demagogo, la condurrebbe dove?”.

Ci sono demagoghi e populisti in servizio attivo ai nostri giorni? Ci sono e sono quelli che devono trovare – e dicono di aver trovato – giustificazioni ad una guerra. Ma dietro a questi tali ve ne sono altri che a loro tempo hanno anche delineato il profilo politico culturale e personale dello stesso Putin. E siccome l’esito dei populisti e delle loro convinzioni è sempre dopo i fatti che si può analizzare, la domanda viene su da sola: quando Berlusconi e Salvini parlavano dello statista Putin fingevano o erano sinceri? Se fingevano, è un conto. Ma se non fingevano e parlavano seriamente, è tempo di interrogarsi sulla bontà dei parametri mentali che stavano nelle loro teste. Perché una cosa resta vera: chi semina vento, raccoglie tempesta.

Solo che oggi, al di là del pensiero e della loro manifestazione, il caso dei leader ci interessa ben poco, se, per esempio, parlino o non parlino per confermare o per smentire il predetto. Quello che più ci preme è invece la nostra posizione e cioè: riusciamo ancora a tenere a bada i populisti? E prima ancora: sappiamo distinguere chi lo è e chi non lo è? Veramente ci piace il populismo e veramente può essere buon amico della democrazia?

Perché una cosa è certa: la guerra, l’invasione, il sangue che scorre, la morte, i lutti e le ferite che resteranno, ci convincono di una realtà: l’Italia è una grande democrazia. Difficile e complessa, sicuramente. Dove finanche occorrono due firme e una non basta se il conto corrente bancario è stato impostato a firme congiunte. Una piccola democrazia che comincia dal basso.

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Se sia tutta colpa degli Stati Uniti e Vladimir Putin sia una vittima della Nato, o, invece, se il Presidente russo sia in preda a incontrollabili ambizioni imperiali da XIX secolo – dibattito che in Italia ha assunto la forma di un derby calcistico …




Amazon ha reso noto un contratto per l’acquisto di 83 lanci per il posizionamento della costellazione Kuiper per la rete ad alta velocità



Gnod - Hexen Valley


Difficile stare al passo con la discografia degli Gnod, all'inizio di aprile in prima linea con un nuovo capitolo, “Hexen Valley”.

iyezine.com/gnod-hexen-valley

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Privacy Daily – 11 aprile 2022


L’uso del riconoscimento facciale in guerra Clearview AI viene utilizzato per verificare l’identità dei soldati russi, compresi quelli deceduti, e dei viaggiatori in Ucraina, secondo…

L’uso del riconoscimento facciale in guerra
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Clearview AI viene utilizzato per verificare l’identità dei soldati russi, compresi quelli deceduti, e dei viaggiatori in Ucraina, secondo quanto riporta il New York Times. Clearview ha creato più di 200 account per gli utenti di cinque agenzie governative ucraine, con oltre 5.000 ricerche condotte. I critici, come il vicedirettore di Fight for the Future Evan Greer, hanno sollevato preoccupazioni sull’espansione dell’uso della tecnologia di riconoscimento facciale, ritenendo che dovrebbe essere vietata in tutto il mondo perché i governi l’hanno usata per perseguitare le minoranze e reprimere il dissenso

Services that put a name to a face, including Clearview AI, are being used to identify Russian soldiers, living or dead, and to verify that travelers in Ukraine are who they claim, New York Times reported. Clearview has created more than 200 accounts for users at five Ukrainian government agencies, which have conducted more than 5,000 searches. Evan Greer, a deputy director for the digital rights group Fight for the Future, is opposed to any use of facial recognition technology, and said she believed that it should be banned worldwide because governments had used it to persecute minority groups and suppress dissent.

nytimes.com/2022/04/07/technol…


La Germania ritarda l’attuazione delle norme dell’UE sulla protezione dei dati
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Il commissario federale tedesco per la protezione dei dati e la libertà di informazione Ulrich Kelber ha consegnato il rapporto annuale al Bundestag, in cui afferma che il paese ha ritardato l’attuazione della direttiva dell’UE sulla protezione dei dati, riferisce Euractiv. Kelber ha affermato che la Germania è rimasta indietro rispetto ad altre nazioni in particolare nell’ambito degli affari interni e della giustizia. La pandemia, che ha colpito la protezione dei dati e la libertà di informazione in diverse aree è stata uno degli elementi dominanti del rapporto annuale del commissario Kelber.

In the annual report presented to the Bundestag Germany’s data protection commissioner Ulrich Kelber criticised the country for delaying its implementation of the EU data protection directive, particularly in the field of justice and home affairs. EURACTIV Germany reports. The pandemic, which affected data protection and freedom of information in many areas, was a prominent feature in the annual report data protection commissioner Kelber-

euractiv.com/section/data-prot…


I 25 anni di privacy – L’anniversario dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali – il video
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“25 anni di privacy in Italia” – L’anniversario del Garante per la protezione dei dati personali – il video e la pagina tematica.

25 years of privacv in Italy – The anniversary of Italian Data Protection Authority,, watch the video and the dedicated page on:

gpdp.it/25-anni-di-privacy-in-…


guidoscorza.it/privacy-daily-1…



Carabinieri condannati per la morte di Stefano Cucchi e Italia condannata per la morte di un bambino. Dietro due storie orrende, fra loro lontane, s’intravvede un problema enorme, collettivo, che inspiegabilmente non riesce ad imporsi all’opinione pu…


AGGIORNAMENTO COVID 19 DEL 8 APRILELa Asl Roma 5 ha comunicato che da sabato 2 ad oggi venerdì 8 aprile  ci sono stati 751 nuovi casi positivi al Covid 19 a Guidonia Montecelio.


Corte di Cassazione: l’invio di una comunicazione per acquisire il consenso dell’utente equivale essa stessa a una comunicazione commerciale.


Con l’ordinanza n. 9920 del 28 marzo 2022, la Corte di Cassazione ha fornito preziosi chiarimenti in relazione alle campagne volte all’acquisizione del consenso al trattamento dei dati personali per... L'articolo [url=https://www.e-lex.it/it/cassazione-c

Con l’ordinanza n. 9920 del 28 marzo 2022, la Corte di Cassazione ha fornito preziosi chiarimenti in relazione alle campagne volte all’acquisizione del consenso al trattamento dei dati personali per finalità di marketing.

Nella pronuncia in esame, la Corte di Cassazione ha riconosciuto – accogliendo il ricorso dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali – l’illiceità dei trattamenti di dati personali consistenti nell’invio di comunicazioni volte a richiedere il consenso al trattamento per finalità di marketing nei confronti di interessati che in precedenza non avevano fornito o avevano ritirato tale consenso.

L’ordinanza prende le mosse da un ricorso proposto dal Garante per la protezione dei dati personali avverso la sentenza n. 10789/2019 del Tribunale di Roma, con cui il giudice di merito aveva accolto l’impugnazione, presentata da una società, avverso il provvedimento dell’Autorità n. 437 del 27 ottobre 2016. La società, nel caso di specie, aveva proceduto all’invio di comunicazioni finalizzate al recupero del consenso per finalità di marketing sia a clienti di nuova acquisizione sia a quelli già presenti nella customer base.

Il giudice di merito, in particolare, aveva ritenuto che l’art. 130, comma 1, del D. Lgs. 196/2003 (Codice Privacy), nonostante vietasse le attività promozionali o pubblicitarie in assenza di consenso, non risultasse di ostacolo all’invio di messaggi diretti proprio ad acquisire suddetto consenso, da manifestarsi poi in modo consapevole da parte del cliente e finalizzato al successivo inoltro da parte dell’azienda di offerte commerciali.

Preliminarmente, si evidenzia che nel ricorso presentato dal Garante veniva rappresentata la violazione dell’art. 2 Cost., art. 8 Cedu, art. 8 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, e degli artt. 6, comma 1, del Regolamento (UE) 2016/679, e 130 del Codice Privacy.

Ad avviso dell’Autorità, infatti, la società, con l’invio di sms finalizzati all’acquisizione del consenso per l’effettuazione di attività di marketing a un bacino di utenti i cui dati personali erano stati trattati in difetto del consenso originario, aveva posto in essere un’attività contra legem, costituente essa stessa un trattamento illecito di dati personali per finalità di marketing nei riguardi di chi quel consenso non lo aveva manifestato.

La Corte di Cassazione ha condiviso l’orientamento del Garante Privacy fornendo le seguenti osservazioni:

  • l’art. 130, comma 1, del Codice Privacy, che disciplina le cd. “comunicazioni indesiderate”, non richiede il consenso esclusivamente per l’invio di materiale o per la vendita diretta, ma anche e più semplicemente per l’invio di generiche “comunicazioni commerciali”;
  • la richiesta di consenso per l’effettuazione di successive attività promozionali costituisce essa stessa una “comunicazione commerciale”, dal momento che è teleologicamente preordinata, connessa e finalizzata all’invio di comunicazioni commerciali;
  • tale considerazione era già stata sostenuta dalla Corte di Cassazione in relazione alla comunicazione telefonica finalizzata a ottenere il consenso per fini di marketing da chi l’abbia precedentemente negato, poiché la finalità alla quale è imprescindibilmente collegato il consenso richiesto per il trattamento concorre a qualificare il trattamento stesso (si veda ordinanza Cass. Civ. sez. I – 26/04/2021, n. 11019);
  • il trattamento dei dati personali delle persone contattate, in assenza di consenso legittimamente manifestato, è illecito a prescindere dal fatto che l’interessato sia iscritto nel registro pubblico delle opposizioni (si veda ordinanza Cass. Civ. sez. I – 26/04/2021 n. 11019).
  • l’art. 130, comma 2, del Codice Privacy, estende l’applicazione del comma 1 anche alle comunicazioni elettroniche, effettuate per finalità di marketing, mediante posta elettronica, telefax, messaggi del tipo Mms (Multimedia Messaging Service) o Sms (Short Message Service) o di altro tipo;
  • con riguardo all’invio di comunicazioni mediante sistemi automatizzati, si deve ricordare la ratio protettiva individuabile nella Direttiva cd. e-privacy 2002/58-CE, all’epoca vigente, espressamente tesa ad evitare l’utilizzo surrettizio di mezzi rivolti all’attività di marketing nonostante la mancanza di consensi esplicitamente, e anteriormente, non rilasciati dai soggetti interessati.

Indubbiamente il provvedimento della Suprema Corte interviene su una tematica centrale e dibattuta nello specifico ambito del trattamento dei dati personali per finalità di marketing.

Con l’ordinanza, in definitiva, la Cassazione afferma che tali comunicazioni configurano di per sé un trattamento illecito di dati personali, poiché la ratio sottesa alla normativa in materia di protezione dei dati personali induce ad equiparare la mancanza del consenso al dissenso, con esplicita esclusione dell’applicabilità del regime dell’opt-out della volontà dell’interessato. Di conseguenza, nel caso in cui il consenso per finalità di marketing non sia stato prestato precedentemente all’inizio del trattamento, ad esempio all’atto di stipula di un contratto o della richiesta di un servizio, non sarebbe possibile esperire successivi ed estemporanei tentativi di acquisizione in carenza di un valido presupposto di liceità del trattamento. Ciò, in particolare, ha degli effetti diretti sulle attività intraprese dai titolari del trattamento al fine di “sanare” l’assenza del consenso, poiché dovranno essere progettate tenendo conto dei principi sanciti dal Garante Privacy e ormai confermati dalla Cassazione.

Alessandro Perotti

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Le sanzioni occidentali sono “senza precedenti”: nell’ultimo mese e mezzo in tantissimi lo hanno ripetuto, dalla Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen allo stesso presidente russo Vladimir Putin.


Ecco la UE dopo la pandemia secondo l'Eurobarometro: attenzione alla percezione dell’appartenenza, economia, fiducia nelle prospettive


La Francia ha molto in comune con l’Italia: chi e perché ha lasciato quei 'vuoti' che sono stati riempiti dalle forze politiche che ora si temono?


Fuori dall' Ucraina, questa è la guerra dell'ipocrisia, della propaganda, del pensiero unico e delle troppe cose che non si spiegano

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INDIGNAZIONE A COMANDO


Ci si indigna per l’ennesimo massacro di guerra, un orrore perpetrato nella città ucraina di Bucha e, se effettivamente avvenuto, non sarà l’unico né tantomeno l’ultimo. Da sempre i civili inermi sono le vere vittime di ogni conflitto e la storia abbonda di questi crimini, per questo il vero crimine è la guerra in sé e chiunque non la condanni si rende complice di ogni vita persa in combattimento, di ogni civile caduto, di ogni massacro e di ogni pulizia etnica.

iyezine.com/indignazione-a-com…



FreeSewing è un progetto software open source con l'obiettivo di diventare la Wikipedia dei modelli di cucito.

«Forniamo una libreria di base per la progettazione di modelli parametrici, una libreria in continua crescita di progetti implementati nel codice, nonché una serie di strumenti adiacenti per la creazione di interfacce moderne sulla nostra piattaforma.

Non siamo interessati alla moda, alle tendenze o alla pubblicazione del nuovo modello caldo della stagione. Invece, vogliamo responsabilizzare i maker distillando la conoscenza della comunità del cucito in progetti parametrici + documentazione e rendere tali informazioni liberamente disponibili.»

FreeSewing è creato da collaboratori che sono tutti volontari e supportati finanziariamente attraverso Patron .

freesewing.org/

(segnalato da @Elena ``of Valhalla'' )





Big Tech non sta rubando i contenuti degli editori di notizie.
Sta rubando i loro soldi!

Gran bell'articolo di @doctorow a proposito dell'impatto di BigTech sull'editoria e sull'incapacità del legislatore di arginare questo potere)

doctorow.medium.com/big-tech-i…




Non si era mai vista in Francia una campagna elettorale così piatta e dall’esito scontato, nonostante gli scenari drammatici degli ultimi tempi (la violenta protesta dei gilet gialli, la pandemia) e l’attuale tragica cornice della guerra in Ucraina.


Perchè la rielezione di Macron è l'esito più probabile e l'elezione di Le Pen non è probabile, ma possibile sì



Unknown parent




La privacy secondo te: la parola a Giancarlo Magalli


Un bel viaggio tra aneddoti curiosi della storia della televisione italiana per raccontare cos’è la privacy per Giancarlo Magalli. Vi siete incuriositi? Guardate l’intervista per…

Un bel viaggio tra aneddoti curiosi della storia della televisione italiana per raccontare cos’è la privacy per Giancarlo Magalli. Vi siete incuriositi? Guardate l’intervista per la “La privacy secondo te”, la rubrica con Italian Tech.

Guarda il video qui.


guidoscorza.it/la-privacy-seco…



Alla fine il ministero per la Transizione ecologica (Mite) ha dovuto ammetterlo: è stato un attacco informatico a motivare la scelta di spegnere tutti i server e oscurare il sito web del dicastero, ormai al terzo giorno di inattività.

“Siamo sotto attacco degli hacker”. Il Mite spegne tutti i computer

L’allarme al ministero della Transizione ecologica

di ARTURO DI CORINTO per La Repubblica del 9 Aprile 2022

Alla fine il ministero per la Transizione ecologica (Mite) ha dovuto ammetterlo: è stato un attacco informatico a motivare la scelta di spegnere tutti i server e oscurare il sito web del dicastero, ormai al terzo giorno di inattività.

Il problema era stato annunciato dallo stesso ministro Roberto Cingolani, durante una trasmissione radiofonica in cui aveva detto che erano state rilevate minacce al perimetro esterno del Mite. La formula usata per giustificare l’oscuramento della propria vetrina pubblica e il blocco dei suoi servizi aveva suggerito subito due spiegazioni: la scelta era il risultato di una eccessiva cautela del ministero o la consapevolezza mal dissimulata di avere un malware in pancia.

Quello che sappiamo intanto è che il 23 marzo scorso il Cert-Agid, un tempo la squadra di pronto intervento per tutta l’informatica della Pubblica amministrazione, ha comunicato l’esistenza di una campagna di malspam, cioè email malevole i cui mittenti usano come esca il logo del Mite, e finti indirizzi del suo ufficio relazioni con il pubblico, per prendere all’amo chiunque ci caschi e riversargli nel computer il malware Ursnif.

Siccome quasi tutti gli attacchi informatici iniziano settimane o mesi prima attraverso queste campagne di malspam, c’è stato chi ha ipotizzato che il pericolo rilevato dal Mite potesse essere legato proprio a questo trojan informatico.

Ursnif è un pericoloso malware di tipo as a service, cioè un vendita o affitto a chiunque lo paghi, che infetta velocemente le macchine bersaglio ed è molto gettonato dai cosiddetti Iab, gli Initial access broker, gli intermediari che rivendono le credenziali rubate a chi vuole eseguire un attacco informatico.

Altra ipotesi è che la decisione di spegnere tutto sia derivata dall’intercettazione sul perimetro ministeriale di Cobalt Strike, uno strumento per testare le difese informatiche diventato uno dei tool preferiti dai cyber criminali per sfruttare le vulnerabilità dei sistemi bersaglio con apposite tecniche d’attacco. Rilevare la sua presenza, il suo “agent”, sulla macchina della vittima (si chiama Beacon), significa che l’attaccante è già penetrato nella infrastruttura e che la Cyber Kill Chain, i passaggi necessari a colpire la vittima, è stata già avviata, visto che permette l’esecuzione di comandi, esfiltrazione e upload di file, acquisizione di privilegi amministrativi sui pc. Costa solo 3.500 dollari ed è alla portata di qualsiasi criminale, ma è stato usato anche dagli hacker russi di Conti Group, schierati col Cremlino. Il Mite ha affermato tuttavia che per ora non ci sono evidenze di un’eventuale furto di dati.

Se spegnere i computer è apparsa a molti esperti come una risposta improvvisata, in questo caso potrebbe essere stata la scelta più giusta da fare, consapevoli, come ha dichiarato il direttore dell’Agenzia nazionale per la cybersicurezza, Roberto Baldoni, della necessità di sanare, e presto, le vulnerabilità dei sistemi digitali della nostra pubblica amministrazione.


dicorinto.it/testate/repubblic…

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