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URGENTE: Il giornalista palestinese Saleh Al-Jaafarawi è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco...

URGENTE: Il giornalista palestinese Saleh Al-Jaafarawi è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco da uomini armati sconosciuti nel quartiere Tel Al-Hawa di Gaza City.

Fonte :canale Telegram Palestina Hoy



DIY 35mm Film Scanning


If you are sitting on a horde of negatives, waiting for the digital photography fad to die off, it may be time to think about digitizing your old film. [Kinpro1024] can help with the PiDigitzier, an open-source film scanning solution. The build centers around a Pi Zero 2, a Pi HQ camera, and a diffusing LED lighting fixture. Of course, there’s also some miscellaneous hardware and a camera lens; the example used a Pentax 50 mm f1.8 lens.

Half of the project is mechanical. An MDF tower provides a stable 250 mm workspace and decks that can slide up and down using threaded rods and curtain rods. Apparently, leveling the platforms is important not only for the optics but also to allow the MDF to move along the rods without binding.

On the software side, some Python software orchestrates the capture and builds a high-resolution scan by combining three different images from different positions. As you might expect, though, the image stitching doesn’t occur on the Pi.

[Kinpro1024] has only scanned black and white film so far because the LEDs have a poor color rendering index. If you wanted to scan color film, you may have to experiment with better lighting or software correction. The camera’s rolling shutter also causes some issues if the LEDs don’t hold their intensity through the entire scan. You could, of course, replace this with a global shutter camera.

Stray light can also be a problem. Ideally, you’d use bellows like a big camera, but if that’s not available, you can wing it with some homemade light baffles.

If you decide you want to try color, you will be interested in this project. You might also think of raiding the kids’ Lego box.


hackaday.com/2025/10/12/diy-35…




qualcuno dica a schifani che essere chiamati diesel non è necessariamente un complimento...


Peter Samson, pioniere della cultura Hacker, ci fa ascoltare “Boards of Canada” su PDP-1


In un mondo in cui la musica è da tempo migrata verso lo streaming e le piattaforme digitali, un appassionato ha deciso di tornare indietro di sei decenni, a un’epoca in cui le melodie potevano ancora prendere vita attraverso il bagliore delle lampade e del nastro perforato.

Il più vecchio computer PDP-1, famoso per essere stato la culla di uno dei primi videogiochi, improvvisamente parlò con la voce dei Boards of Canada, eseguendo la loro composizione “Olson” utilizzando nastro di carta e luci lampeggianti.

Il progetto è stato implementato da Peter Samson, pioniere della cultura hacker presso il TMRC e ingegnere e volontario presso il Computer History Museum nell’ambito dell’iniziativa PDP-1.music, lanciata da Joe Lynch.

L’obiettivo era quello di adattare una breve traccia ai limiti tecnici del PDP-1, che utilizzava nastri di carta perforati per l’inserimento dei dati. Ogni sequenza sonora veniva codificata manualmente e registrata su nastro, che doveva essere caricato nel dispositivo passo dopo passo.

L’elemento chiave della riproduzione era l'”Harmony Compiler“, un compilatore sviluppato dallo stesso Samson negli anni ’60, mentre era studente al MIT. Questo strumento era stato progettato per consentire al PDP-1 di riprodurre brani classici utilizzando quattro valvole di segnale.

Originariamente, queste valvole dovevano indicare lo stato del programma, ma furono riadattate come oscillatori in quadratura, diventando essenzialmente convertitori digitale-analogico a bit singolo. Lampeggiando rapidamente alle frequenze audio, ogni valvola veniva trasformata in una sorgente sonora.

Per riprodurre la composizione, i segnali luminosi provenienti dalle valvole venivano combinati in canali stereo e poi assemblati in un’unica traccia utilizzando un emulatore. Il file risultante veniva convertito manualmente in codice adatto al nastro perforato, che veniva poi caricato nel PDP-1.

Nonostante la complessità del processo, i creatori del progetto ritengono che lo sforzo ne sia valsa la pena: la musica dei Boards of Canada, intrisa di nostalgia per il passato analogico, suona piuttosto naturale su una macchina del genere.

Peter Samson. Uno dei primi hacker del Tech Model Railroad Club


Peter R. Samson è un informatico statunitense noto per il suo ruolo pionieristico nel campo della programmazione e per le sue influenti opere nel contesto della cultura hacker. Nato nel 1941 a Fitchburg, Massachusetts, ha studiato al Massachusetts Institute of Technology (MIT) dal 1958 al 1963. Durante il suo periodo universitario, è stato membro del Tech Model Railroad Club (TMRC) di MIT, dove ha svolto un ruolo significativo nel plasmare il linguaggio e la filosofia della cultura hacker.

Nel 1959, Samson ha compilato la prima edizione del “Tech Model Railroad Club Dictionary”, un glossario che ha introdotto termini come “foo”, “mung” e “frob”, molti dei quali sono diventati parte integrante del vocabolario della cultura hacker. Inoltre, ha definito il termine “hacker” come “colui che hackera, o crea”, contribuendo a consolidare l’uso di questo termine nel contesto informatico.

Oltre al suo coinvolgimento nel TMRC, Samson ha contribuito allo sviluppo di software pionieristici per i computer TX-0 e PDP-1, tra cui la sintesi musicale digitale in tempo reale e la creazione di “Spacewar!”, uno dei primi giochi interattivi per compute

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La Cina rafforza la sua presenza nel settore dei cavi sottomarini


Il Segretario generale Xi Jinping ha ribadito che la costruzione di una nazione marittima forte rappresenta un compito strategico fondamentale per il ringiovanimento della Cina. In questo scenario, le tecnologie ottiche marine avanzate assumono un ruolo chiave, poiché la profondità del progresso scientifico determina lo sviluppo delle risorse oceaniche e delle attività offshore.

Le fibre ottiche sottomarine, che trasportano oltre il 95% delle comunicazioni internazionali, costituiscono l’infrastruttura principale della digitalizzazione globale. A Wuhan, una tra le basi di produzione mondiale di fibre e cavi ottici, diverse aziende hanno sviluppato tecnologie capaci di rafforzare la frontiera digitale marittima della Cina, estendendo connessioni fino alle profondità oceaniche pur trovandosi lontano dal mare.

Il settore dei cavi sottomarini ha una portata internazionale enorme, con 1,4 milioni di chilometri di linee attive che trasportano dati finanziari per migliaia di miliardi di dollari al giorno. Storicamente dominato da Stati Uniti, Francia e Giappone, è diventato negli ultimi anni un campo di competizione tecnologica globale. In risposta alle barriere imposte contro la Cina, le aziende di Wuhan hanno accelerato innovazioni e applicazioni per consolidare la propria presenza.

YOFC, leader mondiale nel settore da nove anni, ha posato il primo cavo sottomarino di prova a sette conduttori al mondo nella Greater Bay Area, introducendo soluzioni capaci di ampliare la capacità senza aumentarne lo spessore. Parallelamente, FiberHome ha raggiunto un traguardo di trasmissione a 254,7 Tb/s su 200 chilometri di fibra standard, grazie all’uso di algoritmi di intelligenza artificiale, rafforzando la competitività della tecnologia cinese in scenari transoceanici.

Anche Accelink Technologies ha segnato progressi significativi, superando per la prima volta i 1.000 chilometri di trasmissione ottica a singolo raggio. Questi sviluppi hanno mostrato il valore strategico dei cavi ottici sottomarini, descritti come l'”aorta” della rete globale. La loro assenza rallenterebbe trasmissioni vitali per settori come energia, comunicazioni quantistiche, telemedicina e logistica internazionale, compromettendo sicurezza e sincronizzazione globale.

Gli investimenti hanno reso FiberHome un punto di riferimento mondiale, con un parco industriale capace di produrre 10.000 chilometri di cavi sottomarini all’anno e una catena tecnologica che copre ogni fase, dai dispositivi a chip fino all’ingegneria navale. Anche YOFC ha rafforzato la propria presenza acquisendo una piattaforma per la produzione di cavi marittimi, consolidando così un ecosistema che integra materiali, componenti e sistemi.

La Wuhan Optics Valley si è affermata come centro di innovazione “atipico” in acque profonde, grazie alla collaborazione tra aziende, università e laboratori di ricerca. Questa sinergia ha permesso di trasformare rapidamente le scoperte tecnologiche in capacità industriali, dando vita a un ecosistema completo che sostiene l’autonomia scientifica e tecnologica cinese e rafforza la leadership nel settore delle comunicazioni marine.

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