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Elezioni? Tranquilli, tutti aumenteranno sorveglianza e controllo sociale.


Ogni volta cambiano i partiti e le proposte, ma una verità rimane assoluta: ogni movimento statalista non potrà che aumentare la sorveglianza di massa e il controllo sociale.

Pare che il 25 settembre 2022 qualche milione di italiani tornerà a votare. Io probabilmente non parteciperò, perché non sono rappresentato e l’idea di votare per il male minore non mi è mai piaciuta.

Nonostante questo, vorrei spendere due parole per parlare dell’elefante nella stanza di qualsiasi programma politico: l’aumento esponenziale della sorveglianza di massa e controllo della popolazione, che non solo non accenna a diminuire, ma probabilmente aumenterà ancora a dismisura.

Questo è vero per ogni elezione, ma oggi - dopo due anni assolutamente folli, che ci hanno lasciato in eredità una serie di cicatrici profonde nella nostra sfera privata e libertà - è particolarmente rilevante.

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L’elefante nella stanza


Ci sono in particolare alcuni obiettivi dello Stato che per forza di cose necessitano di violentare la sfera privata dei cittadini per essere perseguiti, a prescindere dalle parti politiche.

Evasione fiscale


Il primo è la lotta all’evasione fiscale. Qualcuno potrebbe promettere di diminuire le tasse, ma nessuno mai prometterà di diminuire i poteri di sorveglianza dell’Agenzia delle Entrate, che negli ultimi anni sono aumentati a dismisura.

Dare potere di sorveglianza all’Agenzia delle Entrate non significa però combattere l’evasione fiscale, così come dare potere alle forze dell’ordine non equivale a combattere il crimine. L’unico vero effetto è aumentare la sorveglianza su persone innocenti, dato che per definizione la sorveglianza colpisce solo coloro che possono e accettano di essere sorvegliati, cioé i piccoli contribuenti che non hanno capacità o volontà di proteggere la loro privacy.

Oggi l’Agenzia delle Entrate ha, almeno su carta, anche la capacità di prevedere il rischio di evasione, grazie all’attuazione della legge di bilancio del 2020. A Di questo ne avevo già scritto a maggio. Oggi ci sono informazioni più chiare in merito, anche grazie a una circolare dell’Agenzia delle Entrate del 20 giugno 2022. La circolare descrive le modalità con cui verranno svolte le attività di analisi del rischio, attraverso un algoritmo chiamato VeRa (Verifica dei Rapporti finanziari):

Con riferimento alle attività di analisi del rischio, le strutture delle Direzioni regionali
competenti per i grandi contribuenti dovranno concentrare le proprie risorse sui soggetti che presentano un maggior rischio fiscale, ovvero su quelli che non esprimono comportamenti collaborativi e trasparenti.

La circolare è chiarissima: l’AdE sarà occupata a valutare il rischio fiscale, soprattutto per quei soggetti che - secondo parametri non meglio specificati - non risultano collaborativi e trasparenti. Ma perché mai qualcuno dovrebbe rinunciare volontariamente alla sua privacy, diritto umano universale? Soprattutto: perché mai accettiamo questo giudizio morale da parte dello Stato, secondo il quale è collaborativo (quindi virtuoso, quindi non a rischio) colui che sacrifica volontariamente un suo diritto individuale? Lo Stato nasce per proteggere i diritti individuali, non per chiederne il sacrificio. Che contraddizione è mai questa?

Qualche partito prenderà posizione contro questa sorveglianza di massa immorale e questa violenza gratuita verso chi non ha nulla da nascondere, ma vorrebbe semplicemente evitare di avere l’Occhio di Sauron fisso sul conto corrente? Ci sarà mai un limite all’espansione dei poteri dell’AdE?

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Riciclaggio


Lo stesso vale per le attività di antiriciclaggio, che col passare del tempo si fanno sempre più pervasive, invadenti e in violazione dei nostri diritti umani.

Da anni ormai ci sono diversi studi che dimostrano quanto le normative antiriciclaggio manchino completamente di proporzionalità, una tesi confermata anche recentemente dal Comitato Europeo per la Protezione dei Dati in una lettera ai commissari europei Reynders (Giustizia) e McGuiness (Finanza).

L’ultimo aggiornamento europeo antiriciclaggio ha come obiettivo primario quello di eliminare ogni forma di anonimato per obbligare ogni cittadino ad essere completamente trasparente “by default” verso lo Stato.

Anche in questo caso chi non collabora, usando strumenti per la protezione della sua privacy e anonimato viene qualificato dallo Stato come persona a rischio riciclaggio. Di nuovo siamo in presenza di un chiaro giudizio morale da parte dello Stato: se collabori e sei trasparente sei un cittadino virtuoso; se invece preferisci tutelare i tuoi diritti e la tua vita privata da aggressioni arbitrarie sei inaffidabile, a rischio.

Come l’evasione, il riciclaggio è un reato senza vittime - danneggia solo lo Stato. In un sistema di libero mercato, con libera moneta, il concetto stesso di riciclaggio perderebbe di ogni significato. Eppure ad ogni aggiornamento normativo perdiamo un pezzetto in più della nostra libertà, senza che nessuno abbia il coraggio di dire basta.

Qualche partito ha mai dichiarato l’immoralità di trattare i cittadini come criminali, sorvegliando, analizzando e giudicando ogni singola transazione economica nello spasmodico tentativo di mantenere il monopolio della moneta e controllare i flussi monetari? Qualcuno dirà mai: basta, adesso è troppo?

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Corruzione


La corruzione è un altro fenomeno che, come per evasione e riciclaggio, danneggia esclusivamente lo Stato (la sua reputazione).

Anche la corruzione ormai giustifica qualsiasi tipo di sorveglianza e controllo dei flussi finanziari e della vita degli imprenditori. Non solo non si vede fine alla pervasività dei controlli, ma ultimamente sono stati messi in campo anche algoritmi che dovrebbero valutare il “rischio di collusione con la mafia, attraverso l’analisi di alcuni parametri come il basso numero dei dipendenti o transazioni “sproporzionate”. Un sistema di questo tipo è già in uso presso la Cassa Depositi e Prestiti.

Di nuovo, l’assioma dello Stato è che ogni imprenditore debba essere trasparente “by default” e collaborativo, senza alcuna capacità di proteggere la propria privacy o dignità personale.

Come per la sorveglianza e il riciclaggio, la sorveglianza nel campo della corruzione non ha in realtà alcun effetto sulla corruzione. Lo ripeto: le uniche persone disposte a farsi sorvegliare sono gli innocenti. I “criminali” sono tali proprio perché riescono a sfuggire ai controlli dello Stato. E infatti la mafia è la migliore industria italiana, nonostante tutta la sorveglianza.

Volete diminuire la corruzione? È molto semplice, basta eliminare ogni interferenza dello Stato nel mercato e chiudere il Parlamento. Senza Stato non può esserci corruzione. Non serve trattare i cittadini come criminali, a meno che lo scopo della “lotta” alla corruzione, all'evasione e al riciclaggio, non sia in realtà proprio il controllo della popolazione e la difesa degli interessi di Stato dalla libertà delle persone. Perché sì, la libertà delle persone non può coesistere con la libertà delo Stato: quando si espande l’una, deve restringersi l’altra.

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Comunicazioni


La sorveglianza di Stato non è solo finanziaria, ma si estende anche ad ambiti ben più privati, come il monitoraggio delle nostre conversazioni private e dei tabulati telefonici.

Per quanto riguarda il monitoraggio delle comunicazioni, ve ne ho parlato davvero tanto a più riprese negli ultimi due anni: il tema è quello del Regolamento europeo Chatcontrol, che promette di creare un regime di spionaggio e analisi algoritmica per ogni singola comunicazione (chat, email, social) di ogni singolo cittadino europeo. Lo scopo è combattere la criminalità, ma ancora una volta l’assioma è che siamo tutti potenziali criminali da intercettare con ogni mezzo. Non vorrei ripetermi, ma ancora una volta vale la pena sottolineare che intercettare le comunicazioni di 500 milioni di cittadini innocenti non risolverà affatto la criminalità…

Che dire poi della conservazione dei tabulati telefonici, che in Italia sfora qualsiasi limite di ragionevolezza ed è già stata dichiarata in violazione dei diritti umani da una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea?

Qualche partito si è detto contrario all’intercettazione e analisi di ogni comunicazione digitale dei cittadini italiani? Qualcuno ha detto che dovranno essere riformate le politiche di data retention dei tabulati telefonici? No - perché in fin dei conti fa molto, molto comodo che sia così.

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Videosorveglianza


Per quanto riguarda invece la videosorveglianza fisica, è sotto gli occhi di chiunque l’esponenziale aumento di telecamere e termoscanner, anche con riconoscimento facciale, negli ultimi due anni - spesso anche ad altezza uomo. Ci sono alcune stazioni della metro a Milano in cui nello spazio di alcune decine di metri quadri sono state accozzate decine di telecamere.

41350Immagine presa dalla campagna Reclaim Your Face, di cui Privacy Network è partner.

Di nuovo l’assioma è che la videosorveglianza sia indispensabile per garantire la sicurezza delle nostre città - come se fossimo un branco di animali da tenere sotto osservazione. Ovviamente non è vero, è solo una questione di percezione e non di insicurezza reale.

La percezione di insicurezza nelle nostre città viene usata da ormai vent’anni come grimaldello politico per legittimare l’acquisto e l’installazione di sistemi di sorveglianza sempre più pervasivi. Ad esempio, lo scorso anno Calenda ha affermato di voler installare a Roma 6.000 nuove telecamere (a fronte delle attuali 1.300), ammettendo al tempo stesso che in rapporto alla popolazione la città ha meno criminalità di Milano, Napoli, Torino, Firenze e Venezia. Perché allora voler riempire la città di telecamere?

Ogni amministrazione locale che si succede non fa altro che aumentare il numero di telecamere, a prescindere da qualsiasi valutazione di merito. Se nessuna forza politica prenderà mai in mano la cosa, entro una decina di anni ci troveremo le città con più telecamere che persone. Se è davvero questione di sicurezza, perché non rimuovere le telecamere dalle zone che oggettivamente possono essere reputate sicure? Perché nessuno dice: ok, abbiamo reso più sicura una zona della città, ora possiamo essere più liberi dalla sorveglianza?

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Lo Stato sociale vive di controllo


Lo Stato Sociale vive di moralità indotta e imposta dall’alto: i cittadini devono essere collaborativi e trasparenti. Chi non lo è, viene automaticamente messo nella colonna dei cattivi. Per quale assurdo motivo non essere trasparenti “by default” verso lo Stato dovrebbe avere una connotazione negativa, e perfino immorale - secondo gli standard dei più accaniti statalisti?

La privacy è un ostacolo alla realizzazione degli interessi dello Stato. Il potere di proteggere la nostra sfera privata e decidere quali informazioni condividere col mondo è in antitesi rispetto alla necessità dello Stato di conoscere tutto dei comportamenti, delle azioni e anche dei pensieri dei cittadini.

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - forse l’unico documento sensato della storia umana, dopo la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti - afferma chiaramente il contrario: la legge, quindi lo Stato, dovrebbe tutelare gli individui da ingerenze arbitrarie nella loro vita privata. Perché allora dal 2001 a oggi sembra che il paradigma si sia capovolto?

La mia idea è che siamo nella fase finale (che potrebbe durare decenni) e discendente dello Stato Sociale. Dopo quasi 200 anni di welfare universale, assistenzialismo, espansione incontrollata dello Stato in ogni ambito umano, siamo arrivati quasi al punto di collasso. Le persone iniziano a capire che un mondo diverso è possibile, che Internet e Bitcoin permettono oggi di avere rapporti umani ed economici senza bisogno di alcun intermediario. Nozioni come riciclaggio, corruzione, evasione, non hanno alcun senso in una società libera, senza ingerenze statali.

Gli Stati sono sempre più indebitati e la povertà aumenta esponenzialmente, e con essa l’assistenzialismo. Per gestire il welfare e mantenere questo equilibrio sempre più precario però è fondamentale conoscere i bisogni delle persone e standardizzare e controllare i loro comportamenti. Così la sorveglianza diventa uno strumento di pianificazione sociale e di protezione degli interessi Statali. Lo stiamo vedendo in Cina e in Sri Lanka e lo abbiamo visto parzialmente anche in Canada.

Chi può, vota coi piedi, emigrando verso Stati più liberali e meno invasivi della sfera privata delle persone. Non stupisce quindi che negli ultimi due anni la California - lo stato più “woke” degli Stati Uniti - abbia perso quasi 400.000 persone/contribuenti.

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Forse è arrivato il momento di valutare i programmi elettorali in base a criteri diversi, tornando al senso originario del “patto sociale”: lo Stato esiste per proteggere i diritti individuali e l’incolumità delle persone - non per proteggere e arricchire se stesso alle spalle dei cittadini.

1977642Dichiarazione d’Indipendenza

Quando un governo diventa distruttivo [rispetto alla Vita, Libertà e perseguimento della Felicità] è diritto delle persone alterare o abolire il governo e istituirne uno nuovo, nelle modalità che più sembreranno adeguate per proteggere la loro incolumità e felicità.”

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Borsa: canapa, USA in negativo, bene quella canadese


Le due principali piazze borsistiche mondiali nel settore della produzione, trattamento e commercializzazione della canapa, ovvero Canada e USA, questa settimana -così come nella precedente- chiudono con valori alternati, solo che gli Usa stavolta chiudono in rosso mentre il Canada -diversamente da quanto è accaduto nella settimana scorsa- chiudono con valori discretamente positivi. Tutto ciò [...]

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Papa Francesco ed il perdono in Canada


Non crediamo mai abbastanza a ciò in cui non crediamo (M. Conte S. 2004) Un anziano signore di bianco vestito, in carrozzella buona parte del tempo, è volato in Canada, una nazione facenteparte del consesso civile occidentale. La sua è una missione non richiesta, ‘penitenziale’ come dicono i credenti, di perdono e scuse per i laici. [...]

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Russia: Putin ha creduto alla sua stessa propaganda e ha fatalmente sottovalutato l’Ucraina


Al Presidente russo Vladimir Putin piace fingere di essere un impareggiabile esperto di storia e politica identitaria ucraina. Tuttavia, ora è evidente che la sua comprensione dell’Ucraina è stata irrimediabilmente distorta dalla sua stessa propaganda. Quando il dittatore russo ha dato l’ordine di invadere l’Ucraina cinque mesi fa, sembra aver creduto sinceramente che il suo [...]

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Il Premio Impatto e l’Arcivernice d’Impatto


Chi legge il titolo si domanda:ma che cos’è l’’Arcivernice’? E’ una sostanza di fantasia che in un fumetto del ‘Corriere dei Piccoli’ (anni 30/40), si spalmava su una immagine e la faceva diventare realtà concreta e operativa. Il Premio Impatto del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale (10°ed-3,4,5 Ottobtre pv) non è un fumetto, ma è [...]

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USA: dall’inchiesta sul 6 gennaio al ‘trumpismo senza Trump’


Nelle ultime settimane, i lavori della commissione d’inchiesta che la Camera dei rappresentanti ha istituito sugli incidenti del 6 gennaio 2021 hanno fatto molto per riportare a centro dell’interesse dell’opinione pubblica internazionale la vicenda dei Capitol Riots e il ruolo che in essa avrebbe avuto l’ex Presidente Donald Trump. In particolare, i lavori della commissione [...]

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#laFLEalMassimo – Episodio 74: Pensioni ed Elezioni


Bentornati alla FLE al Massimo, ultimo episodio prima della pausa estiva. Mentre in Europa continua a imperversare il conflitto avviato dall’invasione russa ai danni dell’Ucraina in Italia assistiamo ad una campagna elettorale che si divide tra le elucubr

Bentornati alla FLE al Massimo, ultimo episodio prima della pausa estiva. Mentre in Europa continua a imperversare il conflitto avviato dall’invasione russa ai danni dell’Ucraina in Italia assistiamo ad una campagna elettorale che si divide tra le elucubrazioni tattiche per massimizzare il risultato, anche a costo di ventilare le alleanze più improbabili e i più abusati stratagemmi comunicativi. Si passa dagli appelli apocalittici per salvare il paese dalle destre alla demolizione dell’Agenda Draghi in chiave populista per capitalizzare il consenso alle urne, derubricando a questione secondaria la predisposizione anche del più vago programma di governo.

Un atteggiamento oltremodo miope a fronte delle rilevanti sfide che il nostro paese si trova ad affrontare con una congiuntura globale particolarmente incerta a causa dell’inflazione e degli squilibri causati dal conflitto in Ucraina, una politica monetaria che dopo decenni ritorna ad orientarsi in chiave restrittiva e il peso di numerosi squilibri macroeconomici, primo fra tutti la presenza di un debito pubblico molto elevato in rapporto al PIL

Senza entrare nel merito di questa o quella proposta politica questa rubrica vuol suggerire di utilizzare come criterio di riferimento per orientarsi le indicazioni date in materia previdenziale.

Il sistema pensionistico del nostro paese è squilibrato, iniquo e realizza un trasferimento intergenerazionale molto penalizzante soprattutto per i giovani. Il totale dei contributi raccolti attualmente non è sufficiente a pagare le prestazioni erogate e dunque si necessita di una integrazione a carico della fiscalità generale.

Un sistema messo in piedi quando il rapporto tra lavoratori e pensionati era molto diverso da oggi e l’aspettativa di vita significativamente inferiore è diventato di fatto insostenibile. Occorre un ribilanciamento che riduca le prestazioni troppo generose erogate oggi e tuteli quelle che rischiano di essere troppo penalizzate in futuro.

Dunque un criterio efficace per valutare le proposte politiche è quello di verificare se sono orientate a peggiorare gli squilibri anticipando l’età per andare in pensione oppure se al contrario si provano a porre rimedio all’ingiustizia della struttura attuale.

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Sul sito del Ministero è disponibile, da oggi, l’annuale approfondimento statistico con i dati relativi alle studentesse e agli studenti con cittadinanza non italiana, riferiti all’anno scolastico 2020/2021.

Qui tutti i dettagli ▶️ https://www.



Rilascio Lemmy v0.16.6: correzioni di bug (19-07-2022)

Scritto da @dessalines@mastodon.social e @nutomic@soc.ialis.me, 19-07-2022

Alcune correzioni di bug:

- Risolto il problema per cui gli attori possono avere una chiave pubblica vuota (correzioni #2347 ) ( #2348 )
- Definizione esplicita della restituzione o meno di attori eliminati ( #2335 )
- Impossibilità di bloccare l'amministratore ( #2340 )
- Aumenta il limite di recupero RSS a 20. Correzioni n. 2319 ( n. 2327 )
- Correzione della lunghezza del campo db post_report.original_post_name (correzioni #2311 ) ( #2315 )
- Aggiunta dell'uso del pub per i db crates in api_common ( #2305 )
- Accetta i "Mi piace" privati ​​( #1968 ) ( #2301 )


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Cretino contraddittorio


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Crescere


La recessione, più che essere uno spettro da cui fuggire, sembra essere una condizione gradita alle propagande politiche, più a loro agio con la sovvenzione che con la produzione. Per tanta parte della cultura politica italiana equidistribuire la miseria

La recessione, più che essere uno spettro da cui fuggire, sembra essere una condizione gradita alle propagande politiche, più a loro agio con la sovvenzione che con la produzione. Per tanta parte della cultura politica italiana equidistribuire la miseria è ideale considerato più nobile rispetto al promuovere la ricchezza. I dati resi pubblici dal Fondo monetario internazionale dovrebbero essere una buona base per ragionare, non per piagnucolare.

L’Italia è il solo Paese sviluppato per cui le previsioni sono state riviste al rialzo, per l’anno in corso. Segno che, nella prima parte dell’anno, non sono stati commessi errori. Hanno festeggiato facendo cadere il governo.

Per il 2023 la previsione di crescita non solo si riduce, ma diventa la più bassa in Europa: 0.7%. La Germania dovrebbe arrivare a 0.8, che non è una grande differenza, ma neanche una consolazione (piuttosto, il Regno Unito è posizionato allo 0.5, alla faccia dell’affare Brexit). Crescere dello 0.7 non è recedere, ma è poco, è meno di quel che serve, come è anche la conseguenza del rialzo dei tassi d’interesse in un Paese troppo indebitato (i titoli tedeschi sono ridiscesi sotto l’1%, il che non porta bene ai nostri). Sarà il caso di ricordare che quel debito è un ostacolo alla crescita e un attentato alla sovranità. Sarebbe interessante che nei programmi elettorali si trovasse almeno un cenno al taglio della spesa pubblica improduttiva, se non altro per rendere meno prive di fondamento le promesse di sgravi fiscali e maggiori spese sociali.

Da quegli stessi dati, però, riemerge quel che sappiamo da molto tempo: il mondo, nel suo complesso, continua a crescere: 3.2% quest’anno e 2.9 il prossimo. In recessione ci va la Russia, con -6% ora e -3.5 nel 2023. Prendano nota i devoti alla potenza russa e gli spiantati delle sanzioni che non funzionano. Se il Mondo cresce l’ambiente è positivo per i Paesi esportatori. E noi lo siamo.

Tutto sta a essere capaci non solo di usare i fondi europei, ma di farlo con il massimo profitto e la massima efficienza, superando pezzi indecenti di arretratezza interna. L’effetto moltiplicatore di ricchezza non è legato tanto alla loro spesa, ma al farlo puntando ad aumentare la produttività. Che sia un’occasione irripetibile sembra una frase fatta, ma a sentire tanta politica sembra ci si rassegni alla disfatta. Crescere si può eccome, mettendosi al passo e al vento del Mondo che chiede i nostri prodotti. Il che comporta investire nella formazione, gettando alle ortiche la ridicolaggine di esami di Stato passati dal 99.9% dei candidati. Comporta aiutare chi ne è fuori ad entrare nel mondo del lavoro, non a restarne fuori. Puntare a che le aziende abbiano margini per investire in innovazione, non solo per la contrattazione salariale. Ricordarsi che la sovranità è data dalla credibilità, non dalla sempre insufficiente prodigalità. Se cominciamo a dire che a 35° percepiti (da chi? come?) si smette di lavorare, anziché approntare pause e rinfresco, si perpetua l’idea che il lavoro sia una disgrazia e non una conquista (inoltre facendo finta di non sapere che in quei lavori all’aperto il tasso di irregolarità è alto, senza cassa integrazione e non seriamente contrastato).

Il cantiere nel Pnrr non è solo la capacità di redigere progetti e dare loro attuazione nei tempi e nei modi stabiliti. Onestamente. È già molto, ma è solo una parte, perché il resto consiste nell’accompagnare quegli investimenti con i cambiamenti, con le necessarie riforme. Alcune realizzate, altre impostate, altre ancora da farsi. Accarezzare rendite e star dalla parte di chi vuol proteggere il proprio mercato impedendone la crescita è la ricetta sicura per il declino.

La maledizione dei riformisti è di doversela vedere da soli contro corporazioni e rendite, nel mentre i massimalisti son lì a lamentare che non è mai abbastanza. Questa trappola ci inchioda da trenta anni. Invece crescere si può, si deve ed è la sola cosa socialmente sana che possa farsi.

La Ragione

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Poesis - Vietri sul Mare 2022, VIII edizione del concorso internazionale di poesia per le studentesse e gli studenti degli Istituti di secondo grado. Gli elaborati devono essere inviati entro il 31 luglio.

Info ▶️ miur.gov.



Grande partecipazione delle scuole del primo ciclo di tutta Italia al concorso di idee “La scuola per la Mascotte di Milano Cortina 2026”, promosso dal Ministero dell’Istruzione con la Fondazione Milano Cortina 2026.


#Scuola, disponibili sul sito del Ministero i dati relativi agli esiti degli scrutini delle scuole secondarie di primo e di secondo grado. In crescita i promossi della scuola del primo grado.

Qui tutti i dettagli ▶️ miur.gov.



Ritratto in piedi di Gianna Manzini


Questo libro, vincitore del premio Campiello nel ’71, è in pratica l’ultima opera di Gianna Manzini, scrittrice italiana “scoperta” da Eugenio Montale. Il romanzo, dedicato alla memoria del padre, riconduce il lettore ai conflitti sociali del primo Novecento in Toscana.

iyezine.com/ritratto-in-piedi-…



Avversari non nemici


Giorgia Meloni e il fascismo 11 giugno 1984. Passò a miglior vita Enrico Berlinguer. Due giorni più tardi ai funerali parteciparono un milione di cittadini. Al feretro del segretario del Pci, tra lo stupore dei presenti, giunse anche Giorgio Almirante. Il

Giorgia Meloni e il fascismo


11 giugno 1984. Passò a miglior vita Enrico Berlinguer. Due giorni più tardi ai funerali parteciparono un milione di cittadini. Al feretro del segretario del Pci, tra lo stupore dei presenti, giunse anche Giorgio Almirante.

Il 22 maggio 1988. Fu la volta del leader del Msi. Alle esequie gli resero onore Nilde Iotti e Giancarlo Pajetta. Sono trascorsi più di trent’anni. Un’altra epoca, altri uomini, un’altra politica. Ma soprattutto, un’altra dignità della politica. Fatta di riconoscimento reciproco, di avversarie non di nemici.

Qualche sera fa, dopo un tweet della Fondazione Einaudi, mi è tornato alla mente questo episodio, alto, della storia politica italiana. Al solo affermare che Giorgia Meloni non possa essere chiamata fascista, attacchi sistematici – e a tratti violenti– si sono abbattuti sul profilo social della Fondazione che ho l’onore di presiedere.

Non scrivo per trovar conforto. Ho spalle sufficientemente larghe e conosco bene le perversioni della propaganda pre-elettorale e il fenomeno dei troll. Vorrei semmai riflettere sulla degenerazione che ci avvolge e di cui anch’io mi sento parte. Da liberale, condivido poco o nulla del programma di FdI.

Mi separano la visione del mercato, l’idea di Europa, la prospettiva del rapporto individuo-autorità. Credo nella concorrenza, come motore di progresso e benessere. Giorgia Meloni difende i balneari e i tassisti. Credo nel processo di integrazione europea e in istituzioni sovranazionali con più poteri. Fratelli d’Italia chiede maggiore sovranità nazionale. Mi riconosco in Alde, gruppo liberale al Parlamento europeo. Il leader di FdI è il presidente dei Conservatori.

La divisione non potrebbe essere più netta. Le differenze radicali che vi sono tra noi, tuttavia, non mi impediscono di riconoscere dignità alla sua proposta politica e anche ai progressi che ha fatto in questi anni. Durante l’ultimo trentennio, straziati dalla fictio cdx-csx, ci siamo buttati addosso fango e ingiurie. Comunisti! Fascisti! Le pseudo-coalizioni si sono rette sulla paura dell’altro.

Forse è giunto il momento di dire basta. Basta alla semplificazione e alla demonizzazione dell’avversario politico. Torniamo al pluralismo delle idee e al rispetto reciproco. Giorgia Meloni è una fascista? Sicuramente no. E tuttavia, a quel 24% di cittadini italiani che credono nella destra italiana, evidentemente delusi dalle scelte effettuate nelle ultime legislature, vorrei dire che i dazi doganali metterebbero in ginocchio il nostro settore produttivo, conducendo a licenziamenti e povertà.

Vorrei spiegar loro che meno Europa significa meno diritti, meno pace, meno progresso, meno ricchezza per tutti. Se in molti Paesi occidentali avanza una destra statalista e sovranista, il liberalismo ha il dovere di essere critico con sé stesso e riflettere sulle sue esternalità negative.

Spieghiamo ai cittadini perché credere nelle proposte liberali. Molto semplicemente, è il gioco della democrazia. E comunque, Giorgia Meloni non è fascista. Fatevene una ragione.

La Ragione

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Il Nintendo DS. Basta, non serve dire altro; in fondo, tra nintenditori, ci si intende. Una console che, 15 anni fa, ha saputo innovare il mercato con...


Perdono


Se si chiede perdono si deve anche ammettere le colpe, senza remore, sinceramente, fino in fondo. Bergoglio ha fatto bene a chiederlo per il modo in cui la chiesa che ora lui guida si è comportata con i nativi. Se, però, le questioni di fede e quel che la

Se si chiede perdono si deve anche ammettere le colpe, senza remore, sinceramente, fino in fondo. Bergoglio ha fatto bene a chiederlo per il modo in cui la chiesa che ora lui guida si è comportata con i nativi. Se, però, le questioni di fede e quel che la fede detta non sono materia qui discutibile, diverso è per le questioni storiche e per le ricostruzioni ispirate a pregiudizi non condivisibili.
Tra il 1863 e il 1966 le organizzazioni cattoliche canadesi hanno sottratto ai nativi all’incirca 150mila bambini, per educarli secondo i dettami della fede ecclesiastica. Annesso a una di queste scuole è stato anche rinvenuto un cimitero, segreto, dove i piccoli morti venivano seppelliti. Gli abusi sono stati molti e vergognosi. Non fu, però, un trattamento riservato ai nativi d’America. I gesuiti lo praticavano anche in Italia, rapendo i bambini ebrei. Il piccolo Mortara, in quel di Bologna, fu sottratto con la forza alla famiglia e mai più restituito, semmai educato in seminario e ordinato sacerdote. L’uso della violenza per diffondere la fede intride ancora le mura di non poche sedi vaticane. A Roma, facendo pochi passi, ci si può spostare dal palazzo dove fu processato Galileo a quello in cui si amministrava la propaganda della fede, per giungere alla piazza dove fu arso vivo Giordano Bruno. Di tanto in tanto arrivano richieste di perdono (Wojtyla lo chiese per Galileo), ma nessuno dei richiedenti odierni ha alcuna responsabilità. Ovviamente. Lo chiedono a nome di una istituzione che agisce in continuità, universale e immutabile.
Se è così, però, Bergoglio ha provato a subordinare l’azione della chiesa, e dei gesuiti in particolare, alla volontà dei governi colonialisti. Perdonateci, per essere stati dalla loro parte. Ma la chiesa non era dalla parte del colonialismo, ne era semmai parte. E il colonialismo non è il male incarnato, che scontri per il dominio e schiavitù esistevano anche prima e perdurarono anche distante. L’avere scoperto nuovi continenti non è una colpa. Semmai un merito. Non vorrei che una eventuale associazione colonialisti debba chiedere scusa per non essere riuscita a fermare quanti approfittavano di scoperte e conquiste per convertire a suon di roghi, torture e rapimenti. È un inganno logico: non erano due mondi, ma il medesimo (già travagliato da guerre religiose interne, tanto che si convertiva con la violenza anche per evitare che a farlo fossero, magari civilmente, i protestanti pellegrini, già rinnegati e perseguitati).
Il mondo prima dell’arrivo dei coloni non era una specie di Tahiti à la Gauguin. Semmai è il mondo post Seconda Guerra Mondiale che ha generato filoni anti occidentali che pretendono l’Occidente sia la causa di tutti i mali, pretendendo “migliori” anche costumi e tradizioni che evocando un mondo perso. Senza che tutto il perduto debba essere rimpianto.
In ogni caso, Bergoglio e i suoi predecessori hanno un indiscutibile merito: presentatemi un pope ortodosso che chiede scusa per i domini russi o un monaco cinese che lo faccia per le pulizie etniche dell’impero. Che questo nostro mondaccio non sia poi malaccio lo dimostrano anche le richieste di perdono. Accettabili o meno.

La Ragione

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The Queen Is Dead Volume 66 - Motorpsycho / My Sleeping Karma


Tornano i Motorpsycho con un disco che ancora una volta guarda al futuro partendo da un passato ancora non scritto. " Atma " dei My Sleeping Karma è il secondo ed ultimo disco di questa puntata, un disco oscuro ed ipnotico, ad altissimi livelli.

iyezine.com/motorpsycho-my-sle…

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Curriculì curriculà


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Etiopia, MSF – Medici Senza Frontiere Spagna Non è in Grado di Accedere al Tigray


La presidente di MSF – Medici Senza Frontiere Spagna, Paula Gil, in missione per aggiornarsi sull’iter processuale ed investigativo per i 3 operatori umanitari ammazzati…

La presidente di MSF – Medici Senza Frontiere Spagna, Paula Gil, in missione per aggiornarsi sull’iter processuale ed investigativo per i 3 operatori umanitari ammazzati in Tigray, non ha potuto accedere alla regione.

“Oltre un anno dopo l’uccisione dei nostri tre colleghi nella Regione del Tigray, il 24 giugno 2021, avevo sperato di incontrare le famiglie in lutto e continuare le nostre discussioni sul caso con il Governo Federale dell’Etiopia”, ha detto oggi 26 luglio 2022 la presidente Paula Gil, “Invece, non mi è stato concesso il permesso da le autorità per visitare Tigray, il che significa che non ho potuto rendere omaggio alle famiglie di Tedros e Yohannes, i nostri due colleghi etiopi brutalmente assassinati, né informare le famiglie sui progressi della revisione interna dell’incidente da parte di MSF . . Non ho potuto incontrare alcun rappresentante del Governo Federale per continuare la discussione sulla loro indagine sull’uccisione dei nostri tre staff, nonostante le richieste inviate ai ministeri degli Esteri, della Giustizia e della Difesa.”

Il blocco c’è ma non si vede, è subdolo e di difficile imputazione in quanto sono volontà, volontà politiche. P

eculiare e sintomatico anche il fatto che nonostante la dichiarazione di “tregua umanitaria” promossa dal governo etiope il 24 marzo 2022, anche le merci, il materiale umanitario, cibo, sementi, medicinali non possono essere distribuiti al 90% della popolazione del Tigray, in quanto c’è un blocco sul carburante.

Altro punto degno di nota è che il giornalismo si è fermato in Afar, regione in cui passa l’unica strada che rende possibile il passaggio dei camion con fornitura umanitaria e salvavita per il Tigray.

Ci si chiede però come mai quei giornalisti ferenji (stranieri) che si trovano in Etiopia per documentare di Tigray fanno interviste a persone di etnia tigrina al di fuori della regione?

Perché si fermano in Afar a chiedere ai testimoni tigrini, ma non entrano in Tigray a raccogliere testimonianze dirette? Per poter vedere con i propri occhi lo stato degli ospedali, di come vivono le persone e di quello che succede per esempio a Irob ed in altre zone rurali?

Come fanno a confutare e confermare le risposte aneddotiche di camionisti che gli dicono che “non ci sono blocchi” sugli aiuti umanitari in Tigray? Si fidano solo perché gli è stato detto da questi autisti che hanno consegnato senza alcun problema a Mekellé? E come possono sapere che la merce sia stata consegnata a tutte le persone che ne hanno vitale bisogno?

Sono domande aperte per le quali ad oggi non è data risposta né ufficialmente dal governo centrale né ufficiosamente da altre fonti. Non è dato ancora sapere il perché non si facciano aprire altre strade verso il Tigray oltre al cordone ombelicale via Semera, Afar. Dopo molti mesi il governo, avendo anche stanziato a marzo 2022 diverse decine di migliaia di unità militari, soldati nella regione Amhara su linea di confine con il Tigray, si potrebbe ipotizzare che potrebbe avere la forza e la sicurezza di rendere accessibili e protette diverse altre vie. Una decina sarebbero le strade potenziali, ma distrutte volontariamente dalle forze di difesa governativo etiope e dalle truppe alleate eritree.

Mentre ARTE Tv ha pubblicato un reportage recente sul Tigray sottolineando che sono immagini rubate, uscite in maniera clandestina.

Non è questo segno che ci siano ancora restrizioni pesanti per volontà politiche verso lo stato regionale del Tigray composto da 7 milioni di persone ancora confinate?


tommasin.org/blog/2022-07-26/e…




RILEGGIAMO


RILEGGIAMO “Non piangete la mia morte” di Bartolomeo Vanzetti, edito da Barbès

iyezine.com/non-piangete-la-mi…



“Luglio col bene che ti voglio (vedrai non finirà)”


Estate. Umidità. Canicola. Cicale. Sudore.
Questi gli ingredienti di questi giorni. Nell’ordine che preferite.
Mentre cerco di raccogliere le idee e convogliarle in un qualcosa che abbia un senso logico, l’occhio mi cade sul calendario e mi rendo conto che siamo in quel periodo dell’anno in cui dilaga sui social network la triste gara a chi posta per primo le immagini del 20 luglio 2001.

iyezine.com/luglio-col-bene-ch…



THE QUEEN IS DEAD VOLUME 65 – SUPASONIC FUZZ / BLACK CAPRICORN


Per il primo disco non ci allontaniamo di molto dalla sede di In Your Eyes e siamo ad Imperia per il nuovo lavoro dei Supasonic Fuzz, uno dei migliori gruppi liguri e non solo per quanto riguarda hard rock stoner e fuzz. Per chiudere un grandissimo ritorno, quello dei sardi Black Capricorn con " Cult of blood " dove si vola altissimi.

iyezine.com/supasonic-fuzz-bla…



Non è successo niente: Draghi lascia il posto al suo pilota automatico

"Così, proprio mentre Draghi abbandona Palazzo Chigi sbattendo la porta, la sua spregiudicata agenda politica neoliberista rientra dalla finestra attraverso il nuovo strumento di politica monetaria della BCE. Davanti al fallimento politico dell’ennesimo governo tecnico imposto al Paese, la classe dirigente europea rispolvera l’arma del ricatto del debito che tanto efficace si è dimostrata, in passato, come strumento di disciplina delle economie europee a suon di spread.

Gli eventi di questi ultimi giorni ci ricordano anche che, quale che sarà l’esito delle elezioni del prossimo 25 settembre, il programma di governo è già pronto ed è scritto nero su bianco nel PNRR, messo a punto dall’esecutivo Draghi e vincolante per chiunque uscirà vittorioso dalle urne per tutta la durata della legislatura, pena l’esplosione dell’instabilità finanziaria sotto la spinta della BCE."

coniarerivolta.org/2022/07/22/…



La divinità chiamata Welfare


Dall'ideologia Protestante del 1800 ai Progressisti del New Deal fino al Great Reset: il welfare come strumento di ingegneria sociale che trasforma lo Stato in Divinità.

Oggi vi parlo di welfare, cioè quell’ideologia malsana che da più di 200 anni ormai ci perseguita.

Encyclopaedia Britannica descrive lo stato di welfare come “un concetto di governo in cui lo Stato gioca un ruolo centrale nella protezione e promozione del benessere economico e sociale dei suoi cittadini. Lo stato di welfare di solito include anche servizi come la scuola pubblica, la sanità pubblica e case popolari.”

Penso che la diffusione dell’ideologia del welfare sia stata l’inizio del tracollo della civiltà umana, e credo che oggi rappresenti il pericolo più grande per la nostra libertà, privacy e autodeterminazione. Prima di spiegarvi il perché vorrei però ripercorrere la nascita dello stato di welfare negli Stati Uniti, attraverso l’incredibile lavoro di Murray Rothbard, che ne scrisse sapientemente nel suo libro “The Progressive Era”.

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Ideologia e potere economico


Il seme del welfare venne piantato in America all’inizio del 19° secolo. Secondo Rothbard il welfare fu il prodotto dell’unione d’intenti di una particolare ideologia e del potere economico di alcune grandi corporazioni.

L’ideologia di cui parla Rothbard è quella protestante del “Postmillennial Pietism”, che durante i primi anni dell’800 si diffuse, soprattutto in nord America a macchia d’olio. Come vedremo, questa dottrina religiosa fu il carburante ideologico per la nascita e proliferazione del movimento Progressista, che attraverso un’azione statale sempre più paternalistica arrivò a creare nelle prime decadi del 1900 ciò che oggi conosciamo come stato di welfare.

Da una parte avevamo quindi una legione di intellettuali protestanti alla ricerca di potere e prestigio, dall’altra grandi corporazioni che cercavano di ottenere il monopolio di mercato attraverso l’intervento di Stato. Queste due forze, insieme, avevano tutto ciò che serviva per sfruttare il potere statale a proprio piacere.

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Il PD non è alternativo alla destra - Contropiano

«Su ogni tema di fondo del governo da trent’anni il PD fa scelte di destra liberista, tali che a volte permettono persino alla destra ufficiale di scavalcarlo “a sinistra”.

[...]

Da trent’anni i dirigenti del partito democratico fanno capire che in fondo votare non conti nulla. Perché le scelte di politica internazionale, economica, sociale sarebbero tutte sostanzialmente obbligate. Lo vuole l’Europa, lo vuole la NATO, lo vogliono i mercati, lo vuole la fedeltà euroatlantica.

[...]

Il Partito Democratico è uno dei primi responsabili dello smottamento a destra della politica italiana e non ha alcuna vera credibilità nell’essere un ostacolo ad essa. A parte la propaganda che gli forniscono i mass media confindustriali.

Il PD non è alternativo alla destra perché è anch’esso un partito di destra, che da trent’anni occupa il campo della sinistra.

La vera crisi democratica del paese è l’assenza di una vera alternativa alla destra. Quella che bisogna provare a costruire, alle elezioni e dopo di esse.»

contropiano.org/interventi/202…



🟣 Dopo quattro anni di lotte per il diritto alla privacy, @noyb.eu ha fatto un salto di qualità e presentato una quantità record di denunce.
Leggi tutto nel loro Rapporto Annuale 2021:
noyb.eu/en/annual-report-2021-…



🟣 After four years of fighting for the right to privacy, we have taken things up a notch and filed a record-breaking amount of complaints. Read all about in our Annual Report 2021: noyb.eu/en/annual-report-2021-…

mastodon.social/@noybeu/108685…

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Annual Report 2021 out now!


Relazione annuale 2021 in uscita! il 2021 segna il quarto anno di lotta di noyb per il diritto alla privacy. Abbiamo aumentato il numero di denunce, raggiungendo un livello record 2021 annual report


noyb.eu/en/annual-report-2021-…



Che cos'è Bookwyrm e come importare dati da altri servizi

Un grazie a @FediTips da cui riprendo questo post

BookWyrm è una piattaforma di social reading aperta e federata ed è l'alternativa del Fediverso a GoodReads di Amazon.
Maggiori informazioni su BookWyrm sono disponibili all'indirizzo joinbookwyrm.com/it e un elenco di server a cui è possibile collegarsi all'indirizzo joinbookwyrm.com/instances.
È possibile seguire l'account del progetto all'indirizzo @BookWyrm, e gli account di BookWyrm possono essere seguiti da Mastodon ecc.
È possibile importare i dati dei libri in BookWyrm da GoodReads, LibraryThing, StoryGraph, OpenLibrary e Calibre.
Per importare i dati, prima esportateli dall'altro servizio come file CSV, poi accedete al vostro account BookWyrm, andate su Impostazioni > Importa, selezionate il tipo di dati e poi cercate il file CSV che avete esportato dall'altro servizio. Selezionate l'impostazione corretta della privacy, quindi fate clic su "Importa".

#BookWyrm #SocialReading #FediTips #Fediverse #Fediverso #GoodReads #LibraryThing #StoryGraph #OpenLibrary #Alternatives #Calibre #Books #Book #Library #libri #Letture
@informapirata :privacypride: @Alessandro @Poliverso



...qualcuno ha notizie di che fine abbia fatto l'istanza rizomatica.org? ...non è più raggiungibile...

#rizomatica.org

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in reply to emiliomillepiani

GI MEEDIAMO UNA SEERA IO E UURIEL BAANELI E BAAGIAMO IL DEEBUUNGHING DE LAANDI EEDIBO


Cose che sembrano facili ma non lo sono: spiegare a un 1973 che incontratti a chiamata non prevedono tfr

Poliverso & Poliversity reshared this.



Come la nostra impronta digitale sociale ci frega


Questa storia, più pratica che mai, è secondo me incredibile.
Non solo dimostra a cosa possano arrivare le loli con troppo tempo libero, tipo me; mostra come chiunque tra noi abbia una specie di "impronta digitale personale" che, se non adeguatamente mascherata, ci può far identificare.

Note importanti


Prima di iniziare, peró, devo precisare qualche cosina.
Visto che l'unica cosa che io voglio è condividere una storia che ritengo essere interessante ed avere qualche spunto di riflessione - ed il mio hobby non è rovinare la vita alle persone - alcuni dettagli sono omessi dal racconto, mentre altri invisibilmente alterati, al fine di rispettare la privacy del soggetto della storia. I suoi nomi vecchi e nuovi saranno letteralmente sostituiti, rispettivamente, da "Deadname" e "Censurato".
Il tutto, comunque, diventerà chiaro leggendo.

Un ricordo speciale


Allora, questa storia a dire il vero inizia almeno 8 o 9 anni fa.
Non ricordo con esatta precisione quando, ma diciamo che in quel periodo scoprii Deadname. Creava contenuti sul Web e, oltre al fatto che mi piacevano molto, non c'è granché da dire in più.

Un po' di tempo dopo, con mio gran dispiacere, annunciò che avrebbe smesso di creare nuova roba. Da un giorno all'altro disse tipo che gli spazi social che al tempo erano i suoi correnti non rappresentavano più la sua persona, o una roba simile.
Poco più tardi, inoltre, ha anche fatto sparire i suoi vecchi contenuti dalla rete.

Ai tempi non avevo la minima idea di cosa potesse intendere con un discorso simile ma, riguardando indietro con la mia attuale conoscenza, sia riguardo la mia persona che ciò che ho scoperto essere la sua, ho capito perfettamente cosa significa quella frase.

Intanto, nonostante Deadname fosse diventato solo un ricordo passato, gli anni continuano a scorrere e la Terra continua a girare.
In alcune occasioni, il suo personaggio ritorna alla mente, non soltanto a me da sola, ma anche ad altre persone che si ricordano di cosa era.
Per dire, a volte io ed una mia amica, parlando in privato, essendo noi in primis in tale situazione personale, abbiamo scherzato dicendo cose del tipo "Deadname ha cancellato tutto perché doveva transare".
E così, ogni volta, si rideva. Se una cosa del genere, pensata e detta a caso basandoci sul niente, si fosse mai rivelata come vera, allora saremmo ufficialmente diventate Distributrici Universali Ufficiali Basate di redpills.

Una (apparentemente) nuova personalità


Ad ogni modo, torniamo ai giorni nostri; a poche settimane fa, precisamente.

Come praticamente sempre, ero al PC, a fare cose e vederne sul Web. Ad un certo punto, non ricordo nemmeno esattamente come, mi imbatto in un profilo di Censurato, che trovo avere delle cosine interessanti.
Decido di vedere un suo video e, immediatamente, appena lo apro, c'è qualche dettaglio che mi coglie di sorpresa. La voce, in particolare, mi sa di modulata in modo inaccurato. È un concetto che non saprei esattamente spiegare. Insomma, parliamo di quel genere di modulazione che in molte persone non suscita dubbi a parte un "mi sembra strana questa voce", ma che a me, avendo io un'esperienza personale simile (ma direi più fallimentare), fa pensare "ma questa persona è transgender?"

Evidentemente però, in quel momento avevo tra le mani questioni più importanti, perché, tra tutti i suoi profili pubblici, decisi di guardare soltanto al volo le biografie, qualche post testuale originale, alcuni ricondivisi, delle foto tra cui alcuni selfie, e appena qualche secondo di altri video.
Non ho trovato alcun'indicazione, nemmeno velata, al fatto che potesse essere transgender. Mi scoccio subito, chiudo tutto, e torno al mio.

Giusto qualche giorno dopo, mi imbatto nuovamente sul profilo di Censurato. Un diverso video attira la mia attenzione, quindi inizio a guardarlo.
Più ascolto la voce, però, e più il tutto ha un certo che di familiare. In appena un minutino capisco che, la voce stessa, il modo di intonarla, e anche un po' come era realizzato il video.. tutto, tutto aveva un retrogusto di Deadname, nonostante i due personaggi fossero di genere praticamente opposto.

Le indagini cominciano


Decido di far sapere immediatamente questa cosa all'amica di prima che, curiosamente, dice di aver pensato la stessa cosa.
La posta in gioco stavolta è davvero troppo grossa per far finta di nulla, quindi iniziamo via chat a raccogliere elementi, di qualunque tipo, che possano coincidere tra Censurato e Deadname, incrociando tutto quello che possiamo ottenere dell'una persona, e quel poco che ci rimane dell'altra.

Si inizia dagli interessi, che paiono combaciare tutti, anche i più strani. Persino il gusto nei meme di nicchia sembra lo stesso.
Anche alcuni dettagli personali e sociali - come sulla sua famiglia, il suo stato culturale, o la zona in cui vive - sono coerenti con il passato di Deadname (anche se questi dettagli li ricordava solo la mia compagna di indagini, io no).
Qualche contenuto ancora disponibile online, perchè creato in collaborazione con altri creatori, è stato utile a rinfrescare la memoria riguardo ulteriori piccoli dettagli, sulla sua infanzia ad esempio.

Colpo grosso!


Tutte queste scoperte però, per quanto curiose, potrebbero essere state benissimo una serie di coincidenze.
Il colpo davvero grosso, che ha levato ogni dubbio, lo abbiamo però fatto perché:

  • Alcuni segni fisici particolari, comparati tra foto di Censurato e alcuni pochi video cancellati (ma che noi conserviamo da anni!) di Deadname, combaciano perfettamente;
  • Uno dei servizi online usati da Deadname ai tempi conserva una cronologia, pubblicamente accessibile, di tutti i cambi di username effettuati; l'account che fu creato con il nome di Deadname ha cambiato nel tempo nome, proprio in Censurato.
Caso risolto


Ed è esattamente così, con dettagli sia piccoli che grandi che combaciano perfettamente tra di loro, che il puzzle è ufficialmente completo: i due personaggi investigati sono lo stesso individuo.

La redpill detta senza sapere, quindi, si è rivelata tale.
Io, comunque, non ho idea del perché Censurato abbia dovuto necessariamente imbarcarsi in questa impresa per far perdere le proprie vecchie tracce. Capisco, adesso, perché abbia voluto cancellare i suoi vecchi contenuti: perché il personaggio che in essi figurava non corrisponde più a ciò che è la sua persona odierna a livello di genere - ma non capisco perché far finta che il passato non ci sia mai stato.

Direi che sono abbastanza felice di aver ritrovato dopo tanti anni, anche se come un personaggio un po' diverso, la stessa persona che riusciva ad intrattenermi in passato, e sono felice che ancora abbia la passione di fare ciò che di bello faceva.

L'impronta digitale sociale


Questa storia - che direi a lieto fine, perchè ho svelato un mistero per me importante - ha in sé un lato oscuro ben in vista: si può dire che provi l'esistenza di un'impronta digitale sociale, così mi piace chiamarla, che ogni persona ha.

Con questo termine intendo un vero e proprio identificativo univoco, che permette un po' a chi vuole, se le condizioni base sono soddisfatte, di inquadrare una specifica persona sempre e comunque, nonostante eventuali suoi cambi parziali d'identità.
Quest'impronta la vedo come composta da tutto ciò che è oggettivamente vero su un dato individuo: le cose che gli piacciono, quelle che hanno formato la sua personalità, le sue connessioni sociali, le sue caratteristiche corporee, e le cose che fa o ha mai fatto, oltre a chissà quali altri elementi che ora dimentico.
Non parliamo nemmeno di qualcosa di strettamente legato al mondo online, chiaramente, anche se in alcuni casi, come abbiamo visto ora, alcune cose di noi che toccano Internet vanno a formare elementi forti dell'impronta.

Come proteggersi


Finchè non lo si sta facendo per sfuggire, per dire, alle conseguenze di un'immoralità compiuta, voler resettare la propria impronta sociale, per vivere nel mondo come una persona totalmente nuova, è legittimo; per questo ho protetto l'identità della persona nella storia.

Ma quindi, come si fa?
Proteggersi dal tracciamento è possibile, ma non è affatto semplice. Esattamente come per proteggere i propri computer dal tracciamento Web bisogna usare browser come Tor Browser che - quando comunicano con altri computer - omettono alcuni dati e ne mascherano altri, per proteggere la nostra identità personale dal tracciamento sociale bisogna evitare di condividere troppo di sé con il mondo, arrivando persino a mentire se necessario.

Indubbiamente è impossibile nascondere quali sono alcune delle cose che ci appassionano, se abbiamo il desiderio di condividere le stesse con il mondo, e magari scoprire persone a noi affini.
Altre cose, però - ad esempio, che parenti hai, il nome del tuo primo animale domestico, che posti frequenti, o come è iniziata la tua passione per qualcosa - se stai cercando di cancellare il tuo passato per porti come una persona totalmente nuova, è meglio non dirle ai quattro venti.



Landini in ginocchio da Draghi: il triste declino del sindacato italiano | La Fionda

"Ci sarebbe da ridere, se non fossimo tanto delusi e depressi nel vedere quanto sta accadendo nel paese, quanto gli ultimi continuino a soffrire nella loro solitudine, quanto il sindacato si venda e si svenda tradendo la Costituzione. Il pesce puzza dalla testa, vero, ma adesso è il momento che la coda dica qualcosa e che qualcuno (politicamente) voli fuori dalla finestra."

lafionda.org/2022/07/17/landin…



Quindi il DRAGO ha rassegnato le Dimissioni?🤔
today.it/politica/draghi-dimis…