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Ricordo di Celina Seghi, la ‘regina delle nevi’


L’hanno definita in vari modi, ‘La regina o la Signora delle nevi’, ‘La tigre di Aspen’, ‘Il topolino dell’Abetone’, immagine affettuosa che forse più le si attaglia, dato il suo fisico minuto. Parliamo di Celina Seghi, la pioniera dello sci italiano che ci ha lasciato fisicamente la notte del 27 luglio scorso, alla straordinaria età [...]

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Le nostre dieci anomalie


Le peculiarità con le quali saremo costretti a convivere a cominciare dalla crisi: il governo Draghi continuerà a gestire il Paese almeno fino a ottobre, che fretta c’era visto che la legislatura sarebbe finita a marzo? Che cosa ci riservano le prossime e

Le peculiarità con le quali saremo costretti a convivere a cominciare dalla crisi: il governo Draghi continuerà a gestire il Paese almeno fino a ottobre, che fretta c’era visto che la legislatura sarebbe finita a marzo?


Che cosa ci riservano le prossime elezioni? Provo a immaginare quali possano essere svolgimenti ed esiti di questa crisi, partendo da modalità e cause della caduta del governo Draghi.

Primo: il governo Draghi gestirà il Paese fino almeno ad ottobre, se non fino a dicembre, e dovrà occuparsi di affari correnti in un senso molto ampio (ad esempio, come potrebbe non rispettare i termini e vincoli europei e costituzionali relativi alla procedura di bilancio e quelli legislativi per l’approvazione dei decreti delegati?).

C’ era bisogno della crisi, visto che la fine della legislatura era fissata per marzo prossimo? Il motivo della discontinuità stava nel bisogno della destra di dare prova di unione. Altrimenti, sarebbe arrivata a ridosso delle elezioni, a marzo 2023, con una coalizione separata, un vero ossimoro, con due forze al governo e una all’opposizione. La campagna elettorale sarebbe stata più difficile, in queste condizioni.

Secondo: chi ha fatto precipitare la crisi ha impedito una eventuale riforma della formula elettorale (cioè del metodo con cui i voti si traducono in seggi). Quindi, si andrà a votare con la legge Rosato, approvata da Pd, FI e Lega nel 2017 e sperimentata nel 2018, con la modifica del numero dei parlamentari (ridotti di un terzo) votata nel 2020 e l’allineamento dei requisiti di età per votare, approvato nel 2021. L’esperienza fatta nell’ultimo quinquennio con questa legge è stata negativa, perché abbiamo avuto un Parlamento con tre maggioranze, tre indirizzi politici diversi, tre governi di durata poco più lunga di un anno. Peggio della cosiddetta Prima Repubblica, quando i governi erano altrettanto brevi, ma la costante presenza della DC assicurava almeno coerenza dell’indirizzo politico.

Terzo: la circostanza che vi sia concorrenza non solo tra le coalizioni, ma anche nelle coalizioni lascia presagire che queste possano servire a vincere elezioni, non a governare il Paese. Ci si mette insieme per andare al governo, non per governare. Anche la campagna elettorale sarà strabica, perché le forze politiche, frammentate e all’interno divise, debbono correre in squadra per il 37 per cento dei seggi, separate per il 61 per cento dei seggi (ma, a causa della frammentazione, la chiave per vincere sarà nei collegi uninominali/maggioritari, nonostante che ad essi sia assegnata una percentuale minore di seggi).

Quarto: il fatto che a sinistra si sia discusso di un «accordo tecnico» e si sia ora alla ricerca di ciò che possa unire; e che la destra si sia messa al lavoro sul programma a meno di due mesi dalle elezioni, è la prova del vuoto di politiche. I programmi saranno frutto di improvvisazione preelettorale, non di una collaborazione tra forze politiche con ideali comuni, maturati con l’esperienza e il tempo. Possiamo immaginare che vi saranno elencati i temi meno divisivi, come nel «contratto di governo» tra Lega e M5S del 2018, scritto e rapidamente dimenticato. Nelle piazze o in televisione, ogni evento quotidiano offrirà lo spunto per battibecchi che finiranno nel dimenticatoio con la stessa rapidità dell’evento che li avrà provocati. Abbiamo quindi politici senza politiche.

Quinto: la scelta dei candidati e la formazione delle liste sarà l’operazione più verticistica immaginabile, nelle mani delle singole persone-segretari dei partiti: questi debbono spartirsi, mediante accordi, i collegi uninominali e formare da soli le liste per la parte proporzionale.

Sesto: tutto lascia pensare che saranno i nuovi votanti e gli astenuti a decidere. Circa il 6 per cento degli aventi diritto al voto sarà costituito da giovani che partecipano per la prima volta a una elezione politica nazionale. Quanto agli astenuti, si può temere che possano essere più del 27 per cento registrato alle elezioni politiche nazionali del 2018. Quale affidamento può, infatti, fare l’elettorato su una classe politica così incostante, nella quale, nel corso di una legislatura, un terzo dei parlamentari ha cambiato schieramento?

Settimo: per differenziarsi dinanzi all’elettorato, vengono evocati il pericolo fascista e quello russo. Ma coloro che nutrono questi timori hanno ben poca fiducia negli anticorpi della nostra democrazia (il pluralismo, la varietà di voci con cui può parlare il popolo, l’esistenza di poteri contrapposti) e nella maturità della nostra opinione pubblica.

Ottavo: c’è il serio timore che gli italiani rimarranno in attesa di avere risposte sui problemi di fondo del Paese. La pandemia ha posto in luce le debolezze della sanità territoriale. Gli indicatori segnalano il basso tasso di scolarizzazione del Paese: La scuola bloccata è il titolo della bella sintesi fatta da Andrea Gavosto in un densissimo libro pubblicato ad aprile scorso da Laterza. Da anni viene lamentata la bassa produttività italiana e la prospettiva che la nostra diventi, anche per gli andamenti demografici, una società, più che di lavoratori, di pensionati. É stata avviata, è vero, una robusta ripresa, finanziata dall’Unione europea, ma occorre realizzarne gli obiettivi in quattro anni. Le forze politiche dovrebbero indicare le loro idee e proposte su questi temi, e, quando propongono minori tasse (che vuol dire minori entrate), dovrebbero dire quali spese vogliono tagliare.

Nono: con un Parlamento di 600 membri, invece di 945, le defezioni (definite anche riposizionamenti o cambi di casacca) avranno un peso molto maggiore. Quindi, coalizioni poco omogenee e coese come quelle che si preparano (a destra, tra tre forze politiche di cui due fino a ieri al governo e una all’opposizione; a sinistra, tra sei o sette forze politiche) non lasciano presagire governi stabili.

Decimo: le incertezze dei risultati attesi non dipendono solo dalla formula elettorale, ma anche, e principalmente, da due fattori, tra di loro connessi: la scarsa capacità aggregativa delle forze politiche e la fluidità dell’elettorato. La prima dipende dalla quasi inesistente democrazia interna dei partiti, dalla debolezza della loro offerta politica, dalla loro propensione ad interessarsi all’aggregazione solo nei periodi preelettorali. La seconda si è accentuata negli ultimi anni, con flussi di opinione pubblica ed elettorali che hanno in breve tempo premiato o sanzionato le forze politiche (si pensi all’andamento, in sondaggi ed elezioni, del M5S, di FdI, e della Lega, sul più lungo periodo anche del PD, passato dal 40 al 20 per cento).

Con queste dieci peculiarità e anomalie (che si aggiungono a quelle elencate da Maurizio Ferrera sul Corriere della Sera del 30 luglio scorso) saremo destinati a convivere nei prossimi tempi.

Il Corriere della Sera

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Elezioni politiche 2022: Propaganda elettorale su ‘L’Indro’


In conformità con quanto disposto dalla Legge 22 febbraio 2000, n. 28, ‘L’Indro‘, quotidiano digitale indipendente di geopolitica, rende noto che è disponibile a pubblicare messaggi/spazi di pubblicità/propaganda elettorale a pagamento in occasione delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Il principio guida è offrire pari condizioni a tutti i partiti, tutte le liste, tutti [...]

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Le funzioni per la presentazione delle istanze per l'assegnazione delle supplenze a tempo determinato saranno disponibili oggi a partire dalle ore 14.30 ▶ miur.gov.
in reply to Ministero Istruzione (unofficial)

con assegnazione delle supplenze in maniera completamente automatizzata, in aperta e sfacciata violazione del regolamento UE 2016/679 art. 22 par. 1, cosa per cui M.I. meriterebbe di essere segnalato al Garante per la somministrazione delle dovute sanzioni.


Il 2 agosto 1980, alle 10.25, un attentato ha sconvolto la città di Bologna e tutta l’Italia.
Ancora oggi, l’orologio che si affaccia sul piazzale della stazione, luogo della strage, segna simbolicamente quell’ora.



Ucciso da droni Usa il capo di Al Qaeda Ayman al Zawahiri


E' stato colpito a Kabul. Joe Biden: giustizia è fatta. Proteste dei Talebani: è una violazione dell'accordo di Doha. Con ogni probabilità sarà sostituito da Saif al-Adel, uno dei fondatori di Al Qaeda. L'articolo Ucciso da droni Usa il capo di Al Qaeda

della redazione

(Ayman al Zawahiri e Osama bin Laden nella foto di Wikimedia Commons)

Pagine Esteri, 2 agosto 2022 – Il leader di Al Qaeda, Ayman al Zawahiri, è stato ucciso durante un raid aereo condotto dalla Cia con alcuni droni a Kabul, in Afghanistan, domenica 31 luglio. La notizia data inizialmente dai media Usa è stata confermata dal portavoce dei Talebani al potere in Afghanistan, Zabiullah Mujahid. Il raid è avvenuto nel quartiere di Sherpur, nel centro della capitale afghana e ha avuto come bersaglio una abitazione residenziale. Zawahiri, egiziano, medico e uno dei capi del Jihad nel suo paese durante gli anni ’80, aveva preso la guida di Al Qaeda in seguito all’assassinio di Osama bin Laden il 2 maggio 2011 ad Abbottabad, in Pakistan, sempre da parte degli Usa. Con ogni probabilità sarà sostituito da Saif al-Adel, uno dei leader di Al Qaeda sin dai suoi primi giorni.

L’attacco di droni è il primo condotto dagli Usa in Afghanistan dopo quello di un anno fa durante il ritiro americano dal Paese in cui furono uccisi 10 civili a Kabul. I Talebani hanno condannato il raid affermando che è una violazione delle intese di Doha firmate con gli Stati Uniti che prevedevano il ritiro di tutte le forze americane dall’Afghanistan. Le intese comprendevano anche l’impegno degli islamisti di impedire ad Al Qaeda di utilizzare di nuovo il suolo afghano per pianificare attacchi ma non l’espulsione di Al Qaeda.

Nel 2001, Zawahiri, come Osama bin Laden, era fuggito dalle forze statunitensi di occupazione dell’Afghanistan e dove si trovasse è rimasto un mistero. Braccio destro di bin Laden ai tempi dell’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, il medico egiziano in tutti questi anni ha continuato nell’ombra a guidare l’organizzazione. Figura meno carismatica di bin Laden, considerato il “teorico” di Al Qaeda, Zawahiri ha dovuto fare i conti non solo con la caccia che gli Usa gli hanno dato per oltre venti anni ma anche con la scissione interna che ha dato vita all’Isis, lo Stato islamico, in sfida diretta alla sua autorità.

Sulla sua uccisione è intervenuto qualche ora fa Joe Biden. “Ora giustizia è fatta – ha detto il presidente americano – e il mondo non dovrà più temere questo pericoloso terrorista: ancora una volta, abbiamo dimostrato di essere capaci e determinati a difendere i nostri cittadini da chi vuole farci del male”. Biden ha spiegato che la Cia aveva localizzato Zawahiri quest’anno, dopo che si era spostato a Kabul, in Afghanistan, per riunirsi con i suoi familiari. “Dopo attente valutazioni e verifiche, ho autorizzato la sua eliminazione: l’operazione è stata un successo, senza vittime tra i suoi familiari o altri civili”, ha detto Biden, aggiungendo che gli Stati uniti continueranno “a vigilare, e a fare tutto il necessario per proteggere i nostri cittadini in patria e in tutto il mondo”. Pagine Esteri

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ECOLOGIA. Taranto, la “CONVOCATORIA” per discutere di ambiente e giustizia sociale


Taranto è uno dei contesti simbolo della violenza sociale ed ecologica che domina il Sud Italia. La CONVOCATORIA pone l’identità tarantina come anello di congiunzione tra territori in cui dominano colonizzazione interna, ecocidio e disgregazione sociale.
Idella redazione


Pagine Esteri, 25 luglio 2022 – Si terrà dal 26 al 29 agosto a Taranto la CONVOCATORIA ECOLOGISTA, campeggio organizzato da una rete di realtà del Sud Italia (Raggia Tarantina, Cooperativa Sociale Robert Owen, Movimento No Muos, Laboratorio Politico Iskra, con la partecipazione di Ecologia Politica Network). Quest’anno alla sua prima edizione, l’iniziativa prende le mosse da una visione dell’ecologia improntata alle lotte per la giustizia sociale. A partire da una riflessione sulle cause storico-politiche della marginalizzazione del Sud come imprescindibili per guardare alla crisi ecologica, la CONVOCATORIA estenderà il dibattito al tema della solidarietà internazionale e della costruzione di strategie comuni, accogliendo attiviste e attivisti dal Mediterraneo.

Parteciperanno gruppi dalla Palestina, dal Kurdistan, dall’Egitto, al fine di aprire un fronte di progettualità condivisa. Questo percorso intende affrontare molti degli aspetti socio-politici che si interconnettono nella questione ecologica: la condizione del margine come territorio di resistenza, l’Occupazione [materiale e ontologica], l’appropriazione coloniale di pratiche e saperi, le lotte transfemministe, le autonomie. Uno dei punti di riferimento nella costruzione del campeggio è stata l’esperienza della COP26 di Glasgow, dove una mobilitazione dalla portata impressionante ha reso manifesta l’esistenza di un movimento ecologista mondiale guidato dal Sud Globale.

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La CONVOCATORIA intende guardare a questo movimento promuovendone le premesse e le pratiche, condividendo tutte quelle forme di collettività basate sulla resistenza anti-coloniale e anti-capitalista. Le realtà coinvolte sono attive nelle lotte per la sovranità, come il Mesopotamian Ecology Movement, nella solidarietà internazionale, come la Boycott, Divestment and Sanctions, nella decolonizzazione dei sistemi architettonici, come DAAR – Decolonizing Architecture Art Research.

Taranto è uno dei contesti simbolo della violenza sociale ed ecologica che ha dominato il Sud Italia attraverso i processi di industrializzazione, militarizzazione, espropriazione delle comunità. In questo senso la CONVOCATORIA pone l’identità tarantina come anello di congiunzione tra territori in cui colonizzazione interna, ecocidio, disgregazione sociale appartengono a uno stesso spettro di oppressione in cui rivendicare forme di emancipazione attraverso un percorso collettivo.ù

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Diversi eventi preparatori stanno accompagnando l’organizzazione del campeggio. Il 9 luglio scorso il Movimento No Muos ha presentato il dossier ‘”Università e Guerra”, esito di un’inchiesta sulle affiliazioni delle università italiane con l’industria bellica internazionale e con centri di ricerca a loro volta implicati – con un focus su Israele, Turchia e Stati Uniti. Il 30 luglio prossimo Federica De Rosa presenterà il volume “Laboratorio Favela” – testi e discorsi di Marielle Franco – che ripercorre il pensiero dell’attivista e politica brasiliana assassinata nel 2018 (presso il collettivo transfemminista Le Mele di Artemisia). Il 6 agosto si terrà un’assemblea pubblica di lancio che aprirà un dialogo tra le realtà promotrici e il territorio.

Le tre giornate dell’incontro alterneranno presentazioni, laboratori e momenti plenari presso la Cooperativa Sociale Robert Owen, sede della CONVOCATORIA, concludendosi con una marcia popolare il 28 agosto. Questo ritiro di dibattito e progettualità tra movimenti e soggetti territoriali avrà quindi come linea direttrice l’idea che il superamento del modello estrattivista non può essere immaginato se non a partire da un processo che unisca le diverse lotte sociali, e metta al centro l’interdipendenza di località e globalità. Un processo che si faccia portavoce dell’urgenza di “inventare, ri-articolare e contaminarci attraverso le plurime pratiche ed azioni dirette che ci permettono di resistere alla fine del mese e alla fine del mondo.”

convocatoria-ecologista-tarant…

facebook.com/events/s/convocat…

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Elezioni. Rispuntano gli ascari del meno peggio - Contropiano

"Quando arrivano le elezioni scatta sistematicamente l’invocazione alla catarsi, a mettere da parte ogni responsabilità passata e presente del Pd (ieri dell’Ulivo) sulle scelte guerrafondaie e antipopolari perché se fatte dal Pd queste sono potabili, mentre quelle della destra – sulle quali il Pd è convenuto spesso dentro e fuori le aule parlamentari – sono indigeribili.

Insomma se in guerra e al fianco della Nato ci trascina il Pd va bene, se lo fa la Meloni no. Se i sacrifici, le privatizzazioni, i tagli alla spesa sociale li fa il PD ci lamentiamo un po’ ma non si vede l’ombra di un’ora di sciopero, se le fa la destra siamo dentro al baratro."

contropiano.org/news/politica-…



I liberali ci sono


Il 4 agosto, alle 11.00, presso la sede della Fondazione Luigi Einaudi, in via della Conciliazione, 10 si terrà una conferenza stampa dal titolo “I liberali ci sono”. I liberali diranno la loro sulla campagna elettorale e sulle elezioni politiche che si t

Il 4 agosto, alle 11.00, presso la sede della Fondazione Luigi Einaudi, in via della Conciliazione, 10 si terrà una conferenza stampa dal titolo “I liberali ci sono”. I liberali diranno la loro sulla campagna elettorale e sulle elezioni politiche che si terranno il 25 settembre 2022.

Interverranno:
Giuseppe Benedetto, Presidente della Fondazione Luigi Einaudi
Alessandro De Nicola, Presidente della Adam Smith Society e coordinatore del Dipartimento libertà economiche e politiche sociali della Fondazione Luigi Einaudi
Oscar Giannino, Giornalista
Franco Debenedetti, Dirigente d’azienda, politico e saggista
Guido Gentili, Giornalista
Silvia Enrico, Avvocato e Segretario Nazionale di ALI – Alleanza Liberaldemocratica per l’Italia
Carlo Scognamiglio, Economista e politico

Sarà possibile seguire la diretta sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale YouTube.

Per accreditarsi è necessario inviare un’email a stampa@fondazioneluigieinaudi.it

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Massimo Livi Bacci – Per terre e per mari


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Il 29 luglio 2020 è iniziata la mia avventura al Garante per la privacy.
Sono già passati due anni e sono stati due anni straordinariamente intensi e stimolanti.

Non è facile provare a fare un bilancio come, pure, l’anniversario suggerisce.
Ecco alcuni numeri.
180 provvedimenti dei quali sono stato relatore.
Quasi 14 mila ore lavorate dalla mia segreteria (Daria, Eduardo, Guido e Michela in rigoroso ordine alfabetico!) e da me.
524 numeri di Privacy Daily.
288 puntate di Governare il futuro su Huffington Post.
54 puntate di Garantismi il video-format settimanale con Matteo Flora.
20 puntate de “La privacy secondo te” su Italian Tech de La Repubblica.
15 episodi de “i provvedimenti spiegati semplici” su Agenda Digitale.
Oltre 200 gli eventi pubblici – online e di persona – ai quali ho partecipato.
Sui social le visualizzazioni dei contenuti di #cosedagarante sono state 5,5 milioni su Twitter, oltre 2, 5 milioni su Linkedin, circa 500 mila sulla pagina Facebook e sull’account Instagram, senza contare le centinaia di migliaia di visualizzazioni de “La privacy secondo te” su Italian Tech de La Repubblica, quelle di Garantismi e gli ascolti del podcast di Governare il futuro su Huffington Post.

Credo che si possa essere ragionevolmente certi che di diritto alla protezione dei dati personali e all’identità personale oggi si parli più di ieri e, c’è da augurarsi, meno di domani perché solo rendendo questo diritto un diritto popolare, un diritto di massa, un diritto davvero delle persone c’è qualche speranza di un futuro migliore del passato.

Ma i numeri – questi e qualsiasi altro potessi condividere – non rendono giustizia alle emozioni, esperienze, confronti, dialoghi e scontri che hanno reso semplicemente straordinari i miei primi due anni al Garante.

È, probabilmente, il lavoro più bello che mi sia, sin qui, trovato a fare nella mia vita nella quale, pure, ho sempre avuto la fortuna di fare lavori e ricoprire incarichi capaci di regalare grandi soddisfazioni.

Oggi e qui al Garante, però, è diverso: stare dalla parte delle persone per definizione, dalla parte dei più deboli e dei più vulnerabili, degli utenti, dei cittadini e dei consumatori senza, tuttavia, mai dimenticare le ragioni del mercato e quelle dell’Amministrazione nella gestione del Paese, per di più, nel pieno di un’emergenza sanitaria senza precedenti.

Accompagnare il diritto alla protezione dei dati personali nella sua crescita in una stagione della vita del mondo nella quale i dati – personali e non personali – sono protagonisti indiscussi della dimensione sociale, culturale, democratica e economica oltre che, naturalmente, della vita delle persone è un’esperienza che ritengo unica.
Dai provvedimenti connessi alla gestione sanitaria a quelli adottati nel tentativo di garantire, specie ai più piccoli, una vita più sicura nella dimensione digitale, dai provvedimenti per tenere la sorveglianza di massa a distanza di sicurezza dalla nostra democrazia a quelli volti a scongiurare il rischio della mercificazione dei dati biometrici passando per le decine di pareri con i quali si è cercato di fare in modo che la trasformazione digitale e l’implementazione del PNRR procedessero spedite ma nel rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà delle decine di milioni di persone che vivono nel nostro Paese.

Impossibile provare a selezionare i provvedimenti ai quali sono rimasto più legato.
Si è fatta, credo, tanta strada ma non c’è dubbio che quella da fare è molto di più di quella che si è fatta.
E non solo perché a fronte dei due anni alle spalle ce ne sono altri cinque davanti.
Ma anche perché le sfide più impegnative, certamente, devono ancora venire.

E se il bilancio di questi primi due anni è, almeno dal mio angolo di visuale, tanto positivo è merito di tante persone che non posso non ringraziare: i miei colleghi del Collegio, per cominciare (Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia), il personale dell’Autorità a cominciare dalla mia Segreteria, le centinaia di stakeholders pubblici e privati con i quali ci siamo confrontati su base quasi quotidiana e, da ultima ma non per ultima, la mia famiglia alla quale, inesorabilmente, ho sottratto tempo e serenità e chiesto pazienza e comprensione.
Semplicemente grazie a tutti.

L’attività qui in Autorità prosegue, probabilmente, senza interruzioni durante tutto il mese di agosto ma le #cosedagarante, oggi si fermano per qualche settimana per tornare tra fine di agosto e i primi giorni di settembre salvo, naturalmente, eccezioni.

Buone vacanze, buon riposo e/o buon lavoro a chi, a dispetto del periodo, ha scelto o è costretto a continuare a lavorare.

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in reply to Informa Pirata

complimenti e grazie! ♥🙏🏼🍀

P.S. Com'è possibile un toot cosí lungo? 🤔😅



Il Drone dell’UE è un’Altra Minaccia per Migranti e Rifugiati – HRW


La sorveglianza aerea di Frontex facilita il ritorno agli abusi in Libia. “Non sapevamo che fossero i libici finché la barca non si è avvicinata…

La sorveglianza aerea di Frontex facilita il ritorno agli abusi in Libia.

“Non sapevamo che fossero i libici finché la barca non si è avvicinata abbastanza e abbiamo potuto vedere la bandiera. A quel punto abbiamo iniziato a urlare e piangere. Un uomo ha cercato di buttarsi in mare e abbiamo dovuto fermarlo. Abbiamo lottato il più possibile per non essere ripresi, ma non potevamo farci nulla”, ci ha detto Dawit. Era il 30 luglio 2021 e Dawit, dall’Eritrea, sua moglie e la giovane figlia stavano cercando rifugio in Europa.

Judith Sunderland, Direttore Associato, Divisione Europa e Asia Centrale
Lorenzo Pezzani Condirettore, Border Forensics

Invece, erano tra le oltre 32.450 persone intercettate dalle forze libiche l’anno scorso e riportate a detenzioni arbitrarie e abusi in Libia .

Nonostante le prove schiaccianti della tortura e dello sfruttamento di migranti e rifugiati in Libia – crimini contro l’umanità , secondo le Nazioni Unite – negli ultimi anni l’Unione Europea ha sostenuto gli sforzi delle forze libiche per intercettare le barche. Ha ritirato le proprie navi e installato una rete di risorse aeree gestite da società private. Da maggio 2021, l’agenzia di frontiera dell’UE Frontex ha schierato un drone fuori Malta e i suoi schemi di volo mostrano il ruolo cruciale che svolge nel rilevamento delle barche vicino alle coste libiche. Frontex fornisce le informazioni del drone alle autorità costiere, inclusa la Libia.
Ricostruzione dell'intercettazione del 30 luglio 2021 facilitata dal drone Frontex. Oltre alla traccia del drone Frontex, la mappa mostra la traccia di Seabird (un aereo Sea-Watch) che ha assistito all'intercettazione. Mostra anche la nave della ONG Sea Watch 3 nelle vicinanze. Non ci sono dati di localizzazione della nave per la motovedetta della guardia costiera libica Ras Jadir o per la nave intercettata. Mappa per gentile concessione di Border Forensics.Ricostruzione dell’intercettazione del 30 luglio 2021 facilitata dal drone Frontex. Oltre alla traccia del drone Frontex, la mappa mostra la traccia di Seabird (un aereo Sea-Watch) che ha assistito all’intercettazione. Mostra anche la nave della ONG Sea Watch 3 nelle vicinanze. Non ci sono dati di localizzazione della nave per la motovedetta della guardia costiera libica Ras Jadir o per la nave intercettata. Mappa per gentile concessione di Border Forensics.
Frontex afferma che la sorveglianza serve a soccorsi, ma le informazioni facilitano le intercettazioni e i rimpatri in Libia. Il giorno in cui Dawit e la sua famiglia sono stati catturati in mare, le forze libiche hanno intercettato almeno altre due barche e riportato almeno 228 persone in Libia. Una di quelle barche è stata intercettata in acque internazionali, all’interno dell’area di ricerca e salvataggio maltese. La traiettoria di volo del drone suggerisce che stesse monitorando la traiettoria della barca, ma Frontex non ha mai informato la vicina nave di soccorso non governativa Sea-Watch .

Human Rights Watch e Border Forensics , un’organizzazione no-profit che utilizza innovative analisi visive e spaziali per indagare sulla violenza ai confini, stanno esaminando come il passaggio dalla sorveglianza marittima a quella aerea contribuisca al ciclo di abusi estremi in Libia . La mancanza di trasparenza di Frontex – hanno respinto la nostra e le richieste di Sea-Watch di informazioni sulle loro attività il 30 luglio 2021 – lascia senza risposta molte domande sul loro ruolo.

Dawit e altri si sono fatti prendere dal panico quando hanno visto la barca libica perché sapevano cosa li aspettava al ritorno. Lui e la sua famiglia sono finiti in prigione per quasi due mesi, rilasciati solo dopo aver pagato 1.800 dollari. Sono ancora in Libia, sperando in una possibilità di raggiungere la salvezza in un Paese che rispetti i loro diritti e la loro dignità.

FONTE: hrw.org/news/2022/08/01/eus-dr…


tommasin.org/blog/2022-08-01/i…

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#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione.

🔸 Disponibili i dati sugli esiti degli scrutini del primo e del secondo ciclo di istruzione

🔸 Scuola, pubblicati i dati relativi alle studente…




Un Piano da 1,5 miliardi di euro per ridurre divari territoriali, dispersione scolastica e...

Un Piano da 1,5 miliardi di euro per ridurre divari territoriali, dispersione scolastica e fragilità degli apprendimenti, favorendo l’inclusione e il successo formativo di ogni studentessa e studente.
È quello previsto dal #PNRRIstruzione.



Elezioni? Tranquilli, tutti aumenteranno sorveglianza e controllo sociale.


Ogni volta cambiano i partiti e le proposte, ma una verità rimane assoluta: ogni movimento statalista non potrà che aumentare la sorveglianza di massa e il controllo sociale.

Pare che il 25 settembre 2022 qualche milione di italiani tornerà a votare. Io probabilmente non parteciperò, perché non sono rappresentato e l’idea di votare per il male minore non mi è mai piaciuta.

Nonostante questo, vorrei spendere due parole per parlare dell’elefante nella stanza di qualsiasi programma politico: l’aumento esponenziale della sorveglianza di massa e controllo della popolazione, che non solo non accenna a diminuire, ma probabilmente aumenterà ancora a dismisura.

Questo è vero per ogni elezione, ma oggi - dopo due anni assolutamente folli, che ci hanno lasciato in eredità una serie di cicatrici profonde nella nostra sfera privata e libertà - è particolarmente rilevante.

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L’elefante nella stanza


Ci sono in particolare alcuni obiettivi dello Stato che per forza di cose necessitano di violentare la sfera privata dei cittadini per essere perseguiti, a prescindere dalle parti politiche.

Evasione fiscale


Il primo è la lotta all’evasione fiscale. Qualcuno potrebbe promettere di diminuire le tasse, ma nessuno mai prometterà di diminuire i poteri di sorveglianza dell’Agenzia delle Entrate, che negli ultimi anni sono aumentati a dismisura.

Dare potere di sorveglianza all’Agenzia delle Entrate non significa però combattere l’evasione fiscale, così come dare potere alle forze dell’ordine non equivale a combattere il crimine. L’unico vero effetto è aumentare la sorveglianza su persone innocenti, dato che per definizione la sorveglianza colpisce solo coloro che possono e accettano di essere sorvegliati, cioé i piccoli contribuenti che non hanno capacità o volontà di proteggere la loro privacy.

Oggi l’Agenzia delle Entrate ha, almeno su carta, anche la capacità di prevedere il rischio di evasione, grazie all’attuazione della legge di bilancio del 2020. A Di questo ne avevo già scritto a maggio. Oggi ci sono informazioni più chiare in merito, anche grazie a una circolare dell’Agenzia delle Entrate del 20 giugno 2022. La circolare descrive le modalità con cui verranno svolte le attività di analisi del rischio, attraverso un algoritmo chiamato VeRa (Verifica dei Rapporti finanziari):

Con riferimento alle attività di analisi del rischio, le strutture delle Direzioni regionali
competenti per i grandi contribuenti dovranno concentrare le proprie risorse sui soggetti che presentano un maggior rischio fiscale, ovvero su quelli che non esprimono comportamenti collaborativi e trasparenti.

La circolare è chiarissima: l’AdE sarà occupata a valutare il rischio fiscale, soprattutto per quei soggetti che - secondo parametri non meglio specificati - non risultano collaborativi e trasparenti. Ma perché mai qualcuno dovrebbe rinunciare volontariamente alla sua privacy, diritto umano universale? Soprattutto: perché mai accettiamo questo giudizio morale da parte dello Stato, secondo il quale è collaborativo (quindi virtuoso, quindi non a rischio) colui che sacrifica volontariamente un suo diritto individuale? Lo Stato nasce per proteggere i diritti individuali, non per chiederne il sacrificio. Che contraddizione è mai questa?

Qualche partito prenderà posizione contro questa sorveglianza di massa immorale e questa violenza gratuita verso chi non ha nulla da nascondere, ma vorrebbe semplicemente evitare di avere l’Occhio di Sauron fisso sul conto corrente? Ci sarà mai un limite all’espansione dei poteri dell’AdE?

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Riciclaggio


Lo stesso vale per le attività di antiriciclaggio, che col passare del tempo si fanno sempre più pervasive, invadenti e in violazione dei nostri diritti umani.

Da anni ormai ci sono diversi studi che dimostrano quanto le normative antiriciclaggio manchino completamente di proporzionalità, una tesi confermata anche recentemente dal Comitato Europeo per la Protezione dei Dati in una lettera ai commissari europei Reynders (Giustizia) e McGuiness (Finanza).

L’ultimo aggiornamento europeo antiriciclaggio ha come obiettivo primario quello di eliminare ogni forma di anonimato per obbligare ogni cittadino ad essere completamente trasparente “by default” verso lo Stato.

Anche in questo caso chi non collabora, usando strumenti per la protezione della sua privacy e anonimato viene qualificato dallo Stato come persona a rischio riciclaggio. Di nuovo siamo in presenza di un chiaro giudizio morale da parte dello Stato: se collabori e sei trasparente sei un cittadino virtuoso; se invece preferisci tutelare i tuoi diritti e la tua vita privata da aggressioni arbitrarie sei inaffidabile, a rischio.

Come l’evasione, il riciclaggio è un reato senza vittime - danneggia solo lo Stato. In un sistema di libero mercato, con libera moneta, il concetto stesso di riciclaggio perderebbe di ogni significato. Eppure ad ogni aggiornamento normativo perdiamo un pezzetto in più della nostra libertà, senza che nessuno abbia il coraggio di dire basta.

Qualche partito ha mai dichiarato l’immoralità di trattare i cittadini come criminali, sorvegliando, analizzando e giudicando ogni singola transazione economica nello spasmodico tentativo di mantenere il monopolio della moneta e controllare i flussi monetari? Qualcuno dirà mai: basta, adesso è troppo?

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Corruzione


La corruzione è un altro fenomeno che, come per evasione e riciclaggio, danneggia esclusivamente lo Stato (la sua reputazione).

Anche la corruzione ormai giustifica qualsiasi tipo di sorveglianza e controllo dei flussi finanziari e della vita degli imprenditori. Non solo non si vede fine alla pervasività dei controlli, ma ultimamente sono stati messi in campo anche algoritmi che dovrebbero valutare il “rischio di collusione con la mafia, attraverso l’analisi di alcuni parametri come il basso numero dei dipendenti o transazioni “sproporzionate”. Un sistema di questo tipo è già in uso presso la Cassa Depositi e Prestiti.

Di nuovo, l’assioma dello Stato è che ogni imprenditore debba essere trasparente “by default” e collaborativo, senza alcuna capacità di proteggere la propria privacy o dignità personale.

Come per la sorveglianza e il riciclaggio, la sorveglianza nel campo della corruzione non ha in realtà alcun effetto sulla corruzione. Lo ripeto: le uniche persone disposte a farsi sorvegliare sono gli innocenti. I “criminali” sono tali proprio perché riescono a sfuggire ai controlli dello Stato. E infatti la mafia è la migliore industria italiana, nonostante tutta la sorveglianza.

Volete diminuire la corruzione? È molto semplice, basta eliminare ogni interferenza dello Stato nel mercato e chiudere il Parlamento. Senza Stato non può esserci corruzione. Non serve trattare i cittadini come criminali, a meno che lo scopo della “lotta” alla corruzione, all'evasione e al riciclaggio, non sia in realtà proprio il controllo della popolazione e la difesa degli interessi di Stato dalla libertà delle persone. Perché sì, la libertà delle persone non può coesistere con la libertà delo Stato: quando si espande l’una, deve restringersi l’altra.

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Comunicazioni


La sorveglianza di Stato non è solo finanziaria, ma si estende anche ad ambiti ben più privati, come il monitoraggio delle nostre conversazioni private e dei tabulati telefonici.

Per quanto riguarda il monitoraggio delle comunicazioni, ve ne ho parlato davvero tanto a più riprese negli ultimi due anni: il tema è quello del Regolamento europeo Chatcontrol, che promette di creare un regime di spionaggio e analisi algoritmica per ogni singola comunicazione (chat, email, social) di ogni singolo cittadino europeo. Lo scopo è combattere la criminalità, ma ancora una volta l’assioma è che siamo tutti potenziali criminali da intercettare con ogni mezzo. Non vorrei ripetermi, ma ancora una volta vale la pena sottolineare che intercettare le comunicazioni di 500 milioni di cittadini innocenti non risolverà affatto la criminalità…

Che dire poi della conservazione dei tabulati telefonici, che in Italia sfora qualsiasi limite di ragionevolezza ed è già stata dichiarata in violazione dei diritti umani da una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea?

Qualche partito si è detto contrario all’intercettazione e analisi di ogni comunicazione digitale dei cittadini italiani? Qualcuno ha detto che dovranno essere riformate le politiche di data retention dei tabulati telefonici? No - perché in fin dei conti fa molto, molto comodo che sia così.

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Videosorveglianza


Per quanto riguarda invece la videosorveglianza fisica, è sotto gli occhi di chiunque l’esponenziale aumento di telecamere e termoscanner, anche con riconoscimento facciale, negli ultimi due anni - spesso anche ad altezza uomo. Ci sono alcune stazioni della metro a Milano in cui nello spazio di alcune decine di metri quadri sono state accozzate decine di telecamere.

41350Immagine presa dalla campagna Reclaim Your Face, di cui Privacy Network è partner.

Di nuovo l’assioma è che la videosorveglianza sia indispensabile per garantire la sicurezza delle nostre città - come se fossimo un branco di animali da tenere sotto osservazione. Ovviamente non è vero, è solo una questione di percezione e non di insicurezza reale.

La percezione di insicurezza nelle nostre città viene usata da ormai vent’anni come grimaldello politico per legittimare l’acquisto e l’installazione di sistemi di sorveglianza sempre più pervasivi. Ad esempio, lo scorso anno Calenda ha affermato di voler installare a Roma 6.000 nuove telecamere (a fronte delle attuali 1.300), ammettendo al tempo stesso che in rapporto alla popolazione la città ha meno criminalità di Milano, Napoli, Torino, Firenze e Venezia. Perché allora voler riempire la città di telecamere?

Ogni amministrazione locale che si succede non fa altro che aumentare il numero di telecamere, a prescindere da qualsiasi valutazione di merito. Se nessuna forza politica prenderà mai in mano la cosa, entro una decina di anni ci troveremo le città con più telecamere che persone. Se è davvero questione di sicurezza, perché non rimuovere le telecamere dalle zone che oggettivamente possono essere reputate sicure? Perché nessuno dice: ok, abbiamo reso più sicura una zona della città, ora possiamo essere più liberi dalla sorveglianza?

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Lo Stato sociale vive di controllo


Lo Stato Sociale vive di moralità indotta e imposta dall’alto: i cittadini devono essere collaborativi e trasparenti. Chi non lo è, viene automaticamente messo nella colonna dei cattivi. Per quale assurdo motivo non essere trasparenti “by default” verso lo Stato dovrebbe avere una connotazione negativa, e perfino immorale - secondo gli standard dei più accaniti statalisti?

La privacy è un ostacolo alla realizzazione degli interessi dello Stato. Il potere di proteggere la nostra sfera privata e decidere quali informazioni condividere col mondo è in antitesi rispetto alla necessità dello Stato di conoscere tutto dei comportamenti, delle azioni e anche dei pensieri dei cittadini.

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - forse l’unico documento sensato della storia umana, dopo la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti - afferma chiaramente il contrario: la legge, quindi lo Stato, dovrebbe tutelare gli individui da ingerenze arbitrarie nella loro vita privata. Perché allora dal 2001 a oggi sembra che il paradigma si sia capovolto?

La mia idea è che siamo nella fase finale (che potrebbe durare decenni) e discendente dello Stato Sociale. Dopo quasi 200 anni di welfare universale, assistenzialismo, espansione incontrollata dello Stato in ogni ambito umano, siamo arrivati quasi al punto di collasso. Le persone iniziano a capire che un mondo diverso è possibile, che Internet e Bitcoin permettono oggi di avere rapporti umani ed economici senza bisogno di alcun intermediario. Nozioni come riciclaggio, corruzione, evasione, non hanno alcun senso in una società libera, senza ingerenze statali.

Gli Stati sono sempre più indebitati e la povertà aumenta esponenzialmente, e con essa l’assistenzialismo. Per gestire il welfare e mantenere questo equilibrio sempre più precario però è fondamentale conoscere i bisogni delle persone e standardizzare e controllare i loro comportamenti. Così la sorveglianza diventa uno strumento di pianificazione sociale e di protezione degli interessi Statali. Lo stiamo vedendo in Cina e in Sri Lanka e lo abbiamo visto parzialmente anche in Canada.

Chi può, vota coi piedi, emigrando verso Stati più liberali e meno invasivi della sfera privata delle persone. Non stupisce quindi che negli ultimi due anni la California - lo stato più “woke” degli Stati Uniti - abbia perso quasi 400.000 persone/contribuenti.

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Forse è arrivato il momento di valutare i programmi elettorali in base a criteri diversi, tornando al senso originario del “patto sociale”: lo Stato esiste per proteggere i diritti individuali e l’incolumità delle persone - non per proteggere e arricchire se stesso alle spalle dei cittadini.

1977642Dichiarazione d’Indipendenza

Quando un governo diventa distruttivo [rispetto alla Vita, Libertà e perseguimento della Felicità] è diritto delle persone alterare o abolire il governo e istituirne uno nuovo, nelle modalità che più sembreranno adeguate per proteggere la loro incolumità e felicità.”

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#laFLEalMassimo – Episodio 74: Pensioni ed Elezioni


Bentornati alla FLE al Massimo, ultimo episodio prima della pausa estiva. Mentre in Europa continua a imperversare il conflitto avviato dall’invasione russa ai danni dell’Ucraina in Italia assistiamo ad una campagna elettorale che si divide tra le elucubr

Bentornati alla FLE al Massimo, ultimo episodio prima della pausa estiva. Mentre in Europa continua a imperversare il conflitto avviato dall’invasione russa ai danni dell’Ucraina in Italia assistiamo ad una campagna elettorale che si divide tra le elucubrazioni tattiche per massimizzare il risultato, anche a costo di ventilare le alleanze più improbabili e i più abusati stratagemmi comunicativi. Si passa dagli appelli apocalittici per salvare il paese dalle destre alla demolizione dell’Agenda Draghi in chiave populista per capitalizzare il consenso alle urne, derubricando a questione secondaria la predisposizione anche del più vago programma di governo.

Un atteggiamento oltremodo miope a fronte delle rilevanti sfide che il nostro paese si trova ad affrontare con una congiuntura globale particolarmente incerta a causa dell’inflazione e degli squilibri causati dal conflitto in Ucraina, una politica monetaria che dopo decenni ritorna ad orientarsi in chiave restrittiva e il peso di numerosi squilibri macroeconomici, primo fra tutti la presenza di un debito pubblico molto elevato in rapporto al PIL

Senza entrare nel merito di questa o quella proposta politica questa rubrica vuol suggerire di utilizzare come criterio di riferimento per orientarsi le indicazioni date in materia previdenziale.

Il sistema pensionistico del nostro paese è squilibrato, iniquo e realizza un trasferimento intergenerazionale molto penalizzante soprattutto per i giovani. Il totale dei contributi raccolti attualmente non è sufficiente a pagare le prestazioni erogate e dunque si necessita di una integrazione a carico della fiscalità generale.

Un sistema messo in piedi quando il rapporto tra lavoratori e pensionati era molto diverso da oggi e l’aspettativa di vita significativamente inferiore è diventato di fatto insostenibile. Occorre un ribilanciamento che riduca le prestazioni troppo generose erogate oggi e tuteli quelle che rischiano di essere troppo penalizzate in futuro.

Dunque un criterio efficace per valutare le proposte politiche è quello di verificare se sono orientate a peggiorare gli squilibri anticipando l’età per andare in pensione oppure se al contrario si provano a porre rimedio all’ingiustizia della struttura attuale.

youtube.com/embed/uTF23N0dsfE

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L'articolo #laFLEalMassimo – Episodio 74: Pensioni ed Elezioni proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Rilascio Lemmy v0.16.6: correzioni di bug (19-07-2022)

Scritto da @dessalines@mastodon.social e @nutomic@soc.ialis.me, 19-07-2022

Alcune correzioni di bug:

- Risolto il problema per cui gli attori possono avere una chiave pubblica vuota (correzioni #2347 ) ( #2348 )
- Definizione esplicita della restituzione o meno di attori eliminati ( #2335 )
- Impossibilità di bloccare l'amministratore ( #2340 )
- Aumenta il limite di recupero RSS a 20. Correzioni n. 2319 ( n. 2327 )
- Correzione della lunghezza del campo db post_report.original_post_name (correzioni #2311 ) ( #2315 )
- Aggiunta dell'uso del pub per i db crates in api_common ( #2305 )
- Accetta i "Mi piace" privati ​​( #1968 ) ( #2301 )


join-lemmy.org/news/2022-07-19…

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Cretino contraddittorio


L'articolo Cretino contraddittorio proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazioneluigieinaudi.it/cretino-contraddittorio/ https://www.fondazioneluigieinaudi.it/feed




Ritratto in piedi di Gianna Manzini


Questo libro, vincitore del premio Campiello nel ’71, è in pratica l’ultima opera di Gianna Manzini, scrittrice italiana “scoperta” da Eugenio Montale. Il romanzo, dedicato alla memoria del padre, riconduce il lettore ai conflitti sociali del primo Novecento in Toscana.

iyezine.com/ritratto-in-piedi-…



Il Nintendo DS. Basta, non serve dire altro; in fondo, tra nintenditori, ci si intende. Una console che, 15 anni fa, ha saputo innovare il mercato con...


The Queen Is Dead Volume 66 - Motorpsycho / My Sleeping Karma


Tornano i Motorpsycho con un disco che ancora una volta guarda al futuro partendo da un passato ancora non scritto. " Atma " dei My Sleeping Karma è il secondo ed ultimo disco di questa puntata, un disco oscuro ed ipnotico, ad altissimi livelli.

iyezine.com/motorpsycho-my-sle…

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RILEGGIAMO


RILEGGIAMO “Non piangete la mia morte” di Bartolomeo Vanzetti, edito da Barbès

iyezine.com/non-piangete-la-mi…



“Luglio col bene che ti voglio (vedrai non finirà)”


Estate. Umidità. Canicola. Cicale. Sudore.
Questi gli ingredienti di questi giorni. Nell’ordine che preferite.
Mentre cerco di raccogliere le idee e convogliarle in un qualcosa che abbia un senso logico, l’occhio mi cade sul calendario e mi rendo conto che siamo in quel periodo dell’anno in cui dilaga sui social network la triste gara a chi posta per primo le immagini del 20 luglio 2001.

iyezine.com/luglio-col-bene-ch…



THE QUEEN IS DEAD VOLUME 65 – SUPASONIC FUZZ / BLACK CAPRICORN


Per il primo disco non ci allontaniamo di molto dalla sede di In Your Eyes e siamo ad Imperia per il nuovo lavoro dei Supasonic Fuzz, uno dei migliori gruppi liguri e non solo per quanto riguarda hard rock stoner e fuzz. Per chiudere un grandissimo ritorno, quello dei sardi Black Capricorn con " Cult of blood " dove si vola altissimi.

iyezine.com/supasonic-fuzz-bla…



Non è successo niente: Draghi lascia il posto al suo pilota automatico

"Così, proprio mentre Draghi abbandona Palazzo Chigi sbattendo la porta, la sua spregiudicata agenda politica neoliberista rientra dalla finestra attraverso il nuovo strumento di politica monetaria della BCE. Davanti al fallimento politico dell’ennesimo governo tecnico imposto al Paese, la classe dirigente europea rispolvera l’arma del ricatto del debito che tanto efficace si è dimostrata, in passato, come strumento di disciplina delle economie europee a suon di spread.

Gli eventi di questi ultimi giorni ci ricordano anche che, quale che sarà l’esito delle elezioni del prossimo 25 settembre, il programma di governo è già pronto ed è scritto nero su bianco nel PNRR, messo a punto dall’esecutivo Draghi e vincolante per chiunque uscirà vittorioso dalle urne per tutta la durata della legislatura, pena l’esplosione dell’instabilità finanziaria sotto la spinta della BCE."

coniarerivolta.org/2022/07/22/…



La divinità chiamata Welfare


Dall'ideologia Protestante del 1800 ai Progressisti del New Deal fino al Great Reset: il welfare come strumento di ingegneria sociale che trasforma lo Stato in Divinità.

Oggi vi parlo di welfare, cioè quell’ideologia malsana che da più di 200 anni ormai ci perseguita.

Encyclopaedia Britannica descrive lo stato di welfare come “un concetto di governo in cui lo Stato gioca un ruolo centrale nella protezione e promozione del benessere economico e sociale dei suoi cittadini. Lo stato di welfare di solito include anche servizi come la scuola pubblica, la sanità pubblica e case popolari.”

Penso che la diffusione dell’ideologia del welfare sia stata l’inizio del tracollo della civiltà umana, e credo che oggi rappresenti il pericolo più grande per la nostra libertà, privacy e autodeterminazione. Prima di spiegarvi il perché vorrei però ripercorrere la nascita dello stato di welfare negli Stati Uniti, attraverso l’incredibile lavoro di Murray Rothbard, che ne scrisse sapientemente nel suo libro “The Progressive Era”.

1884363

Ideologia e potere economico


Il seme del welfare venne piantato in America all’inizio del 19° secolo. Secondo Rothbard il welfare fu il prodotto dell’unione d’intenti di una particolare ideologia e del potere economico di alcune grandi corporazioni.

L’ideologia di cui parla Rothbard è quella protestante del “Postmillennial Pietism”, che durante i primi anni dell’800 si diffuse, soprattutto in nord America a macchia d’olio. Come vedremo, questa dottrina religiosa fu il carburante ideologico per la nascita e proliferazione del movimento Progressista, che attraverso un’azione statale sempre più paternalistica arrivò a creare nelle prime decadi del 1900 ciò che oggi conosciamo come stato di welfare.

Da una parte avevamo quindi una legione di intellettuali protestanti alla ricerca di potere e prestigio, dall’altra grandi corporazioni che cercavano di ottenere il monopolio di mercato attraverso l’intervento di Stato. Queste due forze, insieme, avevano tutto ciò che serviva per sfruttare il potere statale a proprio piacere.

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Il PD non è alternativo alla destra - Contropiano

«Su ogni tema di fondo del governo da trent’anni il PD fa scelte di destra liberista, tali che a volte permettono persino alla destra ufficiale di scavalcarlo “a sinistra”.

[...]

Da trent’anni i dirigenti del partito democratico fanno capire che in fondo votare non conti nulla. Perché le scelte di politica internazionale, economica, sociale sarebbero tutte sostanzialmente obbligate. Lo vuole l’Europa, lo vuole la NATO, lo vogliono i mercati, lo vuole la fedeltà euroatlantica.

[...]

Il Partito Democratico è uno dei primi responsabili dello smottamento a destra della politica italiana e non ha alcuna vera credibilità nell’essere un ostacolo ad essa. A parte la propaganda che gli forniscono i mass media confindustriali.

Il PD non è alternativo alla destra perché è anch’esso un partito di destra, che da trent’anni occupa il campo della sinistra.

La vera crisi democratica del paese è l’assenza di una vera alternativa alla destra. Quella che bisogna provare a costruire, alle elezioni e dopo di esse.»

contropiano.org/interventi/202…



🟣 Dopo quattro anni di lotte per il diritto alla privacy, @noyb.eu ha fatto un salto di qualità e presentato una quantità record di denunce.
Leggi tutto nel loro Rapporto Annuale 2021:
noyb.eu/en/annual-report-2021-…



🟣 After four years of fighting for the right to privacy, we have taken things up a notch and filed a record-breaking amount of complaints. Read all about in our Annual Report 2021: noyb.eu/en/annual-report-2021-…

mastodon.social/@noybeu/108685…

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Annual Report 2021 out now!


Relazione annuale 2021 in uscita! il 2021 segna il quarto anno di lotta di noyb per il diritto alla privacy. Abbiamo aumentato il numero di denunce, raggiungendo un livello record 2021 annual report


noyb.eu/en/annual-report-2021-…



Che cos'è Bookwyrm e come importare dati da altri servizi

Un grazie a @FediTips da cui riprendo questo post

BookWyrm è una piattaforma di social reading aperta e federata ed è l'alternativa del Fediverso a GoodReads di Amazon.
Maggiori informazioni su BookWyrm sono disponibili all'indirizzo joinbookwyrm.com/it e un elenco di server a cui è possibile collegarsi all'indirizzo joinbookwyrm.com/instances.
È possibile seguire l'account del progetto all'indirizzo @BookWyrm, e gli account di BookWyrm possono essere seguiti da Mastodon ecc.
È possibile importare i dati dei libri in BookWyrm da GoodReads, LibraryThing, StoryGraph, OpenLibrary e Calibre.
Per importare i dati, prima esportateli dall'altro servizio come file CSV, poi accedete al vostro account BookWyrm, andate su Impostazioni > Importa, selezionate il tipo di dati e poi cercate il file CSV che avete esportato dall'altro servizio. Selezionate l'impostazione corretta della privacy, quindi fate clic su "Importa".

#BookWyrm #SocialReading #FediTips #Fediverse #Fediverso #GoodReads #LibraryThing #StoryGraph #OpenLibrary #Alternatives #Calibre #Books #Book #Library #libri #Letture
@informapirata :privacypride: @Alessandro @Poliverso



...qualcuno ha notizie di che fine abbia fatto l'istanza rizomatica.org? ...non è più raggiungibile...

#rizomatica.org

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in reply to emiliomillepiani

GI MEEDIAMO UNA SEERA IO E UURIEL BAANELI E BAAGIAMO IL DEEBUUNGHING DE LAANDI EEDIBO


Cose che sembrano facili ma non lo sono: spiegare a un 1973 che incontratti a chiamata non prevedono tfr

Poliverso & Poliversity reshared this.



Come la nostra impronta digitale sociale ci frega


Questa storia, più pratica che mai, è secondo me incredibile.
Non solo dimostra a cosa possano arrivare le loli con troppo tempo libero, tipo me; mostra come chiunque tra noi abbia una specie di "impronta digitale personale" che, se non adeguatamente mascherata, ci può far identificare.

Note importanti


Prima di iniziare, peró, devo precisare qualche cosina.
Visto che l'unica cosa che io voglio è condividere una storia che ritengo essere interessante ed avere qualche spunto di riflessione - ed il mio hobby non è rovinare la vita alle persone - alcuni dettagli sono omessi dal racconto, mentre altri invisibilmente alterati, al fine di rispettare la privacy del soggetto della storia. I suoi nomi vecchi e nuovi saranno letteralmente sostituiti, rispettivamente, da "Deadname" e "Censurato".
Il tutto, comunque, diventerà chiaro leggendo.

Un ricordo speciale


Allora, questa storia a dire il vero inizia almeno 8 o 9 anni fa.
Non ricordo con esatta precisione quando, ma diciamo che in quel periodo scoprii Deadname. Creava contenuti sul Web e, oltre al fatto che mi piacevano molto, non c'è granché da dire in più.

Un po' di tempo dopo, con mio gran dispiacere, annunciò che avrebbe smesso di creare nuova roba. Da un giorno all'altro disse tipo che gli spazi social che al tempo erano i suoi correnti non rappresentavano più la sua persona, o una roba simile.
Poco più tardi, inoltre, ha anche fatto sparire i suoi vecchi contenuti dalla rete.

Ai tempi non avevo la minima idea di cosa potesse intendere con un discorso simile ma, riguardando indietro con la mia attuale conoscenza, sia riguardo la mia persona che ciò che ho scoperto essere la sua, ho capito perfettamente cosa significa quella frase.

Intanto, nonostante Deadname fosse diventato solo un ricordo passato, gli anni continuano a scorrere e la Terra continua a girare.
In alcune occasioni, il suo personaggio ritorna alla mente, non soltanto a me da sola, ma anche ad altre persone che si ricordano di cosa era.
Per dire, a volte io ed una mia amica, parlando in privato, essendo noi in primis in tale situazione personale, abbiamo scherzato dicendo cose del tipo "Deadname ha cancellato tutto perché doveva transare".
E così, ogni volta, si rideva. Se una cosa del genere, pensata e detta a caso basandoci sul niente, si fosse mai rivelata come vera, allora saremmo ufficialmente diventate Distributrici Universali Ufficiali Basate di redpills.

Una (apparentemente) nuova personalità


Ad ogni modo, torniamo ai giorni nostri; a poche settimane fa, precisamente.

Come praticamente sempre, ero al PC, a fare cose e vederne sul Web. Ad un certo punto, non ricordo nemmeno esattamente come, mi imbatto in un profilo di Censurato, che trovo avere delle cosine interessanti.
Decido di vedere un suo video e, immediatamente, appena lo apro, c'è qualche dettaglio che mi coglie di sorpresa. La voce, in particolare, mi sa di modulata in modo inaccurato. È un concetto che non saprei esattamente spiegare. Insomma, parliamo di quel genere di modulazione che in molte persone non suscita dubbi a parte un "mi sembra strana questa voce", ma che a me, avendo io un'esperienza personale simile (ma direi più fallimentare), fa pensare "ma questa persona è transgender?"

Evidentemente però, in quel momento avevo tra le mani questioni più importanti, perché, tra tutti i suoi profili pubblici, decisi di guardare soltanto al volo le biografie, qualche post testuale originale, alcuni ricondivisi, delle foto tra cui alcuni selfie, e appena qualche secondo di altri video.
Non ho trovato alcun'indicazione, nemmeno velata, al fatto che potesse essere transgender. Mi scoccio subito, chiudo tutto, e torno al mio.

Giusto qualche giorno dopo, mi imbatto nuovamente sul profilo di Censurato. Un diverso video attira la mia attenzione, quindi inizio a guardarlo.
Più ascolto la voce, però, e più il tutto ha un certo che di familiare. In appena un minutino capisco che, la voce stessa, il modo di intonarla, e anche un po' come era realizzato il video.. tutto, tutto aveva un retrogusto di Deadname, nonostante i due personaggi fossero di genere praticamente opposto.

Le indagini cominciano


Decido di far sapere immediatamente questa cosa all'amica di prima che, curiosamente, dice di aver pensato la stessa cosa.
La posta in gioco stavolta è davvero troppo grossa per far finta di nulla, quindi iniziamo via chat a raccogliere elementi, di qualunque tipo, che possano coincidere tra Censurato e Deadname, incrociando tutto quello che possiamo ottenere dell'una persona, e quel poco che ci rimane dell'altra.

Si inizia dagli interessi, che paiono combaciare tutti, anche i più strani. Persino il gusto nei meme di nicchia sembra lo stesso.
Anche alcuni dettagli personali e sociali - come sulla sua famiglia, il suo stato culturale, o la zona in cui vive - sono coerenti con il passato di Deadname (anche se questi dettagli li ricordava solo la mia compagna di indagini, io no).
Qualche contenuto ancora disponibile online, perchè creato in collaborazione con altri creatori, è stato utile a rinfrescare la memoria riguardo ulteriori piccoli dettagli, sulla sua infanzia ad esempio.

Colpo grosso!


Tutte queste scoperte però, per quanto curiose, potrebbero essere state benissimo una serie di coincidenze.
Il colpo davvero grosso, che ha levato ogni dubbio, lo abbiamo però fatto perché:

  • Alcuni segni fisici particolari, comparati tra foto di Censurato e alcuni pochi video cancellati (ma che noi conserviamo da anni!) di Deadname, combaciano perfettamente;
  • Uno dei servizi online usati da Deadname ai tempi conserva una cronologia, pubblicamente accessibile, di tutti i cambi di username effettuati; l'account che fu creato con il nome di Deadname ha cambiato nel tempo nome, proprio in Censurato.
Caso risolto


Ed è esattamente così, con dettagli sia piccoli che grandi che combaciano perfettamente tra di loro, che il puzzle è ufficialmente completo: i due personaggi investigati sono lo stesso individuo.

La redpill detta senza sapere, quindi, si è rivelata tale.
Io, comunque, non ho idea del perché Censurato abbia dovuto necessariamente imbarcarsi in questa impresa per far perdere le proprie vecchie tracce. Capisco, adesso, perché abbia voluto cancellare i suoi vecchi contenuti: perché il personaggio che in essi figurava non corrisponde più a ciò che è la sua persona odierna a livello di genere - ma non capisco perché far finta che il passato non ci sia mai stato.

Direi che sono abbastanza felice di aver ritrovato dopo tanti anni, anche se come un personaggio un po' diverso, la stessa persona che riusciva ad intrattenermi in passato, e sono felice che ancora abbia la passione di fare ciò che di bello faceva.

L'impronta digitale sociale


Questa storia - che direi a lieto fine, perchè ho svelato un mistero per me importante - ha in sé un lato oscuro ben in vista: si può dire che provi l'esistenza di un'impronta digitale sociale, così mi piace chiamarla, che ogni persona ha.

Con questo termine intendo un vero e proprio identificativo univoco, che permette un po' a chi vuole, se le condizioni base sono soddisfatte, di inquadrare una specifica persona sempre e comunque, nonostante eventuali suoi cambi parziali d'identità.
Quest'impronta la vedo come composta da tutto ciò che è oggettivamente vero su un dato individuo: le cose che gli piacciono, quelle che hanno formato la sua personalità, le sue connessioni sociali, le sue caratteristiche corporee, e le cose che fa o ha mai fatto, oltre a chissà quali altri elementi che ora dimentico.
Non parliamo nemmeno di qualcosa di strettamente legato al mondo online, chiaramente, anche se in alcuni casi, come abbiamo visto ora, alcune cose di noi che toccano Internet vanno a formare elementi forti dell'impronta.

Come proteggersi


Finchè non lo si sta facendo per sfuggire, per dire, alle conseguenze di un'immoralità compiuta, voler resettare la propria impronta sociale, per vivere nel mondo come una persona totalmente nuova, è legittimo; per questo ho protetto l'identità della persona nella storia.

Ma quindi, come si fa?
Proteggersi dal tracciamento è possibile, ma non è affatto semplice. Esattamente come per proteggere i propri computer dal tracciamento Web bisogna usare browser come Tor Browser che - quando comunicano con altri computer - omettono alcuni dati e ne mascherano altri, per proteggere la nostra identità personale dal tracciamento sociale bisogna evitare di condividere troppo di sé con il mondo, arrivando persino a mentire se necessario.

Indubbiamente è impossibile nascondere quali sono alcune delle cose che ci appassionano, se abbiamo il desiderio di condividere le stesse con il mondo, e magari scoprire persone a noi affini.
Altre cose, però - ad esempio, che parenti hai, il nome del tuo primo animale domestico, che posti frequenti, o come è iniziata la tua passione per qualcosa - se stai cercando di cancellare il tuo passato per porti come una persona totalmente nuova, è meglio non dirle ai quattro venti.



Landini in ginocchio da Draghi: il triste declino del sindacato italiano | La Fionda

"Ci sarebbe da ridere, se non fossimo tanto delusi e depressi nel vedere quanto sta accadendo nel paese, quanto gli ultimi continuino a soffrire nella loro solitudine, quanto il sindacato si venda e si svenda tradendo la Costituzione. Il pesce puzza dalla testa, vero, ma adesso è il momento che la coda dica qualcosa e che qualcuno (politicamente) voli fuori dalla finestra."

lafionda.org/2022/07/17/landin…