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L'India, attraverso il programma Indo-Pacific Economic Framework, può superare la dipendenza dalla Cina per la catena di approvvigionamento?



In questo nuovo episodio, Francesco Rocchetti, Segretario Generale dell'ISPI, e Silvia Boccardi, giornalista di Will, avrebbero potuto parlare del vertice NATO e del G7, eventi che si sono svolti questa settimana e che hanno portato ad alcune dichiar…


PODCAST. Vertice NATO: Italia sempre più coinvolta in preparazione guerre. In arrivo altri militari Usa con missili terra-aria


Sotto la spinta del presidente del consiglio Draghi, l’Italia è uscita dal summit a Madrid convintamente pronta a partecipare all’espansione verso Est delle forze del Patto atlantico e ad accogliere altri soldati e armi Usa. Abbiamo fatto il punto con il

Pagine Esteri, 1 luglio 2022 – Il Governo Draghi non smorza i toni bellicisti che usa da quando è cominciata la guerra tra Russia e Ucraina.

E al vertice in Spagna ha confermato di essere disposto ad accrescere il ruolo e il peso dell’Italia nelle strategie della Nato dettate dall’Amministrazione Biden. In arrivo nelle basi dell’Alleanza in Italia altri uomini e mezzi Usa.

Abbiamo intervistato l’analista di questioni militari e collaboratore di Pagine Esteri, Antonio Mazzeo.

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NUCLEARE. Nessun progresso nei colloqui indiretti tra Usa e Iran a Doha. La guerra all’orizzonte


Le posizioni restano distanti. Teheran vuole dagli Usa garanzie più stringenti. Washington chiede maggiori restrizioni all'Iran rispetto all'intesa firmata nel 2015. Sullo sfondo c'è Israele che non vuole l'accordo. L'articolo NUCLEARE. Nessun progresso

di Michele Giorgio –

(nella foto di archivio, il giorno in cui fu raggiunto nel 2015 a Vienna l’accordo Jcpoa)

Pagine Esteri, 1 luglio 2022 – Ora o mai più. Sotto la pressione di questo imperativo erano ripresi nei giorni scorsi a Doha, nel Qatar, negoziati decisivi, ma indiretti, tra Iran e Stati uniti per il ripristino dell’accordo del 2015 sul programma nucleare iraniano (Jcpoa). Enrique Mora, uno dei collaboratori più stretti del «ministro degli esteri» dell’Ue Josep Borrell, ha incontrato la delegazione iraniana capeggiata dal viceministro degli esteri iraniano Ali Bagheri Kani. Poi ha visto l’inviato speciale degli Usa, Robert Malley. Al momento prevale il pessimismo. Non c’è stato alcun «progresso sperato dall’Ue» nelle trattative sul nucleare iraniano, ha comunicato ieri Enrique Mora. Gli Stati Uniti si dicono «delusi» e un portavoce del Dipartimento di stato ha aggiunto che «I colloqui indiretti a Doha sono terminati». L’Iran da parte sua fa sapere che rimarrà in contatto con Mora per prossimi incontri. Il portavoce del ministero degli esteri di Teheran, Nasser Kanani ha comunque confermato che rimangono “questioni irrisolte”.

Gli ultimi mesi hanno visto crollare gran parte dell’impianto del nuovo accordo Jcpoa quando sembrava a portata di mano ai colloqui avviato nel 2021 a Vienna. A un certo punto l’Amministrazione Biden è stata sul punto di accettare la richiesta iraniana di rimuovere i Guardiani della rivoluzione (Pasdaran) dalla lista delle organizzazioni terroristiche compilata dal Dipartimento di stato. Biden ha poi fatto retromarcia di fronte alle proteste del governo israeliano. Quindi, i negoziati sono stati sospesi a marzo a causa delle crescenti divergenze tra la Casa Bianca e Teheran, alle quali si è aggiunto il gelo sceso tra Mosca e Washington – entrambe garanti del Jcpoa (nel 2018 però gli Usa sono usciti dall’accordo) – per l’inizio della guerra in Ucraina.

Il passo all’indietro fatto quattro anni fa dall’ex presidente Donald Trump, in apparente accordo con l’ex premier israeliano Netanyahu, non solo ha portato allo stop del Jcpoa dopo tre anni in cui le parti coinvolte avevano (più o meno) rispettato i punti dell’accordo. Ha anche dato il via prima a un intenso scambio di accuse e poi ha innescato incidenti nel Golfo che per un soffio non sono sfociati in una guerra. L’Iran ha sempre negato di volersi dotare di ordigni nucleari ma dopo il 2018 ha utilizzato nelle sue centrali centrifughe avanzate e scorte crescenti di uranio arricchito lasciando intendere di essere in grado di raggiungere la soglia nucleare. Ora è il momento della verità, un fallimento avrebbe conseguenze drammatiche.

A inizio settimana a Teheran si respirava un clima più positivo. «La Coppa del Mondo Jcpoa in Qatar» aveva scritto in prima pagina il foglio riformista Mardom Salari. Per il moderato Arman-e Emruz «L’accordo tra Iran e America dovrebbe arrivare…ma una tale opportunità non può realizzarsi senza la flessibilità di entrambe le parti». Duro invece il conservatore Keyhan – fa capo alla Guida suprema iraniana Khamenei – che ha messo in guardia Ali Bagheri Kani: «I negoziati in Qatar sono una trappola, non si può premiare l’America che vara sanzioni, compie omicidi, pirateria e approva risoluzioni anti-iraniane».

Il ritorno al tavolo delle trattative è stato anche frutto anche dell’aumento del costo dell’energia causato dalla guerra tra Mosca e Kiev. Il rilancio del Jcpoa e la fine delle sanzioni Usa sulla vendita del greggio (e del gas) iraniano, andrebbe incontro al proposito di Biden di trovare fonti alternative all’energia russa. Israele, nemico dell’Iran, invece spera nel fallimento, vuole che le sanzioni contro Teheran non siano revocate e si prepara a un possibile scontro militare. «Proseguiremo a lavorare insieme agli Stati uniti e ad altri paesi per rendere chiara la nostra posizione e influenzare la realizzazione dell’accordo, se mai ci sarà», ha avvertito il ministro della difesa uscente Benny Gantz confermando che sta nascendo un’alleanza contro l’Iran con partner regionali non meglio identificati. Ma non è un mistero che Tel Aviv stia costruendo una sorta di Nato israelo-araba con Arabia saudita, Qatar, Emirati, Egitto, Bahrein e Giordania, guidata dagli Usa, per contrastare eventuali lanci di missili e droni iraniani in caso di una guerra. Domenica il Wall Street Journal aveva riferito che su iniziativa statunitense, alti ufficiali israeliani hanno avuto a marzo a Sharm El Sheikh incontri segreti con i rappresentanti di vari paesi arabi, tra i quali l’Arabia saudita, per coordinare strategie militari contro Teheran. Pagine Esteri

L'articolo NUCLEARE. Nessun progresso nei colloqui indiretti tra Usa e Iran a Doha. La guerra all’orizzonte proviene da Pagine Esteri.




Negli USA sindacalizzare oggi appare quasi un’eresia nel centro universale di un capitalismo l’ingresso di sindacati è stato sempre bloccato


Negli USA un gran numero di ex congressisti diventa lobbista per Paesi stranieri autoritari. Ecco perchè è un rischio per la sicurezza nazionale


Oldies but goodies: Web design for the planet


Questa volta ripropongo in un colpo solo sette articoli ripresi e tradotti dal progetto “Web design for the planet: una raccolta di buone pratiche per un web più ecologico”

Nathalie, un’ecologista francese che si occupa professionalmente di web, si era proposta la sfida di scrivere in 30 giorni una serie di 30 articoli che si occupassero dei temi collegati all’impatto del digitale sul nostro eco-sistema e in particolare, partendo dal concetto di “sobrietà digitale”, si era concentrata sulla progettazione eco-sostenibile di siti e applicazioni web.
Mi sembrano temi molto interessanti di cui in Italia non si parla ancora abbastanza.
Qui sotto trovate i link agli articoli che ho ripubblicato su Plume un servizio per creare blog nel Fediverso.
Buona lettura e condividete pure con sobrietà ;)


10 vantaggi di una progettazione web eco-sostenibile


Risorse per una progettazione digitale eco-sostenibile


5 modi per ridurre il peso dei video per realizzare siti web eco-sostenibili


5 modi per ridurre il peso delle immagini


Come migliorare i flussi UX (User Experience) di un sito


Come ottimizzare i font?


Come applicare il metodo di Marie Kondo ai siti web

Strafanici, il titolo del blog su cui sono ripubblicati questi articoli, è preso in prestito da una parola del dialetto triestino che significa cianfrusaglie, cose da nulla; attraverso le migrazioni di tanti friulani il termine è arrivato anche nelle periferie milanesi ed ha sempre fatto parte del mio lessico familiare 😀

@Poliverso @maupao @Le Alternative @Ninefix @Giordano @Scuola - Gruppo Fediverso @quinta mte90@mastodon.uno @Maurizio Carnago @Ed 🏳️‍🌈 @Devol :fediverso: @Goofy 📖 🍝 @Paolo Dongilli @Alexis Kauffmann @Alessandro

in reply to nilocram

wow argomento molto interessante! Ti sei meritato di essere tra i miei feed RSS! Grazie ancora!

@nilocram

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in reply to nilocram

Non c'è alcun modo per misurare gli effetti ecologici positivi di pratiche come la riduzione dei tempi di caricamento e la leggerezza del software. Sono in ultima istanza i provider a gestire e suddividere le risorse e sono loro a dover ridurre l'impatto ambientale dei datacenter e ottimizzare l'efficienza, altrimenti le risorse da noi "risparmiate" saranno cicli computazionali spesi a vuoto (differenza trascurabile) o riassegnati ad applicativi più energivori. Mentre a livello di DC si possono certamente ridurre emissioni e consumo energetico con un impatto notevolmente superiore.
Se invece controlliamo tutta la filiera il discorso cambia.

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Aborto? Questione di privacy e capitalismo


La questione dell'aborto può essere risolta solo con libero mercato, tutela della proprietà e della privacy. Ogni alternativa porta alla violenza e alla negazione della libertà delle persone.

Una recente decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti ha ribaltato una storica sentenza (Roe v Wade) del 1973, lasciando la possibilità ai singoli Stati di regolare la questione dell’aborto. Ogni stato potrà decidere cosa fare, in base alla legge nazionale.

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Oggi non voglio parlarvi della sentenza, ma cercherò di spiegarvi il motivo per cui penso che l’unico vero modo di risolvere la questione dell’aborto1 sia attraverso privacy, proprietà e libero mercato - a prescindere dalle opinioni personali.

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La proprietà del corpo


Iniziamo parlando di proprietà.

La proprietà è un diritto naturale che nasce insieme all’essere umano. L’uomo primitivo non sapeva nulla del mondo, ma sapeva distinguere se stesso dall’ambiente circostante e aveva consapevolezza di sé, della propria mente e del corpo - controllato dalla mente.

È da questa consapevolezza che deriva il concetto di proprietà.

Ogni essere umano possiede la sua mente e quindi il suo corpo, un fatto naturale e universale che oggi chiamiamo proprietà. I “woke” oggi dicono: my body my choice, ma come sapete io preferisco citare Locke:

Every ·individual· man has a property in his own
person
[= ‘owns himself’]; this is something that nobody else has any right to.


Il diritto di aborto non è quindi un diritto positivo (che non sono diriti ma privilegi politici), ma una conseguenza del diritto di proprietà sul corpo.

Il concetto di proprietà è importante, perché lega tutti i successivi temi, come quello del capitalismo e del libero mercato.

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Capitalismo e libero mercato


Il capitalismo è quel sistema economico e sociale in cui le persone (e non lo Stato) possiedono i mezzi di produzione. È cioè quel sistema in cui sono le persone a decidere cosa produrre, come produrre, per chi produrre.

Il vero capitalismo esiste solo in un contesto di libero mercato, in cui ogni decisione è esclusivamente frutto del pensiero e della libera volontà delle persone - che possono scegliere se cooperare o meno tra loro.

Un sistema capitalistico di libero mercato non può prescindere dalla protezione assoluta della proprietà privata. È con la negoziazione privata e lo scambio di titoli di proprietà che le persone sono in grado di allocare tra loro le risorse.

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Per sintetizzare, possiamo allora dire che il capitalismo è il modo in cui le persone possono produrre e allocare diritti di proprietà in modo decentralizzato (cioè senza pianificazione centrale) attraverso l’incontro delle loro volontà.

Perfino in un libero mercato però non mancano i conflitti, soprattutto per un tema come l’aborto, che da secoli si porta dietro idee totalmente inconciliabili tra loro.

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Protezione dalla violenza


La privacy è l’unico modo in cui possiamo proteggere le persone dalla violenza, facendo sì che possano formare liberamente la loro volontà e incontrare quella altrui, per scambiare titoli di proprietà e ottenere così un mutuo beneficio.

Privacy non è segretezza. Lo dico spesso, vale la pena ripeterlo.

Privacy, nell’Era dell’Informazione, è la capacità di controllare le informazioni che ci riguardano e scegliere a chi rivelarle. La privacy è un diritto analogo alla proprietà del corpo: è il filtro attraverso il quale separiamo e definiamo i confini della nostra sfera privata rispetto al resto del mondo. È il diritto che ci permette di formare la nostra volontà al riparo da ingerenze arbitrarie di terzi.

Perché l’aborto è una questione di proprietà, capitalismo e privacy


In un mondo ideale non ci sarebbe alcun bisogno di parlare di aborto. Il medico sarebbe l’unico possessore dei mezzi di produzione del bene “prestazione medica”. La paziente e il medico sarebbero gli unici a poter decidere i termini della prestazione, attraverso la negoziazione privata e lo scambio di titoli di proprietà (lavoro in cambio di denaro). Le pazienti sarebbero in grado di formare la loro volontà senza alcuna ingerenza arbitraria, violenza o giudizio altrui.

Ma non siamo in un mondo ideale.

L’interruzione volontaria di gravidanza non fa parte di un mercato libero. Ci sono specifiche regole che definiscono i limiti dell’azione umana e interferiscono nella libera formazione della volontà degli attori di mercato (medici e pazienti).

Come ogni altro ambito umano, la legge non è altro che lo strumento attraverso cui il burocrate crea un mercato artificiale a sua immagine e somiglianza, secondo i suoi principi morali e le sue ideologie. Alcune volte questo mercato sarà espressione dei principi e idee della maggioranza della popolazione, altre volte sarà invece frutto di compromessi.

In un mercato artificiale non c’è rispetto della proprietà: il medico non è libero di offrire il suo lavoro alle sue condizioni e la paziente non è libera di decidere sul suo corpo, che in realtà diventa di proprietà del legislatore. Allo stesso modo, non c’è neanche libera formazione della volontà e piena autodeterminazione: l’estensione del pensiero umano in un mercato regolamentato è sempre pari ai limiti del pensiero del burocrate.

In un mercato artificiale non può esserci neanche privacy.

L’aborto diventa una questione pubblica, poiché colui che crea e mantiene il mercato, lo Stato, deve assicurare che tutti rispettino le regole. La paziente che vuole interrompere la gravidanza infatti non ha alcuna scelta - sarà costretta a rivelare informazioni molto sensibili all’intero sistema sanitario. Nel caso in cui quelle informazioni possano rivelare una violazione delle regole, sia la paziente che il medico saranno duramente puniti.

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Non essere ipocrita


Un mercato regolamentato è l’antitesi del libero mercato, che per definizione esiste solo al di fuori dalla legge. L’unico risultato della pianificazione centrale è la violenza di un gruppo politico sull’altro.

In alcuni casi sarà la violenza dei pro-life contro la libertà della donna sul proprio corpo. In altri sarà la violenza di chi è favorevole all’aborto contro i medici, che saranno costretti a scegliere tra sacrificare i propri principi morali o essere esclusi dal mercato.

Eliminare la pianificazione centrale è l’unico modo per garantire il realizzarsi della piena libertà delle persone. È l’unico modo per far coesistere pacificamente persone che la pensano e la penseranno sempre in modo opposto, senza che gruppi di potere si facciano violenza l’un l’altro.

Se vuoi libertà di abortire, allora devi accettare che l’unico modo per risolvere il problema alla radice è attraverso il libero mercato, la proprietà privata e la privacy - non la legge, mai la legge.

Devi anche accettare che altri possano esprimere liberamente le loro opinioni e volontà, e devi anche accettare che nessuno potrà mai essere obbligato a soddisfare una tua pretesa, perché sarebbe una violenza. La stessa violenza di molti di coloro che chiedono di licenziare medici che si rifiutano, per principio, di praticare interruzioni di gravidanza.

La via di mezzo, il compromesso, la “legalizzazione” - non sono altro che strade tortuose che portano allo stesso risultato: la pianificazione e la negazione dei diritti naturali, della libertà di autodeterminazione, della privacy. Non esiste una terza strada: pianificazione totale o libero mercato.

Se scegli la pianificazione, se scegli di fare violenza su un certo gruppo politico, se scegli di negare l’esistenza di un libero mercato, allora devi anche accettare che sia tu a subirne le conseguenze - come oggi potrebbe accadere in molti Stati americani. Non essere ipocrita.

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1

Come dico spesso, sono agnostico sul tema dell’aborto, che è fonte di grandi dibattiti anche tra libertari. Penso che, pro o contro, non sia una scelta che ci riguarda. Di certo non può riguardare lo Stato. Nel mio mondo ideale di aborto non si parla, perché è una questione privata tra medico e paziente - fuori da ogni ingerenza di terzi.




Iran: ecco perché anche la visita di Pence, come quella di Pompeo quest'anno, dovrebbero incoraggiare azioni in Europa


La settimana che si è appena conclusa è stata densa di vertici internazionali: dopo il summit virtuale dei BRICS, che ha testimoniato che la Russia non è isolata dalle altre grandi potenze (quantomeno non a livello economico), non si è fatta attender…


VIDEO. Brasile: I predatori dell’Amazzonia sempre più agguerriti, lo confermano gli omicidi di Dom Philips e Bruno Pereira Araújo


La brutale uccisione del giornalista britannico collaboratore del The Guardian e del noto indigenista Bruno Pereira Araújo, sono stati uccisi in Brasile rivela gli interessi enormi legati allo sfruttamento della foresta e i pericoli a cui sono esposti i p

Pagine Esteri, 1 luglio 2022 – Dom Philips, 57 anni, e Bruno Pereira Araújo, 41, erano scomparsi il 5 giugno quando stavano viaggiando dalla comunità di São Rafael al comune di Atalaia do Norte, nello Stato di Amazonas.

Indagavano sulle minacce ai popoli indios della Valle del Javarí, la seconda riserva indigena più grande del Brasile e teatro di conflitti dominati dal traffico di droga, dal furto di legname, dall’estrazione illegale, dal bracconaggio e dalla pesca.

Sullo sfondo ci sono le prossime elezioni presidenziali che, sondaggi alla mano, dovrebbero mettere fine al mandato del controverso Jair Bolsonaro, noto anche per aver favorito lo sfruttamento dell’Amazzonia da parte di gruppi ed individui senza scrupoli. Ne abbiamo parlato con Pasquale Pugliese, italo-brasiliano residente a San Salvador, osservatore della realtà politica e sociale del Brasile.

player.vimeo.com/video/7259873…

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Leak on chat control: EU Commission anticipates millions of false positives


German news website netzpolitik.org leaked a record of internal discussions regarding the EU‘s proposed online child abuse law (dubbed “chat control”) which is … https://netzpolitik.org/2022/geleakter-bericht-eu-kommission-nimmt-hohe-fehlerquoten-bei-cha

German news website netzpolitik.org leaked a record of internal discussions regarding the EU‘s proposed online child abuse law (dubbed “chat control”) which is much criticised for resulting in mass surveillance and undermining secure encryption. According to the leaked record, the EU Commission expects that 1 in 10 private conversations flagged by “artificial intelligence” algorithms for potential “child grooming” would be falsely exposed to a Europol-affiliated authority without any criminal relevance. The Commission confirmed that communications providers would not be obliged to check the machine-generated reports of flagged conversations before they are being sent. It also admitted the envisaged algorithms are “high risk” technology.

Since more than the current amount of 29 million machine reports per year are expected as a result of the EU plans, more than 3 million often intimate chats and photos would be wrongfully disclosed every year,” warns German Pirate Party Member of the European Parliament and digital freedom fighter Patrick Breyer. “In truth the unverifiable manufacturer’s statement on the error rate of the secret algorithm is probably much too low. In languages other than English, there will be far more errors. According to the Swiss Federal Police, up to 86% of the machine reports to NCMEC are criminally irrelevant.

We cannot accept countless false suspicions of law-abiding EU citizens as a result of error-prone automated searches in our private conversations. Police and providers have no right to see completely legal nude photos or intimate chats of adults and minors. Exposing sensitive photos and conversations to unknown persons is prone to abuse and might result in the circulation of such material.”

When asked how services could prevent being ordered to search all private messages, the EU Commission cited age limits and preventing direct contact by unknown users. “EU bureaucrats are seriously calling for either totally cutting off 17-year-olds from messages from 18-year-olds or depriving them of any privacy. This is as patronising as if we didn’t allow under-18s to go out unaccompanied”, Breyer said.

The EU Commission also claims to have the support of service providers for its chat control plans, when in fact several have strongly opposed e.g. the proposed attack on secure end-to-end encryption for being able to perform the searches. “The providers must now publicly take a stance: are they accessories to the EU’s mass surveillance plans or are they helping us to stop them?” asks Breyer.

“It is outragous that the abolition of digital privacy of correspondence is being pursued in secret negotiations. We urgently need to take the defence of digital privacy of correspondence into our own hands!” is Breyer’s concluding appeal.

Background:

With the proposed online child abuse law, the EU Commission wants to oblige internet providers to indiscriminately search the content of all messages, emails, photos, etc. of EU citizens for suspicious content and to forward them automatically to the police. The German government publicly criticised this plan and sent a long catalogue of questions to the EU Commission. The secret answers to these questions have now been published by Netzpolitik.org.

Breyer calls for resistance to the plan on his homepage chatcontrol.eu.

Earlier this week CDT director Iverna McGowan warned that the proposal “would actually make everyone in the EU, including children, less safe”, “would essentially create a mass surveillance regime across the EU.” “[Y]ou would never again be able to communicate electronically with the confidence that your information isn’t being intercepted. … The innocent picture you take of your baby in the bath and send to their grandparents could end up in a law enforcement database or, worse, in the hands of child abusers who could manipulate that image.” she wrote in an op-ed.


patrick-breyer.de/en/leak-on-c…

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A ottobre torna il Mese dell’Educazione Finanziaria! Il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria sarà presente in tutta Italia con una serie di iniziative destinate a promuovere lo sviluppo della cultura finanziaria, assicurativa e previdenziale.

Sarà possibile candidarsi per inserire un’iniziativa nel programma di “Ottobre EduFin” fino al 27 settembre sul portale del Comitato www.quellocheconta.gov.it

Qui tutti i dettagli miur.gov.it/web/guest/-/a-otto…


t.me/Miur_Social/3462



THE QUEEN IS DEAD VOLUME 60 – ALCEU VALENCA \ LOS KINTOS \ JULIAN Y SU COMBO


In questo sessantesimo episodio di The Queen Is Dead tratteremo di un altro grande recupero dell’etichetta spagnola Vampisoul, che questa volta è arrivata fino in Brasile per riportarci il folgorante esordio solista di Alceu Valença. Sempre la Vampisoul recupera in Perù i Los Kintos, un grande gruppo che miscela ritmo cubano e musica peruviana per un risultato molto molto ballabile. Per chiudere la puntata un sette pollici dall’altissimo tasso funk nuyorican di Juliàn Y Su Combo.

iyezine.com/alceu-valenca-los-…



The MED This Week newsletter provides expert analysis and informed comments on the MENA region’s most significant issues and trends.



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Un Piano da 1,5 miliardi contro la dispersione scolastica e per superare i divari territoriali. È quanto prevede il #PNRRIstruzione. Nelle card una sintesi del Piano.

Per saperne di più miur.gov.it/web/guest/-/pnrr-1…

Qui il sito dedicato al #PNRR per l'Istruzione pnrr.istruzione.it/



NUCLEARE. Nessun progresso nei colloqui indiretti tra Usa e Iran a Doha. La guerra all’orizzonte


Le posizioni restano distanti. Teheran vuole dagli Usa garanzie più stringenti. Washington chiede maggiori restrizioni all'Iran rispetto all'intesa firmata nel 2015. Sullo sfondo c'è Israele che non vuole l'accordo. L'articolo NUCLEARE. Nessun progresso

di Michele Giorgio –

(nella foto di archivio, il giorno in cui fu raggiunto nel 2015 a Vienna l’accordo Jcpoa)

Pagine Esteri, 1 luglio 2022 – Ora o mai più. Sotto la pressione di questo imperativo erano ripresi nei giorni scorsi a Doha, nel Qatar, negoziati decisivi, ma indiretti, tra Iran e Stati uniti per il ripristino dell’accordo del 2015 sul programma nucleare iraniano (Jcpoa). Enrique Mora, uno dei collaboratori più stretti del «ministro degli esteri» dell’Ue Josep Borrell, ha incontrato la delegazione iraniana capeggiata dal viceministro degli esteri iraniano Ali Bagheri Kani. Poi ha visto l’inviato speciale degli Usa, Robert Malley. Al momento prevale il pessimismo. Non c’è stato alcun «progresso sperato dall’Ue» nelle trattative sul nucleare iraniano, ha comunicato ieri Enrique Mora. Gli Stati Uniti si dicono «delusi» e un portavoce del Dipartimento di stato ha aggiunto che «I colloqui indiretti a Doha sono terminati». L’Iran da parte sua fa sapere che rimarrà in contatto con Mora per prossimi incontri. Il portavoce del ministero degli esteri di Teheran, Nasser Kanani ha comunque confermato che rimangono “questioni irrisolte”.

Gli ultimi mesi hanno visto crollare gran parte dell’impianto del nuovo accordo Jcpoa quando sembrava a portata di mano ai colloqui avviato nel 2021 a Vienna. A un certo punto l’Amministrazione Biden è stata sul punto di accettare la richiesta iraniana di rimuovere i Guardiani della rivoluzione (Pasdaran) dalla lista delle organizzazioni terroristiche compilata dal Dipartimento di stato. Biden ha poi fatto retromarcia di fronte alle proteste del governo israeliano. Quindi, i negoziati sono stati sospesi a marzo a causa delle crescenti divergenze tra la Casa Bianca e Teheran, alle quali si è aggiunto il gelo sceso tra Mosca e Washington – entrambe garanti del Jcpoa (nel 2018 però gli Usa sono usciti dall’accordo) – per l’inizio della guerra in Ucraina.

Il passo all’indietro fatto quattro anni fa dall’ex presidente Donald Trump, in apparente accordo con l’ex premier israeliano Netanyahu, non solo ha portato allo stop del Jcpoa dopo tre anni in cui le parti coinvolte avevano (più o meno) rispettato i punti dell’accordo. Ha anche dato il via prima a un intenso scambio di accuse e poi ha innescato incidenti nel Golfo che per un soffio non sono sfociati in una guerra. L’Iran ha sempre negato di volersi dotare di ordigni nucleari ma dopo il 2018 ha utilizzato nelle sue centrali centrifughe avanzate e scorte crescenti di uranio arricchito lasciando intendere di essere in grado di raggiungere la soglia nucleare. Ora è il momento della verità, un fallimento avrebbe conseguenze drammatiche.

A inizio settimana a Teheran si respirava un clima più positivo. «La Coppa del Mondo Jcpoa in Qatar» aveva scritto in prima pagina il foglio riformista Mardom Salari. Per il moderato Arman-e Emruz «L’accordo tra Iran e America dovrebbe arrivare…ma una tale opportunità non può realizzarsi senza la flessibilità di entrambe le parti». Duro invece il conservatore Keyhan – fa capo alla Guida suprema iraniana Khamenei – che ha messo in guardia Ali Bagheri Kani: «I negoziati in Qatar sono una trappola, non si può premiare l’America che vara sanzioni, compie omicidi, pirateria e approva risoluzioni anti-iraniane».

Il ritorno al tavolo delle trattative è stato anche frutto anche dell’aumento del costo dell’energia causato dalla guerra tra Mosca e Kiev. Il rilancio del Jcpoa e la fine delle sanzioni Usa sulla vendita del greggio (e del gas) iraniano, andrebbe incontro al proposito di Biden di trovare fonti alternative all’energia russa. Israele, nemico dell’Iran, invece spera nel fallimento, vuole che le sanzioni contro Teheran non siano revocate e si prepara a un possibile scontro militare. «Proseguiremo a lavorare insieme agli Stati uniti e ad altri paesi per rendere chiara la nostra posizione e influenzare la realizzazione dell’accordo, se mai ci sarà», ha avvertito il ministro della difesa uscente Benny Gantz confermando che sta nascendo un’alleanza contro l’Iran con partner regionali non meglio identificati. Ma non è un mistero che Tel Aviv stia costruendo una sorta di Nato israelo-araba con Arabia saudita, Qatar, Emirati, Egitto, Bahrein e Giordania, guidata dagli Usa, per contrastare eventuali lanci di missili e droni iraniani in caso di una guerra. Domenica il Wall Street Journal aveva riferito che su iniziativa statunitense, alti ufficiali israeliani hanno avuto a marzo a Sharm El Sheikh incontri segreti con i rappresentanti di vari paesi arabi, tra i quali l’Arabia saudita, per coordinare strategie militari contro Teheran. Pagine Esteri

L'articolo NUCLEARE. Nessun progresso nei colloqui indiretti tra Usa e Iran a Doha. La guerra all’orizzonte proviene da Pagine Esteri.



La vicenda Grillo-De Masi precipita Mario Draghi nel politicantume italiano tutto fatto da nani senza manco le ballerine


Il problema che espongono sia gli incontri del G7 che della Nato è molto profondo. Ecco quale


Zeitenwende non è un cambio di direzione strategico per la Germania, ma il modo in cui Berlino si è finalmente obbligata a superare i deficit


La proprietà intellettuale è stata a lungo ed è un punto dolente nelle relazioni tra Washington e Pechino. Ecco perché


Il vertice di Madrid segna uno spartiacque e sancisce la nascita di una nuova Nato 2.0. ‘Allargata’ e con nuove priorità strategiche. Il vertice della Nato che si è concluso oggi a Madrid sarà ricordato come uno spartiacque per l’Alleanza.


Colpirne cinque per educarne centoLa blacklist americana si allunga. È di ieri l’aggiunta di cinque aziende cinesi di elettronica a cui sarà impedito di comprare tecnologia americana.


L'assassinio è stato a lungo uno strumento vitale nell'arsenale di Israele» e ancora lo è nella guerra (non più) segreta contro l'Iran. Funziona? O è inutile

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“La trasformazione dell’educazione è la leva fondamentale di uno sviluppo sostenibile e di una società più aperta”. Lo ha detto il Ministro Patrizio Bianchi, intervenendo al #TransformingEducation Pre-Summit nella sede dell’Unesco a Parigi.

Il vertice è stato organizzato nell’ambito del processo di preparazione dell’appuntamento convocato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, con l’obiettivo di mobilitare l’impegno politico e sociale a favore di una nuova visione dell’educazione e dell’istruzione nel mondo.

Qui tutti i dettagli miur.gov.it/web/guest/-/bianch…




La NATO investita, dalla Spagna e dall'Italia, del problema migranti e della crescente attività mercenaria della Russia in Africa


Il viola sarà il nuovo colore di #Mastodon!
Mastodon sta collaborando con l'agenzia di design @oak per aggiornare la homepage e il marchio. Addio social media blu, ciao viola acceso!
mastodon.social/@Mastodon/1085…
blog.joinmastodon.org/2022/06/…
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

ci sta questo viola e anche la loro motivazione (essere un pochino originali rispetto agli social principali), però quel blu mi piaceva 😔

Non so se su Mastodon sia possibile cambiare il colore principale, se non c'è spero ci pensino a metterlo, così chi preferisce il celeste o anche altri colori può farlo senza problemi



Da mercenari a contractors. Il ruolo della sicurezza privata nella sicurezza globale. Focus su: mercenariato, Private Military Companies, Private Security Companies

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La guerra in Ucraina, se deve finire, tre sono le ipotesi: partizione di fatto, neutralità con edulcoranti, nuova Russia


Leonardo Del Vecchio è stato un outsider, un estraneo, quasi un ‘diverso’ rispetto ad un capitalismo italiano negletto e provinciale


Digital cash: EU to end anonymous payments in cryptocurrencies


Yesterday, the European Parliament and the Council made a deal on the rules for crypto assets. Anonymous payments will effectively be prohibited, interfering with the fundamental characteristics of decentralised finance. … https://www.europarl.europa.eu/

Yesterday, the European Parliament and the Council made a deal on the rules for crypto assets. Anonymous payments will effectively be prohibited, interfering with the fundamental characteristics of decentralised finance. Even the €1000 limit for anonymous transactions proposed by the EU Commission has been abandoned. All users of hosted wallets will need to identify, as well as users sending unhosted funds to hosted wallets. Crypto exchanges will have to be extra diligent regarding their dealings with unregistered or unlicensed entities outside of the EU.

Pirate Party MEP Patrick Breyer, Member of the LIBE Committee who voted against the negotiating mandate, comments:

“These rules will deprive law-abiding citizens of their financial freedom. For example, opposition figures like Alexei Nawalny are increasingly dependent on anonymous donations in virtual currencies. Banks have also cut off donations to Wikileaks in the past. With the creeping abolition of real and virtual cash, there is the threat of negative interest rates and the shutting off of the money supply at any time. We should have a right to be able to pay and donate online without our financial transactions being recorded in a personalised way.

There is no justification for effectively abolishing anonymous virtual payments: Where Virtual Assets have been used for criminal activities in the past, prosecution has been possible on the basis of the current rules. Banning anonymous crypto currency payments altogether will not have any significant effect on crime. The stated aim to tackle money laundering and terrorism is only a pretext to gain control over our private business.”

Background:

The public opinion on the anonymous use of cash is that it is an “essential personal freedom”, according to the responses to the 2017 Commission survey on the desirability of limiting cash payments.


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