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Gas e non solo: l’Algeria può essere un’alternativa alla Russia?


L'Algeria può sfruttare le circostanze appena emerse per fornire gas all'Europa e acquisire enormi entrate aggiuntive per il bilancio statale. Non solo. L'economia algerina può trarre grandi benefici dagli investimenti europei diretti nel settore petrolifero e nelle energie rinnovabili

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Alla Cop27 di Sharm El Sheikh quella del clima non è la sola crisi all’ordine del giorno. Le violazioni dei diritti umani nel paese che ospita la conferenza, l'Egitto, minacciano di oscurare l’evento. La Cop27 in Egitto non sta andando bene.


Francesco Rocchetti, Segretario Generale ISPI, e la giornalista Silvia Boccardi parlano con Alessia De Luca, esperta di Stati Uniti per ISPI, delle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti che hanno portato a risultati inaspettati.


#laFLEalMassimo – Episodio 76: Pacifismo ipocrita


Benvenuti al nuovo episodio della FLE al Massimo, questa rubrica porta avanti il suo sostegno al popolo Ucraino e dunque celebra la ritirata dell’invasore russo da Kherson. Nell’episodio di oggi provo a spendere qualche parola su un atteggiamento che non

Benvenuti al nuovo episodio della FLE al Massimo, questa rubrica porta avanti il suo sostegno al popolo Ucraino e dunque celebra la ritirata dell’invasore russo da Kherson.

Nell’episodio di oggi provo a spendere qualche parola su un atteggiamento che non esito a definire ipocrita, che nasconde dietro un autoproclamato e sedicente pacifismo l’incapacità di distinguere le ragioni della nazione invasa e i torti chiaramente attribuibile all’invasore.

Tutti siamo a favore della pace e del rispetto della vita umana. Almeno tutti gli esseri umani degni di questo nome respingono la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli, ma anche semplicemente come processo di distruzione e devastazione di individui e civiltà. Dunque, tutti desideriamo la pace e la cessazione delle ostilità.

Tutta la storia del genere umano ci insegna tuttavia che la pace non è una condizione che si ottiene con le dichiarazioni di intenti o con le manifestazioni di buona volontà. Si tratta di una condizione precaria e fragile che è il risultato dalle vittorie passate sui regimi totalitari e sulla sconfitta delle ambizioni di conquista da parte di chi non esita a calpestare i diritti umani per conseguire i propri obbiettivi politici ed economici. Si tratta di uno status che si regge sul potenziale di deterrenza nei confronti di chi vorrebbe minacciare la libertà e l’esistenza stessa delle società aperte.

Dunque è profondamente ipocrita parlare di pace come se fosse un obbiettivo raggiungibile senza combattere e resistere l’offensiva russa. Non ci può essere dialogo con un regime spietato che non esita a calpestare i diritti umani e non offre alcuna garanzia di tenere fede ai propri impegni. Inoltre, qualsiasi rallentamento o esitazione nel contrasto militare alla Russia aggrava la devastazione e la perdita di vite umane in Ucraina.

L’unica via concretamente possibile per raggiungere la pace passa dalla conmpleta sconfitta militare della Russia che a giudicare dagli eventi recenti potrebbe non essere troppo lontana. Slava Ucraini.

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Midterm USA: vittoria stretta, sconfitta larga, stallo duro


Il governo del Paese sarà molto difficile nei prossimi due anni, e però la vittoria stretta per i democratici e sconfitta larga per i repubblicani (in particolare per Trump), potrebbe portare, si, allo stallo di governo, ma non tanto da fare del Presidente l'attesa anatra zoppa. Ecco così si prevede per l'attività legislativa e la politica estera

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Midterm USA: ancora tanti voti da contare, ma è tutto normale


Le due corse al Senato per le quali non c'è definizione sono in Arizona e Nevada. Per quanto riguarda la Camera, ci sono 34 gare aperte. Migliaia i voti ancora da contare. Ma si tratta tempi lunghi imposti dai sistemi di voto, non ritardi, e per nulla anomali o nuovi, anzi, ci sarebbe da consolarsi a pensare al 1930

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USA 2024: Trump contro DeSantis?


L'analista politico di Eurasia Group, Jon Lieber, afferma che “il rischio per la corsa di DeSantis, il rischio più grande per il Partito Repubblicano nel 2024, è che Trump perda alle primarie, corra come indipendente e divida il voto repubblicano, facendo vincere i Democratici, indipendentemente dallo Stato dell'economia”

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Borsa: canapa, piccola ventata ottimista per Canada e USA


Una piccola -non si sa bene ancora quanto volatile- ventata positiva nelle Borse Canapa di USA e Canada, ovvero le due principali piazze borsistiche della Canapa a livello mondiale. Bisognerà vere cosa accadrà alla luce di fattori intervenienti esterni e terzi come l’andamento delle tratte commerciali, il costo dei propellenti, le materie prima e delle […]

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Canapa, sviluppo, cooperazione scientifica: gli esempi di Nuova Zelanda, Australia e USA


Nuova Zelanda, Australia, Stati Uniti, tre esempi di come si stia investendo sempre di più in materia di ricerca scientifica ed investimenti ma anche nel mettere in luce quanto sia importante -nello sviluppo della canapa a livello mondiale– il fattore della cooperazione tra varie entità in causa, private e pubbliche. Continuano le collaborazioni con la […]

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Battaglia di Kherson: la ritirata russa conferma che Putin sta perdendo la guerra


L’annuncio del 9 novembre della Russia di un ritiro generale da Kherson è un’ulteriore conferma che Vladimir Putin sta perdendo la guerra. La stessa battaglia di Kherson è ancora lontana dall’essere conclusa, ovviamente. Ci sono giorni e forse settimane di ulteriori combattimenti mentre decine di migliaia di truppe russe tentano di ritirarsi in buon ordine […]

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Ucraina: l’uscita russa da Kherson creerà i giusti ‘fatti sul campo’?


Secondo quanto riferito, le forze di Putin se ne stanno andando, forse fornendo un'apertura alla diplomazia che Zelensky afferma ora di sostenere

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Gran Bretagna: il declino di un ex-impero


Ovvero la morte per suicidio, perchè quando vengono meno le qualità nella classe dirigente, le civiltà e le società cominciano a disgregarsi ed a collassare

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Obbligo pneumatici invernali: ecco cosa dice la legge


Anche se in alcune regioni d’Italia potrebbe non sembrare, l’inverno si avvicina e tutti gli automobilisti devono essere pronti ed informati sulle norme di sicurezza da rispettare in vista del freddo. Dal 15 novembre, infatti, i guidatori dovranno per legge cambiare gli pneumatici estivi e installare quelli invernali, più adatti ad affrontare tratti stradali con […]

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USA/ISRAELE. L’insuccesso elettorale trumpista rovina la festa di Netanyahu


Il futuro premier israeliano sperava in una sconfitta sonora dei Democratici e, più di tutto, in un indebolimento di Joe Biden che avrebbe lasciato mano libera al suo governo di estrema destra L'articolo USA/ISRAELE. L’insuccesso elettorale trumpista rov

di Michele Giorgio –

Pagine Esteri, 11 novembre 2022 – Benyamin Netanyahu potrebbe dormire tranquillo tra due guanciali. Ha vinto le elezioni e ha umiliato suoi rivali di sinistra e di destra. Ha ricevuto messaggi di congratulazioni persino dal presidente turco Erdogan, uno dei suoi avversari più agguerriti. E il suo principale partner di governo, l’estremista di destra Itamar Ben Gvir, ieri omaggiava pubblicamente il suo mentore, il rabbino Meir Kahane leader del partito razzista Kach, assassinato 32 anni fa negli Usa, senza suscitare reazioni sdegnate.

Ha davanti una strada in discesa. E invece il premier israeliano in pectore tra non pochi tormenti ha passato la notte di mercoledì a seguire gli aggiornamenti elettorali dagli Stati uniti. La netta sconfitta democratica in cui sperava non c’è stata.

Un’ampia maggioranza repubblicana alla Camera unita a un comodo margine al Senato avrebbe fatto di Joe Biden un presidente debole. E i media americani avrebbero iniziato il conto alla rovescia per il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, che resta un alleato naturale di Netanyahu nonostante le invettive lanciate dal tycoon alla fine del 2020. L’allora primo ministro israeliano scelse di congratularsi con il presidente eletto degli Stati uniti e di non credere alla tesi trumpista della vittoria rubata. Con un Biden nell’angolo, il leader della destra israeliana e i suoi alleati si sarebbero sentiti pronti a respingere qualsiasi ammonimento della Casa Bianca. Invece il presidente Usa è ancora in piedi e alcuni governatori democratici sono stati rieletti in importanti Stati. Il Partito democratico ha ottenuto risultati positivi oltre ogni aspettativa e appare in grado di contrastare le ambizioni di Trump che si accinge a candidarsi per le presidenziali del 2024. A rendere più amaro l’esito del voto americano a Netanyahu è stata la vittoria di Josh Shapiro, il prossimo governatore della Pennsylvania, sul trumpista Doug Mastriano molto gradito alle forze che comporranno il nascente governo israeliano.

I Democratici, è bene ricordarlo, non sono ostili a Israele, anche con un governo di destra. E lo hanno dimostrato in innumerevoli occasioni. Biden non ha riportato l’ambasciata Usa a Tel Aviv, ha stretto i rapporti con lo Stato ebraico e rinunciato (per ora) a rilanciare l’accordo internazionale (Jcpoa) sul programma nucleare iraniano. E starà dalla parte di Israele se Netanyahu nei prossimi due anni ordinerà alla sua aviazione di attaccare le centrali atomiche iraniane. «Siamo fratelli» e «faremo la storia insieme» avrebbe detto Biden congratulandosi con Netanyahu. Ma l’attuale Amministrazione non asseconderà, come aveva fatto Trump, tutti i piani dell’estrema destra al potere in Israele. Netanyahu dovrà tenerne conto.

L’ambasciatore statunitense in Israele Tom Nides ha avvertito in più di una intervista che la Casa Bianca respingerà qualsiasi tentativo del futuro governo israeliano di annettere la Cisgiordania palestinese come Netanyahu aveva provato a fare nel 2020 e che Itamar Ben Gvir, probabile ministro della pubblica sicurezza, intende inserire nel programma dell’esecutivo. «La nostra posizione è chiara: non sosteniamo l’annessione. Combatteremo qualsiasi tentativo in tal senso», ha detto Nides all’emittente pubblica Kan. I commenti dell’ambasciatore sono giunti ​​dopo che Yariv Levin, figura di primo piano della destra, aveva dichiarato che l’annessione della Cisgiordania è in cima all’agenda del futuro governo. Pagine Esteri

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La Vie En Rose per la cooperazione militare tra Meloni e Macron


Dopo la crisi politico-diplomatica al tempo dei bombardamenti NATO alla Libia di Gheddafi, adesso Roma e Parigi puntano a fare fronte comune nel Mediterraneo. Progetto ambizioso che l’esecutivo di estrema destra Meloni-Crocetto eredita per intero dai pred

di Antonio Mazzeo*

(la foto in apertura è di Marie-Lan Nguyen/wikimedia commons)

Pagine Esteri, 8 novembre 2022 – “Ho avuto un dialogo telefonico con il ministro francese ed uno dei temi affrontati è la possibilità per le nostre Marine militari di cooperare sempre di più sul Mediterraneo. Pensiamo alle enormità di cavi, per non parlare del gas che transita nel Mediterraneo, per cui non possiamo permetterci eventi come quello accaduto al Nord Stream. Ormai, viviamo in un mondo diverso e questo ci impone una rivoluzione culturale per adeguarci ai cambiamenti ed il Mediterraneo va difeso. Il Mediterraneo è una priorità per l’Italia che deve riscoprire il suo ruolo con l’Africa e con gli altri paesi che sono ad Ovest ed a Est”. (1) Cannoniere italiane e francesi schierate nel Mare Nostrum, dunque, a difesa di reti di comunicazione digitale ed energia. Ad annunciarlo Guido Crosetto nella sua prima uscita da ministro della Difesa in un convegno internazionale, quello dal significativo titolo “Sicilia, Mediterraneo, Europa: le sfide dell’energia e della sicurezza”, svoltosi a Siracusa dal 27 al 29 ottobre scorso, presenti pure l’ex presidente Ue Romano Prodi, il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, il Comandante in capo della Squadra navale della Marina Aurelio De Carolis e l’ex Capo di Stato maggiore della difesa Vincenzo Camporini.

Temi chiave del meeting i cambiamenti nello scacchiere internazionale dopo l’invasione russa dell’Ucraina, le nuove strategie globali della NATO e il ruolo economico e militare della Sicilia nel Mediterraneo. “L’Isola è cruciale per l’Europa in due settori vitali: le comunicazioni e l’energia”, spiegano gli organizzatori del convegno. “Davanti alle coste siciliane c’è il Flag (Fiber-Optic Link Around the Globe) su cui viaggiano dati dall’Inghilterra al Giappone. A Palermo è presente un data center neutrale della Sparkle collegato a 18 cavi internazionali che fornisce connettività avanzata tra Medio Oriente, Africa e gli hub europei. Nel triangolo Siracusano, tra Priolo, Melilli, Augusta vi è inoltre uno dei poli chimici più importanti d’Europa, mentre altre raffinerie sono presenti a Gela e a Milazzo”. Un occhio infine al ruolo “rilevante” della Sicilia per la difesa europea e i rapporti transatlantici. “A Sigonella è ospitata una delle basi americane più importanti al mondo”, ricordano gli organizzatori. “A Niscemi insiste il Muos (Mobil User Objective Sistem) parte di un sistema globale e che consente comunicazioni sicure per l’Europa, il Mediterraneo e il continente africano. Infine, Lampedusa è sede di un importante osservatorio radar, mentre ad Augusta vi è uno strategico porto militare”. (2)

Dopo la crisi politico-diplomatica tra Roma e Parigi al tempo dei bombardamenti NATO alla Libia di Gheddafi, principale causa il pressing dei colossi energetici francesi per soffiare all’ENI una parte delle fonti petrolifere esistenti nel martoriato paese nordafricano, adesso si punta a fare fronte comune nel Mediterraneo per “stabilizzare” il nord Africa e la regione sub-sahariana. Progetto militare ambizioso che l’esecutivo di estrema destra Meloni-Crocetto eredita per intero dai predecessori Draghi-Guerini (quest’ultimo ministro della difesa Pd anche con il governo Conte bis).

“In virtù della propria storia, delle ottime relazioni e delle ambizioni condivise, Italia e Francia non possono che essere protagoniste attive del futuro, come del presente, dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica, anche a fronte delle sfide inedite poste dallo scenario internazionale”, aveva espresso con fin troppo enfasi Lorenzo Guerini in occasione della telefonata a Sébastien Lecornu, neoministro delle Forze Armate della Repubblica francese (8 giugno 2022). “Rimarcando l’ottima collaborazione sul piano militare, il Ministro Guerini si è inoltre soffermato sulle attività comuni svolte nelle aree di prioritaria importanza strategica, come il Sahel, la cui stabilità è decisiva per gli equilibri di sicurezza dell’intera Europa, confermandosi reciprocamente la convinta volontà di cooperare con la massima efficacia”, riportava l’ufficio stampa del Ministero della Difesa. In chiusura di colloquio, Guerini e Lecornu affrontavano il tema della cooperazione militare-industriale “indispensabile anche ai fini del conseguimento del progetto di Difesa Europea e della compiuta autonomia strategica dell’Europa”. (3)

A sigillo della ritrovata amicizia diplomatico-militare il 26 novembre 2021 era stato firmato a Roma dal Presidente del Consiglio Mario Draghi e dal Presidente della Repubblica Emmanuel Macron il “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata”. Sicurezza comune, proiezione nello scacchiere africano, rafforzamento del pilastro europeo NATO e sostegno dei gruppi industriali-militari nazionali gli obiettivi strategici delineati dal Trattato. “Le Parti s’impegnano insieme a rafforzare le relazioni dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri con il continente africano, con particolare attenzione al Nord Africa, al Sahel e al Corno d’Africa”, si legge all’art. 1 (Affari esteri). All’art. 2 (Sicurezza e difesa) i due governi si dichiarano pronti “a promuovere le cooperazioni e gli scambi sia tra le proprie forze armate (formazione, addestramento, transito e stazionamento sul territorio, ecc.), sia sui materiali di difesa e sulle attrezzature” e a “sviluppare sinergie ambiziose sul piano delle capacità e su quello operativo ovunque i loro interessi strategici s’incontrino. Roma e Parigi si dicono concordi nel promuovere “alleanze strutturali” con la “costituzione di partnership industriali in specifici settori militari, nonché dei progetti congiunti nell’ambito della cooperazione strutturata permanente (PESCO), con il sostegno del Fondo europeo per la difesa”.

Ampia attenzione è riservata al potenziamento del settore spaziale. In particolare all’art. 7 del Trattato si riporta che Italia e Francia “favoriscono il coordinamento e l’armonizzazione delle loro strategie ed attività nel campo dell’esplorazione e dell’utilizzo dello spazio extra-atmosferico a fini pacifici e dell’accesso autonomo allo spazio da parte dell’Europa”, puntando a “consolidare la competitività e l’integrazione dell’industria spaziale” e a sostenere direttamente i “lanciatori istituzionali” Ariane e Vega e la base europea di lancio di Kourou (Guyana francese). “Nel settore dei sistemi orbitali, si intende incoraggiare e sviluppare la cooperazione industriale nel settore dell’esplorazione, dell’osservazione della terra e delle telecomunicazioni, della navigazione e dei relativi segmenti terrestri”, si specifica sempre all’art. 7. Infine l’impegno comune nel campo della cooperazione transfrontaliera tra le forze dell’ordine. “Le Parti lavorano alla creazione di un’unità operativa italo-francese per sostenere le forze dell’ordine in funzione di obiettivi comuni, in particolare nella gestione di grandi eventi e per contribuire a missioni internazionali di polizia”, si legge ancora nel Trattato. Previste a tal fine “attività di formazione comune e di scambio professionale e di conoscenze e competenze in ambito securitario”. (4)

In verità la collaborazione delle forze di polizia dei due paesi “contro il terrorismo e l’immigrazione irregolare” era stata rafforzata dopo l’incontro a Roma del 5 novembre 2020 tra l’allora ministra dell’interno Luciana Lamorgese e l’omologo francese Gerald Darmanin. “Per tale ragione, Parigi e Roma stanno per realizzare un piano sperimentale in cui brigate miste, ovvero pattuglie congiunte, verranno dispiegate per un periodo di sei mesi al confine franco-italiano”, aveva specificato la titolare del Viminale. Oltre alle operazioni alle frontiere furono concordate anche attività di contrasto dei flussi migratori provenienti dalla Tunisia, con lo schieramento di unità militari e delle forze di polizia al largo del Paese nordafricano e in collaborazione con le autorità di Tunisi. (5)

Si è assistito negli ultimi anni pure alla crescita del numero e delle dimensioni delle esercitazioni militari tra le unità navali, di terra e aeree italiane e francesi. Tra le più rilevanti va annotata la lunga campagna addestrativa di una decina di piloti e operatoti specialisti del 4° Gruppo Elicotteri della Marina militare di stanza a Grottaglie, a bordo della portaelicotteri anfibia Mistral e della fregata Guepratte. Le due unità della Marine Nationale dopo aver lasciato il 26 febbraio 2020 il porto di Tolone hanno raggiunto prima l’Oceano Indiano per collaborare con la “Combined Task Force 150”, la forza multinazionale sotto la guida del Comando navale USA in Bahrein che opera nell’area per “contrastare la pirateria e il terrorismo internazionale”; poi si sono spinte in navigazione fino all’Australia e alla Nuova Caledonia.

Intenso periodo addestrativo (primavera 2020) nel Golfo di Leone (Mediterraneo nord-occidentale) per la fregata multi-missione Carlo Margottini a fianco del gruppo navale francese composto dalle navi Ducuing e Provence. “L’esercitazione organizzata dalla Marine Nationale, con il supporto del personale del Centro di Addestramento Aeronavale di Taranto, è stata indirizzata principalmente alla lotta anti-sommergibile”, ha spiegato lo Stato Maggiore della Marina. “Sotto la superficie del mare, invisibili agli occhi ma non ai moderni sonar delle unità navali, due sottomarini nucleari francesi hanno simulato lo schieramento delle forze nemiche per l’intera durata dell’esercitazione”. (6)

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foto di Dimitri Torterat

Il 6 e 7 marzo 2021 si è tenuto nelle acque del Mediterraneo centrale un altro importante addestramento navale, con tre fregate “cugine” Fremm, un paio di sottomarini, un pattugliatore marittimo francese ATL2 proveniente dalla base siciliana di Sigonella e un elicottero SH101 ASW di Maristaeli Catania. (7) Ancora più complessa l’esercitazione “Polaris 21” (acronimo di Préparation Opérationnelle en Lutte Aéromaritime, Résilience, Innovation et Supériorité) nel novembre 2021, con assetti aereo-spaziali, terrestri, navali e subacquei di Italia (la fregata multi missione Carlo Bergamini), Francia, Grecia, Spagna, Regno Unito, USA e NATO (un aereo-radar E-3 “Awacs”). Ai war games hanno partecipato pure la portaerei nucleare Charles de Gaulle con una ventina di cacciabombardieri “Rafale”, un pattugliatore marittimo P-8A “Poseidon” di US Navy e un “Atlantique 2” transalpino decollati entrambi da Sigonella. (8) Quasi in contemporanea, presso il Massiccio dei Cerces, sulle Alpi francesi, si svolgeva l’esercitazione “Cerces 2021”, con la partecipazione del 9° Reggimento alpini dell’Aquila, del 32° Reggimento genio di Fossano (Cuneo) e della 27ª Brigade d’infanterie de montagne francese. “Lo scambio di esperienze nell’impiego di armi ed equipaggiamenti e l’integrazione delle procedure tattiche utilizzate dai reparti dei due Paesi, contribuisce ad incrementare l’interoperabilità e il coordinamento addestrativo e operativo, soprattutto nel cosiddetto Mountain Warfare, ossia la capacità di muovere e combattere in ambiente montano mediante l’impiego combinato di assetti di fanteria leggera, artiglieria, genio e unità”, riportava lo Stato Maggiore dell’Esercito. L’attività veniva condotta a seguito di specifici accordi bilaterali, nell’ambito del progetto Not Standing Bi-National Brigade Command che “prevede la costituzione di un comando brigata bi-nazionale non permanente e periodiche esercitazioni tra le unità della brigata alpina Taurinense e la 27ª brigata di fanteria francese – e che ne ha visto l’impiego all’estero nell’operazione UNIFIL in Libano nel 2015-16”. (9)

Nel febbraio 2022 Italia e Francia hanno promosso una serie di operazioni congiunte nel Mediterraneo tra le portaerei Cavour e Charles de Gaulle. Dal 24 febbraio (giorno dell’invasione russa dell’Ucraina) e fino al 2 marzo si è tenuta invece l’esercitazione multinazionale “Aster-X 2022”, promossa dal Ministero della Difesa francese per potenziare le capacità di “tracciamento di oggetti spaziali e flussi di comunicazione satellitare” e che ha visto il coinvolgimento del neocostituito Comando delle Operazioni Spaziali di Roma, del Centro Interforze di Gestione e Controllo SICRAL di Vigna di Valle e del Centro di Telerilevamento Satellitare di Pratica di Mare, i tre organismi a capo dell’onerosa strategia nazionale nel settore militare spaziale. (10) Infine ancora un’esercitazione alla guerra anti-sottomarini a metà giugno (“Squale 22”) nelle acque tra la Corsica e la Costa Azzurra, presenti le fregate Alpino, Languedoc, Alsace e Chavalier Paul, l’unità d’assalto anfibio Dixmude, il sommergibile nucleare Emeraude e il cacciatorpediniere statunitense USS Arleight Burke.

Numerosi i progetti di sviluppo industriale nel settore bellico proposti, avviati o ampliati con la firma del “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata” di fine 2021. Già in occasione del vertice di Roma del 9 luglio 2020, gli allora ministri Lorenzo Guerini e Florence Parly si erano detti “orgogliosi di constatare che Italia e Francia si distinguono nella cooperazione europea, la PESCO, dove complessivamente guidano 20 progetti su 47 e compartecipano in numerosi altri”. I due ministri si dichiaravano d’accordo nel prendere a “esempio virtuoso” l’accordo siglato tra le grandi aziende Fincantieri SpA e Naval Group per dar vita ad una joint venture italo-francese della cantieristica navale militare, riproponendo lo schema anche per altri settori come ad esempio quello dello spazio e dei sistemi di difesa antimissile, della “progettualità multilaterale” per un drone armato europeo e per un mezzo pesante di nuova generazione per gli eserciti dei due paesi. (11)

In occasione degli ultimi Scambi per la dottrina, lezioni idendificate e simulazioni (i cosiddetti Colloqui Fidelis che si tengono annualmente tra i due eserciti nazionali), la delegazione italiana ha presentato agli alleati le nuove concezioni operative 2020-2035 e quelle per il “Dominio Spazio”, nonché i risultati della campagna di sperimentazione dei nuovi sistemi robotizzati e interamente automatizzati (Robotics and Autonomous Systems) e di quelli previsti dal “Programma Forza NEC (Network Enabled Capabilities)”, il progetto congiunto Difesa-Industria nato per “abbattere i tempi di comunicazione e di acquisizione delle informazioni” per la conduzione delle operazioni belliche più moderne. La delegazione francese ha invece presentato i programmi di rinnovamento e modernizzazione delle capacità di combattimento terrestre “Scorpion”, “Vulcain” e “Titan”. (12)

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L’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, e il generale francese Thierry Burkhard (foto dello Stato Maggiore della Difesa).

Il 23 giugno 2022, nel corso di un vertice tra il Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone e l’omologo francese generale Thierry Burkhard, è stato deciso di rafforzare i rapporti tra i due Stati Maggiori con la firma di un Military Cooperation Framework. “Si tratta del documento quadro concettuale per la cooperazione bilaterale, discendente dal Trattato del Quirinale, entro il quale si svilupperanno le future aree di collaborazione tra Francia e Italia”, ha spiegato il Ministero della Difesa, omettendo però di fornirne i contenuti e le immaginabili ricadute di politica industriale-militare. Qualcosa di più è trapelata a conclusione dell’incontro a Napoli del 22 settembre 2022 tra il comandante logistico della Marina Militare, l’ammiraglio Giuseppe Abbamonte, e il direttore centrale del servizio per il sostegno alla flotta francese, Guillaume de Garidel-Thoron. “Alla luce dei positivi ritorni degli accordi tecnici in vigore per la classe di fregate-cacciatorpediniere Orizzonte, su delega dei rispettivi Ministeri della Difesa, sono stati firmati due accordi tecnici dedicati al supporto comune delle unità navali Classe Fremm: uno per lo scambio di informazioni tecniche, l’altro per lo scambio di parti di ricambio”, annota l’ufficio stampa della Marina. “Dell’attuazione degli accordi beneficeranno gli impianti comuni installati a bordo di 18 fregate multi- missione, 10 italiane e 8 francesi”. (13)

L’affaire militare più redditizio per le industrie militari italo-francesi riguarda però lo sviluppo di una nuova generazione del sistema missilistico superficie-aria di “media portata terrestre” SAMP/T. Il 19 marzo 2021 l’Agenzia OCCAR (Organizzazione Congiunta per la Cooperazione negli Armamenti) ha stipulato a Parigi l’emendamento al preesistente contratto sottoscritto con il consorzio EUROSAM (composto dal gruppo aerospaziale francese Thales e dall’holding missilistica MBDA, controllata da Airbus, BAE Systems e dall’italiana Leonardo SpA) per dare il via alla progettazione del SAMP/T NG (New Generation) che impiegherà missili intercettori ipersonici con capacità di colpire bersagli fino a 1.000 km di distanza. “Il SAMP/T NG è l’evoluzione, più performante dell’omonimo sistema missilistico terrestre di difesa di area antiaereo ed antimissile sviluppato negli anni ’90 e in dotazione all’Esercito Italiano ed all’Aeronautica francese dal 2013”. spiega la Difesa. “In ambito nazionale è stato schierato, dal dicembre 2015 al dicembre 2016 per la sorveglianza dello spazio aereo della città di Roma, in occasione del Giubileo straordinario della misericordia mentre dal giugno 2016 al dicembre 2019 è stato schierato a ridosso del confine turco con la Siria, come assetto di difesa aerea della NATO (missione Active Fence)”. Allo sviluppo della nuova generazione di missili superficie-aria, oltre a MBDA Italia e Leonardo partecipano le aziende Avio e Simmel nella realizzazione dell’unità di controllo del fuoco, della testata di guerra e del radar Kronos GMHP. (14)

La firma del Trattato di cooperazione bilaterale del 26 novembre 2021 ha contribuito anche a una maggiore condivisione tra Roma e Parigi delle politiche di approvvigionamento energetico ed investimento finanziario a favore dei gruppi industriali che operano nel settore energia (gas, petrolio e nucleare di ultima generazione). “I rapporti italo-francesi nel campo energetico sono operativi già da decenni (possiamo citare ad esempio le presenze in territorio francese di ENI, ENEL, Saipem ed ERG e di EDF – Electricitè de France – attraverso il controllo di Edison nel nostro Paese), e si sviluppano soprattutto nell’ambito delle interconnessioni per la trasmissione di energia elettrica e il trasporto di gas naturale con infrastrutture già esistenti e funzionanti che con progetti in via di realizzazione”, rileva l’esperto di politiche e infrastrutture energetiche Antonello Assogna (Fondazione Tarantelli), già responsabile aziendale di Italgas Roma. “I rapporti italo-francesi nel comparto delle reti energetiche sono in via di potenziamento attraverso l’impegno, per quanto riguarda la competenza italiana, delle aziende Terna Spa (holding pubblica che controlla la rete di trasmissione e trasporto di energia elettrica) e Snam Spa (società sempre a maggioranza pubblica che gestisce i 32.000 km di metanodotti italiani)”.

Ancora Antonello Assogna ricorda come il gruppo Terna SpA, in collaborazione con la Società francese Réseau de Transport d’Electricité, stia sovrintendendo all’interconnessione elettrica tra Francia/Corsica e Italia e alla realizzazione di un nuovo collegamento di rete tra Piossasco (Torino) e Grande Ile (Savoia). “La Snam dal 2013 è azionista di maggioranza relativa della Terega SpA (nel 2013 TIGF), uno dei principali operatori di trasporto e stoccaggio del gas naturale, la cui rete è collocata in una vasta area territoriale in grado di garantire il flusso del gas naturale tra l’est e l’ovest e il nord e il sud dell’Europa”, conclude l’esperto della Fondazione Tarantelli. (15)

La guerra in Ucraina ha esso a nudo la fragilità e le contraddizioni dei sistemi di fornitura e produzione energetica, accelerando i processi di militarizzazione a “difesa” di rotte, reti e impianti. Il neo-ministro Crocetto a Siracusa ha delineato una visione strategica chiara e netta: nuove armi, nuovi eserciti e nuove flotte per l’espansione dei fatturati e dei dividendi dei colossi transnazionali dell’energia, con un’Italia sempre più guardia armata del Mediterraneo allargato, dall’Atlantico al mar Nero e dai mari del Nord fino al Golfo di Guinea, al Corno d’Africa e al Mozambico. Pagine Esteri

3563961*Antonio Mazzeo è un giornalista ecopacifista e antimilitarista che scrive della militarizzazione del territorio e della tutela dei diritti umani. Con Antonello Mangano, ha pubblicato nel 2006, Il mostro sullo Stretto. Sette ottimi motivi per non costruire il Ponte (Edizioni Punto L, Ragusa). Del 2010 è il suo I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina (Edizioni Alegre).

Note:

1) siracusapress.it/cronaca/sirac…

2) https://www.blogsicilia.it/siracusa/geopolitica-difesa-meeting-mannino-crosetto-prodi/793279

3) https://www.difesa.it/Pagine/PageNotFoundError.aspx?requestUrl=https://www.difesa.it/Il_Ministro/Comunicati/Pagine/Difesa-Guerini-Italia-Francia-protagoniste-rafforzamento-UE-NATO.aspx

4) governo.it/sites/governo.it/fi…

5) menanews.info/2020/11/07/franc…

6) marina.difesa.it/media-cultura…

7) marina.difesa.it/media-cultura…

8) navalnews.com/naval-news/2021/…

9) esercito.difesa.it/comunicazio…

10) reportdifesa.it/esercito-itali…

11) difesa.it/Pagine/PageNotFoundE…

12) esercito.difesa.it/comunicazio…

13) marina.difesa.it/media-cultura…

14) difesa.it/SGD-DNA/InfoCom/News…

15) geopolitica.info/rapporti-ener…

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Ucraina – Kherson: di là dal fiume e tra gli alberi


Cosa sta succedendo in città tra annunci di ritiro, timori per una trappola e speranze per una trattativa? Cosa faranno i russi una volta giunti in massa dall’altra parte del fiume? Si potrebbe parlare di negoziato, magari già quest’inverno?

L'articolo Ucraina – Kherson: di là dal fiume e tra gli alberi proviene da L'Indro.





@socialisme_libertaire@diaspora-fr.org:
#Paix #antimilitarisme #pacifisme

☮️ Première Boucherie mondiale...

☮️ Paix - Peace - Frieden - Vrede - Paz - Pace - Asti - Salam سلام - Shalom שלום - Jàmm - Pokój - Mир - ειρήνη - 和平 - शांति... ...





Mentre il mondo si riunisce a Sharm el-Sheikh per la COP27 in un contesto sempre più problematico per la lotta al cambiamento climatico (sia dal punto di vista geopolitico che finanziario), in attesa del vertice dei leader G20 in programma la prossim…



Opposing expansion of Bristol airport


Solidarity from Florence, Italy, where they are trying to expand Peretola airport

grassrootsalternatives.uk/2022…



Perché resta pericolosa l'esportazione di dati verso gli USA


agendadigitale.eu/sicurezza/pr…


The MED This Week newsletter provides expert analysis and informed comments upon the MENA region’s most significant issues and trends.


DiPorto


In porto è andata assai male. Così si arreca un danno all’Italia fingendo di presidiarne gli interessi. Fuori dal porto è andata anche peggio, perché si è avuta l’impressione che il governo non avesse cognizione di quel che stava accadendo. Abbiamo anche

In porto è andata assai male. Così si arreca un danno all’Italia fingendo di presidiarne gli interessi. Fuori dal porto è andata anche peggio, perché si è avuta l’impressione che il governo non avesse cognizione di quel che stava accadendo. Abbiamo anche ringraziato la Francia per averci, non a torto, rimproverato. Se si vuole difendere gli interessi italiani si sappia che l’ottuso nazionalismo li danneggia e il propagandismo monotono e negatore della realtà è stucchevole. Mettiamo in fila gli errori e immaginiamo come si possa evitarne la replica.

Più della metà degli sbarchi irregolari, secondo i dati del ministero degli Interni, avviene dopo una traversata fatta a bordo di barconi. Quelli o li fai scendere o li condanni a morte. Poco meno della metà degli sbarchi avviene a seguito di ribaltamenti e naufragi, quindi arrivano a terra, per la grande parte, a bordo delle imbarcazioni italiane, in primis Guardia Costiera. Le Ong coprono il 16%, in questa seconda metà. Ammesso abbia un senso dichiarare loro guerra, resterebbero i tre quinti del problema. Ciò basti per capire che la propaganda della fermezza smotta sulla realtà.

Alcuni degli sbarchi da navi Ong avvengono in modo concordato con le autorità italiane. Da ultimo in Calabria. Per gli altri, senza generalizzare, la questione è: se si ritiene di avere gli elementi per accusare una nave di avere agito in combutta con i trafficanti, si fanno scendere gli occupanti e si sequestra la nave. Il ministro Minniti, uomo della sinistra sbranato dalla sinistra (e sono colpe che non si cancellano), era andato oltre: le Ong firmino un protocollo, altrimenti non ci parliamo.

Pensare di fare scendere alcuni e non altri, come stabilito dal governo, è un doppio errore. Intanto perché non c’è base giuridica, difatti sono poi sbarcati tutti. Per giunta con la tremula ipocrisia del certificato medico. Poi perché far scendere malati e fragili significa avere di sé stessi l’idea d’essere un ospedale. O un lazzaretto. Facciamo scendere solo quelli che ci costeranno e non quelli che potranno produrre. Non è fermezza, è fissità allocca.

L’Italia è il Paese che riceve più fondi europei, come ci ha delicatamente ricordato la Francia, pensare di agire in contrasto con leggi e Unione europea per il solo gusto di affermare una propaganda di parte significa subordinare gli interessi nazionali ai propri.

Detto ciò, posto che propaganda fessa è questa e propaganda fessa è anche quella del volemose bene e venite tutti a farci compagnia, che fare? Primo, regolare i rapporti con le Ong, considerando quelle navi non pescherecci di passaggio, ma strumenti dedicati alla raccolta di emigranti, come, del resto, hanno scritto sulla fiancata. Se vuoi collaborare con l’Italia ti registri e firmi un accordo, senza presentarci i casi a uno a uno.

Secondo, si chiede che gli accordi di Dublino (firmati prima dalla destra e poi dalla sinistra, in ogni caso accettati dall’Italia, ove abbia un senso parlarne in termini di nazione) siano modificati: una cosa è il signore che becco alla frontiera da irregolare, sicché è mio dovere territoriale identificarlo e valutarne l’ingresso o il respingimento, altra, assai diversa, sono gli arrivi in massa, quel che va chiesto è che gli sbarchi di questi ultimi avvengano in zona sicura, pronti al soccorso, ma extraterritoriale, di competenza Ue.

In altre parole: non ci si rivolge al Tar, ma alla Commissione Ue. In quella zona la competenza e giurisdizione esclusiva è Ue, operata per il tramite delle forze nazionali presenti nel punto di sbarco. Quindi non si sbarca più in Italia o in Francia, ma in Ue, con quel che consegue. Compreso il fatto che i soldi non li prendiamo più noi, ma finanziano quella struttura.

Il tutto ricordando che abbiamo bisogno di immigrati, che dovremmo sceglierli e per farlo si devono emanare decreti flussi continui e congrui. Sempre che si stia parlando di interessi italiani e non di propagande da diporto.

La Ragione

L'articolo DiPorto proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Il fondatore di Mastodon, rivale di Twitter, ha una visione per la democratizzazione dei social media


Articolo originale: time.com/6229230/mastodon-euge…

Mentre Twitter cambiava proprietario alla fine di ottobre, un altro sito di social media molto simile stava vivendo una sorta di ondata.

Mastodon, un sito di microblogging decentralizzato che prende il nome da un tipo di mammut estinto (sic, ndt), ha registrato 120.000 nuovi utenti nei quattro giorni successivi all'acquisizione di Twitter da parte del miliardario Elon Musk, come racconta il suo fondatore tedesco Eugen Rochko a TIME. Molti di loro erano utenti di Twitter alla ricerca di un nuovo luogo uogo di residenza online.

Questi utenti, che lo sapessero o meno, stavano seguendo le orme di Rochko, 29 anni, che ha iniziato a creare Mastodon nel 2016 dopo essere rimasto deluso da Twitter. "Pensavo che potermi esprimere online con i miei amici attraverso brevi messaggi fosse molto importante per me, importante anche per il mondo, e che forse non avrebbe dovuto essere nelle mani di un'unica società", racconta Rochko. "Era generalmente legato a un sentimento di sfiducia nei confronti del controllo dall'alto che Twitter esercitava".

Mastodon, che proclama con orgoglio di non essere "in vendita" e di avere circa 4,5 milioni di account utente, è piuttosto simile a Twitter, una volta che gli utenti superano il complicato processo di registrazione. La differenza principale è che non si tratta di un'unica piattaforma coesa, ma di un insieme di server diversi, gestiti in modo indipendente e autofinanziati. Gli utenti dei diversi server possono comunque comunicare tra loro, ma chiunque può creare il proprio server e stabilire le proprie regole di discussione. Mastodon è un'organizzazione no-profit finanziata dal crowdfunding, che finanzia il lavoro a tempo pieno di Rochko, il suo unico dipendente, e diversi server popolari.

La piattaforma non ha il potere di obbligare i proprietari dei server a fare qualcosa, nemmeno a rispettare gli standard di moderazione dei contenuti. Sembra la ricetta per un paradiso online per i troll di estrema destra. Ma in pratica, molti dei server di Mastodon hanno regole più severe di Twitter, dice Rochko. Quando appaiono server che incitano all'odio, gli altri server possono unirsi per bloccarli, ostracizzandoli essenzialmente dalla maggior parte della piattaforma. "Credo che si possa chiamare processo democratico", dice Rochko.

Secondo Rochko, il recente afflusso da Twitter è stato una conferma. "È una cosa molto positiva scoprire che il proprio lavoro viene finalmente apprezzato, rispettato e conosciuto in modo più ampio", afferma. "Ho lavorato molto, molto duramente per spingere l'idea che c'è un modo migliore di fare social media rispetto a quello che le aziende commerciali come Twitter e Facebook permettono".

TIME ha parlato con Rochko il 31 ottobre.

Questa intervista è stata condensata e modificata per chiarezza.

Cosa pensa di ciò che Elon Musk sta facendo a Twitter?

Non lo so. Quest'uomo non è del tutto comprensibile. Non condivido molti dei suoi comportamenti e delle sue decisioni. Credo che l'acquisto di Twitter sia stata una decisione impulsiva di cui si è presto pentito. E che si sia trovato in una situazione che lo ha costretto a impegnarsi nell'affare. Ora è coinvolto e deve affrontare le conseguenze.

In particolare, non sono d'accordo con la sua posizione sulla libertà di parola, perché penso che dipenda dalla vostra interpretazione di cosa significhi libertà di parola. Se si permette alle voci più intolleranti di esprimersi a voce alta, si rischia di far tacere anche le voci di opinioni diverse. Quindi, permettere la libertà di parola consentendo tutti i discorsi non porta alla libertà di parola, ma solo a una fogna di odio.

Credo che questa sia un'idea tipicamente americana, quella di creare un mercato delle idee in cui si possa dire tutto ciò che si vuole senza limiti. È molto estranea alla mentalità tedesca dove, nella nostra Costituzione, la priorità numero uno è il mantenimento della dignità umana. Quindi, l'incitamento all'odio non fa parte del concetto tedesco di libertà di parola, ad esempio. Quindi credo che quando Elon Musk dice che tutto sarà permesso, o qualsiasi altra cosa, in genere non sono d'accordo.

Come fate a garantire su Mastodon, visto che è decentralizzato e non avete il potere di bandire gli utenti, che lo spazio sia accogliente e sicuro?

Beh, questa è la strana dicotomia di come le cose si sono evolute. Da un lato, la tecnologia stessa permette a chiunque di ospitare il proprio server di social media indipendente e di poterne fare tutto ciò che vuole. Non c'è modo per Mastodon, per l'azienda o per chiunque altro - a parte le normali procedure di applicazione della legge - di perseguire chiunque gestisca specificamente un server Mastodon. Il modo in cui si chiude un normale sito web è lo stesso in cui si chiude un server Mastodon, non c'è alcuna differenza. Quindi, da questo punto di vista, risulta essere la piattaforma definitiva per la libertà di parola. Ma ovviamente questo è solo un effetto collaterale della creazione di uno strumento che può essere usato da chiunque. È un po' come le automobili. Le auto sono usate da tutti, anche da persone cattive, anche per scopi sbagliati, e non c'è niente che si possa fare, perché lo strumento è là fuori. Tuttavia, credo che il fattore di differenziazione rispetto a qualcosa come Twitter o Facebook sia che su Mastodon, quando si ospita il proprio server, si può anche decidere quali regole far rispettare su quel server, il che consente alle comunità di creare spazi più sicuri di quelli che potrebbero altrimenti avere su queste grandi piattaforme che sono interessate a servire il maggior numero di persone possibile, magari aumentando il coinvolgimento di proposito per aumentare il tempo che le persone trascorrono sul web.

Le comunità possono avere regole molto più rigide di quelle di Twitter. E in pratica, molte di esse sono più severe. E questo è un aspetto in cui, ancora una volta, la tecnologia si interseca con la guida o la leadership dell'azienda Mastodon. Credo che, grazie al modo in cui comunichiamo pubblicamente, abbiamo evitato di attirare una folla di persone come quelle che si trovano su Parler o Gab, o qualsiasi altro forum di odio su Internet. Abbiamo invece attirato il tipo di persone che, quando gestiscono i propri server, si moderano contro i discorsi d'odio. Inoltre, fungiamo anche da guida per chiunque voglia unirsi a noi. Sul nostro sito web e sulle nostre app, infatti, forniamo un elenco predefinito di server curati su cui le persone possono creare account. E grazie a ciò, ci assicuriamo di curare l'elenco in modo tale che qualsiasi server che voglia essere promosso da noi debba accettare un certo insieme di regole di base, una delle quali è che non sono consentiti discorsi di odio, sessismo, razzismo, omofobia o transfobia. In questo modo ci assicuriamo che l'associazione tra i Mastodon, il marchio e l'esperienza che le persone desiderano sia quella di uno spazio molto più sicuro rispetto a qualcosa come Twitter.

Ma cosa succede se le persone che incitano all'odio creano un server?

Beh, ovviamente non vengono promossi sul nostro sito web "Join Mastodon" o nella nostra app. Quindi, qualsiasi cosa facciano, la fanno per conto loro e in modo completamente separato, e gli altri amministratori che gestiscono i propri server Mastodon, quando scoprono che c'è un nuovo server di incitamento all'odio, possono decidere di non voler ricevere alcun messaggio dal server e di bloccarlo da parte loro. Attraverso il processo democratico, il server che incita all'odio può essere ostracizzato o può essere diviso in una piccola camera d'eco, che non è né migliore né peggiore di un'altra camera d'eco. Internet è pieno di spam. È pieno di abusi, ovviamente. Mastodon fornisce le strutture necessarie per gestire i contenuti indesiderati, sia per gli utenti che per gli operatori.

Cosa l'ha spinta a creare un servizio come questo nel 2016?

Ricordo che non ero molto soddisfatto di Twitter e mi preoccupavo di dove sarebbe andato a finire. C'era qualcosa di molto discutibile nel suo futuro. Questo mi ha fatto pensare che la possibilità di esprimermi online con i miei amici attraverso brevi messaggi era molto importante per me e anche per il mondo, e che forse non dovrebbe essere nelle mani di un'unica società che può farne quello che vuole. Ho iniziato a lavorare su una cosa mia. L'ho chiamato Mastodon perché non sono bravo a dare un nome alle cose. Ho scelto quello che mi veniva in mente in quel momento. Ovviamente all'epoca non c'era l'ambizione di diventare grandi.

Deve essere una sensazione speciale vedere qualcosa che hai creato crescere dal nulla fino a dove è ora.

È vero. È una cosa molto positiva scoprire che il proprio lavoro viene finalmente apprezzato, rispettato e conosciuto in modo più ampio. Ho lottato a lungo per questo, ho iniziato a lavorare su Mastodon nel 2016, ma allora non avevo alcuna ambizione che andasse lontano. All'inizio era un progetto molto hobbistico, poi quando l'ho lanciato pubblicamente è sembrato toccare le corde almeno della comunità tecnologica ed è stato allora che ho ottenuto i primi sostenitori di Patreon che mi hanno permesso di intraprendere questo lavoro a tempo pieno. Da allora ho lavorato molto, molto duramente per rendere questa piattaforma il più possibile accessibile e facile da usare per tutti. E per portare avanti l'idea che c'è un modo migliore di fare social media rispetto a quello che permettono le aziende commerciali come Twitter e Facebook.




Migranti, Francia, Germania 1989: inadeguatezza ‘carte alla mano’


A Catania con i migranti il governo non ci mette la faccia, i medici si, e altri medici si vergognano di aver fatto bene il loro dovere, mentre il giochetto con la Francia è tutto da vedere quanto ci costerà. Intanto il Ministro dell'Istruzione prova riscivere la storia e interpretare il comunismo, ma parrebbe alla maniera del ventennio

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Midterm USA 2022: cinque ragioni per cui i risultati elettorali contano


Con l’arrivo dei risultati delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti, è evidente che l'”onda rossa” repubblicana prevista da molti esperti non si è concretizzata. I primi numeri indicano che è probabile che i repubblicani riprenderanno la Camera dei Rappresentanti, ma con numeri più esigui del previsto, anche se il Senato degli Stati Uniti […]

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I team di #privacy e sicurezza di #Twitter sono in subbuglio dopo che le modifiche apportate da Elon Musk al servizio hanno aggirato i suoi processi standard di governance dei dati. Ora, un avvocato dell'azienda sta incoraggiando i dipendenti a cercare la protezione degli informatori "se ti senti a disagio per qualcosa che ti viene chiesto di fare".

theverge.com/2022/11/10/234511…



Armenia – Azerbaigian: per la pace si deve ripartire dal passato


Il lungo conflitto tra Azerbaigian e Armenia sulla regione del Karabakh – una sanguinosa occupazione durata 30 anni che ha visto 30.000 azerbaigiani uccisi e centinaia di migliaia di migliaia espulsi dalle loro terre – sta mostrando segnali positivi di avvicinamento a una pace duratura. La calma segue una tempesta senza precedenti di aggressione militare, […]

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Il nuovo accordo di sicurezza Giappone-Australia


L’incontro del 22 ottobre tra il primo ministro giapponese Kishida Fumio e il primo ministro australiano Anthony Albanese a Perth ha fatto notizia soprattutto grazie al saluto tipicamente australiano in attesa del primo ministro giapponese, un abbraccio con un koala e un servizio fotografico con i giubbotti verdi abbinati. Dietro gli animali da coccolare e lo […]

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Il raggruppamento di unità russe in Bielorussia continua a crescere


Dall’inizio della campagna di ‘mobilitazione parziale’ in Russia, in Bielorussia sono iniziati processi che hanno creato un maggiore potenziale di escalation armata in questa direzione, in particolare nell’Ucraina settentrionale. In quanto tale, il 14 ottobre, secondo il ministro degli Esteri bielorusso Vladimir Makei, la Bielorussia ha iniziato a introdurre un regime di operazioni antiterrorismo (CTO) […]

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Ricostruire il ruolo della Cina nella sicurezza regionale asiatica


Oggi la possibilità di consolidare un’architettura regionale inclusiva per una sicurezza globale nell’Asia del Pacifico è diventata quasi inconcepibile. Questo perché la tensione Cina-USA in corso sembra aver escluso tale opzione. Gli Stati Uniti sono stati impegnati a consolidare le loro vecchie alleanze militari ea metterne insieme di nuove nella regione per competere e contenere […]

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Questa sera è stato firmato l’accordo politico tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e le organizzazioni sindacali del comparto istruzione e ricerca su cui si costituirà il contratto da sottoscrivere domani in Aran.


Ho iniziato a leggere le specifiche di ActivityPub, il protocollo del Fediverso.

Oltre ad essere di indubbio interesse, mi sono state subito simpatiche perché, pur essendo un documento molto tecnico, non mancano di umorismo che le rende meno noiose. Inoltre hanno una bella introduzione ad alto livello, che agevola molto la comprensione.

Ma soprattutto perché negli esempi compaiono Alyssa e Ben. Altro che Alice e Bob!

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La Dunkerque degli utenti Twitter viaggia attraverso il software libero e batte la bandiera di Mastodon: nasce così la nuova istanza poliversity.it dedicata al mondo della ricerca e dell'informazione poliverso.org/display/0477a01e…

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Attenti al commercio


La sua fluidità e la vigilanza sui rischi che comporta è oggi l’aspetto più importante della politica estera europea Il dilemma del commercio Laissez faire, laissez passer è la famosa frase, attribuita all’economista francese del XVIII secolo de Gournay,

La sua fluidità e la vigilanza sui rischi che comporta è oggi l’aspetto più importante della politica estera europea


Il dilemma del commercio Laissez faire, laissez passer è la famosa frase, attribuita all’economista francese del XVIII secolo de Gournay, che riassume il principio secondo il quale il governo non deve intromettersi nell’attività economica di imprese ed individui. Il laissez-faire è diventato nel linguaggio corrente a il sinonimo del liberismo economico, ma il suo corollario è altrettanto importante perché senza far passare alle merci i confini geografici l’attività produttiva diventa zoppa.

Lunedì 31 ottobre si sono riuniti a Praga i ministri del commercio estero dell’Unione Europea alla presenza della collega americana Katherine Tai e in questo incontro sono venuti al pettine tre nodi fondamentali. Il primo e più pressante: come comportarsi con gli Stati-canaglia oltre ad infliggergli sanzioni sempre più pesanti?

Secondo quesito: cosa fare con i paesi alleati o comunque non ostili che adottano misure protezionistiche?
Terzo dilemma: accettare sempre i soldi per investimenti da parte di chi gode di vantaggi ingiustificati in termini di sussidi o persegue fini politici?

La domanda iniziale parte da un presupposto: le sanzioni economiche sono dannose sia per chi le infligge che per chi le subisce. I sovranisti fanno oggi questa strabiliante scoperta per cercare di diminuire la pressione sulla Russia putiniana, ma che il commercio dia vantaggi ad entrambi le parti è noto da secoli, e lo hanno ben spiegato Hume, Smith e Ricardo. È importante capire cosa si vuole raggiungere con un embargo e gli obiettivi sono molteplici: condanna morale, infliggere danni allo Stato trasgressore più di quelli che si subiscono (e per ora questo aspetto funziona), scoraggiare ulteriori aggressioni. L’insegnamento è che non ci si deve rendere dipendenti per beni essenziali da paesi ostili o instabili.

La seconda questione aveva un punto concreto, gli incentivi alle vetture elettriche decise dall’amministrazione Biden con una misura altamente protezionistica secondo la quale i benefici sono diretti solo alle auto costruite su suolo americano (anche se con componenti straniere). La risposta giusta sono misure di rappresaglia? No: ci sono organismi internazionali come il Wto per risolvere queste controversie ed in ogni caso tenere le frontiere aperte è comunque un vantaggio anche se altri le chiudono. Insegnamento: bisogna spingere sui trattati di libero scambio (ad esempio, la vittoria di Lula – che non è certo un liberale- sembra di buon auspicio per l’entrata in vigore di quello Europa-Mercosur e bisogna evitare che sia la Francia ad opporsi) e inserire in essi clausole che proibiscano o sanzionino come in Europa gli aiuti di Stato.

Il terzo problema è rappresentato in questi giorni dalla querelle nata in Germania per la cessione del 24,9% di un’importante banchina del porto di Amburgo ad un’azienda pubblica cinese che sta facendo incetta di porti europei e dal travaglio della raffineria di Priolo vicino Siracusa.

L’impianto è di proprietà della società russa Lukoil, raffina il 20% del petrolio consumato in Italia e oggi importa solo quello russo (perché nessuna banca concedeva più credito e garanzie vista la proprietà) che a partire da inizio dicembre cadrà sotto l’embargo europeo. La raffineria rischia di chiudere con pesanti ricadute occupazionali. In Germania un simile problema con un impianto di proprietà della russa Rosneft è stato risolto con un commissariamento e congelamento delle quote della società moscovita. In Italia si vedrà.

Insegnamento: l’Europa deve necessariamente muoversi in modo coordinato per risolvere i problemi creati dagli investimenti russi e per evitare un domani di trovarsi immobilizzata da legami economici con una molto più economicamente potente Cina, soprattutto nel campo delle infrastrutture e delle industrie strategiche. Attualmente la normativa Golden Power concede fin troppi poteri al governo per bloccare acquisizioni anche in settori non realmente strategici da parte di imprese nazionali, europee ed occidentali. Se si vuole prevenire la penetrazione economica da parte di paesi che possono mettere a rischio la sicurezza nazionale diventa assolutamente necessario liberalizzare il mercato dei capitali quando tale rischio non c’è.

In conclusione, il commercio internazionale, la sua fluidità e la vigilanza sui rischi che comporta è oggi l’aspetto più importante della politica estera europea: è bene se ne renda conto anche il governo italiano.

La Repubblica

L'articolo Attenti al commercio proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Cavallo di Troia?I russi hanno annunciato la ritirata da Kherson. Secondo quanto riportato dal comandante delle forze russe in Ucraina, Mosca non era più in grado di garantire rifornimenti alla città.


Al via l’edizione 2022 della Scuola di Liberalismo di Messina: mercoledì 16 novembre la conferenza stampa di presentazione.


Mercoledì 16 novembre, alle ore 10.30, presso la Sala Senato dell’Università di Messina, si terrà la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2022 della Scuola di Liberalismo di Messina, promossa dalla Fondazione Luigi Einaudi ed organizzata in co

Mercoledì 16 novembre, alle ore 10.30, presso la Sala Senato dell’Università di Messina, si terrà la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2022 della Scuola di Liberalismo di Messina, promossa dalla Fondazione Luigi Einaudi ed organizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Messina e la Fondazione Bonino-Pulejo.

Alla presenza del Magnifico Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, e del Vicario, prof. Giovanni Moschella, il Direttore Generale della Scuola, prof. Pippo Rao, e il Direttore Scientifico, prof. Giuseppe Gembillo, presenteranno la dodicesima edizione messinese del corso dedicato agli autori più rappresentativi del pensiero liberale ed alle loro opere.

Parteciperanno all’incontro con la stampa: Enzo Palumbo (Membro della Commissione Giustizia della Fondazione Luigi Einaudi), Edoardo Milio (Responsabile Relazioni istituzionali), Gabriella Sorti (Responsabile del Comitato di Segreteria), Francesco Sarà (Responsabile Comunicazione), Paolo Cicciari (Rappresentante degli
studenti) ed i membri del Comitato organizzatore (Fulvio Arena, Enrico Bivona, Daniela Cucè Cafeo, Angelica Esposito, Giovanni Marino, Giuseppe Scibilia e Gianni Toscano). Saranno presenti anche i Presidenti degli Ordini professionali che hanno concesso il loro patrocinio: Architetti, Avvocati, Ingegneri, Medici e Notai.

Messina, 09/11/2022

Pippo RAO

Direttore Generale Scuola di Liberalismo di Messina

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