Come il leader populista López Obrador riforma il Messico
Recentemente, il Messico è stato un “caso stato” nei media mainstream occidentali perché è diventato teatro di proteste contro l’attuale presidente Andrés Manuel López Obrador (AMLO). Le proteste sono nate come reazione alla riforma della legge elettorale con particolare attenzione all’Istituto Nazionale Elettorale (Instituto Nacional Electoral – INE), l’ente pubblico che sovrintende allo svolgimento delle […]
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USA – Cina: come costruire cordoni di sicurezza
Parlando all’Aspen Institute nel dicembre 2022, il coordinatore del Consiglio di sicurezza nazionale per gli affari indo-pacifici Kurt Campbell ha sottolineato la necessità di “costruire i guardrail” per impedire alle relazioni USA-Cina di “spostarsi in aree destabilizzanti”. Per fare ciò, Washington deve stabilire un dialogo regolare per dissipare i peggiori timori di Pechino sulle intenzioni […]
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Turchia: turbolenze per l’opposizione in vista delle elezioni
La Turchia questo mese ha assistito a una turbolenza politica che è durato solo quattro giorni. Il 2 marzo, Meral Aksener, il leader del Good Party, si è temporaneamente ritirato da una coalizione di partiti di opposizione chiamata Tavola dei Sei. Il tavolo è composto dal Partito popolare repubblicano, il principale partito di opposizione di […]
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AVVISO AL SINDACO DI BOLOGNA: LA STORIA NON SI CANCELLA, SI STUDIA
La cancel culture non è un’invenzione americana e non è (solo) la conseguenza della degenerazione di quel politicamente corretto tipico di un Paese “giovane” e perciò refrattario al senso della Storia e al sentimento della Tragedia. La cancel culture è nata in Italia.
Nell’Italia cattocomunista, afflitta dai sensi di colpa per il Fascismo, la “guerra civile” fu cancellata per ben 45 anni e fu ammessa come fatto storico solo quando, nel 1990, uno studioso “democratico”, Claudio Pavone, così intitolò un suo inequivocabile saggio. Con lo stesso spirito fu proscritta la parola “Patria”. E con essa fu di colpo cancellata e offesa la memoria di Dante, di Petrarca e degli eroi risorgimentali che al sogno della Patria-Italia, libera e unita, dedicarono la propria vita.
La parola Patria, parola che unisce, scomparve così dal vocabolario repubblicano e divenne monopolio esclusivo della destra post fascista. Con un’eccezione che sa di paradosso. Ad utilizzarla con inusitata passione colma di nostalgia fu un Papa, PioXII. “È necessario che voi guardiate alla Patria comune, all’Italia… Certo bisogna dire che non ultimo tra i segni di disorientamento degli animi è questo diminuito amore alla Patria, a questa grande famiglia donataci da Dio”, disse il 23 marzo del 1958 Papa Pacelli incontrando i marchigiani residenti a Roma. Ma le sue parole caddero nel vuoto e la rimozione del concetto di Patria rimase un’anomalia tutta italiana per cinquant’anni ancora.
Non c’è dunque da stupirsi che, si immagina per accreditare la propria identità “di sinistra” e “antifascista”, un giovane sindaco del Pd abbia pensato bene di espungere il sostantivo “patriota” dalla toponomastica cittadina. Non da tutte le targhe, però, ma solo da quelle dedicate ai partigiani. Così ha deciso il primo cittadino di Bologna Matteo Lepore, che nel farlo ha compiuto almeno due torti. Ha fatto in primo luogo torto al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, cui si deve il ritorno in auge del concetto di Patria. Non fu un vezzo, il suo, ma una scelta ragionata figlia della consapevolezza che il patriottismo rappresenta il principale antidoto al nazionalismo e, come sosteneva Altiero Spinelli, il necessario presupposto all’europeismo. Grazie a Ciampi la “Patria” e il “Tricolore” rientrarono a piano titolo nella simbologia repubblicana. E vi rientrarono anche perché, come scrisse Montesquieu ne Lo spirito delle leggi, “ciò che io chiamo Virtù, nella Repubblica, è l’amore della patria, vale a dire l’amore dell’uguaglianza”.
La Patria come elemento unificante, dunque. La Patria come terreno comune dove si coltiva il sacrificio per gli altri. Un concetto richiamato con chiarezza dall’attuale Presidente, Sergio Mattarella, nel discorso con cui concluse l’ultimo, drammatico anno di Covid. Nel volto dei sindaci e dei presidenti di regione, disse Mattarella il 31 dicembre del 2021, «scorgo il volto reale di una Repubblica unita e solidale. È il patriottismo concretamente espresso nella vita della Repubblica”.
Se pensava di fare torto a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia, che in effetti nel loro abusare della parola “patriota” un po’ ne sviliscono il senso, Matteo Lepore sappia che ha fatto un torto a Carlo Azeglio Ciampi, oltre che alla verità storica e a tutti gli italiani. Ma, soprattutto, ha fatto un torto al, per citare il titolo di un saggio anticonformista di Romolo Gobbi, Mito della Resistenza. Non solo ai Gap, i Gruppi di azione “patriottica” che animarono quella Brigata partigiana non a caso intitolata ad un illustre patriota: Giuseppe Garibaldi. Ma, come ha scritto Massimo Gramellini sul Corriere della Sera, ha fatto torto a quella retorica della Resistenza, immaginiamo condivisa dal sindaco di Bologna, che “da oltre settant’anni cerca di affermare il principio che l’azione dei partigiani non era a favore di una parte, ma dell’Italia intera”. Sì che, conclude Gramellini, “la scelta di sganciare la Resistenza dal patriottismo rischia di offrire una strepitosa arma polemica a chi continua a negare la verità di questa ricostruzione storica”.
Naturalmente, ogni “ricostruzione storica” può essere legittimamente confutata. Ma non cancellando la Storia, bensì studiandola.
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Il futuro dell’Ucraina: come la Corea o come la Jugoslavia?
Il 24 febbraio, primo anniversario dell’invasione dell’Ucraina, il Presidente russo Vladimir Putin non è riuscito a commemorare l’occasione con un discorso. Non c’era molto da festeggiare per Putin. L’invasione non era riuscita a rimuovere il governo di Volodymyr Zelensky a Kiev o a incorporare tutto il territorio ucraino nella Grande Russia. Nell’ultimo anno, l’esercito russo […]
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Le lettere a un giovane poeta di Rainer Maria Rilke
Le lettere a un giovane poeta di Rainer Maria Rilke
Le lettere a un giovane poeta sono tra gli scritti più conosciuti e interessanti della letteratura internazionale, scritte da Rainer Maria Rilke e indirizzate all'aspirante poeta Kappus.Redazione (Kulturjam)
Perché l’accordo Iran-Arabia Saudita per ristabilire i rapporti è così importante
L’Iran e l’Arabia Saudita hanno concluso venerdì un accordo per ripristinare le normali relazioni diplomatiche e riaprire le loro ambasciate entro due mesi. L’accordo è arrivato al termine di una settimana di negoziati mediati dalla Cina a Pechino, che hanno posto fine alla spaccatura tra i due governi che esisteva da quando l’Arabia Saudita ha […]
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Energia, a Budapest parte il progetto Europeo della Fondazione Einaudi sui cambiamenti climatici – Promoting Power Purchase Agreements to achieve the net-zero target
Simona Benedettini, in qualità di Energy Economist del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi, aprirà il 16 marzo a Budapest la prima sessione di lavori del progetto europeo “Promoting power purchase agreements to achieve the net- zero target”, promosso dall’European Liberal Forum e che vede, tra i partner coinvolti, anche la Friedrich Naumann Foundation (Germania).
Nel workshop ungherese Benedettini indicherà le linee guida per lo sviluppo di uno studio comparato volto ad individuare le migliori pratiche applicate negli accordi di fornitura di energia elettrica (fondamentali per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero e per contrastare i cambiamenti climatici), nei diversi Stati aderenti alla ricerca. Parteciperanno, oltre all’Energy Economist che rappresenta la Fondazione Luigi Einaudi di Roma e che si occuperà di sviluppare l’analisi della situazione italiana, Gero Sheck per la Friedrich Naumann Foundation (Germania), Ricardo Silvestre per il Social Liberal Movement (Portogallo), William Hongsong Wang per la Fundacion para el Avance de Libertad (Spagna) e Tomas Babicz per l’Inditsuk Be (Ungheria).
L’incontro di Budapest segna l’avvio di un importante lavoro che si svilupperà durante tutto il 2023 con l’intento di dare un qualificato contributo al dibattito europeo sul clima. Già è in programma un secondo workshop a Lisbona nel mese di maggio, due pubblicazioni sul tema e relativi policy brief, per concludere con un grande evento a Roma entro la fine dell’anno.
Context
The recent REPowerEU Plan of the European Commission considers Power Purchase Agreements (PPAs) a key driver to achieve the new 2030 target of 45% share of renewable energy. According to the European Commission, such target is essential to ensure the timely and effective achievement of carbon neutrality in 2050. However, the diffusion of PPAs is facing several challenges across EU Member States due to both market and legislative barriers which are intrinsic to the long-term nature of PPAs. The project intends investigating the legislative and market framework for PPAs in different EU Member States (a preliminary and not conclusive list of countries might include Italy, Hungary, Germany, Spain, Portugal) to identify best practices for the diffusion of PPAs and to contribute to the EU debate on climate policies.
The theme of PPAs communities addresses issues common to the liberal political and ideological area many issues dear to the liberal area, from combating legislative and market barriers through a transnational and supra-national perspective to ecological challenges and economic savings.
Topics: Climate policies, Energy security, Climate neutrality, Net-zero future, FF55, REPowerEU, New Green Deal
VECTOR- Techno-Sustainability
About the event
The event consists in a workshop conceived as a follow up to discuss Power Purchase on a comparative frame and agree on a final publication. Simona Benedetttini (LEF project leader) will animate the workshop to explain to them how she conceived the project and to assist them in the realisation of a cohesive in-depth chapters on a European perspective. Benedettini will help authors reflecting on several issues such as:
- Identifying policies and market interventions which proved to be effective in promoting PPAs in EU countries
- Achieving an in-depth understanding on relevant barriers to the diffusion of PPAs
- Promoting the dissemination of best practices for the diffusion of PPAs
- Providing a relevant contribution to the EU debate on climate and energy policies
Programme
Wednesday 15 March 2023
10:00 – 19:00 Participants arrival to the Hotel Castle Garden, 40-41 Lovas utca, 1012 Budapest, Hungary
20:00 Meeting at the lobby for welcome and introduction
20:30 Dinner TBD
Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi
Thursday 16 March 2023
Indítsuk Be Magyarországot Foundation, 2 Rózsahegy utca 1024 Budapest, Hungary
09:30 Introductory Remarks
Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi
Speaker: Fjona Merkaj, European Liberal Forum Project Officer
09:45 Promoting Power Purchase Agreements to achieve the net-zero target purpose, objective, and scope
Speaker: Simona Benedettini, Energy Economist, Italy
11:00 Coffee Break
11:15 Dialogue with the participants of the workshop and follow-up in view of the publication of the volume Promoting Power Purchase Agreements
Speaker: Simona Benedettini, Energy Economist, Italy
Speaker: Ricardo Silvestre, MLS, Portugal
Speaker: William Hongsong Wang, Fundación para el Avance de la Libertad, Spain
Speaker: Gero Scheck, FNF, Germany
Speaker: Tamas Babicz, IBM, Hungary
12:30 Highlights of the event goals and conclusive remarks
Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi
13:00 End of event & lunch with participants
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Perché l’accordo Iran-Arabia Saudita per ristabilire i legami è così importante
L’Iran e l’Arabia Saudita hanno concluso venerdì un accordo per ripristinare le normali relazioni diplomatiche e riaprire le loro ambasciate entro due mesi. L’accordo è arrivato al termine di una settimana di negoziati mediati dalla Cina a Pechino, che hanno posto fine alla spaccatura tra i due governi che esisteva da quando l’Arabia Saudita ha […]
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Start up e innovazione. Il piano di Leonardo che avvicina Roma e Tel Aviv
L’Italia, con Leonardo, rafforza la cooperazione nel campo dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico con Israele. Con l’evento di presentazione della seconda edizione internazionale del Business innovation factory (Bif), l’acceleratore dell’azienda italiana dedicata alla selezione e al supporto di start up ad alto potenziale innovativo, il gruppo di piazza Monte Grappa ha potuto illustrare le caratteristiche dell’iniziativa in un Paese che si è guadagnato negli ultimi anni il soprannome di Start up Nation, grazie al suo ecosistema estremamente ricco e variegato di realtà all’avanguardia nei campi della scienza e della tecnologia. L’evento, tra l’altro, ha visto la partecipazione del ministro italiano degli Esteri, Antonio Tajani, in visita a Tel Aviv, insieme al ministro per l’Innovazione, scienza e tecnologia di Israele, Ofir Akunis. Una missione, quella di Tajani che, nelle parole del ministro, è servita “a rafforzare la cooperazione politica, economica, scientifica e culturale” tra i due Paesi mediterranei.
La strategia di Leonardo in Israele
L’evento è stato solo l’ultima delle iniziative di Leonardo in Israele, un Paese con il quale stanno crescendo notevolmente le opportunità di partecipazione e collaborazione. A novembre del 2022 la società ha perfezionato il processo di fusione tra la controllata statunitense del gruppo, Leonardo Drs, e la società israeliana Rada Electronic Industries, un accordo che porta anche all’automatica quotazione in borsa di Leonardo Drs al Nasdaq di New York e a Tel Aviv. A febbraio di quest’anno, inoltre, Leonardo ha rinsaldato i rapporti con Israele sul tema dell’innovazione sottoscritto due accordi con Israeli Innovation Authority, un’agenzia pubblica a supporto tecnico e finanziario di progetti innovativi, e con Ramot, una technology transfer company per la valorizzazione della proprietà intellettuale dell’università di Tel Aviv. Come spiegato da Enrico Savio, chief strategy and market Intelligence officer di Leonardo, in un’intervista ad Airpress, questi accordi “si inseriscono nel quadro della strategia di rafforzamento di Leonardo nel mondo come global player, anche attraverso la leva dell’innovazione e quindi la creazione di rapporti strutturali con gli ecosistemi di innovazione più avanzati”
La Start up Nation
Come spiegato ancora da Savio, dunque, “le collaborazioni con Israele terranno in considerazione da una parte, le necessità di Leonardo di attingere all’open innovation come contributo all’innovazione, e dall’altro le specificità e le eccellenze di Israele inserite in un disegno complessivo che include sia i Paesi domestici sia gli altri Paesi strategici.” Tel Aviv, infatti, vanta un ecosistema unico al mondo fatto di settemila start up, cento acceleratori e decine di incubatori attivi, circa 430 fondi di venture capital operanti nell’innovazione, quasi cinquecento centri di ricerca e sviluppo di multinazionali, 17 programmi di Transfer of technology e nove università pubbliche impegnate nella ricerca tecnologica. Negli anni, Israele è diventato un modello virtuoso nel campo dell’innovazione, che contribuisce al 15% del Pil e alimenta il 54% dell’export, occupando poco meno di un milione di lavoratori, su una popolazione di nove milioni e mezzo.
L’acceleratore di piazza Monte Grappa
La Business innovation factory (Bif) è l’acceleratore di start up lanciato dalla società di piazza Monte Grappa a gennaio del 2022, realizzata in partnership con LVenture Group, che punta a sostenere circa dieci aziende innovative all’anno nel loro processo di sviluppo di soluzioni innovative per il settore aerospazio e Difesa. Alle aziende che parteciperanno alla Bif verrà assicurato un sostegno a 360° nei progetti identificati. La nascita dell’acceleratore si inserisce nell’approccio di Leonardo all’innovazione che si fonda, come indicato dal piano strategico di crescita Be Tomorrow 2030, su interazione e collaborazione tra diversi attori, interni ed esterni, per favorire la condivisione di idee e conoscenze, alimentando opportunità di sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche.
Le prossime tappe del Business innovation factory
Il roadshow israeliano di Leonardo è solo l’ultima tappa del percorso, che ha visto la società presentarsi a Napoli, Milano, Londra, Monaco, e ha riscosso un notevole successo, con oltre duecento start up, venture capital e innovation hub. L’edizione di quest’anno, in particolare, è stata dedicata ai verticali della “simulazione e gamification” e “networking e cyber-security”. Adesso, i prossimi passi sono la selezione di una short list di enti in grado di accedere, a partire da maggio, alla fase di accelerazione della durata di sei mesi. “Ci auguriamo – ha raccontato Savio – che ai nastri di partenza a maggio potremo avere almeno una start up Israeliana”.
Tre in Uno
Una carrellata di titoli e annunci ha informato gli italiani dell’imminente riforma fiscale, consistente in tre aliquote Irpef e una flat tax. Peccato che se ci sono tre aliquote non può esserci la flat, ovvero l’aliquota unica, e viceversa. Non si tratta d’essere esperti di fisco, ma di capire che o è una o sono tre. Il solo caso in cui le due cose coincidono ha a che vedere con il sacro. È come avere annunciato una legge per i bipedi con quattro gambe. La spiegazione c’è e mostra più di quel che quegli annunci nascondono.
Il viceministro all’Economia Maurizio Leo, che conosce bene la materia e ha lunga esperienza, ha detto che la riforma in cantiere conta di avere il valore che ebbe la riforma degli anni Settanta. Ma la riforma che porta il nome di Bruno Visentini, varata nel 1975, era da subito compiuta, non un divenire sottoposto ai marosi della politica, e comportava una modalità di tassazione uguale per i redditi di natura differente. La così detta Visentini bis del 1983 non modificò quell’assetto ma intervenne sui bilanci societari.
Posto che, allo stato attuale, c’è una legge delega già approvata (per sua natura dettagliata nell’elenco e generica nelle modalità) e si dispone soltanto di anticipazioni, per giunta prestate in modo confuso, quel che si prospetta è piuttosto diverso. Fra le altre cose: 1. Le aliquote Irpef (ovvero il reddito delle persone fisiche, la dichiarazione che presentiamo, almeno quanti di noi pagano le imposte) passano da 4 a 3, ma per valutarne gli effetti occorre sapere quali siano e per quali scaglioni di reddito. Se il gettito restasse invariato qualcuno pagherebbe di più e altri meno; se il gettito calasse occorrerebbe sapere quali spese si tagliano; 2. La flat per tutti sarebbe una non flat relativa al reddito incrementale maturato nel corso dell’anno, quindi non scatterebbe lo scaglione successivo ma si pagherebbe un’aliquota diversa (che già non sono più 3); 3. La flat rimane per gli autonomi sotto un certo livello e che accettino il forfettario ma – a parte che anche questa è una non flat, bensì un’aliquota specifica (e daje a vederle aumentare) per determinati redditi – ne discende che trattasi del contrario della riforma Visentini, impostando una tassazione diversa a seconda non del livello ma della tipologia di reddito; 4. La flat vera, (un’aliquota uguale per tutti) resta come l’approdo promesso, ma non si sa con quale rotta e, comunque, anche in questo caso l’opposto della Visentini, che come era restava.
Fin quando non leggeremo i testi non siamo autorizzati a esprimere giudizi sulla riforma in sé. Riordino, semplificazione e lealtà verso il contribuente sono buone cose. Ma non sono quelle che finora leggiamo.
Veniamo alla pressione fiscale, a quanto costa il fisco per i contribuenti onesti. Lo slogan di tutti è che debba diminuire, fin qui è andata bene se non aumentava. Capiamoci: se la pressione fiscale dovesse crescere perché si fa pagare il dovuto agli evasori festeggeremmo, essendo la premessa per farla scendere agli onesti. Ma all’opinione pubblica si fa credere che l’evasore fiscale sia il pescecane approfittatore che s’arricchisce, il che è vero in qualche caso, per il quale è previsto anche il carcere (lallero); la gran parte dell’evasione consiste invece in scontrini non battuti, prestazioni in nero e fatture non fatte, il che comporta un accordo fra fornitore e cliente, mentre nessuno dei due ha la sensazione d’arricchirsi ma ritiene giusto non impoverirsi. Certo, sono disonesti. Ma è disonesto anche far credere che il recupero dell’evasione non riguardi il ricorrente dialogo: «Quanto le devo?», «Con la fattura o senza, nel primo caso c’è anche l’Iva». Chi si prende l’onere politico di spiegarlo, visto che si partì con lo sbagliatissimo piede di limitare anziché incentivare i pagamenti digitali?
Non c’è nessun gusto nel criticare a prescindere. Attendiamo il testo. Ma neanche è piacevole essere presi per quelli che salutano la mirabolante novità dei calvi con la zazzera.
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InSicurezza
Essersi spostati a Cutro, per tenere il Consiglio dei ministri, ha un valore simbolico. Di solidarietà e presidio. Non altro. È stato varato un decreto legge, che è oramai la sola forma d’iniziativa legislativa rimasta che possa sperare di giungere a una conclusione. Sono anni che vale questo andazzo e, a turno, chi si oppone protesta e chi governa decreta. Salvo scambiarsi le parti. Dopo quello che è successo nessuno se la sente di contestare i requisiti costituzionali della necessità e dell’urgenza. Tutto sta a vederne l’utilità.
Il decreto è bifronte, ma non incoerente, tenendo assieme aperture e repressione. Come qui immaginato. Diventa triennale la programmazione degli ingressi regolari di extracomunitari, mentre la quantità viene fissata da un Dpcm (il così detto “decreto flussi”). È la premessa per far entrare molte più persone, programmandone il numero in anticipo e così rendendo meno complicato lo smaltimento delle pratiche. Chi pensava che la destra al governo portasse con sé meno immigrati, o addirittura nessuno, sarà deluso: ne porta di più. La destra al governo può ben rispondere: ma sono regolari, mentre confermiamo di volere combattere l’immigrazione clandestina. Diciamo che si è giocato molto ad alludere, ma resterà il fatto che i profughi (che hanno diritto a essere accolti) continueranno ad arrivare in modo irregolare. E continueranno a entrare.
Poi c’è il lato repressivo, con pene fino a trent’anni (se il fatto porta al decesso di più persone) per gli scafisti. Il problema delle pene non è fissarle, ma applicarle. In mezzo c’è la giustizia. Difficile supporre che alla guida di una bagnarola sovraffollata si porrà il criminale turco o libico, semmai ci si troverà il picciotto marinaro. Un tribunale non comminerà a lui le pene concepite per il suo capo. E c’è anche il caso che l’imputato sostenga che la sua vita sia in pericolo, se venisse restituito al Paese del boss. A molti sembreranno dettagli o “cavilli”, ma è la ragione per cui la giustizia reale è così diversa da quella suggestivamente annunciata. Il che non autorizza a far spallucce; se l’equivoco si protrae è perché una società sana ha bisogno di ordine e sicurezza, mentre il mondo politico produce sentimentalismi: accoglienza e respingimento, comprensione e repressione. Roba da melodramma, che non risolve alcun dramma.
L’insicurezza colpisce i cittadini normali, accanendosi sui più deboli. Si fa credere che la teppaglia e la miseria che gira attorno alle stazioni o nei quartieri popolari o nelle periferie abbiano qualche cosa a che vedere con gli sbarchi o i clandestini, il che è solo in parte vero, ma il ciondolare da “richiedente asilo” è roba che produciamo noi. Ovvio che non puoi pensare di mandare per anni in galera quello che fa uno scippo o anche solo piscia sotto i portici, si ubriaca e vomita, ma è quello che più impressiona i cittadini. La rapina armata in una villa, con il morto, è gravissima ma la leggiamo sul giornale, mentre gli accampamenti senza legge finiscono di rado sui giornali ma riempiono la giornata del passante. Le forze dell’ordine ci fanno poco e niente, perché è vero che sono obbligate a intervenire ma sanno che non risolve nulla. Non manca la legge, manca la giustizia. I piccoli reati sono i più diffusi, creano più allarme, la punizione è efficace se arriva a distanza di ore. A distanza di anni è una presa in giro.
Per riuscirci devi avere una giustizia commisurata. Non ha senso che viaggi tutto sugli stessi binari. Ed è un gravissimo errore della sinistra considerare l’ordine e la sicurezza come roba di destra, quando non reazionaria. Sono cose vitali. Solo che servono rimedi efficaci, giudici che decidano in un’udienza, pene ragionevoli, non necessariamente detentive. Questo disincentiverebbe, non la testa di leone su un corpo da scoiattolo.
Altrimenti si producono aumenti delle pene per accompagnare l’aumento degli immigrati. Che sarà, forse, urgente e necessario, ma che sia utile è improbabile.
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Carlo Buongiorno: una vita dedicata allo spazio
Il 12 marzo 1930 nasceva a Roma Carlo Buongiorno. Ingegnere, scienziato e prima di tutto, una persona di rara sensibilità accademica e umana. Buongiorno è noto alla storia dello spazio per essere stato il primo direttore generale dell’Agenzia Spaziale Italiana. Un ente che per l’Italia ha rappresentato il passaggio da una piccola realtà di […]
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PD: i problemi per Elly Schlein iniziano ora
Si può dirlo: finalmente?! Sì, finalmente ieri, a Roma, al Centro Congressi “La Nuvola” si è aperta e poi chiusa l’assemblea del Partito Democratico, e messa la parola fine a un’estenuante, ma anche noiosa fase congressuale che avrebbe sfiancato una mandria di tori Gallardo. 705 delegati in presenza, altri 221 in collegamento, hanno chiuso un […]
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CUTRO. Basta stragi, nessun limite al soccorso in mare
di Micol Meghnagi e Ludovica Forcina,
Pagine Esteri, 13 marzo 2023 – Una croce in legno costruita con i resti della barca naufragata ha guidato l’umanità in marcia a Steccato di Cutro. In testa, Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace. Sono oltre 10.000 le persone accorse da tutta Italia per esprimere vicinanza alle famiglie delle vittime. Uomini, donne e bambini hanno camminato per Via del Mar Mediterraneo. Lo stesso Mediterraneo dove lo scorso 26 febbraio, oltre 70 persone hanno perso la vita. Sono afgani, siriani, palestinesi, libici, iraniani le vittime inghiottite dal nostro mare. ‘Fermate la strage subito’ è l’appello di Rete Asilio, alle quale hanno aderito oltre 40 associazioni, movimenti e sindacati. Sfilano gli spezzoni di Emergency, Cgl, Anpi, Arci, Amnesty International, Il Manifesto. Sono presenti tutte le sigle storiche del movimento antirazzista e antifascista italiano. Giubotti salvagenti e caschetti blu aprono la lunga delegazione di Mediterranea, che ha organizzato tre pullman da tutta Italia, partiti nel cuore della notte. “Oggi riaffermiamo un patto. Che è quello di non fermarci nelle pratiche concrete, anche se dovessimo esseri costretti a violare delle leggi ingiuste.
player.vimeo.com/video/8074585…
Perché le leggi non sono niente di fronte alla vita umana. Il governo Meloni ha risposto a questa strage approvando un decreto-legge che prevede ulteriori strette alla protezione sociale e umanitaria”, tuona Luca Casarini, capo missione della nave Mar Jonio. Insieme a lui, Andrea Alzetta, detto Tarzan, attivista di Spin Time Labs: “La società civile deve iniziare ad irrompere nella scena politica. Vedere tutte queste persone a Cutro è un fatto straordinario. Non era facile. Vuol dire che esiste un popolo che vuole accogliere. Ma dobbiamo riuscire a farci carico di una accoglienza degna, anche a costo di disobbedire”. E ancora. “Oggi è presente l’umanità migliore. Il disegno sul mondo perverso che ci stanno imponendo troverà in noi una fortissima resistenza. Siamo tutti responsabili”, dichiara Don Mattia Ferrari. Si alzano cori contro il governo e le stragi in mare. Gli attivisti e le attiviste del sindacato studentesco ‘Rete degli Studenti’, cantano a gran voce ‘Bella Ciao’ e ‘Fischia il Vento’. I volti sono piegati dal dolore. Ma ci sta spazio anche per la speranza.
foto di Ludovica Forcina
Un vento forte e gelido accoglie il corteo nella spiaggia della vergogna. Le onde sono alte due metri, ma “nulla a che vedere con quelle di quel maledetto 26 febbraio” ci tiene a precisare Mara (nome di fantasia), soccorritrice della Croce Rossa e tra le prime accorse sul luogo della strage. “È stato surreale. Ho trovato di fronte a me decine di cadaveri. Gli occhi erano sbarrati. Nel loro sguardo riuscivo a cogliere gli ultimi secondi prima della morte. Trasmettevano ancora il terrore. È qualcosa che non si può descrivere a parole. Non sono riuscita neanche a piangere. Non serve piangere. Il sentimento che si prova non è dolore. È qualcosa di più profondo. Il senso di colpa di non essere arrivata prima. L’impotenza di fronte alla barbarie. Poi ci sta la rabbia. L’indignazione. Erano vicinissimi… Si è rotto il barcone a meno di 200 metri dalla costa. Non riesco a togliermi dalla testa la voce di un ragazzo di 12 anni che mi chiedeva dove fosse finita la sua mamma”. Sono presenti anche i pescatori di Cutro, simbolo di un’umanità resistente. “Ricordo di non aver pensato a niente. Mi sono buttato in acqua a recuperare i corpi. Credevo fossero vivi. Erano tutti morti”, racconta Vincenzo.
foto di Ludovica Forcina
Da quel giorno il pescatore vive praticamente sulla spiaggia. Ci sono ancora scarpe, giubbotti, maglioni e calzini lungo tutta la costa. Pezzi di legno della barca della morte formano una croce. Mentre sulla spiaggia i manifestanti si accingono in cerchio in un minuto di silenzio e lasciano alla sabbia e alle onde del Mediterraneo fiori e peluche in memoria delle vittime, arriva la notizia che altri tre corpi sono stati trovati facendo salire a 76 il bilancio delle vittime accertato della strage. La rabbia prende il sopravvento: “Giorgia Meloni e Matteo Salvini festeggiano mentre noi stiamo qui a piangere le nostre sorelle e i nostri fratelli”, si sente mormorare dai manifestanti. Fanno riferimento ad un video diventato virale, che riprende la Premier e il Vice-Premier cantare Marinella, di Fabrizio De André, poeta degli Ultimi. Marinella si ispira ad un fatto di cronaca nera: Maria, emigrata calabrese, viene uccisa e gettata in un fiume. Un triste paradosso.
Haris Yosufi, uno dei familiari delle vittime, foto di Ludovica Forcina
“Non ci hanno neanche portato le condoglianze. Per loro siamo solo numeri”, urlano alcuni dei familiari delle vittime. Loro, sono le autorità italiane. “La famiglia di mio cugino Fahim è stata distrutta. Hanno ritrovato i corpi dei tre figli e della moglie Parina. Mio cugino è ancora disperso, racconta Haris Yosufi”. Haris vive a Sidney da dieci anni e il giorno della strage ha ricevuto una chiamata da parte di un parente afgano. Per raggiungere l’Italia ci ha impiegato tre giorni. “Mio cugino ha sempre messo la sicurezza della sua famiglia di fronte alla sua. Non sapevo neanche che fosse salito su quella barca. Voglio solo ritrovare mio cugino e riportare tutti i corpi a Kabul. I costi sono elevatissimi. Non so se le autorità italiane pagheranno le spese. Staremo a vedere. Voglio restituire alla mia famiglia la dignità che ci hanno levato”. Dal cerchio si alza la voce di una donna che lancia un appello: “Non lasciateci soli. La vostra voce è la nostra voce”. Pagine Esteri
foto di Ludovica Forcina
L'articolo CUTRO. Basta stragi, nessun limite al soccorso in mare proviene da Pagine Esteri.
Gary #Lineker, un calcio al razzismo di stato inglese, Il post di @bottegabarbieri
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La Bbc, per cui conduceva il programma, lo ha sospeso a causa di un tweet dell’ex atleta contro l’ennesima stretta anti migranti del governo del multi milionario e figlio di migranti Rishi Sunak. Il premier, in violazione delle normative internazionali ed europee aveva annunciato di voler impedire anche soltanto di presentare la domanda d’asilo chi fosse sbarcato sull’isola.La reazione del mondo del calcio è stata inaspettata. “Match of the day”, il programma più visto da milioni di tifosi, è andato in onda senza le interviste a calciatori e allenatori del fine partita, per la prima volta in assoluto. Assenti anche presentatore e commentatori. Boicottaggio totale. E figuraccia di proporzioni epiche per la Bbc, visto che il mondo del calcio mobilita talmente milioni di persone, e quindi votanti, che adesso in discussione è finito proprio il tentativo del governo di destra di Sunak di condizionare l’informazione.
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PODCAST CINA. Xi Jinping: opposizione a forze esterne, ruolo in affari globali
di Michele Giorgio,
Pagine Esteri, 13 marzo 2023 – Si sono chiusi con la riconferma alla presidenza della Cina di Xi Jinping i lavori della seduta plenaria dell’Assemblea Nazionale del Popolo. Il capo della Repubblica popolare cinese ha ottenuto i poteri che chiedeva non solo per rilanciare l’economia ma anche per dare alla cina un ruolo sempre più decisivo nella diplomazia internazionale. E lo ha già dimostrato mediando con successo la riconciliazione tra Iran e Arabia saudita. Nell’agenda di Xi Jinping anche una maggiore opposizione a “forze esterne”, ossia gli Stati uniti, e ribadire che Taiwan resta un territorio cinese. Ce ne parla da Shanghai Michelangelo Cocco, analista e collaboratore di Pagine Esteri
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Demografia asiatica – Gli e-book di China Files n°18
Da domenica 12 marzo è disponibile il nuovo e-book di China Files dedicato ai trend demografici in Asia. Mentre una parte del continente continua a crescere, altri paesi devono affrontare la sfida di una popolazione sempre più anziana e con sempre meno figli. Sfide e prospettive nel domani del secolo asiatico
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Il karaoke della vergogna
Se parlare di ferocia può apparire eccessivo, bisogna guardare con maggiore attenzione a quello che è accaduto negli ultimi giorni in questo povero Paese. Solo per potervi mostrare. E per poter fare capire a chi legge che spesso e in questo caso è proprio così, spesso, come dico, la durezza, la fermezza, l’indifferenza, l‘arroganza sono solo […]
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Il piano della Difesa per colmare le lacune italiane sui carri armati
L’Italia sta valutando la possibilità di acquistare 125 carri armati e veicoli da combattimento di fanteria per colmare alcune lacune in attesa di completare progetti di lungo termine, secondo quanto scritto da DefenseNews.
Il conflitto in Ucraina ha riportato l’attenzione degli Stati maggiori e degli addetti ai lavori alle tradizionali operazioni belliche terrestri. Nel frattempo è cresciuta in Italia la preoccupazione per l’obsolescenza e l’esaurimento delle scorte di carri armati Ariete e di veicoli da combattimento Dardo. Giovedì scorso, davanti alla commissione parlamentare per la difesa, il Segretario generale della Difesa, generale Luciano Portolano, ha dichiarato che si stanno valutando soluzioni per colmare le lacune.
Sempre DefenseNews riporta che la Difesa italiana prevede un fabbisogno attuale di 250 main battle tanks, di cui 125 potrebbero essere carri Ariete aggiornati. Per quanto riguarda i rimanenti 125, il deputato di Forza Italia Giorgio Mulè, ex sottosegretario alla Difesa, ha affermato che la soluzione più pratica è il leasing, piuttosto che l’acquisto, dei carri armati. Dunque è probabile che Roma noleggerà carri Leopard da nazioni alleate. “Abbiamo bisogno di una modernizzazione urgente: l’ultima volta che abbiamo introdotto nuovi carri armati e veicoli da combattimento è stato negli anni ’80 con i veicoli Ariete e Dardo”, ha detto Mulè citato da DefenseNews.
Allo stesso tempo Portolano ha riferito al Parlamento che la Difesa sta lavorando sui requisiti per i carri armati e i veicoli da combattimento di “prossima generazione” che potrebbero essere sviluppati con il contributo dell’industria italiana. Nel caso dei carri armati, ha citato il Main Ground Combat System lanciato nel 2012 da Francia e Germania e destinato a essere sviluppato dalla tedesca Rheinmetall e da Knds, una joint venture tra la tedesca Kmw e la francese Nexter.
Proprio Rheinmetall ha dichiarato che se Roma acquisterà il suo nuovo veicolo da combattimento Lynx per sostituire l’obsoleto Dardo, potrebbe pensare di costruire il veicolo in Italia. La società tedesca ha infatti annunciato di voler fare un’offerta per acquisire una quota di minoranza del produttore italiano di cannoni Oto Melara. Leonardo aveva già espresso il desiderio di vendere una parte o la totalità dell’azienda, considerandola non-core in quanto intende concentrarsi sull’elettronica, sugli elicotteri, sugli aerei e sulla tecnologia informatica. Oto Melara produce torrette per veicoli da combattimento e cannoni navali che sono stati acquistati dalle marine militari di tutto il mondo.
RED STAR HISTORICAL RESEARCH GROUP – L’IRRISOLTO E MISTERIOSO OMICIDIO DEL CASORETTO-
Il primo fatto storico del quale ci siamo occupati è quello che abbiamo definito “L’irrisolto e misterioso omicidio del Casoretto”, ovvero il doppio omicidio dei diciannovenni Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio”Iannucci uccisi da colpi di arma da fuoco il 18 marzo 1978 in via Mancinelli nel popolare quartiere Casoretto a Milano.
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L'irrisolto e misterioso omicidio del Casoretto 18 marzo 1978
L'irrisolto e misterioso omicidio del Casoretto, irrisolto perché ancora ad oggi nonostante diverse inchieste gli assassini dei due giovani non hanno ancora un nome e forse mai lo avranno;Massimo Argo (In Your Eyes ezine)
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Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ reshared this.
Energia, a Budapest parte il progetto Europeo della Fondazione Einaudi sui cambiamenti climatici – Promoting Power Purchase Agreements to achieve the net-zero target.
Simona Benedettini, in qualità di Energy Economist del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi, aprirà il 16 marzo a Budapest la prima sessione di lavori del progetto europeo “Promoting power purchase agreements to achieve the net- zero target”, promosso dall’European Liberal Forum e che vede, tra i partner coinvolti, anche la Friedrich Naumann Foundation (Germania).
Nel workshop ungherese Benedettini indicherà le linee guida per lo sviluppo di uno studio comparato volto ad individuare le migliori pratiche applicate negli accordi di fornitura di energia elettrica (fondamentali per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero e per contrastare i cambiamenti climatici), nei diversi Stati aderenti alla ricerca. Parteciperanno, oltre all’Energy Economist che rappresenta la Fondazione Luigi Einaudi di Roma e che si occuperà di sviluppare l’analisi della situazione italiana, Gero Sheck per la Friedrich Naumann Foundation (Germania), Ricardo Silvestre per il Social Liberal Movement (Portogallo), William Hongsong Wang per la Fundacion para el Avance de Libertad (Spagna) e Tomas Babicz per l’Inditsuk Be (Ungheria).
L’incontro di Budapest segna l’avvio di un importante lavoro che si svilupperà durante tutto il 2023 con l’intento di dare un qualificato contributo al dibattito europeo sul clima. Già è in programma un secondo workshop a Lisbona nel mese di maggio, due pubblicazioni sul tema e relativi policy brief, per concludere con un grande evento a Roma entro la fine dell’anno.
Context
The recent REPowerEU Plan of the European Commission considers Power Purchase Agreements (PPAs) a key driver to achieve the new 2030 target of 45% share of renewable energy. According to the European Commission, such target is essential to ensure the timely and effective achievement of carbon neutrality in 2050. However, the diffusion of PPAs is facing several challenges across EU Member States due to both market and legislative barriers which are intrinsic to the long-term nature of PPAs. The project intends investigating the legislative and market framework for PPAs in different EU Member States (a preliminary and not conclusive list of countries might include Italy, Hungary, Germany, Spain, Portugal) to identify best practices for the diffusion of PPAs and to contribute to the EU debate on climate policies.
The theme of PPAs communities addresses issues common to the liberal political and ideological area many issues dear to the liberal area, from combating legislative and market barriers through a transnational and supra-national perspective to ecological challenges and economic savings.
Topics: Climate policies, Energy security, Climate neutrality, Net-zero future, FF55, REPowerEU, New Green Deal
VECTOR- Techno-Sustainability
About the event
The event consists in a workshop conceived as a follow up to discuss Power Purchase on a comparative frame and agree on a final publication. Simona Benedetttini (LEF project leader) will animate the workshop to explain to them how she conceived the project and to assist them in the realisation of a cohesive in-depth chapters on a European perspective. Benedettini will help authors reflecting on several issues such as:
- Identifying policies and market interventions which proved to be effective in promoting PPAs in EU countries
- Achieving an in-depth understanding on relevant barriers to the diffusion of PPAs
- Promoting the dissemination of best practices for the diffusion of PPAs
- Providing a relevant contribution to the EU debate on climate and energy policies
Programme
Wednesday 15 March 2023
10:00 – 19:00 Participants arrival to the Hotel Castle Garden, 40-41 Lovas utca, 1012 Budapest, Hungary
20:00 Meeting at the lobby for welcome and introduction
20:30 Dinner TBD
Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi
Thursday 16 March 2023
Indítsuk Be Magyarországot Foundation, 2 Rózsahegy utca 1024 Budapest, Hungary
09:30 Introductory Remarks
Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi
Speaker: Fjona Merkaj, European Liberal Forum Project Officer
09:45 Promoting Power Purchase Agreements to achieve the net-zero target purpose, objective, and scope
Speaker: Simona Benedettini, Energy Economist, Italy
11:00 Coffee Break
11:15 Dialogue with the participants of the workshop and follow-up in view of the publication of the volume Promoting Power Purchase Agreements
Speaker: Simona Benedettini, Energy Economist, Italy
Speaker: Ricardo Silvestre, MLS, Portugal
Speaker: William Hongsong Wang, Fundación para el Avance de la Libertad, Spain
Speaker: Gero Scheck, FNF, Germany
Speaker: Tamas Babicz, IBM, Hungary
12:30 Highlights of the event goals and conclusive remarks
Speaker: Renata Gravina, Fondazione Luigi Einaudi
13:00 End of event & lunch with participants
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Federico Tedeschini: le carriere dei nostri giudicanti – ladiscussione.it
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Mohammed bin Salman, il Principe ereditario saudita sul filo del rasoio
Il Principe ereditario saudita Mohammed bin Salman è diventato abile nel camminare sul filo del rasoio. L’ultimo atto di bilanciamento di Bin Salman potrebbe essere tra quelli più impegnativi. Con uno sviluppo a sorpresa, l’Arabia Saudita e l’Iran, insieme alla Cina, hanno annunciato che le due nazioni mediorientali stavano ristabilendo le relazioni diplomatiche. L’accordo saudita-iraniano è […]
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Arabia Saudita – Cina – Iran: la dichiarazione trilaterale congiunta
In risposta alla nobile iniziativa di Sua Eccellenza il Presidente Xi Jinping, Presidente della Repubblica Popolare Cinese, del sostegno della Cina allo sviluppo di relazioni di buon vicinato tra il Regno dell’Arabia Saudita e la Repubblica Islamica dell’Iran; E sulla base dell’accordo tra Sua Eccellenza il Presidente Xi Jinping e i vertici del Regno dell’Arabia […]
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VodkaSolution
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