Salta al contenuto principale



Gli stipendi devono crescere poco: il governo Meloni lo ha scritto davvero | L'Indipendente

«Il governo Meloni tutelerà la “moderazione della crescita salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi”, come si legge nel comunicato stampa dell’ultimo Consiglio dei ministri. In poche parole, gli stipendi devono crescere poco perché tanto, prima o poi, l’inflazione si arresterà risolvendo il problema. A pagarne le spese, nel frattempo, è il potere di acquisto degli italiani che per sopravvivere tra inflazione e caro vita devono attingere ai propri risparmi.»

lindipendente.online/2023/04/1…



In Cina e Asia – Pechino si prepara a regolamentare i chatbot


In Cina e Asia – Pechino si prepara a regolamentare i chatbot 6510535
I titoli di oggi:

Pechino si prepara a regolamentare i chatbot
Gli Usa aiuteranno Taiwan a aumentare la propria partecipazione internazionale
Le preoccupazioni di Seoul per la fuga di documenti del Pentagono
Myanmar, raid aereo fa strage di civili
No allo stress. Sì a lavori ordinari e meditazione

L'articolo In Cina e Asia – Pechino si prepara a regolamentare i chatbot proviene da China Files.



17-21 aprile, Privacy Symposium


Il 18 e 20 aprile 2023 avrò l’onore di partecipare al Simposio internazionale sulla privacy a Venezia per sostenere il dialogo internazionale e la cooperazione. Scopri di più su privacysymposium.org


guidoscorza.it/12-21-aprile-pr…



Il Cile approva la riduzione della settimana lavorativa a 40 ore


Questo successo del presidente Boric giunge dopo alcune battute d'arresto, come la bocciatura della nuova costituzione progressista e di un disegno di legge fiscale. L'articolo Il Cile approva la riduzione della settimana lavorativa a 40 ore proviene da

della redazione

Pagine Esteri, 12 aprile 2023 – Il Congresso cileno ha approvato un disegno di legge per ridurre gradualmente la settimana lavorativa da 45 ore a 40 ore. Si tratta di una vittoria legislativa molto importante per il presidente socialista Gabriel Boric che si è insediato lo scorso anno promettendo un programma ambizioso di riforme sociali ed economiche.

Questo successo, che contribuisce a smantellare il sistema economico cileno fondato sul liberismo, giunge dopo alcune battute d’arresto, come la bocciatura della nuova costituzione progressista e di un disegno di legge fiscale.

La nuova legge prevede un’ora in meno alla settimana di lavoro all’anno fino a quando la settimana lavorativa non raggiungerà le 40 ore, portando il Cile in linea con la maggior parte delle nazioni industrializzate. Al Congresso ha avuto un sostegno schiacciante, con 127 voti a favore e solo 14 contrari.

Diverse aziende in Cile hanno già annunciato che adotteranno il disegno di legge, incluso il gigante statale del rame Codelco, che all’inizio di quest’anno aveva annunciato di voler ridurre la settimana lavorativa a 40 ore entro il 2026. Imprese più piccole invece hanno criticato la nuova legge, affermando di non avere risorse sufficienti per assumere più lavoratori e sostituire le ore di lavoro perse. Il ministro del lavoro Jeannette Jara ha detto ai giornalisti che l’attuazione graduale è stata progettata per affrontare proprio questo problema ma, ha poi sottolineato, “la cosa principale è che dobbiamo fare progressi nei diritti dei lavoratori”.

La società di design Organic Style, che ha introdotto volontariamente la settimana di 40 ore durante la pandemia, ha affermato che il cambiamento si è rivelato positivo. “È un’ottima iniziativa che ha cambiato le nostre vite”, ha dichiarato la proprietaria Danitza Becerra. Pagine Esteri

L'articolo Il Cile approva la riduzione della settimana lavorativa a 40 ore proviene da Pagine Esteri.


pagineesteri.it/2023/04/12/ape…



L’Italia in Slovacchia, cresce l’impegno in Europa dell’Est


Reparti italiani erano già stati schierati nella Repubblica Slovacca nell’estate del 2019 per una vasta esercitazione NATO. Ora arrivano una batteria di missili terra-aria e 150 artiglieri L'articolo L’Italia in Slovacchia, cresce l’impegno in Europa del

di Antonio Mazzeo

Pagine Esteri, 11 aprile 2023 – I cacciabombardieri dell’Aeronautica italiana prima in Polonia ai confini con l’enclave russa di Kaliningrad e poi, con i velivoli-spia, a Costanza, Romania, nel Mar Nero; oltre 1.550 militari dei reparti di pronto intervento dell’Esercito e centinaia di blindati, obici e carri armati in Lettonia, Ungheria e Bulgaria e, adesso, finanche una batteria di missili terra-aria e 150 artiglieri nella piccola repubblica centro-orientale della Slovacchia.

L’Italia si conferma come uno dei più agguerriti membri della NATO e rafforza ulteriormente la sua presenza nell’insidioso scacchiere geostrategico dell’Europa orientale nell’ambito delle politiche inter-alleate di sostegno alle forze armate ucraine contro la Russia di Putin.

A fine febbraio il Ministero della Difesa, tramite il Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), ha ordinato il rischiaramento del sistema missilistico terra-aria SAMP/T di produzione italo-francese nella base aerea di Malacky, sede del 46° Stormo dell’Aeronautica slovacca.

Il trasferimento della batteria missilistica e del contingente dell’Esercito proveniente in buona parte dal Comando Artiglieria Controaerei di Sabaudia e dal dipendente 4° Reggimento “Peschiera” di Mantova si è concluso a fine marzo e dal 1° aprile missili e militari sono impiegati in Slovacchia nell’ambito dell’operazione NATO denominata “Enhanced Vigilance Activity”.

Al Task Group rischiarato a Malacky hanno fatto visita lunedì 3 aprile il Comandante del COVI, generale Francesco Paolo Figliuolo, e l’ambasciatrice d’Italia in Slovacchia, Catherine Flumiani. “Il contingente sarà impegnato in attività funzionali al raggiungimento della cosiddetta Readiness Verification della NATO, che gli consentirà di conseguire la Piena capacità operativa e al sistema SAMP/T di inserirsi nella rete Integrated Air and Missile Defense dell’Alleanza”, riporta lo Stato Maggiore della difesa. “Si darà così continuità all’iniziativa di rafforzamento della difesa aerea di un Paese Alleato, rafforzando i confini e contribuendo alla deterrenza sul fianco orientale dell’Alleanza Atlantica”. (1)

L’invio in Slovacchia del sistema di guerra terra-aria era stato preannunciato a metà gennaio dal ministro Guido Crosetto in un’intervista all’agenzia ADNKronos. Riferendo di una telefonata avuta con il Segretario alla Difesa USA Lloyd J. Austin, Crosetto aveva aggiunto che una batteria antiaerea e antimissile SAMP/T avrebbe rimpiazzato in Slovacchia i missili Patriot di US Army che “verranno trasferiti in Germania per essere sottoposti a manutenzione”. (2)

Sviluppato nei primi anni 2000 nell’ambito del programma di cooperazione italo-francese FSAF (Famiglia di Sistemi Superficie Aria), il SAMP/T – spiega lo Stato Maggiore – è un “sistema missilistico di ultima generazione, caratterizzato da una particolare tecnologia che consente elevate flessibilità, mobilità e rapidità di impiego”.

“Il SAMP/T nasce dall’esigenza di disporre di un sistema a media portata idoneo a operare in nuovi scenari operativi, prioritariamente caratterizzati da ridotti tempi di reazione contro la minaccia aerea ed elevata mobilità”, aggiunge la Difesa. “L’attuale versione del SAMP/T ha capacità di avanguardia nel contrasto delle minacce aeree e dei missili balistici tattici a corto raggio”.

6510152

Il sistema è stato progettato e realizzato dal consorzio europeo Eurosam formato da MBDA Italia, MBDA Francia e Thales. Fa uso del missile Aster 30 dotato di una testata esplosiva da 20 kg e una velocità massima di volo di 1.400 metri al secondo. Il missile può volare a un’altitudine di 25 km e ha un raggio d’azione di 100 km per l’intercettazione di aerei e 25 km per quella dei missili. Ogni lanciatore è posizionato su un veicolo Astra/Iveco o Renault-TRM-10000 ed è equipaggiato con otto missili intercettori all’interno di container da trasporto che vengono posti in posizione eretta prima del lancio. Il SAMP/T include anche un sofisticato radar muti-funzione Thompson-CSF “Arabel”. (3) Il costo di ogni singola batteria SAMP/T è stimato in circa 800 milioni di euro.

Attualmente l’Esercito italiano ha in dotazione cinque sistemi SAMP/T, operativi dal 2013. Essi sono stati impiegati fra il 2015 ed il 2016 a Roma per la sorveglianza dei cieli della Capitale in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia; una seconda batteria ha operato in Turchia nell’ambito dell’operazione NATO Active Fence dal giugno 2016 al dicembre 2019, nei pressi della città di Kahramanmaras, sul confine sud-est dell’Alleanza Atlantica. Una batteria di missili terra-aria è attualmente schierata in Kuwait nell’ambito dell’Operazione Inherent Resolve a guida statunitense, contro le milizie dell’ISIS in territorio iracheno e siriano.

Indiscrezioni raccolte dal sito specializzato Analisi Difesa e rese note la scorsa settimana, confermerebbero che un’altra batteria di SAMP/T, “composta da componenti francesi ed italiane”, è stata fornita pure all’Ucraina e “sarebbe già operativa”. (4) La consegna dei missili terra-aria alle forze armate di Kiev era stata concordata dai ministri della difesa di Italia e Francia nel corso di un colloquio telefonico il 3 febbraio scorso. Successivamente è trapelata la notizia che un’aliquota di una ventina di militari ucraini ha concluso una fase di addestramento per l’utilizzo del sistema d’arma a Sabaudia (Latina), presso il Comando Artiglieria Controaerei dell’Esercito, lo stesso a capo della nuova missione in Slovacchia.

Reparti delle forze armate italiane erano state schierate nella Repubblica Slovacca nell’estate del 2019 per partecipare ad una vasta esercitazione NATO (Toxic Valley) in cui sono state testate le capacità delle unità specialistiche nella guerra CBRN (chimica-batteriologica-radiologica-nucleare). Nello specifico nell’area addestrativa di Zemianske Kostol’any il personale del 7° Reggimento Difesa CBRN “Cremona” dell’Esercito di stanza a Civitavecchia ha schierato un laboratorio mobile campale per l’identificazione di agenti chimici, biologici e radiologici al fine di “affinare e validare le procedure di preparazione e analisi di campioni contaminati su matrici di diversa natura (quali gomma, terreno, liquidi, etc.)”. (5)

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio 2022, le relazioni militari-industriali tra Italia e Slovacchia si sono fatte più strette. Nella prima settimana di aprile del 2022 l’ambasciatrice d’Italia Catherine Flumiani si è incontrata con il segretario alla Difesa slovacco Marian Majer per discutere “dell’attuale situazione della sicurezza in relazione all’aggressione russa e alle possibilità di approfondire la cooperazione bilaterale esistente”. Sempre secondo l’Ambasciata italiana a Bratislava, il segretario Majer “ha illustrato i passi fatti per la creazione di un gruppo di battaglia tattico avanzato in Slovacchia a rafforzamento del fianco orientale dell’Alleanza”, simile a quello già operativo in Lettonia in ambito NATO con la partecipazione italiana e slovacca. “Majer ha inoltre informato Flumiani delle priorità del governo in tema di difesa, e in particolare l’ammodernamento in corso delle Forze armate; ha inoltre proposto di riprendere le consultazioni su una più stretta cooperazione in campo militare, nonché di esaminare le possibilità di un’eventuale istituzione di un ufficio di addetto militare slovacco in Italia”. (6)

Per rafforzare la partnership italo-slovacca, l’11 maggio il segretario alla Difesa Marian Majer si è recato in visita a Roma dove ha incontrato l’allora sottosegretaria di Stato, Stefania Pucciarelli. “Molti i punti trattati durante l’incontro dalla cooperazione bilaterale nel quadro del comune impegno per la stabilità e sicurezza del continente europeo in tutti i domini militari e nella formazione/addestramento nei vari settori delle forze armate delle due nazioni, alla analisi del conflitto Russo/Ucraino dove il Senatore Pucciarelli ha espresso l’apprezzamento del Governo Italiano per il supporto slovacco alle Forze Armate Ucraine”, riporta in modo contorto l’ufficio stampa della Difesa.

6510155

“Il Ministero della Difesa e l’industria Italiana confermano la piena disponibilità a supportare le esigenze di rinnovamento delle Forze Armate Slovacche, con soluzioni tecnologicamente avanzate e collaborazione con le aziende slovacche per portare lavoro e tecnologia innovativa al paese”, si legge ancora nel comunicato di Palazzo Baracchini. “Entrambe le parti hanno reciprocamente auspicato una sinergia fattiva anche nel settore della Cyber Security, attraverso il Cyber Range che la Difesa Italiana sta sviluppando nell’ambito cooperazione europea”. (7) Il Cyber Range è un poligono virtuale dove le forze armate si addestrano alle guerre cibernetiche ed è stato realizzato in cooperazione con la holding Leonardo SpA.

Dopo il faccia a faccia con la sottosegretaria Pucciarelli, Marian Majer e l’ambasciatrice della Slovacchia in Italia, Karla Wursterová, hanno raggiunto la base aerea di Galatina (Lecce) per vistare la Scuola di Volo internazionale del 61° Stormo dell’Aeronautica Militare, in particolare le strutture dedicate alla preparazione dei piloti di cacciabombardieri all’interno del Ground Based Training System con i simulatori T-346A “Master” prodotti anch’essi dal gruppo Leonardo.

Il 61° Stormo ospita personale militare proveniente da ben otto nazioni straniere (Arabia Saudita, Argentina, Austria, Giappone, Grecia, Qatar, Singapore e Stati Uniti d’America) e il segretario slovacco ha espresso l’interesse ad avvalersi delle infrastrutture addestrative di Galatina. L’Italia è un nostro partner importante con un ruolo fondamentale in ambito NATO ed è nostra ferma intenzione rafforzare questa cooperazione anche nell’ottica di rinnovare settori fondamentali della difesa e sicurezzaa partire dalle progettualità già in atto in ambiente aeronautico”, ha dichiarato Majer prima di rientrare a Bratislava.

Il 4 giugno 2022 è stata la sottosegretaria Stefania Pucciarelli a recarsi in visita in Slovacchia per incontrare Marian Majer e l’omologa rumena Simona Cojocaru e partecipare al Globsec2022 Bratislava Forum, una delle maggiori conferenze internazionali sui temi geo-strategici e delle nuove tecnologie promosso dal Ministero della difesa slovacco in collaborazione con la NATO, l’Unione europea e importanti gruppi industriali.

L’ultimo vertice politico e militare italo-slovacco si è svolto a Roma l’1 febbraio 2023: il neo-ministro della Difesa, Guido Crosetto e il ministro degli Affari Esteri ed Europei della Slovacchia Rastislav Káčer si sono confrontati su “cooperazione in materia di sicurezza, cooperazione bilaterale e collaborazione in ambito NATO”, auspicando un “rafforzamento dei rapporti anche attraverso accordi intergovernativi G2Ggovernment to government”. (8)

Adesso la speranza di politici e industriali italiani è che il rischiaramento a Malacky della Contraerea dell’Esercito e dei missili SAMP/T stimoli gli interessi slovacchi per i vecchi e nuovi gioielli di morte made in Italy. In prima linea ci sono innanzitutto i manager di Leonardo (MBDA Italia, co-produttrice del sistema missilistico inviato, è controllata dalla holding). Il gruppo industriale-militare ha già ottenuto importanti commesse nel paese del’Europa orientale. Nell’ottobre del 2014 Alenia Aermacchi/Finmeccanica (oggi Leonardo) ed il Ministero della Difesa slovacco hanno firmato un contratto per la fornitura di due velivoli da trasporto tattico medio C-27J “Spartan” comprensivo del relativo supporto logistico iniziale e dell’ addestramento di piloti e addetti alla manutenzione. (9)

Quattro anni più tardi Leonardo ha siglato un accordo di collaborazione nel settore del munizionamento guidato di precisione con Konstrukta Defence, azienda slovacca leader nella progettazione e nello sviluppo di sistemi di artiglieria. “L’accordo, che prevede l’integrazione della munizione guidata di precisione Vulcano sviluppata da Leonardo nel sistema da 155mm/52cal Zuzana 2 di Konstrukta, consentirà alle due aziende di commercializzare e promuovere congiuntamente questa soluzione sui mercati internazionali, collaborando in maniera efficace e sinergica nell’ottica di un rafforzamento delle capacità di difesa comune europea”, hanno spiegato i dirigenti del gruppo italiano. “La partnership si inquadra a pieno nel contesto della PeSCo (Permanent Structured Cooperation), l’iniziativa europea finalizzata ad accrescere la capacità operativa delle Forze Armate degli Stati membri mettendo in comune risorse e sviluppando gli armamenti in maniera cooperativa”. (10)

Lo scorso anno, nel corso del Piestany Air Show in Slovacchia, Leonardo ha presentato alle autorità militari locali la nuova versione armata dei “caccia-addestratori” M-345. Questi velivoli sono stati progettati per l’addestramento basico e avanzato dei piloti militari ma sono stati poi convertiti per svolgere un’ampia gamma di “combattimenti leggeri negli scenari in evoluzione per le moderne forze aeree”. (11)

“Le elevate prestazioni garantite dall’avionica e la notevole capacità di carico esterno – oltre 1.000 kg, con quattro piloni sotto-ala – consentono all’M-345 di svolgere anche ruoli operativi difesa aria-aria e aria-suolo”, dichiarano enfaticamente i manager di Leonardo. (12) I velivoli sono predisposti all’uso di missili teleguidati aria-aria e di bombe da 500 libbre.

Note:

L'articolo L’Italia in Slovacchia, cresce l’impegno in Europa dell’Est proviene da Pagine Esteri.



PRIVACY DAILY 90/2023


La collaborazione tra Unione Europea e Corea del Sud in materia di privacy è sempre più stretta. Nel loro ultimo incontro, il presidente della Commissione per la protezione dei dati personali coreana Haksoo Ko e il commissario europeo per la Giustizia Didier Reynders hanno accolto con favore il forte partenariato tra la Repubblica di Corea... Continue reading →


Fr. #26 / Di faide social e spioni


Nel frammento di oggi: Scoppia la faida tra Twitter e Substack / Scrivi "based" e finisci nella watchlist dell'FBI / I dipendenti Tesla ti spiano nel garage / Meme e citazione del giorno.

Prima di continuare prenditi un minuto per seguire la pagina Twitter di Privacy Chronicles e unirti al canale e gruppo Telegram!

Elon Musk vs Substack


Paura e delirio nelle strade di Twitter per una faida tra Elon Musk e Substack. Tutto inizia qualche giorno fa, dopo l’annuncio di un nuovo servizio da parte della piattaforma che ospita anche Privacy Chronicles: Substack Notes, una sorta di estensione social che in sarà molto simile al funzionamento di Twitter.

232411

Re Elon non ha preso bene la notizia, iniziando così una serie di azioni di guerriglia contro tutto ciò che è Substack: tweet, menzioni, link. Ad esempio, negli ultimi giorni era impossibile interagire con i tweet contenenti link ad articoli su Substack, e i link stessi venivano identificati come contenuto potenzialmente malevolo. Una censura di massa che ha colpito anche me.

Twitter è fico, ma vogliamo parlare di Privacy Chronicles?

Oggi Elon sembra invece aver cambiato idea, e la situazione è tornata altrettanto velocemente alla normalità. Come mai? È una questione di proprietà privata e incentivi economici.

Come saprete, se c’è una cosa che Elon Musk odia più della concorrenza sono i mass media mainstream, che ricambiano cortesemente. Censurando Substack, una delle primarie fonti d’informazione alternative, Elon ha però finito per agevolare i primi, censurando la voce di milioni di persone che permettono a Twitter di essere quello che è.

Elon ha ragione da vendere a voler intralciare con ogni mezzo un suo competitor, ma non può farlo: censurare Substack significherebbe contraddire i suoi stessi principi e finire per autodistruggere ciò che rende Twitter un social unico nel suo genere.

Nel diventare il Regno di Elon Musk, Twitter oggi ha chiari incentivi economici per essere molto più equilibrato e libero rispetto a quando era invece una democrazia rappresentativa con un Board eletto, che non avendo skin in the game poteva prendere decisioni scellerate senza alcuna conseguenza.

Based FBI


Secondo un dossier FBI intitolato “Involuntary Celibate Violent Extremism” usare termini sui social come “Chad”, “Based”, “Red Pill”, “Stacy” potrebbe farvi finire in una watchlist di persone considerate a rischio di estremismo violento.

6507285Fonte: zerohedge.com/political/fbi-do…

Non è ben chiaro cosa ci faccia l’FBI con queste watchlist, ma dato che ricadono nell’ambito del terrorismo domestico, certamente nulla di buono.

Se i Twitter Files12 ci hanno insegnato qualcosa, è che della buona sorveglianza non va mai sprecata. Attività di questo tipo, agevolate dai social, possono portare a una profilazione politica delle persone che tornerà molto utile durante le prossime elezioni presidenziali.

6507287BitcoinVoucherBot è un servizio semplice, sicuro e privacy friendly per acquistare Bitcoin. Niente siti web, niente tracking IP, nessun documento richiesto. Solo Telegram. Clicca qui per iniziare a usarlo! Annuncio sponsorizzato.

Tesla ti spia nel garage


Secondo il Seattle Times i dipendenti di Tesla avrebbero l’abitudine di guardarsi le registrazioni delle telecamere montate sulle Tesla e condividerle tra loro. Sì, anche i video registrati nei cortili di casa.

Per chi non lo sapesse, le automobili Tesla posseggono telecamere in grado di registrare e analizzare l’ambiente circostante grazie a un servizio chiamato Sentry Mode. Con il Sentry Mode l’auto può anche svolgere delle funzioni automatizzate come far suonare l’allarme nel caso in cui il sistema (dotato di algoritmi di machine learning, presumo) identifichi qualcosa come una minaccia. Le registrazioni sono ovviamente disponibili ai tecnici Tesla per diversi motivi, che ci fanno poi un po’ quello che vogliono.

Il Sentry Mode può essere configurato per evitare le registrazioni in alcuni luoghi e può anche essere disattivato, ma tra il dire e il fare… In ogni caso non c’è nessun problema: pare che Tesla abbia iniziato ad avvertire i clienti che il Sentry Mode potrebbe violare le normative sulla privacy.

6507289Vuoi supportare Privacy Chronicles? Dona qualche satoshi con il tuo wallet LN preferito. Scansiona il QR Code oppure clicca qui!

Certo è che il concetto di “auto-sorveglianza” assume tutto un altro significato.3

Share

Meme del giorno


232412

Citazione del giorno

“Democracy virtually assures that only bad and dangerous men will ever rise to the top of government.”

Hans-Hermann Hoppe

Articolo consigliato


Immagine/fotoPrivacy Chronicles

La nuova arma legale degli Stati Uniti contro Cina e Russia

Il governo degli Stati Uniti ne è convinto: TikTok è un problema di sicurezza nazionale e va vietato. Il sentimento comune è che il social network di ByteDance potrebbe essere a tutti gli effetti un cavallo di Troia del governo cinese per spiare gli Stati Uniti. Come misura preventiva, già a dicembre l’installazione dell’app è stata vietata su qualsiasi dispositivo federale…
Read more
4 days ago · 5 likes · Matte Galt

Leggi gli altri Frammenti!

1

Twitter Files: dalla censura politica al ban di Trump

2

Twitter Files: depistaggi politici e psy-ops

3

Effetto Panoptico e autosorveglianza: così si avvera la profezia di Tocqueville: dalla democrazia alla tenue tirannia.

reshared this




Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, dopo aver dato giorni fa prova di grande forma atletica, impedendo agli attivisti di Ultima Generazione di sporcare, con


Il Consiglio dei ministri che si è riunito oggi pomeriggio, ha dichiarato lo "stato di emergenza" per 6 mesi, per l'aumento degli arrivi di migranti e richiede



Scuola, l’Educazione finanziaria sarà insegnata nell’ambito dell’Educazione civica. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge Competitività.


Senza rete


La crescita economica dell’Italia, per il presente e il prevedibile futuro, dipende dalla capacità odierna di rendere effettivi gli imponenti investimenti e le decisive modernizzazioni previste dal Pnrr. Il governo ci si gioca la faccia. L’opposizione non

La crescita economica dell’Italia, per il presente e il prevedibile futuro, dipende dalla capacità odierna di rendere effettivi gli imponenti investimenti e le decisive modernizzazioni previste dal Pnrr. Il governo ci si gioca la faccia. L’opposizione non può scommettere sul fallimento, perché sarebbe anche quello dell’Italia. Eppure s’assiste a continui rinvii e distratti silenzi. Come se la partita si giocasse in un altro stadio, animato da propagande che sembrano essere la sola specializzazione degli astanti. Parliamo di servizi e reti digitali, di cui pare non interessi nulla a nessuno.

Il piano del governo era quello di far confluire il Sistema pubblico di identità digitale (lo Spid) nella Carta d’identità elettronica (Cie). Tanto che s’era supposta, allo scadere della convenzione con i privati che lo forniscono e gestiscono (il prossimo 23 aprile), l’estinzione dello Spid. Il che gettava nella costernazione quanti avevano tribolato e pagato per averlo. Ma, a parte le difficoltà e le lentezze nel rilascio della Cie, alcuni numeri avrebbero dovuto suggerire un approccio meno assertivo: attualmente sono stati assegnati 33.5 milioni di Spid e consegnate 32.7 milioni di Carte, dimostrandosi che gli italiani si dispongono con piacere ad avere interazioni digitali con la Pubblica amministrazione, ma, dal punto di vista operativo, con lo Spid sono stati effettuati 1 miliardo di accessi ai servizi, con la Carta 21 milioni. Supporre di chiudere il primo era fantasioso.

Nel mentre il problema serio è quello di predisporre servizi amministrativi digitalmente efficienti, con schemi e tracciati sempre uguali – non ciascuno secondo il proprio gusto – e senza che il procedimento s’interrompa quando hai già compilato tutto e devi ricominciare da capo; posto che le amministrazioni locali lamentano enormi difficoltà anche solo nell’utilizzo della piattaforma (ReGis) per seguire e rendicontare le opere Pnrr; l’idea governativa di riassetto s’è conclusa con una proroga dei contratti dei privati, per lo Spid, fino al 2024, con un costo aggiuntivo di 40 milioni, mentre per il riordino ci si vede nel 2025. Chi ci sarà.

Per far funzionare qualsiasi interazione digitale occorre avere efficienti reti di telecomunicazione. Nella diffusione della banda ultra larga (più velocità e tempi infinitesimali, vitali per chi ci lavora) l’Italia è indietro, rispetto agli altri europei. Il piano per mettersi in pari, integrato nel Pnrr, è stato elaborato sotto la direzione di Vittorio Colao, nel governo Draghi. Nessuno è perfetto e siamo tutti peccatori, ma Colao rese gigante una multinazionale delle telecomunicazioni, Vodafone. Non se ne è accorto quasi nessuno, ma la settimana scorsa si è riunito – per la prima volta con il governo Meloni – il Comitato interministeriale per la transizione digitale (Citd), decidendo di non transitare, archiviando il piano Colao e creando un coordinamento interministeriale per riscriverlo. Il tutto nel mentre le reti esistenti vedono la partecipazione societaria del governo in aziende diverse e che furono concorrenti, in un trionfo di conflitti d’interessi e mancato coordinamento, e nel mentre giungono offerte di acquisto della rete. Offerte che sono sì di fondi stranieri, ma che già sono presenti nella struttura societaria delle reti italiane e segnatamente in quella della Tim. E nessuno sa, al momento, come andrà a finire (ammesso vada a finire).

Quindi, da una parte si dice che si deve correre e recuperare il tempo perduto, dall’altra si è in piena saga del rinvio, senza che neanche sia chiaro quale si vorrebbe che fosse il punto di approdo.

Questi problemi sono difficili e non mi piace farla facile. Ma c’è un problema grosso, permanente e trasversale: si comincia a studiare un problema quando s’arriva al governo, anziché andare al governo per averlo studiato e avere proposto degli indirizzi. Con un guasto aggiuntivo: il tempo della borsa di studio coincide con la durata del governo. E l’Italia resta indietro.

La Ragione

L'articolo Senza rete proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



La consapevolezza che manca agli Stati europei


Indispensabile, irrealizzabile. Accostando questi due aggettivi si comprende in che cosa consista il dramma europeo. Come dimostra, da ultimo, anche il viaggio del presidente francese Emmanuel Macron in Cina. Mentre l’Europa avrebbe bisogno di una maggior

Indispensabile, irrealizzabile. Accostando questi due aggettivi si comprende in che cosa consista il dramma europeo. Come dimostra, da ultimo, anche il viaggio del presidente francese Emmanuel Macron in Cina. Mentre l’Europa avrebbe bisogno di una maggiore integrazione per fronteggiare le crescenti minacce alla sicurezza di tutti noi europei, forze potenti, soprattutto il peso e la pressione del passato sul presente, rendono quasi impossibile (il «quasi» è una concessione alla imprevedibilità del futuro) realizzarla.

Il più «europeista» dei presidenti francesi, Macron, ha incontrato Xi Jinping in veste di francese, non di europeo. L’Europa, in quel viaggio, è stata rappresentata dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen ma ha fatto da contorno: una spruzzatina di europeismo su una missione «francese». C’era qualcosa di paradossale. Da un lato, un presidente della Francia che ha sempre l’obbligo di fingersi (perché questo impone la cultura politica nazionale di cui è espressione) il rappresentante di ciò che non c’è più da un pezzo: la grande potenza che la Francia è stata nei secoli passati.

Dall’altro lato, il capo di una superpotenza che mentre stringeva la mano a Macron probabilmente pensava: è solo questione di tempo e questi europei me li comprerò tutti. E difatti, il business è stato in quell’incontro l’unica cosa concreta.

In coincidenza con la nuova prova di forza della Cina contro Taiwan, Macron ha rilanciato ora, in polemica con gli Stati Uniti, l’idea di una «autonomia strategica» europea, di una Europa capace di tutelare i propri interessi, divergenti da quelli dell’America (sottinteso: Taiwan non ci riguarda). Può affascinare certi europei ma si colloca nel solco della tradizione gollista. È l’idea di un’Europa a egemonia francese. Macron si guarda bene dal dire che è pronto a cedere all’Unione il seggio francese all’Onu o di metterle a disposizione la sua forza nucleare. Gli altri governi (tedesco intesta) non possono che essere scettici. Macron sembra parlare più ai francesi che agli altri europei.

Ma non si tratta di gettare la croce sulla Francia. Gli ostacoli a una maggiore integrazione riguardano tutti gli Stati europei, nessuno escluso. È difficile il passaggio dalla «età dell’innocenza» alla «età della consapevolezza». C’è stato un tempo in cui eravamo così «innocenti», così ingenui, da pensare che un giorno, grazie all’integrazione economica, il mercato unico, l’euro eccetera, l’integrazione politica ci sarebbe caduta in grembo come un frutto maturo. Vero che non tutti erano d’accordo. I federalisti spinelliani pensavano che occorresse uno scatto
consapevole, un atto di volontà politica. Ma non dubitavano del fatto che quell’atto fosse possibile. Stiamo entrando, ahinoi, nell’età della consapevolezza. Cominciamo a capire quanto potenti, e forse insormontabili, siano gli ostacoli a una maggiore integrazione che tuttavia dobbiamo continuare ad augurarci, soprattutto a causa dei cambiamenti in atto negli equilibri mondiali. Che faremmo se un giorno gli Stati Uniti decidessero che l’alleanza con l’Europa non è più per loro una priorità? Gli europei antiamericani stapperebbero bottiglie di champagne ma, in assenza di integrazione politica e militare, per l’Europa si tratterebbe del passaggio da una lunga fase di pace, sicurezza e benessere a una fase in cui nessuno di quei beni potrebbe più essere garantito. E sarebbe, probabilmente, anche l’inizio della fine per diverse democrazie europee.

Le integrazioni politiche avvengono nell’uno o nell’altro di due modi: o perché uno Stato potente conquista altri Stati con le armi o perché certi Stati si uniscono per fronteggiare una minaccia esterna. Si spera che la consapevolezza dei pericoli incombenti spinga l’Europa ad unirsi. Ma, al momento, non sembra proprio. In presenza di sfide esterne l’Europa rischia di fare il tragitto contrario, di disgregarsi, di perdere anche quel tanto di integrazione che ha messo insieme negli ultimi settant’anni. Ha osservato giustamente Federico Fubini ( Corriere , 8 aprile) che la guerra in Ucraina spinge gli elettorati europei a premiare partiti nazionalisti, tutti più o meno ostili a una maggiore integrazione politica. Altro che unirsi per fronteggiare il pericolo.

Ci sono sempre stati coloro che, per ottusità o per la spocchia intellettuale che li spinge a non tenere in conto sentimenti e paure dei cittadini comuni, preferiscono demonizzare piuttosto che tentare di comprendere queste tendenze. Eppure, non ci vuole molto a capire. Se ti senti, a ragione o a torto, minacciato, ti aggrappi a ciò che conosci, non a ciò che non conosci. Vuoi essere protetto dal governo del tuo Stato, non da un’entità che non esiste ancora e della quale ti sfuggono le finalità. Anche il caso italiano, come altri, si spiega, almeno in parte, così. Va aggiunto che le persone, in maggioranza, sono legate solo alla comunità in cui sono cresciute, con cui condividono lingua e tradizioni. E le tradizioni europee, dell’Europa del Nord, di quella dell’Est, di quella latina, sono molto diverse. Anche nella cosiddetta Europa carolingia le differenze — fra Francia, Germania, Italia — sono assai forti. Il che spiega perché nemmeno l’idea di una maggiore integrazione solo «fra chi ci sta», da molti invocata, sia realizzabile. La verità è che, a ben guardare, al momento, «non ci sta» nessuno. Come dimostrato anche dal comportamento della Germania. È il passato, la storia europea, il principale ostacolo a una maggiore integrazione.

Finita la Guerra fredda, e unificata la Germania, gli europei, con il trattato di Maastricht (1992), grazie al quale disponiamo della moneta unica, ebbero l’impressione di avere ormai imboccato, con passo spedito, la strada dell’integrazione politica. Ma forse gli storici futuri giudicheranno Maastricht in un altro modo: come il canto del cigno dell’integrazione europea. Abbiamo interdipendenza economica e mercato unico. Ma non sappiamo per quanto tempo ancora.

Riassumendo, mutamenti negli equilibri internazionali di potenza combinati a una forte polarizzazione, una divisione acuta, che sembra destinata a durare, all’interno della democrazia statunitense, non garantiscono che in futuro l’Europa potrà godere ancora a lungo della protezione americana. In questa eventualità, servirebbe una integrazione politica e militare. Ma, per le ragioni dette, quella strada appare bloccata. Naturalmente, e forse per fortuna, per quanti sforzi si facciano per prefigurare gli scenari del futuro, la storia resta imprevedibile. Magari nuovi ed inaspettati eventi mostreranno possibile ciò che ora non sembra esserlo. Tenuto conto di quanto grande sia la posta in gioco per noi europei, non possiamo smettere di augurarcelo.

Il Corriere della Sera

L'articolo La consapevolezza che manca agli Stati europei proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



‘A curturata


Curturarmente parlando, la destra sembra avere una certa invidia per la prestazione della sinistra: basta con il loro dominio egemonico, ora anche la cultura di destra vuole il suo spazio e intende dedicarsi alla costruzione di un <<immaginario italiano>>

Curturarmente parlando, la destra sembra avere una certa invidia per la prestazione della sinistra: basta con il loro dominio egemonico, ora anche la cultura di destra vuole il suo spazio e intende dedicarsi alla costruzione di un <<immaginario italiano>>. Il che lascia immaginare un titanico scontro di citazioni. Colti in flagranza di rivincita, stanchi d’essere colti di sorpresa, sfidano la sinistra a non essere colta in contropiede. Una specie di ritorno adolescenziale alle camerette con i poster, salvo scoprire appresso a quali caratterini dispotici avevano intestato gli appizzati a monito dell’identità culturale del colà dormiente.

Sul serio la sinistra dominò la cultura? Ne ricordo diversi, di intellettuali che più che “di sinistra” erano comunisti, desiderosi che non si ricordasse che erano stati fascisti. E come il fascismo dedicò qualche attenzione alla costruzione di una propria identità culturale, con il risultato di sputtanare presso i posteri i chiamati a contribuire, anche il comunismo s’impegnò nel medesimo esercizio, ottenendo il medesimo risultato. Sicché toccò a noi antitotalitari ripescare nei due secchi quel che effettivamente aveva un valore, a prescindere dall’impostura dell’arruolatore e dalla viltà dell’arruolato. Se può servire ad evitare un inutile dimenarsi citazionista, segnalo che i due approcci hanno diversi tratti in comune: ad esempio il progressismo sinistro se la prese con il latinish, come il conservatorismo destro se la prende con l’inglesorum. Ma la faccenda è piuttosto semplice: solo l’incolto usa il vocabolo che crede colto, laddove chi voglia esprimere un pensiero cerca la parola appropriata e d’uso comune, senza far distinzione di lingua. Sul punto fu piuttosto chiaro un milanese che metterei fra le colonne della cultura italiana e che non cito per non partecipare alla corrida citazionista. Illustrò come il linguaggio oscuro serve ad azzeccare garbugli in danno altrui.

Generosa l’idea di tracciare il solco della cultura nazionale, che ribadisca un’identità che si suppone altri voglia sbiadire. Ma, a parte il fatto che una cultura si esalta nel diffondersi contaminandosi e non nel difendersi marmorizzandosi, sarà interessante vedere come la si metterà con uno dei poemi epici fondativi della stirpe italica, ove si narra di progenie giunta emigrando dall’estero, non a caso figli di Troia, mediante un barcone e con l’anziano babbo in collo, da accollare ai popoli ove si sbarca. E chissà se fra i messaggeri della cultura non si vogliano mettere anche quelli che emigrarono illegalmente dall’Italia, inseminando le terre d’arrivo di lavoro, usi e costumi, qualche crimine e non pochi pargoli.

Ma non divaghiamo: quindi la cultura fu di sinistra? Non so, talora ripasso davanti ai miei scaffali farciti di Editori Riuniti, i cui prodotti furono letti per cieca fede e indottrinamento comunista, ma tanta parte dei quali risultano indigeribili anche ai ruminanti. Sul serio volete imitarli? Suvvia, ma non è forse vero che se non eri di sinistra non ti pubblicavano? No, non era vero. Ma era (ed è) vera una cosa che gli è vicina: el pueblo unido ama il conformismo, che aiuta a conoscere un libro senza leggerlo e ad apprezzare un film dormendo durante la proiezione. E non c’è dubbio che il soccorso al vincitore (op. cit. ma di chi?) resta sport nazionale.

Una variante vuole che ‘a curtura sia quella popolare, trasmessa dalla Rai. Dalla Rai, non dalla televisione, perché solo la Rai si lottizza, mentre le televisioni commerciali, il cui artefice è un Tale forse non sconosciuto, a destra, non trasmisero Le sorelle Materassi, ma l’intrattenimento all’americana. Se, quindi, tutto ciò serve a prendersi una fetta più grossa della Rai, fate pure. Io la venderei. Una avvertenza: la satira funziona, in un Paese bacchettone e anarchico, ma quella di sinistra percula la sinistra. Fatece ride.

La cultura è libertà. Quella colorata è già più circense. Quella di parte è solo in parte cultura. Cosa l’autore voti o con chi (e quanti) vada a letto, sono affari suoi. Libero di raccontarcelo, ma avrà un senso se sarà difficile e doloroso, altrimenti chiamasi ruffianesimo. La cultura non ha casa né chiesa. Se provate a irreggimentarla, magari con gli Stati generali (ma non era roba francese?), sarete colti con le mani nel saccente.

La Ragione

L'articolo ‘A curturata proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



di Ezio Locatelli - D’accordo, nei crescenti attriti geopolitici la Francia farà pure il suo gioco in una esibizione di grandeur da vecchia potenza mondia


La Siria verso il rientro nella Lega Araba?


di Redazione Pagine Esteri, 11 aprile 2023 – Il recente accordo tra Iran e Arabia Saudita, mediato da Pechino, starebbe portando la Siria più vicina al rientro nella Lega Araba, dopo dodici anni dall’espulsione del paese dall’organizzazione. In vista del

di Redazione

Pagine Esteri, 11 aprile 2023 – Il recente accordo tra Iran e Arabia Saudita, mediato da Pechino, starebbe portando la Siriapiù vicina al rientro nella Lega Araba, dopo dodici anni dall’espulsione del paese dall’organizzazione.
In vista del prossimo vertice della Lega araba a Riad, previsto il 19 maggio, sono infatti in corso alcune consultazioni per il reintegro di Damasco all’interno dell’alleanza dei 22 Stati arabi.

La Siria era stata espulsa dalla Lega araba durante una riunione di emergenza avvenuta nel novembre 2011 nella capitale egiziana, Il Cairo, dove i titolari della diplomazia dei Paesi arabi avevano annunciato sanzioni economiche e politiche contro Damasco e avevano esortato l’esercito siriano a non usare la violenza contro i manifestanti anti-regime. Molti paesi arabi hanno finanziato, sostenuto e utilizzato varie fazioni protagoniste della lunga guerra civile per tentare di imporre i propri interessi in Siria e spodestare Bashar al-Assad.

In passato, l’Arabia Saudita si è a lungo opposta al reintegro di Damasco nella Lega Araba a causa dei suoi rapporti con l’Iran. Ora però la riconciliazione tra Riad e Teheran sembra cambiare lo scenario, anche alla luce del fatto che il prossimo vertice arabo si terrà proprio nella capitale saudita Riad.

Da tempo, per altro, alcuni Paesi arabi hanno già avviato un processo di normalizzazione delle relazioni con Damasco. Lo scorso 20 febbraio, ad esempio, Assad ha viaggiato in Oman. Il 19 marzo, poi, il presidente e la moglie Asma hanno compiuto una storica visita negli Emirati Arabi Uniti, dove hanno incontrato l’omologo emiratino Mohammed bin Zayed al Nahyan. Lo scorso 24 marzo, una fonte del ministero degli Esteri saudita ha affermato all’emittente “Al Ekhbariya” che Riad ha avviato consultazioni dirette a ristabilire i servizi consolari con la Siria.

Già in precedenza si era diffusa la notizia di una possibile intesa tra Riad e Damasco per la riapertura delle rispettive ambasciate, a circa dieci anni dall’interruzione delle relazioni diplomatiche. Nel quadro del progressivo riavvicinamento di Paesi arabi al regime di Assad si inserisce anche la recente visita del ministro degli Esteri siriano, Faisal Miqdad, in Egitto.

Anche la Tunisia ha recentemente espresso la volontà di ripristinare le relazioni diplomatiche con la Siria, con il presidente tunisino, Kais Saied, che ha dato istruzioni per avviare la nomina di un nuovo ambasciatore a Damasco.
Il terremotoche ha devastato alcuni dei territori settentrionali e occidentali della Siria (oltre che il sud della Turchia) lo scorso 6 febbraio ha fornito l’occasione per un avvicinamento con vari governi dell’area. In quell’occasione, gli Emirati Arabi Uniti hanno stanziato alcuni fondi per assistere il Paese e inviato voli con aiuti umanitari nel quadro dell’operazione “Gallant Knight 2”. Anche il Qatar e la stessa Arabia Saudita, avevano ordinato la creazione di “ponti aerei” per l’invio di aiuti.

L’accordo annunciato da Riad e Teheran il 10 marzo scorso con la mediazione della Cina ha infine accelerato la riconciliazione con molti paesi. – Pagine Esteri

L'articolo La Siria verso il rientro nella Lega Araba? proviene da Pagine Esteri.



La parola al filosofo. Intervista a Marco Bersani - Intervista a cura di Alba Vastano - “Oggi le persone sono sole e isolate dentro una frammentazione s


🌊 Oggi, 11 aprile, si celebra la #GiornatadelMare. Il Ministero sarà a Genova il 14 aprile per festeggiare, insieme a 700 studenti e alla Guardia Costiera, questo evento.


Pierluigi Ciocca – Ricchi poveri


L'articolo Pierluigi Ciocca – Ricchi poveri proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazioneluigieinaudi.it/pierluigi-ciocca-ricchi-poveri/ https://www.fondazioneluigieinaudi.it/feed


Verso Evyatar, la destra estrema detta la sua legge a Netanyahu


I leader ultranazionalisti hanno mandato un chiaro segnale al primo ministro: nel governo comandiamo noi. Ieri l'esercito israeliano ha ucciso a Gerico un ragazzo palestinese L'articolo Verso Evyatar, la destra estrema detta la sua legge a Netanyahu prov

di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 11 aprile 2023 – «Questa dichiarazione, che siamo qui e stiamo marciando verso il futuro, è una dichiarazione chiara. Spero che l’intero Stato di Israele lo capisca». Parla come sempre senza peli sulla lingua il ministro israeliano della sicurezza Itamar Ben Gvir. Ha ragione, con la marcia dei ventimila, fra cui sette ministri e 20 deputati, ieri verso Evyatar, sul monte Sabih, nel cuore della Cisgiordania palestinese occupata, l’estrema destra religiosa non ha solo chiesto il riconoscimento di quell’avamposto coloniale – evacuato nel 2021 e che attende di essere «legalizzato» – contro cui si batte da anni, pagando un alto prezzo di sangue, la popolazione della cittadina palestinese di Beita (Nablus). La destra estremista e suprematista ha mandato un segnale inequivocabile al premier Netanyahu: comandiamo noi, siamo noi che decidiamo la politica del governo. Non che Netanyahu sia moderato, le sue politiche, anche interne, come la riforma giudiziaria, esprimono bene la sua linea radicale. Ma il primo ministro deve fare i conti con l’emorragia di consensi che vede il suo partito, il Likud, in caduta libera nei sondaggi e forse medita un approccio più morbido. Eppure non può e, soprattutto, non vuole rinunciare a Ben Gvir che detta il ritmo dell’azione di governo e al ministro delle finanze Bezalel Smotrich che i palestinesi non li riconosce neppure come popolo. Si aggrappa a loro per sopravvivere politicamente e risolvere i suoi guai con la giustizia.

Per consentire la marcia verso Evyatar, in una delle zone di maggiore tensione in Cisgiordania, l’esercito ha dispiegato un battaglione di mille soldati a protezione dei coloni, ministri e deputati. Il decesso per le gravi ferite subite, di Lea Lucy Dee, 48 anni, la madre delle due giovani colone uccise venerdì in un agguato palestinese allo svincolo di Hamra, nella valle del Giordano, ha accresciuto l’urgenza dei coloni di ottenere subito da Netanyahu il riconoscimento definitivo dell’avamposto a ridosso di Beita. Una leader dei coloni, Daniela Weiss, si è scagliata contro il premier e ha intimato al governo «di liberarsi una volta per tutte dai diktat che giungono dagli Stati uniti e dall’Europa» finalizzati, secondo lei, a congelare la colonizzazione. Simili le dichiarazioni di altri coloni. Gli abitanti di Beita non si sono tirati indietro e hanno protestato, come fanno da anni, contro Evyatar: 50 case mobili e caravan su terra palestinese nel monte Sabih. «Andate via, questa è la nostra terra» hanno urlato assieme a «Dio è grande». Dei ragazzi hanno lanciato sassi. E quando hanno provato ad avvicinarsi al lungo corteo dei coloni, sono arrivate a tutta velocità le jeep dell’esercito attrezzate con tubi di lancio per i candelotti lacrimogeni. Tiri incessanti, accompagnati da spari di proiettili di gomma. Una nuvola di fumo denso e bianco ha avvolto quelli che protestavano. Poi è scattata la caccia dei soldati ai palestinesi che scappavano nei campi, tra gli ulivi piantati dai loro genitori, dai loro nonni e sempre più minacciati dall’espansione incessante della colonizzazione.

Alla fine di questa ennesima giornata di tensione e sangue, i feriti palestinesi soccorsi dalla Mezzaluna rossa sono stati 191 in gran parte intossicati dai lacrimogeni ma anche 17 da proiettili di gomma, di cui tre sono stati portati all’ospedale. Giornalisti della troupe di Al Araby Press sono stati investiti da una pioggia di lacrimogeni. Un altro reporter, Mahmoud Fawzy, è stato ferito a una gamba da un proiettile di gomma. Al bilancio di Beita si è aggiunto quello giunto dal campo profughi di Aqbet Jaber, all’ingresso della città di Gerico. Un ragazzino, 15 anni, Mohamed Balhan, è stato ucciso quando forze israeliane hanno fatto irruzione nel campo per effettuare degli arresti. Almeno altre tre persone sono rimaste ferite, due da proiettili veri. Almeno 96 palestinesi (tra cui 17 minori e una donna) e 19 israeliani sono stati uccisi dall’inizio dell’anno coinciso con l’insediamento al potere del governo Netanyahu.

6492343
I funerali di Mohamed Balhan

Da venerdì i coloni e la destra estrema invocano l’invasione o la rioccupazione per settimane o mesi, di alcune città autonome palestinesi in Cisgiordania. In particolare Jenin, roccaforte storica della militanza armata, e Nablus dove è stata ritrovata l’automobile usata dai responsabili dell’agguato ad Hamra alle tre donne israeliane uccise. L’opzione militare si è fatta più concreta in queste ultime settimane considerando il sostegno massiccio a queste invocazioni e l’ideologia che anima il governo Netanyahu. Qualche analista avverte che il crollo, nei sondaggi, del Likud di Netanyahu, potrebbe spingere il premier a tentare di recuperare consensi attraverso la forza militare. L’ultimo sondaggio svolto dalla tv Canale 13 rivela che il 71 per cento degli israeliani giudica negativamente il comportamento mantenuto dal premier Benyamin Netanyahu nei primi 100 giorni del suo governo. Se Israele andasse ora al voto il Likud otterrebbe 20 seggi rispetto ai 32 che ha avuto a novembre. In testa è il partito dell’ex capo di stato maggiore Benny Gantz, al secondo posto c’è Yesh Atid dell’ex premier Lapid con 21 seggi. Risultati che sono la conseguenza della contestata riforma giudiziaria, quindi non legati alle politiche di Netanyahu nei confronti dei palestinesi o sulla Spianata delle moschee di Gerusalemme. Pagine Esteri

GUARDA IL VIDEO

youtube.com/embed/cUlHwtHhXdo?…

L'articolo Verso Evyatar, la destra estrema detta la sua legge a Netanyahu proviene da Pagine Esteri.



Summer School 2023 – Capire il secolo asiatico


Summer School 2023 – Capire il secolo asiatico school maggio 2023
Dopo il successo delle passate formazioni (qui l'ultimo ciclo del 2022) arriva una nuova edizione della nostra Summer School. Si svolgerà tra l'8 e il 25 maggio e sarà focalizzata su tutti i luoghi e dossier più “caldi” legati a Cina e Asia. Le iscrizioni aprono ora, con 20 posti disponibili. Ecco come partecipare

L'articolo Summer School 2023 – Capire il secolo asiatico proviene da China Files.



In Cina e Asia – Avvocati per i diritti umani condannati a oltre 10 anni di carcere


In Cina e Asia – Avvocati per i diritti umani condannati a oltre 10 anni di carcere diritti umani carcere
I titoli di oggi:
Cina, avvocati per i diritti umani condannati a oltre 10 anni di carcere
Cina, per il caso della donna incatenata condannate sei persone
Cina-Usa, il legislatore: "Apple e Disney al centro del processo di decoupling"
Usa e Filippine danno via alle esercitazioni congiunte nel Pacifico
Chip war, il Sud-Est asiatico inizia a emergere per la produzione di microchip
L'India accusa il Myanmar di ospitare una postazione cinese segreta nella baia del Bengala

L'articolo In Cina e Asia – Avvocati per i diritti umani condannati a oltre 10 anni di carcere proviene da China Files.



Stop and think… The unbearable impulse to be the first to comment on social media


di Isabella Corradini

These days everyone is talking about the decision of the Italian Data Protection Authority to block the use of ChaptGPT, the natural language processing tool based on artificial intelligence, capable of performing various functions, including to provide answers to questions or write/summarize texts requested by users. I do not want to dwell on that, although I have my own opinion, since this is not the aspect I want to highlight in this article.

What I want to highlight instead is the human tendency, especially when discussing topics like digital innovation, to "jump into the fray" by completely removing the moment of reflection, which is needed to make reasonable evaluations. We know how digital technologies are producing significant changes in our social and working daily life, which would require an in-depth examination. Instead, never as in this period, many experts and self-called experts challenge each other with posts and comments on social media to have their say, by siding as if they were watching a football match. Unfortunately, it also happens that someone exaggerates, because social media, given their nature, certainly do not encourage an articulated debate on issues requiring much more space and time for a fruitful discussion.

By Geralt, via Pixabay

What I observe is the growth of this tendency, which could be called as "the impulse to be the first to comment facts on social media", as if there were no tomorrow. It does not matter if there is not enough knowledge about the actual facts, what matters is to be constantly present on social media and prove “to be on the ball”.
Needless to say, this way of intervening on complex issues, such as ChatGPT (but there can be many other examples), makes the public debate ineffective, as well as entailing the real risk of determining a poor quality of the information. That is certainly devastating from a communicative point of view and, above all, has the relevant consequence of hampering the correct spreading of information (I wonder whether this is the real goal in the end...). Not to mention that all these efforts - often in a frantic way - are not justly rewarded, considering the Internet cauldron in which they will end up. We have to consider that those articles, in the current era, quickly become outdated.

The frenzy that drives individuals to comment also explains certain views: just think of those - probably not having many other points of discussion - claiming that certain things must be done absolutely and quickly, otherwise the country (Italy in this case) risks falling behind in comparison to other countries. In short, the important thing is always to move forward "whatever it takes", how and with what consequences it does not matter. An example is represented by all those who get excited by reading about large large investments in Artificial Intelligence announced by important companies, while they do not care about the fact that those same companies, as a result of the huge investments, plan to lay off thousands of people.

Some days ago, I attended a pleasant meeting in Milan together with a group of experts with different skills and backgrounds (the DLNet coordinated by a friend of mine, Andrea Lisi, a lawyer), where we also discussed the "anxious way" used by people to interact on social media. We asked ourselves whether it is better to provide answers on the spot or think about it one more day, at the cost of losing the moment of glory. We came to the same conclusion, namely that there would be a greater benefit for society if, before diving into the sea of posts regarding a specific event, individuals stop and think and then express their opinion with a cold mind and in a more reasonable way.

Stop and think: something that should be an integral and enriching part of the human nature, but that we are often debasing. Whether it is social media, technological innovations or the fear of falling behind, in the current era stopping and thinking is no longer fashionable.

The paradox is that in educating kids to develop a conscious use of digital technologies, one of the most used slogans is: think before you post!

That is why adults first should set a good example.


link-and-think.blogspot.com/20…



PRIVACY DAILY 89/2023


I dipendenti di Tesla hanno condiviso tra loro le immagini delle telecamere di sorveglianza installate sui veicoli. Tesla assicura ai suoi milioni di proprietari di auto elettriche che la loro privacy è al sicuro. Le telecamere che inserisce nei veicoli per assistere la guida, si legge sul suo sito web, sono “progettate da zero per... Continue reading →


L’Italia in Slovacchia, cresce l’impegno in Europa dell’Est


Reparti italiani erano già stati schierati nella Repubblica Slovacca nell’estate del 2019 per una vasta esercitazione NATO. Ora arrivano una batteria di missili terra-aria e 150 artiglieri L'articolo L’Italia in Slovacchia, cresce l’impegno in Europa del

di Antonio Mazzeo

Pagine Esteri, 11 aprile 2023 – I cacciabombardieri dell’Aeronautica italiana prima in Polonia ai confini con l’enclave russa di Kaliningrad e poi, con i velivoli-spia, a Costanza, Romania, nel Mar Nero; oltre 1.550 militari dei reparti di pronto intervento dell’Esercito e centinaia di blindati, obici e carri armati in Lettonia, Ungheria e Bulgaria e, adesso, finanche una batteria di missili terra-aria e 150 artiglieri nella piccola repubblica centro-orientale della Slovacchia.

L’Italia si conferma come uno dei più agguerriti membri della NATO e rafforza ulteriormente la sua presenza nell’insidioso scacchiere geostrategico dell’Europa orientale nell’ambito delle politiche inter-alleate di sostegno alle forze armate ucraine contro la Russia di Putin.

A fine febbraio il Ministero della Difesa, tramite il Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), ha ordinato il rischiaramento del sistema missilistico terra-aria SAMP/T di produzione italo-francese nella base aerea di Malacky, sede del 46° Stormo dell’Aeronautica slovacca.

Il trasferimento della batteria missilistica e del contingente dell’Esercito proveniente in buona parte dal Comando Artiglieria Controaerei di Sabaudia e dal dipendente 4° Reggimento “Peschiera” di Mantova si è concluso a fine marzo e dal 1° aprile missili e militari sono impiegati in Slovacchia nell’ambito dell’operazione NATO denominata “Enhanced Vigilance Activity”.

Al Task Group rischiarato a Malacky hanno fatto visita lunedì 3 aprile il Comandante del COVI, generale Francesco Paolo Figliuolo, e l’ambasciatrice d’Italia in Slovacchia, Catherine Flumiani. “Il contingente sarà impegnato in attività funzionali al raggiungimento della cosiddetta Readiness Verification della NATO, che gli consentirà di conseguire la Piena capacità operativa e al sistema SAMP/T di inserirsi nella rete Integrated Air and Missile Defense dell’Alleanza”, riporta lo Stato Maggiore della difesa. “Si darà così continuità all’iniziativa di rafforzamento della difesa aerea di un Paese Alleato, rafforzando i confini e contribuendo alla deterrenza sul fianco orientale dell’Alleanza Atlantica”. (1)

L’invio in Slovacchia del sistema di guerra terra-aria era stato preannunciato a metà gennaio dal ministro Guido Crosetto in un’intervista all’agenzia ADNKronos. Riferendo di una telefonata avuta con il Segretario alla Difesa USA Lloyd J. Austin, Crosetto aveva aggiunto che una batteria antiaerea e antimissile SAMP/T avrebbe rimpiazzato in Slovacchia i missili Patriot di US Army che “verranno trasferiti in Germania per essere sottoposti a manutenzione”. (2)

Sviluppato nei primi anni 2000 nell’ambito del programma di cooperazione italo-francese FSAF (Famiglia di Sistemi Superficie Aria), il SAMP/T – spiega lo Stato Maggiore – è un “sistema missilistico di ultima generazione, caratterizzato da una particolare tecnologia che consente elevate flessibilità, mobilità e rapidità di impiego”.

“Il SAMP/T nasce dall’esigenza di disporre di un sistema a media portata idoneo a operare in nuovi scenari operativi, prioritariamente caratterizzati da ridotti tempi di reazione contro la minaccia aerea ed elevata mobilità”, aggiunge la Difesa. “L’attuale versione del SAMP/T ha capacità di avanguardia nel contrasto delle minacce aeree e dei missili balistici tattici a corto raggio”.

6489005

Il sistema è stato progettato e realizzato dal consorzio europeo Eurosam formato da MBDA Italia, MBDA Francia e Thales. Fa uso del missile Aster 30 dotato di una testata esplosiva da 20 kg e una velocità massima di volo di 1.400 metri al secondo. Il missile può volare a un’altitudine di 25 km e ha un raggio d’azione di 100 km per l’intercettazione di aerei e 25 km per quella dei missili. Ogni lanciatore è posizionato su un veicolo Astra/Iveco o Renault-TRM-10000 ed è equipaggiato con otto missili intercettori all’interno di container da trasporto che vengono posti in posizione eretta prima del lancio. Il SAMP/T include anche un sofisticato radar muti-funzione Thompson-CSF “Arabel”. (3) Il costo di ogni singola batteria SAMP/T è stimato in circa 800 milioni di euro.

Attualmente l’Esercito italiano ha in dotazione cinque sistemi SAMP/T, operativi dal 2013. Essi sono stati impiegati fra il 2015 ed il 2016 a Roma per la sorveglianza dei cieli della Capitale in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia; una seconda batteria ha operato in Turchia nell’ambito dell’operazione NATO Active Fence dal giugno 2016 al dicembre 2019, nei pressi della città di Kahramanmaras, sul confine sud-est dell’Alleanza Atlantica. Una batteria di missili terra-aria è attualmente schierata in Kuwait nell’ambito dell’Operazione Inherent Resolve a guida statunitense, contro le milizie dell’ISIS in territorio iracheno e siriano.

Indiscrezioni raccolte dal sito specializzato Analisi Difesa e rese note la scorsa settimana, confermerebbero che un’altra batteria di SAMP/T, “composta da componenti francesi ed italiane”, è stata fornita pure all’Ucraina e “sarebbe già operativa”. (4) La consegna dei missili terra-aria alle forze armate di Kiev era stata concordata dai ministri della difesa di Italia e Francia nel corso di un colloquio telefonico il 3 febbraio scorso. Successivamente è trapelata la notizia che un’aliquota di una ventina di militari ucraini ha concluso una fase di addestramento per l’utilizzo del sistema d’arma a Sabaudia (Latina), presso il Comando Artiglieria Controaerei dell’Esercito, lo stesso a capo della nuova missione in Slovacchia.

Reparti delle forze armate italiane erano state schierate nella Repubblica Slovacca nell’estate del 2019 per partecipare ad una vasta esercitazione NATO (Toxic Valley) in cui sono state testate le capacità delle unità specialistiche nella guerra CBRN (chimica-batteriologica-radiologica-nucleare). Nello specifico nell’area addestrativa di Zemianske Kostol’any il personale del 7° Reggimento Difesa CBRN “Cremona” dell’Esercito di stanza a Civitavecchia ha schierato un laboratorio mobile campale per l’identificazione di agenti chimici, biologici e radiologici al fine di “affinare e validare le procedure di preparazione e analisi di campioni contaminati su matrici di diversa natura (quali gomma, terreno, liquidi, etc.)”. (5)

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio 2022, le relazioni militari-industriali tra Italia e Slovacchia si sono fatte più strette. Nella prima settimana di aprile del 2022 l’ambasciatrice d’Italia Catherine Flumiani si è incontrata con il segretario alla Difesa slovacco Marian Majer per discutere “dell’attuale situazione della sicurezza in relazione all’aggressione russa e alle possibilità di approfondire la cooperazione bilaterale esistente”. Sempre secondo l’Ambasciata italiana a Bratislava, il segretario Majer “ha illustrato i passi fatti per la creazione di un gruppo di battaglia tattico avanzato in Slovacchia a rafforzamento del fianco orientale dell’Alleanza”, simile a quello già operativo in Lettonia in ambito NATO con la partecipazione italiana e slovacca. “Majer ha inoltre informato Flumiani delle priorità del governo in tema di difesa, e in particolare l’ammodernamento in corso delle Forze armate; ha inoltre proposto di riprendere le consultazioni su una più stretta cooperazione in campo militare, nonché di esaminare le possibilità di un’eventuale istituzione di un ufficio di addetto militare slovacco in Italia”. (6)

Per rafforzare la partnership italo-slovacca, l’11 maggio il segretario alla Difesa Marian Majer si è recato in visita a Roma dove ha incontrato l’allora sottosegretaria di Stato, Stefania Pucciarelli. “Molti i punti trattati durante l’incontro dalla cooperazione bilaterale nel quadro del comune impegno per la stabilità e sicurezza del continente europeo in tutti i domini militari e nella formazione/addestramento nei vari settori delle forze armate delle due nazioni, alla analisi del conflitto Russo/Ucraino dove il Senatore Pucciarelli ha espresso l’apprezzamento del Governo Italiano per il supporto slovacco alle Forze Armate Ucraine”, riporta in modo contorto l’ufficio stampa della Difesa.

6489007

“Il Ministero della Difesa e l’industria Italiana confermano la piena disponibilità a supportare le esigenze di rinnovamento delle Forze Armate Slovacche, con soluzioni tecnologicamente avanzate e collaborazione con le aziende slovacche per portare lavoro e tecnologia innovativa al paese”, si legge ancora nel comunicato di Palazzo Baracchini. “Entrambe le parti hanno reciprocamente auspicato una sinergia fattiva anche nel settore della Cyber Security, attraverso il Cyber Range che la Difesa Italiana sta sviluppando nell’ambito cooperazione europea”. (7) Il Cyber Range è un poligono virtuale dove le forze armate si addestrano alle guerre cibernetiche ed è stato realizzato in cooperazione con la holding Leonardo SpA.

Dopo il faccia a faccia con la sottosegretaria Pucciarelli, Marian Majer e l’ambasciatrice della Slovacchia in Italia, Karla Wursterová, hanno raggiunto la base aerea di Galatina (Lecce) per vistare la Scuola di Volo internazionale del 61° Stormo dell’Aeronautica Militare, in particolare le strutture dedicate alla preparazione dei piloti di cacciabombardieri all’interno del Ground Based Training System con i simulatori T-346A “Master” prodotti anch’essi dal gruppo Leonardo.

Il 61° Stormo ospita personale militare proveniente da ben otto nazioni straniere (Arabia Saudita, Argentina, Austria, Giappone, Grecia, Qatar, Singapore e Stati Uniti d’America) e il segretario slovacco ha espresso l’interesse ad avvalersi delle infrastrutture addestrative di Galatina. L’Italia è un nostro partner importante con un ruolo fondamentale in ambito NATO ed è nostra ferma intenzione rafforzare questa cooperazione anche nell’ottica di rinnovare settori fondamentali della difesa e sicurezzaa partire dalle progettualità già in atto in ambiente aeronautico”, ha dichiarato Majer prima di rientrare a Bratislava.

Il 4 giugno 2022 è stata la sottosegretaria Stefania Pucciarelli a recarsi in visita in Slovacchia per incontrare Marian Majer e l’omologa rumena Simona Cojocaru e partecipare al Globsec2022 Bratislava Forum, una delle maggiori conferenze internazionali sui temi geo-strategici e delle nuove tecnologie promosso dal Ministero della difesa slovacco in collaborazione con la NATO, l’Unione europea e importanti gruppi industriali.

L’ultimo vertice politico e militare italo-slovacco si è svolto a Roma l’1 febbraio 2023: il neo-ministro della Difesa, Guido Crosetto e il ministro degli Affari Esteri ed Europei della Slovacchia Rastislav Káčer si sono confrontati su “cooperazione in materia di sicurezza, cooperazione bilaterale e collaborazione in ambito NATO”, auspicando un “rafforzamento dei rapporti anche attraverso accordi intergovernativi G2Ggovernment to government”. (8)

Adesso la speranza di politici e industriali italiani è che il rischiaramento a Malacky della Contraerea dell’Esercito e dei missili SAMP/T stimoli gli interessi slovacchi per i vecchi e nuovi gioielli di morte made in Italy. In prima linea ci sono innanzitutto i manager di Leonardo (MBDA Italia, co-produttrice del sistema missilistico inviato, è controllata dalla holding). Il gruppo industriale-militare ha già ottenuto importanti commesse nel paese del’Europa orientale. Nell’ottobre del 2014 Alenia Aermacchi/Finmeccanica (oggi Leonardo) ed il Ministero della Difesa slovacco hanno firmato un contratto per la fornitura di due velivoli da trasporto tattico medio C-27J “Spartan” comprensivo del relativo supporto logistico iniziale e dell’ addestramento di piloti e addetti alla manutenzione. (9)

Quattro anni più tardi Leonardo ha siglato un accordo di collaborazione nel settore del munizionamento guidato di precisione con Konstrukta Defence, azienda slovacca leader nella progettazione e nello sviluppo di sistemi di artiglieria. “L’accordo, che prevede l’integrazione della munizione guidata di precisione Vulcano sviluppata da Leonardo nel sistema da 155mm/52cal Zuzana 2 di Konstrukta, consentirà alle due aziende di commercializzare e promuovere congiuntamente questa soluzione sui mercati internazionali, collaborando in maniera efficace e sinergica nell’ottica di un rafforzamento delle capacità di difesa comune europea”, hanno spiegato i dirigenti del gruppo italiano. “La partnership si inquadra a pieno nel contesto della PeSCo (Permanent Structured Cooperation), l’iniziativa europea finalizzata ad accrescere la capacità operativa delle Forze Armate degli Stati membri mettendo in comune risorse e sviluppando gli armamenti in maniera cooperativa”. (10)

Lo scorso anno, nel corso del Piestany Air Show in Slovacchia, Leonardo ha presentato alle autorità militari locali la nuova versione armata dei “caccia-addestratori” M-345. Questi velivoli sono stati progettati per l’addestramento basico e avanzato dei piloti militari ma sono stati poi convertiti per svolgere un’ampia gamma di “combattimenti leggeri negli scenari in evoluzione per le moderne forze aeree”. (11)

“Le elevate prestazioni garantite dall’avionica e la notevole capacità di carico esterno – oltre 1.000 kg, con quattro piloni sotto-ala – consentono all’M-345 di svolgere anche ruoli operativi difesa aria-aria e aria-suolo”, dichiarano enfaticamente i manager di Leonardo. (12) I velivoli sono predisposti all’uso di missili teleguidati aria-aria e di bombe da 500 libbre.

Note:

L'articolo L’Italia in Slovacchia, cresce l’impegno in Europa dell’Est proviene da Pagine Esteri.



Razzi dalla Siria verso Israele. Tel Aviv risponde con droni e artiglieria


Lanciati 6 razzi dalla Siria verso Israele. Solo uno colpisce il Golan, gli altri atterrano in Giordania e nello stesso territorio siriano. Tel Aviv bombarda Damasco con droni e artiglieria L'articolo Razzi dalla Siria verso Israele. Tel Aviv risponde co

Pagine Esteri, 9 aprile 2023- Sei razzi sono stati lanciati dalla Siria verso Israele. Uno è caduto nel Golan, altri in Giordania e all’interno dei confini siriani. Nessuno di essi ha provocato danni. Israele ha risposto, questa notte intorno alle 4.00 ora italiana, con un bombardamento su Damasco. Attacchi con artiglieria e droni.

Secondo la televisione libanese Al Mayadeen TV, i razzi sarebbero stati lanciati dalle Brigate al-Quds, il gruppo armato del Movimento per il Jihad Islamico in Palestina.

Qualche minuto dopo le 22.00 un giovane palestinese, Ayed Slim, è stato ucciso da spari dell’esercito israeliano ad Azzun nei pressi di Qalqiliya, in Cisgiordania.

Centinaia di palestinesi si sono barricati nella moschea di Al Aqsa, la polizia israeliana è pronta a sgomberarle con la forza. Nella giornata di oggi si terrà la Birkat Kohanim, una grande cerimonia ebraica al Muro del pianto e i palestinesi temono un attacco alla Spianata delle Moschee.

L'articolo Razzi dalla Siria verso Israele. Tel Aviv risponde con droni e artiglieria proviene da Pagine Esteri.



Maurizio Acerbo* Oggi in SudAfrica si commemora Chris Hani, il segretario del South African Communist Party assassinato il 10aprile 1993 davanti alla s


The debate on the future in society of Artificial Intelligence has just begun


di Enrico Nardelli

(versione italiana qua)

The debate over the use of ChatGPT has been raging in recent days, especially because of the news about the decision to block it issued by the Italian Data Protection Authority, which has elicited opposite reactions: some applauding it, others considering it as a liberticidal and authoritarian measure. I therefore believe that, first of all, it is necessary to make it clear, even to those who know nothing about what is "under the hood" of digital technologies, which is the issue at stake.

For this purpose, I propose a thought experiment which may appear distant from the topic of this article, but which, in my opinion, illustrates the essence of the situation very well. So, imagine that someone comes along with a machine of the size of a gas boiler for an apartment and says to you: "Here is a mini-nuclear reactor for domestic use, its initial charge of fissile material is capable of giving you hot water for heating and all the needs of the house for the next 10 years, and it costs only a few thousand euros!"

Certainly, with this solution, we could solve many problems and all live better. However, it could happen that, every now and then, such an object would overheat and produce a mini nuclear explosion....

Not a very attractive prospect, is it? Even though our society would not be destroyed or damaged, it would seem obvious to everyone that the game is not worth the candle. Equally obvious is that we would not allow them to be freely marketed, even if the manufacturing companies insisted that they would soon find solutions able to prevent explosions altogether. In a similar way, observing that this is a strategic technology for our country, which would be developed by others if we did not, would not be a valid reason to accept its uncontrolled use.

In the case of generative Artificial Intelligence (AI) systems, ChatGPT is the most famous example of, we are in a similar situation: the enormous power which nuclear technology deploys at the physical level is comparable to what AI based systems release at a cognitive level. In my recent book “La rivoluzione informatica. Conoscenza, consapevolezza e potere nella società digitale” (= The Informatics Revolution. Knowledge, awareness and power in the digital society), I introduced the term “cognitive machines”, to denote the fact that any digital system, not only the AI based ones, acts at this level where it is able, through its purely logical-rational capabilities, to concatenate and infer data, emulating what previously only human beings were able to carry out. I synthetically described in a previous article their dangers in relation to the cognitive development of children.

Immagine/foto

The possible evolution of this scenario is even more harmful if we consider that, while mini-reactors would have to be built, shipped and put in place one by one with hardly compressible timeframes, these other systems (also called "chatbots") can be replicated at will with no effort at all and made available anywhere in the blink of an eye.

All the media have therefore given great visibility to the appeal, launched on March 29 by very important people in the AI area, including scientists like Yoshua Bengio or Stuart Russell and entrepreneurs like Elon Musk or Steve Wozniak, with the goal of blocking for 6 months the development of the next generation of chatbot technology.

The problem is real and I can understand why so many of my colleagues have supported this appeal with their signature.

Further comments by equally relevant scientists, however, have pointed to the risk that such an appeal actually contributes to the frenzy that has reached soaring levels in recent months, diverting the attention from the real problems. As noted – among others – by Emily Bender, the researcher who in 2020 published, along with Timnit Gebru (the scientist who was later fired by Google for this very reason), the first paper warning of the potential negative effects of this technology, the letter points to some false problems (e.g., that the realization of a "digital mind" is now imminent or that a system with "general artificial intelligence" is now possible) while neglecting many of the real ones, such as the absolute lack of transparency about how these systems have been developed and work, the lack of clarity about safety tests conducted, the risk that accessibility to everyone is already spreading misinformation that is also very harmful (in my previous article I brought a few examples), the fact that their development significantly affects the consumption of natural resources.

As I discussed in other occasions, I do not think it makes sense to block research and development in this area but, as the thought experiment described at the beginning of this article I hope has shown, some form of regulation must be found to balance the indispensable precautionary principle with the importance of using innovation to improve society.

That is why I believe the decision taken by the Italian Data Protection Authority is appropriate, even though not decisive. The way forward is the one Center for AI and Digital Policy in the U.S. has indicated by filing a complaint with the Federal Trade Commission (the independent agency of the U.S. government dedicated to consumer protection and competition oversight) and calling on it to intervene since chatbots engage in behaviors that are deceptive to consumers and dangerous from the standpoint of information accuracy and user safety.

A similar request was made by the European Consumers' Organization, which asked national and European authorities to open an investigation into these systems.

Better focused on the real issues at stake, however, is the open letter published by Leuven University in Belgium. It calls up the manipulation risk that people may face by interacting with chatbots, as some individuals build a bond with what they perceive as another human being, a bond that can result in harmful situations.

In fact, the main threat chatbots pose to humans is that they exhibit human-like competence on the syntactic level but are light years away from our semantic competence. They have no real understanding of the meaning of what they are producing, but (and this is a major problem on the social level) since they express themselves in a form that is meaningful to us, we project onto their outputs the meaning that is within us.

In a nutshell, these are the proposals of this second appeal: awareness-raising campaigns for the general public, investing in research on the impact of AI on fundamental rights, creating a broad public debate on the role to be given to AI in society, establishing a legal framework with strong guarantees for users, meanwhile taking all necessary measures to protect citizens under existing legislation.

We are nowadays facing extremely powerful systems which, as Evgeny Morozov recently reminded us in his article in The Guardian, are neither intelligent in the sense that we humans give to this term, nor artificial since – as demonstrated ad abundantiam, among others, by Antonio Casilli in his book "Schiavi del Click" – they are based on an enormous amount of undeclared and poorly paid human labor carried out in Third World countries, as well as on our (in)voluntary contribution consisting of all the "digital traces" we relentlessly provide during our activity on the Web.

The potential benefits are enormous, but so are the risks. The future is in our hands: we must figure out together, democratically, what form we want it to take.
--
The italian version has been published by "StartMAG" on 3 April 2023.


link-and-think.blogspot.com/20…




L’era dell’Intelligenza artificiale tra competizione geopolitica e ingegneria sociale | L'Indipendente

"L’uso di algoritmi sempre più sofisticati ha portato al potenziamento del cosiddetto capitalismo della sorveglianza, ossia quel capitalismo che sfrutta i dati a disposizione provenienti dal web e non solo per profilare gli utenti, osservandone gusti, criteri, tendenze, comportamenti e cercando poi di modificarli e orientarli attraverso tecniche precise. Ciò significa che la tecnologia, e il suo processo illimitato di sviluppo, non tiene conto delle reali esigenze dell’uomo, ma le induce artificialmente. Di conseguenza, essa non è più un mezzo a disposizione dell’individuo per raggiungere determinati fini, ma diventa – con la sua sola presenza – in grado di dettare fini e bisogni, in un capovolgimento di prospettiva in cui la tecnica diventa soggetto e l’uomo oggetto."

lindipendente.online/2023/04/0…



Fair weather


When we walk, side by side, like brothers
Oh, glory will stand up and whirl
Then Gabriel will blow as he never has blown before
There'll be fair weather
Together
Side by side
It will know, that hate will die, and love will win
So go forth, heroes!
Peace on earth, and good will to all
Who make it divine and so real
Plant seeds for good deeds, like the trees and of course, love will grow!
Money doesn’t fit into the scheme of things
So how can a house be built on angel wings?
Fair weather
Together
Fair weather my friend
When we walk, side by side, like brothers
Oh glory will stand up and whirl
Then Gabriel will blow as he never has blown before
There'll be fair weather
Together
Fair weather my friend

- Herbie Hancock

piped.garudalinux.org/watch?v=…

reshared this



Una storica nebulosa come mai vista prima | Passione Astronomia

"La Nebulosa del Granchio è parte del residuo di una supernova risalente al 1054. Al centro di questa esplosione è rimasto, invece, un corpo celeste particolarmente compatto che prende il nome di pulsar del Granchio. Si tratta di una stella che concentra circa due masse solari entro un diametro paragonabile alle dimensioni medie della città di Roma. Da questa pulsar provengono i cosiddetti ‘venti’, composti da plasma accelerato a velocità relativistiche da un campo magnetico in rapida rotazione, che generano onde d’urto nel mezzo interstellare circostante."

passioneastronomia.it/una-stor…



Razzi dalla Siria verso Israele. Tel Aviv risponde con droni e artiglieria


Lanciati 6 razzi dalla Siria verso Israele. Solo uno colpisce il Golan, gli altri atterrano in Giordania e nello stesso territorio siriano. Tel Aviv bombarda Damasco con droni e artiglieria L'articolo Razzi dalla Siria verso Israele. Tel Aviv risponde co

Pagine Esteri, 9 aprile 2023- Sei razzi sono stati lanciati dalla Siria verso Israele. Uno è caduto nel Golan, altri in Giordania e all’interno dei confini siriani. Nessuno di essi ha provocato danni. Israele ha risposto, questa notte intorno alle 4.00 ora italiana, con un bombardamento su Damasco. Attacchi con artiglieria e droni.

Secondo la televisione libanese Al Mayadeen TV, i razzi sarebbero stati lanciati dalle Brigate al-Quds, il gruppo armato del Movimento per il Jihad Islamico in Palestina.

Qualche minuto dopo le 22.00 un giovane palestinese, Ayed Slim, è stato ucciso da spari dell’esercito israeliano ad Azzun nei pressi di Qalqiliya, in Cisgiordania.

Centinaia di palestinesi si sono barricati nella moschea di Al Aqsa, la polizia israeliana è pronta a sgomberarle con la forza. Nella giornata di oggi si terrà la Birkat Kohanim, una grande cerimonia ebraica al Muro del pianto e i palestinesi temono un attacco alla Spianata delle Moschee.

L'articolo Razzi dalla Siria verso Israele. Tel Aviv risponde con droni e artiglieria proviene da Pagine Esteri.



✨ Il Ministero augura buona Pasqua a tutte e tutti!
🎨 Quest’anno i nostri auguri sono realizzati in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Statale Via Nitti di Roma.