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Il Ministero dell’Istruzione e del Merito rende disponibili tre video di sintesi sulle novità relative all’Esame di Stato negli Istituti professionali di nuovo ordinamento.

Li trovate qui ▶️ miur.gov.



“We Make Future – Fiera Internazionale e Festival sull’Innovazione Tecnologica e Digitale”


Domani 17 giugno a partire dalle 11.20 avrò il piacere di essere a Rimini all’evento “We Make Future – Fiera Internazionale e Festival sull’Innovazione Tecnologica e Digitale”. Per parlare di AI, privacy e neuroverso. Qui trovate tutte le informazioni wemakefuture.it/


guidoscorza.it/we-make-future-…



In Cina e Asia – Bill Gates incontra Xi Jinping


In Cina e Asia – Bill Gates incontra Xi Jinping Bill Gates
I titoli di oggi:

Bill Gates incontra Xi Jinping

Ue, la Commissione conferma le restrizioni al 5G cinese, il Parlamento condanna la leadership di Hong Kong
Giappone, la Cina ricorda le basi storiche del legame con le isole Ryukyu
Cina, la Banca centrale rimborserà i cittadini defraudati dagli istituti provinciali falliti
Cina: in 68.000 a vedere giocare Messi (anche a prezzi altissimi)
Accordo Stati Uniti-Papua Nuova Guinea: l'esercito americano avrà accesso a diverse basi nel paes

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PRIVACYDAILY


N. 142/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Quattro persone che hanno familiarità con l’argomento hanno dichiarato a Reuters che Alphabet Inc. sta mettendo in guardia i dipendenti sull’uso dei chatbot, compreso il proprio Bard. La casa madre di Google ha consigliato ai dipendenti di non inserire materiali riservati nei chatbot di intelligenza artificiale, così hanno... Continue reading →

in reply to Informa Pirata

Voglio vedere se, quando non avrà più le entrate e lo stipendio di prima, dirà lo stesso.
in reply to Informa Pirata

bene per lemmy, riceverà un buon afflusso di nuovi utenti che renderà la comunità molto più vibrante di quanto lo fosse prima di queste uscite del CEO.
Di sicuro accadrà quanto successo a mastodon l'anno scorso, unimmenso numero di persone arriverà e si stuferà presto ma molti rimarranno per far crescere lemmy contribuendo come contenuti e anche finanziariamente , quindi tutto di guadagnato per il fediverso anche se reddit risentirà molto poco di questa diaspora.
Questa voce è stata modificata (2 anni fa)

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Il Consiglio dei Ministri odierno ha approvato il Decreto-legge “PA2”.

Gli interventi di interesse del Ministero dell’Istruzione e del Merito riguardano l’accelerazione delle procedure concorsuali per l’assunzione di docenti nell’ambito del Piano N…

Poliverso & Poliversity reshared this.



Dall’Ucraina all’Indo-Pacifico. L’agenda della ministeriale Difesa della Nato


Una fitta agenda dei lavori sta caratterizzando la riunione del Consiglio del nord atlantico, a livello di ministri della Difesa, che si tiene questi giorni al quartier generale della Nato a Bruxelles ed è presieduta dal segretario generale uscente, Jens

Una fitta agenda dei lavori sta caratterizzando la riunione del Consiglio del nord atlantico, a livello di ministri della Difesa, che si tiene questi giorni al quartier generale della Nato a Bruxelles ed è presieduta dal segretario generale uscente, Jens Stoltenberg. Al centro, ovviamente, il sostegno all’Ucraina e l’elaborazione di un piano a lungo termine, oltre alla preparazione del prossimo importante vertice di Vilnius dell’Alleanza Atlantica che si terrà a luglio. “Vediamo che il sostegno della Nato sta dando dei risultati e sta facendo la differenza sul campo di battaglia ogni giorno”, ha raccontato Stoltenberg in una dichiarazione congiunta con il ministro della Difesa ucraino, Oleksji Reznikov.

Il supporto all’Ucraina, anche con un nuovo piano

“Dobbiamo assicurarci che il presidente Putin non vinca questa guerra e che l’Ucraina prevalga come uno Stato sovrano e indipendente”, ha aggiunto ancora Stoltenberg. In questo senso il supporto fornito dai Paesi alleati si rivela molto significativo. E per questo “i membri della Nato stanno lavorando per completare un piano per fornire supporto a lungo termine all’Ucraina”, hanno reso noto alcune fonti diplomatiche Usa e Ue citate da Reuters, tuttavia “ci sono ancora divisioni su quale sia il modo migliore per garantire la sicurezza dell’Ucraina fino a quando il Paese non potrà aderire all’alleanza militare”. A Vilnius si discuterà anche di tale piano. In questo scenario Stoltenberg si aspetta nuovi impegni da parte degli alleati, proprio come fatto dagli Stati Uniti: “Sono appena arrivato da Washington e il presidente degli Usa Biden ha annunciato, solo un paio di giorni fa, un nuovo pacchetto significativo con più munizioni, più munizioni per la difesa aerea e altri tipi di supporto militare, e abbiamo visto anche diversi altri alleati europei, negli ultimi giorni, annunciare un maggiore sostegno”. Nel frattempo sul campo la controffensiva ucraina prosegue, “ma non sappiamo ancora se sarà il punto di svolta del conflitto”, ha continuato il segretario della Nato.

Coalizione alleata per i caccia

“Abbiamo avuto dai nostri alleati l’importante notizia della nascita di una coalizione per i caccia. Abbiamo ricevuto l’impegno dei nostri partner che i training (dei piloti) cominceranno e che costruiremo insieme questo consorzio”. Così ha spiegato Reznikov, in una dichiarazione congiunta con Stoltenberg. Il ministro ucraino ha poi spiegato quali saranno i prossimi passi, che vedranno innanzitutto in azione gli F-16, con Olanda e Danimarca a fare da leader, seguiti dalla notizia che i partner svedesi faranno testare le proprie capacità. “Sono sicuro che presto avremo una coalizione per le forze aeree così che noi rimarremo lo scudo orientale dell’Ue e lo scudo orientale della Nato”, ha aggiunto Reznikov. “In futuro le forze armate ucraine saranno lo scudo orientale dell’Europa e della Nato”, ha concluso infine ministro ucraino.

Rafforzare partnership indo-pacifiche

Nell’ultimo Concetto strategico della Nato per la prima volta la Cina veniva descritta come un Paese che rappresenta a tutti gli effetti una sfida ai valori e alla sicurezza degli alleati. Il concetto è stato ribadito anche da Stoltenberg, che ha parlato della Nato come di “un’alleanza tra Nord America e Europa che rimarrà tale”, aggiungendo che al momento non è nei programmi dell’Alleanza “trasformarsi in un’organizzazione globale con membri provenienti dall’Asia”. Per questo motivo, ha proseguito il numero uno della Nato, “abbiamo deciso di rafforzare ulteriormente la nostra partnership con i nostri partner indo-pacifici: Giappone, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Australia. Abbiamo invitato i leader di questi Paesi a venire a Vilnius e apprezziamo molto il rafforzamento della partnership con loro”.

Il punto con l’industria degli armamenti

Al centro delle intense giornate di meeting, si tiene anche un incontro con i produttori di armamenti dei Paesi alleati, per discutere dell’incremento della produzione in seguito alla progressiva erosione delle scorte. “Abbiamo invitato piccoli, medi e grandi produttori dell’industria della Difesa dell’Alleanza a un evento informale. In questo modo i ministri della Difesa possono discutere direttamente con l’industria il modo migliore per aumentare la produzione, rendere sicure le nostre catene di approvvigionamento e rimuovere gli ostacoli alla cooperazione”, ha spiegato Stoltenberg. All’evento sono stati invitati a partecipare anche l’Ucraina e l’Unione europea. “Mi aspetto che i ministri della Difesa esamineranno un nuovo Piano d’azione per la produzione della Difesa, che i leader concorderanno al vertice di Vilnius in materia di affari”, ha proseguito ancora Stoltenberg, sottolineando inoltre l’importanza di migliorare l’interoperabilità.

In arrivo un centro inglese per la sicurezza marittima

La protezione delle infrastrutture critiche sottomarine, dopo il sabotaggio del Nord Stream, è diventato un dossier sempre più strategico e la Nato risponde con l’istituzione di un nuovo Centro marittimo per l’Alleanza all’interno del Comando marittimo nel Regno Unito. L’appello lo ha lanciato sempre Stoltenberg spiegando che: “il Centro aumenterà la nostra consapevolezza situazionale e migliorerà la presenza marittima per la deterrenza e la difesa”.

L’interrogativo sul prossimo segretario

Quello di Vilnius sarà un summit cruciale e non solo perché a oltre un anno di distanza dall’ultimo vertice di Madrid la situazione geopolitica nel Vecchio continente è diventata più critica, ma anche perché in quell’occasione si dovrà scegliere il successore di Stoltenberg, il quale proprio questi giorni a Bruxelles ha confermato di “non ricercare intenzionalmente un’estensione del mandato”. Tra i più papabili si fa il nome del primo ministro danese, Mette Frederiksen, ma in lizza c’è anche il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace.

[Foto: NATO]


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Leonardo rivoluziona l’organigramma. Focus su innovazione e agilità aziendale


Da Piazza Monte Grappa arriva la notizia della nuova struttura organizzativa del Gruppo, che inaugura l’era del nuovo amministratore delegato e direttore generale, Roberto Cingolani. La governance di Leonardo si compatta, passando da tredici a otto riport

Da Piazza Monte Grappa arriva la notizia della nuova struttura organizzativa del Gruppo, che inaugura l’era del nuovo amministratore delegato e direttore generale, Roberto Cingolani. La governance di Leonardo si compatta, passando da tredici a otto riporti dell’ad. “La nuova struttura, semplificata, garantirà un modello gestionale snello che al contempo rafforza il team manageriale”, ha spiegato l’ad Cingolani, “l’obiettivo è assicurare una conduzione del business più agile e affrontare con successo le sfide che pone un mercato sempre più dinamico e competitivo a livello internazionale”.

Nasce la Condirezione generale

Principale novità dell’assetto voluto da Cingolani è l’istituzione della Condirezione generale business & operation, incaricata di coordinare le divisioni e le unità di business dell’azienda, alla cui guida è stato posto Lorenzo Mariani, già managing director di Mbda Italia. L’obiettivo dichiarato della nuova Condirezione è quello di rafforzare ulteriormente l’attuale core business dell’azienda.

Gli obiettivi della ristrutturazione

Nei suoi obiettivi, la ristrutturazione dell’organigramma punta in particolare sulle nuove tecnologie e l’innovazione. Nelle intenzioni dell’azienda, infatti, emerge la volontà di accelerare ulteriormente il percorso di crescita di Leonardo nei settori cyber e spazio, con la strutturazione di un presidio organizzativo dedicato. Altra previsione è la creazione di una nuova struttura organizzativa che unisca Strategie e Tecnologie. Infine, Monte Grappa punta anche sul rafforzamento dell’integrazione dei principi di sostenibilità all’interno della strategia aziendale, da realizzare attraverso l’ingaggio degli stakeholders sui temi degli indici Esg, i misuratori della sostenibilità ambientale, sociale e di governance delle aziende che tradizionalmente hanno limitato l’investimento nelle realtà dell’aerospazio e della Difesa (presupposti rimessi in discussione dalla crisi scaturita dall’invasione russa dell’Ucraina).

Le divisioni di Leonardo

Per quanto riguarda i ruoli a guida delle diverse ripartizioni, Monte Grappa potenzia la struttura che dovrà coordinare l’azione dell’azienda nello spazio, affidata a Franco Ongaro, arrivato a Leonardo dall’Agenzia spaziale europea. L’ipotesi è la realizzazione di una divisione spazio da affiancare alle attuali: elicotteri, velivoli, aerostrutture, elettronica e cyber security. Alle direzioni di queste, Gian Piero Cutillo resta all’ala rotante, Marco Zoff confermato ai velivoli e Stefano Bortoli ad aerostrutture. A guidare l’elettronica, alla cui guida c’era Gabriele Pierallini, diventato ad di Telespazio al posto di Luigi Pasquali, attuale coordinatore delle attività spaziali di Leonardo.


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Il vero “abuso d’ufficio” è quello dei pm


Secondo il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, una delle ragioni per cui il governo sbaglia ad abolire il reato di abuso d’ufficio – lo abolirà oggi in Consiglio dei ministri – è il trascurabile numero di condanne. Nel

Secondo il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, una delle ragioni per cui il governo sbaglia ad abolire il reato di abuso d’ufficio – lo abolirà oggi in Consiglio dei ministri – è il trascurabile numero di condanne. Nel 2021, ventisette. E a me, al contrario, è subito sembrata la ragione più solida per abolirlo. Perché a fare spavento non è il numero di condanne, ma il numero di indagini avviate dalle procure: nello stesso anno, 5 mila e 418. Cioè in Italia, compresi weekend, Pasqua e Natale, vengono aperti quasi quindici fascicoli al giorno, e siccome i pm in Italia sono poco più di duemila, ognuno di loro, ogni anno, deve lavorarsene due e mezzo. Di questi 5 mila e 418 procedimenti, 4 mila e 622 si sono chiusi nell’ufficio del Giudice delle indagini preliminari: nove condanne e 4 mila 613 archiviazioni. E così, già l’ottantacinque per cento delle indagini finisce in nulla. Le restanti, che raggiungono il rango di dibattimento in tribunale, si sono concluse con diciotto condanne. Se aggiungiamo i trentacinque patteggiamenti, arriviamo a sessantadue colpevoli su 5 mila e 418. Ed eccoci alla sintesi: 1.1 per cento di condanne e 98.9 di assoluzioni o archiviazioni. Bisogna aggiungere un altro paio di dettagli. Primo, anche quelle sessantadue condanne saranno lievi, perché lieve è il reato, e mai tali da mandare il condannato in carcere. Secondo, tutti quei bei numerini sono persone che per un bel po’ resteranno nell’angoscia delle grinfie della giustizia (senza contare il tempo e il denaro buttati dalla finestra). E tutto questo a me pare l’unico vero grande abuso.

La Stampa

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Einaudi: il pensiero e l’azione – “L’economista” con Emma Galli


Con la Professoressa Emma Galli analizziamo l’attualità del pensiero economico di Luigi Einaudi, Rubrica “Einaudi: il pensiero e l’azione” L'articolo Einaudi: il pensiero e l’azione – “L’economista” con Emma Galli proviene da Fondazione Luigi Einaudi. h

Con la Professoressa Emma Galli analizziamo l’attualità del pensiero economico di Luigi Einaudi,

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Rubrica “Einaudi: il pensiero e l’azione”

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Difesa underwater. Buttitta (Engineering) presenta le nuove tecnologie sottomarine


La dimensione sottomarina è ormai riconosciuta a livello nazionale come uno spazio strategico per la crescita, lo sviluppo e la sicurezza del Paese. Sotto la superficie del mare, infatti, passano cavi Internet e condotte energetiche che uniscono tra loro

La dimensione sottomarina è ormai riconosciuta a livello nazionale come uno spazio strategico per la crescita, lo sviluppo e la sicurezza del Paese. Sotto la superficie del mare, infatti, passano cavi Internet e condotte energetiche che uniscono tra loro i continenti., infrastrutture che dovranno essere protette e difese. Di recente, all’inaugurazione dell’ottava edizione del forum internazionale dedicato alle tecnologie per il mare, SeaFuture, a La Spezia, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha sottolineato l’importanza strategica della dimensione underwater: “Nei prossimi decenni, sarà il mondo subacqueo a porci la sfida della sicurezza”. Un mondo, quello subacqueo, che avrà bisogno di nuove tecnologie e soluzioni per poter essere sfruttato appieno in modo efficace e sostenibile. Di questo, Airpress ha parlato con Dario Buttitta, executive vice president Pa and healthcare di Engineering, digital transformation company italiana con oltre settanta sedi in tutto il mondo specializzata in innovazione digitale.

Quali sono le principali proprietà della futura azione umana sotto la superficie del mare?

Finora la dimensione subacquea è stata utilizzata prevalentemente per lo sfruttamento del sottosuolo e come principale via di comunicazione per il passaggio dei cavi: gran parte delle fibre ottiche che trasportano segnali telefonici e dati internet passano sott’acqua, così come le linee di alimentazione energetica e di rifornimento. Per il resto, i fondali sottomarini sono un mondo per lo più inesplorato, che apre diversi possibili scenari all’azione umana. Negli ultimi anni, si è riconosciuta l’importanza delle attività marine nell’economia del Mediterraneo e nel suo potenziale sviluppo, in particolare per l’Italia, favorita com’è dalla sua geografia. In parallelo emerge la sfida di bilanciare la crescita economica con la sostenibilità ambientale, poiché gli ecosistemi marini sono sempre più minacciati dalla pressione umana, e le coste e le infrastrutture costiere sono estremamente vulnerabili al cambiamento climatico.

Come riuscire a tenere insieme sviluppo e sostenibilità?

È fondamentale che qualsiasi sviluppo futuro al di sotto della superficie del mare non prescinda da un approccio sostenibile: che si tratti di estrazione delle risorse minerarie, di cui i fondali sono ricchissimi, di agricoltura sottomarina, che sembra possa avere un minore impatto ambientale rispetto a quella sulla terraferma, o della realizzazione di strutture fisse sul fondale marino adatte per la vita umana, ogni strategia di intervento va valutata in termini di impatto ambientale e di rispetto dell’ecosistema marino. Per questo le grandi aziende che operano in questo settore sono chiamate a ripensare il business cercando opportunità sostenibili, ad esempio attivando partnership con le università o con biologi marini per definire insieme strategie a lungo termine volte a sostenere una crescita economica intelligente, sostenibile e inclusiva nei settori marino e marittimo.

Questo approccio è in linea con l’iniziativa Blue growth della Commissione europea, che riconosce il potenziale inutilizzato degli oceani, dei mari e delle coste dell’Europa come motore dell’economia verde europea: un volano per la creazione di nuove opportunità di lavoro e di nuove aziende maniera sostenibile, attraverso la promozione della ricerca, del trasferimento tecnologico e del partenariato tra ricerca scientifica e settore industriale.

Quando si parla di underwater, ci si riferisce a uno spazio amplissimo, che dovrà essere monitorato costantemente per garantire la sicurezza delle infrastrutture che passano sui fondali marini. Questo richiederà piattaforme sempre più autonome, con capacità di intelligenza artificiale all’avanguardia…

La capacità di monitorare vaste aree sottomarine, prima ancora che di proteggerle, richiede alcune caratteristiche fondamentali per i sistemi underwater del futuro. La principale è probabilmente l’autonomia: poiché nel mondo underwater sarà sempre più importante il ruolo dei droni subacquei, capaci di immergersi a grandi profondità e destinati alla sorveglianza e alla protezione delle infrastrutture, va da sé che dovranno essere dotati di grande autonomia in termini di range, distanza e di ore di movimento. Questo apre un problema legato al rifornimento: i motori endotermici sott’acqua non sono utilizzabili perché hanno bisogno di ossigeno. Tutto ciò che deve funzionare sott’acqua funziona con alimentazione elettrica, per cui c’è la necessità di avere delle batterie capaci di garantire una grande autonomia, molto maggiore rispetto a quella disponibile attualmente. Il concetto di autonomia si può declinare anche nella capacità di operare in maniera indipendente. In questo senso diventa fondamentale il contributo delle nuove tecnologie informatiche come l’Intelligenza artificiale per programmare una missione o per riprogrammarla in autonomia in caso di eventi imprevisti.

Quali altre caratteristiche dovranno avere i sistemi underwater del futuro?

È importante che i sistemi subacquei siano dotati di resilienza, sia ai fattori ambientali di utilizzo che dal punto di vista della sicurezza. Un’altra caratteristica strategica dei sistemi underwater del futuro è la capacità di geolocalizzazione: un drone sottomarino non può fare affidamento alle tecnologie utilizzate sulla terra (il Gps sott’acqua non funziona), per cui bisognerà investire su altri sistemi efficienti di geolocalizzazione al di sotto del livello del mare. L’ultimo aspetto che vale la pena citare è l’interoperabilità. Anche se la legge internazionale prevede delle suddivisioni di responsabilità territoriale, il mare non ha confini, per cui garantire l’interoperabilità di sistemi e dati a livello almeno europeo sarebbe importante se si vuole garantire una efficiente capacità di sorveglianza e intervento.

Il mondo subacqueo è caratterizzato da un ambiente estremo, con pressioni elevatissime e difficoltà di visione e monitoraggio dello spazio sottomarino. Come dovranno configurarsi, allora, i sensori dei nuovi sistemi underwater, per permettergli di identificare e tracciare le potenziali minacce?

Si sta esplorando in letteratura la possibilità di utilizzare i cavi in fibra ottica, già collocati al di sotto del mare con altri scopi primari, per monitorare quello che accade: si è scoperto che lo spostamento di masse d’acqua entro certe distanze dalle infrastrutture di comunicazione viene registrato dai cavi in fibra ottica. Utilizzando questi dati, in linea teorica, è possibile determinare se lo spostamento di masse d’acqua in prossimità delle infrastrutture subacquee sia causato da fenomeni naturali come i terremoti o da target subacquei in movimento.

E per quanto riguarda le nuove soluzioni?

Proprio perché le distanze sono molto ampie, probabilmente in futuro bisognerà immaginare una rete di sensori collocati stabilmente sotto il livello del mare, tra loro interconnessi e in grado di aggiornare la situazione subacquea in tempo reale e in modo molto preciso. Associata a questa rete di sensori, che siano quelli che conosciamo oggi o altri più innovativi come quelli in fibra ottica, sarà necessario affiancare una rete di “attuatori”, ossia dei dispositivi che possano intervenire in tempo molto breve per verificare con più precisione quello che sta accadendo ovvero per scongiurare una possibile minaccia. Immaginiamo quindi il lavoro congiunto di queste reti subacquee di sensori e degli attuatori, oggetti autonomi che possono essere comandati e raggiungere un determinato punto al di sotto della superficie del mare per acquisire informazioni aggiuntive o per scongiurare una minaccia.

La gestione di questa rete formata dalle piattaforme classiche e dai sensori e i veicoli automatizzati di nuova generazione richiederà l’utilizzo anche di nuovi sistemi di gestione dei mezzi. Un compito non facile, vista la difficoltà di comunicare sott’acqua e l’aumentata quantità di dati restituita dai nuovi sistemi. Quali sono le principali difficoltà, e quali le soluzioni, per gestire le operazioni sottomarine?

Il principale problema con cui ci si confronta sott’acqua è la comunicazione, perché le onde elettromagnetiche non si propagano e c’è scarsa visibilità. Possiamo fare affidamento solo alle onde acustiche, che tuttavia sono variabili a causa dell’impatto delle condizioni meteo marine, della temperatura e della salinità del mare. Una possibile risposta a queste criticità è quella di creare le cosiddette Sea bed infrastructure, ossia delle infrastrutture residenti sul fondale marino, connesse a terra per gli aspetti di potenza, energia e trasmissione dati, che fungono da centri di appoggio per tutti i sensori, le tecnologie, i droni che operano sotto al mare. In questa direzione sta andando anche la Commissione europea con il Fondo europeo della Difesa (Edf), che quest’anno mette a bando 45 milioni di euro proprio per proposte relative alla realizzazione di Sea bed infrastructure.


formiche.net/2023/06/difesa-un…



“Il futuro della sicurezza”


Domani a partire dalle 12.30 interverrò al Palazzo Borsa di Napoli al Convegno “Il futuro della sicurezza”, organizzato dall’Unione Polizia Locale Italiana per parlare della sicurezza dei dati personali nella repressione dei crimini. Per info unionepolizialocaleitaliana.it…


guidoscorza.it/il-futuro-della…



Manca poco al colloquio orale che studentesse e studenti in tutta Italia affronteranno per la #Maturità2023.

La Dott.



“RomArché 12. Parla l’ archeologia”


Domani a partire dalle 10.00 parteciperò nell’Auditorium dell’Ara Pacis di Roma al Convegno RomArché 12. Parla l’archeologia organizzato dal Museo Etrusco di Villa Giulia e Diacultura per parlare di cultura e Intelligenza Artificiale. Per il programma completo static1.squarespace.com/static…


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Pegasus spyware: Pirates call for urgent action after parliamentary Committee concludes


Today, the PEGA Committee of the European Parliament, tasked with investigating the use of spyware against journalists, activists, and politicians, concludes its mandate with the adoption of its recommendations by MEPs. …

Today, the PEGA Committee of the European Parliament, tasked with investigating the use of spyware against journalists, activists, and politicians, concludes its mandate with the adoption of its recommendations by MEPs. The Committee has faced persistent political pressure, particularly from accused Member States, who have been uncooperative throughout the inquiry.

With these guidelines, Parliament demands a complete cease of spyware usage by the end of the year unless specific conditions are met. Moreover, it calls for the establishment of an “EU Tech Lab” to provide victims with phone screening and technical support. Pirate Party MEPs were able to incorporate demands for safeguards into the text, which would make it effectively impossible to deploy spyware, and are calling for urgent action.

Patrick Breyer, German Pirate Party Member of the European Parliament and digital freedom fighter, comments:

“The phone hacking attacks and the ransomware crimes have a common cause: security vulnerabilities nowadays endanger human lives. In the age of the digital revolution, commercial manufacturers bear a responsibility and should be liable for damages if security bugs are their fault. Unfortunately, today’s resolution stops short of calling for this accountability.

In the face of the Pegasus scandal, the Commission is seriously proposing we introduce chat control mass surveillance and fundamental security vulnerabilities by mandating encryption backdoors. The safety of our mobile phones and personal information must have priority over government appetite for surveillance and over corporate interests!”


patrick-breyer.de/en/pegasus-s…



“Intelligenza artificiale (AI) nella comunità accademica e della ricerca – Quali opportunità e quali rischi?”


Ho avuto il piacere di partecipare a Firenze alla Conferenza GARR 2023 nel panel “Intelligenza artificiale (AI) nella comunità accademica e della ricerca – Quali opportunità e quali rischi?”.


guidoscorza.it/intelligenza-ar…



Gli Usa ottengono l’accesso illimitato alle basi militari della Papua Nuova Guinea


Gli Stati Uniti hanno ottenuto l'accesso illimitato alle basi militari della Papua Nuova Guinea. Un nuovo passo nella strategia di accerchiamento della Cina L'articolo Gli Usa ottengono l’accesso illimitato alle basi militari della Papua Nuova Guinea pro

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di Redazione

Pagine Esteri, 15 giugno 2023 – Gli Stati Uniti hanno ottenuto l’accesso illimitato alle basi militari della Papua Nuova Guinea, dove potranno dispiegare truppe e mezzi e ormeggiare navi.
È quanto prevede il patto di sicurezza firmato a maggio a Port Moresby dal segretario di Stato di Washington, Antony Blinken, e dal primo ministro del paese dell’Oceania, James Marape.
I contenuti dell’accordo, pubblicati ieri dal quotidiano “South China Morning Post”, mostrano come l’intesa sia un ulteriore passo della strategia degli Stati Uniti volta a “contenere” le ambizioni della Cina nella regione dell’Indo-Pacifico e possa rivelarsi di fondamentale importanza in caso di guerra nello Stretto di Taiwan. Con l’assenso del governo papuano, gli Stati Uniti potranno infatti trasferire uomini e mezzi negli aeroporti del Paese e ormeggiare navi militari nella base navale di Lombrum, sull’isola di Manus – che in passato è già stato utilizzato come guarnigione per le truppe britanniche, tedesche, giapponesi, australiane e statunitensi – e nel porto della capitale Porto Moresby.

Washington avrà “accesso illimitato” a tali siti per la predisposizione di equipaggiamenti, scorte e materiali, e avrà “l’uso esclusivo” di alcune aree delle basi nelle quali saranno condotte “attività di costruzione”. L’accesso alla base di Lombrum, in particolare, potrebbe essere usato per potenziare i siti militari che gli Stati Uniti hanno già a Guam, un arcipelago più a nord, e che potrebbero avere un ruolo chiave in caso di conflitto a Taiwan.
Il patto con Washington è stato appena ratificato dal parlamento della Papua Nuova Guinea nonostante le proteste dell’opposizione, secondo cui il governo avrebbe rinunciato alla propria sovranità favorendo gli interessi degli Stati Uniti e mettendo a rischio la sicurezza del paese. Tra le critiche figura anche quella dell’ex primo ministro Peter O’Neill, secondo cui l’accordo “disegna un bersaglio sulla schiena della Papua Nuova Guinea”.
Nel frattempo le aziende cinesi hanno conquistato miniere e porti in tutto il Pacifico e l’anno scorso hanno firmato un patto di sicurezza con le Isole Salomone che potrebbe consentire a Pechino anche di schierare truppe nell’arcipelago.
Nei mesi scorsi invece Washington ha ottenuto dal governo delle Filippine l’accesso ad altre quattro basi dell’arcipelago, tre delle quali in zone non distanti da Taiwan. – Pagine Esteri

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Etiopia, lo scandalo del dirottamento e blocco alimentare umanitario per milioni di persone in Tigray


Sono milioni nello stato regionale del Tigray, in Etiopia, a subire le conseguenze di 2 anni di guerra genocida dopo i più 7 mesi dall’ accordo di cessazione ostilitià – ChOA – firmato a Pretoria da governo centrale e TPLF – Tigray People’s Liberation Fro

Sono milioni nello stato regionale del Tigray, in Etiopia, a subire le conseguenze di 2 anni di guerra genocida dopo i più 7 mesi dall’ accordo di cessazione ostilitià – ChOA – firmato a Pretoria da governo centrale e TPLF – Tigray People’s Liberation Front il 2 novembre 2022.

Diversi punti fondamentali iscritti nell’accordo di Pretoria oggi sono ancora disattesi. Ad intensificare la catastrofe umanitaria in atto è il blocco da parte di agenzie umanitarie come il WFP e USAID che hanno bloccato il sostegno di supporto alimentare facendo aumentare come conseguenza diretta il numero di morti per fame. Morti silenziose atroci e nel silenzio del resto del mondo.

Il blocco è conseguenza dell’avvio di indagini investigative avviate da parte delle agenzie umanitarie, causa del dirottamento del materiale alimentare destinato a milioni di persone.

Allo scandalo del dirottamento del supporto alimentare in cui sono stati denunciati anche i militari etiopi come parte dei criminali dirottatori del cibo è seguita la risposta giunta il 12 giugno: infatti il ministero della Difesa etiope ha smentito con veemenza le recenti accuse secondo cui le forze di difesa del paese, insieme ad altri organi governativi, sarebbero stati coinvolti in quello che l’USAID ha descritto come:

“uno schema di diversione a livello nazionale” di aiuti alimentari.


Venerdì 9 giugno 2023, Jim Risch, il senatore degli Stati Uniti ha accusato i “leader al vertice” delle organizzazioni umanitarie dopo le rivelazioni sui furti di aiuti alimentari in Etiopia.

“Le agenzie statunitensi sono state impegnate a mettere in luce i loro progressi autoproclamati nel fornire cibo ai bisognosi e porre fine a una guerra che ha distrutto milioni di vite innocenti. Tuttavia, ora sappiamo che i leader al vertice di queste organizzazioni a Washington, New York e Roma erano consapevoli che gli esecutori sul campo non potevano garantire che gli aiuti finissero nelle mani giuste. Aggiunge la beffa al danno che ciò si sia verificato mentre il mondo sperimenta una carenza globale di cibo. Questo è inaccettabile”


Aggiungendo:

“La questione della diversione alimentare è solo una parte di un modello di comportamento con il governo etiope. È sciocco pensare che il governo etiope stia lavorando con noi in buona fede e non possiamo essere ingannati di nuovo. La mancanza di controllo e di guardrail dell’assistenza umanitaria degli Stati Uniti non dovrebbe reggere”.


Lo scandalo del dirottamento alimentare umanitario è stato perpetrato in 8 regioni dell’ Etiopia.

Ci sono milioni di persone che hanno un disperato bisogno di aiuti alimentari nel Tigray. La sospensione dell’assistenza alimentare da parte di USAID e WFP sta già avendo gravi conseguenze per i gruppi vulnerabili, i bambini, gli agricoltori e la pace. Teklehaymanot G. Weldemichel (ተኽላይ) per Devex ne ha fatto un’ analisi.

Nel contempo le morti silenziose in Tigray sono accomunate dal silenzio e mutismo totale dei media in Italia sulla catastrofe umanitaria prodotta dall’uomo e dalla guerra. Ci sono casi di informazione più unici che rari che con la ripubblicazioni di contenuti di articoli anglofoni cavalcano l’onda online del tag e delle parole chiavi per restare ai primi risultati su Google notizie per fini di visibilità, ma non per reale denuncia informativa in tutela del diritto umanitario e degli individui.

La firma dell’accordo di cessazione ostilità ha legittimato i media italiani a non considerare più importante il tema Tigray (non che fosse mediaticamente differente il periodo di 2 anni di pre accordo) che comunque continuano a perpetrare una certa propaganda strumentale e politicizzata, condividendo rumore di fondo chiamato per alcuni anche gossip, break news su migranti, barconi, invasione degli uomini neri dall’Africa in Italia, o di “dirottatori” e “clandestini” (recente caso Crosetto con la nave turca direzionata verso la Francia) senza considerare oggettivamente dati, numeri: l’informazione è tutt’altra cosa di articoli di “procurato allarme”.

Quasi nessuno che si fosse degnato di segnalare l’attività di pulizia etnica denunciata da HRW – Human Rights Watch: 3 media dopo 5 giorni, 5 media nell’arco di 10 giorni

Pulizia etnica perpetrata dalle forze amhara e milizie fano sul popolo del Tigray anche dopo l’accordo di Pretoria.


Approfondimento: Etiopia, la pulizia etnica persiste nonostante la tregua in Tigray


Risultati di ricerca su "Pulizia etnica Etiopia" del 6/6/2023 (5 giorni dopo la pubblicazione del report di HRWRisultati di ricerca su “Pulizia etnica Etiopia” del 6/6/2023 (5 giorni dopo la pubblicazione del report di HRW
Tigrai TV ha segnalato lunedì 12 giugno 2023, che dalla firma dell’accordo ChOA avvenuta il 2 novembre 2022, oggi si contano (registrati formalmente) 327 sfollati interni morti per fame.

Nel contempo non sapremo mai il numero reale di quante altre persone in disparte e isolate dal resto del mondo in due anni di guerra genocida in Tigray sono morte e stanno morendo di stenti e per mancanza di cibo e cure mediche.

Nel contesto del supporto umanitario in cui dovrebbero essere principalmente le istituzioni governative interne ed internazionali a muoversi per salvare quante più vite possibili dalla fame, dalle malattie ed epidemie per mancanza di acqua o farmaci, sono invece molte più le realtà dietro le quinte, gruppi e collettivi silenziosi sia in loco che nella diaspora che stanno lavorando per salvare e salvarsi come popolo tigrino e come singoli individui.

Ethiopian Reporter mercoledì 14 giugno 2023 segnala che il numero di persone che muoiono a causa della prolungata mancanza di cibo nella regione del Tigray è in aumento e la fame sta peggiorando.

Nel distretto di Samar, che si trova 40 chilometri a sud di Mekelle, negli ultimi 4 mesi sono morte 25 persone e si segnala che 670 bambini sono attualmente in condizioni critiche.

Un giornalista era presente recentemente nella zona e ha osservato che molte madri e bambini dormivano nelle loro case senza cibo e senza potersi muovere.

Un altro giornalista ha dichiarato che c’è un problema peggiore nella città di Tenben (Abi Adi), che si trova a 80 chilometri a nord di Mekele. Soprattutto nella città di Tenben, ci sono circa 50.000 sfollati, il che ha aggravato il problema.

19 dei 10.000 sfollati che si sono rifugiati nei pressi di una scuola della città di Tenben sono morti di fame, e gli sfollati che hanno parlato con il giornalista hanno detto che sono rimasti per mesi senza alcun aiuto.

Tadese Yilma, il coordinatore degli sfollati a Tenbene ha dichiarato:

“Una persona che sta morendo di fame ha sicuramente 19 anni. Diabete, ipertensione e altre malattie non vengono curate. Non c’è alcuna disposizione”.


Il capo del centro sanitario di Tenben (Abi Adi) ha denunciato che sebbene arrivassero più di 50 pazienti ogni giorno, non era possibile fornire alcun trattamento e che non ci sono ambulanze da inviare a Mekelle.

Continua dicendo che in varie aree, soprattutto nei dintorni di Mekelle, il numero di persone che stanno morendo di fame è in aumento e sta andando fuori controllo. Aggiunge che l’amministrazione ad interim del Tigray, IRA, costituita come obblighi dell’accordo di Pretoria, non sta rispondendo alle necessità e ai bisogni delle persone. Ha anche affermato che le autorità del TPLF a Mekelle e nella woreda [distretto] sta cercando di impedire ai media di denunciare e dare visibilità al problema.

Oggi si contano più di 1 milione di sfollati nello stato regionale del Tigray. A rischiare di morire di fame però non sono solo gli IDPs ma anche i civili, le persone che hanno ancora una casa.

“Durante la guerra, la nostra zona era assediata dai soldati eritrei. Hanno distrutto i raccolti. Non hanno lasciato proprietà. Non i sono buoi per arare. Sono passati 5 mesi da quando i nostri aiuti sono stati interrotti”


Lunedì 12 giugno 2023 Tim Vanden Bempt condivide la sua analisi via social:

“L’ultima volta che le persone nel Tigray hanno ricevuto assistenza alimentare è stato 2 mesi fa e solo circa 250.000 dei 5,3 milioni bisognosi sono stati raggiunti nel mese precedente.

Sono 2,5 milioni le persone che possono contare sugli altri solo per ricevere cibo (doni, prestiti, elemosina o aiuti alimentari). Non sembra probabile che WFP o USAID riprendano gli aiuti alimentari nelle prossime settimane.

Ciò significa che nei prossimi giorni e settimane le migliaia di bambini e anziani che stanno già bilanciando la linea sottile tra la sopravvivenza e la morte probabilmente soccomberanno alla fame.

Sebbene comprensibile che la deviazione, il furto e la corruzione delle consegne di aiuti debbano essere indagati e che a causa di tale distribuzione sarà temporaneamente sospesa, la durata dell’attuale sospensione crea più vittime del crimine che cerca di prevenire.

E la sospensione degli aiuti alimentari da parte della comunità internazionale rende evidente un altro (e ben peggiore) crimine nel Tigray. Dopo 2 anni di guerra e blocco, il governo etiope non sta ancora fornendo aiuti di emergenza ai milioni di persone che soffrono.

L’IC non ha più scuse per assistere alla campagna di fame del governo etiope. Milioni di persone nel Tigray hanno bisogno di aiuti alimentari e il governo non può più nascondersi dietro ‘ostilità’ per non salvarli. C’è un accordo di pace, ma c’è ancora il genocidi in atto in Tigray [per volontà politiche]”


Tigrai TV martedì 13 giugno 2023 condivide il messaggio e l’ennesimo appello di Abune Tesfaselassie Medhin, vescovo dell’Eparchia di Adigrat, che chiede un’attenzione urgente per gli sfollati interni nel Tigray.

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Ethiopian Reporter riporta la testimonianza di IDP, Tadese Yilma:

“Siamo stati tutti espulsi da Humera e Wolqait. Ci sediamo qui e non c’è aiuto. Se il governo dice che c’è pace, se sgomberiamo [dalle forze esterne Amhara e milizie fano] la nostra terra, vogliamo tornare al nostro villaggio per coltivare e mangiare”


Il ritiro delle forze occupanti (amhara ed eritrei) il Tigray è punto fondamentale del’accordo di tregua però ancora disatteso, diverse truppe eritree sono uscite dalla regione, ma persiste la pesante occupazione amhara nel Tigray occidentale, territorio rivendicato come storico e sotto la sua giurisdizione, zona ancora contesa e in attesa di reale confronto tra le parti (governo centrale, IRA e governo regionale amhara che dovrebbero gestire la situazione secondo ChOA e normativa costituzionale): in questo stato gli IDP e i rifugiati tigrini in Sudan non possono tornare alle loro case.

Tigrai TV domenica 11 giugno 2023 ha indicato che i soldati eritrei stanno occupando ancora 43 scuole nel Tigray orientale.

La catastrofe umanitaria in Tigray per milioni di persone è supportata pesantemente anche dalle conseguenze del cambiamento climatico.

Il campanilismo mediatico politicizzato dello stivale fa sapere al popolo italiano che recentemente le alluvioni hanno attaccato pesantemente l’Emilia Romagna e i suoi residenti, ma si sono dimenticati che anche in altre parti del mondo il cambiamento climatico produce sempre più vittime come in Tigray.

Nell’Africa che l’Italia vede come sinonimo di “migranti”, “barconi”, “l’uomo nero”, “invasori”, e che accostano alla propaganda fascista di Lollobrigida e della “sostituzione etnica”… si muore di sete causa siccità, o perché arriva troppa acqua.


Approfondimento: Report di Amref – Africa per i media italiani è solo guerre, migranti & terrorismo


Tigrai TV segue ed aggiorna costantemente sui problemi sociali ed umanitari di civili e sfollati interni.

Venerdì 9 giugno 2023 denuncia che: “Malnutrizione e strutture mediche inadeguate in Tigray – Donne e madri nel distretto di May-Kinetal muoiono a causa della malnutrizione e di un servizio medico inadeguato.”

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Gli sfollati interni a Shire sono stati colpiti da un’alluvione che ha gettato ancora più in crisi la loro possibilità di sopravvivenza già deteriorata dal quasi nulla che hanno come supporto ed assistenza.

L’ alluvione ha colpito anche il distretto di Asgede, nord est del Tigray: nel campo IDP di Hitsats per sfollati interni si contano 1 morto e 13 feriti.

youtube.com/embed/YP7GEgiJkUs?…

Secondo il giornalista Meles Abadi, l’alluvione, preceduta da forti piogge e tempeste, ha squarciato le tende dove si rifugiano gli sfollati. Il campo degli sfollati interni, un tempo campo profughi per rifugiati eritrei, è stato distrutto dalle forze eritree quando hanno occupato l’area insieme alle forze etiopi nel corso della guerra.

Mercoledì 14 giugno il Gen. della Task Forces dell’ IRA ha denunciato l’implicazione eritrea nel dirottamento di 3000MT (tonnellate metriche) di grano.

Dopo una rapida ricerca confutata da un tweet del WFP Ethiopia si può capire che quelle migliaia di MT di supporto alimentare possono corrispondere approssivativamente a 165 camion: ovviamente dipende da come viene stoccato il materiale

Ogni singolo seme è un aiuto per le persone biognose, ma nel contesto generale 165 camion sono solo una goccia nell’oceano considerando che diversi report parlano di migliaia di camion che non sono mai arrivati a destinazione in Tigray.

Tutte queste evidenze inserite nel contesto che qualcche media definisce post bellico, narrativamente parlando rappresenta una realtà distorta dalle parole utilizzate.

Si può solo formalmente parlare di periodo post bellico perché è stato siglato l’accordo di tregua, obbligato e necessario per poter trovare il tempo necessario per fermare le bombe, ma le tensioni e gli abusi stanno continuando nonostante l’accordo (come evidenziato anche in questo articolo).

Si può solo formalmente parlare di periodo post bellico, ma le persone stanno ancora morendo di fame e stenti, per mancanza di materiale salvavita e supporto sanitario perché è ancora in atto una guerra che dalle bombe e droni si è spostata al livello politico: anche le volontà di indirizzo politico possono essere micidiali per massacrare un popolo, milioni di persone.

L’attenzione per l’attuale catastrofe umanitaria in Tigray per milioni di persone non deve essere dimenticata, nonostante molte realtà anche a livello internazionale stiano cercando di passare oltre per tutelare interessi, nuovi accordi economici e risorse.


tommasin.org/blog/2023-06-15/e…

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Raid israeliano a Nablus, ucciso un giovane palestinese


Khalil Yahya è stato colpito alla testa durante, secondo una versione, un intenso scontro a fuoco tra combattenti palestinesi e soldati israeliani. L'articolo Raid israeliano a Nablus, ucciso un giovane palestinese proviene da Pagine Esteri. https://pag

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della redazione

Pagine Esteri, 15 giugno 2023 – Un giovane palestinese, Khalil Yahya, è stato ucciso la scorsa notte da spari di militari israeliani durante una incursione massiccia di reparti dell’Esercito dello Stato ebraico nella città di Nablus, nella Cisgiordania occupata. Yahya è stato colpito alla testa durante, secondo una versione, un intenso scontro a fuoco tra combattenti palestinesi e soldati israeliani. Portato all’ospedale è morto poco dopo il ricovero per la gravità delle ferite subite.

Il nuovo raid israeliano è scattato per distruggere la casa di Osama Tawil, accusato da Israele di aver ucciso lo scorso anno un soldato, Ido Baruch. L’abitazione, situata nel quartiere di Rafidiya, è stata fatta saltare in aria mentre intorno proseguivano intensi i combattimenti. La Mezzaluna Rossa ha comunicato di aver assistito 187 persone, 3 delle quali colpire da proiettili, 3 da proiettili rivestiti di gomma e le rimanenti intossicate da gas lacrimogeni. L’esplosione della casa di Osama Tawil ha inoltre provocato danni gravi ad altre due abitazioni.

Negli ultimi giorni le forze militari israeliane hanno effettuato irruzioni in particolare a Balata, un campo profughi palestinese adiacente a Nablus, provocando vittime e distruggendo alcune case. Pagine Esteri

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Accomunati


Una morte non inattesa ha messo il mondo della comunicazione nelle condizioni di prepararsi. Fin troppo, visto il diluvio di parole e pagine sulla scomparsa di Silvio Berlusconi. Le parole più interessanti, però, sono le poche usate da Romano Prodi (cui v

Una morte non inattesa ha messo il mondo della comunicazione nelle condizioni di prepararsi. Fin troppo, visto il diluvio di parole e pagine sulla scomparsa di Silvio Berlusconi. Le parole più interessanti, però, sono le poche usate da Romano Prodi (cui va un pensiero per la scomparsa della moglie): siamo stati rivali, non nemici, accomunati dall’idea che la sorte dell’Italia sia legata a quella dell’Unione europea. Due concetti semplici, che dovrebbero essere scontati. Ma c’è almeno un’altra cosa che li accomuna: sono stati sconfitti. E ci riguarda tutti.

Berlusconi e Prodi si sono stati vinti e vincenti a turno. Il secondo è stato il solo avversario elettorale capace di battere il primo. Ovvio che si tratta di persone e storie completamente diverse, ma poterono gareggiare e misurarsi sul filo di lana perché entrambi incarnazione di un’Italia reale. Tutti e due cattolici senza venature mistiche. Prodi era democristiano, Berlusconi raccontava con orgoglio le giovanili campagne fatte per la Democrazia cristiana. Tutti e due interpreti in continuità della politica estera italiana, atlantista quanto basta e mediterranea nell’anima. Nella mente di molti, complice il modo in cui interpretarono quella stagione di battaglia elettorale, sono uno l’opposto dell’altro, ma nella realtà avrebbero anche potuto governare assieme. Al di là di questo, che a taluni sembrerà una bestemmia, c’è qualche cosa di assai più profondo: divennero ciascuno espressione di un’Italia gemella, che si specchia nell’altra e non si riconosce. È quello il nostro problema collettivo: non le differenze – che siano benedette – ma le somiglianze pretestuosamente neglette.

Jorge Luis Borges immagina, in bellissime pagine, l’epico scontro dottrinale fra due teologici, che si combattono con ogni mezzo; una volta morti potranno trovarsi al cospetto della divinità e chiedere chi dei due avesse ragione; saranno sorpresi dall’apprendere che dio non distingue l’uno dall’altro e forse crede siano la stessa persona. Ecco, più o meno. Ma i nostri due connazionali erano divisi proprio da quello che li univa: il bipolarismo praticato a forza, sicché ciascuno, per battere l’altro, s’alleava con chi effettivamente detestava e sentiva come nemico l’altro o taluni degli alleati dell’altro. E ciascuno vinse e perse la partita elettorale, salvo poi non riuscire a governare non per la forza degli oppositori, ma per l’interdizione di una parte degli alleati arruolati per vincere. Un labirinto culturale e morale che forse avrebbe affascinato Borges, ma che ha imprigionato l’Italia.

La morte può portare commozione o meditazione, non c’è alcun motivo per cui debba portare falsificazione. Berlusconi è stato un combattente epico, tenace, indomito. Ha resistito ad assalti che avrebbero stroncato chiunque. Nulla toglie a questa sua determinazione il fatto che sia stato sconfitto. Berlusconi e Prodi hanno perso la loro partita politica. E non è affatto un caso che siano stati sconfitti dal lievitare di un mondo, a destra e a sinistra, che s’è presentato antieuropeista e anche più mistico che devoto. Non è un caso, ma un sintomo rilevante: l’Italia che s’indebolisce e perde ruolo internazionale, perché perde visione, si rattrappisce e cerca nel nazionalismo provinciale le ragioni di un’identità folkloristica, sconoscendone le altre radici. Prodi battuto dalla sinistra che lui aveva portato alla vittoria, Berlusconi dalla destra che lui aveva portato al mondo. L’uno costretto a contare i franchi tiratori, l’altro a contare i punti di una dichiarazione al Quirinale, dove gli avevano tolto la parola.

Si è generato un vuoto di idee che destra e sinistra sperano di nascondere dietro le presunte identità, che sono faziosità. Un vuoto che si è misurato di recente, con un governo di passaggio che visione europea e globale ne aveva in abbondanza. Vissuto come il farmaco che viene somministrato nei Risvegli di Oliver Sacks, quando il paziente ritrova la propria vita. Ma dura poco. E due citazioni sono già troppe, che sembra ci sia della cultura.

La Ragione

L'articolo Accomunati proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



⚠️⚠️⚠️ ATTENZIONE: OGGI ALLE 14.00 FEDDIT.IT SI FERMA PER QUALCHE MINUTO PER ESSERE AGGIORNATO ALLA VERSIONE LEMMY 0.17.4. ⚠️⚠️⚠️

@Che succede nel Fediverso?

Il messaggio di servizio di @skariko :

Oggi (15 giugno) verso le 14 aggiornerò Feddit alla versione di Lemmy 0.17.4.

Come le altre volte ci dovrebbero essere solo 10-15minuti al massimo di spegnimento per permettere, tra le altre cose, di fare backup sani.

Questa versione avrà anche un’ottimizzazione del database (github.com/LemmyNet/lemmy/rele…) che potrebbe far durare un po’ di più del solito l’aggiornamento.

Gli aggiornamenti che verranno anche nelle prossime release sono soprattutto lato ottimizzazione.



Aggiornamento a Lemmy 0.17.4


Oggi (15 giugno) verso le 14 aggiornerò Feddit alla versione di Lemmy 0.17.4.

Come le altre volte ci dovrebbero essere solo 10-15minuti al massimo di spegnimento per permettere, tra le altre cose, di fare backup sani.

Questa versione avrà anche un'ottimizzazione del database (github.com/LemmyNet/lemmy/rele…) che potrebbe far durare un po' di più del solito l'aggiornamento.

Gli aggiornamenti che verranno anche nelle prossime release sono soprattutto lato ottimizzazione.

EDIT: Aggiornamento effettuato senza problemi 👍


Questa voce è stata modificata (2 anni fa)
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Una Nota: la versione 0.17.4 sembra avere un problema noto che provoca la stagnazione dei post se ordinati con "Hot" dopo qualche tempo che il server non viene riavviato (issue#3076).

Nel caso succeda consiglio di usare il "New Comments" o "Top Day" come ordinamenti per leggere il feed!



In riferimento agli Esami di Stato da tenersi nelle zone alluvionate, il Ministro Giuseppe Valditara ha firmato l’Ordinanza con le disposizioni riguardanti la validità dell’anno scolastico, l’ammissione agli Esami conclusivi del Primo e del Secondo c…


In Cina e in Asia – Pechino presenta una proposta per il conflitto israelo-palestinese


In Cina e in Asia – Pechino presenta una proposta per il conflitto israelo-palestinese 7739770
I titoli di oggi:

Pechino presenta una proposta per il conflitto israelo-palestinese
Lascia il capo delle comunicazioni dell’Aiib
La Germania approva il piano strategico sulla sicurezza e guarda alla Cina
New Delhi avrebbe minacciato la chiusura di Twitter
Il Bhutan si lancia nel settore delle criptovalute

L'articolo In Cina e in Asia – Pechino presenta una proposta per il conflitto israelo-palestinese proviene da China Files.



PRIVACYDAILY


N. 141/2023 LE TRE NEWS DI OGGI: Il blitz del Partito popolare europeo non è riuscito e alla fine il Parlamento Ue in plenaria a Strasburgo ha approvato la propria posizione negoziale sulla legge Ue che normerà l’intelligenza artificiale (la prima al mondo) vietando il riconoscimento facciale in spazi accessibili al pubblico. Il Ppe aveva... Continue reading →


Finalmente è stata creata su feddit.it la prima comunità italiana dedicata alla cucina e alle ricette!

@Che succede nel Fediverso?

Grazie a @OdinoThePine per averla creata!
Potete trovarla a questo indirizzo e questo è il primo post:


La mia ricetta per l'impasto base della pizza


Ciao a tutti, ho provato diversi tipi di impasto base per la pizza fino a quando non ho scoperto questa ricetta che, nonostante sia lunga, garantisce risultati consistenti e buoni.

Ingredienti per 4 pizze


  • Farina grano duro tipo 0: 250 g
  • Farina Manitoba tipo 1: 500 g
  • Lievito in polvere secco per pane: 1,2 g
  • Sale NON iodato: 12 g
  • Acqua tiepida: 500 ml
  • Olio: Q.b.

Tempo di preparazione: 30 minuti

Tempo di lievitazione: 18 h almeno

Procedimento


Inserire tutti gli ingredienti (eccetto l'olio) in una terrina e impastare per qualche minuto fino a quando l'impasto non si stacca dalla terrina (più umido è meglio è). Oliare il fondo della terrina e lasciare riposare l'impasto per 1 ora fuori dal frigo.

Dopo 1 ora mettere l'impasto a riposare in frigo per almeno 12 ore, questa fase aiuta la maturazione dell'impasto e limita la formazione dei grumi. Circa 5 ore prima della cottura della pizza rimuovere l'impasto dal frigo, dividetelo e lasciarlo lievitare, meglio se in un posto leggermente riscaldato.

L'impasto può rimanere in frigo anche più di un giorno.

Note


È possibile variare i tipi di farina, l'importante è avere una farina più dura e una più morbida nelle dosi sopra indicate per migliorare il gusto dell'impasto.

Se volete ottenere una lievitazione un po' più consistente dopo aver diviso l'impasto potete piegarlo a metà due volte (senza romperlo) prima di lasciarlo riposare. Generalmente il tempo di lievitazione che uso io (l'ultimo passaggio) è di gran lunga superiore alle 5 ore (dalla mattina per la sera), ma quello è il minimo.

Utilizzo il sale non iodato perché in teoria è più adatto al non uccidere i microorganismi (scaramanzia personale).

E voi, che impasto utilizzate?


in reply to Luca

@Luca le due istanze sono perfettamente federate, ma le istruzioni che hai letto in realtà sono destinate agli utenti di Lemmy, Anche se questo non viene specificato correttamente.

Per seguire una comunità da mastodon devi inserire la chiocciola e non il punto esclamativo. Meglio ancora se inserisci proprio il link della comunità.

Quindi, ricapitolando, dovresti inserire nella casella di ricerca del tuo mastodon:
1) o l'utenza @Cucina e ricette. ( @ + cucina + @ + feddit.it )
2) o il link feddit.it/c/cucina


@OdinoThePine

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)


Ennesimo naufragio, questa volta al largo della Grecia, di una nave carica di richiedenti asilo partita dalla Libia orientale, la Cirenaica. 78 i corpi già rec


I cori "Chi non salta comunista è" al funerale di Silvio Berlusconi dimostrano che il lutto nazionale è stato un atto di prepotenza. Altro che lutto nazionale


Strage di migranti al largo della Grecia. “Nella stiva donne e bambini”


Secondo i sopravvissuti a bordo del peschereccio partito dalla Libia c'erano 750 persone. Si teme sia una delle peggiori stragi del Mediterraneo L'articolo Strage di migranti al largo della Grecia. “Nella stiva donne e bambini” proviene da Pagine Esteri.

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Pagine Esteri, 14 giugno 2023. Le persone a bordo del peschereccio che è affondato a largo delle coste greche erano circa 750. Sono decine i corpi recuperati, 78 al momento.

Le operazioni di soccorso non sono ancora terminate e fino ad ora sono state tratte in salvo un centinaio di persone.

Il peschereccio era partito da Tobruch, in Libia e si è capovolto nei pressi di Pylos, nel Peloponneso. La Guardia Costiera greca sta guidando le operazioni di soccorso.

La Guardia Costiera italiana ha dichiarato di avere allertato martedì mattina Frontex e le autorità greche. Alarm Phone è rimasto in contatto con il barcone fino alla mezzanotte di martedì, quando ha fatto sapere di non riuscire più a parlare con le persone a bordo. Prima che la comunicazione fosse interrotta, i migranti avevano informato i soccorritori che a bordo del peschereccio erano presenti 750 persone.

Yesterday, we were alerted by a boat in distress in the Greek SAR zone. It had left from #Libya. According to the people, there were 750 people on board. Authorities were alerted. Contact was lost shortly after midnight. We now hear reports of a shipwreck and fear they are true. pic.twitter.com/NTyhmTIHQD
— Alarm Phone (@alarm_phone) June 14, 2023

Alarm Phone è un progetto costituito con l’obiettivo di rispondere alle richieste di aiuto da parte dei migranti in difficoltà nel Mediterraneo per poi allertare le autorità competenti dei vari Stati e supportare le attività di salvataggio. I volontari hanno reso pubblica una timeline che riporta tutti i contatti ricevuti con i naufraghi e con le autorità.

7732158

Secondo i superstiti la barca era carica di persone e nella stiva c’erano soprattutto donne e bambini che si teme siano rimaste intrappolate nel relitto affondato. Il naufragio potrebbe configurarsi come uno dei peggiori della storia del Mediterraneo: il numero dei dispersi è destinato, purtroppo, a salire.

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L'articolo Strage di migranti al largo della Grecia. “Nella stiva donne e bambini” proviene da Pagine Esteri.



La fame nel Tigray e lo scandalo della deviazione degli aiuti alimentari tra WFP ed Etiopia


Rimaniamo perplessi sul perché le misure drastiche vengano prese solo per il Tigray, in vista del furto organizzato di aiuti alimentari in tutto il paese… L’aiuto alimentare destinato ai tigrini affamati che è stato sostanzialmente rubato e portato in loc
Rimaniamo perplessi sul perché le misure drastiche vengano prese solo per il Tigray, in vista del furto organizzato di aiuti alimentari in tutto il paese… L’aiuto alimentare destinato ai tigrini affamati che è stato sostanzialmente rubato e portato in località come Gambela e persino in Kenya è il discorso della città di Mekelle.


Fonte: Professor Jan Nyssen

Negli ultimi tre mesi più di 270 persone sono morte di fame solo nella zona nord-occidentale del Tigray. I decessi sono stati segnalati dai centri per sfollati interni (IDP) e dai villaggi della zona. In precedenza, avevamo riferito della terribile situazione della fame nei campi per sfollati a Mekelle. Le cose vanno peggio di prima: le persone muoiono ogni giorno di fame. Inoltre, anche migliaia di sfollati appena arrivati ​​dal Tigray occidentale hanno bisogno di un sostegno alimentare immediato.

Secondo il Tigray Regional Health Bureau, tra marzo e aprile, c’è stato un aumento del 28% nel numero di bambini sotto i cinque anni che muoiono per malnutrizione acuta. La colpa è principalmente della cessazione degli aiuti al Tigray. In un lungo thread su Twitter, la giornalista spagnola Ximena Borrazas riporta ulteriormente la fame in corso nel Tigray.

Stanno ora emergendo maggiori dettagli sui motivi della sospensione degli aiuti alimentari da parte del WFP e di USAID (di gran lunga il più grande donatore di aiuti alimentari all’Etiopia), e ha a che fare con furti su larga scala che si verificano da diversi anni, ma che ora si stanno intensificando.

Dopo che è stata avviata un’inchiesta interna sulla diversione degli aiuti alimentari, The New Humanitarian ha annunciato che il 2 giugno il direttore e vice del WFP in Etiopia si è dimesso, un’informazione che il WFP ha negato. I risultati dell’indagine devono ancora essere pubblicati.

L’indagine ha esaminato la possibile diversione degli aiuti alimentari, in cui il cibo presumibilmente destinato al Tigray è stato invece venduto sul mercato aperto: i volumi di cereali per aiuti sono stati rintracciati in varie parti dell’Etiopia. Per questo motivo, l’assistenza al Tigray è stata interrotta fino al termine delle indagini.

Ho assistito a una distribuzione di aiuti alimentari (PSNP) nel Tigray intorno al 2016. Villaggio per villaggio, le persone sono venute con i loro asini. Mi hanno detto che avrebbero preferito noleggiare un camioncino Isuzu per caricare tutti i bagagli per il loro villaggio; ma era condizione che venissero con i loro asini. Non dovrebbero esserci camion vicino al centro di distribuzione, per evitare la rivendita all’ingrosso da parte di chi si occupava della distribuzione degli aiuti.

Certo, qualche grosso camion potrebbe essere andato direttamente ai mulini, ma secondo i contadini, a livello di distribuzione nei villaggi, non ci sono stati furti.

L’anno scorso, il commissario della National Disaster Risk Management Commission (NDRMC) Mitiku Kassa era già stato messo da parte per corruzione riguardante la distribuzione di aiuti, il che non ha fermato i furti in corso.

Ad aprile, gli sfollati nella zona di Aba’ala, nella regione di Afar, hanno già lanciato proteste per il ruolo svolto dai funzionari governativi nell’appropriazione indebita dei fondi di soccorso. In quell’occasione, Melese Awoke, responsabile della comunicazione presso il WFP Etiopia, ha affermato che la corruzione degli aiuti è comune.

Nelle prossime settimane sono previste altre dimissioni del WFP poiché si ritiene che anche le scorte di cibo siano state dirottate nella regione somala che già soffre di siccità.

Ora, fonti interne affermano che lo scandalo di corruzione degli aiuti alimentari coinvolge anche l’esercito etiope (ENDF) e otto governi regionali, oltre a figure di alto rango del WFP e dell’USAID. Funziona da anni (prima della guerra) ma si è intensificato durante la guerra. Il grano viene deviato verso i commercianti e le grandi fabbriche di farina. La corruzione sarebbe addirittura collegata a sospetti di inflazione delle statistiche demografiche dell’Etiopia da 100 milioni a 120 milioni, che hanno consentito di gonfiare i volumi degli aiuti alimentari, quindi possibilità di dirottarli.

L’aiuto alimentare destinato agli affamati tigrini che è stato sostanzialmente rubato e portato in località come Gambela e persino in Kenya è oggetto di discussione nella città di Mekelle. Il primo ministro etiope ha recentemente dichiarato con grande orgoglio che il suo paese ora esporta grano.

Fortunatamente per le persone affamate in altre regioni dell’Etiopia, fuori dal Tigray, lì gli aiuti alimentari non sono stati interrotti. Ma rimaniamo perplessi sul perché le misure drastiche vengano prese solo per il Tigray, in vista del furto organizzato di aiuti alimentari a livello nazionale. Pertanto, è fondamentale allentare i vincoli sugli aiuti alimentari al Tigray pur essendo completamente trasparenti sulle strategie di furto che sono state scoperte e sui principali colpevoli.

Sviluppi


Il 9 giugno USAID ha deciso di sospendere gli aiuti alimentari all’intero Paese Etiopia.

Un diplomatico europeo ad Addis Abeba (che è sempre stato affidabile negli ultimi anni) ha confermato che il grano che il premier Abiy si vantava di esportare era in realtà grano prelevato dalle spedizioni di aiuti del WFP/USAID. Quindi, la dichiarazione del primo ministro è stata probabilmente una trovata di pubbliche relazioni per nascondere ciò che stava realmente accadendo.

Il diplomatico ha detto che c’è un crescente consenso sul fatto che i comuni cittadini del Tigray e dell’Etiopia, vittime di questa colossale frode, non debbano essere ancora una volta il bersaglio dell’interruzione degli aiuti. L’assistenza in denaro è un metodo per aiutare i più poveri tra i poveri poiché ci sono meno possibilità di furto e non interferisce con la produzione agricola da parte degli agricoltori locali. In ogni caso, è incoraggiante sentire che c’è almeno il desiderio di riprendere gli aiuti al Tigray. Possiamo solo sperare che possano trovare una soluzione per compensare l’enorme carenza e l’inerzia.

Le misure dovrebbero prendere di mira i colpevoli, non le vittime!


FONTI:


FONTE: martinplaut.com/2023/06/09/sta…


tommasin.org/blog/2023-06-14/l…



#Maturità2023 📚 oggi parliamo della seconda prova, che si svolgerà il 22 giugno e riguarda le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio.


TUNISIA. Italia ed Europa pensano solo a fermare i migranti mentre Saied viola diritti umani


Secondo i difensori dei diritti umani, nel tentativo di fermare le partenze, il governo di Roma è disposto ad ignorare abusi e violazioni. L'articolo TUNISIA. Italia ed Europa pensano solo a fermare i migranti mentre Saied viola diritti umani proviene da

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della redazione

Pagine Esteri, 14 giugno 2013 – L’Italia e la Commissione europea si preoccupano solo di arginare il flusso di migranti e rifugiati dalla Tunisia e dimenticano la gestione del potere autoritaria da parte del presidente Kais Saied. Lo denunciano i centri per la tutela dei diritti umani.

L’accordo con la Tunisia proposto nei giorni scorsi dall’Ue su iniziativa del governo Meloni, “rafforzerà le forze di sicurezza tunisine, tra cui la polizia e la guardia nazionale che hanno commesso gravi abusi contro migranti e richiedenti asilo”, ha denunciato oggi all’emittente tedesca Deutsche-Welle, Lauren Seibert di Human Rights Watch. In precedenza, erano giunti dubbi e critiche anche da Amnesty International.

La visita europea domenica scorsa a Tunisi ha visto la partecipazione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dei primi ministri italiano e olandese Giorgia Meloni e Mark Rutte. L’Ue ha poi annunciato un pacchetto di aiuti per oltre 1 miliardo di euro. L’accordo include 105 milioni di euro per la gestione delle frontiere, le operazioni di ricerca e salvataggio e le iniziative contro il contrabbando. I gruppi per i diritti umani affermano che ciò rafforzerà solo l’apparato di sicurezza del Paese, che negli ultimi mesi hanno colpito duramente i dissidenti all’interno del Paese nonché i rifugiati e i migranti che transitano per la Tunisia. Con l’aggravarsi della svolta autoritaria, decine di dissidenti, attivisti, giornalisti ed esponenti dell’opposizione sono stati arrestati.

Saeid, il giorno prima della visita dei rappresentanti europei, ha dichiarato che la Tunisia non diventerà una guardia di frontiera per altri Paesi, in contrasto con il suo discorso del 21 febbraio in cui ha esortato le forze di sicurezza ad agire contro le persone provenienti dall’Africa subsahariana, affermando che portano violenza e criminalità in Tunisia. Parole a cui sono seguiti attachi razzisti e una repressione su vasta scala.

L’Italia è la destinazione della maggior parte delle partenze di rifugiati e migranti dalla Tunisia e bloccare questa rotta dei migranti è una priorità per Meloni. Secondo i difensori dei diritti umani, nel tentativo di fermare le partenze il governo di Roma è disposto ad ignorare abusi e violazioni dei diritti umani poiché la sua unica priorità è tenere lontani rifugiati e migranti. Le autorità tunisine sostengono di aver impedito a 13.000 persone di tentare partire per l’Italia dalla città costiera orientale di Sfax nei primi tre mesi di quest’anno. Pagine Esteri

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Continua senza fine la strage dei morti sul lavoro nel nostro paese. Continua nel silenzio criminale di governi responsabili per le leggi fatte e per quelle non


Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione negoziale sul regolamento sull’intelligenza artificiale (IA) nella votazione avvenuta mercoledì (14 giugno) nella sessione plenaria a Strasburgo. La posizione è passata a larga maggioranza con 499 voti a favore, 28 contrari e...


Historic vote: EU Parliament to ban biometric mass surveillance


Strasbourg, 14/06/2023 – Today, the European Parliament voted to ban real-time facial surveillance in public spaces in the EU’s new Artificial Intelligence Act (AI Act). Automated behavioural surveillance, on the other hand, is …

Strasbourg, 14/06/2023 – Today, the European Parliament voted to ban real-time facial surveillance in public spaces in the EU’s new Artificial Intelligence Act (AI Act). Automated behavioural surveillance, on the other hand, is not to be banned (277:306:38 votes). With this position, the European Parliament enters trilogue negotiations with EU governments on the final legislation.

EU lawmaker and digital freedom fighter Patrick Breyer (Pirate Party) comments:

“Even if we were not able to secure a majority for a ban on automated behavioural surveillance: The fact that the European Parliament is pushing for a ban on real-time face surveillance in public spaces is a historic success for the civil rights movement and a clear vote against a dystopian future of Chinese-style biometric mass surveillance in Europe. After all, biometric real-time surveillance has never been able to prevent a terrorist attack, as advocates would have us believe. With false alarm rates as high as 99%, these technologies are not nearly reliable enough to be of any use. These technologies systematically discriminate against underrepresented groups and have a chilling effect on a free and diverse society.

„The ‘exceptions’ demanded by EU governments and the Commission would effectively remove the ban, as there are always many people who are wanted by judicial warrant. To look even for a single person, facial surveillance would still have to be applied on everyone – which is exactly what mass surveillance is. Worse, such exceptions are used by governments as ‘instruction manuals’ to legitimise new mass surveillance laws.

„People who feel constantly watched and monitored cannot freely and courageously stand up for their rights and for a just society. In the upcoming negotiations with EU governments, we must fight for a Europe free of dystopian mass surveillance.”

In the run-up, a petition of 250,000 citizens had called for a ban on error-prone and discriminatory facial surveillance.

Plenary speech by Patrick Breyer yesterday: patrick-breyer.de/en/artificia…

Failed motion to ban automated behavioural surveillance:

europarl.europa.eu/doceo/docum…


patrick-breyer.de/en/historic-…

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Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione negoziale sulla legge sull’intelligenza artificiale (IA) nella votazione avvenuta mercoledì (14 giugno) nella sessione a Strasburgo. La posizione è passata a larga maggioranza con 499 voti a favore, 28 contrari e 93...


Accelerare l’export della Difesa. Ecco il piano del Pentagono


Migliorare la comprensione dei requisiti dei partner, consentire revisioni efficienti per il rilascio della tecnologia, fornire rapidamente agli alleati le capacità necessarie, accelerare il supporto all’acquisizione di sistemi, espandere la capacità dell

Migliorare la comprensione dei requisiti dei partner, consentire revisioni efficienti per il rilascio della tecnologia, fornire rapidamente agli alleati le capacità necessarie, accelerare il supporto all’acquisizione di sistemi, espandere la capacità della base industriale della difesa e garantire l’ampio sostegno governativo. Sono questi i sei punti-chiave per migliorare e accelerare l’impegno del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti a migliorare il programma Foreign military sales (Fms) evidenziati dal Tiger team, una task force istituita nell’agosto del 2022 dal segretario della Difesa, Lloyd Austin per affrontare le inefficienze nel trasferimento di piattaforme di difesa da parte degli Stati Uniti a Paesi alleati e partner.

I Foreign military sales

Il programma Foreign military sales consente al governo degli Stati Uniti di utilizzare il sistema di acquisizione del dipartimento della Difesa per acquistare piattaforme militari per conto dei Paesi amici degli Stati Uniti. Il programma è gestito dalla Defense security cooperation agency ed è autorizzato dall’Arms export control act, sotto la supervisione del dipartimento di Stato. L’obiettivo del Tiger team voluto da Austin, un termine nato in ambito militare che definisce una squadra incaricata di mettere sotto pressione le difese amiche per identificarne le vulnerabilità, è quello di portare avanti la direzione della strategia di difesa nazionale Usa. Il team ha analizzato tutte le fasi del processo del programma Fms, individuando best practice e identificando le vulnerabilità sistemiche. Il team ha anche incorporato il feedback delle nazioni partner e dell’industria statunitense sui modi per migliorare l’efficienza dell’attuazione del processo Fms.

Riforme del DoD

Il Team voluto da segretario è composto da rappresentanti di alto livello provenienti da tutto il dipartimento della Difesa, co-diretto dal vice-sottosegretario alla Difesa per le acquisizioni e la manutenzione, Radha Plumb, e dal vice-sottosegretario alla Difesa per le politiche, Sasha Baker. Inoltre, per attuare le raccomandazioni elaborate dal Tiger team, il dipartimento ha istituito l’Fms Continuous process improvement board (Cpib) che fungerà da struttura interna di governance permanente. Il Cpib, che riferisce direttamente al segretario della Difesa, sarà responsabile dell’attuazione delle raccomandazioni, della misurazione dell’impatto e della continua ricerca di aree di miglioramento del processo complessivo.

Misure per migliorare la collaborazione

Il segretario Austin ha quindi dato istruzioni alle agenzie che si occupano dell’Fms di implementare i risultati del Tiger team. In primo luogo, accelereranno le discussioni con gli alleati sui requisiti per accedere al programma, in modo da ridurre eventuali ritardi. A questo proposito, il dipartimento ha intenzione di modificare il modo gestisce l’intera materia di cooperazione di sicurezza, istituendo un servizio di cooperazione per la sicurezza della Difesa parallelo a quello degli addetti militari presenti nelle varie ambasciate. Inoltre, per ridurre gli ostacoli all’esportazione di capacità-chiave, il dipartimento statunitense rivedrà e aggiornerà le politiche pertinenti e conferirà ai funzionari responsabili il potere di migliorare l’efficienza della revisione e del rilascio di tecnologia per la difesa agli alleati e ai Paesi partner.

Accelerare i programmi Fms

Per sostenere ulteriormente le esigenze di sicurezza dei Paesi alleati, il dipartimento della Difesa svilupperà una metodologia per facilitare i Non-programs of record, ovvero l’invio all’estero di attrezzature che non fanno più parte dell’inventario militare statunitense. Per far avanzare le priorità di acquisizione Fms e le tempistiche di aggiudicazione per gli alleati e le nazioni partner, il dipartimento stabilirà nuovi standard di aggiudicazione dei contratti e svilupperà nuovi sistemi per monitorare i processi Fms.

Riforme interne

Guardando verso il lato domestico della questione, per ridurre i tempi di produzione dei sistemi militari il dipartimento incorporerà i requisiti degli alleati e dei partner negli sforzi in corso per espandere la capacità produttiva della Difesa statunitense. Ciò comprenderà lo sviluppo di uno studio completo per incentivare gli investimenti e la creazione di nuove capacità per quelle piattaforme, sistemi e servizi necessari ma la cui disponibilità risulti limitata. Su questo, la strategia individuata dal Pentagono comprenderà l’uso di contratti pluriennali, un maggiore utilizzo del Fondo speciale per le acquisizioni della difesa, analisi previsionali quinquennali della domanda dei partner e un impegno costante con la base industriale nazionale. Infine, il dipartimento della Difesa ha intenzione di potenziare la propria collaborazione con il dipartimento di Stato e con le altre istituzioni parte dei processi per l’Fms, compreso il Congresso.


formiche.net/2023/06/accelerar…



Pechino ribadisce appoggio a diritti dei palestinesi


Xi Jinping "sosteniamo la giusta causa intrapresa dal popolo palestinese per la restaurazione dei suoi legittimi diritti nazionali" L'articolo Pechino ribadisce appoggio a diritti dei palestinesi proviene da Pagine Esteri. https://pagineesteri.it/2023/0

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della redazione

Pagine Esteri, 14 giugno 2023Pechino appoggia con forza il diritto dei palestinesi all’indipendenza e alla sovranità nazionale. Lo scrive l’agenzia di stampa China News Service, riferendo dei colloqui oggi a Pechino tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas (Abu Mazen), il primo leader arabo ricevuto a Pechino quest’anno. “La Cina è stato uno dei primi Paesi a riconoscere l’Organizzazione per la liberazione della Palestina e lo Stato palestinese e sostiene da sempre con fermezza la giusta causa intrapresa dal popolo palestinese per la restaurazione dei suoi legittimi diritti nazionali”, ha dichiarato Xi Jinping. I due presidenti hanno annunciato l’istituzione di un “partenariato strategico”.

Ieri si erano incontrati i ministri degli esteri, il cinese Qin Gang e il palestinese Riyad Al Malki. Qin ha ribadito che la Cina continua a sostenere la soluzione dei due Stati (Israele e Palestina, ndr) per risolvere la questione dei milioni di palestinesi che vivono da 56 anni sotto occupazione militare israeliana. Pagine Esteri

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La Velocità delle Navi a Vela nell’Antichità


La velocità della navi a vela dall’antichità all’avvento delle navi a motore è un argomento che mi ha sempre affascinato. Da un lato, mi impressiona pensare a questi navigatori che attraversavano il Mediterraneo in lungoContinue reading

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L’impronta


Dire che Silvio Berlusconi ha impresso un’impronta profonda nella storia d’Italia è dire una cosa ovvia. Si deve essere capaci di andare oltre ed esprimere un giudizio. La sua scomparsa dovrebbe aiutare a farlo senza più il bisogno di contrastarlo od osan

Dire che Silvio Berlusconi ha impresso un’impronta profonda nella storia d’Italia è dire una cosa ovvia. Si deve essere capaci di andare oltre ed esprimere un giudizio. La sua scomparsa dovrebbe aiutare a farlo senza più il bisogno di contrastarlo od osannarlo per convenienza e senza l’ipocrisia del cordoglio di maniera. Lui ha seguito una sua traiettoria. Quanti lo hanno accompagnato o contestato non sono stati in grado di farlo in modo efficace e guardando al futuro.

Partire dalla televisione aiuta molto a capire quel che è poi successo in politica. Tanto la sinistra comunista quanto il centro democristiano s’illusero di fermare il suo irrompere nei teleschermi accampando ostacoli di ordine tecnologico (la limitatezza delle frequenze) o giuridico (l’assenza di legittimità alle trasmissioni nazionali). Erano balle. Non capirono nulla di quel che stava succedendo e finirono con il favorirlo: le frequenze c’erano ed erano abbondanti, come sarebbe stato in grado di dimostrare chiunque possedesse un telecomando, mentre un anacronistico divieto d’interconnessione era aggirabile mettendo in onda la stessa cosa, nello stesso momento, da punti diversi d’emissione. Quando s’accorsero di star difendendo l’impossibile s’incattivirono, perdendo ulteriormente lucidità.

Fu un cambiamento positivo? Sì. Gli italiani ebbero a disposizione più contenuti e più voci. Quel che interessava al protagonista del nuovo mercato non era convincere gli italiani di un’idea o un’altra, ma di attirarne l’attenzione e vendere pubblicità. Nessuno volle ammettere quel che accadde allora e che poi sarebbe accaduto pari pari in politica: per contrapporsi a Berlusconi e fermarlo, la Rai (di Biagio Agnes) si berlusconizzò. Finanziata dal canone si mise masochisticamente a fare la gara dell’audience, perdendo identità. Ancora oggi la si lottizza, ma supporre che sia un’operazione culturale è potentemente ridicolo.

In politica portò, nel 1994, un’idea inedita non solo in Repubblica ma in tutta intera la storia democratica italiana: il bipolarismo. Prendo chiunque pur di battere gli “altri”. Nel breve volgere di due anni la sinistra fu berlusconizzata: mettiamoci con chiunque pur di batterlo. Sono e siamo ancora lì. E, scomparso l’innovatore, c’è il forte rischio che ci si resti.

Fu un cambiamento positivo? Sì e no. Fu positivo perché interdisse la vittoria annunciata di chi aveva vilmente cavalcato il giustizialismo antipolitico e antiparlamentare. La sinistra pagò un prezzo altissimo all’avere regolato in quel modo i conti con i socialisti di Bettino Craxi e, ancora oggi, non è capace di analizzare quell’errore. Ma la medaglia aveva un risvolto: dominando il polo di centrodestra, Berlusconi finì con il bloccare l’evoluzione della destra. Quella che era stata nostalgica del fascismo – sotto la guida prima di Giorgio Almirante e poi del suo delfino Gianfranco Fini – capì di dovere liberarsi da quel passato, ma pagò il provare a far concorrenza alla forza di Berlusconi. Perse. Mentre cresceva un’altra destra, che non era nostalgica del ventennio ma che si era formata negli anni Settanta e nello squadrismo in lotta con la violenza dell’estrema sinistra, allora molto forte. Di questa destra è figlia Giorgia Meloni, che l’ha corroborata con un nazionalismo antieuropeista che oggi è la sua più nociva zavorra, tanto da esporla alle incursioni della destra che la avversa e lì vuole farla restare. Si è smarrito il lavoro dei padri e si sono inchiodati i figli a un’era, scomparsa, di sprangate e pistolettate.

Berlusconi perse la forza di cambiare gli equilibri, dopo averli dominati. Quando tutti impararono da lui a sondare e seguire gli istinti dell’opinione pubblica (anziché indirizzarli), lui rimase solo a pensare che, però, dei limiti ci sono e che non si può vendere qualsiasi cosa pur di far fatturato o prendere voti. Oggi che se ne va un innovatore si spera che, almeno, una cosa da lui si sia imparata: chi pensa di occupare il futuro con gli schemi del passato è un bene che sia sconfitto.

La Ragione

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Concorso "Diffusione della cultura della legalità e promozione del merito": approvata la graduatoria delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado vincitrici del concorso.

Info ▶️ miur.gov.