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Cisco Rilascia Patch Critiche: Rischio Elevazione Privilegi su Meeting Management


È stata individuata una vulnerabilità critica della sicurezza in Cisco Meeting Management, che potrebbe consentire ad aggressori con accesso di basso livello di elevare i propri privilegi ad amministratori.

Cisco ha emesso un avviso di sicurezza e rilasciato aggiornamenti software per risolvere il problema, invitando gli utenti ad effettuare immediatamente l’aggiornamento.

Il difetto tracciato come CVE-2025-20156 risiede nella REST API di Cisco Meeting Management. Per sfruttare questa vulnerabilità, un aggressore deve inviare richieste API appositamente predisposte a un endpoint specifico.

La vulnerabilità riguarda tutte le versioni di Cisco Meeting Management precedenti alla versione 3.9.1. Si consiglia agli utenti che eseguono versioni precedenti alla 3.9 di migrare a una versione corretta. Le prime versioni sicure sono le seguenti:

  • 3.9.1: Vulnerabilità risolta.
  • 3.10: Non interessato.

Questa vulnerabilità è particolarmente preoccupante in quanto potrebbe consentire agli aggressori di compromettere sistemi critici aumentando i loro privilegi. Tuttavia, solo gli utenti autenticati con accesso di basso livello possono sfruttare la falla, limitandone la portata rispetto alle vulnerabilità non autenticate.

Cisco ha rilasciato aggiornamenti software gratuiti per risolvere questa vulnerabilità. I ​​clienti con contratti di servizio validi possono accedere agli aggiornamenti tramite i loro soliti canali di supporto o tramite la pagina Cisco Support and Downloads.

Per coloro che non dispongono di contratti di assistenza, il Cisco Technical Assistance Center (TAC) può fornire assistenza per ottenere le patch necessarie. Non esistono soluzioni alternative per questo problema, pertanto gli aggiornamenti software rappresentano l’unica soluzione praticabile per mitigare il rischio.

Cisco consiglia vivamente a tutti i clienti:

  • Esegui subito l’aggiornamento alla versione 3.9.1 o successiva.
  • Prima di effettuare l’aggiornamento, verificare che i dispositivi dispongano di memoria sufficiente e configurazioni hardware compatibili.
  • Rivedere regolarmente gli avvisi di sicurezza per tutti i prodotti Cisco per garantire una protezione completa.

Finora, il Product Security Incident Response Team (PSIRT) di Cisco non ha osservato alcuno sfruttamento attivo di questa vulnerabilità in circolazione. Il problema è stato scoperto durante i test di sicurezza interni, evidenziando le misure proattive adottate da Cisco per identificare e affrontare potenziali minacce prima che vengano sfruttate.

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“Ringrazio la Conferenza episcopale italiana per la nomina riservata all’Aiart in segno di stima e di vicinanza e sono certo che il contributo di don Oronzo Marraffa sarà di alto profilo e ci aiuterà e sosterrà nel cammino che ci vede sempre più impe…


Bastian’s Night #410 Januar, 23th


Every Thursday of the week, Bastian’s Night is broadcast from 21:30 CET (new time).

Bastian’s Night is a live talk show in German with lots of music, a weekly round-up of news from around the world, and a glimpse into the host’s crazy week in the pirate movement aka Cabinet of Curiosities.

It will also be a bit Christmassy.


If you want to read more about @BastianBB: –> This way


piratesonair.net/bastians-nigh…




Grazia concessa da Trump al fondatore di Silk Road, ex marketplace dark


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
Il nuovo contesto che si sta venendo a creare con il secondo mandato Trump in USA, parla anche di cybersecurity: la recente grazia concessa a Ross Ulbricht, fondatore del marketplace online Silk Road, ha sollevato nuove domande sulla gestione delle minacce cyber e



Caso Najeem Almasri: la Corte penale internazionale chiede spiegazioni all’Italia


@Politica interna, europea e internazionale
La Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja ha chiesto all’Italia di spiegare i motivi della scarcerazione “senza preavviso o consultazione” del generale libico Najeem Osama Almasri Habish, il capo della Polizia giudiziaria di Tripoli accusato



In preparazione al decimo anniversario dell'enciclica Laudato Si’ (24 maggio 2015), il Collegium Maximum della Pontificia Università Gregoriana promuove due percorsi formativi online, in lingua italiana e in lingua inglese, aperti e a tutti, sul tema…


La Sicurezza dei Dati Personali: Best Practices per Utenti e Aziende


Oggi è molto importante fare attenzione ai propri dati personali. In un mondo interconnesso come il nostro, dove la rete internet è una costante nelle nostre vite, il rischio di frodi basate sull’utilizzo improprio di questi dati è all’ordine del giorno.

Prima di acquistare un nuovo smartphone, come un iPhone 14, bisognerebbe cercare di acquisire tutte le competenze necessarie per evitare di incorrere in problemi di questo genere. Ci sono tante pratiche che potreste mettere in atto per tenere i vostri dati al sicuro, e questo vale sia per i privati che per le aziende.

I rischi per le aziende


Per le aziende i rischi non sono solamente quelli relativi ai propri dati, ma sono anche e soprattutto quelli collegati ai dati raccolti nel corso del tempo, come ad esempio quelli dei propri clienti. Esistono specifiche norme in materia, che regolano il modo in cui tali dati devono essere trattati. Tra le principali normative c’è il ben noto GDPR, ossia il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati.

Un’azienda che non protegge i dati raccolti potrebbe avere una pessima ricaduta in termini di reputazione.

Le aziende, più dei privati, sono costantemente esposte a rischi informatici di varia natura, dato il valore strategico delle informazioni che gestiscono. I dati sensibili dei clienti, i progetti interni, la proprietà intellettuale e le risorse finanziarie sono tutti obiettivi estremamente appetibili per i cyber criminali. La compromissione di queste informazioni può provocare danni economici irreparabili, sanzioni legali e un danno reputazionale che può minare la fiducia di clienti e partner.

Gli attacchi informatici contro le aziende sono sempre più sofisticati e mirati. Tra le minacce principali vi sono i ransomware, che bloccano i sistemi aziendali richiedendo un riscatto, e gli attacchi di phishing, progettati per rubare credenziali e dati sensibili. Molto spesso, queste minacce sfruttano errori umani, come un click su un link sospetto o l’uso di password deboli, per infiltrarsi nei sistemi aziendali.

Un ulteriore rischio è rappresentato dalle vulnerabilità nei sistemi informatici non aggiornati. Le aziende che trascurano di installare patch di sicurezza o che utilizzano software obsoleti diventano facili prede per i cyber criminali. Inoltre, l’aumento dello smart working e la dipendenza dalle infrastrutture cloud hanno ampliato la superficie di attacco, rendendo ancora più complesso proteggere l’integrità dei dati.

La gestione inadeguata dei dati è un altro aspetto critico. Molte aziende non implementano protocolli di sicurezza robusti, come la crittografia o il controllo degli accessi, esponendosi a furti e violazioni. In alcuni casi, le informazioni sottratte vengono rivendute sul dark web o utilizzate per ulteriori attacchi, con ripercussioni a lungo termine.

È fondamentale che le aziende investano in misure di sicurezza informatica avanzate e sensibilizzino i propri dipendenti sui comportamenti sicuri da adottare. La protezione dei dati non è solo una questione tecnologica, ma anche una responsabilità condivisa da ogni membro dell’organizzazione. Solo un approccio proattivo e integrato può ridurre significativamente i rischi e proteggere il futuro dell’azienda.

Best practices per gli utenti


Passiamo ora a ciò che potreste mettere in pratica per proteggere i vostri dati in quanto utenti.

Il nostro consiglio è di iniziare dalle basi, ossia dall’utilizzo di password sicure e affidabili e dall’attivazione di sistemi di autenticazione a due fattori.

Per quanto riguarda le password vi suggeriamo di utilizzare combinazioni diverse per i vostri account. In questo modo chi dovesse scoprirne una non avrebbe comunque modo di accedere a tutti i vostri profili. Oltre a ciò cercate di cambiare le password con regolarità.

L’autenticazione a due fattori (o MFA) invece, rappresenta un vero e proprio ostacolo per i malintenzionati. Per accedere ad uno dei vostri profili potreste aggiungere l’obbligo di una seconda autenticazione, attraverso ad esempio l’inserimento di un codice temporaneo ricevuto tramite SMS.

Queste soluzioni che vi abbiamo appena presentato possono essere molto utili, ma potrebbero non bastare. Fate attenzione alle mail che aprite, verificando il mittente prima di cliccare su qualsiasi link. In più evitate di usare reti Wi-Fi pubbliche che non siano protette, perché potreste prestare il fianco alle minacce dei criminali informatici.

Best practices per le aziende


Per proteggersi efficacemente dalle minacce informatiche, le aziende devono adottare una combinazione di tecnologie, processi e formazione. Ecco alcune delle migliori pratiche che ogni azienda dovrebbe implementare per proteggere i propri dati e sistemi:

  1. Aggiornamenti regolari dei sistemi
    Garantire che tutti i software, i sistemi operativi e le applicazioni siano sempre aggiornati con le ultime patch di sicurezza. Le vulnerabilità note sono spesso il punto di ingresso per i cyber criminali.
  2. Utilizzo di strumenti di sicurezza avanzati
    Implementare firewall, sistemi di rilevamento delle intrusioni (IDS) e strumenti antivirus di livello aziendale. Questi strumenti aiutano a monitorare il traffico di rete e a bloccare eventuali minacce prima che possano causare danni.
  3. Crittografia dei dati sensibili
    Proteggere i dati sensibili, sia in transito che a riposo, attraverso l’uso della crittografia. Questo assicura che, anche in caso di furto, le informazioni siano inutilizzabili senza le chiavi di decrittazione.
  4. Controllo degli accessi
    Implementare politiche di accesso basate sui ruoli (RBAC) per garantire che solo il personale autorizzato abbia accesso a determinate informazioni o sistemi. È importante utilizzare l’autenticazione a due fattori (2FA) o multifattore (MFA) per rafforzare ulteriormente la sicurezza.
  5. Backup regolari e test dei ripristini
    Effettuare backup frequenti di tutti i dati aziendali critici e verificarne periodicamente l’integrità. I backup devono essere conservati in ambienti sicuri e separati dalla rete principale per prevenire danni in caso di attacco.
  6. Sensibilizzazione e formazione del personale
    Organizzare sessioni di formazione periodiche per educare i dipendenti sulle minacce informatiche più comuni, come phishing, ransomware e social engineering. La consapevolezza dei rischi è una delle migliori difese contro gli errori umani.
  7. Monitoraggio continuo e gestione delle anomalie
    Implementare un sistema di monitoraggio continuo che rilevi comportamenti anomali nella rete e nei sistemi. Una risposta tempestiva a un’attività sospetta può limitare i danni di un possibile attacco.
  8. Politiche di gestione delle password
    Richiedere l’uso di password forti e uniche per tutti gli account aziendali. Le password devono essere cambiate regolarmente, e si dovrebbe incoraggiare l’uso di un gestore di password per garantire la sicurezza.
  9. Pianificazione della risposta agli incidenti
    Avere un piano chiaro e ben definito per rispondere agli incidenti di sicurezza. Questo piano dovrebbe includere procedure per identificare, contenere e mitigare gli attacchi, oltre a linee guida per informare le autorità competenti e gli stakeholder.
  10. Valutazioni di sicurezza periodiche
    Eseguire regolari audit di sicurezza e test di penetrazione per identificare e correggere potenziali vulnerabilità. Questo aiuta a prevenire attacchi prima che possano verificarsi.

Adottando queste best practices, le aziende possono ridurre significativamente la probabilità di subire attacchi informatici e proteggere i dati sensibili, garantendo al contempo la continuità delle loro operazioni.

Conclusioni


In un’epoca in cui le minacce informatiche sono in continua crescita, la sicurezza informatica non è più un’opzione, ma una necessità imprescindibile per ogni azienda. Se non hai mai avviato un programma di cybersecurity, il momento di farlo è ora. Rimandare queste iniziative può sembrare una scelta conveniente a breve termine, ma i rischi a cui ti esponi possono avere conseguenze devastanti.

La realtà è semplice: la sicurezza informatica ha un costo, ma è sempre meglio pagarla prima, investendo in misure preventive, piuttosto che dopo, quando le conseguenze di un attacco potrebbero richiedere spese enormemente superiori per il ripristino dei sistemi, il recupero della reputazione aziendale e la gestione dei danni legali.

Ogni azienda, grande o piccola, ha la responsabilità di proteggere i propri dati e quelli dei propri clienti. Investire in cybersecurity oggi significa garantire la continuità del proprio business, salvaguardare le proprie risorse e costruire un rapporto di fiducia con i propri clienti. Non aspettare che un incidente dimostri il vero costo di trascurare la sicurezza: agisci ora per proteggere il futuro della tua azienda.

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Il ritiro USA dall’Oms riduce gli aiuti ai Paesi che combattono l’Aids


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il ministro delle finanze dello Zimbabwe ha espresso mercoledì preoccupazione riguardo al possibile impatto che il ritiro degli Stati Uniti dall'Organizzazione mondiale della sanità potrebbe avere sugli aiuti destinati ai paesi più vulnerabili, come lo Zimbabwe, duramente



Prima di effettuare le #IscrizioneOnline, per orientarsi nelle scelte che riguardano il futuro, sulla Piattaforma Unica è possibile consultare i dati e le tendenze su #istruzione, #formazione e #occupazione.

Qui le statistiche ▶ https://unica.



Un bug di Cloudflare Consente Di Tracciare la Posizione Con Una Immagine Su Signal, Discord o X


404 Media ha segnalato un problema con Cloudflare che ti consente di sapere quale data center aziendale viene utilizzato per memorizzare la cache di una particolare immagine. Di conseguenza, un utente malintenzionato può scoprire la posizione approssimativa degli utenti di Signal, Discord, X (Twitter) e altre applicazioni.

Come funziona il bug


L’aggressore deve solo inviare al bersaglio un’immagine qualsiasi e la vittima non deve nemmeno cliccare sull’immagine affinché l’attacco funzioni. La pubblicazione sottolinea che in questo modo è possibile ottenere dati molto approssimativi sulla posizione: nei test 404 Media, l’attacco ha mostrato in quale città o stato si trovava la persona, ma non ha fornito informazioni più precise. Tuttavia, l’attacco rappresenta ancora una minaccia per gli utenti.

“Molto probabilmente si tratta di un bug nel funzionamento dell’applicazione mobile e non di una vulnerabilità nel codice stesso, ma penso comunque che debba essere risolto”, ha detto alla pubblicazione Daniel, ricercatore indipendente sulla sicurezza informatica, che ha scoperto il problema. Sottolinea che gli sviluppatori di Cloudflare hanno ora corretto il bug che sfruttava il suo strumento personalizzato.

Il problema era legato al CDN (Content Delivery Network) di Cloudflare, che memorizza nella cache i contenuti su più server distribuiti e quindi li consegna agli utenti in base alla loro posizione. Pertanto, se un utente si trova a San Francisco, la CDN di Cloudflare utilizza la parte della sua CDN più vicina all’utente per accelerare la consegna dei contenuti. Cloudflare afferma di avere data center in più di 330 città in 120 paesi e molte applicazioni utilizzano la CDN dell’azienda per fornire contenuti.

Si basa tutto sulla posizione dei datacenter di CloudFlare


Come si è scoperto, grazie a ciò, un estraneo ha potuto scoprire quale parte del CDN di Cloudflare è stata utilizzata durante la trasmissione dell’immagine e, in base a ciò, determinare la posizione del destinatario.

“Cloudflare condivide la cache tra i data center, in modo che gli aggressori possano facilmente correlare la cache e triangolare la posizione degli utenti”, spiega Daniel. “Ciascuno dei data center di Cloudflare ha il proprio spazio di archiviazione della cache locale per un’elaborazione più rapida dei contenuti, quindi puoi controllare ciascun data center per vedere dove i contenuti sono stati memorizzati nella cache.”

Per effettuare un simile attacco, Daniel ha inviato al bersaglio un’immagine tramite messaggistica istantanea o un’altra applicazione. Ha quindi utilizzato Burp Suite per intercettare l’URL dell’immagine caricata. Ha quindi utilizzato il suo strumento personalizzato, chiamato Cloudflare Teleport, per inviare richieste a ciascun data center Cloudflare (per vedere quale stava memorizzando la richiesta nella cache).

Le query di Cloudflare Teleport hanno restituito risultati HIT o MISS. In caso di successo, il ricercatore ha scoperto in quale data center si trovava il suo obiettivo, il che ha permesso di determinare la posizione approssimativa della persona.

I giornalisti hanno chiesto a Daniel di dimostrare in pratica l’attacco e sono riusciti a scoprire la posizione di diversi utenti di Signal (con il loro consenso). Da notare che in alcuni casi l’attacco richiedeva l’apertura di una chat, ma in altri casi la notifica push poteva caricare un’immagine senza che la vittima avesse nemmeno bisogno di avviare l’applicazione stessa.

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Il Papa ha incaricato il card. Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, di recarsi in Siria per portare il suo abbraccio e la sua benedizione ai cattolici di quel Paese.


Il Messico si prepara alle deportazioni di Trump


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Le autorità messicane hanno iniziato a costruire rifugi temporanei su larga scala per gestire il possibile flusso di messicani deportati dagli Stati Uniti
L'articolo Il Messico si prepara alle deportazioni di pagineesteri.it/2025/01/23/in-…



Mosca punta sulla Libia per sostituire la Siria come trampolino per l’Africa


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il crollo del regime di Assad costringe la Russia a intensificare la creazione di installazioni militari strategiche in Libia per non perdere l'approdo mediterraneo e la proiezione militare nel continente africano
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La Telco Russa Rostelecom sotto attacco: Dati trapelati e sospetti su un appaltatore


MOSCA, 21 gennaio – Rostelecom, uno dei principali fornitori di telecomunicazioni in Russia, si trova al centro di un nuovo scandalo sulla sicurezza informatica. Secondo quanto riportato dalla stessa azienda, un attacco hacker ha compromesso i dati gestiti da un appaltatore responsabile della manutenzione del sito web aziendale e del portale degli acquisti. I primi riscontri indicano che gli hacker, un gruppo autodefinitosi Silent Crow, hanno pubblicato un archivio contenente migliaia di indirizzi e-mail e numeri di telefono presumibilmente rubati a Rostelecom.

Silent Crow e la fuga di dati


Il gruppo Silent Crow ha rilasciato i dati su un canale Telegram privato, senza chiedere riscatti o avanzare richieste specifiche. Il materiale pubblicato include 154.000 indirizzi e-mail unici e 101.000 numeri di telefono. Tuttavia, Rostelecom ha assicurato che i dati personali altamente sensibili non sono stati compromessi. Nonostante ciò, l’azienda ha invitato gli utenti delle piattaforme coinvolte a reimpostare le password e ad abilitare l’autenticazione a due fattori per proteggere ulteriormente i propri account.

In risposta all’incidente, il Ministero russo per lo sviluppo digitale ha dichiarato che l’attacco non ha avuto alcun impatto sul portale dei servizi statali e che i dati sensibili degli abbonati non sono stati compromessi. L’azienda sta attualmente analizzando il database diffuso per verificare l’entità della violazione e accertare se i dati rubati siano effettivamente riconducibili alla sua infrastruttura.

Supply chain o un attacco mirato?


Secondo gli esperti, l’attacco potrebbe essere stato facilitato da vulnerabilità nei moduli di feedback utilizzati dall’appaltatore. Questo ha sollevato preoccupazioni non solo per Rostelecom, ma per l’intero ecosistema delle telecomunicazioni in Russia. Anton Antropov, direttore tecnico dell’integratore di sistemi IT-Task, ha evidenziato l’importanza di comprendere come l’incidente influenzerà la reputazione dell’operatore statale e degli altri fornitori di servizi simili. La percezione pubblica potrebbe infatti oscillare tra un attacco mirato all’operatore stesso e un problema legato a un fornitore esterno.

Il gruppo Silent Crow, sebbene poco noto, sta guadagnando visibilità con attacchi sempre più frequenti. In passato, ha rivendicato la violazione di Rosreestr, l’agenzia governativa russa per i registri immobiliari, e di una sussidiaria di Alfa-Bank, la maggiore banca privata del Paese. Pur non chiedendo riscatti, la loro strategia sembra mirare a destabilizzare istituzioni chiave e grandi aziende, sollevando interrogativi sulle loro motivazioni e possibili legami con altri gruppi cybercriminali.

L’attacco a Rostelecom rappresenta un ulteriore monito sull’importanza della sicurezza informatica per le infrastrutture critiche. In un contesto dove gli hacker stanno evolvendo le loro tecniche, la protezione delle reti e dei dati personali diventa una priorità assoluta. Resta da vedere se Silent Crow continuerà a colpire altri obiettivi e quale sarà l’impatto a lungo termine sulla fiducia degli utenti nelle grandi aziende di telecomunicazioni.

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Malspam & Italia: CERT-AGID pubblica l’analisi sul Trend 2024


Questo report offre un quadro sintetico sui numeri delle principali campagne malevole osservate dal CERT‑AGID nel corso del 2024 che hanno colpito soggetti pubblici e privati afferenti alla propria constituency.

Le informazioni qui presentate sono state raccolte tramite diverse fonti, tra le quali le segnalazioni spontanee provenienti da soggetti privati o Pubbliche Amministrazioni, le rilevazioni dei sistemi automatizzati del CERT-AGID impiegati a difesa proattiva della propria constituency, le analisi dettagliate di campioni di malware e le indagini sugli incidenti trattati.

Analisi delle tendenze generali


Dall’analisi delle tendenze generali riscontrate nel periodo considerato, si sono contraddistinte, nel vasto panorama delle minacce informatiche, le seguenti:

  • aumento delle campagne via caselle PEC compromesse: l’utilizzo di caselle di Posta Elettronica Certificata (PEC) compromesse è triplicato rispetto all’anno precedente, con un picco di attività registrato nella seconda metà del 2024. Questo vettore, sempre ambito dagli attori malevoli, consente di rendere più verosimili le campagne di phishing e permette di aumentare la distribuzione di malware come Vidar;
  • incremento dell’uso di bot Telegram come C2: quest’anno si è registrato un significativo aumento dell’utilizzo improprio di bot Telegram come server di Command and Control (C2) per attività di phishing e distribuzione di malware. Questa strategia permette agli attori malevoli di gestire con un buon grado di anonimato le comunicazioni con i sistemi compromessi.
  • in crescita la registrazione di domini potenzialmente ingannevoli: durante il 2024 sono stati registrati numerosi domini che richiamano il nome di enti noti come INPS, Agenzia delle Entrate e Polizia di Stato. Sebbene alcuni siano stati realmente utilizzati per campagne di phishing e altre truffe, la maggior parte di essi è rimasta inattiva o è attualmente in vendita.
  • prevalenza degli infostealertra i software malevoli: gli infostealer hanno rappresentato la categoria di malware più diffusa, veicolati principalmente tramite archivi compressi di tipo ZIP e RAR. Questi formati continuano a essere i vettori iniziali più usati, spesso contenenti script o eseguibili utili ad avviare la catena di infezione;
  • incremento delle minacce per sistemi Android: le campagne malevole rivolte ai dispositivi mobili hanno registrato un notevole aumento rispetto all’anno precedente. Malware come Irata e SpyNote sono stati diffusi tramite smishing e file APK malevoli, con lo scopo principale di rubare credenziali bancarie e codici OTP, eseguendo transazioni fraudolente in tempo reale.


I dati riepilogativi del 2024


Nel corso del 2024, il CERT-AGID ha individuato e contrastato un totale di 1767 campagne malevole, condividendo con la sua constituency un totale di 19.939 Indicatori di Compromissione (IoC).

In totale sono state identificate 69 famiglie di malware. Dei sampleanalizzati, circa il 67% rientra nella categoria degli Infostealer, mentre il restante 33% in quella dei RAT (Remote Access Trojan). Nel contesto di attacchi di phishing/smishing, che hanno coinvolto complessivamente 133 brand, l’obiettivo principale è stato il furto di credenziali bancarie, di credenziali di accesso a webmail e, nel caso dello smishing ai danni di INPS, il furto di documenti di identità.

I 10 malware più diffusi in Italia


Nel corso del 2024, AgentTesla si è affermato come il malware più diffuso in Italia, seguito da Formbook e Remcos. Appena fuori dai primi 10, con 10 eventi, troviamo anche Vidar, un Malware-as-a-Service appartenente alla categoria degli Infostealer, veicolato tramite indirizzi PEC compromessi.

I 10 “temi” più sfruttati per veicolare malware


I principali “temi” sfruttati rimangono simili a quelli degli anni precedenti. Particolarmente ricorrente è stato il tema Pagamenti, utilizzato in ben 141 campagne. I malware più frequentemente diffusi mediante tale argomento sono stati i seguenti:

Degno di nota, anche se non rientra tra i primi dieci “temi” descritti, è stato il sofisticato tentativo di frode ai danni di utenti dell’Agenzia delle Entrate, finalizzato a infettare le vittime con un malware di tipo keylogger.

Canali di diffusione delle campagne malevole

Rispetto all’anno precedente è più che triplicato il numero delle campagne malevole diffuse attraverso caselle di Posta Elettronica Certificata (PEC) compromesse, con un picco significativo riscontrato nella seconda metà dell’anno.

Questa modalità di invio è stata sfruttata per 57 campagne totali, di cui 12 finalizzate alla distribuzione di malware e 45 destinate ad attività di phishing. Quest’ultimo ha avuto come tema principale il settore bancario, con un’attenzione particolare nei riguardi dei clienti di Intesa Sanpaolo. Un numero considerevole di email malevole ha colpito, inoltre, anche gli utenti di Aruba. Nei casi di malspam via PEC, come già accennato, è stato Vidar il protagonista di diverse ondate.

Contestualmente, si è registrata una riduzione di circa il 37% nell’utilizzo dello smishing, ossia l’invio massivo di SMS fraudolenti che imitano comunicazioni provenienti da istituti bancari, servizi postali come Poste italiane, INPS o altri enti legittimi e contenenti link a risorse malevole come pagine di phishing o di download malware per dispositivi mobili.

In definitiva, il canale complessivamente più utilizzato rimane comunque quello della Posta Elettronica Ordinaria (PEO), sfruttato per veicolare numerose tipologie di phishing e malware.

Malware per dispositivi mobili basati su sistemi Android


Nel corso del 2024 sono quasi triplicate le campagne malware mirate a compromettere dispositivi mobili con sistemi Android: ben 76 campagne malevole contro le 29 del precedente anno. Tra i diversi malware identificati, Irata è la famiglia più diffusa, seguita da SpyNote e da altri malware in misura inferiore.

La maggior parte di questi malware sono stati comunque veicolati tramite campagne di smishing, nelle quali gli attori malevoli tentano di indurre le vittime ad installare falsi aggiornamenti o nuove app. Nello specifico, i file APK vengono scaricati attraverso un link contenuto nel messaggio, che rimanda a un dominio di solito registrato e predisposto ad hoc.

La funzionalità predominante di queste applicazioni malevole rimane sempre il furto di credenziali bancarie. Tuttavia, le attività svolte dal malware si sono differenziate: oltre al furto di credenziali, alcune varianti intercettano o richiedono il controllo degli SMS per accedere ai codici OTP (One-Time Password). Una volta ottenuto l’accesso a tali informazioni, gli attori malevoli eseguono così le transazioni in tempo reale, sfruttando gli SMS intercettati per completare il processo di autenticazione/autorizzazione.

Tipologie di file utilizzati per veicolare malware


I formati di file più frequentemente adoperati per veicolare malware rimangono gli archivi compressi, che costituiscono circa il 41% dei file malevoli riscontrati e sono utilizzati per contenere al loro interno file pericolosi o collegamenti ad essi. Come quantità spiccano i formati ZIP e RAR, mentre è più occasionale l’utilizzo di altri formati, come 7Z, GZ, Z, XZ e TAR.

Al secondo posto, per un totale di quasi il 14%, troviamo file scriptin diversi formati, quali JS, VBS, BAT e PS1, che, alla stessa stregua dei file eseguibili EXE, in molti casi possono essere lanciati anche semplicemente facendo un “doppio click” e permettono di eseguire comandi dannosi sul sistema, come il download e l’esecuzione di ulteriori malware, la modifica di configurazioni di sistema o l’esfiltrazione di dati.

Alcuni di questi formati rappresentano il vettore iniziale di una infezione. Altri, come i PS1 (script di PowerShell) o gli EXE (file eseguibili), rappresentano invece i passi di infezione successivi e spesso il cosiddetto payload finale del malware. Questo significa che vengono scaricati o eseguiti dopo il download e l’attivazione del primo stadio dell’infezione, come ad esempio uno script malevolo (JS, VBS, BAT) contenuto generalmente all’interno di un archivio compresso come ad esempio ZIP o RAR.

Permane comunque l’uso di documenti contenenti link a file di script o altre risorse dannose, in particolare file PDF, documenti Excel, Word e altri formati della suite Office, per un totale di circa il 10% del totale.

Si nota, inoltre, una frequenza sempre maggiore d’utilizzo di file APK (9,8%) per l’istallazione di applicazioni dannose su sistemi Android.

Si osserva infine un modesto utilizzo (circa il 5%) di file HTML malevoli, che si presentano come finte pagine web e sono utilizzati per diffondere principalmente phishing di varia natura, come avvenuto per i casi di campagne che hanno sfruttato Outlook e DocuSign. Utilizzati anche file formato LNK, che, come primo passo nella catena di compromissione, possono eseguire comandi o reindirizzare ad altre risorse, come file scaricabili o pagine web.

Esposizione di dati trafugati


Le campagne di malware che sfruttano codice di tipo Infostealer hanno portato a una preoccupante quantità di informazioni relative a utenze italiane esfiltrate, che sono state successivamente messe in vendita su diversi canali online. L’attenzione del CERT-AGID è stata rivolta in particolare alle utenze di caselle PEC e di servizi fiduciari coinvolti e, più in generale, anche alle eventuali utenze appartenenti al dominio della Pubblica Amministrazione.

Complessivamente sono state individuate 34 compromissioni di diversa natura, per lo più riguardanti diffusione illecita di database di aziende private e di servizi non istituzionali, che contenevano comunque più di 250.000 indirizzi e-mail appartenenti a enti pubblici insieme a numerosi dati personali e non. Di queste, poco meno della metà contenevano anche password trafugate illecitamente.

Il CERT-AGID ha, di volta in volta, informato ciascun ente o gestore PEC coinvolto riguardo alle informazioni raccolte, al fine di evitare l’uso improprio delle credenziali rubate e diffuse pubblicamente, provvedendo anche a tenere aggiornati i Responsabili della Protezione dei Dati, i singoli dipendenti e gli utenti delle Pubbliche Amministrazioni sulle possibili violazioni di dati personali da parte di terzi.

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Gli USA Attaccano La Cina sul fronte Cyber: Rubati 5GB di Proprietà Intellettuale da Istituti di Ricerca


Il Centro nazionale cinese di risposta alle emergenze informatiche (CNCERT) ha pubblicato un rapporto dettagliato su un attacco informatico contro un istituto di ricerca cinese specializzato nello sviluppo di materiali avanzati. Secondo il documento, l’attacco, organizzato da aggressori provenienti dagli Stati Uniti, è stato attentamente pianificato ed effettuato con metodi sofisticati.

“Il Centro nazionale per le emergenze Internet ha scoperto e affrontato due casi in cui gli Stati Uniti hanno condotto attacchi informatici contro grandi aziende e istituzioni tecnologiche cinesi per rubare segreti commerciali.” è stato riportato dal CNCERT.

Nell’agosto 2024, gli hacker sono riusciti ad accedere ai sistemi vulnerabili rubando le credenziali di amministrazione. Successivamente sono penetrati nel sistema di controllo introducendo programmi dannosi che funzionavano esclusivamente nella RAM, rendendone notevolmente più difficile il rilevamento.

Da novembre a dicembre 2024 gli aggressori hanno distribuito programmi trojan specializzati tramite la funzione di aggiornamento del software. Di conseguenza sono state infettate 276 postazioni di lavoro dalle quali sono stati poi rubati dati riservati. L’obiettivo principale sono i segreti commerciali e la proprietà intellettuale relativi agli sviluppi dell’istituto.

Una caratteristica degli attacchi è stata l’elevata preparazione e la focalizzazione mirata. Prima di ogni tentativo di hacking, gli aggressori hanno selezionato parole chiave legate all’attività dell’oggetto. Il volume totale delle informazioni rubate ammontava a quasi 5 GB, compresi file critici per la ricerca scientifica e il business.

Gli attacchi sono stati effettuati principalmente durante l’orario lavorativo degli Stati Uniti, utilizzando indirizzi IP anonimi provenienti da Germania e Romania. Per coprire le proprie tracce, gli hacker hanno utilizzato strumenti aperti e disponibili al pubblico, evitando file statici sui dischi rigidi.

Secondo gli esperti del CNCERT, questo approccio dimostra le notevoli risorse tecniche e organizzative del gruppo. La pubblicazione del rapporto ha lo scopo di mettere in guardia altri paesi e organizzazioni da attacchi informatici simili, nonché di rafforzare la cooperazione internazionale nel campo della sicurezza informatica.

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A Ribbon Microphone Is Harder Than You Think


There’s a mystique around ribbon microphones due to their being expensive studio-grade items, which has led more than one experimenter down the rabbit hole of making one. [Catherine van West] has posted her experiments in the field, and it makes for an interesting read.

The recipe for a ribbon microphone is very simple indeed — suspend a corrugated ribbon of foil in a magnetic field, and take the voltage across the ribbon. But that simplicity hides some significant issues, as the foil is much thinner than the stuff you might roast your turkey under. Such lightweight foil is extremely fragile, and the signwriters leaf used here proved to be difficult to get right.

Then when the microphone is built there’s still the exceptionally low impedance and small voltage across the ribbon to contend with. The choice here is a transformer rather than a FET preamp, which surprised us.

The result is by all accounts a decent sounding microphone, though with some hum pickup due to difficulty with shielding. Should you give one a try? Maybe not, but that hasn’t stopped others from giving it a go.


hackaday.com/2025/01/22/a-ribb…



@RaccoonForFriendica We finally did it: we got access to the production channel on Google Play! A big and heartfelt "thank you" to all those who participated in the closed test program, without you this would have been impossible! 🦝❤️

The latest beta has been promoted to the "open testing" track, so that now everyone can become a tester and install the latest beta, which is a preview of the next stable release.

I'll wait until I improve notification support, so probably there is another month or so to wait. Keep an eye on the issue tracker to know what I'm working on, just in case 😉

To try the app, you can become a tester using this invitation link.

Your feedback is important, and now you'll have Google Play's reviews as an additional way to express your opinion. Let me know what you think and always #livefasteattrash

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Trump: l’ascensore per l’inferno


@Giornalismo e disordine informativo
articolo21.org/2025/01/trump-l…
La cerimonia di insediamento di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti è stata una grande cerimonia mediatica, per ricorrere al titolo di un apprezzato libro di due rinomati sociologi, Daniel Dayan Elihu Katz. Vale a dire la forza evocativa della “cerimonialita’”, componente



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