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Il raduno di formazioni neo-fasciste previsto per domani 11 marzo a Milano impone una mobilitazione sempre più decisa delle forze antifasciste. Questo raduno p



Rifondazione Comunista sarà convintamente a Napoli venerdì 17 all’appuntamento nazionale promosso dai sindaci dell’Associazione Recovery Sud contro il Dis


Il Libretto Rosso di Matteo Renzi


Firenze, 10 marzo 2023.
Matteo Renzi sta passando un periodo non piacevolissimo.
Qualche giorno fa una certa Susanna Zanda gli avrebbe fatto presente che i tribunali civili non sono bancomat dai quali attingere per il proprio sostentamento. Un rimprovero piuttosto bonario che a Renzi è costato sedicimila euro. Sperava di incamerarne dieci volte tanti a spese di una importante gazzetta per cui è comprensibile che la cosa lo abbia lievemente contrariato.
Oggi invece è imputato come un brambilla qualsiasi per finanziamento illecito dei partiti.
Dicono che il boyscout di Rignano si sarebbe presentato in tribunale con una quarantina di libretti intitolati "Quaderno rosso per toga rossa".
Nel corso degli anni Renzi ha cercato di rottamare e sconfiggere i propri avversari politici.
Senza riuscirci.
Ha anche cercato di rottamare, sconfiggere e umiliare la base elettorale di un partito storico.
Riuscendoci benissimo.
Adesso ha adottato fin nei dettagli tutte le mosse propagandistiche del vecchio ricco che aspira a sostituire.
Un processo in atto da almeno dieci anni, di cui queste mosse non rappresentano altro che gli ultimi ritocchi.
Coi suoi quaderni rossi il boyscout di Rignano intende verosimilmente fare il verso alle Citazioni dalle opere del Presidente Mao Zedong, che servirono da ispirazione per la Rivoluzione Culturale.
Un periodo in cui molti ben vestiti e molti ben nutriti andarono incontro a difficoltà parecchio più serie di quelle con cui deve vedersela lui.

In tribunale con certe accuse non ci si deve finire, e basta.
Il fatto che nello stato che occupa la penisola italiana la magistratura sia incontestabile solo quando si occupa di scippatori, zingari, clandestini e piccoli spacciatori da cui si riforniscono i non ricchi è uno dei moltissimi motivi che ne rende ripugnanti gli ambienti del democratismo rappresentativo agli occhi di chiunque abbia un minimo di rispetto di sé.

Aggiornamento del 13 marzo 2023. Pare Matteo Renzi abbia ottenuto un successo importante, togliendo di tasca cinquecento euro a una pensionata che lo aveva insultato sul Libro dei Ceffi.
Proprio qualcosa di cui andare fieri.



AFRICA-SAHEL. La strage silenziosa del traffico di medicinali


Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il mercato illecito di farmaci contraffatti o scaduti provoca almeno 430.000 morti ogni anno. Nel profondo divario tra domanda di cure e offerta sanitaria, a lucrare sono le attività criminali che distribuiscono me

di Valeria Cagnazzo

Pagine Esteri, 9 marzo 2023 -Nell’Africa sub-sahariana, ogni anno almeno 267.000 persone muoiono a causa di medicinali falsificati o scadenti. Altre 169.270 morti sarebbero evitabili ogni anno se non si facesse uso di antibiotici falsificati per trattare casi severi di polmonite nei bambini. E’ quanto emerge dal rapporto TOCTA (Transnational Organized Crime Threat Assessment) pubblicato in gennaio dall’Agenzia sui farmaci e il crimine delle Nazioni Unite (UNODC).

Tra il gennaio 2017 e il dicembre 2021, almeno 605 tonnellate di medicinali sono state sequestrate in operazioni internazionali nella regione del Sahel. Per quanto non sia possibile avere delle stime esatte sulle dimensioni del problema, una percentuale compresa tra il 19% e il 50% del mercato dei farmaci nell’Africa occidentale sarebbe costituito da medicinali trafficati illegalmente. Fino alla metà dei farmaci somministrati negli ospedali, venduti nei dispensari, assunti a domicilio dalla popolazione, proverrebbero quindi dal mercato clandestino. Ad aggravare questi dati, c’è l’evidenza, emersa dai sequestri compiuti tra il 2013 e il 2021, che almeno il 40% dei medicinali scaduti, contraffatti o di qualità scadente venga venduto all’interno dei canali legali della distribuzione farmaceutica. Una tale infiltrazione dell’illecito nelle maglie del mercato lecito della salute può avere conseguenze devastanti sulla vita delle persone.

Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad i Paesi più colpiti dal problema. I farmaci scadenti, scaduti o non approvati per l’immissione in commercio, provengono principalmente dai maggiori esportatori nella regione, in particolare Belgio e Francia, ma anche da Cina e India, e in una minore percentuale anche da Paesi limitrofi.

E’ numerosa e variegata la schiera degli attori di questo traffico fruttuoso. Si va dagli impiegati delle industrie farmaceutiche, dalle forze dell’ordine, dagli operatori nel settore sanitario fino ai più piccoli commercianti che “spacciano” i prodotti per le strade. Nonostante il potere dei gruppi terroristici nei Paesi del Sahel, il report svela uno scarso coinvolgimento di queste organizzazioni nel settore farmaceutico.

La filiera del traffico di medicinali è stratificata e complessa, spiega il report, e può interessare il farmaco in ogni fase della sua commercializzazione, dalla produzione fino alla somministrazione, dalla larga scala dell’importazione fino alla vendita al dettaglio.

C’è il traffico di farmaci legali, che vengono importati illegalmente, o una volta importati secondo rotte lecite poi deviati su canali di commercio illegale, o, ancora, medicinali rubati dalla distribuzione legale prevista nel Paese (un esempio, i medicinali destinati alle ONG ma assorbiti dal mercato clandestino). Non mancano i casi documentati di corruzione di operatori sanitari, direttamente coinvolti nella cessione di medicinali al mercato nero. Questi sarebbero i casi apparentemente meno pericolosi, in quanto inerenti medicinali in qualche modo approvati dall’agenzia del farmaco. C’è poi, invece, il traffico di medicinali scaduti, scadenti o pericolosi, come farmaci contenenti dosi di principio attivo non adeguato o troppo alto, con elevati rischi di tossicità ed eventi avversi.

Le cause di un traffico di tali proporzioni vanno ricercate nel divario abissale tra la domanda e l’offerta di medicinali in una regione poverissima. L’incidenza di malattie infettive, tra le quali la malaria, è altissima, sottolinea il report delle Nazioni Unite, a fronte di sistemi sanitari assolutamente incapaci di garantire l’accesso alle cure per la popolazione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il rapporto di medici, infermiere e ostetriche per 1.000 abitanti nei Paesi del Sahel è ben al di sotto del minimo che dovrebbe essere garantito, di almeno 4.45 operatori sanitari. Nel 2018 ce n’erano 1.3 su 1.000 in Burkina Faso, 0.6 in Ciad, 1.4 in Mali, 2.1 in Mauritania e 0.4 in Niger. I numeri non sono più incoraggianti contando i farmacisti: se nel mondo in media ce ne sono 4 per 10.000 persone, in Burkina Faso ce n’erano 0.15, in Ciad 0.33, in Mali 0.095, in Mauritania 0.18 e in Niger 0.027. Tutti numeri sotto lo zero, che spiegano in che vuoto si vada a inserire il ricco mercato clandestino dei farmaci.

Le conseguenze sono spaventose, e non si tratta solo del rischio di assumere un farmaco contraffatto o scaduto. Le centinaia di migliaia di morti sulle quali il report dell’ONU fa luce sono provocate da un problema anche più grande, ovvero dalla sostituzione del sistema sanitario con un sistema criminale, che si fa carico di sopperire alle sue mancanze. Non è solo il medicinale assunto a renderlo, infatti, potenzialmente letale, ma anche l’indicazione per la quale viene o meno prescritto. Non si può parlare, però, di prescrizioni in un mercato nero. Accade così, denuncia il rapporto, che le medicine deviate dai canali commerciali ufficiali vengano utilizzate senza nessuna guida sul paziente.

“Se vuoi prenderti un antibiotico al mercato, puoi trovarlo. Ma è quello giusto da utilizzare o no?”, chiede François Patuel, direttore dell’unità di ricerca e sviluppo dell’UNDOC. Un tale uso spregiudicato di antibiotici, senza nessun controllo medico, non solo impedisce di trattare adeguatamente le infezioni e comporta rischi fatali per i pazienti che li assumono a domicilio, ma apre anche la strada al rischio che si sviluppino e moltiplichino antibiotico-resistenze, con conseguenze di proporzioni ancora maggiori. Vale a dire che in un’area in cui l’accesso alle cure e agli antibiotici di prima linea è già scarsissimo, a causa del traffico di medicinali si svilupperanno resistenze batteriche che renderanno le malattie infettive curabili solo con seconde, terze o quarte linee di trattamento – naturalmente non reperibili nella regione.

Stando ai dati del report, in un’area poverissima di cinque Paesi, il traffico di medicinali uccide ogni giorno almeno 1.195 persone. Per fare fronte a questa strage silenziosa, si dovrebbero rafforzare i controlli della filiera, a partire dall’esportazione dai Paesi produttori, e poi i controlli di frontiera lungo il viaggio delle merci, oltre a modificare la legislatura con pene più severe per gli attori del traffico. In questo senso, i Paesi del Sahel, tranne la Mauritania, hanno recentemente costituito l’Agenzia Africana dei Medicinali (AMA). Se non ci si concentrerà, però, soprattutto su quel divario tra l’offerta inesistente e la domanda altissima di cure, gli autori dell’inchiesta ne sono consapevoli, questo dramma resterà insanabile. Per curare un figlio, si può essere disposti a cercare un medicinale con ogni mezzo e ad acquistarlo anche da mani criminali, foraggiando un sistema che vale miliardi e migliaia di morti.

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Il segreto di un'opera d'arte non sono i materiali con cui è stata realizzata, ma la capacità tecnica e l'impeto creativo di chi l'ha creata

#Nutella #zucchero #oliodipalma

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informapirata ⁂

@admin perché è come Dorian Gray: rimane giovane mentre invecchiano i protocolli su cui si basava 🤭

@treleonora @Shogun @russandro

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Andrea Russo
@Vico ⛵️ :antifa: dal punto di vista qualitativo ti assicuro che quella della Venchi è la cosa più buona che abbia mai assaggiato, ma il fatto è che la Nutella ha una formula che le consente di stare bene su tutto, dal biscotto alla pizza bianca. Ferrero ha sempre azzeccato alla grande il GGG, il Giusto Gusto Goloso


The Queen Is Dead Volume 89 : Enbor Arnasa\Misanthropik Torment\Shores Of Null


The Queen Is Dead Volume 89 : Enbor Arnasa\Misanthropik Torment\Shores Of Null
@Musica Agorà
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iyezine.com/enbor-arnasamisant…

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In Cina e Asia – Xi rieletto presidente all’unanimità 


In Cina e Asia – Xi rieletto presidente all’unanimità xi
I titoli di oggi:

Xi rieletto presidente all'unanimità
I Paesi Bassi limitano l'export di tecnologia, la Cina protesta
Chip war, la denuncia di FT sulle scappatoie della Cina per eludere le restrizioni Usa
Gli Usa sanzionano azienda cinese di droni
Lavoro, in Cina torna l'economia delle bancarelle e diminuiscono gli operai
Hong Kong, tornano gli arresti legati alla sicurezza nazionale

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Mondo multipolare. Petromonarchie in soccorso di Erdogan


In soccorso di Erdogan, alle prese con il duello elettorale del 14 maggio, accorrono Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, a lungo nemici del regime turco. Una riconciliazione in nome del mondo multipolare L'articolo Mondo multipolare. Petromonarchie in

di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 10 marzo 2023 – Dopo il terremoto del 6 febbraio che solo in Turchia ha provocato quasi 50 mila morti, le petromonarchie sono state in prima fila nell’invio ad Ankara di ingenti aiuti. Nei giorni scorsi, poi, i paesi capofila del Consiglio di Cooperazione del Golfo – Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti – hanno compiuto dei passi molto significativi nel percorso di riavvicinamento alla Turchia iniziato nel 2021.

Storico accordo con gli Emirati
In particolare, il 3 marzo Abu Dhabi ha firmato con Ankara uno storico accordo commerciale – ribattezzato Comprehensive Economic Partnership Agreement (Cepa) – che punta a raddoppiare il volume attuale degli scambi tra i due paesi, portandolo a 40-45 milioni di dollari entro il 2028. Già ora, la Turchia è il sesto partner commerciale degli Emirati: nel 2022 gli scambi bilaterali hanno toccato quota 19 miliardi, con un aumento del 40% rispetto all’anno precedente.
L’accordo, firmato durante una visita del ministro del Commercio turco Mehmet Mus nella capitale emiratina, è incentrato su settori come l’agritech, la produzione di energia rinnovabile, la logistica e le costruzioni e include la riduzione dell’82% delle tariffe doganali tra i due paesi.
«Le barriere al commercio di beni e servizi verranno rimosse e le attività dei nostri investitori e imprenditori saranno agevolate. In questo modo costruiremo su basi solide un ponte economico che si estende dall’Europa al Nord Africa, dalla Russia al Golfo» ha commentato il presidente turco Erdogan.
«La Turchia ha un’enorme potenziale di crescita. Sarà una delle più grandi economie emergenti che domineranno i mercati globali tra 20 anni» ha invece dichiarato Thani al Zeyoudi, ministro emiratino per il Commercio Estero.
Abu Dhabi ha promesso massicci investimenti nell’economia turca attraverso entità dipendenti dal governo emiratino. La ricostruzione di un sesto del paese distrutto dal sisma di un mese fa rappresenta una vera e propria miniera d’oro per gli investitori che potranno contare su corsie preferenziali e sulle ingenti commesse delle istituzioni turche. Già nel 2022, grazie anche ai finanziamenti a pioggia varati da Erdogan in vista delle cruciali elezioni presidenziali del 14 maggio, il Pil del paese era cresciuto del 5,6%. D’altra parte gli Emirati puntano a diventare uno dei centri mondiali degli affari e della finanza, e allo scopo stanno varando accordi economici di carattere strategico con vari paesi, tra i quali Israele, l’India e l’Indonesia.

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Il presidente emiratino Mohamed bin Zayed insieme a quello turco Erdogan

Riad puntella la Lira turca
A causa del terremoto, nelle scorse settimane la Banca Centrale turca ha dovuto stanziare ingenti fondi per le operazioni di soccorso e assistenza e per i primi finanziamenti alle aree colpite. La Banca Mondiale ha calcolato che il sisma ha causato almeno 35 miliardi di dollari di danni. Inoltre il paese soffre ormai da anni di una cronica svalutazione della moneta nazionale, la Lira, che pesa sulla bilancia commerciale oltre che sul potere d’acquisto della popolazione. Solo nel 2022, la divisa turca ha perso circa il 30% del proprio valore nel cambio con il dollaro, mentre nel 2021 la diminuzione era stata addirittura del 44%. A febbraio, il tasso ufficiale annuo d’inflazione è stato in Turchia del 55%, anche se si calcola che quello reale sia assai più alto.
Lo scontento creato dall’inflazione e dalla svalutazione della Lira, alimentato dai ritardi e dalle insufficienze nell’assistenza prestata dalle istituzioni statali turche alle vittime del terremoto, potrebbero causare un crollo dei consensi nei confronti del regime del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (Akp).

In soccorso di Erdogan, però, è intervenuta recentemente l’Arabia Saudita. Nei giorni scorsi, infatti, il ministro del Turismo di Riad, Ahmed Aqeel al Khateeb, ha firmato un accordo col governatore della Banca Centrale di Ankara, Sahap Kavcioglu, che contempla il deposito di 5 miliardi di dollari nelle casse turche da parte della potenza capofila del Consiglio di Cooperazione del Golfo. I fondi sono stati messi a disposizione dal Fondo Saudita per lo Sviluppo (Fsd) e la misura mira a ottenere una rivaluzione della Lira turca e ad aumentare le riserve di valuta estera di Ankara, ha spiegato l’agenzia di stampa saudita “Spa”.
Inoltre, la mossa di Riad tenta di rafforzare la credibilità di Erdogan a poche settimane dalle presidenziali, che vedranno il fronte governativo opposto ai diversi partiti dell’opposizione – dalla destra alla sinistra – coalizzati per tentare di disarcionare il “sultano” ormai al potere da più di 20 anni.
Da parte sua, l’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu ha elogiato il deposito saudita, affermando che riflette il «forte sostegno del regno al popolo turco e la sua fiducia nel futuro dell’economia turca».

Da nemici ad alleati?
Il duplice accordo con l’Arabia Saudita e con gli Emirati segna un progresso significativo delle relazioni con le petromonarchie dopo il disgelo del 2021, seguito ad un decennio circa di rapporti molto tempestosi. L’inimicizia è sfociata addirittura in uno scontro armato – per quanto indiretto – in territorio libico: mentre Ankara sostiene il governo di Tripoli riconosciuto dall’Onu, gli emiratini appoggiano i ribelli della Cirenaica guidati dal generale Khalifa Haftar. I due fronti sono stati in competizione anche nel quadrante siriano, nel quale tanto la Turchia quanto le petromonarchie hanno sostenuto la ribellione armata contro il regime di Bashar Assad ma puntando su forze in concorrenza tra loro. In generale, le capofila del Consiglio di Cooperazione del Golfo hanno tentato di contrastare l’influenza turca nel mondo arabo-islamico e in particolare il sostegno di Ankara alle correnti legate alla Fratellanza Musulmana, considerata una seria minaccia da parte delle petromonarchie. Quando nel giugno del 2017 l’Arabia Saudita – insieme a Bahrein, Emirati Arabi ed Egitto – ha fatto scattare un massiccio embargo nei confronti del troppo indipendente Qatar, il regime turco ha fortemente sostenuto Doha con il quale ha stretto un accordo di cooperazione militare, impegnandosi a difendere il paese in caso di conflitto con i vicini.

L’episodio clou dell’inimicizia tra i turchi e le potenze arabe del Golfo è stato probabilmente l’assassinio del giornalista saudita Jamal Khashoggi all’interno del consolato di Riad ad Istanbul il 2 ottobre del 2018. Del feroce omicidio dello scrittore, rifugiatosi in Turchia dopo l’autoesilio dal suo paese, Erdogan ha più volte accusato il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.

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Miliziani dell’Esercito Nazionale Siriano nel Nord della Siria

Un disgelo in nome del mondo multipolare
Nel 2021 è rientrata la spaccatura con il Qatar, con le altre petromonarchie hanno deciso di rimuovere l’embargo, avviando poi lentamente un processo di normalizzazione nei confronti della Turchia, nel nuovo clima internazionale creato dall’invasione russa dell’Ucraina.
L’esplosione del conflitto su larga scala, con la conseguente polarizzazione tra Stati Uniti e potenze concorrenti, ha infatti accelerato e amplificato la tendenza delle petromonarchie a configurare uno spazio geopolitico proprio, il più possibile autonomo da quello guidato da Washington. In quest’ottica il ruolo di potenza regionale autonoma della Turchia – da tempo sganciatasi dalla tradizionale sudditanza nei confronti dell’agenda statunitense – viene considerato utile da sostenere.

Già nel 2022, gli Emirati Arabi Uniti hanno concesso ad Ankara l’investimento nel paese di 10 miliardi di dollari e uno scambio di valuta pari a 5 miliardi. Contemporaneamente, Erdogan e Mohammed bin Salman hanno aperto la via ad «una nuova era di cooperazione nelle relazioni bilaterali in campo politico, economico, militare, securitario e culturale», come recitava la nota congiunta diramata al termine di un incontro tra il “sultano” e l’erede al trono saudita nel giugno dello scorso anno.

Un riavvicinamento tra Turchia e Siria?Negli ultimi mesi, inoltre, Ankara e Riad hanno manifestato la propria volontà di riallacciare le relazioni con il governo della Siria, che pure i due fronti hanno tentato per anni di rovesciare sostenendo l’insorgenza jihadista.
Mentre i contatti tra gli emissari turchi e quelli siriani sono già iniziati, il possibile riavvicinamento tra i due vecchi alleati ha destato la preoccupazione degli Stati Uniti, del Regno Unito, di Israele e dell’Unione Europea, che starebbero esercitando forti pressioni su Erdogan affinché blocchi la normalizzazione con Damasco.

Certamente, il percorso verso la riconciliazione tra Ankara e Damasco sembra tutt’altro che semplice. La Turchia infatti occupa militarmente una vasta porzione del territorio della Siria settentrionale e sostiene (e manovra) vari gruppi dell’opposizione armata jihadista al regime di Assad, per lo più riuniti nel cosiddetto Esercito Nazionale Siriano. Inoltre la Turchia ospita più di 3 milioni di rifugiati siriani, molti dei quali sono stati colpiti dal terremoto del 6 febbraio.

Nei giorni scorsi, comunque, il ministero degli Esteri turco ha convocato l’ambasciatore di Washington Jeff Blake per chiedergli chiarimenti in merito alla visita compiuta il 4 marzo dal capo dello Stato maggiore congiunto degli Stati Uniti, il generale Mark Milley, nella base militare statunitense di Al Tanf, nel nord-est della Siria vicino al confine con Giordania e Iraq. Il generale statunitense ha visitato a sorpresa l’installazione militare – occupata nel territorio siriano contro la volontà del governo del paese – dopo una missione in Israele.
In Siria operano un migliaio circa di militari statunitensi, che l’amministrazione Biden sembra intenzionata a mantenere per contrastare l’influenza nel paese delle forze fedeli all’Iran.
Secondo i media turchi, il rappresentante turco ha denunciato l’incontro tra il generale Milley e i dirigenti delle Forze Democratiche Siriane a guida curda. – Pagine Esteri

5858811* Marco Santopadre, giornalista e scrittore, già direttore di Radio Città Aperta di Roma, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria.

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PAKISTAN. Attacco suicida, almeno nove soldati morti


Un attentatore lancia una motocicletta con esplosivo contro un autobus nella provincia del Balochistan, uccidendo almeno nove membri di una forza paramilitare. L'articolo PAKISTAN. Attacco suicida, almeno nove soldati morti proviene da Pagine Esteri. ht

BREAKING NEWS |

della redazione –

Pagine Esteri, 6 marzo 2023 – Almeno nove soldati della forza paramilitare del Balochistan Constabulary sono stati uccisi e diversi feriti in un attacco suicida nella provincia del Balochistan, nel sud-ovest del Pakistan.

Un attentatore suicida in sella a una motocicletta ha colpito pullman su cui viaggiavano i militari, di ritorno da una mostra locale durante la quale avevano fornito il servizio di sicurezza previsto. L’autobus è esploso, uccidendo nove militari e ferendone almeno altri 7.

I gruppi armati di etnia beluci hanno combattuto il governo per decenni, accusandolo di sfruttare le ricche risorse minerarie e di gas del Belucistan.

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News da Marte #12 | Coelum Astronomia

"Dopo alcuni mesi di assenza da queste cronache è il momento di raccontare cosa sta facendo Curiosity, impegnato in nuove scoperte ed esplorazioni."

coelum.com/articoli/news-da-ma…

#12


Leonardo accelera ancora sull’utile e riduce il debito


Dopo un 2021 che ha sancito il ritorno al dividendo, Leonardo chiude un altro bilancio all’insegna dell’utile. Il gruppo dell’aerospazio, guidato da Alessandro Profumo, ha infatti archiviato il 2022 con un risultato netto positivo per 932 milioni (+58,5%

Dopo un 2021 che ha sancito il ritorno al dividendo, Leonardo chiude un altro bilancio all’insegna dell’utile. Il gruppo dell’aerospazio, guidato da Alessandro Profumo, ha infatti archiviato il 2022 con un risultato netto positivo per 932 milioni (+58,5% sul 2021). Si tratta di un deciso allungo rispetto all’anno precedente, quando i profitti sfiorarono i 600 milioni, consentendo a Piazza Monte Grappa di tornare a staccare la cedola agli azionisti.

A spingere i conti di Leonardo, il buon andamento degli ordini, pari a 17,3 miliardi (+21%) e i ricavi, che in un anno non certo facile per la congiuntura internazionale, hanno accelerato a 14,7 miliardi (+4,7%). L’ebitda, ovvero il margine operativo dell’azienda, è stato pari a 1,2 miliardi (+14,9%) mentre il free cash flow è schizzato a quota 539 milioni (+186,7%). Ma le buone notizie non sono finite. Al netto delle poste in crescita, c’è infatti da registrate un contenimento del debito, sceso a 3 miliardi, in ripiegamento del 3,4% sul 2021 e in linea con il trend indicato nei piani industriali del gruppo.

In attesa di capire la reazione dei mercati (oggi il titolo a Piazza Affari è rimasto tutto sommato piatto), ora è tempo di aggiornare la guidance. In tal senso l’ex Finmeccanica stima per il 2023 ordini a 17 miliardi circa e ricavi tra 15 e 15,6 miliardi con un Ebitda compreso tra 1,2 e 1,3 miliardi e un indebitamento in ulteriore diminuzione a quota 2,6 miliardi. Piazza Monte Grappa inoltre prevede ordini cumulati 2022-2026 a circa 90 miliardi (contro gli 80 miliardi piano precedente).

Soddisfatto il ceo Profumo, che guida Leonardo dal marzo del 2017, dopo le precedenti esperienze al vertice di Unicredit e Monte dei Paschi. “La performance positiva conseguita da Leonardo nel 2022 è il frutto di una visione di lungo periodo che ha permesso all`azienda di rafforzare la propria competitività in uno scenario internazionale di grande incertezza”, ha esordito, commentando i conti del gruppo. “Evoluzione industriale, solidità finanziaria, crescita commerciale sui mercati, sostenibilità sono all’origine di questi risultati. Abbiamo raggiunto o superato ancora una volta gli obiettivi prefissati, abbiamo aumentato strutturalmente e in maniera decisa la generazione di cassa, con un free cash flow di 539 milioni di euro, più del doppio rispetto allo scorso anno”.

Non è tutto. “Grazie alla significativa generazione di cassa e alle cessioni dei business di Leonardo Drs (la vendita del business Global Enterprise Solutions a Ses per un importo pari a 450 milioni di dollari, ndr) abbiamo ridotto l’indebitamento e al tempo stesso rafforzato il core business attraverso l’acquisto del 25,1% di Hensoldt e il consolidamento di Rada in Leonardo Drs. Questi risultati ci permettono di proporre agli azionisti il pagamento di un dividendo pari a 0,14 euro per azione anche per questo esercizio (anche nel 2021 la cedola ebbe lo stesso importo, ndr)”.


formiche.net/2023/03/leonardo-…



Usa e Arabia Saudita si esercitano contro i droni (dell’Iran)


Gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita sono al lavoro per avviare la loro prima esercitazione sperimentale anti-drone congiunta, prevista per metà marzo. In un clima che vede gli Stati Uniti in crescente tensione con l’Iran, le esercitazioni mirano a dar prov

Gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita sono al lavoro per avviare la loro prima esercitazione sperimentale anti-drone congiunta, prevista per metà marzo. In un clima che vede gli Stati Uniti in crescente tensione con l’Iran, le esercitazioni mirano a dar prova dell’efficacia della tecnologia occidentale di contrasto ai droni; anche in chiave anti-cinese, vista la competizione per assicurarsi un sempre maggiore vantaggio tecnologico anche nel settore della Difesa. “Non dobbiamo sorprenderci se i partner regionali continueranno ad acquistare materiale cinese”, ha dichiarato il mese scorso a Washington il capo delle forze aeree dello United States Central Command (Centcom), Alex Grynkewich.

Le prossime esercitazioni

Stando ai funzionari americani, esercitazioni successive a Red Sands vedranno anche la partecipazione e il dispiegamento di altre forze armate mediorientali partner statunitensi. Tali simulazioni rientrano nella serie di esercitazioni difensive pensate dal Centcom dopo un parziale ritiro dei sistemi di difesa aerea del Pentagono dal Medio Oriente. L’obiettivo è adattarsi e trovare nuove soluzioni di sicurezza davanti ai rapidi progressi di Teheran registrati negli ultimi anni nella guerra con i droni.

Il ruolo dei droni iraniani

A più di tre anni da quando i missili e droni iraniani guidati hanno colpito le strutture petrolifere della Saudi Aramco ad Abqaiq e Khurays, i funzionari della Difesa statunitense hanno riconosciuto che l’affidamento a dimostrazioni di forza convenzionali non è riuscito a dissuadere gli attacchi. La scelta è ricaduta sull’Arabia Saudita anche per le sue vaste zone di deserto aperto, lontano dai centri urbani, dove si possono sperimentare armi di difesa aerea anche a energia diretta.

Il nuovo simulatore

Secondo quanto spiegato dal quotidiano americano, l’energia diretta però non entrerà in gioco già a marzo, ma soltanto a partire dalle prossime esercitazioni. Gli ufficiali dell’esercito Usa presenteranno invece alle loro controparti saudite un nuovo simulatore computerizzato sviluppato lo scorso anno. Tale simulatore, chiamato Interim platform agnostic counter-Uas training tool (Impact), è stato progettato proprio per addestrare il personale a rispondere agli attacchi di droni ostili.

Austin in Medio Oriente

Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, arriverà a fine settimana in Medio Oriente, con lo scopo di dare seguito agli sforzi dell’amministrazione Biden per convincere i militari arabi a condividere le informazioni e a cooperare per la creazione di una rete di difesa aerea a livello regionale, per proteggersi meglio da eventuali minacce iraniane. Le sanzioni da parte dell’Occidente non sono infatti ancora riuscite a ostacolare le catene di approvvigionamento dell’Iran, necessarie per continuare a espandere il suo arsenale di missili convenzionali e droni.

Foto Twitter/CentCom


formiche.net/2023/03/usa-arabi…



Quo vado per il procurement europeo della Difesa? Risponde Braghini


Un passo avanti di rilievo nella Difesa europea – l’acquisto coordinato di prodotti per la Difesa – è stato un punto all’ordine del giorno alla riunione informale dei ministri della Difesa Ue, presieduta dalla presidenza svedese di turno al Consiglio. Una

Un passo avanti di rilievo nella Difesa europea – l’acquisto coordinato di prodotti per la Difesa – è stato un punto all’ordine del giorno alla riunione informale dei ministri della Difesa Ue, presieduta dalla presidenza svedese di turno al Consiglio. Una dimostrazione della rinnovata e accelerata condivisione e prioritarizzazione della Difesa in ambito europeo spinta dal conflitto in Ucraina.

Servono meccanismi comuni

Il punto riguarda, in una più ampia prospettiva, l’emergenza recentemente espressa dal primo ministro estone Kaja Kallas e dall’Alto rappresentante Josep Borrell, e in precedenza ancora dal Commissario Thierry Breton, circa la necessità di adottare meccanismi per acquisti in comune di munizionamento a supporto dell’Ucraina, rifornire le scorte dei Paesi Ue e aumentare le capacità di produzione in Europa.

Ruolo della Commissione

In questo scenario si attende che la Commissione europea presenti una proposta che dovrebbe comportare una spesa di un miliardo di euro (rispetto a una necessità di quattro miliardi) utilizzando lo strumento dell’European peace facility (Epf), già rifinanziato ed esteso nell’area di applicazione. È bene osservare però che si tratta sempre di contributi governativi esterni al bilancio comunitario. I vincoli del Trattato al procurement per la Difesa rimangono invece in vigore.

La ricerca dello strumento adatto

Il dibattito ha fin dall’inizio sortito diverse opzioni sul meccanismo di acquisto, come l’Eu Emergency support instrument, utilizzato durante l’epidemia per prestiti e acquisti in comune, stoccaggio e distribuzione di vaccini. In merito, si ricorda anche il Joint procurement agreement di dieci anni fa, relativo all’autorizzazione per i Paesi membri a prestiti per acquisti in comune e volontari per contromisure medicali volte a fronteggiare minacce cross-border per la salute, richiamando la crisi per emergenza sanitaria prevista dai Trattati Ue.

Un dibattito di vecchia data

Il procurement in comune nella Difesa non è una novità essendo stato dibattuto tra Nazioni, Agenzia europea di Difesa (Eda), imprese e la Commissione europea con una linea guida sul common procurement della Direttiva Difesa. In sede Nato, i Paesi membri utilizzano l’agenzia Nspa per acquisti in comune, che riguardano in genere le munizioni. Mentre in sede intergovernativa Ue, i Paesi membri utilizzano l’Eda come stazione centrale appaltante secondo le regole europee, con gli Eda Joint arrangements per contratti framework multiannuali; quali varie tipologie di equipaggiamenti svedesi, e altre iniziative in aree come l’Industrial emissions directive (Ied), il training, i servizi di logistica per i Battlegroups. È evidente in tale contesto l’obiettivo di coordinare e consolidare la domanda.

Nuova lista per gli acquisti in comune

La Defence joint procurement task force ha recentemente presentato una lista di sette differenti categorie di equipaggiamenti per un possibile acquisto in comune, in un percorso di mappatura delle capacità produttive, identificazione degli squilibri tra domanda e offerta, identificazione delle aree per un ramp-up.

Con l’incentivazione della cooperazione tra i Paesi, il sentiero potrebbe forse proseguire delineando nuovi modelli o dispositivi di cooperazione flessibili in campo normativo e finanziario. La situazione odierna è fluida, dibattuta e condivisa tra le istituzioni comunitarie e intergovernative, nell’attesa delle prossime decisioni che saranno prese dai Paesi membri.

(Foto: Swedish Presidency of the Council of the EU)


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Con Speed up lab Poggipolini punta all’innovazione (anche) in Difesa


Tutto pronto per la nascita di Speed up lab nel cuore dell’Emilia. Si tratta dell’iniziativa di Poggipolini, azienda specializzata in componenti in titanio e riconosciuta per aver trasformato le viti in dispositivi intelligenti, attiva in diversi settori,

Tutto pronto per la nascita di Speed up lab nel cuore dell’Emilia. Si tratta dell’iniziativa di Poggipolini, azienda specializzata in componenti in titanio e riconosciuta per aver trasformato le viti in dispositivi intelligenti, attiva in diversi settori, dalla Difesa e dell’aerospazio. L’idea alla base del nuovo spazio, nato all’insegna dell’innovazione, è di mettere a disposizione del territorio capacità industriali e competenze. Dal know-how all’open innovation, il lab sarà aperto anche ai partner che puntano a sviluppare innovazioni disruptive. Così l’azienda emiliana vuole promuovere anche la sinergia tra Pmi nazionali, mossa dall’idea che queste realtà dovrebbero lavorare in ottica di filiera, così da non restare soli nell’affrontare mercati tanto mutevoli. Grazie al coinvolgimento di stakeholder del territorio, Poggipolini punta a sviluppare nuovi “Proof of concept” (Poc) con l’idea che diventino dei driver di sviluppo futuri.

Una casa per l’innovazione

Lo Speed up lab opererà principalmente su tre diverse direttive: il settore della Difesa e dell’aerospazio; la e-mobility che sfrutta l’elettricità come principale fonte di energia; e la cyber-security a livello trasversale, un settore ancora lontano per l’azienda ma fondamentale per la futura crescita. “Gli obiettivi che ci siamo prefissati riguardano la realizzazione di motori elettrici ad alta prestazione, l’elaborazione di supercapacitori (nuova tecnologia legata al tema delle batterie) e la produzione in additive manufactoring di componenti strutturali leggeri in applicazioni d’avanguardia per aerospazio, motorsport, guida autonoma e flying taxis”, ha spiegato il ceo di Poggipolini, Michele Poggipolini.

Le partnership

Per dar vita alle molte iniziative che verranno in futuro promosse dal nuovo lab, Poggipolini ha stretto due partnership-chiave. La prima con Roboze, società italo americana che produce stampanti 3d ad alte prestazioni, con cui lavorare in sinergia su diverse tecnologie e mercati di riferimento. Mentre la seconda, stretta con Sens-In – il progetto di Poggipolini di venture building con Gellify Group – sarà rivolta a sviluppare sensori e Intelligenza artificiale. La terza partnership, invece, verterà sull’elettrico. Non solo, accanto a questi partner se ne affiancano altri provenienti anche dal mondo accademico, come la Bologna Business School e l’Università di Bologna. In questo modo Poggipolini punta a valorizzare la Future valley emiliana, che vuole diventare un punto di riferimento tecnologico.

Speed Up lab

Il lab si trova in un’area di 20mila metri quadri nel Centre of Excellence, realtà che raccoglie le innovazioni di processo e di industrializzazione che guideranno la futura crescita dell’azienda, che si trova di fronte al nuovo impianto produttivo dell’azienda basato sulla tecnologia High speed hot forging con il marchio registrato Smart fasteners factory. Si tratta di una linea completamente automatizzata per produrre viti in titanio in alta velocità, passando così da una vite al minuto al produrne cento nello stesso lasso di tempo ampliando le possibilità commerciali.

Poggipolini tra i migliori fornitori di Leonardo

Poggipolini inoltre è stata premiata da Leonardo pochi giorni fa a Roma con il conferimento del Supplier award 2022, nella categoria Vision for growth. Il riconoscimento, riservato ai migliori fornitori dell’azienda di piazza Monte Grappa, riconosce un percorso di investimenti continui in innovazione e tecnologia, che hanno permesso di sviluppare proprio l’High speed hot forging, che sta permettendo a Poggipolini di passare dagli elicotteri al settore degli aerei commerciali.


formiche.net/2023/03/poggipoli…




The Green/Digital/Society è una conferenza che riunisce attori chiave che discutono di ecologia, tecnologia, diritti umani e politica in Europa.

@Pirati Europei

La crisi climatica e l'ascesa della tecnologia dell'informazione sono profondamente intrecciate , sebbene ci siano pochissime discussioni pubbliche su questa relazione. La grande tecnologia nega, è troppo seria per i media mainstream e i governi non ne sono consapevoli o ne sono corrotti.

Sebbene la tecnologia sia spesso promossa come la soluzione ai problemi ambientali, le prove dimostrano che la sua crescita vertiginosa, la produzione di massa di dispositivi e infrastrutture, la massiccia raccolta di dati e il capitalismo della sorveglianza estraggono duramente risorse dalla Terra, creando conflitti umani su terra, acqua, energia e informazioni .

Se sei un attivista per i diritti ambientali o digitali, un ricercatore, un decisore politico, un membro della comunità o semplicemente un essere umano preoccupato della regione SEE o dell'Europa, unisciti alla discussione sulle sfide attuali e sui potenziali piani di difesa per il futuro su questioni all'intersezione della politica verde , diritti umani e tecnologia.

Qui il programma con più informazioni sull'evento

Domande: info@sharedefense.org




#NotiziePerLaScuola

Scuola e opportunità europee, parte la formazione Erasmus+ ed eTwinning rivolta a docenti e dirigenti scolastici.

Info ▶️ erasmusplus.



Il 27 febbraio vi ho raccontato dei clandestini italiani che pur sapendo di rischiare la vita cercavano di attraversare il confine francese alla ricerca di una vita migliore. Le guide li chiamavano “fenicotteri” perché sapevano che prima o poi avrebb


Il 27 febbraio vi ho raccontato dei clandestini italiani che pur sapendo di rischiare la vita cercavano di attraversare il confine francese alla ricerca di una vita migliore.
Le guide li chiamavano “fenicotteri” perché sapevano che prima o poi avrebbero spiccato il volo.

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Sapevano che “sperdutosi il tratturo dei Sette Cammini tra le erbe e la pietraia li aspettava il volo verso la morte".
Questa sera vi parlerò dei viaggi della speranza di milioni di italiani verso le Americhe.

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Spesso su navi carretta di terza classe
Non erano certo barchini o carrette del mare, ma quei viaggi della speranza erano veramente sicuri?
E allora una domanda sorge spontanea.
Perché avevano tutti una paura folle di salire su quelle navi e fare quel viaggio?
Giudicate voi.

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Furono milioni gli emigranti italiani che si imbarcarono su navi e piroscafi obsoleti e fatiscenti in rotta verso le Americhe.
Erano chiamati “vascelli della morte” perché avevano molti anni di navigazione.
Partivano, stipati, senza nessuna certezza di arrivare a destinazione.

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Molti emigranti non avevano mai visto una nave. Paura, ansia, angoscia, batticuore, seguiti da tanta malinconia, erano i sentimenti che provavano mentre salivano su quelle navi.
Seppur a conoscenza del rischio altissimo di non arrivare vivi, niente li avrebbe potuti fermare.

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Anno 1884 - Sul "Matteo Brazzo" c’erano 1.333 passeggeri in condizioni igieniche precarie.
Ci fu un’epidemia di colera con venti morti e centinaia di ammalati.
La nave fu respinta prima dal Brasile e poi respinta a cannonate a Montevideo per il timore di contagio.

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Argentina e Uruguay vietarono per un certo periodo l’approdo a navi italiane.

Anno 1888 - Sul "Carlo Raggio", una nave da carico trasformata in trasportare emigranti, ci furono 18 morti per fame nel suo primo viaggio.
E nel 1894, sempre sulla stessa nave che aveva imbarcato 1.400 emigranti a Napoli, scoppiò un’altra epidemia di colera.
Il contagio si estese rapidamente obbligando il comandante a dare l’ordine di gettare i morti in mare. I morti furono 206.
La nave fu rispedita in Italia.

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Nel 1888 sul "Cachar" morirono 34 italiani per fame e asfissia

Nel 1889 - Sul "Frisia 27 i morti italiani per asfissia.

Sul "Parà" 34 italiani morti di morbillo.

Nel 1893 - Sul "Remo" 96 morti italiani per colera e difterite

Nel 1894 - Sul "Vincenzo Florio" 20 morti italiani

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Utopia era un piroscafo inglese.
Era partito da Trieste e aveva fatto scalo a Napoli. Aveva a bordo 3 passeggeri di prima classe, 3 clandestini, 60 membri dell’equipaggio e 813 emigranti.

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Era il 17 marzo 1891 quando davanti al porto di Gibilterra, con tempo pessimo e visibilità ridotta, sbagliò manovra e andò a sbattere contro una corazzata alla fonda e colò a picco in pochi minuti.
I morti, quasi tutti italiani, furono 576.

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“Le grida si udivano da lontano. I poveri emigranti, pazzi dal terrore, facevano ressa dalla parte dove il bastimento era ancora fuori d’acqua […] Repente, un terribile colpo di mare mandò in pezzi tutta questa parte del piroscafo”.


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Il 4 luglio 1898 furono 549 i morti (moltissimi dei quali italiani) nella tragedia della "Bourgogne" al largo della Nuova Scozia in seguito a una collisione.
Il comandante finì sotto inchiesta.
Quasi tutti i superstiti erano membri dell’equipaggio.


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Nel 1905 sul piroscafo "Città di Torino" morirono 45 italiani sui 600 imbarcati.

Il 4 agosto 1906 centinaia (nessuno conosce la cifra esatta perché a bordo c’erano molti clandestini) furono gli emigrati italiani vittime del naufragio del "Sirio" in Spagna.

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25/10/1927 - 314 morti (secondo la conta ufficiale, ma le vittime furono almeno il doppio) nel naufragio al largo del Brasile del piroscafo "Principessa Mafalda".
Ricordato come il "Titanic italiano".
Era il suo ultimo viaggio.
Aveva alle spalle 20 anni di mancata manutenzione.

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“Il panico si manifestò particolarmente fra le donne e i bambini. Le donne con i bambini aggrappati alle gonne squarciavano l’aria con i loro urli. I passeggeri di terza classe invasero il ponte di seconda. Subito dopo avvennero due nuove esplosioni e la nave affondò”

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Milioni di emigranti italiani cercarono lontano un futuro migliore.
Molti ce la fecero, molti annegarono, molti morirono di malattie.
Per molti di loro un futuro migliore rimase solo un sogno.

Per non dimenticare.

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Link al thread originale



Da #Mastodon alla stampa: #ChieseBrutte, il progetto più improbabile del #Fediverso, diventa un calendario


Quanti calendari abbiamo visto con centinaia di cattedrali gotiche europee tutte uguali sparpagliate qua e là? O i calendari turistici di Roma con la nidiata di basiliche paleocristiane restaurate in serie o con le indistinguibili facciate barocche di travertino ammorbato? E invece stavolta le protagoniste del calendario pubblicato dall'istanza romana puntarella.party sono le #ChieseBrutte!

@Che succede nel Fediverso?

Come le passaporte di Harry Potter, le chiese acquisiscono le forme più impensabili: scaldabagni, sarcofagi nucleari, imbuti e addirittura riproduzioni in scala 1:1 della torre di Barad Dûr! Il calendario di Puntarella andrebbe studiato nelle facoltà di teologia e in quelle di architettura per capire se ad aver prodotto questi mostri in calcestruzzo è stato l'ingegno depravato e blasfemo di un collettivo di architetti satanisti oppure una semplice e ancora più interessante incontenibile predisposizione verso il brutto della scuola urbanistica italiana.

Ora attendiamo che vengano prodotti anche un diario per la scuola e una linea completa di cancelleria per i giovani virgulti.

E per chi non si fida delle Poste, venerdì 10 marzo a Roma dalle 20 al Bar Sport di Via Alberto da Giussano 23 ci saranno un po' di disagiati ad attendervi con le copie cartacee.

Chiese brutte: la bellezza è sopravvalutata


Se siete interessatə ad acquistare il calendario scriveteci a chiesebrutte@riseup.net oppure qui in DM e da domani vi risponderemo con le indicazioni. Chiediamo un'offerta libera a partire da 8 euro più eventuali spese di spedizione, il ricavato sarà interamente dedicato alle spese per il server di puntarella. Chi ha mandato le foto selezionate riceverà una copia omaggio, in questi giorni vi contatteremo per avere le informazioni necessarie.
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

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@notizie @fediverso



Grazie alla partnership tra Better World Books e Internet Archive, i libri che le biblioteche non possono più conservare, possono essere resi accessibili alle generazioni a venire


È il classico dilemma del bibliotecario: poiché nessuna biblioteca dispone di spazio di archiviazione illimitato, ogni biblioteca deve gestire attentamente la propria collezione fisica e ciò significa rimuovere i libri per fare spazio a quelli nuovi.

@L’angolo del lettore

Da quando hanno formato una partnership globale per l'alfabetizzazione nel 2019, Better World Books (BWB) e Internet Archive hanno offerto alle biblioteche un percorso unico per garantire che i libri di cui non hanno più bisogno nelle loro collezioni possano essere conservati e resi accessibili alle generazioni a venire.

Il servizio fornito da BWB è importante per le biblioteche. BWB raccoglie libri usati da biblioteche, librai, college e università in sei paesi, che vengono poi rivenduti online, donati o riciclati. Ad oggi, Better World Books ha donato oltre 35 milioni di libri in tutto il mondo, ha raccolto quasi 34 milioni di dollari per biblioteche e alfabetizzazione e ha salvato più di 450 milioni di libri dalle discariche. Attraverso la partnership con Internet Archive, BWB ha donato più di un milione di libri ogni anno per la conservazione e la digitalizzazione, per un totale di 4 milioni di libri fino ad oggi.

@Libri - Gruppo Forum

Il post dal blog di Internet Archive

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in reply to Franc Mac

Mi sembra un'ottima iniziativa!

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Gli eurodeputati svolgono secondi lavori e, anche se questo è perfettamente legale, eticamente è discutibile, soprattutto dopo lo scandalo Qatargate

@Politica interna, europea e internazionale

È un segreto di Pulcinella che numerosi eurodeputati, in particolare avvocati qualificati, stanno svolgendo un lavoro aggiuntivo retribuito.

I casi dell'eurodeputato polacco Radosław Sikorski, di Angelika Niebler e Rainer Wieland del PPE o quello del potentissimo Axel Voss che sta scontando il suo terzo mandato come legislatore europeo, sta elaborando leggi cruciali sulla due diligence aziendale e sull'intelligenza artificiale ed è stato fondamentale per l'approvazione del regolamento sulla protezione dei dati dell'UE, il regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).

Il post di Sarah Anne Aarup su Politico

Axel Voss, al suo terzo mandato come legislatore europeo, sta elaborando leggi cruciali sulla due diligence aziendale e sull'intelligenza artificiale | Frederick Florin/AFP tramite immagini Getty

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Fr.#21 / Di truffatori e complottisti


Nel frammento di oggi: Polli d'allevamento e nudging / Emissioni CO2 e la ricarica dell'iPhone / I complottisti secondo Repubblica

Come polli d’allevamento


Ieri ho fatto una chiacchierata insieme a Francesco Carbone, nel suo podcast “Il Truffone”.

Un’oretta estremamente piacevole passata a discutere principalmente di sorveglianza digitale e identità digitale. Centrale il concetto di nudging, cioè quei meccanismi opachi che portano a standardizzare i comportamenti umani e renderli prevedibili. Un concetto estremamente potente che quando arriva sulle scrivanie dei ministeri e dei pianificatori centrali si trasforma in uno strumento di ingegneria sociale delle masse.

Ascolta Il Truffone ep. 221

Ogni tentativo, da parte dello Stato, di razionalizzare, semplificare e standardizzare la società ha sempre portato alla creazione di forze autoritarie, che spesso sfogano in veri e propri totalitarismi e tragedie umane.

E poi abbiamo parlato anche di come funziona Substack e del motivo che mi ha portato a sceglierlo. La chiusura, in bellezza, su Bitcoin: spenderlo o non spenderlo?

Vuoi dirmi che ancora non sei iscritto a Privacy Chronicles!?

Devi ricaricare l’iPhone? Sì, ma mettiti in fila…


L’aggiornamento iOS 16.1 ci ha portato una nuova funzionalità che per un momento placherà, forse, la sete di sangue degli eco-socialisti. Pare infatti che gli iPhone siano ora in grado di ottenere una previsione in tempo reale delle emissioni di CO2 nella zona in cui si trova il dispositivo, per attivare o disattivare la ricarica in base a queste.

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In sostanza: se la rete elettrica nella tua zona sta inquinando “troppo”, il tuo iPhone smette di caricarsi. Se invece sta inquinando “poco”, allora puoi ricarcare. La funzione è attiva by default e — per ora è attiva solo per gli utenti degli Stati Uniti e può essere disattivata.

Che dire, credevo che i lockdown energetici sarebbero arrivati dalla fonte, e invece pare che saranno i nostri dispositivi a impedirci la ricarica. Sarà certamente molto interessante quando sistemi del genere saranno connessi a identità digitale e conto bancario — pardon, wallet CBDC. I soliti noti vi diranno che è giusto così. Che anche ricaricare il telefono è una questione di responsabilità sociale. E in fondo, devi anche meritartelo…

Iscriviti adesso

Smettetela di fare i complottisti!

L'ultimo delirio dei negazionisti climatici: le città da 15 minuti solo per segregare le masse. I complottisti accusano: "Altro che smog: volete solo controllarci"

È inutile che ci giriamo intorno. Siamo tutti dei maledetti complottisti. Così scrive Jaime D’alessandro su Repubblica: tutto quello che vi ho detto è falso. Non c’è alcun desiderio di controllarci e limitare sempre di più le nostre libertà. I quartieri chiusi da cui non si può entrare e uscire liberamente sono per il nostro bene; per avere una metropoli più equa e sostenibile.

5834838Se ci tieni a leggere l’articolo…

All’autrice dell’articolo non posso rispondere se non con la Scommessa di Pascal:

“Esaminiamo allora questo punto, e diciamo: “Un piano per sorvegliare, controllare e soggiogare la popolazione mondiale esiste o no?” Ma da qual parte inclineremo? La ragione qui non può determinare nulla: c'è di mezzo un caos infinito.

All'estremità di quella distanza infinita si gioca un giuoco in cui uscirà testa o croce. Su quale delle due punterete? Secondo ragione, non potete puntare né sull'una né sull'altra; e nemmeno escludere nessuna delle due. Non accusate, dunque, di errore chi abbia scelto, perché non ne sapete un bel nulla.

[…] Avete due cose da perdere, il vero e il bene, e due cose da impegnare nel giuoco: la vostra ragione e la vostra volontà, la vostra conoscenza e la vostra beatitudine; e la vostra natura ha da fuggire due cose: l'errore e l'infelicità.

Mettiamola così: se ho ragione io, probabilmente non finirò ghettizzato in una metropoli piena di telecamere, riconoscimento biometrico, identità digitale e social scoring pure per pisciare il cane e divieto di possesso di qualsiasi tipo di proprietà privata. L’autrice di Repubblica invece sarà lì a contare i punti che le rimangono sul wallet con l’iPhone che non si carica.

Se invece ha ragione lei e siamo dei poveri complottisti, vivremo tutti felici e contenti nel miglior mondo possibile. Fate la vostra scommessa, amici. Perché come disse Ayn Rand: puoi ignorare la realtà, ma non puoi ignorare le conseguenze dell’aver ignorato la realtà.

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Meme del giorno


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Citazione del giorno

“Non importa ciò che dice la stampa. Non importa ciò che dicono i politici o le masse. Non importa se l'intero Paese decide che qualcosa di sbagliato è qualcosa di giusto.

Quando le masse, la stampa e il mondo intero ti dicono di muoverti, il tuo compito è di piantarti come un albero accanto al fiume della verità e dire a tutto il mondo —

'No, muovetevi voi.’

Captain America

Leggi gli altri Frammenti



Una biblioteca moderna e aperta a tutti: nasce la #PoliLibrary
Un servizio per l'intera comunità all'interno del Politecnico di Bari
rainews.it/tgr/puglia/video/20…
in reply to Franc Mac

Una biblioteca intelligente, dove prendere e restituire libri in piena autonomia. Ma soprattutto una biblioteca aperta a tutti. Perché la PoliLibrary, il nuovo polo culturale all'interno del Politecnico di Bari, non sarà riservata ai soli studenti.


Il @GPDP_IT ha annunciato l’avvio di una campagna di comunicazione istituzionale, denominata “Finalmente un po’ di #privacy“, finalizzata alla promozioni dei temi della protezione dei dati, della privacy e dell’educazione digitale.
in reply to Franc Mac

L’obiettivo della campagna è informare i cittadini su alcune situazioni quotidiane e comportamenti che possono avere conseguenze sulla privacy. Il Garante, impersonato da un attore negli spot televisivi, spiega i pericoli e indica come limitare i rischi.
garanteprivacy.it/finalmente-u…

LordMax reshared this.




Oggi, 8 marzo, per la Giornata internazionale della donna si è svolto al Ministero un incontro tra il Ministro Giuseppe Vaditara e alcune rappresentanti del mondo della scuola, per valorizzare l’impegno nei confronti delle studentesse, nonché il lavo…


Titolo

Grassetto con link nel testo

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Testo con spoiler

Clicca per aprire/chiuderePromo testo con imagine

Clicca per aprire/chiudere Secondo testo con seconda immagine


L’ora dei carosElly | La Fionda

«Poco importa se poi tra il dire “cose di sinistra” e il farle sul serio, c’è di mezzo il mare. Poco importa se l’orizzonte resta sempre quello di un riformismo buono per ogni stagione, in cui la rappresentanza degli interessi dei ceti subalterni rimane confinata in una vaga lotta alle diseguaglianze che negli ultimi anni ha prodotto risultati pressoché nulli. Poco importa se il primato del mercato e il credo atlantista non siano sostanzialmente in discussione. Se i proclami di voler porre un freno alla precarietà arrivino dopo quindici anni di scelte liberiste ed antipopolari, se la guerra va alimentata con nuove armi “finché ci sarà bisogno”. E nulla conta neppure il fatto che fino all’altroieri l’autonomia differenziata, un progetto che potrebbe scardinare l’unità nazionale del paese, piacesse tanto alla neo-segretaria quanto al suo sfidante, quasi al pari dei governatori di centrodestra.»

lafionda.org/2023/03/08/lora-d…



Ucraina: nove anni di guerra e di menzogne | AFV

«Mentre i media occidentali hanno celebrato il falso storico del “primo anniversario della guerra”, sono in realtà nove anni che il popolo ucraino è vittima delle politiche criminali del proprio governo, controllato dai burattinai occidentali e dalle milizie neonaziste.»

ancorafischiailvento.org/2023/…



Oggi, 8 marzo, si celebra la Giornata internazionale della donna, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Qui il videomessaggio del Ministro Giuseppe Valditara ▶ youtu.be/Sjcft9U1_pQ



INTERVISTA A TAMARA ESSENZA E A MR FA


Oggi presentiamo TAMARA ESSENZA e MR FA. Salve a tutti sono tamara_essenza, questo è un nome inventato. Penso tantissimo, sento tantissimo, ho amato tre volte nella vita, adoro gli animali.

iyezine.com/intervista-a-tamar…

#arte #dipinti



New Kind of Kicks-Febbraio 2023


🎧 #RECENSIONE:

👉 New Kind of Kicks-Febbraio 2023

Questo mese vi presentiamo :66cl, Adwud,Autobahns/S.G.A.T.V., Beta Maximo/Teo Wise/Deebeat Ramone/Emitter, Bibione, Duodenum, Punk Xerox, Buio Omega, Burnout Ostwest, Carvento, Falana, Class, Contra/Spam , Day Residue, Flipe VI/Kamuflase, Geishas Of Doom, Gobs, Joaco Van, Les Lullies , Mind/Knot , Mirth ,Ponys Auf Pump, Schwund, Splizz, Szlauch, Tetsuo Punk Terror/Dr. Wolfenstein, Yonic South....

iyezine.com/new-kind-of-kicks-…



Come procede l'integrazione di Fediverso in Tumblr?

@Che succede nel Fediverso?

Stanno testando "tutti i protocolli", inclusi ActivityPub, Bluesky e Nostr.

Uno dei loro timori è che Tumblr possa sopraffare qualsiasi protocollo decida di utilizzare.

Il post di TechCrunch


How is Tumblr’s Fediverse integration coming along?

They’re testing “all the protocols” including ActivityPub, Bluesky, and Nostr.

One of their fears is that Tumblr will overwhelm any protocol it opts to use.

techcrunch.com/2023/03/04/this…

@fediversenews


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Unknown parent

mastodon - Collegamento all'originale
QuasiMagia 🌀 マルコ
@irrisolvibile Si, ma è improbabile che accada dall'oggi al domani.
Sarebbe una cosa graduale, e comunque al momento vedo poco probabile che un'istanza diventi tanto grossa da "fagocitare" gli altri.
Unknown parent

@Alessandro :fediverso: con gli attuali ritmi di crescita, nessuna istanza può diventare così grande da ospitare 420 milioni di utenti. Almeno non nei prossimi 10 anni! 😅

Il punto però è che non devono esserci istanze troppo grandi e già il volume in cui è arrivata attualmente mastodon.social sono abnormi.

Quando gli utenti complessivi del fediverso saranno dell'ordine di qualche decina di milioni, si ragionerà sul carico reciproco tra istanze

@QuasiMagia 🌀 マルコ



RILEGGIAMO: L’agente segreto di Joseph Conrad


Londra 1894: Verloc conduce una vita tranquilla insieme alla moglie Winnie con la quale gestisce un piccolo negozio; con loro vive Stevie, fratello minore di Winnie.

Da anni, Verloc lavora come agente segreto per il governo del suo paese che lo ha incaricato di infiltrarsi in un gruppo di anarchici e di organizzare un attentato. Costretto ad agire nel silenzio, convince Stevie ad aiutarlo, senza immaginare che questa scelta metterà in moto conseguenze drammatiche. #LIBRO @L’angolo del lettore #rileggiamo

iyezine.com/lagente-segreto-di…

davu doesn't like this.

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Sul muro di scudi invocato a Firenze da Azione Studentesca


#AzioneStudentesca a #Firenze è rimasta coinvolta in un piccolo incidente di percorso, con sei militanti (i due terzi degli effettivi, verrebbe da malignare) che hanno fatto il pieno di capi d'accusa per essere venuti alle mani durante un #volantinaggio davanti a un obitoriale #liceo cittadino.
Non avevano calcolato il fatto che ormai ci sono due cellulari per ogni suddito, tutti dotati di fotocamere per lo meno passabili.

Nell'immediato i risultati sono stati la fine dell'agibilità politica -pare che alcuni dei coinvolti abbiano addirittura cambiato scuola, date le attestazioni non proprio di stima ricevute dai compagni- il rinvio di iniziative pianificate da mesi e una manifestazione di segno contrario che ha convogliato in piazza #SantaCroce una ragguardevole quantità di detrattori.
Adesso invocano il muro di scudi.
Contestualizzando la cosa, si capisce che in un'epoca in cui da una parola in su sono cause e querele come se piovesse, ai risultati immediati farà seguito un futuro gramo.
Più che un muro di scudi farà comodo una pila di quattrini.
Che difatti è quello che chiedono, battendo cassa come #punkabbestia qualsiasi.

IoNonStoConOriana reshared this.



WhatsApp commits to comply with EU consumer rules over policy updates


The Meta-owned messaging service agreed on Monday (6 March) to a series of commitments to settle an EU consumer probe over how it pushes out updates to its terms of services.


euractiv.com/section/data-priv…



Le notizie di sport... quelle belle!!!




Monitorare la trasformazione digitale italiana: il caso del reddito di cittadinanza  


Molti governi europei utilizzano sempre di più algoritmi e processi automatizzati per la trasformazione digitale dei servizi pubblici. In questo articolo vi raccontiamo un’esperienza pratica del team di Privacy Network che da anni vuole monitorare l’uso d

Molti governi europei utilizzano sempre di più algoritmi e processi automatizzati per la trasformazione digitale dei servizi pubblici. In questo articolo vi raccontiamo un’esperienza pratica del team di Privacy Network che da anni vuole monitorare l’uso di tecnologie digitali usate per predisporre servizi ai cittadini, in questo caso l’assegnazione di un sussidio statale. Dal 2021...

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Affacciarsi alla finestra


"Ricordo infatti che era normale allora vedere persone affacciate a finestre e balconi, intente a fumare o anche solo intente, avvolte nel loro cerchio di intimità quotidiana. Non saprei dire quando con esattezza ma è arrivato un momento in cui le persone hanno smesso di affacciarsi, inclusi i miei. Forse è lo stesso momento in cui i bambini hanno smesso di giocare a pallone nelle strade usando come porte le saracinesche abbassate dei negozi. Oggi, quando cammino per Roma e alzo gli occhi ai palazzi vedo solo finestre, le persone vi appaiano per aprirle e chiuderle, per cambiare aria alla casa, o quasi per sbaglio, pronte a tornare dentro se si accorgono che le stai guardando."
Tommaso Pincio - Diario di un'estate marziana