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Emergenza idrica in Uruguay: entro 10 giorni senza acqua potabile


Si spera in un'alluvione ma non sono previste piogge abbondanti. Alti livelli di sodio e cloruro in ciò che rimane delle riserve di acqua potabile. L'articolo Emergenza idrica in Uruguay: entro 10 giorni senza acqua potabile proviene da Pagine Esteri. h

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Pagine Esteri, 4 luglio 2023. L’Uruguay rischia di rimanere senza acqua potabile. La peggiore siccità degli ultimi 74 anni ha fatto scendere le riserve di acqua sotto l’1,8%.

Le autorità hanno fatto sapere che se non avverrà, nei prossimi giorni, un’alluvione di portata sorprendente, entro una settimana, al massimo dieci giorni, l’acqua potabile sarà terminata.

Il presidente Luis Lacalle Pou ha dichiarato che piogge consistenti sono poco probabili nel periodo di luglio e agosto e che si spera termineranno presto i lavori al Paso Belastiquí, che consentiranno di prendere acqua dolce dal fiume San José.

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La situazione è preoccupante per la presenza, nell’acqua potabile che rimane a disposizione, di livelli elevati di sodio e cloruro.

L’emergenza idrica è stata proclamata e le condizioni sono preoccupanti soprattutto nell’area di Montevideo, dove vive metà della popolazione dell’Uruguay. Pagine Esteri

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Esercito israeliano rioccupa Jenin. Campo profughi distrutto, centinaia di famiglie sfollate


Cominciata l'operazione militare nel nord della Cisgiordania di cui si parlava da giorni e invocata dalla destra al potere in Israele. Migliaia di persone hanno lasciato le proprie case. L'ospedale pubblico è al collasso e sotto l'attacco dell'esercito is

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della redazione

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Aggiornamenti


4 luglio ore 10.47. È salito a 10 il numero dei palestinesi uccisi durante l’incursione dell’esercito israeliano nella città e nel campo profughi di Jenin, centinaia i feriti. La Mezzaluna Rossa ha evacuato almeno 1000 famiglie. La situazione all’interno del campo profughi è diventata insostenibile. I mezzi israeliani hanno distrutto strade e infrastrutture.

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Video mostrano escavatori che producono profondi solchi lungo le vie principali, diventate cumuli di macerie. La rete idrica e quella elettrica sono danneggiate. L’ospedale pubblico è pieno di feriti ma i medici hanno difficoltà a raggiungere la struttura, che viene attaccata dal lancio di gas da parte dell’esercito israeliano e dal passaggio di mezzi corazzati ed escavatori.

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Il vice portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, Farhan Haq, ha esortato “tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario, evitando l’uso eccessivo della forza nei centri abitati”.

Proteste e manifestazioni contro l’attacco e l’occupazione israeliana di Jenin si stanno tenendo in varie città della Cisgiordania occupata.


Ore 22.30. La Mezzaluna Rossa comunica che più di 500 famiglie sono state evacuate dal campo profughi palestinese di Jenin. Le condizioni, dichiara, sono diventate insostenibili per i danni causati dall’esercito israeliano.


Pagine Esteri, 3 luglio 2023 – Anticipata da giorni dai media locali e invocata da ministri e parlamentari della destra estrema al governo, è cominciata l’ampia operazione dell’esercito israeliano contro la città palestinese di Jenin e il suo campo profughi, nel nord della Cisgiordania.

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Sono coinvolti migliaia di soldati, carri armati Merkava sono schierati nei pressi della città e droni hanno colpito diversi obiettivi. Il bilancio al momento parla di cinque palestinesi uccisi e di altri 25 feriti, 7 dei quali sono in condizioni critiche.

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Non si segnalano vittime tra i soldati, nonostante l’intenso fuoco di sbarramento da parte di decine di combattenti palestinesi che avrebbero anche abbattuto un drone e fatto esplodere un ordigno sotto una ruspa militare israeliana. Giungono in queste ore notizie di rastrellamenti e ampie distruzioni, particolare delle strade del campo profughi.

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Difficile prevedere quanto durerà la rioccupazione di Jenin. Nei giorni scorsi si parlava di 48 ore ma è improbabile che in un tempo così breve le forze israeliane possano avere ragione di organizzazioni armate ben strutturate. Il rischio, oltre ad un bagno di sangue, è che l’operazione inneschi reazioni a catena in Cisgiordania dove la lotta armata è ormai vista da molti come l’unico mezzo per mettere fine all’occupazione militare israeliana.

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Migliaia di palestinesi la scorsa notte hanno già sfilato in protesta a Nablus e altri centri abitati. Alla periferia di Ramallah i soldati hanno ucciso un manifestante. Pagine Esteri

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Edith Wharton – L’età dell’innocenza


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CJEU declares Meta/Facebook's GDPR approach largely illegal


La CGUE dichiara ampiamente illegale l'approccio di Meta/Facebook al GDPR Nella decisione odierna, la CGUE ha dichiarato ampiamente illegale l'approccio di Meta/Facebook al GDPR, analogamente al precedente contenzioso di noyb davanti all'EDPB che ha portato a una multa di 390 milioni di euro. Meta Logo with checkboxes


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In Cina e Asia – Chip war, Pechino frena le esportazioni di gallio e germanio


In Cina e Asia – Chip war, Pechino frena le esportazioni di gallio e germanio gallio germanio chip metalli
I titoli di oggi: Chip war, Pechino frena le esportazioni di gallio e germanio
Wang Yi accusa gli Usa di interferire nelle relazioni Cina-Giappone-Corea del Sud
Hong Kong, emesso mandato d'arresto per otto cittadini fuggiti all'estero
Si è spento Yuan Mingfu, il mediatore di piazza Tian'an Men
Corea del Sud, al via due settimane di scioperi
Italia e Corea del Sud in un forum sull'etica del Metaverso

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Oggi inizia la Sessione Suppletiva degli #EsamiDiStato2023.

Alle 8.30 è stata pubblicata la chiave ministeriale per decrittare il testo della cornice nazionale generale di riferimento per i percorsi professionali di nuovo ordinamento contenuto nel p…



Forza e debolezza della Cina come attore finanziario globale


Forza e debolezza della Cina come attore finanziario globale finanziario
Dai negoziati sul debito dello Zambia all'internazionalizzazione dello yuan: la Cina ha assunto una centralità indiscussa nelle dinamiche della finanza globale. Anche grazie all'appoggio del Sud globale. Ma non è tutto oro quel che luccica.

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Il gusto tutto francese per la violenza


Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre non era algerino e non crebbe in una banlieu. Crebbe ad Arras, nel nord della Francia, figlio di un avvocato e discendente di una famiglia che nell’ancien régime esercitava la professione notarile. Eppure,

Maximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre non era algerino e non crebbe in una banlieu. Crebbe ad Arras, nel nord della Francia, figlio di un avvocato e discendente di una famiglia che nell’ancien régime esercitava la professione notarile. Eppure, prima di rimetterci a sua volta la testa, Robespierre e con i suoi giacobini fecero della violenza lo strumento della loro lotta politica e, in difesa del “popolo”, aggredirono il Potere e giustiziarono serenamente diverse migliaia di concittadini. Lo fecero, naturalmente, in nome della democrazia e della giustizia sociale.

Non erano algerini, e non vivevano nelle banlieu, i capipopolo che nel maggio del 1968 animarono la rivolta, una “rivoluzione mancata” secondo molti, che infiammò tutte le democrazie occidentali tanto da dare all’anno che la partorì la dignità maiuscola d’un fatto storico: il Sessantotto. Una radicale delegittimazione del potere costituito, dei suoi principi, dei suoi miti e dei suoi simboli.

Non erano algerini, e non vivevano nelle banlieu, i tanti terroristi italiani e non solo italiani a cui lo Stato francese ha riconosciuto e riconosce un diritto d’asilo, con ciò dimostrando quanto sia insito nel carattere nazionale francese, tanto da diventare principio ispiratore della prassi istituzionale, il riconoscimento della sovversione violenta come frutto della naturale ricerca della libertà e, in coerenza con la teoria dell’abate, francese, Sieyés, il tirannicidio come atto profondamente legittimo, per non dire doveroso.

Non erano algerini, e non vivevano nelle banlieu, i capi e i militanti dell’Oas, il movimento paramilitare insurrezionalista che negli anni Sessanta si oppose a suon di bombe all’indipendenza dell’Algeria in nome di una Grande Francia imperialista. In ciò rappresentando solo una piccola tessera del variopinto mosaico di cui si compone l’estremismo culturale e politico della destra francese: dal padre di tutti i razzisti, il marchese de Gobineau, all’Affaire Dreyfus, all’Action Francaise, al cattolico Joseph De Maistre, alla Repubblica di Vichy… fino a Jean-Marie Le Pen e soprattutto a sua figlia Marine. Tutti fenomeni politici piuttosto estremi ma sempre radicati in segmenti nient’affatto marginali della società francese, di cui hanno espresso ed esprimono fedelmente sentimenti e pulsioni.

Non erano algerini, e non vivevano nelle banlieu, i leader della rivolta dei gilet gialli e le centinaia di migliaia di loro seguaci che dal novembre 2018 hanno paralizzato Parigi e altre duecento città francesi formalmente per protestare contro l’aumento del prezzo della benzina. Erano rappresentanti del cosiddetto ceto medio. Ceto precipitato socialmente, in Francia come ovunque, in conseguenza della crisi finanziaria del 2008.

Si parla tanto di integrazione. Ed è un bene che se ne parli, essendo il tema evidentemente centrale. Tuttavia, visti i precedenti storici e tenendo conto del fatto che ad animare le rivolte odierne in Francia sono le seconde e terze generazioni di immigrati, dunque cittadini francesi a tutti gli effetti, viene da pensare che questa violenta rivolta dei ventenni magrebini sia il miglior segno della loro avvenuta integrazione. Ora che sono francesi, dei francesi possono legittimamente esercitare la violenza. Ovviamente giustificata con nobili motivazioni di giustizia sociale.

L’anomalia è che ai ribelli stavolta mancano una matrice culturale e una rappresentanza politica. Il monito e che, come la Storia insegna, il più delle volte le peculiarità “rivoluzionarie” francesi si sono fatte prassi nell’intero mondo occidentale, capitalista e industrializzato.

Huffington Post

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Putin incontra i leader di Cina e India dopo l’insurrezione della Wagner


L'evento, il primo pubblico di portata internazionale dopo l'insurrezione di Prigozhin, rappresenta un'occasione per il presidente Putin di dimostrare il fallimento della politica occidentale dell'isolamento L'articolo Putin incontra i leader di Cina e I

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Pagine Esteri, 3 luglio 2023. Un forum di importanza strategica per Putin, quello di domani martedì 4 luglio, quando si riunirà online la Shanghai Cooperation Organization, un gruppo fondato da Russia e Cina per rispondere alle alleanze che l’occidente sempre di più allarga in Asia.

L’evento è coordinato e ospitato dall’India, divenuta stato membro dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai nel 2017. L’organismo è stato fondato nel 2001 e comprende, oltre a Russia e Cina, India, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan, Pakistan e Iran (che ha aderito nel 2021).

Il gruppo ha affrontato fino ad oggi questioni relative alla cooperazione economica, la lotta ai traffici di droga e al terrorismo, ma anche il cambiamento climatico. Da quando ha avuto inizio la guerra tra Russia e Ucraina la questione della sicurezza alimentare è diventata centrale per molti dei membri.

L’evento è il primo pubblica di portata internazionale alla quale Putin parteciperà dopo l’insurrezione del gruppo mercenario della Wagner capeggiato da Prigozhin. Rappresenta l’occasione, per il presidente russo Vladimir Putin, di dimostrare il fallimento della politica occidentale di isolamento e la praticabilità di alleanze alternative che possano rappresentare una opzione pure per i Paesi dell’area.

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noyb win: First major fine (€ 1 million) for using Google Analytics


vittoria di noyb: Prima multa importante (1 milione di euro) per l'utilizzo di Google Analytics L'autorità svedese per la protezione dei dati (IMY) ha emesso decisioni contro quattro società e ha imposto una multa di 12 milioni di corone svedesi (1 milione di euro) a Tele2 e di 300.000 corone svedesi a CDON €1 million fine in sweden


noyb.eu/en/noyb-win-first-majo…



noyb win: First mayor fine (€ 1 million) for using Google Analytics


vittoria di noyb: Il primo sindaco multato (1 milione di euro) per l'uso di Google Analytics L'autorità svedese per la protezione dei dati (IMY) ha emesso decisioni contro quattro società e ha imposto una multa di 12 milioni di corone svedesi (1 milione di euro) a Tele2 e di 300.000 corone svedesi a CDON €1 million fine in sweden


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Oggi pomeriggio saranno presentate alle Organizzazioni sindacali le Linee guida per il potenziamento dell’insegnamento delle discipline STEM nelle scuole di ogni ordine e grado, in coerenza con quanto previsto dal PNRR, a partire dall’anno scolastico…


Intelligenza artificiale: implicazioni etiche e politiche | La Fionda

«Si chiede alle macchine di pensare al nostro posto, perché chi usa senso critico rallenta il processo e non è funzionale.
L’abbiamo visto anche durante la pandemia in cui i dati scientifici venivano portati come verità assolute. Abbiamo sentito dire frasi come “qui parlano i dati”, ma i dati non parlano da soli, si tratta sempre di interpretazioni di risultati che dipendono dalle conoscenze e dall’esperienza dei ricercatori e delle ricercatrici.
E così sempre più ci si affida all’intelligenza artificiale come un qualcosa di magico, di salvifico, di oggettivo, con l’illusione che le macchine potenti e infallibili, ci portino verso verità neutre e imparziali.»

lafionda.org/2023/06/27/intell…



#NotiziePerLaScuola

È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.



Carrellata


L’inflazione è scesa, ma troppo poco. Si è passati, su base annua, dal 7,6% di maggio al 6,4% di giugno. Considerato il ribasso consistente (rispetto ai picchi) delle materie prime energetiche, è segno che l’aumento dei prezzi è retto anche da fenomeni in

L’inflazione è scesa, ma troppo poco. Si è passati, su base annua, dal 7,6% di maggio al 6,4% di giugno. Considerato il ribasso consistente (rispetto ai picchi) delle materie prime energetiche, è segno che l’aumento dei prezzi è retto anche da fenomeni interni. L’ultimo bollettino della Banca centrale europea è chiaro: non si segnalano dinamiche salariali inflattive; non sono i salari a crescere, semmai i profitti delle aziende. Quando questo succede è segno che i produttori possono ancora puntare sul rialzo dei prezzi, senza perdere quote di mercato. È da qui che si deve partire, se non si vuol fare soltanto delle sciocche e inutilissime polemiche sul rialzo dei tassi d’interesse.

Non è senza significato che il presidente dell’Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli – dopo avere ripetutamente avvertito circa il rischio che quei rialzi mettano in difficoltà i debitori, quindi poi le banche – dica ora, chiaro e tondo: «Temo che un certo rallentamento dell’attività economica sia inevitabile quando si combatte duramente l’inflazione, che è la più brutta delle malattie». Ha ragione. Per capire quanto sia brutta si deve tornare ai dati di giugno e alla segnalata discesa, perché i salari restano fermi, mentre l’aumento dei prodotti alimentari è all’11,2%. Il morso è molto forte, tenuto conto che i redditi più bassi hanno una spesa maggiormente concentrata in quei prodotti i cui prezzi crescono di più. Far polemiche sul rialzo dei mutui a tasso variabile (di cui nessuno parlava quando i ratei calavano) significa ignorare questa realtà. Come anche quella di famiglie e settore privato che hanno 10mila miliardi sui conti correnti, quindi risparmi che perdono valore.

Ma c’è un altro aspetto, in quei dati di giugno, da tenere in conto: le comunicazioni registrano un aumento di appena lo 0,5%, i trasporti addirittura diminuiscono i prezzi (-0,2%). Significa che una delle armi migliori contro l’inflazione è la concorrenza, che interdice le speculazioni. Facciamo un esempio concreto, in questa pazzotica estate in cui non si trovano i taxi e in cui i sindaci di Roma e Milano si accorgono che dovrebbero aumentare le licenze, dopo che la maggioranza parlamentare bloccò le positive novità che il governo Draghi avrebbe voluto introdurre: se hai un aereo da prendere e se non vuoi andare in aeroporto il giorno prima (considerato che non si accettano più prenotazioni, che i tempi d’attesa sono diventati lunghissimi e che spesso ci si sente rispondere che «non ci sono vetture disponibili nella sua zona»), si finisce con il rivolgersi ai noleggiatori con conducente, la cui tariffa – dal centro di Roma all’aeroporto di Fiumicino – è di 60 euro, 10 in più rispetto a quella fissa dei taxi. Dunque si accetta di pagare il 20% in più, il che alimenta l’inflazione. Generata, in questo caso, da scarsa concorrenza e non disponibilità di vetture. È il corporativismo a generare prezzi più alti. Il governo che lo favorisce spinge il rialzo dei prezzi. Poi si maschera con polemiche irragionevoli contro la Bce.

A pagare di più il carrello della spesa sono le stesse persone che se vorranno andare al mare pagheranno rialzi ben superiori al tasso medio d’inflazione. Meno concorrenza significa prezzi crescenti e spinta inflattiva. Il tutto scaricato sulle spalle più deboli, quelle dei redditi fissi che non crescono. Né serve dire: fateli crescere. Perché questo può portare non pochi produttori fuori mercato e gli altri a scaricare sui prezzi i costi più alti.

La via virtuosa consiste nell’usare i fondi europei per investimenti che compensino il raffreddamento economico, nel frattempo facendo crescere la concorrenza per interdire le speculazioni. Il resto sono parole perse, demagogia inconcludente, speranza di trovare un colpevole esterno per coprire le incapacità interne. E la cosa drammatica non è soltanto che il governo sembra preferire la demagogia, ma che l’opposizione pensa di superarlo su quella e non sul pragmatismo e sulla serietà.

La Ragione

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Comando


Non c’è organizzazione che possa funzionare senza chiarezza della linea gerarchica, senza sapere chi fa cosa e chi prevale su chi. Non c’è organizzazione che possa salvarsi da devianze e degenerazioni se al potere di comando non corrisponde la responsabil

Non c’è organizzazione che possa funzionare senza chiarezza della linea gerarchica, senza sapere chi fa cosa e chi prevale su chi. Non c’è organizzazione che possa salvarsi da devianze e degenerazioni se al potere di comando non corrisponde la responsabilità e, di converso, se la responsabilità non corrisponde ad un potere. Nominare dei commissari, ovvero sostituire la linea gerarchica con un accentramento di potere e responsabilità, può risolvere un problema, ma può diventare a sua volta un problema.

Prendiamo il caso del Generale Francesco Paolo Figliuolo. Esperto di logistica, ha dato prova non buona, ma eccellente nell’organizzare la vaccinazione di massa. Organizzazione perfetta, file ordinate e veloci, rari i casi di intemperanze o sprechi di tempo. Dovrebbe essere normale, ma guardate quel che succede -per dirne una- nel rilascio dei passaporti e ricordiamoci che un lavoro ben fatto va apprezzato anche perché non consueto. Ma in quel caso era indubbio che ci si trovasse davanti ad una emergenza e che dovessero essere approntati strumenti altrettanto d’emergenza. Ora il generale Figliuolo è commissario per l’alluvione in Romagna. Escluso che si discutano le sue capacità, apprezzata la continuità con le scelte del governo Draghi, in che consiste l’emergenza? I giorni terribili dell’alluvione sono alle spalle e, dopo due mesi, non si tratta di approntare i soccorsi. Le “missioni” sono due: a. fare in modo che dopo l’efficienza dei soccorsi non ci sia il vuoto negli accertamenti dei danni e nella ricostruzione di ciò che è andato perso; b. eseguire i lavori per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua e delle infrastrutture. Due “missioni” che dovrebbero essere (state) assolte dalle istituzioni amministrative esistenti. Nominare un commissario non tappa una falla improvvisamente apertasi, ma sfiducia l’organizzazione istituzionale “normale”.

È solo un esempio, perché molti altri se ne potrebbero fare (ci sono sistemi sanitari commissariati da decenni, che per la durata segnalano la necessità di commissariare il commissariamento). Nessun sistema istituzionale è perfetto, sicché metterli costantemente a punto è la normalità. Non è normale codificare linee di comando per poi puntualmente derogarle. Non lo è accentrare le competenze e i poteri nel mentre si pretende di decentrarli ancora di più. Anche perché in questo bailamme va a finire che si smarrisce la riconoscibilità sia del potere che della responsabilità, non sapendo più chi fa cosa, chi prevale su chi e chi ne risponde. Nel caso delle acque siamo arrivati all’assurdo di un commissario nazionale che sovraintende a commissari locali, nel mentre si pretende che la faccenda sia di competenza regionale.

Né ha alcun senso pensare di affrontare la contraddizione rafforzando il mandato in capo a chi governa, perché i presidenti delle Regioni sono già eletti direttamente, ma non per questo (come si è visto) non possono essere scavalcati dai commissari. Affiancare il regionalismo ancora più marcato con una specie (imprecisata) di presidenzialismo governativo, quindi, non è un modo per trovare un equilibrio, ma per cuocere lo stufato di montone mettendoci anche la rana pescatrice e la liquirizia.

A taluno potrà sembrare un tema adatto a perditempo che si suppongono cultori degli equilibri e funzionamenti istituzionali, ma giusto ieri, sul Corriere della Sera, il prof. Sabino Cassese non ha lanciato un allarme, ma direttamente un’accusa: molti decreti legge -che fanno del governante un legislatore- sono come la minestra di Gian Burrasca, fatta con la risciacquatura dei piatti: sovrapposti, scoordinati, incoerenti, prolissi e non funzionanti. E di Cassese non si può dire che non sia cultore della materia o che sia prevenuto contro il governo in carica.

Dietro tutto questo c’è la voragine del procedere per proclami e senza capacità esecutiva. Parole e fatti che divorziano. Sarebbe un tema per la politica, ove esistesse e non si dedicasse alle suggestioni anziché alla realtà.

La Ragione

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Inizia il viaggio di Euclid: osserverà l’Universo “oscuro” | Astronomia.com

"L’obiettivo scientifico di Euclid è generare una mappa 3D dell’Universo. [...] Le precise rilevazioni che Euclid fornirà permetteranno di mappare le due entità più elusive dell’Universo e che tuttavia ne costituiscono ben il 95%: la materia oscura e l’energia oscura, così aggettivate perché gli astronomi non hanno fondamentalmente idea di cosa siano."

astronomia.com/2023/07/02/iniz…



Perché la Francia brucia


Un mio pensiero sulle rivolte violente che stanno interessando la Francia in questi giorni.

Da qualche giorno la Francia brucia: incendi, esplosioni, migliaia di auto ed edifici distrutti; orde di persone che saccheggiano, rubano e sfondano vetrine di supermercati, negozi e armerie. Qualcuno che smonta pali di videosorveglianza con le ruspe (grazie!). Si è visto di tutto. Da Parigi a Lione, fino in Marsiglia…

Il governo francese ha mobilitato quasi 50.000 forze dell’ordine, che però non possono assolutamente nulla, se non dimostrare l’inutilità della loro esistenza. Il governo non può reprimere in alcun modo queste proteste, né usare la (giusta) violenza contro coloro che da giorni distruggono proprietà privata e mettono in pericolo la vita dei cittadini francesi. Si limiteranno a farsi vedere in video e arrestare qualcuno, ma per il resto, i francesi sono soli.

Così alcuni — già denominati dai mass media “nazionalisti” — hanno deciso di scendere in strada con mazze e spranghe e difendere da soli i loro quartieri, le loro proprietà e la loro famiglia. In qualche modo i giornalisti riusciranno a farli passare per vigilanti cattivi.

Perché sta succedendo tutto questo? I giornalisti dicono che è per colpa di un poliziotto che ha sparato e ucciso un 17enne algerino-francese di nome Nahel in un posto di blocco (ma la patente in Francia a che età si prende?).

Se non sei ancora iscritto a Privacy Chronicles, che aspetti?

Trovare un singolo evento scatenante è però tipico dei mass-media, il cui unico ruolo è indirizzare e polarizzare le masse da una parte e dall’altra, con iper-semplificazioni e favolette.

È colpa dell’Islam e degli africani!”, gridano alcuni. “È colpa della polizia fascista e del governo!”, gridano altri. Entrambe le fazioni però vogliono la stessa cosa: giustificare moralmente la violenza di Stato che arriverà inevitabile una volta che saranno spenti gli incendi e placati gli animi.

La mia idea è che le rivolte violente siano invece espressione naturale di diversi fattori connessi tra loro: statalismo, globalismo (neo-marxismo) e svalutazione della moneta.

Il primo elemento è lo statalismo: un sistema istituzionalizzato di violenza. Un sistema che non lascia ai cittadini, i nuovi sudditi, alcuna scelta — se non quella di combattere e salire al potere; rubare o essere rapinati; uccidere o essere uccisi.

Lo statalismo provoca sempre la frammentazione sociale in gruppi rivali tra loro. La pressione politica da parte di gruppi in costante lotta tra loro per acquisire potere e vantaggi a discapito degli altri è una forma di guerra civile perpetua. Quando il metodo politico (violento) sostituisce il metodo di mercato, non c’è alcuna scelta se non combattere coi mezzi che si hanno a disposizione.

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Mises scriveva nel 19451: “La nostra società è piena di conflitti tra gruppi con interessi diversi. Ma questi conflitti non sono inerenti alla natura di una società capitalistica di libero mercato. Sono il risultato delle politiche dello Stato, che interferiscono con il mercato. Non sono conflitti tra classi marxiste. Sono conflitti che derivano dal fatto che il genere umano sta tornando indietro a logiche di privilegio di gruppo, verso un nuovo sistema di caste.”

Per sopravvivere in un sistema del genere gli uomini non hanno alcuna scelta, se non odiarsi a vicenda, avere paura del prossimo e cercare di distruggersi a vicenda; è un sistema fatto di complotti, conspirazioni, favori, tradimenti. Non è un sistema da cui può nascere fratellanza, sicurezza, cooperazione e pace.

La storia insegna che è il libero mercato a stimolare fratellanza, cooperazione e pace. Fino al 1300 l’economia europea era fondata sul commercio internazionale di merci, disciplinato da regole negoziali di natura volontaria e sostenuto da un sistema bancario libero, molto presente soprattutto nella penisola italica2. Popoli diversi, con culture ed etnie diverse, collaboravano tra loro nei limiti di quanto necessario alla reciproca sopravvivenza e arricchimento, sia materiale che spirituale.

Oggi invece popoli diversi sono costretti a convivere tra loro in modo forzato e artificiale; non per il mutuo beneficio ma per sfruttare l’arma statale e ottenere vantaggi politici e fiscali a discapito degli altri. Allo stesso tempo il commercio viene invece limitato — se non del tutto vietato — anche verso le stesse popolazioni che poi, magari, accogliamo come rifugiati.

Il che, ci porta al secondo punto: la rivoluzione industriale e le sue conseguenze. Anzi: il globalismo e le sue conseguenze.

Brock Chisholm, psichiatra e primo direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, disse: "Per arrivare a un governo globale è necessario rimuovere dalle menti degli uomini l'individualismo, la devozione nei confronti delle tradizioni famigliari, il patriottismo nazionale, e i dogmi religiosi."

Per avere un governo globale bisogna quindi prima rimuovere gli ostacoli.

Un popolo multi-etnico, multi-culturale, laico e statalista accetterà molto più facilmente di essere governato da enti sovranazionali come UE, OMS, ONU e tanti altri. Così come individui senza forti legami e tradizioni famigliari saranno più facilmente suscettibili al potere dello Stato e alla pressione sociale dei vari gruppi di potere. Già secondo Marx e Engels l’idea tradizionale di famiglia andava abolita, in quanto fonte di individualismo e capitalismo. Cioè di libertà.

Milioni di individui oggi sono schiacciati dal peso di un sistema che li rende incapaci di sopperire autonomamente ai propri bisogni primari e li assoggetta a migliaia di leggi e aspettative sociali su cui non hanno alcun controllo. Così — disorientati, soli e spesso senza legami familiari, finiscono per alienarsi dagli altri e dalle comunità locali a cui invece dovrebbero far riferimento.

Non c’è da stupirsi quindi che i criminali che vediamo in video siano individui molto giovani, a cui probabilmente manca una famiglia e un’identità culturale e storica. Che identità culturale potrà mai avere chi cresce a Parigi, Londra o Milano nel 21esimo secolo?

Leopold Kohr scriveva in “The Breakdown of Nations” che quando una società o un sistema diventa troppo grande, collassa inevitabilmente su se stesso.

Nelle piccole comunità, scriveva Kohr, è più semplice mantenere le tradizioni culturali, e c’è spesso una forte condivisione degli stessi valori, nonché un rispetto reciproco derivante dalla stessa etnia e radici storiche.

Le grandi metropoli europee non hanno ormai più nulla di tutto questo: nessuna radice storica condivisa, nessuna tradizione (no, l’aperitivo non è una tradizione), nessun valore, né senso di comunità.

Nel voler esaltare l’integrazione etnica e culturale gli ingegneri sociali globalisti hanno finito invece per incentivare meccanismi di autodifesa che provocano ghettizzazione e (auto)marginalizzazione delle minoranze etniche. Come mescolare insieme olio e acqua. E tutti sappiamo cosa succede quando la temperatura sale.

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Le rivolte, le guerre civili, la povertà e il conflitto sociale sono effetti previsti della transizione verso il nuovo mondo globale e unificato.

Klaus Schwab, leader del World Economic Forum e portavoce del movimento globalista occidentale, lo disse non troppo tempo fa al B20 di Bali: “C’è da aspettarsi che questa ristrutturazione sociale ed economica possa portare del malcontento. Il periodo di transizione —che potrebbe durare diversi anni, causerà una diminuzione del benessere e molte tensioni sociali.”

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Klaus Schwab al B20 di Bali, nell’ambito del G20

L’aumento dei conflitti e delle tensioni sociali in tutto l’occidente richiederà azioni condivise e unificate, prese da enti sovranazionali lontani anni luce dagli interessi delle persone e dalle comunità in cui vivono.

E infine, un fenomeno troppo spesso sottovalutato quando si parla di questi temi: la costante svalutazione della moneta, che prosegue inarrestabile da cento anni.

Più la moneta viene svalutata, più l’orizzonte temporale delle persone si comprime. Come scrive Saifedean Ammous: “l'abbassamento della preferenza temporale è ciò che dà inizio al processo di civilizzazione umana e permette agli esseri umani di cooperare, prosperare e vivere in pace”.

Viceversa, preferenze temporali più alte (cioè a breve termine) portano le persone a preferire risultati immediati — anche a discapito del loro stesso futuro! Le preferenze temporali plasmano la nostra realtà e le nostre società.

Dare più importanza al beneficio immediato significa cedere agli istinti, rinunciare alla ragione e alla cooperazione a favore della violenza. Significa, in breve, avvicinarsi agli animali. Non stupisce allora che i rivoltosi francesi abbiano iniziato a danneggiare, distruggere e saccheggiare come bestie rabbiose qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, senza curarsi delle conseguenze.

Non ce l’hanno con lo Stato — come ragione vorrebbe, se la causa di tutto fosse l’omicidio del giovane algerino da parte del poliziotto — non ce l’hanno con nessuno.

Vogliono solo fare casino: animali persi, senza cultura, senza identità, senza famiglia, senza ragione e senza alcun orizzonte temporale. Utili idioti, protagonisti e spettatori di un cinema macabro che serve soltanto a polarizzare le opinioni e avanzare nel programma prestabilito.

Domani


Quando le proteste avranno fatto il loro corso il governo francese potrà fare la sua mossa e chiedere il supporto europeo per gestire l’ennesima “crisi globale”. Diranno, giustamente, che ciò che sta accadendo in Francia può accadere ovunque; che serve un’azione condivisa e globale.

I francesi nel frattempo si ritroveranno città piene zeppe di guardie e telecamere con riconoscimento facciale e nuove scintillanti leggi di sorveglianza e di censura. Il Ministro della Giustizia francese ha d’altronde già intimato di voler bloccare Snapchat, usato “dai giovani” per organizzare le rivolte. Anche alcuni video sono già stati censurati su Twitter, su richiesta del governo francese.

E poi qualcuno alzerà la mano e dirà che la situazione è insostenibile: siamo troppi; le città sono troppo grandi e impossibili da controllare.

Così procederà anche l’agenda delle città da 15 minuti, i nuovi ghetti 2.0 tanto cari al World Economic Forum. Centinaia di migliaia di persone saranno rinchiuse nei loro quartieri, ammassate tra loro e costrette a un’integrazione forzata che non avverrà mai. Ingressi e uscite saranno controllati con autenticazione biometrica e ogni azione sarà monitorata dalle cabine di regia che anche in Italia iniziano a chiamare “control room”.

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L'ennesima coglionata di Elon Musk sta mettendo sotto pressione Mastodon.

@devol

Il server di mastodon.uno è al momento irragiungibile: oggi c'è stata una nuova migrazione di massa da parte degli utenti di Twitter...

@filippodb - fddt sta lavorando insieme agli altri sistemisti per risolvere il problema.

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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Account divulgativi

Un elendo di utenti mastodon diviso per argomenti

mastodon.it/it/quali-utenti-se…

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Stati Uniti, la vergogna fa 37 | Cumpanis

«Washington non ha mai accettato quanto sentenziato dalla massima autorità giuridica internazionale e, 37 anni dopo, continua a non farlo. Dietro le opposizioni giuridiche, c’è una verità politica: accettare la sentenza implicherebbe il riconoscimento degli Stati Uniti come nazione tra le altre, costretta cioè al rispetto del Diritto Internazionale e delle istituzioni chiamate a tutelarlo. Inconciliabile con lo status di “eccezionalità”, che si sono assegnati in Costituzione e poi nell’agire criminale che ha contraddistinto i loro 249 anni di esistenza, fatti di 232 anni di guerre e circa 30 milioni di vittime sacrificate per l’affermazione di un modello folle, darwiniano ed escludente.»

cumpanis.net/stati-uniti-la-ve…



Commissariamento


L'articolo Commissariamento proviene da Fondazione Luigi Einaudi. https://www.fondazioneluigieinaudi.it/commissariamento/ https://www.fondazioneluigieinaudi.it/feed



Nota: questo articolo avrebbe dovuto si in primo luogo illustrare i problemi della dock di Switch, ma poi continuare e terminare con lo sviluppo to...


Condivido dalla prima all'ultima parola l'appello di Massimo Cacciari, Donatella Di Cesare, Raniero La Valle, Carlo Rovelli, Michele Santoro e Marco Tarquinio.


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Le parole del viceministro degli esteri Edmondo Cirielli davanti alla platea di Gioventù Nazionale costituiscono un'aperta apologia del colonialismo italiano f


  Un accordo al ribasso quello di Pd, Ms5 stelle, SI e Azione su una proposta di salario minimo di 9 euro lordi l’ora. E’ la stessa cifra presente n


Calligram - Position momentum


Torna il collettivo internazionale black metal Calligram dopo l'ottimo "The Eye Is The First Circle" del 2020. Il gruppo che vede Matteo Rizzardo alla voce e scrittore dei testi, è una delle realtà più belle della scena black metal contaminata da altri generi come il d-beat e qualcosa di hardcore e sludge. @Musica Agorà

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Su iniziativa del Ministro Giuseppe Valditara, al termine di un tavolo con i tecnici del Ministero, sono stati stabiliti interventi sui criteri di valutazione del voto di condotta nelle Scuole secondarie, sulla misura della sospensione e sull’istituz…


Punk Paradox di Greg Graffin


PUNK PARADOX è la narrazione della vita di Greg Graffin prima e durante i primi anni del punk di Los Angeles, in cui descrive in dettaglio le sue osservazioni sulla crescita esplosiva del genere e sul costante aumento di importanza della sua band @Musica Agorà

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Slowdive, a settembre il nuovo album. In ascolto il primo singolo


A SEI ANNI DI DISTANZA DALL'ULTIMA FATICA DISCOGRAFICA, L'ALBUM OMONIMO USCITO NEL 2017 (IL PRIMO DOPO LA REUNION DEL 2014, A SUA VOLTA ARRIVATO DOPO DICIANNOVE ANNI DI STAND BY) GLI SLOWDIVE TORNERANNO A PUBBLICARE UN NUOVO DISCO, CHE SI INTITOLA "EVERYTHING IS ALIVE" E SARÀ DISPONIBILE DALL'1 SETTEMBRE SULLA LABEL DEAD OCEANS.

iyezine.com/slowdive-a-settemb…

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Lupin III – Il Castello di Cagliostro


 Il primo film di cui vi voglio parlare è un anime ambientato in Italia, che si dice abbia ispirato il primo “Indiana Jones” di Spielberg e Lucas oltre a essere stato fonte di ispirazione per la Disney nel comporre una scena di “Basil L’Investiga Topo” e una nel finale del film “Atlantis - L’Impero Perduto”. #film #Anime

Questo inoltre è il primo film che vede alla regia Hayao Miyazaki il fondatore della casa di produzione animata Ghibli.

iyezine.com/lupin-iii-il-caste…



Bruxelles approva lo spionaggio sui media per motivi di “sicurezza nazionale” | L'Indipendente

"Impossibile non notare come la norma contenga un controsenso intrinseco, dal momento che aspira a garantire ai giornalisti una maggiore indipendenza e libertà da eventuali minacce aumentando la sorveglianza e il controllo sul loro operato. Il risultato, anzi, parrebbe essere proprio il contrario, ovvero condizionare ulteriormente l’attività di indagine dei professionisti dell’informazione, già sottoposta a crescenti restrizioni in diversi Paesi europei."

lindipendente.online/2023/06/2…



Mio figlio ha una 4 ruote


Durante lo stage "Mio figlio ha una 4 ruote" MF4R (policlinico.mi.it/news/2023-06…) organizzato a Lignano Sabbiadoro dal Sapre, un servizio pubblico del Policlinico di Milano che si occupa da più di 30 anni dei genitori di bambini affetti da SMA (atrofia spinale muscolare) promuovendone l'empowerment, si è svolta una camminata di circa 5 km percorribile a piedi, in bici, con carrozzine manuali/elettroniche e passeggini.

Il percorso, individuato con la collaborazione di #FIAB Monfalcone - BisiachINbici, tra la Riserva naturale regionale Foce dell'Isonzo-Isola della Cona e Marina Julia (Monfalcone) si è svolto su un tratto della pista ciclabile Adria Bike (adriabike.eu/it/interactive-ma…) scelto in particolare perché privo di barriere architettoniche.

Alla camminata ha partecipato un gruppo di circa 150 persone tra cui 50 bambini in carrozzina elettronica le cui famiglie arrivano da tutta Italia e dall'estero.

Un grande esempio del ruolo del servizio sanitario pubblico e un esempio (un po' più piccolo) dell'importanza di una mobilità sostenibile per tutti, non solo per gli amici della #bicicletta.

@maupao @macfranc @Rivoluzione mobilità urbana🚶🚲🚋 @:fedora: filippodb :cc: :gnu:

nilocram doesn't like this.

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Rilascio di Lemmy v0.18.0: API HTTP anziché WebSocket, Autenticazione a due fattori, Emoji personalizzate e Web App progressiva!

@Che succede nel Fediverso?

Di seguito l'annuncio di @Dessalines



Query speed is Lemmy’s main performance bottleneck, so we really appreciate any help database experts can provide.


I have been pleading that Lemmy server operators install pg_stat_statements extension and share metrics from PostgreSQL. lemmy.ml/post/1361757 - a restart of PostgreSQL server is required for the extension to be installed. I suggest this be part of 0.18 upgrade. Thank you.


in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

cercando di fare Login da Jerboa mi da errore, quanto passerà prima che feddit.it si aggiorni alla 0.18?
in reply to Ema_sideproject

É uscita Una nuova app per lemmy chiamata liftoff che mette il turbo a lemmy.

github.com/liftoff-app/liftoff

Non so se è dart/flutter che è più veloce di kotlin o se è solo scritta meglio di jerboa

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)
in reply to suoko

Ricorda molto Lemmur o sbaglio? Sembrerebbe quasi un fork...
Ben fatta comunque!

EDIT:
è effettivamente basata su Lemmur, sul sito non c'è scritto ma nelle info dell'app sì 😅

Questa voce è stata modificata (2 anni fa)


TeleSign profila segretamente metà degli utenti di telefonia mobile del mondo. La denuncia di NOYB

@Etica Digitale (Feddit)

Oggi, noyb ha presentato una denuncia contro TeleSign, una società statunitense che ha profilato milioni di utenti di telefoni. 

TeleSign genera un "punteggio di reputazione" e vende i suoi servizi a vari clienti come TikTok, Microsoft o Salesforce. TeleSign ha ricevuto segretamente i dati del telefono cellulare da BICS, una società belga che fornisce servizi di interconnessione per molte società di telefonia mobile



+++ Finalmente svelato l'ultimo segreto di Feddit.it: ecco perché non esiste una comunità Lemmy dedicata alla privacy! Quando leggerete il motivo, non crederete ai vostri occhi!!! +++

@Che succede nel Fediverso?

I due amministratori di Feddit.it sono sicuramente molto sensibili al tema della #privacy.
Il primo infatti è l'autore del progetto @Le Alternative che nasce proprio per presentare in modo semplice le alternative ai prodotti BigTech che siano open source e rispettose della privacy.
Il secondo non è altro che @Informa Pirata, che sulla promozione del tema della privacy in politica spende non poco del proprio tempo.
Entrambi sono stati promotori del #PrivacyPride, il primo (e unico) evento al mondo in cui ci siano state manifestazioni di piazza a favore della privacy.

Allora perché su feddit.it non esiste una comunità dedicata alla privacy?

In effetti i motivi sono due e il primo è forse quello meno importante.

Infatti su feddit ci sono già alcune comunità che si occupano di privacy: Le Alternative, come già detto, ma anche Pirati, gestito da @Pirati.io , in assoluto il primo blog a parlare di #chatcontrol in Italia; ma soprattutto esiste la comunità di @Etica Digitale (qui su Lemmy) che ha lavorato su quel gioiellino di PrivaSì, un percorso on line per costruire senza patemi d'animo una dimensione digitale che tuteli l'utente dalla sorvegianza delle BigTech!

Ma il motivo principale per cui non esiste un'istanza Lemmy dedicata alla privacy è questo:

Esiste già una comunità Lemmy dedicata alla privacy e parla anche un po' italiano

Si tratta dell'istanza dell'avvocato @Nicola Fabiano (su lemmy è @nicfab ) che qualche giorno dopo la nascita di feddit.it ma senza sapere nulla del nostro progetto, ha creato un'estensione Lemmy al proprio blog.

Non ci sembrava quindi necessario creare un'istanza dedicata alla privacy, essendocene già una curata da un esperto di GDPR come l'avv. Fabiano.

Chi volesse seguire quella comunità, può copiare l'indirizzo https://community.nicfab.it/c/privacy e incollarlo nella casella di ricerca di Lemmy o di qualsiasi altro social del fedicverso!



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La privacy online è un argomento molto discusso ma purtroppo è difficile riuscire a far capire a tutti la sua importanza.
Questa autodifesa digitale di cisti.org e questo percorso PrivaSì di EticaDigitale sono ottimi siti su cui iniziare ad informarsi!

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LA PRIVACY
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Isabela Bagueros, Tor ED

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lealternative.net/


in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

non ne avevo mai sentito parlare. Peccato che i post siano soprattutto in inglese, ma comunque è una bella rassegna
in reply to Eleonora

@Eleonora gli ultimi post sono tutti in inglese, ma sono tutti molto aggiornati. Fino a qualche tempo fa ne veniva pubblicata contestualmente anche la versione in italiano, ma merita comunque di essere seguita (e se aumenta la frequentazione della comunità da parte degli italiani non è detto che in futuro non vi saranno di nuovo post in italiano)

@Informa Pirata @Pirati.io @Etica Digitale @Le Alternative @Nicola Fabiano @nicfab

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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

A proposito di PrivaSì, il progetto è open source gitlab.com/etica-digitale/priv…
se volete darci una mano con la stesura oppure avete delle idee o feedback potete aprire una issue o fare una mr

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Oggi partenza ufficiale di NoStream, l'istanza Owncast italiana di mastodon.uno. Stasera live alle 21.00

@Che succede nel Fediverso?

L'istanza nostream.mastodon.uno è attiva

Sarà quindi usata come la radio ufficiale di mastodon.uno ma saranno trasmessi anche Film, Documentari e serie tv!

L'istanza è aggiornata alla 0.1 e sarà necessario pulire la cache per vedere la nuova veste grafica, se già la usavate in passato potrebbero esserci problemi in quanto è stata radicalmente cambiata, in ogni caso buon ascolto!

Stasera a partire dalle ore 21:00 ci sarà la live per l'inaugurazione ufficiale di NoStream!

L'account da seguire è questo: @NoStream

Per ricevere una notifica poco prima della diretta basta cercare l'account qua sopra, seguirlo e cliccare la campanella.


Stasera ore 21:00 la live per l'inaugurazione ufficiale di NoStream!

:owncast: @DjDino

Per ricevere una notifica poco prima della diretta basta seguire l'account qua sopra, e cliccare la campanella.

#NoStream è un nuovo luogo di discussione dove viene trasmessa buona musica in cui le persone possono chattare fra di loro.

Un posto di decompressione dove non ci si prende troppo sul serio ma anche un posto dove verranno proposti visioni di documentari e film in cui si potrà commentare live.